L'ESERCITO DEL REGNO D'ITALIA 1805-1814

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inviato anche il Reggimento Dragoni Napoleone, mentre gli ulani polacchi e i Dragoni Regina presero parte alle operazioni in Calabria, catturando in battaglia tre bandiere e un cannone alle truppe borboniche. Alla fine dell’anno le truppe italiane erano disperse fra innumerevoli presidi, di cui i Cacciatori a cavallo ad Ancona, i Dragoni Napoleone in Puglia, il 3° di linea sulla costa tra Livorno e Civitavecchia, il 5° sulla costa pugliese ed il 2° impegnato nell’assedio della rocca di Maratea, che si arrese alle truppe italiane il 10 dicembre, facendo segnalare il reparto per la “bella condotta”. Destinati ad un lento stillicidio di uomini e rifornimenti, i reparti furono lasciati deperire lentamente, richiamati in patria solo per la loro ricostituzione e l’invio in altri teatri d’operazione. Con l’insurrezione della Calabria, durata oltre cinque anni, le truppe italiane si trovarono ad affrontare per la prima volta una guerriglia generalizzata ed un lungo numero di assedi di piazze minori, che anticipò la tragedia militare della guerra di Spagna. Contemporaneamente all’occupazione del Regno di Napoli, le truppe italiane si videro impegnate anche nel consolidare il dominio sancito dal trattato di Presburgo sulla Dalmazia, in particolare contro gli sbarchi delle truppe russe sostenute da una loro flotta. Al corpo agli ordini del generale Molitor vennero aggregati un battaglione del 3° leggero italiano, il I battaglione Veliti Reali ed il II battaglione Cacciatori della Guardia di linea, oltre a quattro compagnie di artiglieria da destinare ai presidi costieri. Obbiettivo della spedizione fu l’occupazione delle Bocche di Cattaro, occupate da forze russe e montenegrine. Le unità italiane si batterono a Castelnuovo il 29 settembre 1806 e furono poi divise tra i diversi presidi: i battaglioni della Guardia furono destinati a Spalato, ed il 9 e 10 giugno i Veliti presero parte all’assedio ed alla presa del forte di Almissa. Le truppe della Guardia reale rimasero di guarnigione in Dalmazia fino al 28 gennaio 1809, data del loro rientro a Milano122, mentre le compagnie di artiglieria salirono al numero di nove, per poi essere contratte a cinque nella primavera del 1808.

V. La campagna di Prussia 1807 Le truppe italiane, sparse tra la Divisione costiera in Francia, i presidi in meridione e quelli dei nuovi territori di Istria e Dalmazia contro gli sbarchi anglo-russi, si trovavano a due anni dalla nascita del Regno completamente escluse da quella grande visibilità nazionale che la politica di Melzi auspicava ai fini del riconoscimento internazionale. Non più schierati tra le truppe della “grande spedizione” di Calais o a fianco della Guardia imperiale come ad Austerlitz, i generali italiani premevano sul Ministero e sul Vicerè, ed imploravano l’Imperatore di poter 122

Cfr. A. Bollati, Gli italiani nelle armate napoleoniche, ed. Licinio Cappelli, Bologna, 1938, pag. 58

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