L'ESERCITO DEL REGNO D'ITALIA 1805-1814

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La stessa presenza delle truppe italiane al campo di Boulogne sulle coste della Manica, a seguito di dirette richieste di Napoleone, così viene sottolineata da lui stesso in una lettera diretta a Melzi: “vi sono indotto per due principali motivi: il primo che l’Inghilterra impari a conoscere l’esistenza della Repubblica; il secondo è dare orgoglio e fierezza militare alla gioventù italiana.”176. Costantemente preoccupato della riuscita dei suoi piani di creazione di un esercito nazionale, Melzi assistette nel breve periodo del suo diretto governo come vice-presidente ad un iniziale fallimento, dovuto agli scarsi risultati iniziali della leva, all’ostilità oppostagli da Murat nel ruolo di comandante in capo dell’Armée d’Italie ed alle difficoltà economiche che affliggevano la repubblica, gravata dai contributi francesi e dalle spese di organizzazione del nuovo stato. Fu però l’esercito creato sotto la sua direzione, nucleo del successivo sviluppo dell’armata sotto il Regno, a mantenere ed evolvere le istanze nazionali in seno alla società ed al sentire collettivo.

II. Le truppe depositarie dell’ideale d’indipendenza. Con il passaggio istituzionale dalla Repubblica al Regno, muta anche l’uso dell’esercito nella tematica nazionale. Maggiormente vincolato ai disegni di Napoleone, tramite la vice reggenza di Eugenio, l’esercito diviene lo strumento su cui modellare una società italiana sempre più legata al regime napoleonico. Affiancato alla struttura burocratica, l’esercito diventa mezzo di ascesa sociale per tutti gli strati della società, dalla borghesia ai piccoli proprietari alla nobiltà di provincia. L’arruolamento è incentivato dall’apparente splendore della vita militare, dal desiderio di avventura e di gloria, dalle possibilità di rapida promozione, tutti elementi che fortificano il legame tra le truppe e la società. Tali specifiche non è possibile trovarle solo nei corpi speciali della Guardia Reale, come i Veliti o le Guardie d’Onore, ma possono essere estese all’armata nel suo complesso. Se infatti il rafforzamento del legame tra società e regime è uno dei motivi fondanti di quei due corpi, anche il resto dell’esercito dà ampia possibilità di carriera militare, fornendo anche una buona base per l’inizio di una carriera all’interno dell’amministrazione civile. In maniera forse ancora maggiore che in Francia, dove la Rivoluzione aveva sconvolto gli equilibri di potere tra le classi sociali, l’esercito rappresentava un attrattiva per la piccola e media borghesia, ma anche per le classi popolari che potevano ottenere un buon riconoscimento nei gradi inferiori dell’esercito177. Oltre alle possibilità di ascesa sociale, l’esercito si fa forte dell’attenzione personale di Napoleone, e del suo prestigio, di cui i corpi militari godono di “luce riflessa”. Insieme alla dedizione degli ufficiali mossi da sentimenti patriottici, tutto ciò costituisce un’ottima attrazione 176 177

Carteggi, vol.V, p.189 del 30 settembre 1803 in N. Del Bianco, op. cit. , pag. 197 Cfr, C. Zaghi, op .cit. , pag. 488

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