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MUSSOLINI E PÉT AIN STORIA DEI RAPPORTI TRA L'ITALIA E LA FRANCIA DI VICHY ( 1O giugno 1940 -8 setten1bre 1943)
TOMO II
Documenti
ROMA - 1992
STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO
UFFICIO STORICO
ROMAIN H. RAINERO
PROPRIETÀ LETTERARIA
T utti i diritti riservati Vietata anche la ri produzione parziale se n za autor izzazio n e © Ufficio Sto rico SME - Roma 1992
.. _,. -----... Fusa Editrice S.r.l. - Via Anastasio II, 93-95 - 00165 Roma
I DOCUMENTI
ANNO 1 940
1. Primo progetto di armistizio tra Italia e Francia (21 giugno) ....
2. Il testo presentato alla Delegazione francese (23 g i ugno)
3. La relazione della De l egazione francese sul testo del progetto di armistizio presentato a Villa Incisa (24 giugno)
4. Memoria italiana sulla smilitarizzazione (2 4 giugno) ... . ..... . ..................... ................. ..... ............... .
5. T esto definitivo della Convenzione di armistizio tra Italia e Francia (24 giugno) ..... . ........ . .. ... .
6 .0rganizzazione e compiti della CIAF (25 giugno) .. .... . ... ... .... .. .. ... ... .... ... ... ... ... .. .. .... . ..................... .
7. Ord i nanza di creazio n e della CIAF (27 giugno)
8. G li accordi italo-tedeschi di Wi esb aden (29 giugno)
9. Bando del Duce s ui te r ritori occupati (30 luglio) ................... . .. . .. .. ... . ... ... ... ... ... .. .. .. ... ... .. .... .. ... . ... .
1O. Le direttive strategiche de l Duce dopo la resa francese (31 luglio) ... . .... .. .... ... .. ... .. .. ... .. ... ... .. ... .... . .
11. I timori italiani circa l'esecuzione dell'armistizio (7 agosto) ............... ................. .......... . ... ... .. .. ... . .
12. Processo verbale dell'incontro tra l'amm . Dupla t ed il gen. Pintor (29 agosto) ........................ .
13 Memorandum fr ancese s ulla sospensione del disarmo (4 settembre)
14. Let t era del ministro H u ntziger al mar. B adoglio (16 settembre)
15. I problemi del Levante francese alla CIAF (3 dicembre) .. . .... ... ........ ........ . .... .. .... .. .. .. ...
16 . Ordi nan za del Duce con la quale viene nominato il gen. Camillo Gros si presidente della CIAF (8 dicembre) ... .. ... .. ... ..
INDICE GENERALE Presenta z ione .. . .......... . ....... . .............................. ........... .. . Prefazione ............. .. ........ ..... ................. .. ... ... ............. . .... .
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.. ... ................. ............. . Pag . 7 » 9 Pag. 15 » 28 » 38 » 5 4 » 58 » 64 » 74 » 76 » 91 » 101 » 103 » 105 » 111 » 116 » 1 19 » 126
... ... ...
17. Nota dell'amm. Duplat al presidente d ella CIAF sulla Siria (11 dicembre) .... ................................. .
ANNO 1941
18. Processo verbale sul rimpatrio degli italiani dalla Francia (4 febbraio)
19. La figura di mons. Paul Rèmond, vescovo di Nizza secondo la CIAF (26 marzo) .................... .
20. L'armistizio e la situazione in Tuni sia (21 maggio) ............................ .. ... ... ... ............................ .
21. Il movimento arabo in Medio Oriente e la sua utilizzazione ( 4 giugno) .................... . .. .. ... ... .. ... ... .
22. Ordinanza de l Duce con la quale viene nominato il ge n. Arturo Vacca Maggiolini presidente della CIAF (16 giugno)
23. Lettera Dentz-De Giorgis sul ritiro della Del egazione italiana d'armistizio della Siria (11 luglio) . . .............. .. ... ... .. .. ... ... .. ... ... .. .......................... .
24. Processo verbale del colloquio tra il Duc e ed il gen. Vacca Maggiolini (12 luglio) ................... .
25 . Pr ocesso verbale del colloquio tra il Duce ed il gen. Vacca Maggiolini (15 agosto) .. ... . .. .... .. ... .
26. Nota verb ale del gen. Vacca Maggiolini all'amm . Duplat (23 agosto) ................... .. .... .. ... . .. .. .
27. Nota verbale dell'amm. Duplat al gen Vacca Maggiolini (30 Agosto)
28. Nota verbale del gen. Vacca Maggiolini all 'amm. Dupl at (2 settembre) .............................. . .
29. Verbale delle ri unioni di Gardone tra la CIAF e la CTA (9 - 13 settembre) ............................... ........ .
30. Processo verba le del colloquio tra il Duce ed il gen. Vacca Maggiolini (5 settembre) ... ......... .. .. . .
31. Evoluzione della situazione politica tunisina (24 ottobre) ......................... .. .....
32. Rela zione del gen. Vacca Maggiolini al gen. Cavallero s ui colloqui della CIAF e Vichy (17 novembre)
33. I protocolli degli accordi economici di Roma (22 novembre) ............... ... .... .......... . ...... ................. .
34. Promemoria del gen. Vacca Maggiolini al ministro degli Affari Esteri Ciano sui rapporti italofrancesi (8 Di cembre) ...............
4 Mussolini e Pétain
...................... .... .. .
............................ . P ag. 127 » I 35 » 143 » 149 » 157 » 160 » 161 » 163 » 165 » 167 » 173 » 177 » 178 » 196 » 200 » 205 » 209 » 221
35 P rotesta del gen. Vacca Maggiolini per disposizioni francesi circa i porti tUnisini ( 17 dicembre) ......... ............. .. ... . ..... .. .... ........... ......... ............... .
36. Memorandum dell'amm. Michelier alla conferenza di Wiesbaden (21 dicembre) .... .. ... .. ......... .
37. L a sit u az ion e politica in Tunisia (2 2 dicembre)
38. Processo verbale del colloquio d el Duce con il gen . Vacca Ma ggiolini (25 dicembre) . ... ........ .
39. I colloqui del gen. Vacca Ma ggio lin i a Roma ( 26-28 dicembre) ............... ... .......... .. ... ... .. .. ... .... . ... .
4 0. Appunti relativi a l colloquio Vacca Maggiolini Duplat (3 0 dicembre) ..... . .... .... . .................... ..
ANNO 1942
41. M emento francese all' Italia (13 gennaio) .... .... ..
42. Processo verbale del colloquio d el D uce con il gen . Vacca Maggiolini (14 gennaio) . ... ... . ....... .
43 . Co lloquio tr a il gen. Vacca Maggiolini e l'amm . Dup la t ( 23 gennaio) ........ . ..... .. ... .. ... ..... .. .... ........... .
44. Denu ncia francese degli accordi "delta" e "gamma" ( 11 fe bbraio)
45. Protesta della CIAF contro la denuncia francese ( 12 febbraio) ......... ... .. .... .. .... .... .......... . .. ............. .
46. Gli accordi economici di Rom a (6 marzo) ....... .
4 7. Processo verba le d el collo qui o del Duce con il gen. Vacca Ma ggio lin i (31 marzo) . .. ............... .
48. Rapporto del gen . Vacca Maggiolini al Comando Supremo ( 1 1 aprile) ........................ ... ..... . ... .. .
49. L ettera del gen . Vacca Maggiolini al Capo di S.M. G e n erale c irc a il convegno di Fri edrichshafen (1° giugno)
5 0. L'o rdine del giorno dei la vori del convegno tra CIAF e CTA di Friedrichshafen (10-1 7 gi u gno)
51. I rapport i ita lo-francesi illustrati a Friedrichshafen (8 giugno) .. .......... .............. . .. .. . . ....... .. ... . ... . .
52. P rocesso verba le del colloqui o del Du ce con il gen . Vacca Maggiolini (21 gi u gno) ..... .. ... .. ... .. .
53 . P rocesso verbale de l coJioquio d e l Du ce con il gen . Vacca Magg i olin i (17 settem b re) ........... .
5 4. L ' ordine del giorno d el conveg no di Venez i a (22-28 settembre) .... .. ......... .... . ......................... .. ... .
Indice generale
5 P ag.22 7 )) 229 )) 234 » 237 » 242 » 244 » 253 » 260 » 264 » 268 » 274 » 278 » 282 » 284 » 292 » 295 » 298 » 306 » 308 » 313
55. Processo verb ale de l colloquio del Duce con il gen. Vacca Maggiolini (3 ottobre)
56 . Regolamen to per l a riattivazione ed esercizio della Centrale Idroelettrica di Pontano (9 ottobre) .... .............. .... .. ... ... .. .... .... .. .... .. .. ................... ..... .
57. Gli "accordi di Me ntone" (20 ottobre) ............... .
58. La relazione Parisot sull'occupazione della P rovenza (13 n ovembre) ... ................ .......... ..... .. .. .
ANN O 1943
59. Processo verbale del colloq u io del D uce con il ge n . Vacca Maggiolini (12 febbraio) .. .. ... ... .. ...... .
60. I rapporti tra la CIA F e la IV Armata (10 marzo) ............... .... .. ... ... .. ... .. ... ... .. ... ... .. ... ................... .... .
61. L'abolizione delle sottocommissioni militari della CIA F (30 marzo) ... .... ... ... ... ......... ... ... ... ........ .
62. Depositi clandestini di armi e di materiale bellico scoperti dalla CIAF (aprile) .......... .. ... ... .... ... .
63. Bando su ll 'ordine p u bblico nella Francia occupata ( 16 agosto)
6
Mussolini e Pétain
B I BLIO G RA FIA ........................... . .... .. ... ... .. .. ... ... .. ... .. . .
» 324 » 333 » 343 » 351 » 357 » 359 » 360 » 380 » 389
Pag.317
Il presente volume raccoglie la documentazione fondamentale, in gran parte inedita , su cui si è basata la ricerca del Professore Romain H. Rainero, docente accademico di storia contemporanea presso l ' Università di Milano.
L'Ufficio Storico è lieto di fornire agli studiosi un materiale di riflessione di non secondaria importanza, nella convinzione che nulla meglio di un documento, se letto con metodo e volontà scientifici , può fornire quelle spiegazioni che sono alla base di ogni seria e rigorosa ricerca.
IL CAPO UFFICIO STORICO
PRESENTAZIONE
Nel quadro di una ricostruzione storica la più completa possibile degli eventi che vanno dalla firma dell'armistizio di Villa Incisa alla crisi dell'8 settembre 1943, il ricorso alle fonti documentarie inedite è stato prevalente e determinante elemento della ricerca. In questa esigenza sono stati esplorati le sedi più ricche di elementi inediti in Italia ed in Francia. Per l'Archivio della Commissione Italiana di Armistizio con la Francia si è fatto ricorso all'Archivio dell'Ufficio Storico dello Stato Maggiore Esercito (USSME-CIAF) che conserva una ricca documentazione che proviene direttamente dalla Presiden za della CIAF stessa e che ordinata in 80 raccoglitori con esauriente R egistro d'inventario costituisce la fonte primaria e definitiva di documentazione. Per la parte italiana ogni altro Archivio riveste solo valore accessorio, compreso quello pur importante del Ministero degli Esteri di Palazzo Farnesina , quello dell'Archivio di Stato di Roma -Eur e quelli degli altri due Uffici Storici della Marina Militare e dell'Aeronautica.
Il corrispondente Archivio primario da parte francese appare quello del Service Historique de l'Armée de terre del Castello di Vincennes (DFCIA -SHAT) che conserva la parte più cospicua dei documenti della Délégation Française. Essi sono divisi in 5 cartons come "Délégation-guerre" e 22 cartons come "Direction des Services d'annistice". Di grande interesse sono pure gli Archivi de l Q u ai d'Orsay che conservano tutto il materiale che il Ministero degli Affari Esteri riceveva dai suoi servizi distaccati a Torino ne ll'ambito della Delegazione francese . Altrettant o importante è l'insieme documentario conservato alle Archives Nationales di Parigi (cote Ay/4 1 -2 149/2332).
In ques t o secondo tomo sono stati riportati i documenti fondamentali della nostra ricerca c h e sono quasi tutti docu menti inediti,
PR E F AZ IO N E
salvo il fondamentale documento di Villa Incisa e che opportunamente presentati e situati sul piano archivistico possono dare l'idea della ricchezza di osservazioni, di spunti e di ampiezza dei problemi evocati e che possono servire ad altri studiosi ad interessarsi del periodo e della questione lasciata finora nell'ombra della storia sia italiana sia francese.
10 Mussolini e Pétain
P ARTE P RIMA
I DOCUMENTI 1940
1. Primo progetto di armisti z io tra Italia e Francia (21 giugno)
2. Il testo presentato alla Delegazione francese (23 giugno)
3 . La relazione della D e legazione francese sul testo del progetto di armistizio presentato a Villa Incisa (24 giugno)
4. Memoria italiana sulla smilitarizzazione (24 giugno)
5. Tes to definitivo della Convenzione di armistizio tra l ' Italia e la Francia (24 giugno)
6. Organizzazione e compiti della CIAF (25 giugno)
7. Ordinanza di creazione della Commissione Italiana di Armis tizio con la Francia (27 giugno)
8. Gli accordi italo- tedeschi di Wi esbade n (29 giugno)
9. Bando del Duce su i territori occupati (30 luglio)
l O. Le direttive strategiche del Duce dopo la resa francese (31 luglio)
11. I timori italiani circa l 'esecuzione dell'armistizio (7 agosto)
12. Processo verbale dell ' incontro tra l ' amm. Dup l at ed il gen. Pintor (29 agosto)
13. Memorandum francese sulla sospensione del disarmo (4 settembre)
14. Lettera del ministro Huntziger al mar. Badoglio (16 settembre)
15 . I problemi d el Levante francese alla CIAF (3 dicembre)
16. Ordinanza del Duce con la quale viene nominato il gen. Camillo Grossi presidente della CIAF (8 dicembre)
17. Nota dell'amm . Duplat al presidente della CIAF sulla Siria ( 11 dicembre)
1940 13
PRIMO PROGETTO DI ARMISTIZIO TRA ITALIA E FRANCIA
21 giugno 1940
Il testo del presente protocollo chiamato "Protocollo delle condizioni di armistizio tra I talia e Francia" che costituisce il primo elaborato di un accordo di armistizio tra l'Italia e la Francia venne approvato integralmente dal Duce nell'udienza accordata al mar. Badoglio e al gen. Roatta il 21 giugno 1940, alle ore 10.30.
FONTE: USSME-CIAF - RACC. 1, fase. 4
PROTOCOLLO DELLE CONDIZIONI DI ARMISTIZIO
I - CLAUSOLE POLITICO-MILITARI
1°) Denuncia immediata della alleanza politico-militare con la Gran Bretagna.
II - CLAUSOLE MILITARI -TERRESTRI
1°) Ces sazione delle ostilità p er terra, per mare e per aria, a partire dalle ore ... del giorno ... (oppure "cessazione immediata") in tutti i teatri di operazione.
2°) Smobilitazione total e dell'esercito francese, ed arretramento immediato di tutte l e sue unità oltre una linea che corra parall elamente - alla distanza di 25 Km. - al di là della linea che segna il margine esterno della zona che sarà occupata dalle truppe italiane.
Detta linea ed il ritmo dell'addestramento anzidetto delle truppe francesi sono precisati nel protocollo annesso.
3°) Nel territorio francese metropolitano che non viene occupato dalle truppe italiane e germaniche, potranno essere mantenute in servizio ... divisioni (di fanteria) e . .. comandi di C. d'A., nelle formazioni ed effettivi di pace di prima della guerra. Dette unità d ebbo no essere composte es clusivamente di contingenti francesi m e tropolitani.
1940 15 DOCUMENTO N. 1
ITALIA E FRA N CIA
TRA
Nel territorio del Nord Africa francese, esclusa la Tunisia, potranno essere mantenut e in servizio ... divisioni di fanteria ed un comando di C. d'A . colle truppe e servizi di C. d' A. nelle formazioni ed effettivi di pace di prima della guerra. Riduzione d elle fo rze francesi esistenti nella Siria a ... divisioni.
Lo S.M. Generale italiano si riserva il diritto (in solido con quello germanico, per quanto riguarda il territorio francese metropolitano e la Siria), di controllare che le unità francesi in questione siano mantenute nei limiti de ll e forma z ion i ed effettivi indicati.
4 °) L'armamento collettivo delle unità francesi in più di quelle di cui viene consentita, come detto sopra, l'esistenza, viene consegnato all e autorità militari italiane e germaniche. I materiali da consegnare e le modalità di consegna vengono precisati nel protocollo annesso.
5°) Sgombero immediato del territorio francese metropolitano, del nord Africa (1), della Siria deJle unità e formazioni militari di qualsiasi genere, appartenenti all'Impero britannico .
Le unità e formazioni suddette che non abbiano lasciato, per una ragione qualsiasi, gli anzidetti territori entro ... giorni dalla cessazione delle ostilità, saranno consegnate alle autorità militari italiane e germaniche in qualità di prigioniero di guerra, con tutte le loro armi, veico li, materiali e bagagli.
6° ) Disarmo e scioglimento immediato delle unità e formazioni militari, di qualsiasi genere, costituite da stranieri (a parte quelle di cui all'art. S) esistenti nel territorio francese metropolitano e in quelli della Costa francese e dei Somali, dell'Africa del nord (2) ed in Siria.
Le unità e formazioni suddette che non abbiano lasciato, per una ragione qualsiasi, gli anzidetti territori entro giorni, dalla cessazione d e ll e ostilità, saranno consegnate alle autorità militari italiane e germaniche in qualità di prigioniero di guerra con tutte le loro armi, quadrupedi, veicoli, materiali e bagagli.
7°) Occupazione da parte delle truppe italiane:
- del territorio compreso fra la frontiera alpina, la frontiera svizzera, il fiume Saòne, il fiume Rodano (sino al nord di Avigno-
(') Aggiunta a p en na: "e d ella Costa Francese (dei Somali )".
(') Aggiunta a p enna: "e in qu e lli della Cos ta francese dei Somali e della".
16 Mussolini
e Pétain
(
ne), e quindi una linea che, passando a nord di Nimes, Montpellier, Narbonne e Perpignano, giunga alla front i era spagnola;
- della Corsica;
- della Tunisia (3);
- della Costa fra n cese dei Somali.
I dettagli della linea di cui sopra e le modalità di occupazione dei territo ri summenzionati appaiono nel protocollo annesso.
8°) Obbligo per l e autorità francesi di lasciare nei territori indicati nel n° 7 tutte le fortificazioni con l e armi, munizioni ed installa zioni, tutti gli impianti ed edifici militari con i loro annessi mobili ed immobili , tutti gli impianti e macchinari ind u str iali di qualsiasi specie, tutt i gli impianti e materiali mobili ferroviari, tutti g l i impiant i e materiali fluviali, tutti gli approvvigionamenti in viveri, foraggi, materie prime, carburanti solid i, liquidi e s imili che vi esistano, all'atto della conclusione dell'armistizio, nella quantità e nelle condizioni in cui si trovano, senza arrecarvi danneggiamenti di sorta.
Tutti gli impianti , macchinari, approvvigionamenti di cui sopra, di proprietà d elle forze armate francesi, saranno messi a disposizione di quelle italiane.
Obbligo per )P amorità francesi di l asciare le vie rotabili e l e loro opere d'arte dei territori di cui al n° 7 nelle condizioni in cui si trovano all'atto della conclusione dell'armistizio.
9°) Nei territori di cui al n° 7 saranno lasciati in posto e vi rimarranno durante il periodo di occupazione gli enti e personali seg u e nti:
a) funzionari delle Prefetture, sottoprefetture e municipi;
b) funzionari delle va rie altre amministrazioni stataJi;
c) funzionari e personale della gendarmeria, deJJa polizia s tatale e municipale, degli agenti delle dogane, delle guardie carcerarie, ecc. nella stessa quantità che vi esisteva prima dello scoppio delle ostilità;
d) funzionari e personale delle ferrovie statali e d'altro genere nella stessa quantità che vi esisteva prima dello scoppio delle ostilità;
(3) Aggiunta a penna: "ivi compreso il dipartim en to di Costantina, e le prin cipali l ocalità della corrispondente pa rte dei territori delle Oasi ad ovest d ella Libia; delle principali località militarmente presidiate dalla Francia a sud d ella Libia, parti colarmente nelle regioni d el Tibesti B orku , Ennedi, regione del Tchad e d ell'Ubangi Shari sino al fiume Ubangi".
4 ) Aggiunta a p e nna: "e in conformi tà delle leggi francesi"
1940 17
e) pompieri, enti e personale ospitaliero ed assistenziale, e simili.
Il personale di cui in a) e in b ) continuerà ad amministrare i territori occupati dalle truppe italiane, nelle condizioni normali ( 4 ), sempre quando non siano in contrasto con le disposizioni d'ordine pubblico impartite dalle a utorità militari italiane.
Il personale di cui in c), in d) e d i n e) continuerà nelle sue funzioni normali con l'a vver t enza di cui sopra.
Tutto il personale anzi menzionato sarà sotto il controllo dei comandi italiani .
10°) Diritto per l e truppe italiane di muovere liberamente sulle vie rotabili, ferroviarie e fluviali dei territori francesi metropolitani dell'Africa del nord e della Siria non occupati dalle dette truppe.
Di ritto per le truppe italiane di occupare in detti territori tutte le località e punti ri t e nuti dai comandi di tali truppe necessari per il prosieguo delle operazioni contro altri Stati o per il mantenimento dell'ordine pubblico.
Di ritto per le truppe italiane di eseguire requisizioni a pagamento, in tutti i territori francesi in cui si troveranno.
11 °) Messa in libertà immediata e rimpatrio senza reciprocità dei prigionieri di guerra italiani e di tutti i suddi ti italiani comunque ed in qualsiasi t erritorio francese arrestati od inter nati per motivi politici o per ragioni conseguenti allo stato di guerra.
12°) Annullamento di tutti i contratti di acquisto o di cessione di m ateria le militare dall'estero od all'estero.
13 °) I militari francesi feriti ed ammalati intrasportabili, in cura nei territori occupati dalle truppe italiane, rimarranno sul posto affidati a personale francese , con t u tto il ma t eria l e di cura necessario.
14°) Tutte le clausole di cui sopra applicabili alle forze it ali ane della R. Marina e della R. Aero nau tica va lg o no anche per esse.
15°) Clausola di in terdipen d e n za con l'armistizio tede sco (5).
( 5) L'intero articolo 15 appare aggiunto a penna.
18 Mussolini e PéLain
III - CLAUSOLE MILITARI-NAVALI
1°) Comunicazione esatta e dettagliata della consistenza e dislocazione e dei movimenti in corso di tutte l e unità della marina francese, secondo quanto è precisato nel protocollo annesso.
2°) Internamento delle forze navali francesi dislocate nel Mediterraneo, nelle acque dell'Atlantico Meridionale, nel Mar Rosso e nell'Oceano Indiano rispettivamente nei porti di Tolone, Casablanca e Gibu ti sotto la sorveglianza delle forze armate italiane, secondo le modalità di dettaglio stabilite nel protocollo annesso.
Smobilitazione delle forze navali sopra e lencate, lasciando a bordo il solo personale necessario per la sorveglianza, determinato dalle autorità navali italiane.
Inutilizzazione parziale delle navi, mettendo l e in condizioni di non poter muovere, né svolgere attività offensiva, mediante lo sbarco integrale di combustibili, acqua, munizionamento ed armi su bacquee e mediante la rimozione di strumenti della direzione del tiro, parti di macchinari e di armi ecc.
3°) Sgombero immediato dai territori frances i metropolitani, del nord Africa, coloniali (6 ), e sotto mandato, delle forze navali di qualsiasi genere appartenenti all'Impero britannico . Per il caso di ritardo vale il n. 5 del Capo II del presente protocollo.
4°) Smobilitazione di tutte l e basi na va li esistenti nei territori frances i metropolitani, del nord Africa, coloniali (7), e sotto mandato.
5°) Occupazione da parte delle forze armate italiane, oltre che delle basi navali e degli impianti portuali esistenti nei territori di cui al par. 7° delle Clausole militari, anche delle basi navali e dei porti di Algeri, Orano e Mers el Kebir, Casablanca, nonché degli altri punti strategici che saranno ritenuti indispensabili per la condotta delle operazioni.
6°) Smilitarizzazione (8) , neutralizzazione e facoltà di occupazione da parte delle forze armate italiane, di Beirut.
7°) Sospensione controllata dell'ulteriore costruzione od alle-
( 6) Aggiunta a penna: "sotto protettorato".
(') Aggiunta a penna: "sotto protettorato".
( 3) Sn•~ c ritto su: "neutralizzazione".
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stimento di navi da guerra di superfic i e e subacqu ee, parti di navi, armi di ogni genere, munizionamento, apparati motori ed evaporatori, apparecchiature di bordo ecc .: dovrà essere data comunicazione d ettagliata dell'anzidetto materiale navale in corso di costruzione e di allestimento, nonché delle località di costruzione od allestimento .
8°) Libertà di uso delle acque territoriali francesi da parte d elle forze navali e della marina mercantile italiana, con possibilità di dragaggio dei campi minati e di rimozione delle ostruzioni - le cui esatte posizioni dovranno essere indicate dal Governo francese, senza diritto a sollevare alcuna questione di rispetto di neutralità, secondo quanto è precisato nel protocollo annesso - con la facoltà di ricorrere a questo scopo all'impiego del naviglio speciale appartenente alla marina francese.
9°) Restit u z ion e di tutt e le navi mercantili italiani detenute dalla Francia.
10 °) Durante l'armi st i zio le autorità navali italiane a vranno facoltà di esercitare il diritto di visita su tutto il traffico mercantil e diretto da e per i porti francesi metropolitani, de l nord Africa, coloniali (9), e sotto mandato, ed il conseguente diritto di cattura ogni qual volta la natura del carico risulti inconciliabile con le clausole politiche, militari, navali ed aeronautiche de l protocollo d'armistizio.
11 °) Per quanto riguarda le forze aeree della marina francese, esse debbono essere considerate a tutti gli effetti incluse n e ll e clausole aeronautiche.
IV - CLAUSOLE AERONAUTICHE
1°) Comunicazione esatta e dettagliata di tutte le forze aeree francesi britanniche o straniere esistenti al momento della co nclusione dell'armistizio nel territorio francese metropolitano, de l nord Africa, della Siria e della costa dei Somali.
2°) Smobilitazione di comandi e reparti aere i in tutti i t e a tri d 'operazione .
( 9) Aggiunta a penna: "sotto protettorato".
20 Mussolini e Pétain
Analoga smobilitazione di tutte le basi aeree (aeroporti permanenti e di manovra) .
3° ) Consegna alle tru ppe I tal iane e Germaniche di tutto il materiale di volo dei reparti militari, (comprese le scorte, l e parti di ricambio per apparecchi e motori, strumenti ed insta llazioni varie, armi, accessori e le munizioni comunque classificabili ad uso aeronautico) dislocato nei t erritori di cui al n° J del presente capitolo IV.
4 °) Sgombero immediato dal territorio di cui al n ° 1 de l presente capito lo IV di tutte le formazioni aeree appartenenti all'Impero Britannico.
Per il caso di ritardo vale l'articolo 5 d el capitolo II del presente protocoll o.
5°) Disarmo e scioglimento immediato deUe formazioni aeree costituite da stranieri (a parte quelle dell'articolo 4) esistenti nei territori di cui all'art . 1.
Per il caso di ritardo vale l'art. 5 de l c apitolo II del presente protocollo.
6 °) Libero uso e facoltà di eventuale occupazione di parte o di tutte le basi aeree, militari, civili (perma nen t i e di manovra) esistenti n e l territorio francese metropolitano, nei territori del Nord Africa, della Siria e della Costa dei Somali, necessarie per la condotta di opera zi on i b elliche contro altro Stato o per il mantenimento dell'ordine pubblico.
7°) Consegna in perfetta efficienza e con tutta la loro attrezzatura t ecnico-lo gistica (deposit i lubrificanti e carburanti e di munizioni annessi), delle basi aeree esistenti nel territorio di occupazione Italiana.
8° ) Cessazione dell'attività industriale aerona u tica e costruttiva, in ogni branca (aeroplani, motori, strumenti, accessori, armi, munizioni, prodotti ch imi ci, esplosivi, ecc.) fino alla conclusione della pace, nell e fabbriche metropoli ta ne francesi ed in quelle del nord Africa.
9°) Messa a disposizione delle (1°) scorte di materie prime di
(' 0) Aggiunta a p enn a : "autorità italiane d elle".
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qualsiasi natura esistenti presso le ditte aeronautiche o in corso di ricezione dalle ditte stesse, nei territori di occupazione Italiana. Divieto di uscita dalle fabbriche di qualsiasi materiale aeronautico in qualsiasi stato di lavora z ione esso si trov i.
10°) Messa a disposizione delle autorità Italiane, nel territorio di occupazione, di tutte le industrie e le fabbriche aeronautiche.
11 °) Divi eto di ogni attività di volo, militare e civile, per la durata dell'armistizio, nel t e rritorio francese metropolitano, del nord Africa , nella Siria e nella Costa dei Somali .
V - CLAUSOLE FINANZIARIE
1°) Sotto riserva di ogni ulteriore reclamo da parte dei governi italiano e germanico, è ammesso il principio delle riparazioni d ei danni apportati a beni italiani e germanici di qualsiasi genere, sia nei territori italiani e germanici, sia nei territori francesi in genere.
2°) Durante l'armistizio il governo francese non potrà distrarre, alienare, o trasferire alcuna specie di va lo ri pubblici.
VI - CLAUSOLE D'ORDINE GENERALE
1°) L'armistizio durerà 40 giorni dalla data della sua conclusione con facoltà di rinnovo.
E sso potrà essere denunciato ( 11) in qual s iasi momento da una delle due alte parti contraenti con preavviso di quarant9tto ore.
2 °) Per assicurare la migliore esecuzione di tutte le clausole della presente convenzione è ammessa la costituzione di una "Commissione d'armistizio italo-francese" permanente, sotto l'alta autorità del Comando Supremo italiano.
(") Aggiunta a penna : "se le clausole non sono eseguite".
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I - PROTOCOLLO ANNESSO - CLAUSOLE MILITARI TERRESTRI
1° ) A partire dal momento stabilito per la cessazione delle ostilità, le truppe italiane si asterranno dall'avanzare oltre la linea a ta l e istante da esse raggiunta. Le truppe francesi e quelle alleate della Francia sia ritireranno immediatamente a 10 Km. dalla linea suddetta.
Qu e lle fra dette truppe francesi e d alleate che, in detto momento si trovassero al di quà della linea raggiunta dalle truppe italiane, saranno considerate come prigioniere di guerra .
2°) L'arma mento da consegnare alle truppe italiane secondo l'ar t. 4 dell e clausole militari terrestri del protocollo comprende: e quipag giame nto individuale e collettivo, sciabole-baionette, sciabole, pistole, moschetti o carabine, fucili, pistole mitragliatrici, fucili mitragliatori, fucili anticarro, mitragliatrici, mortai, lanciabombe, pezzi di qualsiasi tipo e calibro, mezzi di collegamento, biciclette, motociclette, tricicli, autoveicoli di qualsiasi genere, carreggio ippomobile, cucine rotabili, quadrupedi da sella, da soma e da traino, con i relativi finimenti, che siano es ub era nti alle formazioni ed effettivi di pace di anteguerra delle truppe che la Francia può - in base all'art. 3 delle clausole militari terrestri del protocollo - mantenere nel territorio metropolitano, nell'Africa del nord ed in Siria.
I pezzi di artiglieria di calibro superiore al 155, le autoblindo e veic oli similari armati ed i carri armati di qualsiasi tipo saranno consegnati alle truppe italiane e germaniche nella loro totalità: ossia saranno a dette truppe consegnati anche quelli fra i s uddetti materiali che organicamente apparterrebbero alle unità di cui all'art. 3 suddetto.
Debbono essere consegnate t utt e le munizioni meno ... giornate di fuoco per le armi in dotaz io n e alle truppe che potranno, giusto l'art. 3 delle clausole militari terrestri del protocollo, essere mantenute in servizio .
Quelli fra i materiali suddetti - sia presso truppe che evac uano detto territorio, sia comunque giacenti - che si trovano in territori di occupazione italiana saranno raccolti per cura delle autorità francesi, e consegnati ai comandi italiani sopraggiungenti secondo modalità che saranno fissate di comune accordo .
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PROTOCOLLO ANNESSO CONTENENTE I DETTAGLI E LE CLAUSOLE DI ESECUZIONE DELL'ARMISTIZIO
I rimanenti materiali saranno consegnati in prossimità della linea marginale della occupazione italiana o germanica con modalità che saranno fissate d 'acco rdo fra le commissioni militari italofrancesi o germano-francesi di cui in seguito Tale consegna dovrà avvenire entro 30 giorni dalla data di armistizio.
3° ) La occupazione da parte d e lle truppe italiane delle zone di cui all'art. 7 delle clausole militari terrestri del protocollo avverrà progressivamente in corrispondenza dello sgombero di detti territori da parte delle truppe francesi .
Le modalità saranno fissate in dettaglio dalla commissione militare italo-francese di cui in seguito sulla bas e di mantenere sempre una striscia di I O K m fra la coda delle truppe francesi in sgombero e la testa di quelle italiane avanzanti.
Ciò nel più breve tempo possibile.
Le autorità francesi, a mezzo delle forze di gendarmeria e di polizia che possono (g i usto l'art. 9 delle clausole militari del protocollo) rimanere nella zona occupata , ed in caso di necessità con distaccamenti speciali di gendarmeria e di polizia da ritirare poi al momento opportuno, dovranno mantenere l 'ordine pubblico e l'integrità degli impianti, materiali, macchinari ed approvvigionament i da cedere fino all'arrivo delle truppe italiane.
I comandi italiani hanno però il diritto, quando lo gi udic h ino necessario, di ordinare alle truppe italiane di sopravanzare l e truppe francesi in sgombero, e di percorrere, colle proprie scorte, a scopo di controllo, in qualsiasi momento, la zona da occupare.
Le a utorità francesi debbono scaricare immediatamente le interruzioni esistenti n ei territori che debbono essere occupati dalle truppe i taliane.
4 °) La linea marginale esterna del t erritorio francese metropoli tano da occupare da parte delle truppe itali a ne appare dalla carta annessa.
L'occupazione della Corsica, Tunisia e Co sta francese dei Somali sarà integrale.
5°) L'esercizio delle vie e mezzi di trasporto collettivo, e delle trasmissioni, nei territo ri occupati dalle truppe italiane, sarà regolato dai comandi militari italiani mediante propri organi direttivi ed esercitati dal personale civile francese di cui all'art. 9 delle clausole militari del protocollo.
Ne l caso di trasport i militari italiani al di là della zona di occupazione, le autorità francesi daranno loro l a precedenza su qua l -
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siasi altro traffico e dovranno assicurarne l a perfetta esecuzione. Tali trasporti saranno a carico del Governo franc ese
6 °) Le modalità ed il pagamento delle requisizioni effettuate dalle autorità militari italiane nei territori di occupazione saranno regolate dalle disposizioni militari italiane in vigore.
7 °) All'alloggiamento dei comandi e tru ppe italiane di occupazione provvederanno gratuitamente le autorità locali francesi.
8°) Al fine di regolare tutte le questioni riguardanti l'applicazione del protocollo annesso sarà costituita una "Commissione mista italo- fr ances e" per ognuno dei territori di occupazione italiana (territorio metropolitano - Corsica - Tunisia - Costa francese d e i Somali) .
Ogn i commissione potrà, a seconda de i bisogni, delegare parte dei propri poteri a speciali sottocommissioni.
9°) Ogni danno che risulti arrecato volontariamente o per neg lig e nza alle armi, materiali, impianti, ecc. da lasciare nelle zone di occupazione o da consegnare alle truppe italiane, sarà considerato gravissima infrazione alle clausole d'armistizio.
10 °) Tut te le clausole di cui sopra applicabili alle forze italiane della R. Marina e d ella R. Aeronautica valgono anche per esse .
II - PROTOCOLLO ANNESSO CLAUSOLE MILITARI NAVALI
l 0 ) Per l'ora della cessazione delle ostilità il Governo francese dovrà avere fornito a mez zo radio, dalla sede del Governo stesso, a Radio San Paolo (Roma) le indicazioni di cui al par. 1° delle Clausole Navali.
2 °) Il concentramento delle forze navali, di cui al par. 2° delle Clausole Navali, nei porti di Tolone, Casablanca e Gibuti dovrà avvenire entro 48 ore dalla cessazione delle ostilità. Le sole forze dislocat e a B ei rut (od in località lontane dei teatri atlantico ed indiano) potranno raggiungere Tolone (od i rispettivi porti di concentramento di Casablanca e Gibu ti) entro 96 ore (od il minimo t e mpo necessario per raggiungere il porto) dalla cessazione delle ostilità. Le unità che non potranno prendere il mare saranno disarmate nei porti di residenza e poste sotto il controllo delle forze armate italiane.
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3°) La smobilitazione e la parziale inutilizzazione delle unità navali, secondo quanto è d etto ai comma 2 e 3 del par. 2° delle Clausole Navali, saranno effettuate gradualmente, a partire dalle navi maggiori, secondo modalità di dettaglio ed entro i termini di tempi che saranno fissati dalle autorità italiane.
4°) La smobilitazione delle basi navali e la l oro occupazione da parte delle forze armate italiane, di cui ai par 4° e 5° delle Clausole Navali, si svolgeranno entro i limiti di tempo e seco ndo le modalità di dettaglio indicati nel Cap. Cl ausole militari del Pro toco llo \ annesso.
5°) La smilitarizzazione del porto di B eirut (par. 6° delle Clausole Navali) dovrà essere effettuata immediatamente con la cessazione delle ostilità.
6°) Gli elementi relativi al materiale navale in costruzione od in allestimento ed alle rispettive località, di cui al par. 7° delle Clausole Navali, dovranno essere conseg nati dal Gov erno francese entro 10 giorni dalla cessazione delle ostilità.
7°) Il Go verno francese dovrà consegnare, entro 48 ore dalla cessazione delle ostilità, le indicazioni (cfr. par. 7° delle Clausole Navali) relative ai campi minati ed all e ostruzioni:
a) esiste nti nelle acque territoriali (e relativi porti) metropolitane, del nord Africa, dei territori coloniali e sotto mandato;
b) sistemate nelle acque territoriali italiane;
c) sistemate nelle acque dei teatri operativi mediterranei ed extra-mediterran ei, al di fuori del limite di 3 miglia daJle coste di altri stati belligeranti o neutrali.
8°) La restituzio ne delle navi mercantili italiane, di cui al par. 9° delle Clausole Navali, dovrà essere effettuata e ntro 8 giorni a partire dalla cessazione de ll e ostilità secondo modalità di dettaglio che sara nno stabilite.
9°) Al fine di r ego la re tutte le questioni riguardanti l'applicazione del protocollo e del protocollo annesso sarà costituita una Commissione navale italo-francese. Detta Commissione potrà, a seco nda dei bisogni, delegare parte dei propri poteri a speciali Sottocommissioni.
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III - PROTOCOLLO ANNESSO - CLAUSOLE MILITARI AERONAUTICHE
1°) Per l'ora della cessazione delle ostilità il Governo francese dovrà avere fornito a mezzo radio, dalla sede del Governo stesso, a Radio S. Paolo (Roma), le indicazioni di cui al paragrafo 1 delle clausole aeronautiche, disponendo nel tempo stesso che il materiale di volo di tali forze aeree, sia mantenuto intatto ed efficie n te fino alla occu pa zione effettiva dei vari territori suddetti per parte delle truppe italiane.
2 °) I serbatoi di tutte le macchine aeree come di tutti gli automezzi delle basi debbono essere completamente vuotati di carburanti.
3° ) La consegna dei materiali di vo l o dei reparti aerei verrà regolarmente fatta dal comandante di ciascuna bas e alle autorità aer ona utiche militari italiane competenti.
4°) Analogamente efficienti nel terreno di sedime, nelle attrezzature, negli impianti fissi e mobili, nei manufatti, dovranno essere tenute le basi aeree di cui agli art. 6 e 7 delle clausole aeronautiche.
Q ue ll e di cui al n. 7 verranno regolarmente consegnate in analogia a quanto detto per i materiali di volo, dal comandante d ella base rispettiva.
5°) L'occupazione delle basi aeree per parte delle forze armate italiane e la consegna del materiale di volo di cui paragrafi 2°, 3° e 7 ° delle clausole aeronautiche, saranno effettuate gradualme nte, secondo modalità di dettaglio ed entro i termini di tempo indicati nel capitolo clausole militari del protocollo annesso.
6°) Al fine di regolare tutte le questioni riguardanti l'applicazione del protocollo e d el protocollo annesso, sarà costituita una Commissione aeronautica italo-francese. Detta Commissione, a seconda dei bisogni, potrà delegare pa rte dei propri poteri a speciali Sottocommissioni.
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IL TESTO PRESENTATO ALLA DELEGAZIO NE FRANCESE
23 giugno 1940
Il testo della convenzione di armistizio presentato dalla delegazione italiana a Villa Incisa alla delegazione francese appena giunta a R ;ma, il 23 giugno 1940 e che subirà le variazioni nate dal negoziato è del segue nte tenore.
FONTE: USSME-CIA F - RACC. 1, fase. 4
CONVENZIONE D'ARMISTIZIO
Tra il Capo di Stato Maggiore G e nerale italiano, incaricato dal Duce, Comandante delle truppe italiane impegnate nelle operazioni belliche ed il Capo della Delegazione Francese p e r l'armistizio.
Articolo 1. - La Francia cesserà le ostilità contro l'Italia nel territorio francese metropolitano, nell'A frica Settentrionale francese, nell e co lonie, nei territori protetti e sotto mandato.
Sospenderà anche le ostilità contro l'Italia per ma re e per aria.
Articolo 2. -L e truppe italiane si manterranno, al momento dell' e ntrata in vigore della presente convenzione d 'a rmistizio , e per tutta la durata d e llo stesso, sulle lin ee da esse raggiunte su tutti i teatri operativi.
Articolo 3. - Ne l territorio fr ancese metropoli ta no, la zona compresa tra le linee di cui all'articolo 2, ed una linea situata a 50 Km. da ques ta , a volo d'uccello , sarà smilitari zz ata per tutta la durata dell ' armistizio.
In Tunisia, la zona compresa tra la frontiera tunisina-libica e la linea indicata nella carta all ega ta sarà smilitarizzata p er la durata dell'armi s ti z io.
In Algeria, come nei territori dell'Africa francese situati a sud d e ll'Algeria e confinanti con la Libia, si procederà alla sm ilitarizzazione di una zo na compresa tra la fron ti era libi ca e u na lin ea parallela distant e 200 Km.
In vista del prosieguo della lotta d e ll'Italia contro l'Impero Britannico, il t e rrito r io della colonia della Costa Francese dei Som ali sarà completamente smilitarizzata p e r tutta la durata dell'armistizio
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DO CUMENTO N. 2
Du rante la durata dell'armistizio, l'Italia avrà il diritto, totale e permanente, di utili zzare il porto e le opere portuali di Gibuti, e l a strada ferrata Gibuti-Addis Abeba sul percorso francese, e ciò per ogni tipo di trasporto.
Articolo 4. - Le zone da smilitarizzare, di cui all'articolo 3, saranno evacuate dall e trupp e francesi nel corso dei 10 giorni successivi alla cessazione delle ostilità, ad eccezione del personale strettamente necessario per la sorveglianza e la manutenzione delle opere di fortifi ca zion e, caserme, depositi e stabilimenti militari.
Articolo 5. - Fatta riserva dell'obbligo di cui al successivo articolo 10, tutte l e armi "mobili" e l e munizioni corrispondenti esis t e nti n e lle zone da smilitarizzare del territorio francese metropolitano ed in quello confinante con la Libia, diverse da quelle di cui sono dotate le truppe che evacuano il territorio, come sopra specificato, i territori in questione dovranno essere evacua ti nel termin e di 15 giorni.
Le armi fisse delle opere di fortificazioni e l e munizioni corrispon d enti d evono, n e llo stesso lasso di tempo, essere messe in condizione tali da non potere essere riutilizzate.
Nel t e rritorio della costa francese somala, tutte le armi mobili e le relativ e muni z ioni, diverse da quelle di cui sono dotate le truppe che evacuano il territorio, saranno deposte, nello stesso termine di 15 giorni, nelle località stabilite dalla commissione italiana d'armistizio di cui qui di seg uito.
Per quel che riguarda l e armi fisse e le munizioni delle opere di fortificazione esistenti nel suddetto territorio, si applicheranno le disposizioni stabilite per il territorio francese metropolitano e p er quello contiguo alla Libia.
Articolo 6. - In considerazione del proseguimento d ei combattimenti contro l'Impero Britannico, le piazzeforti militari marittime e le basi navali di Tolone, Biserta, Ajaccio e Oran (Mers el Kebir) saranno smilitarizza te sino alla cessazione delle ostilità contro il suddetto impero.
Si dovrà procedere a questa smilitarizzazione nel termine di 15 giorni ed essa dovrà essere effettuata in modo tale da rendere inuti l izzabili l e suddette piazzaforti e basi, sia dal punto di vista della loro capacità offensiva sia da quella difensi va e logistica .
Articolo 7 . - Nella zona, piazzaforti militari marittime e basi navali da smilitarizzare, le autorità civili francesi e le forze di
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p o li zia n ecessa ri e al m a nt e niment o dell 'o rdin e pubbli co co ntinu erann o natural me nte ad esercitare le propri e fu n zioni.
Artico lo 8. - La Commissione italiana d'armistizio di cui qui appresso, stabilirà sulla c arta i limiti esatti delle zo n e, pia zzaforti militari, marittime , bas i nava li da sm ilitarizz are ed i dettag li delle modalità di esecu z ione della s militari zzaz ione. L a suddett a Commissione avrà il diritto , totale e permane nte, di co ntrollare nell e s uddett e z one, pi azza forti e b asi, l' esec u zione d e ll e misu re stabilite da gli artico li precedenti , sia proced e ndo a visi t e di contro ll o, sia a m ezzo di d e leg azioni p e rmanenti insediate in lo co.
Articolo 9. - Tutte l e for ze armate t e r res tr i , nav a li e d aer ee saranno smobilitate e di sarmate in u n a da t a da s t abilire, eccetto le foi:-mazi oni n e cessarie al mant e nimento d ell ' ordin e interno.
Ciò va l e sia per il terr i torio dell a Fra n cia m etropolit a na, sia p er i te r ri tori de ll ' Africa S ette n triona le frances e, la Siria e l a costa francese somal a.
Gli effettivi e gli arma menti di qu es t e fo rmazi oni saranno stabiliti di concerto tra l'Italia e la Germania
Ar t i col o 1O. - L'It alia si ri serva il dirit to di c h iedere com e garanzia dell 'esec u z ion e de ll a convenzio n e d 'armistizio , la cons egna parzial e o totale, d e ll e armi co ll e ttiv e di fant e ria , di artig li eria, a u toblindo, carri, autovetture e veicoli ippotrainati, aeroplani e mu nizio n i app a rt ene n ti alle unità impegnate i n q u alsias i tipo di op era z ione contro l e for ze armat e italiane .
Que s te armi e quest i materia i . i dovranno es sere co nsegn ati nell o s tato in c ui s i tro vava no al m o mento d e ll 'a rmi stizi o.
Articolo 11. - Le armi, muni zio ni e materiali di g uerr a di qu a l s iasi natur a rima s ti nei t erritori fran ces i non occu pati, iv i comprese le a rm i e le munizioni evacuat e dalle zo n e, piazzaforti militari mari tti me e base navale da s militari zzare , ad eccez io n e de ll a parte c h e verrebbe l asciata a disposi z ione dell e unità aut ori zzate, sa rann o ragg ru ppati e posti s otto controllo italiano oppure tedesco.
La fa bbri caz io n e del mat e rial e b e lli co d i ogni tip o n ei te rrit or i n o n occup a ti d eve cessare immed iatam ente .
Articolo 12. - Le unit à della ma ri na di guerra fran cese sarann o co n ce n trat e in p orti da sta bilire ; ver r a nno s u ccess i vamente di sarmat e so tto il co ntroll o dell' Italia e della G e rmania .
Cos tituiran no eccezione le un i t à di cui i governi ita li ano e
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e Pétain
Mussolini
tedesco autorizzeranno l'impiego per la salvaguardia dei territori coloniali francesi .
La posizione delle unità navali in tempo di pace costituirà un elemento determinante per la scelta dei porti in question e
Tutte l e navi da guerra lontane dal territorio della Francia metropolitana, non valutate n e cessarie alla salvaguardia degli interessi coloniali francesi, ve rranno richiamate nei porti metropolitani.
Il governo italiano dichiara che non ha l'intenzione di impiegare, nel corso della presente guerra, le unità della marina militare francese poste sotto il suo controllo e che non ha intenzione di avanzare pretese, a conclusione della pace, sulla flotta francese.
Duran te l'armistizio non è escluso il ricorso all'impiego delle navi francesi necessarie al dragaggio delle mine di cui all'articolo successivo.
Articolo 13. - Tutti gli sbarramenti di mine saranno notificati al Comando supremo italiano.
L e autorità fra nc es i provvede ranno, nel termine di 10 giorni, a fare eliminare, bonificare e sgomberare tutte le interruzioni ferroviarie e stradali, campi di mine e fornelli di mine in generale, pre parati n e ll e zone, piazzaforti militari marittime e basi navali da s militarizzare.
Ar ticolo 14. - Il governo francese, oltre ad impegna rs i a non aprire in nessun luogo forma alcuna di ostilità contro l'Italia, farà altresì in modo che i membri delle sue forze armate ed i cittadini francesi in ge n ere n on lascino il territorio na ziona l e per partecipare in qualunque mani e ra alle ostilità contro l'Italia.
Le trupp e italiane applicheranno a coloro che trasgrediranno d e tta regola, nonché ai cittadini francesi residenti precedentemente all'estero i quali potrebbero eventualmente intraprendere collettivamente o individualmente atti di ostilità contro l'Italia, il trattamento riservato ai combattenti fuorilegge.
Articolo 15. - Il governo francese si impegnerà a fare sì che le unità di guerra, gli aeroplani, le armi ed ogni tipo di materiale bellico e munizioni di proprietà fra n cese c he si trovino su territori francesi oppure controllati dalla Francia non vengano inviati sui territori dell'Impero Britannico o di altri stati stranieri.
Articolo 16. - Nessuna nave mercantile della marina francese potrà salpare finché i governi italiano o tedesco non autorizzino
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la ripresa parziale o to tal e d el traffico marittimo commerciale francese .
Le navi mercantili francesi che , al momento dell'armistizio , non si trovassero nei porti francesi o comunque posti sotto controllo francese, verrebbero richiamate in questi por t i o dirette verso porti neutrali.
Articolo 17. - Tutte le navi mercantili italiane catturate, dirette verso l'Italia, saranno immediatamente restituite con tutto ìl loro carico.
Dovranno essere restituite anche l e merci non d eperi bili italiane o dirette verso l'Italia , catturate a bordo di navi non italiane.
Articolo 18. - A tutti gli aerei d islocati su territorio francese o su territo rio posto sotto controllo francese verrà immediatamente imposto divieto di decollo.
Tutti gli aeroporti e tutti gli impianti situati sui sopramenzionati t erri tori saranno posti sotto controllo italiano o tedesco.
GI i a erei stranieri che, al momento dell'armistizio, si trovassero nei t e rritori suddetti, verrebbero consegnati alle autorità milita r i italiane o tedesche.
Articolo 19. - Le trasmissioni ra d .io fo nich e saranno proibite in pratica in tutti i territori della Francia metropolitana, dell'Africa del nord, della Siria, della Costa Somala sino al momento in cui il governo italiano o il governo tedesco non dispongano altrimenti.
Articolo 20. - Il traffico dell e merci in transito tra la Germania e l'Italia attraverso il territorio francese non occupato sarà lib er o.
Articolo 21. - Tutti i prigionieri di guerra e i civili italiani i nternati, arrestati o condannati p er motivi politici o di guerra, o per qua l unque atto a favore del governo italiano, saranno immediatamente liberati e consegnati alle autorità militari italiane.
Il governo italiano si dserva il diritto di rivendicare la consegna d egli individui aventi cittadinanza italiana a l momento dell'armistizio; detti individui saranno designati nominativamente. Si riserva altr es ì il diritto di rivendicare la consegna degli individui che si trovano in territorio non occupato francese o sotto controllo francese.
Art i colo 22. - Il governo francese si fa garante della buona conserva z ione di tut to ciò che deve o può dover consegnare in virtù di>lla p re sente convenzione.
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Articolo 23. - Una Commissione ita li ana d'armistizio, dipendente dal Coma ndo Supremo italiano, sarà incaricata di regolare e controllare, sia direttamente, sia a mezzo dei propri organ i, l'esecuzione della presente convenzione d'armisti zio.
Sarà ugualmente inca ric ata di armonizzare la presente convenzione con quella già conclusa tra la Germ ania e la Francia.
Articolo 24. -P resso la sede della Commissione di cui all'ar t icolo precedente, si insidierà una delegazione francese i ncaricata di far conoscere i "desiderata" del s uo governo relativi all' esecuzione della presente Con venzione e di trasmettere alle a u torità francesi competenti le disposizioni della commiss ion e italiana d 'armi-, stizio.
Articolo 25 . - La presente convenzione d'armistizio entrerà in vigore al momen to della s u a firma. Le ostilità cesseranno, su tutti gli scacchieri operativi, 6 ore dopo il momento in cui il governo italiano avrà comunicato a l governo tedesco l a conclusione del presente accordo .
Il governo italiano notifi cherà questo momento via radio al governo francese.
Articolo 26. - La presente Convenzione d'armistizio resterà in vigo re sino alla conclusione del trattato di pace. L'I talia si riserva il dir itt o di denunciarla in qualsiasi momento, con effetto immediato, nel caso in cui il gover no francese n o n ademp i esse gli obblighi assunti.
CONVENTION D'ARMISTJCE
Artid e 1. - La F rance cessera les hos t ilités contre l'I tali e dans le territoire fra nçai s métropolitain, dans l' Afrique française du Nord, dans les colon ies, dans )es terri toires prot égés et sous mandat. E lle cessera également les host ilit és con t re l'Italie par mer e t par air.
Artide 2. - Les troupe s italiennes se maintiendront, au moment de l'entrée en vigue ur de la présente convent ion d 'a rmistic e , et p our tou te la durée de ce lui -ci, sur les lign es qu'e Hes ont at t eintes sur t ous les théàtres d'opérations.
Artid e 3. - Dans le territoire français métropolitain, la zone com prise entre )es Jignes visées à l'article 2, et un e ligne située à cinquante Km. de celle-ci, à voe d'oiseau sera démilitari sée pour la durée de l'armistice.
En Tuni s ie , la zo ne comprise en t re la frontière actu elle tuniso -libye nn e et la ligne i ndiquée sur la carte annexée sera démilitarisée pour la durée d e l'armistice
En Alg éri e, ainsi que dans !es terri tofres de l'Afr ique française situés au sud de
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l' Algérie et confinant à la Libye, une zone comprise entre la frontière liby que et une ligne parallè le distante d e 200 Kms. sera démi l itarisée.
En vue de la continuat i on de l a lu t te de l'It alie contre !'Empire britannique, le t e r ri t o i re d e la colo n ie de la Còte française des Somalis sera démilitarisé en entier pour la durée de l'armistice.
L'ltalie aura le droit, entier et perrnanent, p endant la durée de l'annistic e d ' utiliser l e port et !es installa t ions port uai r es de Djibouti, e t la voie ferrée DjiboutiAddis -Abeba sur le parcours français, pour des transports de que lque nature que ce soit.
Artide 4. - Les zones à dé l imitariser visées a l'article 3, seront évacuées par les troupes françaises dans l es dix j ours qui su i vront la cessa t ion des h ostilités , à l'ex c eption du personnel strictement nécessaire pour la garde e t l'entretien des ouvrages de fort i fi cation, casernes, magasins et ba t iments militaires.
Art ide 5. - Sous r ése r ve de l'ob li ga t ion mentionnée à l'article 10 c i-après, toutes les arm es "mobiles" e t les munitions correspondantes existant dans !es zones à dé l imitariser du territoire français métropolitain et dans ce lu i contigu à la Libye , a u t r es que ce ll es dont son t dot ées !es troup es qui évacuent comme il est dit cidessus, !es territoires en cause , doivent étre évacués dan s un délai de I 5 jours.
Les armes fixes des ouvrages de fort ificat ion et les munitions correspondantes doivent ètre mises dans le mème laps d e temps en situation de ne pas pouvoir ètre utilisées.
Dans le territoire de la cote frança ise des So m a li s, toutes !es a r mes "mobiles" et !es munitions corres p ondantes autres qu e celles dont sont dotées !es troupes qui évacuent le territoire, seront déposées, dans le mème dé lai de 15 jom-s dans !es localités qui seron t déterminées par la Commission ltali enne d'armistic e visée ciaprès
Pour !es armes fixes et !es m u n i t io n s des o u vrages des fo r t i fica t ions existant dans Jedit terdto ire on appliquera les dispositions fix ées pour le terr i toire français m étropo lit a i n et pour cel u i cont igu à la Libye.
Art icle 6 - En vue de la co nti nua ti o n de la l utte comre !'Emp ire britannique, !es places fortes militafres maritimes et !es bas es navalcs de Toulon, Bizert e, Ajaccio et Oran (Mers -el -Kébit-) seront démilitadsées jusqu'à la c ess ation des hostilités contre ledit Empi r e. Cette démili t arisation devra è t re effectuée dans un délai de 15 jours et devra e t re t elle que ces p laces fortes e t bases soient rendu es i nutilisables au poin t d e vue de Jeur aptitude offensive, défensive et "logisti q ue"
Art ide 7. - Dans les zones, p laces fortes militaires maritimes et bases navales à démilitariser !es autorités civiles françaises et les forces de po l ic e nécessaires au ma i ntien de l'o r dre public demeureront naturellement en fonctions .
Artide 8 - La Commission italienne d'a,-mist ice visée ci-après déterminera sur la carte les limites exactes des zones, places fortes militai r es, maritime, bases navales à démilitariser e t !es détails des modal i tés d'exéc ution d e la démilitarisation. Ladite Commiss i o n a u ra le d ro it entier et permanent de contròler l'exécution dans lesdites zones. places et bases, des mesures fixées p ar l es articles précé dents, soit au mo yen de visites de contròle, soit au moyen de délégations permanentes sur piace.
Arti de 9. -Toutes !es forces armées de terre, de me r e t de l'a ir seront démobilisées et désarmées dans un délai à fixerul térieurement à l'exception des formations nécessaires au m a int ien d e l'o rdre intérieur
Ceci est valab le aussi bien pour la F rance métropolitai n e q u e po u r !es terri toi r es d e l'Afrique du Nord française, la Syrie et la Còte française des Somalis.
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La force et l'armement de ces formations seront déterminées d 'accord entre l'Italie et l'Allemagne.
Artide 10. - L'Italie se réserve le droit d'exiger comme garantie de l'exécution de la Convention d'armistice, la remise en tout ou en partie, des arm e s collect ives d'infanterie , d 'artillerie, autos blindées, chars, véhicu les automobiles et hippomobiles, aéroplanes e t muni ti ons appartenant aux unités q ui ont été engagées de quelque façon que ce soit contre les forces a1·mées italiennes.
Ces armes et ces matériels d evront étre remis dans l'état dans lequel ils se trouvaient au moment d e l'armi stice.
Artide l .1. - Les arrnes, munitions et matéri e ls de guerre d e toute nature qui demeurent dans les territoires français non occupées, y compl'is !es armes et munitions évacuées des zones, plac es fortes militaires maritimes e t bases navales à démilitariser, à l'exclusion de la panie qui seràit laissée à la disposilion des unit és autorisées , seront réunies et placées so u s contròle italien ou allemand.
La (abri cat ion du matériel de guerre de toute nature dans \es territoires non occupés doit cesser immédiatement.
Artide 12. - Les unité s de la marine d e guerre françaises seront concen trées dans les ports qui seron t désignés; elles seront désam1ées, sous l e con troie d e l'Itali e ou de l'AJl emagne .
Feront exception les unités dont les gÒuvcmements italien et allemand autoriseraient l' e mploi pour la sauvegarde des territoires coloniaux français.
L'empla cement des unités navales en t emps de paix sera un élémen t déte rminant pou r le choix des ports v is és ci -des s us
Tou s les navires de guerre é loi gnés de la France métropolitaine qui ne seraient pas reconnus nécessaires à la sauvaga1·de des intérets coloniaux français seront rappelés dans !es ports métropolitains.
Le Gou verne ment Italien déclare qu ' il n'a pas l'intention d'employer, pendant la prés e nte guerre, les unités de la Marine de guerre française placé es sous son contréì le et que , d e méme, il n'a pas l'intentions d'avancer des prétentions, à la condusion de la paix, sur la flotte française.
Pendant l'armistice !es navires français nécéssaires au dragage des m ines visé à l'article suivant pourront ce pendant e tr e demand és .
Arti c le 13 - Tous !es barrages de mines serom notifiés au Commandement supreme italien.
Le s autodtés françaises pour vo iront, dan s un déla i de 10 jours, à fa ire décharger avec leur personnel toutes les interrnptions ferroviaires et routières, cham p d e mines et fourneaux d e mines en général, préparés dans les zones , places fortes militaires maritimes et bases navales à démilitariser.
Artide 14. - Le Gouvernem ent Français, outre qu ' il s'engage à ne pas entreprendr e e n que lque lieu que ce soit une forme quelconque d'hostilités contre l'I talie, s'engage à empécher les membres de ses forces armées et les citoyens français en général, de sortir du territoire nati o n a l pour par tici per d'une mani ère quelconqu e à d es hostilités contre l'Italie.
Les troupes italiennes appliqueront contre ceux qui transgresseraient cette règle et co n tre !es ci t oyens français précédemment à l'étranger qui entreprendraient collectivement ou individu e ll ement des actes d'hostilités contre l'Italie, le traitement réservé au combattans hors -la-loi.
Artide 15. - Le Gouvernemen t Français s'engage à empecher que de s unités de guerre. des aéroplanes, des arm es , des matériels de guerr e et des munitions de
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que lque nature qu e ce soit de propriété fra nçai se ou existan t dans des territoires français ou contròlés par la France, soient envoyés s u r les terriLOires de )' Empire Britannique ou d'autres Etats é tran gers.
Artide 16 - Aucun navire marchand de la marine française ne pourra sortir jusqu'à ce que les Gouvernements italien ou allemand accordent la reprise partielle ou totale du trafic mari t ime commerc iai frança is Les navires marchan d s frança i s qui ne se trouveraient pas au moment d e J'annistice dans !es po rts français ou p lacés sous le con t rò le français seront rappelés dans ces ports ou di r igés su r des ports neutres.
Artide 17. - Tous Jes na vires marchands italiens capturés seront immédiatement r est i tués, avec tout le chargement qui était d irigé sur l'Italie au moment de le ur capture.
Les marchandises non p ér issable s ita l ienne s ou dirigées su r l'Itali e, capturées à bord de na vires non itali ens, devron t d e m éme étre restituées.
Artide 18. - Il est fa i t d é fe n se im.médiate de d écoller pour tous !es avions qui se trou vent sur le territo i re fra nçai s ou sur le t erri t oire piacé sous contròle français.
T o u s !es aéroports et toutes les installations d es territo ires susd its seron t placés sous contròle italien ou a ll ema nd .
Le s av ions étrange1·s q u i se tro uveraient dans !es territoires vi sés ci -d essus seront r emis aux autorités militaires italiennes ou allemandes.
Artide 19. - Seron t interdit es le s trasmissions radios en général dans tous les t errito ire s de la France métropolitaine, de l'Afrique du Nord, de la Syr ie , de la Co te d es Somalis jusqu'au moment où le Governement ital ien o u le Gouvernement allemand fixeront d'autres disposit ions
Artide 20. - Le trafic des ma rc h andises en trans i t entre l'Allemagne et l'Italie à travers le territoire français non occupé séra libre.
Article 21. - Tous le prisonniers d e guerre e t les civils it aliens i n t ernés, arrètés ou condam n és pour de s raisons politiques ou de guerre ou pour des actes quelconques e n faveur du Go u vernement i talien, seront immédiatemenl libérés et remis aux autorités militaires ita lie nn es.
Le Gouvernement itali en se ré serve le dro i t de rédamer la remise d'ind ividus ayant la citoye nne té italienne au moment de l 'armistice, qui seront désignés nominativement et qui se trou vera ient en t erri t oi r e non occupé français ou sous contròle frança is.
Artide 22. - Le Go u vernement français se porte garant de la bonne conservation de tou t ce qu'il doit ou peut devo ir remettre en vertu de la présente Convent io n .
Artide 23. - Une Comrnission italienne d'armislice, dépendant du Commandeme nt Supreme italien, se ra cha r gée de régler e t contròler soit d i rc c t ement, soit au moyen de ses organes, l'exécution d e la présente Conv e nt io n d'Arm is tice.
Elle sera également cha r gée d'harmoniser la présente Co nven t ion avec celle déjà conclue entre l'A ll emag ne et la France.
Art ide 24. -Au siège de la commission visée à l'article précédent s' installera une délégation française char.gée de fa ir e conna'ìtre les desiderata de son Gouvernement relativeme nt à l'exécution d e la p r ésente Con vent ion e t de transmet t re aux Autorités françaises compétentes \es dispositions de la Commission it alienne d'armistice.
Artide 25. - La présente Convention d'armisticc entre ra e n vi gue ur au moment
36 Mussolini e Pétain
de la signature.
Les h ost ilités cesseront. sur tous !es théatres d'opérations, 6 heure s après le moment où le Gouvernement italien aura communiqué au Gouvernement allemand la conclusion du présen t accord .
Le Gouvernement italien notifiera ce moment au Gouvernement français par radio.
Article 26. - La présente Convention d'Armi s tice demeurera en vig u e urjusqu'à la conclusion du Traité de paix. Elle pourra é! tr e dénoncée par l'Itali e à tout moment, avec effet immédiat , si le Gouvernement français ne remplit pas )es ob liga t ions assumées
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LA RELAZIO NE DELLA DELEGAZIONE FRANCESE SUL TESTO DEL PROGE TT O DI ARMISTIZIO PRESENTATO A VILLA
I N CISA
24 giugno 1940
Il testo di questa relazione detta "La négociation d'Armistice avec l'Italìe à Olgiati (23-24 juin 1940). Détail des discussions" si trova nell'Archivio del Quai d' Orsay ma non è inedita. Essa è stata pubblicata una sola volta nella 2° edizione del volume dell'ambasciatore francese Albert Kammerer, "La vérité sur l'Armistice", Parigi, Editions Médicis , 2" ediz. 1945 (la 1° ed. porta la data di dic. 1944 ) p. 448 e segg. Da allora non è stata più riportata pur essendo l'unica fonte comp lessiva sui negoziati di Roma da parte francese.
Si procedette all'esame del testo, trasmesso dalla delegazione francese nel corso della serata del 23, in sede di consig li o di ministri nella mattinata d el 24 . E sa tt amente alle ore 11 .30, il governo francese f ece conoscere al General e Huntz ige r le sue osservazioni e richieste .
Si riferiscono principalmente a due articoli, le cui clausole sono co n s id erate cont r ar i e ai p i ù e l ementari princi p i dell'onore : l' art icolo 9 relativo alla smo b ilitazione e l'a rtico lo 21 riguardante la consegna dei cittadini italiani.
Il governo rifi ut a la smobilitazione ed il disarmo delle forze dell'Africa d e l Nord, della Siria e della S omalia francese, come richiesto nella redazione p rimitiva, poiché è contrario ai principi dell'onore che de ll e truppe che non hanno combattuto siano costre tte a d eporre l e armi.
È indubbio, d'a lt ra parte, che questo provvedimento provocherebbe gravi atti di ribellione da parte dei contingenti in dig en i che compongono il g rosso di queste truppe: metterebbe in pericolo l 'esistenza ed i beni d ei cittadini frances i e, quel che sarebbe ancor
più grave, il destino s t esso d elle co l onie stran i ere .
Qu esta questione preoccupa t almente il governo che , chiuso il dibattito alle ore 11.30, il Mini stro d egl i Affari Esteri ne informa l' am basc ia tore spagnolo.
Dop o aver esposto al S ig. de Lequerica l e difficoltà c he il governo franc ese incontra nei suoi rapporti con .M. Ch urch ill , M.P.
B a ud o ui n gli sugger i sce di presentare immediatamente u n a ric hi esta a l governo italiano perché questo ri veda l e sue posizioni
38 Mussolini e Pétain D OC U MENTO N 3
circa le condizioni di smobilitazione e di disarmo nell'Africa del Nord e in Siria. Inevitabili sarebbero, egl i dice, ribellioni appoggiate dall'Inghilterra; non è dunque nell'interesse dell'Italia, né in quello della Spagna, di spingere la Francia verso tali difficoltà.
Il Sig. de Lequerica gli prom ette un intervento immediato.
Dall'altra parte il governo, come lo ha già fatto con la Germania , chiede la soppressione della clausola relativa alla consegna dei cittadini italiani, che considera contraria ai principi dell'onore in virtù d el diritto di asilo
A prescindere da queste osservazioni attinenti al fondo stesso del progetto di convenzione, le altre riguardano soprattutto la forma dello stesso .
Secondo il governo, agli articoli 3 e 6 andrebbe cambiata la formu l a : "in vista del proseguimento d el combattimento contro l'Inghilterra", sostitu endo la con: "durante il proseguimento . .. "
Propone, per l'articolo 12 relativo alla flotta, la seguente dicitura: "la fl otta di guerra francese (eccetto quella parte lasciata a disposizione del governo francese per la salvaguardia degli interessi francesi nel suo impero colonial e), dopo essere stata smob ilitata e dopo aver sbarcato le sue munizioni sotto il controllo dell'Italia o rispettivamente d ella Germania, sarà dislocata su una base nei porti francesi. Gli effettivi di ogni nave non dovranno superare la metà degli effettivi normali previsti in tempo di pace".
Chiede inoltre che le navi che si trovano al largo possano essere richiamate nei porti d'Africa come in quelli del territorio m etropolitano. Chiede per l'artico l o 19 (trasmissio ni radiofoniche) lo stesso tipo di redazione di cui alla convenzione tedesca .
Auspica inoltre che si apportino modifiche di dettaglio agli articoli 4, 7 e 1O, che specifichino che le truppe ed il personale militare possono essere mantenuti nell e zone e piazze smilitarizzate e che, come ammesso dalla Germania, gli aerei non devono fig urare nella lista del materiale la cui consegna potrebbe essere richiesta come garanzia dell'esecuzione della convenzione.
Il generale Hunt ziger sarebbe allora in grado di affrontare la discussione con i plenipotenziari italiani. La riunion e, fissata la sera precedente per le ore 10.00 della mat tina successiva, venne spostata alle ore 15 .40 e si svolse a Vill a Incisa.
Egli richiama innanzitutto l'attenzione sul fatto che la traduzione della convenzione, che egli ha davanti a sé, è una tr adu zione a l quanto modificata e leggerm ente diversa da quella consegnatagli la sera precedente; costituisce la traduzione del testo italiano ed egli la consegna alla delegazione italiana.
Passa success ivamen te all'analisi, articolo per articolo, del progetto di convenzione .
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Nessuna osservazione da fare per l'articolo 2.
Per l'articolo 3 eg li richiede un'aggiunta; la durata della smilitarizzazione della zona algerina non è indicata, mentre quella della zona tunisina è fissata per lutta la durata dell'armistizio. Il genera l e Huntziger chiede che vengano inserite nel paragrafo relativo all'Algeria le parole: "per la stessa durata". Il marescialJo Badoglio accetta que sta aggiunta.
Nello stesso articolo (e l'osservazione andrà presa in considerazione anche per l'articolo 6), i l testo italiano riporta quanto segue: "in vista del proseguimento della lotta contro l'Imp ero Britannico".
"Sappiamo", dichiara il generale, "che la lotta tra voi e l'Impero Bri tannico continua, ma capirete , poich é ci troviamo tra sol dati, il motivo per cui noi vi domandiamo di sostituire questa stesura con un'altra, rec ante la seguente dicitura: "per tutto il periodo in cu i dureranno le ostilità tra J'ltalia e l'Impe ro B ritannico" .
Il maresciallo Badoglio accetta la formula : "per tutto il periodo in cui dur e ranno le ostilità tra l'Italia e l'Impero Britannico, e per tutta la durata d e l presente armistizio".
Il generale Huntziger passa all'articolo 4 che prevede l'evacuazione, da parte delle truppe francesi, delle zone da smilitarizzare.
"Ad eccezione del personale strettamente necessario per la sorveglianza e manutenzione delle opere di fortificazione, caserme ed edifici militari". Propone che si aggiungano a questa frase che conclude l 'ar ticolo, queste parole: "e tenut o conto delle disposizioni dell'articolo 9".
L'articolo 9 prevede l'esistenza delle truppe necessarie al manlenimento dell'ordine, ma come fa notare immediatamente il Maresciallo Badoglio, soltanto nella zona non occupata e non nelle zone smilitarizzate; egli aggiunge che, nell e zone e piazze smilitarizzate, l'articolo 17 prevede unicamente l'impiego di forze di polizia.
In seguito, il Gen er al e Huntzig e r sviluppa il suo pensiero: "Non cerco di ristabilire unità armate nelle zone smilitarizzare, ma vi prego di considerare, che in tali zone, Nizza per esempio, vi può essere la necessità di mantenere in l oco delle truppe. Tale richiesta necessita l ' assenso della commissione d 'armistizio.
Pretendere però che nella zona smilitarizzata non ci dovranno mai più essere delle truppe che prestino assistenza alla gendarmeria e alla polizia, significherebbe esporsi a gravi incidenti, in particolare in periodo di smobilitazione.
È au sp icabil e che facciate prova d.i larghez z a di vedute onde per impedirci di creare tale disordine. È impossibil e , infatti, escludere da questa zona qu esto elemento militare; s i tratta unicamente di
40
Mussolini e Pétain
una questione di ordine . Ci aspetta un periodo estremamente difficile; il governo de l maresciallo P étain non vuole il disordine, il che comp li cherebbe il s u o compito. Bisogna dargli la possibilità di poterlo eve n tualmente reprimere.
Il maresciallo Badoglio propone allora la seguente aggiunta : " .. . e delle truppe per il mantenimento dell'ordine interno, stabilite per ogni caso particolare, dalla commissione italiana d'armi sti. ,, 210
S empre per quel che riguarda l'articolo 4, è opportuno fare un'ulteriore precisazione : è stato specificato che l'evacuazione delle zone deve avvenire nel termine di 1O giorni.
"Desidero onestamente", dice il genera le Huntziger, "richiamare l'attenzione sul fatto che questo punto sarà difficile da rispettare. Sarà infatti necessario firmare l'armistizio, notificarlo, riunire la commissione d'armistizio, inviare rappresentanti francesi, garantire comunicazioni difficili. Con ciò non intendo c h iedere che vengano appo rtate modifiche al testo, ma vorrei richiamare l' attenz ion e sul fatto che il termine di 1O giorni mi sembra estremamente corto"
"D es id ero dichiarare" , risponde l'int erpellato, il maresciallo Badoglio, "che la comm i ssione italiana d'armistizio farà tutto il possibile per appianare le diffico ltà" .
"Nemmeno da parte nostra creeremo difficoltà", dice il generale Huntziger, "se firmiamo, esegu ire mo" .
"I mpartirò ordini precisi alla commissione", promette il maresciallo; capiamo le nostre difficoltà e non vogliamo certo complicare le cose".
Il generale Huntziger ringrazia il maresciallo Badoglio per quanto assicuratogli e ne approfitta per ric hi amare la sua attenzi one sulla brevità del termine di 15 giorni concesso a ll'artico lo 5 per l'evacuazione delle armi delle zone smilitarizzate, particolarmente in Somali a.
"Domandiamo alla commissione italiana d'armistizio", conclude "di tenere conto delle nostre d ifficol tà; siamo decisi a fare del nostro meglio, ma sarebbero so ltanto condizioni ind ipendenti dalla nostra volontà che farebbero provocare ritardi" .
La discussion e porta successivamen t e all' u ltima frase dell'articolo 6, relativo alla smilitarizzazione d e ll e piazze e basi navali:
"Q uesta smilitarizzazione", viene in esso specificato, "dovrà avve n ire in un termine di 15 giorni e dovrà essere effettuata in modo tale da rendere inutilizzabili le piazze forti e le basi, sia dal punto di vista della loro capacità offensiva, sia da quella difen siva e l ogistica".
Il genera l e Hun tz iger non so ll eva ob i ezi oni circa l a capacità of-
1940 41
fensiva e difensiva, ma per quel che riguarda la capacità logistica, passa la parola all'ammiraglio Le Luc. Quest'ultimo propone la stesura seguente: " siano rese inutilizzabili dal punto di vista della loro capacità offensiva e difensiva; la loro capacità logis tica sarà limitata al soddisfacimento dei fabbisogni dell e navi della flotta francese dislocata in questi porti.
"Vi sono infatti", così spiega, "delle navi francesi disarmate, d ragamine, navi riservate alla salvaguardia dell'imp e ro, di stanza nei porti smilitarizzati".
"Sarebbe opportuno dunque che questi porti venissero dotati di mezzi logistici (ospedali, viveri, combustibile) onde provvedere ai fab bisogni di queste navi".
L 'ammiraglio Cavagnari richiede una redazione più precisa. L 'amm iraglio Le Luc cita a titolo di esempio le grandi quantità di mat eriali che si dovrebbero evacuare da Tolone. L 'ammiraglio Ca vagn a ri suggerisce che questi approvvigionamenti potrebbero essere evacuati nei magazzini in terni. "Ma noi non disponiamo più di questi magazzini", obietta l'ammiraglio Le Luc.
Alla fine l'ammiraglio Cavagnari acc etta la proposta della delegazion e francese; la commissione d'armisti z io si riserva, però, il diritto di controllare la corretta esecu zior1e di quanto sopra specificato. Il testo definitivo sarebbe dunque il seg u e n te:
" ... la loro capacità logistica sarà posta sotto il controllo della commissione italiana d'armistizio , limitata ai fabbisogni d elle navi da guerra francesi, le quali, conformemente alle condizioni previste all'articolo 12, saranno ivi dislocate".
In conformità all'articolo 7, nelle zone, piazze forti e basi nav ali da smilitarizzare, le autorità civili e le forze di polizia necessarie al mantenimento dell.'ordine continueranno a svolgere le proprie funzioni.
Il generale Huntziger osserva che, invece di citare soltanto le autorità civili, si dovrebbe scr iv ere come segue: "le autorità militari, marittime, civili e le forze di polizia". Non si può infatti affidare il comando delle forze milita ri che rimarranno nelle zone e piazze smilitarizzate alle auto rità civili.
L'ammiraglio Cavagnari chiede che veng a precisato se si tratta di autorità militari o marittime.
''Sì, a Tolone abbiamo 30 navi da guerra", risponde l'ammiraglio L e Luc; "sarà necessario ricorrere all'impiego di autorità marittime a t err a, distinte dalle autorità imbarcate per far regnare la disciplina a terra".
"Anche per il settore di Nizza", aggiunge il Generale Huntzig er, "è necessario prevedere la presenza di un 'au torità militare in grado di amministrare, comandare gli elementi che rimarranno
42 Mussolini e Pétain
nella regione" Il maresciallo Badoglio propone allora di regolare la questione aggiungendo la seguente frase: "Vi rimarranno anche le autorità territoriali, militari e marittime designate dalla commissione italiana d 'armistizio".
Il generale Huntziger accetta questa stesura.
Passa poi all'articolo 8, per il quale dichiara di non avere obiezioni da so ll evare; l egge s ucce ssivame nte il testo dell'articolo 9.
"Tutte le forze armate terrestr i, aeree e navali della Francia metropo litana saranno smobilitate e disarmate, in una d ata da stabilire, ad eccezione delle formazioni necessarie al mantenimento dell'ordine interno" .
"Ciò si applica sia al t erritorio della Francia metropolitana, sia ai territori dell'Africa del Nord, della Siria e della costa francese dei Somali".
"Gli effettivi e gli armamenti di queste formazioni saranno stabiliti di comune accordo tra l'Italia e la Ge rmania".
Il generale aggiunte alla lettura il seguente commento: "Ho un'osservazione importante da formulare. La prima fase non solleva nessun tipo di obiezione da parte mia. In quanto alla seconda, desidero richiamare la nostra attenzione sui seg u enti fatti: voi sapete quali sono i paesi indigeni, soprattutto i territori dell'Africa del Nord.
Abbiamo consistenti contingenti indigeni da rimandare di rispettivi paesi; avremo ino ltre il problema dei prigionieri.
Queste due categorie costituiscono un elemento non facile da gestire. Dovranno u n domani essere inseriti di nuovo nel loro contesto originale, e ciò fa presagire grandi disordini e sconvolgimenti.
D'altra parte , in questi paesi, abbiamo noi stessi costituito le formazioni: se ce ne liberiamo in modo incauto e brusco, creeremo altri inconvenienti s u scettib i .li di t urbare la vita di questi paesi.
Sapendo quanto siano sensibili queste popolazioni, e allorché si pensa che l'autorità francese ha perso gran parte del proprio peso, avendo il nostro paese avuto la sfortuna di essere stato sconfitto militarmente, è l ecito interrogarsi su che cosa riserverà il futuro.
La stessa cosa s i applica anche alla Siria ed alla costa francese somala, anche se in minor mi s ura. Sono paesi i ndigeni in cui l'autorità del bianco non deve venir meno.
Quanto s udd etto non è nell'interesse di nessuno e tanto meno nell'interesse della grande potenza coloniale che è l'Italia.
Questi disordini rischierebbero di avere delle ripercussioni in t utti i territori musulmani.
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Suggeri sco, p roseg u e il generale, una soluzione che non vi pa rr à irragion evo l e.
A dire il vero, avete già scritto ne ll' art icolo 9 che si procederà alla smobilitazione in una data da sta bilire , ma in considerazione dell ' im portan za dell 'operazione da eseguire, vi p ropongo il testo seg uent e:
"Tutte le fo rze ar ma te t errest ri, navali e aeree della Francia metropolitana sarann o smobilitate e disarmate in una data da s t abilire, eccetto le formazioni n ecessari e al mantenimento dell ' ordine interno. Gli effe ttivi e gli arma menti di queste formaz ioni saranno definiti dall'Italia e dalla Germania".
"P er que l che rigu arda i t errj t ori d e JI' Afri ca del Nord, della Siria e della costa francese somala, l a commissione italia na d ' armistizio, stabilendo le modalità di smo bilitaz ion e e di di sa rmo prenderà in considerazione l'importanza particolare d el manten imento d ell'ordine nei suddetti t e r r itori".
Il maresciallo Badoglio acc e tta qu es ta stes u r a . Arriva ti all'articolo 10, prend e la parola il generale Bergeret, come lo aveva già fatto a Re tho ndes . Chiede i nfatt i che ve n ga risparmiata ag li equipag g i fra nc es i , che da 10 m es i sta nno combattendo una lo tta impari, l a consegna dei propri ae re i.
"Chi edo", conclude, "che i loro apparecchi vengano disarmati e posti sot to controll o ita liano ".
"Sono d'a ccordo", dichiara il maresciallo Badoglio .
"Vi ringraz io" , risponde il generale Bergeret.
"Nel testo si s opp rimerà la parola «ae roplani» " conferma in conclusione il maresciallo Badoglio.
In quanto all'articolo 12 re la t ivo alla fl o tta, la stesura richiesta dal governo france se non v i e n e sottoposta alla delegazion e it aliana. L'ammiraglio Le Luc si limi ta ad osservare:
"Il dislocamento delle navi francesi in determina t i porti potrebb e es porle ad attacchi aerei da parte d ella Gran Bre tagna". Domando che la nazione di porto di immatricolazione venga conside rata come semplice ind icazione".
Il ma resciall o Badoglio è estremamente fra n co in merito: "A bbiamo dic h ia ra to che non avevano l'intenzio n e di co lpire le vostre navi, n é durante, né dopo l e ostilità. Non faremo nulla che possa provocarne l'a ffo ndamento".
In s eguito alla le tt ura dell'ar tico l o 16 re lati vo alla cessazione d e lla navigazione mercantile francese, l'ammiraglio Le Luc commenta:
"Sarebbe auspicabil e che il blocco del t raffico ve nisse sospeso al più presto" .
Il generale Huntziger affronta s u ccessivamen t e l'esame dell'ar-
44 Mussolini e Pé tain
ticolo 19 relativo aLJe trasmissioni radiofoniche .
"So che si dovranno prendere precauzioni circa l'uso della radio, soprattutto per quel che riguarda le trasmission i . P er la Francia metropolitana non ho nulla da dire, poiché disponiamo di mezzi di comunicazione che consentono di raggiunge re ed amministrare il paese senza utili zz are la TSF.
In quanto ali' Africa del Nord, la Siria e la costa francese dei somali non abbiamo altri m ezzi p er impartire ordini. Rischiamo di non farci ubbidire. Sarebbe dunque opportuno concederci delle facilitazioni Capisco perfettamente che ci domandiate di sopprimere tutte le comunicazioni che potrebbero costituire un pericolo per le vostre operazioni e compromettere la nostra sicurezza nell'ambito della lotta che state conducendo. Potrei dare la mia parola che nulla sarà intrapreso in questo senso e vi domando se non potete trovare una formula meno rigida di quell a delJ 'a rticolo 19".
Il maresciallo Badoglio suggerisce di sottopon-e le comunicazioni via radio della Francia con l'Africa del Nord, la Somalia e la Siria al controll o della commiss ione italiana d'armistizio; ma il generale Huntziger osserva che alcune comunicazioni dovranno essere cifrate.
"Vi domando di capire", risponde il maresciallo Bad oglio, che la mia buona volo ntà trova un limite in ciò che è scritto.
Se accettate la redazione di cui sopra, penso che tutto procederà regolarment e"
Il generale Huntziger si inchina e si procede alla redaz ione del seg u ente testo:
"Le condizioni in cui potranno essere effettuate l e comunicazioni radio tra la Francia, l'A fr ica del Nord, la Siria e la costa somala saranno stabilite dalla commissione i taliana d'armistizio".
In quanto all'articolo 21, non vi sono osservazioni da fare sul paragrafo 1 (libera zio n e dei prigionieri italiani), il generale Huntziger dà successivamente lettura dal paragrafo 2:
"Il governo italiano si riserva il diritto di rivendicare la consegna degli individui aventi cittadinanza ita liana che si trovavano in territorio non occupato francese, o sotto il controllo francese al momento dell'armistizio; essi verranno designati nominativamente
Procede al commento del Les t o in questi term ini: "Il governo francese considera che questo punto sarà in ogni caso molto doloroso per noi tutti. Esso non ha certo intenzione di dare asi lo a delle persone che potrebbero avviare azioni contro l'Italia.
Sarebbe estremamente penoso e do l oroso vedere sancito da un testo l'obbligo di consegnare delle persone che hanno cercato a silo
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.
in F rancia al momento in cui vigeva ancora il diritto di asilo".
"Vo i avete però", risponde il maresciallo Bad oglio, "accettato questo obbligo per quel che riguarda i cittadini t edeschi".
"È vero, ma il generale Keitel mi ha assicurato che si trattava unicamente di guerrafondai che avevano avviato azioni politiche contro la Germania".
Il maresciallo allora dichiara: "Questo articolo esu la dalla mia competenza militare. Pos so soltanto dirvi che il capo d el governo aveva inser ito questa frase come un 'affermazio ne di principio. Se lo desidera , sospenderò la sed uta e farò telefonare al capo di governo".
Il generale Hun tziger dà lettura della dichiarazione che il generale Keitel ha fatto in merito ed aggiunge : "Il governo d el maresciallo Pétain è intenzionato ad onorare lealmente i suoi impegni ed a ristabilire il più presto possibile l'ordine nel nostro paese. È fermamente deciso ad impedire ogni tipo di manifestazione contro le potenze con le quali firmerà l'armistizio".
Il maresciallo Badoglio ripete che la questione esula dalla sua competenza e ordina di telefonar e immediatamente in merito al capo di governo italiano.
Il generale Hun tziger dichiara di non avere dichiarazioni da fare e che comunicherà al suo governo le modifiche adottate, aspettandone la risposta .
La seduta è sospesa alle ore 1 7. l O.
All e ore 17.30, nel momento esatto in cui il generale Huntziger stava entrando in comunicazione con il generale Weygand, il maresciallo Badoglio gli comunica, per il tramite del generale Pa risot che il 2° capoverso dell'articolo 21 è stato abrogato
Egli Io comunica immediatamente al generale Weygand, indicando che tutte le richieste del governo francese e quelle della Commissione sono state approvate; ci si riserva di apportare delle modifiche alla forma.
Alle ore 19 .00, Io chiama e gli dà l etture del nuovo articolo 9 (smobilitazione delle truppe francesi) : per quel che riguarda l'articolo 12 relativa alla flo tta, fa notare che non gli è sembrato possibile, come lo richiedeva il governo, adottare una stesura di versa da quella della convenzione franco-tedesca
Il Consiglio dei ministri, riunito in seduta a partire dalle ore 17 . 30, decide di dare l'autorizza zione alla firma. Alle ore 19.10 , il generale Weygard, trasmette telefonicamente il seg uente messaggio : "N° 61/D.M. - La delegazione francese, presieduta dal Gen. Huntziger, è stata autorizzata a firmare la convenzione d'armistizio con l'Italia. Fare pervenire resoconto dell'avvenuta esecuzio" ne.
46 Mussolini e Pétain
Alle ore 19.12, le due delega zi oni entrano in seduta Il generale Huntziger dichiara:
"Signor Maresciallo, conformemente all'ordine impartitomi da l mio governo, dichiaro che sono pronto a firmare la convenzione d'armistizio in nome della Francia".
"Anche noi firmeremo", dice B adoglio.
Si passa successivamente allo scambio delle firm e : sono le ore 19.15. Dal momento preciso in cui al governo t e desco verrà trasmessa la notifica , inizierà il suddetto termine di 6 ore, dopo il cui scadere cesseranno le ostilità.
"Sig. Maresciallo", risponde il Gen. Huntziger, "mi consen ta , a conclusione del ·presente dibattito, di ringraziarla per il modo, estremamente efficace e sicuro, con cui ha condotto le discussioni, e di esprimerle la profonda stima di cui la sua persona gode negli ambienti m il itari francesi. Desidererei leggerle una dichiarazione personale:
"Signor Ma resc iallo, nelle attuali circostanze, infinitamente dolorose, la de l e gazione francese trova conforto nella speranza che la pace imminente consen tirà alla Francia di realizzare la sua opera di ricostruzione e rinnovamento e che fornirà u na solida base al ripristino di re lazi oni durature tra i nostri due paesi, nell'interesse dell'Europa e della civilizzazione" .
"La ringrazio", Signor General e, "per ciò che mi ha appena detto" dice il Maresciallo Badoglio.
"Formu lo pure i o lo stesso desiderio da Lei appena espresso. Non potrei rivolgerle altre parole . Mi auguro che la Francia riesca a superare questo momento: è una grande na zione dal grande passato storico Sono certo che riuscirà a superare qualsiasi ostacolo . Gli e lo dico da soldato a so lda to. È ciò che desidero di tutto cuore".
Dà in seguito un'informazione: "La comunicazione è stata fatta a l governo ted esco alle 19.35, ora italiana. Le ostilità cesseranno dunque all'ora 1.35 , ora italiana, del 25 giugno 1940".
Al genera l e Huntziger, c he gli aveva fatto presente che rientrava nelle competenze del governo italiano informare in merito il governo francese , il maresciallo Badoglio rispose che erano stati impartiti i necessari ordini all'uopo
L'examen du texte communiqué pa r la Délégation française dans la soirée du 23 e ut lieu principa lement en Conseil d es Ministres dans la matinée du 24. C'est à 11 h. 30 que le Gouvernement français fit connaitre au Général Hunt ziger ses observations et demandes .
Essentiellement, elles ne tou c hent, que deux articles , dont !es clauses so nt con -
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sidérées comm e contraires à l'honneur: l'ar ticle 9 re latif à la d émobilisation et l'article 21 concerna n t la livraison des ressortissants italiens.
Le Gouvernement repousse la démobilisa t ion et le désarmement des forces de l'Afrique du Nord, de Syrie et de la Cote des Somalis, tel qu'il est démandé d ans la rédaction prim i t ive, car il est con trair e à l'honneur que des troupes qui n'ont pas comba t tu soie n t co ntra intes de déposer les armes. Il est cert ain, d 'a utre part, qu e cette mesure p rovoquerai t de graves actes de rébellion de la part des contingents ind igènes qui composen t la majorité de ces troupes; elle metti-aiten péril l'existence et !es biens des ci toyens français et, avec une grav ité accrue, le son des colonies étrangères.
Cette quest ion préoccupe tellement le gouvernement, qu'à la fin des délibérations, 11 h. 30, le Min istre des Affaires Etrangèrcs en entretient J'Ambassadeur d'Espagne .. . Après avoi r exposé à M . de Lequerica les difficultés du Gouvernement français avec M. Churchi l l. M.P. Baudouin lui demande d'insister immédiatement auprès du Gouvernement italien, afin que celui -ci ne main tj enne pas ses exigences de d émo biJisation et de désarmement dans l'Afrique du Nord et en Syrie; des rébellions soucenues par l'Arzgleterre, lui dit-il, ne manqueraient pas de se produire, il n'est pa s d e J' intéret de l'Italie, n i de ce l ui de l'Espagne de pousser la France vers d' aussi graves d ifficultés. M. de Lequerica lui promet son intervention immédiate.
D'autre part, le Gouvernemcnt, comme il J'a fa it avec l'Allemagne, demande la suppression de la clause de livraison des ressortissa nts it aliens, qu'il consi d ère comme contraire à l'honneur en raison de la patique du droit d'asile. Hors ces observations qu i touchent au fond meme du projet de conve ntion, les autres sont surtout de forme. Le Gouvernement demande qu'aux art icles 3 et 6, on remplace la formule: «en vue de la continuation de la lutte comre l'Ang leterre» par celle-c i : «P endan t la continuation ... ». Il p1·opose pour l'article 12 relatif à l a flotte, la rédac t ion suivante: «la flotte de gue rre française (à l'exception d e la partie qui est lai ssée à la disposition du Gouvernement français pour la sa u vega rd e des intérèts français dans son empire colonia!), après avoir é té d émo bilisé el après avoir débarqué ses munit ions sous le contrò le de l'Italie ou res p ectivement de l'A llemagne, sera ba sée dans ]es ports français. Les effectis de chaque navires ne devront pas dépasser la moitié d es effectifs no1·maux du temps de paix».
Il demande en outre que les navires se trouvant au lo in puissent e tre rappelés dans le s pons d 'Afr ique comme dans ceux du terri to i re métro p olitain
Il d ema nd e pour l'articl e 19 (émiss ion s radiophoniques) la mème rédaction que d ans la convention allemande.
Il désire enfin quelques modifica t ions d e détail aux ar t icles 4, 7 et 10, marquant que des troupes et du personnel militaire pourront èt re maintenus dans !es zones et places d é militarisé es, et que, comme l'Allemagn c l'a admis, !es avions ne figureront pas dans la liste du matériel d ont la livraison pourrait etre exigée en garantie de J'exécution de la convention.
Le Général H'u n tziger est a lors en mesure d'aborder la dis cussion avec les plénipotentiaires italiens. La réunion, qu'il a vait prév u e la veille pour I O h., a lieu à 15 h. 40 à la villa I ncisa .
Il indique d'abord qu e la tradu ction de la convention, qu'il a so us les yeux, est une traduction légèrement modifiée et un peu diffé r ente de celle qui lui a été remise la veille, telle qu'elle, e ll e constitue la traduction du t exte italien et il la donne à la délégation italienne
Il suit alors le proje t d e convention article par article.
Artide, ... 2 pas d'observation .
A l'article 3, il demande une addi t ion. La durée de démilitarisation de la zone a lgérienne n'est pas indiquée, alors que celle de la zone tunisienne est fixée pou r la durée de l'a r mis t ice. Le Géné ral Huntziger d ema nd e que soit inséré dan s le passage relatif à l'Algérie les mots «pour la mème durée». Le Maréchal Badoglio accepte cette addition.
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Da n s le mem e article (e t l'observation vaud1-a pour l'article 6 ), le texte italien <lit : «en vue d e l a continu at io n de la lutte con tre !'Empire b r itanniqu e».
«No us savo ns , dé c lare le Généra l, que la lutte continu e e ntre vous e t !' Empire Britannique, mais vo u s comprendrez, puisque nous sommes e ntre s o ldats , que nou s vo u s d ema ndions d e remplacer cette rédaction , par une a utre , qui pourrait ètre: "pe ndan t que dureront ]es hostilités entre l'ltalie et ]'Empire h r i tanniqu e»
Le Marécha l Ba d og li o accepte la form ul e : «Ta nt que durero nt !es hostilités e n tre l'Italie et ]' Emp ire britannique, et pour la durée du prés e nt armistice ».
Le GénéraJ Huntzige r pass e à l'articl e 4 qui prév o i t l' évac uation par !e s troupes françai ses des zones à d émilitariser. «A l'ex ce ption du perso nn e l serie um e n t néce ss ai r e pour la garde et l'entretien des ouvrages et fortifications, casernes et b atiments m ilitai i:es» Il propose qu'on ajoute à c e tte phros e qui t e nnine l'ai:ticle, ces mots : «e t compte tenu d es di s po s ition s dc l' article 9 »
L'articl e 9 prévo i t l'exis tence d es troupes nécessa ires au maintien d e l'o rdre, m a is , co mm e le fait a u ss i tòt 1-emarquer le Maréc hal Bad og lio, dan s la zone n on occupée seuJernent, et non pas dans !es zones d émil itarisées; i l ajoute que, dans un e zone et pl aces démilitarisées, l'article 7 n e prévoit qu e de s forces de p olice.
Le Gén é ral Hunt z iger d éve loppe alors ainsi sa pensé e: «J e ne cherche p as à ré tablir un e arm ée dans !es zones démilitari sées, mais je vo u s d e mand e d e consid érer que, d ans d e t elles zones, Nice parexe m p le , il pe ut y avoi r beso in de mainte nir d es troupes. Ceci n e se fera qu e d 'accord avec la commission d'armi s ti ce. Mais d i re que, d a n s la zo n e démilitarisée, il n 'y a ura jamais de tro up es qui viennent aider la ge ndarmerie et la po lice , serai t s'exposer à des incidents graves, en part ic uli er en p é riode d e dérnobilisation. Il est d és id éi:a bl e qu e vous fassiez pre u ve d e la i:geur de vues pou1- nous p ermettre d 'e mp éc he r le dé sor dre. Il est impossible, en e ffet, d 'ex clu re de cette zon e cet é lé m e nt militaire, c'est une qu estion d 'ord re uni q u ement. Nous allons avo i r une periode trés diffi c il e; le Go uv erne m e n t du Marécha l Pétain ne ve ut pas le d éso rdre , qui compliquerait sa tac h e; il fa ut lu i d onner la possibilité d e l e réprimer évent u ell ement».
Le M arécha l B adogli o propose a lors l'add iti o n su iva nt e :
« .. . e t d es troupes pour le mainti e n d e l'ordre intérieur, qui seront d etermin ées, pour c h aqu e cas particulier, par la commission i talienne d'armistice prévue ciap r ès» .
Au tre cho se, toujo urs dans le mème article 4 : un délai de 10 jours y es t fixé pou r l'évacuation des zo nes. «J e tiens honnètement, dit le Gé néral Huntziger à appele r l' atte n t ion sur le fait que cette presc r i ption sera difficile à observer Il faudra en effe t signer l'armistice, le notifier, réunir la co mmi ssio n d 'ar mi st ice, y en voyer d es représentans fr ançais, assure r d es comrnunications di fficiles . J e ne d e mand e p as de modifica ti o n du t exte, mais je tien s à attirer l'attention s ur le fait que le délai de 1O j o u rs m e parait extrément court».
- «J e ti e ns à vo us déclarer, répond l e Maréchal Badog li o, s ur qui ce tt e observa tion a port é , que la commiss ion italienne d'armistice agira t o ujours de façon à aplani r l es dif ficu ltés»
- «Vo u s ne tr o u verez également d e no tre pan, dit le Géné1-a l Huntziger, a ucune difficulté : nous exécu t eron s si nou s signons».
- «J e donnerai d es ordres précis à l a commission, prom e t le MaréchaJ; nous com preno n s vos di fficu lté s et nou s ne vo ulons pas )es augm e nter».
Le G é néra l Huntzige r r emereie l e M aréchal Badoglio de ses assurances bi e 111'l' i1lant es e t en profit e pour attirer son attentio n sur la parcimonie du délai de qu inze jours accordé à l'articl e S pour l'évac uation des arm es d es zones d émi lit ar isfrs . notamment en Somalie.
«Nous demandons à la commission italienne d 'armistic e, conclue -t -il , d e Le nir com p te d e nos d iffic ultés; nous so mme s décidés à exéc ut er de notre mi eux, m a is ce ne serai ent que de s co ndi t ions indépendantes de notre volont é qui nous r etard e raien t ».
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La d iscussion s'établit alors sur la derni ère phras e de l'article 6, relat if à la d é militarisat ion d es places et bases na vales. «Cette démilitarisation, y est-il dit, de vra étre effe ctu ée dans un d élai d e 15 jours et devra étre telle que les plac es fortes e t bases soient rendues inutili sables au point de vue de leur ca pacité offensive, défensive et logistique». Le Général Huntziger n e fait aucune objection en ce qui concerne la capac i té offensive et défensive, mais on ce qui concerne la capac iL é logi st iqu e, il passe la parole à l 'Amiral Le Lu c . Celui-ci p ro p ose la réd a,tion suivante: « . .. soient r e ndues inu tilisable au point d e vue de Ieur ca p aci t<: offensive et defénsive; leur capaci t é logistique sera limitée à la satisfact ion des b esoins des bàtimencs de la flotte française bas és sur ces ports».
«Il y a en effe t , explique - t- il, des bàtiments français désarmés, d es dragueurs d e mines, des b àtiments réservés à la sa u vegard e de )'Empi re, restant dans des ports démilitarisée. Il convient clone que ces ports a ient encore certa i ns moyens logistiques (hopitaux, vivres, combustibles) pour pourvoir aux besoins de c es bàtiments».
L'Amiral Cavagnari dil qu'il souhaiterait une rédact ion plus précise. L'A miral Le Luc m e nti onee à tit re d ' exemp le, les grandes quantités d e matétiel qu'il y aurait à évac u er de T oulon. L'Amira l Cavagnari s u ggè r e que ces approvisionnements po u rraient étre évacués dans !es magasins d e l'intérieur. «Mais, nous ne disposons plus d e ces magas i ns, lui objecte l'Ami r al Le Luc ».
Finalement, l'Amiral Cavagnari acceple la p ro p osition de la d é légation française sous r éserve d'un co nt rò le à exercer par la comm ission d 'armis tic e, e t le t ex t e définiUf devient donc:
« leur capacité logistique sera sous le con troie de la commission ila lienne d 'armistic e , limitée aux besoins d es bàti ments de guerre français qui, dans les conditions p 1·évues à l'article 12 ci -après, y seront basés».
L'article 7 prévoit que, dans !es zones , places fortes et bases navales à démilitariser, les autorités civiles e t !e s forces de police néc ess ai res au mai.ntien de l'ordre demeurerent naturellement en fonction. Le G é néral Huntziger demand e q u'au lieu de ment ionner !es au tori tés c ivi les seules, on mentionne «!es autorités militaires , maritimes, civiles e t les forces de pol ice» Il est en effet impossib le de fa i re co mmand er les forces militaires qui resteront dan s les zones et p la ces démi li ta.-isées par des a u tor i tés civiles.
L'Amiral Cavagnari demande de précis er s'il s'agit des autor it és militaire ou maritimes.
«Si , à Toulon, no u s avons 30 bàtiments de guerre sur rade, répo nd l'Amiral Le Luc, il faudra d es autorités maritimes à tetTe, différentes des au t orités embarquées pom· faire régner la di sc iplloe à terre». «De méme, pour le sec t e u r d e Nice, ajoute le Général Huntziger, il est n écess aire qu'il existe un e autor i té militaire pour admin istrer, commander !es é léments qui resteront da ns la région». Le Maréchal Badoglio propo se aloi-s de régler la question en ajoutant la p hrase s ui va nt e : « Y l·esteront aussi !es a u to rit és t errit oriales, militaires et mari t im es qui se r ont d éterm i nées pa1- la commission italienne d 'arm istic e»
Le Gé n é ra l Huntziger accepte cette rédactio n.
Il passe sur l'article 8, q ui n'appelle p as d'observation de sa part , puis il lit le texte de l'article 9 .
«T outes ]es forces armées de terre, d e mer et de l'air de la France métropoli tain e seront démobilisées et désarmérs , dans un délai à fixer, à l'exce p t ion d es format ion s nécessaires a u mantien de l'ordre intér ieur.
«Ceci est valable aussi bien pour la France métro p o li t.ai n e q u e pou r les t erritoir es d e l'Afriqu e du Nord, de la Syrie et de la cote fran ça ise des Somalis».
«La force et l'armement de ces format io n s sero nt d éterminées d'accord entre l'Itali e et l'Allemagne»
Le Général a joute à l a lectur e ce commentaire: «J'a i une observ ation imp ortant e à formu ler. La p remière phrase ne soulève aucune o bj ection de ma part. En ce qui conce rn e la seco nd e, je d ésire attirer vot r e attentio n su r les faits su ivaot; Vous
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savez ce que sont )es pays indjgènes, surt o u t !es territoires de l'Ahique du Nord. No u s avons d es contingents indi gènes importants à renvoyer dans leur pays; plus t ard, des pdsomùers y revien d ront. Ces d eux ca tégories conslit uent un él éme n t qui ne sern pas facile à com mand er. Us devro nt ètre rendus à leu rs occu p ations, à leurs tr ibu s, d'où rés ultera un grand trouble. D' a u tre part, dans c es pays, nous avons des fo rma t io n s qu e nous avons mises su r pied: si nou s les libérons brusquement, nous aurons d'autres inconvé ru ents qu i risquent d e troubler la vie d e ces pays. Quan d on srut combien ces populations son t sensibles, quan d on pense qu e l'a u rorité française sera moins forte du fai t que notre pays a eu le malheur d'ètre vai ncu par la Force d es armes , on peu t se demander ce qui se passera. Il en est d e mème pour la S yrie, de mème égale ment pour la còte frança ise des Somalis, e n core qu'a un degré moindre. Il s' ag it d e pa ys inrugèn es , 01'.1 l'autorité du Blanc n e doit pas ètre bafouée. «Ce n'est l'intfrèt de personne, e t , en pa1iiculi er , ce n' es t pas l'int érè t de la grande puissance coloniale qu'est l'ltalie. Ces troubles risq u eraient d'avoir des répercussions dans tous !es terr it oires musulman s J e vous suggère, poun,uit le Général, une so lu tion qui ne vo us para:ìtra pas d éra iso nn a bl e. A vra i dire, vous avez d éjà écrit dans l'article 9 que la d émobilisation, s'effect u e rait dans un délai à détem1iner, mais, étant donné l'impo1iance de l a fonction, je vous p rnpose le texte su i vant »
«Toutes les forces armées d e t e rre , d e mer e t d e l'air, de la France métropolitaine seront démobilisées e t d és années dan s un délai à fixer ultérieurement, à l'except ion d es f:ormat ions nécessai re au maintien de l'ordre intfri e ur La force et l'armement de ces form a tio n s sero nt d éterminées par l'Ita li e et l'AJlem agne»
«En ce qui concerne les te 1Titoires de l'Afrique du No rd , de la Syrie et de la còte frança ise des Somalis, la commission i talienne d'armistice, en éta blissant !es modalité s d e démobilisation et d e désarm e me nt prendra en cons idératio n l'i mportance particulière du maintien de l'ordre dans les dits territoires»
Cette rédaction est accept ée par le Maréchal Badoglio.
Sur l'article IO, c'esl le Cénéral Bergeret q ui p,end la parole com.me iJ l'a frut à Rethondes. Il demande que l'évenruali té d e la livraison des avions so it épargnée, a u éq uipages français qui depuis dix mois luttent à un contr e cinq.
«Je demande. concl u e+il, que leurs appareils soient désarmés e t pla cés sous contròl e italien ». «Je s u is d'a ccorci , d éclare le Maréchal Badoglio» «Je vo u s remercie, répond le Général Bergere t».
«On supprimera dans le texte le mot «aéroplan es», co nfitme e n conclusion le Maréchal Badogli o».
Sur l'a rt icl e 12, re]atif à la flotte, la rédaction demandée par le Couvernement français n' est pas so u nùse à la délégation itali enn e . L'Amiral Le Luc se bome à observer:
«Il pourra it arriver qu e le stationnement dan s certains ports exposat )es batiments françrus à des attaqu es aérien n es de la parl d e la Crande-Bretagne. J e demande que la not io n d e po11 d 'attac he ne so it co n sidérée que comme une simp le indi cation»
Le Marécha l Badogl io est trés net:
«No u s a vons déclaré q u e nous n'av ions l' ntention de toucher à vos b atiments ni pendant, ni après les hostilités . Nous ne ferons 1ien qw puisse les exposer à èu·e co ulés».
L'article 16 re la tif à la cessation de la navitation marchande frança ise appelle l'observation s uivan te de la part de l'Amiral Le Luc: «I l sera it souh aitab le que l'arret du trafic f"Ot le plus court possibiJe».
P uis le Cénéral Huntz iger aborde l'examen de l'article 19 1elatif a ux émissions radiophon iq u es.
«Je com prends très bien qu'il y a u ra d es p1·écautions à prendre en ce qui concerne l'usa ge de la radio, su rto u t en ce qui a trait aux émissions. Pour la France métropolitaine, je n 'ai den à rure, car nous avons d es moye ns d e comm unicat ions
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qui perm ettent d'atteindre e t a druinjstrer le pays sans u tiliser la T.S.F. Mais pour l'Afrique du No rd, la Syrie et la cote française d es Somalis, nous n'avons pas d'autre moye n de do1mer d es ord res . No us risquons d e n e pas nous faire obéir. Il conviendrait don c de nou s donner toutes facilit és possibles. J e co mprends parfaitement qu e vous nous d emandiez de s upprirne r wutes les communications qui pouraien t consùtuer un danger pou s vos opérations et compromettre votre securité dans la lu tte que vo us poursuivez. Je pourrais engager ma parole, que rien ne sera entrepris dans ce sens et je vo us dema nd e si vous n e pou vez pas tro uver une fo1mule moins i mp érative que celle de l'article 19 »
Le Maréchal Badoglio s uggè r e que les communications par radio de la France avec l'Afrique du Nord, la Somalie et la Syrie soient soumi ses au contr61e de la Commissio n italienne d 'armi s tice; mais le Général Huntziger obse1,re que certa in es d 'e ntre ell es devront etre chiffrées.
«J e vo us demande d e comprendre, répond le Maréchal Badoglio, que ma bonne volonté d o it avoir une li m ite dans ce qui est écrit. Si vous accept ez la rédaction cid ess us, je pense que tou t ira bien».
Le Général Huntzige r s'incline et le texte su ivant est arrété;
«Les conditions dans lesquelles po urront s'effec tu er les co mmunicati ons radio entre la France, l'Afrique du Nord, la Syrie et la Cote des Somalis sero nt détermin ées par la Commission italienne d'armistice».
Po ur l'article 21, pas d 'observation sur l e Ier paragraphe (libération des prisonnie r s itali ens), puis le Général Huntziger do nne le cture du paragraphe 2:
«Le Gouvernement itali en se rése1,re le droit de réclamer la r e mise d ' individus ayant la citoyenneté italienne au moment de l'armi stice, qui seron t désign és nominaùvemem, et qui se u·ouveraienl en territoire non-occupé frança is ou sous c ontrò le français».
il le commente en ces termes :
«Le Gou vernemen t français estime que ce n e p rescrip tion serait douloureus e pour nou s dans to u s les cas Il n 'a pas l'i nt e ntion d e donner asil e à d es gens qu i tenterai ent d e se livrer à d es agissem ents contre l.'Italie. Mais il lui serai t pé nible , do uJ o u reux de vo ir consacre r par un texte l'obligation de li vrer des gens qui ont cherché asile en France au moment o ù le droit d'as ile y éta i.t d 'usage» .
«Vous avez cependant, répond le Ma réch.al Badoglio , accepté cel te obbligation en ce qui concerne les citoyens aU emands».
«C'est vrai, mais j'ai obtenu du Général Ke ite l qu' il ne s'agirait que des incitat eurs à la gue1Te qui s'é tai ent livrés à d es actes politiques con tre l'AUemagne»
Le Maréchal déclare alors: «Cet article éch a ppe à ma compétence militaire Je puis seulement vou s dire que le Chef du Gouve rne me nt avait inséré cette p hrase comrne un e affumation d e principe. Si vous le d és irez, je suspendrai la séance et je forni té léphon er au Chef du Gouveme men t».
Le Géné ral Huntziger donne lecture de la d éclara tion que le Général Kei tel a fait à ce s uj et et ajoute: «Le Gouvemem ent du Marécha l Pétain a l'inte ntion d 'exécuter loyalement ses engagements et de rétablir l'or dre au plus tò t dans nostre pays. U est d éc id é à empécher quelque manifestation que ce soit contre les Pui ssances a vec lesquelles il aura signé l'armi st ice»
Le Maréch al Bad oglio r é pèt e que la ques tion échappe à sa co m pétence et prescrit de télé phoner au ssitòt au Che f du Gouverneme n t italien à ce sujet
Le Général Huntziger d écla re qu'il n 'a plus d'obse1,ra tion à présenter, qu ' il va communiquer à son Gouvernement les modifications adoptées et lui demander sa répons e.
La séance est susp endue à 17 h. 1O.
A 17 h 30, au mome nt où il va entrer en communi catio n avec le Gén éra l Weygand, le Général Huntziger a ppre nd du Maréchal Badoglio, par l'intermédi aire du Général Parisot, que le 2' alinéa d e l'article 21 es t abrogé.
Il le fait connaitre aussit6t au Gén éral Weyg and, en indiquant que toutes les
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d emandes du Gouvernemen t français et ceUes de la Commission ont été adoptées sous quelques réserves de forme.
A 19 h., il J'appell e et lu i d onne lecture du nouvel article 9 (démobilisation des troupes françaises): en ce qui concerne l'article 12 sur la flotte, il fait remarquer ou'il n'a pas pani p ossible comme l e demandait le Gouvernement, d'adopter un e rédaction diffé1·ente de celle de la co nventi o n franco -a ll emande.
Le Conseil d es Ministres, qui siège depuis 17 h 30 , d éc id e alors de donner l'ordre de signer. A 19 h. 10, le Général Weyrand télephone le message suivant.
«M. 6 1/D.M. - Ordre est donné à la Délé ga tion française prés id ée par le Général Huntziger de signer la Convent ion d'Armistice avec l'Jtalie. Rendre compte de l'exéc ution».
A 19 h. 12, ]es deux d élégation s entrent en séance. Le Général Huntzigcr déclare: «M. le Maréchal, d 'orclre de mon Gouven1ement, je déclare que je suis pn?t à s igner la convention d'armistice au nom de la France».
«Nous signerons également», dit Badoglio.
Les sig na tures sont al ors éc han gées : il est 19 h 15. Dès qu e la notification aura é té donn ée au Gouvernement allemand, commencera le délai de six heures, après quoi s'arré t erom les hostilités.
«M. le Maréchal, répond le Général Huntzige r, penne ttez-moi au mom ent où se terminent les débats, d e vous remercier de la haute tenue avec laquell e vo us les avez dirigées, et d e vo u s assurer de !'immense considération que votre personalité a chez nous dans les milieux militaires. Je désirerais vous li re un e d éclara ti on p ersonnelle:
«Mons ie ur le Maréchal, d ans les circostances présentes, infiniment douloureuses, la d élégatio n française trouve un réconfort dans le ferme espoir que la paix qui interviendra bientòt permettra à la France de réaliser son oeuvre de reconstruc ti on et de renouve ll ement et qu'elle fo urnira une base solide à l' étab lissement de relat.ions durab les entre n os deux pays, d ans l'inté rét d e l'Europe et de la civilisation ».
- «Je vous remercie, rnon Gén éral, de ce que vous m'avez déclaré, dit le Maréc hal Badoglio. Le voeux que vo us avez formulés sont !es miens Je n e pourrais vous adresser d'autres paro les . J e souhaite gue la France se re lève: c'es t une gra nde nation; elle a une grande his t oire e t je suis certai n qu'elle assurera son avenir. Ce.ci de soldat à sold a t. C'est ce que je souha i te d e tout coeur».
Il donne ensu ite une informati o n: «La communication a ét é faite au Gouve rn ement allemand à 19 h 35 heure d 'été itali enne; les hostilités cesseront clone à l h. 35 hetU·e italienne d 'été, le 25 j uin 1940».
Le Général Huntziger l ui ayan t rappe lé qu'il appartena i t au Gou verne m e nt ita li en d ' in former le Gouvemement français de cette communication, le Mar·échal Badoglio lui fait co nna'ìtre que les ord res so nt donnés à cet effet.
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MEMORIA ITALIANA SULLA SMILITARIZZAZIONE
24 giugno 1940
La memoria seguente fu preparata il 24 giugno mattina, per il caso di richieste francesi riguardo al punto di vista italiano in materia di smilitarizzazione. Il titolo della memoria è: "Zone, piazze militari marittime e basi navali da smilitarizzare".
FONTE: USSME-CIAF - RACC. 1, fase. 4.
I) - Le zone sono 4:
a) Frontiera alpina: La zona è compresa fra le linee italiane più avanzate ed u na linea parallela a 50 Km. in linea d'alia. Questa seconda lin ea è fissata sulla carta dalla Commissione di Armistizio.
b) Frontiera tunisino-libica: La zona è compresa fra la frontiera libica e la linea segnata sulla carta annessa alla Convenzione.
c) Frontiera fra la Libia, l'Algeria ed i territori francesi a sud dell'Africa: La zona è compresa fra la frontiera libica ed una linea parallela alla stessa e distante da essa 200 chilometli.
d) Costa Francese dei Somali: La zona da smilitarizzare è l'intera colonia
II) - Le Piazzefort i militari marittime e le basi navali da smilitarizzare sono quelle di:
a) Tolone;
b) Biserta;
c) Ajaccio;
d) Orano (Mers-el-Kebir).
I limiti di dette piazze sia a mare (isole antistanti) sia verso terra sono fissat i cartograficamente dalla Commissione italiana di Armistizio.
III) - La smilitalizzazione comprende: sgombero dell e for ze Armate francesi; sgombero delle armi mobili e relative munizioni esistenti nelle zone o piazzeforti marittime e basi navali di cui sopra, in più di quelle appartenenti organicamente alle truppe che sgomberano; prowedimenti per rendere inutilizzabili le opere di fortificazione; provvedimenti per rendere inutiliz za bili gli impianti delle basi navali; scarico di tutte le mine e interruzioni.
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IV) = 1°) - Sgombero delle for ze armate francesi. D eve essere effettuato en tro di ec i giorni dalla data dell'armistizio per le zone da smili t arizzare ed e ntro quindici per le pia zzefort i marittim e e basi navali. Dette truppe partono con tutte le loro armi e tutti i loro mezz i. Quelle della Costa Francese d e i Somali partono per mare essendo escl uso che possano passare nel Somaliland ingles e (art. XIV e XV).
Se però il Governo italiano lo ritiene necessario, essendo tali truppe state o impegna te o schiera t e contro le trupp e italiane, potrà essere chies to che dette truppe o parte di esse pri ma dello sgombero consegnino tutto il material e spec i ficato all'art. X. li che non esclude che la stessa richi esta possa ess ere fatta dal Governo italiano pe r altre truppe, anche non trovantisi nelle zon e o altro da smili t arizzare, ma che ciò nonostante ri entrino co munque nelle condizioni d ell'art. X.
Le trupp e che sgo mberano lasciano n elle zone, pia zzefort i militari marittime e basi navali il personale strettame nte n ecessario per la custodia e manutenzione degli edifici mili tari in genere. Oltre a detti nucl ei non possono ri m anere nell e zon e ecc . da sm il itarizzare che forze di poli zia (gendarmeria e polizia ve ra e propria).
Quanto è dett o p er le truppe va.le anche per le formazioni d ell'aviazione e della ma1ina, ivi compresi gli equipaggi delle navi da guerra considerate dall 'a rt. XII.
Le trupp e di qual s ias i s pecie evacuate dalle zone ec c. da smilitarizzare, un a volta rientrate nel t erri torio non occupato o non smilitarizzato , seguo no anch'esse la so rte prevista dall'art. IX.
2°) - L e a rm i mobili e relative munizioni esistenti nelle zone ecc . d a smili tariz zare e che siano in più di qu elle organicamente appartenenti alle truppe che evac uano , dovranno essere evacuate fuori dei limiti stabi liti Dopo di che sottostanno alle norme di c ui all'art. Xl.
Fanno eccezione l e armi mobi li e relative munizion i di cui sop ra , esistenti nella Costa Franc ese dei Somali che, anziché essere evacuate, dovranno essere d epositate, n el m ed es imo lasso di te mpo di quindici giorni, in lo calità s tabil ite dalla Commission e milita r e di armisti z io .
3°) - Nelle opere di fortificazione esisten t i nelle zone ecc. da smilitarizzare rimarra nno permanentemente, come si è d etto, soltanto gl i individ u i necessari alla c u stodia e manutenzion e E nei primi quindici g iorni saranno pres i in dette opere, dietro indicazioni della Commission e I taliana di armis tizio, provvedime n t i per
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rendere inutilizzabili (durante il periodo dell'armist izio) tutte le armi fisse e tutte l e munizioni giacenti nelle opere stesse.
4°) - Nelle piazzeforti militari marittime e basi navali indicate, oltre ai provvedimenti già esposti per le truppe di qualsiasi specie, per le armi mobili e relative munizioni e per le opere fortificate, saranno presi, entro quindici giorni, provvedimenti, determinati dalla Commissione Italiana di armistizio, atti a rendere tali piazzeforti e basi inutilizzabili, durante l'armistizio, agli effetti logistici.
Naturalmente le navi da guerra esistenti in dette piazze e basi saranno sottoposte ai provvedimenti contemplati all 'art. XII.
5°) - I lavori di mine terrestri (art. XIII) devono essere eliminati entro dieci giorni. Per quelli marittimi la Commissione Italiana di armistizio darà le necessarie istruzioni (art. XII).
Riassumendo, la situazione da raggiungere è la seguente:
Zone da smilitarizzare:
1° - Dopo i primi dieci giorni completamente sgombere da truppe di qualsiasi genere, meno i nuclei di guardia e manutenzione. Scaricate le mine di qualsiasi genere.
2° - Dopo i primi quindici giorni sgombere anche delle armi mobili in più di quelle dell e truppe sgomberate e relative munizioni. Armi fisse e relative munizioni in condizione di non essere utilizzabili.
3° - Durante tutto l'armistizio sottoposte al controllo fisso o mobile della Commissione Italiana di armistizio.
Piazzeforti militari marittime e basi navali da smilitarizzare:
Dopo dieci giorni scaricate tutte le mine terrestri di qualsiasi genere.
Dopo i primi quindici giorni sgomberate dalle truppe di qualsiasi genere, meno i nuclei di guardia e manutenzione.
Sgomberate delle armi mobili e relative munizioni in più di quelle appartenenti alle truppe da evacuare.
Armi fisse e relative munizioni delle opere di fortificazione in condizione da non essere utilizzabili.
Impianti vari in condizione di non essere utilizzabili.
Approvvigionamenti navali di qualsiasi genere sottoposti ai provvedimenti indicati dalla Commissione Italiana di armistizio.
Navi da guerra sottoposte ai provvedimenti di cui all'art. XII.
Durante tutto l'armistizio sottoposte al controllo fisso o mobile
56 Mussolini e Pétain
della Commissione italiana di armistizio.
Sbarazzate quando e come detta Commissione lo determini, dalle mine marittime.
Circa l'art. IX s i intende che devono essere smo bili tate e disarmate sia le truppe di terra, di ma re e dell'aria che sono nel territolio francese metropolitano non occupato, nei territori frances i dell'Africa del Nord (Tunisi a , Algeria, Marocco) ed in Siria, s ia quelle che sgomberano dalle zone da smilitarizzare (frontiera alpina, Tunisia, Costa Francese dei Somali) , sia quelle sgomberanti dalle piazzeforti, piazze militari marittime, basi navali da smilitarizzare.
A questo complesso faranno eccezione quelle forze che Italia e Germania concederanno di conservare per il mantenimento del]'ordine pubblico. In altre parole Italia e Germania sta biliranno una cifra globale di truppe che la Francia potrà tenere sotto le armi, e fisseranno altresì quante di dette truppe potranno essere tenute nella Francia me t ropolitana (esclusi il territorio occupato e la zona e le piazze ecc. da smilitarizzare) e quante in Tunisia (esclusa la zona da smilitarizzare), nell'Algeria (esclusa la zona da smilitarizzare e la piazza di Oran o), ne l Marocco e nella Siria.
Per gli aeroplani e per le navi da guerra vigono gli appositi articoli. Così pure vige l'articolo XI per le armi, munizioni, materia le be lli co di qualsiasi specie, esuberante ai bisogni delle tTupp e, che s i permette mantenere in servizio .
Ria ss um endo : Nei territori francesi in genere non occupati o non smilitarizzati si avrà la situazion e seguente:
- Truppe consentite per il mantenimento dell'ordine pubblico.
- Armi, munizioni e materiale b elli co di qualsiasi specie es uberanti agli effettivi delle truppe di cu i sopra, riuniti ed accan tonati sotto controllo italiano o german ico.
- Nessuna costruzione di materiale bellico dì qualsiasi specie.
- Aeroplani con divieto di decollo.
- Aeroporti ed installazioni a te1Ta sotto il controllo italiano o tedesco.
- Sta zioni radi 0 ;1enziose.
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TESTO DEFINITIVO DELLA CONVENZIONE DI ARMISTIZIO TRA L'ITALIA E LA FRANCIA
24 giugno 1940
Il testo definitivo fìrmato a Roma a Villa Inci sa dalle due delegazioni alle ore I 9, I 5 dopo le lievi modifiche apportate al testo presentato dalla delegazione italiana, è del seguente tenore.
FONTE: USSME-CIAF - RACC. 1, fase. 4
CONVENZIONE DI ARM ISTIZIO TRA IL CAPO DI STATO MAGGIORE GENERALE ITALIAN O, I NCARICATO DAL DUCE, COMANDANTE
DELLE TRUPPE ITALIAN E OPERANTI, ED IL CAPO DELLA DELEGAZIONE FRANCESE PER L'ARMISTIZIO
Art 1. - La Francia cesserà le ostilità contro l'Italia nel territorio francese metropolitano, nell'Africa francese del Nord, nelle colonie, nei tenitori protetti e sotto mandato. Cesserà ugualmente le ostilità contro l'Italia per mare e per aria.
Art. 2. - Le truppe italiane si manterranno, all'entrata in vigore della presente Convenzione di Armistizio, e per tutta la durata dello stesso, sulle loro linee avanzate in tutti i tea t ri di operazione.
Art. 3. - Nel territorio francese metropolitano, la zona compresa fra le linee di cui all'Art. 2, ed una linea corrente a cinquanta chilometri in linea d'aria da esse, sarà, per la durata dell'armistiz io, smilitarizzata .
In Tunisia, sarà, per la durata dell'armistizio, smilitarizzata la zona compresa fra l'attuale confine libico tuni sino e la lin ea segna ta sulla carta annessa.
In Algeria e nei territori d ell'Africa francese a sud della stessa, confinanti con la Libia , per la durata dell'armistizio, sarà smilitarizzata una zona compresa fra il confine libico ed una linea parallela e distante da essa duecento chilometri .
Finché dureranno le ostilità dell'Italia contro l'Impero Blitannico e p er la durata dell'armistizio, il territorio della co lonia de ll a Costa francese dei SomaH sarà smilitarizzato per intero.
Per la durata dell'armistizio avrà pieno e costante diritto di usufruire de l porto e d e ll e installazioni p ortuali di Gibuti, e della fer-
58 Mussolini e Pétain DOCUMENTO N. 5
rovia Gibut i -Addi s Ab eba nel tr at to francese , per trasporti di qualsiasi specie.
Art. 4 . - Le zon e da sm iJjtarizzare di cw all'Art. 3 saranno, e ntro di ec i giorni dalla cessazione delle ostilità , evacuate dall e truppe francesi, a d eccezion e de l p e rsona le strettamente necessario p er la custodia e manutenzione delle ope r e di fo r ti fica zi one, caserme, magazzini e d ed ifici milita ri , e delle truppe per il mante nim ento de ll'ordine interno che la Commissione italiana d'armistizio ili cui in seguito d e term inerà di volta in volta.
Art. 5. -F ermo il diritto di cui all'Art . 10 segu e nte , tutte le armi mobili e r e lati ve munizioni, esistenti nelle zone da smilitarizzare del territorio fra n cese metropolitano e di quello adiacente alla Lib ia in p iù di q u elle in consegna a lle truppe che sgomb erano, come detto sopra, i tenitori di cui s i tratt a , devono essere evacuate e n tro un termine di quindici giorni. Le armi fisse delle opere di fortificaz i one e relati ve munizioni d evono essere messe, nello stesso termine di tempo, in condizione di non poter essere usate. Nel territorio d ell a C osta francese d ei Somali t u tte l e a rm i mobili e re lative muniz ioni in più di quell e in consegna alle truppe che sgomberano il terri torio , veITanno depositate e ntro il medesimo termine di quindici g iorn .i nelle località che saranno stabili t e dalla Commiss ione i taliana di Armistizio, di cui in seg u ito .
Per l e a rmi fisse e muni z ion i delle opere di fortificaz ion e esistenti in d etto teITitorio , vale quanto disposto per il territorio francese metropolitano e per quello aruacente a ll a L ibia.
Art. 6. - Finché dureranno le ostilità fra l'I t alia e l'Impero Britannico le piazzeforti militari mari ttime e le basi navali di Tolone, Biserta, Ajaccio e d Orano (Mers -el -Ke bir) saranno sm ili tarizzate sino alla cessazione delle ostilità contro detto I mpero. Tal e sm ilitar izzaz ion e dovrà essere attuata ent ro un termine di quindici giorn i e dovrà essere tale da rend ere dette piazzeforti e basi inut ili zzabili agli effetti della loro capacità offe nsiva-rufensiva. La loro capaci tà logistica sarà, sotto contro llo dell a Commission e italiana d' ar mi stizio, limitata ai bisogni d e ll e navi da guerra francesi che, a norma dell'art. 12 seg uente, vi fa rann o base.
Art. 7. - Nell e zone, pia zzefo rti militari marittime e bas i navali d a smilit ari zzare, rimaITan no natura l m ente in funzione le Au torità c ivili francesi e le forze di pulizia n ecessarie al mantenimento d e ll 'o rdine pubb li co; v i rimaITanno pure le Autori tà territoriali militari e marittime, che saranno determinate dalla Commissione
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italiana d'armistizio.
Art. 8. - La Commissione ita liana di Arm i stizio, di cm m seguito, determinerà ca r tograficamente i l imiti esatti delle zone; piazzeforti militari marittime e basi navali da smilitarizzare ed i dettagli delle modalità esecutive di smilitarizzazione . La stessa Commissione avrà p ieno e costante diritto di controllare l'esecuzione in dette zone, piazze e bas i di quanto stabilito agli articoli precedenti, sia a mezzo di visite di contro ll o, sia a mezzo di sue delegazioni permanenti sul posto.
Art 9. -T utte le forze armate di terra, di mare e dell'aria della Francia metropolitana saranno smobilitate e disarmate entro un termine di tempo da fissare ulteriormente, ad eccezione de ll e fo rmazioni necessarie al mantenimento dell'ordine interno.
La forza e l'armamento delle suddette forma zi oni saranno determinati dall'Italia e dalla Germania.
Per quanto concerne i territori dell'Africa del Nord francese, della Siria e della Costa francese dei Somali, la Commissione italiana di Armisti zio, nello stabilire di smobilitazione e di disarmo, t errà conto dell'importan z a particolare del mantenimento dell'ordine in detti territori.
Art. 10. - L'Italia si riserva di esigere, come garanzia della esecu zione della Convenzione di Armistizio, la consegna in tutto od in parte delle armi collettive di fanteria e di artiglieria, autoblinde, carri armati, veicoli a u tomobili ed ippomobili e munizioni appartenenti alle unità che sono state comunque impegnate o schierate contro l e forze armate italiane. Le armi e materiali suddetti dovranno essere consegnati nello stato in cui si trovano al momento dell'armistizio.
Art. 11. - Le armi, munizioni e ma teriale bellico di q u a lsiasi specie che rimangono nei territori francesi non occupati, ivi comprese le armi e munizioni evacuate dalle zone, piazzeforti militari marittime e basi navali da smili tarizzare, ed esclusa qu ella parte che venga lasciata in uso all e unità permesse, saranno riuniti ed accantonati sotto controllo italiano o germanico. La costmzione di mate r iale bellico di qualsiasi specie nei territori non occupati deve cessare immediatamente.
Art. 12. - Le unità della Marina da guerra francese saranno concentra t e nei porti che verranno indicati e saranno smobilitate e disarmate sotto il controllo dell'Italia o d ella Germania.
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Faranno eccez i one 4ue lle unit à di c u i i Govern i italiano e tedesco concedessero l'uso per la salvaguardia d e i t eJTi tori coloniali frances i . Sarà eleme nto determinante per l'indi cazione dei porti di c ui sopra la dis locazione delle uni tà navali in tempo di pace Tutte le navi da g u erra lo ntane dalla Francia m e tropolitana, che n on siano eventualmente riconosciute n e cessari e a ll a salvag uardia d eg li interessi coloniali franc esi, saranno fatte ri entrare nei porti melropolitani.
Il Governo italiano dichiara che non ha l'intenzione di impiegare, durante la presente g uerra, le unità della Ma rina da guerra franc ese poste so tt o il s uo controllo e c he, del pari, non ha l'in tenzione di avanzare pretese, alla conclusione dell a pace, s ulla flotta fr a nc ese .
Durante l'armis ti zio p otrà essere richiesto il naviglio frances e necessario al dragaggio delle mine, di cui all 'Arti co lo seguen te.
Art. 13. - Tutt i g li sbarram enti di mine saranno notificati al Comando S u premo Ita l ian o.
L e Autorità franc es i provvederanno, entro il ter min e di dieci giorni , a fare scaricare co l proprio p ersonal e tut te le interruzioni fe r rov iarie e stradali, campi mina ti e fornelli da mina in gene re , approntati nelle zone , piaz zeforti m ili tari marittime e b a si navali da smilitarizzare.
Art. 14. - Il governo francese, oltre ad obb ligarsi a non in traprend ere in qual s i as i luogo qua ls iasi forma di osl i lità contro l'Italia , si impegna ad impedire agli appartenenti alle sue forze armate e ai ci tta d ini france si in genere, di uscire dal territorio nazionale per partecipare com unqu e ad os tilità contro l'Italia.
L e truppe italiane useranno contro i trasgressori alla suddetta norma, e contro i cittadini francesi già all'estero ch e in trapren dessero co llettivamente o s in golarmente at t i di ostiJità contro l'Italia, il trattamento riservato ai combattenti fuori legge .
Art. I 5 - Il Go ve rno fra ncese s i impegna ad i m p edire c h e navi da guerr a , aeroplani, arm i, materiali be lli ci e m uni zio n i di quals iasi specie , di p rop ri e tà francese o es istenti in territori francesi o com unqu e controllati da lla Francia, vengano avviati in terri tori d all'Impero Brita nnic o o i n altri Sta t i esteri.
Art. 16. - Divieto d i uscita per tutte le navi mercantili della Marina francese sino al mom e nt o in cui i Governi italiano e t e d es co consentissero la ripresa parziale o to tale del tr affic o marittimo comme r ciale francese .
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Le navi mercantili francesi che non si trovassero al momento dell'armistizio in porti francesi o comunque sotto il controllo della Francia, saranno o richiamate in essi od avviate a porti neutrali
Art. 17. - Tutte le navi mercantili catturate saranno immediatamente restituite, con l'intero carico diretto in Italia che avevano al momento della cattura.
Dovranno altresì essere restituite le merci non deperibili, italiane o dirette in Italia, catturate a bordi di navi non italiane.
Art. 18 . - Divieto immediato di decollo p er t utti gli aerei trovantisi nel territorio francese o in territori comunque sotto controllo francese.
Tutti gli aeroporti e tutte le installazioni nei territori suddetti saranno sotto il controllo italiano o tedesco.
Gli aerei stra ni eri che si trovino nei t err itori di cui sopra saranno consegnati alle autorità militari i taliane o germaniche .
Art. 19 . - Sino a quando i Governi italiano e tedesco non stabiliranno altrimenti saranno vietate le trasmissioni radio in genere, in tutti i terri tori della Francia metropolitana. Le condizioni nelle quali potranno effettuarsi le comunicazioni radio tra la Francia, l'Africa del Nord francese, la Siria e la Costa francese dei Somali saranno determinate dalla Commissione italiana di Armistizio.
Art . 20 - Libertà di traffico delle merci in transito fra la Ge rmania e l'Italia attraverso il territorio francese non occupato.
Art. 21. - Saranno immediatamente lib erat i e consegna ti alle autorità militari italiane tutti i prigionieri italiani di guerra od i civili italiani comunque internati, arrestati o condannati per ragioni politiche o di guerra o per atti comunque a favore del Governo italiano.
Art. 22. - Il Governo francese si rende garante della buona conservazione di tutto quanto deve o può dover consegnare in virtù della presente Convenzione.
Art. 23 . - Una Commissione italiana di Armistizio, aJla dipendenza del Comando Supremo I taliano sarà incaricata di regolare e controllare, sia direttamente, sia a mezzo dei suo.i organi, l'esecuzione della presente Conve nzione di Armist izio.
Essa sarà altresì incaricata di armonizzare la presente Convenzione con qu e lla già conclusa fra German ia e Francia.
62 Mussolini e Pétain
Art. 24. - Nella sede della Commissione di cui all'Articolo precedente si insedierà una Delegazione francese incaricata di far presenti i "desiderata" del proprio Governo relativi all'esecuzione della presente Convenzione e di trasmettere alle Autorità francesi competenti le disposizioni d ella Commissione Italiana di Armistizio.
Art. 25 . - L a presente Convenzione di Armistizio entrerà in vigore all'atto della s ua firma .
Le ostilità cesseranno, in tutti i t eatri d'operazione, sei ore dopo il momento in cui il Governo italiano avrà comunicato a] Governo tedesco l'avvenuta conclusione del presente Accordo .
Il Governo italiano notificherà detto momento al Governo francese per via radio.
Art. 26. - La presente Convenzione di Armistizio rimarra m vigore fino aJla conclusione del Trattato di pace. Potrà essere denunciata dall'Italia in qualsiasi momento, con effetto immediato, ove il Governo francese non adempia agli obblighi assun ti.
I sottoscritti plenipotenziari, d ebitamente autorizzati, dichiarano d i approvare le condizioni sopra indicate.
R oma, 24 giugno 1940-XVIII, alle ore 19,15.
F to Il Maresciallo d'Italia PIETRO BADOGLIO
F to Le Général d'Armée H UNTZIGER
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ORGANIZZAZIONE E COMPITI DELLA CIAF
25 giugno 1940
Con il titolo di Appunti relativi alla CIAF il Capo di Stato Maggiore dell'esercito gen . Mario Roatta redasse, il 25 giugno 1940, all'intenzione del primo presidente della Commissione, gen. Pietro Pintor, il quale peraltro sarà nominato formalmente solo il 27 giugno, il seguente memorandum circa gli aspetti organizzativi ed i compiti della CIAF, prevista dalla Convenzione italo -francese del 24 giugno.
FONTE: USSME-CIAF, Racc. 26, fase. 1
APPUNTI CIRCA LA COMMISSIONE ITALIANA DI ARMISTIZIO
PREMESSA
La Commissione prevista dall'art. XXIII della convenzione di armistizio, è incaricata di regolare e controllare sia dire ttam en te, sia per mezzo dei suoi organi, l'esecuzione della convenzione.
Ha inoltre il compito di coordinare la convenzione in parola con quella già conclusa fra la Germania e la Francia.
Presso la Commissione (art. XXN) avrà sede una delegazione francese incaricata di far presenti i "desiderata" del suo governo relativi alla esec uzione della convenzione e di trasmettere alle autorità francesi competenti le disposizioni d e lla Commissione .
Ne deriva che la Commiss ione non è chiamata a trattare direttamente n é col Governo francese né con le alte autorità militari francesi. Scendendo al dettaglio si verificherà infatti che: Nelle zone piazze-forti marittime e basi navali smilitarizzate gli organi della Commissione non troveranno - e non dovranno permettere che vi si trovino - altre autorità militari francesi che non siano quelle modeste e territoriali che, secondo la convenzione, sono destinate unicamente ad assicurare la disciplina e l'amministrazione d e i nucl ei di sorveglianza e manutenzione degli edifizi ecc. militari.
Non cambia nulla a quanto sopra la eve ntual e es is tenza nelle basi navali di una aliqu ota della Marina da guerra francese, perché detta aliquota deve essere smobilitata e disarmata.
Ne consegue che le autorità militari francesi di cui sopra saranno certamente di rango e di categoria molto inferiore a quelle
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OC UM ENTO N. 6
D
che avevano le autorità corrispondenti in tempi normali.
Del resto, anche in tempi normali, - per quanto riguarda l'esercito - l'unica autorità militare di qualche importanza esistente nelle zone da smilitarizzare era il Comando della 29a divisione a lpina, a Nizza.
Nel territorio francese non occupato e non smilitarizzato, evidentemente, gli organi della Commissione non potranno far capo ai comandi francesi permanenti, ma solo agli organi dipendenti dalla delegazione francese di armistizio.
1° - La Commissione italiana di armistizio deve comprendere, a parere di questo Stato Maggiore:
- Capo della Commissione.
- Uno Stato Maggiore misto delle tre Forze Armate che coordini l'attività della commissione .
- Un organo di collegamento con la Commissione d'armistizio tedesca.
- Un ufficio affari genera l i che si occupi di tutte l e questioni non militari, ma di pertinenza della commissione. (Giova, a questo proposito ricordare c h e, non essendo riprese le relazioni diplomatiche fra i due Stati, molte questioni - quali i transiti di frontiera, le comunicazioni e trasmissioni, e simili - dovranno fortemente essere svolte dalla Commissione).
- Un Capo per ognuna delle Forze Armate rappresentante nella Commissione, che abbia ai suoi ordini il personale della propria specialità.
- Una sottocommissione militare per il controllo della zona smilitarizzata alpina.
- Una sottocommissione militare per il controllo, in so li do con i tedeschi, del territorio francese metropolitano non occupato e non smilitarizzato.
- Una sottocommissione militare per il controllo nei territori non smilitarizzati dell'Africa francese del Nord.
- Una sottocommissione per i territori confinanti con la Libia.
- Una sottocommiss ione militare per il controllo della Siria.
- Una sottocommissione militare per il controllo della Costa francese dei Somali.
- Eventualmente le sottocommissioni di cui sopra potrebbero comprendere anche ufficiali della R. Aeronautica per il controllo di loro pertinenza.
- Sottocommissioni navali per quanto riguarda le questioni di pertinenza della R. Marina.
- Sottocommissioni aeronautiche nel caso non si credesse adottare la soluzione di cui sopra .
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Sia nello S t ato Maggiore centrale, sia nelle varie sottocommissioni dovranno essere compresi:
- Ufficiali di S ta to Maggiore.
- Ufficiali tecnici di artig li er ia.
- Ufficiali tecn ici de l genio
- Ev entualmente ufficiali o sottufficiali interpreti di francese e t edesco .
La cosa che deve stabilire la Commissione è il margine occidentale della zona smilitarizzata alpina, che come è noto, deve correre a 50 Km., in linea d 'a ria, dalle linee più avanzate raggiunte alla cessazione delle ostilità dalle truppe italian e.
Il parere di questo Stato Maggiore circa il modo come si d evono intendere e determinare agli effetti francesi queste ultime linee è il seguente:
Non si possono evi d en temente congiungere fra di loro, in lin ea retta, i due punti più avanzati raggiunti oltre frontiera;
- ma si debbono congiungere fra di loro i punti più avanzati raggiunti in un a s t essa valle o in u na zona che formi un tutto logistico.
Es em pio di quanto sopra:
Si hanno truppe ita li ane nell 'Al t a Va ll e d ell' Arc, a monte di Lanslebourg, fra Lanslebourg e Modane ed a valle di Modane.
Detti punti sono riuniti da una unica rotabile non ovunque raggiunte da noi. D'al tra parte l'un i ca com uni cazione rotabile che conduca dal territorio italiano a l fronte suddetto (rotabile del Moncenisio) non è tutta in possesso delle truppe italiane . Ne consegue che occorre asso l utamente considerare come zona occupata dalle truppe ita li ane la zona racchiusa fra la congi u ngente dei punti estremi, i vi compresa la strada di fondo valle che corre lungo il fronte e la strada di accesso da tergo. Chè, se così non si facesse, avremmo truppe che dovrebbero essere rifornite attraverso gli aspri colli d a cui sono scese ed avremmo in mezzo alle nostre truppe località francesi la cui popolazione civile non avrebbe modo di rifornirsi .
D'altra parte, essendo l e l ocalità s uddette non occupate, comprese nella zona smilitarizzata la questione ha importan za minima dal punto di vis ta militare francese .
Altra cosa che deve stabilire d ' urgenza l a Commissione, per quanto riguarda l a parte Esercito, è l a l ocali t à in cui debbono essere accantonate, so tto nostro controllo, le armi mobili e relative munizio n i della costa francese dei Somali, non appartenenti a ll e truppe che debbono sgomberare la colonia. Detta località dovrebbe essere, per ovvie ragioni, in t err ito r io italiano .
66 Mussolini e Pé1ain
Deve essere inolt re determinata d'urgenza, d'accordo con i tedeschi, la forza e l'armamento delle truppe fr ancesi di cui si permette l'esistenza nel territorio non occupato e non smi li tarizzato. Tale qu es tion e - s i ricorda - non è da confondere con l'eventuale permesso da concedersi, volta per volta, di perman~nza di truppe francesi nell e zone, piazze , ecc. smilitarizzate per il mantenimento dell'ordine pubblico . Queste ultime truppe, infatti , so no comprese fra quelle di cui si permette l'esistenza.
Infine l a cosa più urgente è che la Commissione e Le Sot toco mmissioni s i costituiscono ed entrino in funzione. Altrimenti al term ine dei di eci giorni (ora ridotti a nove) in cui dovrà essere avvenuto lo sgombero delle truppe dalle zone ecc . smilitarizzate, non si saprà ancora i l limite a l di là del quale le truppe dovranno ritirarsi.
Scendendo poi ai dettagli i provvedimenti da prendere dalla commissione di armis tizio - per quanto riguarda l'Esercito - sono i seguenti :
1°) NELLA ZONA OCCUPATA DALLE TRUPPE ITALIANE.
- Delimitare esattamente - seguendo i criteri di cui sopra - l a linea avanzata raggiunta dalle nostre tr uppe.
- Prendere i provvedimenti per collegare detta zona col rimanente territorio francese.
- Reinstallare le autorità civili francesi.
2°) TERRITORIO METROPOLITANO FRANCESE NON OCCUPATO E NON SMILITARIZZATO.
- Delimitare la linea, corrente a 50 Km. dalle linee avanzate di cui sopra oltre la quale dov ranno ritirarsi le truppe francesi e prendere i provvedimenti per sorvegliare l'evacua zione delle dette truppe.
- Sorvegliare la smobilitazione d elle forze di terra .
- Determ inare le forze e l'armamento delle formazioni concesse .
- Dete rminare l'entità del materiale previsto ali' art. X di cui può essere richiesta la consegna e fissare il luogo e le modalità di consegna per quelle truppe che siano state comunque impegnate o schierate contro le forze armate italiane e che si trovino nei limiti del territorio non occupato.
- D eterm inare le località dove dovranno essere vers ate le armi di cui all'art. XII.
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Mussolini e Pétain
-P rendere disposizioni per il controllo delle fabbriche di materia l e bellico.
- Sorvegliare l'esecu z i o ne della proibizione alle Forze Armate francesi e a i cittadini fran c e si in genere di uscire dal territorio nazionale per partecipare comunque a ostilità contro l'Italia.
- Prendere dispo s izioni per il controllo d elle norme dettate dall'art XV circa l'awiamento verso l'Imp ero britannico o all'estero di materiale bellico .
- Sorvegliare l'esecuzione delle norm e di cui all'art. XVIII circa il d i vieto di decollo di aerei.
- Prend ere disposizioni per il controllo degli aeroporti e delle insta ll azioni a terra.
- Prendere disposizioni per il controllo delle norme dettanti la consegna degli aeroplani stranieri.
- Sorvegliare la messa in atto deile norme dettanti, sino a nuove disposizioni dei Gov erni italiano e tedesco, la pro ibi z ion e di trasmissjone radio in genere.
- Dettare le norme secondo le quali potranno essere effett uate comunicazio ni governative per rad io con i t e rritori di cui all'ultimo capoverso dell'art . XIX (consegna d e i cifrari con cui venissero eseguite le comunicazioni, fissa z ion e di ore speciali per le trasmissioni, ecc . )
- Prendere disposizioni per la effettuazione della consegna dei prigionieri di guerra, degli in ternati civili e degli arrestati per ragioni politiche o di guerra o per atti comunque a favore del Governo italiano.
-- Pren de re disposizion i per il mantenimento da parte francese deJl'impegno preso di mantenere in buono stato di conservazione il mate ri ale da consegnare al Governo italiano.
Tutte le norme di c ui a l presente paragrafo 2 debbon o intendersi estese anche alla Corsica .
Per l'applicazione de ll e norme di cui al presen t e paragrafo 2 dovranno essere presi accordi con la Commissione tedesca di armistiz io.
3 °) T ERRIT ORIO FRANCESE DEL N ORD AFRICA, NON SMILITA RI ZZATO.
- D elimitare esattame nte la linea di demarcazione fra le zone s militariz zate e il rimanente territorio.
- P rendere i pro vvediment i per sorveg liare l'evacua zio ne delle trupp e dalle zone smilitarizzate .
-P rendere i provvedimenti necessari per la sorveglianza della smobil it azione delle forze di terra concesse .
- P rendere accordi colla commissione di armistizio tedesca per
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la determinazione delle forze e dell'armamento de ll e formazioni concesse (coll'avvertenza cui all'art. IX).
- Determinare la entità del materiale previsto all'art. X di cui deve essere richiesta la consegna, determinando le località e le modalità di consegna, p e r qu elle truppe trovantisi in detto territorio che fossero state comunque impiegate o schi e rat e contro le forze armate italiane (Nel caso concreto si possono considerare tali tutte le truppe della Tunisia e d Algeria).
- Prendere disposizioni per il controllo delle fabbriche di materiale bellico che ivi esistessero .
- Sorvegliare l'esecuzione d e lla proibizione alle forze armate frances i e ai cittadini france si in genere di partecipare ad ostilità contro l'Italia .
- Controllare che le norme dettate dall'art. XV circa l'awiamento verso l'Impero britannico o all'estero di materiale bellico siano attua te.
- Controllare l'esecuzione delle norme dettanti il di vieto di decollo di aerei.
- S orvegliare l'esecuzione delle norme dettanti la consegna degli aeroplani stranieri.
- Effettuare il controllo degl i aeroporti e impianti a terra.
- Sorvegliare l'esecuzione delle norme dettanti, sino a nuova disposizione dei Gov erni italiano e tedesco, la proibizione di trasmissioni radio in genere.
- Determinare le norme secondo le qu a li potranno essere effettuate comun icazioni governative per radio con i territori di cui all'ultimo capoverso dell'art. XIX.
- Prendere i provvedimenti p e r la effettuazione della consegna dei prigionieri di guerra, degli internati civili, degli arrestati per ragioni politiche o di guerra o per atti comunque a favore del Governo italiano.
- Prendere disposizioni per il mantenimento da parte francese dell ' impi ego di mantenere in buono stato di conservazione il materiale da consegnare al Governo italiano .
4 °) TERRITORIO DELLA SIRIA.
- Sorvegliare la smob ilitazione de ll a forze di terra.
- Prendere accordi con la Commissione di Armistizio ted esca per la determinazione delle forze e dell'armam e n to delle formazioni concesse (coll'avventura di cui all'art. IX).
- Prendere accordi con la Commissione tedesca per la detenninazione delle località dove dovranno essere concentrate le armi di cui all'articolo Xl.
- Sorvegliare l'esecuzione della proibizione alle forze armate
1940 69
fran ces i e ai cittadini francesi in ge nere di partecipare a ostili tà contro l'Italia.
- Con troll.are l'esecu z ione dell e norme d ettate dall'art. XV circ a l'avviamento verso l'Im pero britannico o all'este ro di material e bellico.
- Controllare l'esecu zio ne dell e norm e dcLLanti il divieto di decollo di aer e i.
- Controllare g li aerop o rti e gli impianti a t e rra.
- Fare ese g uire l e norme circa la consegna d egli aeroplani stranieri.
- Controllare la messa in atto d e lle norm e circa la proibizion e di Lrasmiss ioni radio in ge nere.
- Determinare l e norm e secondo le quali po tranno essere effettuat e co muni cazioni governative per radi o co n i t en·it o ri di c ui all ' ultimo capoverso d e l.l' art. XIX.
- Prendere i provvedimenti p er la e ffettuazione della c onsegna dei prigionieri di gue r ra, degli int e rnati civili ecc di c ui all 'arl. XXI.
- Prendere di s posizioni per il mantenim e nto da pa rte frances e dell ' imp egno di conservare in buono s tato il material e da consegnare a l Governo italiano.
5 °) ZONA SMILITARIZZATA ALPI NA.
- De l imitare la linea co rrent e a 50 Km . dalle lin ee raggi unt e dall e nostre t ruppe - oltre la quale do vrann o ritirarsi l e trup pe fr ancesi e pren d e re i pro vve dim e nt i per sorveg li are l'evac u azione dell e truppe stess e.
- Determinare la for za de l personale fran cese strettamente n ecessario alla c u s todia d eg li edifici militari ecc . de ll e zone smilitari zza te .
- Ricevere le eve ntuali domande di impie go nella zona s militarizzala di truppe da adibirsi al mantenimento d ell'ord in e pubblico, e g iudicare della consistenza o m e no di tali domand e .
- S orvegliar e la e v a cuazio ne e nt ro i primi 15 giorni, delle armi m obili e relative muniz io ni in più di quelle in co nsegna a ll e trupp e che evac u ano.
- De tta re le norme e prendere i provv e dim e nti per la me ssa fu o r i u so dell e armi fi sse n e i t e rrito ri s militari zz ati (esemp io: dar e ordini per il tra s porto in zo na da noi occupata degli ottu ratori e inn esc hi dell e cariche o altro sist e ma)
- Controllare il num ero delle autorità civili e le loro funz i o ni , il num e ro delle fo r ze di poli z i a e sorvegliare c he non s i a n o in vi ati militari sotto ves t e di fun z iona r i civili .
- Pre ndere disposizioni per il controllo d e lla s milit ar i zzazione
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e
Mussolini
Pérain
e provvedere per la dislocazione, a seconda delle necessità, delle commissioni di controllo.
- De t erminare la entità d el materiale previsto all'art. X di cui può essere richiesta la consegna, determinare le località e l e modalità di consegna.
- Sorvegliare acché, nel termine di I O giorni, siano scaricate tutte le interruzioni ecc. di cui all'art. XIII.
- Sorvegliare l'e secuzione della proibizione ai cittadini francesi in genere dì partecipare ad ostilità co n tro l' Italia.
- Sorvegliare che materiale bellico non venga avviato verso l'Impero Britannico o all ' estero.
- Sorvegliare l'esecuzione delle norme circa il divieto di d ecollo di aerei.
- Controllare gli aeroporti e impianti a terra.
- Controllare l'esecuzione della norma dettante la co ns egna degli aeroplani stranieri.
- Proibi re le trasmiss ioni radio in genere.
- Prendere i provvedimenti per la effettuazione della consegna dei prigionieri di guerra, degli internati civili ecc. di cui all'art. XXI.
- Prendere dispo sizioni per il mantenimento da parte francese dell'impiego preso di consegnare in buono stato il materiale da consegnare al Governo italiano.
6°) ZONA SMILITARIZZATA ADIACENTE ALLA LIBIA.
- Procedere alla delimitazione sul terreno della zona da smilitarizzare in Tunis ia segnata sulla carta annessa alla Convenzione di armistizio e prendere i provvedimenti per sorvegliare l'evacuazione delle truppe.
- Procedere alla delimitazione sul terreno dei territori da smilitarizzare in Algeria e in genere nei t err ito ri confinanti con la Libia e prendere i provvedimenti per sorvegliare l'evacuazione delle truppe.
- Deter minare la forza del personale francese strettamente necessario alla custodia degli edifici militari ecc ..
- Tenere presente le eventuali domande di trasporto di truppe dal territorio non smilitarizzato da adibirsi al mantenimento dell'ordine pubblico e giudicare sulla consistenza o meno di tali domande.
- Sorvegliare la evacuazione, entro i primi 15 giorni, delle armi mobili e re lative munizioni in più di quelle in consegna alle truppe che evacuano .
- Prendere i provvedimenti e dettare le norme per la messa fuori uso delle armi fisse.
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Mu sso lini e Pélain
- Contro ll are i l numero delle a ut ori tà civile e le lo r o fun zio ni, il numero d e ll e forme di polizia e sorvegliar e che non sia no inviati mili t ari sotto ves t e di funzionari c i vili.
- Prend ere dispo sizioni per il controllo della sm ili Lar i zzazione e provvedere per la dislocazione, a seco nda delle necessità delle Commissioni di co ntro ll o.
- De t erminare la e ntità del mat er ia l e previsto a ll 'art. X di cui può essere r ichiesta la consegna, e determinare l e località e le modalità di consegna.
- Sorvegliare acché siano scaricate tutte le interruzioni ecc. di cui all'art. X III.
- Sorvegliare l' esecuzione della p r o ibi zio n e a ll e forze armate francesi e ai cittadini francesi in genere di partec i pare a os t il i tà contro l' I talia.
- Sorvegliare l' esecuzion e de ll e n orme circa l'avvi ament o verso l' Impe r o B ritannico o a ll 'estero di materi ale bellico.
- Pr o ibir e il decollo di aerei.
- Co n trol lare gli ae roporti e impianti a t e rra.
- R ichiede re la co n seg n a degli aer oplan i s tranieri.
- P roibire le tra s missioni r adio.
- Rich iedere la co nsegna degli in ternat i civili ecc . di c ui all'art. XXI.
- Rich iede r e i l mantenim e n t o de ll 'impegno circa la co n servaz ione in buono s t ato del mater iale da consegnare a l G overno ita li a no
7°) C OST A FRANC ES E DE I SOMALI.
- P rendere i provvedi m en ti per la sorveglia nza della ev acua z ione de ll e truppe dalla Costa a nzidett a .
- Prendere i pro vve dimenti p erché abbiano pi ena e comp leta at t uazione i diritti italian i nel porto di Gibut i e su l tratto francese della ferrovia Gibuti -Addi s Ab e b a.
- Determinare la forza d e l personale fran cese st r etta m e nte n ecessario a ll a cus tod ia degli e difici mi li tari ecc
- Prend ere i provvedi men t i e dett are le norme per la messa fuori uso de ll e armi fi sse, e relat ive munizioni.
- Dare ordi ni per la co n segna de ll e armi mobiJi e mun i z ioni in più di qu e ll e in con seg na a ll e t ruppe che sgomberano il territorio.
- Controllare il numero della autorità civile e l e l oro fun z i o ni e il nu mero d elle fo r ze di polizi a e sorvegliare c h e n on sia no in viat i mili tari sotto veste di funzionari civili.
- Prendere disp os izi on i per il contro llo d e ll a smilitarizzazio n e e provvedere per la dislocazione, a second a delle necessità, d e lle commissioni di controllo.
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- Dete rmin a re l a e ntità d e l materi a le pre vist o dall ' art. X, il l u ogo e l e modalità di c o nse g na.
- Richi e der e lo scaricamento di tutte le int e rru z ioni, e cc., di cui a ll ' a r t. XIII.
- Sorveg liare l' esecu z ion e della proibi z ione alle for ze armat e fran cesi e ai ci ttadini fra nc es i in ge n e r e di parteci pare a os tilit à c ontro l ' Italia.
- Proibire l' a vvi a ment o ve r s o l' Impero Britanni co o a ll 'este ro di mat e rial e belli c o.
- Proibire il de c oJio d i aere i.
- Controllare gli aeroporti e gli impianti a terra.
- Richi e d e r e la co ns eg na d e gli a eroplani s tranieri
- Proibire l e tra s mis s ioni radio in g e ner e .
- Dete r minare l e norm e s eco nd o l e quali p o tranno essere e ffe ttuate per radio comuni c azioni governativ e c on i territori di cu i a ll ' ultim o c ap overso dell ' art. XIX.
- Richi e dere la c onseg na dei pri g ionieri di guerra, d egli internati c ivili e c c. di c ui all ' a r t. XXJ.
- Prendere dispo s izioni p e r il mantenimento da parte frances e dell ' impeg no da conse rvare in buono s tato il mat er ial e da co n segnare al Gov e rno italiano
Le disposizioni di cui sopra riguardanti l'avia z ion e s ono s tat e c onsid e rat e preved e ndo il cas o di costitu z ion e di Sotto co mmi ssion i miste del R. Esercito e della R. Ae ronauti c a. O ve la R . Ae ronauti c a d ove sse p rovve d e re a c o stit u z io ni di propri e S o tto commi ssioni, l e di s posi z ioni in parola s arebb e ro di sua spe ttanz a . Indip e nd e nt e m e nte d a c ompete n z e t e rritoriali la Commi ss ion e di armistizio dovrà :
- in sediare nel più bre ve t e mp o poss ibile , la De lega z ion e francese e d e ttare le norme p e r i c ontatti co n e s sa;
- provve dere a d e nunziare imme diat a mente al R . Go verno tutt e le ev e ntuali infrazi o ni franc es i all e norme d e lla Co n venzion e
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ORDINANZA DI CR EA ZION E DELLA COMMISSIONE ITALI ANA DI ARMISTIZIO CON LA FRANCIA
27 giugno 1940
Dopo la firma della Convenzione di armistizio il Duce approvò una speciale Ordinanza che creava la speciale Commissione incaricata di vegliare alla sua applicazione. Con il Presidenle vennero nominati anche i sette membri italiani della Commissione ch e iniziarono s ubito dalla sede sce lta, Torino, le attività di contro llo.
FONTE: USSME-CIAF - RACC. 1, fase . 20.
ORDINANZA CON LA QUALE VIENE COSTITUITA
LA COMM ISSIONE ITALI ANA DI ARM ISTIZIO
IL COMA NDANTE SU PR EMO
Visto l'arti colo XXIII della Con ve n zio ne di armistizio del 24 giugno 1940-XVIII , conclusa fra l'Italia e l a Francia; Visto l' ar ticolo I 7 de ll a legge di g ue rra, approvata con R decreto 8 lu g lì o 1938-XVI, n. 141 5; Visto il R. decreto 10 g i ugno I 940-XVI II , n 566 che o r dina l'applica zio ne de ll a l egge predetta;
determina:
Art. 1 . - È costi t uita una commi ss ione di armistizio, alle di p enden ze del Comando Supremo , in carica t a di rego lare e controllare, sia direttamente, s ia a mezzo d e i suoi organi, la esec u z i one della convenzio ne d'armistizio conclusa fra l'Italia e Francia , nonché d'armonizzare detta convenzi o n e co n quella già concl u sa fra Germ an ia e Francia.
Art. 2. - La commissione in dicata nell'articolo preced ente è così cost it uita:
PRESIDENTE
Generale design ato d'armata Ec c. P1 NTOR Pi etro
COM PO NENTI:
Generale di corpo d'armat a Ec c. VECCHIARELLI Carl o Mini s tero della Guerra
74 Mussolini e Pétain
N. 7
D OCUME TO
1940
Ammiraglio di squadra
G enerale di squadra aerea
Ministro plenip. di I a classe
Isp ettore generale
Colonnello
Ordinario di diritto interno
Ecc. GorRA N Ildebrando
Ministero della Marina
Ecc. PELLEGRINl Aldo
Ministero dell'Aeronautica
Ecc . VITETTI Leonardo
Ministero degli Affari Esteri
Dott. LA ZZARI Tommaso
Ministero delle Finanze
VAGLIECO Alessandro
So ttosegretariato fa bbri cazioni di guerra
Pro f. Bosco Giacinto
Commissione consultiva per il diritto di guerra .
Art . 3 . - C on disposiz . i one del Comando Supremo, su proposta del P residente della Commissione; possono essere a questa aggregate persone particolarmente esperte ritenute necessarie per l'assolvimento delle attribuzioni indicate nell 'ar t. 1.
Art. 4 . - Il Comando Supremo, su proposta del Presidente, può nominare sottocommis sione o sezioni, che si rendano necessarie per la esecuzione della convenzione d'armis t izio conclusa con la Francia e per l'armonizzazione di detta convenzione con quella conclusa fra G ermania e Francia.
Art. 5. - La Commissione ha sede in Torino. Nondimeno, il Presidente, quando lo ritenga opportuno, può convocare la Commissione anche altrove.
Art. 6. - Il Ministe ro della Guerra provvederà alla spesa occorrente per il funzionamento d e lla Comm issione .
Dal Qua r ti e r Generale delle Forze Armate, 27 giugno 1940 XVIII
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IL DUCE DEL FASCISMO PRIMO MARESCIALLO DELL'IMPERO Mussolini
GLI ACCORDI ITALO-TEDESCH I DI WIESBADEN
29 giugno 1940
Subito dopo la nomina e la prima riunione della Commissione italiana di armistizio con la Francia s i pose il problema, almeno tecnico, delle sue relazioni con l'analoga Commissione germanica che aveva sede a Wiesbaden e di una certa armonizzazione tra le due Commissioni. Tale fu l'oggetto della speciale riunione di Wiesbaden del 29 giugno 1940 la quale però si concluse con una serie di reticenze reciproche delle quali i documenti qui riportati danno ampio risalto. Si tratta della relazione italiana (I), di quella germanica (II), delle divergenze riscontrate tra le due relazioni (III), ed infine dei chiarimenti forniti dalla parte germanica su queste differenze.
FONTE: USSME-CIAF, Racc. 39, fase . 2 .
I RELAZIONE ITALIANA
CONFERENZA DI WIESBADEN DEL GIORNO 29.6.40.
Erano presenti: il Generale di C. d'A. von Stulpnagel, Capo de lla commissione germa n ica, un ufficiale generale di aeronautica, un capitano di vascello, diversi ufficiali di S. M. ed un funzionario del Ministero degli E steri.
ARGOMENTI TRATTATI:
1°) Collegamento fra la commissione tedesca e quella italiana
Il Capo della commissione tedesca propone di inviar a Torino un ufficia l e dell'Esercito, ed uno della marina, col relativo personale d'ordine.
Propone che noi facciamo lo stesso in senso inverso.
Come trasmissioni esiste un filo diretto telefonico fra la commissione tedesca ed il Comando Supremo germanico (Uffici di Berlino).
Da d etti uffici partono diverse linee dirette per le Autorità Statali di R oma.
76 Mussolini e Pétain
D OCUMENTO N. 8
Il Generale von Sttilpnagel propone di allacciare uno dei detti circuiti da Verona a Torìno (sede della Commissione italiana). Altrimenti s i potrà fare l'allacciamento diretto Wiesbaden-Be r JinoRoma-Torino.
2°) Forza ed armamento delle forze francesi di cui si permette la esistenza nei territori non occupati.
Il Governo germanico s i occupa delle truppe francesi permesse nella Francia metropolitana, ivi compresa la Corsica.
L ascia all'Italia di determinare le truppe francesi permesse nell'Africa del Nord, Siria e Costa francese dei Somali.
Ne lla Francia metropolitana, compresa la Corsica, come è già stato accennato ai plenipotenziari francesi a Compiègne, viene ammessa una forza complessiva di 100.000 uomini. D etta cifra comprende: esercito-aviazione, marina-Garde Mobil e .
Il personale di carriera (ufficiali, sottufficiali, specialisti raffermati ed agents militaires) non deve essere nelle formazion i suddette in proporzione maggiore di quella esistente per una forza eq ui valente in tempo di pace.
Il personale deve essere tutto francese, ossia non deve comprendere né uomini delJ'Africa del Nord, né di altri possedimenti o colonie.
Sarà chiesto alla delega zione francese di proporre la formazi one (Corpi d'Armata, D ivision i, e tc .) per i 100.000 uomini di cui sopra.
Come armame nto la Germania ha int enzione di lasciare alle truppe in questione: mitragliatrici l eggere e pesanti - mortai da fanteria -artiglieria di calibro non supe r iore al 75 - automitragliatrici da "Reconnaissance" e da "Découverte".
Non sono perciò permessi pezzi anticarro, pezzi contraerei e carri armati. La delegazione francese sarà invitata a presentare entro i detti limiti, un programma d'armamento, che ci sarà com uni cato.
Circa l a Corsica ho fatto presente la opportunità che le truppe ivi permesse non eccedano quelle del tempo di pace. La Commiss ion e tedesca è d'accordo.
È l a commissione italiana che deve stabilire le truppe che possono permanere nell'Africa del Nord e nella Siria (per la Costa dei Somali non è il caso di parlarne, dovendo essere detta zona smilitarizzata, ed esse ndo al massimo permesso di mantenervi o portarvi la forza volta a volta necessaria per il mantenimento dello ordine pubblico).
Premesso che ci siamo impegnati per i sudde tti territori a tener con to , in fatto di smobilita z ione e di dis armo, delle necessità con-
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seg uenti allo sp ec ial e a mbient e , ho d e tto ch e , in v ia di m ass ima, l'It a lia p e nsa c h e si d e bba g r a datam e n t e g iung e r e ad un a s ola d ivisi one per o g nuno d e i segue nti te rrit o ri : Marocco, Al geria , T u nisia , Siria.
Circa la com pos i z i o n e e l' ar mam e nt o d e ll e sudd e tte forze h o d e tt o c h e p oss iamo ado ttare il cr ite ri o s egui to dai tedesch i per l e forze m et ropolitane. N o n h o p e rò parlato d e ll ' obbl ig o di in c orporare s ol o e l e m e nti fran cesi bia nchi
L a Co mmi ssio n e t e d es ca non h a nulla da obiettare.
Per i riman e nti possedim e n t i fran cesi l a Commi ss ione t e desca n o t i fich erà alla Deleg a z ione france se c h e le trupp e in e ssi p er m esse non d e bbon o e cc e d ere la fo rz a c h e vi era in tempo di p ac e.
La C o mmis s ione non riti e n e di dover insis tere molto a propos it o di qu e ste ultime t r upp e, n o n a ve ndo n é le i n é noi il mez z o pra t i co p er e se r c ita re n e i de tti territo r i un co ntroll o e fficace .
A scan s o di equivoci ripeto c he le truppe p e rme sse in Afri c a del N o rd , Si r ia e p ossedim e nti c ol o niali fr a nce s i n o n so n o da in cl udere n e l co n t ingente d i 1 00.000 uom i ni d i c ui so pra
La Co mmi ss ione g e rmani ca prop o ne che quell a italiana contro lli a gli e ffe tti d e ll e t rupp e fr anc e s i pe rm esse (ed a g li e ffetti di a lcun e altre v oci , d i c u i in seg uito ) i te rri to ri s egu e nti:
- territorio m etropolitano ad e st d e l Rodano (esclus a la c ittà di Li o ne ) c ompreso fra il Mar e Medit e r r an eo e la strada r o t abil e: L io ne-P o n t d 'Ain -Nant ua - zon a occup a ta dai t e d esc hi ;
- Cors ica;
- Afri ca d e l Nord ;
- Si r ia;
- Cos ta dei Soma li.
Cons t a tand o c he i t e d e schi no n in te nde va no (tr a n ne, co m e dirò d o po, p er l e in d u s tri e d i g u e r ra) es e r ci tare co n tr olli mi sti , m i so no di c hiarat o d'ac c ordo a quanto sopra.
Aggiun g o c h e il Capo della Co mm issi one h a d etto c h e il F ti hrer h a ordina t o c h e tutti i t erritor i fran cesi medit e rran e i s iano la s ciati al controllo italiano. È so lo p e r il fatto che l'It a lia n o n ha credut o di c hi e d e re la occ upa z i o n e dell a intera c o sta medit err a n ea, c he l a Co mmi ss ion e t e d e sca es t e nd e il s u o co ntroll o , in t er ritori o frances e non occupato , s i no alla costa medit e rranea ad ov es t del R o dano.
3 °) Co n segna di ma te riale be llico.
L a G er mani a richi ede rà l a co nseg na d e ll e arti g li e ri e s u ve ico li ferro viari e di t utti i c a r r i arm a ti mod e rni. Probabilmente r ichied e rà la c onsegna anche delle a rtiglieri e pesanti o di parte di ess e .
La Co mmi ss ion e t e d esca p e n sa di ri c hi e d e r e ta l e c onse g na p e r
78 Mus so lin i e Pé tain
quanto riguarda le truppe francesi che si vengono a trovare nel territo rio metropolitano ad ovest del Rodano ed a nord d ella rotabile sopra indicata. Essa ritiene che qualora l'Italia intenda farsi consegnare anch'essa del materiale bellico (a senso dell'art. X della nostra convenzione d'armistizio) debba richiedere il materiale appartenente alle truppe es istenti ne l t erritorio affidato, come detto sopra, al s uo controllo.
Ad ogni modo sono previsti in argomento scambi di notizie.
La Germania stabilirà i punti dove la F r ancia dovrà fare affluire il materiale di cui sopra .
Stabilirà pure le località in cui debbono essere raccolti i materiali bellici da accantonare sotto controllo, che sono quelli esuberanti alle truppe permesse , e non compresi nei ma ter iali da consegnare.
La Commissione tedesca esigerà che i depositi in parola siano costituiti, nel territorio non occupato, nei pressi della linea di demarcazione fra detto territorio e quello occupato.
Per quanto ci riguarda detti depositi dovrebbero essere prossimi al limite esterno delle zone smilitarizzate, dato che il materiale bellico mobile in esse esistente deve essere sgomberato.
Farà eccezione il materiale della Costa francese dei Somali, che ci conviene di fare accantonare in territorio nostro. Nel territorio metropolitano il materiale da accantonare sotto nos tr o controllo è quello esistente nella zona ad est del Rodano, delimitata come d etto più sopra.
Il controllo sul materiale da accantonare della Corsica, Africa del Nord, Siria e Costa francese dei Somali è esclusivamente affidato a noi.
La Commissione te d esca ritiene che non sia pratico stabilire un controllo sul materiale bellico da accantonare negli altri possedimenti francesi.
4°) Controllo industria bellica.
La Commissione tedesca è di avviso che le fabbriche di materiale bellico interessino in solido Italia e Germania, e che perciò convenga affidare ovunque detto controllo a commissioni miste.
Mi sono dichiarato d 'accordo.
Le sottocommissioni tedesche ad hoc non saranno pronte prima del 7-8 luglio.
Il controllo sulle fabbriche del materiale bellico situate nel territorio occupato dalle truppe tedesche rimarrà affidato alle autorità germaniche. Ma è stato convenuto che ufficiali e tecnici della commissione italiana avranno diritto di visitare anche dette fabbriche, su accordi da prendersi volta per volta.
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D'al tra parte è stato conve nuto che quando una commissione desideri visitare installa zi oni esistenti in territori non di sua pertinenza, lo può fare, anc h e in questo caso previo accordi.
È inteso che le sottocommissioni mobil i avranno piena libertà di movimento , in uniforme, nei territori smilitarizzati o non occ upati.
Esse saranno acc o mpagnate da ufficiali francesi solo a titolo di guida. Gli stessi diritti avranno le sottocommissioni fisse.
5°) Controllo aeronautico.
Le zone di controllo aeronaut ico italiano sono le stesse indicate al n. 2.
La G e rmania non richiede la consegna degli aeroplani francesi, ma solo quella degli aeroplani stranieri. Lo stesso potrebbe fare l'Italia, per questi u ltimi , per le zone affidate al suo controllo.
La Commi ss ione tedesca richiederà che gli aeroplani francesi es istenti nel territorio metropolitano non occupa to vengano disarmati ed accantonati sotto controllo, come il rimanente material e bellico.
Non appare pratico, come già detto innan z i, stabi lire un contro llo aerona utico nei possedim en ti coloniali frances i all'infuori di quelli rientranti nella zona di pertinenza italiana. Per detti possedi m e nti si richiederà il dis armo e l'accantonamento degli aeroplani, meno un'aliquota nec ess ari a per il servizio di polizia colonia l e. La Delegazione francese sarà invitata a presentare un programma in argomento per ogni colonia, con l'avv e r te nza che i l numero degli aeroplani da mantener e in se rvizio non deve sup erare quell o in ogni singolo possedimen t o esistente in tempo di pace.
La Commissione tedesca è d el parere che qu e lla italiana a bbia la convivenza di esigere dati pre ci s i circa g li aeroplani esistenti nell'Africa del Nord, dato c he vi sono affluiti, negli ultimi g iorn i p1ima della conclusione dell'armistizio, numerose squadriglie. Richiama pure l'attenzione sulla esistenza in Marocco di numerosi aeroplani americani, in parte in via di montaggio. Se d etti aeroplani so no già stati ven duti al governo francese, debbono seguire la sorte degli aeroplani francesi; se non sono ancora stati vend u ti a detto Governo, d eb bono ess e re consegna ti al Governo italiano.
La Commissione tedesca autorizzerà il servizio di aeroplanicorrieri, escl usi vamen t e civili. La D e l egazione francese dovrà notificarne esattamente numero, tipo e dislocazione abituale.
80 Mu ss olini e Pétain
6°) Controllo navale.
La marina germanica ha inviato il giorno 28 giugno, attraverso il suo Addetto Navale a Rom a, proposte di argomento allo S.M. della R. Marina.
Comunque il punto di vista della Commissione per il disarmo delle navi è il seg u en t e :
- asportar e gli otturatori dell e bocche da fuoco, munizioni, t elemetri, siluri, apparati radio, combustibili, lubrificanti ed acqua;
- congedare gli equipaggi , meno i nuclei di sorveglianza a bordo, per i quali si attenderanno proposte da parte della Delegazione francese.
Si è d'accordo che le navi francesi attualmente dislocate nel Mediterraneo debbano ritirarsi nei porti sotto controllo italiano, preferibilmente Tolone.
Circa le navi da guerra da lasciare in servizio per le colonie (escluso Nord Africa, Siria e Costa dei Somali) si attendono proposte della Delegazione fr ancese. Sarà seguito il criterio di non permettere il mantenimento in servizio di navi in più di quelle che stazionavano in tempo di pace in ogni si ngolo possedimento Non saranno ammessi "stazionari" francesi in acque straniere.
La Commissione tedesca riterrebbe opportuno un controllo navale su Casablanca e su Beyrut, che dovrebbe essere esercitato dalla Commiss ione italiana. Sarebbe sufficiente per questo di aggregare ufficiali di marina alle sottocommissioni italiane per l'Africa del Nord e per la Siria.
7°) Controllo sul divieto di passaggio all'estero di appartenenti alle forze armate francesi e simili.
La Commission e tedesca è di avviso di chiedere alla Delegazione francese le leggi e disposizioni emanate dal suo Governo in proposito Le sottocommissioni controllerebbero, nei territori di propria pertinenza, presso le Autorità e gli Uffici interessati, l'esecuzione di dette leggi e disposizioni.
8 °) Movimento delle navi mercantili francesi.
Si è d'avviso di mantenere in primo tempo la proibizione alle navi in questione di navigare.
Eccezioni che riguardino il Mediterraneo ed il Mar Rosso s aranno d etermin ate dalla Commissione italiana.
Per il trasporto in patria, nei due sensi, dei contingenti bianchi e di color e congedati, la Francia deve dare proposte. Resta inteso che i relativi trasporti a mezzo di navi mercantili saranno fatti a pieno rischio francese.
1940 81
Mussolini e Pétain
9°) Trasmis s ioni radio.
Verrà mantenuto sino a nuovo ordine il divieto di emissione e trasmissione radio.
Faranno eccezione l e trasmissioni nei due sensi dalla Mad re Patria alle colonie, ed alle navi in navigazione .
Dette trasmissioni debbono essere fatte es clusivamente da staz ioni che la Delegazione francese proporrà, e con codice in possesso delle Commissioni italiana e tedesca, o delle loro sot tocommissioni. Il controllo sarà eseg uit o , con modalità che ogni Commissione fisserà, sulle stazioni che entrano nei limiti territoriali per ogni Commissione, come detto sopra, fissati (n . 2 ) .
10°) La Commis sione tedesca fa presente che nel terri torio occupato dall e truppe tedesche si trovano im prig ionati od internati dei cittadini italiani, mantenuti tuttora sotto custodia .
Chiede se deve consegnarli a lle Autorità italiane e con quali modalità.
IL GENERALE DI C <l'A. (Mario Roatta )
II
RELAZIONE GERMANICA
L a Commissione germanica di armistizio ed il generale italiano Ro atta hanno raggiunto, il 29 gi ugn o i n Wiesbaden, i seg uen t i accordi circa l'esecuzione delle Convenzioni d'armistizio francotedesca e ita l o-francese.
1°) Smobilitazione e disarmo delle forze armate francesi (art. 4 Conv . Germanica ed art. IX Conv. Italiana)
L'espressione "smobilitazione" si deve così intendere :
- tutte le forze alle armi, in quanto non trovi impiego nelle unità consentite dalle forze armate residue, deve essere congedata.
I militari di carriera, ufficiali effettivi e sot tufficiali, rimangono a disposizione per la costituzione d elle forze armate residue.
In proposito si deve esigere che, nelle forze armate residue, sia assicurata una certa proporzione tra ufficiali, sottufficiali specializzati e truppa.
Per i militari di carriera, che non possono essere accolti ne ll e forze armate residue, viene lasciato al Governo fran cese la scelta se impiegarli in servizio civile statale o congedarli.
82
2 °) For za e costituzione delle forze armate francesi residue (art. 4 C onv . Ge rmanic a e d art. XX Con v. Italiana)
P er la forza e la costituzione de ll e forze armat e franc es i res i d u e val go n o le segue nti direttive:
a ) - Le fo rze co mpl essive dell e fo r ze armate residue fra nce si (esercito-mar i n a - aeronautica) nella parte non occ upata della m adrepatria franc ese, Corsica co mpresa, non dev e s uperare i 100 . 00 0 u o mini , co mpresi g li uffi cia li ( in genere), ufficiali medici e funzionari mil it ari.
Oltre queste fo r ze non è permessa la costituzione di unità armat e di po li zia.
Nelle forze a rma te (100 .000 uomini ) è compresa la g uard ia mobil e.
b ) - Nei 100.000 uomini so pra indicati non so no comprese le trupp e dei poss e dime n ti, protettorati e mandati fra n cesi.
La forz a d e ll e truppe per i possedime nti francesi del M e diterr aneo ( Maro cco - Alge ri a - Tuni sia - S i ria ) viene det er minata dall'It a l ia.
P e r gli altri possed i menti france s i (Africa C e ntrale - Indoci n a ed I nd ie Occid ~ntali ) è prevista la smobilita z ione d e ll e unità ivi dislocat e si no a ll a forza di pace.
c) - Ne l le fo r ze armate residue frances i n o n debbono essere impiegati so ld ati di co lore .
d ) - P e r l'arm a ment o e la costitu z ione d e ll e forze armate di 100 .000 uom i n i in mad re patria ve n gono co n cess i: - arm i di fant e ri a, co mpr esi i fucili mitragliatori - mitr ag liatric i - lanciab ombe - m a esclusi i cann o n i per fante ri a;
- artiglieria leggera fino al cannone da campagna da 75 mm .;
- carr i armati leggeri (co n mitragliatrici ) d i vecch i o m odell o , e autoblindate da ri co gnizione ( P an c h ard) in numero limitato;
- n o n s ono concesse l e artiglierie di cali bro superiore ai 75 mm. le armi anticarro , l e arti glier ie controaeree.
L 'e ntit à nume ri c a degli orga n i ci verrà s t ab i li ta ne i pa r ti c olari , dalla co mmissione ge rmani ca d ' armi stizio.
P rima delle d ec isioni d e finitive verrà chies ta l'a p pro vazi one della co mmissione italiana.
3 °) Consegna di armi e materiali bellici (art. 5 Con v . G e rmani ca e d art. X Conv. Ita li ana) Le r ic hieste di co nsegn a d e lla Commission e G e rmanica si l imit e rann o i n g enerale alle armi corazzat e, c annoni ( pezzi) di ar tigli er ia, canno n i anti ca rro e ca nn o ni con t r aerei mo b ili.
P e r la limita z ione delle u nit à fran cesi, per le qua l i son o co mpetenti a fare de ll e ri c hiest e ri s pettivam e n te la Ge rmania o l' It alia,
1940
83
vale il criterio che, nella madre patria francese, l'Italia è autorizzata a richiudere la consegna di armi delle u nità che sono state al fronte alpino contro l'Italia. Le ul teriori unità dell'esercito francese nella madre patria sottostanno aJle richieste della Germania.
4 ° ) Raccolta e custodia delle armi e dei materiali bellici, nella madre patria francese, che non sono consentiti alle forze armate residue francesi , né consegnate all'Italia o alla Germania (art. 6 Conv. German ica ed art. XI Coov . Italiana).
Circa le trattati ve relative all'esecuzione di queste condizion i nella madrepatria francese la procedura spetta alla Commissione Germanica finché l'esecuzione è in relazione stretta con la costit u zione delle forze armate residue francesi.
Per l'esecuzione d el controllo militare sulla smobilitazione e sul disarmo, sulle forze armate residue e sui materiali posti in cus todia, viene stabilita la seguente lin ea di demarcazione:
- strada Bellegarde -P ont d'Ain - Miribel (strade e locali tà all'Italia)
- Margine est L yo n (abitato Lyon alla Germania) - Rodano fino allo sbocco ne l Mediterraneo.
Ad est di questa linea di controllo è esercitato dall'Italia, ad Ovest dalla G ermania.
Sulla Corsica il controllo è esercitato dall'Italia.
Il controllo dell'industria bellica, in t utto il territorio non occupato, è esercitato ins ieme dall ' I talia e dalla Germania
Si fa riserva di particolari accordi su questo punto.
Le commissioni di controllo vestono l 'uniform e. Si deve esigere per esse complete libertà di movimento, anche nell'aria.
I francesi debbono mettere a loro disposizione ufficiali di accompagnamento .
Si è d'accor<lo che la linea di demarcazione sopra indicata va l e soltanto per il controllo militare, ma non indica alcun confine per la coJlaborazione .politica ed economica fra Germania ed Italia da un lato e la Fran<;ia non occupata dall'altro.
5°) Disarmo della flotta
(art. 8 Conv. Germ anica ed art. XII Conv. Italiana )
Per l'esecuzione del disarmo si osserveranno le seg u enti misure:
a) - sbarco di tutti i combustibili, munizioni, otturatori, telemetri, siluri, min e, bombe subacque, munizioni scoppianti ed armi portatili;
b) - smontaggio di parte degli impianti r.t . ;
c) - congedo d egli eq uipa ggi . Circa ulterio re impiego dei mili-
84 Mussolini e Pétain
tari è necessaria una apposita delibera zione .
L 'en tità delle forze navali concesse per la sicurezza delle Colonie viene determinata : per le Colonie francesi dell'Oceano Atlantico e dell'Oceano Indo-Pacifico dalla Commiss ion e germanica; per le colonie francesi nel Mediterraneo, ne l Mar Rosso e nel Golfo di Aden dalla Comm issione I taliana.
Vale come principio che nel Mediterra n eo non saranno consentite forze navali francesi. P er -le altre colonie, deve essere tollerato, come massimo, la forza di pace.
In generale per la smobilitazione e disarmo delle navi sono da considerare i porti di origine di pace.
6 °) Controllo sulla esecuzione del disarmo
Il controllo sulla esecuzione del disarmo è esercitato s ulla costa francese occidentale dalla Commissione Germanica, su ll a costa mediterranea dalla Comnùssione Italiana (art. 9 de lJa Conv. Germanica ed art. XIII della Conv. Italiana)
Per la richiesta di . dati sugli sbarramenti di mine e sulla loro eliminazione la Germania è competente per la cos ta francese occidental e, l'Italia per la costa mediterranea.
7° ) Articolo JO della convenzione germanica e articolo XIV della convenzione italiana
La Commissione germanica esigerà, dal governo francese, per l'esecuzione di queste disposizioni, la comunicazione delle misure legali stabilite per l'esecuzione d e ll e disposizioni stesse.
8 ° ) Marina mercantile
(art. 11 della Conv. Germ anka ed art. XVI d ella Convenzione I taliana).
Oltre al richiamo ai port i d'origine delle navi mercantili trovantis i fuori della Francia, la Commissione germanica esigerà che a tutte le navi mercantiU francesi sia interdetto il passaggio della rotta di Gibilterra, per sot trarre le navi alla cattura inglese.
Le navi francesi che tornano ai port i atlantici d 'origine debbono essere awertite di guadagnare dapprima la costa ispano-portoghese e di tenersi quindi, quanto più possibile vicino alla costa.
La ripresa d e l traffico navale, verrà regolato , secondo la situazione, neU'Oceano Atlantico dalla G ermania, nel M editerraneo dall'Italia .
9°) Comunicazioni aeree
(art. 12 Conv. Germanica ed art. XVIII Conv. I taliana)
P er il controllo de ll'aviazione m ili tare francese disarmata vale
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la lin ea di d emarcazione ci ta ta al n. 4.
P er permessi eccezional i di deco ll o so no compe tenti la Germania o L'Italia nell e loro rispettive zone di controllo
Sono concess i ai fran ces i soltanto aeroplani civili di co llegament o ed in num e ro ristre t to.
Tutti g li aeroplani milit ari dell' aviazione sa ranno di sarmati e c u stoditi.
Per il disarm o d ell'aviazi o ne del Nord Africa ed in Siria valgano le s t esse di s p osi zio ni stabilite per l a m a drepatria francese.
P e r le a l tre co lo nie verra nn o con cess i aerop lani per scopi di polizia , in base a lla cons i stenza di pace.
Aer op lani miJitari non d ebbono esse r e man te nuti neppure nelle colonie.
10 ° ) Radiocomun ica zioni
(art. 14 Conv. German ica e art. XIX Conv. Italiana)
P er l'esecuzione della convenzi o n e d'armisti zi o e p er il collegamento co n le na vi france s i e con la colonia , il governo francese è autorizzato a co municar e mediante ra dio, cifrati secondo un codice e d una c hiave, consegnati alle commiss ioni german ica e italiana.
11 ° ) Transit o di merci
(art. 15 Conv. Germanica e art. XX Conv. Italiana)
Il regolamento del traffi co di transito dell e m erci attraverso il territorio non occup ato sarà regolato da ulterio ri accordi , dopo iJ ripri st ino delle fe rrovie.
12° ) Consegna dei prigio11ìeri (art. 19 Conv. Germanica e art. XII Con v. Italiana)
La Commissione i talian a è pregata di fornire noti zie sui cit tadini italiani ch e erano e mi grati in Francia ed ivi sono s tati internati.
Nel caso che q u este persone fossero cadute in man o te desca sarebbe da decidere se esse debb ano essere awi ate in Italia o respinte in territorio fran cese non occ upato
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DIFFERENZE RISCONTRATE FRA LA RELAZIONE 1TALIANA E LA RELAZIONE GERMANICA
SUGLI ACCORDI DI WIESBADEN
DEL 29 GIUGNO 1940 XVIII
I - Forza ed armamento nei territori non occupati (cap. 2° della Relazione Italiana)
a) Secondo la R.I. spetta all'Italia definire le forze concesse nella Costa dei Somali; nella R.G. manca tale precisazione e sembra quindi che la Costa dei Soma.li s ia compresa tra i possedimenti per i quali è prevista la smob ilita zione fino alla forza di pace.
(La R.I. riprende inoltre e chiarisce il concetto prima espresso ancora a pag 2 - 6° capov ).
b) La R.I. precisa che la proporzione tra ufficiali, sottufficiali, specializzati di carriera etc . "non d eve superare quella del tempo di pace" ; la R.G . più genericame nte richiede che "sia assicurata una certa proporzione".
c) La R.G. precisa che, oltre la forza di 100.000 uomini , non è ammessa la costituzione di unità armate di polizia.
Ne lla R.I. manca tale precisazione .
d) Circa l'armamento la R.G . concede "carri armati leggeri" per quanto "di vecchio modello"; la R.I. non permet te caITi armati.
e) La R.G. stabilisce che "l'entità numerica degli organici verrà stabilita nei particolari dalla Commissione germanica , ma , prima delle decisioni definitive, verrà chiesta l'approvazio ne della Commissione i tal ian a" ; la R.I. non ne parla.
II - Consegna di materiale bellico
(cap . 3° d e lla Re lazio ne Italiana)
La R.G. d efinisce solo quanto riguarda il materiale bellico d ella Madrepatria; la R.I. stabilisce che "il controllo s ul materiale bellico da accan t onare della Corsica , dell'A frica del Nord, Siria e Costa francese dei Somali è esclus iv a m e nte a ffida to a noi".
III - Controllo aeronautico
(cap. 5° d e lla Re la z ione Italiana)
La R.I. affe rma che la German ia chiede "la consegna degli aeroplani stranieri" e considera, in proposito, il caso degli aeroplani am e ricani; la R.G. non tratta tale questione.
IV - Controllo navale
(cap. 6 ° della Relazione Italiana)
a) Circa il disarmo deJie navi, la R.l. considera l'asporta zione
1940
III
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degli apparati radio da ll e navi stesse ; la R . G. prevede invece "smontaggio di parti degli impianti r.t.".
b) Secondo la R .I. saranno "congedati gli equipaggi, meno nuclei di sorveglianza a bordo"; la R.G. non parla di tali nuclei.
c) La R.I. precisa che "le navi attualmente dislocate nel Mediterraneo debbano ritirarsi nei porti sotto controllo italiano e prefe 1ibilmente a Tolone; la R .G. non fa cenno a quest'obbligo.
d) Secondo la R .I. le forze navali ammesse per la sicurezza delle colon i e saranno definite, in genera l e, appena saran no note le proposte francesi in meri to; la R.G. precisa invece che "l' entità delle forze navali, concesse per l e colonie francesi nel Mediterraneo, nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden, viene determinata dall'Italia".
e) La R.I. accenna al controllo i taliano su Casablanca e Beyruth mentre la R.G . non ne fa cenn o.
f) La R.I. accenna alla· convenienza iniziale di proi bire , in generale, la navigazione merca ntil e francese mentre la R.G. riferisce che "la ripresa del traffico sarà rego lata secondo la s i t ua zio" ne .
g) La R .G. accenna aJla p roibizione per le na vi frances i di /S eguire la rolla di Gibilterra per sottrarle alla cattura inglese; la R.I. non ne fa cenno.
V - Trasmis s ioni radio
(ca p . 9° della Relazione I taliana)
La R.G. non precisa, come la R.I., che l e trasm issioni radio ammesse tra governo, navi e co lonie, sono consentite so lo da de t erm inate stazioni.
I V
CHIARIMENTI FOR NITI DALLA C.T.A. CIRCA
ALCUNE DIFFERENZE RISCO NTRAT E TRA RELAZIONE ITALIANA E RELAZ IO N E TED E SCA S UG LI ACCORDI DI WIESBADEN DEL 29 GIUG NO 1940
la) - Secondo la convinzione i taliana , art. 3, 2° capoverso, la Somalia francese sarà totalmente smili tari zzata . L'Italia sta b ilisce le misure relative alla S omal ia francese .
Ib) - Si è voluto intendere che ne ll e forze armate resi d ue francesi dovrà esservi una opportuna proporzione numerica t ra ufficiali sottufficiali e Lruppa, rispondente ad un normale ra pp or-
88 Mussolini e
Pétain
to di pace. Verranno autorizzate piccole deviazioni risp e tto a ll a s itua zio ne pre bellica.
le) - La C.T.A. intende autorizzare, o lt re alla forza, ma il proge tto co n segnato non di ce que sto, di J 00.000 u om ini, altri 5000 uomini in più per l a cost ituzione della guardia mobile ( unità di polizia), ne l tenitorio non occupato.
Id ) - Per "vecchi carri armati leggeri con mitragliatrici" debbono int e ndersi a utoblindate (Pan zerspa hw agen) non carri a1mati ( Pan ze rkam p fwage n ).
l e) - Tale accordo è ' stato preso. Il piano organico d e finjtivo ve rrà trasm esso all a C. I.A .
II ) - Il punto di vista italiano è esalto. L'Ita li a assume il co ntrollo , o ltr e che s ulla zo na ad E del Rod ano, an c he su ll a Corsica, Nord Africa, Siria e Somalia francese.
ID ) - Non è stabilita un a "con segna" di aeroplani, bensì un "accantonamento" (Sicherstellung). Deg li aerop lani strani eri, possono 1ientrare nell'accantonam ento quelli che in seguito a commesse straniere so no da co nsid era rsi francesi. E vi d entemen t e, però, gli aeroplani che per es. si trovino ancora in America non sono perseguibili.
IVa) - Non è definito se dalle na vi s i debbano asportare gl i inted impianti radi o o soltanto elementi di essi. L'im portante è che gli impianti non s iano più in g rado di funzionare.
IVb ) -A bordo restano solt anto picco li presidi di guardia, in civile. Nessun so ldat o.
IVc) - Po iché il Meditemrneo , in linea di princ1p1 0 , è zo na di co ntrollo italiana, la questione non è stata particolarmente toccala nella re lazione tede sca.
JVd ) - Il regolamen to è lasciato all1talia nel Mar Rosso e n e l Go lfo di Ad en. È stato stabili to il principio ch e n e l Med iterraneo non ve nga consentita alcuna forza navale francese.
La co nces s ione temporanea di navi, per l'impiego co ntro l'Ing hilterra, resta indip e ndent e da ciò.
IV e) - Il con troll o italian o s i estende ai porti mediterranei. Ca-
1940 89
sablanca, come porto atlantico, è zona di controllo tedesca.
IVf) - Il regolam ento del traffico commerciale marittimo nel Mediterraneo è compìuto dall'Italia.
IVg) -La proibizione del passaggio per Gibilterra, per le navi da guerra e commerciali francesi, venne concordata nelle conversazioni del Gen. Roatta.
Dopo l'incidente franco-inglese di Orano il passaggio venne di nuovo accordato, con la sospensione dell'art. 8 della Conversazione tedesca. A quanto risulta non ne è stato fatto alcun uso.
V) - Di massima l'esercizio del traffico radio è legato all'autorizzazione tedesca e italiana. Non vi è però nulla in contrario , quando siano rispettate le seguenti:
- dati sulle stazioni impiegate con nominativi e frequenze;
- trasmissione in chfaro o preventiva consegna del cifrario impiegato.
Qualora le operazioni tedesche o italiane fossero disturbate tecnicamente dal traffico radio francese, sussiste la facoltà di es cludere determinate stazioni o frequenze
Poiché da parte dei francesi sono stati trasmetti ripetuti messaggi radio con cifrario ignoto, i francesi sono stati ammoniti che in caso di ulteriori infrazioni, il traffico radio verrebbe totalmente proibito.
90 Mussolini e Pétain
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BANDO DEL D UCE SUI TERRITORI OCCUPATI
30 luglio 1940
A proposito dell'amministrazione dei territori occupati dalle forze armate italiane ed allo scopo di fare cessare la legge di guerra, il Duce, nella sua qualità di "comandante delle truppe operanti su tutte le fronti" emanò, in data 30 luglio, il seguente Bando circa i territori occupati che venivano pertanto sottratti sia alla giurisdizione delle autorità francesi sia a quella delle autorità militari italiane con una decisione che suscitò tenaci opposizioni francesi prefi.gurando essa una vera e propria annessione degli stessi territori.
FONTE: USSME-CIAF-RACC. 8, fase. 3.
BANDO CO NCERNENTE GLI ORDI NAMENTI AMMINISTRATIVI E LA ORGANIZZAZIONE GIUDIZIARIA NEI TERRITORI OCCUPATI
LE FR ONTI
Visto il R.D. 10 giugno 1940-XVIII, n. 566, che ordina l'applicazione della legge di guerra nei t erritori dello Stato;
Visto l'art . 6 d el R.D . 8 luglio 1938-XVI, n. 1415;
Vist i gli art ic oli 15, 16 , 17 e 18 della legge di g u erra , il cui testo è s ta to approvato con il Regio decreto predetto;
ORDI NA :
CAPO I
DEGLI ORDINAMENTI AMMINISTRATIVI
Art. 1 - Esercizio dei poteri civili. Nomina di Commissari civili Nei territori francesi occupati d alle forze armate ita li a ne i poteri civili, ai sensi degli articoli 16 e 54 a 66 della legge di guerra, sono eserci ta ti da Commissari civili.
1940 91 DO CUMEN TO N. 9
D UCE PRIMO MARESCIALLO DELL'IMPERO COMANDANTE DEL LE TRUPPE OPERANTI SU TUTTE
IL
Alla nomina e, quando occorra, alla revoca dei Commissari civili, si provved e r e con ordinanza del Comando Supremo.
L'ordinanza che nomina il Commissario civile determina la circoscrizione per ]a q ual e eg li esercita le proprie attribuzioni
Art. 2 - Dipendenza di Commissari civili
I Commissari civili dipendono dal Comando Supremo. Tutta via il Comando Supremo può disporre che i Commissari civili, per tutte le loro attribuzioni o per talune di esse, dipendano d ai Comandi di Corpo d'Armata.
I Commissari civili sono inoltre tenuti ad osservare le istruzioni impartite dai Comandi dei presidi militari, relativamente alle questioni concernenti l'ordine pubblico.
Art 3 - Attribu zioni dei Commissari civili
I Commissari civili provvedono a ristabilire e ad assicurare l'ordine e la vita pubblica, e in particolare vigilano perché siano rispettati l'onore e i diritti di famiglia, la vita degli individui e la proprietà, nonché le convinzioni religiose e l'esercizio dei culti.
Art. 4 - Autorità e funzionari civili francesi
Le autorità e i funzionari civili francesi sono mantenuti nell'esercizio delle loro fu n zion i , sa lvo che il Commissario civile, per esigenze politiche, militari o di ordine pubblico, ne disponga la sost ituzione.
Qualora il Commissario civile eserciti tale facoltà di sostituzione nei riguardi di un'amministrazione comunale, le funzioni del sindaco e d eg li altri organi dell'amministrazione comunale sono affidate ad un Commissario straordinario, scelto, di preferenza, fra gli abitanti del Comune stesso.
Art. 5 - Esecutorietà dei provvedimenti delle autorità amministrative francesi
Le deliberazioni delle autorità amministrative francesi, le quali, a norma delle le gg i francesi, siano soggette ad approvazione, rat i fica o visto di una autorità superiore, non sono esecutorie, se non abbiano riportato anche il visto del Commissario civile, il quale ha faco ltà di rifiutarlo, qualora ritenga che la deliberazione non sia regolare o non soddisfi alle esigenze d e lla popola z ione civile o a quelle delle forze armate occupanti. Tal e visto sostituisce l'approvazione, la ratifica o il visto della auto1ità s uperiore, qual ora questa non abbia se d e ne l territorio occupato dalle forze armate italiane.
Sono in ogni caso soggetti a l visto preveduto dal comma prece-
92 Mussolini e Pétain
dente gli ordini, qualunque sia la loro natura e la loro fonna, che sono rivolti alla generalità d egli abitanti.
Il Commissario civile ha sempre facoltà di sospendere o di vietare l'esec uzione di qualsiasi provvedimen to o deliberazione delle autorità francesi mantenute nell'esercizio delle loro funzioni.
Art. 6 - Autorità civili francesi che abbandvnano le loro {unzionz
Le autorità e i funzionari civiLi francesi, che hanno abbandon ato il posto e che oon lo riass um eranno n e l te rmine di di ec i giorni dalla data di pubblicazione di questo bando, potranno essere, dal Commissario civile, dichiarati decaduti dall'ufficio ed eventualmente sost ituiti. Quando ricorrano specia li circostanze, il Commissario civile ha facoltà di prorogare tale termine con ordinanza p u bblicata m e diant e affissione agli a lbi comunali
Art. 7 - Ritomo della popolazione
Per facilitare il ritorno delle popolazioni civili nei territori occupati dalle forze armate italiane, i Commissari civili adottano , sentite, ove occorra, le autorità amministrative loca li, Je oppor tune misure, e impartiscono a dette autorità le relative disposizioni.
Art. 8 - Salvacondotto per il rientro nei territori occupati o l'uscita da essi
Gli abitanti d e i tenitori francesi occupati dalle forze armate italiane, che, avendoli abbandonati, intendono farvi ritorno, debbono muiùrsi di uno speciale salvacondotto rilasciato dall'autorità militare e vistato dal Commissario civile.
Di eg ual e documento debbono munirsi gli abitanti di detti territori che si r ecano nel territorio francese non occupato dalle forze armate italiane.
Art. 9 - Movi111ento delle rnerci da e per i territori occupati
Il movimento d e ll e m e rci e d ei prodotti di qualsiasi specie fra i territori francesi occupati dalle forze annate italia n e e ogni altro territorio diverso da quello d el Reg no è sogge t to alle disposizioni legislative e regolamentari vigenti nel Regno in materia dogan ale, ivi compreso quelle relative ai divieti d'importazione e di esportazione e ai tributi che si rendono in qualsiasi modo applicabili alle merci importate nel Regno o da questo esportate.
Art. 1O - Dervghe ai divieti di importazione
N e i t erritor i fra nc esi occupati dall e forze armate italiane è con-
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sentita l'introduzione, in deroga ai d ivieti di importazione stabiliti dalla legge italiana e in ese n zione dogana le:
1° - degli effetti personali, delle masserizie e degli strumenti di lavoro precedentemente asportati dagli abitanti di detti territori, che vi facciano ritorno ;
2° - dei generi alimentari e degli altri generi di cons umo necessari per la vita della popo lazione civile, nonché d ei materiali occorrenti per la ricostruzione o pe r la riparazione degli edifici distrutti o danneggiati p er effetto d e lle ope r azioni b e lli che.
Per quanto concerne gli oggetti indicati nel n. 2 del comma precedente, i limiti , le condizioni e le modalità di applicazione della dispos i zione del comma s tesso sono determinati dai Commissari civili, d'intesa con l'autorità militare e con l'au t ori tà doganale.
S ono, in ogni caso, escluse daJJ e agevolazioni prevedute dal primo comma le merci di c ui è proibita l'importazione ne l territorio d el Regno, per ra gioni di carattere fiscale, sani tario e di polìzia, e particolarmente i tabacchi greggi e l avorati, la saccarina , il sale marino e il salgemma, gli accendisigari e le loro parti s taccate, i fiammiferi, gli stupefacent i, le armi e gli esplosivi
Art. l l - Di vieto di esportazione di oggetti d'arte È vietata l'esportazi one d i oggetti d'arte dai territori francesi occupati dalle forze armate ita li ane in ogni altro terri torio diverso da que ll o italiano.
Art. 12 - MovimenlO di merci fra il territorio del Regno e quelli occupati
Le merci e i prodotti di qualsiasi specie poss ono lib eramente circolare fra il territorio del Regno e il territorio france se occupato dall e forze arm ate italiane.
I gene ri sogge tti in Italia ad imposta di fabbricazione non posso no essere trasportati da l territorio francese occupato dalle forze armate dello Stato nel territorio del Regno, se non viene provato che abb iano ivi assolto la imposta.
Sono vietati nel territorio francese occupato dall e forze armate italiane la pro duzione e i l co mmercio di qual s iasi genere assogge ttato ne l Regno a regim e di monopolio.
Art. 13 - Moneta a corso legale
Nei territori francesi occu p ati dalle forze armate ita liane ha corso legale la lira italiana. Pu ò altresì circolare il franco francese, co n efficacia libera t o ria , al cambio di lire trenta per cento franchi.
94 Mussolini e Pétain
Art. 14 - Divieto di negoziazione di mezzi di pagamento all'estero
È vietata nei territori francesi, occupati dalle forze armate italiane, qualsiasi forma di neg oziazione di valuta diversa da quella italiana e da quella francese, nonché di titoli e val ori stilati in valuta diversa da quella italiana e da quella francese .
È vietata la negoziazione della valuta fran c ese in valuta italiana, a un cambio diverso da quello stabilito nell'articolo precedente.
Art. 15 - Divieto di esportazione di merci
L'esportazione di merci dai t erritor i francesi occupati dalle forze armate italiane in ogni altro territorio diverso da quello italiano non può essere effettuata se non in base a benestare ri lasciato dalla filial e più vicina della Banca d'Italia o da una delle aziende di credito autorizzate a fungere da agenzia della Banca d'Italia.
L' esporta tore è tenuto a cedere all'Istituto nazionale per i cambi con l'estero, per il t rami te della Banca d'Italia, ovvero di una delle aziende suddette, le valute pervenu tegli in pagamento delle merci esportate.
L'ob bligo di cessione preveduto dal comma precedente si estende alle valute ricevute in corrispettivo di servizi prestati in territo1io diverso da quello italiano e da quell i occupati dalle forze armate ìtalìane, in dipend enza di attività commerciali esercitate in questi ultimi .
Art. 16 - Divieto di introduzione o esportazione di valori Sono vietate, salvo quanto è disposto dall'articolo seguente:
1° - L'introduzione da qualsiasi territorio diverso da quello del Regno, nei territori francesi occupati dalle forze armate italiane, di bigl ietti di Stato o di Banca italiani e franc es i nonch é di titoli di credito e valori stilati in valut a italiana o francese;
2° - L 'espor ta zione dai territori francesi occupati dalle forze armate italian e ìn ogni altro te rri torio diverso da quello del Regno, dì qual s iasi specie di biglietti di Stato e di Banca, nonché dei ti toli dì credito e valori stilati in qualsiasi valuta.
Art. 17 - Facoltà di portare valuta in caso di uscita dal territorio occupato o di ritorno in esso
Coloro che dai territori francesi occupati dalle forze armate italiane s i recano in qua lsias i territorio div erso da quello del Regno, hanno faco l tà di portare con sé valuta italiana fino all'am-
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montare di lire duecentocinquanta, valuta fra nce se fino all'ammontare di franchi mille , nonch é qualsiasi somma in valuta diversa da quella ita liana che sia stata ottenuta per effetto di regolare cessione dall'Istitu to Nazionale per i cambi con l'estero, per il tramit e della Banca d'Italia o di una deUe Aziende di c redito autorizzate a fungere da Agenzia della Banca d1talia.
Gli abitanti dei territori francesi occupati dalle forze annate italiane che, avendo abbandonato tali territori, vi facciano ritorno, hanno facoltà di portare con sé val uta francese fino all'ammontare d i franchi cinqu emila. Quando ricorrono s peciali circostanze, i Commissari civili hanno facoltà di autorizzare a detti abitanti l'introduzione di somme maggiori in valuta francese.
Art. 18 - Regolamento del piccolo traffico Locale
I Commissari civili hanno facoltà di emanare, con loro ordinanze, se ntite l'autorità militare e l'autorità doganale, norme per rego lare, in deroga alle disposizioni d ei precedenti articoli 9, 15 , 16, 17 , il piccolo traffico locale fra i territori francesi occupati dalle forze armate dello Stato e i co n tigui territori francesi.
Art. 19 - Accertamenti delle trasgressioni alle norme s ulle valute
La compe tenza ad accertare le violazio ni degli articoli 13 e 17 e dell e disposizioni emanate ai sensi dell'art. 18, spetta a tutt i co loro che, nei territori francesi occ up ati dalle forze armate italiane, sono investiti di funzioni di polizia giudiziaria, nonch é, n ei limiti de l servizio cui so no d estinati e secondo le attribuzioni lo ro conferite, ai funzionari delle R. Dogane e agli ufficiali postali.
Dell'accertamento è redatto processo verbal e che è notificato in copia al trasgressore.
Le viola zioni indicate n e l primo comma sono pun i te , sal vo quanto disposto dal successivo articolo, a norma degli articoli 2, 3, 4, 5, 6, 7 e 8 del R. decreto-l egge 5 dicembre 1938-XVII, n. 1928, convertito nella legge 2 giugno 1939-XVII, n. 739.
La competenza attribuita dagli articoli stessi al Minis tro per gli scambi e per le va lute compete, n ei territori francesi occupati dalle forze armate italiane, al Comandante supremo, o p er s ua delega, al Comandante de lle forze d i occupazion e.
Art. 20 - Disposizioni penali in materia di scamb i, di valute e di commercio dell'oro
Si applicano nei territ ori francesi occupati dalle forze armate italiane le dispos izioni della legge 28 lugli o 1939-XVII, n. l 097.
96 Mussolini e Pétain
CAPO II
DELL'AMMINISTRAZIONE DELLA GIUSTIZIA CIVILE E PENALE
Sezione I - GIUSTIZIA PENALE
Art. 21 - Giudice di pace
Nei territori francesi occupati dalle forze armate italiane, considerati zona delle operazioni ai sensi d e ll'art. 15 della legge di guerra, il cui testo è stato approvato con R. Decreto 8 luglio 1938XVI, n. 1415 , la competenza del giudice dì pace, in materia penale, è estesa ai reati, la cui cognizione, secondo l'ordinamento processuale penale francese, spetterebbe al tribunale correzionale e al tribunale dei minorenni.
Art. 22 - Giudice istruttore
Per i procedim en ti di competenza della Corte di Assise, le funzioni demandate dall'ordinamento francese al giudice istruttore e alla camera di accus·a, sono esercitate dal giudice di pace.
Art. 23 - Pubblico Ministero
Presso il giudice di pace, nei territori francesi occupati dalle forze armate italiane, è istituito un ufficio d el Pubblico Ministero.
Il rappresentante del Pubblico Minist ero è nominato dal Comandante delle forze armate occupanti fra gli abitanti dei territori occupati, che siano specialmente idonei, ovvero fra gli ufficiali dell'esercito occupante.
Art. 24 - Corte di Assise
La cognizione dei delitti che, secondo l'ordinamento processuale penale francese, spetterebbe alla Corte di Assise è devoluta alla Corte di Assise di Torino, con l'osservanza delle norme processuali penali italiane.
Art. 25 - Comp etenza del Tribunale militare di guerra
Appartiene al Tribunale militare di guerra costituito presso le truppe occupanti la cognizione dei reati preveduti dalla legge penale militare e dalla legge penale comunale italiana, commessi dagli abitanti del territorio francese occupato a danno delle forze armate di occupazione e delle persone a esse appartenenti, o da esse dipendenti per essere al loro servizio o al loro seguito, nonché la cognizione dei reati preveduti da leggi penali italiane relative alla sicurezza dello Stato, al contrabbando doganale o alla valuta
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che ve n gano es t ese ai t erritoli occupati.
P er g li altli rea ti, n el caso di concorso di militali italiani e di abitanti del territorio francese occupato , la cog ni zion e d e i reati stessi appartiene, per tu tti g li imputati , al Trib unaJ e mili tar e d i guerra.
Art. 26 - Appello
Contro le se ntenze penali emesse dal giudi ce di pace in virtù d e i p oteri a lui attlibuiti d all'art. 21 è a mmesso appello de ll 'imputat o o del Pubblico Mini ste ro , seco nd o le norm e processuali penaJ i italiane.
Il g iudizio di ap pello è devoluto aJla Corte di Appello di Torin o.
Art. 27 - R icorso per Cassazione
Contro le se ntenze emesse dall a Corte di Appello di Tolino e dalla Corte d'Assise di Torino ai se nsi degli articol i precedenti è amm esso licorso alla Cassaz ione del Regno , seco ndo le n orme d el codice di p rocedura p e nal e italiana.
Sezione II - GIUSTIZIA CIVILE
Art. 28 - Competenza del giudice di pace
N e i territori france si occupati daJle forze armate i tali ane , la com pe te n za del gi udic e di pace, in materia civi le, è estesa a qu ell a che, secondo l'ord inamento francese, apparterrebbe al Tribuna le di prima is tan za e al T1ibunale di co mm ercio .
Art. 29 - Sospensione dei procedimenti civili
U giudi ce di pace co nosce solo degli affari urgenti; in ogni alt ro caso ordina la sospensione dei procedimenti, ancorché s i tratti di volontaria g iuri s dizion e.
A richiesta degli int eressati o d el Pub b lico Ministero, o an ch e di ufficio, il gi udi ce h a facoltà di prendere i prowedimenti conservativi e urg enti per la di fes a di diritt i e di inte ressi les i o es posti a p ericolo.
Art. 30 - Appello
Contro i prowedim e nti dei giudici di pace e mes si in virtù d e i poteri attribuiti dall'art. 28 è amm esso appell o, secondo le norm e pro cessuali civili italian e.
La co gnizi one dell 'a ppe ll o appartiene a ll a Corte di Appello d i To rino.
98 Mu ssolini e Pétain
Art 31 - Ri corso per Cassa zione
Contro le sentenze della Corte di Appello di Torino, emesse ai sensi dell'articolo precedente, può essere propos to ricorso per cassazione alla Corte suprema di Roma, seco ndo le norme processuali i taliane vigenti.
Art. 32 - Sospensione dei termmz
Rim a ngono sospesi, fino a nuova disposizione, il corso delle prescrizioni e quello dei t ermin i legali o convenzionali portanti decadenza dall'eserci zio di una azione o di un'eccezione o di un diritto qualsiasi.
Nei procedimenti civili di cui sia stata ordinata la sospensione, rimangono sospesi anche i termini processuali.
Sezione III - NORME FINALI
Art. 33 - Intitolazione delle sentenze
L e sen tenze del giudice di pace emesse seco ndo le norme del presente bando so no precedute dalla intitolazione: "In nome della l egge" .
Art. 34 - Legge sostantiva applicabile
Per i reati commessi dagli abitanti dei territori francesi occupati dalle forze armate italiane, e non soggetti alla giurisdizione militare, si applica la le gge penale francese.
L a materia civile e commerciale e gli affari di giurisdizione volontaria, relativi agli abitanti dei territori occupati, continuano ad essere regolati dalla legge civile commerciale francese, salvo che sia stabilito diversament e da speciali disposizioni emana te dalle autorità italiane.
CAPO III
DISPOSIZIONI COMUNI AI DUE CAPI PRECEDENTI
Art. 35 - Pubblicazione delle disposizioni richiamate dal Bando
Le disposi z ioni richiamate nell'art. 9 saranno pubblicate, nei territori francesi occupati dalle forze armate italiane, mediante il deposito delle disposizioni stesse presso gli uffici doganali, dove gli abitanti potranno p renderne visione.
Le disposizioni richiamate nel terzo comma dell'art. 19 e nell'art . 20 saranno pubblicate, ne.i territori francesi occupati dalle
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forze armate italiane, mediante affissione agli albi comunali.
Art. 36 - Pubblicazione del Bando. Entrata in vigore
Il presente bando entra in vigore dal giorno della sua pubblicazione.
Il presente bando è pubblicato mediante affissione negli albi comunicabili dei territori occupati.
Dal Quartier Generale delle Forze Armate, il 30 luglio 1940-XVJII.
IL DUCE DEL FASCISMO PRIMO MARESCIALLO DELL'IMPERO MUSSOLINI
100 Mus solini e Pétain
LE DIRETIIVE STRATEGICHE DEL DU CE DOPO LA RESA FRANCESE
31 luglio 1940
Dopo la fine delle operazioni militari contro la Fran cia Mussolini parve orientarsi verso una attività bellica da realizzarsi specialmente attraverso La Marin a e l'Aeronautica. Qua nto all'esercito appare curioso, se non preoccupante la dislocazione decisa dal Du ce in qu es te su e direttiv e strategiche.
FONTE: USSME -C IAF.
SU P ERESERCI TO SUPE RMARI NA
A SU PERAERE O SUPERCOMANDO A.S .l. EGEO MIL RODI
e, per conoscen za:. SO TTOSE GRETARIO DI STATO ALLA GUERRA SUPERCOMA DO A.O. I.
Oggetto: Direttive s trategi c he
Concluso e d in via di esecuzione l'armistizio con la Francia, la no s tra situazione militare rima ne sos tanzialmente se mplificata. Gran parte dell'Ese rcito prima ope rante s ull e Alpi si s ta awiando nella p a rte centr ale dell a valle p a dana ove sarà in mi sura di essere solleci tamente diretto e conce ntrato tanto verso nord quanto ve rso est , second o che le es igenze potranno richiedere.
Per o ra, e non cons id era to l'Imp e ro c h e cos titujsce teatro di operaz ion e a sé, non ci rimane che una sola frontiera terres tre sulla quale agire: la Cirenaica. Il Gove rnatore Generale della Libia ha ricevuto da m e direttive precise ci rca la condotta da segujre. Non rim ane ora c h e invia rg li con og ni m ez zo tutti i mat e r iali ric hiesti affinché eg li pos s a essere al più presto in grado di svo lge re il co mpit o assegnatogli, compito di fondamentale importanza st rategica e politica.
1940 101 DO CU MENTO N. 10
* * *
Scomparsa la Ma1ina francese resta sola operante la Marina in glese - in due nuclei: q u ello più numeroso di Alessandria e l'altro c he si appoggia a Gibilterra.
La nostra marina occupando una pos izio n e centrale fra i due nuclei è in buone con di z ioni per sfruttare questa separazione delle fo rz e nemiche.
Occo rre p ertanto man tenere e sempre più sviluppare un largo servjzio di scoperta p er essere in grado di pote r interv e nire al momento opportuno.
Le nostre forze navali, comprese le due 35 mila che saranno in g rado fra po co di prendere parte all e operazioni at tive , so no LaJi da poter vantaggiosa m en t e affrontare sia l'uno che l'altro dei due gruppi avversa ri .
Anche per la Marina come per tutte le forze armate operanti, importa al massimo l a d ecisione e l'audacia, se nza di che l'azione rimarrebbe ste ril e o d addirittu ra n egativa.
La no s tra aviazione ha ora in Medite1Tan eo una decisa s uperi orità sulla a vversaria. A parte il servizio di avvistam en t o p er il quale come ho sopra detto devono essere dedicate tutte le cure, la nostra av iazi one h a tre obiettivi da battere: Ma lta - Alessandria - la fl otta n emi ca in mare.
Ma l'intervento c ontro questi obiettivi d eve esse r e fatto da masse di velivoli a o nd ate st1ccessive non da scarse aliquote ch e non possono produrre che minimi danni. * * -.'t
Informate a queste direttive la vos tra azione di comando.
I L DUCE DEL FASCISMO
PRIMO MARESCIALLO DELL' IM PERO
COMANDANTE SU P REMO DELL E F ORZE ARMAT E
Mussolini
102 Mussolini e Pétain
* * *
I TIMORI ITALIANI CIRCA L'ESECUZIONE DELL'ARMISTIZIO
7 agosto 1940
Fin dall'inizio della sua applicazione il trattato dì armistizio sollevò negli ambienti militari italiani alcune perplessità circa la sua elusione da parte delle autorità francesi. Il servizio segreto militare italiano (SIM) ne fece l'oggetto di questa speciale comunicazione.
FONTE: USSME -CIAF
Convenzione di armistizio italo- francese. Lavoro delle sezioni italiane di controllo.
AL MINISTERO DELLA GUERRA - Gabinetto - SEDE
AL COMANDO SUPREMO - Stato Maggiore Generale - POSTA MILITARE
ALLO STATO MAGGIORE R. ESERCITO POSTA MILITARE
Da informazioni pervenute da varie fonti si ha l'impressione che le autorità militari francesi, pur avendo applica to con ostenta ta sollecitudine t utte le clausole previste dalla commissione d'armistizio con l'Italia (costituzione di depositi di materiale bellico controllati, arretramento delle truppe già schierate alla frontiera alpina), possano essere riuscite ad eludere in parte talune garanzie implicite dai due provvedimenti.
Infatti:
- Non esiste alcuna certezza che le armi e le munizioni dei vari depositi siano le stesse che si trovavano nelle opere o presso le truppe già schierate presso la nostra frontiera; non si può pertanto esclude re che un certo numero di armi automatiche con le rela tive muniz ioni siano state nascoste nei casolari o nei boschi prossimi alle opere fortificate.
- I militari lasciati per vari motivi (tutti previsti dall e condizioni d'armistizio) a guardia delle opere, caserme, rifugi, centrali elet triche , magazzini, sono ancora numerosi e molto ben scelti qualitativamente; essi potrebbero costituire i nuclei per l'eventuale inquadramento dei militari appartene n t i alle unità da fortezza i quali, reclutati nelle valli alpine vi stanno rientrando per effetto della smobilitazione e stanno riprendendo le loro occupazioni nei
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centri abitati prossimi alle opere ne!Je quali hanno prestato servizio durante la guerra.
- Le nostre sezioni di controllo recentemente trasferitesi oltre la linea di demarca zione della zona smilitarizzata sono troppo lontane per esercitare sulle z one fortificate un'azione di controllo continua, insistente e tale da garantire una eventuale automatica ed indisturbata occ upa zione da parte nostra del territorio prossimo alla nostra frontiera.
- I militari dell'armata delle Alpi non si considerano battuti dagli italiani e tollerano, con atteggiamenti di sufficienza la presenza delle nostre commissioni in Francia.
L'ambiente militare francese con il qual e i nostri ufficiali sono a contatto non è con sc io della gravità d e lla situazione politica e militare in cui si trova la Francia e tende a trattare con noi da pari a pari.
Si direbbe che italiani e tedeschi siano dei collaboratori alla ricostruzione interna, più che vincitori che hanno la possibilità di imporre le loro determinazioni.
Contro tal e modo di vedere anche la Commissione tedesca d 'armistizio ha dovuto re agire.
Commissione itali ana armistizio informata.
104 Mussolini e Pétain
•
P er IL CAPO SERVIZIO assente IL VICE CAPO SERVIZIO Colonn . d i S.M.
(C. Amè)
PROCESSO VERBALE DELL'INCONTRO TRA L'AMM. DUPLAT ED IL GEN. PINTOR
29 agosto 1940
In uno dei primi incontri di Torino tra il capo della delegazione francese, amm. Duplat, ed il presidente della CIAF, gen Pintor venne evocata la vasta gamma dei problemi delle attività della CIAF e delle reticenze francesi riguardo ad una rigorosa applicazione delle disposizioni armistiziali. Interessante per questi motivi la versione che, dell'incontro, diede alle autorità di Vichy, l'amm. Duplat nel seguente processo verbale dell'incontro del 29 agosto 1940, al termine del quale fu deciso da parte italiana l'abolizione della stretta di mano che aveva causalo tra le due parti incidenti connessi al mancato scambio di saluto.
FONTE: DFCIA-SHAT, l/P/78
RESOCONTO SOMMARIO del colloquio svoltosi tra l'Ammiraglio Du plat e il Generale Pintor, Presidente della C.I.A., il giorno di giovedì 29 agosto 1940.
1° - Applicazione dell'armistizio nell'Africa del Nord.
L'Ammiraglio Duplat è sorpreso di fronte alle osservazioni formulate sulla maniera in cui è stato applicato l'armistizio nell'Africa del Nord. Da alcune informazioni ricevute dalla D.F .C.I.A . risulta che, nel corso di una conferenza ten uta si il 22 agosto, i Generali Lerecci e Boselli hanno riconosciuto che le domande fatte avevano ricevuto delle risposte adeguate, fatta eccezione per quella relativa agli effettivi alla quale, beninteso, si risponderà pross imamente .
Il Generale Pintor ha considerato cosa normale il fatto che le truppe siano rapidamente evacuate dalla zona demili tarizzata, purché restino nelle vicinanze della linea di d emarcazione .
Ora, il Generale Bumol ha risposto alla domanda fattagli in merito a l fatto di non sapere dove si trovassero tali truppe, il che ha provocato alcune rimostran~e da parte italiana. L'armamen to di tali effettivi costituiva in effetti l'unica prova a disposizione del Governo italiano, in caso di mancata applicazione delle clausole relative all'Armistizio in questa regione.
L'Ammiraglio Duplat rende noto che, a seguito de l ricorso for-
1940 105 DO CUM ENT O N. 12
mulato in merito alla mancanza di ord ini des tin ati al di sarmo e a ll o stoccaggio degli aere i in Africa Settentrionale, il Govern o francese ha d eciso di avviare una inchiesta tramite il Ge nerale Pica rd, Capo di Stato Magg iore d e ll'A e ron a u tic a Milita r e . Tal e inchi es ta non è anco ra t erminata, ma in Algeria, il Pres id ente della Del egazion e d e ll 'Aeronau t ica Milit are ha dichiara t o al Ge ne ra le Picard di non avere alcuna osservazione da fare.
Il Generale Pintor ha chiesto se fosse possi bil e ottenere la s tessa g aran zia per il Marocco .
L'Am miraglio Dup lat h a ri s posto c h e l'inchiesta n o n era stata ancora u lti mata in que sta region e.
2 ° - Misure cau telative in Siria
L'Ammiragli o Dup lat chiede a l Ge nerale Pin to r delle info rmazion i s ull 'arrivo dell a d e legazione italiana in Siria. Risp osta negativa
L'Ammiragli o n e approfitta p er rico rdare c h e, in conformi tà delle ist i t uzi o ni fornite d a l Ge n era le P intor, sarà richie sto a lla de l egaz ione di a tt eners i a ll e ra ccoma ndazi oni che le ve rranno fatte a l fine di ev itare ogni tipo di co ntratt e mp o.
3° - Funzioni attribuite alle delegazion i
Tornando su tali mansioni e sull' i nte resse a preci sarle, l'Ammiraglio Duplat segnala nuova mente il caso de gli ex- consoli app arte n e nti alle d elegazioni che h anno la naturale t en den za a riprendere le loro funzioni p r ecedenti e ad occ u p arsi di politica.
Tal e mani era di procedere ha già da t o luogo a diversi incidenti; l'Ammiraglio cita il caso del Sottotene nte Cam era n i, ex-co nsole ge n er aJe ita liano a Nizza, n onché qu ell o degli ex-co n so li di Aj accio e di Bastia.
Precisa e sottolinea in oltre che, al fi n e di evi t are event uali ri vo lte da parte d ell e popolaz ioni, g li ex-consoli non d evo no insediarsi ne i loro ex-co n solati, a n che privi dell a larga.
Infi n e, occupandosi attua lmente una Commi ss ione d e ll a Croce Ross a , delle q u es t ioni assi s t enziali r ela tive a gli italiani ind igen t i , - questione del tutto esterna alle clau so le d ell'Arm ist izio - se mbra che gli ex -conso li n on d e bbano più i nteressarsene
Il Generale Pinto r si è dichiarato d'accordo sulla questione dei c onso lati, precisando p e r ò c h e se quest i u ltimi non po tesse ro essere riaperti, il Governo Italiano provvederebbe a mette r e in contatto l'intermed iario d e ll e proprie d e leg a zi on i con i numerosi i tali ani r es identi in F r ancia. Gli ex-consoli erano partico larmente prepar ati a que sta a tti vi tà.
L'Ammiraglio ha reso noto ch e tali contatti potevano ormai
106 Mussolini e Pérain
essere presi - con vantaggio - tramite i delegati della Croce Rossa per tutte quelle questioni assistenziali che non hanno nulla in comune con le clausole dell'Armistizio.
Il Generale Pintor ha risposto che la Croce Rossa avendo solo un organo centrale, essa necessiterebbe di ramificazioni create da un contatto lra ex-consoli ed italiani provenienti da diverse regioni. Il Generale ha inoltre preso nota dei vari incidenti segnalati per r i badire ancora una volta ai Consoli - ha sostenuto, l'orientamento apolitico della loro missione .
4° - Caso Santa - Maria
L'Ammiraglio ha approfittato del carattere assunto dalla conversazione per comunicare i dati fomiti via radio in merito alla campagna intrapresa dal Sig. Santa-Maria sulle vessazioni subite dagli italiani in Tunisia .
Ha fatto notare, secondo la sua opinione, c h e la causa dei lievi incidenti recentemente verificatisi in T u nisia è da attribuirsi in gran parte ai fermenti prodotti da questa campagna che sarebbe invece opportuno mettere a tacere.
Il Generale Pintor ha dichiarato di conoscere q u esto giornalista, pur non essendo molto bene informato sulla sua campagna. Ha fatto richiesta delle notizie trasmesse via radio al fine di ottenere una precisa documenta zione per la sua prossima visita a Roma.
5° - Situazione dei france s i internati in Italia o costretti ad una residenza coatta
L'Ammiraglio rende nota la propria impossibilità a ricevere una risposta dalla sottocommissione degli Affari Generali in merito al suddetto quesito posto da oltre un mese!
Il Generale Pintor afferma d i non essere al corrente e ci chiede ciò che esattamente desideriamo. Nel caso in cui si tratti di ottenere una lista sulla quale figurino i nomi e la situazione dei Francesi in Italia, la risposta non può essere favorevole, poiché si tratterebbe di una sorta di indagine. Egli ritiene invece che ogni caso particolare possa essere segnalato e si dichiara convinto del fatto che le richieste di informazioni così formulate verranno soddisfatte.
6 ° - Applicazione dell'ordinanza del Duce relativa alla vita dei francesi in territorio occupato
L'Ammiraglio rammenta tutte le difficoltà segnalate da diverse lettere sul rientro di funzionari francesi nelle zone occupate e sul1'esistenza delle popolazioni residenti in tali zone.
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Riguardo ai quindici funzionari che non sono stati ammessi m Tarantasca, il Generale Pintor riconosce che il Commissario Civile ha proceduto ad un'applicazione troppo ristretta del regolamento molto liberale del Duce. Questo tipo di atteggiamento si s piega con la raccomandazione fatta ai Commissari Civili di essere molto attenti sull'argomento dei maestri elementari francesi, molti dei quali vantano la sgradita reputazione di comunisti. In merito al divie to di gestire alcune fabbriche , ad esempio, il Generale Pintor precisa che non si tratta affatto di espropri, bens ì di una variazione da applicarsi a talune situazioni. Esaminerà il caso dei piccoli centri appartenenti alla zona libera sprow isti di alcune installazioni (elettricità, acqua, ecc.) presenti invece nella zona occupata. Per tutte le questioni relative alle difficoltà di sussistenza d elle popolazioni (prezzi delle derrate, cambi, salvacondotti, ecc.), sarebbe opportuno curare alcuni particolari di cui si occuperà a Roma con la massima attenzione al fine di evitare notevoli differenze tra le condizioni di vita dei francesi e quelle degli italiani residenti in questa zona. AJ co n trario, il Generale insiste sul fatto che non sarebbe assolutamente possibile introdurre gendarmi e doganieri, esercitando la potenza occupante il completo dominio dal punto di vista della polizia e della Pubblica Sicurezza.
7° - IJ Generale P intor aveva iniziato questo colloquio comunicando la sua decisione riguardo l'eliminazione della stretta di mano al fine di evitare nuovi incidenti simili a i due già verificatesi. A conclusione del nostro colloquio mi dice - in maniera tra l'altro molto gentile: "ci stringiamo la mano per l'ultima volta ".
COMPTE RENDU SOMMAIRE d e l'entretie n entre l'Amiral DUPLAT et le Général PINTOR, Président de la e.I.A. le J eudi 29 Aoflt 1940
1° - Application de l'Armistice en Afrique du Nord.
L'Amiral Duplat s 'étonne des observations formulées sur l a rnanière dont l'Arrnistice est appliqué en Afrique du Nord. Des renseignernents reçus par la D.F.C.I.A., il r ésulte qu'au cou rs d'une confét-ence t e nue l e 22 Aoilt, les Généraux Lerecci et Boselli ont reconnu que !es questions posées avaient reçu satisfaction, sauf celle des effectifs à laquelle il est entendu qu 'on répon drait prochainernent.
Le Général Pintor a reconnu que pour la zone dérnilitarisée, i.I était normai que les troupes aient été rapidernent évacuées d e cette zone, mais à condition de se tenir ensuite au voisinage de la ligne de dérnarcatio n.
Or, le Général Burnol a répondu à la question qui lui était posée à ce sujet qu'il ne savait pas où se trouvaient ces troupes, ce qui a rnotivé la r éclarnation italienne.
108 Mussolini e Pétain
L'annement de ces effectifs constituait en effet Je seul gage à la disposition du Gouvernement italien, pour le cas de non exécution de clauses de l'Armistice dans cette région.
L'Amiral Duplat fait connatrre qu 'à la suite de la plainte formulée au sujet du manque d'ordres pour le désarrnement et le stockage aérien en Afrique du Nord , le Gouvernement français a prescrit une enquéte qui a été confiée au Général Picard, Chef d 'Etat-Major de l'Armée de l'Air. Cette enquèt e n'est pas encore terminée, mais en Algérie , le Président de la Délégation Aéronautique ltalienne a déclaré au Général Picard qu'il n'avait aucune observation à formuler.
Le GénéraJ Pintor a demandé si la mème assurance pou vait etre donnée pour le Maroc.
L'AmiraJ Duplat a répondu que l'enquète n'était pa s encore terminée dans cette région.
2
° - Précautions en Syrie
L'Amiral Duplat demande au Général Pintor s'il a des renseignements sur l'arrivée de la délégation italienne en Syrie. Réponse négative.
L'Am iral en pronte pour rappeler que, conforrnément aux instructions données par le Général Pintor, il sera hautement désirable que la délégation se conforme aux recommandations qui lu.i seront faites pour éviter t0ut in cident.
3° - Attributions des délégations
L'AmiraJ Duplat r evenant sur ces at tributions et l'intérèt qu'il y aurait à !es bien préciser, signale à nouveau le cas des ex -consuls faisan t partie des délégations qui ont une tendance naturelle à reprendre leurs fonctions antérieures, et à s'occuper de politique. Cette manière d e faire à déjà donn é lieu à plusieurs incidents, et J'AmiraJ cite le cas du Sous-L ieutenant Camerani, ancien consul général d'ltalie à Nice, et celui des anciens consuls d'Ajaccio et d e Bastia. Il précise d'une façon très nette que pour éviter t oute confusion de la part des populations, !es anciens consuls ne d oivent pas s'installer dans Jeurs anciens consulats, m ème démunis de leur plaque. Enfin, une Commissio n d e la Croix-Rouge s'occupa n t maintenan t des questions de l'Assistance aux indigents italiens, question complètement en dehors des clauses d e l'Armistice, il semble que les anciens consuls ne devraien t pas désormais avoir à s 'en occuper.
Le GénéraJ Pi ntor s'est déclaré d'accord sur la question des Consulats, mais a précisé que si les Consulats n e pouvaient évidemment étre r éouverts, le Gouvernernent italien étai t fondé à faire prendre contact, par l'interrnédiaire de ses délégations, avec ]es nombreux Itali.ens r ésidant en France. Les anc i.ens consuls étaien t particuli.èrement qualifiés pour cette besogne.
L'Amiral a fait valoir que ce contact pouvait ètre avantageusement pris désormais par les délégués d e la Croix-Rouge, pour toutes ces questions d ' assistance qui n'ont rien à voir avec !es clauses de l'Armistice
Le Général Pintor ' a répondu que la Croix-Rouge n'avait en France qu'un organe central qui aurait besoin de rarnifications constituées tout naturelleme nt par les anciens consuls en contac t avec les Italiens des différentes régions. Il a pris note des incidents signalés pour faire rappeler, une fois de plus, at-il <lit, aux Consuls que leur mission n e comporte aucun caractère politique.
4°- Af/aire Santa-Maria
L'Arniral a pro fité d e cette orientation d e la conversation pour communiquer les relevés de la radio concernant la campagne faite par M. Santa-Maria sur !es vexations subie par les ltaliens en Tunisie. Il a signalé qu'à so n avis )es légers incidents survenu s récemment en Tunisie étaient en gran d e partie dus à l'excitation produite par cette camp agne qu'il y a aurait intérèt à supprimer.
Le Général Pintor a dit co nnaitre ce journaliste sans paraitre exacteme nt
1940 109
informé de sa campagne. fJ a demandé la communication des relevés de la radio pour faire part de la d émarche faiLe, quand il irai t prochainement à Rome.
5° - Situat ion des francais intemés en ltalie ou astreints a une residence forcée L' AmiraJ fait part de l'impossibilité où il se trouve de recevoir une réponse de la Sous-Commission des Affaires Général au sujet de certe question posée depuis plu s d ' un m o is!
Le Général Pintor di t qu'il n'est pas au cow-ant e t demande ce que no us d ésirons exactement S'il s'agit d'obtenir une liste donnant les noms et la situation des F rançais en Italie, la réponse ne peut etre favorable puisqu'il s'a girai! alors d'une sorte d'e nqu ete. Par conlre, il pense que t out cas parti c uli er peul etre signalé et se d éclare convainc u que les demande s de rensei gnements a in s i présenlées s er o n t sati sfai tes.
6° - Application de l'arrété du Duce pour la vie des français en territoire occ11 pé L' Amiral rappelJe toutes les difficultés signalée par différe ntes le ttres au s uj c:-1 du retour des fonctionn aires françai s e n zone occupée et de l'ex.istence des populations dans ceue zone.
Au sujet des 15 fonctionnaires qui n'onl pas été admi s en Tarentaise, le Général Pintor reconn ait que le Comrnissaire Civil a appUqu é le règlement très libéra l du Du ce d'une manière étroite. Cell e attitud e doit s'expliquer par le fait qu e les Commissaires Civil s ont été prévenus d'etre très attentifs au sujet des instituteurs Erançais qui ont la racheuse réputation d'etre, pour beaucoup d 'entre eux, communi stes.
Au suje t d e l'interdi ctio n d'exp loite r ce rtaines usines par exemple, le Gé néral Pintor préci se qu'il ne s'agit pas du tout d'expropriation , mais d'une substitution dans certaines con diti ons à régler. D étudiera le cas des vill ages de la zone libre d ésservis par certain es instaUations (é lectricité, eau, et c.) s ituées e n zo ne occ upée. Pour toutes les questions touchant aux diffi cu ltés d 'ex.istence des population s ( prLx des d e nrées, changes , sauf-con duits, etc.), il co nvi ent qu'il y a là certains détails à régler, et dont il s'occupera à Rome, en y apportant toute la bienveillance possible p our ne pas créer de différenc.es appréciables entr e les c.o nditi ons de vie des Français et dc s ltaliens dans cett e zo n e. Il ins iste par co ntre sur le fait qu ' il ne saurait etre qu es tion d'y introduire ge ndarmes e t douani ers, la pui ssance occupante ayant tout pou voir au point de vue police et sécurité.
7° - Le Gé n éral P intor avait com men cé cet entre ti e n en faisant part de sa d écis io n au sujet d e la s uppression du serrement de main s pour éviter d ésormais tout nouvel in cide nt aussi regrettabl e que )es deux qui se sont produits.
En terminant notre entretien , il me dit, très aimablement d ' ailleurs: "Nous nous serrons la main pour la dernière fois".
110 Mussolini e Pétain
MEMORANDUM FRANCESE SULLA SOSPENSIONE DEL DISARMO
4 settembre 1940
Dopo gli attacchi britannici e gollisti a Mers el-Kebir, a Orano, e a Dakar, il governo di Vichy rivolse alla CIAF una richiesta di sospensiva delle clausole dell'armistizio a proposito del disarmo navale ed aeronautico delle forze armate francesi d'Oltre Mare. Il memorandum presentato dall'Amm. Duplat al presidente della CIAF il 4 settembre 1940 è del seguente tenore.
FONTE: DFCIA-SHAT, l/ P/78
MEMORAND UM
Nel momento in cui le due commissioni d'armistizio autorizzano il governo francese a prendere tutte le misure necessarie imposte dalla dissidenza dell'Africa Centrale, la Commissione Italiana notifica alle autorità navali l'ordine di disarmare la flotta e le piazze marittime.
Senza attardarsi sulle modalità di applicazione, il governo francese cerca di esporre in tutta franchezza ai governi italiano e tedesco, nella speranza di convincerli, le seguenti osservazioni re la tive all'opportunità o meno di questo disarmo.
Dopo l'aggressione britannica contro Mers-el-Kebir, gli Alti Comandi Ita li ano e Tedesco hanno approvato le misure prese in questa occasione dall'Alto Comando Francese, e hanno acconsentito a soprassedere all'applicazione delle clausole navali ed aeree dell'armistizio. Riconoscono che ad una situazione politica completamente nuova ed imprevista devono corrispondere adeguate deroghe alle convenzioni d'armistizio.
A partire da quel momento, questa nuova situazione di ostilità della Gran Bretagna nei confronti della Francia si è sviluppata ed aggravata.
La dichiarazione del blocco delle coste della Francia, dell'Africa del Nord e di alcune colonie, a cui si aggiunge la propaganda che provoca movimenti di dissidenza nei nostri territori di cui al momento attuale è impossibile valutarne l' entità, hanno creato una situazione particolare di cu i noi dobbiamo necessariamente tenere conto.
1940 111 DOCUMEN TO N. 13
Abbiamo ri sposto con la forza agli attacchi britannici:
- a Orano, con il fuoco delle navi e delle batterie costiere;
- a Gibilterra, con un bombardamento aereo;
-a Dakar, con tiri di D.C.A.
Abbiamo risposto alla pressione britannica sull e nostre co loni e con tutti i mezzi cli cui ctisponevano.
Se non siamo riusciti a stroncare tutti i movimenti dei dissidenti, ciò è attribuibile in gran parte alla insopportabile pressione economica e morale eser citata sui nostri territori d'Oltre Mare che è sfoci ata nel blocco marittimo francese ed anche n e utrale e n e l blocco parziale delle comunicazioni radio-telegrafiche imposte dai governi italiano e tedesco .
Abbiamo ri s posto al blocco britannico ricorrendo all'impiego delle navi scorta e con la minaccia aero- navale eser citata indirettamente sulla Botta brita nn ica con la sola presenza delle nostre navi da guerra armate; difesa indubbiamente passiva, ma che è rimasta passiva soltanto perché dal momento in cui hanno sferrato il loro attacco con tro Dakar, i Britannici non hanno intrapreso nessun 'altra azione, né contro le nostre navi da guerra, n é contro il nostro traffico commerciale.
Le conseguen ze di un mutamento delle condizioni poli tiche sopraggiunte in seguito alla firma dell'armistizio so no sta te so ttolineate co n forza dallo stesso Alto Comando Tedesco nella sua no ta n° 121/40, in cui si esigeva la consegna dell e armi "in garan zia del!' esecuzione dell'armistizio" .
Non vi e ra nulla infatti nell'atteggiamento de l govern o francese che potesse indicare l'intenzione di non voler eseguire le clausole di questo armistizio, ma H Presidente della Commissione Tedesca fece notare che "il proseguimento della guerra contro l'Inghilterra costringeva il 'R eich Tedesco' ad as s icurare garanzie asso lute a causa delle misure che era obbliga to a prendere a tale effe t to".
Ad una situazione imprevista, corrispose dunque, un'esigen za nuova riguardante un caso che non era quello esplicitamente previsto dalla convenzio n e d'armistizio.
È per lo stesso motivo - dato che le condizioni politiche attuali sono profondamente diverse da quelle previste al momento della conclusione dell'armisti zio - che il governo francese chi ede ai governi italiano e t edesco di continuare a trattare il problema navale in mod o speciale.
I negoziati economici franco -tedeschi in corso si stanno orientando verso una ripresa del traffico marittim o co mmerciale con le colonie francesi. Senza traffico coloniale, la Francia soccomberebbe alla carestia e ai disorctini sociali derivanti dalla disoccupazione.
112 Mu ssolin i e Pétain
Come proteggere questo traffico dalle incursioni inglesi senza una scorta di navigazione da guerra eventualmente sostenuta da forze importanti?
Impiegare una flotta coloniale d'armistizio, come è il caso attualmen te nell'Africa Equatoriale, sarebbe del tutto insufficiente alla protezione dell'Impero
Siamo indotti a pensare che l'interruzione quasi totale del traffico marittimo e delle relazioni commerciali con le colonie, aggiunta alla pressione britannica, potrebbe sfociare in futuro, nel1'Africa del Nord e nella totalità dell'Impero francese, in una rivolta a cui il governo francese, malgrado i propri impegni, non potrebbero opporre resistenza alcuna.
L 'esempio di alcune colonie dissidenti, dopo due mesi di armistizio, lo dimostra chiaramente. Una ribellione e dissidenza di tale entità rientrerebbe negli interessi dei governi italiano e tedesco?
Se i governi italiano e tedesco non desiderano assistere alJ'estendersi di un movimento suscettibile di mettere a disposizione dell'Impero Britannico la quasi totalità dei mezzi dell'Impero Francese, sarebbe opportuno lasciarci - onde consentirci di svo lgere la nostra attività di polizia preventiva, e di procedere ad eventuali azioni di repressione, nonché ai compiti affidatici per il mantenimento delle comunicazioni - il lib ero uso delle forze navali ed aeree autorizzate durante il periodo di sospensione delle clausole dell'armistizio. Sarebbe inoltre opportuno rendere meno rigide e rigorose le condizioni di impiego.
Riepilogando, il governo francese ha firma to delle convenzioni di armistizio che intende applicare lealmente Ma all'epoca in cui furono firmati questi documenti, nulla lascia va presagire né le aggressioni navali a Mers-el-Kebir e a Dakar, né il blocco navale britannico esteso a tutto l'Impero Francese, né le minacciose azioni di dissidenza, alcune già tra do tte in pratica da parte di alcune colonie in preda alla disperazione a causa deUa mancanza di collegamenti marittimi.
Chiede dunque ai governi italiano e tedesco:
- di mantenere la sospensione delle clausole navali e aeronavali dell'armistizio;
- di accordare, oltre il Medi terraneo, nell'Atlantico a sud del parallelo di Gibilterra, nell'Oceano Indian o e Pacifico, una maggior libertà di movimento alle navi da guerra francesi.
1940 113
Au moment o ù les d e ux Commi ssions d 'Armi s ti ce autori sc nt le Gouvememenl F rançais à prendrc to ute s les mesures im posécs par la dissidence dc l'Afrique Centrale, la Commission Italienne notifie aux Aut0rités Navales l'o rdre de désarm er la Fl otte et !es Pl aces Maritimes.
Sans s'anarder a ux modalités d'appli cation, le Gouvern ement Fra nçais tient à exp oser franchement aux Gouvememcnt !talien et Allemand, avec l'espoir de Ics convaindre, !es remarques suiva ntes relatives à l'opportunité de ce désannement.
Qu and, ap rès l'agression b1-itannique sur Mers-el-Keb ir Ics Hauts Commandements Italien ed All emand ont approuvé Ics m csurcs prise s à cette occasion par le Haut Com mand e m e nt França is et consenti à s u rseo ir à l'a pplication des clauses navales et aériennes de l'armistice, il s reconnaissaie nt qu'à une situation politiqu e entièrement nou velle et imprévue devaient correspondre des d érogations aux conventions d 'arm is tice.
Depuis celle é poque, cette situation nouvell e, l' hostilité d e la Grande Bretagnc à l'égard de la F rance, s'est développée e t s'est aggravée. La déclaration du blocus des còtes d e F rance, d 'Afrique du I ord et de certai n es colo ni es, la propagande provoquant des mouvements de dissid ence dans nos territoires et dont il es t encore impo ss ible de dire l'ampleur, ont crée pow· nous une s itu ation dont il nous sembl e nécessa ire de lenir compte.
Nous avons répondu p ar la force aux anaqu es britanniques:
-à Ora n, p ar le feu de navires et des batt erics de cote;
- à Gibraltar par un bombardemen t aérieo;
- à Dakar par des tirs d e D.C.A.
ous avons répondu à la pression britannique sur n os colonies avec tous !es moye ns dont nous dispositions; si nous n'avons p as pu juguler tous Ics mouvements de di ss id e nce, c'es t en grande patti e à ca use d e la pression éco norniqe et moral e insupp o rtable pour nos territoires d'o utre-mer qu'on t e mrain é l'arret compl et du trafi c maritimc franç ais et meme neutre e t l'arret pa1-ii al d es comm unications radio-télégraph iques imposés par les gouvememems Ilalien ed Allemand.
Au blocus britanniqu e, n o us avon s répondu par l'escon e et par la mcnace aéronaval e indirectem e nt exe r cée sur la flott e britan niq u e par la seule prése n ce d e n os batim e nts de guerre armés; défense sans doule pass ive, mais qui n'est restée passive que parce q u e depuis leur ana que sur Dakar, les Britanniques ne se sont livrés à aucuoe attaqu e ni su r nos batiments de guerre , ni sur notre trafic commerciai.
Les co nséqu en ces d'un c hangement de contiti o n s politiqu es s urve nu d e puis l'a rmisti cc o nt été soulignées avec vigue u r par le Hau t Comman d ement Allemand luimem e dans sa note n ° 121 /4 0 , exigean t la livraison d 'arrnes "en garanti e de l'exécution de l'annistice". Rien en effet dans l'attitude du Gouvemement Fran çais ne révélait l'inte nlion d e ne pas exécu te r les c lauses d e ce t armi s ti ce, mais le Présid c nte de la Commiss ion Allemand e a fait valo ir que "la poursuit e d e la gucITc avec l' Angleterre con trai gnait le Reich Allemand à s'ass urer des garanti cs absolues pour les mesures qu'il était obbligé de prendre à cet effet".
A une situation imprévue a correspondu une ex igence n ou velle visan t un cas qui n 'ét a it pas explic it ement ce lui prévu par la Conve ntion d ' Armistice.
C'es t pour la meme raison, parce que les conditions politiques a ctu elles restent profondément différentes de ce lles que !'on pouvait prévoir lors de la concl u sion de l'armistice, que le Gouvemement Français demande aux Go uvem ement s Itali cn et All e mand d e continuer à traiter le problème nava l de manière spéci ale.
Les n égociati o ns économiques franco -allemande en cours s'orient en t vers un e re p risc du trafic mari tim e commerc iai avec les co lonies françaises. Sans trafic colonia! , la F rance est vouée à la famine et a ux troubles sociaux résultant du chòmage. Comm e nt protégcr ce trafi c co ntre !es croisières anglai ses sa n s un e escor1c d e navirc s d e gu e rre éve ntu ell e me nt soutenue par d cs forces importantcs?
114 Mus so lini e Pétain
MEMORANDUM
Une flotte colon ia le d'annistice qui peut etre employée comme c'est le cas actuellement en Afrique Equatoriale à la protection des territoires de l'Empire devient insuffisante.
Il serait d angereux de penser que l'intem1ption presq ue tor.aJe du trafic maiitime et des relations commerciale s avec les co lonies, jointe à la press ion britannique, ne pourrait entra1ne1· un jour, en Afrique du Nord et dans l'ensembre du !'Empire Français un mouvement de dissid ence contre lequel aucune résistance ne serait possibl e d e la part du Gouvernement Français, ma lgré ses engagements. L'exemp]e de certaines colonies parties en diss id ence après deux mois d'annistice le prou ve surabondamment.
Une dissiden ce de cette ampleur serait-elle de l'intéret des Gouvernements ltalien ed All emand?
Si les Gou vernements Italiens et AIJemand ne désirent pas voir s'amplifier un mouvement pouvant me t tre à la di sposition de l'Empire Britannique la p1·esque totalité des moyens de !'Emp ire Françai s, il est néces sa ire de nous laisser pour l'exercice de la po lice préventive, pour la répression éventuelle et pour le maintien des commun ications, le libre usag e des forces navales et aér ienn es autorisées pendant la durée de la suspension des clauses de l'arrnistice. Il conviendrait meme pour la ré ussite, que !es conditions d'emploi en fussent assouplies
En résumé, le Gouvernement Fran çais a s igné des conven tions d 'armistice qu'il entend loya lement appliquer. Mais, à l'époque où ces documents furent signées, n ul n e pou va it prévoir ni ]es agressions naval es à Mers-el -Kebir et à Dakar, ni le blocus navaJ britannique étendu à t0ut !'Empire Français, ni les dissi dences menaçantes ou déjà accompli es de certaines colonies aux abois, faute de liaisons maritimes. Il demande aux Gouvernements ltalien et Allemand: d e maintenir la suspension des clauses navales e t aéronavales de l'armistice; d'ac corder hors de la Médit errané e, dans l'Atlantique au Sud du parallè le de Gibraltar, dans l'Océan Indien et le Pacifiqu e, une liberté plu s grande de mou ve men t aux navires de guerre français.
1940 115
LEITERA DEL MINISTRO HUNTZINGER AL MAR. BADOGLIO
16 settembre 1940
Alla luce d ei cavilli e delle reticenze opposte dalle autorità francesi a ll 'applica zio ne d elle varie clausole dell'armistizio, la presidenza della CIAF, d 'intesa con il Comando su prem o decise di fare ricorso a ll 'art. X dell'armistizio e di avviare in Italia il materiale bellic o dell'esercito francese. Contro una simile de cis ione si pronunciò il neo-ministro della Guerra di Vi chy scrivendo al mar. Badoglio una lettera che chiedeva la sospensiva di tale decisione.
F ONTE: DFCIA-SHAT, 1/P /81 , dossier 7.
A Sua Eccellenza
Il Maresci allo Badoglio
Signor Ma resciallo, No n ho dimenti ca to la capacità, efficacia ed autori tà co n cui Lei ha pres iedut o i dibattiti preliminari della convenzione d'armi s tiz io.
Nel momento in c ui assumo il mio nuovo incarico, mi con sen ta di dirLe che il governo france se è fe rmamente intenzionato ad a pplicare lealmente que sta convenzione.
Le vorrei inoltre assi curare ch e il nostro governo è d es id eros o di di ss ipare ogni malintes o suscettibi le di m ina re la fiducia c he ripone in noi il Gove rn o Italiano .
A questo proposito, sare i li e to di poter richiamare, a tito lo p ersonale, la Sua attenzione s u du e importanti qu estio ni:
a ) - La d i fesa de ll'Impero Francese.
Noi siamo fermament e d ec isi a difendere i noslri possedim e nti d'Oltre Mare dai movim en ti di disside nza provocati dalla propag anda britannica.
Per quel che riguarda l'Afr ica Occ identale ed Equa to riale , le Commiss ioni d'Armistizio ci h anno appena messo a disposizione i mezzi nec ess ari. Li useremo.
In quant o ali' Africa del Nord ed alla Siria, sarebbe o pportuno p rend ere precau zio ni in merito all e opera zio ni di s mobilitazio ne e di disarmo, preca uzioni di cui Lei ne ha riconosciuto la fondatezza nel corso d ei negoziati r elativi alla convenzione d'armistiz io.
Le assicuriamo che n oi non perseguiamo altri scopi c he non s iano quelli legati a lla sicurezza di que s ti p ossedim enti allorché Le domandiamo con insistenza di lasci a re in loco gli effettivi ed i mate riali.
116 Mussolini e Pétain
OCUMENTO N
14
D
.
In questo momento in cui l'autorità d eJJa F rancia sugli indigeni non va contestata, nulla potrebbe avere un effetto peggiore di quello di indebolire esageratamente i suoi mezzi.
Parlando da soldato al grande soldato che Lei è, desidero assicurarle che questi mezzi saranno impiegati esclusivamente per garantire questa sicurezza. Ne assumo personalmente la responsabilità.
b) - La consegna del materiale da guerra.
L'articolo X della convenzione d 'armistizio conferisce all'Italia il diritto di rivendicare, come garanzia dell'esecuzione della convenzione d'armistizio, la consegna parziale o totale del nostro materiale da guerra immagazzinato attualmente nei depositi.
La Commissione italiana d'armisti zi o ha appena disposto la consegna di una grande quantità di questo materiale.
Mi era sembrato di avere capito, al momento della firma della convenzione, che si dovesse procedere alla consegna in modo tanto rigoroso - come se si trattasse di una sanzione - solo in caso di non osservanza delle clausole. Non ci siamo meritati questa sanzione. Dall'altra parte, l'applicazione delle clausole influirà negativamente sul popolo francese che sarà portato a confrontare le condizioni poste dall'Italia con quanto richiesto dalla Germania, la quale si è rivelata essere molto meno esigente in questo contesto.
Vorrei che sappiate, Signor Maresciallo, che la Francia, stroncata dalla propria sconfitta, e mentre la guerra continua ad essere combattuta sul proprio territorio, ha i nervi tesi, e che sarebbe dunque opportuno dare a coloro che hanno, sotto l'alta autorità del maresciallo Pétain, il pesante ed arduo compito di condurla, il credito necessario onde consentire loro di evitare conseguenze temibili.
L'articolo X, se applicato senza mezzi termini, potrebbe fare vacillare questo credito. Non penso che questo sia lo scopo che intende perseguire il governo italiano.
Mi rendo conto, Signor Maresciallo, quanto Le possa sembrare strano ciò che Le sto dicendo, e La prego di scusarmene.
Credo di agire da soldato leale, come d'altronde ho sempre fatto, e rivolgendomi alla Sua Alta Autorità, La prego di usare meno rigore nell'applicaz ione di certe clausole della Convenzione. Gli effetti saranno accolti favorevolmente dall'opinione pubblica del mio paese.
Nella speranza che Lei si possa fare carico della mia richiesta, Le porgo distinti saluti.
Generale d'Armata Huntzinger Ministro-Segretario di Stato alla Guerra
P.S.: Le trasmetto con la presente un cordiale saluto da parte del Maresciallo Pétain.
1940 117
A Son Exccllence Monsieur le Maréchal Badoglio
Monsieur le Maréchal.
Je n'ai pas oublié la hauter de vues et l'autorité avec lesquelles vous avez présidé les débats précéd a n t la Co n ventio n d'Arm isti ce. Au m oment où jc prend s me s nouvell es fonctions, pennettez moi de vous assu rer de la volonté du Gouvemement français de co ntinu er à exécuter loyalement cette Conve ntion e t de son grand désir de diss iper, s' ils se présentaient tou s malen te ndus pouvant entrainer que lqu e méfiance d e la part du Gouvernement Ilalien.
A ce sujet, je serais h eureux de pouvoir attirer à ti tre personne l votre haute attent ion sur d eux importantes q uestions:
a) - la défense de l'Empire français.
ous sommes fermemem résolus à défe ndre nos possession d 'Ou tre-Mer con tre les dissi d ences p rovoqu écs par la propagande britannique. Pour ce qui concerne l'Afrique Occidentale et Equatoriale, les Commjssions d'Armistice viennent de nou s en donner les moye ns Nous en userons. Pour l'Afrique du Nord et pour la Syrie, des précauti ons s'imposent pour la dém obilisation et l e d ésarmement, p récautions dont vous aviez bien voulu reconnaitre le bien fondé lors des pourparlers relati fs à la Con vention d 'Armistice Soyez assuré que nous n'avons e n vu c que !es néce ss it és de la sécurité de ces possessions quand no us vous demandons avec in sistance de nous laisser sur piace Ics effectifs et le matériel suffisants. Rien ne serait plus n éfas t e, en ce momem, où l'au torité de la Fran ce sur les indi gè n es ne doit pas ètre contestée, que d'affaiblir exagérément ses moyens.
Parlant en soldat au G rand Soldat que vous ètes, je tiens à vous certifier que ces moyens n e sero nt e mployés qu e pour ce tte sécurité. J'en prcnds l'e ngageme nt
b) - la livraison d e matériel de guetTe.
L' article X de la Convention d'Annistice donn e à l'ltalie le droit d 'exiger, comme garantie d e J'exécut io n d e la Conve ntion d'Ann is tice, la re m ise de to ut ou part ie d e notre matérie l de guerre qui se rrouve actuellement dans des dépòts.
La Commission d'Armi stice Italienne viem de d onner l'ordre de livraison d' une grande quantité d e ce matériel.
Or, je croyais ètre en droit de penser, à la signature de la Convention, que cette remise ne scrait exigée aussi rigo ureusement que comme une sanction, en cas de non exécutio n d e clau se s . Cett e sanction, nous ne l'avons pas mérit ée. D'au tre part, son a pplication sera d 'au tant plus sensible au peuple français que l'Allemagne a été moin s exigeante.
Je vo udra is qu e vo u s com pren iez, Monsieur le Maréchal , que la Fran ce, bris éc par sa défaite, pendant que la guerre continue sur son territoire, a les nerfs à vif et qu'i l fa ut laisser à ce ux qui , sous la ha ute a utori té du Maréchal Pétain, ont la lourd e tiìche de la conduire, le créilit n écessai re pour évi ter des coovulsions redoutables .
L'application de l'article X, sans aucun ménagement, est de nature à ébranler ce crédit; je n e pense pas qu e ce soit le but que poursui t le Gouvemement Italien.
J e me rends compte, Monsieur le Maréchal , de ce que ma démarc he a d ' insolite et vous p rie de m'en excuser. M ais je crois agir en loyal sold at , comme je J'aj toujours fait, en m 'a dressant à votre haute autorité po ur obten ir dans l'a pplicati o n d e certaines clauses de la Conventions, une diminution de rigueur dont les effets seraient très heureusement appréciés par l'opinion de mon P ays.
C'est d ans cet espoir je vous pd e, Mo nsieu r le Maréchal, d'agréer l'expression d e ma haute c onsidération.
Général d'Armée Huntzinger Minjstre Secrétairc d'Etat à la Guerre
P.S - Monsieur le Maréchal Pétai n me charge pour Votre Excellence d e so n bi en a mi ca i sou ve nir
1 18 Mussolini e Pétain
I PROBLEMI DEL LEVANTE FRANCESE ALLA CIAF
3 dicembre 1940
Le preoccupazioni per le autorità della CIAF circa il futuro delle presenze francesi nel Levante, in ossequio alle disposizioni armistiziali, furono al centro di un incontro tra il gen. Pintor e l'amm Duplat del 3 dicembre 1940 contraddistinto da crescenti difficoltà di dialogo tra le parti
FONTE: DFCIA-SHAT, 1/P/78
RESOCONTO SOMMARIO DEL COLLOQUIO SVOLTOSI TRA L'AMMIRAGLIO D UP LAT ED IL GENE RALE PINTOR
Generale Pintor - Il mio governo mi ha pregato di trasmetterle le proprie condoglianze in occasione dell'incidente aereo in cui ha perso la vita il Sig. Chiappe. Egli sa che è una grande perdita per la Francia .
Non ignorava infatti la personalità del Sig. Chiappe, che aveva dato prova delle sue qualità e capacità in numerose e difficili circostanze. Queste stesse qualità avrebbero potuto essere messe a frutto nell'esercizio della alta carica appena confe1itagli.
Ammiraglio Duplat - Il governo francese sarà senz'altro sensibile a questa Vostra partecipazione di dolore. Prowederò io s tesso a trasmetterla a l più presto a chi di dovere.
La prego di voler ringraziare sin da ora il governo italiano. Sono convinto che il Sig. Chiappe era la persona più indicata per portare a termine questo delicato compito, e ciò sia nell ' in teresse della Francia , sia in quello dell'Italia.
Generale Pintor - Lei è a conoscenza de ll e intenzioni del governo francese circa la sosti tuzione del Sig. Chfappe?
Ammiraglio Duplat - Penso di non poterLe dare indic azioni in merito
Generale Pintor - Evidentemente questa questione non ci rig uarda, ma non Le sembra che il Gen erale Fougère che, secondo le nostre informazioni, ha capito molto bene la situazione laggiù , potrebbe essere il successore ideale del Sig. Chiappe?
1940 119 DO CUMEN T O N. 15
Siete già stati rappresentati da militari, in qualità di Alti Commissari, in Siria, particolarmente dal Generale Weygand, e ciò in un'epoca in cui il ruolo militare vi era ancora preponderante.
Lei non pensa che in quell'angolo del Vicino Oriente, particolarmente sensibile, s iam o arrivati ad un punto in cui l'aspetto militare del problema potrebbe assumere proporzioni preoccupanti?
S tando alle informazioni pervenuteci, si sa che gli inglesi sta nno avviando attraverso il Golfo Persico, e la strada Bagda dKerbe la-Rutha, forze imponenti e vi sarebbero attualmente 50 .000 uomini concentrati nella zona a N.E. della T ransgiordania
Posso anche anticiparle che il governo italiano sarebbe favorevole alla designazione di un militare e particolarmente del Generale Fongère, che si trova già in loco per fargli occupare quel posto lasciato vacante a causa del decesso del Sig. Chiappe.
Le consegnerò, se Lei lo desidera, una nota riepilogativa relativa alle informazioni in nostro possesso sul Vicino Oriente.
Ammiraglio Duplat - La ringrazio in anticipo - ciò mi consentirà di informare dettagliatamente il mio governo, poiché si presume che gli inglesi s tiano preparando attualmente un'operazione in questa regio n e, e più particolarmente in Siria. Avevo ripetutamente ric hiamato la Vostra attenzione su questo spinoso problema, poiché sarebbe auspicabile, per ambedue le parti, che voi evitiate di creare difficoltà.
Generale Pintor - La situazione è assai mquietante, soprattutto a causa di queste popolazioni indigene di cui non si può mai essere completamente certi. È increscioso che abbiate ritirato le truppe prima di sostituirle
Ammiraglio Duplat - Lei conosce quanto me il motivo per cui siamo stati obbligati a smobilitare rapidamente. Non dipende da noi, e voi lo sapete bene, se non siamo ancora riusciti a dislocare laggiù i 9.900 uomini . Noi vi domandiamo di mantenere dei reparti armat i nell'Africa del Nord, precisamente per poter approfittare della prima occasione di trasporto che si presenterà.
Generale Pintor - Sì, è alquanto strano, ma la nostra Commissione di controllo in Siria vorrebbe ora che non si procedesse all e operazioni di disarmo.
Ammiraglio Duplat - A prima vista, può in effetti sembrare assai paradossale, ma ciò sta anche a dimostrare, da parte nostra, una
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migliore compressione delle cose che si vorrebbero vedere ampliate, se non generalizzate.
Generale Pintor - Esatto noi vi autorizzeremo a mantenere armati i battaglioni di Gibuti in partenza per l'Indocina.
Domandiamo unicamente che rimanga immagazzi nata e stoccata una sola parte delle loro munizioni, poiché si avrà sempre il tempo, in caso di necessità, di andarle a prendere.
Ammiraglio Duplat - La ringrazio di avere capito la necessità di non privare delle loro armi queste truppe indigene, poiché passando per Torino, il Colonnello Guyon mi aveva espresso viva preoccupazione nel caso in cui questa decisione di stoccaggio di queste armi fosse stata confermata.
Generale Pintor - In compenso, non posso accettare il suo punto di vista a proposito degli apparecchi T.S.F. di cui vorrei dotare le nostre Commissioni di Controllo. Ne fate una questione di sovranità, allorché si tratta esclusivamente di piccolissime antenne che ci garantirebbero maggiore sicurezza.
Ammiraglio Duplat - A prescindere da quanto possono essere indis ponenti q u esti sospetti , Le farei notare che ha già a sua disposizione tutti i mezzi di cui può avere bisogno e particolarme nte i mezzi via cavo che sono estremamente sicuri.
Non ci è possibile accettare tale e quale l'installazione sul nostro territorio di una vera rete di T.S.F. che costituirebbe una offesa grave al nostro diritto di sovranità Non ce lo potete domandare.
E poiché abbiamo deciso di parlarci con franchezza, Le esprimo tutta la mia costernazione e sorpresa per la nuova piega che stanno prendendo le cose.
All'ini zio del mio soggiorno, avevo avuto l'impressione che s i cercasse di applicare la convenzione d'armistizio ed ora, soprattutto da un pò di tempo a questa parte, la mia impressione è che voi la stiate sfruttando. Non è più la stessa cosa e sembra che non vi sia limite a nulla.
Generale Pintor - Sfruttare !
Ammiraglio Duplat - Eh sì: non trovo nemmeno io un'altra parola francese che possa esprimere meglio il mio pensiero. È vero , lo ripeto, che all'inizio avete applicato correttamente la convenzione d'a1mistizio; gradualmente, però, vi siete allontanati
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dallo s pirito s lesso in cui era stato concepito e ora state attaccandovi alla lettera s tessa della Convenzione. Non si deve p erciò meravi gliare se le resistenze alle sue esige nze si vanno sempre più acc e nluando. Mi sto riferendo particolarmente alla vostra nuova richi esta riguardante il materiale s barcato dalle navi da g uerra .
State cer cando di applicare a que s t o tipo di materi ale le stesse condizioni previs te per il material e de ll e forze terrestri, e cioè l o stoccaggio in svariati depositi, ed il tutto sotto controllo italiano. Ora, Lei sa perfetta ment e c he i nostri plenipotenziari si so no recati sia a Rethond es, sia a R oma con istruzioni formali di non proseguire i negoziati qualora le esigenze dovessero arrecare danno all'integrità di una flotta che non era stata sconfitta .
L'avete talmente capito ed amm esso che la convenzione d'armistizio con l'Italia, come d'altronde quella con la Germania, contempla per la Flotta disposizioni s p eciali attinenti al periodo d'armistizio ed un impegno formale relativo al lraltato di pace.
All orché il discorso verte sullo s pirito dell'armistizio, sono cos tretto in genere a trincerarmi die t ro i ri cordi di coloro che, come il generale Parisot, erano presenti al momento della firma della co nven zion e, ma allorché si tratta di applicare, tanto nello spirito quanto alla lettera, la convenzione d'armistizio p e r quel che riguarda la flotta , mi bastano i miei ricordi personali.
Durante la guerra e sino a l momento dell 'a rmistizio , co mandavo una squadra navale e posso affermare che se avevat e avuto la prelesa di farvi consegnare tutto ciò di cui questa squadra dispon eva non posso dirl e co n esattezza dove mi lroverei al momento attuale, ma ciò di cui sono sicuro è c he non mi troverei a Torino. Mi cre da, Ecc e ll enza, che non ha nessun diritto di toccare in alcuna maniera la flotta.
Generale Pintor - Ma s i tra tta sol tanto di una piccol issima parte del material e .
Ammiraglio Duplat - Non si tratla né di una piccola, né di una grande parte del matedal e; si tratta di una q u estio ne d i princip io, di un impegno assu nlo da voi.
All'indomani dell'armistizio, non Le sarebbe mai ven uto in menle di avanzare tale pre tesa e questo è il motivo per c ui noi abbiamo accetta t o se n za recriminare le vostre fondate richieste rigu ardanti la "messa in vigilanza" d ell a no st re navi.
Vi ci sono volut i cinque mesi per rendervi co nto che le disposizioni prese non erano sufficie nti e presentare una nuova richi esta c h e non so ltanto nulla giustifica, ma c h e soprattutto null a autorina.
122 Mussolini e Pétain
Generale Pintor - E se vi lasciassimo scegliere tra il disarmo di una d i visione di incrociatori e la m essa in deposito in Italia, vicino alla frontiera, di una certa quant i tà di materiale delle navi sottoposte a regim e di vigilanza?
Ammiraglio Duplat - LI.! rispondere i che in certi casi è meglio accettare una sanzione che ab b and onare un dititto , ma che il fatto di avere po tuto pensare di applicare una san zione non autotizzava nessuno ad affogarsi un dititto.
COMPTE RENDU SOMMAIRE DE L'ENTREVUE DE L'AMIRAL DUPLAT ET DU GÉNÉRAL PINTOR
Général Pintor - Mon Gouvemement m 'a p1ié de vous transmettre ses condoléances à l'occasion de l'accident d'aviation qui a couté la vie à M Chiappe. Il sait que c'est une grosse perte pour la France et il n'ignorait pas la personnalité d e M. Chiapp e qui avait fai t preuve de tant de qualit.és dans de nombreuses circonstances, particuli è r e men t difficiles
Ces memes qualités auraient p u , heureusement, s'exerce r dans les hautes fonctions qui venaient de lui ètre confiées.
Amiral Duplat - Le Gouvernement français sera certainemen t très touché d e cette démarche que je ne manquerai pas de hù fare connaitre sans retard, et dont je vous demande de vo uloir bien re m ercier dès maintenant le Gouvernement Italien.
J e suis persuadé que M. Chiappe étai t en effet spécialement qualifié pow· mener à bien cette tache délicate dan s le plus grand in téret d e la France et aussi de l'Italie .
Gén éra l Pintor - Savez -vo u s quelles sont !es intentions du Gou verne m e n t Français au sujet du remplacement de M. Chiappe?
Amiral Dupla1 - J'avoue ne pas pouvoir vous donner d ' indications sur ce point.
Gén éral Pintor - Evidemment, cette question ne nous 1·egarde pas mais ne vous semble+il pas que le Général Fougère qui , d'après nos renseignements, a u·ès bien co mpri s la situation là-bas pourrait e tre le successeur tout indiqué de M. Chiappe. Vous avez eu déjà des militaires comme Haut-Commissaires en Syri e, en particulie1· le Géné ral Weygan d à une époqu e où le ròle militaire y éta it encore prépondérant. Ne pensez -vous pas que dans ce coin du Proche-Odent part:iculièrement sensib le nous soyons anivés à un moment où le còté militaire d e la question pourrait devenir rapidemenl très sérieux?
D'aprés nos renseignements, il est établi que les Anglais onL acheminé par le Golfe Persique, puis par la rout e Bagdad-Kerbe la-Ru tba , des forces importantes et il y aurait actuellement près de 50.000 hommes conce ntrés dans l'angle N .E. de la Trans-jordanie. Aussi, j e puis vous dire que le Gouvemement italien verrai t avec sa ti sfaction la désignation d 'un militaire - et en pa1,iculier du Général Fougère puisqu'il est sur piace - pour occuper le poste laissé vacant par la mort d e M Chiappe.
Je vou s remettrai, si vou s le dés irez , une note résumant !es r e nse ignements que nous possédon s sur le Proche -Orient
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Amiral Duplat - Je vous en serai en effet trés reconnaissant pour me permettre d'éclairer mon Gouvernement, car un e prochaine action des Anglais dans cette région - et notamment en Syrie - est dans !es choses plausibles. J'avais d'ailleurs plusi eurs fois attiré votre attention sur ce point sensible où il était désirable, dans notre intérèt commun, que vous évitiez de créer des difficuJtés.
Général Pintor - C'est très inquiétant surtout avec ces popuJations indigènes dont on ne peut jamais ètre sOr Il est regrettable que vous ayez retiré des troupes avant de les avoir r:emp lacées
Amiral Duplat - Vous savez aussi b ien que moi pourquoi nous avons été obligés de démobiJis er rapidement. Ce n'est pas de notre faute , vous le savez aussi, si nous n'avons pas pu encore expédier là -bas les 9.900 homm es, je crois, que nous vous demandons de garder armés en supplément en Afrique du Nord, précisément pour pouvoir profiter de la première occasion de transport qui se présentera.
Général Pintor - Qui, c'est assez curieux, mais c'est maintenant notre Commission de Contròle en Syrie qui souhaiterait qu'on ne désarme pas.
Amiral Duplat - A première vue , cela peut paraitre en effet assez paradoxal, mais cela prouve aussi, d e votre part, une meilleure compréhension d es choses qu'il serait souhaitable de voir s'étendre, sinon se généraliser.
Général Pintor - Justement, nous allons vous autoriser à maintenir armés !es bataillons de Djibouti, en instance de départ pour l'Indochine. Nous demanderons se ulement qu'une partie de leurs munitions reste stockée, car on aura toujours le temps d'aller !es prendre si ce la devenai t n écessa ire.
Amiral Duplat - Je vous remercie d'avoir compris la nécessité de ne pas enlever leurs armes à ces troupes indigènes, car le Colonel Guyon, à son passage à Turin, m'avait fait part de ses inquiétudes très vives si la mesure de stockage de ces armes avait été maintenue.
Général Pirnor - Par contre, je n e peux pas accepter votre point de vue au sujet des postes de T.S.F. dont je tiens à doter Nos Commissions de Contròle. Vous en faites une qu estion de souveraineté alors qu'il s'agit de toutes petites antennes qui nous donneront une sécurité plus grande
Amiral Duplat - En d ehors de ce que cette suspicion peut avoir d e désobligeant, je vous ferai remarquer que vous avez déjà à votre disposition tous !es moyens dont vous pouvez avoir besoin et notamment d es moyens par cab les qui sont très surs.
Et il n'est p as possible d'accepter ainsi l'installation sur notre tenitoire d'un véritable r ésea u de T.S.F. qui serait un e atteinte à notre droit de souveraineté. Vous ne devez pas nous demand er cela.
Et puisque nous sommes sur ce terrain , je ne puis pas ne pas vous dire combien j e suis péniblement surpiis de votre nouveUe tendance Au début de mon séjour ici, .i'avais l'impressi on que vous ch erchiez à appliquer la Convention d'Armisti ce et maintenant, depujs quelques temps surtout, mon impression est que vous vous efforcez de l'exploiter. Ce n'est plus du tout le mème chose et on ne voit pas de limite.
Général Pintor - Explo iter!
Amiral Duplat • Eh oui! je n e trouve pas d'a utre mot français qui traduise aussi bien ma pensée. Après avoir commencé, je le répète, par appliquer con-ectamente la Convention d'Armistice, vous avez cessé de respecter l'esprit dans lequel il a été
124 Mussolini e Pétain
conçu , et maintenant, vous vou s en prenez à la lettre méme d e la Con vention. Il ne fau t pas, dans ces conditions, vous montrer surpris q u e !es résistances à vos exigences aillent en s'accemuant. Et je pense en ce moment plus particulièrement à votre nouvelle exigence touchant le matériel débarqué des batiments de guerre. Vous essayez de lui faire app liquer les mesures prises pou r le maté1iel des forces terrestres, à savoir la mise dans d i fférents d épòts sous contrò le italien. Or, vous savez parlaitement que nos plénipotentiaires sont allés tant à Rethon des qu'à Rome avec des instructions formelles pour ne pas poursuivre !es négoc iations si les exigences devaient porter u ne atteinte quelconque à l'intégrité de la Flotte qui n'avait pas été battue.
Vous l'avez tellement bien compris et adrn is qu e la Convention d'Armistice avec l'Italie, co m me d'ailleurs celle avec l' A!Jemagne, comporte pour la Flot t e des dispositions spéciales visant la période d'Armistice et un engagement forme! touchant le traité de paix. Quand il s'agit de l'espri t de l'Armistice, je suis obligé en gé n éral de me retrancher denière les sou venirs de ceux q u i, comme le Général Parisot, ont assisté à la sign ature d e la convention, m a is quand il s'agit d'app li quer, tant dans son esprit que dans la le t tre, la convention d 'Armistice pour ce qui concerne la Flotte, il me suffit de mes souvenirs personnels.
Pen dant la guerre et jusqu'à l'Armistice, je commandais une Escadre et je puis vous affirmer q u est vous aviez émis la prétention d e vous fa ire livrer q uo i qu e ce soit de cette Escadre, je ne puis pas vous dire correc t ement où je serais à l'heure actuelle, mais ce d o nt je suis sùr, c'est que je ne serais pas à Turin.
Croyez -moi, Excellence, vous n'avez p as le d roit de toucher à quoi que ce soit de la Flotte.
Général Pintor - Mais il ne s'agit que d'une to ut e petite p artie d u m atériel.
Amiral Duplat - Il ne s'agit nj d'une petite, ni d 'une grande partie du matériel; il s'agit d'une question de principe, d'un engagement de votre part. Au lendemain de l'Armistice, il ne vous serait j amais venu à l' idée d'émettre une telle prétention et c'es t pourquoi nous avons accepté sans récriminer vos exigences r a iso nnab les concernant la mise en gardiennage de nos batiments Il vous a fallu cinq mois pour trnuver que les dispositions p ri ses n'étaient p as suffisantes et présenter une n ouvelle exigence que non seu l ement rien ne justifie. mais surto u t que rien n ' autorise .
Général Pintor - Et si on vous donnai t à choisir entre la désa1mement d'une division de cro iseurs et la mise en dépòt en Italie prés de la frontière, d'une certaine q uantit é de mat ériel des b atiments gardi ennés?
Am iral Duplat - Je vo u s répondrais que dans certains cas il vaul mieux accepter une sanction que d'ab andonner un droit, mais q u e le fai t d' avoir pensé à appliquer u ne sa nction n'avait jamais suffi pour se créer u n droit.
1940 125
ORDIN ANZA DEL DUCE CON LA QUALE VIENE NOMINATO
IL GEN. CAMILLO GROSSI PRESIDENTE DELLA CIAF
8 dicembre 1940
Il primo presidente della CIAF, gen. Pietro Pintor morì in un incidente aereo il 7 dicembre 1940 nei pressi di Acqui. A succedergli fu chiamato, l'indomani 8 dicembre, dal Duce con la presente ordinanza il gen. Camilla Grossi.
FONTE: USSME-CIAF, Racc. 1, fase. 13.
IL DUCE
PRIMO MARESCIALL O DELL'IMPERO Comandante delle truppe operanti su t u tte le fronti
Visto l'artico lo XXIII della Convenzio n e di armistizio del 24 giugno 1940-XVIII, conclusa fra l'Italia e la Francia;
Visto l'articolo 17 della legge di guerra, approvata con R. Decreto 8 luglio 1938-XVI, n. 1415;
Visto il R. Decreto 10 giugno 190-XVIU, n. 566, che ordina l'applicazione della legge predetta;
Visto l'ordinanza 27 gi u gno 1940-XVIII con la quale viene costitu ita la Commissione Italiana di armistizio;
DETERMINA:
Art . 1
Il Generale designato d'armata Grossi Camillo assume la carica di presidente della comm issione di armisti z io con la F rancia in sost i tuzione del Generale designato d'armata Pietro Pin tor deceduto.
Dal quartier generale delle Forze Armate, lì 8 dicembre 1940XIX
126 Mussolini e Pétain DOCUMENTO N. 16
Mussolini
NOTA DELL'AMM. DUPLAT AL PRESIDENTE DELLA CIAF SULLA SIRIA
11 dicembre 1940
In risposta alle ripetute segnalazioni italiane alla delegazione francese circa l'azione di agenti britannici nel Levante francese in favore di una scelta gollista da parte delle autorità francesi in Siria ed in Libano, l'amm. Duplat presentò, l' 11 dicembre J 940, la seguente nota alla presidenza della CIAF nella quale veniva richiesta il ritiro di ogni elemento militare italiano delle commissioni di armistizio allo scopo di privare la propaganda britannica di ogni pretesto per un intervento nel Levante.
FONTE: DFCIA-SHAT, l/P/78
Nel corso cli diversi colloqui, Sua Ecce ll enza il Presidente della CIAF mi ha fatto richiesta di richiamare l'atten zione del Governo Francese sull'aspetto sempre più preoccupante delle m ene britanniche in Oriente. Mi ha confermato a diverse riprese l'importanza capitale attribuita dal Governo Italiano al ripris tino - con l'ausilio di misure immediate - della pace interiore, esprimendomi in particolare modo l'auspicio che i poteri civili e militari venga n o riunit i nelle mani della s uprema autorità militare presente sul luogo.
Il governo F rancese ha tenuto in estrema considerazione le notizie pervenutegli. Inol tre, designando il Generai Dentz Alto Commissario n el Levante, ha sottolineato la propria volontà formale di opporsi con tutti i mezzi possibili alle imprese ordite dagli In glesi in questa regione particolarmente sensibile.
È tuttavia ben evidente che l'azion e del Generale Dentz si dimostrerà tanto più efficace quanto maggiore sarà ]'e limina z ion e di tutte le cause di malcontento e diffidenza in questi t err itori, nonché della fonte dei diversi pretesti di propaganda già ampiamente sfruttati dagli Inglesi .
O ra, come g ià chiarito in diverse riprese , la presenza cli una Delegazione Itali ana di controllo a Beirut dotata di un organico consistente, è proprio una delle cause faci lmente sfruttabili.
In effetti, essa fornisce agli Inglesi un pretesto per intervenire, add u cendo delle mire italiane in Oriente e ostacolando la nostra propaganda finalizzata al ripristino dell'obbedienza al Governo da
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parte di m e nti vacillanti. Alimenta infine negli autoctoni la sfiducia n ella nostra sovranità e nel futuro del Mandato Francese in Siria.
La suddetta Delegazione ha ricevuto, sulla base d ella Convenzi o n e di Armistizio, u na missione ch e verte in particolar modo sulla smobilitazione: ora tal e o p erazione è già a buon pun t o. Attualmente è la Del egazion e Italiana a preoccupars i della debolezza dimostrata i n Orien te dai nostri effettivi, manifestando altresì i suoi timori per i poss ibili sviluppi della situazione n e l Vicin o Oriente. P e r forza di cose la sua azione di disarmo resta finora praticamente nulla , pur essendo la presenza di tale Delegazio ne di per sé inquietante con tutte le conseguenze che im plica.
li Ge nerale Dentz sta per partire allo scopo di portare a te rmine l'azione in trapresa dal Governo Francese in questi territori in cui g li interess i di Italia e F rancia si trovano ad essere concordi.
Per questo motivo, Ec ce ll e nza , sono incaricato dal mio Gov e rno a richiedere che, con il ritiro della Commissione Italiana di Controllo nel L evante ve n ga facilitato - per quanto possibile - il diffic il e compito del nostro rappresentante.
Ove l'Alto Comand ante Italiano lo ritenga opportuno, tale ritiro potrebbe procedere in maniera progressiva, iniziando con una p ri ma consistente ridu zione d egli effe ttivi al fine di contribuire, in te mpi brevi e in mani era considerevole, alla tranquillità di s pirito d ella popola zione in un momento in c ui d e lle s ituazioni particolarmente difficili possono essere previste.
H. Duplat
Au cours de plusieurs comm unications, Son Excellence le Prési de nt de la C.I.A. a b ien voulu me d e mand e r d'attirer J'attention du Gouvernement França is s ur l' as pect chaque jow· plus menaçan t des manées btitanniques dan s le Levant. Il m' a confo·mé à plusi eurs re p tise s l'interèt capitai qu e le Gouve rn ement ltalien attache à ce que, grace à de promptes mesures, la calm e soit ramené d ans l es esprits et il m' a expri mé , en particuli er , le voeu que so ient rasse mbl és entre les main s de la plus haute autorité m.ilitaire présente s ur !es lie u.x tou s les pouvoirs civils et militaires.
Le Gouve memen t Fran çais a tenu le plus gran d compte des r ense ign ements ainsi portés à sa co nnai ssance et, par la désignation du Général Dent z comme Haut Commissaire a u Levant, i.I a marqu é sa volonté fonneUe de s'o pposer dans toute la mesure de se moyens aux entreprises ourdi es p ar ]es Anglai s dans cette régio n particulièremen t se n sible.
Mais, il es t bien évi dent q ue l'action du Général De nt z sera d'autant plus efficace que pow-ront ètre s upprimées tou tes causes de mécon t e n ternent et d e méfiance dans ces tenitoires et tarie à son origine m ème la source d es divers p ré textes à propagand e actuellement la rgeme n t explo ités par les An gl ais.
Or, ainsi qu'il a déjà été exposé à plu sieurs reprises, la présence à Beyrouth d'une Délégation de contrò le itali enne à effectif élevé co n stirue précisé m ent une de ces ca use s faci les à expl oi ter
Mussolini e Pétain
Elle donne, en effett, aux Anglais, un prétexte d'intervention en aUéguant de visées italiennes sur l e Leva nt; elle co ntreca1Te notre propagande entreprise pour ramener dans l'o b édience du Gouvemement )es es p1its vacillants; elle fait douter enfin les autochto nes d e notre souveraineté et de l'a venir du Manda t Français e n Sy ri e.
Cette Délégation a reçu, e n exécu tion de la Convention d 'Anni sti ce, une mission portant notamment sur la d émobilisa tion; or ce t te opération est déjà très avancée bi en p lus, c'est acn1ellement la Délégation Italienne qui se préoccupe de la faiblesse de nos effectifs au Levant, manifestant ainsi ses craintes sur l'évolution possibil e de la situation d ans le Proche-Orient. Par la force d es c h oses, son action dans le domaine du désarmement reste jusqu'ici pratiquement mùl e, mai s sa présence est , e n elle- meme, un sujet d'inquiét ud e avec toutes ses conséquences po ssibles.
Le Général Dentz va partir pour parachever l'actio n entreprise par le Gouvernement Français dans ces terri t oires où l'in t ér ét d e l'Ita li e et l'intér é t de la Franc e se trouvent etre co n cordants . C'est pourquoi , Excellence, je suis chargé par mon Gouvemement de vous d e mander que, par le retrait de la Commission Italienne d e contròle au Levant, soit facilitée a u tant qu'e Ue peut l'èt re, la lourde t ac he de notre re présentant.
Ce r etrait - si le Hau t Commandement Italien le jugeait préférable - pourrait s'opérer progress ivement en commençant par une première réd u ct ion ass ez subs t antielle pour pouvoir contribuer tout d e suite d'une façon notable à l'apai sement si désirable des espri ts à un moment o ù les éventualit és !es plus graves peuvent étre à env isager.
H. Duplat
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•
PARTE SE CONDA I DOCUMENTI 1941
.. I I 1 •
18. Processo verb a le sul rimpa trio degli italiani dalla Francia (4 febbraio)
19. La figura di mons. Paul Rémond, vescovo di Nizza secondo la CIAF (26 marzo)
20. L' armistizio e la situazione in Tunisia (21 maggio)
21. Il movimento arabo in Medio Oriente e la s ua utilizzazione (4 giugno)
22. Ordinanza del Duce con la quale viene nominato iJ gen . Arturo Vacca Maggiolini presidente della CIAF (16 giugno)
23. Lettera Dentz- De Giorgis sul ritiro d ella Delegazione italiana di armistizio dalla Siria (11 luglio)
24 . Processo verbale del colloqu io tra il Duce ed il gen. Vacca Maggiolini (12 luglio)
25. Processo verb ale del colloquio tra il Duce ed il gen. Vacca Maggiolini (15 ago s to)
26. Nota verbale del gen. Vacca Maggiolini all 'a.mm . Dupla t (23 agosto)
2 7. Nota verbale dell 'amm. Duplat al gen . Vacca Maggiolini (30 agosto)
28. No ta verbale del gen. Vacca Maggiolini all 'amm. Duplat (2 se ttembre)
29. Verbale delle riunioni di Gardone tra la CIAF e la CTA (9-13 settembre)
30. Processo verba le del colloquio tra iJ Duce ed il gen. Vacca Maggiolini (5 settembre)
31 . Evoluzione della situazione politica tunisina (2 4 ottobre)
32. Relazione del gen. Vacca Maggiolini al gen. Cavallero sui co ll oqui della CIAF a Vichy (17 novembre)
33. I Proto co lli degli accordi economici di Roma (22 novembre)
1941 133
34. Prom e moria d el gen. Vacca Maggio li ru al Ministro degli Affari Esteri Ciano sui rapport i italo-frances i (8 dicembre)
35 . P rotesta del gen . Vacca Maggiolini per disposiz ioni franc esi circa porti tu ni sin i (17 dic emb r e)
36. Memorandum dell'amm. Mich elier alla conferenza di Wies baden ( 21 dicem b re)
37. La situazione politica in Tuni s ia (22 dicem bre)
38 . P roces so ver bale d el colloquio del Duce con il gcn . Va cca Maggiolini ( 25 dicembre)
39. I colloqui del gen. Vacca Maggiolini a Roma (26-28 d icembre)
40. Appunti re l ativi al co lloquio Vacca Ma ggiolini -Duplat (30 d icembre)
134 Mussolini e Pétain
PROCESSO VERBALE SUL RIMPATRIO DEGLI ITALIANI DALLA FRANCIA
4 febbraio 1941
Il problema dell'a ss istenza e del rimpatrio degli italiani di Francia che desideravano fare ritorno in patria, dopo la fìrma dell'armistizio, non fu risolto con la libera zio ne di coloro che erano stati pos ti il 1O giugno 1940 in cam pi di concentramento da parte d elle autorità francesi. Molti italiani infatti chi esero alla CIAF di essere assistiti nel loro rimpatrio. Il 27 novem bre 1940 il Ministero italiano degli Affari Es teri decise di incari care, nel quadro della CIAF, il Dire tto re Genera le degli Italiani all'estero dei negoziati da condurre con la Delegazione franc ese di Torino, negoziati che si conclusero, il 4 febbraio 1941, con la firma d el seguente Processo Verbale .
FONTE: USSME-CIAF, Racc. 49, fase . 3.
PROCESSO VERBALE
Rimpatrio degli italiani
1° I funzionari civili m e mbri d e lle Delegazioni di controllo nei territori francesi s'intendono in caricati anche delle funzioni di rimpatrio e di assistenza
I nominativi di tali membri, incaricati di dette funzioni, saranno comunicati, uno per ogni Delegazione di controllo, alla Delegazione francese a Torino dalla Commission e Italiana di Armi s tiz io , la qual e indicherà ugualmente , per le città nelle quali più Delegazioni italiane esercitano la loro attività , quella che ha competenza in materia di rimpat1io e di ass iste nza e la rispettiva giurisdizione .
2° Nei territori di là dal Rodan o il Governo italiano nominerà dei funzionari con la qualifica di Delegato p er il rimpatrio che dis impegneranno le funzioni di rimpatrio e di assistenza.
La nomina di detti funzionari, con la delimitazione delle zone di rispettiva competenza, sarà notificata al Go verno francese p er il tramite della Delega z ione frances e di armistizio.
Detti funzionari avranno sede nelle lo calità di Tolosa, Nimes, Agen, Montpellier, Avignone; altre località potranno essere determinate di comune accordo.
19 4 1 135 D OCUM E NTO N. 18
3° Le attribuzioni in materia di assisten za ai rimpatriandi e agli a l tri cit t adini italiani spettanti ai Delegati di cui ai paragrafi 1 e 2 non sorpasse ranno quelle che sono ge neralment e riconosciute dal diritt o internazionale ai co nsoli in ta le mat eria.
4° Gli organismi della Croce Ro sa Italiana attualmente esistenti in Francia s' integreranno n ella nuova organizzaz ione, sotto l'autor ità unica dei funzionari di cui ai paragrafi I e 2.
5° I funzionari di c u i al paragrafo 2, pur restando indi vidualmente responsabili del servi zio e soli qualificati per intervenire u ffic ialmente presso le Amministrazioni fran cesi, saranno coadiuvati dai collaboratori necessari al normale funzionamento del serv izio s te sso.
6° I fu nzi onari di cui a i paragrafi 1 e 2 sono autorizzati a mantenere contatti con le Autorità prefettizie francesi, come pure con i connazionali della zona d i competenza. I n essa avranno libertà di circolazione e ogni altra facilitazione nece ssa1ia per lo svolgimento delle loro funzio ni. Saranno dotati del quantitativo di ben zina necessaria, nei limiti delle possibilità francesi.
Si p rec isa che la questione del rifo rniment o di benzina riguarda escl u sivamente i Delegati per il rimpa trio delle zone di là del Rod ano: essendo già regolata la distribuzione di benzina ai funzionari civili addetti alle De legazioni della Commissione di Armistizio.
7° A prescindere da quanto sarà di comune accordo ulteriormente s tabilito in materia di corrieri speciali, i Delegati per il rimp atrio sono auto ri zzati a corrispondere liberamente con la Di rezio n e Genera l e degli Italiani a JJ'E ste ro a Roma .
Sulla busta contenente la corrispondenza i predetti De legati apporranno il timbro d ell' Ufficio seguito dalla loro firma autografa, che sarà preventivamente comunicata alle Autorità francesi.
I pieghi così confezionati dovranno essere consegna t i al Capo dell'Ufficio della Posta Centrale del luogo di residenza del Delegato s te sso .
De tti pieghi non potranno contenere valori.
I predetti Del egati sono a ut ori zzati a te legrafare in chiaro in lingua italiana alla Direzio ne Italiani all'Estero a R oma, alla C.IA.F. a To rino e alle Autorità italiane di controllo all a fron t iera.
I telegrammi con firma autografa e timbro dell'u fficio saranno egualmente presentati all'Ufficio telegrafico centrale del luogo di r es id en za del Delegato del Rimpatri o.
136 Mussolini e Pétain
8° Il cara ttere del rimpatrio d eg li it a liani residenti n ei territori francesi metropolitani e d'oltre ma re è volontario . P e rtanto nessuna p ressione s a rà eserci ta ta da parte italiana.
Res t a in teso che anch e nessuna pressione sarà fatta da parte francese per impedire il rimpatrio stesso e lo svolgimento d ell e opera z ioni relati ve.
9° I rimpatriandi in possesso di un passaporto italiano, valido o scaduto, presenteranno, per il tramite del Delegato italiano per il rimpatrio , il passapo rto s tes s o , per il visto di uscita della compe t ente Autorità francese, accompagnato dalla relativa domanda. Det t o vis to sarà rilascia to senza 1itardo, salvo impe dime nto temporaneo fondato su motivi di ordine pubhlico, la c ui natu r a sarà com unicafa al Delegato italiano per il rimpatrio. Si precisa che tali motivi in ness un caso possono esser e fondati su ragioni riguardanti il mercato di lavoro.
I rimpatriandi che non sono in possesso di un passaporto saranno, sempre su richiesta del Delegato italiano per il rimpatrio, muniti, nelle stesse condizioni sopradette, di un salvacondotto francese, che sarà accompagnato da una dichiarazione d'identità del predetto Delegato it aliano. De tta dichiarazione s erv irà ad esclusivo uso dell'Au t orità i t aliana di front i era .
Al momento del rilasc io de] visto di uscita i rimpatriandi restitu iranno la carta di alimenta zione, conservando però i tagliandi neces s a1i per la durat a dell ' ulteriore soggiorno in Francia.
10° Il rilascio, d el permesso di uscita al capo famiglia, implica uguale r ilascio per tutti i m e mbri della famiglia, compresi in ess a la moglie e i figli minori, salvo natural mente le ragioni di ordine pubblico di cui sopra, la cui na tura sarà parimenti comuni cata aJ Delegat o per il rimpatrio.
Senza pregiudizio del punto di vista dei due Governi sulle questioni di doppia cittadinanza, resta int eso che potranno accompagnare il rimpatriand o anche la moglie e i figli che, in base alla legge francese , conservino la cittadinanza francese. In questo caso, p erò, occorre che gli interessati (moglie e figli maggiori di anni 15) dichiar ano di voler accompagnare di propria volontà il capo-famiglia.
Da parte italiana, qualora i detti famigliari desiderino di ritornare in Francia, pur dovendosi osservare la l egge itaJiana sui passaporti e su ogni altra questione di ordine pubblico, non saranno fatte obiezioni di principio per i d e tti viaggi in Francia, p er il fatto d e lla origine francese delle persone in questione.
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11 ° La De legazio n e fra ncese a ssic ura che le Autorità ce ntrali francesi impartiranno a ll e dip e ndenti Autorità , e s p ecialme nte a que ll e P refettizie, di Po li zia e di Doga na , is truzi oni nel senso d i applicare le n orme r elative al ri mpat r io d eg li italiani n e ll o s pirito d e lla m agg iore largh ezza
12 ° Si è d 'acco rd o c he le mod alità d e l r impat r io d a pa rte it a liana, nel t er ritori o franc ese oc c upato, sa rann o anal og h e a quelle seguite n e lla F ra n cia libera.
La Commissio ne ita li a na informa c he il rimpatrio, nel t e nitori o fra n cese occupato, è a ssicurato dai fun z ionari italiani co Jà res identi.
13° Il s ignor Pagès a nom e del Ministro france se della produz ione industrial e e d e l lavoro , ra ccomanda c he i De legati italiani pe r il rimpatrio diano , per quanto possibi le, la precedenza all e domand e c he s i riferiscono a itaJiani disoccupati. Da parte italiana, pur face nd os i presen te che impe gni precis i in materia non s i possono prendere, s i ass i c ur a c h e i terrà nel maggior c onto possibile la ra ccomandaz ione d e l predetto Minist ero fran cese.
14° L'a pplicazione d e l p r ese nte processo ve rb a le ai possed im e nti fra ncesi d e ll'Africa del No rd, alla Siria e al Libano fo r merà ogge tto di uno scambi o di vista fra i du e Gove rni quando c:-.s i lo ri te rrann o o pp o rtun o.
15° TI trasporto d ell e pe r so ne e d elle cose s arà interamente a carico delle Aut orità i ta lian e.
16° È i nteso che le disponibilità in franchi frances i appartenenti a cittadini italiani che sono o saranno rimpa t riati in Italia in applicazione de ll e dispo sizio ni d el prese nte processo verbale, saranno versate a credito d e i conti speciali la cui ist itu zione è prevista dal processo verbale d ella Co mmi ssio n e E co nomica di R o ma in data d el 2 fe bbraio 1941 Parte B n. 1, escluso ogni altro conto, e ut ilizzate conformem e nte all e dispo s izioni d e l pro cesso verbale m e nzionato .
Resta altresì s tabilito che le Autorit à italiane competenti destin e ranno , fino alla concorrenza dell'ammont are di queste di s ponib ilità , so mme in franc hi frances i a r egolam e nto d ei c rediti della Società Nazionale dell e Ferrovi e F ranc esi verso le F e rrovi e dello Stato Italiano.
L1 s ti tu t o Nazionale pe r i Ca mbi con l'Es t ero com uniche rà alla De le gazione Ec o nomi ca francese in Roma un a situaz ion e mensil e d elle d ispon i bi Iità di c ui tratt as i.
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17° I ratei di pensione dovuti in Francia da persone o da collettività pubbliche o private a cittadini italiani che sono o saranno rimpatriati in Italia in applicazione delle disposizioni del presente processo verbale, ad eccezione delle pensioni il c u i trasferi mento sarà stato già previsto dagli accordi in vigore, potra nno, s u presentazione dei documenti necessari, essere raccolti e versati al credito dei conti speciali previsti al paragrafo 16 di cui sopra per tutta la durata di applicazione delle disposi zioni al presente processo verbale, fino a tanto che un nuovo accordo di trasferimento d'ordine più generale non sarà intervenuto fra i Governi francese e italiano.
Il versamento verrà eseguito dietro presentazione - da parte di un mandatario dell'interessato in Francia - dei documenti necessari, secondo la legislazione interna francese. Si precisa tuttavia che il mandato potrà esser dato nelle seguenti forme:
a) dagli italiani già rimpatriati, a mezzo di procura su carta libera autenticata dalla Dire zion e Generale degli Italiani all'Estero in Ro ma;
b) dagli italiani che risiedono ancora in Francia e che desiderano 1impatriare a mezzo di una dichiarazione su carta libera firmata daJl'interessato e autenticata dal Delegato al rimpatrio in Francia.
I pagamenti di cui sopra non potranno eccedere - fino alla stipulazione di nuovi accordi - la somma annuale complessiva di 5 milioni di fraHchi.
L 'Is tituto Nazionale per i Cambi con l'Estero comunicherà alla Delegazione Economica Francese a Roma tutte le informazioni sulle operazioni di cui è questione
18° Resta inteso che i rimpatriati non cesseranno, per il fatto di aver lasciato il territorio francese, di beneficiare - per quanto riguarda i beni mobili ed immobili di cui potessero eventualm ente essere proprietari o che do\<Tanno restare in Francia - d elle disposizioni della legge francese che toglie i l sequestro sui beni di proprietà italiana .
I cittadini italiani rimpatria ti in Italia in virtù del presente processo verbale, potranno portare con sé i loro effe tti e oggetti personali e domestici, compresi gli oggetti di ornamento personale, gli strumenti personali di lavoro - comprese le macchin e da cucire - a condizione che questi effetti, oggetti o strumenti non abbiano carattere commerciale e che siano in relazione alJa condizione socia le dell'interessato.
Per quelli di questi oggetti che i cittadini rimpatriati porteranno co n loro, i so li documenti richies ti dai Servizi francesi di
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Dogana saranno i certificati ufficial i di rimpatrio sopra previsti e una dichiarazione da sottoscrivere all'atto dell'uscita dalla Francia, co n cui l'esportatore farà conoscere che l'operazione non dà luogo ad alc un pagamento in contropartita all 'estero.
In caso che l'esportazione di taluni di questi oggetti sia fatta a m ezzo di sped i zione speciale, gli interessati dovranno chiedere, a lm eno venti giorni prima de lla data della loro partenza, una autorizzazione preliminare di esportazione a lla Direzione delle Dogane da cui dipende l'Ufficio di Do ga na di uscita, allegando, a corredo di questa domanda, un inve ntario in duplice esemp lare deg li oggetti di cui chiedono l'esportazione, fermo restando l'obbligo di sottoscrivere la dichiarazione attestante che l'operazione non dà luo go ad alcun pagamento in contropartita a ll'es tero.
19° Il presente processo verbale, che entrerà in vigore in data di ogg i, avrà una durata analoga a quella dell'Armistizio. Ogni questione sollevata nell'applicazione delle disposizioni del presente p rocesso verbale potrà formare o ggetto di co n versazio ni ulteriori fra le Autorità dei due Paesi.
CARTE DI IDENTITÀ
La Delegazione francese acce tta la raccomandazione di esaminare con spiri to di larghezza le domande di rinnovo delJe carte di id entità degli italiani con particolare riguardo a que lle che si riferi scono a lavoratori.
Da parte italiana si precisa che tale raccomandazione n on riguarda il caso degli italiani ex-internati , per la quale la C.I.A.F. ha già comunicato alla Delegazione francese presso la Commissione d'Armisti z io il suo punto di vista in proposito.
1 TERNATI FRANCESI IN ITALIA
La Delegazione francese chied e a ll a Commissione italiana di trasmettere al R. Governo la domanda di consentire il rimpatrio dei francesi internati che richiedono di rientrare in Francia.
La Commissio n e italiana assicura che da parte sua non mancherà di trasmettere al R. Governo e di appoggiare tale domanda.
P ASSAPORTI
a) P er i passaporti italiani diplomatici e per quelli di Regio servizio, r e lativi a persone che debbono entrare in Franc ia o transitarvi, basterà la richiesta del visto della Delega z ione francese di armistizio, trasmessa dalla Commissione italiana di armistizio, se nza bisogno di formulari o di altre formalità in ap poggio ~l!?. domanda.
140 Mussolini e Pétain
Si precisa che il passaporto di Regio servizio è rilasciato soltanto a fun z ionari de ll o Stato o di amministrazioni para-statali. Per tutte le predette categ01ie di persone il passaporto è rilasciato dal R . Ministero de gli Affari Esteri.
Per quanto r i gua rda i passaporti francesi diplomatici o di servizio (questi ultimi da rilasciarsi soltanto a funzionari statali e para-s t atali su domanda de l Ministero fran cese degli Affari Esteri) e ordinari , la Delegazione francese chiede c h e le domande di visto da essa trasmesse alla Commissione italiana di arm istizio siano cons iderate co n ogni poss ibile b enev olen za e soll ec itudine.
La Commissione Italiana fa presente che le form a lità in vigo re sara nno semp li ficate, pur dovendosi tener co nto delle necessità derivanti dal fatto c h e l'Italia trovasi in stato di guerra .
In li nea di massima i vi ti per i passaporti dipl omatici francesi sara nno co ncess i entro un termin e di circa dieci giorni.
b) Per i passaporti ordinari il visto francese di entrata in Francia o di transito è s ub ordinato alla presentazione di apposito modulo francese, co l testo in italiano ed in francese , in triplice copia . Qu es ta procedura s i applica alle domande che saranno trasmesse alla Delegazio n e fra ncese a partire dal 15 febbraio p.v.
Le domande, stese sugli apposi t i moduli, saranno presenta te dagli itali ani residenti nel Regno per il tramite della Commissione Italiana d'Armistizio alla Delegazi one fran cese a Torino, c h e ]e trasmetterà a l Ministero fra ncese degli Esteri.
Per gli italiani residenti all'estero, e specialment e in Spagna , Portogallo e S vizzera, i moduli di domanda potranno essere prese ntati alle Autorità diplomatiche o consolari francesi compe te nti , c h e li trasmetteranno al Mini stero francese per gli Affari Esteri.
Normalmente la risposta relativa al rilascio d el visto sa rà data nel termin e massimo di un mese.
c) La Delega zio ne fran cese ra cco mand a che siano esamin ati con benevole nza i s ingoli cas i, segnalati dalJa stessa Delegazion e francese, relativi a cittadini frances i che chiedano di recar s i in I talia o di transitarvi.
La Commissione Italiana accetta tale r accomandazione.
d) La Delegazione francese segnala alla Commissione I taliana il particolare interesse c h e avrebbe il Governo francese a fa r rimpatriare un ce rto num e ro (circa 1000) di stranieri dell 'Europa centrale e balcanica, che dovrebbero transitare p er l'Italia.
Qualora tale p ermesso di tran sito fosse accordato, il Gove rno francese ga ran tirebbe che quegli stra ni e ri che fossero respinti alla frontiera italiana di uscita, sarebbero immediatamente riammessi in Francia.
La Commissione Italiana, pur facendo presente che il prob lema
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deve esse re considerato anche sotto il profil o dell e necessità mili tari italiane, ha assicurato c h e raccomande r à tale richiesta alle Autorità centrali .
Letto, so ttoscritt o e d approvato a Torino i l 4 fe bbraio 1941-XIX.
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e Pétain
Mussolini
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LA FIGURA DI MONS. PAUL RÉMO N D VESCOVO DI NIZZA SECONDO LA CIAF
26 marzo 1941
Nel quadro delle attività rivendicazioniste dell'Italia che la CIAF in parte registrava, la forte figura dell'oppositore a tale politica, il vescovo di Nizza mons. Paul Rém ond, è stata al centro di molte richieste segrete italiane specie per verifìcarne le attività antitaliane. Di un notevole interesse assume la relazione che fu redatta dal R. Console generale di Italia a Nizza, Camerani, sulla questione "Atteggiamento del clero della diocesi di Nizza verso l'Italia" della quale riportiamo le pagine dedicate al vescovo, inviate per conoscenza dal Ministero degli Aftàri Esteri alla CIAF in data 26 marzo 1941.
FONTE: ASME-CIAF, Racc. 7, doc. 5.
MONS. REMOND - VESCOVO DI NIZZA
Ab Jove principium!
Mon s ignor Paul Rémond nato a Salins (Giura) iJ 24 settem bre 1873, fu ordinato prete a Besançon il 30 luglio 1899 quando era già ufficiale di complemento. Si deve forse a questa circostanza e al fatto di avere egli partecipato a due guerre, e vissuto sempre in stretti rapporti con militari, se si compiace soven te di assumere la posa del prete-soldato e di far tintinnare idealmente gli speroni sotto la tonaca.
Nel 1914 la g u erra mondiale lo trovò canonico a Besançon e Cappellano di quel Liceo Maschile. Richiamato alle armi col grado di capitano, fu promosso maggiore durante la guerra e partecipò col suo battaglione a varie azioni militari distinguendosi nella difesa di Reims sì da guadagnarsi la Legion d'Onore.
Ma il Comandante non dimenticava il Canonico!
Una sua pubblicazione int itolata "L'Heure d'obéir" uscita quando la Curia Romana prese nettamente posi zione contro i cattolici monarchici dell'Action França ise, attirò su di lui l'attenzione degli ambienti vaticani dove aveva annodato utili relazioni fin da quando frequentava come studente il Seminario francese di Santa Chiara. Né si disinteressava della politica interna. La sua amicizia col l'aw. P ernod, deputato di B esa nçon e due volte Ministro, lo awicinò a varie personalità del Quai d'Orsay, e specialmen te a
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Briand e a l S egretario Generale B erthelot, d ei quali adottò con entusiasmo le idee, divenendo ardente fautore della Soci e tà d elle Nazioni.
A questa politica di sinistra, che favoriva più di ogni altra le sue ambizioni Mond . Rémond è poi sempre rimasto fedele con notevo le vantaggio personale.
Infa tti dopo l'armistizio del 1918, Briand lo fece nomina re Primo Cappellano del Corpo di occupazione della Renania epoiché in questa sua nuova funzione seppe fa vorire i vari movimenti separatisti - appoggiò nel 1921 la sua nomina a Vescovo castrense e lo creò ispettore dei Ca ppellani Militari dell e Armate d el R eno e di Siria.
Seguì di lì a poco la nomina a Vesco vo titolare di Clysma colla consacrazione nella cattedrale di B esançon, il 29 maggio 1921.
Cessata l'occupazione fra nces e della Renania il governo ottenne la nomina di Mons. Ré mond a Vescovo di Nizza.
Tale nomina - a wenu ta il 20 maggio 1930 - incontrò tenace opposizione in Vaticano dove si dubit ava - e non senza ragioneche il passato politico militare del nuovo Presule lo ren desse inadatto per una Dioces i di fro ntiera.
L'i ntr onizzazione · ebbe luogo 1'8 luglio e immediatamente i l nuovo Vescovo cercò di farsi una facile popolarità pa r t ecipando a tutte le mani fes ta zioni d ella vita del paese, appoggiandosi ag li excombattenti, ostentando modi e idee d e moc ra tiche , stringendo rela z ione con uomini politici di ogni partito, fossero pure massoni e magari ebrei come dimostrò favo r endo apertamente l a nomina a Rabbino di Nizza di un s uo antico compagno d'armi, che a vev a già a ssicurato il servizio religioso per i mili tari israeliti dell'armata d'occupazione della Re nani a.
La d evozione alla politica briandis ta ottenne a Mons. Rémond notevoli vantaggi materiali per la sua Diocesi. Basti accennar e alle donazioni cospicue della si gnora Barbary, moglie del dire ttore dei S ervi zi Strani er i d elle Alpi Mari ttime e a quelle del pubblicista
Léon Bailby , allora direttore-proprietario d e l "L'intransigeant" il che non impedì a Mons. Rémond di fars i emissario non disinteressato del senatore Louis Dreyfuss quand o questo costrinse il Bailby a cedergli l a proprie tà d el giornale.
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* * *
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Mons. Rémond ha avuto per massima di andar d'accordo con tutti i Prefetti, anche quando rappresentavano i governi di "Fronte Popolare" ed è amicissimo del sindaco Médecin ( frama ssone ebraizzante, sposato a una Mayer) del Rabbino e del Pastore protestante . A tutta questa gente di ogni religione, di ogni partito e di ogni setta Mons. Rémond ba sempre aperto volentieri i saloni del Palazzo Vescovile.
Tale malleabilità lo rese più benvisto ai non credenti che ai cattolici mentre il clero, eminentemente tradizionalista si mantenne diffidente verso tanta disinvoltura finché non fu costretto a cedere di fronte alla sua dispotica intolleranza e all'accentramento da parte del Vescovo di tutte le iniziative culturali sociali e assistenziali cattoliche .
I sacerdoti che non vollero sottomettersi dovettero andarsene dalla Diocesi e anche i dirigenti laici delle istituzioni cattoliche dovettero cedere alla sua invadenza. Il circolo Pauliani dovette lasciargli amministrare il suo patrimonio ed il signor Levrot fiduciario dei Beni dei "Fratelli delle Scuole Cristiane" durò grande fatica per salvarli dall'avida insistenza del Vescovo.
Nei riguardi dell'Italia Mons. Rémond dimostrò nei primi tempi del suo....aposto la to una certa s imp atia, memore della sua vita romana, che si compiaceva ricordare con affettata nostalgia, quando si incontrava con un nostro connazionale .
Ma nel 1931, quando il R. Governo resisteva all'invadenza dell'Azione Cattolica, manifestò improwisamente il più astioso antifascismo che poi si sforzò di velare l'anno seguente quando il Governo francese parve favorevole a un riawicinamento col nostro Paese. Istituì allora l'insegnamento della nostra lingua nei Seminari primari e una Lectura Dantis nel Grande Seminario di St. Paul, patrocinaq.do i pellegrinaggi francesi a Roma, in occasione dell'Anno Santo.
Ma la sua italofilia opportunistica assunse una forma spettacolosa quando il Ministro Lavai concluse i noti accordi, presiedendo riunioni, celebrando me sse solenni e pontificali, pronunciando dal pergamo e alla radio, calmandosi a poco a poco quando la politica francese cominciò a orientarsi verso l'Inghilterra così che i governi del "Fronte Popolare" trovarono in lui non solo un nemico del Fascismo, ma un fautore della Spagna Rossa.
Questa presa di posizione a sinistra non gli impedì tuttavia di moderare almeno superficialmente il suo antifascimo quando si
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mi se ad accarezza re l' idea di indire nel settembre d e l 1940 un con gresso Eucaristico nella spe ranza di ottenere cospicui vantaggi p er la sua Di ocesi e magmi p e r sé il ca ppello ca rdinali zio. Di m e nti ca ndo allora la sua recen t e os tilità verso la Spagna Nazionale acce ttò dal s u o G ove rno la missione segre ta di preparare colla m e d iazione d e l cardinale Goma un incontr o tra il Maresc ia llo Pétain e il Caudillo.
Nel s ettemh r e del 1939 - per quella irreq uiet ezza a cui lo cos trin ge la s 11a smoda t a ambizione - acc e dette a un invito d i Ca millo Chaut e mp s, ca po d e lla Masso neria fra ncese , pe r mett ers i a disposizione d e l Ministro degli E ster i Bonn e t e fa vorire un ra vv ici nam e nto con l' Italia.
Di c hiarata la gu erra , divampò nuovament e il suo antico od io antit e desco che si ma nifes t ò in una serie di vio le n ti discorsi dal p e r ga mo e dalla tribuna, ai fedeli, e ai so ld a ti in cu i l'enfas i, r ives te ndo i pi ù vieti lu oghi com u ni , s i sforzava di appa rire e loqu e nza, m a non riu s civa a dare all a sua paro la un a maggi ore autorità di quan t a no n n e potesse vanta r e l' anti co comandante sui militari e il Vescovo sui catto lici .
Ma dove s i ri, ·c lò meglio la duttilità del carattere di Monsi g n or R é m o nd fu nell a ser ie de gl i ineffabi l i discorsi in lingua italiana, d es tinati a impn·-.;sionare la no stra co lonia con dichiarazioni di int eressa ta amic i1. ia p e r il no s tro paese.
An c he in questo egli seppe dimo s trare la mediocri t à del suo spirito, della sua int e ll igenza e del s u o scarso politico, mante n endo s i al live ll o degli uomi ni pol iti c i di s inis t ra che gove rnavano la Fra ncia e b asavano la loro azione politica s ull e "combines" cogli e letto ri e coi cani d ei vari gru ppi p arla mentari.
L a s ua prelL'sa larghezza di id ee c h e lo ha sempre portato a stringer alleanza con u omin i di tutti i partiti e d i tutte le creden ze e ha o ttuso la s ua se nsi bilità al p un t o da n on fargli se nt ire alcun dis agio nd sede r e a go mito a gomito co n atei , framassoni ed e b re i , non poteva render ln immun e dall a ceci t à che affliggeva i Gove rnanti e da va l'illusion~ di poter i n fluire sug li italiani con gli imb o niment i. All e m esch ini t à dell 'idea corrispo n deva quella dell ' artificio.
I Sermoni ... dell a I ra te llan z a latina , s critti e pensat i in F r ancese dal Vesc o vo R <-mo nd . e r a no tra do tti n e ll a nostra lin gua dal sacerdote ita liano P:1dre Bianco e venivano letti in un tes to speciale, in cui gli acce n ti tonici g u idavano l'in c erta pronuncia d ell'orator e.
Ques ta in ut il e propaganda se non g iovò alla Francia otte nn e a Mo n s R émond la n o mina a membro del c o nsi gli o Supe riore d e ll e Informazioni e dell a P ropa ga nda.
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Mussolini e Pétain
Ma le pretese simpatie per l' It alia cessarono definitivamente quando questa dichiarò la g uerra e oggi si può affermare con tutta tranquillità che non vi è nelle Alpi Marittime un avversario più acerrimo del nostro paese di Mons. Rémond.
L'impuls ivilà del carattere gli fa sovente perdere ogni misura e farneticando sull'abisso incolmabile che separa in eterno le due nazion i, invocando sull'Itali a tutte le maledi zioni del cielo.
Incapace com'è di ogni prudente riserbo - dopo lo sbigottimento dei primi giorni - ha ricominciato ad ag.i tarsi, a pres iedere cerimonie mis t e, di fedeli e di ex combattenti, a tener discorsi po litici dal pergamo e nei cortili delle caserme, ad arringare Legionari e Compagnons de France, facendo sempre traspaiire ad ogni frase ad ogni gesto il suo ast io contro l'Italia .
Anche dopo la disfatta e la Rivoluzione Nazionale Mons. R émond, fedele al s u o s istema di vita e di azione prosegue a mantener rapporti strettissimi con tutte le autorità e coi maggiori esponenti dei R egimi passa t i, presenti e probabili.
Nella sua villa di Carron ha avuto u n colloquio segreto col Prefetto, ha fatto colazione co l Maresciallo Pétain quando il Capo dello Stato venne ad Antibo e, se non è riuscito a far accettare la proposta della sua nomina a Consigliere Nazionale, ha potuto far nominare a Commissari Di partimentali due sue creature, il colonnello Chassepot e l'avvocato Issautier.
Per meglio delineare la fis ionom i a p o litica e l'atteggiamento antitaliano de l Vescovo di Nizza ricorderò la persecuzione da lui condotta contro i preti italiani della sua antica diocesi che hanno rifiuta t o di nat uralizzars i francesi e che, costretti ad assumere la cittadinanza locale per ragioni di vita o per forza di legge, non hanno, come egli avrebbe voluto e come è spesso destino di tutti i neofiti ostentato sentimenti ostili alla patria d'origine.
Anche in questo l'uomo politico ha sopraffatto il Vescovo e la mania dell'intrigo ha distrutto ogni sent imento di carità rendendo lo non solo inutile come strumento di pacificazione qua le lo avrebbe desig n ato la sua carica, ma addirittu ra pericoloso per il miglioramento dei rapporti tra i due Paesi e que ll i di questa nostra collettività colle autorità e la popolazione locale.
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E forse anche nelle sue relazioni col Governo di Vichy Mons. Rémond non può dirsi sincero.
Seguace della politica democristiana, predicata in I talia dal tristemente noto don Sturzo, e che soddisfa lo spirito di intrigo dei cattolici francesi, egli ha mantenuti ai posti di comando della D iocesi quei preti e quei l aici che, quando era al potere Leone Blum, furono i migliori zelatori del Fronte Popolare e andarono a braccetto degli ebrei, dei massoni e dei comunisti, uniti in un so.lo programma antitaliano e antifascista.
Vi è quindi da dubitare che le lodi tributate al Maresciallo Pétain siano pronunciate a fior di labbro. Revanchard convinto, Mons. Ré mond prega n ei suoi segreti per la vi ttoria inglese o magari in quella americana che - secondo la nuova formu l a ebraico massonica - dovrebbe dare alla Francia la missione d i riorganizzare l'Europa, secondo l'antico motto: Gesta dei per francos.
Infatti nelle conversazioni coi più intimi si fa volentieri portavoce di tutte le malignità sul conto delle truppe di occupazione germaniche mentre provoca dissidi fra il clero e le nostre autorità militari.
Mi si rife1isce tra l'a ltro che avrebbe ingiunto ai parroci della zona da noi occu pata nel Mentonasco di non accettare gli emolumenti che il R. Governo corrisponde ai Min istri del Culto, a termm1 della Legge e del Concordato, il che non deve essere difficile a controllare.
Da quanto è detto pm sopra credo emerga che la presenza di Mons. Rémond sulla cattedra vescovile di N izza è tutt'altro che favorevole ad ogni politica di collaborazione tra Francia e Italia.
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L'ARMISTIZIO E LA SITUAZIONE IN TUNISIA
21 maggio 1941
Dopo averla evocata per anni la rivendicazione italiana sulla Tunisia non si realizzò neppure dopo l'armistiz io di Villa Incisa per la reticenza del governo italiano a mutare lo "status quo" francese . Pertanto la crisi tunisina si acuì con questa situazione di incertezza con gravi ripercussioni sulla situa z ione degli italiani colà stanziati come lo segnala ques ta relazione del 21 maggio 1941 del Console generale Silimbani nella sua veste di capo della Delegazione italiana di controllo.
FONTE: USS ME -CIAF , Racc. 51, doc. 1.
SITUAZIONE POLITICA IN TUNISIA
I differenti gruppi etnici che formano la popolazione tunisina reagiscono, com'è naturale, con sentim enti diversi di fronte agli importanti eventi militari e politici che, sui campi di battaglia d'Europa, d'Africa, del vicino Oriente e attraverso il lavoro più intenso delle cancellerie e a s ignifica tivi colloqui tra uomini di governo, sembrano preludere a una svolta decisiva della guerra e al tota le rinnovamento, nell'aspetto e negli spiriti del mondo europeo e m editerraneo.
Nel mio rapporto del 24 aprile, ho ill ustrato lo stato d 'animo della nostra colonia, che dai recenti successi degli eserciti italiani e germanici, ha tratto nuovi motivi di certezza nell a vittoria finale e nella completa realizzazione del suo voto più ardente.
L 'a tt esa diventa ogni giorno più trepida, e nello stesso tempo più sicura e cosciente.
Del patriottismo di questa nostra gente, è prova il nobilissimo slancio con il quale le collettività di Susa e di Sfax hanno soccorso e assistito alcuni militari ita liani e tedeschi naufragati presso le coste tunisine, e il com mosso omaggio reso alle spoglie dei caduti. Tu tti gli italiani, anche i p iù umili, hanno espresso, in modo indimenticabile i loro elevati sentimenti di solidari età civile e nazionale.
il rovesciamento della situazione militare in Africa del Nord , lo svanire dell'eventualità che trupp e britanniche p otessero attestarsi a i confini della Tunis ia, ha deluso profondamente i francesi e
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t u tti col oro, so prattutto e brei e maltes i , che avevano fatto un troppo affrettato assegnamento sulla vittoria ingles e.
Gli stessi c he avevano ostentato una g ioi a insolente e chia ssosa, a ogni nostro insucc esso, taccio no ora con co mp rensibile malumore. Ma dalla dura le zione della realtà, sa nno trarre soltanto nu ovi elementi di ve lenoso malan imo nei no s t1i riguardi.
Dalla t endenza costa nte di questa sta mpa , intesa a minimizzare ogni nostro successo, adombrandol o, magari , nella grande azione militare germanica, si no alla vo lgare ingiuria del naturaliz zato o del poliziotto corso, scagliata contro il nostro co nna zion ale . Tutto è segno cli una rabbi a impote nte che gli eventi hanno accresciuto e r eso più meschina.
Di etro questi sentimenti di b assa pass ion alità, quali le speranze, i disegni , i propositi di questi ambienti fra n ces i? O ltre la Gran Bretag na , al cui prestigio i fatti h a nn o recato un troppo grave colpo, si guarda con sproporz ionata fiducia agli Stati Uniti.
Nella s ua ultima vis ita a Tunisi il General e Weygand avrebbe espresso, in un gruppo di ufficiali fra nces i , l'opinione c he n é la Germania , né I1nghilterra, avrebbero vinto la g uerra, ma l'Am erica e che quin di con qu es t o paese era no da colt ivare, da parte francese, i più stre tt i rapporti cli amicizia.
In base a un recente accordo franco-americano, a scomputo di alcuni crediti fran cesi già bloccati neg li Stati Uniti, una certa quantità di merci americane - ma cchine agricole, com bustibili liquidi, olio cli lino, spago, p ezzi di ri cam bio -, viene ced uto a ll ' Africa del Nord col patto di non riesportazione nella metropoli. La merc e arriva co l navic ert britannico e in questo fatto si vuole da alc uni vedere un desiderio anglo-americano che l'Africa del Nord francese resti provvista di un minimo di attre zza tura per tutte le eventualità ... una d e lle quali potrebbe anche essere que ll a di uno sbarco degli anglosassoni al Maroc co.
È giunto a Tunis i il nuovo Console degli Stati Uniti. Come ha segnalato il R. Conso lato Gen e rale a Tangeri (,·1..·dere mio telespresso n ° 02887/ 1153 del 7 maggio u. s.) si tratta di un funzionario serio, inte lli ge nte, preparato. Provie n e in olt r e d a un ottimo pos to cli osservazione e di studio dei vari problemi c oncernenti l'Africa del Nord. La s u a nomina è un segno evidente del più accentuato interesse degli Stati Uniti alla situa z ione politica in questo settore dell'Africa Med i terranea.
Nonostante la modesta personalità del Console cessante, S ignor Heisler, il Conso lato degli Stat i l ' niti era diventato da t em po un ce ntro di propaganda e di attivit a in fo rm a tiva pro-britannica. Incaricato della protezione d egl i int eressi britannici in Tunisia, in se g uito a ll a rottur a dei rapporti dip l omatici tra la Francia e
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l'Inghilterra dopo Mers el Kebir, accoglie nei suoi uffìci l' ex cancelliere del Consolato Generale inglese Signor Vella, maltese, cui fanno capo molte fila dell ' Intelligence Service in Tunisia, benché costui persona grossolana e di non elevato ingegno, debba a s ua volta essere diretto da altri.
Numerosi sono del resto gli americani che svolgono in Tunisia una attività sospetta, sia a Tunisi, presso società commerciali, agenzie di viaggio e di turi smo, s ia in zone lungo la costa, so prattutto verso Hammamet, in ricche ville padronali.
li Consolato degli Stati Uniti, e un suddito ame ricano, certo Norton, impi egato di una compagnia nuovissima ing lese, s.i interessano tra l'altro, per arruolare, come "lavor atori'' , elementi maltesi , greci e spagnoli rossi che prendono imbarco clandestino per d es tinazion e ignota n ei pressi di Capo Bon
L 'arrivo del nuovo console americano potrebbe segnare l'inizio di una più vigorosa azione di sostegno e, forse di inquadramento nei rigua rdi dei servizi inglesi di propaganda e d'informazione, servi zi che agiscono già in Tunisia con rilevante intensità attraverso società, non solo commerciali, come si è già accennato, ma altresì bibliche ed evangeliche, attraverso l'opera dei maltesi qui residenti, num e rosi e presenti in ogni attività, professione od arte quasi tutti, tranne eccezioni rarissime, decisamente avversi all'Italia .
L'in fl u enza dell'lntelligence Service e d ella propaganda britannica è, inoltre, viva in seno stesso all'amministrazione francese e giunge fino presso le più alte sfere politiche e militari.
La timi da propaganda ufficiosa dettata, non si sa sino a che punto sinceramente, da Vichy, che fa dire a lla stampa locale qualche vaga parola di protesta contro il blocco inglese e l'attività degaullista, non ha alcuna efficacia presso questa popola z ione francese, s impa t izza nt e fra n cese ed e braica, c h e vede so lo n ella vi ttoria inglese una possibilità di salvezza.
Su questi genera li sentimenti favorevoli alla Gran Bre t agna , nutriti dall 'e n orme maggioranza dei francesi e loro assimilati in Tunisia, influiscono ora le notizie d el colloquio Hitl e r Darlan, l'accennata ripresa della politica di collaborazione, il t ransito attraverso la Siria di forze aeree italiane e tedesche in soccorso dell'Irak, le rappresaglie britanniche, i discorsi degli uomini politici inglesi e americani circa l'atteggiamento della Francia, e, d'altra parte, le concessioni dell'Auto1ità tedesca per il passaggio delle persone e delle merci tra le due zo ne frances i , la lib e ra zione di un primo rilevante contingente di prigionieri.
Stupore, scetticismo, manifesta intenzione della stampa di non dare ai fatti troppo rilievo o importanza, volontà di non pregiudi-
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care ancora nulla, di non assum ere alcun atteggiamento ap erto in favore del nuo vo ordine in Eu ropa , p er il quale, del resto, né le classi dirig ent i, né le masse francesi sono ancora mature: ec co ciò che caratterizza, in questo momento delicato e d ecisivo, lo s tato d 'animo franc ese in Tunisia. Si esegue la politica ufficiale p erché in fondo si ha più fiducia n el Maresciallo che in q ualsiasi alt ro ; lo si s egu e tutta via a malincuore sulla via d ella collaborazione con la Germania, a n c he se i più onesti e coscienziosi debbano riconoscere che non è dato battere altra s trada.
È nei più, tuttavia, la s peran za che un fatto nuovo e ind eterminabile possa fermare il Governo del Maresciallo nella via dell'intesa con la Germania. Con P é tain e con l'Inghil te rra : questo è forse l'ideale che renderebbe più c ont en ti gli animi dei franc es i di Tunisia. Co storo una sola speranza t raggono dalla politica di coJlaborazione, la speran za assurda qu an to ingenua che la collaborazione stessa possa realizzarsi all e spalle d ell'Italia si chè tutte le nostre rive ndi cazio ni , Tun isia in primo l u ogo, rimanessero insoddisfatte Se potessero essere certi di questo, sarebbero forse disposti ad acclamare freneticamente la Germania che pur occupa i t re quinti d e l loro paese e tiene in prigionia quasi due m i lioni di francesi . Odiano soprattutto, odiano, forse, sol o l'Italia, perché l'Italia ha osato met tere in di scussione la legittimità del possesso france se della Tunisia, possesso troppo a lungo abituat i a consid erare come sacro , e che ora, con la rabbia ge losa degli impotenti, sentono sfuggire di mano. Lo se n tono , anch e s e ancora indis tintamente, non volendolo, p er pa vidi tà di carattere, neppure confessare a se stessi , ostentando anzi una ridicola sicu rezza per illudersi e per illudere. E da qu esto stato d 'animo nasce il loro furo re mal represso, il lo ro veleno verso di noi.
Ora, anche in Africa del Nor d, anche in Tunisia, d ei pri gioni e ri ritorn eranno, con il peso di un a dura esperienza, con l'animo che le vicende avranno potuto rendere o più esacerbato o più saggio. Ma le famigli e che riavranno i lor o cari, qu e lle nelle quali s i riaccenderà la s p eranza di un loro sollecito ritorn o , po t ranno forse vo lgere la men te a pensi e ri più qui eti , e ai moniti solenni d ella realtà. Forse una nuova speranza, una nuova fiducia potrà riporsi nella politica di collaborazione, speranza e fiducia non fondate su considerazioni di gret t o egoismo, ma aperte a un concetto più elevato e a un'aspirazione più profonda di pacificazione in un ordine nuovo basato sulla giustizia per tut ti.
Per ora, tut tavia, i francesi di Tunisia sono ancora lontani da questi conc ett i, da qu es to stato d'animo. Chiusi alla conoscenza dei pro b le mi che involgono la sorte d ell'Europa e della loro stessa madre Pa tri a, non vedono che qu es ta loro piccola terra tunisin a ,
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centro dei loro interessi, e non sanno ammettere alcun sacrificio, qui in Africa del Nord, anche se, in fondo, ormai ammettono che, la guerra essendo perduta - ma neanche di questo sono ben sicuri - almeno l'Alsazia e la Lorenza dovranno essere cedute.
"Integrità dell'Impero": così sono interpretate le parole del recente messaggio nel quale il Maresciallo Pétain assicura che, dalle conversazioni in corso, la Francia dovrà uscire sempre "potenza europea e coloniale".
"Integrità dell1mpero": sembra che riecheggino le parole di Daladier al tempo dei "viaggi trionfali" e dei pugnali corsi "non un pollice di territorio, non un solo dei nostri diritti". Nulla sarebbe dunque cambiato?
Anche a voler solo giudicare da alcune recenti manifestazioni svoltesi in Tunisia, sembrerebbe di no.
Festa del lavoro e onomastico del Maresciallo il 1° maggio, giornata "Borotra" dal 2 al 5, Santa Giovanna d'Arco 1'11: la prima e l'ultima celebrazione si sono svolte in tono minore ma con gran spiegamento di bandiere e tambureggiare di stampa, le giornate Borotra hanno invece voluto essere la grande rassegna della gioventù francese e tunisina.
Il Commissario all'Educazione Generale e agli Sports, che concludeva in Tunisia il viaggio di propaganda nell'Africa del Nord, ha qui avuto accoglienze ufficiali grandiose e, a giudizio anche di molti francesi, del tutto sproporzionate. A ogni stazione acclamato da gruppi di giovani, convocati per ordine dell'Autorità, ricevuto all'arrivo e salutato alla partenza con gli onori militari, ricevuto dal Bey, Borotra è stato, durante i quattro giorni del suo soggiorno a Tunisi, esaltato, oltre ogni misura, da questa stampa che h<i lasciato ogni altro argomento; come è già stato segnalato nel rapporto stampa, per occuparsi soltanto di lui e ha parlato addirittura dì apoteosi.
In realtà si voleva creare un'atmosfera di entusiasmo intorno alla manifestazione di domenica 4 maggio, che ha adunato tutti i giovani delle scuole francesi ed arabe, in divisa ginnastica, incolonnati dietro i loro insegnanti. La manifestazione era prevista da lunga data e la preparazione dei giovani era cominciata tre mesi or sono. Si voleva dar l'impressione di una grande massa giovanile francese e araba, fraternamente unita, viva e presente in Tunisia. Forse non a caso alcuni luoghi di convocazioni erano stati proprio scelti in prossimità delle sedi ove svolgono la loro attività le Delegazioni d'Armistizio. Nei pressi di questo Ufficio, non sono mancati, come ho già riferito, alcune grida ostili al nostro paese. Non si può dire che un grande entusiasmo abbia circondato questa manifestazione di giovani. Tuttavia essa è riuscita di una
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certa imponenza e si è svolta in buon ordine. A m a nife s ta zioni de l ge nere da p arte d e lla lo ro c oU e tt ività, i fran ces i , anc he prima d ella g u erra, n on e ran o awezzi .
Para te, band ie r e. discorsi, art icoli di s tam pa, tutto è s ta to in fun zio n e di una vas ta p ro paganda d e ll 'idea francese in Tunisi a , di que ll o che mo lti in buona fede riten gono il buon d iritto franc ese su questa te rra.
P roprio in qu es ti tempi sotto gli aus p ic i , l'in co raggia mento, o l'approvazi o ne d e lla R esi d e n za s i pubblica n o co n più in t ens ità arti coli di giornal i e r ivis te, opuscoli e libri (i più in t eressanti so no v ia via segnalati a codes to Minist e ro) tendenti a d illu st rar e ed es altare l' opera fra n cese in Tunis ia .
Le p u bbli cazi o ni , an c he qu ell e che prete ndon o rive s ti re un cara t te r e p iù o bi e tt ivo e di docum e nta zio ne , trasc urano nat uralm e nt e tutto l'apporto r ecato da l fec ondo la voro d eg li i taliani a ll a ricch ez za di qu esto paese
Ne llo stesso tempo , e questo ce rto non apertam e nte , si eccita no gli animi al la res is te n za, s i alimentano timori di effrenatezza, di nuovi "Vespri" ch e gli ita lia ni dovreb bero commettere al momento del trapasso di regi m e, a nche se il prosp ettare qu es ta even tualità possa se mbra t·e in c ontrast o co n la s icure zz a di non doversene a ndare mai , ostentata in tutti g l i ambienti franc es i.
Cer to molte delle a rmi na scoste p r esso pri va ti , s op ra t u tto in ci ttà, servo n o piuttos to a difesa da un ' ir a popolare p iù o m e no co nsapevolmente te muta, di italiani e di ara bi, c h e non a co ntrasta r e il p asso a un eserc it o b e n e o r g ani zz ato, c h e sa rebbe pazzesca i llus ione .
Nel se t tore d e ll 'economia, d ' altra parte , co n sta c h e le Aut orità incoraggia n o la formazione di nuov e soci età e az iend e, avent i lo sco p o, nell'attu a l e mom e nto in cui g li sca mbi comm erc iali t r a paese e paese so no 1idotti p ressoch é a nu ll a, di pe rm ette re, con una p r oduzione lo ca le, che la Tunisia possa prowe dere a se stessa in qu ei campi , p er i quali era prima t r ibutaria della Fra n cia o dell 'es t e ro.
I c apitali di imprese so n o fran ces i , e franc es i g li e l em e n ti direui vi , n uovi ani vati in Tunisia e c he sembra ricevano in alto assicurazioni tranquHliz za n t i c irca la sor te futur a del paese.
Certo il fior ire in qu es to m o m e nto di nu ove at t ivi tà france si s otto gJi au ::. pic.:i d e ll e Autorità, c ome se null a dovess e accadere, è uno d eg l i e le m en ti che co n cor ron o a vol e r dare l'imp ressio n e presso l'u omo d e ll a str ada d i una Fra nci a sicura di rimanere in Tuni s ia.
La propa ga nda p iù alliva e più in t esa è ri vo lta dai fran ces i vers o g li arabi . È q u i c he s i se nte malsi c uro il terre no, è q u i ch e si
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v orrebbe con una agognata quanto impossibile "conquista d eg li spi.-iti" riaffermare il traballante imperialismo francese.
Si progettano opere pubbliche specialmente destinate ai m u ssulmani, come la costru zio ne di una città indigena a Tunisi; sono promosse attività nel campo assistenziale e sociale e valga, tra l'altro, l'istituzione delle "Dar el Askri", case d el soldato, c en tri di riunione per gli smobilitati e gli ex combattenti, create evidentemente anche con lo scopo di cont r ollare e avere pronti per ogni even to tutti gli elementi mobilitabili.
E mentre le ra diotrasmis sio ni in lingua araba di Be rl ino, di Bari , di Tripoli vengono sistematicamente disturbate, un intensa opera viene spiegata, sopratutto nelle campag n e , attraverso i quotidiani contatti dei piccol i funzionari francesi, per ai z zare l'elemento indigeno co ntro le potenze dell'Asse, per magnificare i vantaggi del dominio francese, per incitare a pre ndere le armi e sbarrare il passo d ell'invasore che volesse attentare all'integrità di ques t o dominio .
La propaganda è ben lungi da ll 'ottenere, anche soltan to parzialmente, gli effetti sperati.
Sempre più, specia lmente dopo le u l time vittorie dell'Asse, gli arabi si mostrano insofferen ti della sovranità francese . La guerra d ell'lrak, gli ai u ti fomiti agli iraqueni dall'Italia c dalla Germa nia , accentu ano questo stato d'animo.
Il felice rego lam e nto della questione croata, che consacra l'ind ipendenza di un popolo, ha acceso in questi animi la speranza che n e l nuovo ordine europeo voluto dall'Asse, trov eranno comprensione e 1iconoscim e nto le esigenze nazionali di altri gruppi etnici, e quindi anche gli arabi .
In questo spirito il 12 maggio, anniversario del trattato del Bardo, sono stati lanciati manifestini che 1icordano il giorno in c u i " un gruppo d i uomini politici seg u iti da un esercito, arrivò in Tunisia p er minacciarne il ministro e il governo e im p orre il trattato del Bardo". E si acc e nna alle sventure "abbattutesi da que l giorno fune sto sul popolo t u njsino"
Il manifesto poi agg i unge:
"Essendo stata definitivament e sconfitta, la Francia non può più giustificare la sua presenza in Tunisia, b e nché essa pretenda ancora di proteggere questa terra . Q u esta pretesa è adesso con t estabile, poiché non essendo essa in condiz ioni di difende r e se stessa, come potrà dife nd ere gli altri?"
"Questa è l'idea che ogni t u nisi n o deve tenere p r ese nte; per cui adesso è giunto il momento di libera re il nostro paese, d i formare un governo naziona le libero e di obbligare il governo francese a liberare i no s tri puri eroi" .
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Certo, da qualche tempo a questa parte si nota un rinnovato fer mento tra gli arabi. Domenica, come ho già riferito, una manifestazione s i è svolta a Tunisi con cartelli richiedenti la liberazione del noto capo desturiano Avvocato Burghiba, e l'ind ipe ndenza della Tunisia.
N e l corso d ella manifestazione sono state elevate grida ostili all'Inghilterra ed è stato applaudito l'Irak.
È tuttavia da tener presente che più ancora che sentimenti di solidarietà islamica o simpatia per le potenze dell 'Asse, i mussulmani sono spinti oggi ad agitarsi dalla speranza di poter trarre profitto dalla situazione in cui si trova la Francia p er otte n ere d elle sostanziali concessioni nel campo politico.
La manifestazione di Tunisi ha avuto un carattere modesto e h a dato origine soltanto a un piccolo tafferuglio con la polizia. Tuttavia, è la prima che abbia potuto formarsi e svolgersi in città, dopo le sanguinose giornate dell'8 aprile 1938, e come tale è un sintomo importante della ripresa del movimento.
Incidenti di una certa gravità vengono segnalati da Gabes dove arabi ed ebrei sono venuti alle prese. Vi sarebbero anche dei morti.
T ra i motivi immediati del malcontento che serpeggia in tutto il paese, sono sopratutto le disposizioni che obbligano i produttori di grano e di lana a conferire tutto il loro prodotto agli ammassi senza potere nemmeno riservarsi una piccola quota per le esigenze personali. Si teme che gran parte della produ zione venga inviata in Francia, e sottratta ai bisogni della Tuni s ia dov e le scorte sarebbero del tutto insufficienti.
È noto tra l'altro che la situazione nel campo dell'abbigliamento è talmente deplorevole che gli arabi non trovano di che vestirsi. Per quanto concerne i gruppi etnici minori, ho già accennato ai sentimenti predominanti presso i maltesi. Contribuiscono a tenere viva l'ostilità nei nostri riguardi le notizie che parenti ed amici, residenti nell ' isola, riescono a far pervenire circa la situazione determinata dal nostro blocco e dai nos t ri bombardamenti. Sembra infatti che le condizioni economiche dell'isola siano addirittura d isastrose e che manchi persino il necessario.
Dopo la vittoriosa conclusione della campagna in Grecia, l'animosità e l'attività anti italiana d ei greci di Tunisia, relativamente numerosi soprattutto a Sfax, si è molto affievolita. Qualcuno, anzi, non sarebbe, forse, alieno dal mettersi in buona luce presso le nostre Autorità.
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"Il protettore è morto annegato nelle acque di Dunkerque".
IL MOVIMENTO ARABO IN MEDIO ORIENTE E LA SUA UTILIZZAZIONE
4 giugno 1941
Dopo lo scoppio della rivolta antinglese nell'Jrak ad opera del governo di Rashid Ali al-Ghailani la CJAF si trovò cointeressata a gestire attraverso il proprio delegato in Siria, gen. F. De Giorgis, le possibili vie di cooperazione dell'Italia e dell'Asse con il movimento arabo nell'Jrak. Proprio per fare il punto della situazione generale araba il delegato della CIAF scriveva il seguente rapporto al presidente.
FONTE: USSME-CIAF, Racc. 75, fase. 10.
COMMJSSIONE ITALIANA DI ARMISTIZIO CON LA FRANCIA DELEGAZIONE MISTA PER LA SIRIA
Credo necessario attirare l'a ttenz ion e su un particolare aspetto della nostra attività in rapporto ai recenti avvenimenti dell'Irak.
In pratica la resistenza irakena non ha avuto qu ell'a ppoggio che poteva essergli forn ito sia da un'azione delle tribù del deserto s ull e comunicazioni della Transgiordania , sia da attentati di rivoluzionari palestinesi, che avrebbero potuto creare agli inglesi delle gra vi preoccupazioni in Pal est ina.
Queste due azioni non sono state svolte perché non preordinate tempestivamente: ques ta mancata organizzazione è dovuta alla carenza di tempestive direttive in proposito.
I miei telegrammi 1109, 1287, 1341 e 1362 del 12 e 27 arile e del 3 e 6 maggio sono stati accompagnati da analoghi te legrammi del Console Castellani a l Ministero degli Esteri, al quale era devoluta la d ecisione.
Solo il 30 maggio è arrivata al Conso le Castellani una risposta della quale allego copia. Ma gli awenimenti nel frattempo camminavano: tutto era ormai sorpassato ed il contenuto d e l telegramma in particolare; né era facile fosse diverso poiché detto telegramma rispondeva ad altro te legramma di quasi un mese prima.
Credo sia necessario stabilire tre punti su cui ritengo non si possa dissentire:
1) le azioni in grande stile di tribù beduin e o di rivoluzionari e terroristi. non possono che essere concomitanti o sussidiarie di
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una data situazione militare . In caso diverso si otteITà solo di far distrnggere separatamente e senza risultato e lementi che potrebbero invece riuscire preziosi se impiega ti tempestivamente. In altre parole queste azioni sono efficaci solo in dati momenti;
2) Le azioni di cui sopra devono quindi essere organizzate prevent ivamen te, poich é il momento favorevole può presentarsi improvvisamente. E p er organizzarle bene ci vogliono: tempo, mezzi e uomini capaci;
3) solo l'organizzazione preventiva permette di scatenare le azioni al momento giusto e so lo la tempestivi tà può assicurare il s u ccesso
Gli avvenimenti dell'Irak costituivano un'occasione quanto mai favorevole: si presentavano finalmente le condizioni ideali sia per una g u erriglia efficace sulle comunicazioni delle c olonn e avanzan t i dalla Transgiordania, sia per scatenare la rivolta in Palestina, base di partenza di tale colonne.
Ma tali avvenimenti, ~ome d el resto quasi sempre avviene, sono giunti di so rpresa.
E purtroppo dal punto di vista di organizzazione della rivolta ci hanno co lto impre parati; in rea ltà nulla era stato predisposto (e null a era stato possibile predispoITe) per fornire i mezzi occorrenti alle tribù ed ai rivoluzionari che da tem po li invocano.
Ora l'Irak ha dovuto sottomettersi ed è troppo tardi per quegli interventi che il telegramma allegato prospetta, interventi che sarebbero stati preziosi un mese fa .
La l.ez io n e che si può trarre dagli avvenim enti è chiara.
L'o ccasione s i ripresenterà e non dovrà co gl ierci nuovamente impreparati.
Propon go:
1) sia predisposta al più presto l'organizzazione di tutte le forze anti britannic h e del Levante, forze c he c hi edono so lo di essere impiegate.
2) L'organizzai.i one di tali forze dovrà essere affidata ad un solo individuo: ques t i dovrà essere un uomo d'azione, di p rovata ca paci tà e sopratutto di estre ma decisione; dovrà essere munito di pieni poteri per ag ire cnt ro vas ti limiti senza richiedere continu e autorizzazioni.
158 Mussolini e Pétain
* -:, ;',: -:~
Disporrà di pochi collabora tori di prima scelta e sopratutto di sua scelta (sono n ecessari perché le tribù beduine h anno b isogno di essere seguite nell'azione)
3) Dovranno ess ere assegnat i senza lesinare i mezzi occorrenti (armi, muni zioni, esplosivi). N e i mezzi do vrà essere com preso il danaro; occorre che l'incaricato dell'impresa sapp ia su quali somme può contare e che ne possa disporre se nza formali tà superflu e .
4) Dipenderà direttamente dal comando supremo: ma - e questa sarà condizione indispensabile del s uccesso - dovrà esserg li lasciata la piena responsa b ilità dell'impres a affidatagli e, con la re s ponsabilità, l'iniziativa più amp ia .
Le proposte di cui sopra hanno il va lore che s i crederà di attri buire loro.
Ri tengo peraltro doveros o dichiarare che ad esse sono stato indotto dalla constatazione che il nos tro interessamento per il movime nto arabo si è ridotto praticamente in attività platonica; non avendo in sostanza cost itui to un incitamento ma un freno per gli antibrita n nici che volevano agire. Ed i l prestigio nostro non ne ha guadagnato certamente .
È per evi tare per quanto possibile il ripetersi d i una simile situazione che cred o m io dovere segnalare l a r ealtà d e i fat ti a codesta Pres id enza
IL GE N ERALE DI DIVISIONE
Capo della De leg azione
F. De Giorgis
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ORDINANZA DEL DUCE CON LA QUALE
VIENE NOMI NATO IL GE N. ART URO VACCA MAGGIOLINI PRESIDENTE DELLA CIAF
16 giugno 1941
Il secondo presidente d ella CIAF, gen. Camillo Grossi mori di malattia a Torino il 15 giugno 1941. Con la presente ordinanza il Duce chiamò a succedergli il gen. Arturo Va cca Maggiolini.
FONTE: USSME -CIAF, Racc. 1, fa se. 18.
IL DUC E
PRIMO MARESCIALLO DELL'IMPERO COMANDANTE DELLE TRUPPE OPERANTI SU TUTTE LE FRONTI
Visto l'arti colo XXIII della Conve n z ione di Armi s ti zi o del 24 i:fogno 1940-XVIII conclusa fra l1 talia e la Francia;
Visto l'articolo 17 della legge di guerra, approvata con R . Decr eto 8 lugli o 1938-XVI, n. 1415 ;
Visto il de creto 10 gi ugno 1940-XVIII, n. 566, che ord ina l'applicazione della legge predetta;
Vista l'ordinanza 27 giug n o 1940-XVIII co n la qual e vie n e costituita la commissione italiana di armis t izio;
DETERMINA
Art. unico
n Generale di Corpo d'Armata - con ran go di des ignato d 'Armata nell a riserva , Vac ca Ma gg iolini Arturo assume la carica di presi d e nt e della Commissio n e di arm is tizio co n la Francia in sostit u z ione d e l G e n era le d es ignat o d'Armata Grossi Camillo d eceduto.
Dal Quartier Genera le dell e Forze Armat e, lì 16 giugn o 1941XIX.
Mu sso lin i
160 Mu ssolin i e Péta in D OCUM E NTO N. 22
LETTERE DENTZ - DE GIORGIS SUL RITIRO DELLA DELEGAZIONE ITALIANA D'ARMISTIZIO DALLA SIRIA
11 luglio 1941
Al momento di concludere l'accordo per il cessate il fuoco tra le forze armate francesi del Levante e l'Alto Comando britannico, l'Alto Commissario francese nel Levante gen. Dentz rivolse, l'J 1 luglio 1941 , al capo della Delega zione italiana d'armistizio in Siria, gen F De Giorgis, l'invito a lascia re la Siria per non dover essere consegnato aglì inglesi.
FONTE: Allegati n. 7 e 8 alla Relazione sul conflitto franco-inglese in Siria, in USSME-CIAF, Racc. 75, fase. 9.
A - LEITERA DEL GENERALE DENTZ AL GENERALE DE GIORGIS
NOTA
Il Generale Dentz ha l'onore di rendere noto al Generale De Giorgis di essere stato autorizzato dal proprio Governo ad iniziare dei colloqui con il Comando britannico al fine di contribuire alla cessazione delle ostilità sulla base di un memorandum presentato dal Console degli U.S.A.
Di conseguenza, ha richiesto al Comando Britannico:
1) La sospensione delle ostilità il 12 luglio alle ore 0.00;
2) Il luogo in cui dovrà inviare i suoi rappresentanti.
Tramite una delle clausole del memorandum in base alla quale viene stipulata la consegna degli italiani che si trovano in Siria egli segnala al Generale De Giorgis l'interesse che vi sarebbe a lasciare il territorio siriano in modo tale da poter rispondere ai Britannici che la suddetta clausola non va esaminata.
È chiaro che il Conso le cercherà di fare in modo che i membri delle istituzioni religiose che si trovano in Oriente benefici no dello stesso trattamento riservato a coloro che sono rimasti in Palestina.
Ringrazia vivamente il Generale De Giorgis per l'abilità dimostrata nell'adempiere ad un difficile compito e nell'ottenere la fiducia del Comando Francese.
1941 161 DOCUME NTO N. 23
Generale Dentz
B - LETTERA DE L GE NERAL E DE G IORGIS AL GEN ERAL E D ENT Z
All 'E cc. l'Alto Comm issario Ge n era le Den tz Beiru t
P rendo atto d e ll'odi erna c omuni cazion e di V.E. perve nutam i a T ripoli alle ore 21 .
Co n s idero anch' io assolutamen te indisp ensabile ch e nelle t ra ttative c o l comando ing l ese non s ia oggetto di dis c u ssio n e l a Del egazione itali ana di armi s t izio, tanto più c h e - data la s ituazi on e - tutta la De legazion e lascia stanotte la Siria . Sarò li e to se ques ta m i a deci sione potrà agevolare le prossime tra tt attiv e e ve nga co n s id e rata com e u n implicito omaggio al valor e e d a ll a l ea ltà dell'E se rcito d e l Leva n t e e d al s u o Coma nd ant e .
fL GENERA LE DI DIVISIONE
Capo della Delegazione
F. De Giorgis
NOTE
Le Général Dentz a l'honn e u r d e porter à la connaissance de M.l e Gé n éral Dc Giorgis q u ' il a été autorisé par son Gouvemement à entrer en con versation avec le Comm an d ement britannique e n vue de la cessatio n des hostilités sur Ics bases d 'un memo randum remi s par le Con s ul des U S.A.
Il a. e n conséqu e n ce. demandé au commandem ent britannique:
1) La s us pensi on des hostilités le 12 Juill et à O h eure;
2) L'c ndroit où il doit envoyer ses représe ntants.
Une des cla u scs du mem orandum s ti pu la nt la li vraison d es italiens qu i se trouvent e n Syrie , il s ignale au Gé néral De Gi orgis l'intére t qu ' il y aurait de quitter le territoire syrien de telle m ani ère qu' il p uissc etre ré pondu aux britanniques qu e cette clause n'a pas à ètre examinée.
Il est enten du qu'il s'efforcera d'obtenir que Ics membres des istitutions religieuses se trouvam au Levant béneficeront du mem e traitement que ceux qui sont restés en Pal es tine. Il tient à remercier le Gé n éral De Gior gis d e la large compréhension avec laqu ell e il a accompli une t~ che diffici le e i de la m ani è re do nt il a s u s'attirer l a confiance du Commandement Français.
162
e Péta in
Mussolini
Generale Dent z
PROCESSO VERBALE DEL COLLOQ UIO TRA IL DUCE ED IL GEN. VACCA MAGGIOLINI
12 luglio 1941
Dopo la nomina del gen. Vacca Maggiolini alla carica di presidente della CIAF, il Duce patve interessarsi maggiormente all'attività della Commissione stessa ed ai rapporti con la Francia . E proprio in ques to quadro iniziò una serie di colloqui con il nuovo presidente di cui quello del 12 luglio 1941 doveva essere il primo Il verbale del colloquio avvenuto alla presenza del capo di S.M gen Cavallero a Roma, venne redatto in due fasi e cioè l'indomani dell'incontro e molto più tardi, il 7 ottobre 1943 ne venne redatta un'appendice sui negoziati a proposito dell'art. X che il Vacca Maggiolini non aveva creduto opportuno allora di affidare alla prima stesura del documento.
FONTE: USSME-CIAF, racc. 51, fase 1/U
COLLOQUIO DEL 12 LUGLIO 1941-XIX TRA IL DUCE ED IL GENERALE ARTURO VACCA MAGGIOLINI ALLA PRESE NZA DELL'ECCEL LENZA CAVALLERO
Avendo letto il mio "Esame della situazione francese" - foglio 19500 del 9 luglio - il Du ce volle conferire in proposito con me Nel colloquio mi dichiarò di aver letto attentamente il mio scritto e di convenire in ogni suo punto. "Tu tte le Vostre affermazioni" - Egli ha detto - "corrispondono esattamente ad altrettante verità".
Mi ha però tranquillato circa il contegno e le intenzioni del F i.ihrer verso la Francia e verso di noi; necess it à contingenti inducono il Fi.ihrer a mantenere col governo di Vichy atteggiamento conciliante, ma si tratta, per l'appunto, di sempl ice necessità contingente: a guerra finita la Francia dovrà pregare duramente lo scotto della sua politica tenacemente e costantemente ostile all a Germ ania ed all'Italia. Se la Francia ritiene di p otersi rifare ora, a buon mercato, una verginità si sbaglia di grosso!
Quanto all'Italia, non v'è da dubitare delle lealtà del Fi.ihrer il quale - anche nel suo ultimo incontro col Duce al Brennero - ha fatto notare su l posto l'evidenza delle forze geografiche che al B rennero separano nettamente il mondo tedesco da quello latino.
1941 163 DOC UMENTO N. 24
Eventuali atteggiamenti particolari di singoli individui non contano e non devono perciò impressionarci.
Il Duce mi chiede poi quali siano i miei rapporti personali cogli ufficiali della Delegazione francese.
Gli rispondo che coll'Ammiraglio Duplat ho stabilito rapporti di leale cameratismo militare e me ne trovo contento. Più difficili sono stati i miei primi rapporti col generale Parisot che è, più che un soldato, un raffinato leguleio .
Il Duce mi congeda poi dichiarando di approvare la linea di condotta che mi propongo di seguire, quale l'ho esposta nella mia lettera del 9 luglio.
Firmato
Gen. A. Vacca Maggiolini
Nota Bene: Questo verbale del mio colloquio col Duce del 12 luglio 1941 è incompleto, poiché vi si tratt ò anche - come risulta esplicitamente da successivi documenti - dell'intenzione della CIAF di svolgere trattative colla Francia per ottenerne, in compenso di una nostra rinuncia all'applicazione dell'art. X della Convenzion e d'armistizio , un versamento di alcuni miliardi di franchi, di cui l'Italia aveva , a breve scadenza, una necessità assoluta. Ed il Duce - dopo essersi fatto spiegare in che cosa praticamente consisteva la rinuncia all'art. X - mi autorizzò a trattare sulla base di una apertura di credito di 5 miliardi di franchi. Mombercelli, 7 ottobre 1943
Firmato
Gen. A. Vacca Maggiolini C)
(") Questa aggiunta appare manoscritta nel testo originale.
164
Mussolini e Pétain
PROC ESS O VERBALE DEL COLLOQUIO TRA IL DUCE ED IL GEN. VACCA MAGGIOLINI
15 agos lo l 941
Dopo gli incontri di Monaco di Baviera tra le preside nze della CIAF e della CTA, Mu sso lini sempre alla presenza del gen. Cavallero, ricevette in colloq uio il gen. Vacca Maggiolin i, il 15 agosto 1941, allo scopo di illustrargli il proprio pensiero sulla politica da tenersi nei confronti della Francia con speciale riguardo al Nuovo Ordine Europeo ed ai compensi territoriali dell'Italia
FONTE: USSME-CIAF, Rac c . 51. fase. 1/U
COLLOQUIO DEL 15 AGOS T0 1941-XIX TRA IL DUCE E L'ECCELLENZA VACCA MAGGIOLINI ALLA PRESENZA DELL'ECC. CAVALLERO
Udita la mia esposizione sommaria (conforme alla memoria sc ritta che gli consegno) il Duce dichiara che concorda completamen t e n el ritenere l'attuale si tuazion e co n la Francia illogica ed insostenibil e .
Quanto alla soluzione de l problema il Duce afferm a che occorre scinderla in due:
Franc ia metropolitana; Colonia.
P er le colonie ogn i decisione può esse re 1inviata a ll a fin e della guerra.
Vi saranno allora sulle s poglie de ll 'Inghil terra, larghe possibilità di accontentare la Francia in compenso alle nostre es igenze.
P er la Francia metropolitana, invece, il problema non si può dilazionare. La Francia ha pure il dititto di sapere, appoggiando la politica dell 'Asse , quale sarà l'avvenire di talune sue pro vi nce. Occorre, pertanto, sistemare su b ito definitivame nt e l'Europa Occid enta le.
Belgio ed Olanda nella loro costituzione attuale rappresentano elementi non bene sistemati.
In Be lgio tra Fiamminghi e Valloni esisto n o disparità nette di razza, di lingua, di cos tumi , di religione che giungono fino all'avversione.
Re Leopo ldo ha dichiarato che non inlende più regnare su due popoli così disparati.
1941 165 DOCUMENTO N. 25
Occorre quindi ingrandire l'Olanda assegnandole tutti i Fiamminghi: assegnare alla Francia tutta la Vallonia, che sotto certi riguardi è più francese de lla Bretagna e di qualche altra regione francese.
Grazie a tale ingrandimento a no rd-es t la Francia potrebbe accettare di cedere all1talia la Contea di Ni zza e la Corsica.
P er vastità di territorio e di popolazione lo scambio potrebbe essere all'incirca equivalente.
I] Du ce soggiun ge c h e per Nizza si potrebbe ad ottare qualche temperamento analogo a quello deciso per Lubiana.
Per la Corsica - itali a nissim a geograficamente ed etnograficamente - no. Al più si potrà co n ce der e l'opzione per quegli iso lani che, sentendosi francesi, vogliano abbandonare la Corsica.
Alla mia osservazione circa la convenie n za, di sorpassare subito l a Germania nelle concessioni alla Francia, il Du ce oppone le diffidenze tedesche n ei nos t ri riguard i. Occo rre tenerne conto . Pertanto, a conclus ione, il D uce mi prescrive di vedere l'Ammiraglio Duplat e dirgli che, ne i colloqui avuti con qualche persona del mondo politico, ho avuto l'im pressione, mia perso nal e, c he a Roma si sarebbe disposti ad addivenire fin d'ora ad una definitiva s istemazione dell'Europa Occidentale co n reciproche concessioni e scambi di territori, da cui la Francia nulla forse avrebbe, in complesso, da perdere.
Firm ato
Gen. A. Vacca Maggiolini
166 Mussolini e Pétain
NOTA VERBALE DEL GEN. VACCA MAGGIOLINI ALL'AMM. DUPLAT
23 agosto 1941
Dopo varie incertezze circa la sua concreta realizzazione, la nuova politica di apertura dell'Italia vittoriosa nei confronti del governo di Vichy ebbe, con la seguente nota verbale del 23 agosto 1941 del gen . Vacca Maggiolini al capo della Delegazione francese a Torino, amm . Duplat, la sua formulazione ufficiale specie per quanto riguardava la rinuncia italiana all 'art. X dell'armistizio.
FONTE: USSME-CIAF, Racc. 51, fase. 1/E .
NOTA VERBALE PER L'ECCELLE NZA L'AMMIRAGLIO DUPLAT
Come ho già, Eccellenza, avuto l'occasione di dirVi più volte e di co nfermarvi esplicitamente nel nostro colloquio del 17 agosto, l'Italia si rende ragione della non facile situazione della Francia ed è perciò disposta, in i nt imo accordo colla alleata Germania, ad aiutare il Governo francese ed a facilitare e preparare quel riavvicinamento tra Francia ed Italia, indispensabile per un nuovo razionale assestamento dell'Europa occidentale, che è sta to auspicato dal Maresciallo Pétain nel suo recente radiodiscorso.
Ciò però non può farsi che grad ualm ente e tenendo - per l'oggi - stretto conto delle possibilità consentite dalle presenti circostanze, mentre, cioè, la guerra è in pieno sviluppo e minaccia sempre nuove complicazioni e mentre correnti notevoli dell'opinione pubblica francese - ivi compresa qualche autorità - dimostrano le loro vivaci simpatie pei nostri awersari, pel degollismo e persino pel bolscevismo. Questo duplice ordine di considerazioni di fatto spiega come, pel momento almeno, l'Italia non possa far tutto quanto, in circostanze più favorevoli, sarebbe disposta a fare.
Tuttavia le concessioni che l'Italia è pronta, anche nel momento attuale, ad accordare, in aggiunta a quelle numerosissime già concesse in fatto di armamenti - per terra, per mare e per ariasono assai notevoli, talché mentre per l'Italia potrebbero costituire - in determinate event uali tà - un grave rischio, offrono invece alla Francia - e speci~mente al suo Governo - vantaggi considerevolissimi.
1941 167 DOCUMENTU N. 26
Occorre però, naturalmente, che a sua volta il Governo d e l Maresciallo Pétain venga incontro all'Italia e dimostri la sua leal e buona volontà, accedendo alle nostre richieste di un'adeguata contropartita, la quale - per esse r e di carattere esclusivamente finanziario - non lede per nulla l'autorità ed il prestigio del Governo francese, il quale verrà anzi ad avvantaggiarsi nell'opinione pubblica per le importanti concess ioni - di carattere queste militare e politico - ottenute dall'Italia.
Prima concessione che l'Italia è disposta a fare alla Francia è la rinuncia all'applicazione dell'art. X della Convenzione d'Armistizio, la rinuncia cioè a farsi consegnare ed a portare in Italia - come già in parte è stato fatto - i materi ali bellici tuttora raccolti in appositi depositi (tipo "b"). Con ciò tali materiali verranno a trovarsi senz'altro nelle condizioni di quelli conservati nei depositi tipo "c" . Gli uni e gli altri continueranno ad essere sotto controllo italiano, ma questo si limiterà ad impedire che tali materiali vengano utili zz ati - finché duri l'armistizio - ad aumentare abusivamente iJ potenziale bellico della Francia. L'Italia sarà perciò larga nel concedere lo svincolo a tutti quei materiali che venissero destinati a necessità estranee ad un impiego militare, nonché a quelli che occorressero per ulteriori riarmi accordati dall'Asse alla F r ancia.
Tale concessione ha un triplice grande valore, mili tare, morale e politico, in quanto l'Italia viene con questo a rinunciare ad una delle più solide garanzie che essa possegga circa la esecuz ione della Conve n zione di Armistizio. Si può anzi affermare che l'integrale applicazione dell'articolo X costituisca ormai pressoché l'unica garanzia che l'Italia abbia nelle mani. E ciò perché l'altra, ancor più solida garanzia armistiziale - la r iduzione cioè delle forze militari francesi ad un'entità ragguagliata unicamente, a tenore dell'art. IV d e ll a Convenzione, alla loro attitudine "al mantenimento dell'ordine pubblico" - già ha perso gran parte del suo v alore e lo va sempre più perdendo, colle successive forti concessioni di ingenti riarmi, accordati anche, e specialmente, in un territorio, quale è quello dell 'Africa Settentrionale, ch e n e l presente periodo della guerra è, per l'Italia, tra i più importanti.
Né valgono ta lune recenti affermazio ni della Vostra Delegazione che mirano a svalutare l'importanza dell'art. X , poiché la logica, il buon senso e precedenti ammiss ioni di fatto della stessa Francia sia nei riguardi de ll a Germania sia nei riguardi della stessa Italia
168 Mussolini
e Pétain
*
( la quale ha infatti già portato n el proprio territorio una parte dei materiali sotto controllo per l'art. X) comprovano largamente:
a) che l'art. X non ha limitazione alcuna di spazio e località;
b) che sul materiale anzidetto esiste un diritto italiano di p rop rietà ormai incontestabile;
c) che per l'applicazione dell'art. X non occorre l'inadempienza a lle clausole armistiziali, perché l'articolo stesso costituisce una generica garanzia, che è tanto più necessaria quanto maggior i sono state e sono le concessioni fatte in d eroga alla Convenzione nel campo degli armamenti, in quelli del traffico marittimo, etc
L a rinuncia all'art. X dunque, mentre è di innegabile intrinseco valore , è altresì un'evidente prova della fiducia concessa dall1talia al Governo francese e costituisce anzi un sostanziale e generoso apporto al rafforzamento del prestigio del Go verno stesso nell'opinione pubblica francese . Voi, Eccellenza, ricordate infalti come abbiate, poco tempo addietro, considerata grave umiliazi one per la Francia e, perciò, grave attentato al prestigio del Governo i l temuto trasporto in Italia di altre ingen ti quantità di materiali tenuti nei depositi a senso dell'art. X: la nostra rinuncia toglie dunque a Voi ed al Vostro Governo ogni preoccupazione al riguardo.
E neppure bisogna poi dimenticare - sebbene questa considerazione abbia un'importanza semplicemente finanziaria - che gli anzidetti materiali, che avrebbero potuto o potrebbero, quando si sia ed a nostro beneplacito, essere trasportati in Italia, rappresentano un valore vena le non inferiore a 3 miliardi di lire italiane. Né varrebbe l'affermare che sarebbe ingenuo, da parte francese, pagare materiali di cui già si è richiesta -e in parte ottenuta - la restituzione, poiché , per l'appunto , è invece vero che la richiesta potrà, o meno, essere accolta, a seconda della buona vo lontà dimostrata dalla Francia nell'accogliere la presente richiesta italiana. * * *
Circa quei materiali, considerati dall'art. X, che già vennero trasportati in Italia, il Governo di Roma non ha difficoltà - aderendo al desid erio da Voi, Eccellenza, espressomi - a trattarne la parziale restituzione, limitatamente però a quelle specie ed a quelle quantità dei materiali stessi che l'It alia non ab b ia ut ilizzati o non intenda ut i lizzare. P er tali materiali saranno corrisposte dalla Francia somme adeguate al loro valore ed alle spese sosten ute pel loro trasporto . * * *
1941 169
L'Italia è altresì disposta a prendere in benevola considerazione "desiderata" francesi relativi alla attenuazione del rigore con cui vie ne attualmente eseguito il controllo militare ed economico da parte degli organi armistiziali italiani.
Vi faccio a tal riguardo notare, Eccellen za, che specialmente l'attenuazione del controllo sul traffico marittimo e sulle industrie belliche potrebbe assumere un notevole valore nei riguardi della libertà dei commerci e della vita economica francese e costituisca perciò, nel campo pratico, una concessione di cui apprezzerete certamente la grande imp ortanza. Né minor va lore avrebbe , nel campo morale, l'attenuazione dei controlli militari.
La rinuncia all'applicazione delJ'art. X, l'attenuazione nei controlli e le già accennate num erose importanti concessioni di riarmo fatte in questi ultimi mesi non possono mettersi in relazione, da parte francese, a contropartite di carattere militare e politico, a meno di ricorrere a misure che potrebbero essere penose alla Francia e lesive per l'autorità del suo Governo (1). Contropartite militari e politiche andrebbero esaminate eventualmente in altro quadro ben più ampio di quello che qui si tratta.
L'Italia si limita perciò a chiedere, in compenso alle sue generose e pericolose rinuncie, una contropartita fin an ziaria, da concretare in una adeguata somma.
Tal e contropartita, se pure ristretta al campo finanziario, vaiTà a fornire all'Italia una prova concreta del buon volere del Governo francese e sarà perciò anche, per l'Italia, efficace mezzo di persuasione a continuare l'opera di avvicinamento al Governo del Maresciallo Pétain.
A riguardo dell a somma richiesta occorre però che io Vi ricordi, Eccellenza, che l'Italia - contrariamente a quanto ha fatto la Germania - non ha incluso nella Convinzione di Armisti zio alcuna clausola economica talché mentre la Francia ha pagato alla Ger-
(') L'Italia protrebbe infatti, in complesso della rinuncia all'art. X, chiedere un ampliamento della zona occupata dalle nostre truppe in Francia meridionale (di Mentone, sen za Niz.z.a).
170 Mussolini e Pétain
* ;'( *
* •
mania in 14 mesi d'armistizio, forse più di 150 miliardi di franchi, l'Italia nulla ha riscosso per le spese di occupazione, le quali ammontano a circa 15 milioni di franchi al giorno e sommano perciò già, oggi, a poco meno di 6 miliardi di franchi.
In totale pertanto, tra rimborso delle spese di occupazione a tutto agosto corrente e compenso alle varie concessioni già accennate, l'Italia chiede alla Francia una apertura di credito in franchi francesi pari a 10 miliardi di lire italiane, somma da computare secondo l'attuale cambio e modificabile in relazione alla eventuale diminuita capacità di acquisto del franco francese .
Tale apertura di credito sarà esaurita:
- parte in materiali, macchinari, mezzi navali, derrate, etc .;
- parte in materie prime;
- parte in prestazioni (trasporti marittimi e ferroviari);
- parte in franc hi francesi od in valuta es tera pregiata.
Il governo italiano chiede inoltre che - a partire dal 1° settembre p.v. - le spese pel mantenim ento delle truppe di occupazione italiane in F r ancia siano a carico del Go verno francese nella misura già accennata di 15 milioni di franchi al giorno, modificabile come sopra.
Una speciale commissione di uffici ali e funzionari italiani e francesi , designati nel seno della C.I.A.F. e della D.F.A. , fisserà nel dettaglio i particolari dei nostri accordi nel campo economicofi nanziario. * * *
Nel nuovo ambiente più sereno che indubbiamente verrà formandosi tra Italia e Francia in seguito alla conclusione degli accordi di cui, EcceJJenza, Vi sto intrattenendo, sarà certo possibile, e fors 'anc h e facile, addivenire, nel comune interesse, alla stip ulazione di altre più ampie e più vantaggiose convenzioni.
E sarà allora possibile arrivare a quel generale e desiderabile riesame dei singoli articoli della Convenzione d 'Armistizio a cui Voi, Eccellenza, avete più accennato nei nostri frequenti colloqui.
Ma senza attendere quel momento, io spero che - allo sco po di predisporre un ambiente adatto ad una più cordiale collaborazione - voi persuaderete, Eccellenza , il Vostro Governo ad agire fin d'ora onde:
1941 171
* * *
1°) creare nell'opinfone pubblica francese quella comprensione del punto dì vista italiano che valga a scemare l'ingiusta animosità contro di noi e perciò a far diminuire - se non a far cessare - i continui spiacevoli incidenti che awelenano la comune atmosfera;
2°) impedire o reprimere i troppi numerosi atti di sopraffazione che da agenti governativi di grado inferiore sono compiuti specialmente in A.F.N., contro cittadini italiani;
3°) estendere aU'A.F.N. e specialmente alla Tunisia le opportune disposizioni già impartite n ella Madrepa tria per la tutela degli interessi dei cittadini italiani e per un loro equo trattamento: resti tuzione perciò delle armi ai coloni; ammissione in colonia delle famiglie dei maestri italiani; e liminazione dei processi e procedimenti di polizia di carattere poUtico, ecc.;
4°) ammettere la riapertura, ovunque, dei vecchi locali consolari i taliani;
5°) astenersi da misure giudiziarie e fiscali contro i pescherecci italiani che si avvicinano alla Corsica;
6°) concedere la riattivazione dei pubblici servizi in M en tone. Va da sé che analogo spirito sarà dimostrato dall'Italia nei confronti della Francia. Per darne una prova concreta io non esiterei, per esempio, a troncare senz'altro la sgradita polemica sull'incidente del "Florida II" e su altre analoghe vertenze
172 Mussolini e Pétain
•
NOTA VERBALE DELL'AMM. DUPLAT AL GEN. VACCA MAGGIOLINI
30 Agosto 1941
Dopo l'offerta italiana, la reazione francese fu quella di insistere per ottenere in cambio di ogni evoluzione dei rapporti franco-italiani, sostanziosi compensi immediati ed impegni per il futuro. Di queste esigenze fu testimonianza la seguente nota verbale del 30 agosto 1941 che l'amm. Duplat consegnò al presidente della CIAF.
FONTE: USSME-CIAF, Racc. 51, fase. 1/E.
DELEGAZIONE FRANC E S E ALLA COMMISSIO NE ITALIANA DI ARMISTIZIO
NOTA VERBALE
Con i du e documenti citati in riferimento mi ha richiesto, Eccellenza, di so llecitare il Governo Francese a concedere l'autorizzazione, ad alcuni aerei italiani, di sorvolare - in determinate circostanze - le acque territoriali di Tu nisia ed Algeria e di trasmettere al mio Governo una proposta italiana concreta al fine di pervenire ad un accordo che consenta un ravvicinamento italofrancese prima che avvenga la riorganizzazione e uropea .
Queste due comunicazioni sono s t ate oggetto, da parte del Governo Francese, di un esame particolarm en te attento , corrispondente alla importanza che è stata loro attribuita.
li Go verno Francese riconosce, così come il Governo Italiano, che è interesse di entrambe le nazioni preparare tra Francia e Italia un ravvicinamento finali zz ato ad una nuova sistemazione razionale dell'Europa Si augura inoltre che ta l e interesse comune possa permettere di trovare dell e basi concrete per una tale riconciliazione, in modo da migliorare l'attuale situazione delle due nazioni e da preparare un terreno favorevole al futuro sviluppo dei loro rappo rti.
Tuttavia, al Governo F rancese è sembrato che, per loro natura ed importanza, le richieste o i suggerimenti formulati nella nota di Sua Eccellenza oltrepassino notoriamente i limiti stabiliti dalle clausole dell'attuale Convenzione di Armistizio.
\ 1941 173 DOCUMENTO N. 27
Quest'ultima, sancita per porre fine alle ostilità, non abbraccia c he un aspe tto molto ristretto dei rapport i tra l e due nazioni e non potrebbe quindi servire da base per un accordo finalizzato ad armonizzare i loro diversi interessi in comune. La prepa razione del ravvicinamento auspicato dai due Governi richiede necessariamente l a sos titu zio ne della Convenzione di Armistizio c on un nuovo strumento cfj più ampia portata e capace di co ntenere le relazioni attuali e future tra le due nazioni . È nel quadro di un a convenzione maggiormente estesa c h e potrebbero esse r e esaminate le proposte italiane.
Nell'intento di pervenire ad un simile accordo, la Francia potrebbe prendere in considerazion e la necessità di fare ulteriori offerte. In particolare, non dovrebbe essere esclusa a priori una contropartita finanziaria. Ciononos tante il Governo Francese non intravede nell'attuale situazione alcuna possibilità di concedere il proprio beneplacito ad una maggiore r estrizione delle clausole relative alla Convenzione di Armistizio, assumendosi ad esemp io gli oneri di occupazione.
Pur riconoscendo l'intenzione de l Governo Francese ru fornire un attivo contributo affinché possano instau rarsi, tra le due nazioni, dei rapporti di fiducia basati su un interesse comune, il Governo Italiano non può ignorare le notevoli difficoltà in cui versa l'attuale situazione economico-finanziaria francese.
I nuovi contributi che la Francia sareb be disposta ad offrire al fin e di facilitare il riavvicinamento italo-francese e ru preparare il terreno al nuovo allineamento europeo dovrebbero dunque avere come co ntroparti la dei vantaggi concreti per il presente e delle garanzie per il futuro.
Senza parlare della fedeltà con la quale le clausole cfj Armistizio son o state applicate negli ultimi quattordici mes i, né della buona volo ntà d i mostrata nel riso lvere gli ultimi incidenti avvenuti, i rapporti economici favorevoli per entrambe l e parti, già instamatisi parallel amente a quelli di armistiz i o, e che la Francia ha cercato r ece ntemente - soprattutto in Nord Africa - di svilu ppare in conformità con le richieste italiane, so no altrettante prove del desiderio che il Governo Francese ha di vedere un miglioramento ed un ulteriore svi luppo dei rapporti tra le due nazioni nel loro interesse comune.
È con l o stesso s pirito d i co mpre n s ione e di r ealis mo c h e il mio Governo si dimostra disposto ad accogliere i suggerimenti che Lei, Eccelle n za, riterrà di dover form ul are alla lu ce de lle osservazioni sinora addotte sui suoi effett ivi propositi.
M. D up lat
174 Mussolini e Pétain
DELEGATIO N FRi\.NçAISE A LA COMMISSIONE ITALIENNE D'ARMlSTJCE
N OTE VERBALE
Par les deux documents cités en référence, vous m ' avez démandé, Excellencc, de solliciter du Gouvemement Français l'autorisation, pour certains avions italiens, de survoler, dans certaines circonstances, les eaux territoriales de Tunisi e e t d'Algeric, e t de transmettre à mon Gouvemement une proposi ti on concrète italienne en vue d'arriver à un accord pennettant de prép arer le rapprochement francoitalien préalab le à la r éorganisation de l'Europe.
Ces deux communications ont fait l'objet de la part du Gouvernement Français d'un cxamen particulièrement attentif. correspondant à l'impo1.1ance qui leur a été reconnue.
Le Gouvernement Français r econnait, comme le Gouvemement Italien, qu'il est de l'intéret des deux nations de préparer entre la France et l'Italie le rapprochement indispensable pour un nouvel ajustement ra ti onnel de l'Europe. Il souhaite que cet intéret commun permettre de trouver !es bases concrètes d 'un te! rapprochement, de manière à améUorer la situation préscnte des deux nations et à préparer favorablement le développement futur de Jeurs rapports.
Il est apparu, toutefois, au Gouvemement Français que tant par leur nature que par leur importance, les demandes ou suggestions formulées dans la note de Votre Excellence d épassent notoirement le cadre des clauses de la Convention d'Armistice en vigueur. Celle-ci, conclue pour mettre un terme aux hostilités, n 'c mbrasse qu'un aspect très partiel des rappor ts entre les deux nations, et ne saurait par conséquent servir de base à un accord destiné à harmoniser leurs différents intérèts conununs. Pour préparer le rapprochement envisagé par !es deux Gouv ernements, la substitution à la Convention d 'Armistice d'un nouvel instrument de portée plus large embrassant !es relations tant présentes que futures des deux nations, serait indispensable. C'est dans le cadre d'une t elle convention élargie 'que pow,-aient ètre exaroinées Jes suggestions italienn es.
En vue d'arriver à un te! accord, la France pourrait envisager de consentir de nouveaux sacrifices. Une cont1·epartie financière, en particulier, ne devrait pas etre exclue a priori. Mais le Gouvernement Français n'aperçoit p as, dans les circonstances présentes, la possibilité de donner son agrément à une aggravation des clauses de la Convention d'Armistice, telle que serait par exemple la mis e à sa charge des frais d ' occupation .
Sans méconnaitre le désir du Gouvemement Français de témoign er, par d es actes concrets, son intcntion de voir s'instaurer entre !es deux nations des rapports confiants dans l' intérèt commun, le Gouvemement Ita lien ne peut pas perdre de vue les difficultés considérables que présente dans !es circostances actuelles, notamment au point de vue économique et financie1·, la s ituation de la France. Lcs sacrifices nouveaux que, pour faciliter le rapprochement franco-i ~alien , e t préparer le nouvel ajustement de l'Europe, la France poluTait ètre amenée à consentir, devraient donc avoir pour contrepartie ces avantages concrets pour le présent, et des garanties pour l'avenir.
Sans parler de la loyauté scrupuJeuse apportée depuis quatorze mois à l'exécution d es clauses de la Convention d'Armistice, ni de la bonne volonté avec laquelle ont pu ètre réglés !es derniers incidents survenus, !es relations économiques, avantageuses pour les deux parties, qui se sont déjà instaurées parallélement aux rapports armisticiels et que la France s'est efforcé tout récemment encore, notamment en Afrique du Nord, de développer dans un sens conforme aux demandes italiennes, sont autant de gages du désir du Gouvernement Français de voir !es
1941
175
relations entre les dcux nations s'améliorer et se développer dans leur intéret co mmun
C'est dans le meme esprit de co mpréhension et de réalisme que mon Gouvernemem est disposé à acc ueillir les suggestion s que vo u s croiriez, Excellence, d evo ir formuler à la lumière des considérntions précédcntes qui éclairent son attitude.
M. Duplat
176
Mussolini e Pétain
NOTA VERBALE DEL GEN. VACCA MAGGIOLINI ALL'AMM. DUPLAT
2 settembre 1941
Alla precedente nota francese il governo italiano rispose il 2 settembre 1941 con la seguente nota verbale del presidente della CIAF che segnò una netta chiusura del dialogo appena iniziato.
FONTE: DFCIA-SHAT, l / P/78
NOTA VERBALE PER L' ECCELLENZA L'AMMIRAGLI O DUPLAT
Faccio riferimento alla Vostra nota verbale d el 30 agosto u.s.
In relazione a quanto mi avete comunicato , Eccellenza, con il foglio sopraci tato, osservo:
- che la mia nota verbale del 23 agosto poneva esattamente un determinato e preciso problema armistiziale (rinuncia a talunj nostri diritti, dietro adeguati compensi di natura finanziaria da parte francese) e considerava la soluzione ru tale problema armistiziale come conruzione preliminare e indispensabile all'esame ed all'eventuale soluzione dell'altro problema, ben più vasto ed importante, delle re la z ioni tra la Francia e l'Italia;
- che la Vostra risposta sposta invece l'impostazione della questione, in quanto tende a riso lvere prima il problema generale conglobando in questo anche il problema minore armistiziale.
Devo fare pertanto le più ampie riserve circa l'accoglimento che il Governo italiano potrà fare alla citata Vostra nota del 30 agosto.
1941 177 DO CUME NTO N. 28
VERBALE DELLE RIUNIONI DI GARDONE TRA LA CIAF E LA CTA
9-13 settembre 1941
Allo scopo di armonizzare la politica italiana e quella germanica nei riguardi del governo di Vichy, le due presidenze delle Commissioni di armistizio con la Francia, la CJAF e la CTA, tennero a Gardone, dal 9 al 13 settembre 1941, delle riunioni presiedute dal gen Vacca Maggiolini e dal gen. Vogl, che si conclusero con l'approvazione d el seguente processo verbale comune.
FONTE: USSME-CIAF, Rac c . 51, fase. 3.
VERBALE
Le Commissioni di armistizio ita)iana e tedesca hanno concordato durante le riunioni tenute in Gardone Riviera dal 9 al 13 settembre 1941, le seguenti direttive per la prosecuzione delle trattative militari con il governo francese .
1) - Le trattative militari fondamentali col governo francese interrotte dal luglio 1941, devono essere riprese alla condizione che la iniziativa per la riapertura delle trattative stesse provenga da parte francese . Le trattative devono limitarsi alle questioni militari. Per ora è esclusa ogni trattazione di questioni politiche.
2) - Il protocollo di Parigi del 27-28 maggio 1941 costituisce la base d elle trattative militari. Però, nello stabilire gli accordi militari con la Francia, occorre tener presente che attualmente non è desiderabile, per la condotta della guerra da parte delle potenze dell'Asse, l'accendersi di un conflitto armato tra Francia ed Inghilterra.
Pertanto le richieste a] governo francese, che nella loro realizzazione fossero presumibilmente atte a provocare tale conflitto, debbono essere sospese .
Poiché l'awiamento dei rifornimenti in Libia via Tunis ia potreb be avere eventualmente tali conseguenze, la richiesta delle basi tu nisine è da rinviarsi ad un tempo successivo. Per contro occorre chiedere sin d 'ora al governo francese l'approntamento
178 Mus so lini e Péta in Doc uMENTO N. 29
per i rifornimenti via Tunisia, di quei m ezz i che non comportano attività di organi dell'Asse in territorio francese. Analogamente possono essere richieste al governo francese altre prestazioni che non siano tali da esercitare una diretta in fluenza sui rapporti Francia-Inghilterra.
3) - Le Commissioni di armistizio italiana e tedesca riconoscono la necessità del rafforzamento e della modernizzazione delle forze armate francesi in Africa, se si vuo le esigere dal governo francese che esso difenda con successo l'Impero co lo niale africano contro attacchi inglesi ed americani.
Per le concessioni da farsi al governo francese a questo scopo, valgono i seguenti principi generali:
a) A.O.F.:
Il rafforzamento delle forze armate dell'A.O.F. è d'importanza preminente, data la minaccia anglo-americana che grava su quel territorio e considerato che sono ivi da escludersi soccorsi da parte delle forze militari dell'Asse .
Occorre quindi non soltanto autorizzare rinforzi, ma anche sollecitare perché si realizzino.
Si riconosce giustificata una certa motorizzazione delle forze armate dell'A.O.F. , tenendo conto dell'estensione del territorio da difendere e di eventuali azioni di forze francesi contro possedimenti inglesi d ell' Africa Occidentale.
Occorre quindi autorizzarne la esecuzione nel quadro delle possibilità (si tuazione del materiale automobilistico e dei carburanti); ma occorre altresì tener conto del possibile pericolo che potrebbe deri varne al sud libico finché non si s ia d imostra to il contegno l eale di queste truppe.
La situazione dell'approvigionamento e del rifornimento dell'A.O.F. richiede un particolare riguardo, anche in relazion e alla possibilità della interru zione dei collegamenti marittimi. P e r poter mantenere, in questo caso, un limitato rifornimento è importante il miglioramento dei collegamenti attraverso il Sahara (pis t e, basi aeree).
Nelle trattative coi francesi occorre esam in are in modo opportuno qu esti punti di vista.
b) A.F .N.:
Nel decidere sulle richieste francesi per il rafforzamen to delle forze armate nord-africane è necessaria una certa cautela, fino a quando i rapporti politici delle potenze dell'Asse con la Francia non abbiano raggiunto un ulteriore chiarimento e sino a quando il contegno delle autorità locali (personalità preminenti) non giustifich in o una maggiore fiducia
/941 179
Per queste ragioni è previsto in linea generale un rafforzamento quantitativo delle forze armate nord-africane limitatamente alle armi difensive fisse.
Inv ece è previsto un miglioramento qualitativo delle forze armate attualmente disponibili ed un miglioramento d ella situaz ione di approvvigionamento delle stesse .
Le concessioni saranno ripartite convenientemente n ello spazio, nel senso di concedere poco o nulla in Tunisia, qualche rinforzo in Algeria e maggiori rinforzi in Marocco.
Potranno tuttavia essere predisposti in Madrepat ria ulteriori rinforzi da tenersi pronti per l'invio in Nord Africa soltanto se e quando sarà ritenuto necessario.
4) -Le trattative col governo francese devono essere condotte in modo che le prestazioni che si esigono dai francesi e le concessioni delle potenze dell'Asse siano tenute in un rapporto di interdipendenza, nella natura e nel tempo . Conseguentemente prestazioni e concessioni debbono essere scaglionate in determinati stadi, cosicché le concessioni relative ad un nuovo stadio entrino in vigore soltanto dopo che le prestazioni del governo francese corrispondenti allo stadio precedente, siano state eseguite in modo soddisfacente.
Si prevedono per ora quattro stadi. P er i primi tre è stato stabilito un programma di trattative definito. Al termine del terzo stadio gli apprestamenti da prendersi, da parte francese, per il riforn imento via Tunisia debbon o esse re pervenuti ad un punto tale che sia possibile l' avviamento pratico di questi rifornimenti nel più breve termine, qualora si possa realizzarli.
Le concessioni previste per il quarto stadio non sono invece vincolate nel tempo, poiché questo stadio raccoglie, di mass ima, tutte le concessioni che dipendono dallo sviluppo dei rapporti politici con la Francia e della situazione bellica, op pure la cui eseguibilità richied e lungo tempo, non ancora apprezzabile.
L'autorizzazion e per queste ultime concessioni dipende pertanto da ulteriori decisioni delle Commission i di armistizio italiana e tedesca. Si fa riserva, però, di riportare, in caso di bisogno, ed al seguito di discussioni con la parte franc ese e di nuo vi accordi fra le Commissioni stesse, nel secondo e nel terzo stadio qualche concessione prevista per i l quarto stadio.
Si è convenuto che la Commissione italiana di armistizio collegherà l'autorizzazione a sb loccare materiali nei depositi so tto il suo controllo, e soggetti a consegna a senso dell'art. X , a tratta t ive finanziarie in corso con la Francia e c he intanto, sino a co nclusione delle trattative, potranno essere anticipate le concessioni per lo
180 Mussolini e Pétain
sbloccamento di materiali occorrenti ai rinforzi contemplati nel primo stadio.
5) - Le richieste francesi la cui esecuzione richjeda fabbricazione di nuovo materiale bellico, devono essere, per principio, riservata al quarto stadio. Indipendentemente da ciò occorre autorizzare già nel primo stadio l'avviamento delle fabbricazioni, dato il lungo periodo di tempo necessario per realizzarle. I materiali bellici di nuo \' a fabbricazione dovranno però essere accantonati, provviso r ia m e nte, nella Metropoli sotto controllo italiano e tedesco , riservandone lo sbloccamento per l'impiego ad apposite decisioni subordinatamente alle concessioni per la costituzione delle corrispondenti unità .
La complessiva fabbricazione di nuovi materiali bellici francesi verrà autorizzata nel quadro del programma franco-tedesco di armamenti. L'autorizzazione dipende dall'accoglimento dei "desiderata" tede s chi in questo campo, da parte del governo franc ese. Un ins e rimento dell 'Italia nel programma d'armamenti verrà esaminato a parte.
6) - In relazione alle concessioru militari da farsi al governo francese, l'esecuzione del controllo, da parte di entrambe le Commissioni di armistizio nell'Africa francese, acquista sempre più una particolare importanza.
Il controllo stesso deve essere tale che Germania e Italia acquisiscano un quadro chiaro dell'organizzazione, del valore b e ll ico e dell'impiego delle forze armate francesi e che sia gara111 i 1u da parte francese l'utilizzazione di quelle concessioni in mrn l,, leale all'ASSE. Nel quadro dell'attività di questo controllo d l' l 1 b ono anche essere create le premesse per un'eventuale ulteriore ~o llaborazione militare successiva con la Francia.
AJ raggiungimento di tale scopo che tende dunque a migliorare le possibilità di osservazione sulla situazione nord-africana, si dovrà stabilire un organo di collegamento tedesco-italiano presso il Comando del generale Weygand. L'esecuzione delle concessioni del secondo s tadio sarà subordinata a questa condizione.
Circa la costituzione di quest'organo misto nuove intese interverranno tra le Commissioni italiana e tedesca.
Per J'A O.F., in considerazione delle conseguenze politiche che ne possono derivare, si rinuncia fino a nuovo avviso a stabilire controllo in detto territorio.
7) - Negli allegati sono dettagliatamente elencati:
all. 1) Prestazioni da richiedere al governo francese;
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all. 2) Concessioni alla Francia - Esercito; all. 3) Con cess ioni alla Francia - Marina; all. 4 ) Con cessioni alla Franci a - Aeronautica; all. S) Con cessioni alla Francia - Armam e nti; ali. 6) Con cessioni alla Francia - P rigionieri di guerra.
Nuove ri c hi es te france s i tendenti al rafforzamento ed al miglioramento delle forz e armate francesi non verranno trattate singolarmente , ma verranno inse rite nel precedente programma.
8) - Le previste trattative con il governo francese verranno condotte in comune dalle Commi ss ioni italiana e tedesca. La Preside nza e la di rezione delle riunioni verranno tenute dalla Commissione tedesca di armistizio.
Qualora le riunioni avessero luogo in territorio italiano la presidenza verrà tenuta dalla parte italiana.
Prima delle r iuni oni le due commissioni s i assicurerann o d e lla p e rfetta c oncordanza sulle questioni da trattare.
9) - L'entrata in vigore d e finitiva d e lle dirett ive c h e procedono è s ubordinata all'approvazione dei Comandi Supremi italiano e tedesco.
Per la Commissione italiana di Armisti zi o IL SEGRETARIO GENERALE (Gen. Fernando Gelich)
Per la Commissione tedesca di Armis t izio IL CAPO DI STATO MAGGIORE (Co l. S.M. Bohme)
182 lv1ussolini e Pét ain
•
PRESTAZIONI RICHIESTE ALLA FRANCIA
1° Stadio
l.) Cessione di 110 mila tonnellate di naviglio non francese di cui 73 mil a alla Germania e 37 mila all'Italia (compreso in quest'ultimo il piroscafo "Topich")
2
.) Noleggio aggiuntivo di piroscafi francesi di piccolo tonn ellaggio (fino a 1.000 tonn.) alla Germania, nei limiti delle possibilità, per i rifornimenti del Corpo tedesco in Africa.
3 ) Vendita e trasferimento di naviglio portuale (rimorchiatori e galleggianti) dai porti nordafricani ai porti di T ripoli e B e ng asi.
4.) Vendita e trasporto di 20 obici pesan t i con munizioni dal Nord Africa alla Libia per il Corpo tedesco in Afr ica.
5.) Cessione alla Germania, in controvalore, senza limiti di tempo, di merci dal Nord Africa da caricare sugli autocarri acquistati dalla Germania stessa per il Corpo africano in Libia e d analoga cessione di merci all'Italia per le forze della Li bia secondo t rattative da concludere t ra l'Italia e la Francia . .
6.) Trasferimento dei primi 200 autocarri frances i per il traffico previsto tra Gabès ed il capolinea d ella ferrovia italiana.
7.) Inizio dei preparativi per la costruzione del tronco ferroviario Gabès-con fine libico. ,
8.) Collocamen to di ordinazioni tedesch e e italiane di materiale bellico in territorio francese non occupato.
9.) Cessione a pagamento all'Italia (marina) di mitragliatrici e.a. da 8 mm., in numero da fissare in base alle disponibilità che sono state richieste all'Ammiraglio francese .
10.) Restituzione d e ll e armi personali ai cittadini italiani in T unisia, secondo le stesse misure in v igore per i cittadini francesi.
S tadio
I ) Trasferimento dei rimanenti 200 autocarri francesi per il traffico previsto fra Gabès ed il capolinea d ella ferrovia italiana .
2.) Approntam e nto del naviglio francese di cabottaggio previsto per il traffico costiero.
3.) Con segna all'Italia di due rimorchiatori "Furet III" e "St. Charles" a saldo sostitu zione navi cisterna italiane non restituibili dai francesi.
1.) Trasferimento nel Me dit erraneo di una flottiglia tedesca di dragamine e mas attraverso il territorio francese non occupato.
1941 183 All ega to 1
2°
3° Stadio
2.) Predisposizioni per il rifornimento in Libia mediante la messa in efficienza in Tunisia di materiale rotabile per il trasporto ferroviario, di depositi (compresi serbatoi di carburante), e di mano d'opera fran cese nei porti di trasbordo.
3.) Cessione a pagamento all'Italia di 2400 colpi da 240 A.L.V.F. Cessione a pagamento all'Italia di colpi da 340 A.L.V.F. in numero da precisare.
4° Stadio
1.) Insediamento nelle basi tunisine di distaccamenti tedeschi per il funzionamento dei rifo rnimenti ed avviamento dei rifornimenti stessi in base alla situazione militare.
Note: Indip endenteme nt e dalla ripartizione dell e concessioni alla Francia in stadi:
a) Cessione all'Italia d el 50% dei combustibili liquidi da trasportare dalla Romania alla Francia su navi francesi, quando saranno ri presi tali trasporti e sarà raggiunta una soddisfacente situazione di carburanti nella F rancia stessa.
b) Controprestazioni finanziarie francesi all'Italia per lo sbloccamento dei materiali soggetti al vincolo di consegna ancora esistenti nei depositi sotto controllo italiano. Lo sbloccamento del materiale occorrente per le concessioni del 1° stadio può aver luogo indipendentemente dallo svolgimento delJe relative trattative.
184 Mussolini e Pétain
Allegato
CONCESSIONI 1TALO-TE DESCHE - Esercito -
1° Stadio
A) Africa Occidentale Francese
1) Costi tuzione di 32 sezioni di carri armati su 3 carri armati F. T. per la difesa costiera.
2) Raffor zamen to dei quadri francesi delle truppe dell'A.0 .F .
3) Tras ferime nto di 3 btg. ftr. e di 1 gruppo artiglieria leggera motorizzata dal Nord Africa all'A. O .F. (111/7° R.T.M ., 1/1 R.T .M. , 111/6° R. T .S. , I del R.A.C.M.).
4) R inforzi della difesa anticarro con 22 pezzi da 25 anticarro
5) Rinforzi della difesa anticarro con 16 pezzi anticarro da 47
6) Costituzione di una batteria cannoni da 105 L.
7) Motorizzazione di un reggi- Nel quadro delle possibimento di fant eria . bilità, dopo l 'esame della
8) Motorizzazione di tutta l'ar- situazione degli autotiglieria da campagna mezzi e del carburante.
B) Nord Africa francese
1) Sostituzione dei reparti trasferiti in A 0 F con unità delJ'Armata del Levante (unità indigene o della L egio ne strani era). Il resto dell'Armata del Levante (unità bianche) rimane provvisoriamente in Madrepatria in aumento dell'Eserci to transitorio metropolitano. Armam e nto ed equipaggiamento vengono stabiliti in base alle disposizioni in vigore per l'esercito transitorio in Madrepatria. Il materia le occorrente viene prelevato dai depositi sotto controllo t e desco .
2) Rafforzamento dell e 8 sezioni di carri armati delJa difesa costiera del Marocco, mediante 3 sezioni su 5 carri armati F. T .
3) Costi t uzione di 3 squadroni carri con i 60 carri O. I. già concessi.
4) Costituzione di un gruppo cannoni da 105 L (dislocazione in Marocco o in Alge1ia occidentale).
5) Costitu zione di un gruppo obici da 155 C (dislocazione in Marocco o in Algeria occidentale).
6) Determinazione della percentuale dei metropolitani dell'esercito transitorio al 30% n ell e unità indig ene ed al 50% nelle unità miste .
7) Determinazione della dotazione di autocarri per trasporto personale nei reggimenti di cavalleria dell'eserci to transitorio del Nord Africa, secondo la richiesta francese (aumento da 144 a 318).
1941
185
2
8) Con cessi one d e lle segue nti forze ausiliari e di p o li zi a:
12.000 Mokha zc ni per il Maro cco.
650 Mokhazeni per la Tunisia.
557 u. di poli zia ammini strativa per il M arocco.
9) Concess ione d e ll e "armi p e r le di fese di piazza" e delle "ann i e p er la sicurezza", secondo la richi es ta francese.
2° Stadio
Nord Africa francese
1) Costitu zio ne di una compagnia a nticarro con 12 cannoni d a 25 a nticarro.
2) Costitu z ion e di uno squadrone a nticarro con 12 ca nnoni da 25 a nticarro.
3) Costituzione di un gruppo da 220 s u 2 batterie m ortai da 220 C ed 1 batteri a cannoni da 220 L (di s locazione in Marocco od Alg e ria occidentale).
4 ) Costituzione di 18 nucl e i mobili di difesa costiera, secondo l a ri chiesta francese.
5 ) Concessi one di :
a) 2000 uomini per i dispositivi di sicure zza ridotti p e r la Tuni s ia ;
b ) 6000 uomini per i dispositivi di sic urezza ridotti per l'Al ger ia.
3° Stadio
Nord Africa francese
1) cos titu zio ne di 1 sezion e su 3 p ezz i da 37 presso i 6 r g t. Spahis e d il rgt di cavalleria s trani era.
2 ) Cos t itu z ion e d e lla 4° sezione di autocarri legge ri p resso Nel quadro delle poss ibilità doognuna delle 7 compagnie po l 'esame d e lla s ituazione d etreno . gli autot omezzi e del carbu-
3) Motori zz a zi one del tre n o rante. dei rgt. di fante1ia in M arocco.
4° Stadio
L a concess ione di quanto co mpreso in qu es to stad io è rinviata non essendo disp onibile il material e c orrispo ndent e.
La fabbricazione d e lle armi e d e l materiale bellico sa rà attu a ta al più presto possibile, nel quadro d e l programma di arm amenti franco-tedesco.
L e c oncessioni relati ve all a motori zzazione saranno es amin a te in dettaglio in base alla situa z ione autome zzi e carburanti ed a utori zz ate nel quadro delle p oss ibilit~ .
186 Mu ssoli ni e Pétain
Si fa riserva d ella definitiva autorizzazione per le singole ri chieste, in base alle possibilità di cos t i tu zione ed allo sviluppo d ella situazione politica e militare.
A) Africa occidentale francese
I) Cos ti t uzione di 4 raggrup pamenti mobili motorizzati. La possibilità di cost ituz ione di queste unità sarà esaminata subito con i francesi.
2) Mot orizzazione di altri reggimenti di fanteria (oltre quello concesso ne l 1° stadio).
B) Nord Africa francese
1) Motorizzazione del tre no dei rgt. di fanteria in Algeria e Tunisia.
2) Motorizzazione 6 gruppi artigli eria ancora ippo-tranati.
3) Cos t ituzione di una terza squad ra sulle sezioni F.V. di t utti rgt. fanteria .
4) Costituzione di una compagnia anticarro su 12 pezzi anticarro da 25.
S) Costituzione di due sezioni anticarro su 3 pezzi da 25 anticarro presso ogni btg. d i fanteria .
6) Costituzione di una sezione anticarro su 3 pezzi da 25 presso 6 rgt. cacciatori d'Africa.
7) Costituzione di 8 batteiie anticarro su 8 pezzi da 47 ciascuno.
8) Costitmi one di !!ruppi cavalleria carri armati.
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CONCESSIONI ITALO-TEDESCHE - Marina -
1° Stadio
1) - Rinforzo del gruppo di rimpiazzo dei sommergibili, da 9 a 13, impiegando i due re duci dalla Siria ed i due concessi durante il conflitto della Siria .
Mantenimento di 4 sommergibili in armamento (senza siluri, munizioni e nafta) nel gruppo di rimpiazzo.
2) - Riarmo temporaneo dell'incrociatore "Dupleix", durante i lavori dell'incrociatore "Foch", senza che questo disarmi.
3) - Costituzione di 50 lanciabombe subacquee.
4) - T rasformazione di 200 siluri per unità di superficie.
5) - Costru zione ex-novo di 20 siluri per sommergibili.
6) - Sistemazione del 4 ° pezzo da 13 0 sul cacciatorpediniere "Trombe".
7) - Montaggio di 2 mortai lanciabombe da 100 sull'avviso "La Surprise".
8) - Conservazione in armamento di 4 dragamine provenienti dall'Atlantico.
9) - Sostituzione di 12 pezzi antiquati da 138 antinave in Nord Africa con pezzi moderni.
Completamento lavbri dei cacciatorpediniere "Lansquenet" e "Filibustier" .
Completamento costruzione di 4 dragamine-avviso a Port de Bous, come unità da guerra.
1) - Riarmo di 11 sommergibili per la difesa di Tolone, Biserta, Orano, più un altro sommergibile, che sarà tratto dal gruppo di rimpiazzo.
2) - Riarmo della nave da battaglia "Provence", e della nave appoggio aerei "Commandant Teste"; di 7 cacciatorpediniere e 4 torpediniere.
188 Mussolini e Pétain
Allegato 3
2° Stadio
3 ° Stadio
4° Stadio
CONCESSIONI ITALO-TEDESCHE - Aeronautica -
Premessa:
1°) - Le concessioni che seguono riguardano, in parte, proposte francesi che non sono state presentate con le ultime richieste; altre proposte sono state trasformate, non avendo le Commissioni di armistizio ritenuto giustificata la integrale loro applicazione, in considerazione dell'attuale situazione militare.
2°) - Le richieste francesi sono state in parte ridotte in base alla effettiva disponibilità dei materiali. Le concessioni accordate sono pertanto realizzabili nella misura prev i sta dall'elenco che segue.
3°) - Negli accordi intervenuti, le richieste francesi riguardanti il completamento del gruppo da combattimento III/13 ed il trasferimento del gruppo da caccia 1/2 sono state accolte con la variante che risulta dall'elenco che segue.
4°) - P er permettere la costituzione di un secondo gruppo per bombardame nto in picchiata nel Marocco, si è addivenuti all'accordo di sciogliere la squadriglia 4/ BR attualmente in Algeria.
5°) - Circa i particolari che riguardano il miglioramento e lo incremento dell'organizzazione aeroport u a l e della Tunisia ed Algeria, sarà necessario che le due Commissioni addivengono ad una ulteriore presa di contatto.
6 °) - Anche le decisioni a riguardo dello sb lo ccaggio e dei movimenti delle scorte di munjzioni di ogni genere saranno adottate in seguito ad ulteriori accordi. Principio da segu ire: nell'approvvigionamento per 6 mesi, precedenza all'A.0.F., A.F.N. in seconda linea.
7°) - Non sono ancora precisati i particolari sulla costituzione e trasformazione di quelle batterie contraeree, per le quali necessita la costruzione di materiali. Le richieste al riguardo presentate dai francesi sono pertanto da considerare quale riferimento per autorizzare la costruzione stessa.
ELENCO COMPLESSIVO DELLE CONCESSIONI DA ACCORDARE
A) - Reparti di volo
a) Madrepatria :
1°) - Costituzione di due gruppi di caccia .
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4
Allegato
2°) - Trasformazione della squadriglia da combattimento 1/ 13 in gruppo da combattimento 1/13, su 18 velivoli.
b) Africa del Nord:
1°) T rasformazion e della squadriglia da combattimento 3/13 in gruppo da combattimento III/13, su 18 velivoli (sede Algeria).
2°) - Costitu zione di una squ adriglia da ricognizione marittima (sorveglianza).
3°) - Costituzione di una squadriglia da ricognizione marittima (sorveglianza), mediante mantenime nt o e reintegro della Squadriglia 19/S, già della Siria.
4°) - Costituzione di un gruppo da bombardamento in picchiata (idrovolanti).
5°) - Mantenim ento del gruppo da b omb ardamento I/39, già della Siria, e sua trasformazione in gruppo da bombardamento in picchiata.
6°) - Mantenimento de l Gruppo da ricognizione II/39, già della Siria, e tras for mazione dei velivoli di dotazione (Marocco) .
7°) - Manten i mento del Gruppo da caccia I/ 2 e suo trasferimento dalla Madrepatria in Tunisia .
B) ARTIGLIERIA CONTRAEREA
a) Madrepatria:
Costituzione di 9 batterie pesanti con materiale fisso.
b) Nord Africa:
1°) Costituzione di 5 batterie pesanti con materiale fisso.
2°) Costituzione di due batterie leggere nel Marocco.
3°) Costituzione di 14 gruppi di s icurezza per la difesa dei campi di aviazione, di cui 12 gruppi armat i con 16 mitragliatrici e 4 pezzi da 25, o due grup p i armati con sole 16 mitragliatlici. 7 di questi gruppi sono da assegnare al Marocco, i rimanenti 7 (tra i quali quelli armat i di sole mitragliatrici) da suddividere tra la Tu nisia e l'Algeria .
c) Africa Occidentale:
l 0 ) Costituzione di 10 batterie pesanti, 4 delle quali armate di materiale moderno, le altre come btr. fisse .
2°) Costituzione di 65 sezioni l eggere La presente concessione cont empla solo la concessione ex novo di 30 pezzi, dato che 100 sono stati gii1 accorda t i precedentemente.
C) COMANDI
1°) Costitu zione del Comando difesa aerea del Nordoves t in Madrepatria.
190 Mussolini e Pétain
2°) Costituzione di un Comando Raggruppamento da caccia in Madrepatria.
3 °) Costituzione di un Comando Raggruppamento da caccia in Tunisia.
-l 0 ) Costituzione di un Comando Raggruppamento da caccia in Africa Occide n t al e.
D) VARIE
1° ) Rinforzi e trasformazione di materiali (dopo costruzione) di ba tterie e.a. già es is tenti:
a) trasformazione di 17 b atterie di vecchio tipo;
b) costituzione di 15 batterie pesanti;
e) cos tituzione di alcune batte1ie leggere destinate alla difesa deUe truppe.
2°) Trasporto in Nord Africa ed A.0.F. di munizionamento di caduta e vario, ne i limiti del fabbisogno di tre mesi.
3°) Miglioramento dell'organizzaz i one aeroportuale della Tunisia ed Algeria.
RIPARTIZIONE l N STADI Stadio
A) AFRICA OCCIDE NTA LE: Tutti i provvedimenti, compreso l'in vio dei rifornimenti: I
B) MADREPATRIA:
a) Sbloccaggio dei materiali di volo per l'approntamento: I
b) Inizio d ell'add estramento del personale navigante destinato a i repa rti di n uova costituzione: I
c) Racco lta del personale di governo nelle sedi ove è prevista la costituzione dei nuov i reparti: I
d) Racco lta del personale delle batterie e.a. di n uo va costituz ion e nei centri di addes tramento: I
e) Costituzione del comando di Difesa aerea del Nordovest: I
f) T utt i i rimanenti provvedimenti inerenti alla costituzione dei nuovi reparti: II
C) AFRICA DEL NORD:
a) Sbloccaggio del materiale e dei velivoli per l'app rontamento : I
b) Inizio dell'addestramento del personale navigante
(da eseguire in Madrepatria): I
e) Raccolta d e l personale di governo (da effettu are in M a dre patria): I
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La raccolta d el personale che è già s t ato disl ocato in Africa del Nord awe rrà nello s tadio: II
d ) Raccolta del personale per l'arti g li eri a e.a. nei ce n tri di add es tramento (da effettuare solo in Mad repa tria): I La racco lta del personale g ià disl ocato in N.A. awerrà nello stadio: II
e) Trasferimento della Squach;glia 3/13 dalla Tuni s ia all ' Al ge ria: I
f) T rasferimento del grupp o da caccia I/2 dalla Madrepa tria in Tun isia: I
g) Autorizzazione pe r i la vori di mig lioramento dei campi di atterragg io nella parte occidentale dell'Al ger ia: I Anal oga autori zzaz ion e p er i riman e n t i campi dell'Alg eria e de ll a Tunis ia : II
h ) T rasferim en t o de l ma te ri ale e del personale per la costru zio ne d e i r e parti dell'artiglieria e .a. dalla M adrepatria: II
i) Au t orizzazion e all a cos ti tuzio n e e d all'impiego d e lle b atterie e. a.: II
k) Autorizzazion e per la cost ituzione delle sezioni di s icurezza (e p er il Maro cco anche d e i 39 carri armati a d esse adibiti ): II
I ) Au torizzazi one alla cost i tuzione del Comando di Raggruppamento da caccia in Tuni sia: II
m ) Tras fe rim ento dalla Madrepatria del perso nale di governo e ra cco lta ne i luoghi di des tin azione. Questo secondo prowedimento è esteso anc h e al p er so nale ch e già t rovavasi in N .A.: III
n) Costi tuzi one d e lle scorte per l' organizzazione aeroportual e già esiste n te: II
o) Costituzione dei reparti di volo (da esegu ire in Mad repatri a): III
p) Sciog lim en to d e lla Squadriglia 4 BR.: III
q) R estit uzion e all'impiego dei nu ovi cam pi co n cessi p er
l'Algeria e T u ni sia e costi tu zi one d elle scorte rela tive: III
r) Autorizzazione al trasferimento da lla Madrepa tria in N.A. dei reparti di nu ova costitu z ione.
Costituzione di questi e di quelli c h e già si trovavano in N.A.: I V
VARIE
Cost ituzione e t rasformazi o n e d elle batterie e.a. per le quali n ec essita la costruzione d el ma terial e: I V
192 Mu ssolini e Pétain
CONCESSIONI ITALO-TEDESCHE - Armamenti -
Restitu zione e nuove fabbricazioni
1) - Le seguenti nu ove fabbricazioni previste si riferiscono al fabbisogno cli materiale corrispondente alle richieste francesi per la costituzione di nuovi reparti. Tali richieste, in quanto comportano fabbricazione di materiale, sono state appunto riunite al 4 ° stadio. L'ini zio della fabbricazione è però previsto per il 1° stadio.
2) - Tutti i materiali bellici di nuova fabbricazione verranno provvisoriamente accantonati sotto controllo.
Lo sbloccamento dai depositi avrà luogo dopo l'autorizzazione per la effe tti va attuazione delle nuove costituzioni.
3) - Poiché, per deficienza di materie prime, è da es cludersi la produzione di automezzi in quantità rilevante, per le corrispondenti concessioni non r imane altra possibilità di quella offerta dall e disponibilità residue nei depositi di accantonamento, nell'esercito transitorio in Madrepatria e nelJ'economia civile.
4) - Le nuove fabbricazioni previste verr anno inserite nel quadro del programma di armamenti franco-tedesco.
Qualora siano autorizzate fabbricazioni francesi prima della definizione di questo programma sarà corrispondentemente anticipata l'esecu zione di ana loga rich iesta tedesca.
L'inserimen t o dell'Italia nel programma generale franco-tedesco per gli armam enti verrà considerato a parte.
I. Esercito:
1.) Sbloccamento di: 16 cannoni da 105/ L 36 e fab bricazione cli 16.000 colpi da 105.
2.) Fabbricazione di : 104 mitragliere e.a. da 20 e 624 .000 colpi.
3.) Fabbricazione di: 568 p.a.c. da 25 S.A.L. e 1.136.000 colpi.
4 .) Fabbricazione di: 64 p.a.c. da 47 S.A. - A.P.X. e 128.000 colpi .
1941
193
5
Allegato
5 .) Fabbricazione, impiegando carri armati inefficienti od incompleti, di:
a) 135 carri armati per cavalleria (manca l'indica zione del tipo)
b) 188 autoblindo
c) 20 autoblindo Laffly
50 autoblindo Panhard.
6.) Fabbricazione di:
1683 stazioni R.T. diverse.
II. Marina
Muni z ioni navali
Fabbricazione di:
1200 granate perforanti da 380
sbloccamen t o delle parti e approntamento di:
300 granate da 330
640 granat e perforanti da 330
570 granate perforanti da 330
850 granate p erforanti da 203
2650 granate perforanti da 152
2800 granate perforanti da 152
900 granate da 152
6300 granate p e rforanti da 138
6300 granate da 138
4500 granate perforanti da 130
1000 granate da I 00
III. Aeronautica
I .) Fabbricaz ione, impiegando parti staccate e prele vano dai depositi di accantonam e nto, di:
4000 bombe G2
1445 bombe 12
215 bombe K
1000 bombe BPF
5300 spolette A V
400 spolette AR
2 ) Fabbricazione di:
60 cannoni da 75 e.a. rn o d . 3 3
I 44.00 colpi c.s;
200 cannoni e.a da 25 Ho t chkiss
960 000 colpi e.s.
194 Mus solini e Pétain
CONCESSIONI TEDESCHE
1° Stadio
Liberazione di 2715 prigionieri per le forze terrestri dell'A. O .F.
2° Stadio
1) Liberazione di 6847 prigionieri per l'esercito transitorio del Nord-Africa francese.
2) Autorizzazione alla liberazione di circa 5000 ufficiali, sottufficiali e truppe richiesti oltre i prigionieri della marina già rilasciati.
3) Libera zione di u fficiali e sottufficiali dell'artiglieria coloniale (contraerei) nonché di specialisti della difesa contraerea. Complessivamente:
160 ufficiali
115 sottufficiali
200 uomini
3° Stadio
I) Liberazione di 6542 prigionieri per sostituzione di ufficiali, sottufficiali e truppa nelle colonie.
2) Liberazione di un numero ancora da definire di piigionieri delle unità di difesa aerea a terra.
3) Liberazione di intendenti e funzionari di intendenza.
4° Stadio
Liberazione di 22518 prigionieri per la costituzione di 4 raggruppamenti motorizzati in Africa occidentale francese.
1941 195 Allegato 6
(Prig ionieri di guerra)
PROCESSO VERB ALE DEL COLLO QUIO TRA IL DUCE ED I L GEN. VACCA MAG GIOLINI
5 settembre 1941
Di un interesse nuovo si mostrò il colloquio del 5 settembre tra il Duce ed il presidente della CIAF poiché, dopo tanti tentennamenti, tornò la linea dura nei rapporti con Vichy : questo terzo co lloquio con Mussolini è in parte già noto, pubblicato com 'è stato nel volume XXX dell"' O pera omnia di B. Mussolini", a cura di E. e D. Susmel, Firenze, La Fenice, 1960, p. 115-1 18, co me "Primo colloquio co n il gen. Vac ca Maggio lini" ma il testo appare amputato di talune parti, riportato qual'era stato da "Il popolo d'Italia" del 30 agosto 1941, e da "Candido" del 15 agosto 1954. Se ne riporta anche il testo noto nella seconda parte del presente Docum ento n. 30.
FONTE: USSME -CIAF, Racc. 5 1, fase . 1/U.
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1XJXTRAILDUCEED IL
GEN.VACCAMAGGil..INIALlAPRESENZADELL'ECC.CAVALLERO
Duce: - (rientrato da poc h i giorni da lla fronte Russa ove s i è in co ntrat o col Fuhrer) I tempi n o n appaiono ancora maturi p er addivenire ad accordi co lla Francia. Il F i.ihrer e d il Governo t e desco no n ripongono troppa fid u cia neg l i uomin i d i Vichy: aJcune loro recenti manifestazioni dimostrano ch e manca loro una precisa e ri sol u ta buo n a vo lontà per una l eale politica di collaboraz ione coll'Asse: così, in una recen t e in t erv ista concessa ad un g iornalista svizzero, l' Amm. Darlan ha dichiarato che la Fran cia , fedele a ll e s u e tradizioni politiche, non s i preste rà mai a baratti di p opo l i. Tale affermazione esclude dunque che si possa trat t are co ll a F rancia sull a base di con cess ioni territoriali che la compens ino d elle nostre rivendicazioni.
La ri so luzion e del prob lema deve perciò, oggi, r icercarsi ancora ed esclusivamente nel ca mpo militare.
Le operazioni in Ru ss ia non sono s tate cosl rapide e decisive come in Ge r man ia ci si aspettava. Il Fi.ihrer stesso mi ha detto che si era n o so ttovalutate dal R eich le forze (in uomini e in materiali moderni), la pote n zialità industriale, la capacità operativa dello S . M. ecc., de ll a R u ssia. Ora poi si ava n za anche l'inverno che impedirà ogni azio ne Iisolutiva. Solo perciò ne ll a primavera del
196 Mussolini e Pétain
N. 30
D OCUMENTO
1942 - primavera russa, però, il che vuol dire in giugno - si potrà sperare di riprendere , per condurle poi rapidamente a termine, le operazioni sulla fronte orientale. Ciò ottenuto, l'esercito tedesco sarà disponibile per risolvere altrove il conflitto, o attaccando direttamente l'Inghilterra (ed i preparativi in proposito sono stati ripresi con alacrità) o agendo altrove. Ad ogni modo la Francia cesserà allora di essere pericolosa e sarà alla nostra mercè. Fino a quel momento bisogna che la Francia non ci dia alcuna noia, specialmente nell'Afoca del Nord Sarebbe infatti assai grave per noi se i Francesi ci attaccassero dalla Tunisia nel momento in cui fossimo fortemente impegnati cogli Inglesi verso l'Egitto. Occ01Te dunque morfinizzare la Francia perché stia tranquilla. Spetta a Voi destreggiarVi abilmente per ottenere lo scopo. Dimostra t eVi dunque amichevole e disposto a trattare.
Io: - Sono già in corso, come sapete, le trattative per la rinuncia, da parte nostra, all'applicazione dell'art. X della Convenzione di Armistizio. Spingerò innanzi tali trattative; quando, in un modo o nell'altro, l'argomento sarà esaurito , procurerò di intavolare nuove discussioni.
Duce : - Qual'è, intanto, l'attuale situazione in Afoca del Nord?
Io: - T ale situazione non ci è certo favorevole. Il generale Weygand è veramente un capo, che svo lge in Africa, a tutto nostro danno, un'opera efficacissima .
In pochi mesi egli è infatti riuscito a fare di tre regioni - Tunisia, Algeria, Marocco - fino autonome e con interessi disparati, un unico ente statale, con unità morale, politica, militare ed economica, che è ben saldo nelle sue mani e che lo segue con fiducia.
Si tratta di u n nostro nemico aperto e pericoloso. Anch e della lealtà di Weygand verso il Governo de l Maresciallo Pétain si può dubitare; certo vi sono nelle sue azioni molti e chiari accenni alla ricerca di rendersi quanto più è possibile indipende nte dal Governo di Vichy.
Duce: - Non è, del resto, da escludere che tra Pétain e Weygand si sia, a salvaguardia della Francia e del suo avvenire, stabi]jto un patto: o coll'uno o colJ'altro, a seconda che vincerà l'Asse o J'lnghilterra, la Francia potrebbe essere salva dal conflitto.
Ad ogni modo la questione dei nostri rapporti con la Francia si impone, pei prossimi mesi, nei termini che già Vi ho detto. Occorre pertanto evitare in modo assoluto attriti ed incidenti colla Francia. Questo è il compito preciso che Vi affido.
1941 197
lo: - Purtroppo , Duce, gli incid enti so n o, spec ialmente in Africa, freq u e nti e talora a n c he gravi. E poiché, nell a maggior parte dei casi, non sono provocati da noi ma da i Fran ces i - e specialmente da gli agenti d i rango inft·riore (sottufficiali, gendarmi , e tc.) - essi sono inevitabili.
Du ce: - Do vete, ripeto, fare tutto il possibile per evitare tutto ciò. È so mmo interesse nazio nale che la Francia non ci dia noie in questi prossimi mesi. A g iu g no, se sarà nec essario, metteremo a posto anche la Francia.
Io: - Vi promet to che faremo del nostro m eg lio, i miei ufficiali ed io, per eseguire i Vo stri ordini. Ai miei ufficiali prescriverò persino cli essere r emissivi, cli cedere nei limiti del possibile. Se però, eve ntualm ente, dovesse sorgere qualche incidente grave che compromettesse anche la nostra dignità ed il nostro presti g io e se io non riuscissi a risolverlo , mi affretterò a venirVene a riferire Duce.
Du ce : - Sta bene. Io Vi riepilogo la mia co nsegna in q uest e poche parole: "BarcamenateVi Cino a l g iugno 1942".
TESTO RESO NOTO
Mussolini di ce che i temp i non appaiono maturi per addivenire ad a ccordi con la Francia, che desid erava concludere sulla base cli concessioni territoriali che la compensino de ll e nostre rivendicazioni t e rritoriali.
- L e operazioni in Russia non sono state così rapide e decisive come in Germania ci si aspettava. li Fuhrer stesso mi ha detto che si erano sottoval utate dal R e ich le forze in u omini e in materiali moderni, la potenz ialità industriale, la capacità operativa dello Stato Maggiore della Ru ssia. Ora poi si avanza anc h e l'invern o, che impedirà ogni azio ne riso lut iva. P erciò solo n e lla prima vera del 1942, primavera russa però, il che vuol dire in giugno, si potrà sperare di riprendere, per condurle rapidamente a termine, le opera z ioni sul fronte ori ent ale. Ciò otten u to, l'Esercito tedesco sarà disponibile per risol vere altro ve il conflitto, o attaccando direttamente l'In g hilterra (ed i preparativi in proposito so no stati ripresi con ala crità) o agendo altrov e. Ad ogni modo, la Francia cesserà allora di essere pericolosa e sarà alla nostra mercé. Fin o a quel momento, bisogna che la Francia non ci dia alcuna noia, specialmente nell'Africa del nord. Sarebbe infatti assai grave per noi se i francesi ci attaccassero dall a Tunisia nel mom ento in cui
198 Mu sso lini e Pétain
fossimo fortemente impegnati con gli Inglesi verso l'Egitto. Spetta a voi destregg iarvi abilme n te per ottene re lo scopo. Di mostratevi dunqu e amìchevolì e disposto a trattare .
- Sono già in corso, come sapete, le trattative per la rinuncia da parte nostra dell'applicazione dell'articolo decimo della convenzione d'armi stizio. (L'articolo in questione riguardava la consegna delle armi e dei mezzi bellici delle forze francesi che erano state schierate contro l'Italia). Spingerò innanzi tale trattative.
Mussolini c hiede di essere informato circa la situazione nell'Africa del nord ed il generale risponde:
- Ta le situazione non è certo favorevole. Il generale Weygand è veramente un capo che svolge in Africa, a tutto nostro danno , un'opera efficacissima. In pochi mesi egl i è infatti riu sci to a fare di tre regioni - Tunisia, Algeria, Marocco - finora autonome e con interessi disparati un unico territorio, con unità morale , politica, militare ed economica, che è ben saldo nelle s u e mani e che lo segue con fiducia. Si tratta di un nostro nemico aperto e pericoloso. Anch e della lealtà di Weygand verso il Governo del maresciallo Pétain si può dubitare ; certo vi sono nelle sue azioni molti e chiari accenni alla ric erca di rendersi quanto più è possibile indipendente dal Governo di Vichy.
- Non è, d el r esto, da escludersi che fra P étain e Weygand si sia, a salvaguardia della Francia e del suo awenire, stabilito un patto: o coll'uno o coll'altro, a seconda che vincerà l'Asse o l'Inghilterra, la Francia potrebbe essere salva dal conflitto. Ad ogni modo la questione dei nostri rapporti con la Francia si impone, pei prossimi mesi, nei termini che già vi ho detto. Occorre pertanto evitare in modo assoluto attriti ed incidenti. Questo il compito preciso che vi affido.
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EVOLUZIONE DELLA SITUAZIONE POLITICA TUNISINA
24 ottobre
Un interes sante rapporto del console generale d'Italia a Tunisi , Silimbani, del 24 ottobre 1941 fece il punto della situazione politica in questo paese travagliata dall'aperta rottura tra francesi ed italiani e dalle posizioni possibiliste dei tunisini anch'essi divisi tra desturiani ed attendisti.
FONTE: USSM-CIA F, Racc. 3, fase. 1.
SITUAZIONE POLITICA IN TUNISIA
La fine del mese di Ramadan, i ricevimenti in occasione dell'Aid Es Shgir, hanno dato luogo, come negli anni decorsi, a manifestazioni franco -arabe, a scambio di indirizzi augurali tra i rappresentanti della Tunisia e della nazione protettrice . Al P alazzo del Bardo, l'Ammiraglio Esteva, Residente Generale , nel disc orso rivolto al Bey, ha auspicato che non soltanto alla Tunisia, ma al mondo intero, Iddio conceda il sollecito ritorno della pace, come del più prezioso dei beni, di cui non si ap prezza il valore , se non quando se ne è privati.
Il discorso molto breve, come di consueto, si è tenuto in una linea molto generale. Appare strano che non vi sia alcun accenno "agli stretti legami che uniscono i due popoli".
Più breve ancora è stata la risposta del Bey che s i è detto commosso d e i voti for mulati dal Residente e gli ha espresso la sua soddisfazione per gli sforzi delle Autorità francesi diretti ad appianare le difficoltà di una situazione economica "particolarmente delicata" e a venire in aiuto alla popolazione della Reggenza "fidèlement attachée à la France". La frase, di prammatica in circostanze del genere, appa re quest'anno aggiunta, e quasi posticcia, alla fine della breve allocuzione beilicale, senza alcun rilievo .
Si è già segnalato come, negli ultimi tempi, la Francia abbia intensificato la sua attività di propaganda e di attrazione verso l'elemento arabo.
Una serie di manife s tazioni culturali è sta ta indetta dall"'Alliance Française". Conferenze in arabo sono tenute sui fatti e le figure principali della storia e d ella le tteratura francese. Inoltre, attraverso la stampa viene continuamente illustrata l'opera di quei fran-
200 Mussolini e Pétain
N. 31
D OC UMENTO
cesi - funzionari , insegnanti, medici, ecc. - che si sarebbero distinti in Tunisia nell'opera di comprensione del mondo mussulmano e di collaborazione franco -araba.
In questi giorni è torn at o da un viaggio in Francia l'A wocato arabo Hassan Ghellati Egli si sarebbe interessato per la liberazione dei desturiani tuttora detenuti a Marsiglia, e avrebbe ricevu to, al riguardo, buoni affidamenti.
"Non iITitare gli arabi", risponde, certamente, a d elle direttive precise che vengono impartite dall'alto a tutti gli organi periferici . Ciò spiega anche l'indulgenza verso gli autori dei furti e delle rapine campestii commesse a danno dei nostri connazionali, privi, com'è noto, delle armi di d ifesa. Nonostante i reclami e le insistenze degli interessati, la gendarmeria si mostra sempre lenta e poco solerte nell'eseguire le indagini per la ricerca dei colpevoli
Nel campo dell'organizzazione politica interna, si nota un certo sforzo, da parte della Residenza per inquadrare legionari, "compagnons de France", giovani dei "chantiers de jeunesse" ecc. Si svolgo no di quando in quando, manifestazioni, cui hanno dato occasione, negli ultimi giorni, la visita a Tunisi d el Generale D e La Porte du Theil e del Signor De Tournemire, rispettivamente Commissario Generale dei "Chantiers de jeunesse" e Capo dei "Compagnons". Raga zz i delle scuole, francesi e mussulmani, hanno sfilato nelle strade di Tunisi tra la più assoluta indifferenza di tutti g li elementi d ella popolazione, francesi compresi. Negli stessi giovani non appariva alcun entusiasmo.
Continuano ad arrivare dalla Francia numerose persone che vengono a prendere stabile residenza in Tunisia. Si tratta, spesso, di giovani che accrescono nella Reggenza le riserve mobilitabiU. Alcuni, per il loro modo di vestire e di comportarsi, sembrano essere ufficiali, sott'ufficiali e graduati, messi in congedo da poco tempo. Essi vengono ripartiti nelle varie attività economiche, soprattutto nei possedimenti agricoli frances i.
Nelle ultime settimane, sono tornate a circolare con più insis tenza le voci sui depositi di armi nascoste, di movimenti militari. Si segnala, fra l'altro, che ogni sera treni che trasportano vettovagliamenti e auto ve icoli , sono diretti verso il sud. Le Autorità francesi fanno credere agli arabi che si tratti di materiale inviato in Libia e di merci sottratte all'economia del paese per imposizione della Commissione Italiana di Armistizio.
In generale i sentimenti di simpatia verso l'Inghilterra degli e lementi francesi, e l'attività informativa e d i segnalazione dei nostri convogli, prdurano costanti . Giorni or sono, apparecchi britannici attaccavano, nelle acque davanti a Nabeul un piroscafo francese , scambiato. forse, per uno dei nostri. Lì presso erano infatti due
1941 201
nos tre picco le navi, il motoveliero "O rsolina" di 330 tonne ll ate e il motodragamin e "Vito Fornari" di 24 tonn e llate , in rotta per T rapani. Me ntre il "Fornari" riusciva a s fuggire a ll' attacco n e mico, l'"Orsolina", co lpito da diverse bombe, affondava. P oco p rima la stessa sorte era tocca ta a l p iroscafo francese (il "Divona" di 1500 tonnellate). Tutti i nostri marinai sono s alvi , mentre ot t o uomini della nave francese sono rimasti u ccisi.
Durante l'azione aera britannica l'allarme è stato dato nella zona di Susa e in q u ella di T uni s i .
La situazione de lle collettività italiane in Tunisia rimane semp r e difficile .
Da q u alche t e mpo le Aut orità francesi si mostrano p iù seve re, ispirandosi a criteri più restritt ivi, nel ri lasciare le autorizzazioni per circolare e spos tarsi all'i n terno della Reggenza, dall'una all'altra circoscrizione di con trollo civile, mentre ostaco li di ogni genere vengono frappo s ti per l'approvvigionamento presso g li organi statali d e ll e mat e rie nec ess arie a ll e industrie. Ciò, naturalmente, avviene sono n e i confronti d eg li italiani, perc h é i francesi trovan o semp re, press o funzionari ed uffici governa t ivi, comprensione, indulgenza e facilitazioni .
Con mio tele gramma per corriere n ° 245 (Esteri O193) in data 21 corrente, ho richiamato l'a tte n zione della CIAF suJJ a leggerezza e l 'esosità con l e quali l'Autorità giudiziaria francese infligge seve re multe ai nostri co nnazionali. Si è fato presente come so lo nel ce n tro agr ico lo di GrombaJia, gl i abi tanti italiani s iano stati condannati ad ammende per un complesso di oltre I 00.000 franchi.
La situazio n e nelle ca m pagne, derivante da ll a mancanza di armi di difesa de i nostri agricoltori, è s tata più volte ill ustrata. I furti e le razzie continuano e la gen darmeria, come si è visto più sopra, non in t ende agire en ergicamente p er la p revenzi one e l a repressione di tali reati. Spesso, p er verità, la lo n tananza della lo cali tà ove il reato è commesso dai posti di gendarmeria, rende effetti vamen t e d i ffi cile l a vigilanza e l'interven t o della forza pubbli ca. Questa se mbra tuttavia ancora u na ragione di più perc h é le armi sia no rese ai coloni italiani. So che la CIAF ha già posto, a più riprese, la questione alla De legazione francese. M i onoro prospettare l'opportuni t à di u n nuo vo interve nto affinch é se nza ulteriori indugi si giunga a una soluzione secondo equità. P urtroppo, il pro l ungarsi, in ques ta ed altre questioni, de ll a presen t e situazione di att esa e di ince r tezz a , non man ca di avere ripercussioni poco favorevoli, sia p re ss o nostri connazionali che press o l e masse arabe, s ull'altiss i mo prestig io di c ui godevano l' I ta li a e i suoi o rgani . A contatto di que st i ambien t i da ol t re
202 Mussolini e PéLain
quattro anni, abituato a sentirne il polso e individuarne le sfumatu re dei diversi stati d'animo , sono costretto a riconoscere che l'en tus iasmo col quale furono accolte all'inizio, dopo la conclusione vittoriosa della guerra contro la Francia , le nostre Delegazioni di Controllo, si è, da un anno a questa parte , molto raffreddato. Gli i taliani di Tunisia si rendono troppo poco conto che la nostra azione ha necessariamen te dei limiti e che opportunità politiche possano consigliare, in certi casi, la moderazione e il temporeggiamento. Certo sarebbe auspicata una attitud ine più ferma e decisa di fronte ai francesi e non sarebbe compresa una politica di accentuata distension e con loro.
Questa distensione, d'altra parte , sem bra essere intesa dai francesi in senso unico. Come ho già segnalato nessun accenno da parte loro a volere effettivamente creare in Tunisia un'atmosfera migliore per le nostre collettività. Si può anzi dire che, da qualche mese, regna nei nostri confronti una animosità più grande che si traduce in più frequenti vessazioni e iniquità a danno degli italiani.
Gli italiani di Tunisia conservano, comunque, intatto, il loro fervore patriottico, la devozione a] Regime, la fede nella vittoria. In tutte le classi sociali, è stata salutata con gioia, la riapertura dell'anno scolastico. Il numero d egli allievi si è notevolment e accresciuto e molti dei nuovi elementi provengono dalle scuole francesi.
Com'è noto è stato messo in atto qui in Tunisia l'accordo italofrancese per gli scambi commerciali che prevede, tra l'altro, l'invio di un primo contingente di 80 .000 quintali di grano dalla Regg enza alla Libia . Il Governo di Vichy ha dato il suo benestare alla clausola qui concordata per la quale 20 .000 quintali di grano sarebbero stati inviati via terra, ad evitare i rischi di una navigazione marittima. Ciò implica una vasta e complessa organizzazione di trasporti, intese e co ntatti con organi e ditte francesi.
Questa Se zio ne Civile, a mezzo dei suoi servizi e del suo consulente per gli affari economici ha organizzato, ed ora guida e vigila l'operazione affinché essa si svolga nel modo pi regolare e nel tempo più breve.
Anche in questa occasione , se negli alti funzionari, si è potuta notare una certa larghezza di spirito e della buona volontà per facilitare il nostro compito, si è d'altra parte constatato presso gli organi inferiori incomprensione e spirito ostruzionistico, anche perché molti sono tenuti allo scuro del fatto che l'accordo implica da parte nostra una contropartita in grano che dall'Italia viene trasportato in Francia. Si vuol far credere, come già si è detto, che la merce venga sottratta all'economia del paese per ordine della
1941 203
Commissione Italiana di Armistizio. Con ciò si tenta di far riversare su di noi il malumore degli arabi per l e restrizioni e la situazione economica del paese.
Gli avvenimenti internazionali, militari e politici fanno sentire ripercussioni nello stato d'animo di questi ambienti. La vittmiosa avanzata degli eserciti dell'Asse in Ru ssia suscita gravi apprensioni presso i francesi . Si pensa che, sconfitto e messo in condizioni di non n uocere il bolscevismo, la Germania si volga di nuovo a far sentire il peso della sua potenza in occidente, e si prevede non solo un'azione contro le isole Britanniche, ma anche una politica più dura ed energ ica verso la Francia. La notizia della fucila zione di un forte numero di ostaggi francesi, in seguito all'uccisione di ufficiali tedeschi nella zona occupata, ha destato la più profonda impressione. Il fatto viene dai francesi naturalmente deprecato e considerato come un esempio della "brutalità" tedesca.
Cons. Silimbani
204 Mus solini e Pétain
RELAZIO NE DEL GEN VACCA MAGGIOLINI AL GEN. CAVALLERO SUI COLLOQUI DELLA CIAF A VICHY
17 novembre 1941
In occasione dei funerali del ministro francese Huntzinger a Vichy del 15 novembre 1941 il presidente della CIAF gen. A. Vacca Maggiolini, che vi si recò, fu invitato dal capo dello Stato francese mar. Pétain ad un incontro di cui inviò al Comando Supremo italiano la seguente relazione.
FONTE: USSME-CIA F, Racc. 51, fase . 1.
ALL'ECCELLENZA IL CAPO D1 STATO MAGGIORE GENERALE COMANDO SUPREMO ROMA
Con mio foglio n . 27183 in pari data ho trasmesso al Comando supremo la cronaca degli awenimenti relativi alla missione svolta in Francia per partecipare alle eseq uie del generale Huntzinge r .
Con il presente foglio riferisco quanto mi è stato detto dal Maresciallo Pétain nel colloquio ch'egli ha desiderato di avere con me, senza che io lo avessi richies to, e dall'ammiraglio Darlan in una conversazione occasionale.
Con l'ammiraglio Darlan l'occasione di parlare si presentò a seguito d ell'invito a co la zione nella s ua villa privata.
A colazione finita, passati in un salotto, io mi awicinai al generale Vogl con cui non avevo ancora avuto occasione di intrattenermi. Mentre si parlava tra noi delle prossime conversazioni a tre a Wiesbaden, ci si appressò l'ammiraglio Darlan ad offrirci sigari e sigarette e d'un tratto, dopo averci fatto cenno di accostarci a lui, per poter parlare sottovoce, disse: "Vi informo che il Go verno francese ha deciso di venire incontro ai Vostri desideri . Metteremo il ge n erale Weygand in condizioni tali - diminuendo i suoi poteri civili e nominando il generale Dentz comandante militare per l'Africa del Nord - da costringerlo a chiedere il rimp atrio.
Se non vi decidesse, interverrà il Maresciallo. Del resto, io ritengo che il Weygand abb ia tutto l'interesse a tornare in Francia, per curarvi la sua eventuale s ucce ssione al Maresciallo quando questi verrà a morire.
"Voi però dovete - perché possano ten ere tranquilla la popola-
1941 205 DO CUMENTO N . 32
zione araba senza aver più bisogno delle spedi z ioni dagli U.S.A .inviarci z ucch ero, cotonate e car b urant i per macchine agri cole" .
Il generale Vogl ha assicurato di prendere a cuore la question e . Io mi astenni da ogni rispos ta , non avendo istru z ioni in merito (penso però che alla fornitura d e ll o zucchero e d ell e cotonaterayon - potrà concorrere anche l'Italia) .
P oi rivolgendosi a me:
"Voi dovete però in cambio sostituire l'Eccellenza Farina".
Gli r is posi (ben lieto che la questione fosse g ià risolta senza dover cedere ad impos i zione o con t rattazioni):
" Ammirag lio, la cosa è già fatta, ho fir mato ieri l'altro la lettera p el suo definiti vo rimpatrio".
L 'Ammiraglio Darlan se ne dimostrò molto lieto, e ripre nd e ndo il colloquio a tre disse: "Ora tocca a voi: occupate le isole britannich e, scacciate l'Inghilte rra dal Mediterraneo , s pezza te n e l'I mpero in d ue e la guerra è fin ita". E qui acc e nnò ad una sua atavica avvers ion e con tro l'In g hilt erra.
Poi , tornando a rivo lgersi a me, in particolare:
"H o molto riflett u to s u l p roblema na vale che Vi int eressa e credo che vo i ab b iate sbag li ato s istema. Il rifornimento de lla Libia at traverso il Me d iterraneo non va cons iderato un sempli ce problema lo gis t ico, ma u n grosso problema strategico e tattico . S e fossi in voi io b ombarderei duram e nte, incessantemente per t re o quattro gi orni le bas i aeree d i Malta e dell'Egitto e poi invierei grossi convogli p rotett i da tutta la flo t ta. Certo, potrete avere anch e in ta l modo q u alche dolorosa perdita, ma il grosso del convog li o passerà (l ' ul tima volta l'In g hilt e rra ha infatti su bi t o perdite, ma è riuscita così a far passare 19 navi del su o convoglio). Col m e todo attuale voi s ubit e eguamente continue p erd ite parziali, che indebolisco no la vostra flotta, m e ntre non riuscite a passare .
"È errato - a mio p arere - anche il vostro sistema di far s eguire alle navi da tras porto le rotte lungo la costa tunis ina. In qu esto modo esse non h anno vie di ritirata e sono infallanteme nte colp it e o costre tte ad arenars i Le rotte d'alto mare so n o meno pericolose".
Gli feci osservare che p er la di scussione ci mancavano probabilmente molti da t i c he invece possedeva l'Ammiragl iato italiano: possibilità aviatorie nem ich e e no s tre , forte organizzazione de llo spionaggio avversar io
L'A mm. Darlan mi interru ppe per dire: "Sapete che forse troveremo in Francia le file dello sp i onagg io ai vos t ri danni. Ne ho buone speranze".
E poi, prendendomi da parte ed allontanandomi dal Vogl, mi disse:
"Generale, dobbiamo inte nd erc i tra di noi . Il Maresciallo crede
206 Mussolini e Pétain
nella nuova Europa; io pure ci credo, ma occorrerebbe accordarsi tra noi. Sono sicuro che se io potessi parlare col Duce l'accordo sarebbe facilmente raggiunto. Ma io - vinto - non posso c hi edere il colloquio . Che Mussolini mi faccia sapere il suo desiderio di parlare con me ed io sarò felice d'incontrarlo".
E l'Amm ira gli o si a llontanò verso altri ospiti.
Il Maresciallo Pétain mi ha ricevuto nel suo studio in una forma che po t rei dire confidenziale. Egli è fisicamente ben portante e di spirito quasi giovanile a malgrado della veneranda età . Mi ha dapprima intrattenuto su i ricordi personali c h e lo legano all'Italia, a lle sue missioni a Roma per assistere al matrimonio dell'A.R. il Principe di Piemonte e per partecipare ai funerali del maresciallo Diaz, ha ri cordato con simpatia talu ni d ei nostri Capi d ella guerra mondiale coi quali aveva avuto relazioni di servizio e di amicizia , e specialmente si è fermato su i co ll oqu i avuti col D uce, di cui ha conservato il m iglior ricordo.
Ne ll a sua conversazio n e, fatta con paro la calda e armoniosa , biasimati gli errori commessi dalla Francia verso l'Italia, ha te nuto a porre in rilievo specialmente come egli si senta amico del nostro Paese e come sia "fatale" che l'Italia e Francia si intendano. Ed ha sottolineato come questo ravvicinamento fra i due P aesi costituisca il suo vivissimo desiderio attuale. * *
Altre conversazioni sempre su l t ono che la F ra n cia desidera essere vivamente amica dell'Italia, sono state fatte da tutte le altre personalità francesi ai componenti della Delegazione andata a Vichy. È eviden t e c h e da parte francese erano state impartite precise d irett ive al riguardo, perché dalle cortesie usate ai discorsi fatti, è stato un succedersi continuo di manifestazioni a pro della pacificazione e di dichiarazioni di riconoscenza pel gesto compiuto dalle potenze dell'Asse i n occasione della morte del gen. Huntzinger.
Mentre mi intrattenevo col Maresciallo Pétain, il barone Confalonieri era a colloquio co l signor Rochat, segretario generale de l Ministero Esteri.
Il Rochat confermò pienamente i provve dimenti re lat ivi al geo. Weygand e, tra altre cose di minor conto, informò che la visita a
1941 207
•k *
Nizza dell'amm. Darlan era stata fatta di sua ini ziativa, contro il parere del R ochat stesso e sen za preawisarne, fuorché all'ultimo momento, il Maresciallo.
La nostra Delega zione, che si atteneva alla consegna di n on sb ilanciarsi in alcun modo ed in alcun settore, ha tenuto il contegno più riservato possibile, ascoltando, per dovere di cortesia, ma rispondendo solo in modo assai evasivo.
Naturalmente le alte personalità francesi con le quali la Delegazione italiana venne a contatto dissero tutto questo perché lo si sapesse nelle nostre alte sfere poJitiche; ed è questo il dovere che compio col presente foglio .
IL GENERALE DESIGNATO D'ARMA
208 Mussolini e Pétain
PRE SIDENTE DELLA COMMJSSIONE DI ARMISTIZIO f/to ART URO VACCA MAGGIOLINI
I PROTOCOLLI DEGLI ACCORDI ECONOMICI DI ROMA
22 novembre 1941
Dopo la creazione di una speciale delegazione economica francese con sede a Roma i negoziati per i compensi da riconoscere all'Italia in cambio della sua rinuncia all'applicazione integrale dell'articolo X dell'armistizio, portarono il 22 novembre 1941 ad un accordo che sì accompagnò di altri su aspetti specifici. Diamo il testo di questi accordi e il testo delle note che la delegazione francese fece pervenire a Vichy a proposito di questi negoziati.
FONTE: DFCIA-SHAT, l/P/78.
PROTOCOLLO
relati vo all'articolo X della Convenzione d'Armistizio franco-italiana .
Il Governo francese, rappresentato dal Sig. Leroy-Beaulieu, Direttore del Commercio Estero presso il Ministero delle Finanze, e il Governo italiano rappresentato da Sua Eccellenza, l'ambasciatore Giannini, hanno convenuto quanto segue:
Articolo 1.
I materiali di cui all'articolo X della convenzione franco-italiana d'armistizio del 24 giugno 1940, materiali staccati ed immagazzinati sotto controllo italiano, in merito ai quali l'Italia dichiara di essere l'unica a potere rivendicare la consegna in virtù del suddetto articolo, non costituiranno oggetto, da parte dell'Italia, di una richiesta di consegna. Questi materiali saranno contemplati all'articolo XI della convenzione franco -italiana d'armistizio.
Art. 2 .
Il Governo italiano dichfara che non apporterà, dal canto suo, modifiche al procedimento seguito anteriormente circa lo sb locco dei materiali destinati alle unità francesi autorizzate o che verrebbero eventualrnent.e autorizzate, nonché alle fabbricazioni di guerra consentite; ciò sta a significare che questi materiali sanno sbloccati senza compensazione.
In compenso, gli sblocchi per usi civili in Francia o nei territori posti sotto controllo francese di armi, munizioni e materiali da guerra di ogni tipo esistente nei depositi o fabbriche poste sotto
1941 209 DOCUMENTO N. 33
controllo italiano, potranno dare luogo, se autorizzati, a delle compensazioni sta bilite caso per caso. Questa compensazione non può essere rappresentata che dall'acquisizione, da parte dell'Italia, a titolo oneroso, di una frazione del materiale sbloccato.
Questa frazione non potrà superare il 30% e sarà pagata mediante il procedimento del conto dì compensazione previsto nell'ambito degli scambi commerciali.
Saranno dunque sbloccati senza compensazione, su richiesta francese e dopo ammissione, da parte dell'Italia, della giustificazione dell'impiego civile di questi materiali:
1. I prodotti finiti non completi, elementi di armi, pezzi di r icambio e accessori finiti, pezzi staccati, elementi di munizioni finiti (corpo di obice vuoto, bossoli vuoti, ecc.) .
2. I prodotti chimici aggressivi o fumogeni non caricati negli ordigni, polveri ed esplosivi alla rinfusa, sostanze chimiche.
3. I prodotti semi-lavorati, i prodotti intermedi e .le materie prime.
Art. 3.
Il governo francese effettuerà, a nome del governo italiano, un ve rsamento complessivo di 2 miliardi e 600 milioni di franchi, che avverrà alle seguenti condizioni:
a. Questo importo sarà versato nel termine di 30 giorni a partire dalla data della firma del p rese nte accordo a credi to di un conto in franchi aperto a nome del Ministero della Finanze Italiane presso la Banca di Francia di Chamalières.
b. Questa somma sarà utilizzabile:
- a concorrenza d el 52 % dell'importo globale relativo al pagamento da effettuare in Francia e nell'Impero Francese da parte delle autorità italiane oppure delle person e incaricate dello svolg imento delle missioni da queste autorità, come previsto al paragrafo Il della parte B, d e l protocollo della Commissione economica di Roma in data 2 febbraio 1941.
È chiaro che sono esclusi dai pagamenti di cui al capoverso precedente i regolamenti sottoposti a normative contrarie che sono stati o potranno essere s tabiliti di concerto tra i du e governi;
- a concorrenza del 32% dello stesso importo relativo ad acquisti di oro consentiti al pre zzo di 57 .681 franchi il Kg: le spese diverse, come per esempio quelle attinenti alle assicurazioni, trasporto, manutenzione, essendo sostenute, dal luogo di partenza, dal governo italiano;
- a concorrenza del 16% dello stesso ammontare, al regolam e nto dell'acquisto di partecipazione in affari francesi . Le cessioni di partecipazioni dovranno essere state acconsentite preliminarmente dagli interessati e autorizzate dai due governi.
210 Mussolini e Pétain
Nel caso in cui i l governo italiano non potesse utilizzare le somme, di cui al capoverso precedente, i due governi stabiliranno alt1i utili zz i.
Art. 4.
Il presente protocollo entrerà in vigore il giorno in cui verrà firmato.
Redatto a Roma , in duplice copia, in lingua francese ed italiana, il 22 novem b re 1941 .
Per la Francia
Paul Leroy-Beaulieu PROTOCOLLO
Per l'Italia
A. Giannini
riguardante le imprese francesi in Italia
Il governo francese, rappresentato dal Sig. Leroy -Beaulieu, Diretto de l Commercio Estero presso il Ministero delle Finanze, ed il governo italiano, rappresentato da Sua Eccellenza l'ambasciatore Giannini, hanno convenuto quanto segue:
Articolo I.
Il governo italiano dichiara che - in un termine massimo di tre mesi, a partire dalla data della firma del presente protocollometterà sotto sequestro, al "regime di sindacato" previsto dal decreto legge del 28 giugno 1940, le imprese francesi, ad eccezione di quelle di cui all'articolo 3 citato appresso. Di conseguenza, facilitazioni di soggiorno saranno accordate in Italia ai dirigenti ed amministratori francesi di queste imprese.
Articolo 2.
L e somme dovute dai debitori italiani aJle imprese frances i sottoposte a "regime di sindacato" costituiranno necessariamente oggetto di ve rsam enti dire t t i in Italia nelle mani d egli aventi di ritto francesi o dei loro rappresentanti.
Anche i titoli ed i valori appartenenti alle imprese sottoposte a "regime di sindacato" in possesso di persone di nazionalità italiana saranno oggetto delle 1imesse dirette in Italia nelle mani degli aventi diritto francesi o dei loro rappresentanti.
Le somme, titoli o valori di cui al presente articolo potranno essere usati liberamente per la gestione dell'impres a , dagli aventi
1941 211
diritto francesi o dai loro rappresentanti in Italia e nei territori italiani
Articolo 3.
Il governo italiano dichiara che non prenderà misura alcuna tesa alla nazionalizzazione delle imprese sotto sequestro o alla modifica dell'aliquota del capitale francese in queste imprese, senza previo accordo tra i due governi.
Queste imprese fanno parte d ei gruppi Saint-Gobain, Michelin, P ertusola, Air Liquid e.
Possono aderire anche altre imprese, previo accordo tra i due governi.
Articolo 4.
Il governo francese dichiara che esaminerà favorevolmente le bozze d'intesa sottopostegli dall e imprese di cui all'articolo 3, onde potere avviare una proficua collaborazione economica, tecnica e finan ziaria con le imprese italiane .
Articolo 5.
Il governo francese accetta di portare da 200 milioni a un miliardo di franchi il "plafond" (tetto) dei crediti finanziari italiani riguardanti la Francia (averi, risparmi, prodotti della liquidazione degli averi) di cui alle disposizioni del paragrafo 3 della parte B del protocollo della Commissione economica franco -italiana datata 2 feb braio 1941 , restando salve le di sposiz ioni del 1° capoverso del paragrafo 16 del protocollo del 4 febbraio 1941 relative al rimpatrio degli italiani.
Articolo 6.
Il presente protocollo entrerà in vigore al momento della firma e sarà valido per t u tta la durata dell'armistizio.
Redatto a Roma , in duplice copia, in lingua francese ed italiana, il 22 novembre 1941
Per la Francia Paul Leroy-Beaulieu
212
Mussolini e Pétain
P er l'Italia A. Giannini
PRO TOCOLE
relatif à l'article X de la Convention d'Armistice franco-italienne.
Le Gouvcrnemenl français, représe n té par M. Leroy -Beau l ieu, Directeu,- du Commerce extérieur au Ministère des F inan ces, et le Gourvernement italien, représcnté par Son Excellence l'ambassadeur Giannini, ont convenu ce qui suit:
Artide P remier.
Les ma t6riels visés par l'articl e X de la Conventio n franco-italienne d'arm ist ice du 24 juin 1940, matériels stockés sous contro le italien, dont l'ltalie déclarc avoir le droit exclusif d'exiger la livraison en vertu dudit article, ne feront pas l'objet, de la part de l'ItaUe, d'une demande dc livraision. Ces matériels demeureront régis par l'a rticle Xl de la convention franco-italienne d'armistice.
Art. 2.
Le Gouvemement italien déclare qu'iJ n'apportera pas, pour sa pan, des cbangements à la pratique antérieurcment suivie au sujet du déblocage d es matériels destinés aux unités françaises autorisées ou qui seraient éventucllement autolisées ainsi qu'aux fabrications de guerTc pe rmises, c'est-à-dire qu e ces m atériels seront déb loqu és sans comp ens ation.
En revancbe les déblocages pour usages civils e n Fran ce ou dans les terri toires sous contròle français des annes, munitions et matériels de guerre de toute espèce existant dans !es dépots ou les usines sous contròle italien, pourront donner lieu, s'ils sont aULorisés, à com pensation à établir cas par cas. Cette comp e nsa tion ne pouITa porter que sur J'acquisi t ion par l'ltalie à titre onércux d'une fraction du matériels débloqué.
Cene fraction ne pourra excéder 30 p 100 et sera payée par la voie du com pte de compensation pour les échanges comrnerciaux.
Tout efo is seront déb loqués sans compensation sur demande française et après a d mission par l'Italie de la justification d e l'e mploi civi l de ces matériels:
I Les produits finis non complcts, éléments d'armes, pi èces de rechan,ge et accessoires finis, pièces détachées, éléments de munitions fini s (corps d 'obus vides, douillcs vides, étuis vides, etc.)
2. Les produits chimiques aggressifs ou fumi gè nes non chargés dans des engins, les poudres et explosifs en vrac, les s u bsta n ce chim iq u es.
3. Les produits semi-ouvrés, les produjts int crmédia ires et les matière s premières.
Art. 3.
Le Gouvernement français fora au Gou vemcment i talien un versement total d e deux milliards 600 millions de francs, dans les conditions suivantes:
a.. Ce montant sera versé dans le délai d 'un mois à partir de la date de signature du présent accord au crédjt d 'un compte eo francs ouvert au nom du Ministère des Finances italien auprès de la Banque de Fran ce à Chamalièrcs.
b. Ce ll e somme sera utilisable:
-à concurrence de 52 p. 100 du montant total à des p ayements à faire en France ou dans !'Empire français par les autorités italiennes ou les personnes qui y sont chargées de missions par ces autorités, tels qu'ils sont prévus au paragraphe Il de la panie B du procès-vcrbal de la Commission éco nomiqu c de Rome en date du 2 février I 941.
Il reste entend u que sont exclus des payemeots visés à l'alinéa précédent les règlements régis par des dispositions contraires qui ont été o u pouITOnt Eltre fixées d'accord entre les deux Gouvemements.
- à concurrence de 32 p 100 du ml!me montant, à des achats d'or qui serom consentis au prbc de 57.681 fran cs le kiJogramm e; les frais divers tels qu'assurance,
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rranspon, manutention. étant, depuis le lieu de dépan, à la charg.: du Gouvemement italien.
- à concurrencc de 16 p. J 00 du meme monrant, au règle men t de l'achat de panicipations dans des affaires françaises . Les ccssions de panicipations devront avoir été, au préalable, conscnties par les intércssés ct autorisées par les deux Gouvernements.
Dans le cas où il ne se r-ail pa s possible au Gouvemement it alien d'u tiliser les sommes visées à l'alinéa précédent, Ics deux Gouvernements détcrmineront d'autres utilisations.
An. 4.
Le présent protocole e ntre ra en vigueur à la date de sa s ignature.
Fa it à R ome, en double exemplaire, en langue française et italienne, le 22 n ovembre J941.
A. Giannini
Pour la F rance: Pour l'Itali e: Paul Leroy-Beaulicu.
PR OTOCOLE concernant les entrcprises françaises en ltalie.
Le Gouv ernemc nt français, r e prése nté par M. Leroy- Beaulieu, Oirecteur du Commcrce extérieur au Ministère des Finan ces, et le Gouvemement italien, r eprésenté par Son Excellence l'amhassadeur Gi annini, ont convenu ce qui suit:
A1·ticle p remier.
Le Gouvemement italicn déclare qu'i l soumettra dans un délai maximum de trois mois à partir de la date de signature du présent Protocolc, au régime du "sind acato", prévu par le décret -loi du 28 juin 1940, les e ntrcprises françaises sous séqu cstre, à l'cxception dc cc ll e s visécs à l'articlc 3 ci -après
En conséqucnce, des facil ités de séjour seront accordées en Itali e aux diri geants et administrateurs français d.: ccs cntrepriscs.
An. 2.
Lcs sommes dues par Ics débiteurs itali ens aux entreprises françaises sous régime du "sindacato" feront obligatoirement l'objet de versements directs en Italie entrc Ics mains des ayants d1·oit français ou de leurs représemants.
Feront d e mème l'objet de remi ses directes cn Italie entre les mains des ayan ts droit français o u de leurs représentants les titres et va leurs appartenant aux entreprises sous "sindaca t0" qni seraient détenus par des personncs de nationalité italienne.
Les somrnes, titres ou valeurs visés au présent articl e pourront etre Ubremcnt utili sés par Ics ayants d ro its françai s ou leurs rcprésen tants, en Ita li e et dan s les ten-itoires italiens, pour la gestion de l'entreprise.
Art. 3.
Le Gouvern cment itali e n déclare qu'il ne prcndra au cu ne mes ure de nature à étatiser les entreprises qui so nt sous séq uestre ou à modifier la quote-part du capita i français dans ces entreprises, sans accord entre les d eux Gouvernements. Ccs entreprises sont celles des groupes Saint-Gobain, Michelin, Pertusola, Air Liquide. Pourront y etre ajoutées d'a11tres entreprises, après accord e ntre les deux Gu vemement s.
214 :Wussolini
Péra in
e
Art. 4.
Le Gouv erncrnent français dédare qu'il exarninc ra favorablement !es projets d 'e ntentes qui lui se raien t soumis par !es entreprises visées à l'article 3 en vue de réali ser une collaho rati on éconorniq u e, technique et financière avec les ent1·eplises i talie nne s.
. ·Art. 5.
Le Gouvenu.:me nts français accepte de porter de 200 rnillions à un mi lliard de francs le plafond des créances financières itali ennes sur la France (avoirs, éconornics, produ its de la liqu idation d'avoirs) visées par Ics dispositions du paragraphe 3 de la partie B du prncès -verbal de la Commiss ion économique franco -italienn e en date du 2 février 1941, sans préjudice d es dispositi ons du 1" " alinéa du paragraphe J 6 du procès-ve rhal du 4 février 194 1 sur le rapatri ement des Itali e ns
Art. 6.
Le présen t protoco le entrern en vigueur au momen t de sa signature et sera valabl e pour la durée de J'annistice.
Fait à Rome, en dou b le exernplaire, en langu e fra n çaise et italienne, le 22 novembre J94 .l.
Pou1· la Fran ce: Pour l' ltali e : Pau l Leroy -Beaulieu
A. Giannini
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NOTA
sul protocollo relativo all'articolo X, concordato tra i governi francesi e italiano e sul contenuto delle clausole militari.
I - Articolo 1. - n governo francese chiedeva (1) la modifica del progetto mediante aggiunta di una "dichiarazione" del governo italiano relativa al suo diritto esclusivo sul materiale contemplato all'articolo X.
Questa dichiarazione è contenu ta nel testo adottato.
La Delegazione Francese ha inoltre specificato che i materiali in questione sono quelli staccati ed immagazzinati sotto controJJo italiano; ciò per evi tare eventuali reclami da parte della Germania concernente quella parte dei materiali schierati contro le forze te desch e.
A questo proposito il generale Gelich, ci ha comunicato l'invio di una lettera (2) , specificando che la C.I.A. "assicura che da parte tedesca non sarà avanzata nessuna pretesa circa la consegna (3) del materiale immagazzinato sotto contro llo italiano, compreso nella categoria di cui all'artico lo X d ella convenzione italo-francese". Nel caso si reputass e necessario procedere in tal senso, si potrebbe domandare conferma della sua posizione alla C.A.A.
II - Articolo 2 - Ques to articolo è formato dalla vecchia aggiunta al progetto di protocollo.
1° capoverso - ( Fabb isogni dell ' Esercito) - Il testo adottato daglj i taliani risponde al desiderio espresso dal governo francese, in quanto specifica che lo sblocco dei materiali destinati alle unità autorizzate e alle fabbricazioni di guerra consentite avverrà senza "compensaz ion e".
Abbiamo optato per questo te rmjne, al posto di "contropartita", perché i delegati it aliani ci hanno fat to notare che non consideravano come una contropartita una cessione a titolo oneroso.
All'unanimità, la delegazione francese si è espressa contro l'avvio di una discussione circa il soddisfacimento di "bisogni di vers i" dell 'Eserci to : avrebbe potuto inquietare gli italiani, irritarli ed avrebbe in ultima analisi nociuto ai nostri interessi.
Dopo tutto si potrà sostenere che lo sblocco del materiale necessario rientra nella categoria dei "materiali destinati alle autorità francesi autorizzate", formula ampia raggruppante i fabb isogni in questione e chiamata a sostituire la formula "materiali necessari alle dotazioni delle unità autorizzate".
2° capoverso - Dalla lettura del protocollo emerge che la forte opposizione incontrata è attribuibile al problema dello s blocco
( ' ) D.M. N . 37 605/DSA/8 del 18 novembre 1941.
(2) Facente seguito ad una lette ra ricevuta dalla C.A.A.
(3) C.F. - Resoconto della riunione generale del 21 novembre delle ore 19-20.30.
216 Mus solini e Pétain
senza contropartita dei materiali ex-articolo X. Stando aUe ultime istruzioni ricevute dalla delegazione francese, si pensava che noi avremmo abbandonato le nostre posizioni circa questi materiali. La delegazione francese a veva comunque pensato potere riprendere il problema in seguito all'aumento del versamento autorizzato dalla Francia.
Dalle dichiarazioni del Generale Gelich (4 ) si evince la causa profonda di questa resistenza italiana: l'Italia si sforza di seguire una linea di condotta che non si discosti eccess ivamente da quella adottata dalla Germania, pena spiacevoli rimproveri da parte di quest'ultima.
Il sig. La zzari ha cercato di giustificare questo atteggiamento adducendo il fabbisogno dell'Italia nel settore delle materie prime.
Ci è stato comunque garantito che, in caso di contropartita, essa non sarà superiore al 30%.
Inoltre, siamo riusciti a fare accettare la condizione che questa contropartita porterà "soltanto sull'acquisizione, a titolo oneroso, di una frazione del materiale sbloccato".
Il generale Gelich ha richiamato l'attenzione sul fatto che questa clausola avrebbe potuto comportare per l'Italia la rinuncia ad ogni tipo di contropartita nel caso dei materiali contemplati precedentemente all ' articolo XI, (macchine varie, equipaggiamenti, materiale telefonico, per esempio); e ciò allorché la Germania si riserva formalmente il diritto di domandare contropartite in questo campo.
La Delegazione Francese era stata incaricata di provvedere allo "sblocco di tutti gli altri materiali e muni zioni (5) in deposito e in fabbrica, e ciò senza contropartita".
Ciò si deduce dal 4 ° capoverso dell'articolo 2. Abbiamo creduto opportuno enumerare le diverse categorie di materiale e prodotti in fabbrica per evitare discussioni.
Fanno eccezioni s oltanto alcuni materiali senza valore pratico degli ex-depositi "c" in merito ai quali, d'altra parte, è stato appurato che l'Italia non avrà i mezzi effettivi per far valere una propria richiesta di contropartita.
E. opportuno in questo contesto sottolineare un punto in particolare. Delle tre categorie di materiale enumerato alla fine dell'articolo 2, la terza (prodotti semi-lavorati, prodotti intermedi e materie prime) costituiva già oggetto di uno sblocco senza contropartita a cui si era proceduti se nza incontra re difficoltà alcuna, in applicazione d e ll'articolo 12 del Regolamento sul controlJo in fabbrica .
La delegazione italiana ha dichiarato all'unanimità, nel corso
( 4 ) Resoconto n. 0 4 - No 14/CO/Roma) del 22 novembre, paragrafo 6.
( 5) Il testo proposto dalla D.S.A. portava l'aggiunta d elle parole "finiti" (ma questo non può che essere un en-ore materiale).
1941 217
di un intervento solenne (6) che in futuro lo sblocco di queste matelie non sarebbe stato soggetto a maggiori restrizioni rispetto a quanto avvenuto in passato.
Ne consegue che le due prime categorie di questi materiali, sottoposti allo stesso regime, devono beneficiare delle stesse facilitazioni. Detto in altri termini, "l'ammissione , da parte dell'Italia, della giustifica z ione dell'impiego civile di questi materiali" non può dare luogo a difficoltà sistematiche da parte della e.I.A.
Se si tiene conto inoltre dei risultati acquisiti nel corso della prima sessione (7) si deve concludere che l'accordo realizzato risponde, per quel che riguarda le clausol e militari, ai "desiderata" del governo francese.
III - Articolo 3 - Si era temuto inizialmente, che la Delegazione Italiana potesse pretendere un versamento di 5 milia r di di franchi, ma in base all'articolo 3 dell'accordo, la somma ceduta all'Italia ammonta so ltan to a 2 miliardi e 600 milioni (8)
La percentuale ini zialmente prevista relativa alle diverse suddivisioni di questo importo è stata modificata l eggermente a nostro favore. È infatti la seguente:
- 52% in franchi francesi
- 32% in oro (al corso stabilito dalla parte francese)
- 16% in partecipazioni
È s u fficiente seguire le istruzioni date al Sig. Leroy-Beaulieu per constare che anche in questo settore l'accordo risponde pienamente alle preoccupa z ioni espresse dal governo francese che aveva autorizzato il pres idente della delegazione a cedere 3 miliardi.
Il Ten. Col. Donati
Capo della Delega zione Militare Donati
Visto e approvato:
Il Presidente della De legazione Francese firmato: Lero y -Beaulieu
Destinatari:
D.S.A. (4 es.)
D.F.C.I.A. (2 es.)
..
Copia a: Delegato Gen~rale alle Economiche Franco-Tedesche Relazioni
( 6 ) Resoconto della riunione generale del 21 novembr e dell e ore 19.00-20 30.
(' ) Non s i tratta più, nella fatt ispeci e, di cessione a titolo oneroso di mate1iali e muniziorù all'ltalia.
( 8 ) Questa cifra d eve essere portata a 2 mili.ardi 456 milioni se si tiene conto del fatto che l'oro ceduto è valutato ad un p,-ezzo superiore al corso (cambio ufficiale) della Banca di Francia .
218 Mussolini e Pétain
NOTE
s ur le Protocole relatif à l'Artide X, cond u entre les Gou vernements Français e t I talien et sur le contenu de ses dau ses militaires.
I - A,ticle I - Le Gouvemement Français demandait ( ' ) que le p roj et so it modifié p ar l'adjon ction d'u ne "dédaration" du Gouvemement italien relatif à son droit exclu sif sur le matériel de l'Art X.
Cette d édaration est conte nue dans le text e adopté .
La Délégation Française y a en outre fai t m entionn er que les matériels en cause sont ceux qui sont stockés sous contròle italien, ce qui a pour but d 'éviter une rédamation éventuelle d e la p art de l'Allemagne sur la partie de ces matériels qu i ont été d éployés contre !es Forces allemandes
A ce sujet le Général Gelich nous a annoncé l'envoi d 'une lettre (2) spécifiant que la C I.A. "assure que du còté allemand il ne sera élevé a u cune prétention pour la li vraison (3) du matél"iel stocké so u s contròle i talien, qui était comp ris dans la catégorie prévue à l'artid e X de la Co n ve n tio n Italo- française''.
Si cela est jugé nécessaire, il reste possible de demand er confiimation d e sa pos ition à la e.A.A.
II - Artide 2 - Cet artide est consti tué par l'anci en additif a u Projet d e Protocole. Ier alinéa - (Besoins de l'A.rmeée) Le t exte ad opté par les Italiens répond au voeu du Gou verneme nt français, e n ce q u'iJ spéc ifie que le déblocage d es matériels destinés aux unit és auto ri sées e t aux fabrications d e guerre perm ises aura lieu sans "compensation".
Ce terme a eté préféré à celui de "contrepartie" car !es Délégués italiens nous ont fai t observer qu ' ils ne consid érai ent pas une cession à titre onéreux co mme une contrepartie .
La Dé légation França ise à unan imement jugé inopportun d'entamer une discussion sur la satisfaction des "besoins divers" de l'Armée; elle eùt comporté le risque d'inquiéter !es Italien s, de !es indispo ser, et, e n d éfi nitive , d 'etre nui s ible à n os intérets.
Au demeurant , il sera possible de plaicler que la déblocage du matériel nécessa ire entr e dans la cat égorie d es "matériels destinés aux unités françaises autorisées", fommle assez large pour couvrir !es besoins en cause et qui a ét é substituée, à dessein, à celle des "matériels nécessaires aux dotations des unités autorisées ".
2ème alinéa - La lecture des Procès -verba ux montre que nous nous som m es he mt és à une oppos it io n absolue pour le d éb locage sans contropartie des mat éri els ex-article X.
Il y a lieu d'ailleurs de remarqu er que les derniè1-es instructions reçues p ar la Délégation Française prévoyaient l'aba nd o n d e notre position s ur ces matériels. Mais la Dél éga ti on Fra n çaise avait cm pouvo ir reprendre la question à la s u it e d e l'augmentation du versement consenti p ar la France.
Les déclaratio n s d u Général Geli ch (4 ) ind iquent la cause profonde d e cette r ésis t ance i ta li e nn e: le so u ci d e l'I t alie d e ne pas s ui vre un e li gne d e conduite différente d c n 'll e de l'Allemagne, ce q ui lui eu t attiré d e vives re mon tran ces.
Mr. Lazzari l'a éga lement justifiée par le b esoin d e l'ltalie en matières premières .
Du moins avons-nous pu obtenir la garantie que si contrepa11ie il y a, elle ne sera pas s upé ri eure à 30%.
En outre, nous avons pu faire accepter que cette contrepartie ne p ortera "que sur l'acquisition à ùlre onéreux d'une fraclion du matériel débloqué".
Le Général Gelich s'est chargé de faire ressortir (4 ) que cette dause pouvait ame n er l'Itali e à r e nonc e r à t ou te co n t r eparti e dans l e cas de m atériels qu i
( ' ) D.M. N. 37.605/DSA/8 d u 18 novembre 194 1.
(l) Comme suite à une lettre qu 'il a reç ue d e la C.A.A
( 3) CF. Compte-rendu d e la réunion gén érale du 21 n ovem bre de 19 H à 20 H 30.
(
4 ) Compte-rendu No 4 (No 14/CO/Rome) du 22 novembre. paragraphe 6
194 1 219
(
relevaient précédemmen t de l'article XI (voirures diverses, harnachements, matériel téléphoniqu e, par exemple); et celà alors que l'Allemagne se réserve formeJJement de demander des contreparties dans ce domaine.
La Délégation Française avait mission d'obtenir le "déblocage de tou s les autres matériels et munitions (5) en stockage et en usines, sans contrepartie".
Ceci est acquis par le 4ème alinéa de l'article 2 où nous avons jugé bon d'énumérer les clifférentes catégories de matériels et produits en usines, pow· évite r toute discussion.
Seuls font exception quelques matériels sans valeur pratique des ex -dépots "e" pour lesquels, d'ailleurs, on a vu que l'Italie n'aura p as le moyen effectif de faire jouer une demande de contrepartie
Un point particulie1- doit ètre souligné . Des trois catégo1ies de matériels énumérés en fin d'article 2, la troisième (produits sem i-ou vrés, produits intermédiaires et matières premières) faisat déjà l'objet d'un déblocage sans contrepartie et celà sans diffictùtés, par application de l'article 12 du Rég.lement sur le contròle en usines .
L a délégation Italienne a unanimement reconnu , au cours d'une intetvention fa ite avec une certaine solennité (6) que, dans l'avenir, le déblocage de ces matières ne pourrai t ètre soumis à plus de restrictions que par le passé.
U en 1-ésulte que les deux premières catégories de ces matériels, soumises au mème régime, doivent bénéficier des mèmes facitlités; autrement dit, que 'Tadmiss.ion par l'Italie de la justification de l'emploi civil de ces matériels" ne peut donner lieu à des difficultés systématiques de la part de la C I.A.
Si l'on tient compte, en outre, des résu ltats acquis au cours de la première session (7), on doit clone conclure que l'accorci réalisé réponcl, dans ses clauses milita ire s , aux clésiderata du Gouvernement français.
III - Artide 3 - Alors que l'on pouvait craindre que les Délégués Italiens ne s'obs tincnt à demander un versement de 5 milliards de frs, l'article 3 de l'accord ne cède à l'Italie que 2 milliards 600 millions (8) Le pow·centage initialement prévu des dive rses tranches de ce montant a été modifié légèrement en notre faveur; il est le suivant:
- 52% en francs f:rançais,
- 32% en or (au cours fixé par la parite française),
- 16% en participations.
Il suffit de se rapporter aux instructions données à Mr. Leroy-Beaulieu pour cons t ater que, dans ce domaine également l'accorci répond pleinement au souci du Gouvemement Français, qui avait autorité le Président de la Délégation à céclcr 3 mili ia1-ds.
Vu et approuvé:
Le Pré si dent de la Dé légation Française: signé: LEROY-B.EA ULIEU
DESTINATAIRES:
D.S.A. (4 ex.)
D.F.C.I.A. (2 ex.)
Le Lt. Colone! DONATI Chef de la Délégation Militaire: DONATI
COPIE à: Mr. le Délégué Général aux Relations Economiques Franco-Allemandes.
( 5 ) Le Texte proposé à ce suje t par la D S A portait ici l'adjonction des mots "finis'' (mais ceci ne peut que résulter d'une erreur matérielle).
6 ) Cf. Compte-rendu de la réunion générale du 21 novembre de 19 h à 20 h 30. (') li n'es t plus question de cession à titre onéreux d e matérie ls et de mun.itions à l'ltalie.
( 8 ) Ce c hiffre doit mème ètre ramené à 2 mifliards 456 millions si l'on tient compte de ce que !'or cédé est évalu é à un prix supérieur au co urs (change officiel) de la Benque de France.
220 Mussolini e Pétain
PROMEMORIA DEL GEN. VACCA MAGGIOLINI AL MINISTRO DEGLI AFFARI ESTERI CIANO SUI RAPPORTI ITALO -FRANCESI
8 dicembre 1941
In vista dei colloqui di Torino tra l'Amm. Darlan ed il ministro degli Esteri italiano Ciano, il pres idente della CIAF, gen. A. Vacca Maggiolini redasse all'intenzione del ministro Ciano il presente promemoria sulle relazioni italo-frances i.
FONTE: USSME-CIAF , Racc. 51, fase. lR.
COMMISSIONE ITALIANA DI ARMISTIZIO CON LA F RANCIA Presiden za
Le presenti note, scritte alla vigilia del co lloquio di Torino del 1O dicem bre 1941 XX, mirano a mettere in luce le attuali relazioni tra Francia e Italia e la possibilità e convenienza di un loro ult eriore sviluppo, quali appaiono dall'osservatorio, sotto mo lti punti di vista eccellente, che io occupo qua l e Presidente della Commissione Italiana di armistizi o con la Francia. A tale osservator io sfuggono però - se non in quanto ne risulta attraverso i rapporti colla Commissione Tedesca di armistizio - relazioni ed accordi tra il Governo nostro e quello del Reich.
Non si può negare in queste ul time settimane i rapporti fra Italia e Francia - finora caratterizzati da una glaciale freddezza, derivante da una parte dalle nostre mai smentite rivendicazioni e, dall'altra, dall'ostentazione francese di ignorare che esiste oggi una Italia giovane, forte e risoluta - abbiamo sub ito una not evole distensione, dovuta specialmente, occorre riconoscerlo , ad un m u tato atteggiamento, se non della Francia , almeno del suo Governo. Lo provato i seguenti fatti (esposti in ordine cronologico):
a) - le accoglienze cortesi e quasi direi cordiali fatte, il 15 novembre u.s. a Vichy, alla Missione italiana da me presieduta e
1941 221 DO CUMENTO N. 34
le frasi dette in tale occasione dal maresciallo P étain e dall'ammi.raglio Darlan;
b) - la defenestrazione del generale Weygand e la iniziata distruzione, almeno parziale, della sua opera tendente a fondere i tre possedimenti frances i dell'Africa del Nord in una salda unità politica, economica e militare;
c) - la favorevole conclusione delle trattat ive econom iche -finanziarie svoltesi a Roma sotto la presidenza del senatore Giannini;
d) - il promettente inizio delle trattative a tre (Germania-ItaliaFrancia) che si stanno attualmente svolgendo a Wi esbaden in un'atmosfera di reciproca comprensione;
e) - questo stesso prossimo colloquio, richiesto dall'ammiraglio Darl an
Quali le ragioni di tale mutamento nella politica del Go verno di Vichy (mutamento al quale però l'opinione pubblica francese si mantiene ancora estranea)?
Ritengo che tali ragioni debbano ricercarsi in un duplice ordine di fatti e di considerazioni, e cioè:
1) - la Francia non può più probabilmente continuare nella attuale situazione armistiziale, pena un suo forse irreparabile traco ll o (circa un milione e mezzo di prigionieri; forte indennità giornaliera da pagare al R eich; territorio nazionale spezzato in due dalla linea di demarcazione; industrie e commerci fermi; vita sociale paralizzata, etc.);
2) - convinzione degli uomini di Vichy che l'Asse vincerà; che la Nuova Europa voluta dal Duce e dal Fi.ihrer si costituirà e che l'attua le momento, nel q u a le la Francia p u ò ancora offrire all'Asse un suo utile concorso nella lotta contro le potenze anglosassoni, sia l'ultimo a lei favorevo le; a guerra finita la Francia sarebbe infatti alla mercè dei vincitori.
Quanto a l p1imo punto, il Governo di Vichy è probabilmente disposto ad accettare, se la gue1Ta tra l'Asse e l'Inghilterra si prolungasse , una sistemazione politica anche provvisoria, ma che liberi intanto la Francia da una situazione che non può più protrarsi. Ed è perciò altresì disposto a correre l'alea delle ostilità inglesi ed americane; tanto più vi è disposto in q uanto esso crede, come ho accennato, alla vittoria dell'Asse.
Che questa convinzione sia sincera pare dimostrata, soprattutto, dall'elimina zione del generale Weygand: fatto specialmente s i-
222 Mus solini e Pétain
* * 1<
gnificativo se si pensi alla popolarità ed al prestigio di cui il Weygand gode in Francia e nell'Impero ed alle ripercuss ioni che tale provvedimento dovev a avere, ed ha effettivamente avuto, in Inghilterra e n eg li Stati Uniti d'America.
Non meno dubbio è però che la Francia dal suo avvicinamento all1tali a conta di ottenere gran di vantaggi e c ioè, o ltre alla cessazione dello stato armistiziale con n o . i e colla Germania, probabilment e anche:
a) - la nostra rinuncia ad una parle almeno delle rivendj cazioni, p u r di ottene re l'u tilizza z io ne dell e basi tunisi n e e forse l'aiuto militare (s pecialmente nava le) francese nella lotta entro il Mediterraneo;
b) - più in ge nerale, la conservazione ed il consolidamento, anche nella Nuova Europ a, dell'Imp e ro fran cese;
c) - l'inizio di una cooperazione tra potenze mediterranee che potrebbe in avve nire controbilanciare il prepolente tedesco .
Come può uscire la Francia dall'armistizio? Che cosa è disposta a dare p er ottenere tale scopo, per le i vi tal e? Ecco due pun ti essenziali del problema.
La Convenzione d'armi stizi o ha, per quanto ci riguarda, già perso di fatto il suo valore in molte clausole e sempre più ne andrà perdendo, talché s i pu ò affermare che, da parte nostra, non sarebbe grave danno il rinunciarvi. Si tratta però di veder e, in Hnea di diritto ed in lin ea di pratica , che cosa vi si possa sostituire (per noi , militarmente parlando, una ben organizzata mission e militare che controlli gli sviluppi e l'impiego delle forze fran cesi fino a pace ge nerale co n cruus a potrebbe forse essere sufficiente).
B e n diversa - co nvien e riconoscerlo - è la si luazione armistiziale tra Francia e Germania. Quest'ultima infatti:
- occu pa tuttora più di metà del territorio metropolitano francese, ivi comp resa la capitale ; n e sfrutta le risorse industriali e minerarie e ne utilizza la zona costiera atlantica - e questo coincide anche coi nostri interessi - per la lotta contro l'Inghilterra;
- d etiene u n numero ingentissimo di pri gionieri francesi, utili anche come lavoratori nel territorio del Reich;
- riscuote una fo r te indennità giornaliera.
Sarà la Germ ania disposta a sostituire l'armistizio colJa Francia con "un nouvel ins trum e nt", come ebbe a cruedere il Go verno di Vich y? Quali concessioni offrirebbe in ricambi o la Francia?
1941 223
*
* *
F orse nel recente incontro di Saint Flore ntin tra il m101 s tro Go eri ng, il maresciallo Pétain e l'ammiraglio Darlan questo argomento sarà sta to trattato, forse l'imminente colloquio di Torino potrà gettare qualche luce su questo punto oscuro.
In argomento però occorre porsi altri du e quesiti: la Germania che cosa vuole, in d efi nitiva ottenere dalla Francia? L'Italia mantiene integre tutte le sue rivendicazioni?
Occorre su bito affermare c he esiste oggi un problema schiettamente militare di cui occorre tenere giusto conto.
Dalla lunga e dura battaglia che tuttora si combatte in Marmarica le forze italiane e tedesch e - e specialmente quell e corazzate - usciranno, anche se vittoriose, assai logore ed in condizioni tal i che se, com e è possibile, nuov e unità corazzate inglesi riprendessero a bre ve scadenza l'azione, la Libia intera potrebbe correre gravi pericoli. Ed è s uperfluo illustrare quali co nsegu enze, forse deci si ve, potrebbe avere, sull'esito stesso della guerra la perdita della Libia.
Si presenta perciò indispensabile ed urgen te ripristinare l'efficienza delle unità d e ll'Asse logoratesi in Marmarica e far affluire in Libia nuove unità co razzate e motorizzate. A ciò però pongono ostacolo, come è ben noto, le difficoltà gravissi m e che incontra il nostro traffi co marittimo con Tripoli e con Bengasi e le co ndizioni stesse, assai menomate dalla guerra, dei due porti.
Ciò stante, apparirebbe utilissimo ottenere dalla Francia l'uso delle basi tunisine per potervi iniziare , al più presto lo sbarco giorna liero di mateiiali, derrate e carburante sino a raggiung ere, possibilmente, 5000 tono . giornaliere.
Posto così il probl e ma, sareb be evide n te la n ecessi tà di addi venire ad un accordo co n la Francia. Tale accordo coinciderebbe però - ove si consideri no i fatti a più lunga scadenza - con un evidente interesse esclusivam ente francese, m entre, per l'op posto, ogni interesse italiano verrebbe m eno se (vuo i per la rinuncia inglese a proseguire l'offensiva nella Marm aric a, vuoi perché, nonostante ciò, la guerra fosse in definitiva vinta dall'Asse) dovessimo rinunciare oggi, se nza una real e necessità, a qualunque de lJ e nostre rivendicazioni.
Pare perciò che, tutto considera to , convenga limitars i, nel momento attuale, a chiedere ai francesi:
a) - la utilizzazione dei porti tunisini soltanto per una partech e potrà andare via via cresce ndo - de l tonne lla ggio a noi occor-
224 Mu ssolini e Pétain
* * *
rente, limitando inizialmente lo sbarco ai so li materiali (derrate, carburanti) non propriamente bellici;
b) - una ancora maggiore prontezza a condiscendenza, da parte francese, nelle trattative in corso a Wie sbaden, così da poterne affrettare le conclusioni, che ci permetteranno un più ampio uso dei porti stessi.
A parte tale particolare e limita to problema, converrà forse - a mio personale parere - limitarsi, nel prossimo colloquio, a sentire quanto l'ammiraglio Darlan - visto che è stato lui a chiedere di "causer" con l'Italia - vorrà esporre e di prenderne buona nota . Che se poi le circostanze portassero a discutere francamente ed a fondo tutto il problema delle relazioni franco -italiane - e sempre quando, benintes o, ciò ci sia consentito dai no stri accordi col Reich - sarebbe evi d en t e interesse nostro (a lm eno sotto il punto di vista militare ) porre così la questione:
a) - occupazione immediata d ella Tunisia (ampliata per ragioni econo mich e, del territorio di Costantina) e della Corsica da parte dell'Italia che, naturalmente, ne assumerebbe anche senz'altro la difesa;
b) - promessa alla Francia (conformemente a quanto il Duce mi ha esposto in un'udienza concessami il 15 agosto u .s.) di cedere in contraccambio le provincie Vallone del Belgio, nonché l'ampliamento del suo impero co loniale ai danni dei possedimen ti inglesi d'Africa e d'Asia (ignoro però se a questo progetto siano consenzienti i Ted esc hi).
P er quanto riguarda Nizza, la questi one , considerata sotto il punto di vista militare, potrebbe per ora restare impregiudicata, restando ad ogni modo ben ferma la necessità di una rettifica dell'antico confine, int esa ad assicurarci, per impelJenti ragioni di difesa, il possesso dell'intero bacino idrog ra fico della Roia e di tutta la dorsa le che tale bacino limita ad occidente * *
A completare l'esame del complesso problema occorre riconoscere che l'apertura delle ostilità tra Giappone e Stati Uniti vi aggiunge oggi nuove incognite. Si può infatti suppoITe che l'Inghilterra, alleggerita nei suoi compiti atlantici daJJ'aperto intervento americano, possa aumentare le sue forze nel Mediterraneo, ma è anche possibile che invece gli Stati Uni ti siano costretti a concen-
1941 225
*
trare gran parte dei loro mezzi nel Pa cifico e ad attenuare perciò il loro attuale, notevo le concorso alle operazioni di guerra inglesi. È ad ogni modo probabile che, quanto meno, la guerra del Pacifico allontani il pericolo, tanto temuto dai Tedeschi, di un attacco anglo-americano a Dakar; la stessa possibilità di urgenti aggressioni inglesi contro l'Africa francese del Nord, come conseguenza delle concessioni fatte all'Asse per i porti tunisini, può ora essere messa in dubbio.
F.to Gen. Vacca Maggiolini
226
Mussolini e Pétain
PROTESTA DEL GEN . VACCA MAGGIOLINI PER DISPOSIZIONI FRANCESI CIRCA I PORTI TUNISINI
17 dicembre 1941
Le dichiarate buone intenzioni della Francia di Vich y alla vigilia degli incontri di Torino furono contraddette da ripetuti incidenti. Tra questi anche le disposizioni relative all'uso dei porti tunisini contro le quali il Presidente della CIAF protestò con la seguente nota.
FONTE: USSME-CIAF, Racc. 51, fase. 1.
All'Eccellenza il Presidente della Delegazione Francese di Armistizio.
1° - In data 12 c.m. alla richiesta di entrata nel porto di Tunisi per il motoveliero requisito San Antonio di stazza lorda 275 tonnellate l'Ammiraglio Ollive rispondeva negativamente, motivando il rifiuto in base al fatto che erano già presenti in porto altre tre unità italiane (piroscafo requisito San Antonio di 1.600 tonn. di s.l., motoveliero requ i sito Giuseppina di 390 tonn. di s.l., motoveliero Vinicolo 1° di 100 tonn . di s.l.) e che norme dell'Ammiragliato francese limitano a tre il numero massimo delle navi italiane che possono essere contemporaneamente presenti in ciascun porto dell'Africa del Nord, indipendentemente dal tonnellaggio.
2° - Osservo che, nel passato, nella pratica applicazione delle predette norme dell'Ammiraglio francese, era stato sempre limitato a tre il numero dei piroscafi presenti in ciascun porto, senza tener conto delle unità di limi tat issimo tonne llagg io (quali i motovelieri di cui sopra e non ravviso la ragione per cui tali norme dovrebbero venire estese, in senso res tri ttivo, anche a unità di così limitata importanza .
3° - Il rifiuto opposto dall'Ammiraglio Ollive all'entrata nel porto di Tunisi del motoveliero San Antonio (di 275 tonn. s.l.) costituisce una prova della fiscalità a carattere ostile con qui quelle Autorità francesi hanno fino ad ora applicato, nei nos tri confronti, qualsiasi disposizione.
1941 227 DOCUMENTO N. 35
4 ° Vog lio sperare - e me n e danno sicuro affid ame nto i propos iti di cordiale compre n s ione recenteme n te e d espli ci tamente espress i dall'Ammiraglio Darlan -c h e le diffic oltà create dall'ammiraglio Olli ve rapprese ntano l'ultima manifestazion e di uno sta to d 'a nimo ormai sorpassato, tutl avia Vi prego, E ccellenza , d'interve nire affin c h é esse , specialm e nte nella s ituazione attua le che ri c hi ed e venga n o facilita ti in ogni modo i rifo rnim e nti dalla Tunis ia in Libia, non abbiano a rinn ovarsi.
IL PRESIDENTE DELLA CIAF
Gen. A. Vacca Ma ggio lini
228 Mu sso lini e Pétain
MEMORANDUM DELL'AMM. MICHELIER ALLA CONFERENZA DI WIESBADEN
21 dic embre 194 1
Gli incontri di Wiesbaden tra delegati della CIAF e della CTA alla presenza di delegati francesi diedero luogo a rinnovate richieste militari da parte di questi ultimi a Ronza e a Berlino. La sostanza delle posizioni francesi fu chiarita dal memorandum che l'Amm. Michelier presentò il 21 dicembre 1941 alle due delegaz ioni.
FONTE: DFCIA-SHAT, l/P/78.
MEMORANDUM
I. - L'evol uzion e dei negoziati di Wiesbaden e le dichiarazioni rilasciate nel corso della seduta del 12 dicembre dai rappres e ntanti tedeschi ed italiani tendono a fare slittare i negoziati dal piano strettamente tecnico e militare al piano della politica generale.
Anche in questa fase è stato di nuovo discusso il procedimento di esecu zione delle clausole del protocollo di Parigi adattato , in principio, alle possibilità del momento.
Tuttavia, i negoziati tedeschi hanno -sottolineato c h e la buona volo ntà del governo francese in materia starebbe a testimoniare l'orientamento generale che esso intende dare alla propria politica. In quanto all'osservazione appena fatta dai tedeschi, il governo francese fa sapere che non intende pronunciarsi in merito. Anzi, precisa che i vari accordi presi a livello militare devono necessariame nte inserirsi in un preciso quadro politico.
Questa è in sostanza la tesi che ha sempre sostenuta. Crede dover insistere ancora un a volta, e in modo deciso, sul fatto che il protocollo di Parig i, come d'altronde specificato senza mezzi termini nel preambolo, è stato stabilito e firmato "nel quadro d ei negoziati politici in corso".
Ha sempre difeso strenuamente questa concezi.one fondamentale e s i è i mpegnato a fondo, n e ll'esecu zione del protocollo, a prezzo anche di conseguenze doloros e, perché convinto di poter contare su garanzie e sodd isfaz ioni parallele di ordine politico ed economico
L'attesa comunque, sino al momento attuale, non è stata premiata.
1941 229 D OCUMENTO N . 36
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È così che, per esempio, il progetto di intesa relativo ad una riduzion e dei costi di occupa z ione, che aveva costituito oggetto dell e due lettere del 3 e del 21 luglio le Delegazioni tedesca e francese per l' economia, non ha ancora trovato applica zjone pratica .
Il governo francese riconosce ben volentieri che la maggior parte degli impegni assunti dall'Alto Comando Tedesco nella P arte II del Protocollo sono stati mantenuti.
Egli stesso ha d 'altronde mantenuto vari impegni presi.
Dichiara di nuovo che non gli si può, in tutta onestà, chiedere l'esecuzione integrale senza tenere conto del quadro politico in cui pensava di averli sottoscritti e che invece risulta non esistere ancora.
II. - Il governo francese, come lo sta ripetendo e dimostrando da un anno, intende ottemperare fedelmente alla politica di collaborazione con il " R eich" tedesco.
È convinto, anzi pensa di avere buone ragioni p er credere che tal e è anche la concezione tedesca, secondo la quale la propria collabora zione con la Germania non si può basare su un atteggiamento di perpetua e tota le sottomissione ma che, anche se la Francia ha subito una sconfitta militare, di cui non intende negare le conseguen ze, un vero rapporto di collaborazione è possibile soltanto nel caso in c u i le due parti decidono d i farsi reciproche concess i oni.
Il governo francese non crede che, vista sotto questo aspetto, tale collaborazione possa essere realizzata senza previa definizione di un piano d 'insieme, comprendente il settore politico, economico e militare. Asserisce inoltre che le conversazioni frammentarie, avviate e proseguite in assenza d i qualsiasi tipo di piano sfoceranno diffic ilm ente in risultati sos tanz iali e soddisfacenti per le due parti.
Nel corso del recente colloquio svoltos i a Saint-Floren ti n, il Maresciallo d i Franc ia, Capo d ello Stato, suggerì al Maresciallo del Reich " R e i chsmarschall" Goring di definire ed e l aborare t ale piano. In questo contesto aveva avuto l'impressione che il Maresciallo del R eich intendesse dare i l proprio consenso.
li governo francese ha da quel momento continuato a pensare che l'appello a B erlino del Generale Juin cost itu isse una preziosa testimonianza a sostegno della impressione ricavata dalla parte francese.
III . -Dopo aver rico rdato la propria posizione di principio circa l'esecuzione del protocollo del 28 maggio, il governo francese dà sfogo a ll a propria d e lusione determinata dall'aggiornam ento
230 Mussolini e Pétain
dell'avvio dei negoziati politici che dovevano com p rendere g li impegni dallo stesso sottoscritti. Questo fatto non gli ha impedito però di impegnarsi nella via delle realizzazioni onde affermare nettamente tutta la sua buona volontà.
Fu così che acconsentì - per parlare della parte II d el protocollo - alla vendita dj automezzi e di materiale di artiglieria pesanti; fu ancora così che non si oppose alla cessione del tonnellaggio marittimo, in merito al quale chiede soltanto che la quantità venga discussa in funzione delle sue possibilità e dei rischi che corre, e malgrado il fatto che il protocollo contempli il noleggio e non la cessione; fu così che acconsentì infine al transito attraverso la zona libera del s uo terr itorio di un numero considerevole di natanti da combattimento .
Anzi, ha fatto molto di più, ha appena accettato di prelevare sulle scorte dell'Africa del Nord, contro rest ituzione da effettuare in Francia, un'apprezzabile quantità di "benzina auto" e "benzina avio" a beneficio dell'Afrika-Korps, dando così una dimostrazione tanto più evidente della prop1ia buona vo lontà quanto non vi era obbligato da nessun testo contratt ual e .
ll governo francese continua a sperare nella comprensione dei suoi interlocuto ri circa le difficoltà che sta incontrando ed i rischl che sta correndo.
Nel corso dei negoziati di Wiesbaden, gli è semb rato però che la controparte cercasse di proposito di minimiz zare detti rischi e difficoltà.
In quanto al transito attraverso la Tunisia, sottolinea che, nell'ambito dell'attuale situazione politica, detto transito deve rimanere rigorosamen t e camuffato.
Si comunica formalmente, infatti, che l'utili zzo, da parte dell'Asse, di una so la delle basi francesi d'Africa provocherebbe, da parte del blocco anglo-sassone, una re lazione immediata diretta dagli Stat i Uniti contro tutti i nostri possedimenti.
Questo fatto dimostra chiaramente, e per la prima volta, che da ogni parte, considerazioni d 'ordine politico si accavallano strettamente con le considerazioni d'ordine militare e che sarebbe inutile pretendere di dissociarle.
IV. - Il governo francese spera fermamente che la relazione che precede richlamerà l'attenzione del governo del R eic h e che questo non si opporrà alla reintegrazione dei negoziati di Wiesbaden in un piano generale dei negoziati, consentendo così alla politica di collaborazione auspicata da ambedue le parti di poggiare su basi sufficientemente ampie e stabili.
1941 231
I. - L'évolution des pourparlers de Wiesbaden et les déclarations faites au cours de la séance du 12 décembre par ]es représentants Allemands et ltaliens tendent à faire pa sser la négociation du pian strictement technique et militaire sur le pian de la politique généra le .
Sans doute ne s'agit-il toujOlU-S que de l'exécution d es cla uses du Protocole de Paris, adaptée, e n p r incipe, aux possibilités du moment. Tout efo is, les négociations al le mande o nt sOLùigné que la bonne volonté du Gouvemement Français en la matière té moignerait de l'orientat ion générale qu'il entend donner à sa polit ique
Le Gou verne men t Français ne songe pas à s'élever comre une telle remarque. Bien au contraire, il es ti me que les divers arrangements qui pourront et re pris dans le domaine militaire doivent s'inserire dans un cadre politique nettement défini.
Telle est d'a i lleurs la thèse q u' il a toujours soutenue. Il croit devoir insister encore une fois, de la façon la plus p r essante, sur le fait que le Protocole de Paris, comme le spécifie sans ambage son préambuJe, a été établi et signé "dans le cadre de négociations po li t iques en cours" Il ne s'est j amai s départi de cette conception fondamentale e t ne s'est engagé, fort loin déjà, d ans l'exécution du Protocole. au p1;x de certaines conséquences douloure uses, qu'avec la certitude de recevoir d es satisfac ri ons parall èles d ans l'ordre poli t ique ou économique. Son attente, sur ce po int , n'a pas été réalisée jusqu'ici. C'est ainsi, par exemp le, q u e le projet d'acco1·d sur un e réduc tion des frais d'occupation, qui avait fait l'objet de deux lettres les 3 et 21 Juillet !es Déléga t ions Alle ma nd e et Française pour !'Economie, n'es t jamais entré e n application.
Le Gouve rnement Français reconnaìt bien volontiers que la plupart des engagements pris par le Haut Command e m ent AUemand dans la Partie Il du Protocole on été tenue. Il a lui-merne d'ores et d éjà satisfait à plusieurs d e ses propres e n gage men ts . Il déclare à nouvea u qu'on n e saura.it, en tou te équité, en exiger de lui l' exéc ution intégr ale sans teni r compre du cadre politique dans !eque! il ét ait assuré de !es avoir so uscrits e t qui n'existe pas encor e .
II. - Le Gouvernement Français. ainsi qu'il n'a cessé de le rép éter et de le prouver de puis un an, demeure entièrement acquis à une politique de collabor a ti on avec le Reich AJlemand. Il r es t e persuadé, de p lus et il s'estime fondé à cro ire qu e tell e est b ien aussi la conception allemande, qu e sa collabo ration avec l'AJJemagne ne p eut correspondre à une attitude de perpétueUe et totale soumission, mais q ue, mème d ans la situation résu ltant pour la France de la défaite m il itaire dont elle ne songe pas à n ier .les conséqu encese. un véritable r égime de collaboration ne s'établit que par un e série d e concess ions mutuelles.
Le Gouve rneme nt Français ne croit pas que, vue sous cet aspect, cette collaborntion puisse se r éaliser sans qu' un pian d 'ensemble soit établi, embrassant à la fo is !es domaines politique, économique e t m':1taire, et il lui semble que des conversations fragrne ntaires, entamées e t pours1 :wies en l'absence de tout pi an de ce genre, conduiront malaisément à d es r ésultacs substantie]s et satisfa isants pOLu- les deux pa r ti es
Au cours de la récente entrevue d e Saint-Florentin , le Maréchal de Frnnce, Chef d e l'Etat, a suggéré au Reichsmar~ chall Goering l'établissement d'un t e! pian et il lui est apparu que le Reichsmarschall ne refusa it pas son acqu.iescement à c ette proposition . Le Gouvemement França is a meme pensé d epuis Jors que l'appel à Berlin du Gén éral Jui.n apportai t un préc ieux témoignage à l'a p pui de ce tte impressio
lll. - Après avoir ainsi r appelé sa poslt!on d e principe quant à l'exécution d u Prot0cole de 28 Mai, le Gouvemement F rançais ti ent à marq u er que sa décep tion de voir ajournée l'ouverture des négociations politiques q ui de vaient encadrer les
232 Mussolini e Pétain
MEMORANDUM
n .
engagements souscrits par lui, n e l'a pas e mp éché de s 'engager dans la vo ie des réalisations, afin d'affirmer nettement to u te sa bonne vo lonté.
C'est ainsi, pour parler seulement de ]a Partie Il du Protocole, qu'il a consenti à la vente de camions et de matériel d'artillerie lourde ; c'est a insi encore qu'il ne s'o ppose pas à la cess ione de tonnage maritime, dont il demande seuleme nt que la quantité soit discutée en fo ncti o n de ses po ss ibilités et des risqu es qu' il comt, e t bien que le Protocole envisage un affrètemem e t non une cession; c'est ainsi e nfin qu'il conse nt au transit à travers la zone libre de so n territoire d'un nombre important d'embarcations de combat.
Bien plus, i.I vien t d'accep ter d e préleve,· s ur les stocks d'Afuque du Nord , con tre restitution effect uée e n France, un e appréc iable quantité d 'essence-auto e t d 'esse nce- a vio n au bé n éfice de l'Afrika-Korps, d onnant ains i, d e son désir de compréhens ion, une preuve d'a u tant plus manifeste qu ' il n'y était tenu par a u cun texte contraccue l.
Le Gouvernement Français se 1-efuse à p enser qu' iJ doiv e 1·enoncer à l'es poir de rencontrer c h ez ses in t erlocuteurs u ne égale compréhens ion quant à ses difficultés et a ux risques qu'il co urt . li lu i a paru pourtant qu'au cours des p ourparlers de Wiesbaden, ces difficultés et ces risques é t aient volo ntie r s minimisés.
A cet égard s i, comme il p ersiste à l'espérer, les négociations étant au préalabre replacées dans le m· cadre politique, la discussion se poursuit à propo s du trans it à travers la Tunisie, il tient à déclarer que, dans la s ituation politiqu e actu elle, ce transit devra rester rigoureusem e nt camouflé. Il est formelleme nt avisé, en effet, que l'utili sacion par J'Axe d 'une des bases françaises d'Afrique e nrrain erait , de la part du blo c a ngo-saxon, une réaction imm édiate dirigée par les Etats-Unis contro toutes nos p ossessions.
Ce fai t , à lui seul, apporte une d émonstration nouvelle que, d e tou tes parts, des cons idérat ion s d'ordre politique s'enchevètrenc étroitement avec les cons idé rations d'ordre militaire et qu'il est vain de prétendre les di ssocier
IV - Le Gouvernement Français es p ère fermement que l'exposé qu i précèd e retie ndra toute l'attention du Gouvernemen t du Re ich e t que celui -ci ne s'o pposera pas à réintégrer !es pourparlers de Wies bad en dans un pian général de négociations, permettant d'asseoir la politique de collaboration d és irée par !es deux pa rties sur de bases suffisamm ent larges et stab les .
1941 233
DO CUME TO N. 37
LA SITUAZIO NE POLITICA IN TUNISIA
22 dicembre 1941
L'aggravarsi della crisi degli italiani di Tunisia fu oggetto di co ntinue sollecitazioni da pa rte del delegato dello CIAF cons . Silimbani. Il telespresso del 22 dicembre /94/ sottolineò l'urgenza di una presa di posi z ione al riguardo da parte del governo italiano.
FONTE: USSME - CIAF, Racc. 51, fase. 1.
Perd ura in Tunisia il senso d 'i nquietudine e di incertezza già segna l ato nel r apporto precedente. Si pensa che un event ual e ulteriore avanzata dei britannici in Libia possa re ndere indispensabile e improrogab ile l a richiesta da parte de lJ 'Asse delle basi aeree e navali tunisine nonc h é del passaggio, attraverso il territorio della Reggen za, di truppe , materiale e larghi rifornimenti. Benché i francesi amino piuttosto parlare di sbarc hi tedeschi, che non italiani, pure non è manca t o c hi ha volu t o co ll egare all e voci c h e corrono al rig u a r do, il co ll oquio Ciano Darlan, l'annunzio della liberazion e di tutti i prigioni eri francesi in Italia, e persino un'apparente ma ggiore obiet tività verso di noi di questa stampa ch e ha da t o, evidente m ente pe r istruzioni ricevute, un certo rilievo alle vittoriose azioni del nostro capo di spedizione nelJa zona del Done tz . In realtà, occorre s ubito awertire, nulla di sostanziale è mutato ne ll'at teggiamen t o delle Autorità e n ei sen tim enti della popo laz ione fra n cese verso 11talia e g li Italiani. La liberazione dei prigioni e r i non h a prodotto alcun effet to tanto è vero c h e due giorni dopo che la notizia era stata riportata dai giornal i .locali, la Resid enza mostr ava il suo m a lanim o e la persistenza di una mentalità meschina e poco generosa p retendendo, come ho già riferi t o, che un n os tro ufficiale deceduto in segu ito a ferite ri porta t e in se1vi zio di guerra, non venisse pubblicamente e solennemente onorato. È noto come la folla italiana s i s ia i mpo sta co ntro l'assurdo divieto e co me ne sia sorta la più grandiosa e commovente mani festazione di italianità a cui Tunisi avesse ma i assistito.
Si tenga presen te che l'orgoglio d e i francesi in Tunisia è sempre vi vis simo . Se anche in un certo senso, molti spir it i sembrano rasseg narsi, come davanti a una fatalità ineluttabile, a c h e basi ve ngano cedu t e e a che soldati e armi dell 'Asse t ransitino dalla Tunisia. il oens iero di un com pleto abbandono di questo paese da
234 it1.t.L<ssolini e Pétain
parte della Francia è ben lontano dalla mente di ogni francese. Pochi giornj or sono in una riunione tenuta alla Camera di Agricoltura, discutendosi intorno al problema della filossera, alla presenza del Direttore degli Affari Economici, Signor Sulmagnon, un'oratore, jJ Prof. Dumouton ebbe a dire che si poteva iniziare tranquillamente, nel campo della viticultura, un'azione di vasta portata, spaziata nel tempo e implicante un largo impiego di capitali perché se "a un momento dato si poteva temere di perdere la Tunisia", ora invece "il Residente Generale mi ha ancora una volta assicurato che noi terremo in modo definitivo".
Il Dumouton, professore a questa scuola di agricoltura, è uno degli esperti più reputati nel campo viticolo.
Alla riunione erano presenti alcuni agricoltori italiani. Frasi del genere pronunciate in riunioni a carattere quasi ufficiale, non mancano di gettare qualche turbamento nella nostra colonia che ne viene facilmente a conoscenza.
La Residenza continua a mantenere un suo riserbo ufficiale verso la rappresentanza consolare degli Stati Uniti, soprattutto dopo che questi sono entrati definitivamente nel novero delle potenze belligeranti. Da parte loro, i funzionari americani mostrano un'agitazione per lo meno eccessiva, ove soprattutto si pensi alle generali simpatie di cui gode il loro paese tra i francesi di Tunisi, i quali tutt'al più mostrano qualche rammarico al pensiero che l'America, impegnata sul Pacifico, possa essere costretta ad essere meno vigile e pronta sull'Atlantico, e quindi verso l'Africa del Nord. Tuttavia alla particolare mentalità francese l'entrata in gue1Ta di una nazione "ricca" come l'America sembra, in complesso, essere una sicura garanzia della vittoria anglosassone. Forse anche per questo il tema di una prossima conferenza che sarà tenuta agli ufficiali d'aviazione di Tunisi, è il seguente: "La potenza finanziaria degli Stati Uniti d'America".
Negli ultimi giorni, la Tunisia è stata visitata da diverse personalità: il Generale Laure, Segretario Generale alla Presidenza del Consiglio e Delegato del Capo dello Stato presso la "Légion", l'Ammiraglio Fénard, Segretario Generale dell'Africa Francese, il Signor Lagarde, Direttore Aggiunto per gli Affari Politici e Commerciali al Ministero degli Esteri francese.
Alla visita del Generale Laure è stato dato un carattere ufficiale. In quell'occasione sono stati rimessi i gagliardetti alle sezioni della "Légion". La cerimonia si è svolta piuttosto freddamente. Nei discorsi ufficiali si accennò anche alla necessità di mantenere la "Légion" in una linea di correttezza e di onestà assolute, lungi da ogni interferenza nella sfera d'azione riservata ai poteri pubblici. Chiara allusione ai motivi che avevano determinato la recente
1941 235
misura di scioglimento del vecchio direttorio, su cui ho già riferito.
Le visite dell'Ammiraglio Fénard e del Signor Lagarde hanno avu to probabilmente attinenza a questioni di ordine economico.
Come è noto, è qui da qualche giorno· il Commi ssario Genera le agli Approwigionamenti della Libia, Prof. Trevisani. Egli ha già avuto un co lloquio con l'Ammiraglio Esteva, Res idente Generale, e iniziati contatti con alti funzionari del Governo Tunisino, trattando l'importante questione degli scambi commerciali tra i due territori africani.
Nel campo della politica araba, è da segnalare una serie più frequente di riunioni presso la sede della Società degli Emigrati Libici, e ciò probabilmente in dipendenza delle operazioni in Marma rica
Venerdì 19 corrente, nella sede della "Croce Rossa", il nostro Comitato di Ass istenza ha proceduto alla distribuzione di 177 pacchi regalo a sudditi libici indigenti. La distribuzione è avvenuta in un'atmosfera di sincera gratitudine e di fervore per l'I talia, il Re Imperatore, il Duce.
236 Mussolini e Pétain
..
Il R. Con so le Generale
PROCESSO VERBALE DEL COLLOQUIO DEL DUCE CON IL GEN . VACCA MAGGIOLINI
2 5 dicembre 1941
Il punto della situazione dei rapporti dell'Italia con Vichy fu al centro dei colloqui del 25 dicembre 1941 tra il Duce ed il Presidente della CIAF.
FONTE: USSME-CIAF, Racc. 51, fase. 1 W
Il Duce mi chiede che lo metta al corrente degli ultimi mutamenti awenuti nella situazione, awertendomi che Egli già conosce i miei recenti rapporti in argomento.
Io ricordo che:
- il 21 dicembre a Wiesbaden l'ammiraglio francese Michelier ha dichiarato di dover interrompere le trattative a tre, se queste non fossero estese al campo politico, soggiungendo però - in seguito a protesta del colonnello Mancinelli, rappresentante italiano - che il dissidio al riguardo interessava unicamente Germania e Francia;
- il 22 dicembre a Torino l'ammiraglio Dupla t mi comunicava che la Francia accordava all'Italia:
a) 500 delle 1500 tonnellate di gasolio richies te, da trasportare dall'A.F.N. in Libia ;
b) l'uso delle navi francesi vuote (fosfatiere e altre) per trasportare da Marsiglia in A.F.N. merci non belliche destinate a proseguire per la Libia .
Nel comunicarmi tali concessioni - apparentemente contraddittorie colla rottura delle trattative di Wiesbaden - l'amm. Duplat mi ripeteva l'esposizione delle condizioni attuali della Francia, la quale ha assoluto bisogno di liberarsi dai vincoli gravissimi del regime armistiziale: dichiarava di saper bene che ciò però doveva essere accordato dalla Germania, poiché l'Italia aveva già fatto al
1941 237 DO CUMENTO N. 38
RIASSUNTIVI CIRCA IL COLLOQUIO AVUTO COL DUCE NEL POMERIGGIO DEL NATALE 1941-:XX (19.00
APPUNTI SOMMARI
- 20,30)
riguardo - con l'integrale restituzione del prigionieri - quanto era nelle sue possibilità. Oggi, del resto - è sempre l'ammiraglio Duplat che parla - le questioni più gravi che interessano la Francia e l'Italia non possono essere affrontate, occorrendo attendere per risolverle il risultato finale della guerra: viceversa i buoni rapporti stabiliti tra le due Nazioni in queste ultime settimane danno garanzia che le altre questioni possano essere senz'altro risolte di comune accordo.
In complesso e tenendo conto, oltreché di tali dichiarazioni, di altri elementi iniziali - tra cui principalmente l'apparente contraddizione tra rottura di Wiesbaden del 21 dicembre e le insperate concessioni fatte all'Italia il giorno successivo - è mia impressione che oggi il Governo di Vichy cerchi di appoggiarsi all'Italia per vincere la tenace opposizione tedesca all ' alleggerimento delle condizioni armistiziali.
Il Duce riconosce che questo armistizio, durato ormai più della stessa guerra cui ha posto fi ne, non si regge più in piedi e va sostituito con qualcosa di diverso che permetta alla Francia di vivere ed al suo Governo di governare.
Quattro sono le concessioni che al riguardo si possono e si devono fare alla Francia Il Duce le enumera nell'ordine stesso dell'importanza che Egli vi attribuisce:
1) diminuzione - sino, per esempio, a 200 o anche 100 milioni di franchi al giorno - della indennità che la Francia paga giornalmente alla Germania per spese di occupazione; questa contropartita va posta per prima, sia per l'importanza che i Francesi han sempre attribuito al denaro, sia perché è la più facile da concedere;
2) restituzione di territori occupati nei limiti più estesi possibili, compatibilmente con le esigenze militari germaniche (coste atlantiche);
3) trasferimento della capitale a Parigi, poiché la Francia si governa da Parigi, Parigi è la Francia, la Francia è Parigi;
4) restituzione dei prigionieri con gradualità - in ragione inversa alla loro efficienza militare (primi gli inabili, ultimi gli ufficiali) ed in ragione diretta alla loro utilità civile (primi i contadini) -e ripartendo le consegne nel tempo .
A queste quattro concessioni essenziali che riguardano quasi esclusivamente la Germania, occorre aggiungere, da parte delle due Potenze dell'Asse, la concessione di riarmi nell'A.F.N. e nell'A.0 .F, così da porre la Francia in grado di difendersi contro aggressioni inglesi ed americane: occorre, però, in tale concessione andare cauti onde impedire che gli armamenti accordati possano un giorno rivolgersi a nostro danno.
238 Mussolini e Pétain
Non si deve, né si può per ora, trattare di questioni territoriali: esse vanno rinviate alla pace. Si può però, sin d'ora, affermare che le provincie Vallon e del Belgio potrebbero essere equo compenso alla Francia per altre cessioni di suoi territori metropolitani, mentre sulle spoglie dell'impero coloni al e inglese ci sarà l argo modo di accontentare tutti.
Non si ·deve anzi dimenticare che le Potenze delJ'Asse si trovere bbero di fron t e a ben grave problema, forse superiore alle loro capacità e possibilità organizzative, se dovessero da sole reggere tutto l'attuale impero inglese. .
Se le questioni territoriali vanno rinviate alla fine della guerra, la ques tione delle basi tunisine va invece risolta al più presto ed integralmente.
Nelle attuali condizioni dei nostri tras porti attraverso il Mediterraneo e data anch e la sempre più limitata efficienza del porto di Tripoli, noi siamo ora semplicemente in grado di alimentare le forze che attualmente abbiano in Libia: essere - a rigor di termine - possono essere ancora accresciute di una divisione (la "Littorio", che infatti è in partenza), ma, pur con l'aiuto promosso dai Francesi per l'utilizzazione "camouflée" dei porti della Tunisia, non possiamo tenere in Libia che il poco che già Vi abbiamo.
Ora è evidente che, con tali limitate forze, si può forse resistere a lungo sulla fronte ora occupata: in speciale situazione particolarme nte favorevole non si può neppure escludere una nostra parziale offensiva tendente alla rioccupazione della Cirenaica, ma nulla si può fare di più. E si può anzi temere che, con una accresciuta pressione inglese, le nostre forze, logore , possano infine essere costrette a cedere ...
Occorre invece capovolgere al più presto la situazione nel Mediterraneo, marciando sull'Egitto e sul Canale di Suez ed impedendo ogni traffico inglese attraverso il Canale di Sicilia.
Ciò si può facilmente ottenere purché, però abbiamo la libera disponibilità dei porti tunisini .
Ridotte le distanze tra Italia ed Africa abbondantemente di 1/ 3 (140 chilometri dalla Sicilia a Capo Bon = 1O ore di navigazione; 444 chilometri dalla Sicilia a Tripoli = 32 ore di navigazione) è evidente come - tenendo anche conto della maggiore distan za della rotta Trapani-Tunisi da Malta - il traffico colla Tunisia divenga sicuro per la sua brevità, la possibilità di compierJo completamente in ore diurne, di meglio proteggerlo dal mare e dall'aria. Inoltre si economizzano piroscafi mercantili e naviglio da guerra, aeroplani, b e nzina, nafta, ecc. ecc.
La padronanza della Tunisia ci assicura anche l'interru zione integrale del traffico tra Gibilterra e Suez: Gibilterra viene per tal
1941 239
modo a p e rdere , r ispetto a l Mediterraneo, gran parte del suo va l ore.
Ciò stante Voi dovete, Generale, ottenere al più presto l' u so integra le dei porti tunisini . Anzi, dov e te ottenere l'o ccupazione militare della Tuni sia, cos icché possiamo farne base di nostre grandi unità , atte così a marciare verso l'Egitto (e c hissà che non si possa per tal modo riconquistare l'Impero etiopico durante la stessa guerra ?) come a creare, occorren do , una fronte verso l'Algeria.
Naturalm ente si deve assicurare la Francia c h e tale occupazi one sarebbe precari a e non co mpromettere bbe in nulla, guerra durante, la sovranità fran cese in Tunisia . Come è ovvio la difesa della Tunisia contro gli In g lesi sarebbe assunta dall'Asse.
Il valore della Tunisia in q u esto m ome n to è ta le che, qualora i Francesi non ce n e accordassero l'uso e gli In glesi riuscissero ad avanzare in Tripolitania, l'Italia sare bbe cos t retta ad impadronirsi di viva forza della Tunisia s tess a, sbarcandovi le sue d ivisioni.
Io faccio notare al Duce che tale nostro atto equivarrebbe a far cadere tLJtta l'Africa francese, e forse la stessa Francia, nelle mani dei degoll is ti.
Il Duce mi risponde c h e appunto perciò mi h a dato incarico di c hied ere a ll a F rancia che acconsenta alla n ostra prese nza in Tunisia.
M i chiede poi se e fino a quel punto possiamo fida r ci de ll 'amm. Darlan.
Io rispondo che ormai Darlan s i è talmente compromesso colla sua politica di co llabora zio n e da essere legato. Se domani la su a politica fallisse ed an d assero al potere De Gaulle e l o stesso Weygand, Darl an andr ebbe a finire a l muro! Possiamo perciò contare su lla since1ità d e lla sua pohtica favorevole aH'Asse.
Il Duce mi c hi ede in q ual e conto sia oggi tenu ta l'Italia dalla Francia.
/o rispondo che le nostre azioni , a quanto ap pare dal mio eccelle nte osservatorio, sono in forte rial zo, dovuto n on so lo alle alte qualità militari dimostrate dalle nostre truppe in Libia ed in Ru ssia, ma anch e, in parte, a llo scemato prestigio militare tedesco.
Il Duce consente pienamente. Il so ldato tedesco ha ora <limo-
240 Mu sso lini e Pétain
strato di non essere invincibile . Gli I ta li a n i vi ceversa sono, coi Tedeschi, i so ldati che meglio e più generosamente si sono battuti e di battono (in questa stessa giornata di Natale) in Russia. Volontari francesi e spagnoli hanno fatto pessima prova, soprattu tto per la loro indomabile indisciplina: gli Ungheresi poco hanno fatto o poco fanno guardando sempre alla Transilvania ed ai R umeni; i Rumeni hanno fatto parecc hio, ma hanno esagerato enormemente i loro successi e le loro perdite.
Anche la nostra Marina ha fatto moltissimo: gravi perdite sono state recentemente inflitte alla flotta i n glese del Mediterraneo.
/o ch i edo al Duce sino a c h e p u nto io p ossa fare concrete promesse per quanto riguarda le concessioni che i Te d eschi dovrebbero accordare alla F rancia .
Il Duce mi risponde d i andare al 1iguardo mo l to cauto : certo è p erò, che se ottenessi integralmente le b asi tunisine, pos ti d i nanzi a questo fatto concreto e di grandiss i mo valore, i Tedeschi non potrebbero che aderi r e.
Il Duce infine mi ha accomiatato con queste precise parol e: "Generale , ricordateVi di questo: T unisi oggi merita qualsiasi contropartita".
1941 241
I COLLOQUI DEL GEN. VACCA MAGGIOLINI A ROMA
26-28 dic embre 1941
Il presidente della CIAF ebbe a Roma una serie di colloqui sulla politica da realìzzare con la Francia di Vichy nei giorni 26 -28 dicembre 1941, di cui diamo il resoconto ufficiale.
F ONTE: USSME-CIAF , Ra cc. 5 1, fase. 3.
SUCCESSIVI
CO LLOQUI DEL 26, 27 E 28 DICEMBRE 1941 - XX0
La mattina del 26 (ore 12) sono ricevu to dall'Ecc. Ciano. Sull 'argomento d ei porti tunisini gli riferisco le direttive avute dal Du ce e gli espongo il dubbio che la mia opera possa riuscire o anch e solo apparire in co ntrasto co l fatto della nomina ad ambasciatore in Francia dell'Ecc. Buti.
IJ Conte Ciano mi assicura c h e Buti non partirà c h e fra una quindicina di giorni e posso perciò agire liberamente e senza preoccupazioni. L'Ecc. Ciano teme però, data la gravità della richiesta, c h e n on potrò ottenere nulla.
Mi chiede se il Duce m'abbia parlato di trattative in corso con la Germania. Gli dico di no.
La mattina del 27 (ore 10) con l'Ecc. Pietromarchi, in presenza del marchese Fracassi, si discute a lungo sul modo migliore per trattare l'argome nto de ll a Tunisia coi Francesi. In comune accordo si stabil isce la mia linea di condotta basata essenzia lmente s u queste considerazioni : voi, Francesi, c hi edete molto - pur senza precisare troppo - ma non concedete nulla accontentandovi di far vaghe promesse. Ditemi, p erché l'Italia possa averne norma ed aiutarvi per quanto le è possibile, che cosa veramente volete dalla Ge rm a nia e che cosa invece siete disposti in modo concreto a dare a noi.
Eccellenza Buti (ore 1 1 del 27) co ncorda pienamente su tale linea di condotta e me lo conferma poi anche in un successivo coll oqu io della matt ina del 28 (ore 11 ,30) .
Nel pomeriggio del 27 (ore 18) l'Ecc. CavalJero mi raccomanda an cora la questione tunisina, dicendomi di assicurare i Francesi
242 Mussolini e Pétain
Docum ento N. 39
che noi vogliamo aiutarli in quanto possiamo, appoggiarli, sostenerli, ecc
Anche le questioni delle scuole francesi in Grecia e dell'addetto militare ad Atene non possono esse r e risolte, nel senso da essi voluto, se i Tedeschi e noi non siamo completamente sicuri della loro completa effettiva cooperazione alla vittoria dell'Ass e .
1941 243
APP UNTI RE LATIVI AL CO L L O Q UI O VACCA MA GGIO LIN I-D UPLAT
30 dice mbre 194 1
Dopo il colloquio con il Duce, il Gen. Vacca Maggiolini si trattenne con l'Amm. Duplat, il 30 dicembre 1941, insistendo presso di lui circa la necessità per la Francia di Vichy di impegnarsi più decisam ente nella via della collaborazione con l'Italia.
FONTE: USS ME-C IAF, R acc. 5 1, fase. 3.
APPU N TI
S O MMARI RIA SSUNTIVI CIRCA IL C OL LOQ UI O AVUTO CO N L'AMM. D UPLA T IL 30 DICE M B RE 1941-XX (ORE 10 -11,15) .
Premessi i so li ti con venevoli nonché gli augu ri di rito, entro in a r go m e nt o:
Io: Sono sta t o a R oma e d ho avu to co ll oqui de l mass im o interesse con tutte le p i ù a lte p ersonalità poli t ic h e e militari de l R egno e sono li eto di assicurarVi c h e tutte si re nd ono ragione del punto di vista del Vostro govern o ci r ca l'attual e situazione della Francia. D el resto, già sin dall'agosto scorso, il Du ce mi aveva detto d i riconoscere c h e il regime armist i z iale n on r is p o n deva ormai p iù alle necess i tà del momen t o.
P osso inoltre assicurarvi c h e a Roma s i è molto soddisfatti per la "rottu ra di g hi accio" tra I tali a e Fra n cia awe n uta a Torino e s i fa a ffidamen t o c h e, com e mi ha d etto l'amm. Darlan nel congedarsi, "il g hi accio n on si formerà p iù ".
Non Vi nego però c h e a R o m a si pensa che qu an t o si è fatto fin o ra d a ll a Fran cia non può e ssere considerato c h e c om e un p romettente inizio, al q uale occorre far seguire fa tti più concreti, che com p r ovin o la ferma vo lontà del vostro g o verno di marciare veram ente, come ha più vo lt e dichiara to , s ull a via di una cord ia l e co ll a b ora z i o n e co ll 'Asse.
Amm Duplat: In tale via è d i fficil e, forse i m p ossib il e p rocedere più o ltre, se d a ll a G e r mania n on viene data s od disfazione a ll a
244 Mussolini e Pétain D O CU MENTO N. 4 0
Francia nelle sue logiche e moderate richieste, rinnovate anche recentemente, ma invano, a Wiesbaden.
lo : Questo lo sappiamo perfettamente. È mia op,mone che si potrebbe t u ttavia uscire daJl'attuale stasi delle tratta ti ve, se la Francia si decidesse ad esprimere chiaramente e con precisione le sue esigenze e se contemporaneamente precisasse fino a che punto sarebbe disposta ad inoltrarsi sulla via della collaborazione coll'Asse, qualora questo fosse pronto a soddisfare tali le sue esigenze.
Amm. Duplat: Obietta ch e per questo però occorrerebbe addivenire a trattive a TRE
lo: Riconosco che ciò è vero, ma tali trattative potrebbero essere molto agevo late ed opportunamente preparate se frattanto, approfi ttando di questa fortunata distensione di rapporti tra Francia ed Italia, il Governo di Vichy ci informasse, per l'appunto, del minimo delle sue richieste e del massimo delle sue concessioni. A conoscenza di tali dati indispensabili, l'Italia - ove li trovasse rispondenti alle necessità dell'ora - potrebbe farli conoscere e patrocinarli in Germania.
Ed io vo1Tei, in proposito, chiarire meglio il mio pensiero.
Q uello che la Francia ora desidera, riguarda essenzialmente 4 punti riflettenti:
- la riduzione dell'indennjtà di guerra;
- l'ampliamento della zona non occupata;
- il trasporto della capitale a Parigi;
- la rest i tuzione, almeno parziale, dei prigion ieri .
Occorrerebbe che Voi, come ho accennato, concretaste e precisaste le richieste in proposito, uscendo dalle frasi vaghe e generiche fin qui usate.
Così pure, ed ancor più, sarebbe necessario farci conoscere a che punto intendete spingerVi nella collaborazione coli' Asse
Io ben ricordo che a Vichy l'amm. Darlan, dopo avermi annunciato il 1ichiamo in Francia del gen. Weygand, mi ebbe a di re: "Ora tocca a Voi: cacciate l'Inghilterra dal Mediterraneo e la guerra è finita". A mia vo lt a, ora Vi chiedo: "È disposta la Francia a darci il suo concorso - indiretto, non militare - alla espulsione dell'I nghilterra dal Mediterraneo?" .
Ve lo espongo con franchezza, la concessione che ci avete fatto in q u esti g iorni di utilizzare i porti tunisini per lo sbarco di qualche tonnella ta di derrate - concessione di cui non neghiamo il valore soprattu tto morale, e di cui Vi siamo gratissimi - costituisce in sé, in concreto, una agevolazione limitata, che non concorre certa-
1941 245
mente ad ottenere quel capovolgimento della situazione nel MediteITaneo cui non aspiriamo e che Voi stessi, secondo quanto mi ha detto l'amm. Darlan, desiderate. Per ottenere tale capovolgimento occoITe, da Vostra parte, ben di più: occorre un apporto sostanziale anche se questo, Vi ripeto, non è un intervento militare che Voi non po tres te darci e noi non chiediamo. ..
Vi faccio anzi osservare che se - in una eventualità molto improbabile, ma che non si può escludere - gli Inglesi giungessero fino al confine tunisino, ciò costituirebbe un gravissimo scacco anche per il governo di Vichy, poiché certamente le azioni degolliste ne avrebbero, in Africa ed in F ranc ia, un rialzo considerevole. È dunque Vo stro interesse evitare che tale eventualità possa verificarsi.
Amm. Duplat: Lo ammetto. Ormai , evidenteme nte, dobbiamo deciderci a schierarci con gli uni o con gli altri: il tempo dell'attesa è finito.
Ma quale è la Vostra vera situazione in Africa? Come la giudicate?
lo: La nostra situazione si può considerare con animo tranquillo e senza soverchie preoccupazioni. È ben difficile che la ipotesi che io Vi ho posta dianzi possa mai verificarsi. Ma ciò non ci basta; noi vorremmo capovolgere la situazione.
Perciò ci sarebbe necessario dare al porto di Tripoli - congestionato di traffico - l'ausilio di altri porti e sostituire alla lunga e pericolosa rotta tra Sicilia e Tripoli, quella di 2/3 più breve e molto più sicura tra Sicilia e Tunisia.
S e noi potessimo servircene lib eramente, siamo sicurissimi di poter passare in Libia dalla difensi va ad una decisa offensiva, di chiudere ermeticamente alle navi inglesi il canale di Sicilia, di espe ll ere insomma l'Inghilterra dal Mediterraneo.
Amm. Duplat: Sulla maggiore convenienza d ella rotta diretta in Tunisia non vi è dubbio. Ma come vedrete, in caso di nostra adesione, la situazione della Tunisia?
lo: Sono autori zzato ad assicurarVi che gli attuali diritti e la sovranità della Francia in Tunisia non sarebbero né menomati né compromessi : le truppe dell'Asse soggiorne rebbero in Tunisia collo stesso titolo con cui oggi trupp e della Germania risiedono in Sicilia. Del resto Vi confermo altresì - e Voi stesso me lo avete detto giorni or sono - che non è giunto ancora il tempo per affrontare e risolvere le questioni territoriali: per queste occorre aspettare
246 Mussolini e Pétain
l'esito della guerra ed il conseguente trattato di pace...
Amm. Duplat: Bisogna però considerare che noi ci attireremmo le ostili tà delle potenze anglosassoni e ved remmo impedito oà almeno gravemente ostacolato il nostro traffico nel Mediterraneo occi dentale.
Io: al riguardo vi sono parecchie cose da osservare:
1° ) Non è da escludere che le ostilità anglosassoni si manifestino già, quando diverrà palese il traffico - sia pure "camouflé"dell'Asse attraverso la Tunisia; non è dunque meglio affrontare tal rischio per una concessione che ne meriti la spesa, e che valga veramente a migliorare la situazione strategica dell'Asse nel Mediterraneo, anziché per una concessione parziale di scarsa efficacia?
2°) Il nemico non potrà accrescere le sue forze ne l Mediterraneo più di quanto non abbia fatto finora, poiché ora deve anche fare i conti cogli avvenimenti nel Paci fico : i danni che ne deriveranno alla Francia non potranno perciò essere che limitati, t anto più che l'Inghilterra non rinuncerà certamente a persistere nella sua lotta all'ultimo sangue contro l'Italia.
3°) Non dovete dimenticare la deprecata eventualità che, peggiorando la nostra situazione nel Mediterraneo Voi Vi trovaste gli Inglesi al confine libico-tunisino. In tal caso è possibile che gli Anglosassoni sbarcherebbero, contemporaneamente, in Marocco e Voi vi trovereste a combattere, con forze inadeguate, su due diverse front i .
Amm. Duplat : Ma io credo che le nostre forze dell'Africa del Nord e dell'Africa Occidentale sarebbero in tal caso sufficienti (*).
Io: Lo escludo. In Africa, colla g u erra d'oggi, occorrono grandi unità corazzate e motoriz zate e Voi non ne avete, né potrete da un giorno all'altro improvvisarle.
Anche sotto tale punto di vista, è doveroso notare come, appunto pe rché la Francia non ha forze sufficienti a difendere tutto il suo Imp ero, le conviene, se attaccata dagli Anglosassoni, far massa colle sue forze nelle regioni ove l'Asse troverebbe maggiori diffico ltà ad aiutarla: cioè in Marocco ed in Algeria. Alla di fesa della
(') È probabile che la fiducia dell'amm. Duplat gli pervenisse dalle ottimistiche concl usioni dell'amm. Platon, ministro delle Colonie, dopo il suo viaggio in Africa (Ved. "La Vigie Mawcaine" del 4 dicembre) - a,munto del 3 gennaio.
1941 247
Tunisia provvederebbe, nell'interesse suo come anche in quello della Francia, l'Asse.
Vi debbo poi ancora far notare ch e Voi avete preso, in Indocina impegni, col Giappone, di carattere ostile all'Ing hilterra, senza che ciò abbia provocato reazioni anglosassoni.
Amm. Duplat: Noi però vi siamo stati obbligati da circostanze speciali locali, di cui l'Inghilterra ha tenuto conto ...
Io: Ma nulla impedirebbe, per la Tunisia, di simulare una costrizione politica od anche militare dell'Asse alla quale la Francia è stata costretta a cedere. Ciò potrebbe costit uirVi giust i ficazione presso l'In ghilterra .
Amm. Duplat: Vi è ancora un dubbio che dovete chiarirmi p er completare l'esame della questione. Se noi vi promettessimo quanto chiedete ed i Tedeschi invece si rifiutassero poi di dare alla Francia quanto essa esige, dovremmo noi considerarci impegnati?
lo: No, certamente. Noi svolgiamo ora delle semplici trattative preliminari che non sono per nulla impegnative; al riguardo potete star tranquillo
Amm. Duplat: Come è ovvio, io non posso che riferire a Vichy quanto mi avete detto e lo farò colla massima premura.
Io: Sì , vi raccomando la premura. Bisogna che noi non ci dimentichiamo di essere in guerra, e, in guerra, una concessione anch e larga ma che giunga 24 ore troppo tardi potrebbe riuscire vana.
Amm. Duplat: Lo riconosco. Qua nto mi avete detto è della massima importanza. Ed io sarò lieto se col concorso dell'opera mia potrà essere raggiunto il risultato che Voi vi ripromettete e che potrebbe essere decisivo per il risultato della guerra e, forse, persino a ffr ettarne la conclusione.
Io: Mi associo al Vostro vo to e Vi faccio osservare che se la F rancia si d ecidesse definitivamente e tempestivamente a cooperare coll'Asse essa , pur battuta, potrebbe uscire non menomata dalla guerra. P oiché, a guerra vittoriosamente finita per l'Asse, non mancherà modo , s ulle ricche spoglie del nemico, di compensare largamente la Francia di qualche cessione di territorio.
248 Mussolini e Pétain
P ARTE T ERZA
I DOCUMENTI 1942
..
41. Memento francese all 'Italia (13 gennaio)
42. Processo verbale del colloquio del Duce con il gen. Vacca Maggiolini (14 gennaio)
43. Colloquio tra il gen. Vacca Maggiolini e l 'amm. Duplat (23 gennaio)
44. Denuncia francese degli accordi "delta" e "gamma" (11 febbraio)
4 5 Protesta della CIAF contro la denuncia francese ( I 2 febbraio)
46. Gli accordi economici di Roma (6 marzo)
4 7. Processo verbale del colloquio del Duce con il gen . Vacca Maggiolini (31 marzo)
48. Rapporto del gen. Vacca Maggiolini al Comando Supremo (11 aprile)
49. Lettera del gen. Vacca Maggiolini al Capo di Stato Maggiore Generale circa il convegno di Friedrichshafen (1 ° giugno)
50. L'ordine del giorno dei lavori del convegno tra CIAF e CTA di Friedrichshafen (10 - 17 giugno)
51. I rapporti italo-francesi illustrati a Friedrichshafen (8 giugno)
52. Processo verbale del colloquio del Duce con il gen Vacca Maggiolini (21 giugno)
53. Processo verbale de l colloquio del Duce con il gen. Vacca Maggiolini (17 settembre)
54 . L'ordine del giorno dei lavori del convegno di Venezia (22 -28 settembre)
55. Processo verbale del colloquio del Duce con il gen. Vacca Maggiolini (3 ottobre)
56. Regolamento per la riattivazione ed esercizio della Centrale idroelettrica di Fontano (9 ottobre)
1942 251
57. Gli "accordi di Menton e" (20 ottobre)
58. La relazione Parisot su ll ' occupazione della Prove nza (13 novembre)
252 Mu ssolini e Pétain
MEMENTO FRANCESE ALL'ITALIA
13 gennaio 1942
Le pressioni italiane e tedesche sul governo di Vichy per spingerlo sulla via di una collaborazione più decisa provocarono, presso il governo francese, una presa di posizione che ne chiariva i termini eventuali del seguente Memento.
FONTE: USSME-CIAF, Racc. 51, fase. 3.
MEMENTO
Il Governo francese si è particolarmente compiaciuto nell'apprendere che l'Ammiraglio Duplat ha comunicato all'Ammiraglio d e lla flotta Darlan le parole del Genera le Vacca Maggiolini riguardo le favorevoli disposizioni del Duce nei confronti della Francia.
Dal canto lo ro, il Maresciallo e l'Ammiraglio Darlan, nonché i membri del Go verno e la maggior parte della popolazione desiderano il ritorno alla normalità dei rapporti tra Francia ed Italia .
Non diversamente dal Duce, il Governo francese ritiene che, essendo noi tre direttamente responsabili, le decisioni da prendere dovrebbero essere concordi.
Malgrado la posizion e di sconfit ta in cui si trova, la Francia si dichiara favorevole ad un secondo e solidale riassetto europeo, con particolare riguardo all'Italia e alla Germania.
Sarebbe un grave errore disconoscere tale atteggiamento posit ivo della Francia.
Mai prima d'ora il nos tro paese si era dimostrato tanto aperto ad iniziative pratiche aventi lo scopo di migliorare la propria ed altrui s ituazione internazionale, nonché quello di instaurare una pace durevole.
Il dramma intern o di cui soffre nella sua fantasia e vo lontà è quello di essere circondato da interlocutori e d ex-avversari che non accettano un colloq uio di questo tipo, considerandolo una mera procedura esecutiva dell'armisti zio.
Ne consegue che la Fran cia risulta privata di qualsiasi opportunità da coloro che pretendono di imporgliene una.
1942 253 DOC UMENTO N . 41
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* *
Cerca perciò passivamente una soluzione in un'attesa fatalista o in speranze romantiche ed anarchiche.
Questo stato psicologico equivale ad una totale incapacità di gestire una situazione che potrebbe essere facilmente trasformata dai suoi vincitori con un minimo di ampiezza di vedute.
Pur avendola lib era ta dal male democratico che la tormentava , la sconfitta si è dimostrata per la Francia una sorpresa umiliante.
Quali che siano le esigenze dei vincitori, non si può tuttavia trascurare il fatto che la Francia sarà in futuro una nazione nuova la cui volontà avrà particolare importanza per il riassetto europeo.
Qualora il Duce riprendendo il ruolo al quale per molti francesi pareva essere chiamato e cioè essere uno dei maggiori artefici del programma di riorganizzazione dell'Europa, e facilitare la reciproca comprensione pratica della duplice volontà del futuro con da w1a parte la Francia e dall 'altra la Germania e l'Italia, la Francia risponderebbe sic uramente ai suoi sforzi.
Secondo il Governo Francese la riorganizzazione dell'Europa comporta inoltre la necessità di un'intesa economica della stessa al fine di valorizzare i territori dell'Africa, nonché del Vicino ed E stremo Oriente, necessari all'economia del nostro continente .
Non è verso una pace basata su amputazioni territoriali generatori di odio e di conflitti che dobbiamo muoverci, bensì verso una pace ispirata alla comprensione reciproca, la quale soltanto permetterà il sorgere e il permanere di una comunità europea indispensabile alla prosperità e a ll a sicurezza futura del continente. * * -,'(
Le richieste inoltrate dal Governo Italiano e Tedesco a quello Francese in relazione al transito nel territorio e nei porti tunisini di materiali e rifornimenti diretti in Libia avranno, se verranno soddisfatte, d elle r ipercussioni inevitabili sui rap porti tra la Francia e i paesi anglosassoni.
Le nostre navi mercantili, così come i porti e le vie di comunicazione terrestri saranno sicuramente attaccati. Saranno, inoltre, molto probabili delle rappresaglie in diverse zone dell'Impero Francese.
I rischi per la Francia sono:
- la sospensione del traffico marittimo,
- l'attacco di alcune zone d el suo Impero, nonché la perdita di una parte delle sue colonie a vantaggio degli awersari d ell'Asse,
- una probabile guerra con gli Angl osassoni.
Per iniziare una guerra occorre essere pronti materialmente e moralmente.
Abbiamo pagato con la sconfitta l'inosservanza di questo principio essenziale. Ora i vi ncitori ci hanno materialmente disarmati.
254 Mussolini e Pétain
Abbiamo dimostrato al Governo Tedesco che il popolo &-ancese soffre moralmente di u n'occupazione la quale, benché de l tutto legittima, non è certo facile da tolJerare.
In realtà la linea di d e ma rcazione è una &-ontiera chiusa a metà Ne consegue che la sovranità del Governo Francese non può certo dirsi integra nella zona occupata.
Le spese di occupazione che la Francia ha pagato da diciotto mesi diventano via via sempre più difficili da sostenere per la sua economia.
Il considerevole numero di prigionieri mantenuti nei campi tedeschi, mentre l'agricoltura francese necessita di manodopera ed i servizi pubblici hanno carenza di funzionari, ecc ... , ostacola un miglioramento dei rapporti franco -tedeschi.
È cosa logica, in tali circostanze, chiedere al vinto di fornire un aiuto concreto ai suoi vincitori correndo il rischio di essere attaccato dai propri nemici?
È ammissibile chiedergl i sin d'ora di intraprendere in via definitiva la politica del proprio paese, senza che la Francia riceva uno sgravio dei servizi prestati al momento presente o garanzie per il futuro, nonché per la posizione che occuperà nell'Europa di domani?
Il Governo francese non lo crede. È addirittura persuaso che, nell'attuale situazione politica, non verrebbe appoggiato dall'opinione pubblica, la quale non riuscirebbe a comprendere questo nuovo stato di cose più di quanto non sia riuscita a capire i motivi che hanno indotto la Francia ad entrare in gu erra nel Settembre 1 939.
* ;'( 1,
Il Governo Francese ritiene pertanto che la situazione poli t ica, militare e d eco nomica d el momento, che sembrava dov er avere una brevissima du rata, debba essere profondamente modificata aJ fine di ottenere un ravvicinamento sincero , efficace e durevole tra l'Ass e e la Francia.
Esso non può trascurare il fatto che la Francia sia stata vinta e che Italia e Germania siano tuttora in guerra con l'Inghilterra ed i suoi alleati.
Non le spetta quindi imporre i suoi punti di vista; riconosce che per l'intera durata della guerra con l'Inghilterra, la Germania si troverà nella necessità di mantenere in Francia alcune misure di ordine militare Verrebbe tuttavia meno ai suoi obblighi, mancando peraltro di franchezza, se si astenesse dal rendere nota la propria opinione e quella del popo lo francese .
1942 255
MILITARI
a) Libertà assoluta dal punto di vista militare, navale ed aereo in Africa e nel Mediterraneo Occidentale . (M o vimen ti, riarmo tramite l'util izzo del materiale e delle munizioni stoccate o tenute sotto controllo in Africa e nella metropoli, effettivi).
b) Liberazione dei funzionari indispensabili ed inquadramento delle truppe indigene.
c) Riarmo del Sud della Tunisia.
d) Erogazione da parte dell'Asse e in maniera compatibile con le esigenze, di carburanti e lubrificanti di ogni tipo indispensabili per qualsiasi m ezzo di trasporto ed eventualmente per le operazioni militari.
e) Protezione da parte dell'aviazione dell'Asse, delle navi da trasporto nella zo na est d el Mediterraneo Occide ntale .
f) Autorizzazione a riprendere la fabbricazione di alcune armi .
POLITICI
a) Ripristino della sovranità francese nelle zone occupate
b ) Possi b ilità per il Capo di S ta to ed il Governo, di amministrare P arigi, restando Vichy la capitale provvisoria ufficiale a causa del corpo diplo mat ico.
c) La linea di demarcazione non servirebbe allora che a segnare iJ limite dell'occupa z ione militar e . Una nuova linea potrebbe essere tracciata ad una certa distanza dal litorale ovest al fine di tut e lare la segretezza delle operazioni militari.
d) Diri tto alla censura sulla stampa, sulla radio e sul cinema nella zona occupata.
ECONOMICI E FINANZIARI
Notevole ridu zione deIJe s p ese di occupazione .
Eliminazione della Società Ostland e recupero dei terreni da parte dei coloni o prop1ietari francesi .
MORALI
Lib eraz ion e di un numero considerevole di:
- agricoltori,
- operai e te cnici,
- funzionari.
Liberaz ione temporanea dei volontari prigionieri destinati ai campi di lavoro in Germania.
Gli stessi prigionieri riceverebbero lo statuto degli operai e beneficierebbero di licenze in Francia.
256 Mussolini e Pétain
SUGGERIMENTI
Il Governo Francese si impegnerebbe dal suo canto a:
- collegare la propria politica ed economi a a quella seguita dalle potenze dell'Asse in vista d ell'organi zzaz ione della Comunità Europea ,
- facilitare i trasporti verso la Libia,
- intraprendere una comune difesa del territorio tunjsino da un eventuale attacco anglosassone.
MEMENTO
Le gouvememente Erançais a ét é pariculièrement h e ureux de la communication faite par l'Amiral Duplat à l'amiral de la flotte Darlan des p aroles du Général Vacca Maggiolini relatives a u x bonnes dispositions du Duce à l'égard de la France.
De leur cote, le Maréchal et l'Amiral Darlan, ainsi que les Membres du Gouvernement et la grande majo1ité de la population ont le désir de voir !es relations entre l'Italie et la France redevenir no1mal es et amical es.
Le Gouvemement français es time, tout comme le Duce, que nous sommes trois à compter e t qu'il serait nécessaire de s'e ntendre à trois. * * *
La France, malgré la position de vaincue où elle se trouve placée, est dans un état d'esprit positif au regard d'une constrnction nouvell e , féconde e t sol id aire de l'Ew·ope, à l'égard nommément de 11talie et de l'Allemagne
On se trompera i t dangeureusement si ]'on méconnaissait cet éta t d'esprit nouveau français.
Jamais no tre pays n'a ét é aussi ouvert à des concepti ons pratiques qui puisse nt apporter à lui -mème et aux autres l'amélioraùon de la vie int ernationale et l'organisation d'une longue périod e d e paix.
Seulement le drame intérieure dont il souffre, dan s son imagination e t d ans sa volonté, c'esl d'Hre entou r ée d'inte rlocuteurs e t d'anciens a d versaires qui n'accepte nt pas pratiquement la conversat ion sur ce ten:ain et qui la ramènent toujours à une procédure d'exécution d e l'a1mistice.
TI en résulte que la France est p rivée d e tout horizo n par ceux qui prétendent lui en imposer un.
En conséquence, elle guette passivem e nt un e issu e, so it dans une attente fatalis t e, soit dans d es espérances romanesques et anarchiques
Cette s ituatio n p sychologique équivan t à un ga chage absolu d 'une s ituation qui pourrait ètre 1·etournéc 1rès aisémen t avec un peu d e larg eu r de vue chez ses vainqueurs.
La d éfaite a été pour la France une surprise humiliante, mai s aussi la guèrison du mal démocratique qui la rongea it.
Quelles qu e soient les exigences des va inqueurs, on ne peut plus se dissimuler qu'elle sera demain un e nation nouvelle dont l'ode ntati on de la volo nté impone à la reconstruct io n d e l'Europe.
Si le Duce, reprenant le role pour !eque] iJ a toujours semblé à beaucoup d e Français qu'il était né, à savoir ètre l'un des grands directeurs du pian de reconstruction de l'Europe, voulait faciliter la compréhénsion mutuelle pratique de la double vo lonté d'avenir, d'une pa11e de la France, de l'Allemagne et de l'Itali e d'autre part, ce rtainement la France répondrait à ses effo i:ts.
1942 257
Dans l'esp rit du Gouvemement français, la r eco n struction de l'Europe com porre d'ailleurs l'établissem e nt d ' une enten t e éco nornique europ éenne p o ur la mi se en valeur des territoires de l'Afriqu e. du Proche et de l'Extrém e Or ient. nécessaire à l'économie d e notre continent.
Ce n'est pas vers une paix bas ée s ur des amputati o ns tenitorial es. génératrices de haines et de guerres qu ' il faut se diriger mais vers une paix de compréhension mutuelle qui. seule, p erm ettra l'éta blissement solide et durable d ' une communauté eu ro p éenne indi spensable à la prospérité et à la sécurité future d u contine nt.
Les demandes fa ites p ar !es Gouvernements AJlemand et Italien au gouvcmement Français relati ves à l'utilisation d es ports et du territoires tun is ie ns pour l'achem in ement vers la Libye de matériel et d 'approvisionn ements auront, s i elles sont satisfaites, des répercussions inévita bles sur !es rapports d e la France avec Jes Anglo-Saxons.
Nos navi.res marchands, nos ports e t nos voies de communica tions teITes tres , seront certaine ment attaqués , d es représailles seron t très probabl e ment exercées sur divers points de !'Empire Français.
Les risques pour la Fran ce so nt:
- l'arrét du t rafic maritjme,
- l'attaqu e de certains points d e so n Empire et la perte de certai nes de ses colo ni es au profit des ad versaires d e l'Ax e;
- et peut -etre de la guerre avec !es Anglo-Saxons .
Pour fai.re la guerre il faut e tre prét matéri ellement et moral ement.
Nous avons p ayé de la d éfa ite l'oubli d e ce pi-incipe essentiel.
Or les va inque urs n ous ont désarmés matéri elle m e n t.
Moralem ent, ainsi qu e no us l'avons fait connaìtre au Gouvemement Allernand. le pe uple français souff:re d 'un e occupation qui si e ll e est très correc te, n 'en est pas moins lourde à supporter.
La ligne d e démarcation est, en realité, une frontière à moitié fe1mée.
Il en r ésulte que la so u veraineté du Gouverneme nt français est loin d'etre entièr e dan s la zone occ upée.
Le frais d 'occupa t ion, p ayés par la France depuis dix -huit mois, deviennent avec le te mps hors de propo rtion avec ce que p e u t s upporter l'é conomie fra nçaise.
Le nombre considérable d e priso nnier s ma i_ntenus dans les cam ps allemands, al ors que l'agricuJture française a besoin d e main-d 'oeuvre , que les services publics manquen t de cadres, et c , entra ve les progrès d'un rapprocheme nt franco -all em and .
Est -il log ique, dans c es conditions, de d emand e r au vain cu d'aider acti vement ses vainqu e urs en courant le r isque de se voir attaquer par leur s adversaires?
Est-il conceva ble de lui demander d'engager d ès maintenant défini tivement la po litique de son pays, sans que la France reçoive non se ul e m e nt des allège m ent à ses sen,itudes présentes mais a uss i des garanti es quant à son avenir et à la pi ace qui lui sera faite dans l'Europe future?
· Le Gouvernem ent fra nçai s ne l e p ense pas. Il est meme certain que dans la situat ion politi que ac tuelle, il ne serait pa s suivi par l'opinion publique qui ne co mprendrait pas plus cette si tuation n ouvelle qu'ell e n 'a comp ris les mo t ifs qui ont jeté la France dans la guerre en septembre 1939. * * *
Le Gou vememen t francais est ime, en co ns équen ce. qu e la s it uati on politique, militaire, é conomique ac tu e Ue, q ui n 'é tai t d'ailleurs en visagée que co mm e un e sit uation transitoire d e très courte d urée, doit etre profondémen t modifiée pour qu'un rapprochement entre l'Axe et la France soit s incè re, efficace. d urable.
258 Mussolini e Pétain
*
* *
Il ne perd pas de vue que la France a été vaincue e t que l'Allemagne et l'Italie sont toujours en guerre avec l'Angleterre e t ses alliés.
Il ne lui appartient don c pas d 'imposer ses vues et il reconnaìt, tant que la guerre avec l'Angleterre durera, l'Al lemagne est dans la nécessité de maintenir en France certaines m es ures d'ordre militaire. Mais iJ faiUirai t à son devoir et manquerait de franchise s'il ne faisait pas connaitre son sentiment e t celui du p euple français
SUGGESTIONS
MILITA I RES
a) Liberté entière au point de vue militaire , naval et aenen en Afrique et en Méditerranée Occidentale. (Mo uv ements, r éarmement par utiUsation du matériel et des munitions stockées ou sous contròle e n Afrique et dans la Métropole, effectifs).
b) Libération des cadres indispensables et l'encadrement des troupes indigènes.
c) Remili tarisa tion du Sud-Tunisien
d) FourniLU1 e par l'Axe, au fur e t à mesure des besoins, des carburants et des lubrificants de toute nature nécessaire pour !es moyens de t ransports de tou s ordres et, évenrueUement, pour les opérations militaires
e) Prot ection par l'aviation de l'Axe , dan s la partie orientale de la Méditerranée occidentale, des navires de transport.
f) Autorisation de reprendere ce1~aines fabrications d'armem ent.
POLITIQUES
a) Rétablissement de la souvera in et é française dans !es zone s occupées .
b) Possibilité pour le Chef d e l'Etat e t pour !es Gou vemement de gouvemer de Paris, Vichy restant la capitale provisoire officielJe à cause du corps diplomatiques.
c) La li gne de dérnarcation ne sarait plus que la Hmite de J'occupation militaire. Une nouvelle ligne de démarcation pourrait etre crée à une cenaine di stan ce du littoral ouest pour assurer la protection du secret des opérations militaires. Droit de censure sur la presse, la radio, le cinéma de la zone occupée.
ECONOMIQUES ET FlNANCIERES
Réduction efficace d es frais d'occupation.
Suppression de la Société Ostland et récupération des terres par !es fenniers ou propriétail·e français.
MORALES
Libémtion d'un n om bre important
- d'ag riculteurs
- d'ouvriers et de techniciens
- de fonctionnaires
Mise au cong é de cap t ivit é des prisonniers vo lon tai res pour t rnva iller en Allemagne. Ces pri sonniers recevraient le statut des ouvrie rs et bénéfil'iera ient d e permissions à passer en France.
Le Gouvemement Franç ais, s'engagerait, de son còté,
- à lier sa politique et son économie à celles des puissances d e l'AXE en vue de l'org a nisation de la Communauté européenne;
- à faciliter les transports envisagés sur la Libye;
- et éven tu ellement, à défendre en comrnun le tenitoire tunisi en contre une attaque anglo-saxonne
1942 L.5 ~
*
* *
P R OCESSO VE RB ALE D E L COLLOQUIO D E L D UCE CON IL GEN. VACCA MAG GI OLINI
14 genn aio 1942
Il punto della situazione dei rapporti con la Francia in chiave di rivendica z ioni italiane e di uso delle basi tunisine fu al centro del colloquio del 14 gennaio 1942 tra il Duce ed il presidente della CIAF Presentato quale "Terzo colloquio", invece di quinto, questo verbale è stato in parte inserito nell"'O pera Omnia di B. Mussolini", già citato v ol. XXI, p . 5-8.
FONTE: USSME - CIAF, Racc. 51, Fase. 2.
COLLOQUIO DEL 14 GENNAIO 1942 DEL DUCE COL GENERALE
VACC A MAGGIOLINI, PRESENT E L 'ECCELLENZA CAVALLE RO (dalle ore 20 alle ore 20,35).
Duce: H o letto con molto interesse i l "memento" che vi ha consegnato l'amm iraglio Duplat e la vostra relazione sul co lloq u io avuto con lui. Si tratta di docum ent i di grande importanza e che vanno - specialmente le "Suggestions" - acc uratamente meditati.
Ma la mia prima i mpressione è favorevo le poiché la Francia ha sostanzialmente ragione nelle sue r i chieste, che, se b en vagliate, possono essere, in molta parte, acco lte e perché la risposta francese offre ampio adito a t rattare ancor a.
Vero è che nel "memento" vi è un'afferma zi o n e circa le "amputazioni territoriali" che p are voglia respingere senz'altro ogni rivendicaz ione italiana. Ma l'espressione stessa usata dai F rancesi ci consente invec e d i trattare sull'argomento, poiché quello che noi chiediamo è, per lo appu nto, la resti tuz ione di membra che erano state amputate al l a Nazione I taliana .
-Tutti sappiamo infatti come e perché Nizza ci sia stata tolta nel
1860 e noi non chiediamo nulla di più di que ll o c he allor a ci è stato tolto All a Savoia, che è oltre la crinale a lpina, abbiamo già rinu n zia t o . La Corsica è terra italiana come esplicitamen te ri conosce lo stesso grande coreografo france s e E lisée Réclu s. E nel
1870 Clemenceau voleva cedere la Corsica all'Italia d ietro pagamento simbolico di una lira!
Q uanto a Tun i si ci si potrà sempre accomodare: di spoglie coloniali inglesi ce ne saranno, a guerra vinta, anche t roppe! !
260 Mus solini e Pétain DOCUMENTO N . 42
Anche per la Corsica e per Nizza si potranno offrire compensi: le provincie Vallone del Belgio valgono assai più per estensione, popolazione e ricchezza, dei terri to1i che noi rivendichiamo.
Io: Vi faccio osservare, Duce, che vi è, nel docum en to francese, un esplicito accenno ai dipartimenti francesi d el Nord e del Passo di Calais pei quali è evidente che i F rances i temono un'annessione tedesca. Tal e annessione escluderebbe naturalmente la possibile assegnazione alla F rancia di alcuni territori del Belgio .
Duce: Ciò è vero. n Fuhrer mi ha infatti più volte detto che vo leva conservare Cala is, poiché esso è la testa di ponte, grazie a cui l'Inghilterra può sempre valersi di quella che il Fuhrer stesso suole chiamare "la piazza d 'armi inglese nell'Europa continentale" e cioè la Francia. Ma se effettivamente la Francia si decidesse ad una partecipazione effettiva e leale al riordinamento logico della nuova Europa, anche tale pregiudiziale del FUhrer potrebbe perdere il suo valore.
P erciò - ripeto - io considero il documento francese, nel suo c omplesso , come espressione di proposi ti accettabili e come possibile base di ulteriori discussioni.
Naturalmente è ora indispensabile trattare a 3 ed io perciò prevedo come prossima una riunione d ei tre Capi (il Flihrer, Pé tain ed io) o dei tre Minist1i degli Es teri .
Qu ello che bisogna impedire nel modo più assoluto è che la Francia si valga delle nostre concessioni per sottrarsi all e consegu enze d ella s ua sconfitta e riarmarsi per poi rivolgersi contro di noi.
Perc iò lo sviluppo logico della situazione io lo prevedo diviso in tre fasi e cioè:
J a fase: Concessioni alla Francia di carattere politico e finan z iario.
Essenzialmente si tratta di ridare alla Francia la sovranità, sia pure attenuata, su t utti i suoi territori. Ciò porta di per sé al trasporto della capitale a Parigi , allo spostamento della linea di demarcazione, all'ampliamento del t erritor io libero pur consentendo alla Germania la necessaria occupazione d elle coste atlanti che .. .
Io: Nella mia relazione ho omesso di awertire che l'ammiraglio Duplat mi ha dichiarato che il restringimento della zona occupata non escludeva la presenza di presidi tedeschi in talune l ocalità di particolare importanza militare (nodi stradali; centri ferroviari; etc.) .
1942 261
Duce : Sì, su tutto ciò ci s i può sempre intendere. Altra concessione della P fase è la riduzione delle indenrùtà di occupazione secondo la richiesta tedesca. Benché la Francia sia ancora ricca (e ce ]o prova l'oro che ci ha accordato e di cui le prime 5 tonnellate sono già al sicuro nella sagrestia della Banca d'Italia) non può sentire il gravame del forte salasso che le è imposto daIJa Germania.
Io: . . . e che è anche superiore alle reali spese cLi occupazione, talché la Germania ha già accumulato un enorme credito di circa 70 miliardi di franchi!
Duce: Per l'appunto, anzi tale credito costituisce una minaccia sempre incombente, e perciò jntollerabiJe, sulla Francia.
La 2a fase dovrà consistere in una 'Sempre maggiore, più intima e reale adesione della Francia alla politica delle Potenze del Tripartito. In pari tempo le concessioni accordate durante la 1a fase dovrebbero avvincere l'opinione pubblica francese, ora ostile, a l Governo di Vichy.
Solo allora, a Francia sempre meglio vincolata all'Asse, si dovrebbe passare alla 3a fase e cioè alla concessione delle mis ure militari richieste dalla Francia. Fino ad allora dovrebbero rimanere immutate le attuali provvidenze relative al disarmo della Francia.
Ma per camminare su tale strada è necessità pregiudiziale che la Germania sia in proposito d'accordo con noi. Le conversazioni avvenute tra il Maresciallo Goering e il Generale Juin lasciano sperare che ciò possa avverùre.
Sapete Voi, a tale proposito, se le richieste francesi siano già note ai Tedeschi?
Io: Ciò non pare dubbio: le richieste sono state fatte in parte al Ministro Hemmen ed in parte alla C.T.A..
Duce: Quando sono avvenute le conversazioni Goering - Juin?
Io: Lo ignoro con precisione, ma ho motivo di ritenere che si siano svolte tra Natale e Capodanno, all'incirca contemporaneamente alle trattative da me svolte con l'ammiraglio Dup lat.
Vi devo pe1ù avvertire che da una recent issima conversazione avuta a Torino col Generale von Senger, mi risulterebbe che il Governo tedesco è riluttant e ad attrarre la Francia nell'orbita dell'Asse - prima di averla riarmata - per non esporre la Francia stessa a perdere il suo Impero, e specialmente le sue parti più
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eccentriche (il Madagascar per esempio) prima che sia in grado di difenderle.
Duce: Questo è fare della metafisica politica, crearci noi delle difficoltà che neppure la F rancia, più inte ressata, so ll eva . Si capisce che la Francia schierandosi con noi si espone a dei risch i e potrà perdere, temporaneamente, qualche colonia.
Non abbiamo noi stessi, e ntrando i n guerra, affrontato la prevista perdita temporanea dell'Etiopia?
Ess e nziale è persuadere il Fiihrer, ed io spero di riuscirvi, come già altre vi sono riuscito.
Oggi la Tunisia ci è indispensabile ed occorre ottenerla dalla Francia. Senza la Tunisia non si è sicuri di tenere la Libia. Senza Tunisi e la Libia non si conquista l'Egitto, e senza l'Egitto non si può riconquistare l'Etiopia, guerra durante, né partecipare da sud-ovest alle operazioni nel medio-oriente.
Cavallero: La Tuni sia rappresenta oggi la chiave de ll a vittoria.
Io: E l'arrivare a Suez ci assicura anche il collegamento col Giappone , che è prezioso non so ltanto militarmente.
Duce: Né bisogna dimenticare quanto sono costosi, o ltreché 1ischiosi, i nostri traffici con la Libia . Portarvi 20.000 tonn elJ ate di materiale richiede l'impiego di 100.000 tonnellat e di na vi da guerra ed il consumo di 20 .000 tonnellate di carburante . Anche per questo la Tunisia ci è indispensabile. E perciò non dobbiamo lasciarci sfuggire l'occasione di utilizzarla col consenso della Francia. Tutto questo emerge da un primo rapido esame dei documenti che mi avete portato.
Ma io desidero esaminarli con maggior calma e riflettere ancora prima di decidere. Quando ripartite per Torino?
Io : Sono ai Vostri ord ini, Du ce .
Duce: Allora fra qualche giorno, prese le mie decisioni, Vi richiamerò
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COLLOQUIO TRA IL GEN. VACCA MAGGIOLINI E L'AMM. D U PLAT
23 gennaio 1942
Le reazioni ita liane al Memento francese furono al centro dei colloqui con il capo della Delegazione francese amm. Duplat del 23 gennaio; in essi il presidente della CIAF sottolineava le rich ieste italiane e le dovute cautele verso le reticen ze della Francia di Vichy.
FONTE: USSME - CIAF, Racc. 51, fase. 2.
COLLOQUIO DEL 23 GENNAIO 1942 XX CO N L'AMMIRAGLIO DUPLAT
1) Situazione Asse - Francia.
A Roma il Vo stro "memento" colle annesse "suggestions" è stato letto con la massima a ttenzion e e con cordiale benevo le n za , riconoscendosi che esso potrebbe costituire b ase p er ulteriori proficue discussioni. Ciò, b en inteso, in linea generale, poiché in taluni particolari, pur di notevole importanza, si è dovuto constatare un atteggiamento francese meno propizio ad una intesa pron ta e sincera.
Così è da osservare innanzitutto che m en tre da parte nostr a si ten deva a serrare entro limiti ristret t i e ben determinati il problema da discutere così da renderne più agev ole la sol uzione, il Gov erno francese ha invece appr ofittato anche di questa nuova occasione per estendere il problema all'intero campo poHtico e d alla stessa sis t e mazione del dopo -guerra, b enché già altre volte gli fosse stato n oti ficato che l'Asse riteneva oggi prematura , an zi impossibile, simile dis cussione
Come pure, mentre io avevo potuto arguire da una Vostra frase di grande im portanza, ch e a Vichy ci si fosse ormai persuasi che il tempo delle tergiversazioni era tr a scorso ed occorreva ogg i decisamente schierars i con l'Asse o contro l'Asse, ora si dic hiara apertamente che si vuole continuare a mantenere aperte le relazioni con gli S.U.A. . Ed, in proposito, molto gravi sono le notizie che ho ricevuto circa la ingerenza dei consoli americani a Marsiglia!
Insomma si h a l'imp ressio n e che la Francia voglia t u tto guadag nare senza nulla rischiare: programma che è evidente mente
264 Mussolini e Pétain DO CUMENTO N . 43
molto seducente e comodo per la Francia, ma che, altrettanto evidentemente, non è realizzabile .
Voglio ancora aggiungere che mentre si era di comune accordo riconosciuto l'opportunità di rinviare l'esame di ogni questione territoriale alla fine della guerra, ecco ora la Vostra anticipata protesta contro eventuali "amputazioni territoriali". Al riguardo non si è mancato di osservare che in proposito bisogna intenderci.
Così, per citare alcuni esemp i scelti all'infuori di ogni contestazione tra I tali a e Francia: vi è stata per l'Alsazia e Lorena amp utazione dopo il 1870 - '71 o dopo il 1914 - '18? E sarebbe amputazione ridare Malta all'Italia e Gibilterra alla Spagna? Evidentemente la frase dell'amputazione è elastica nella sua interpretazione e come tale può accettarla anche l'Asse.
Ma, ripeto, nonostante talune manchevolezze e talune eccessive pretese, si è riconosciuto che il "memento" e le "suggestions" potrebbero costituire basi utili , ulteriori discussioni. Non lo possono però, nel momento attuale, poiché la rottura delle trat tative di Wiesbaden, compiuta il 21 dicembre per iniziativa della Francia, ha determinato da parte della Germania un irrigidimento del quale essa non intende recedere se non a patto che il Governo di Vichy dimostri in modo concreto e tangibile la sua sincera volontà di trattare con l'Asse e di collaborare con lui.
E, per mio conto, suppongo che a tale irrigidimento deJla Germania abbia contribuito la supposizioni, non so quanto fondata, che la Francia abbia creduto di poter fare la voce grossa, viste le difficoltà sorte durante l'inverno nelle operazioni tedesche in Ru ssia . ..
L 'ammiraglio Duplat ha eccepito, in risposta, l'assoluto buon vo lere della Francia e Je note gravissime difficoltà della sua situazione, dicendo che da parte tedesca nulla si è fatto - all'infuori di talune trascurabili concessioni - per facilitare realmente il compito di Vichy. Ha poi aggiunto che molto si era sperato in un intervento del Duce e che perciò la notizia che Egli pel momento non aveva tale possibilità, avrebbe addolorato gravemente il Governo francese . Finiva perciò per chiedermi se, a mio modo di vedere, non ci fosse modo di uscire dal vicolo cieco in cui si erano cacciati i rapporti franco - tedeschi
Gli s u ggerisco allora, dopo avergli fatto notare che la buona vo lontà italiana rimane immu t ata e che potrà manifestarsi ed agire non appena la mutata situazione nei rapporti tra Francia Germania possa consentirlo, che, forse, una pronta e spontanea adesione francese alla r ichies ta di tonnellaggio mercantile per l'Asse potrebbe giovare allo scopo. Al che l'amm. Duplat replicò chiedendomi se tale offerta non potesse esser fatta dal Governo di
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Vichy personalmente al Duce , perché Egli potesse poi va lersene per agire verso i l Ftihrer.
Rispondo che poiché quello che ho es pos to è stato e d è una mia idea ass olutamente personal e, n on ho la possib ili tà di rispondere alla sua domanda. Credo p erò che sia meglio che qualsiasi passo francese sia fatto apertamente e direttamente, così da riaprire la strada alle discussioni tra Francia e Germania : ciò ottenuto sarà più facil e e natural e l'intervento italiano.
2) Personale diplomatico italiano e f rancese Tengo innanzitutto a dirVi che di questa questione non ho potuto occu p armi che nella giornata di ieri 21 gennaio, poiché l'assenza da Roma d ell 'Ec c. Ciano ha impedito di trattarne prima. Come Vi avevo subito det to , l'Ecc. Ciano mi ha informato che egli non ha mai inteso, nel colloquio d el 10 dicembre a Torino, di promettere ali' ammiraglio Darlan - al quale Vi prega di tras mettere il suo cordiale saluto - reciprocità n ell e rispettive rappresentanze diploma tiche in Francia ed in Italia. Si tratta dunque d'uno sp ia cevole malinteso.
Di ciò l'Ecc. Ciano è tanto più sicuro perché il Governo italiano ha sem p re ri t en uto e tutt ora rit iene che, in linea di diritto , l'attuale regime armistiziale - che attenua ma non annulla lo stato di guerra - non p uò c onse n tire lo stabilimento di regolari rap presenta n ze diplomatiche nell e capitali, né ammette una pari tà d i di ri t ti tra Francia ed I talia . Viceversa il Governo it a liano, tenendo conto della particolare situazione sorta col protrarsi del lungh issimo periodo dell'armistizio, riconosce come, in linea di fatto, sia poss ibil e e d anche opportuno trovare modo di legare relazioni diplomatiche tra i due Governi.
Il Governo itali ano è sta to anzi oltremodo largo e genero so nelle sue decisioni, poiché anziché pretendere che la Francia inviasse ( senza reciprocità) un su o rapprese nta nte a Roma , è stat o esso s tesso a nominare un plenipotenziario diplomatico in F rancia ed ha scelto una personalità, quale l'Eccellenza Bu ti, che ha rango di ambasciatore. A tale riguardo Vi faccio notare che una volta il Papa riceveva ambasciatori, ma non ne mandava: ciò a conferma della considerazione che l'Italia compiva, coll'invio de ll'Ecc. Bu ti a Pari gi, un gesto squ isitamente amichevole, che Vo i avete avuto torto ad interpretare male.
Naturalmente l' Ita lia, pur essendo in s ituazi one diversa di quella della Germania verso la Francia, n on poteva t ener conto di quanto in argomento aveva fatto la Germania. Perciò l'Ecc. Buti fa inviato a Parigi e non a Vichy.
P er le stesse ragioni - ed anche per riguardo personale verso
266 Mussolini e Pétain
l'ammiraglio Darlan, che poteva avere così sempre una sua immediata disposizione per eventuali comunicazioni un diplomatico italiano - si è deciso l'invio del conte Zoppi a Vichy.
Anche per questo invio, l'Italia non sa dunque spiegarsi la reazione francese, che ritiene ingiustificata.
Ciò premesso e tenendo conto, per quanto è possibile e sempre in linea di fatto e non in linea di diritto, delle richieste francesi, Vi comunico che il Governo italiano è pronto ad accogliere favorevolmen t e il desiderio del Vostro Governo di avere a Roma una delegazione francese.
Il Governo italiano non può dare a questa Delegazione il carattere di una rappresentanza diplomatica, come è indicato nella nota verbale del Vostro Capo di Gabinetto al generale Gelich, ma esso è pronto ad accettarla come Delegazione economica e ad assicurare ad essa un trattamento di cortesia analogo a quello del quale godono i diplomatici regolarmente accreditati. Tale missione potrà occ upa re il pianterreno del Palazzo Famese, secondo quanto è stato richiesto dal signor Sanguinetti.
Nulla si opporrà a che il Presidente della Delegazione economica abbia dì fatto cura anche degli interessi francesi in Italia, poiché egli sarà in contatto con le Autorità italiane.
Con la installazione del sig. Zo ppi a Vichy il Governo italiano è venuto d'altra parte incontro al Vostro desiderio di avere un ufficio italiano anche nella sede stessa del Governo francese, u fficio che sarà alle dipendenze dell'ambasciatore Buti.
11 Governo italiano ritiene che in questa forma si possano considerare come regolate soddisfacentemente le questioni che Voi mi avete esposto nelle Vostre note e nelle conversazioni che abbiamo insieme avuto sull'argomento.
L'ammiraglio Duplat mi è parso convinto e soddisfatto di tale documento di cui ha preso nota man mano che l'esponevo e delle spiegazioni verbali che vi ho aggiunto.
Unica riserva fatta quella che la richiesta circa il pianterreno del Palazzo Farnese riguardava la Delegazione vera e propria presieduta dal signor Sanguinetti mentre ora, per un presidente avente in sostanza, se non nel titolo, incarico più importante, ocçorrerebbe po t er occupare il primo piano.
Ho risposto che la questione mi pareva di importanza secondaria e che potrebbe però essere eventu almente trattata a Roma a suo tempo dall'interessato.
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DENUNCIA FRANCESE DEGLI ACCORDI "DELTA" E "GAMMA"
11 febbraio 1942
Delusi per il mancato corrispettivo politico da parte dell'Asse ed intimiditi dalle minacciate ritorsioni inglesi, i francesi decisero di denunciare gli accordi sui trasporti tunisini da Marsiglia con la seguente comunicazione dell 'amm. Duplat.
FONTE: USSME - CIAF, Racc. 51, fase. lL.
L'Ammiraglio Duplat, Presidente della Delegazione Francese alla Commissione Italiana di Armistizio, a Sua Eccellenza il Generale d'Armata d esignato Vacca Maggiolini, Presidente della Commissione Italiana di Armistizio.
1 - Malgrado le precau zioni prese al fine di evitare ogni sorta di indiscrezione, i primi trasporti di m erci e di autocarri effettuati per conto dell'Italia hanno destato l'attenzione dell'Inghilterra e dei suoi alleati.
Le trasmissioni radiofonich e e la stampa anglosassone fanno eco alle informazioni raccolte qua e là. Sin d'ora questa azione assume i toni di una violenta campagna di stampa. Le trasmissioni radiofoniche americane fanno appello all'aiuto delle popolazioni della Nordafrica nel verificare e constatare la natura delle merci che vengono sbarcate dalle navi provenienti dalla Francia, e danno informazioni esatte e precise sui primi trasporti.
Tal e campagna di stampa è stata appena confermata da alcune azioni diplomatiche - dalle quali si desume che la questione sia passata dal piano della propaganda a quello della politica generale. Sin d'ora risulta che le circostanze sono tali che i trasporti "delta" e "gamma" sono sul punto di avere conseguenze politiche fuori proporzione con l 'imprtanza dei servizi che possono rendere all'Asse.
2 - Ciononostante, malgrado tutte le difficoltà ed oppos1Z1oni che rischiava di incontrare, il Governo Francese si è impegnato in una politica di collaborazione con l'Asse. Ne ha dato prova consentendo senza alcuna contropartita il transito di viveri e di m erci in
268 Mussolini e Pétain
DO CUMENTO N. 44
I
Francia e in Tunisia in un momento in cui la situazione dell'Asse in Libia era piuttosto d elicata, decisione che doveva causare gravi difficoltà alla vita economica tunisina.
E ra suo compito evi d ente dover 1icorrere a misure cautelative destinate a fronteggiare delle reazioni offe nsive. In virtù dell'armistizio tali misure non potevano essere prese che con il consenso delle potenze facenti parte dell'Asse.
Ora le richieste corrispondenti hanno incontrato una diffidenza ingiustificata alla luce dell'orientamento politico del Governo Francese .
L'accoglienza accordata dalla Commiss ione Italiana di Armistizio alla recente richiesta di rafforzamento della Tuni sia è indicativa a riguardo.
Con lettera 31-631 Pr. del 5 Febbraio, la suddetta Commissione rendeva note le proprie concessioni stabilite in accordo con la Commissione Ted esca di Armistizio e dopo aver consultato il parere del Supremo Comando Italiano. Le concessioni ottenute sono molto ridotte rispetto alla richiesta che ne era stata fatta, la quale era nello spirito de l Governo Francese un minimo al di sotto del quale sembrava impossibile scendere.
Nessuna delle 1ichieste avanzate dalla Marina è stata soddisfatta:
a) Sommergibili per la difesa costiera appartenenti al gruppo di cambio;
b) Formazione d e lla flottiglia da bombardamento 9F, formazione della squadriglia da caccia 3 A.C; formazione della squadriglia da bombardamento 8 B;
c) Difesa dei campi e delle basi dell'Aeronautica navale in Nordafrica;
d) Rafforzamento della difesa dei passaggi a Biserta.
3 - L'atteggiamento delle potenze anglosassoni mostra fino a che pun to in realtà tali richieste fossero ingiustificate e in che misura ess e s iano tuttavia insufficienti.
Non trattandosi di materiale bellico, il Governo Francese può, in una certa misura , giustificare il trasporto delle merci "Delta".
È del res to abbastanza fac il e assicurare tale trasporto in condizioni di segretezza soddisfacenti.
Al contrario, sebbene gli autocarri non costituiscono esattamente d e l materiale bellico, è più difficil e fare accettare che una simile forma di assistenza venga concessa dalla Francia alle truppe dell'Asse; gli autocarri sono infatti un elemento importante per la motorizzazione di un esercito. Il loro trasporto fino al mare, per il fatto che sono generalmente in coperta, il loro imbarco e sbarco,
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nonché i loro viaggi, sono d'altra parte troppo evidenti per poter passare inosservati.
Di conseguenza, il Governo Francese si vede obbligato a rendere immediatamente operativa la clausola E del processo verbale del 3 Febbraio, nonché a sospendere sin d'ora ogni trasporto di autocarri italiani verso il Nordafrica ...
Invece non modifica per il momento la sua linea di condotta relativamente ai trasporti "delta" che proseguiranno con la momentanea riserva cui faremo in seguito riferimento.
4 - Per quanto attiene ai trasporti di camion, devo osservare che tali trasporti riguardavano esclusivamente quelli destinati al trasferimen t o delle merci "delta" da Gabès alla frontiera della Libia, come risulta chiaramente dalle mie lettere:
3092/P del 27 dicembre 1941
3102/P del 29 dicembre 1941
3111/P del 31 dicembre 1941
3121/P del 1° gennaio 1942.
Inizialmente si era in effetti pensato di effettuare tali trasporti con dei camion francesi; soltanto a causa del numero ridotto dei camion francesi disponibili, e per l'insistenza da Lei dimostrata nel corso del nostro colloquio awenuto il 30 dicembre 1941 e da me reso noto al mio Governo, quest'ultimo ha accettato di destinare a tali trasporti in Nordafrica dei camion italiani.
5 - Lo smaltimento delle merci "delta" in Tunisia sta incontrando attualmente delle difficoltà di trasporto che il Governo F rancese sta cercando di appianare. In attesa di passare dalla fase organizzativa a quella di studio, nel corso della quale saranno avanzate proposte, e al fine di evitare l'intasamento delle banchine a Tunisi e a Marsiglia, La pregherei di sospendere per qualche giorno l'invio di merci "delta" .
Le comunicherò quanto prima la data in cui le spedizioni potranno essere riprese.
Le difficoltà dovute al pessimo stato del materiale ferroviario in Nordafrica non consentono di stabilire una cifra precisa relativame nte alle quantità di merci da trasportare.
Il Comandante della Marina a Marsiglia avrà il compito di regolare i trasporti "delta" e riceverà in particolare le istruzioni n ecessarie per deciderne il ritmo, allo scopo di evitare d egli ingorghì sia a Marsiglia che a Tunisi. Sarà quindi informato d elle possibilità relative all 'awiamento verso la Tripolitania dell e merci scaricate nei porti tunisini.
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I I
6 - Infine è mio dovere richiamare la Vostra attenzione sulla Convenzione D. sottoscritta a Roma il 3 Febbraio 1942 in merito al rimborso dei costi del carbone e degli olii lubrificanti alle ferrovi e tunisine.
Dopo averne discusso, la delegazione francese ha approvato la cifra di 40 tonnellate di carbone per 1.000 tonnellate di merci trasportate , fermo restando che, qualora tali sussidi si dimostrassero insuffici ent i ad assicurare i trasporti "delta" ed altri senza recar danno ai trasporti indispensabili alla vita della Reggenza, il Governo francese si riserverebbe d i riesaminare la questione.
Sin d 'ora, a seguito di uno studio approfondito, il Governo francese è portato a constatare che tale sussidio risulta insufficiente.
H. Duplat
L'amiral Duplat, Président de la Délégation française à la Commission ltalienn e d'armistice, à son Excellence le général d és igné d'armée Vacca Maggiolini, Président de la Commission Itali e nne d'armistice.
1 - Malgré !es précautions p rises p our éviter les indiscré tions , l es premiers tran sports de marchandises et de camions faits pour le compte itali en ont attiré l'attention de l'Angle ten-e et de ses alliés.
Les émissions radiophoniques et la presse anglosaxonnes se font l'écho broyanl des renseignementes ainsi glanés. Dés maintenant, cette action prend la forme d'une violente campagne de presse. Les ém i.ssion radiophoniqu es américaines font appel à l'aide de la population de l'Afrique du Nord pour vérifier et constater la nature des marchandises debarquées des navires anivant de France et donn ent des renseignements exacts et préc is sur les premiers transports Cette campagne d e press e vient d 'e tre confinnée par d es d émarches diplomatiques qui montrent qu e la question es t passée du pian de la propagande sur celui de la politique générale.
Il en résulte que, dès à prése nt, les circonstances som telles que les transports "d elta" et "gamma" sont sur le point d'entrainer des conséquences politiques hors de proporti on avec l'importance des services qu'ils peuvent r endre à l'Axe.
2 - Cependant, en dépit de toutes ces difficultés, et oppositions qu 'il risquait d e rencontrer, le gouvernem e nt français s'est engagé dans une politique de collaboration avec l'Axe. Il en a donné des preuves justement lorsqu'il a accepté, sans aucune contre-partie, de permenre le transit de vivres et de marchandises à travers la France et la Tunisie, au moment où la situation de l'Axe en Libye était délicate , décision qui devait causer de graves difficultés à la vie éco nomique de la Tuni.sie.
Il était de son devoir le plus évident de prendre toutes les mesw-es de précaution destinées à faire front à des réactions offensives; ces mesures ne pouvaient, du fait de l'annistice, etre prises qu'avec le consentement des puis sances de l'Ax.e.
Or Jes demandes correspondantes se sont heurtées à une mé6ance injustifiée, étant donné les preuves de l'orientation de la politique du gouvernement français; l'accueil fait par la Commission ltalienne d'armistice à la récente demande de renforcem ent de la Tuni s ie est symptomatique à cet égard .
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Par la lettre 31 - 631 Pr. du 5 février, cene Commiss ion faisait connaìtre Jes concessions qu'elle autorisait, d'accord avec la Commission Allemande d 'arm istice, et apres avis du Commandement supreme italien. Les concessions sont tres faibles, eu égard à l'ensemble des concessions demandées, qui constituaient dans l'esprit du Gouve mement français un minimum au-dessous duquel il lui parnissait iropossible de descend.re.
Aucune des demandes faites par la Marine n 'a été satisfaite:
a) Sous - marins de d éfense còtière et du groupe de relève;
b) Constitution de la Aottille de bombardement 9 F
Constitution de l'escadrille d e chasse 3 A.C.;
Constitution de l'escadrille de bombardement 8 B;
e) Défense cl. es terrains et bases de l'Aéronau tique navale en Afiique du Nord;
d) Renforcement de la défense d es pass es de Bizerte.
3 - L' attitude des puissances anglo-saxonnes montre à quel point ces demandes étaient pourtant justifiées, et combien meme elles sont insuffisantes
Le Gouvemement français peut, dans une certaine mesure, justifier le transport des m archandises "Delta", puisqu'i l ne s'agil pas d e matériel de guen-e; il est d'autre part assez facile d'assurer ce transpo rt dan s ces condit ions satisfaisantes d e discrétion.
Au contraire, bien que les camions ne soient pas à proprem e nt parler du matériel de guerre, il est plus difficile de faire admettre cette fonne de l'assistance apportée par la France aux troupes de l'Axe: les camions constituent en effet un élément important de la motorisation d'une année. Leur transport à la me,·, du fai t qu'ils sont généralemeot en pontée, leur embarqu eme nt , 1.eur d ébarquement, leurs voyages, sont, d'autre part, trop apparents pour qu'ils puissent échapper aux regards indiscrets.
En conséquence, le Go uvemement français se voit obligé de faire imm édiatemen t jouer la clause E du procés verbal du 3 février e t de suspe ndre dès maintenant tout transport de camions italiens vers l'Afrique du nord.
Par contre, il ne modifie pas, pour le moment, sa ligne de condui t e en ce qui concerce les transports "delta", q ui continueront, avec la réserve mom e ntan ée indiquée plus loin
4 - En ce qui concerne les transports de camibns, j e dois observer que ces transports ne concernaient que !es camions destinés à amener les marchandises "delta" de Gabès à la fronliére de la Libye ains i qu'il ressort clairement de mes lettres;
3092/P du 27 d écembre 1941
3102/P du 29 décembre 1941
3111 /P du 31 décembre 1941
3121 /P du l " janvier 1942.
On ava.il en effet envisagé tout d'abord d 'effe ctu er ces transports par d es camions frança is et c'est en raison seulement du petit nombre de camions français immédiatement disponibles, et sur Votre insistance personnelle au cours de notre entrevue du 30 décembre 1941 , portée par mes soins à la connaissance de mon Gouvernement, que celui-ci a accepté l'e n voi e n Afrique du Nord de camions italiens destinés à ces transports.
5 -L'écoul ement en Tunisi e des marchandises "delta" se heurte en ce moment à d es difficultés de transport que la Gouvemement français s'efforce d'aplanir. En attendant l' aboutissement de l'organisation à l'étude, au sujet d e laquelle des propositions vous seront adressées incessamment, et pour éviter l'embou t eillage des quais à Tunis et à Marseille, je vous d em ande de vouloir bien suspendre pendant qu.elques jours J'envoi de marchandises "delta".
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Je vous ferai connaitre au plus tot les possibilités da reprises des éxpéditions
Les diffìcu ltés dues au mauvais état du matériel feIToviaire en Afrique du Nord ne pcrmetten t pas de fixer un chiffre précis pour les quantités de marchandises à transporter. Le Commandant de la Marin e à Marseille jouera le role de régtùateur pour !es transports "delta" et recevra en particulier !es instrnctions nécessaires pour e::n fixer le débit, afin d'éviter tout embouteillage, ainsi bien à Marseil le qu'à Tunis; il sera informé à cet effect des possibilités d'écoulement vers la Tripolitaine des marchandises débarquees dans !es ports tunisiens .
6 - Enfin, je suis chargé d'attirer Votre attention sur la Convention D signée à Rome le 3 février 1942, au sujet du remboursement aux chemins de fer tunisiens du charbon et d'builes de graissage
Aprés discussion, la dé légation française a accepté le chiffre de 40 tonnes de charbon pour 1.000 t0nnes de marchandises transportées, étant entendu que si ces allocations paraissaient insuffisantes pour assurer !es transports "delta" et auu·es sans mure aux transports indispensabl es à la vie de la Régence, le Gouv ernement française se réservait de reprendre la question.
Dès à présent, aprés un étude approfondie , le Gouvernernent français est am e né à consta t er que cert e allocation est insuffìsante.
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H . Duplat
PROTESTA DELLA CIAF CONTRO LA DENUNCIA FRANCESE
12 febbraio 1942
L'inconsistenza della protesta francese e quindi della denuncia degli accordi sui trasporti "delta " e "gamma" furono sottolineati dalla protesta della CIAF alla Delegazione francese in data 12 febbraio.
FONTE: USSME - CIAF, Racc. 51, fase. 1 L.
All'Eccellenza il PRESIDENTE della Delegazione francese di Armistizio
La Vostra le ttera dell'l 1 febbraio n. 23 1/P. è stata rimessa al mio Comando Supremo per queJle decisioni che mi riservo di comunicarvi.
Ma sin d'ora, per impostare la questione nei suoi precisi termini, non posso fare a meno di prospettarVi le seguenti obiezioni a quanto è scritto nei successivi punti della Vostra lettera.
1 - Prendo atto della Vostra dichiarazione sull'eco che i primi trasporti "delta" e "gamma" hanno avuto da parte della propaganda avversaria e sui passi diploma tici che il Governo americano avrebbe fatti presso il Governo francese.
Tutto ciò non deve né può meravigliare, anzi era da prevedersi (anche per esplicita vostra ammissione), data la difficoltà - per non dire impossibilità di mantenere il segreto su trasporti così appariscenti, malgrado le precauzioni prese, in un ambiente, quale quello della Provenza e della Tunisia, che pullula di agenti americani e dove le correnti prevalenti del!'opinione pubblica non sono certo favorevoli all'Asse.
Non per nulla la parte francese ha chi es to onerose condizioni finanziarie che sono state accettate da parte italiana nel protocollo del 3 fe bbraio app un to per scontare i rischi che i trasporti present avano e per i quali si prevedevano anzi rappresaglie determinanti l'a ffonda mento dei piroscafi.
2 - È vero che il trasporto di viveri e di merci (ed io aggiungo anche autocarri) per la Libia attraverso la Francia e la Tunisia sono stati accettati dalla Francia con una dichiarazione in linea di principio senza contropartite.
274 Mussolini e Pétain DOCUM ENTO N. 45
Ma è altrettanto vero che nel passare dalle parole all'esecuzione dei trasporti, contropartite sono state chieste in linea di fatto da parte francese ed accordate dall'Italia. Tali gli sbloccamenti di autocarri in numero doppio di quelli italiani mandati in Libia; tali i riarmi per la Tunisia; tali le agevolazioni concesse per il traffico marittimo nel MediteITaneo colJegate alla concessione di gasolio necessario al movimento degli autocarri dei trasporti "gamma".
Non è giusto da parte Vostra asserire che le domande francesi si sono urta te in una "méfiance injustifiée"; è logico invece che nelle concessioni dei riarmi in Tunisia non si potesse prescindere dalla valutazione generale strategica del problema militare nel Mediterraneo e dalla valutazione della situazione armistiziale, in accordo con la C.T.A..
D'al tronde quale credito si potrebbe dare alla precisa volontà del Governo francese di far fronte a "réactions offensives", se è bastata una prima manifestazione di propaganda anglo-sassone per preoccupare a tal punto il Governo francese da fermare i trasporti "gamma" in corso?
Evidentemente i r iarmi da concedere dovevano rispondere ad un previdente criterio di gradualità; e che ciò fosse proprio necessario lo dimostrano i fatti ora verificatisi.
3. Sono poco comprensibili le ragioni per le quali il Governo francese asserisce di poter gi ustifica re il trasporto delle merci "delta", ma non il trasporto degli autocarri "gamma".
Pu r seguendo il Vostro ragionamento, il trasporto degli autocarri sarebbe stato autorizza to adunq u e per assicurare l'inoltro in Libia delle merci arrivate in Tunisia. Ma, allora, come si potrà provvedere a questo inoltro senza gli autocarri italiani, se il Governo francese li ha appunto richiesti perché non vi era disponibilità di autocarri francesi?
E anche ammesso che, contrariamente a quanto fatto sapere in precedenza, fossero ora disponibili gli autocarri francesi in numero su fficiente, come si può pensare che il movimento dei medesimi sulle strade della Tunisia rimanga inosservato tenuto conto altresì che, in ogni caso, dovrebbe farsi un ingombrante ed appariscente trasbordo di merci alla frontiera libico-tunisina fra autocarri francesi ed autocarri italiani?
Sembrano leciti questi interrogativi sulla discrezione da mantenere abolendo i trasporti "gamma" e considerando che gli autocarri italiani da spedirsi da Marsiglia erano predisposti con co lori tura e targhe speciali, come se fossero autocarri francesi, o, quanto meno, acquistat i dalla Francia.
1942 275
4 - No n pare esa tto c h e i trasporli degli autocarri "gamma" dovessero ess ere limilati a qu elli occorrenti aj trasporti delle m erci "delta"; n o n es iston o specificazioni a l riguardo né n e lla Vos tra lettera 3.1 2 1 del 1° ge nnai o, né n el p rocesso verbale del 3 febbraio, c h e è testo ufficiale in argomento.
Comunque, an c h e se i tras porti "d e lta" e "gamm a" fos sero coJlcgati, nel s enso di mandare in Nord Africa i so li a ut ocarri itali a ni occo r re n t i al tr a s porto de ll e merci, è eviden te c h e il num e ro d egli autocarri avrebbe dovuto esse r e quello necessario a d assicurare i trasporti s ino a Tripoli, cioè s ino a quel porto di s b arco dove, per l a via diret ta , arriva no altrimenti le m erci ; se così non foss e si dareb be al Comando Superiore d e ll a L ibia un aggravio di trasporti terrestri c h e non s i sare bb e potuto n e mmen o prendere in considera zione.
Ne ll e prime int ese co n codes ta Delega zio n e si p arlò infatt i da par t e italian a di un numero di autocarri che po tevan o s uperare il migliaio; da parte francese ci s i limi t ò , ai primi di ge nnai o, al num ero di circa 150 a utocarri al m ese (V ostra ci tata nota 3. 12 1 P ).
5 - È strano c h e soltant o ora si parli di "e mbout e illage" in Tunisia p er le poche merci s pe dite si n ora.
S egno ev idente c he la qu es tione n o n era s tata app rofond ita al momento d e lle concessioni fatte c h e imp licavano da parte italiana comp lesse predispo siz ioni d eg li org ani centrali per l'affluenza a lla frontiera di M e ntone di merci e di aut ocarri. P er q u est i ultim i già si avev ano de i dati (ci rca 150 a l m ese); per l e merci, da i computi fall i s ui voti dei piroscafi dell'ordinar i o ca le ndari o, s i poteva s perare in qu anti t ativi o scillanti da 5 000 a 10.000 tono. men s ili . In quanto poi alla fe rrovia Tunisi - Gabès nelle prime riunioni avv e nute in Algeria tra rappresentanti italia ni e rappresen t anti fran ces i (in quanto il Gove rn o fran cese aveva de t to di regol are le qu es ti oni n e l piano l ocale ) si era parla t o del trasporto di 250 to nn. al gio rno, pur di fornire i l ca rbone necessar io; fornitura ch e in prim o t empo è stata i mmediatamente dat a e già inoltrat a in Fra n c ia.
6 - Ne ll a Convenzio n e D. non appaiono le r iserve di c ui ora fate cen n o; era quind i legitti m o atte nders i c h e qu ell 'accord o fo sse d efin itivo
In c onclu sione, mentre h o dispo s to che vengano sospesi i tras porti "delta" e "ga mma" in partenza dall'Italia, e mentre faccio piena riserv a di farVi conosce re l e decis i o ni d e l mi o Co mand o Supre mo s u tali t r asporti come sulle altre qu es tioni c h e vi interfe r i scono, d e bbo fare l'amara constatazion e c he, d a quando s i
276 Musso lini e Pérain
sono in izia te le trattative, e cioè dalla fine di dicembre, nulla (dico nulla) sinora è arrivato in Libia e che ben poco vi è tra Tunisia e Francia ( a Tunisi circa 1000 t . di merci e 56 autocarri; a Marsiglia circa 1000 t di merci e 44 autocarri dei quali alcuni guasti devono ritornare in Italia per un incidente fe1Toviario).
Un totale quindi veramente irrilevante se si pensa qual'è il fabbisogno della Libia.
Quello che da Voi è stato chiai.nato un "bel gesto" - e che il Governo i taliano aveva apprezzato in tutto il suo valore - tal e è rimasto dunque in teoria , a malgrado lo zelo dimostrato dalla Vostra Deleg,izione e le promesse a suo tempo sottoscritte.
1942 277
GLI ACCORDI EC ON OMICI DI ROMA
6 marzo 1942
Il problema dello sblocco della situazione di stallo che si era verificato con il seq uestro delle aziende francesi in Italia, venne affrontato a Roma nel quadro della generale cooperazione economica italofrancese in una riunione della speciale del.egazione economica francese per l'Italia con un analoga delegazione della CIAF. Gli accordi del 6 marzo 1942 furono i seguenti.
FONTE: USSME - CIAF, Racc. 4 , fase. 1.
IL PRESIDE NTE DELLA DELE GAZIONE ECON OMICA ITALIANA
Sig n or Presidente,
Ho l'onore di comunicarVi che, avendo preso conoscenza delle intese intervenu te a Roma nel gennai o u.s., circa un a collaborazion e cinematografica italo- francese, d i cui accludo il testo in allegato, il Governo italiano è dis posto a consentire che le intese stesse abbiano corso alle segue nt i condizioni:
1) - La Società Anonima italo-francese, di cui è cenno al paragrafo 1) d ell'allegato, avrà un capi tale di 5 m il ioni di franchi. Essa però potrà esercita re gli studi "Nica ea" e "Vic torin e" per un quadriennio, se nza acquistarn e . la proprietà.
2) - Le Società previste ai paragrafi 2) e 3) dell'allegato non potranno avere un ca pi tal e superiore a d un milione di franchi.
3) -I franchi necessari per la costituzione d i det t a Società saranno prelevati sulle somme messe a dis posizione del Governo italiano a sensi d ell'art. 3 le t t. B) de l Protocollo del 22 novembre 1941, relativo all 'art. 10 (acqu is to di partecipazioni in a ffari francesi).
4) - Accordi interverranno tra l'Office des Changes e l'Istituto
278 Mussolini e Pétain DOCUMENTO N. 46
AL PRES IDENT E DELLA DELEGAZIO NE ECO NOM ICA FRANCESE
Nazionale per i Cambi con l'Estero per fissare le modalità pratiche di applica zione dell'alinea c) del paragrafo 4 . d e ll 'all egato; Vogliat e gradire, Signor Presidente, gli atti d ella mia alta considerazione.
PROCESSO VERBALE
relativo alle disposizioni da prendere in merito alle aziende francesi in Italia, poste in liquidazione.
Per quanto concerne le aziende francesi in Italia le quali, alla data di applicazione del Protocollo del 22 novembre 1941 già erano state poste in liquidazione, o erano in corso di liquidazione, la Delega zione economica italiana e la Delegazione economica francese si sono trovate d'accordo in merito alle seguenti disposi zioni:
1) - La Delegazione economica italiana farà pervenire alla Delegazione economica francese, al più presto possibile , delle indicazioni sulla data della messa in liquidazione di ognuna delle aziende francesi in oggetto, sul motivo della m essa in liquidazione, indicando il nome e l'indirizzo del liquidatore , oltre l'attuale stato della procedura , e, eventualmente, ogni altra succinta info rmazione che concerne la situa zione delle aziende stesse;
2) - In base a ll e indica zioni suddette, la Delegazion e eco nomi ca francese raccoglierà i pareri dei vari interessati in Francia ed informerà la Delegazione eco nomica italiana circa la loro posizione su ciascuno dei casi particolari in oggetto;
3) - La Delegazione economica italiana cercherà di ottenere la sospensione delle misure di liquida zione in corso in ogni caso in cui tale sospensione pare possibile: il ritardo che ne risulta dovrà permettere agli interessati francesi di esa minare la situazione dell 'a ffare, ove occorra recandosi in Italia e di fa re conoscere se essi ritengono possibile adottare delle disposizionj atte a rendere inutile la liquidazione.
Fatto a Roma, in duplic e esemplare, in lingua italiana e francese il 6 marzo 1942/XX.
1942 279
relativo alle disposizioni da prendersi per la sost i tuzione del regime del sequestro con quello del "sindacato" per quanto concerne le aziende francesi in Italfa.
Le due Delegazioni hanno preso in esame la procedura pratica da seguirsi per la revoca del sequestro su lle aziende francesi in Italia al fine di sottoporle al regime del "sindacato" conformemente alle disposizionj del P rotoco llo del 22 novembre 1941.
La Delegazione economica italiana ha fatto conoscere di essere disposta a far emanare i decreti per la revoca dei sequestri ma che era consigliabile, per evi t are una inten-uzione nella amministrazione delle aziende o l'inizio del nuovo reg i me in condizioni anormali, a non emanare tali decreti, e soprattu tto a non renderli effettivamente applicab ili , c h e allorquando gli interessati fossero in grado di esaminare le disposizioni pratiche da adottarsi. Nell'attesa i sequestratari rimarranno provvisori amente in carica .
Le due D elegazioni sono d'accordo affinché gli interessati francesi vengano a u torizzati a recarsi in Italia nel più breve possibile limite d i tempo. Se alcuno di essi fosse impedito ad effett u are il viaggio farà conoscere le proprie intenzion i alla Delegazione economica francese la quale l e comuni c h erà a ll a Delegazione economica ital iana affinché ogni utiJe misura possa venire adottata.
Fatto a R oma, in duplice esemplare, in lingua italiana e francese il 6 marzo 1942/XX.
IL PRES IDENTE D E LLA DELEGAZIONE ECONOMICA ITALIANA
Signor Presidente, Con riferimento all'art. 3 del P rotocollo del 22 novembre 1941 concernente le aziende francesi in I talia, ho l'onore di parteciparVi :
J ) - che le due Delegazioni sono d'accordo che, o l tre quelle indicate nel Pro tocollo, resteranno sotto sequestro le seguen ti aziende, perché la loro attività interessa l e esigenze attuali dell'Italia:
- S.A. I taliana Industria Gomma -Milano
280 Mussolini e Pétain
PROCESSO VERBALE
AL PRESIDENTE DELLA DE LEGAZIONE EC O NOM ICA FRANCESE
- Amministrazione Fari delle Isole Italiane dell'Egeo
- S .A. Carburatori Zeni th - Torino
- S.A. Carburatori Solex - Torino
- S.A. La Castanea - Genova
- S.A. Generale delle Acque per l'Estero - Venezia
- S.A. Fabbrica di Munizioni Léon Beaux - Milano
- S.A. Esplosivo Cheddite - Torino
- S.A. Saldature Elettriche e Immobiliare Fusarc - Milano
- S.A Forni Stein - Genova.
2) - che resta sotto sequestro l'azienda Co ty, messa a suo tempo sotto sequestro come azienda francese, essendo sorto il dubbio da parte italiana, e in ragion e d ella dichiarazion e fatta dall'istesso int eressato, che l'aziend a non sia francese .
Vogliate gradire, Signor Presi dente, gli atti della mia alta considerazione.
1942 281
DO CUMENTO N. 47
PROCESSO VERBALE DEL COLLOQUIO DEL DUCE CON IL GEN. VACCA MAGGIOLINI
31 marzo 1942
Le crescenti difficoltà ad avviare con le autorità francesi di Vichy un colloquio politico soddi sfacente per Roma furono al centro del colloquio che il Du ce concesse il 31 marzo 1942 a Palazzo Venezia alla presen za del capo di S.M. gen . U. Cavallero, al presidente della CIAF, gen. A. Vacca Maggiolini. Il processo verbale redatto da quest'ultimo sul colloquio è il seguente.
FONTE: USSME - CIAF, Racc. 50, fase. 1 L.
COLLOQUIO COL DUCE ALLA PRESENZA DELL' ECC. CAVALLERO (Palazzo Venezia - 31 - 3 - 1942 XX; 20,45 - 21,05).
Su invito del Du ce, gli espongo quanto l'Amm. Duplat mi ha incaricato, a nome delJ'Amm. Darlan , d i rife1ire al Governo italiano.
Il Duce, durante la mia es p osizione, mi interrompe più volte, sia per esprimere il suo sdegno per quanto si va facendo a Ri om (con particolare riguardo alle deposizioni di taluni generali circa le operazioni sulle Alpi occidentali), sia per dichiarare di non credere affatto che la Germania approvi la remissività francese verso gli S.U.A. - Essendosi accennato a l riaffacciars i di Laval sulla scena politica, il Duce dice di cred erlo un uomo senza seguito; il suo viaggio in Germania tende a trasformare una parte dei prigionieri in lavorato1i agricoli e industriali concessi alla Francia; a s postare la linea di demarca zione come premessa al trasporto della Capitale a Parigi; a ridurre le indennità. Sarà però b en difficile che Laval possa riuscire .
Finita la mia esposizione, il Duce esprim e il suo giudizio sulla s ituazione in Francia, giudi z io che coincide esattamente colle più recenti lett ere della C.I.A.F. in argomento: pericolosi progressi del comunismo in combutta col nazionalismo e col degollismo (tutti alimentati dall'oro anglo-sassone); nessuna energia volitiva; incomprensione della propria situazione in Europa; persistenza della vecch ia albagia e della fiducia nel materialismo (potenza industriale e finanziaria degli S. U .A.); governo debole e di scarso prestigio.
282 Mussolini e Pétain
Dichiara poi che noi ci terremo sempre in grado di fronteggiare la situazione . Anche la Germania, che evidentemente condivide i giudizi italiani sulla situazione in Francia, ha vo lut o assicurar:si che l'invio di nostre truppe in Russia non ci avrebbe troppo indebolito sulle Alpi . Glielo abbiamo garantito.
Interviene l'Ecc. Cavall ero avvertendo che, all'occorrenza, potremo contare anche su 8 divisioni, tra cui una (Legnano) già fin d'ora in perfetta efficienza, una (Piave) motorizzata, una (Centauro) corazzata, mentre le altre sono in via di addestramento e di completamento.
Il Duce conclude ord in andomi di persistere nella via finora seguita
Se la Francia vuole collaborare con noi, si decida a fare all'Italia p roposte concrete, che tengano conto realistico della si tua zion e.
Il Duce è persuaso che se noi ci accordassimo direttamente colla Francia per le nostre rivendicazioni, la Gem1ania non vi si opporrebbe; ne sarebbe, anzi lieta, vedendosi così sollevata dall'azione, sempre ingrata, di mediatrice
D 'altra parte la Francia dovrebbe persuade rsi che le nostre richieste sono modeste: del territo1io metropolitano vero e proprio non chiediamo che 1.000 Kmq. circa; della Corsica è inutile discutere, perché non c'è trattato di geografia che non ne riconosca l'italianità.
Quanto alle colonie sarà facile intendersi quando, al tavolo della pace, si tratterà di ripart ire la ric ca eredità inglese.
1942
RAPPORTO DEL GEN. VACCA MAGGIOLINI AL COMANDO SUPREMO
11 Aprile 1942
Dopo gli incontri del Segretario generale della CIAF a Parigi dei 30 e 31 marzo e del 1° aprile con molte autorità della CTA a proposito della politica da seguire in comune nei confronti della Francia, il presidente della CIAF trasmise al Comando Supremo il seguente rapporto circa le conversazioni avute dal gen. Gelich.
FONTE: USSME - CIAF, Racc. 4, fase. 1.
AL COMANDO S UPREMO
- Reparto Operazioni -
Duran te gli ultimi giorni d el mese scorso ed i primi di questo il S egretario Generale della C.I.A.F., Generale Gelich, ha visitato in Parigi l'Eccellenza l'Ambasciatore Buti, e si è incon trato con il Colonnello Bohme, Capo di S M. d ella C.T.A., e con varie altre personalità tedesche. Oggetto dei colloqui con l'Ambasciatore Buti è stato quello di esaminare i vari problemi relativi al coIJegamento fra la C.I.A.F. e la R. Rappresentanza a Parigi; di quelli col Colonnello Bohme, di stabilire una delle periodiche prese di contatto colla p arte tedesca, allo scopo di esaminare le questioni in corso nel quadro armistiziale e di ribadire il perfetto coordinamento d 'azione delle due commissioni di armistizio.
Su tali colloqui ho avuto occasione di riferire all'Ecc. il Capo di S.M . Gen erale con mio foglio n. 34870 del 2 april e e personalmente durante la mia recente sosta a Roma. Faccio ora seguito a tali comunicazion i parziali con un quadro sintetico delle risultanze d ei colloqui stessi.
1. QUESTIONI GENERALI
Nei colloqui con le citate personalità tedesc he è stata esaminata la situazione gene ral e della F rancia con speciale riferimento all'atteggiamento dell e due commissioni d 'armistizio . In particolare:
- Colloqui con il Colonnello Bohme
Nei ripetuti colloq ui col colonnello Bohme è stato fatto un com -
Mussolini e Pé1ain DOC UMENTO N. 48
pleto esame della situazione della Francia quale si e venuta manifestando dopo la rottura delle trattative a tre di Wie s baden (21 dic embre 1941) e dopo il fallimento degli accordi stipulati tra Italia e Francia col protocollo del 3 febbraio per i rifornimenti a ll a Libia via Marsiglia- Tuni s i (trasporti ''gamma" e "delta").
Sono stati esamina ti successivamente la situazione interna, la situazione internazionale e la situazione militare, e conseguentemente l'atteggiamento da tenere nei riguardi della Francia.
a) Situazione interna d e ll a Francia.
La C .T.A. è d'accordo sull'apprezzamento fatto dalla C.I.A.F. e ripetutamente segnala to a codesto Comando Supremo, circa l'aggravamento d e !Ja situazione interna della Francia.
Per quanto non sembrino, aJ momento, da temere pericoli imm ed iati di sommovimenti, la situazione deve essere vigilata attentamente in modo da poter far fronte a qual sia si even tualità. Tuttavia da parte tedesca si opina che, se la situazione alimentare non si aggraverà, la situazione possa , colla buona stagione, migliorare, mentre da parte italiana si pensa che nella buona stagione deprecabili, anche solo parziali, avvenimenti militari meno propizi all'Asse potrebbero far precipitare le cose.
D ell'eventuale ritorno di Lavai nel Go verno di Vichy è stato parlato nell'incontro che il Generale Gelich ha avuto con il Ministro Schleier (v. infra).
b) Situazione internazionale.
È dominata dalla contrastante influenza detla pressione americana e di qu ella deJJ'Asse.
La pressione americana si è manifestata con intensità crescente da due mesi a questa parte, e sulla s ua influenza ho avuto occasione di informare rip etutamente codesto Comando Supremo (vedasi, da ultimo , il mio fogUo n ° 35244 dell'l 1 corrente).
Dalle dichiarazioni del Colonnello B ohme è apparso che la situazione è seguita attentamente dall'O K.W. e dal Governo del R eich, in vista di un eventuale intervento, analogo a quelJo da me prospettato col mio foglio n. 33634 d e l 12 marzo; ma noo è risultato che la parte tedesca fosse a conoscenza di dati più precisi di quelli già a no stra conoscenza circa le trattative e le intese in corso fra il Governo di Vichy e quello di Washington.
In merito alla decisione francese - l a sola che abbia fatto oggetto di comunicazione ufficiale di Vichy - di vietare l'accesso alle navi da g u erra ed agli aeroplani militari degli Stati betligeranti nei p ossedimen ti americani della Francia (Martinica, Guadalupa) e n e lle rispettive acque territoriali, il Colonnello Bohme , pur
1942 285
dichiarando di no n conoscere es attam e nte il pun t o d i vista del Governo del R eich, ha espresso il parere che le potenze dell'Asse non abbiamo motivo di do lersene, sia per l' interesse secondario che tali territo ri presentano rispetto a lle nostre operazioni bellic he, s ia per la garanzia che ne risulta dell'intatta sovranità francese sui territori stessi e s ull e ricchezze (tra c u i il deposito di oro a Fort-de-France) che vi si trovano.
Per qu anto si attiene, p er contro, all'imp egno che la Francia avr ebb e preso di cessare i rifornimenti dell'Afri ca del Nord a lle potenze delJ' Asse, nulla s i conosce di preciso aJ riguardo.
Solo il comportamento france se in questi prossimi giorni permetterà di misurare l'entità d egli imp egni presi da Vichy e sino a che punto essi costit uiscano un a violazione deg li obblighi assunti dalla Francia n el quadro armistiziale (protocollo fra nco- ted esco di Pari gi del ma ggio 1941; protocollo italo-francese del 3 febbraio u s. )
Dalle espression i del colonnello Bohm e è peraltro risultato c hiaram en te che tutto un lavorio diplomatico è in corso nella Cancelle ri a del Reich sui rapporti politici franco-tedeschi; lavorio al quale non sono stati certo estranei gli incontri Laval - Pétain del 27 marzo - 2 aprile, che hanno d estato no tevo le s ensazione, ma di cui si ignora a tut t'oggi l'esatta portata (v.i nfra ).
c) Si t uaz ione militare.
È stata esam in ata nei suoi elemen ti obbiettivi, e con particolare riguardo alla s i tu a zio ne armistiziale.
P er quan to ri guarda il fronte libico, si è di co mun e accordo riconosciuto che, nel caso di ripresa di trattative con la Francia, s i debba ri goro s amente evitare che i fra ncesi possano credere che i trasport i attraverso la Tunisia siano indispensabili per l'Asse. Del resto, già a ssicu rat e , mediante le azioni a e ree e na va li c he si s tanno svolgendo , le rotte dei nostri piroscafi pe r la Libi a, la questione d elle basi tunisine non presenterebbe più una particolare a t tu a li t à
Circa le opera zio ni in Ru ssia il colonnello Bohme ha espresso la soddisfaz ion e tedesca per il fallim ento d ell 'offensiva invernale sovietica, e al fiducia circa l'es it o della p ross ima offensiva tedesca che, coll'o bbiettivo immedia to di raggiungere la lin ea del Volga e di preclude re a i russi la possi b ilità di rifornimenti dalla vi a de l Golfo P ersico e dal porto di Arcangelo, a vrà en orm e in fluenza sull'andam e nto generale della guerra, e s ulla stessa politica de lla Francia .
Circa la poss ibili tà di operazioni anglo-amerkane intes e a costituire un seco ndo fronte in Eu ropa o in Nord Afri ca , esclusa per
286 Mus solini e Pétain
ora la possibilità di sbarchi in grande stile in Francia o sulla costa mediterranea del Nord Africa (Algeria - Tunisia) e rilevata al scarsa convenienza per la coalizione anglo-americana di un'azione in A.0. F., il colonnello Bohme ha esp resso il parere che l'ipotesi più plausibile possa essere quella di operazioni sulle coste atlantiche del Marocco; operazioni che potrebbero forse awantaggiarsi di una eventuale dissidenza, anche parziale, delle forze locali francesi.
Tuttavia il verificarsi di tale ipotesi non sarebbe da ritenersi prossima, sia per le difficoltà inerenti alle disponibilità di naviglio, sia per il noto intendimento del Governo di Washington di mantenere con la Francia quei rapporti che costituiscono uno degli ultimi ponti con l'Europa. Si tratta comunque di una eventualità che va ten uta presente per l'autunno o l'inverno prossimi spec ialmente se, in dannata ipotesi, l'esito della campagna di Russia non fosse quello che si attende.
Il Nord Africa è ad ogni modo la zona più sensibile del controllo armistiziale; s tudi sono in corso da parte de!Je due Commissioni per stabilire il reale potenzial e bellico, per es aminare poi - nel quadro della situazione generale - se convenga o meno di rafforzarlo .
d) Atteggiamento da tenere verso la Francia.
Il Colonnello Bohme ha dichiarato che l'O.K.W. è in favore di un atteggiamento di attese, tale cioè da nulla concedere di sostanzia le alla Francia e da nulla richiederle nel campo di una collaborazione politico - militare. Sé infatti un atteggiamento troppo rigido e intransigente, oltre a richiedere mezzi per il momento indisponibili, potrebbe, facendo precipitare la situazione, favorire il gioco del nemico; d'altro canto, dopo il fallimento dei tentati vi di conciliazione, la Germania ed il suo Capo appaiono oggi del t utto alieni dal trattare sulla base di concessioni sino a quando la Francia, il suo Governo e la sua popolazione, non avranno dato sicura prova di buona volontà.
Integra deve pertanto restare l'applicazione dell'armistizio ed inalterato l'esercizio del controllo sulla base delle clausole delle due convenzion i, e secondo le norme esecutive in atto.
Tut tavia, poiché l'applicazione delle clausole am1istiziali è suscettibile di maggior o minor rigidezza, la C.T.A. ritiene che nel momento attuale l'atteggiamento delle due commissioni di armistizio de ve essere ispirato a criteri di fermezz a e di severità piuttosto che a quelli dell'indulgenza e delle concessioni.
Si dovrà soltanto esaminare se sia il caso di rafforzare le possibilità di di fesa d el Nord Africa dopo gli studi di dettaglio di
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cui si è parlato sopra e fermo il principio che la Francia deve provvedere con i suoi mezzi alla difesa del suo impero contro aggressioni anglo-americane.
- Colloquio col Ministro Hemmen
Il colloquio con il ministro H emmeo, Capo della Delegazione tedesca di armistizio per l'economia, con sede a Parigi, si è svolto particolarmente sugli argomenti di carattere economico che direttamen te interessano i rappo rti armistiziali tra la F r anci a e le potenze vincitrici.
Il Ministro H emmen ha confermato quanto già noto: che egli accentra la trattazione di tutte le questioni economiche e finanziare esistenti tra Ge rmania e Francia soprattutto con l'intento che la Francia metta a contributo del Reich tutte le sue possibilità, non soltan to quelle della zona occupata ma anche quelle della zona libera. Ha illustrato l'opera compiuta per ricostruire l'unità economia delle due zone, i benefici che ne ritrae la Francia e la completa dipendenza in cui essa attualmente si trova, dal punto di vista della produzione, nei riguardi della Germania .
Sono state quindi esaminate alcune questioni in corso che interessano la parte italiana: la partecipazione italiana a] controllo doganale delJe frontiere francesi te1Te stri (Svizzera e Spagna), la cessione di naviglio mercantile ex-nemico da parte della Francia all'Asse. Sul primo punto sono stati presi accor d i fra lo stesso Ministro Hemmen e il Presidente della So t toc ommissione Affari Economici e Finanziari (ne sarà riferito a parte); sul secondo punto il Ministro Hemmer ha illustrato le difficoltà sollevate da pa rte francese dopo l'in t erruzione delle trattative a tre di Wi esbaden, e la mancanza lamen tata daUa Germania di adeguati mezzi di pressione nel campo armistiziale, simili a quello che l'Italia s i è riservata nei riguardi del traffico mercantile d el Mediterraneo. L'au torizzazione concessa invece dalla Germania alla ripresa senza restrizi oni del traffico marittimo francese nei porti atlantici ha posto, sotto qu esto riguardo, la Germania stessa in una condizione di netto svantaggio.
Il Ministro H emmen si è infine intrattenuto stùle ripercussioni nel campo economico dei rapporti fra nco-am ericani, ed ha espresso la s ua preoccupazione che le recenti intese tra Vichy e Washington possano mettere in peiicolo i rifornimenti dal Marocco alla Germania, in particolare quelli di ferro e cobalto, indispensabili all'industria bellica francese che lavora per la Germ ania , e dei fosfati neces.:;ari all'agricoltura.
288 Mussolini e Pétain
- Colloqui con il Ministro Schleir e con il Generale Stulpnagel.
N e i colloqui con i Ministro Schleier, reggente l'ambasciata tedesca a Parigi in assenza del Ministero Abetz, e con il General e Stillpnagel, comandante militare della Francia, è stata esaminata la si tuazione generale francese, che il primo è apparso valutare con un ottimismo che contrasta col pessimismo del secondo: discordanza di pareri che conferma la difficoltà di formulare giudizi precisi su una situazione in sè stessa labile ed oscillante.
Interessanti precisazioni sono state fatte dal Ministro Schleier sul significato attribuito da parte tedesca agli incontri PétainLaval, che avrebbero dovuto portare ad una nuova partecipazione al governo dell'ex-vice presidente d el consiglio, coll'assunzione da parte di questi (che, secondo il ministro tedesco, è l'uomo politico francese meglio e più sinceramente orientato in senso europeo) della direzione politica, mentre a Darlan sarebbe lasciata la hmzione di capo delle forze armate e l'eventuale successione a Capo dello Stato . Nei riguardi dei rapporti franco-americani e della s itua zione in N.A. l'ottimismo tedesco si è palesato nella tendenza a svalutare l'efficacia d elle pressioni esercitare da Washington, e nella fiducia che, in caso di attacco anglo-americano in Africa, le forze francesi si difenderebbero validamente e con piena .l ealtà ve rso il Go vern o di Vichy.
Dai colloqui a vuti appare chiaro che la manovra del Governo di Vichy tendente a far entrare Lavai nel Gabinetto ha lo scopo di tenere a bada la Germania mentre, d'altro canto, la Francia fa buon viso agli S.U.A.
Si delin ea sempre più la politica di P étain del "piede in due staffe" in attesa che la campagna di Russia suggerisca da quale parte poi preponderare.
2. QUESTIONI PARTICOLARI
Oltre alle questioni generali più sopra riassunte, sono s tate esaminate nei colloqui col colonnello Bohme le seguenti questioni particolari relative all'esecuzione dell'armistizio.
a) Potenziale bellico del Nord Africa.
Come sopra rilevato le due Commissioni si trova no perfettam ente concordi sulla n ecessità di esaminare a fondo il potenziale bellico del N.A . francese che costituisce la zona armistiziale di più delicala sensibilità e dalla quale potrebbero derivare i maggiori pericoli per la situazione militare dell 'Asse e della F ranc ia stessa .
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Le impressioni d egli osservatori tedeschj sono per il momento assai più pessimistiche ru quelle dei nostri osservatori. Sono particola rmente lamen ta t e le d eficienze di quadii e di mate riale e le gravi lacun e dell'aeronautica.
Dopo ultima ti gli stud i in corso è pre vista per la metà di maggio una riunione de ll e du e Presidenze delle Commiss ioni di armis ti zi o per 1iesaminare a fondo il problema. Ma g ià si delineano due tendenze diverse: quella tede sca favorevole all e concessioni; quella italiana contraria, p erc h é consi dera con ma ssima sensi bilità i problemi del Mediterraneo, specie nel caso di una possibile di ss iden za francese.
b) Passa ggio della region e di Oujida dal contro llo italiano al controllo germanico.
A seguito delle spiegazioni fomite dal Gen erale Gelich , il colonnello Bohm e ha convenuto di soprassedere p er il momento alla richiesta t edesca p er il passaggio alla Germania della zona di Oujida (Marocco orientale), richiesta alla quale la C.I.A . F. si oppone per ragioni di prestigio ed in base al principio c h e la costa mediterranea è affidata al co ntro llo italiano.
L 'a rgomento potrà eventualmente essere oggetto di ri presa in esame in occas ione del previsto prossimo incontro dell e due Presidenze.
c) Controllo sulle com uni ca zioni telegrafiche e radiotelegrafiche.
È stata fatta presente la n ecess ità di limitare la rapida trasmiss io n e di noti zie dalla Francia e territori francesi del N.A. all'Inghilterra, a Gibilt e rra e a Malta, in rela z ione ai problemi navali del Mediterran eo.
Il colonn e llo Bohme ha ril evato la difficoltà ru imporre a ll a Francia il con trollo in parola, s ia perché non previsto dalle Convenzioni di armistizio per quanto riguarda le comuni cazioni te legrafi c he , sia perché le com uni cazioni radiotel egrafic h e so n o g ià state ogge tto ru concess ioni al governo francese. Ha inoltre rilevato gli scarsi effe tti pra tic i di una eventuale imposiz ione de l genere, sin tan to che gli organi diplomatici e conso lari americani dislocati in Francia e in N.A. potranno c ontinuare a corrispo nd e r e in cifra.
Ha però co nv e nuto sulla possibilità di es igere dal governo francese, sulla base degli obblighi scaturenti dagli art. XIV della Convenzione italo-fran cese e X della Convenzione fran c o-tedesca, prowedimenti intesi ad imp edire che perven ga no al nemico segnalazioni sui movim e nti dei piroscafi nel Med iterraneo.
La questione sarà esaminata dalla C.T.A. in vista ru un passo da co mpi ere d ' a ccordo fra le du e Commissioni.
290 Mussolini e Pé1ain
d) Esercizio del controllo armistiziale.
Dalle comunicazioni del colonnello Bohme è risultato che, analogamente alla C.I.A.F , la C.T.A. ha rivelato un crescente ostruzionismo da parte francese a ll'esercito del controllo, che ha preso sìn dal fe bbraio scorso n etta posizione al riguardo e che non è disposta a tollerare ulteriori opposizioni.
Ho precisato che la C.T .A. non intende aderire alla richiesta francese di stabilire gli organici delle delegazioni di controllo, e che le due Commìssìoni devono considerarsi completamente libere di inviare in Francia o nei territori francesi tutto il personale che ritengono necessario .
Ho preso atto delle recenti assicurazioni fattemi dall'ammiraglio Duplat (mio foglio n °34773 d el 1°Aprile all'Eccellenza il Capo di S.M. generale), ed ha assicurato che la C.T.A. si terrà strettamente collegata colla C.I.A.F. onde stabilire una linea di condotta uniforme da parte italiana e da parte tedesc a.
L'incontro fra il Generale Gelich e Colonnello Bohme, svoltosi come sempre nell'atmosfera del più schietto cameratismo, affermatosi già attraverso il comune lavoro delle due Comm issioni, ha messo a punto talune questioni ed ha preparato il terreno per quegli ult erìorì svilu ppi di altre questioni che, come quella del Nord Africa, saranno ogget to dì prossime tra ttative .
IL GENERALE DESIGNATO D'ARMATA PRESIDE NTE DELLA COMMISSIONE DI ARMISTIZIO F/IO: ARTURO VACCA MAGGIOLINI
1942 291
LETTE RA DEL GEN. VACCA MAGGIOLINI AL CAPO DI S.M.
GENERALE CIRCA IL CONVEG N O DI FRJEDRICHSHAFEN
1° giugno 1942
Per meglio armonizzare la politica dell'As se verso la Francia le due presidenze della CIAF e della CTA decisero di riunirsi a convegno a Friedrichshafen alla metà di giugno; di questa ventilata riunione il presidente della CJAF diede notizia a l capo di S.M. con la seguente lettera del 1° giugno 1942.
F ONTE: USSME - CIAF, Ra cc . 40, fase . 1.
All'Eccellenza il Capo di S.M. Generale P. M. 21
Confermo che il 10 giugno prossimo le p res id enze delle due commissioni di armis tizi o si riuniranno a Friedrichshafen (lago di Costanza) allo scopo essenziale di concordare la linea di con d otta da tenere n ei confron ti del Nord Africa francese, con particolare riguardo alle poss ibilità difensive di tali terri to ri cont ro una event u ale aggressione a nglo -sassone.
Nella proposta, or ora pervenutami, d ell"'ordine del giorno" dei l avori della riunione, la parte te d esca ha p erò esplicitame nt e inseri t o, al n ° 1, il seguente argomento: "esame della s ituazione fra nc ese e dei rispettivi atteggiamenti italiano e tedesco verso quell a naz ione .
Pro curerò· , naturalmente, di contenere la d iscussione nell'ambito armistiziale, ossia nelle concessioni di carattere militare. È tu ttavia prevedibile che il rappresentante tedesco insisterà per ch iarire il nostro attegg iamento nei riguardi della Fra ncia , giustificando la sua richiesta s ia col contenuto politico d elle prede tte concessioni militari, sia colle evi denti preoccupazioni che il nostro recente at teggiamento h a s u scitato in talune sfere germaniche; preoccupazione che ha fat to oggetto di sond aggi anche p r esso il nostro collegamento a Wiesbaden e che h a certo motivato una così precisa impostazione del problema n ei lavori della riunione di Friedrichshafen.
Vi sarò p ertanto grato, Ec cellenza, se riterrete di danni diretti ve n ecessarie perché io possa trattar e il d elicato argomento con gli orientamenti ed entro i limiti desiderati.
P er quanto riguarda la parte m ili tare, tra rrò ele m en t i di b ase
292 Mussolini e Pétain DOCU MENTO N. 49
per le discussioni dai dati e dalle conclusioni dello sludio "W" : mi occorrerebbe perciò anche su questo argomento conoscere prima della riunione qual'è , Eccellenza, il Vostro pensiero (*).
Nell'ipotesi che esso concordi colle condizioni dello s tudio predetto, sosterrò la tesi di astenersi da qualsiasi concessione. O ve però - previo il Vostro consenso generico - dovessi ced ere, procurerò di accordare il meno possibile, con il consueto duplice criterio:
- massima rarefazione verso oriente (Tunisia) e maggiore larghezza verso occidente (Marocco);
- larghezza in ogni modo limitata alla concessione di soli mezzi difensivi, con p revalenza di quelli statici s u quelli mobili.
Alla base di tale punto di vista della C.I. A.F. stanno le considerazioni già diffusamen te esposte nello studio "W", ossia: una larghezza dj concessioni nei riguar di dell'A.F.N., mentre , almeno per qualche mese, non ne aumenterebbe sensibilmente le possibilità di difesa contro un'aggressione anglo-sassone, potrebbe viceversa tramutarsi in un notevole incremento delle possibilità difensive dell'A.F .N . , qualora si rendessero eventualmente necessarie nostre operazioni verso la Tunisia, in cremento tanto più nocivo pel fatto che le anzidette nostre operazioni dovrebbero assumere carattere della massima rapidità.
A tale tesi si contrappone da parte t edesca un ben diverso atteggiamento che precedenti contatti (colJoqui Gelich- Bohme ) nonché altre informa zioni e sensazioni, confermate recentemente da un preciso rapport o del mio ufficial e di collegamento a Wiesbaden, mi permettono di d efinire come segue: i tedeschi ripongono piena fiducia nella lealtà del governo francese e sono anche convinti che a tale lealtà si uniformerà l'atteggiamento delle gerarchie e dei gregari dell'A.F.N., talché, in caso di attacco anglosassone, s i potrà contare su di una risoluta resist e nza francese; destinata però a fallire, analogamente a quanto avvenne in Siria e nel Madagascar, se non sarà alimentata dai m ez zi necessari, che occorre pertanto concedere.
Dato il sensibile d ivario tra i due punti di vista e l'importanza del problema, mi è necessario, Eccellen za, conoscere al riguardo il Vostro pensiero e sapere se io debba resistere risolutam e nte alla probabili pressioni tedesche, ovvero se ed entro quali limiti io ab b ia la faco ltà di cedere.
(') Lo stud io "W" tiguardava il poten ziale bellico d ell 'Africa francese d el Nord so tto controllo italiano (Alge1ia e Tunisia) con ce nni S LÙ Marocco ed era stato redatto nel maggio 1942 (S i trova in USSM E--C IAF, Racc 73, fase. 5)
1942 293
Nel quadro di tale questione fondamentale si a ffacceranno anch e problemi di carattere più o m eno accessorio, che converrebb e fossero guidati da u na Vostra superiore direttiva , qual i:
a) l im i ti della libertà d'azione da concedere alla Francia per l'impi ego e l'organi zzazione de ll e sue forze armate nell'eve ntuali t à si verifichino, essenzia lmente contro l'A.F.N. , co l pi di mano o a ttacchi in fo r ze da parte anglo-sassone;
b) asp e tto che, i n tali eventualità, do vre bbe assumere l'azione di controllo degli organi armisti z iali .
Nel caso considerato potrebbe anc h e affacciarsi alla di sc u ssion e il problema di un eventuale concorso alla di fesa della A. F. N delle forze dell'Asse; a tale problema di carattere essen zi alm e nte operativo accenno solo nell'eventualità che esso venga posto da i tedeschi, ne l qual caso occorrerebbe che Voi vo leste, Eccellenza, darmi qualche cenno preventivo s ia pure di largo orientamento .
294
Mussolini e Pétain
(
•
IL GENERALE DESIG N ATO D'ARMATA PRESIDENTE DELLA COMMISSION E DI ARMISTIZIO (Ar·turo Vacca Ma ggio lini )
L'ORDINE DEL GIORNO DEI LAVORI DEL CONVEGNO TRA CIAF E CTA DI FRIEDRICHSHAFEN
10-17 giugno 1942
L'ordine del giorno dei lavori del convegno di Friedrichshafen tra la CIAF e la CTA (IO giugno 1942) era del seguente tenore.
FONTE: USSME-CIAF, Racc. 40, fase. 1.
ARGOMENTI TRATIATI AL CONVEGNO DI FRI E DRICHSHAFEN
I - PRESIDENZA
A) - Esame della situazione della Francia e dell'atteggiamento italiano e tedesco verso quella nazion e.
B) -E same d el potenziale bellico del Nord Africa francese .
C) - Illustrazione del punto di vista italiano s ulle proposte tedesche d i mettere la Francia in grado di meglio impedire la vio la zi one del c ielo e delle acque territoriali della Tuni sia da parte di aerei e di navi inglesi.
D) - T rattative franco-americane per le Antille e rela t ivi interventi della C.I.A.F ..
E) - Facoltà francese di eseguire spostamenti di forze armate e di att uare misure militari di iniziativa.
F) - Il problema degli italiani in Francia (ar t. XXI della convenzione di armisti z io).
G) - Cessione di n aviglio neutrale dalla F rancia all'Italia ed alla Germania.
H) -Trasferimento di depositi sotto controllo tedesco dal sud al nord de l territorio francese non occupato
1942 295 D OCUMENTO N. so
II - E S ERCITO
I 0 ) Qu est ione principale: Tendenza francese a potenziare con mezzi indiretti la struttura bellica dell ' A.F. N. e predisporre la mo l tiplicazione per mobilitazione delle forze terrestri:
a) - Invio automezzi civili e milita ri dalla Francia all'A.F.N . e altre predisposizioni pe r aumentare la motorizzazione dell 'E.T..
b) -I nvio in A .F.N . di materiali di ves tiario, equ ipaggiam e nt o e sanita rio.
c) - Richiesta di n uova organizzazione d e l gen io trasmissio ni in A .F. N ..
d ) - Ri chiesta di costituzione di nuovi piccoli distaccamenti e della autonomia ammi nistra tiva dei battaglioni
2°) Questioni particolari : ,:,
a - Riorganizzazione arma ta d el Levante in A.F.N . .
b - Eserci zio d el controllo.
c -P ersonale civile n eJl'E. T ..
d - Sblocco degli automezzi sotto controllo in A.F.N . .
e - Proposta fra n cese aumento forza polizia traffico in Francia non occupata da 2000 a 2900.
f - P roposta francese di assegnazione all'artiglieria di cannoni "De Bange" .
g - Ri chies ta francese di pezzi da 57 a.e . p er A.O .F
III - MARINA
A) - D est inazione d efin itiva dei sommergibili "CAIMA N" e "MARS O U I N"
B) - Azione de!Je sco rte dei convogli francesi in presenza di sommergi bili.
C) - Posti di assist e n za a l traffico nell'Es t Tunisino.
D ) - Contrassegni uniformi per l e navi frances i da guerra e comm e rciali.
E) - Pro posta francese p er costruire mitragliatrici Brovning da 13, 2 mm. destinate a rinforzare la d ifesa e.a. delle unità navali leggere
296 Mus so lini e Pétain
IV - AERONAUTICA
A) - Lavorì dìfensivi sui campi di aviazìone della Tunisia.
B) - Definizione delle competenze n ei riguardi del controllo degli aerocorrieri della Metropoli .
C) - Approvazione della richìesta francese riguardante la creazìone dì due "Sezioni specìalì di collegamento aereo" rispettivamente ad Algeri; Maison Blanche ed a Casablanca.
D) Equipaggi di apparecchi britannici atterrati ne]J'Africa francese del Nord.
E) - Proposta francese di costruzione di due squadriglie da trasporto per rinforzare i gruppi da trasporto I/15 e III/ 15.
F) - Proposta franc ese per rinforzare l'aeronautica nel Nord Africa (nota diretta alla C.T.A. il 23 e 30 maggio) :
V - QUESTIONI VARIE
A) - Attìvìtà forze francesi dissidenti in Libia.
B) - Alcool carburante in N.A..
C) - Organici C.I.A.F. e s alvacondotti.
D) - Salvacondotti per la Francìa occupata a favore di connazionali residenti in Francia lìbera .
/':)42 297
I RAPPORTI ITALO - FRANCESI ILLUSTRATI A FRIEDRICHSHAFEN
8 giugno 1942
Il gen. A. Vacca Maggiolini presentò ai tedeschi della CTA a Friedrichshafen dopo il suo discorso del 12 giugno tre Appunti, redatti !'8 giugno a proposito dei rapporti tra Italia e Francia, delle rivendicazioni italiane (Appunto N. 2) e dell'atteggiamento francese durante l'armistizio (Appunto N. 3). Il testo dell'Appunto N. I relativo a "Italia e Francia" è il seguente.
FONTE: USSME-CIAF, Racc. 40, fase. 3.
APPUNTO N. 1
ITALIA E FRANCIA
Chi non conosce a fondo le vicende italiane stenta, talvolta, a spiegarsi come sia radicato e diffuso in Italia il risentimento contro i Francesi e come siano profonde la insofferenza e anche la avversione verso un Popolo col quale esistono affinità di sangue e molteplici vincoli creati dagli scambi intellettuali e culturali e da intensi rapporti politici ed economici.
Il carattere altezzoso dei Francesi, il loro tratto sprezzante e spesso beffardo verso gli I taliani, l'egoistica azione politica svo l ta per secoli dalla Francia verso l'Italia co l pensiero fisso a dominarla spiegano la formazione di una corrente di antipatia e di amarezza che ha avuto fin da tempi lontani manifestazioni significative nella letteratura e nella vita italiana .
Per limitarci a considerare i tempi più vicini a noi, e che perciò hanno avuto influsso diretto nella formazione del presente stato d'animo degli Italiani nei riguardi della Francia, basterà ricordare che in Italia si ha la sensazione precisa:
- che la unificazione naziona le, attraverso le lott e per la indipendenza dal 1848 al 1870 e la formazione dello Stato italiano si compirono contro gli intendimenti e i desideri della Francia, che alla rinascita italiana ha costantemente opposto diffidenze, resistenze e, talora, addi1ittura le armi;
- che la vita della Nazione, quando fu finalmente ricostituita,
298
e Pétain
Mussolini
DOCUME NTO N. 51
ha incontrato sempre la attiva e insidiosa opposizione deJla Francia, desiderosa di osteggiarne la libertà mediterranea e la espansione, intenta a chiuderla quanto più potesse nell 'isolamento politico ed economico.
Per il periodo del "Risorgimento" si può ricordare tra l'altro:
- Nel 1831, la Francia delude e abbandona .i liberali italiani: i moti insurre zi onali dell'Italia centrale, dapprima segretamente favoriti e incoraggiati, sono poi avversati e il Ministero dell'Interno Gui z ot ordina la dispersione dei rivoluzionari e d ei volontari italiani adunati in Francia. Poco dipoi il Re Luigi Filippo si accorda col Cancelliere austriaco principe di Metternich. La "Restaurazione" indirizza sempre la sua poli tica verso la solidarietà con l'Austria per la prevenzione e la repressione dei moti italiani.
- Nel 1848 la nuova Repubblica francese r iman e sorda agli appelli dei liberali italiani o s i mostra sopra ttut to ego isticamente diffidente delle conseguenze, per gli interessi francesi, della formazione di un nuovo Stato abbastanza forte in Italia, e preoccupata di assicurarsi compensi e vantagg i . Il Lamartine sostiene esplicitamente il principio che la Francia non debba assentire alla riunione di più Stati i ta1iani in uno solo senza esigere adeguati compensi e, alla fin e di luglio, all'Assemblea costituente si fa propugnatore della tesi che l'esercito delle Alpi debba tenersi pronto ad occupare Nizza e Savoia a titolo di ristabilimento di equilibrio se il Re Carlo Alberto vinceva e costituiva un Regno dell'Alta Italia e a titolo di compenso qualora la Francia si fosse indotta a portagli ai uto, se perdente, per contenere la vittoria austriaca;
- Ne l 1849, con la spedizione di Roma, comandata dal gen. Oudinot, soffoca colla violenza delle armi la R epubblica Romana di Mazzini, costringe Garibaldi e i difensori di Roma ad abbandonare la città, reintegra il Pontefice, rimanendo poi a Roma a presidiare il restaurato potere temporale;
- Nel 1859, Napoleone Ili, alleatosi col Piemonte , viene in Italia con un esercito a prendere parte alla gueITa contro l'Austria. È il solo momento nel quale la Francia appare alla maggioranza degli Italiani come liberatrice ad amica: la diffidenza e le avversioni sono sopite negli animi di molti, benché ai più avveduti appaia evidente che la Francia ha obbedito riluttante al suo Imp eratore. Egli infatti, anche p erché non si sente sorretto dall'opinione
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pubblica, tronca brus camente, dopo le prime vittorie, la guerra, concludendo l'armistizio di Villafranca e r ipassa le Alpi senza avere adempiuto l'impegno assunto di aiutare a rendere libera l'Italia dalle Alpi all'Adriatico. Nella pace di Zurigo, stipulata nel successivo dicembre, si prevede per l'Italia un assetto federale sotto la presidenza del Pon tefice e col ritorno dei principi spodestati.
Appare così evidente che il programma di Napoleone relativo all'Italia - programma già delineato nei patti di Plombiè res da lui concl usi nel 1858 col Conte di Cavour - non differiva sostanzialmente, nei fini e nei mezzi, da quello che la politica estera francese aveva tenacemente perseguito da secoli con Enrico IV, con Rich elieu, con Luigi XIV e, più tardi, coi Ministri d i Lu igi XV: 'àttirare nell'orbita francese, eliminandone l'influenza degli Asburgo, l'Italia composta di diversi S tati confederati sotto il patrocinio francese che ne assicurasse l'indipendenza contro i nemici della Francia, ma contrapposti l'uno all'altro in modo che nessuno di essi potesse costituire un pericolo per l'egemonia francese.
La dichiarazione di Napoleone III (15 luglio 1859) di volere l'indipendenza ma non l'unità d'Italia, perché la Francia non po trebbe vedere con piacere sorgere al suo fianco un a grande Nazione che potesse diminuirne la supremazia, è la ripetizione del pensiero del repubblicano Lamartine che aveva detto che, come francese "non sareb be stato un buon pat1iota se avesse creato alle porte della Francia una potenza di 30 milioni di uomini".
Si rawivino così fra i patrioti italiani, specialmente nel Parti to di azione, la diffidenza e le awersioni contro la Francia, soprattutto dinnanz.i alle manifestazioni delle correnti dell'ultramontanismo francese che vede nel movimento italiano un pericolo per il potere temporale del Pontefice .
- Nel 1860, le awersioni si inaspriscono ancora per la opposizione francese contro le annessioni al Piemonte dei Ducati, delle Legazioni dell'Italia centrale e della Toscana, e per l'imposizione di pagare la acquiescenza francese al compimento di quelle annession i con la cessione delle provincie di Nizza e della Savoia. Tale cessione era stata bensì compresa nei patti di Plombières del 1858 come compenso dell'aiuto armato francese, ma solo in quanto questo avesse per effetto la costituzione di un Regno dell'Alta Italia di 11 milioni di abitanti e la esclusione del dominio austriaco dall'Italia. Troncata anticipatamente la guerra, Napoleone stesso aveva riconosciuto che il compenso non era più dovuto, essendo mancato il promesso ampliamento territoriale del quale doveva essere il corrispettivo e che sarebbe bastato, da parte del Piemonte,
300 Mussolini e Pétain
il rimborso di 60 milioni di spese di guerra. Ora invece la cessione delle due P rovincie fu pretesa quale compenso all'ampliamento territoriale che non era dovuto all'aiuto armato francese, ma la moto spontaneo di talune provincie italiane verso l'unità nazionale .
- Ulteriore esacerba zione produssero i n Italia, dimostrando che neppure il sacrificio di Nizza e della Savoia era stato suffici ente, la opposizione delJa Francia alla Spedizione dei Mille; il tentativo, alla fine di luglio, di indurre l'lnghiJterra ad impedire con la forza il passaggio di Garibaldi vittorioso dalla Sicilia suJ Continente; la protezione delle armi francesi al Pontefice per arginare l'occupazione italiana negli Stati della Chiesa; la assistenza, ese rcitata, con arroganza di modi, dalla flotta francese al Re di Napoli Francesco II fuggiasco a Gaeta, ed altri fatti ed atteggiamenti che, aumentando ed estendendo in Italia il risent im ento contro la Francia, cancellarono gran parte delle simpatie che l'alleanza del 1859 aveva po tu to suscitare.
- Nel primo decennio del nuovo R egno d'Italia (1861-1870) questo risentimento è acuito, soprattutto, daJ divieto francese al compimento dell'unità con l'unione di Roma . Irrita in particolar mo do l'avere obbligato il Governo itali ano a fermare con le armi sulla via di Roma Garibaldi che è ferito e fatto prigioniero ad Aspromonte (1862); e, poi, a concJudere la Convenzione del settembre 1864 per il trasferimento della Capitale da Torino a Firenze con l'implicito impegno di rinunciare a fare di Roma la capitale d'Italia.
- Nel 1866 gli italiani sono feriti dall'atteggfamento del Governo francese che si adopera affi nché l'Italia, alleata della P russia, debba acconciarsi, per riavere il Veneto, a riceverlo non dire ttamente dall'Austria ma attraverso la interposizione della Francia. Si ravvisa, inoltre, una prova dei sentimenti che prevalgono in Francia contro l'Italia nella gioia con la quale vi sono accolte le notizie delle sottoposte e, ad arte magnificate, vittorie austriache. Come narra il diplomatico austriaco conte di Vitzthum (nel suo libro "London, Gastein und Sadowa") Parigi si mostra entusiasta ed allegra per l'annunci o della battaglia di Custoza e il giubilo di manifesta insolentemente tra l e popolazioni e, ancor più, nelle caserme.
- Nel 1867, la Francia si affretta a rafforzare con due divi sioni sbarcate a Civitavecchia il presidio francese di Roma e, con la
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schiacciante superiorità di uomini e di mezzi, ferma la spedizione Garibaldina a Men tana menando poi vanto che i suoi fucili "Chassepot" vi a vessero "fatto meraviglie". Dopo la facile vittoria che esaspera la maggioranza degli italiani, il capo del governo Rouher proclama con forza alla Camera francese (S dicembre) che "jamais, jamais" la Francia permetterà all'Italia di impadronirsi di Roma. La opposizione in Francia al coronamento dell'unità italiana con Roma è così ostinata che, perfino nel 1870, quando già la minaccia tedesca preme alle frontiere francesi, il Ministro degli Esteri duce di Gramont rende imposs ibil e una even tuale all eanza italiana dichiarando "nulla da fare per Roma"; e l'imperatrice Eugenia giunge ad affermare "meglio i Prussiani a Parigi che gli Italiani a Roma " .
- All'inizio del 1871, Garibaldi, che, illudendosi di poter nettamente distinguere tra l'Impera tore autocrate e la liberale Nazione francese, era accorso con le s u e "Camicie Rosse" in soccorso d e lla Francia sconfitta, è eletto da Nizza s ua città natale e da altri dipartimenti deputato alla Assemblea nazionale di Bordeaux. Con villano clamore, e nonostante lo s d egnato intervento di Vietar Hugo, non gli è neppure consentito di pronunciare una parola in quella Assemblea per spiegare la presentazione delle dimissioni e gl i si urla contro che "non si sa che farsi degli Italiani" .
L'atto, quasi incredibile, di ingratitudine, mentre da molte parti la sua ve nuta a combattere per la Francia era stata prima salutata con gioia e con la promessa di "restituirgli la sua Nizza", ferisce profondamente il sentimento degli Italiani.
La Terza Repubblica assume sin dall'inizio un atteggiamento non amichevole verso l'Italia. La occupazione di Roma e l'abbattimento del Potere temporale hanno grandemente inaspr ito l' avversione delle correnti frances i di destra all'Italia, mentre da altre parti le si è ostili, rimproverandola di ingratitudine per non essers i alleata con la Francia contro la Prussia . La preoccupazione per l'indebolimento dopo la sconfitta del 18 70 ed il desiderio di risollevarsi rapidamente come grande Potenza rendono la Francia ancor più sospettosa e gelosa contro l'Italia, che, col conseguimento della nuova Capitale, ha consolidato il suo assetto statale e s i è sottratta all'influenza che Napoleone III aveva continuato ad eserci tare sulla sua politica. Il sospetto e la gelosia spingono la Francia a contrastare sempre più all'Italia il suo cammino e ad ostacolarne lo sviluppo.
Per vari anni la Repubblica tiene la sua nave da guerra "Orenoque" in permanenza a Civitavecchia a disposizione del Papa, supposto p rigioniero degli Italiani. La Francia p rimeggia, in ogni
Mussolini e Pétai n
manifestazione temporalista a favore del Pontefice spodestato, con messaggi ed atti che offendono il sen tim en to nazionale italiano.
Ques to è ferito anche dal contegno francese nei riguardi dell'Italia al Congresso di Berli no (1878) dove si prepara già, ai danni dell'Italia, la occupazione di Tunisi (1881) che, per il fatto in sé e, ancor più, per il modo sleale col quale è compiuto, solJeva in Italia una ondata violenta di esasperazione .
La partecipazione dell'Italia alJa Triplice Alleanza (1882), determinata specialmente dalla reazione contro l'insediamento della Francia a Tunisi, aumenta ancora l'avversione francese contro l'Italia e la tensione tra i due Paesi.
Alla Borsa di Parigi si svolge un'aspra campagna ribassista per screditare il Consolidato, i valori e la moneta italiani. Con una guerra di tariffe (1886) si cerca di deprimere il nostro commercio. Si par]a apertamente di riaprire la Questione Romana e si invoca frequ entemente la restaurazione del Po tere temporale e, perfino, lo spezzamento d ell' Italia con la in s taurazione di un sistema federativo Il linguaggio della più gran parte della stampa francese è decisamente ostile verso l 'Italia.
All'inizio della politica africana dell'Italia del Mar Rosso (1885) la Francia risponde quasi immediatamente con la creazione della base di Gibu t i fattasi cedere dall'Inghilterra (febbraio 1888) e se ne vale per cominciare s ubito quell'attività di intrighi e di intromissioni in Abissinia che avrà lo scopo costante di creare gravi difficoltà all'ItaJia e di contrastarne passò passo l'influenza.
L'odio anti-i taliano che covava in Francia contro l'Italia esplodeva ogni t anto con violenza aperta contro gli emigrati italiani, che pur sperimentavano quotidianamente gli effetti dell'antipatia e del dispregio che circondava in Francia il loro Paese.
Già nel 1881 a Marsiglia, per il sospetto che qualche fischio fosse partito da Italiani al passaggio di truppe reduci dalla occupazione di Tunisi, s i erano compiuti atti di inaudita vio lenza, invadendo e devastando fino a tarda notte le case di molti Italiani.
Ma la manifestazione più clamorosa e crudele di questo odio si ebbe con gli eccidi di Aigues- Mortes in Provenza (agosto 1993) . Per un futile incidente si iniziò la caccia all'Italiano aggredendo a fucilate gli operai italiani che si recavano al lavoro. La caccia selvaggia si protrasse per tre giorni, senza nessun serio tentativo di repressione da parte delle autorità Vi furono 25 italiani uccisi e 80 feriti. Alcuni e pisodi raggiunsero vertici di crudeltà e di sadismo che non si sarebbero creduti più possibili da parte di una popolazione euro pea.
La ripercussione in I talia fu enorme, tanto più che l'Italia non
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ottenne de ll a F ranc ia altra soddisfazione che la sospe n s ione del S indaco di Aigu es- Mortes.
Ne l 1895-1896, durante la guerra italo-abissina, i riforn ime n ti di armi ( tra le quali oltre 300.000 fucili) trasportati dai vap ori delle "Messag e ri es" e gi unti a l Negus attra verso Gibuti fomentano l a lo tt a co n tro l'It a li a . S ui campi di b attag li a si rinve n go n o poi can noni , fucili e munizioni di fab b ricazio ne frances e . A Par ig i e in a l tre città franc es i l a nostra sve ntur a di Adua è salutata con m a ni festaz io ni gi oiose. Si co nt i nu a a l un go la d e nigrazione e l'irrisione del n ostro soldato e una calunniosa ingiuria rivo lta ai n os tri uffi c iali prigionieri obbli ga un nostro P rincipe, il Conte di To r ino, a c hi ed erne soddisfazione in nome dell'o n ore dell 'esercito italiano ed a b attersi co l Duca d 'Orlea n s, che ri mane feri to. L 'e ntusiasmo popo la r e co l qual e fu acco lto in Italia il gesto del Pri n cipe Sabaudo attes tò q uant o l'anim o degli Italiani foss e fe rito ed esasperato dal contegno francese.
L'Italia continuò a trovare se mpre, nei co n sessi internaz io n ali, n e ll e competizioni commerciali, n ella normal e attività diplomatica aU'este r o, e p e rfino contro l'op era dei suoi Mis sionari, l'oppos i zio ne e l' animos ità frances i .
Anche dopo c h e la tensione fu diminuita e parve raggiunto un ravvic i name nto politico e l'I talia, a d esempio, ebbe dat o alla Francia un efficacissimo aiuto nella questione marocchina alla Confe r enza di Al gers iras ( 190 8) dovette sperimentare, alla prima occasion e, quali fossero le vere di sposizioni della Franci a , nei s uo i riguardi. Ne ll a g u e rra libi ca (1911-19 l 2) , infatti, la Fran cia, n o nos tante i precedenti accordi co n l'Ita lia , riserba tutte le sue simpatie a i Turchi e dalJa Tunisia ne alimenta l a r es istenza in Libia con un attivo contrab ba nd o di armi. Ne l gen n aio 1912 la flotta itali ana ferm a n e l Mediterran eo due piroscafi francesi, "Ca rthage" e "Manoub a", c h e hanno a b o~do armi, mun izio ni e 28 uffi ciali ottomani destina ti alla r es isten za turca in Libia Il Governo francese intima la immediata lib eraz ion e dei piroscafi Il M in istro P ai nl evé dichiara spavald a m ente che "la flott a francese avrebbe di stru t to quella italiana in 40 minuti". P oco dopo (maggio 1912) la Francia co n cede alla Turchia un presti t o di 225 mi lioni. Nonostante lo sta to d'animo che l'atteggiame nto francese attraverso mo lt i d ece n ni, del q ual e no n abbiamo accenna to c h e alcuni punti salienti, aveva determinato in Italia, questa, co n la d ichiarazione di n e utra lità d el 3 settembre 19 14 , r e nde all a Francia un estimabil e servizio. P oco dopo, fala n gi di volontari italiani vanno a combat t ere sotto l e s u e bandiere nelle Argonne. L' anno d ipoi l'It aJi a entra n e l co nflitto e n on risparmia n é s acrifici , né sang u e M a d i tali s a crifici la Francia non ti e n e co n to; il gen. F och si
304 Mussolini e Pétain
accolla il merito della resistenza italiana sul Piave; il bollettino italiano della fine vittoriosa della guerra contro l'Austria non venne mai pubblica to dai giornali francesi.
Non sono ancora deposte le armi nella lotta combattuta in comune, quando la Francia denuncia le Convenzioni del 1896 per lo Statuto degli Italiani in Tunisia (settembre 1918) .
A tutti è- noto quale sia stato il contegno francese nei riguardi dell'Italia nella Conferenza della Pace e dopo il Trattato di Versailles (1918) e come tutta la sua politica verso la Grecia, verso la Jugoslavia, verso la Cecoslovacchia sia stata diretta soprattutto a nuocere all'Italia.
È storia di ieri come, dopo gli accordi che Lavai venne a stipulare a Roma nel gennaio 1935, siano seguiti la partecipazione della Francia, di lì a pochi m es i, alle sanzioni contro l'Italia; il tardato r iconoscimento dell'Impero e tutto l'atteggiamento del Fronte popolare in odio al nostro Regime.
n contegno francese all'atto della dichiarazione di guerra (giugno 1940), specie col trattamento barbaro usato ai nostri connazionali nei campi di concentramento - nuova prova che l'odio espresso da episodi come quelli di Marsiglia e di Aigues-Mortes covava sempre negli animi francesi - è attestato da un volume docum ental e pubblicato dal Go vern o italiano. L'atteggiamento dell'opinione pubblica e della stampa francesi durante il periodo armistiziale non sono meno significativi.
In tal modo il risentimento formatosi in tanti decenni per il malvolere e l'ostilità francesi si è venuto sempre più inasprendo, mentre si è rafforzata negli Italiani la coscienza della necess ità di una completa resa di conti prima di una eventuale collaborazione nell'Europa pacificata.
1942 305
PROCESSO VE RBALE DEL COLLOQ UIO DEL DUCE CON IL G EN. VA CC A MAGGIOLINI
21 gi ug no 1942
Dopo i colloqui di Friedrichshafen tra la CTA e la CIAF e le loro difficoltà il presidente della CIAF fu ricevuto dal Du ce il 21 giugno e gli riferì la sosta nza dei lavori specia l mente a propos ito della posizione assunta dalla CIAF c irca la polit ica da applicare n ei riguardi d ella Francia di Vichy opponendosi s ia alle tendenze tedesche di trasformare il regime armistiziale senza chiari segni di collaborazione, sia alla so rdità della CTA a propos ito delle rive ndicazioni italiane verso la Fran cia. Nell"'Opera Omnia di B. Mu sso lini ", op cit. questo verbale è in parte pubblicato quale "quarto colloquio" in luogo di settimo, vol XXXI, p. 87 - 89.
FONTE: USSME - CIAF, Racc. 5 1, fase. 3
VERBALE DI COLLOQUIO AVUT O COL DUCE
la sera d el 21 - 6 - 1942 XX (ore 10,40 - 20) presente l'E cc. Ca vaUero
Il colloquio s i limita ini z ial mente alla lettura, fatta da l Duce, d e l fog lio 39 113/ Pr. in da ta 20/6/42 - XX, co l q ual e riferi sco al Comando Sup remo circa i ris ulta ti d el co n veg no di Fried richshafen.
Il Duce durante la lettu ra mi c hied e qu al che spiegazione che gli for ni sco no.
Part icolare imp ortanza ass um e la richiesta del Duce di c hiarirgli quale foss e la frase pronuncia ta dal Pres idente d e lla C. T.A . a riguardo dell a Tunis ia, cui s i accenna a pag in e 4 e 5 del fogli o 39 113/Pr.
Ri feriscono che il gen. Vogl aveva d e tto , rifer endos i ai sent imenti a nti-Asse del popolo fran cese, che tal i se ntim e nti apparivano giust ificati a nch e dalle riven di ca zioni italian e sulla Tunis ia che so n o rise ntite in m odo mo lt o doloroso in tutta l'Africa del Nord.
In co nsegu e n za di ciò nella mia ris posta io ho messo ben in chiaro c he l e rivendicazio n i italiane so no p e rfettamente g iustific ate e c he ad essa l'Itali a n on può r inun c iare, anc h e se esse affl iggon o la Franc ia, perché a n zi è per esse - o, alm eno, anc h e p er ess a -c he l'I ta lia è entrata in gue rra .
306
Mussolini e Pétai n D O CU MENTO N. 52
E poiché, anche dalle conversazioni private, i m1e1 u ffici ali ed io ci eravamo convinti che gli ufficiali tedeschi d ella C.T.A. - che pur sono quelli del loro Esercito che meglio dovrebbero conoscere le questioni italo-francesi - non hanno alcuna idea chiara e precisa s ull e ragioni dei gravi dissapori che da anni dividono Italia e Francia, ho riten uto nostro interesse chiarire bene tali ragioni, il c h e ho fatto, dapprima, in sede di discussione ufficiale, con qualche dichiarazione, naturalmente breve e sommaria, e, poi, compilando e consegnando al gen. Vogl, con carattere di comunicazione personale, tre studi distinti, di cui uno riflette le cause storiche (dal 1848 ad oggi) del dissidio, l'altro le ragion i geografiche, etnografiche, economiche, poli tiche e militari che giustificano le nostre rivendicazioni, ed i l terzo mette in luce il contegno tenuto dalla Francia verso l'I talia dopo l'armistizio (particolarmente per quanto riguarda il trattamento fatto ai nostri concittadini in Francia e nel suo Impero), contegno che co nfer m a la nessuna buona vo l ontà dei France si - governo e popolo - di intendersi coll'Italia.
Il Du ce mi ha richiesto tali studi che gli ho infatti consegnato. Successivamente la co nversa z ione si è portata sugli awenimenti in Marmarica (la mattina stessa Tobruk era stata occupata dalle nostre truppe) e non ha più neppure sfiorato argomenti di carattere armistizia l e .
1942 307
N. B. - Successivamente il Duce mi ha fatto conoscere la sua approvazione ai 3 studi anzidetti, che ha elogiati.
PROCESSO VERBALE DEL COLLO QUIO DEL DUCE CON IL GEN. VACCA MAGGIOLINI
17 settembre 1942
La crisi france se che il presidente della CJAF seguiva con particolare attenzione fornì lo spunto all'incontro con il Duce del 17 settembre che s i svolse tutto in chiave di totale sfiducia dell'Italia verso le lealtà delle autorità francesi di Vichy e quindi di aperta diffiden za verso la posi z ione germanica che era invece di piena fiducia. L'occasione servì anche al Duce per ribadire certe sue critiche alla Francia ed ai francesi e quindi insistere s ulla volontà italiana di avere verso Vichy una mano sempre più pesante. Parte di questo verbale figura quale "quinto co lloquio", in luogo di all'avo, nell"'Opera Omnia d i B. Mu sso li n i" vol. XXXI, p. 101 - 104
FONTE: USSME - CIAF, Racc. 5 1, fase. 2.
VERBALE DEL COL LO QUIO COL DUCE DEL 17.9.42.XX (ore 19,10 - 19,50)
prese nte il Ge n. Magli del Comando S.
Il Du ce - che aveva ricevuto quell o stesso mattino dal ge n. Ma gli copia della esposizione che io intenderei fare al gen Vog l, all'iniz io delle conve rsazion i di Ve n ezia, circa la presente situazione politico militare e l e sue ripercussioni nell e relazioni armistiziali tra Asse e Francia - mi dichiara di averla let ta e di approvarla pienamente, specialmente per quanto rigu arda la situazione francese.
Il Duce mi es pone poi quale è il suo pens iero circa la Francia ed il suo governo, riferendosi spesso a l m i o sc ritto per co nfermare singole affermazioni .
R iassumo qu i di s eguito quanto il Duce h a de tto .
A parere d e l Duce, l'opinione pubblica fran cese non ha mutato in n ulla, pur d o po gli ultimi a vve n imen t i, n é nella s u a simpatia verso le poten ze anglosassoni, né ne ll a fiducia c h'essa ripone nella loro vittoria.
P erciò non comprende la collaborazione e non vi si adatta. La politica di La va i ne risulta impop o lare, il s uo governo è senza seguito.
308 Mussolini e Pétain DOC UME TO N. 53
In questi ultimi tempi Lavai ha poi commesso alcuni gravi errori che ne hanno resa più debole la posizione: princ ipalissimo qu e ll o d e Jla campagna anti eb raica, alla quale egli ha voluto dare un carattere politico e poliziesco che non può essere gius t ificato. Bene abbiamo invece fatto noi in Italia dandovi a base il princ ipio fondamentale razziale .
T ale errore di impostaziond' ha anche suscitato la aperta opposizione del clero cattolico, nel quale finora il governo del Maresciallo Pé t ain aveva trovato largo ed efficace appoggio. Inoltre ciò è valso ad aprire un nuovo dissidio fra Washington e V ichy. Altro errore ha commesso Lava! col suo ges t o, perfettamente inutile, di sopp1imere gli ultimi, innocui residui del regime parlamentare. Con ciò egli non è riuscito che a risvegliare le assopite, ma pur sempre forti correnti democratico-liberali ed a provocare una protesta - che però non ho letta ne l suo t esto origi n ale - dei due ex - p res identi d e ll e As sem bl ee l egisl ative .
Io - T ale protesta io l'ho letta e l'ho trovata molto vivace. Ma c iò che in essa mi ha particolarmente colpito è il fatto che, pur essendo dire tta personalmente al Maresciallo Pétain, non contiene neppure una parola deferent e verso il vecc h io, rispettabile Maresciallo.
Duce - Si, il Maresciallo è veramente rispettabile. Fatemi avere il testo della protesta che leggerò volentieri.
Nei riguardi dell'Italia p0i, la politica di Lavai si è fa t ta addiritt ura provocatrice.
Io - È doveroso r iconoscere che così no n era quella di D arlan. Ques ti tentò di avvicinarsi all 'Italia per potere, con essa e colla Spagna, opporre un freno, nel dopo guerra, all'eccessiva potenza tedesca: p olitica dunque lungim irante, anche se scarsa di risultati immediati; Lavai invece mira a risultati più pronti: frustrare, appoggiandosi alla Germania, le aspirazioni it aliane .
D uce - Così è. Q ual'è attualmente la pos i zione ufficiale di D arlan n e l Governo?
Io - Egli è capo di tutte le Forze Arma t e e, in t al veste, interviene al Consiglio dei Ministri q u ando vi si trattino q u estioni m il itari. Dato tale incarico, continuano ad esservi rapporti, tramite l'amm.
Duplat, tra lui e l a C .I.A.F.
Duce - Visto tale atteggiamento di Laval e la possibilità che n e nascano gravi attriti coll'Ital ia - come Voi avete detto nel Vostro
1942 309
scritto - è indispensabile esse r forti così alla frontiera occidentale - ove l a cosa n on p rese n ta soverchie difficoltà - come alla front iera tun isina, ove invece il p ro blema è di ass ai diffici le soluzione. Oggi, di sgraziatament e, tal e front i era d eve considerarsi praticame nt e sg u e r nita.
Non sa rò p erciò tranq u ìllo se non quando avr e mo alm e no 10 otti m e divisioni s ulle Alpi - ma io co nto di potervene po rtare 15 - 3 in Sardegna per la Corsica, 3, di cui 2 motorizzate, in Tripolitania. Con q u este 3 divisioni dob b iamo p o te r giun gere d 'u n so l balzo si n o alla spo nda africana d el Canale di Sicilia: sarà allora fa c il e trasportare in Tuni s ia le forze c h e abbiamo in Sicilia.
T utto ciò p erò non s i potrà ottenere che in primavera. B isogna perciò, pe r ora, assolutamente evitare (e il Du ce scandisce q u este parole) di c reare o di lasciar sorgere co lla Francia incidenti tali che possano es igere un nost ro intervento militare.
A s u o te mp o, se di tal e in t erve n t o si o ffri rà l' occasio ne , non m e l a lascerò sfuggire! ·
Ma oggi, ripe to, non ne abbiamo la possi bilità , e pe r r agioni n os tre particolari e per la situa zi o n e general e militare. La Franci a l o co mprende e vorreb be p e r c iò sfruttare questo m omento, nel quale essa trova motiv o di alimentare la s u a s peran za della sconfi tta d e ll ' Asse
Esatta è infatti l' enumerazi o ne che Voi avete fatto d e i van taggi di c u i in questo peri odo go dono gU Anglosasso n i; bisog na an zi aggiungerve ne un a ltro: la s up eriorità d ella loro aviazione, la quale, specialm en te graz ie al s uo prese nte impiego limitato a pochi teatri operativi (ch e non sono q u e lli in cui agisce la mas sa dell'a ero nautica tedesca) ri esce a darci fastidi i n Eg i tto e d a co ndurre, in Ger mania, azi o ni a grav e carattere distruttivo contro p opo los e città. Di quest e azioni non d o bbiamo sottova lutare l'imp orta n za , anche se le popolazioni resistono fieramente; a parte a nche l a perdita di vite uman e , dis truzioni così complete e vaste di int eri quarti eri citta dini c r eano gravi e co mpl ess i problemi fino ra impreveduti , occorrend o, dopo ogni incursione, pro wedere agli all oggi, all'a rredam e nto, alla bian c heria, al vestiario p er decin e di mi gliaia di person e, ch e in un a sola notte riman go no pri ve di q uan to possedevano. Consegu e nza inat t esa per noi: l'intera produzione di mob iJio della Brianza è ora b loccata p er la Ge rmania. E tutto ciò aggrava, naturalment e, l'insufficienza d e ll e varie materie prim e. La stessa distru z ion e di c h iese, di mo n umenti, di prezi ose o pere d 'arte costi tuisco no un danno s iss imo annientamento di tesori, u n impove r ime n to del paese colpito. Non bisogna d'altra parte credere c he siffa t te di struzi oni siano di poco cos to all'Ing h ilterra , poi c hé q u esta rimette a d ogni incu r -
310 Mussolini e Pétain
sio ne circa 1/4 degli apparecchi in volo, pur senza contare gli altri, sempre numerosissimi, danneggiati o distrutti durante le operazioni di decollo e di atterraggio.
La Francia, comunque, conta sugli effetti dei bombardamenti d elle città tedesche e anche sul generale malessere naturale delle popolazioni ew-opee. Poiché oggi soffrono non soltanto gli abitanti delle nazioni belligeranti, ma intere popolazioni di tutta quella notevole parte d'Europa che è ancora in una penosissima incertezza del suo domani. La stessa Danimarca che d'apprima si è adattata facilmente all'occupazione tedesca - del resto, mitissima - ora, vedendo tale occupazione prolungarsi indefinitamente, dà palesi segni di irrequietezza! E più grave è, come è ovvio, il malcontento in Belgio, in Oland a, in Norvegia
Ma p er la popolazione francese bisogna anche tener conto del suo desiderio di poter domani tornare alla vita comoda, a ll a facile esistenza condotta sino a ieri . Ed è inv ece proprio tale facile esistenza, l'amore alla vita comoda che l'hanno smidollata.
Io - Non so se io Vi abbia mai riferito la frase che ebbe a dirmi, a Torino, l'ammiraglio Darlan nel novembre scorso: "Vous n e pouvez pas imaginer combien la France es t pourrie!" Darlan parlava con me confidenzialmente dopo un bu on pranzo (non era però brillo!) ma era pur sempre il Capo del Governo e Ministro degli Esteri di Francia che parlava ad un rappresentante ufficiale dell'Italia!
Del resto, alcuni giorni or sono l'ammiraglio Duplat, per indurmi ad accogliere una ins ist ente richies ta dell'ammiraglio Auphan, capo della M arina mercantile fr ance se, tendente a creare una scuola di mezzi mercantili in una piccola baia della Corsica, mi diceva a sua volta, che la Marina mercanti le è "la plus pourrie" delle Amministrazioni francesi!
Duce - Avete concesso tal e scuola?
Io - Si, alla condizione di assoggettarla ad un nostro completo controllo che ci garantisca che essa non assuma alcun carattere militare.
Duce -È proprio così: i Francesi non hanno altra preoccupazione che quella della vita piacevole
Io - La "douce France" .. .
Duce -. e deJJa buona ta vola Soltanto in Francia la cucina è
1942 311
assunta ad impo rtanza nazionale, è coltivata come un arte n ob ile.
Io - Brillat-Savarin ....
Duce - Appunto! E a Pari gi esistevano prima della guerra 38.000 trattorie, il che è causa e dimostrazione ad un tempo della fiacchezza della Francia d'oggi Tuttavia in questo momento, ve lo ripeto, dobbiamo lasciarla tranquilla .
Io - Me ne avete dato l'ordine quindici mesi or sono e a tale ordine mi sono attenuto strettamente.
Duce - Lo riconosco. - Abbiatene norma anche nelle conversazioni di Venezia . - Al loro termine, tornerete a Roma a riferirmene . ..
N.B. - Benché il Duce si sia più specialmente intrattenuto, durante la conversazione, dei factori che ostacolano e ti tardan o I.a vittoria del Tripartito, non bisogna credere che in lui apparisse mai preoccupazione o pessimismo: una serena, calma obiettività ha improntato tutte le sue parole .
312 Mussolini e l'etain
L'ORDINE DEL GIORNO DEI LAVORI DEL CONVEGNO DI VENEZIA
22-28 settembre 1942
Sempre sull'argomento dell'armonizzazione necessaria tra la politica della CTA e quella della CIAF nei confronti della Francia di Vichy si riunì a Venezia dal 22 al 28 settembre un convegno delle due commissioni armistiziali che ebbe nel proprio ordine del giorno un elenco dì argomenti che ìn molti casi erano di modesta importanza.
FONTE: USSME-CIAF, Racc. 42 fase. 2
ARGOMENTI CHE VERRANNO TRATTATI AL CONVEGNO DI VENEZIA
I. - Presidenza
A - Esame della situazione politico-militare della Franc ia, dal Convegno di F riedrichs hafen a quello di Venezia (esposizione del Generale Vacca Maggiolini).
B - Considerazioni sulla possibilità di un "secondo fronte" m Francia e N.A. da parte delle forze anglo-americane.
C - Richi esta francese di rafforzamenti della difesa del li torale mediterraneo.
D - Spostamento delle forze armate francesi e prelevamenti di materiali in caso di emergenza nel territorio metropolitano.
E - Chi amata straordinaria di 60.000 uomini per le forze armate francesi.
F - Navi francesi alle Antille.
G - Controllo in A.O.F. e questione della ferrovia transahariana.
H - Accordo nell'azione d elle due Commissioni sulle concessioni francesi.
1942 313 DO CUMENTO N. 54
I - Gia ci menti petroliferi in Francia.
L - Attentato di Marsiglia (accordi per adottare sanzioni in caso di gravi allentati).
( 0 ) M - Trattazione richieste francesi per costruzione materiale da guerra .
( 0 ) N - Proposta italiana per richiamo personalità dirigenti i n Algeria e Tunisia.
( 0 ) O - Collaborazione italo- tedesca nel controllo dei porti di Casablanca ed Orano.
II - E sercito.
A - Aumento degli organici e deg li a rm am e nti dell e forze di Polizia.
B - Personale civil e nei corpi e negli enti dell'E. T ..
C - Autonomia amministrativa dei battaglioni e gruppi dell'E .T
D - Progetto di riorganizzazione dei servizi in A.F .N ..
E - Cantieri di giovinezza misti francesi ed arabi.
( 0 ) F - Servizio rifornimento materiali E.T. in Patria ed in N.A.
( 0 ) G - Accordo circa modo conteggiare d efic ienze uomini bianchi e di colore nell'E.T. in N .A..
( 0 ) H - Dotazione apparecchi radio per unità E T
( 0 ) I - Modalità per esame ed approvazione viaggi di sudditi Stati nem ici dell'Asse atti alle armi.
( 0 ) L - Richiesta francese biciclette per squadroni autotrasportati
E.T. in N.A ..
III - Marina
A - Rimodernamento di 200 siluri e trasporto di 20 siluri da Tolone a Berre, per t rasform a zio ne in aviosiluri.
314 Mussolini e Péiain
(
B - Collegamen to col Madagascar a m ezzo sommergibili francesi .
C - Richi es ta di fabbricazione di circa 6.500 pistole mitragliatrici e re lat ivo muni z io nam ento.
D - Requisizione da parte della Francia di pan fi li e m ezzi marittimi non franc es i.
E - Sanzione di arbitrarie decisioni prese d a parte francese .
F - Organizzaz ione del co n trollo sul traffico francese attraverso Gibilterra .
( 0 ) G - Riarm o de l "LANSQUE NET" e del "BISO N".
0 ) H - S eg nalazione avvis tamenti sottomarini da parte di piros cafi francesi .
(
(
0 ) I - Scuola alli evi ufficiali di Marina a Tolon e.
0 ) L - Scuola di Marina per nati vi in N.A..
IV - Aviazione (Tratterà Colonnello Boe hm e)
( 0 ) A - Uffic iali di S.M. dell'E.T. comandati in Aero nau t ica.
(
0 ) B - Controllo del s ervi zio aerocorriere in madre patria ( nuova proposta C.I.A.F. per assun zio ne completo con t ro ll o detto esercizio anche n e l territorio sotto contro llo tedesco).
V - Arma menti.
A - Alcole e carburanti.
B - Fun zionam ento de l contro llo ed azione degli ufficiali di colleg amento franc es i.
C - Applicazion e in zona so tt o controllo italiano di accordi intervenuti fra la parte tedesca e fra nc ese circa il programma di costruzioni aeronautiche.
1942 315
( 0 ) D - Contro ll o la vori rip arazion e Marin a fra n cese da gu e rra n ei p orti me diterra n ei.
( 0 ) E - Ve ndita di muni zio ni dei d e p os iti so tt o controllo italiano.
( 0 ) F - Ac canton a m ento d e l mate ri ale trasm iss io ni in m adre pa tria (s e sb locca ggio d etto m a terial e p revis t o da C.T.A. s ia esten s ibile a d e pos .it i sotto c ontrollo italiano, se t utto mat eria le sb lo ccato in Pa tr ia possa esse re riun i t o in m agaz zino p ri ncipal e Cle rmont Ferra nd , s e co n s eguen teme nte poss a esse r e scio l t o m ag azzin o s u ss id iar io Cl ermo n t Ferra nd ) .
VI - Varie .
A - Piccole qu es tioni di dettag li o c he verra nno d e fini te .
NOTA: Gli argom enti segnati co n (0 ) sono s tati proposti dall a C T.A.
31 6 Mu ssolini e
Péra.in
PROCESSO VERBA LE DEL COLLOQUIO DEL DUCE CON IL GEN VACCA MAGGIOLINI
3 ottobre 1942
Il colloquio avvenuto poco dopo il convegno di Venezia si svolge alla presenza del capo di S.M. gen. Ugo Cavallero a Roma il 3 ottobre 1942 dalle 19,10 alle 19,40. Una parte di questo verbale fi,gura quale "sesto colloquio", in vece di nono, nell'"Op era Omnia di B. Mussolini", op . cit., val. XXXI, p . 107 - 11 O.
FONTE: USSME - CIAF - Racc. 51, fase 1/U
VERBALE DI COLLOQUIO
tra il .Quce ed il generale Vacca Maggiolini presente l'Ecc. Cavallero del 3 ottobre 1942 (ore 19 , 10 - 19,40)
Duce - Narratemi d el convegno di Venezia : quanti giorni ha durato? quanti eravate?
Io - È durato sette giorni, dal 22 al 29 settembre . Eravamo 22 m totale, circa metà per parte.
D uce - Tutto è andato bene? trattamento d egli alberghi, funzionamento dei servizi, ecc.?
lo - Sì, tutto è proceduto molto bene; i Tedeschi se ne sono dimostrati soddisfattissim i, le autorità locali ci hanno mo lto aiutati.
Duce - E nella sostanza, come è andato il convegno?
Io - Innanzitutto è apparso evi d ente il crescente affiatamento tra le due Commissioni, è questo il quarto convegno al q u a le io partecipo, sette giorni ciascuno, abbiamo oramai un mese di convivenza continua, a tavola, durante le discussioni, nelle passeggiate
Duce - Eravate dunque sempre insieme, anche a tavola?
1942 317 DO CUMENTO N. 55
Io - Sì, Du ce, sempre . Qua nto a lle di scuss ioni è risultato notevole il netto distacco tra noi ed i Tedeschi nel valutare la si tua zio n e politica francese, la so lidità del gove rn o dì Laval la sua lealtà verso l'Asse. I Tedeschi so n o , a tal r iguardo di un o t timismo incrollabile; per ogn i atto del governo di Laval trovano una spiegazione , una gi u st i ficazion e . Naturalmente n o i Italiani sì era in tutt o di parere decisamente contrario, tanto pi ù che io ero certo , dopo l'ultima udienza da Voi concessam ì, di interpretare il Vo s tro pensiero.
Duce - Della scarsa so lidità del governo La vai a bbiamo ogni giorno prove più sicure e convincenti.
Io - Infatti ne abbiamo avute in questi giorni, dopo il convegno di Venezia, altre due prove: la defenestrazione di B é noi st-Méchin e l'incarcerazione d i Herriot.
Duce - Bénois t - Méchin è uno dei massimi esponenti della collaborazione co i T edeschi e non ve do come questi po tran n o ora gradire il s uo allontanamento dal Governo Qu a n to ad H erriot ho letto la sua asprissima p ro t esta p er lo scioglimen to degli uffici del P arlamento : se egli e J ea nn eney hanno scritto al Ma resc iallo P é ta in in modo così viole nto vuol dire che ess i sono s icuri che il p arl amentarismo ha ancora fortìssime aderenze in Francia .
Io - Nonos tant e tale disparità di ap p re zzam ent i circa la situazione in Francia, siamo p erò ven uti, gradualmente, avvicinando i nostri punti d i vis la, talché le nostre conclusioni circa la condotta da tenere in avvenire ver so la Francia sono state prese in comune accordo e sono risulta t e perfettamente conformi alle Vo stre direttive All'Asse convi ene, ne l presente momen to, manten ere immutato lo "status q uo" nei riguardi dell a Francia: anc he una cris i mini steriale è da d epreca re, poi c h é rappresenterebbe un'inc ogni ta pericolosa. Io ho dìch iarato, in u ltimo, co ncludendo , che a Lavai doveva mo concedere "una fid u cia limitata e vigilante": il gen. Vog l ha fin ito anc h e lui per ammettere che la Francia è una sfinge (per nostra fortuna ad unghie mozze) che d ob b iam o sorvegliare attentam ente. Del resto, di tutte le discussioni essenziali ho steso una relazione r iassu n t iva e vi ho anche annesso il testo in tegral e d elle dichiarazioni d el ge n Vogl e mie.
Duce - (face nd osì consegnare la relazione e d i suo i allegatì) legg erò tutto atte nt amente .
318
Mussolini e Pétain
Io - Tale concordia nelle conclusioni finali ci ha poi permesso di trovarci d'accordo anche sulle risposte da dare alle varie richieste di riarmo presentate dal governo di Vichy. A ta l riguardo abbiamo accettato integralmente le richieste per rafforzare l'A. O.F. ed il Marocco, ma abbiamo escluso ogni aumento delle forze armate frances i in Algeria, in Tunisia e nella Madrepatria. Senonché ieri sera (io ero già in viaggio) è giunta una nuova richiesta francese di ulteriori notevoli rinforzi.
Duce - Me ne accennava appunto or ora il Maresciallo Cavallero.
Io - Tali rinforzi sono non--soltanto ingenti, ma - quel che è più grave - appaiono ormai fuori di discussione, poiché a quanto i Francesi asseriscono, essi sarebbero già stati accettati dal Fuhrer. Sarà perciò, inn anzitutto, prudente accertarci che quanto affermano i F rancesi sia esatto .. .
Duce - Non credo che i Francesi possano asserire, in tal e materia, cosa non vera : ritengo che non sia possibile dubitarn e .
Io - Sì, sarà sostanzialmente vero , ma i Francesi potrebber~come già hanno fatto altre volte - aver esagerato il s ignificato e l'estensione della concessione, probabilmente ge n erica, del Fi.ihrer. I Tedeschi ci comunicheranno certamente qualcosa in propos ito.
Duce - Qual'è l'entità delle richieste?
Io - Ho avuto da Torino, per telefono, le seguenti notizie sommarie (e consegno al Duce un appunto: allegato 1)
Duce - (Esamina attentamente l'appunto e poi lo commenta): munizioni d'artiglieria e di fanteria in notevoli quantità potrebbero servire così alle truppe francesi regolari ed obbedienti a Vichy, come ai degollisti ed alla 5a co lonna . Po ich é tutto fa ritenere (lo desumo anche dal Vostri rapporti) che in A .F. N . il degollismo vada diffondendosi ed approfondendosi sempre più. È quindi logico prevedere che, davanti ad uno sbarco angloamericano in Marocco, le Forze armate regolari francesi si accontenterebbero di fare una difesa figurativa - come hanno fatto in Siria e stan facendo nel Madagascar - ma finirebbero per trovarsi alle spaJle una 5a colonna degollista, probabilmente armata colle stesse armi da noi fornite. Ed è a1Jora probabile che tutti si unirebbero agli invasori.
1942 31~
La s ituazjone potrebbe, in tal caso, divenire graviss im a per La Libia - praticamente sgu e rnita ve rso la Tunisia -e poi per le s tes se nostre rag ion i insul ari e penins ulari del Mezzo gio rn o.
A qu esto riguardo s tiamo p erò ala c remente provvede ndo e b e n pres to saremo in grado di occupare noi stess i la Tunisia alla prima minaccia.
Anch e la ri t hiesta di fab bricare nu ove armi e nuovi carri armati mi preoccupa. Che tonnellaggio avre bbero que s ti nuovi ca1Ti?
Io - Non lo so ancora. Quanto alle nuo ve fabbrica zioni , è però da notare ch e esse s arann o n ecessaria m e nte m olto le nte ed intere sserann o perc iò un avvenire piuttosto remoto.
Duce - Pote te Vo i garantire c he ca rri armati non s iano gia m fabbricazione in Francia? Non potrebbe la prese nte ri chiesta esser fatta soltanto per o tten ere l' ap e rta s anzi o ne di una realtà già esi ste nt e? ...
Io - Tutte .le fabbrich e francesi sono so tto rigoroso controllo italiano o tedesco.
Duce - Si posson o sempre fabbricare parti staccate e proced e re poi, al m o m e nt o fa vore vole , al loro montaggio.
Io - Bisogna p er ò tene r prese nte che noi controlliamo anc h e tutto il traffico marittimo tra la Francia ed i l Nord Afri ca frances e e perc iò trasp orti note vo li non c i p ossono s fu ggire.
Duce - Si ri esce se mpre a so ttrarsi ai co ntro lli ...
Quanto all 'aviazion e non mi pare che si tratti di quantità in ge nti: potranno essere, c osì ad o cc hio e c roc e, ottanta o cento apparec c hi.
Io - E ss i però si aggi un gono a qu ell i - circ a 500, se b en ri cordo - c he già esistono s ul posto. Inoltre per questi nuovi si trattasecondo la richiesta francese - di dis locarli , n o n nel so lo Marocco, ma in tutta l'A.F.N ..
Duce - S i armino pure in Marocco, noi non possiamo impedirlo. Le circostanze ci impongono anzi di darvi il nostro conse nso . Ma l'Alge ria e s pecial mente la Tunisia non devono essere m e nomam e nte rinfor za te . Allo stato attuale delle cose, bisog na infatti riconoscere che i F rancesi ci fanno un vero e propri o "chantage" ed approfittano del mom e nto p er carpire quanto desiderano. Noi
320 Mussolini e Pétain
non possiamo infatti assumerci la responsabilità di lasciare il Marocco disarmato dinanzi alle minaccie di un possibile sbarco anglo - americano.
Io - I T e d eschi sostengono anzi che se vogliamo che i Francesi si battano e che il degollismo non faccia progressi, è necessario dimostrare loro la nostra fiducia, elevare il loro morale.
Duce - Questa è una vera, inammissibile assurdilà. I Francesi non hanno alcun bisogno di particolari moventi per essere d egollisti : essi lo sono e ci avversano per un sentimento naturale, spiegabilissimo (se io fossi francese, sarei certamen te degollista!). Ma noi abbiamo diritto di pretendere che il degollismo non ci danneggi e non impieghi contro di noi le armi che concediamo alla Francia per di fenders i contro gli anglo- americani.
Io - Bisognerebbe perciò subordinare la concessione di nuovi armamenti, alla eliminazione dall'Africa francese di tutti i capi di dubbia fedeltà verso il governo di Vichy.
Duce - Sì. Ma i capi non bastano: occorre Liberare l'A.F.N. da tutti gli ufficiali di animo degollista. Questo è esse nziale. Perciò , Maggiolini, io vi dò le seguenti precise direttive:
1° - non opporsi ai riarmi richiesti;
2° - essi vadano però es clusi vamente nel Marocco; se ne escluda rigorosamente l'Algeria e la Tunisia;
3° - siano allontanati dall'A.F.N. tutti i capi ed i loro dipendenti che potrebbero domani costituire ai nostri danni una pericolosa 5a colonna.
Domani tutta la nostra attenzione dovrà forse rivolgers i all'Africa, data la possibilità di sbarchi nemici nell'Africa atlantica - cui parteciperebbe, a quanto pare, anche qualche unità brasiliana - e tenendo conto degli ingenti preparativi che g li anglo-americani stanno compiendo nell'Africa equa t oriale.
Io - B isogna infatti tener conto che oramai, all'infuori dell'Ahica settentrionale italiana , francese e spagnola, tutta l'Africa è in potere degli anglo- americani e dei degollisti.
Du ce - È vero. E noi facciamo difatti uno sforzo che non esi to a chiamare erculeo per portare ingenti forze in Tripolitania, alla frontiera tunisina. Così, se sarà necessario, occuperemo subito l'intera Tunisia. P erciò, vi ripeto ancora, occoITe che Tunisia ed
1942 321
Al geria non siano rinforzate . Tutti i rinforzi vadano in Marocc o. Non s ia permessa l a cos titu z ion e di un a 5" co lonna d ego llis t a nell 'A.F.N. ed a ll o ntani amo n e p erciò tutti gli e leme nti infidi.
Io - Inte nd e te Voi , Du ce, che qu es te Vos t re diretti ve siano sv iluppa t e n el sol o campo armistiziale, o c r edete di farvi co n correre anche il Mini s t ero deg li Esteri?
Du ce - No; restate n e l campo armistizial e c he mi pare il più opportuno. Q uan do c r ede te Voi di poter ini z iare qu es t e campagna ?
Io - Sarò lun edì a T ori no e mi metterò s ubito a contatto colla Delegazion e che è presso la C.I.A.F ..
Duce - Va be n e ; te n e te mi al corrente.
Io - Des id ero informarVi, Du ce, c h e a Venezia è stato altresì d eciso un viaggio contemporaneo in Marocco, Algeria e Tunisia d ei due Preside nti - i l ge n. Vogl e d io - delle Commissioni di armi s tizio. T a le viaggio ha lo scopo di dimo s trare palese mente , in terra fra nc ese d'Africa, il perfetto accordo esiste nte tra le Po tenze d e ll ' Asse.
Duce - È un'ot tima idea che approvo co mpletam e nte. Qual i accordi avete pres o in p roposito co i Ted eschi?
Io - Espongo al D uce i particolari dell 'accordo, (1) quali ri sultano dal mio pro mem oria in data 2 ottobre a l generale Magli.
D uce - App rov o. Osservo però c h e spettereb b e alle a u torità francesi rendervi visita.
(
1) = Essenzialmente gli accordi co lla C T A - accordi presi direttamente tra il generale Vacca-Maggiolini ed il gen erale Vogl = consistevano in questo:
- n essuna visita dei Presid e nt i alle autorità s ia fran cesi che bey li cali (T unisia) o sultan iali (Marocco);
- in territo1io sotto controll o tedesco (Marocco) la prece denza al generale Vog] : in territorio sotto con trollo italiano ( Al geria e Tuni sia) la pre ce denza al gen. Vacca- Maggiolini.
322 Mussolini e Pérnin
Allegato 1 al verbale del colloquio col Duce del 3 - l 0-42-XX
NUOVE RICHIESTE FRANCESI
Esercito
1° - Molte munizioni per artiglieria, fanteria, bombe a mano ecc.
2° - Rìchiesta di fabbricare carri armati, autoblinde, trattori, mitragliatrici, pezzi contraerei ecc.
Aviazione
1°) - Ricostituire in Madrepatria due gruppi da ricognizione già concessi pel Marocco .
2°) - Creazione ex novo nel Nord Africa (e cioè non nel solo Marocco) di:
- 1 gr. bombardamento in picchiata
1 gr. ricognizione
- 1 squadriglia bombardamento
- 1 squadriglia caccia aero- navale
- 1 squadriglia idrosiluranti.
Carburante in grande quantità.
1942 323
REGOLAMENTO PER LA RIATTIVAZIONE E D E SER CIZ IO
DEL LA CENT RALE ID ROE LETT RI CA DI FONTANO
9 ottobre 1942
Proprio mentre il dialogo Lra la d elega zio ne francese e gli organi della CIAF di ventava difficile sul pian genera le come su quello politico s i reali zz ò un accordo su lla centrale di Fontana nelle Alpi marittime occu pal e dagli italiani.
FONTE: USSME - CIAF, Rac c. 93, fase. 3
REGOLAMENTO P E R LA RIATTIVAZIONE E D ESERCIZIO DELLA CENTRALE IDROELETTRICA DI FO NTANO
Tra i sottoscritti:
Eccellenza il Ca v. di Gr. Cr. Aw. Gio vanni Battista Marzia li , Prefe tto , Capo de ll 'Amministrazion e dei T e rritori Francesi Occupati , della C.I.A.F .,
e il Signor Charles Chauve, I spe ttore Gen e rale d e i P onti e Strade, P residente de ll a Sottodelegazione dei Lavori Pu bblici d e lla D e legazi one Francese di Armi s ti zio presso la C.I.A.F. , in esecuzione d ell e di sposiz ioni contenute nella lettera e) "Question i di ve rse" del processo verbale 7 febbraio 1942 so ttoscritto a R oma d a i P rcs id en li d e ll e D e legazio ni Economiche it aliana e francese, ed a se guito dell e trallative preliminari prece de n te ment e int e rcorse fra il Commissario Civile di Pontano - q ual e tu tore degli int e ressi della Municipalità - e la Società "Energ ie El ec triqu e du Lit oral Médit erranéen" re lativamente al r iattamen to del servizio di distribuzione dell'e nergia elettrica per il Comune di Fonta no , si stipula qua n to segue:
Ar t . 1 - Le au t orità francesi competenti trasmette ranno alla Soc ietà "Energ ie El ectriqu e du Litoral Méd iten-an ée n" (per a bbreviazione: E .E .L.M), con sede s ociale in P arigi , proprietaria de ll a Centrale Idro e le ttrica di Fontano situata in territorio del Comune
324 Mussolini e Péta in D OCUMENTO N. 56
di Fontana, l'autorizzazione delle com petenti Autorità italiane a procedere alla riatti vaz ione di detto impianto; tale riattivazione dovrà essere ultimata en l ro il termine mas simo di quattro mesi a d ecorrere dalla firma del presente regolamento, tenuto conto che sia necessario un mese di tempo per la richiesta e il rìlascìo dei lasciapassare per il personale francese previsto dall'art. 8.
Art. 2 - L'esercizio della Centrale resterà affidato alla E.E.L.M. con l'i ntesa che l'energia da essa prodotta venga ripartita fra l'Italia e la Francia nella misura indica ta e nelle condizioni fissate dall'art. 3.
A tale scopo:
a) uno dei gruppi generatori continuerà a produrre energia a 25 periodi da avviarsi in Francia;
b) l'altro gruppo, previe opportune modifiche da effettuarsi a cura e spese de!Ja soc ietà italiana che verrà designata dalle Autorità italiane, produrrà energia a 50 periodi da avviarsi in Italia.
A ma ggi or chiarimento del comma b ), si precisa che la Società E.E.L.M. dovrà ripristinare in ogni sua parte il gruppo indicato, ad eccezione dell'alternatore, il quale verrà sostituito dalla società italiana, come dei trasformatori dì ten sione, di COITente e apparecchi di misura corrispondenti a detto alternatore. La società italiana n e resterà proprietaria assieme ad ogni altro materiale da essa fornito.
La società italiana avrà in ogni tempo il di ri tto di con trollare il funzionam e nto del gruppo destinato alla produzione dell'energia a 50 periodi, come pure avrà il diritto di chiedere alla E.E.L.M. l'esecuzio ne di tutti queì l avori di manutenzione e riparazione ordinaria e straordi na ria atti ad assicurare il buon funzionamento delle parti di proprietà francese del macchinario constituente il gruppo predetto.
Dal canto suo la società ita liana provvederà alla manutenzione e ai lavori di riparazione ordinaria e straordinaria del macchinario di sua proprietà.
Nel caso che la Società E.E.L.M. non dovesse provvedere tempestivamente alla esecuzione dei lavori di sua spettanza, vi provvederà surrogatoriamente la società italiana, e le spese da essa sostenute saranno poste a carico della Società E.E.L.M.
Art. 3 - Fermo il principio fissato all'articolo precedente, relativo alla distribuzione dell'energia elettrica tra le parti, resta inteso:
a) il gruppo generatore a 25 periodi, designato "a)" all'art. 2 producente energ ìa destinata alla Francia, funzionerà solo, escluso
1942 325
quindi il g ruppo d esignato " b)", durante il periodo compr eso tra il I e il 18 incluso di ogni mese;
b) il gruppo generatore a 50 peri odi, d es igna to "b )" all'ar t. 2 , producente energia destin a t a all'I talia, funzio n e rà sol o, escluso l'altro grup po d es ignato "a)", duran te i l periodo compreso fra il 19 e l'ultimo gio rn o incluso di ciasc un mese;
c) se durante l' uno o l'alt ro dei due periodi sopra ind icati, le du e Socie t à ri co no sco no , di co mun e accordo, c h e la p ortata delle ac qu e del Raia perm et te il fu nzio na men to s imul taneo d e i du e g rnppi, si app rofi tterà di ta le circostanza, ciascun gru ppo produce nd o la corren t e p er il P aese al qual e è destinata.
L e di sposi z i o ni part icola ri c h e saranno richi este da quelle ge n erali tecniche dell'art. 2 e del p r ese n te articolo forme ra nno oggetto, se d e l caso, di acc ordi dire tti fra le due S oc ietà: tali accordi sarann o so tt oposti a lla app rovazio n e d ell e Autori tà compe t e n ti d e ll a C.I.A.F. e d elJa D. F.
I n ca so di m a ncato accordo , le ques t ioni saranno devo lute agli organ i competen t i della C.I .A.F. e della Delegazione Francese di Armi s tizio.
L' ener g ia prodotta verrà misurata da appositi ap parecc hi da ins tall ars i presso c iascuno d ei d u e gruppi gen e ra t ori, a c ura e spese d e ll a So cie tà interessata.
Art. 4 - L'energia e lettrica a 50 periodi trasportata in I talia, p r eleva ta e m isurata a ll ' u sci ta dell'altemore, ve rrà paga t a alla Soci e tà E E.L.M. , da parte de ll a s ocietà italiana, al prezzo di Li t.
0,15 (lire zero e centes imi quind ici ) al Kw h . co mpre n sivo dì ogni s p esa
U versame nt o delle s omme d ovute per effetto d e ll a disposizi one conten u ta ne l precedente ca po vers o sarà effe ttua t o a c ura della società ita liana nei primi q uindici giorni del m ese seguen t e ciasc u n bim estre.
Art. 5 - Contempo r a n eame n te alla r"iattivazione degli impianti di pro duzione, la Socie tà E.E .L.M . d ovrà, a sue spese non rimborsabili:
a) rime ttere in p erfetto sta to di funz ion ab ili tà la re te interna per l' illuminazione pubblica e privata di F o ntan a Centro e d e ll e due frazi o ni di Berghe I nferiore e Su periore, provved e ndo tutto il mat erial e occorre nt e.
La rete c osì rifatta rimarrà di proprietà d el Comune. Essa s arà amminis t rata d a lla E.E.L.M. per co nt o del Comune, all e con dizion i e tariffe fissate fra i l Commissari o Ci v il e d i Fontano e la E.E .L. M. di cu i all' art. 12 del pres ente a cco rdo .
326 Mu ssolini e Pétain
b) Procedere alla sistemazione della rete es istente lungo l a s trada n azionale, nel tratto che attraversa il capoluogo di Fontana, per renderla atta aJla distribuzione dell'energia per tutti gli altri u si, oltre quello dell' illu minazione.
Qu esto secondo impian to resterà di proprietà della Società E .E.L.M. c h e gestirà il servi z io relat ivo per suo conto, in base all e tariffe - che devono essere fissate in lire -e alle condizioni approvate dal Commissa rio Civile di Fontano.
Il rifacimento della rete di distribuzione previsto dalla lettera a), dovrà essere effettuato conforme al preventivo in data 2 agosto 1941; compilato dall a Società E.E.L.M., che comporta una spesa di franchi fra ncesi centomila (tale valutazione ha solamente un valo re indicativo, non limitativo) e ch e si intende far parte integrant e del presente accor do. .
La rete distribuzione dell'energia e lettrica occon-ente per usi diversi dall'ill u minazione, di c ui alla l ettera b), dovrà essere fatta conforme al preventivo in data 2 agosto 1941 , comp ilato dalla Società E.E.L.M., che comporta una spesa di fran c hi francesi trentaduemilacinqu ecen to se ttantaqua ttro (ta l e va lutazione ha solamente un valore indicativo, non limitativo) e c he si intende pur esso far parte integrante de l presente accordo.
I lavori di cui alle l ettere a) e b ) dovranno essere portati a termine e n tro t empo massimo di mesi 4 a decorrere dalla firma del presente accordo, tenuto con to che sia nec essario un mese di tempo per la r ichiesta e il rilascio dei lasciapassare per il personale francese previsto dall'art. 8.
Art. 6 - ll collaudo dei lav ori di ria ttivazion e degli impianti di produ zione e di rifacimento della rete per l'ill uminazione pubblica e privata e di quelli per la costruzio n e della nuova rete (e n ergia industriale), di c ui all 'art. precedente, sarà e ffettuat o da un ingegnere del Reale Corpo Italiano del Geni o Civile s u richiesta scritta della E.E.L.M . , da presentars i, tr amite il Commi ssario Civile di Fontano, nel termine indicato dagli articoli 1 e 5.
T uttavia un ingeg nere francese appartenente a l Servizio de i Ponti e Strade riceverà dalle Autorità italiane un lasciapassare che gli perm etterà di verificare, da parte sua, i lavori compiuti.
Quanto verrà ordinato in sede di collaudo dovrà essere eseguito senza eccezioni -e se nza facoltà di appello - entro i termini fissati.
In caso di inadempienza totale o parziale, come in caso di ritardo s ul t ermine fissato dal collaudatore, si prowed erà d'ufficio, a spese della Società E.E.L.M.
Art. 7 - Al termine dei lavori, la rimessa in funzione della
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Cen t rale in questione verrà au t ori zzata dal Commissario Civile di Fo n ta no , il qu ale vi p r owederà co n ordinanza apposita, che fiss erà il giorno di ripresa dell'esercizio s t esso, previa dichi arazione di nulla osta in linea t ecn ica da pa rte dell'ing egn ere co ll a uda tore. Notiz ia di tal e autorizzazione sarà trasmessa se n z'altro a ll a C.I.A.F. e alla D.F.
Art. 8 - Le com pete nti Autorit à i talia ne, pur ri servandosi i l diritto insindacabile di rifiutare le domande di salvacond otto, non di loro grad i men to , a ut orizze ranno il personale tecnico e amministrativo qualificato, d ipen d ente dalla Società E .E .L.M ., da adibirs i a ll e riparaz ioni , m an ute nzion i ed esercizio d e lJ'offi ci na ele ttri ca di Fontano e d e lla re t e di distribuzione di F ontano, nonché qu el pe rsonale, pure qu al ificato, che sarà occasio n a l men t e adi b ito al tra s porto e montaggio del mat eriale, ad eccede re, soggiornare e u scire dal territorio o cc upato di Fontano Tale concessione sarà rapportata, in o rd ine alla durata, alla natura dell e prestazioni. Ugualmente sarà autorizzato il tran s it o dei veico li n ecessari al tras p orto del perso nal e e d e l materi ale.
La Società E.E .L.M . a tale fine co mpilerà un elenco del personal e fi sso strettame nt e indispensabile, nonch é di quell o in servizi o temporaneo, e p er ognuno predisporrà una cartella regolamentare da t ras met tersi alle competenti Autorità ita li a n e, tramite iJ Commis sario Ci vi le di Fontano, per la e missione d e i relativi lasciapassare di durata non superiore ai tre mesi , eventu alm en te rinnovabili.
La stessa procedura sarà seguita per le m o difich e, rispetto alla di s tanz a ini zia le, che si renderanno ulte riorm e nte n ecessarie a seconda d e ll e circos tanze.
L'e missio n e dei lasciapassare ve rrà fatta osservan do le "Norm e" di cui a l fog lio della C.I.A.F. N. 89/ Salv. in data 27-6-41. Fac ilita zioni saranno concesse al p ers onale fra ncese affi nché esso p oss n recarsi, di tempo in t empo, per interess i personali, presso le famig l ie re sidenti fuori dal territorio occ up a t o.
Art . 9 - La Società E.E. L.M. - ges tione di Fontane - è autori zzata a trasferire dal territorio fran cese non occu pato e ad introdurre in t erri tori o occ up ato d a Ue FF. AA. itali ane tut to il m a t eriale c h e si re nderà n ecessario alla riattivazione e a ll 'ese rc izio della Centrale Idroel e ttrica di Fontano È autorizzata, p revia licenza del Commissario Ci vil e di Fontano , la tempora n ea u scita in Francia in parte di macchine n o n r iparab ili in It alia. Tal e ma t eria le , al na ssaggio d el pos t o della Dogan a i t aliana, sarà assoggettato a tutti
328 Mussolini e Pétain
i tributi e diritti di natura doganale ed alni stabiliti dalle leggi italiana.
La C.I.A.F. non assume alcun impegno per la fornitura da parte dell'Italia de l macchinario, del rame, o di qualsiasi altra materia prima occorrente alla Società E .E.L.M . per la completa esec u zione dei lavori di cui agli articoli 1, 5 e 6
Art. 10 - Le somme in lire italiane dovut e dalla società italiana alla E.E.L.M. a seguito di quanto è stabilito dall'art. 4 del presente accordo;
- quelle altre somme in lire che la E.E.L.M. incasserà quali proventi all'energia (per illuminazione pubblica e privata o per uso industriale) distribuita in Fontano;
- i compensi dovuti dal Comune di Fontano alla E.E.L.M. per la gestione e manu tenz ione della rete di proprietà comunale;
- infine, tutte quelle a]tre,._so mme che perverranno alla Società E.E.L.M . per qualsiasi motivo inere nte alla messa in esercizio della Centrale idroelettrica saranno man mano depositate in un conto in lire non trasferibile da aprire presso una Banca - agente italiana a n ome della stessa E.E.L.M.
Le somme così depositate potranno essere utili zzate della E.E.L.M per far fronte alle spese di ogni genere che le incombono per la gestione, la manutenzione e, se d el caso, le riparazioni d elle reti di Fontano e della Centrale idroelettrica.
L'e ccedente del conto predetto - compresi i versamenti previsti dal secondo cpv. dell'art. 13 - potrà in ogni momento - previa notizia da dare di vo lta in volta alla Delegazion e Economica Italiana, e per accordo diretto tra le Autorità francesi competenti e la E .E .L.M. - essere versato, tutto o in parte, pel tramite dell'Istituto Nazionale pei Cambi con l'Est e ro, nel conto speciale per le Delegazioni Francesi in Italia, creato dal protocollo del 19 giugno 1942 firmato fra l'Italia e la Francia.
Art. 11 - La Società E.E L.M. - gestione di Fontano - è autorizzata a trasportare l'en ergia elettrica di sua spettanza prodotta dalla Centrale di Fontano, su tutta la rete di sua proprietà e distribuita, tanto a bassa quanto ad alta tensione, anche in territorio francese non occupato, fatti salvi, sempre, i tributi e d altro di pertine n za delle varie amminfatrazioni del Governo italiano, e avuto riguardo ai bisogni del Comune di Pontano, dei suoi abitanti, e del funzionamento dei servizi di occupazione esistenti nel limite territoriale di Pontano di cui al comma seguente.
Cioè la Società E.E.L.M. dovrà:
a) aumentare il quantitativo di energia elettrica da fornire gra-
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t uitam e nte al Comune di Fontano, fino al num e ro d i Kw (C hilo va t) necessari all'alimenta zione di 1200 ( milledu ecen to) lam padi n e da 32 (tr entadu e) candele ciasc un a:
b ) assic urare la forni tu ra gra tuita dell'en ergia e le ttri ca occorre nte per usi diver si da q u e ll o dell 'illumina zio ne , per so d disfare tutti i biso g ni ch e all'uopo si ri s contrano o potranno present arsi nell'edificio co munale, ove attua lm ente è sistemato an che l' uffi cio del Commissario Civile, lìno al limite massimo di 10 K w . (dieci Kw) . Oltre t a l e pote n za il Comune r esta obbli gat o a pagare l'energia fornita in base alla t ariffa in vigore ridot ta d e l 2 0 per cento .
Art. 12 - La S ocietà E.E.L. M. - gestione di Fontano - assumerà in proprio la ges tione e la manutenzione de ll a r e t e per l'illuminaz ione p ubbli ca e privata di propri e tà comun ale contro il comp enso a nnu o di lire 2 (du e) p er ogni lampada effe tt ivame n te installata. In conse gue n za dell'obbligo di cu i a l p rece d ente com ma , la Società E.E .L. M. dovrà provvedere: alla manutenzione d eg li atta cc hi d eg li ut enti; a Jl a sorveglianza dell e installazioni inte rne; all a compilazion e e in casso d elle bollet t e degli utenti e a tutt o quanto occorre rà p e r assicurare in pie n o il funzioname n to d ella rete e la gestione del se rvizio. Le bollette saranno fornite a c ura d e lJ 'Au tor ità i taliana , seco n do il mode ll o fo rnito dall a E.E.L.M.
Art. l 3 - Qualora la S oc ietà E.E .L.M ., dopo ave r pro vve dut o ai servizi indicati dall 'art. 12 , inte nd esse esportare al di là d ella li n ea di d e m a rca zione la parte di energia p rod otta dalla centrale di ' Fontano spe tta nte alla Fra ncia , il valore di ta le ene r gia es portata dalla E .E. L.M . sarà de t ermi nat o in base al prezzo di lire O, l O (li re zero e ce ntes imi di eci) p e r Kwh .
L'ammontare co rri s pon dente sarà vers ato dalla Società E.E.L.M. ( P arigi ) a credito di u n conto special e italiano in franchi, restando inteso c he il controva lore in lire di ciasc un ve rsam e nto - al ta ss o ufficial e in vigo re n el territorio occupa t o - sarà versa to dall'Is t ituto Naziona le p er i Cam bi l'Es t ero a favore d e lla E.E.L.M.gestion e di F o nta no - n e l conto c h e la stessa E .E.L. M. - gesti one di Pontano - avrà a p erto p res so una Banca - agente italiana, come detto all'art. 1O.
I versamen ti p revisti d al p aragrafo p recedente dovranno essere effet tuati dalla E.E.L.M. ( Pari g i) n e i primi quindici gio rni del mese s ucces s ivo a ciascun bimes tre.
D'alt ra parte, la Società E.E.L.M. (P a ri gi) è autorizzata a tra s ferire , a favore della Società E.E.L.M. - gestio n e di P o n tan o -e p e r il tramite d e l Comando di Compe nsazio ni p er gli Sca mbi Comm e r-
33 0 Mussuiini e Pétain
ciali, i fondi necessari alle spese occorrenti per i lavori d i riattivaz ion e deJla rete d i distribuzione d e] Comune di F ontano, per la rimessa in efficien za della Centrale idroelettrica, nonché per la ripresa d i esercizio della Centrale stessa.
Art. 14 - P er la determinazione della q uantità di energia effettivamente trasportata in zona non occupata, le competenti Autorità italiane potranno prescrivere ed esigere, a spese d ella Società
E .E.L. M., l'installa zione degli strumenti di misura che riterranno più idonei, e avranno, in ogni momento, il diritto di esercitare, o di far esercitare tutti q u ei controlli de l caso senza che - da parte della Società in parola - poss a essere solleva ta eccezione di sorta.
Art. 15 - I compensi, gli stipendi, i sala ri e quant'altro dovuto dalla Società E.E.L.M. - gest ion e di Fontano - al personale dipendente dalla Centrale idroelettrica di Fontano, dovranno essere fiss ati e corrisposti in lire.
Art. 16 - La Delegazione francese au torizzerà, entro 15 giorn i dalla domanda del proprietario della nave, il trasferimento della motonave "Maria Papa" (ex "Raymond Lane") dal porto di Tunisi in un qualunque porto d 1talia. Il trasferimento stesso sarà effettuato a cura, spese e rischi de l proprietario.
Art. 17 - A garanzia della integrale esec u zione degli obblighi derivanti dal presente accordo, la Società E.E .L. M. di Parigi d ovrà trasferire, per il tramite del Conto di Compensazione per gli S cambi C ommercialì, q u a l e deposito cauziona le, un importo di Lit. 70.000 (lire settantamila) in favore della C.I. A.F (Sez i one Ammi nis trativa - Torino)
Il deposito verrà rimborsato alla Società d i P arigi per il tramite del predetto Conto di Compensazione, un a volta effettuato il collaudo e una volta eseguiti gli ulteriori lavoti prescritti in sede di collaudo, d edotte le somm e im p iegate per l'esecuzione d'ufficio dei lavori non eseguiti dalla Società E.E.L.M . e le penali applicate a carico della Società stessa di cui al seguen te comma.
La C.I.A.F. avrà il dfritto di pretendere dalla Società E.E.L.M., a ti t olo di p enalità, lire 15 00 (mill ecinquecento) per ogni giornata di ritardo rispetto al termine prefissato p er l'ultimazione d ei lavo ri , esclusi i casi di forza maggiore.
Art. 18 - Il presente accordo e l e re lat ive clausole avranno valore per la durata dell'Armistizio.
1942 331
",
Art. 19 - Il presente accordo entrerà in vigore il giorno stesso in cui verrà approvato dal Presidente dell a C.I.A.F e dal P residente della Delegazione Francese presso la C.I.A.F.
Art. 20 - La C.I.A.F. si riserva il diritto incontrollabile di annullare il presente accordo in caso di necessità dipendente dallo stato di guerra .
Tale diritto sarà ugual mente esercitato nel caso in cui la Società E E L.M dopo ric h iami e, se del caso, diffida , non eseguirà gli obblighi derivanti dalla presente convenzione, con tutte le garanzie necessarie per un servizio normale e regolare.
Quanto sopra potrà particolarmente avere applicazione in caso di ritardo prolungato e anormale dei termini di esecuzione previsti, sempre che tali ri tar di siano da attribuirsi alla E.E.L.M., esclusi i casi di forza maggiore.
T uttavia, nei casi previsti nel 2 e 3 cpv. del presente artico lo, e prima di prendere l'accenna to provvedimento, le Autorità competenti della C. I. A.F. e d ella D.F. esamineranno di comune e previo accordo le misure che esse giudicheranno opportuno di prendere per evitare , se possibile, tale misura di r igore. In ogni caso è riservato alla C.I A F il diritto assoluto di ogni decisione.
Torino, Il 9 ottobre 1942-XX per la Delegazione Francese per la C.I.A.F. L'Ispettore Generale d ei Ponti e Strade li Prefetto Cap o dell'Amm ini straz io ne Presi dente della Sottodelegazione per i Territori francesi Occupati della C.l.A.F Lavori Pubblici della Delegazione Francese
(Aw G. B. Man:iali) presso la C.l.A.F.
f.to G B MARZIALI (lng Charles Chauve)
Letto e approvato
Torino, ll 9 ottobre J 942- XX
f.to C. CHAUVE
Letto e approvato
To1ino , lì 9 ottobre 1942- XX
Il P residente Il Pres ident e della Commissione Italiana di Armisti zio della Delegazione Francese di Armistizio Gen erale Designato d'Armata presso la C.l. A.F.
(A Vacca Maggiolini ) (Arniral H. Duplat)
f.to A. Vacca Maggiolini
f. to H. Duplat
332 Mussolini e Pétain
GLI "ACCORDI DI MENTONE"
20 Ottobre 1942
Dopo varie disposizioni prese di volta in volta dalle autorità italiane e da quelle francesi a proposito dei rapporti frontalieri , la CIAF concluse il 20 ottobre con la Delegazione francese di Torino il seguente accordo globale circa le modalità dei transiti e delle comunicazioni nella zona alpina.
F ONTE: DFCIA- SHAT , 1P78, d . l.
a I
Approvvigionamento delle truppe italiane in zona occupata
Per l'approvvigionamento delle truppe stazionate in territorio occupato la Parte italiana utilizzerà, secondo i termini e le modalità previste nella presente convenzione, de ll e vie di comunicazione - ferroviarie ed ordinarie - del territorio francese non occupato, stabilite, come di seguito, dalle possibili t à di accesso in maniera compatibile con la configurazione del terri torio e de ll a re t e ferroviaria e stradale.
- Modane-St. Jean de Maurienne-Albertville-Bourg St. Maurice: ferrovia.
- Briançon -Ristolas: via ordinaria (vale a dire: ferrovia ModaneGrenoble-Gap- Mont Dauphin; via ordinaria: Mont Dauphin-Guillestre- Ristolas in casi di impraticabilità, per caduta di neve, delle vie ordinarie da B riançon a Risto las).
- La.rche-Combe Brémond: via ordinaria.
- Mentone-Nizza Sud-Tinée-Isola e S. Martin-Vésubie: ferrovia e strade ordinarie.
II Periodicità dei trasporti
I trasporti per via ferroviaria e per ogni via ord inaria verranno effettuati, di norma, ogni dieci giorni per ogni itinerario, sa lvo imp r evisti che richiederebbero delle variazioni per le quali sarà sufficiente un preavviso di 48 ore dalla Parte italiana alla Parte francese.
1942 333 DOCUMEN TO N. 57
Il primo trasporto avrà luogo, per ogni transito, nella data indicata dalla Parte italiana a quella francese con un preavviso di quindici giorni.
III
Modalità di transito
a) Per ogni trasporto è previsto un transito di personale non superiore, inizialmente, alle 60 unità . È questo il motivo per cui ad ogni trasporto ferroviario verranno aggiunte le necessarie vetture miste di viaggiatori (prima e seconda classe). Tuttavia, per motivi tecnici di trazione, il numero di queste vetture non dovrà superare quello corrispondente al peso equivalente alla differenza tra il carico proposto ed ìl peso lordo reale del treno normale.
b) In ogni treno o colonna mobile si troverà una scorta armata di due carabinieri o graduati; per i trasporti diretti verso la HauteIsère la scorta sarà formata da quattro carabinieri o graduati. Durante la fermata alla stazione della Tinée la scorta potrà trascorrere la notte in una vettura per viaggiatori. Per quanto riguarda i trasporti provenienti dalla Haute-lsère, nel caso in cui il convoglio carico dovesse restare in stazione fino al mattino seguente, i due carabinieri o graduati di scorta potranno trascorrere la notte in un locale riscaldato della stazione.
c) Per il ritorno in Italia i convogli potranno essere utilizzati a qualsiasi titolo dai militari in licenza e dai militari evacuati; tale personale dovrà essere disarmato; i militari che si recano in licenza potranno portare la baionetta.
Le disposizioni concernenti l'evacuazione e il ricovero di malati e feriti delle forze italiane di occupazione sono indicate nel seguente articolo IV.
d) Gli ufficiali o i sottufficiali italiani preposti ai trasporti avranno la facoltà di scendere alle stazioni di passaggio, ma soltanto per ispezionare i convogli.
e) Il rimanente personale italiano non dovrà scendere dal treno nelle stazioni di transito, fatta eccezione per l a stazione di Modane nella quale è autorizzato a recarsi nel posto italiano di rifornimento.
f) Conformemente alla facoltà già propria degli ufficiali superiori dei distaccamenti stazionati nella Vallée de l'Arc di raggiungere Modane in automobile, gli ufficiali superiori dei distaccamenti stazionati nella Vallée-de l'Isère potranno raggiungere Modane in automobile o in treno.
g) La stessa autorizzazione è estesa agli ufficiali medici e veterinari in servizio nelle due zone precitate.
h) Avendo le disposizioni del seguente articolo IV valore anche
334 Mussolini e Pétain
per i malati ed i feriti, salvo casi eccezionali ed urgenti che vanno segnalati, tramite l'intermediario della stazione di carabinieri più vicina o tramite l'ufficiale francese di collegamento presso la sezione italiana di armistizio preposta al controllo e avente competenza territoriale, al capo di quest'ultima, non avrà luogo alcun trans ito di militari isolati, se non mediante i trasporti periodici.
i) Ogn i trasporto sarà accompagnato dai militari o graduati della guardia (in media una guardia per ogni camion e due o quattro g uardie per ogni tre no, in base all'importanza). Ogni operazione di arresto o di transito verrà esegui ta in presenza della Guardia.
IV
Evacuazione e ricovero di malati e feriti delle forze italiane di occupazione
- Distaccamenti stazionati nella Haute-Isère
Delle autoambulanze italiane trasporteranno i malati o i feriti alla stazione di Bourg-St. Maurice.
Da lì questi ultimi ed even tualmen te il personale che li accompagna continueranno in treno fino a Modane, in un o più compartimenti che verranno loro riservati a tal fine.
- Distaccamenti stazionati nella Vallée de la Tinée Verranno applicate delle modalità analoghe a quelle della HauteIsère, vale a dire trasporto mediante autoambulanze italiane fino alla stazione della Tirée e di seguito trasporto in tre no fino a Mentone.
- Distaccamenti stazionati nell'Haut-Guil
L'evacuazione avrà luogo normalmente attraverso il passo d el Mont Genèvre con l'aus ilio di autoambulanze italiane e segu endo l'itinerario Abriès-Chateau-Queyras-Guillestre-Briançon-Mont Genèvre.
- Distaccamenti stazioni nella Haute-Vallée de l'Arc: Autoambulanze italiane fino alla stazione di Modane.
Le evacuazioni sopracitate verranno effettuare normalmente mediante i convogli di ritorno dal servizio di approvvigionamento (colonne di automezzi di ritorno e vetture miste dei convogli ferroviari).
In via eccezionale, in caso di una evacuazione che dovesse awenire in giorni diversi da quelli previsti per i convogli, occor-
1942 335
rerà chiedere, tramite l'intermediario della Delegazione dì controllo a Nizza, l'autorizzazione aJ trasporto all'ufficiale francese di collegamento .
In caso di ricovero urgente occorrerà attenersì alle seguenti modalità:
a) Ogni malato (o ferito) italiano il cui ricovero sarebbe necessario in territorio francese, sarà munito di un foglio di accettazione in ospedale firmato da un medico militare italiano con indìcazione della diagnosi e della malattia.
b) L'evacuaz ione del malato verrà effettuata dalla Parte Italiana con autoambulanze propri e verso le seguenti destinazioni:
- Ospedale militare di Annecy: per l'Al ta Tarantasia;
- Ospedale misto di Gap: per l'Haut-Guil, Queyras e l'Ubaye;
- Ospedale civile di St. Etienne de la Tinée: per la Vallée de la Tinée.
Il foglio di viaggio di cui sarà munita l'autoambulanza dovrà essere contrassegnato al passaggio dalle autorità militari francesi di:
- Bou rg St. Maurice (il Comandante della Guarnigione);
- Chateau-Queyras (il Comandante d eJJa Guarnigion e);
- Isola (Gendarmeria) , che vi saranno autorizzate dagli ufficiali francesi di collegamento.
I malati verranno accompagnati da due infermieri italiani ed eventualmente da un medico italiano, fino alla consegna d el malato al servizio sanitario francese .
c) Al servizio militare francese verrà consegnata, oltre a l foglio di accettazione in ospedale, l'indica zione del Corpo al quale dovranno pervenire tutte le informazioni riguardanti ìl malato italiano in ricovero: cartella clinica, certificato attestante la guarigione o il dec esso.
d) Dopo la guarigione, i militari italiani verranno inviati, se è il caso, in Italia per la convalescenza Ciò awerrà in base alle particolari condi zio ni che saranno stabilite dagli Organi italiani di controllo in concomitanza con gli ufficiali francesi di collegamento.
e) Il rimborso delle spese di ricovero verrà effettuato sulla base delle modalità da fissarsi in accordo tra i Governi interessati.
Modalità di trasporto
A) Per via ferroviaria:
Il numero dei vagoni e dei camion necessari verrà fissato dalla
336 Mussolini e Pétain
V
Parte italiana in base al tonnellaggio da trasportare p er ogni singolo viaggio
I vagoni vengono intesi in transito e verranno di conseguenza piombati dalla Dogana italiana e francese a Modane e a Mentone per poi essere spiomba ti presso le stazioni della Tinée e di Bou rgSt. Maurice .
A motivo del tr asbordo che verrà effettuato a Nizza tra i convogli S.N.C.F. e quelli della ferrovia a scartamento ridotto della Tineé , i vagoni dovranno essere spiom bati e ripiomba ti dalla Dogana francese in presen za della scorta italiana . Sarà altresì compito della Dogana francese appurare il numero dei vagoni che non s on o in transito.
All'arrivo d ei convogli di Mentone la Parte francese disporrà, presso la S tazione S.N.C .F. di Nizza, la quantità necessaria di vetture (miste) di viaggiatori a binario stretto per la linea NizzaDigne.
P er quanto riguarda i convogli di ritorno, queste vetture verranno inviate fino alla s tazione S.N.C.F. di Nizza.
B) Per via ordinaria:
I camion dovranno procedere in colonna; quelli provenienti dall'Italia potranno portare due uomini (conducenti e meccanici) .
Ove non sia possibile il piombaggio dei camion, un doganiere francese accompagnerà il convoglio.
C) P er tutti i trasporti:
Ogni trasporto avverrà in base alle di sposizioni di un Capo munito di un foglio di via facente riferimento al personale ed ai veicoli che formano il convoglio.
Un ufficiale francese verrà inviato a Modane e Mentone al fine di assicurare il collegamento con l e autorità italiane doganali e ferroviarie. Il suddetto ufficiale riceverà dall'autorità italiana copia del foglio di via. Sui percorsi Mont Genèvre-Brianço n verso Ristolas e Larche-Combe-Bermond, le copie dei fogli di via verranno consegnate alle rispettive autorità doganali francesi di La Vachette e di Larche.
VI
Operazioni di trasbordo
Sui punti d i transito corrispondenti alle stazioni della Tinée e di Bourg-St. Maurice le operazioni di trasbordo verranno eseguite da militari italiani: i gruppi di corvé saranno formati al massimo da quattro uomini (conducente e meccanico esclusi) per ogni
1942 337
camion. Il trasbordo alla s tazion e di Ni zza Sud ven-à eseguito dalle autorità francesi.
VII Spese di trasporto
L e spese relative ai trasporti ferroviari previsti nei presenti accordi sono a carico della Parte Italiana. Le modalità e la periodicità dei pagamenti ven-anno stabilite con accordo diretto tra la C.I.A. - Sottocommissione Affari Economici e Finanziari - e il corrispondente Serviz io degli Affari Economici e Finanziari della Delegazione Francese presso la e .I. A
VIII Durata dell'accordo
Il presente accordo, stipul ato senza d eterminaz ion e di durata, sarà valido per t utti i punti previsti finché l'altezza della neve renderà impraticabili i passaggi alpini che consentivano di effettuare gli approvvigionamenti senza passare per il territorio francese non occupato. (In ogni caso, resta consentito l'uso della zona definita logistica compresa nella "linea rossa").
La Parte francese si riserva la facoltà di sospendere gli effetti d ell'Accordo per il periodo durante il qual e la cessazione dell'innevamento permetterà l'effettivo ripristino della viabilità; dovrà darne un preavviso di trenta giorni alla Parte italiana perché tale sospensione possa ave r luogo .
RAVITAILLEMENT DES TRO UPES 1TALIENNE S EN ZONE OCCUPEE
Pour le ravitaillement des troupes stationnées en teITitoire occupé, la Partie italienne utilisera, dans les termes e t selon les modalités é t ablis par la prése nte convention, des voies de communication - ferroviaires et ordinaires - du territo ire français non occupé, déterminées, comme ci-<iessous, par les possibilités d'accès en rapport avec la confi guration du t errito ire et du réseau des voies fe1Tées et routier.
- Modane - St-Jean de Maurienne - Albertville - Bourg- St- Maurice: Chemin de fer.
- Briançon - Ristol.as: Voi e ordinaire (ou bien che min de fer Modane - Gren.oble
- Cap - Mont- Dauphin, voie ordinaire Mont-Dauphin - Cuilles tre - Ristolas en cas d'impraticabilité, par chut e de oeige, des voies ordinaires de Briançon à Ristolas)
- Larche - Cornbe Brémond: voie ordinaire.
- Menton - Nice- Sud - Tinée - Isola et St- Martin- Vésubie: chemin de fer et route ordinaire.
338 Mussolini e Pétain
11
Périodicité des Transports
Les transports par voie ferrée, et par route ordinaire, s'effectueront, normalement, t ous !es clix jours par chaque itioéraire sauf cas imprévus qui exigeraient d es modifications, pour lesquelles il suffira que soi t clonné un préavis d e 48 heLn-es par la Partie ltalienne à la Partie Française.
Le prem ier transport aura Ueu, pour chaque transit, à la date qui sera indiquée par la Partie italienne à la Partie françai se avec un préavis de quinze jours.
III
Modali t és de Transit
a) Pour chaque u·ansport est pt·évu un trnnsit de pe r sonnel n'excédant pas, en principe, un maximum de 60 unités. C'est pourquoi, pour tout transport ferroviarie, seron t accrochées les voitures mixtes de voya,geurs nécessaires (première et deLLxième classes). Toutefois, pour des raisons tecbn iques de tractio n, le nombre de ces voitures ne pourra d épasser le nombre con-es pondant au poids égal à la différence entre le chargement proposé et le poids en lourd réel du train normai.
b) Dans c h aqu e train ou co lonne automobile pren d ra piace une escorte armée de deux cara biniers ou gradés; pour !es transports d i rigés vers la Haut e-Isère, l'escorte sera de quatre ca r abiniers ou gradés. L'esco rte pou r ra passer la n uit pen d an t l' arret à la gare de Tinée dans une voiture pour voyageurs. Pour ]es transports de la Haute- lsère, au cas où le convoi devrait s'arreter chargé dans la gare jusqu'au matin, les deux carabinieres ou gradés d 'esc orte pourront se tenir dans un locai chauffé de la gare
e) Les convois pourront etre u tilisés pour rencrer en Italie par les militaires envoyés en permission et p ar les mili t aires évacués, à quelque titre que ce soit; ce persone] d evra etre désa1m é; les militaires qui se rendent e n pe1Tnission pourron t porter la baionette. Les dispositions concernant l'évacuation et l' h ospitalisation de malades et de blessés des forces italiennes cl'occu pation sont indiqu ées à l'article IV suivant.
d ) Les officiers ou sous-officiers italiens p r éposés aux transport, auront la facult.é de desc e n dre aux gares de passage, mais seu lement pour inspecte r !es convois.
e) Le reste du personnel italien, dans les s t ations de transi t, ne devra pas sortir du train, exception faite pour la gare de Modane où il est autorisé à se rendre au poste italien de ravitaillement.
f) Confo1mément à la faculté déjà données aux officiers supérieurs des détachements stationnés dans la Vallée de !'Are, de rejoindre Modan e en automobile, les officiers supérieurs d es d é tachements sta t ionnés dans la Vallées de l'Isère, pourront rejoindre Modane en automobi le ou en Chemin de fer.
g) La meme autorisation es t étendue aux officiers médecins et vétérinaires qui sont en service dans !es deux zones précitées.
h) Aucun transi t de militaires isolés n'aura lieu, s i non au moyen des t ransports périodiques, restant fixées !es dispositions prises à l'article IV su ivant pour les malades et !es blessés et sauf cas exceptionnels et d'urgence, qui doivent eti-e signalés au chef de la section italienne de contròle d 'a1mistice co mpéte n t pour le territoire par l'intermédiaire du p oste de Gendarmer ie le plus proche ou de l' officier français de liaison auprès de !adite section.
i) Tout transport sera accompagné par des mili ta ires ou gradés de la Garde (en moyenne un garde p ar camion e t deux ou quatte gardes par train, se lon son importanc e). Toute opération d ' arrét ou de transit sera faite en p résence de la Garde.
1942 339
IV
Evacuation et hospitalisation de malades et blessés des forces italienne d'occupation
- Détacheme n ts s tationnés da ns la Haute- l sère
Des ambulanc es automobil es italiennes transporteront les malades ou blessés à la gare de Bou rg-St - Maurice.
De là ces d emiers et éventueUemcnt le personnel les accompagnant, contin ueront en c h emin d e fer jusqu'à Moda ne dans un ou plusieurs com partiments qui leur seront r ésen,és à ce t effe t.
-.Détache,nents stationnés dans la Vallé,e de la Tinée
Des modalités analogues à celJ es de la Haute-l sère seront appliquées, à savoir: transport a u moyen d'ambulances a utomobil es it:aliennes jusqu' à la gare de Tin ée et en s u ite transport e n c hem in d e fcr j usqu'à Menton.
- Détachements stationnés dans le Haut-Guil
L'évacuation aura lieu, nonnalement, par le passage du Mont-Genèvre par ambulances automobil es it alienn cs et par l'itinéra ire: Abri ès - Chateau-QueyrasGuillestr e - Briançon - Mont-Gen èvre.
- Détachements sta tionnés dans la Haute-Vallée de /'Are: Ambulances automobiLes italienncs jusqu 'à la gare d e Modane.
Les évacuatio ns, ci-dess u s, seront effectuées n o nnal emen r par les co nvois d e retour du service du ravitaillement (colonnes automobi les de retour e t voitures mixtes d es co nvoi s ferro viaires).
Exceptionnellement, e n cas d'évac uaci on à des jour différents d e ceux pré\'lls pour Ics convois, il faudra demander l'a utorisation du transport à l'officier franç:ais d e liaison par l'intcnnédiaire d e la Délégation de contròle de Nice.
En cas d'hospitalisation d ' urge n ce, seronl su ivies les m o dalités ci -a près:
a) To u t ma lad e (ou bless é) italien d ont l'hospital isation se rait nécessaire en t errito ire français, sera muni d ' une feuille d'en trée à l'hopital signée par un médecin mil itaire italico, avec l'indicati on du diagnosti c et de La maladie.
b ) l'évacuation du malade sera faite par les so ins d e la Partie italienn e au moyeo d 'am bul a nces automobiles italiennes pour les destinations sui vantes:
- H o pital m ilitaire d'Annecy : p o ur la Hautc Tarent aise;
- H op ital mixte dc Gap: pour le Haut -Guil , Qu eyras ct l'Ubaye;
- Hopital civil de St-Etienne de Tinée: pour la Vallée de la Tinée.
La feu ill e de voyage dont sera munie l'am bulance automobil e devra etre conn·esig née au p assage par le s autorités mili ta ires françaiscs de:
-Bo urg-St-Mauri ce (le Comm a ndant de la Ga m ison);
- Chateau-Queyras (le Co mm andant de la Garnison);
- I sola ( Gendarm erie)
qui y seront aulorisées par Ics officiers français de liaison
Les malades seron t accompa gnés par d eux infirmiers italiens e t , éve nru ellement , p a r un méd ec in italien, jusqu'à la remise d u mal a d c au servi ce sa nitaire françai s.
e) Au service milita i re français se ra remis, e n plu s de la feuille d'entrée , l'indication du corps auquel d evronl etre envoyées toutes Ics informations concernant le malade itali en hospitalisé: dossier médical, a vis de guérison ou d e décès.
d) Après guéri son, les m Wtaires italiens sero nt envoyés, so i t, si c'est le cas, en co nvalesce nce en Jtali e e t cela selon Jes conditions de d étai l qui seront (ixées par !es Organes de contrò le italiens avec !es officiers français de liaison.
e) Le remboursement d es frais d'hospitalisation sera effecuté selon Ics modaUtés à fixer d 'a ccord e ntre les Gouvern em ent s intéressés.
340 Mussolini e Pétain
Modalités des Transports
A) Par Chemin de fer:
Le nomb r e d es wagons et des camions néc esaires sera 6.xé par la Parti e itali e nn e e n raison du tonn age à transport er pour chaque voyage particulier.
Les wagons s 'cn tendent en transit et par conséquent seront plombés par les Douan es italiennc et française à Modane et à Menton et déplornbés aux gares de Tin ée et de Bourg-St-Mauli ce.
En raison du t ransbordement qui doil s'effectuer à Nice en tre les convois S.N.C.F. et ceux du Chemin de Fer à voie étroite de la Tinée, les wagons devron t etre déplombé s et replombés par la Douan e français e en présence d e J'escorte italiene. Tous les wagons , non en transit, seront vérifiés par la Dou a ne française.
La Partie française à l'arrivée des convois d e Menton fera mettre à la gare S .N.C.F. de Nice, le nombre nécessaire de voitures d e voyageurs (mixtes) à vo ie é troite pour la ligne Nice -Digne.
Pour les convois d e retour, ces voitures seront envoyées jusqu'à la gare de Nice - S. N.C. F .
B) Par voie ordinaire:
Les camions devront marcher en colonne; ceux en provenance de l'ltalie pourront po1-ter deux hommes (conducteurs et mécanicien).
Si le plombage des carnions n'est pas possible, un dou anier français accompagnera le convoi.
C) Pou.r tous les transp01-ts:
Tout tr·ansports sera sous les ordres d'un Chef muni d'une feuille de rou t e indiquant le personnel et !es véhicules formant le convo i
Un officier français sera piacé à Modane et à Menton pour assurer la liaison avec les autolités italiennes, les services de douane et )es autorités ferroviaires. Cet officier recevra d e l'autorité italienne cop ie de la feuille de route Sur les trajets Mont Genèvre -Briançon ve1·s Ristola s et Larche -Combe-Brémond, les copies de feuilles d e route seront remises au service d e douane français res pectivement à La Vachette et à Larche.
VI
Opérations de T ransbordement
Al!X points de transit des gares de la Tin ée et de Bourg-St-Maurice, les opérations d e transbordement seront exécutées par des militaires italiens: les équipes de co1vée seront au maximum d e quatre hommes (chauffeur et mécanicien en plus) pour chaque camion employé Le transbordement à la gare d e Nice -Sud sera effectué par les soins des autorités françaises.
VII
Frais de Transporl
Les frais de transports ferroviaires prévus par les présents accords, sont à la charge de la Partie Italienne. Les modalit és et la périodicit é des paiem ents seront éta blis par accord direct entre la C l.A. - Sous Commission Affaires Economiques et F inancières - et le Service Corresponsant d es Affaires Economiques et Financières de la Dél égat ion française auprès de la C l.A.
1942 341 V
VIII
Durée de l'Accord
Le présent Acco rd , éta bli sans d éterminati o n de durée, se ra valabl e pour 1ous les poims qui y sont prévus pour le temps pendant lequel l'enneigemcnt rendra irnpraticables )es passages alpins qui pern1ettaient d 'effectuer les a pproviss ionements sans pas ser en territ o ire français non occupé. (En to us ca s, reste touj ours admi se l'utilisalion d e la :wnc dite log istique co mprise dan s la "Hgne rouge").
La Parti e française se rése r ve la faculté de s uspendre les effets d e l' Accord durant la périodc pendant laquelle la cessation de l'enneigement pe1met la reprise effectivc de la viabili té; et ell e devra d o nne,· un préavis dc trente jours à la Pa11i e itali e nn e pour que cette s u s pension prenne effct.
342 Musso lini e Pétain
LA RELAZI ONE PARISOT SULL'OCCUPAZIONE DELLA PROVE NZA
13 novembre 1942
La deci s ione della massime autorità militari d ell'A sse di o ccupa re il te rritorio "lib ero" soggetto al governo di Vichy fu annuncia ta da Hitler con uno speciale m essaggio al mar. Pétain l' I I novembre. A questo messaggio seguì il 12 novembre una lett era del pres idente della CIAF al presid en te della Delegaz ione franc ese; dell'intera v icenda fece un interessante resoco nto il gen. Paris ot a l suo governo, che era del seguen te tenore
FONTE: DFCIA-SHAT, 1 P 78 , d.l.
IL GE N ERALE PARIS OT
Pres idente della S ot todelega zio n e p er l'Esercito
a] Capo d el Governo
Direzione S e rvizi di Armi s ti zio
H o l'onore di co municar Le che qu es ta sera sono stato co nvocato dal Generale Gamaleri, Preside nt e della S o ttocommissione italiana per l'Eserci to.
Il pre testo e r a d i portarmi i co rd i ali saluti del M a r esc iallo Cava ll e ro, c omandante Capo delle F orze Armate Italiane (1)
Si trattava poi di comm e ntarmi la le ttera (2 ) inviata da.I Presidente della e.I.A. a11'Ammiraglio Presidente della De l egaz ione Fran cese in m eri t o allo spi rito di co l la bo r a zio ne con il quale l'Esercito italiano , proce d eva all'occupazione d e l Lito ra le d eJJa Proven za e della Corsica.
Mi so no limitato ad as co ltare, dopod ich é, h o fatto rifermento ad una ev entuale p e netra zio n e delle truppe itali a n e nella Savo ia-
( ') Secondo il General e Gamaleii s i sare bbe trovato il 12 dal Gen erale Vercellino mentre quest'ultimo intratteneva una conversazione tel efo ni ca con Caval lero, da Ro ma . Quest'ultimo , essend o a conoscenza del fatto che Gamaleri si U'Ovava nel suo ufficio, aveva chiesto cli parlargli per inca.1icarlo cli convocarmi e me ttemii "al corren te degli ultimi eventi franco- itali a ni " .
I mi e i rapporti con l'a ttuale Comandant e Capo ri salgono al 19 18, anno in cui egli esercitava la funzione di Capo del 3° Ufficio d el Comando Supremo e in cui io ero responsabile dei rapporti diretti Lra il Generale Diaz e il Maresciallo Foch
( 2) N° 47981/Pr. del 12.11.1942 che Le è stata trasmessa con comunicazione n° 1427/P del 12 novemb re 1942.
1942 343 D OCUMENTO N. 58
Delfinalo, chiedendo cosa potesse avere in comune tale operazion e con la difesa del Litorale; il mi o interlocutore ha sorvolato se nza rispondere.
H o cercato, senza grande s ucc esso, di sapere quali effet tivi avessero passato la nostra frontiera di Mentone; mi è stato detto che do veva esserci un o E.M ./Di visi one Fanteria a Nizza ed un altro in un pu n to sconosciuto della zona oves t.
H o sa puto in oltre che le n ost re Autorità Mili tari avevano iniziato con il Gen erale Italiano, Presidente della De legazion e di Controllo a Nizza, de ll e trattati ve a ] fine dì otte n ere la lib era ci r colazione delJe truppe francesi. La parte italiana avrebbe risposto che sarebbe maggiormente opportuno attendere la fine d ei movimenti italiani in corso per evitare un possib il e in crociarsi delle nostre truppe con le loro.
Gamaleri, compagno di corso di Verce llino (3), ha raccolto le s u e confidenze: in questi giorn i quest'ultimo si è trovato alle prese co n una situa zione difficil e a causa di ordini successivi che aveva r i cevuto all'improwiso. Le prime istruzioni non compor t ava n o che un obiettivo limitato; egli avrebbe ricevuto in seguilo ordine di spingersi fino al Rodan o, Tolone escl usa (la cui situazione era peraltro regolare). Avendo fatto osservare Verce llino che i Tedeschi erano già a Marsiglia, g li fu t r asmesso ordine di reca r si comunque fino al Rodano seguendo un percorso diverso.
Terminando, Gamaleri è tornato s ullo spirito di collaborazione che era nelle loro intenz i oni, ricor d ando che il Cancelliere Hitl er ci aveva garantito che non avrebbe mina cciato né il territorio francese, n é quelJo del suo Imp ero.
Ho sottolineato che parlava del Cancelliere Hitler desiderando in tal modo so ttin te nde re che non aveva mo udito nulla d i simile da Mu sso lini. In seguito a qualche diatriba contro gli Anglosassoni, Gam al eri ha t e nuto a ri pe termi c he l e Autorità Militari it aliane di occupazione avevano ricevuto tutte le istruzioni relative ad un a stre tta co llabora zione con le Autorità francesi sia civili c h e m i litari e c h e sperava così nel miglior andamento delle cose.
Il presente resoco nto se mbra avere valore solta nto per i tre p un ti seg uenti:
(3) Il Generale Vercellino, nominato Generale d' Armata il 28 onobre scorso, è l'attuale Comandante della JV• Armata incaricata dell"'operazione" in Francia. È stato il Comandante della Scuola di Guerra a Torino. A questo litolo è stato ammesso alla nostra E S .G. (S.S.G. = Scuola Superiore di Guerra) di Parigi n el 1935, quando ebbero inizio gli scambi tra gli Ufficiali delle due scuole. A giudicare dall'atteggiamento dimostratomi nelle rare occasioni in cui ci siamo incontrati da quando sono a Torino posso dire che i suoi ricordi mi sembrano piuttosto offuscati.
344 Mussolini e Pétain
1) - Gli ordini sopraggiunti dall'al tro per l'invasione della Francia hanno provocato una certa titubanza;
2) - Non era stato stipulato alcun a ccordo preliminare tra la Parte i tal iana e qu ella t ed es ca;
3) - Per il momento, e dal punto vista militare , la Parte i tali ana manifesta il des i derio di non incontrare la nostra opposizione.
Gen Pariso t
LE GENERAL PARISOT
Prés id ent d e la Sous-Délégation pour l' Armée à Monsieur le Ch ef du Gouvemem ent Direct ion des Serv:ices de l'A,mistice
J'ai l'honneur de vous rendre co mp te que j'ai été ap pe lé ce soir p ar le Général Gamaleri, Prési d ent de la Sous-Commission ilalienne pour l'Armée .
Le prélexte était d e m e transmettre les amitiés du Maréchal Cavallern, Commandant en Chef !es F orces Armée~ Italiennes ( 1)
Il s'agissait ensuite d e me commc nte r la lettre (2) adressée par l e Prés id en t de la C.l.A à l'Ami ral Pré s id ent de la Dé léga tion França ise au sujet de l'espri t d e co llaborat ion dan s lequel l'Armée itali enne p rocéda it à l'occupation du Li ttoral d e la Provence et d e la Corse.
Je me s ui s borné à écouter. ap r ès q uo i j'ai fait allusion à une pénétrati o n évenluelle d es troupes itali ennes en Savoie-D a u p hin é, d ema ndant ce q u e cette opération avait de commun avec la d éfensc du Litto ral; mon interlocuteur a glissé sans rép ondre.
J 'ai cherché, sans grand s uccès, à savoir qu els effecti fs avaient passé n o tre front ière de Menton; o n m'a répondu qu'i l devail y avoir un E. M./Dl à N ice, et un autre plus à l'o ues t, p oint non connu
J'a i su aussi que nos Autori t és Militaires avaie nt e ngagé avec le Géné ral italien, Prés ident de la Dél égation d e Contr61e à N ice , d es pourparl ers à l' effet d'ob te nir la circu lati on lib,-e des troupes frança ises . On aurait rép ond u du cò t é italien qu'il conviendrait d'att endre la fin des m ouvements italiens en cours pour évi ter toute chance de croisemenls entre nos troupes et les leurs.
Gamaleri, qui est un ca marade de promotion d e Ver cellino (3), a recu e illi ses
(1) D'après le Général Gamaleri , il se serait trouvé le 12 chez le Gén éral Vercellin o au moment Oli ce dernier était en conversa tion téléphonique avec Cavallero, de Rome. Ce demier sachant la présence de Gamaleri dans le bu.reau l'avait d eman dé à l'appareil pour le charger d e me fai.re appeler et d e me mettre "bien au courant des évèn em ents actuels franco-italiens"
Mes relati ons avec l'actuel Commandant en Chef remontent à 1918, époque Oli il étai t Chef du J òn<· Bureau a u Commando Supreme, et Oli j'assurais les liaisons di rectes entre le Général Diaz et le Maréchal Foch.
(') N° 47 981/Pr du 12/ 11 /42 qui vous a été lransmise pa r message n° 1427/P du 12 novembre 1942.
(3) Le Général Vercellino. nomm é Général d'Armée le 28 Octobre demier, est J'actuel Conunandant d e la N '""' Armée chargée de 'Topération" en France. Il a été le Commandant de l'Ecole de Guerre d e Twi n A ce titre, il fut reçu à notre E.S.G. à Paris en 1935, lo rsqu e commencèrent les échanges d'offici ers entre les deux Ecoles. A en j uger par son attitude à mon égard dans les rares occasion s que j'ai eues de le renco ntre1· depuis que je suis à Twin , ses anciens sou veni rs étaient nettement eswmpés chez lui.
1942 345
confid e nc es: ce dernier s'est tro u vé aux pri ses ces j ours -ci avec une situat ion di ffic il e par suite des ordres success ifs qu'il avait reçu s à l'improviste. C'est ainsi qu e les premières instruc t ions comportaient settlement un objectif limité; il lui aurait été enjoint ensuite d e pousser jusqu'au Rhòne, sauf Toulon (dont la question éta it réglée par aiU eurs). Vercellino ayant fait observer que !es Allemands étaient déj à à Marse ille, il lui fu t répond u d'aller quand meme au Rh òne par une autre voie.
E n terminant, Gamaleri es t revenu s u r l'esprit de colla b oration qui était dans le urs in ten t ions; il a rappelé q u e le Chan ceLi er Hitle1- nou s ava it garanti qu'il ne vo ulait a tt enter ni au territoire français, ni à celui d e son Empire. J'ai sou li gné, en passant, qu'il parlait du Chancelier Hitle1-, désirant sous -entendre a insi que nous n'avions rien entendu de se mblabl e émanant de Mussolini. Ap r ès quelques diau·ibes contre le s Anglo-Saxons, Gamaleri a t enu à me rép éter que !es Autori t és Militaires italienn es d'occupation avaient reçu tou tes les in structions en vu e d'une colla b oration étroite avec les Autorités françai ses ta n t civiles que militaires , e t qu'i l espérait bien ainsi que toutes choses se passeraient dans les meilleurs conditio n s.
Le présent comp te-rendu n'a d'intéret qu'en ce qu'on peut en déduire, semblet-il, !es tro is points suivants:
1) - Les ordr es ven us d e très hau t lieu pour l'envahissement de la France ont marqué un flottement certain;
2) - Il n' y avait pas eu un accord préalable entre la Partie italienne et la Pa11i e allemande;
3) - Pour le moment, et du point de vu e militaire, la Partie italienne manifeste le désir de ne pas renco ntrer notre opposition.
346 Mussolini e Pétain
Gén . Pa risot
PARTE QU ARTA
I DOCUMENTI 1943
59 . Processo verbale del colloquio del D uce con il gen . Vacca Maggiolin i (12 febbraio)
60. I rapporti tra la CIAF e la IV Armata (10 marzo)
61. L'abolizione delle sottocommissioni militari della CIAF (30 marzo)
62. Depositi clandest ini di armi e di materiale bellico scoperti dalla CIAF (aprile)
63. Bando sull'ordine pubblico nella Francia occupata (16 agosto)
1943 349
.
PROCESSO VERBALE DEL COLLOQUIO DEL DUCE CON IL GEN. VACCA MAGGIOLINI
12 febbraio 1943
Dopo la decisione italiana di occupare il territorio francese molti attriti s orsero circa I.e competenze delle autorità militari italiane di occupazione e i funzionari della CIAF. Fautore dell'eliminazione della CIAF, il Gen. M. Vercellino capo della IV° Armata si trovò a dover fare fronte all'opposizione del presidente della CJAF di parere opposto. Una svolta favorevole a questa ultima tesi si ebbe allorquando il presidente della CIAF espose al Duce in questo colloquio i motivi che militavano per il mantenimento delle attività della CIAF ed ebbe da lui pieno assenso alla sue tesi.
FONTE: USSME-CIAF, R.acc. 51, fase . 2
VERBALE RIASSUNTIVO DEL COLLOQUIO COL DUCE
12.2.1943 - XXI alla presenza dell'Eccellenza Gen. Ambrosia (tra le 12.20 e le 12.45)
Duce - Ditemi di che cosa Vi occupate ancora alla C.I.A.F.. Immagino il Vostro lavoro enormemente diminuito ...
Io - I] nostro lavo ro, al contrario, è, dopo gli ultimi avvenimenti, piuttosto aume ntato che diminuito.
Duce - Ne stupisco. Spiegatemi come ciò possa avvenire.
Io - Innanzitutto la CIAF ha tuttora in consegna un'enorme quantità di materiale proveniente dalle disciolte unità delle Forze Armate francesi. Anche dopo la 4° Armata ha utilizzato quanto le poteva occorrere, sono rimasti ingenti depositi che non possono essere spediti in Italia che gradualmente. Ci vorranno ancora dei mesi prima che tutto s ia finito, anche perché la consegna fu caotica ed occorre ora riordinare tutto.
Frattanto la CIAF deve anche continuare a tenere sotto controllo le formazioni paramilitari...
1943 351 DOCUME NTO N. 59
Duce - Di che cosa si tratta? Che scopo hanno?
Io - Vi sono innanzitutto i "Chantie rs de jeunesse" pei quali è stato, proprio in questi giorni, ordinata un a vera leva della intera classe 1923 per s uccessivi quadrimes t ri. Lo scopo dichiarato è semp li cemente educativo, in senso patriottico e sportivo, ma, naturalmente, nei Chantiers si fa invec e della vera istruzione premilitare, pur mancando delle armi necessari e. N um erosi ufficiali provenienti dalle Forze Armate disciolte sono utilizzati pel loro inquadramento. Un controllo severo è perciò necessario onde evitare spiacevoli sorprese.
Duce - Come s i eseguisce il controllo?
Io - Con ispezioni fatte da nostri ufficiali che procurano di assic urarsi che non esis t ano armi, che non si faccia della vera istruzio ne a carattere militare.
D uce - Mi è stato detto che i giova ni dei Chantiers sono impiegati anc he in lavori di pubblica utilità.
Io - Ciò è probabilmente fatto per mascherare il vero scopo della istituzione e per giustificarla verso l'opinione pubblica, ma no n è escluso che serva effettivame nte ad impiegare utilmente q uell a gioventù ed a non las c iarla inoperosa.
Duce - Danno luogo ad inconvenienti tali controlli?
Io - No, per lo meno non ad incidenti gravi. Ci fu talvolta d ello ostruzionismo, ma in complesso i co ntrolli si svo lgono regolarmente.
Vi è poi la "Milice française", istituzione recente ...
Duce - Ch e immagino finirà nel nulla come la Légion Tricolore, la Légion Africaine, ecc.!
Io - Questa ha scopi diversi. Dovrebbe essere una milizia di partito alle dirette dipendenze del Capo del Governo La va!, differendo in questo notevolmente dalla "Légion des combattants", la quale s i atteggia invece ad organo alla dipenden za personale del Capo dello Stato , il Maresciallo Pétain.
Duce - Si tratterebbe quindi di una milizia a sostegno della polizia.
352 Mussolini e Pétain
Io - Forse sì, ma con carattere squisitamente politico. Inoltre vi sono da controllare le nuove formazioni delle Forze armate francesi di cui Laval ha già ottenuto la concessione di massima dal Filhrer per la ricostituzione.
Duce - Qual'è lo spirito attuale della Francia a quanto Vi risulta?
Io - La popolazione francese di una cosa esse nzialmente si occupa e preoccupa: del problema della nutrizio n e . Odia i ted eschi e noi, ci odia anzi sempre più; segue l'andame nto delle operazioni con spera nz e ogni giorno più vive su lla vittoria degli Angloamericani ed è disposta ad aiutarli a momento opportuno ...
Duce - Il momento opportuno si presenta soltanto quando le forze amiche su cui s i conta sono effet tivame nte in grado di intervenire.Come la storia dimostra (per es.: la insurrezione di Verona s u cui contavano i piemontesi nel 1848; quella delle popolazioni albanesi della Ciamuria su cui contavamo anche noi recentemente) le popolazioni si uniscono alle forze armate con cui simpatizzano solo all'ultimo momento, ma non sono in grado di ai utarl e preventivamente.
Io - Del resto la Francia nella sua storia non ha mai avuto esempi di Vespri siciliani e di Pasqua veronese: i francesi sanno battersi tra loro in lotte civili o di religione, ma non fanno insu rrezioni contro lo straniero .
Duce - Quanto affermate è verissimo e conferma il giudizio che mi sono fatto d ella situazione francese. E il vettovagliamento come procede?
lo - Male. Le difficoltà si sono accresciute dopo la perdita dell'Armata francese del Nord che forniva gran quantità di ortaggi, d'olio e di altri generi. Naturalmente in relazione a ciò il mercato nero prospera ed aumentano i prezzi.
Duce - È questo un fenomeno interessante e generale: il fiorire del mercato nero e l'aumento d ei relativi prezzi col rarefarsi delle derrate.
Io - Altro lavoro cui attende la C.I.A.F., coi suoi organi periferici, è la ricerca dei depositi clandestini
1943 353
Duce - Quelli pei quali è stata chiesta una ingente multa che poi è s fumata ...
Io - È sfumata, Duce, soltanto p erc hé la s ua minaccia è s tata sufficiente ad indurre Lava} a cedere s ulla qu e stione del miliardo di franc hi mensil i p er le nostre truppe.
Duce - Si: questa è la versione più probabile. Ne avete trovati molti d i questi d e positi? Che cosa co nten evano?
Io - Ne abbiamo trovati più di 100 e circa 300 n e han trovati i t edeschi. Contenevano a rmi , co mpre s i alcun i cannoni, auto carri. I n depo si to abb iamo trovato ingenti quantità di filo telefoni co di rame.
Duce - Questa è una scoperta pre zios a, p erc hé rame e s tagno sono i m e talli di cui più difettiamo.
Io - Difatti tutto qu e l mate riale è già stato spedito in Italia.
Duce - Vi s i e te acco rti c h e vi fosse un criterio d i organicità nella istituzione di qu es ti d e positi?
Io - Sl, la loro dis l ocazione geografica era evident e mente fatta secondo un con ce tto di schieramento p e ricolo s o per noi. A questo proposito ho p arla to ieri coll'Ecc. Ambros ia del seguito da fare a questa questione. Sareb b e mia intenzione - pur abbandonando definitivamente la richiesta dei 5 miliard i - di ins istere s ulla co ncess ione di una som ma - 50 milioni di lire - da distri buire come indenni tà ai nos tri concittadini c he furo no processati e condannati (qualcuno fu addirittura condannato a morte) per avere informato gli organi armistiziali d ella es istenza d ei depo siti clandestini e di insiste re altresì per il pagamento di una multa per ciascun d e posito ritrovato dopo la data - 10 febbraio - concessa come ult imo limite per la d enu ncia di tali d e pos iti. T utto questo dovrebb e però fars i stabile ndo preven ti vi accordi con la CTA.
Duce - App r ovo .
Io - Di sgrazi a tamente t utta ques ta attività d e lJa C.I.A.F. non ha p otu to s volgersi se nza creare qualche attrito coi co mandi delle truppe di occupazione. Al riguardo debbo dirVi che, a mio pa rere , sarebbe gr av e errore il far passare alle truppe i compiti della C.I.A.F.
354 Mussolini e Pétain
Questa infatti ha relazioni dirette col Governo francese e tratta con esso con un carattere di superiorità che le deriva dalla Convenzione di armistizio. La C.I.A.F. è altresì l'unico organo che, nel suo ambito, possa trattare colla Germania con assoluta parità di diritto.
Il Generale Vercellino non ha invece veste per trattare con il signor Lava) e, quan to poi alla Germania, egli si trova in condizioni di inferiorità essendo alle dipendenze del Maresciallo Runstedt.
Mi pare ino ltre che non vi s ia alcun interesse - mentre vi è un organo perfettamente preparato al suo compito da due anni di attività - a far cedere le sue funzioni ad altro ente. Tanto più poi che le armate devono essere lasciate libere pei loro compiti operativi, i quali potrebbero anche obbligarle ad allontanarsi dai territori ove oggi risiedono : dovrebbero allora abbandonare i loro compiti di controllo proprio nel momento in cui essi assumerebbero la maggior importanza.
Duce - Avete ragione. Credevo che la C.I.A.F avesse esaurito i suoi compiti e invece Voi mi avete convinto del contrario. Avete compiuto recentemente qualche viaggio in Francia?
Io - No Il mio più recente viaggio è stato compiuto in Marocco, Algeria e Tunisia proprio nel momento in cui sono awenuti gli sbarchi anglo-americani.
Duce - Sì, me ne ricordo benissimo. Quegli sbarchi potevano però essere previsti ...
Io - Lo furono infatti dalla C.IA.F. ma i tedeschi non ci vollero mai credere. Ancora a Venezia, al convegno tra C.I.A.F e C.T.A., l'ammiraglio Wever sostenne, contraddicendosi, che ogni sbarco in forze era impossibile, perché sarebbe mancato il tonnellagio necessario; se anche questo ci fosse stato, sareb bero mancate le navi di scorta; inoltre era indispensabile basarsi sul porto di Gibilterra, la cui capienza - 180 mila tonn. - era insufficiente. A ciò si aggiungeva - e non soltanto da parte dell'ammiraglio Wever, ma anche da parte del generale Vogl e del suo Capo di S.M. - la massima fiducia nella resistenza francese.
Du ce - Avete almeno rinfacciato loro il grave errore in cui sono caduti?
Io - Sì, ma il generale Vogl, ha risposto semplicemente: "Errare humanum est!"
1943 355
Duce - Sì , ma pers is tere è "diabolicum!"
De l resto i nos tr i nemici in co ntra no gravi difficol tà in ogni campo. Farò pubblicare nei prossimi giorni l'e lenco dell e restri zioni c h e son o sta t e impos te agli americani e ci sarà, per i pi ù, da s tupi rs i d elle manchevolezze di c ui so ffrono paes i ric c hi di ogni risorsa come gli Stati Uniti. Ormai è il Giappon e che, dopo l e s u e c onquiste, s ta m eglio di tutti. Noi certo abbiamo gravi manchevolezz e, ma all'infuori di alcuni m e talli (rame e stagn o , co me Vi ho già d etto , p rincipalm e nte) riusciamo , sia pure a stento, a far fronte alle nostre necess ità. La fabbrica di F e n-ara comincia a produrre g omma sintetica. Abbi a mo trovato della mica - pur non eccellente, ma buona - in provincia di Como. Forse, ma non bisogna an cora illuderci, s i è trovato in Val del P o un 'altra importante risorsa.
Tu t tavia è ne cessari o che in Francia rastrelliate t utto quello che pote te, tutto qu ello c h e trovate e che lo mandiate in Italia.
Io - Vi s ono le difficoltà dei trasporti. Avevo pensato di utilizzare le na vi prese alla Francia, ma ci ò richi e dere bbe il più delle volte due carichi (fe rrovia e navi) e inoltre c'è il p er icolo dei sil ura men ti .
Duce - Sì. Le prez iose navi avu t e dalla Francia devono nel tragi tto tra Ma rsiglia e Gen ova tenere una rotta obbligata, sulla qual e i so mme rg ibili nemi ci hanno g ià silurato parecchie navi . Meglio che la roba arrivi in ri tardo, ma che an-ivi con sicurezza Delle difficoltà n emich e è indizio an c he il disco r so di Churc hill alla Camera d ei Comuni. È un discorso che mi ha molto s tupito pel s uo tono relativa m e nte dimesso , m e ntre mi sarei atteso degli s quilli tri o nfali .
È probabile c he ciò sia dovuto alla minaccia c he rapprese nta per l'Inghilte rra una Ru ss ia vittoriosa ... Fo rs'anch e vi so no preocc up azioni per l'In dia, ove l'eventuale morte di Gandhi, durante il suo digiuno, potre bbe provocare una rivolta generale. E il fatto di av er portato i nostri gen era li ( Ga zzera , B e rgon zoli, ecc.) ed i co lonnelli in Am e rica prova che in India non sono tranquiUi della s itua zi one e t e mono un'azione dei no s tri prigionieri diretti dai loro maggio ri capi.
Avete altro d a dir mi?
Io - No , Du ce.
Du c e - Allora ricordate la mia dire ttiva: ricup e rate quanto più potete e mandate tutt o in Italia.
356 Mussolini e Pétain
I RAPPORTI TRA LA CIAF E LA IV ARMATA
10 marzo 1943
Perdurando la rivalità tra la CIAF e le autorità militari di occupazione della N Armata il Capo di S.M. Generale Ambrosia decideva di precisare nella seguente circolare i rapporti tra i due organi italiani presenti in Francia.
FONTE: USSME-CIAF, Racc . 44, doc. 3 N.
La situazione che si è determinata nella Francia metropolitana, Corsica e Nord Africa Francese rende necessario precisare i rapporti fra Commissione italiana di Armistizio con la Francia, Comandi delle Truppe di occupazione e Generale Rappresentante del Comando Supremo Italiano a Vichy.
Pertanto, con decorrenza 1° aprile p.v. dispongo:
1° ) - La C.1.A.F., continuando ad essere depositaria della Convenzione di Armistjzio con la Francia ed a regolarne l'esecuzione, provvederà direttamente a:
a) - trattare con la Delegazione fra nces e e con C.T.A. le questioni armistiziali di principio e di carattere generale (e in particolare quelle riflettenti le organizzazioni paramilitari e del lavoro);
- intervenire presso il governo francese, tramite Delegazione francese, per le questioni che, in base a quanto previsto al segu ente n. 3), le saranno rapprese ntate di volta in volta dai comandi 4a Armata e VII C.A.;
b) - controllare le industrie belliche francesi e combustibili liquidi;
c) - amministrazione i territori occupati nel giugno 1940;
d ) - regolare gli affari economici e finanziari;
e) - regolare gli scambi commerciali.
2°) - I controlli che, nei territori occupati dalle nostre truppe nella Francia metropolitana ed in Corsica, sono attualmente effettuati dagli organi periferici:
- della Sottocommissione C.I.A.F. per l'Esercito;
- della Sottocommissione C.I.A.F. per la Marina,
- della Sottocommissione C.I.A.F. per l'Aeronautica,
1943 357 DOCU ME NTO N. 60
- della Sottoc ommiss ione C.I.A.F. per gli Affari Gen e rali , passeranno rispettivam ente alJa c ompetenza dei Comandi 4• Annata e Vl1 C.A., alJa cui diretta dipendenza passerà il p e rsonale di dett i organi.
Tal e personale sarà matricolannente trasferit o agli enti c h e saranno rispettivamente indicati dai Comandi 4a Annata e Vl1 Corpo d'Armata.
3°) - Per le questioni armisti ziali che non sarà possibile risolvere con le Autorità francesi locali , i comandi 4• Annata e Vl1 C.A. interesseranno dire ttamente la Presidenza della C.I.A.F. p er l'ulteriore segui to.
I Comandi stess i dovranno inoltre dare conosce nza alla Presidenza C.I.A.F. de ll e questioni armi s ti z iali ri s olte direttam e nte.
4
°) - Per le questioni extra armistiziali che non sarà possibile risolvere con le Autorità francesi locali, i comandi 4• Armata e Vl1 C.A. farann o capo:
- gerarchicamente a que s to Comando Supremo, se si tratta di questioni di principio o comunque di particolare importanza;
- dire ttamente a.I generale rappresentante del Comando Supremo itaHano a Vi c hy neg)j altri casi.
5°) - Tutto il personale militare della C.l.A.F. attualmente dislocato in Tunis ia passerà senz'altro (se già non pass ato) alla diretta dipendenza dei Comandi italiani ivi di s locati.
Tale personale s arà ma tricolann ente trasferito agli enti c he saranno indicati dallo Stato Maggiore R. Esercito.
Il personale civ ile sarà messo a disposizione dei ri s pettivi Ministeri .
6 °) - Gli Stati Maggiori in indiriz zo e la Presidenza della C.I.A.F sono pregati di dare le disposizioni di ris pettiva competenza per l'urgente attuazion e dei prowedimenti sopraind icati , riferendo in merito al più presto a qu es to Comando Supremo.
7°) - La C.I.A.F è inoltre pregata di trasm e ttere con urgenza a questo Comando Supremo dettaglia t e proposte c irca la co ntrazione dei s uoi organi ed il s u o nuovo ordinamento interno.
358 Mu sso lini e Pétain
IL CAPO DI STATO MAGGIORE GENERALE F.to Ambrosie
L'ABOLIZIONE DELLE SOTTOCOMMISSIONI MILITARI DELLA CIAF
30 marzo 1943
L'annuncio ufficiale della cessazione delle attività delle Sottocommissioni militari della CJAF venne dato dal presidente con il seguente Ordine del Giorno.
FONTE: USSME-CIAF, Racc. 48, doc. 30.
ORDINE DEL GIORNO N. 7
Col giorno 1° aprile il personale residente nella Francia metropolitana, in Corsica ed in Tunisia, delle Sottocommissioni Esercito, Marina, Aeronautica ed Affari Generali, cessa, per ordine del Comando Supremo, di appartenere alla C.I.A.F
A Voi tutti - militari e civili di ogni grado - che ci lasciate rivolgo un cordiale saluto anche a nome dei camerati che continuano a lavorare nell'ambito della Commissione. Questo saluto vuole altresì essere un esplicito e grato riconoscimento della cooperazione che mi avete costantemente e largamente data, anche, e specialmente, nei luoghi e nei periodi in cui più arduo era il Vostro compito di tutelare - isolati fra popolazioni ed autorità straniere ed ostili - i diritti e di tenere alto il prestigio dell'Italia nostra.
Non dubito che le nuove alte Autorità da cui ora dipenderete non tarderanno ad apprezzare il Vostro lavoro, come io l'ho sempre apprezzato.
Vinceremo!
Torino, lì 30 marzo 1943 - XXI
IL GENERALE DESIGNATO D'ARMATA
PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE DI ARMISTIZIO
F.to Arturo Vacca Maggiolini
1943 359 DOC UMENTO N. 61
DEPOSITI CLANDESTINI DI ARMI E DI MATERIALE BELLICO SCOPERTI DALLA CIAF
april e 1943
L'agitarsi dell'opinione pubblica francese nei confronti d elle for ze armate italia ne occupanti s i manifestò sia con una serie notevole di incidenti più o meno gravi, sia con l'allestimento di depos iti clandestini di armi e di materiale bellico in vista di una svolta insurreziona le cont ro l'occupante. L'attività degli organi della CIAF pe r scoprire questi depositi è sta ta importante come mostra la seguente tab ella dell 'a prile 1943.
FONTE: USSME-CIAF, Racc. 44, fase 3 Q.
360 Mussolini e Pétain
D OCUMENTO N. 62
2° S ezion e Les Ba u x n ov. 1940 Carri armat i da 37 tonn . e accessor i : n . 8
Montfave t 26/11/19 4 1
Materiale vario di artiglie r ia, g e nio automobilistico
e d'armame n to - 6 vago n i ferroviari id.
Chateau Ro u vière 30/9/1942
Fucili mod. 19 16 n. 61 Can n e per mitragliatrici Hotckiss mod . 24: n. 15 id. Caricato r i per fucili mi t rag li atori mod. 24: n . 4513
Garage Floirat 1/10/1942 Filo tel e fo n ic o d a ca m po: k m. 3 .187 Marsiglia apparecchi radio: n. 16 2 id . apparecchio radiogonometrico n. l
Hui1er i e "Miche line 2 0/ 10/1942
Materiali vari pe r carri id. Emile" - Marsiglia T onnellate 2 10
Cana le d e l Rove 2 1/12/1942 M itragliatrici da 8 mm . mod. 14: n. 93 (B ER RE) muni z ioni da 8 m m. mod. 932: n. 192 0 id.
munizioni da 7 mm-5- 1929-C: n. 3930
DIREZI
1° Sez ione .LO CALITÀ DATA S O MMA RIO D E L MATERIAL E DA CH I RINVENUTO Monaco P rincipato 9.587 P roietti da 25 mm. s e milavorat i S e zione C.I.B. di Società 5/2/1943 9.663 T appi per gli stessi in acciaio semilavorato Avigno n e
S.C.A .S. I. 5.528
s e mifi n ite 1° S e
n e
1°
ON E RE GI ONA L E
e
Corone d i forzamento in r ame
zio
Con t r /
1° Direz . Region.
I~
,~
Lambeso -Ca mpagne 21/12/1942
"Mon Beau"
Cartucce da 7 ,5 - pistole mitragliatricicanne di ricambio mitr. Hotckiss: 55 casse
Fucili mitragliator i: 2 casse
Pistol e automatich e : 1 cassa
Munizioni pistole mitr.: 1 cassa
Velaux-Domaine du 21/12/1942
Plan
Arles - Ferme d e 21/12/1942 Montmajours
Mitr. Mod. 14 con trep .: n. 7
Mitr. Mod . 13 senza tre ppiede: n. 8
canne ricambio per mitraglia tric i: 11. 38 canne ricambio F.M.: n. 4
mortai da 60: 11. I
cartucce da 8 mm.: 11. 426840
cart u cce da 37 mm.: n. 423
cartucce da 37 mm: n. 378
granate da rottura mod. 35: n. 7514 granate da rottura Brandt: n. 1685
Granate da 75: 150 casse
pistole mitr.: 11. 1
caricatori: n. 4 scatole
cartucce-1929-C: 680 casse
cartucce circa 3/4 tonn. du Chateau de Grandrut
Barbertane - carrière 21/12 /1 942
Cha te aurenard
21/12/1942
moschett i mod. 1936: n. 45
fucili mitr.: n. 20
munizioni : casse 150/200
Moustiers S.te Ma rie
21/12/1942
cartucce da 75 O E 17: n. 342 proietti da 81 : n. 2500
Pr efet to di Marsiglia Prefetto di Marsiglia Prefetto d i Marsiglia id. id. Prefetto <.,..i °' N V) V) s· N, I:) ;i'
(2 depositi)
cariche da 81: n. 2680 di spolette ad.e. DATI 8: n. 510 Digne munizioni da 25 DCA: casse 110 proietti da 81: casse 3 petardi 11. 114
Avignone 21/12/1942 p ezz i staccati di ca rri armati kg. 1200
Prefe tto di tubi per carri armati kg. 3000 Avignone
Montdragon 21/12/1942 cartucce per mtr. ( 43 casse) Kg. 3000 supporti per mtr. per avia z ione n. 3
Prefetto di tubi per mtr. p er aviaz. n. 13 Avignone grossi caricatori per mtr. n. 16 mirini a periscopio per carri armati casse 1
Ménerb e s 21/12/1942 carr i armati n. 4
t ra Ampus e 21/12/1942 camions di munizioni n. 2
Prefetto di Chateaudouble casse di pezzi d'armam. n. 2 Draguignan
Barijols domaine 21/12/1942 munizioni di fanteria Tonn. 20 id. de Valrose
Pontèves Chàteau 21/12/1942 munizioni Tonn. 20 id. Duvivier
Fox-Anphoux 21/12/1942 mater ia li trasmissioni camions: n. 3 id. Chàteau de Besque
Fox-Anphoux 21/12/1942 munizioni camions: n. 3 id.
Les Rougiers
-
id. \() .i,. w
I~
Arcs - Quart. 21/ 12/1 942 granate da 75 e 3 7 m m. to n n. 15 id.
St. Ro sse llin e
Salernes - P rop rieté 21/12/1942 mun iz ioni diverse (cartucce e de l' As de Piqu e piccole granat e ) cass e 453 id.
St. P au l en Foret 2 1/12/ 1942 Granate da 47 e da 75 casse 94 id. (in una foresta)
Mon s - Chat eau de 21/12/1942 fu ci li mod. Diversi n. 253 Beau rega rd re vo l ve rs 1892 n. 170 id. mitr. se n za treppiedi n. 15 t reppied i staccati n. 15 (armamento inutilizzabile per so ttrazione di pe zzi).
Mon s-pressi 21 / 12/1942 mo sche tti n. 498 Prefetto di ;:s Chat ea u de Bourges Draguignan
Mon s-ro tabil e 21 / 12/1942 cartucce da 7 ,5 - ci r ca I camionet ta id. I'>..
per Seille n s
Bargenon -M on tagne 21/12/1942 munizioni da 75 - camions n . 2 id. de D uec h
Aup s-Chateau du 21/12/1942 ma teriale di t ras mis sio ne cam io ns n. 2 id .
Locquier
Aup s-Cha teau de 2 1/ 12/1942 mun iz ioni - camions n. 8 id. Cresson
Aup s-C hateau de 21 / 12 /1942 munizioni - cam ions n. 3 id. Frabrègne
1~
s:: "' "'
N ci:. "'o
I:) N ;:s
....
Aups-Chap elle 21/12/1942 materiali var i , muniz ioni, N.B. d'Ucha arma m ento - camio n s n. 3 id.
Aiguin es - Champagne 21 /12/19 42 materiali vari e munizioni - camio n s n. 4 id . des J a u mest
A iguines -Campagne 2 1/12/1942 mat eriali vari e mun iz i oni id. de s Amand iers materiali di artiglieria camions n . 6
Ma irie du Luc 2 1/ 12 / 1942 moschetti - casse n. 2 id . Bo rmes 21/12/1942 moschetti senza percusso re n. 1200 id . Chateauroy un lotto munizioni
Bea us set 21/12/1942 fucile L ebel: n. 1 id .
Caserma gendarmeria
La Valette - 21/12/1942 mater i ale diverso c ir ca k g. 1200 P refetto di Quartier de Ch a bei l D raguignan
Hye res-Les 21/1 2/ 1942 bocche da fuoco se n za c u latta da 7 5 n . 3
Martins freni da ti ro da 75 n . 3 affusti pe r mtr. n. 7 id. percussori o materiali vari ed un l o tt o mun izioni
To lone - Ru e 21/ 12 / 1942 scatol e caricatori vuoto per f.m. casse 4 3
Victor Clapi e r mate ri ale di ricambio p er mi tr. id. (circa 15 Ton n.) casse 52
Lo r g u es - Maison 21/12 / 1942 mate ri a le di armamento circa to nn. 10 id . Re traite P éres d e
l'A ssompt io n
I~
,~
Gor ges du Ve rd o n 21/12/1942 ma teri a le no n precisato 1 l otto id.
O ffici na S cambe rre 8/1/19 43 material e aerona ut ico e part i di
I O Direz ione a pparecchi r adi o to nn . S be n zina litri 1400 R egionale
Gar age - zon a 8/ 1/1943 trattori Lati! n. 2
Be rre autobus n. 2 id. autoca r ri n . 5
Ch ate au Cad a r ache 9/1/19 4 3 trattori "SOMA" n. 10 a u tovettura Hotck iss n. I id .
benzi n a litri 21240 o lio litri 36 00
Carp e ntras 11/1/1943 Culots V .B . n. 5500
Pr efe tto di
Av ignon e
P refetto di press i di Avi gnone Avignon e p e rc h é faccia conos cere al p iù p r est o Avignon e
L etto della Du ranc e 11/1/1943 Non an co r a noto - sollecit a t o il P r efetto di
la speci e e la qua n t ità dei m at e riali ricup e rati
Villa Tardi eu 12/1 / 1943 bossoli d'art iglier ia n. 23.400
I O Di r ezione c asse a p o l vere in zi n co e ram e n . 1.500
R eg ional e
Mon tfuron 12/ 1/1943 p n e uma tic i n . 150 ba tteri e pe r au t o n. 200 id. materi a le va rio auto mob ilisti co casse 71
App ar tamento p ri vato 23/1/1 94 3 fucil i da g uerra n. 31
H yeres revo lv ers e pistole d a g uerra n . 13
I~
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;i"
Prefet to di carabine n. l cartucce fucili da guerra n. 250
fucili da caccia n . 5
Draguignan cartucce fucili da caccia n. 25 bossoli cart ucc e da caccia n . 8 cartucce per pist. da guerra n . 250
Go rdes 27/1/1943 cartucce da 25 m m. e 37 m m. - petardi di melinite - bande per mtr. H otckiss - pe zz i p er mtr. e per motori casse 189
Prefetto di moto r i e p ezz i di motori per Avignone carri armati casse grandi 5
Senatorio - Petit 17/2/1943 l'i n ve ntario non ancora è stato e seg uito. Forze Armate Arbois - strada Materiale sanitario vario per un valore di Tedesc h e
Marsiglia-Septème- 10-12 milioni di lir e i taliane
Marsiglia Aguilles (n . 543)
Marsiglia-Boulevard 10/2/ 1943 Rilevan te quantità di cuoio di vario genere Comando T appa de l a Corderre (3 grandi capanno ni ) - pellami per cal z atur e Militare e guanti - scarpe confeziona t e per uso civile n. 141 e m i lita re.
Los D efe ns 18/21 1943 fucili Lebel n. 12
Draguignan
Prefetto di (Cuers) casse di mu nizion i n. 2
Ma r siglia 23/2/1943 fond i ne per revolver s 700 Rue Loubn sacchi per basto 2100 Comando Tapp a scarpe usate 400 Militare zainetti per corred o 14000 n. 141
cofani scrittoi piccoli 35
,~
I~
To lone
Aubagne ( Gara ge Arobio)
cofan .i sc ritt o i gra ndi 50
cofani sc rit to i a sco m parti men ti 7 0
ci n g h ie per zai n etti 1 1400
bors e per bai one tte 900
cinturon i cu oio 4000
gi b er n e 74000
cing h ie per fu ci li 7000
cinghiette varie 19000
bret e ll e per zain e tti 9000
oltre a d alt ro mater ial e no n an co ra inv entariato
1/ 3/1943 mosc h etti senza p ercussore 40 0
baio ne tt e num er o imp recis ato
17/ 3/194 3 1 Autoca rro p esa n te
6 Autoca rri legge ri
2 Aut ofurg oni
15 Aut o vet tur e 1
Jarj aye s, a 9 km . da Gap
6/12/1942
11 ° DIREZIONE
R E GIONALE
3 ° Sezione
Mitragliat ri ci Hotckis s co mplet e d i can n a di ri ca m b io e 2 cassette di nastri
co mp leti di ca rtu cce n . 21
accessori pe r d e tt e casse 2 1
fucil e mit r. cal. 7,5 mod . 24/29 n. 12
ac cessor i e munizioni p er detti casse 7 m ateriali vari sacchi 1
P refetto d i Dra g ui g nan
I O D irez ione Regionale
3 ° S ez i one di Controllo
w °' 00 :;:: s:: V) V) ::s -. (1) .... i:, ;i'
Jarjayes 7/12/1942
Casse contenenti accessori per mitragliatrici Btg. Alpini da opera, accessori per artig l. e munizioni n . 242 "Monte Rosa"
Gap, rue Carnot 8/12/1942 Avantreni per cannon e da 47 n. 2 Capitano (garage Chabrand) cucine mobili n. 3 Dignac
L a Justice, a 2 km. 8/12/1942 accessori, muni z ioni e mat e riale vario circa da Gap contenuto i n sacchi/e casse n. 97 picc hi , pale e gravine n. 273 id.
Le Logis 8/12/1942 materiale vario d'artiglieria casse 21 O martinetti, ruote, oblò da opera casse 112 id.
Le Lo~is 8/12/1942 basti vari n. 97 armi vecchie - fucili e pistol e n. 96
materiale vario d'art. da opera id. picchi, pale e gravine n. 238
Casa colonica a 200 8/12/1942 stivali gomma paia 154
m. circa dalla rotabile maschere a n tigas n . 3042 id .
G ap- S isteron borse per mascher e n. 2910 presso il bivio filtri per maschere n . 9561
Monetier - Allemon t tubi di gomma per maschere n. 4000
Cascina sulla strada 8/12/1942 Autoambulanza Renault (seminuova): l Capitano di campagna Monetier casset te porta muni z ioni 217 Dignac
Allemont-Rousset-Courban
Col de Jarjayes 10/ 12 /1942 Fucili da 7,5 con baionetta e scovoli : 480 P refetto di Moschetti da 8 con baionetta, scovo l o e cinghia: 360 Gap
I~
lt '°
Cascinale sulla car - 11/12/1942 Mitragl. pesanti Hotckiss: 4
rareccia St. Jean- Cass e accessori per dette: 4 3 ° Sezione St. Nico las Chabot - Moschetti: 20 Controllo to nnes
Champanastays, a 4 18/1 2/1942 Munizioni da guerra cal. 8 37800 km. circa da Le Lauzet Cartucce da 7,5 in bianco 280660 id. (VaIJe Ubaye) piccola Vetturette porta munizio n i 3 rimessa
St. Bonnet 14/1 /1943 Autocarri militari Citroen 2 id.
Briançon 14/1/1943 Mitragl. mod. 31 2 62 ° Cp. dall' 11 ° "' "' (Arsernale) Petardi di meli nite kg. SO Bgt. Alpi ni o
Briançon 21/1/1943 Fucili mod. 17/ 15 e 16 121 (Caser ma "I") fucili mitragliatori 3 " 'ti
mosche tti m o d. 92 24 autorità tromboncini V.B. 11 francesi ;i"
caricatori per mitragl. 321
carica tori per F.M. 1 14 caricatori per fucile 608
cartucce sciolte 150 razzi 44
Briançon 21/1/1943 Cariche p er pezzi da 55 8 Autorità (Ars e nale) francesi
Mont Dauphin 28/1/1943 Spolette da 55 55 razzi 2 id.
I~
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4 ° Sezione
Clerieux 19/12/1942 Cartucce da fanteria -m u nizion i da artigl. e Prefet to della mortai - bombe da aeroplano - spolette - Dròme caricatori per mitragliatrici
Cobonne 19/12/1942 mun izioni da artiglieria ed artifizicartucce per m itrag li atrice - armi individuali e collettive - moto e parti di ricambio art. id. grosso calibro min e da fanteria e munizioni
Chabrillan 19/12/1942 per mortaio da 81
Chabeuil 19/12/ 1942 canoni da 25 senza fusto id.
Menglon 19/12/1942 autoblindo - chenillette - camion e s id e - ca r s id.
Allex 19 / 12 /1942 mortai da 60 - lancia granate - canne di ricamb io per mitr. e caricatori id.
Morost el 20/12/1942 autoblindo munite da pezzi da 25 Prefetto dell'Isère
Septome 20/12/1942 munizioni da fan teria id.
St. Che f 20/12/1942 cartucce da 25 mm. mod. 34 perforanti id.
Chaponnay 20/12/1042 autoblindo senza canno n e id.
E.P.S.M. 20/12/1942 bocche da fuoco da 75 e 65 - armi individuali e Prefetto
(Grenoble) collettive - mun izioni da artiglieria e artifizi dell'Isère
..._
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I~
Forte Muri er 20/12/1942
muni zioni per fanteria - automezzi
mun izion i da artiglieria e artifizi
n ° Di rezione R egio nale
Forte Ba rra ux 20/12/1942 mun izioni da artiglieria e artifizi P refe tto munizioni per fante ria - es plosi vi da mina d ell' Isèr e
Forte Comboire 20/12/1942 mine da fanteria id.
Usine des Garci ns 20/12/1942 carrelli porta cannoni Trupp e di Vif occupazione
Usine des Garcins 20/12/1942 cannoni da 75 mod. 1897 id.
Le Gua
Nizoen (Charnbon) 23/12/1942 esplosiv i da mina
St. J ean en Royan 30/12/ 19 42 camion e chenillette
Diret tor e del -
l 'E PSM ('> di G renob l e "ti <'>, ....
11 ° Dire z io ne s· Region ale
Chateau ne uf 3/1/1943 involucri di celluloide per ca riche n ° Direzi one aggiun tive per mortaio da fanteria e celluloide in rotoli Regionale
Se yess ins 24/12/1943 cariche di me linite e d eto natori elettrici Direttore EPSM Grenob le
Alle s (Crest) 23/1/1943 cofani contene nti par ti ricambio per artiglieria Prefetto della di grosso calibro e med io calibro D r6m e
,~
j[
½ C) -
;·
Condillac 23/1/1943 munizioni da fanteria id.
Montelier 23/1/1943 cassoni da artiglieria da 7 5 (retrotreni) Prefetto della centrali di tiro C.A. Drome
La Paillass e 23/1/1943 avantreni da 75 id.
Bourg de Peage 23/1/1943 posto di ascolto istallato su rimorchio a due i d . ruote gommate
St. Uze 23/1/1943 una chenillette id.
Claix (Chàteau 23/1/1943 telefoni - radio - eliografi e bobine di filo Prefetto d e la Ba tis) telefonico dell'Is è r e
St. Laurent du 10/2/1943 esplosivo id.
Pont
St. Paul de 10/2/1943 casse di munizioni id. Varces
Vizi Ile 10/2/1943 bombe a mano id.
Le Peage de 10/2/1943 materiale per tiro contraereo - armamento individuale
Roussilon - materiali per apparati cine-mitragliatori id. l autocarro - munizioni per fanteria
Forte Murier 4/2/1943 spolette - proi e tti da 4 7 e bomb e a mano Truppe di occupazione
Manifattura di 11/2/ l 943 spolette Prefetto
munizioni di Val e nc e della Drome
I~
I~
Deci mes 26/2/1943 ca rtucc e da segnalazione
Treffort 5/3/1943 trattori a cingoli per art. n. 3 id . autocarro a cingoli n. 1
Viuz la Chiesaz 23/12/1942 munizioni per fucile casse 24
Giez 24/12/1942 munizioni per mitragliatrici casse 5 munizioni per F .M . casse 7
munizio n i per moschetto casse 14
mun izioni per seg n alazione casse 1
bombe a mano casse 33
granate 0 . F . casse 16
esplosivo casse 4
accessori per armi n. 2
apparecch i telefonici n . 2
pinze tagliafili n . 118
Charvonnez 24/12/1942 m itragliat r ic i Hot ckiss n . 4
fucili n. 46
moschetti n . 60
Se zione
trornblo ns V.B. n . 7 id .
pistole vario tipo n. 17
sciabole ba i onette n. 57
caricatori per F.M . n. 210
accessori per armi n. 7
w
Prefetto
Jt
Isère
5 ° Sezione
5°
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V, V,
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id . ::.
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Menthonn e x 24/12/1942 mun iz io n i per mortai cas s e 60 munizioni per mosch e tto casse 29 id.
granate cass e 13 spol e tte casse 8
Minzier 24/12/1942 Mitrag li atrici Hotckiss n. 4
fucili n. 81
moschetti n. 54
tromblons V.B. n. 7 5 ° sezione
pistole n. 19
caricatori p e r F.M. n. 150
St . G erm ain 24/12 / 1942 m itragliatrici Hotckiss n . 8
fucili n. 76
m osche tti n. 82
tromblons V.B. n. 8
pis t ol e n. 2 id.
sciabole baionette n. 89
munizioni p e r fucil e casse 36 muni z ioni p e r segnalazioni ca s s e 4
g ranate V.B . e O.F. casse 22
accessori per a rm i n. 5
T h or e ns
31111943 posti radio ER 12 o. 11
posti radio E R 1 7 n. 1
abbondante ed ottimo ma t e r ial e id.
ottico e di collegam e nto
Evian s l e s Bains 23/12/1942 mi t ragliatrici Hotckiss o. 8
fucili n . 130
mosch e tti n. 160
P re f e tto
Alta Savoia
I~
,~
tromblons V.B. n. 16
L a R oche 23/ 12 / 194 2 p is tol e n. 44 id .
S / Foron muniz ion i per p ist. e fuc. casse 3
St. R oc he 23/1 2/1942 mortaiod a8 1 l S a ll a n ches mi tra g li a trici H otckiss 8 fucili ( m itragl. e m od . 16) 130 mosche tt i 157 P refetto tr omblons V. B. 17 dell'Alta Sa voia pistole 32 ca ne ri camb io p er m it r. e F.M . 8 ca ricatori pe r F.M . 435 ot tur a t ori 2
acc ess ori va r i per armi
fucili da caccia 21
M egeve 23 / 1 2/ 194 2 m uni zio n i p er m i tragli. casse 60 m uni z ioni per fuc. mitr. casse 29 mu nizioni per pisto l a casse 1 id.
munizi on i pe r t rombl ons V.B. casse 15
g r a nat e V. B. casse 26 s p o l e tt o per granate casse 7
Seynod 24/12/1942 fucili m itrag lia tori n . I O pist o l e n. 6 caricatori per mi tragl. casse 3 munizioni per fucile casse 57 id. m u nizioni per tromblons casse 64 app ar ecc hi t e lefo nici n. 3 ce ntral e t e l efo ni ca n. I cass e radio R . 12 n. 12
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Princy 24/12/1942
materiale sanitario vario
munizioni p er F.M. casse 9
munizioni per segnalazioni casse 43
bombe a mano casse 9 id.
grana te V.B. casse 14
Cruzeilles 24/12/1942 granate V.B. casse 14 Prefetto dell'Alta Savoia
Lovagny 24/12/1942
munizioni per canone anticarro casse 130 id.
Lovagny 24/12/1942
munizioni per can none anticarro casse 245 id.
Menthonnex 24/12/1942
moschetti n. 78
tromblons V.B. n. 8 id.
Chaumont 24/12 /19 42
munizioni per fucile casse 32
munizioni per segnalazione casse 2
granate V.B. casse 8 id.
granate O.F. casse 7
Scient rie r 24/12/ 1942
mitragliatrici Hotckiss n. 4
fucili mitragliatori e mod. 16 n. 50
Armo y 24/12/1942
moschetti n. 58
tromblons V.B. n. 9 id .
caricatori per F.M. n. 400
munizioni per mit rag liatrici casse 42
mun iz ioni per segnalazioni casse 47
bombe a mano casse 13
granate V.B. casse 9 id.
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inn eschi per bombe a mano casse 3
cofanetti someggiabili n . 4
Sevrier les 24/12/1942 moschetti n. 60
Choseaux fucili n. 39 i d. mun i zi oni per seg na lazione casse 21
Chamonix 24/ l 2/ 1942 m it raglia t ri ci Hotckis s n . 8 fucili mitragl. e mod. 16 n. 92 id. mosc h e t ti n . 120 caricatori p er mitragl. casse 2
L ocx 30/12/1942 Munizioni per mitr agli atrici casse 17
mun izio ni p er segna l az io ne casse l I Prefetto
bom b e a mano cass e 1O Alta Sa voia
Thonon 30/12/1942 mortaio da 81 n. 1
mun izioni p er mortaio da 81 casse 30
munizio ni p er mitragliatrici casse 9 i d.
spolette per bomb e da 81 casse 4
Cru z e illes 1/1/1943 Fucili n. 6 moschetti n. 91 canne ricambio per mitr. e F. M. n. 16 id. caricatori per F.M. n. 400
Ra vo i re 26/12/1.942 mun izion i p er mitragliatr ice cassa 24
Scoperta munizioni per fuc. mitragliatori casse 26 casua le Les Marches 19/ 1/1943 cartucce da 7,5 e 8 mm. casse 33 fucilin.1560
Prefetto ba io nette per fucili n. 235 della Sa voia p i s t ole n. 157
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Fourneaux 27/1/1943 cartucce DAM da 8 mm. casse 4 moschetto n. 1
P ero ug es 27/1/1943 cartucce perforanti anticarro da 25 mm. casse 22
Caserma Barbot 24/1/1943 ca rtuc ce a pali. ca !. 7 ,5 casse 64
Chambery ca rtuc ce traccianti cal. 8 casse 1
Modane 27/1/1943 bombe per tromblons V.B. casse 2
Caserma L o utra z
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dell' Ain T
di occupazione Prefetto della Savoia
BANDO SULL'ORDINE PUBBLICO NELLA FRANCIA OCCUPATA
16 agosto 1943
Per reagire contro i numerosi episodi di attività armata contro l'occupazione italiana nella Francia occupata, il Comandante della IV Armata gen. M. Vercellino emanò il 16 agosto 1943 il seguente Bando che comminava pene severissime contro gli oppositori.
FONTE: Dommages subis par la France et l'Union Française du fait de l'occupation ennemie (1939-1945), Part imputable à l'Italie , Parigi, 1948, p. 362.
COMANDO 4a ARMATA BANDO
contenente disposizioni relative alla sicurezza militare e all'ordine pubblico
Il Comandante della 4• Armata, visto l'art. 19 del codice penale militare di guerra, ordina:
Articolo primo. Limiti di applicazione.
Le disposi z ioni di questo bando si applicano nel territorio francese continentale occupato dalle forze armate italiane .
Art. 2.
Favoreggiamento bellico .
Chiunque commette un fatto diretto a favorire le operazioni militari di uno Stato in guerra con l'Italia ovvero a nuocere altrimenti a ll e operazioni de lle forze armate italiane, è punito con la pena di morte.
Art. 3.
Devastazione, saccheggio, strage
Chiunque commette un fatto diretto a portare la devastazione,
380 Mussolini e Pétain DOC UMENTO N. 63
il saccheggio o la strage nel territorio indicato nell'art. 1 o in parte di esso, è punito con la morte
Art. 4 .
Insurrezione armata .
Chi u nqu e promuove o dirige una i n surrezione armata, owero partecipa a lla i ns u rrezione medesima è punito con la morte.
Art. 5.
Associazioni sovversive
Chiunque promuove, costituisce, organizza o dirige associazioni dirette a sowertire gli ordinamenti politici, economici e sociali del territorio indica t o nell'art. 1 è punito con la morte.
Chiunque partecipa all e associazioni indicate nel comma precedente è p u nito con la reclusione da tre a dodi ci ann i.
Art. 6 .
Propaganda o apologia sovversiva.
Chiunque fa propaganda pe r la instaurazione violenta della dittatu ra d i u na classe social e s u lle altre, o per la soppressione viol en t a di una classe sociale, o, comunqu e, per il sowertimento violento degli ordinamenti politici, economici e sociali costituiti nel territorio indica t o nell'art. 1 è punito con la reclusione da due a otto anni.
La stessa pena si app li ca a chiunqu e fa apologia dei fatti preveduti dal comma precedente.
Art. 7
Attentati alla pubblica incolumità o a pubblici servizi
Chi unque, a scopo terroristico, o comunque per fini politici, commette un fatto da cui può derivare un pericolo per la pubblica incolumità, owero un grave danno alle vie o ai mezzi di comunicazione o di t rasporto, o, in generale, ai pubblici servizi . necessari alla vita de lla popolazione civile è punito con la morte.
Art. 8.
Sabotaggio di opere militari.
Chiunque rimuove, distrugge o rende inservibili in tutto o in parte anche temporaneame n te navi, aeromobili, convogli, strade, stabiliment i, depos i ti, macchinari o altri ordigni di guerra, linee e apparecchi telegrafici o telefonici o simili, owero altre ope r e costruite per uno scopo militare o ad esso destinato è punito con la morte.
1943 381
Art. 9.
Vilipendio degli organi costituzionali italiani o della nazione italiana.
Chiunque pubblicamente vilipende gli organi costituzionali dello Stato italiano ovvero la Nazione italiana è punito con la reclusione da uno a sei anni.
La stessa pena si applica a chiunque vilipende la bandiera nazionale italiana o un altro emblema dello Stato italiano.
Art 10.
Attentato alla incolumità o alla libertà personale di militare italiano.
Chiunque attenta alla libertà o incolumità personale di un militare italiano è punito, se il delitto non costituisce un più grave reato, con la reclusione non inferiore a 5 anni.
Nel caso di attentato alla vita o se dal fatto deriva la morte si applica la pena di morte.
Art. 11. Istigazione.
Chiunque istiga taluno a commettere uno dei delitti preveduti dagli articolo precedenti è punito, se l'istigazione non è accolta, ovvero se l'istigazione è accolta ma il delitto non è commesso, con la reclusione da uno a dieci anni.
Se l'istigazione è fatta pubblicamente, la pena è della reclusione da tre a dodici anni.
In ogni caso, la pena da applicare è sempre inferiore alla metà della pena stabilita per il delitto al quale si riferisce l'istigazione.
Art. 12 .
Cospirazione mediante accordo.
Quando più persone si accordano al fine di commettere uno dei delitti preveduti dagli articolo 2 a 10, coloro che partecipano all'accordo sono puniti, se il delitto non è commesso, con la reclusione da uno a otto anni. Per il promotore la pena è aumentata
Tuttavia, la pena da applicare è sempre inferiore alla metà della pena stabilita per il delitto al quale si riferisce l'accordo .
Art. 13.
Banda armata.
Quando per commettere uno dei delitti preveduti dagli articolo 2 a 1O si forma una banda armata, coloro che la promuovono o la costituiscono o la organizzano o comunque vi partecipano sono puniti con la morte
382
e Pétain
Mussolini
Art. 14.
Assistenza ai partecipi di una banda armata.
Chiunque, fuori dei casi di concorso nel reato di favoreggiamento, dà rifugio o fornisce il vitto a taluna delle persone che partecipano ad una banda armata è punito con la reclusione non inferiore a dieci anni. Se il fatto è abituale la pena è dell'ergastolo.
Non è punibile chi commette il fatto a favore di un prossimo congiunto.
Art. 15.
Ingiuria o minaccia a un militare italiano.
Chiunque offende l'onore o il decoro di un militare italiano, in sua presenza, ovvero minaccia a un militare italiano in ingiusto danno è punito, se il fatto costituisce un più grave reato, con la reclusione fino a tre anni.
Art. 16.
Diffusione di notizie false o tendenziose.
Chiunque, diffondendo o comunicando notizie false, esagerate o tendenziose, o in qualunque altro modo svolge comunque attività tali da recare nocumento agli interessi nazionali italiani è punito con la reclusione fino a 5 anni.
La pena è della reclusione non inferiore a cinque anni, se il fatto è commesso con propaganda o comunicazioni dirette a militari italiani .
Art. 17.
Manifestazioni sediziose .
Chiunque, in luogo pubblico o aperto al pubblico, compie manifestazioni o emette grida sediziose è punito, se il fatto non costituisce un più grave reato, con la reclusione fino a cinque anni.
Art 18.
Detenzione di armi.
Chiunque , senza autorizzazione dell'autorità italiana, porta o comunque detiene armi da fuoco o parti di esse, munizioni, esplosivi, aggressivi chimici, o armi bianche insidiose è punito con la reclusione da tre a 24 anni.
Se il fatto ha carattere di particolare gravità per le sue circostanze o modalità, ovvero per la capacità a delinquere del reo o per la natura, specie o quantità delle armi, si applica la pena di morte.
Se le armi, le munizioni o gli esplosivi sono rinvenuti in lo cali di abitazione o nelle appartenenze di essi, del fatto risponde anche il capo famiglia, salvo che egli provi di non esserne a conoscenza.
1943 383
Se le armi sono rinvenute in luoghi diversi da quelli indicati nel comma precedente, si applica la disposizione del comma medesimo a colui che ha la vigilanza o la custodia dei luoghi stessi.
Art. 19.
Deten zione di apparecchi radio trasmittenti. Chiunque, senza autorizzazione del comando delle forze armate italiane, detiene un apparecchio radiotrasmittente, è punito con la morte.
Art. 20.
Serrata o sciopero a fine politico.
Il datore di lavoro che, al fine di nuocere agli interessi nazionali italiani, sospenda in tutto o in parte il lavoro nei suoi stabilimenti, aziende o uffici, è punito con la reclusione da uno a cinque anni.
La stessa pena si applica ai lavoratori addetti a stabilimenti, aziende o uffici che in numero di tre o più, al fine di nuocere agli interessi nazionali italiani, abbandonano collettivamente ·il lavoro owero lo prestano in modo da turbarne la continuità o la regolarità.
Art. 21.
Serrata o sciopero per altro fine.
Il datore di lavoro o i lavorato ri che, fuori dal caso preveduto dall'articolo precedente, commettano alcuno dei fatti preveduti nell'articolo stesso, sono puniti con la reclu sione fino a tre anni, qualora dal fatto possa derivare un nocumento agli interessi nazionali italiani.
Art. 22.
Pene per i capi, promotori e organizzatori.
Le pene stabilite per i delitti preveduti dai due articoli precedenti sono raddoppiate per i capi, promotori e organizzatori.
Art. 23.
Cerimonie pubbliche.
Chiunque, senza averne vuoto autorizzazione dall'autorità italiana, promuove o dirige funzioni, cerimonie o pratiche religiose, fuori dei luoghi destinati al culto, owero processioni ecclesiastiche o civili nelle pubbliche vie è punito con l'arresto fino a sei mesi o con l'ammenda fino a franchi ottomila.
384 Mussolini e Pétain
Art. 24 .
Riunione di persone in luoghi pubblici.
Fuori dei casi preveduti dall'artico lo precedente, chiunque promuove una riunione di persone, in luogo pubblico o aperto al pubblico, o una pubblica manifestazione collettiva, senza autorizzazione dell'autorità italiana, è punito, se il fatto non costituisce un più grave reato, con l'arresto fino a un anno o con l'ammenda fino a franchi quindicimila .
Coloro che partecipano alla riunione o alla manifestazione sono puniti con l'arresto fino a sei mesi o con l'ammenda fino a franchi ottomila.
Art. 25 .
Tutela degli interessi germanici.
Le disposizioni di questo bando riferite allo Stato italiano o agli interessi nazionali italiani o alle forze armate italiane o a militari italiani si applicano anche quando il fatto concerne lo Stato, gli interessi nazionali, le forze armate o i militari germanici.
Art. 26. Circostanze attenuanti .
Per i reati preveduti da questo bando se concorrono speciali circostanze attenuanti la pena può essere diminuita nel modo seguente:
a. Alla pena della morte può essere sostituita quella dell'ergastolo o quella della reclusione da venti a trenta anni;
b. All'ergastolo p u ò essere sostituita la reclusione da quindici a ventiquattro anni;
c Le altre pene possono essere diminuite da un terzo alla me t à .
Art. 27. Competenza.
La cogmz1one dei reati preveduti da questo bando appartiene ai tribunali di guerra.
Nel caso di reati commessi dagli abitanti del territorio francese occupato in danno delle forze armate di occupazione o delle persone ad esse appartenenti o da esse dipendenti per essere al loro servizio o al loro seguito, il giudice militare può, per ragioni di convenienza, ordinare con provvedimento insindacabile la rimessione dei procedimenti relath·~. all'autorità giudiziaria francese competente .
1943 385
Art. 28.
Pubblicazione ed entrata in vigore.
Il presente bando è pubblicato mediante affissione nelle sedi dei comandi di grandi unità delle forze armate italiane ed entra in vigore il quinto giorno successivq alla sua pubblicazione. Esso è inoltre affisso agli albi comunali.
Dal Quartier Generale, 16 agosto 1943.
Il Generale Comandante
Mario Vercellino
386
Mussolini e Pétain
AEF:
AFN:
AMAE:
AOF:
AOI:
ASMAE:
CCL:
CDM:
CHEVS:
CIA:
CIAF:
CIB:
CNRS:
CTA:
CTTIC:
DDI:
DF:
DFCIA:
DSA:
GAIC:
GAN:
GRM:
HMSO:
IHPOM:
!SPI:
JFOM:
MAE:
OKW:
PNF :
RHA:
RITA:
SBM:
SHAM:
SHAT:
SIM:
SM:
SNCF:
SOL:
USSME:
Sigle SIGLE
Afrique Equatoriale Française
Afrique Française du Nord
Archivio Ministero degli Affari E steri
Afrique Occidentale Française
Africa Orientale Italiana
Archivio Storico Ministero degli Affari E steri
Controllo sui Combustibili Liquidi
Camouflage des Matériels
Centre d'Histoire de l'Europe du Vingtième Siècle
Commission Italienne di Armistice
Commissione Italiana di Armistizio con la Francia
Controllo Industrie Belliche
Centre National de la Recherche Scientifique
Commissione T edesca d'Armistizio
Centro di Transizione delle Truppe Indigene e Coloniali
Documenti Diplomatici Italiani
Délégation Française
Délégation Française auprès de la Commission Italienne d'Armistice
Direction des Services d'Armistice
Gruppi Azione Irredentista Corsa
Gruppi di Azione Nizzarda
Guardia Repubblicana Mobile
His Majesty's Stationery Office
Institut Historique des Pays d'Outre Mer
Istitu to per gli Studi di Politica Internazionale
Jeunesse de France et d'Outre-Mer
Ministero degli Affari Esteri
Oberkommando der Wehrmacht
Partito Nazionale Fascista
Royal Horse Artillery
Royal Institute of Intemational Affairs
Société d es Bains de Mer
Service Historique de l'Armée Maritime
Service Historique de l'Armée de Terre
Servizio Informazione Militare
Stato Maggiore
Société National des Chernins de Fer Français
Service d'Ordre Légionnaire
Ufficio Storico Sta to Maggiore - Esercito
387
•
FONTI D'ARCHIVIO
La presente storia dei rapporti tra l'Italia "vitt oriosa" e la Francia di Vichy è stata prevalentemente redatta a partire dall'ingente mole inedita dei documenti della Commissione Italiana di Armistizio con la Francia, che aveva sede a Torino e che, nell'ambito dell'Archivio Storico dello Stato Maggiore - Esercito, è conservata in una speciale collocazione (Carteggio della CIAF). Questi documenti salvati dalla cattura da parte delle autorità germaniche dopo l'otto settembre 1943 grazie alla perizia del terzo Presidente della Commissione, gen. Arturo Vacca Maggiolini che li custodì in un primo tempo nella sua villa di Mombercelli d'A sti e poi li fece affluire a Roma , sono tutti inediti e solo ora vengono offerti alla lettura attraverso sia il testo elaborato del primo tomo, sia attraverso la pubblicazione dei documenti più rilevanti nel secondo tomo della presente opera. S econdo le registrazioni della Presidenza si tratta di un complesso di ben 59.448 documenti che vanno dal 27 giugno 1940 al 9 settembre 1943 e che riguardano solo l'attività dell'organo di Presidenza. A questa già ragguardevole mole di documenti van no aggiunti un altro centinaio di migliaia di documenti e laborati dalle sotto-commissioni e dai vari organi della CIAF i quali, nei vari settori geografici e nelle varie competenze specifiche, e bbero modo di manifestare la volontà d ell'Italia vittoriosa nei confronti del regime di Pétain nelle sue alterne fasi che qui sono stati identifica ti nei tre tempi, d elle illusioni, del dialogo e della crisi. Il valore di questi documenti è elevatissimo e irripetibile poiché alla CIAF per espressa volontà del Duce toccò l'onere di tenere le fila di tutte l e relazioni tra l'Italia e la Francia di Vichy con l'esautoramento di fatto e di diritto dell'insieme dei Ministeri tradizionalmente del egat i ai vari aspetti di questi rapporti. Questo e leme nto dà alla documentazione della CIAF un valore definit ivo quanto alla storia dei rapporti italo-francesi del
Bibliografia 389
ORIENTAMENTO BIBLIOGRAFICO
periodo 1940-1943 ed il fatto che finora essa sia stata tenuta riservata, se non segreta, spiega facilmente la povertà degli studi italiani ed anche francesi su questa fase pur così importante delle relazioni tra i due paesi.
Suddivisi in "Raccoglitori" di ampiezza varia, i documenti della CIAF che contengono anche molti documenti ignoti di altra fonte, tra i quali gli importantissimi "colloqui" del Duce con il Presidente della CIAF, sono suddivisi in quattordici sezioni di cui diamo una b reve pano ramica, avvertendo che, ovviamente, tale descrizione deve essere considerata solo una prima traccia di ricerca e non certo un inventario delle fonti evocate:
l. - Carteggio riguardante la Presidenza della C.I.A.F. (organizzazione, composizione, ecc.) e carteggio riguardante la converzione di Armistizio (come si è giunti, interpretazione di vari articoli, linee raggiunte) (Raccoglitori 1-2);
2 . - Documenti sulla Storia dell'Armistizio della Presidenza C.I.A.F. (Racc. da 3 a 7);
3. - Storia dell'Armistizio d elle Sottocommissioni della C.I.A.F.:
- Amministrazione territori francesi occupati;
- Sottocommissione Affari Giuridici;
- Sottocommissione Affari Generali;
- Sottocommissione Scambi Commerciali;
- Sottocommissione Armamenti;
- Sottocommissione Marina;
- Sottocommissione Affari Economici e Finanziari;
- Sottocommissione Esercito. (Racc. da 8 a 14);
4. - Notiziari quindicinali dell'Ufficio Informazioni relativi alla Francia Metropolitana compresa la Corsica; Notiziari rela tivi ai territori sotto controllo Italiano e notiziari relativi ai territori francesi d'oltre mare sotto contro ll o armistiziale. (Racc. da 15 a 25);
5 - Appunti quindicinali sull'attività della C I.A.F. - dal 27.06 .1 940 al 30.06.1943 (Racc. da 26 a 38);
6 . - Convegni e colloqui che si riferiscono ai convegni:
• Wiesbaden (29.06.1940) (Racc. 39),
• Friedrichafen (10-17.06.1942) (Racc. 39-40-41),
• Venezia (22-29 .09 . 1942) (Racc. 42-43),
• Monaco (29.04 -03.05.1943) (Racc. 44-45),
• Parigi (18-21.05 .1 943) (Racc. 45);
7. - Personalità francesi (De Gaulle) e di altre nazionalità (Dott. Amed Kadri, Gen. Weygand) ed attacco del Generale De Gaulle a Dakar (Racc. 46);
390 Mussolini e Pétai n
8. - Ufficiali Italiani e Civili Italiani e pratiche che rig uardano in generale. (Racc. da 47 a 49);
9. - Carteggio Militare e di Politica Interna ed In ternazionale e colloqui riferentisi a:
- Francia;
- It alia-Francia (evoluzione dell'armistizio);
- Asse-Francia;
- Italia-Germania;
- Francia-U.S.A. (Racc. 50-51);
10. - Territori Francesi Metropolitani -E sercito Francese - economia francese ( Racc. 52-53);
11 . - Controllo traffico Aereo-Navale (Rac c . 54);
12. - Indus trie francesi e rapporti con l'Italia (Careggio della sottocommissione Armamenti) (Racc. da 55 a 59);
13. - Stabilimenti francesi e verbali di visita agli stabilimen ti francesi da parte della sottocommissione Armamenti. (Racc. da 60 a 70);
14. - Colonie francesi (Racc. da 71 a 75);
15. - Argomenti vari (Racc. da 76 a 80).
Anche presso il Ministero degli Affari Esteri nell'Archivio Storico esiste una documentazione sui rapporti italo-francesi del periodo ma essa appare nettamente meno completa e meno interessante della serie archivistica della CIAF la quale rimane al riguardo la fonte principe di ogni ricostruzione storica.
Al di là di queste indicazioni converrà ricordare gli importanti "Notiziari quindicinali deU'Ufficio Informazioni" della CIAF, che erano documenti riservati che vanno dal 15 aprile 1941 al 30 luglio 1943. Di grande interesse pure gli "Appunti sull'attività svolta dalla CIAF" che vanno dal 27 giugno 1940 al 30 giugno 1943 e che sono documenti riservati della Presidenza che con questo tramite informava l'intero corpo degli addetti della ClAF su aspetti tecnici e problemi politici relativi ai rapporti tra l'Italia e la Francia non trascurando altri rapporti, prima di tutti quelli con la Germania.
Se il corpus documentario della ClAF conservato a Roma appare di notevo l e importanza anche l'insieme dei documenti della parte francese non appare di trascurabile peso. Si tratta dell'insieme dei documenti che la Delegazione francese a Torino elaborava ed inviava a Vichy. Sono conservati nel Castello di Vincennes, presso il Service Historique de l'Arrnée de Terre-SHAT come Fonds de la Délégation française auprès de la Cornrnission Italienne d'Arrnistice. Comprendono i Cartons 1 P 78, 79, 80, 81 e 82. Vanno
Bibliografia 391
completati con il Fonds ltalie (1924-1940) dello stesso SHAT 7 N 2915. Tal e fondo francese presenta molte lacune dovute sia agli sviluppi interni francesi ed alla caduta drammatica delle autorità del governo di Vichy, sia ad una certa disattenzione dei conservatori i quali, a proposito dell'armistizio hanno sempre privilegiato la Commissione Tedesca e la Delegazione Francese a Wiesbaden. E tale propensione ben si può costatare ricordando che gli atti più importanti della Delegazione Francese presso la Commissione T edesca hanno fatto l'oggetto di una pubblicazione in 5 volumi dal titolo La Délégation Française auprès de la Commission Allemande d'Armistice. Recueil de documents, Parigi, Imprimerie National e , 1954-58. Nell'archivio di Vincennes i Rapports ou Compie rendus sur les travaux de la DFCIA, firmate dall'Amm. Duplat o dal Gen. Parisot non sono completi.
P er l'anno 1940 vi sono 6 rapporti, per il 1941 ve ne sono 21; per il 1942 ve ne sono 3 più un supplemento ed infine per il 1943 ve ne sono 6. Complessivamente vi sono quindi 36 relazioni più un supplemento allorquando, essendo il ritmo dei rapporti quindicinale il loro numero avrebbe dovuto essere assai maggiore, oltre 160 La fonte militare francese non risulta quindi né completa né significativa; ciò che la documentazione militare non ha conservato, lo ha fatto la documentazione diplomatica presso il Quai d'Orsay l'Archivio d el Ministero degli Affari Esteri Francese nella serie: guerre 1939-45, la segnatura Y è tutta dedicata ai rapporti con l'Italia e nei volumi 192 - 197 conserva tutti i rapporti da Torino secondo il seguente piano:
Vol. 192: rapporti dal 16 agosto 1940 al 17 maggio 1941, Vol. 193: rapporti dal 13 giugno 1941 al 31 agosto 1941,
Vol. 194: rapporti dal 16 settembre 1941 al 24 gennaio 1942, Vol. 195: rapporti dal 3 febbraio 1942 al 27 maggio 1942,
Vol. 196: rapporti dal 10 giugno 1942 al 20 dicembre 1942, Voi. 197: rapporti dal 5 gennaio 1943 al 2 settembre 1943.
Pubblicazione e studi
Come è stato ripetutamente detto manca, prima d el presente, uno studio sistematico del periodo considerato o semplicemente delle attività della CIAF; l'unico volume che vi è dedicato è quello vecch io di Franca Avantaggiato Pupo , Gli armistizi francesi del 1940, Milano, Gi u(fré, 1963, con prefazione di Mario Toscano, il quale è più la descrizione della parte iniziale della guerra italiana che un vero esame della vicenda successiva al 25 giugno 1940. Altri studi parziali da segnalare sono:
392 Mussolini e Pétain
P. Queuille, Le, décisif armistice franco-italien (23-24juin 1940), in "Revue d 'his to ire diplomatique", gennaio-giugno 1976, p . 100111;
A. Giannini, L'Armistizio italo-francese, in " Rivista di S tudi Politici Internazion ali", 1951, fase. 1, p. 7-24;
H. Michel, Le.s relations franco-italiennes de l'armistice de juin 1940 à l'armistice de septembre 1943, in La guerre en Méditerranée, Parigi, CNRS 1971;
J
.B. Duroselle, Le, gouvernement de Vichy face à l'Italie, nell'opera collettiva Italia e Francia 1939-1945, a cura di J .B. Duroselle ed
E. Serra, Comitato italo-francese di studi storici, Milano, Istituto per gli Studi di Politica Interna zionale, 1984, p . 83-96; nella stessa opera sono da ricordare i seguenti studi: L. De Rosa, I rapporti economici italo-francesi tra pace e guerra (1939-1940); G. Dethan, France-ltalie pendant les années noires (1940-1942); P . Guillen, La coopération économique entre la France et l'Italie de septembre 1939 à septembre 1943; R.H . Rainero, Gli accordi di Torino fra la CIAF e il governo di Pétai n sulla Tunisia.
P. Guillen, Le,s entreprises industrielles françaises en ltalie pendant la période fasciste, in Studi in memoria di Mario Abrate, Torino, Università degli Studi , Istituto di Storia Economica, 1986; tra i testimoni più attendibili si debbono citare: Amb. L. Noel, Un témoignage : le Diktat de Rethondes et l'armistice franco-italien de Juin 1940, Parigi , Flammarion, 1945; M . Sarraz-Bournet, Témoignage d'un silencieux (Grand Quartier Général - 2° Bureau -TurinVichy), Parigi, Self, 1948; A. Kammerer, La vérité sur l'armistice, Parigi, Médicis, dic. 1944 e 1945.
Altri aspetti dell'armistizio sono evocati da: ***L'armistizio con la Francia, in "Relazioni Internazionali", 29 giugno 1940, con il testo dell'armistizio stesso; Quadro dell'ordinamento della CIAF alla data del 5 novembre 1940, Torino, Rattero, ediz. riserv. 1940 ed anni successivi; La sconfitta della Francia, in "Civiltà Fascista", luglio 1940, p. 451; La Francia alla resa dei conti, in "Relazioni In ternazio nali", 22 giugno 1940, p. 849; Mediterraneo: origine e fulcro della guerra, in "Mondo Arabo", n. 1, 29, dic. 1940; R. Cantalupa, La pace euro -africana, in "Annali dell'Africa Italiana" , Min. Africa I taliana, 1941, n 1, p 18.
Considerazioni varie sulla resa e sui futuri rapporti con la Francia sono al centro di alcuni volumi di valore vario, spesso di pura propaganda quali: Armistizio 1918 - Armistizio 1940, ed. ital. a cura del Centro tedesco di Informazione, Berlino, 1940; Gen. A Cabiati, La guerra lampo·. Note e commenti sulle campagne di Polonia, Norvegia e Francia, Milano, Corbaccio, 1940; M. Appeliu s, La tragedia della Francia. Dalla superbia di ieri agli armistizi di oggi,
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Milano, Mondadori, 1940 ; M. App e lius , Vin cere!, Roma , PNF , 1940; C. Pettinato, La Fran cia vinta, Milano, ISPI, 1940; C. Pellizzi, La tecnica della gue rra attuale, Rom a, Istituto Nazion al e di Cultura Fascista, 1941 ; I. Sulliotti, Il processo di Versaglia: entra la Corte!, Milan o, Editori Associati , 1940; V. Ga yda , Che cosa vuole l'Italia?, Roma, Il Giornal e d 'Ital ia, l 940;N. Marchitto, Il primo mese di vittoriose operazioni, in "L'Illustrazione coloniale", lugli o 1940; P. Gusl are lli, Il nuovo equilibrio europeo, in "Dottrina fascista" , o ttobr e 1940, p. 152; L. Veccia Vaglieri, Il Mediterraneo ai mediterranei, in "Mondo Arabo", n . 5, fe bbraio 1941; L. Offemberg, Man en.quete sur la guerre des Alpes, Roma, PNF, 1940; A. P ederzani, La battaglia delle Alpi, in L'apporto dell'Italia alla guerra dell'Asse, Milano, Soc. Na z. Ed. Propaganda, 1941, p . 185 e segg.
SuJla rivendicazione s ulla Corsica sono da ricordare: E. Ro ta, Pa squa le Paoli, Torino , UTET, 1940; U. Brau zz i, La Corsica nel Nuovo Ordine Europeo , nel volume Corsica Irredenta , Bologna, Gru ppi di Azione Corsa, 1942; n nuovo programma dei Gruppi di Azione Irredentista corsa, in Corsica, terra italiana, Roma, GAIC, 1942. Sulla risistemazione africana vedansi: A. Luchini, Popolarità dell'Africa in Italia , Rom a, 1st. Naz. di CuJtura Fascista, 1942; P .
Schmidt, Rivolu zione nel Mediterraneo. La lotta per lo spazio vitale dell'Italia, Milano, ISPI, 1942; N. Marchitto, L'Italia in Tunisia, Roma , Latium , 1942. P er uno sguardo d'insieme vedasi R.H . Rainero, La rivendicazione fascista su lla Tuni sia, Milano, Marzorati, 1978 e 1980.
La parte memorialistica risulta la più abbondante ma s pesso questi vo lumi appaiono non poco inquinati da propositi giustificatori occ ultand o fatti e propositi a seco nda delle es igenze del protago nista; ri s ultano peraltro di g rande interesse per la storia:
C. Ciano, Diario, 2 tomi, Milano , Rizzoli, 1946; P. Badoglio, L'Italia nella seco nda guerra mondiale, Milano, Mondadori , 1946;
M. Roatta, Otto milioni di baionette. L'esercito italiano in guerra dal 1940 al 1944, Milano, Mondadori, 1946; Hitler e Mussolini. Lettere e documenti, Milano, Ri zzo li, 1946; U. Cavallero, Comando Supremo. Diario I 940-43 del Capo di Stato Maggiore Generale, Bologna, Cap pelli, 1948; E. Faldell a, L'Italia nella seconda guerra mondiale,. Revisione di giud izi, Bologna, Cappe ll i, 1960; U. De Lore nzis, Dal primo all'ultimo giorno, Milano, Longanesi, 1971; Q. Armellini, Diario di guerra. Nove mesi al Comando Supremo, Milano, Garzanti , 1947; F . Rossi , Mus soli n i e lo Stato Maggiore. Avvenimenti del 1940, Roma, Regio nale, 1951; Verbali delle riunioni tenute dal Capo di SM Generale, 3 vo ll., Roma, USSME , 198 3-85. Sul piano diplo-
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matico le documentazioni più importanti sono quelle di Ciano, già cit. e quelle di: R. Guariglia, Ricordi (1922-1946), Napoli, E.S.I., l 949; L. Simoni, Berlino. Ambasciata d'Italia 1939-1943, Roma, Migliaresi, 1946 . Utili riferimenti nei volumi Documents on German Foreign Policy, Londra, HMSO, vari volumi ma specialmente il vol. Xl della serie D.; Les Archives secrètes de la Wilhemstrasse, vari tomi ma spec. il Tomo IX, Parigi, Plon, 1961; Actes et documents du Saint-Siège relatifs à la seconde guerre mondiale, Roma, spec. il tomo IV. Gli studi più interessanti sono quelli di G.L. André, La guerra in Europa, Milano, ISPI, 1964; P. Pastorelli, L'esaurimento dell'iniziativa dell'Asse, Milano, ISPI, 1967; C. De Risio, Generali, servizi segreti e fascismo. La guerra nella guerra, 1940-1943, Milano, Mondadori, 1978; R. De Felice, Mussolini: il Duce. Lo Stato Totalitario 1936- 1940, ed il tomo successivo L'alleato, Torino, Einaudi, 1981 e 1990.
Sugli Italiani di F r ancia manca ancora uno studio esauriente e documentato; certamente Gli Italiani nei campi di concentramento francesi, Roma, Ministero della Cultura Popolare, 1940, non può considerarsi tale. Sulle operazioni militari sulle Alpi, in Siria e nel Mediterraneo vedansi: Gen. Mer, La bataille des Alpes, in "Revue Historique de l'Armée", 1948, settembre; e da parte italiana l'esauriente studio di V. Gallinari, Le operazioni del giugno 1940 sulle Alpi occidentali, Roma, USSME, 1981. Interessante la testimonianza di I. Calvino, Gli avanguardisti a Mentone, pubblicato per la prima volta nel 1953 ora in L'entrata in guerra, Torino, Einaudi, 1975. Su Mentone e la sua vicenda vedansi soprattutto: L. Caperan Moreno, Histoire de la population mentonnaise, Mentone, s.e., 1981; P. Molinari-J.L. Panicacci, Menton dans la tourmente 1939-1945, Mentone, Annales de la Société d'Art et d'Histoire, 1984 e dello stesso J.L. Panicacci, L'occupazione italiana nelle Alpi Marittime, in "Notiziario deII'Ist. Storico della Resistenza", Cuneo, giugno 1978, p. 7-35. Sulla Siria vedansi: G. Puaux, Deux années au Levant (1939-1940), Parigi, Hachette, 1952 e l'esauriente M.C. Davet, I.a double affaire de Syrie, Parigi, Fayard, 1967. Sugli aspetti navali vedansi: A. Cocchia, La dife s a del traffico con l'Africa Settentrionale, Roma, Uff. Stor. Marina Militare, 1976; M. Gabriele, La guerre des convois entre l'Italie et l'Afrique du Nord, in I.a guerre en Méditerranée, Parigi, CNRS, 1971, p . 292 e segg. Quanto all'autoaffondamento della flotta francese a Tolone si veda A. Kammerer, La passion de la Flotte française, Parigi, Fayard, I 951.
La memorialistica dei francesi di Vichy e contro è abbondante; citiamo solo alcuni che sono i più utili per il nostro argomento: F. Charles Roux , Cinq mais tragiques aux Af(aires Etrangères (21 mai-
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1° novembre 1940), P arigi, Plon, 1949; A. Fabre-Luce, Joumal de France, 1939-1944, ed. ital. Un francese risponde (Giornale di Francia) 1939-1944, Milano, Longanesi, 1948; M. Weygand, Mémoires vol. III: Rappelé en seroice, Parigi, Flammarion, 1950; P. Baudo uin, Neuf mois au gouvemement (avril-décembre 1940), Parigi, Table Ronde, 1948; Y. Bouthillier, Le drame de Vichy. Pace à l'ennemi, face à l'allié, Parigi, Plon, 1950; P. Paillole, Seroices spéciaux 1935-1945, 2 tomi, Parigi, Famot, 1978. Non mancano studi sulla situazione politica di Vichy che toccano, quasi sempre di sfuggita i rapporti con l'Italia, preferendo la maggior parte degli storici dedicarsi alla parte polemica interna francese o ai rapporti con i tedeschi. Tra i più importanti vanno segnalati: J.B. Duroselle, L'abfme. Politique étrangère de la France 1939-1949, Parigi, Imprimerle Nationa l e, 1983; R . Aron, Histoire de Vichy 1940-1944, Parigi, Fayard 1954; R.O. Paxton, La France de Vichy 1940-1944, Parigi, Seuil, 1950; M. Serra, Una cultura dell'autorità: la Francia di Vichy, Bari, Laterza, 1980; O. Abetz, Histoire d'une politique franco-allemande (1930-1950). Mémoires d'un ambassadeur, Parigi, Stock, 195 3; L.D. Girard, Montoire, Verdun diplomatique, Parigi, A. Bonne, 1948; H. Cras, L'armistice de juin 1940 et la crise franco-britannique, Parigi, Service Historique de la Marine Nationale, 1959; A. Dainville, L 'ORA, la résistance de l'armée 1939-1945, Parigi, Lavauzelle 1974; J.M . Vemet, L'Armée d'Armistice 1940-42. Une petite armée pour une grande revanche?, Vincennes, SHAT, 1983 ; A. Truchet, L'armistice de 1940 et l'Afrique du Nord, Parigi, PUF, 1955; Les juifs d'Afrique du Nord sous Vich y, Parigi, Maisonneuve et Larose, 1983 ; A. Cavaglion, Nella notte straniera. Gli ebrei di St. Martin Vésubie, Cuneo, L'Arciere, 1981; L. Poliakov, La condition des Juifs en France sous l'occupation italienne, Parigi, Centre de Documentation Juive contemporaine, 1946; L. Poliakov e J Sabille, Jews under the Italian occupation, Parigi, 1bid. 1955
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