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UN LIBRO

Bisogna riconoscere che jJ ponde roso volume di Francesco Erc ole La ri110/11z_ione fa1d1ta, edito dal Ciuni di Palermo, non è, data la sua mole, molto invitante a leggersi, specie in questi tempì. Ma il fascista disdegna « la vita comoda » anche e soprattutto nel campo del pensiero, ed è quind i capace .di scorrere una dopo l'altra le cinquecento pagine del volume e magari di soffermarsi sulle molte che sono, oltre che di lettura, degne di meditazione. Vorremmo richiamare sul libro di Ercole l'attenzione soprattutto deg li uomini che hanno oggi trent'anni e ne avevano dieci o dodici nel .1919, quando il fascismo ini ziò la sua m arcia nell'ltalia e nel m ondo. Il camerata Ercole, in un libro descritt ivo e cro nistorico, svolge la trama degli eventi dall'adunata di piazza San Sepolcro alla fondazione dell'imper o e fa parlare i d ocumenti1 desunti d agli scritti e discorsi - questi sempre meno numerosi - di Mussolini.

Si segue, cosi, anno per anno, lo sviluppo e il consolidarsi della rivoluzione, in tutti i campi della vita nazio nale, dal politico a ll'econ omico al morale.

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Si vede come il vecchio Stato demoliberale sia stato travolto sotto l'impeto delle nuove forze e delle nuove necessità e come s ia sorto il nuovo Stato fascista, corpora tivo, popolare. Tutto il travaglio di pensiero e di opere di questi dicio tto anni di fasci smo e quattordici di regime v iene rivissuto attraverso il libio di Ercole, il quale si limitato ad espo rre, lasciando ad altri il compito della fi losofia storica.

Filosofia che sarebbe da considerare un poco anticipata, dal momento che la rivoluzione cammina verso nuovi c ompiti più duri 'di di quello assolti sin qui. Sfamo ancora all'azione.

E, come dice G oethe;

« In princ_ipio non fu né il verbo, né la legge, né lo spirito; in principio fu l'nione, la quale riassume in sé e k gge e verbo e spirito».

Da Il Popolo d'lla/ù1, N 269, 29 settembre 1936, xxm (w I)

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