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DALLA PROCLAMAZ, DELL'IMPERO AL VIAGGIO IN GERMANIA 53

Uno 1chtma di regolamento del personale dvi/e insegnante nella regia A ccade111ia navale.

Uno schema di dure/ÌJ leg,ge portanlt at,giunte e modificht all'ordinammlo del C.R.E.M. t allo 1/ato giuridico dei so/111/jiriali della regia Marina.

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Uno u htma di decreto leU,e che modifica il st(ondtJ co111111a del regio dttrelo lege 12 marz.o 1!))6, XIV, nun~ero IOJO, riguardante il matri monio degli ufficiali delle F orz..e Armale.

Uno Jcht ma di dqrelo legge che apporla alcune varianti agli organici degli 1ifficiali dei C orpi militari della regia .Marina.

S11 proposta del capo del Govemo, ministro de!J' A erona11ti,a;

U110 schema di regio dtcn:to .rull'ordinanunto del ministero della Aerona11lira. In relazione alle nuove nuu.rilà derivanti dallo Jvib,ppo ammto dalla regia A eronautico, si provvede 11 riorg11niz.zare gli 11/jici centrali del ministero e ad apportare le relative modifiche all'ordina,mnlo in vigore In , onseglllnza viene trasformato l'ufficio aviazione civile e traffico amo in una Direzione generale e ti creano un r,ffcio centrai, delle t eleco1111miraz.ioni, un 11f/ido cm/raie d'arma111ento e 11n lsptllorato scuole.

Uno Jchema di decreto legge sulle indennità da ,orrùpondere al p enonole t!ell'ammìni.rtraz.iOJJe aeronautica. Per rmglio disciplinare ak1111i r11pporti economid derùianli da det ern1ina/e atlività che svolge ii p en onale militare e dvi/e dell'a111minùtrazione aerotiautka, si apportano alcune modifiche all'ordinamento in vigore sulle indenr1ità giornaliere di mu liere, !Hlle indennità varie e mi compensi p er servizi ed incarichi speciali.

Uno schema di regio decreto con Clii si portano ,nodifiche al regolamento per l'am,ninùlrazione e la contabilità degli Enti aerona11tici, al fine di rendere pi,) chiare e pid preci.re le nornie vigenti in materia e r11ellerli in armonia con i nJJOVi indirizzi tendenti al perfezionamento dei Jerviz.f.

Uno schema di decreto lege riguardante l'ordinamento tklle forze tUrtt della Libia, Con /aie provvedimnto si conferisce alle forz e aeree, eristenti o da de1ti11ani in Libia, una 1tr11//ura organica riJpondenle alle odierne esigenze Tale slmllura i si a/a foggiala s11 quella creata e già speri1JJtnlala dalle forze aeree del/' Africa Orientale.

Uno schema di decreto lege sul rec/11tamenlo e avanzamento dei sot111fftciali e militari di lr11ppa, nonché sullo J/dto Jéi Jottujjìciali della regia Aero- · na11/ica, li provvedimento raccoglie e opporhmamenle coordina le dùporizioni sulla materia conlenu/a nelle leggi vi'genti e vi apporla delle m.odifi,ht t delle integrazioni, in rapporto alle n«oue 11eceuità emerse dallo .rviluppo dei st r· vizl aeronautici.

Unn uhema di dtcrt /o leg,ge concernente l'ish'tuz.io11e del Consiglio dd1'Aria. Il ,on1iglio dell'Aria avrà carattere conu<J/livo ed t!primerà il proprio parere in merito alfe pù( ralienti questioni riguardanti il n1ateriale e il penonale del!' A erona11lica, la ma organizzazione e il suo f1111z~onamenlo

E sso sari ,oslit11ilo dal sollosegretario di Sia/() del ministen; MIJ ' A t ronau. Jica, dal capo di Staio Maggiore della r'tgia A erona11Jùa, dai maru.ialli dai generali d' Arlflafa aerea o du ignati ·d'Armala flirt a, dai generali di tquadra aerea quanM siano inveititi del comando e/felliZHJ di sq11a· dra aerta o di zona aerea territoriale. Sara p ru ieduto dal ·miniltro dt/1' Aero. nautica, il q11ale avrà facoltà di invitare alle minle i direi/ori generali e i capi degli Enti centrali del !!linistero, r.o,uhl gli elementi della scitnz.a e delJ'ind11.rlria che abbiano una particolare competenza nelle quu tioni da Ira/lare.

Il Consiglio dell'Aria cwerà di f1111zio11are all'atlr/ della mabìlit az.ione e p er la durala della guerra. ( +) l i capo del Governa presenta i .uguenli provvedimenli di compel t1tz.a dd 1JJi11ùtero dei Lavori pubblici:

Uno schema di dttrelo legge inluo .11 conredere rm co11lrib11to di lirt q11i!ldici milioni ptr nrgtnli opert di risanan1tnto edilizio dei quarlù ri eenlrali dtlla cillà di F errara. D ello risananm 1to i in,poJto dalle nemtilà derivallti dal· l 'aumentala dtntità della popolaziont in delli q11arlieri, Il ritanapnnto verrà ejfell11alo, ollrtthé con la costr11zio'ne di case più vaste e rispondenli ai req11isi1i d'igiene, anche mediante l'aperlwa di u11a 1noderna .tlrada al/ravuso il tp1ar· tiere silo fra la via San Rotnano e la via P orla Reno, tlrada che servirà all ruJ a fari /ilare il lraj/ico. Con lo stesso p rovvedinunlo si auloriz.z4 injùu la sp ua di lire cinquecentomilt: p er il ca,npletamento del palazzo con111nalt di Zara.

Uno sdmna di decrelo legge che JJJodifica l'articolo 60 del regolamento per la Milizia Nazionale della Slrada, ammellendo al conrorso per capomm1ipolo della sptcialità anche i laureali in g/ urisprkdt nza e disponendo, ·in via del hlflo lrantiloria, che p er i pri111i cinque anni di applicazione della nuova norma posiono p artecipare al concorso per capomanipolo i rnarucia/Ji già in Jervizio che abbiano il diploma di sc11ola media superiore di agricolh,ra. ( +)

DIALOGO CON I GIOVANI FASCISTI•

Giovani· fascisti!

Vi tributo il mio elogio per il mod o brillante col quale avete m a· novrato e Vi elogio anche per la disciplina di cui avete d ato prova in questi giorni, durante i quali la p io g gia vi:ha tormentato. ·

• A Roma, nella piaua d 'Armi dci Parioli, fa mattina dell'll ottobre 1936, in occasione Jei sesto annuale d ella fondazione dei Pasèi Giovanili di Combattimento, Mu,solini, « entusiasticamente acclamato da una moltitudine

Ma voi temete forse l'acqua? (Un formidabile « N o ! >1 rùponde)

L'acqua, no, forse il fuoco? (U,r altro for,nidabile « No h1 si alza, subilo 1eg11ilo da insùtenli arrlamaziom).

Sie te pronti a dare il vostro braccio ed il vostro sangue? (« SI l », risponde la moltitudine).

L'impero può contare su voi?(« SJ/ »,grida ancora la fo lla 11nani111amente).

Allora siete degni d i militare sotto i gagliardetti gloriosi della rivoluzione delle camicie nere 1 es impossibile dncrivtrt ron quale !lancio la maua dei giovani e la molli/udine del popolo rùponde alle parole del D11re Una nuova, travolgente dimostrazione si leva con la polenza di un 11ragano L'en/u1iasmo ha raggiu~lo:i/ 1uo vertice).

AGLI ALLIEVI UFFICIALI DI COMPLEMENTO DELLA SCUOLA DI FANO•

Il vostro c olo nnello mi dice che avete lo spirito combattivo del nostro tempo. Ebbene, voi sapete quale è lo spirito combattivo del nostro tempo: co ragg io, ardimento, sacrificio e, se necessario, il combattimento.

Camerati I

Dopo il sacro rito della reHgione e quello g uerriero delle armi, non è necessario aggiungere molte parole, soprattutto aUa v ostra presenza, madre no n meno ero ica dei vostri figli.

di oltre Cffltomila persone, assiste alla gagliarda parata guerriera di quattordicimila giovani camicie nere». Alla fine della parata, svoltasi sotto la pioggia, il capo del Governo rivolge ai giovani fascisti le parole qui riportate. (Da lJ Popolo d'ltalù,, N. 282, 12 ottobre 1936, XXIII).

• La mattina del B ottobre 1936, proveniente da Roma, Mussolini giunge improvvisamente in auto nella nuova borgata rurale di Metaurilia (alle porte di Fano, sulla riva destra del Metauro), che visita. Alle 14, è a Pano, e, nella caserma 'Paolini, sede della Scuola allievi ufficiali di complemento, passa in rivista i due battaglioni di allievi schierati in armi Indi pronuncia le parole qui riportate. (Da Il Popolo d'Italia, N. 284, 14 ottobre 1936, XXlII)..

o Il 13 ottob, e 1936, Mussolini aveva lasciato Fano in auto diretto alla Rocca delle Carni nate. Al passaggio da Pesaro, il Duce ha sostato e si è bre-

Il n ome di Filif'po Corridoni è consegnato alla stotia. Esso brilla d i una luce. purissima nel cielo della patria. Il nome durerà più eterno del bronzo che lo effigia nella piazza del suo paese n atale.

Filippo Corridoni, tribuno dell'intervento, apostolo ardente di quella più alta giustizia sociale che è vangelo del fascismo , soldato della patria, eroe della vittoria, il suo sacrificio rappre:senta la sintesi perfetta di questi due element i ch e, quand o si ritrovano, sono inv incibili: popolo e patria.

Ora farò l'appello del suo n ome. Ed il nostro ed il vostro grido sarà cosi potente, che il suo spirito sarà evocato dagli spazi dell'immortalità.

Camerata Filippo Corridoni I (Un fo rvlidabile ,oro risponde : << Prt.renlt I» . E mbilo dopo,pitì appa!Sionalo, ritorna ilgrido 111arltl/anle : << Dnfe I D11fe I Du.r I» M,molini sorride alla fo lla, salut a romana111tnle, abbrafdt1 an fora, tra nHo"i applausi, la !llamwa di Corridoni e su nde dal n1onM1tn lo)

AL POPOLO DI MACERATA*

Il Duct rievoca il si'gnififalo e l'importanza delle gior11ale di ollobre nella storia della patria, da quelle della guerra mondiale a q11el/e d~I 1J22, quando vmne iniziala la marda tu Rovta, a quelle dell'otlobre dell'anno paualo, (}Nando il popolo, con una mobi litazione senza prmdmli nella storia, si vemente intrattenuto a collO<Juio con il prefelto e con il segretario federale su i pioblemi della provincia», Il pomerisgio d d 17 ottobr~, dopo alcuni g iorni di rela tivo riposo a lla Rocca delle Caminate, si era recato in auto all'aeroporto di Forll, donde, pi lotando persona lmente il suo $, 81, era rientrato a Roma. Il 20 ottobre, a palazzo V enezia, aveva ricevuto Heinrk h Himmler, capo d ella Polizia tedesca e comandante delle S.S , « lrattenendolo in cordiale colloquìo ». 11 23 ottobr e, era ritornato in aereo a Forll Il 24 ottobre, circa le nove, giunge in volo a Macerata, e prosegue subito in auto alla volta di Corridonia, dove inaugura il monumento a Filippo Corridoni, presente la ·madre dell'eroe sindacalista. In tale OCcasione, il capo del Governo pronuncia il discorso qui riportalo. (Da li Popolo d'Italia, Nn. 284, 288, 291, 29,, 14, 18, 21, 2'.5 ottobre 1936, XXJJO.

• A Corridonia, la mattina del 24 ottobre 1936, sceso dal monumento dell'eroe sindacalista, Mussolini « entra nel palazzo podestarile, sosta un attimo d avanti al Sacrario dei caduti fascisti, percorre un tratto del porticato, fendendo Ja moltitudine che g li s i stringe attorno in un impeto d'amore e, ragg iunta la macchina, lascia Corridonia, dirigendosi verso Macerata». Vi a.rriva circa le 11.30, e, subito dopo, dal balcone d ella Casa del fascio, pronuncia il d iscorso qui ripomto in riassunto (Da 1/ Popo/ r, d'Italia, N. 29'.5, ?.5 ottobre 1936, XXIII), rùmJ in tulle le piazze alla vigilia dtlla grmra di giJulizia e di civiltà, ,be apptna .rei/e mesi dopo J.oveva dare ali'Italia l'impuo.

N ella rie110,azJone dell' eroico 1arrijfrio di Filippo Corridoni, il Dtae esalta la forza e la ,ompallezza della terra n1ar,higiana, sempre pronta a din,ostrare la sua dtvoziqne alla patria, la quale conia sullo spirito di Jd(rijido di fHlli i suoi ftgli, non sunpli,m,ente ,on la .rperanz.a, ma con la mpre111a certez.z.a del mo domani.

All'invito I n alto le insegne [ ,on cui il Duce chiude il dis,orstJ, ,ma .rdva di vusilli e di baionel/e, insieH1e con le vanghe e i badili p ortati dalle

Jalangì ruralì, si leva ron un molo istantaneo: eao balenanli n~I .role, balenanti ml/a luce di qut1to i mpero, fieramente brandite con .raldi pugni e cuori f edeli, le inugne della f ede e del lavoro, le insegne del comba1timt11lo e della villoria, in alto verso il D11ce, co,ne un'offerta e ll"fl promeua. Pi/J volte AfuJs<Jlini I ,01trello ad affa((iarsi p er rùpondm al rirhùuvo della jtJlla.

L' ULIVO E LE BAIONETTE *

Camicie nere della · << Decima legio )) ! Ca~icie nere della mia terra [

Sono passati dieci anni dal nostro ultimo incontw. (La fo lla gridà : « Troppi, tr<Jppi anni I))). In questo momento i nostri cuori battono un poco più forte ed i nostri occhi sì scrutano. C'è forse qualche co sa di cambiato fra noi ? ( La folla risponde (IJ!t un urlo formidabile : « N o! »). No, no n c'è n ulla di cambiato [ ·

Io ritrovo qui in ques ta p iazza I.a stessa ardente fede, lo stesso vibrante entusiasmo, lo s tesso spirito della ~< Ikcima legio )), quella che fu prediletta da Giulio Cesare, il fondatore del p rimo impero di Roma. ( Acdan1azi<Jnr).

• Il 24 ottobre 1936, a lle 12.30, Mussolini lascia Macerata in auto e si porta a Loreto, che visita «Raggiunge quindi l' aeroporto, ove si predispone per il volo verso Bologna. Indossati la casacca e il casco, egli sale sul suo t rimotore ( + ). 1·apparecchio, pilotato dal Duce, decolla con perfetta manovra e, presa q uota, punta. .diretta.mente su Bologna». Alle 15.15, Mussolini atterra all'aeroporto di Borgo Panigal e, donde prosegue in auto verso il centro. GiWlto in piazza Maggiore, scende di macchina, entra a palazzo D ' Accu rsio e sale nella sala dell'ex.consiglio comunale, dove riceve l' ossequio delle autorità cittadi ne. Indi « si re<a in rlanz.i al seggio del martire fascista G iulio G iordani, e vi sosta in religioso r accog limento. Subito dopo, a rapidi passi, si avvia verso il balcone. Qui si incontra col Valoroso cieco di guerra, , medag lia d 'oro e capora le d'onore de lla Milizia Turrini, e, d"lmpulso, lo abbraccia; quindi esce 1> su un a lto pod io appositamente eretto e pronuncia il d iscorso qui riportato (Da li Popo/q d'Ita lia, N. 29'.5, 2~ ottob r~ 1936, XXJII)

Sono ·passati dieci anni, ma noi possiamo guardare indietro con tranquilla. coscienza e con Jegittimo orgoglio. Abbiamo lavOrato, abbiamo risolto dei grandiosi problemi, siamo andati verso il popolo. Se io ritraccio questo periodo di tempo, l o suddivido in tre periodi: il primo che va dal ' 26 al '29 e che ·si può chiamare il periodo della Conciliazione: grandioso evento q uello dell'u febbraio 1929, che suggellava la pace tra Chiesa e Stato. E ra un problema che pesava da ses sant'anni sulla coscienza della n azione. Il fascismo lo ha risolto Tutti quelli che lanciavano dei presag i oscuri sull'avvenire sono rimasti mortificati e umiliati.

È di una importanza eccezionale nella v ita di un popolo che Stato e Chiesa siano riconciliati nella coscienza dell'indiv iduo e nella coscienza collettiva dell'jntera nazione.

Dal '19 al '34 è il periodo di costruzione dello ·stato corporativo. Per noi fascisti il popolo non è una astrazione della politi01, ma è una realtà viva e concreta, Io soffro dei dolori del popolo. Il nostro amore per il popolo, amore armato e severo, è tutto vibrante di una profonda e consapevole umanità. Durante questo periodo, la L ibia intera viene conquistata e pacihcata e il tricolore è issato su Cufra, a mille chilometri d:il mare.

Anni XII, Xli[ e XIV dell'èra fascista: il periodo d ell'impero, Un popolo senza spazio no n può vivere ; un popolo portatore di una antica e magnifica civiltà come il p opolo italiano, ha dei dirit t i sulla faccia della terra.

Quattordici anni di preparazione spirituale dovevano essere ·fecondi di risultati. Jl p opolo combat tente è stato all'altezza dell'ora s torica che g li era dato di vivere. Abbiamo conquistato un impero in sette mes i, con cinque battaglie.

Lo abbiamo conquistato non solo ro vesciando le forze ne miche e i traditori della civiltà europea che le avevano inquadrate cd armate, lo abbiamo conquistato contro un'intera coalizione, che aveva stabilito il suo quartiere generale sulle rive del lago Lemano, dove u na congrega di. fanatici laici pretenderebbe di uccidere lo spirito attravers_o la lettera e di soffocare, attraverso 1e interpretaziorù cavìllose di mille paragrafi, l'impulso. potent e e prepotente della vita dei p opoli I I n sette mesi abbiamo conquistato l'impero, ma ne occorreranno molti di meno p er occuparlo e pacificarlo interamente.

Mentre io vi parlo, le nostre colonne stanno marciando a g randi" tap pe nella regione ferti lissima dei gra ndi laghi, nel cuore dell'Africa

Equatoriale.

Un'altra colonna marcia verso l'occidente alla ricerca del fant~ matiCT> G ovcmb di Gore,

Paci.6cati i territort; che sono sei volte il territorio della madrepatria. laggiù., dopo la gloria, vi sarà lavoro e posto per tutti I Mentre gli orizzonti europei incupiscono sotto le brume dell'incertcZZa e del disordine, r!talia offre al mondo uno spettacolo mii:abile di compostezza, di disciplina, di civica e rorru.na virtù.

Ebbene l I popoli che non ci conoscono o che ci conoscono sotto la specie puramente letteraria, oggi sono sbalorditi dinanzi alla nostra realtà economica, politica e militare.

Da questa Bologna, che è stata nei secoli un faro per· l'intelligenza umana, da questa Bologna, che ha dato il pìù grande sacrificio per la causa della rivoluzione, io desidero lanciare un messag gio che deve andare oltre i monti e oltre i mari.

E. un messaggio d,i pace, pace nel lavoro e lavoro ne1la pa.ce.

E. dal t929 che milioni, milioni e milioni di uomini, di donne e di fanciulli soffrono le conseguenze di una crisi che orm.ai non si può non ammettere che sia dovuta al sistema.

È dunque un grande ramo ·d'ulivo che io innalzo alla fine dell'anno XIV e agli inizi dell'anno XV.

Attenzione I Questo ulivo spunta da una immensa .fores_ta: è la foresta di otto milioni di baionette, bene affilate e impugnate da giovani intrepidi cuori I

Camicie nere della « Decima legio » !

La vostra accoglienza ha toccato il mio cuore, cd iO-ho afferrato il vostro stato d 'animo: è lo stato d'animo del primo anno 0dell'jmpero. Tutta la nazione oggi è su un pjano diverso e più. elevato : il piano dell'impero. ·

Gravissime responsabilità, formidabili problemi si pongono d inanzi al nostro spirito, ma noi li affronteremo e vinceremo.

Camicie nere 1

È Jo spirito che doma e piega la materia, è lo spirito che sta dietro le baionette cd i cannoni, è lo spirito che crea la santità e l'eroismo, che ai popoli che le meritano, come il nostro, dà la vittoria e l a gloria I (IJ disrono del D11re è salutato alla fine dalla folla ,on m,'impor,ente dimo.rlraz.ione. Grida enlusia.rtirhe si leMno,· bar,d_iere e gagliardtlli 1ono agitati in alto fmutitamer,te ,· gli alfieri stendono da/4 lrib111Je, faM o maua sollo il podio, alza1tdo i gloriosi gag/lardelli verso il DNLe ed atdamanM : un nome sale alto, come un'invocazione e tome un i'nno di fede, come il credo di que.rta folla e dt tulle le altre folle the vivono e lavorano in tutte le contrade d'Italia:« Dual . Duce/)) , Ed il Dun non lastia il podio: si ajfattia, di 110/ta in 110/ta, ai Ire lati di esso, 1aluta romanamente, g11arda giù nella folla, sorride. li suo volto J luminoso, i · 111oi occhi sfavilkmo ed ì ben visibile la rommoz/one ,he lo time dinanzi allo rjHltatolo di que1ta sua genie t11l11siasla Si allontana un attimo; 111a !t grida che salgono ad invocarlo, lo richiamano ancora ed ancora sa/11/a con mmi affettuosi. La 111anifutazio11t d11ra parttthi minuti, poi ìl D11ce si allontana ritnlrando ntl sa/om).

IL METALLO DEL FASCISMO•

Voi sost ituirete questa insegna con il metallo del fascismo: il ferro. Chi ha de1 ferro ha del pane; ma quando il ferro è ben t emprato , trova, probabilmente, anche l'oro. (Le fitrt parott del Duu m sdtano acdamazioni" imùtmli.uime. Si grida di tMfinuo, m1za una pa11sa: « Dlfct I

D uce !». Dall'alto delle logge, s/J1denti e .lfudmtme agitano i brrrtlli goliardid t JPenlo/11no i fazzo/etli) .

D 'ù11provvùo si riode, alta sino a do,ninare il da111on, la voa del D11ce : Saluto al rè ed imperatore I (« Evviva il n I)>, rùpondr la folla ad tma VO(t sola).

AL POPOLO DI MOLINELLA **

Il Duce si dice lieto di trovarsi f ra il p opolo di Molinella, e sopra/111/0 lieto di aver pomfo constatare i no/evo/i progressi realizzati dal pane, (be ha oggi l'osptdalt , il campo sportivo, la piscina, le case popolari e l'a((Jl(tdollo~ qt1d!a insomma che si potrebbe chia111are l'attrezzatt1ra di una dltà. Ma il Dure uorla il popolo di Molinella a rimanere rurale e (Ontadino, /mau111ertte _lr,gato alla /erra, pcr(hé rosl sarà pM vidno al mo mon. ·(Le parole del Duce sono J/alt ascoltnlt in 1111 silenzio reli,gioso. Ad un (trio p1111ta alomt voci si sono ltt·ate a protestare contro.... lo zan,pillo della fontana, il (1/i fragprt impediva di smtirt la voce del capo. E M1molini ba sorriso, ro1t1e per dire « avet e ra,gione >), e ron. un gufo ha fatto segno di eliminare .ron ,m ,giro di rubinello lo zampillo perturbatore. Alla fine, ,ma Jriplùe oPaz.ione saluta M11.rsolini, ,be i rof/rel/o ad ajfacdarsi ripetute volle).

* A Bologna, la mattina del 2:5 ottobre 1936, Mussolini presenzia una cerimonia alla Certosa in memorfa dd caduti Poi visita la nuova sede de l R e1to dtl Carlino, l'Istituto di ingegneria, il Policlinico universitario di Sant"Orsola, il pa lazzo universitario centrale. Quivi, nell" aula magna, il rettore magnifico, deputato .Alessandro Ghigi, gli offre le insegne storiche dell'antichissima Università: una collalla e una medaglia d'oro la medaglia reca nel recto J"i mma· g ine della dea Minerva., e nel « verso » un verso di Ovidio: -« Aethere.zm ser1•alt deam, se, vabitis Urbem » (« Difendete la dea celeste, difenderete l'Urbe»). « l a fine dell'indirizzo del rettore magnifico ! salutata da un'entusiastica ovai ione; quindi il Duce, ristabi lito con un cenno della mano il silenzio nell'aula », rivolge al rettore l e parole qu i riportate. (Da li PoJ,o/() d'ltRlia, N . 296, 26 ottobre 1936, XXIJI).

** Il 25 ottobre 1936, verso le 11, Mu§lolini lasd.1 Bologna in auto diretto a Mol inella, dove giunge verso le 14. Subito dopo, da l balcone della Casa del fascio, pronuncia le pa1-olc qui riportate in ri.usunto. (Da li Popola d' ltafùr, N. 296, 26 ottobre I 936, XXIl1).

AL POPOLO DI IMOLA *

Il Dure inizia un indi111enticabile colloquio con la folla, suuitando ad ogni fra se, e q11asi ad o,gfli parola, grida di dedizione e di amore. li D11ce rivolge parole di saluto e_ di si,npatia, coJJJpiacmdosi di ,onsta/are come tu/lo il p opolo sia pit) the mai J/retlo e ron,pallo attorno ai gttgliardelli della rivoluzione Tale t o111pallezza i la 111igliore garanzia p er l'avvenire del popolo . italiano, che vuole la pace qua11do eua i il risultato di una reciproca volontà. (Co111t avviene og11iq11alvolta nelle piazze d'Italia ii ivolgono quei/i inin,itabili to/109.ui fra il ,apo td il pqpolo, il dim;rso i interrotto qu~ e là da improvvùi itrosd di applausi, da fieri « A noi! >), da un'invocazione o da un commento, da paure profonde, in cui iet11bra rhe il più intimo colloquio corra tacito fra l'arengo e la piazza. Qui il dialogo ha 1111 accmto più ronfidmziale e vivace: « Duce - gli grida un reduce ltvando in allo il ,a1co coloniale - i legionari sono JMtpre ron lt I )). Ed egli g,fi ;orride e gli rhponde con un gufo, come per dirgli: « Ne iono iituro )>. Una ,amida nera faentina invoca una visita del D11,e nella .ma cillà e al stgno di ai 1emo del capo, gli grida: « Grazie della vùita >}).

Muuolini toglie ques/a inlerruzione p er annunriare ai fa entini la costruzitm, di ,m'opera attu a: il palazzo degli uffici governativi. ( E l'anmmcio i 1al11tato da !(roidanti applausi. Il dùrorso ii chiude alla fine nel clima di un'immensa ovaz/one) ·

• Il 25 ottobre 1936, verso le 16, prnveniente da Molinella, Mussolini giunge in auto ad Imola, dove, dal bakone del palazzo µodestarile, pronuncia le parole qui riportate in riassunto. (Da Il Pop oh, d'Itdiia, N. 296, 26 ottobre 1936, XXIII).

AI « FEDELI ALLA TERRA» *

La parola del DMtt, che pronuncia un discorIO di virile t profonda Nmanità, avvinte gli a.reo/latori: ogni p eriodo sql/e,.,a aulamazioni:

Dopo avere affermalo la neceuità dn i coloni rimanga,io f edtli alla ferra, eJorla i giovani a sptuarsi, poi&hé, o/Ire alle t erre chi sono in via di rompleta bo~ifiia in Italia, imn1ense distese di /erre nell'impero attendono l'aratro con· do/lo dal colono italiano.

Infine il Dnce invita i coloni a vùitare la grande capitale della grande !Jalia ed t:t ricordare che a Roma uiste ,m Governo cht si preoccupa in primo IHCgp delle sorti dei rurali italiani. (/ coloni rhpondono alle e1ortaz.ioni tkl Duu con 11na nurm:1 e grandio.ra manifuiazJone, a eui si auociano, pla,ldendo t1 l,mgo, tulle le autorità presenti, gli organizzatori e i giornalisti. li D11ct i coslrello a salire più 1,10/te sul podio , anche q11ando, dopo a1,1ere sa/11talo r0111anamenle, egli lascia la 1ala Regia, le acdamazioni lo seguono , a l11ngo rÌJ«o11a /'ì,wocaz.ione scandita dai cinquumto coloni: t< Dtfce / D11,el »)

« GIORNATA RADIOSA » **

Camerati I

Giornata radiosa quella di oggi: a Roma e in tutta Italia. A Roma stamane abbiamo inaugurato il Sacrario della Milizia. È un marmo sul quale sono incisi non soltanto la memoria, ma i nomi di t utte l e camicie nere che durante la rivoluzione ca.ddero per dare all' Italia tutte le possibilità del suo fu turo, e caddero durante la guerra d'Africa per dare hnalmente all'Italia i l suo impero. D ovunque inaugurazione

* li pomeriggjo del 25 ottobre 1936, Mussolini si era portato in auto da Imola a Forll, dove aveva pernottato La mattina del 26 ottobre, 11 pi lotando il suo trimotore S. 81 », era rientrato a Roma. Il 27 ottobre, alle 11, nella sala Regia di palazzo Vene:z..ia, premia cinguecehtoventicinque coloni bonificatori. Indi rivolge loro le parole gui riportate in riassunto (Da Il Popolo d'Ilalia, Nn. 297, 298, 27, 28 ottobre 1936, XXIII).

** A Roma, la mattina del 28 ottobre 1936, in occasione- del quattordice5imo annuale della marcia su Roma, nella nuova sede del Comando generale della M.V.S.N sita a palazzo del Littorio, Mussolini inaugura il Sacrario ai caduti della Milizia. Poi, in piazza Vene-zia, consegna le medaglie alla mc-moria dei caduti nella gue:ra. d'Africa ai. loro genitori e premia i littori della cultura e dello sport per l' anno XIV. La premiazione è compiuta. Dalla sterminata adunata si leva un immenso clamo,e, ma ecco che l'altoparlante trasmette una frase de-I Duce (" O ra vado- al balume ''.), che dà agli applausi un puticolare significato. La folla ringu:z..ia jJ 0ll(e di avere compreso il suo piofondo desiderio di poterlo vedere meglio, di poterg li indiriz~ r e p iù direltamc-ote il tribu~o di gl andi opele pubbliche. Sono i segni indelebili attraverso i quali i figli dei nostti 6gli, fin o alle più rem ote gener azioni, avranno la testimonianza della capacità creativa del popolo fralian o nell'ira fascista. della propria devozione. Difatti, pochi istanti dopo, egli appare sul quel balcone da cui il popolo italiano ha appreso, nelle occasioni storiche, la parola d'ordine verso sempre nuove e maggiori conquiste. E quando la figura del D uce si presenta al popolo accanto alle insegne del fascismo e al grande vessillo tricolore, una ovazione gigantesca saluta il fondatore delrirnpero. :2 1'ini2io di una manifestazione impetuosa, che raccoglie i sentimenti, l'esultanza, i propositi di un intero popolo. Solo la voce di Mussolini può placarla, solo il suo gesto può ottenere il silmzio. E infatti quando egli, dopo avere contemplato lo st u· pendo spettacolo della folla acclamante, e dopo avere rispostò alle invocazioni col saluto romwo, fa cenno di vol~r parlare, si fa di colpo un silcozio perfttto, altrettanto grandioso e impressionante quanto il fragore dt:gl i applausi. All'ordine dato dal segreta.rio del Putito, l' '' A noi! " del salut o a l Duce rompe con uno schianto improvviso, per un attimo solo, quel vasto, religioso silen:tio ». Indi Mussolini pronuncia le parole qui riportate (Da 11 Popolo d' ll&Jlù1, N. 229, 29 ottobre 1936, XXIII).

Anno fausto il XIV. Ma il XV non sarà meno fausto di quello che oggi finisce. Po iché tale è la nostra fede, questa è la nostra volontà. Volontà aguzza e temprata come l'acciaio delle vostre lame; fede che quando trova degli ostacoli, vi si getta contro e brucia i vascelli dietro di sé.

Il popolo italiano è oggi in piedi come non mai, deciso a difendere con tutte le sue fo rze, sino alla sua ultima stilla di sangue, la vittoria e l'impero. (Ad ogni ,p eriodo, il popolo riiponde con uragani di applauii, con balzi d'mttuiasmo, che danno all'ad,ma/a ondeggia111tnli improvvisi. L4 parola <( impero» slrappa alla .folla un grido solo, &In, propagando1i e moltipli&andosi, diviene ,m coro marlellanle: « Dt«e I D 11&e I)) , Dalla piazza tome dai Fori imperiali, dal torio Umberto e da /111/e le arterie adiacenti q11u/o i il grido che' rias.r11me ed eiprime la ri&onomnz.a di 11n popolo, i il 'grido che parie da IN!la Italia~ da ogni &tlore d'ilaliaM .I rht OJJl!i sal11ta ml Duce ilfasd smo della vigilia t dell' avvenire, la volontà indon,abile dell'l lalia rùorta &On le armi e con lo Jpirito alla 111a miJJione imperiale nel mondo. Il DH&e si sofferma al balcone , contempla .rorridmle il superbo spetlarolo,· alza piN volle il bram'o nel saluto romano, _poi si ritira, ma il coro non ceua, non s'arresta 1m a/limo Jolo, L a moltitudine rimani compalla t la manife.rtaz.iont continua ton il fragore di /JTla ltmpula. li Duce deve /ornare al bakont; a&eanlo a lui d il Jtgrt lario del Partito, ,Pieci, dodici volte il D11ce /orna al balcone per appagare le i111,ptl1101e invotaz.ioni del popolo e ogni volta che egli appare l'inlensilà della_ manifeslaz.iont si atcruct. E 1,no~ Jj>tlfa colo formidabile, che si protrae per oltre mezz'ora).

AGLI OPERAI DELLE OFFICINE AERONAUTICHE CAPRONI DI TALIEDO *

Sono entusiasta di quello che ho visto e di quello che fate. Voi lavorate per la difesa ddla patria; lavorate, doè, per la difesa dì tutto il popolo italiano. (Le due frasi hanno nucitato una n1101:a, il!lponente, lunghissima dimostrazione al g rido ritJnato di « Duce I Duce J », cui il <apo ha risposlo, nrridendo, con il saluto rov,ano).

PER L' INAUGURAZIONE DELLA CASA DEL FASCIO 01 SEVESO**

Questa Casa è dedicata ai martiri fascisti. Il loro sacrificio ci è sacro e d impegna tutti a perseverare c on fede, con coraggio, con tenacia, quando si tratti di sviluppare la rivoluzione fascista e cli rea-

,;: 11 29 ottobre 1936, alle 14.0'i, « pilotando il suo trimoto re», Mussolini era partito dall'aeroporto del Littorio di Roma Alle D.30, era attfrrato all'aeroporto Ntt1ald Palli di Parma. lspeiionatolo, alle 16 era proseguito in auto per Collecchio e Fornovo di 'faro. « Le popolazioni dc-i due importanti centri rura li, nonostant e che l'arrivo del Duce non fosse stato assolutamente preannunciato e la notizia non fosse trapelata che al momen to dell'arrivo, hmno tributato al fondatore dell'impero irrefrenabili manifestazioni di ent usiasmo l>. Alle 17.40, M ussolini aveva lasciato Fornovo in treno diretto a Milano. li 30 ottobre, alle 9.30, era arrivato nella capitale lombarda. Percorse le principa\j. vie del centro su una macchina scoperta fra accoglienze entusiastiche, era stato ricevuto al Cas1elJo Sforzesco, dove, fra l'aluo, aveva passato in rassegna s ti squadristi schierati nella corte ducale, dicendo loro; « Vi ricordo 11,1,; ». Poi aveva visitato la Triennale d'arte decorativa ed il Salone dell'automobile. Nel pomeriggio, g li Stabili· menti della Compagnia generale di elettricità, dell'Isotta Prasrhini, deJrtf//tt Romeo (dove aveva rivolto « parole di simpatia ai lavor3tori »), e l'Istituto di padre Becuro. Quivi « il D uce .si è accomiatato dai bimbi e dai componenti j( Consiglio, esprimendo ai dirigenti dell'Istituto il suo plauso per l'ott imo stato dei bambini, dicendo: ·• V edo ,he so,w floridi e sani .. ». Succenivamcnte aveva inaugurato la sede del Dopolavoro Carlo Erba. Il H ottobre, alle 8, nella piaz. .zcua Reale, dà il primo colpo di piccone per la demolizione Jella "Manica Lunga • . Alle a.n, giunge in auto alle Officine aeronautiche Caproni di Talied.o, che visita. Indi rivolge a.g li operai le parole qui riportate. (Da J/ Popolo d',Tlt1/ii:1, Nn. 300, 301, 302, 30, 31 ottobre, 1 novembre 1936, XXIII).

0 lasciate le Officine :ieronautiche Caproni d i Taliedo, il 31 ottobre 1936, verso le IO, Mussolini giunge in auto a U'Sano Maderno, dove visita gli Stabilimenti della Società. « Azienda colori nazionali affini » e della Snia Viscosa. Quivi, congedandosi « dalla folla operaia che insiste n elle acclamazioni, quasi lizzare h. più a lta. g iustizia sociale per il popolo e la grandezza d'Italia (LA parola dtl ta_po, incùiua t calma, , auoltala in 1ilmz.io dalla moltih1dint, 1iltnz.io ,h, si tramuta 1ubilo dopo in un pilì fo rmidabilt grido di ftdt , q11t1..1i cht il p opolo 11oglia rùpondtrt con '"' tolenne giJlramtn/o al . to111andament() dtl ,ape di" perst11trart in n M,r dtlla rivoluzione, in nome dtlla grandez.z.a d'Italia)

«ENERG IA NE AVREMO SEMPRE » *

Qui s i patia cli energia, ma voglio dirvi che cli energ ia ne avremo sempre. (La fra.se ha avuto il polt re che hanno tutte le frasi dli D11a : l'entmiasn10 ha sup,rato i limiti dtll'immaginabile, e Muuolini più volte ha dovuto leuare la destra nd 1aluto ro111ano).

Al LAVORATORI DEGLI STABILIMENTI BREDA · DI SESTO SAN GIOVANNI **

li Dutt dice , he ion la vùita ai grandiosi Stabilimenti nti quali i tamtrali dtlla B reda danno la loro fatica intelHgenlt e qllfJtidiana, si conthiudono le ;ue visite ed i 1110i ro ntaffi t on la massa operaia milaneu. A ggi«nge ,ht avrebbe 11olulo visitare altri Stabilimenti: ma Jarà p er un'altra volta, Condude dicendo che il loro ent111ia1mo dimo.rtra tome eui siano all',misono con il rtgime fascista, il q114le è soprattutto pensoso della loro sorte materiale e morale. (La folla dei lavoratori Stalla in una interminabile ovazione e fa udire n11ovamenle il grido della sua i mmutabile fede).

chìedeue dì ascoltare le sue parole, il capo dice : "Doma11i p,ulerù per l1tlli ., ». Alle 12, è a &v~. Ina ugurata la Casa del fascio, si affaccia alla finestra centrale dell'edificio e rivolge alla popolazione acclamante le parole qui riportate (Da Il Popolo d'I talia, N. 302, l novembre 1936, XXIII).

• Il H ottobre 1936, dle 13.15, proveniente da Seveso, M ussòlini rientra in auto a Milano. Alle 15.30, visita la centrale di Precotto dell'A:tienda elettrica municipale milanese, dove, nella sala motori, dopo la relazione del d eputato Albino Pasini, « scandendo parola per parola~. pronuncia la frase qui riportata. (Da Il Popolo d ' IIJIJia, N. 302, 1 novembre 1936, XXIII).

u Ludata fa centrale di Precotto dell'A:tienda elettrica municipale, il 31 ottobre 1936, vc-rso le J6,30, Mussolini giung~ in auto a Sesto San G iovanni ,' dove, visitati gli Stabilimenti Breda, agli undicimila lavoratozi che lo acclamano, rivolge le parole qui riportate in riassunto. (Da Ii Popolo d' /ltJlia, N. 302, t · novembte 1936, XXIII). 5.• XXYllI,

« ANCHE NEL CAMPO DELLA CULTURA BISOGNA ANDARE AL POPOLO »•

Camerati!

La mia presenza in questa vostra solenne adunata vi dimo stra con quale interesse io segua la vostra attività. Anche, e vorrei d ire soprattutto, nel campo della cultura bisogna andare al popolo. Bisogna andarvi - questa è la. mia consegna - in estensione e soprattutto in profondità. (Un nuouo, fragoro!O applawo accoglù quest e parole I pruenli acdamano, al grido di « D11ce I Duce I Duce I>), e sembra che questo grido asJll!Jta una tonalità divt rsa, come se i rappruenlanli dt!Je forze intellettuali convenu# volemro prendere impegno 10/nme di auolPtrt l'11n1ana, t!ifficile, ma nuessaria umugna. A11JJJolini risp(mde .rorridmte al/'0111aggio della folla) .

AGLI ALLIEVI DELLA SCUOLA MILITARE DI MILANO**

Giovani allievi !

Sono molto lieto di aver vista la vostra bellissima sede e vi elogio per il vostro contegno. Ricordate che in ogni tempo, ma soprattutto nel tempo fascista, prepararsi a difendere la patria è la più alta delle rpissionì.

• Il 31 ottobre 1936, alle 17.20, proveniente da Sesto San Giovanni, Mussolini rientra in auto a Milano, e si porta subito alla nuova sede del Sìndacato giorna listi e del Circolo della stampa lomb:mfa sita in viale Monte Santo, dove, fra l'altro, inaugura un busto dd fratello Arnaldo,· don:ito dal Popolo d' I1alia al Circolo stesso. Alle 18.30, al Clste ll~ Sfo rzesco, nella sala del Man1egna, presenzia il raduno degli intellettuali, indetto p er l'inaugurazione. del quindicesimo anno di ~ttività degli Enti fascisti di cultura. Il pro(essor Ferri « reca a.I Duce il saluto deg li Enti culturali, che da questa eccezion.ile inaugurazione vogliono trane soprattutto indicaziooe di opere e maturazione di propositi. li profe-ssor Ferri accenna poi aUa proposta , che provoca. J'assC'nso del capo, d i organizzare in Milano una mostra che esalti il genio multiforme di Leonardo ». Indi Mussolini pronuncia le parole qui riportale. (Da Il Popolo d'I1alia, N. 302, 1 novembre 19~6, XXIII).

** La tena giornata mi lane-se di M ussolini ( I n ovembre 1936), si apre con la visita alrlstituto neurologico alla Città dC'gli studi. Segue quella alla basilica di San Lorenzo. .All'uscita dalla basilica, alle squadre d'operai schierate sul pianale ed addette ai lavori di isolamento d ella zona adiacente, il capo del Governo dice: « ùrvora.u ,on molJo imp egno, pe,·rhl Jra 111J ,mno lutto dttu esure rompiutr:, ». Indi si porta alla Scuola militare, dove, al bauaglione allievi schierato in armi, rivolge le parole qui riportate. (Da Il Popolo d'Italia, N. 303, 2 novembre 193 6, XXlll)

••• Al termine della visitn, MuS$0lini dice .al colonnello comandante la Scuola : (I Parò ,m tfogio a umi i Juoi roll<1bo,atori ». (Da Il Popolo d'Italia, N. 303, 2 novèmbre 1936, XXIII).

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