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AI COMBATTENTI DI QUINDICI NAZIONI•
Il Duu .ri I dichiaralo mollo lieto di accogliere le rappru mlanze eki combattenti d 'Enropa e d' Amtrica, ai quali ha rivo/lo· il ,ordiale .ralulo del Governo fa.rri.rla e quello .lii() per.rana/e di comballtnlt .
Apprt1J1ando la mozione conc/11.riva dei lavori tkl co1111egno, egli ha mmo in rilievo la grande forza morale che proviene dai combattenti, i q uali rappresentano, in ogni paese, il coraggio, il sacrificio, l'onore. Perciò la loro azione e la loro parola sono destinate ad avere grande influenza sulle masse popolari.
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Il D111e ha espruso il .IU() vivo compiadmento per l'avvenuta costituzione del Comitato permanente, in quanto, attraverso i più frequenti contatti, i popoli potranno meglio conoscersi e co mprendersi. Forse qualcuno dei presenti, venendo per la prima volta a Roma, avrà capito che cosa è l'Italia fascista. ·
Il DNCe ha co ncluso affermando che egli ed il popolo italiano de.ridtrano vivere in pace , on tutti ed ha rinnovalo le sue upre.rsioni di .rimpatia e di ca_1111ralismo. (Le parole dd Duu sono !/alt a"o/le !allt Pìve a"lamaz.ìoni dei pre.renh).
IL « GENTLEMEN'S AGREEMENT » **
Nella .rpera11z.a che una riconciliazione anglo-italiana p os.ra es.rere proiettala al ili là dei pubblici disconi, ho domandato al D111e quali mù11re ron/t mplaue p t r la rt aliz.z.az/0111 di q11a1110 aveva in r,,111/t . Il Dm, mi ha ri1posfo ron un'e.rp rts.riont [ngle.re :
- ·Un « gentlemen's agreement »: ecco quello che io ho in mente.
- Potrei sapt rt SII quali basi? Sarebbe un a((ordo ~r definire le rispet- tive ifere d'influenza nel Mtditerr,ineo, opp11re auele in mente un pallo di non aU,rusione Ira la Gran Bretagna e l'Italia?
• A Roma, 11. palazzo Venez.ia, il 7 novembre 1936, Musso lini riceve j rappresentanti delle Associazioni combattentistiche di q uauordid nazioni d' Europa e dc:gli Stati Uniti d'America, convenuti nella capitale in occasione dell'ina ugurazione d ella Casa madre dei mutilati. Il deputato Carlo Dekro iiç, presid ente dell'Assodaiione nazionale dei mutilati, riferisce sulla cost ituzione di un Comitato permamente fra gli ex-combattenti, allo scopo di rendere più costanti i loro rapporti. Indi il capo de l Governo pronuncia le parole qui riportate in riassunto. (Da li Popolo d'l111/i11, N. 309, 8 novembre 1936, XXJJI).
•• lnlervisla concessa a Roma, a ll' inviato spedile del Dai/7 M Ail di Londra, Ward Prke, rs (?) novembre 1936. (Da Il P1JP1Jlo d'!lalia, N. 311, 10 novembre 1936, XXIIJ).
- Simile soluzione condurrebbe a una nuòva complicazione, ha rfrpo1to il Duce , 1pazzando ria l'idea col gufo della smi /Jlano forte. Io no n voglio aggravare oltre la pattomania che ha imperversato recentemente, Ciò che io int ravedo è la soluzione più semplice e chiara possibile, come s i conviene alla psicologia dell'Jtalia fascista, senia opporsi al temperamento britannico, GH interessi anglo-italiani n el Mediterraneo non sono antagonistici, ma complementari. Né l'una, né l'altra nazione può permettersi il lusso di essere ostile all'altra in quel mare. L'accordo dovrebbe quindi assicurare la salvaguardia degli interessi anglo-italiani nel MediterraÌleo, dovrebbe essere conseg uente mente bilaterale ed il suo carattere dovrebbe· essere tale da rassicurare co mpletamente gli altri Stati m editerranei. Il ·trovare una formula che dia vita a questo accordo non è difficile; ma un preludio necessario ad una tale formul a è 1a nuova atmosfera che si viene formando. Questa nuova atmosfera g iustifica la convinzione che si sta per svoltare il foglio nel libro delle relazio ni tra i nostri due paesi.
Ho nunzJonalo al Duce cbt, sebbene il bmm volere inglese verso l'Italia sì vada aJ!t rlJ/ando, vi sOno ancora 11JO!ti in lnghilltrra cht sono prtouupati drca i progefli italiani ,u/ }hdit trranco.
:-- Taluno crede che vi sia un'inltsa ugre la tra voi, Dlfct , e il generale Franco, in forza della quale .Maiorca verrebbe lrasjef'ila con,e base navale in cambio della sil)Jpatia ila/iana duranle la eampag11a nazionalùla, E stntbra/o .tirano cbe il vostro discorso [di Milano del 1° nov,n1bre 1.91 6] non conltnt JSt al!taioni alla 1iluazione spagnola.
- H o tralasciato ogni riferimento alla Spagna per rispetto al principio di non intervento. Quanto alle voci sulla cessione di Maio rca, posso dirvi nel modo pi.ù categorico che una tale idea non mi è mai passata per l'anticamera del cervello. Ed io non potrei aver rispetto per il capo di un movimento nazio nalista che considerasse, anche per un solo momento, la possibilità d i cedere territorì del suo paese.
Contro Corrente
l1 nazionalsocialismo può soffermarsi con orgoglio ad una tappa del rinnovamento che pervade il popo lo tedesco. Gli indici della natalità rimontano: segno che il flusso della vita ritorna nel corpo della nazio ne ring iovanita. Dal 193 3, ricorda il Berliner Tageblall, si è ve• d6cato un aum·ento costante e continuo: dal 14,7 per mille, a quel~. l'epoca, esso è giunto, nell'ultimo anno, al 18,9.
Non è certamente un'ascesa casuale. Da quando i regimi totalitari hanno insegnato che nori. sono i numeri a dominare i p opoli ma i popoli ad influenzarli e q ualche volta finanche a trasformarl i, è questa certamente una delle più belle battaglie superate e vinte. Essa dimostra a sufficenza che la denatalità è il poetato diretto di una monca od unilaterale valutazione della vita umana, Se lo spirito r iesce a piegare la materia, le forze positive di una nazione si allineano sullo scacchiere sociale come i soldati su l campo.
Così è avvenuto in Germania. Onore, dun,1ue, alla Germania nazionalsocialista se i ranghi della sua rinnovata umanità si rinfoltiscono.
Il resto dell' Europa non può dire altrettao·ro. Una diminuzione del 0,4 per mille si è verificata anche in Italia dal 1932.. Non d eve continuare. Gli elementi spirituali e material i p er la lotta demografica sono stati creati, p uò dirsi legittimamente, tra noi. È g iusto, q uindi, che la gara nella ripresa, che distingue i popoli vitali da quelli in decadenza, ci veda raggiungere con celere passo il uagua cdo.
I nati in eccedenza sono l'arma del p iù fo rte. Le armi d'acciaio non possono illudersi di mietere all'infinito, anche se vincessero, per ass urdo, sul numero con la risorsa meccanica Perciò i popoli in fiore non temono il <lomanì.
Ment re le democrazie ed il comunismo, rese trepide dai rumori <kllc notti i nsonni, scavan trincee o rìcorrono a reazioni dettate dalla paura, la Germania, rinsangu ata nelle sue fibre vitali, segna le cifre del suo camm ino contro corre nte.
È un riarmo pacifico contro il q uale nulla p osso no g li espedienti cartacei o le g rida alla ginevrina.
Fortunate quelle nazioni che detengono e custod iscono il magnifico segreto di quest' arma silenziosa cd invi ncibile, buona, al medesimo tempo, per la guerra e per la pace.
Da li Pop olo d'fo:/i", N. 319, 18 novembre 1936, XXIII (w 1),
164" RIUNIONE DEL GRAN CONSIGLIO DEL FASCISMO *
Presenti : Balbo, D t BonQ, De Vecchi, Ftt!erzoni, Ciano . Costanzo·, Ciano Galeazzo, So/mi, Di Revd, Bottai, Rossoni, Lantini, A lfieri, Buffarini, V()lpi, Mar(()ni, Serena, Morigi, Marine/li, Grandi, lùmo, Tringali, De S t ejani, .Muz.zarini, Cianelli, Angelini, Farinaui, Acerbo . Segretario, il t egrttario del Partito.
* Tenutasi il 18 novembre 19}6 (ore 22.-4). ( Da Il Pop olo J'llalia, N. 32 1, 20 novembre 1936, XXIII).
Il D11et ha fallo 11n'a111pia r t!azi(Jllt, durala oltre d11e ore, .Julla sil#azione politica, inkrnaz.ionale ed interna, militare ed t(onomica, al t erHJine della quale il Gran Co11Jiglio del fa1cùmo ha approvalo le 1eg11enli dùhiàrazioni :
« li Gran Consiglio del jaStù1110, dopo la lell11ra falla dal Duce del rapporto dd vùerè Graziani 111/la sit1111z.ione politùo-111ilitare de/I' Afrùa Oritntale Italiana alla da/a del r4 novembre, invia al màrmiallo d'Italia Rodolfo Graziani un fervido plarm; ptr l'opera da lui .rvo/ta, plau.ro che est ende ai generali Nasi, Geloso, Tessitore, Gallina, Tracchia, Mario/li, Cubt ddu, al colonnello Malta, i quali, alla /tsla delle loro instancabili colonne di nazionali e di indigmi, vanno occupando tu/li i territori de/J'ùnpero e padji,,mdo le popolazioni)),
~< Il Cra11 Consiglio del ftudsmo, arto/lati con gronde ,i111erus1, ,ompiadmenlo i dati forn;li dal DHtl per quanto conçerne la preparazione militare della nazione, ritiene che, in questo speda/e mommto, t !Ja debba essere attelerala, 1opral/111/o nel ta111p(} aereo e n,arilti1110 >>, I l Gran CMsiglio delfasdsmo rùonfern1a, ml primo annuale delle sanzioni e nella maniera pitì ùnperaliva, l'impegno del regù11t, ,onsacralo nel discorso del D11t1 del ZJ marzo XIV, direi/o a raggi11ngere il t11auù110 pouibile di autonomia uonomita, 1pede nei se/lori inlern.ranti la difna della nazi~ne ; ditliiara che qua/JiaJi ruùlenza attiva o_ anche soltanto korita a tali dir1lliPr, ì 11n sabotaggio, che deve eu en .reueramenle colpilo,· i< rkonoJ(e ,he le talegorie prodrlllrid (datori di lavoro e lavoratori) hanno operalo, d11ranlt il jMriodo delle sanzioni, in modo da concorrere a spezzare I'off,ns}va sodelar_ia ».
« Il Gran Consiglio del jimisHJO, tOMsiderando l'alliuità w olla dal Partilo in qJlesli 11/Jimi rnn i, manifesta la sua soddisfazione per l'azione es,rdlala mll'andanunlo dei prezzi e lo invi/4 a perfezionarla, tmrndo tonto di hl/li gli elementi, non soltanto interni, ma antht mondiali. Invita inoltre il 1egrelario del Partilo a rendere sempr~ pitì effcenl e l'organizzazione dei Fa1ti Giovanili di Co1JJbat1imenfo e a dare ìl mauimo imp1d10 al fascismo fra le donne italiane ».
« Il Gran ConJiglio del fascùmo, dopo avere esaminala la 1il11azione dal punto di vitta economko e valutario, tributa un elogio al 10/1011gretario agli St ambi e alle diviu ed al suoi ,ollaboralori per l'opera nio/Ja ».
« Il Gran Contiglio del fascism~; Ndila la relazione del ,amerata. Galeazzo Ciam,, avuta com1111itazione dtl protwo verbale firmato a B1rlintJ e del protocollo di Vienna, li approva; rileva ,on rompia, imenlo ,he toJJ sono sia/e .poJlt I, baJi per rm'e/Jstliva ,ollaboraz.ione Ira l'Italia fauùta e i popoli g,r1J1anito, aNtlriaço e 'magiari;,- uprim, al ministro Ciano W1 vi11iuimo p!aJIJO per i eontrtli risNllali raggiNnti »,
« li Gran Con1iglio del fattùmo, udita la relazione del ,amtrala Grandi sull'altivìlà da /,ti svo/Ja nel comi/alo p er ìl tton intervento nella guerra dvilt li Gran Consiglio del fasdsmo ha procedulo alla 110111ina d'Nlla .rott~111ùsione, for111afa dai ,omerali Costanzo Ciano, ,St{lrare1 Solnti', Bollai, LanJini, ron l'in,arùo di fommlare proposte relative alla ,o"'posiz.ione ed al funz/onan,ento della nuova Ca111era dei fasci e delle corporazioni. La ron1111ùsione dovrà riferire al Gran Consiglio nella prossima tornata.
.rpagnola e .rulla fa~ e at/ualt delle relazJoni ita/o.britannùbe, l 'appro11a pii:· namente >>.
Il Gran Comiglio del fascù mo ha, infine, preso alt~ della deliberazione e della relazione della C orte dei _ conti sul rendiconto generale dello S taio per l'esercizio finanziario l!JJ4-T!JJJ/ ha espr_wo parer, favorevole .rullo schema di disegno di legge per la !Qnt'er.sione in legge del regio dure/o legge 24 settembre 1936, XIV, nu,,,ero 181 0, relativo alla pruidenz.a delle ,orporaz.ioni e 1ui seguenti schemi di decreti: aggiunta al primo comma dell'articolo 7 dello Jfat11to del P.N.F. , approvato eon regio dure/o 17 novembre snz, XI, i:umero r4J6, roncernente l'aumento, a riehie1ta dd i,grelario del P.N.F., del numero dei 11imegretarl e dri componenti il Direttorio nazionale del P. N .F.; modifira dell'arlùolo J, nunmo 4, della legge 14 diambre I!JZ!J, VIII, numero ZO!J!J, che lasda indeterminato il numero dei vireugrrtarl del P. N.F. chiamati a far parie del Gran Consiglio · del fa1d1mo.
Hanno parlalo Volpi, Cian, tti, Alfieri, Storace, Balbo, F t dcrzoni.
GLI SCAMBI CON L' ESTERO *
Ha parlato quindi il Dutt, ché, dopa aver rivplto un tlagio al/'011. Raffaelt Ri((ardi, ha i llustralo breve111mle le ragioni che hanno portalo alla rreazJone dtl sollo1tgrelarialo per gli Stan1bi ton l'eitero td all'i11Jt diamento in tuo dtJJ 1/stif11/o ptr le uportaz.ùmi td ha rilevalo cotJJt sia sia/o raggiunto il risultato d'avere ftr/JJalo or1J1ai da Jtlft ,msi / ',mila dell'oro dalle riserve della Ban(a d'Italia. li Duce ha infine afltrmato d1t l'incre mento delle esportazioni - affidato soprattutto agli sforzi delle categorie per il miglioramento qualitativo dei nostri prodotti - ed un più intenso ritmo dì produzione sono alla base della solidità della moneta e di un più alto livello di vita delle masse lavoratrici, che rappresentano la grande m aggioranza del popolo italiano. (Le parole del Duce banno suscitalo Inta fervida dimoslrazione al suo indirizzo, tht è tonlinuala 1ino a quando, dopo aver la1tia10 la 1ala delle ri«nioni, egli si è allontanalo dall'/!litulo).
• Il pomeriggio del 21 novembre 1936, Mussolini aveva compiuto Un volo di allenamento (295). Il 25 novembre, dalle 16 alle 17, a Roma, nella sala del Mappamondo di palazzo Venezia, aveva avuto un colloquio con Sua Altezza Serenissima. il reggente d'Ungheria Nicola de Horthy, venuto in visita, assieme alla consorte, ai nnstri sovrani. La mattina del 26 novembre, si era portato in idrovolante a Napoli, dove aveva assistito, assieme al re ed al reggente Horthy, ad una manife5tazione navale in onore di ques(ultimo (278). Nel pomeriggio, era rientrato in volo a Roma. 11 28 novembre, dalle 15 alle 16. 30, nella sede dell'Istituto nazionale fascista del commercìo estero, preseruia la riunione per l'insediamento dei nuovi organi dell'Istituto medesimo, in seguito ·al passaggio <li esso alle dipendtnze del sottosegretariato degli Scambi. In tale ocu.sione, dopo la rela?.Lone del depYtato Raffaele Riccardi, commissario governativo dell'lstitUto, suu·o~u svolta dall'Ente durante il primo decennio di vita, e l'esposizione del sottosegretario agli Scambi, Felice Guarneri, sui nuovi problemi da affrontare, il capo del Governo pronuncia le parole qui riportate in riassunto. (Da Il Popolo d'Jtali11-, Nn. 327, 328, 330, 26, 27, 29 novembre 1936, XXIII).
Si è toc~to il limite massimo nella rcstriz.ione delle importazioni. Bisogna ora portarsi sopra una base più vasta di scambi.
334• RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI*
Il Consiglio dei !!Jitthlri, 111 proposta dd Duce, di tonarlo col HJÙ1Ùlro Ml/e Finanze eicon il n1inistru delle C o11111nitazioni, ha approva/lJ Ire J(hen,i di decreti legge, con i qUali si provvede a tulio quanto oaorre ptr dare ai nostri grandi 1ervizi JJJarillin1i regolari, pa11eggeri e v1erti, l'auello dejinitif.'o anmm,ù1to nel n1t1ggio Jtorso dal D11ce ( +)
Il Con1iglio dei hJiniJlri ha, sii propo1/a del capo del Governu, pri1110 JJJinùtro, segrtlario di Staio, q11indi approvato : Uno 1,hema di di1egno di legge rig11arda11/e l'oq~anizzazione dell'Esposizione universale ed internazionale che viene indetta in Roma per l'anno Ij!2, XX. Tale Pumifrstaz.ione avrà ttn rilievo emzionale, non soltanto p er la 111a grandiosità, 111a anche p er gli !topi ,be 1i propone di raggiungere. , Elia attog,lierà tul/o q11an/o nel campo spirit11ale e nel campo materiale l'umanità ha ronquislalo in questa epoca Soprallulfo 1aranno mostrati, in sinteti, i progrwi realizzati mi venti anni di regime fa!tÙla in ogni ramo di alfività. Il provvedimento, oltre a stabilire ,he la rappresentanza ufficiale, l'indirizzo generale ed il coordinamento delle varie allivilà ,hl/'E1po1izione siano devoluti ad 1111 ,om,nùsario generale alle direi/e dipendenze del capo del Governo, coadùwalo da due commissari aggùmti, ùtitr,ùce, un Ente 0111/>nomò, ron propria pertonalità giUridica e gestiom propria, de- noJJJinalo E sposizione rmù, trsale di Roma ». posto andltuo alla direi/a dipt1ujenz.a tkl capo del GovtrnlJ. V engono poi p rtvùl i i 111ez.zi occorrenti al J1111zi1J1Jamenl o di dello Ente e det erminali gli organi per la direzione . e l'a 111nrinùtrazione dell'E ntt stesso · A/l'Esposizione sono tsl tse l t agux,laz.ioni fùcali, doganali, ferroviarie, marillin,e, portuali Jlabilite dallt disposizi1Jni vi"genli sulle esposizioni , salve le ulteriori conceuioni che posumo, in seguilo, risultare neceuarie, da accordarsi con decreto reale Sucwsùwnenle, il Consiglio dti ministri, m11pre su proposta del capo del Governo, prin10 nrinistro, segretario di Staio, ha approi•t1/o: , Uno schema di regio decreto che reca rm'aggiunta ai primo cQ111111a de/i 'artica/a 7 dello slt1/tllo del Partito Nazionale Fascista, nel stnto di prevenirt la } fJssibililà di a111,1enlare l'alluale t111mero dei iùesegrelari e dei cfJnrponenli il DireltorifJ nazionale del P.N. F. Su tale p rovvt di111ento il Gran ConsiglifJ del fascismo ha fià esprmo parere favo revole tttlla ri11nùme del I a novembri u. .1.
• li pomeriggio del 2 dicembre 1936, Mussolini era giunto improvvisammte in auto all'aeroporto di Ravenna per ispezionarvi lavori in corso (296). Il d icembre (ore 11H3?), presiede la riunione del CooSig lio dei ministri della quale è qui riportato il resoconto (Da Il Popolo d'Italia, N. 337, 6 dicembre 1936, XXIII).
Uno .1dun1a di regio decrt lo che det ermina il posto sptllantt nt l/'òrdint delle pruedenz.e a C ort t e ml/e pubbliche funzioni al pruidente, ai presidn1ti di sezione, ai comiglieri, ai rejtrendarf ed agli ùpellori del C omigli o nazionalt delle riu rehe L'ordint delle precedenze, al/1111/,m n/e i,1 vigore, non con/empia l'anzidello consesso ; ll)tn/re, /rollandosi dt l mpremfJ C onsiglio l t cnùo dt llo S tato, J opport11no che il p ersonale dirigente del Com iglio stesso abbia, nell'ordine in parola, 11(1 posto adegualo alla sua ù11porl a,rza.
Uno u hema di decreto legge ron il qualt , in relazione ai pro11vedimenti ,oncerntnti la -s,11ranità piena ed intera de/l 'Italia sui territori e le genti di Etiopia e l'ordinamenlo Orientale Italiana, vengoltl) aggiornat e le norme con/ mute nel regi'! decreto legge ) O maggio 1,JJ, XIII, nu111tro 82; , JUlla rostituzione del romando di aeronautica in · Africa Orientale.
Uno s,hem"a di regio decret o rhe fiua il trai/amento spellant e agli impiegali delle a,nministrazioni .dt !!o Staio, in urvizio nelle colonie, che si ru ano nel R egno p er partu ipare ad e1ami di promoz.iont nel r110/o cui appartengono. Con tale provvedùntnlo vengono adegJ1ale, al ,aso particolare, le nor,ne generali stabilile per il R egno dallo Staio giuridico degli impiegali dviii statali in mat eria di missioni per esami di promozione.
Unb scht ma di decreto legge che agevola la partecipazione dei Tichia111ali alk armi per mobilitazione o per esigenze eccezionali ai ,oncorsi autori zXati dal D uce ron il manffesto del) ottobre 11. !, Il provvedimento to,mnte anche l'am.mùsfone ai conconi !/tisi di ,o/oro che, avendo a s110 t empo f allo domanda per prendere parte a q11elli del!'anno XIV, non ebbero pù~ la pouibilità di pre1enfarsi alle prove di t!ame p er l'inferoenuta sosp u uione di w e. S tabilisce, inollre, I'ammiuione ai concorsi del!'anno X V del ptrsonale atlt)tntizio ,he abbia riportalo l'idoneità in quelli dei prtcedenl i anni, e detta le relativi nonÌtt di atl11azione.
Uno schema di dureJo legge ctJncerm nlt l'iscrizione all'Optra di previdenza per il p ersonale civile e mi/ilare dello Stato, dei dipendmli di nm/(J ordinario del Gran Magistero degli Ordini dei Santi Maurizio e Laz.z_oro e della Corona d'Italia. Il penonale dipendrnte dal Gran Magistero degli Ordini dti Santi Maurizio e Lazzaro e dtlla Corona d'Italia, ,he, oltre ai funzionari dell'amntinislrazione ,entrak, comprende, in prtvalmz.a, agenti agrari, guardie fore;Jali, ùm1,nanti ek mmtari, inftr111ieri, eu., non gode di alcun tra/lamento previdenzJale Pertanto si è ritenuto oppor/11110, ,0,1 il provvedimento approvato, auimrare anche a dt/lQ persom1/e i. benrfiri rt alizz.ati dal regùm nel campo assistenziale a favore delle daui !aJJoralriri.
Uno schu na di decrt llJ legge riftellente una convenzione modificala con la Società di navigazione « Lloyd Triestino», per l'esercizio di linee di navigaz.io11e ptrl'Egillo, il M ediltrraneo orientale, il Mar Nero, le Indie e l'E1tre1110 Orimte (+)
Per La Premiazione
Camerati agricoltori I
Siamo qui raccolti in questa solenne cerimonia a carattere nazionale e oramai tradizionale per premiare i migliori fra voi, per additarli da Roma al plauso della nazione e per tracciare il bilancio agrario dell'anno solare che sta per finire,
Bilancio che non è da considerarsi brillante, perché il raccolto è stato minore nei tre prOdotti fondamentali dell'economia rurale italiana: il grano; il vino, l'olio.
Il raccolto granario è stato inferiore dtl venti per cento a quello del 193j; il raccolto dell'uva è stato inferiore del venticinque per cento; quello delle ulive del ventisette per cento.
Sono andati viceversa discretamente bene e molto bene altri prodotti dell'economia agricola, e precisamente c'è stato, in confronto del 1935. un aumento del raccolto del granoturco (venti per cento), del riso (noVe per cento), dei fagioli (trentacinque per cento), delle patate (diciotto per cento).
• Il pomeriggio del '.:i dicembre 1936, Mussolini aveva compiuto un volo di allenamento ( 297). La mattina del 6 dicembre, a Roma, al teatro Argentina, si svolge la cerimonia per la premiazione dei vincitori del concorso nazionale del grano e dell'azienda agraria. In tale occasione, prima di premiare personalmente i vincitori, il capo del Governo pronuncia il discorso qui riportato. (Da Il Po• polo d' /Jaba., N. 338, 7 dicembre 1936, XXJJI).
Di molto superiore a quella del 19n è stata la produzione dei bozzoli e normale può dirsi il raccolto delle bietole da zucchero.
Date le piogge, v'è stata grande abbondanza di foraggi, il che ha permesso di ricostruire le stalle e di n:ilgliorare i prezzi del bestiame e ciò è stato di grande conforto per i contadini.
Buoni i prezzi dei prodotti caseari; quanto Il.Ile produzioni ortofrutticole, il raccolto è stato normale ed i prezzi convenienti. La canapa (pianta all'ordine del giorno della nazione) h.i. dato un buon raccolto e prezzi remunerativi. In genere tutti i prezzi spuntati dai prodotti della"'terra, possono, nell'annata agricola 1936, ritenersi soddisfacenti. -
Parliamo o ra degli ammassi. Perché non sorgano equivoci, dichiaro che la politica totalitaria, cioè obbligatoria, degli ammassi sarà continuata per i bozzoli, il grano, la canapa, mentre il vino si giove rà di provvedimenti in corso di preparazione ed il riso continuerà ad essere disciplinato dall'apposito Ente, che ha salvato in un momento di Crisi estrema la risicoltura italiana, Questa disciplina, di indubbio carattere corporativo, cioè fascista, giova agli interessi dei produttori e dei consumatori, non giova, evidentemente, agli interessi degli speculatori, i quali, essendo una infima, non necessaria, anzi nociva minoranza, possono, debbono, faranno bene a cambiare mestiere, poiché il clima faScista non è fatto per loro.
La politica degli ammassi granari è sorta come una proficua iniziativa volontaria degli agricoltori. 1?. cominciata nel 1930, con un ammasso modesto di sessantaseimila quintali. Ma l'anno dopo l'ammasso sale già a quattroccntocinquantatremila. quintali; nel 19; 2 a. cinquecentottantottomila; nel 19;3 a ottoccntonovantatremila; nel 1934 si passa di un balzo a cinque milioni di quintali e nel 19 ,s ad otto milioni di quintali.
Ma questi ammassi volontari giovano ad una minoranza di rurali, ai facoltosi, a quelli che possono aspettare; non giova.no agli altri, la maggioranza, che dovevano svendere al momento del raccolto e a prezzi talvolta irrisori.
L'ammasso totalitario per legge elimina questo danno e garantisce a « tutti >> un prezzo equo e remunerativo, come è stato equo e remunerativo il prezzo fissato per il 19~6.
Sono io il primo a riconoscere che la pratica totalitaria dell'ammasso nel 1936 ha dato' luogo a inconvenienti che sono stati eliminati non appena segnalati al competente ministero e che· saranno totalmente eliminati nel 1937, soprattutto per quanto concerne il pagamento del grano, che dovrà essere effettuato all'atto della consegna, mentre sacanno miglio rate tutte le attrezzature per q uanto ha riguardo al fu nz ionament o degli ammas si.
A questo punto voglio fare un elogio della clisciplina veramente a mmirevole di cui han dato ancora u na volta prov~ i turali .italiani . Per le lo ro fatiche, pe r il loro attaccamento alla terra - a questa terra ita liana lavorata lungo i inillenni da generazioni e generazio ni di co ntad ini e che costituisce il suo lo sacro della p atria - per la loro tenacia, per le coraggiose ed ormai universali applicazioni della tecnica più mo der na, per la loro fedeltà, per il loro patrio ttismo, che si è palesato in p ien a luce nella conquist a d ell'impero, i rurali italiani meritano un buo n raccolto nel 1937, e meritano sop rattu tto l'inte ressamento co stan te del regime, il q uale vuo le raggiungere e ragg iungerà la m èta seg nata : )a co mpleta auto no m ia ::i.lìmentare del popo lo italiano . (La nu;/titHdùu ÙJ piedi ,m olta il dùrorto, rbt quasi ad ogni fra se viene inlt rrol/o da applausi t da ovazioni, rhe .ti f anno pù) inlt nst tjHando il D11c, · riltua rbt la politica totalitaria degli anm1as1i non giova, tvidt11ltt11Cnlt , agli i nltrmi degli spem!ato,:f. C li appla111i si rinnovano inttnrissi nli, non appena il D uce afferma che, rosti h1endo usi ima infin,a, non ntcts1ari c1, a!Jzi nociva ,vinoranza, gli 1p eml<1tori faranno bene a ra,nbiart 1nestitre, ptrrht il rlima Jasdsla non è fallo pu loro Allorché il Duct , acm mando al 1JJiglioramento dtll'allrezzatttra degli a111 111au i, di(biara cbt il pagammlo del grano nel 19}7 dovrà men tjftl/11<1/o all'alto della ronstgna, la grnndt f olla dei mrali, nell'ù11ptto della devota rico1101renza, lo acdama a lungo. Anrht /'o((enm, ai p t1trio t1ÙIJJO dei r11rali , t ht si è manifestato in piena /,,et per la conquista dell 'ùnpero, viene a((o/Jo da fflla vibrante 111a11ifutaz.iont . La fine del disrorso s11srila una manijestaziom tra'lfJlgente. I.a moltitudine manifesta al Duce il suo affetto e la 111a rùonoscenza p er il gigantesco progranm1a di politka agraria da lui intraprtso e rtaliz.z.ato La f/Janiftst az.ione si protrae a lungo. Da tu/li si invoca con ardore il Dlfrt, 111mlrt vrn_gono i1111alz.alt. se111prt p itì fe rvide accla111azioni).* ·
* « Il Duce osserva sorridente e con eviden te _compiacimento la manircsta· zione (+) e quind i, dopo avc-re salutato romanamente, inizia la p remia:zi011e I premiati, mo lti dei quali ex.combatttnti e parecchi decorati d ella "Stella a l me· rito rurale ", sfilano in unifòrme fascista davanti a l Duce, che ad og nuno d i essi, dopo avern e letto la motivazione, rimette il premio e i l diploma. li pubblico ap· plaud e calorosamente _gli ag ricoltor i prcmiàti. Per alcuni di essi, che si sono par l icola rmente distinti nelle varie ~e-zìoni d el concorso, è lo st~so Duce che dà il segnale degli app lausi. D opo i vincitori d el concorso nazionale del g rano e dell'azienda agraria, è la volta d ei vincitori dt:l concorso fra parroci e sacerdoti.( + ) In6ne il Duce consegna i p remi :1.i vincitori del concorso nazionale per la mi· g liOle coltiYt1zionc del granotu rco, lxtndito d alla Federazione fascista lavoratori dell'agricoltura, fra mez.zadri, compartC<"ipanti e s~la riati Ultimata la cunseBna
Italia Rurale
Attraverso le sue tre civiltà, l'Italia è stata essenzialmente rurale. Dalla ·terra la stirpe ha attinto nei millenni le energie della vita e le risorse dell'autonomia, Sin da quando Roma consolare e imperiale fondava le colonie di legionari, la floridezza nazionale coincise sempre con lo sviluppo ·agricolo. Parallelamente la decadenza politica fu sempre accompagnata, o preceduta, dalla decadenza dell'agricoltura.
11 regime fascista, riprendendo le vie dell'antica grandezza, ha rinsaldato la moralità della vita rurale," ha ridato prestigio agli uomini dei campi, h a posto l'agricoltura come base d i ascesa.
Le direttive rurali del Duce sono ispirate da ragioni storiche, j l cui v alore sarà vivo e operante anche nelle generazioni avvenire.
J. - Le r isorse della terra sono innanzitutto condizione di libertà e forza di indipendenza. Il sobrio e frugale italiano, quando è sicu[o del pane, è sicuro della vita, e, come si è visto, può tener fronte anche a mostruose coalizioni. La terra non abbandona rriaì chi le è fedele.
z. - La v ita dei campi è vita di sanità fisica e spirituale. L'ossigeno e le radiazioni solari rendono resistente il corpo. Nella ruralità la famiglia ha le condizioni più proflizie per la sicurezza e per lo svi·luppo. Mentre la civiltà industriale e urbanistica sottrae la donna al focolare e ai figli, la ruralità fa della donna la regina della casa e della famiglia. In. tutti i centri toccati dalla decadenza della civilt:i industriale e u rbanistica, le bare superano le culle, la mo ralità decade e la razza inseniliscc La forza dcmograF.ca dell'Italia è ancora e sempre nelle campagne.
3, - Nell' ag ricoltura e nei provvedimenti che disciplinano la vita rurale, dalla battaglia del grano alla legge sugli ammassi, l'Italja ha conseguito brillanti primati. La genialità italiana si è affermata anche in questo campo, precisamente nel period o di più aspre difficoltà, mentre l' agricoltura in tutti gli Stati e in tutti i contiflenti era depressa e umiliata da una inesorabile crisi. Altrove i prezzi del mercato g ra- dei premi, il Duce ha detto: "f 01r.1li ira/i,;nf ncm hanno biJogno di ùuiltt· 11iento. I me1i d i oltobre e di no vembre 10,ro I tali buon.i e quindi, 1t1uhe senza abba11dorra11i tt.d J/11 Jowrrhio oJlùniJmo, JÌ può eJJsre 1io11'i d i raggiungere le mete ". le parole del Duce suscitano un' altra imponentissima manifestaUone. la musica intona « Giovinezza», che viene cantata, a gran voce, dall'immenso pubblko. Sul canto domina l'invocazione semp,c più appassionata : «· Duce! Duce! ». Il D uce, avanzatosi nel proscenfo, :usiste, sorridente, all' imponente dimostrazione» (Da Il Popolo d' !Mia, N 3}8, 7 dicembre 19}6, XXIII) nario non rimunerano le fatiche e ·a stento compensano le spese. L'agricolto re italiano invece è sicuro di un prezzo rimunerativo , è emancipato dalla schiavitù della speculazione, è sottratto allè fluttuazio ni del mercato. L'Italia ha sviluppato le sementi elette, che fann o testo all'estero ed alimentano una esportazio ne pregiata.
4. - Popolo di audaci pionier i e di intelligentì agricoltori, l'italia no inizia nel prim o anno dell'impero la redenzione agricola dell'Etiopia. Pochi altri popoli al m o ndo avrebbero avuto _ la spinta vhale per affrontare l'inimane fa tica d i aprire a forza di braccia mig liaia dì chilometri di strade sotto il sole tropic.:ilc e per dissodare terre barbariche, a quattromila e ott o mila chilometri dalla mad repatria. Questa spinta vitale è un titolo di primato, un brevetto dì gio· vinezza e un o rgoglio della stirpe
Nelle ·cosiddette grandi democrazie i disoccupati vivono di indo· lenza e di sussidi all'ombra dì stabilimenti deserti, rifiutando dì colo· nizzare gli imperi accaparrati, e la borghesia paga il t ributo annuo ai diso ccupati per o tte nere una q uie te sociale che è stasi e decadenza
Il fas cismo, che è giovinezza, che è fede nella vita e gioia di lavoro, affronta nella colonizzazione d 'Etiopia l'impresa più gigantesca del nostro periodo , impresa che sarà di ge nerazioni e costituirà; malgrado G inevra, un titolo d'orgoglio nella storia.
Da li Pop olo d'Italia, N 339, R dicembre 19}6, XXHI ( w)
385' RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI*
( +) li Co1u;g/ic dd lll;nùlr; ha (Jpprovalo, J1I proposla dt l ,apo del GoPerno, n1ù1ùtro p er la Guerra:
Uno schema di decreto legge cht modifica l'ordinamento del Comando del corpo di Stato Maggiore, in ,on1egflefl'{a dell'abbinammlo delle cariche di sol· l osegrelario di Staio per la Guerra e di capo di Staio Maggiore dt/J'Esercito.
Uno schema dì disegno di lefj!,l che modifica l'arlictJlo J del regio dure/o leg,ge I2 febbraio 1,; o, VIII, numero 81, rtlativo alla Croce ros,a italiaNI, dimìnumdo, da quara11tacinq11t a quaranta anni, ;J limite di età del JMrsonale ,he puJ es1ere la1ciato a dùpo1izione della Croce rona italiana.
Uno schema di dtçreto legge rig11ardanle le a11tovelture di servizio p,r gli 11.ffedali dei Cdrabinùri n ali. li provvtdimen/o consente l'uso, in servizio, dtll'au_tovellura. di proprie/O, previa riconsegna di qutlla evmtwlmenle pro/J· vista dall'amminirtraz_iont , inoltre modift(a la mi.tllT'a del/'in4tnnità chilometrica, in relaz_io!ll alle 11ltime variazioni del prez.z.o della btnz.ina.
• Tenutasi Il 9 dicembre 19}6 (ore 10-12.~0). (Da li Popolo d' lt!llit, , N. 34 1, IO dicembre 19}6, XXIII).
S11 propo1ta dtl topo dtl Governo,~minùlro per la Marina:
Uno .rchtn1a di regio decreto ehe proroga di un anno il regio deaeto r .2 dicembre Ij}f, XIV, llllft1tro .2J26, •he elevò temporanean,en/e il mmrero degli auistenti navali da due a tre.
. Uno .tdJtma di dtcrtlo legge con cui si proroga il regio decreto 1egge 21 giugno IJJ6, XIV, numero IJJ!, relativo al lratfamenlo eeonomùo al perronale della regia Marino imbareato .Ili navi dislocate nelle acque dt/1' Africa
Orientale Italiana.
Uno .rdx ma di regi() decre/() che modifica il primo comma dtll' ar/k()/o 2 del regio de.reto· 2 luglio Ij2J, III, numero r;S4, riguarda11le la (Ol1(t.t.Jione d'un (ompmso fisso per il pemmale duill diparlimmtale della regia Marina obbligato a seguire l'oraria di laJJoro delle maestranze, Uno .Ifhtma di de•re/() legge rontenenle a/(llttt varianli al vigente t u fo 1miro delle disposiz.ioni legislative ml/a leva marillù!la, approvalo ron ngi() durtlo 21 luglio 19p, X/I, mmu ro 1;61.
Su propotta del eapo dtl Govermi, mini.rlro per I' A erotuJulira : Uno .scbt'!Ja di decreto legge riguardante I'ordinaJ1Jento della regia Aeronautiea. Tait provvedimento ~onferùct alla regia A erona111iea 1m ordinamenlo adeg11a/o allo sviluppo da eua tÌ.JS1111/o e 1mg,fio rùpondenle alle p roprie e.rigenz.e, in relazione ai tompiti the le sono riservali nel quadro generale della difisa del paese.
Uno .sehema di regio de(relo tht apporta varianti alla tirroserizione t erritoriale della regia Aeronautiea. Con dello provvedimento, la eir(()seriz.ione territoriale delle direzJoni t erritoriali delle costruz.ioni e dtgli approvvigionamenti i oppor/lmamenle modifi.ala, in rappcrlo all'allrez.z.atura ind111triale aeronaulira delle varie provineit d'Italia Il numero tklle s11indicate direz.ioni viene inoltre a11menla/o da tre a quallro ed use avranno sede a Torino, M ilano, Bologna , Napoli.
Uno sehema di decreto legge intuo a prorogare, a /111/0 il Ifl )l, X V I, a/(11111 norme di carattere transitorio riguardanti il personale militare della regia Aeronautiea, permanendo, tuttora, le drcostanz.e che ne determinarono la emanazione
Uno s.he111a "di regio decreto ehe modifiea l'articolo 177 del regolamento ;1111erviz.io 1anitario aeronautico, approvalo con regio dureto 7 ago.rio 1926, IV, 1111mero .2,fIO, nel senso di jorre in armonia le di!pa.sizioni previ.Jfe ne/J'anz/Jelfo arlitoio 177 ron talune diipo.tiz.ioni del regolamento sulle lieenz.e. li ,apo tk/ C()l)trno presenta i segumli prowedi111tnli di eompt tenz.a del ,,,;,,ùlero tki LaPOri pubblici:
Uno !(hema di decreto legge ,on il quale viene pr()rogato al ;I dicembre r,J7, . XVI, il ftrmine di ,ostruzione fissalo dal regio decreto legge ,f ollobre
1911, XIII, m,11mro 1868, agli t/!tlfi, 1ù1 della roncu1iMt del contrib11/o per caJt p opoldri ed uonomùbt, sia _ dtll'esrnz.iont ventidnqmm111/e dal/'i111po1ta
1Hi fabbrica li t dalle relative sovraimposte provinria/i e comunali, per I, n11ovt co1/r11z.io11i o rùostruz.ioni che si utgNona col conlrib1#0 dello Sia/o.
Uno sdu ma di decreto legge ton il q@!t si ap prova il piano regola/ore del antro di Gallarate e si dettano norn1e ptr la determinazione de/l'indennità di espropriazione, concedendo, in pari t empo, agevq/tJz.ioni tributarie ptr i /rapassi d'immobili e l'mnzùme vt nlìcìnqnennale dalle impt)!/t sui n11ovi /ab. hricati. (+)
386" RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI *
li capo del Governo, di conttrlo ron i 111inùtri per le Finanz e e per l'Ed11caz.ione nazionale, prutnla t!n provvedimmlo con il qualt 1i dispone l'autgnaziont alla ngia Università di Rol)Ja di altrt arre della zon(I dtl Polidini(o per le nl(ove srdi della facoltà di ingtgntria, di arcbite/lura, di scienze tconomitht t connnerdali e di !Jlagùtero, 11onchl per gli ulteriori sviluppi degli ù ti/uli universitari in genere
Indi il Consiglio dri 111inùtri approi•a i ng11enli provvedùnenti, tu propo1/a del capo dd Governo, pri,110 ministro, segretario di Staio, e del ministro p er le Finanze :
U,ro schema di provveditmnlo con il ql(a/t vengono della/e dùpoiizioni dica il lra/la1J1tnlo del perJOn(l/e no11 di ruolo in 1trviz.io prem; l'an11ninitlrnz.ione ;/alale. ( + )
I l capo dd Governo pruenla il .ug11enlt provvedimento di competenza del 1JJiniJlero dei Lavori pubblici:
Uno u he11,a di detrtlo leggt con il quale vengono dùcip linate le modalità e i lin1iti dtll'intervmlo t/a ta!t p er la riparazione dei d(lnni prodolli dal lt rrtmolo del 18 of/obre ;corso in alame provincie dd Veneto, ( +)
Ai Senatori
PER L'OMAGGIO DELLA SPADA D'ONORE** u Al Senato, nt:l la tornati d el 14 d icembre 19~6 ( o re 16- 16,20), ai lati dell'epigrafe sovrastante il banco presiJenziale che ricorda le parole pronunciate da Vittorio Emanuele 11 per J'apenu~ <le!r undiccsima legislatura, si inaugurano
Onorevoli Senatori !
Apprezzo profondamente il valore simbolico del dono che voi mi offrite c. soprattutto il sentimento dal quale foste isp irati.
• Tenut,ui il 12 dict•mbre 1936 (ore 10-12). (Da I/ Popolo d' lla/j\p, N , 344, B dicembrt! 1936, XXJII).
Il vostro atto coincide con l'occupazione ormai integrale di tutti i territo ri dell'impero. ( Vivissimi, gene rali applaun).
Quelle frontiere: e: tutte le altre della patria saranno in ogni momento validamente difese da una spada temprata e solidamente impugnata.
Vi ringrazio. ( Viviuimi, generali applausi).
. LE DIRETTIVE AGLI ESPONENTI DEL TURISMO *
Il Duce, dopo avere rivolto ai conven11li parole tli simpatia, ha fissato le direi/ivi del luriShtO italiano, nit /tendone in rilievo la funz.ion1 ai fini d ella bilancia dei pagamenti.
OJJervando che n on tutte le: provincie possono aspirare ad. avere correnti di turismo a carattere internazionale, ha dichiaralo che, d'altra parte, no n deve essere trascurato ìl turismo a carattere interno.
Rivolgrndosi ai rapprm nlonti degli' albergatori, egli ha partitolarmenle rarco111andalo c/11 nulla sia trascurato perché agli stranieri si prepari due nuove targhe. L:i prima riferisce fa storica dichi:m.2ione di Vittorio Emanuele III nel discorso inaugurale della \'entinovesima legislatura : « Il popolo italiano, unito e compatto attorno allo scudo della mia Casa e al romano Littorio, merita e avrà sempre più grande destino,>, La sc<onda contiene l'afferma.zione di Mussolini nel discorso del 9 maggio 1936 : «L'Italia ha finalmente il 1110 impero, Imp ero fasrisr:1 perché Jiortit i ug11i indim1111ibili Jr/la ·volontà r d e lla pottnza Jr! 1i11orio rom,mo ». Il senatore Luigi Fedenoni, Presidente dell' Assemblea, rievoca ttl esah a la conquista delrimpero e l'opua di Mussolini; indi lo preg.a di accogliere l'omaggio di una spada d'onore. 11 capo del Governo risponde con le parole qui ripor tate. (Dagli il.lii pa,/amrotar(dr/Ja Camera dei s enat ori. Dimmioni. Ugùlatura XXIX. 1" Sruionr . V olume 111: dal 14 dic_rmbre 1936 . ç,/ 2) mflggio 1937 - Roma, Tipografia del Senato, 1937, pagg. 23n. 2J15). un ambiente accogliente, piacevole, che renderà loro gradito il sogg io rno in Italia, Invitando i prmnti ad inltnsificare la loro allività, in modÒ che venga in ltalia il maggior numero di forestieri, i quali p otranno essere, con tro le bugie e il mendacio, i testimoni della reale situ azione italiana, ha rinMvalo ai con11en111i pa,n;/e di elogio. (Lt parole dd D11ce sono siate actollt ton altissime acdamazioni, che si ;ono rinnovate finché tgli ha /ascialo la sala).
* A Roma, nella sala delle Battaglie di palazzo Venetla, il pomeriggio del 14 dicembre 1936, Mussolini riceve « i presidenti degli Enti provinciali per il turismo, i presidenti provincbli dei Sindacati .alberghieri, e i rappresentanti degl i Uffici viaggi e d ei lavoratori dell'ospitalità. Quando il Duce, accompagnato .dal ministro per la Stampa e la Propaganda, è entrato nel salone delle Battaglie, dove erano schierati i presidenti con a capo l'on. Bonomi, direttore generale per il turismo, si è levata una fervida ovazione, che è durata alcuni minuti. L'on. A16eri, nel presentare i convenuti al Duce, ha riassunto i la\'Ori ivolti durante l'odierno rapporto ed ha affermato che i dirigenti del turismo italiano sono fieri del com· pilo loro affidato dal regime e deU'importan:za che tale attività ha assunto nd complesso della vita politica, economica, sociale delfa nazione ». Indi il ~po del Governo pronuncia le parole qui riportate in riassunto. (D:i li Popolo d' Ira/ia, N. }46, 15 dicembre 19'36, XXIII).
Occupazione Integrale
Il Duce ha annunciato dinanzi al Senato l'occupazio ne ormai integrale dei territori dell' impero. Dalla Dancalia alla doga na fluviale di Gambeta pres so il Sudan, tutti i terdtorl sono definitivamente sottoposti alfa sovranità italiana, con il consenso delle popolazio ni. L'occupazione . dell'Algeria, del Transvaal, dell'Egitto, del Marocco aveva dchiesto lunghi anni ed ancor oggi tra le giogaie dell'Atlante si aggirano gruppi di cosiddetti «dissidenti>), i quali dissentono non a parole, ma a colpi di mitraglia. La gigantesca sped.iz.ione italiana in Etiopia, che è fra tutte le imprese d 'oltremare un capolavoro di ardimento, di tecnica militare e di arte politica, si è conclusa in pochi mesi di operazioni. All'inizio del maggio, dopo ·cinque vitt orie di grande stile e superbe marcie forzate tra le ambe dell'acrocoro, la guerra aveva termine con u n trionfo spettacoloso, che ha csterre· fatto un mondo di nemici. Superata la stagione delle piogge tropicali, eccoci, p ri ma ancora del santo Natale, al le d ogane fluviali del Sudan, nelle zone occìdentali ricche di platino e di oro. ·
L'irreale Normann Angell, quello s tesso che prima del 19 14 si affannava a dimostrare l'impossibilità di una guerra, in compagnia del· l'acido Steed e di altre vecchie inconsolabili zitelle politiche che spasimavan o per lo schiavismo negussita, si prendono gioco. del pub· blico invocando assistenza per le ·popolazioni rese infelici dagli italiani.
Le popolazioni etiopiche, taglieggiate e vessate dalle ultime orde dei bciganti societario-tafaciani, invocavano la presenza delle nostce truppe cd hanno accolto gli italiani come «liberatori)>,
Migliaia di galla e di acussi hanno costituito bande acmate per d ifende re le loco terce, le abitazioni, le donne, i bambini, il raccolto, il bestiame, dagli ultimi randagi predoni negussiti.
La realtà solare è che l'Etiopia si affaccia per: 1a prima volta nella storia alla luce della civiltà, malgrado la tenace opposizione societaria, Milioni di esseri, assoggettati alla bacbarica legge del ghtbbi:tr , per la prima vq_lta dqpo Ja lunga oppressione IlCgussita conoscono, sotto la tutela dell'Italia, condizioni umane di vita.
Roma inizia in Etiopia una gigantesca bonifica, la . più ·grande bonifica agricola, sociale e umana di questo periodo storico.
Un tempo si poté credere che la pcesenza italiana in Etiopia potesse costituice un pericolo pcc l'equilibcio africano. Ora la realtà gcadatamente sì impone. Come la stessa relazione bcitannièa Maffey affecmava, la pcesenza italiana in Etiopia non nuoce ad altri interessi e può contribuite per contco allo sviluppo delle limitrofe co lonie.
Da Il Popolo d'l1alia, N. 348, 17 dicembre 1936, XXIII (tv).
Al COLONI DELL'AGRO PONTINO*.
Camerati fav~ ratori I Camicie nere !
Sono passati appena do~ici mesi d al famoso discorso di Pontinia. . Giandc giornata il 18 diCCmbre dell'anno XIV I Le donne di tutta Italia, magnifiche di patriottismo, offrivano i loro anelli nuziali alla patria, monito allo straniero che, quando ì1 popolo italiano vuole ed è deciso, nessuna forza al mondo può contrastacgli il passo
A Pontinia io pronunciai queste testuali parole : « Siamo impegnati in una prova dura, ma ne usciremo certissimamente vittoriosi».
Voi mi domanderete: chi ti dava questa sicurezza? Ed io vi rispondo: questa s /curezza mi era data d al popolo italiano.
Cosl in sette mesi abbiamo conqu.istato l'impero, in tre mes i appena lo abbiamo pacificato. Centoquindicimila operai son o al lavoro pec costruire Jc grandi strade dell'impero, che ne pecmetteranno l'immediata valorizzazione.
Tutto ciò è stato fatto contro tutto e contro tutti. Abbiamo lavorato anche nella madrepatria. Gli edifici, che furono inaugurati stamane a Littoria, dOcumentano che, malgrado le sanzioni, in Italia abbiamo continuato a lavorare, a spingerci con tutta la nostca volontà. verso il futuro.
Siamo andati verso il popolo. Sul terreno delle conquiste sociali, delle grandi realizzazi'oni, che devono elevare moralmente e materiai- mente il popolo, noi non a bbiamo nulla da imparare da nessuno. Possiamo fosegnare qualche cosa a tutti. li destino dei popoli che' si sono inurbati ed hanno abbandonata la terra, è storicamente segnato : è la decadenza che lì attende I
• La mattina del 18 dicembre 1936, Mussolini si perla in auto a Littoria, dove inaugura alcune opere pubbliche, e, in piana XXIII marzo, premia i coloni benemeriti. Indi, dall'arengo del palano del Governo, pronuncia il d iscorso qui riportato, (Da li P(Jpolo d' lJali~, N. 350, 19 dicembre 1936, XXIII).
I premi che fu.cono distribuiti ai coloni di questa ten a oramai redenta, costituiscono un premio alla loro fatica, ma costi tuiscono anche u n impegno per tutti i lavoratori della terra, d i rimanere fedeli alla te n a, poiché colui che l'abbandona senza un supremo motivo, io lo considero un disertore dinanzi a sé e d inanzi al popolo italiano.
F u q uestione, nel discorso di Avellino, di sapere se tutti i conti erano stati regolati. Tutti i conti africani sono stati regolati, fino a l centesimo. Altri conti esisto no, altre q uestioni, ma io credo for malmente che essi saranno regolati pe c le vie normali, come no i desider iamo e v ogliamo. P o iché, mentre noi fascisti respingiamo la favola incosciente di una pace perpetua, che non csistè mai ne l mondo e mai potrà esistere, desideriamo il più lungo periodo possibile di pace.
Donne d i Minturno I
Alzate p~rc l'ulivo: voi sapete con che cosa noi l'accompagnamo I (l i dùrorso dtl Duce ha sollevalo rontinH t ondate di enlt11ias1110. Ogni la11lo 11rli11ltrr11z.iom e.rpritmva, in ima V<Jrt, il scnli1JJenl<J di u nlo111i/a ptrsMt, Alla pril!Ja p ar<Jla, un grid<J si ì levalo per dirgli : « D:1ct, il t11ond<J t con le» Quando egli ha affermal<J rhe nw11na f orza al 111ond<J puJ ronlraslart il pass<J al popolo ilaliamJ, un'altra voct·gli ha gri dato :<< E slal<J t11trilo /110 >1. E alla do1JJanda : « Chi dava la timrez.za della villoria?», un gran toro si è !tea/o a rispondergli : << Voi I~>. Una ovazione inlerfllinabi!e saluta le ulti11Jt parole del D11te, il qu11le ì coslrello 11d af!auiarsi dpetHltu11enle, p er rispondere agli appassionati rùhian,i della gente p onti11a La p iazza uheggia 011,ora di squilli, di ranli, di inuocazioni, flan11neggia di vwilli e di arn1i).
IL PROGRAMMA DELLA MODA ITALIANA*
Il -Dure, rhprmdmdo alle parole che gli trano state rivolt,, ha 1JJeSso i11 rilievo i riflessi. di <Jrdine economùo, spiril11alt t sociale rhe l 'affer,11az,.ione della ;11oda nazionale rhm le, td ha 911indi dirhiarato rhe questa opera impegna la fede e Ja intelligcrua dei produttori e d~llc donne italiane.
Dopo avere ajfer,nalo chff il succcssçi della moda italiana è legato
• Jl 18 dicembre 1936, verso le 12, Mussolini laS<:ia Littoria in auto per rit'tltrnrc a Roma . Nel p omC'rigg:io, nel la s:1.Ja delle Battaglie di palazzo Venezia, ri<eve, f: accompagnate dal presidente dclrEnte dell a moda, on. Via.nino, dal {c. derale G azzotti, dal podestà, ingegner Sarli rana, e dal direttore geoneralc, dottor al successo del tessile nazionale, ha ,on.!11!0 rivolgendo parolt di !Ù11patia alle patro,uue, alle q11ali è affidata una notevo le parte nell' attuazione del programma tracciato. (Le parole del Duce, ,be mmo !la/e ·in vari punii !Ollolinea/e da vivi applau!i, !Ofio !la/e alla fine l11ngan1ente qu /an1ale) ,
ELOGIO ALLE NOVANTACINQUE MADRI P!ù PROLIFICHE D' ITALIA**
Il Dufe riuolge alle !Jladri fttondt akNnt parole di viva Ji!Jlpatia. Egli Ji dice lieto di auerlt riceuule a Ro1JJa e a palazzo V enezia. Dopo aver esaltalo il loro esempio di fede, di ,orat,gio e di fiduda nella vita ,be tJJt dat1no a /NIii gli italiani, ricorda come il rtgfo1e jaJ&Ù fa sia andato e 1.:ada sempre ùt,onlro alle ja1t1iglie nu,mrose con parie e importanti provviden ze.
Rossini, le presidenti dei Comitati provinciali d elle dame patronesse dell' istituzione, la cui patrona onoraria è Sua Maestà la regina imperatrice. Quando il ,D uce, che era accomp agnato dal ministro per la Stampa e la Propaganda, è entrato ndla 5ala delle Battaglie, dove erano adunate le dame patronesse, è stato accolto d a vivissime acclamazioni. Il presidente dell' Ente moda, on. Vianino, ha documentato in rapida sintesi le mete raggiunte dall 'industria dell'artigianato e dal commercio (klJ'abbigliamento sotto la guida del!' Ente, risultati che, a lla stregua dei dati d i fatto, dimostrano come nel periodo sanzionhtico ed immcJi"atamente seguente, la p roduzione ed il consumo abbiano potuto sottrarsi da influenze stran iere Il presidente dcli' .Eo1e ha quindi chiesto ed ottenuto d al Duce d i poter inaugurare, nella primavera del 1938, il grande pa lano, che sta apprestando, per le manifestaz ioni di moda, il comune di Torino, con un conveg.no-t'Sposizione internazionale de ll'abbigliamento, in cui il pubblico i ta liano e straniero potrà const.atare i risultati conseguiti, in ogni ordine produttivo di questo campo, d:dl'indu5lria italiana. la .contessa Jgnaz.ia Cavalli d'Olivola, presidente dei Comitati, ha quindi illustrato :al Duce l'opera dei Comitati de lle signore italiane, che hanno propagandato in ogni provincia le attività e le concrete reafizzaziooi della moda itali ana, conducendo, nel delicato e difficile ambienle, una battag lia che ha dato l usinghieri risultati con l'adozione dei modelli recanti il " march io" del!' Ente moda ». JnJi il capo del Governo pronuncia le parole q ui r iportate in riassunto. (Da ll Popolo d' lJali.1, N. no, 19 dicembre 1936, XIII).
"' <1 Il Duce, d opo aver gradito l'omaggio d elle pubblicazioni edite a cura dell' Ente moda, si è intrattenuto con le pa.ttonesse, ed ha lasciato quindi la sala salutato da nuove acclamazioni ». (Da Il Popofo d'lralia, N. 3,0, 19 dicembre 1936, XXIII).
•• A Roma, nella sala Reg ia di p.1[azzo Venezia, il 19 dicembre 1936, alle 12, Mussolini 1iceve le novantacinque madri più prolifiche d'Italia, c'ui rivolge le parole qui riportate in riassunto (Da Il Popolo d'Italia, N }'1, 20 dicembre 1936, xxnn.
Cond11de dùendr; che il premio_ che avrebbe consegnalo personfllnunle a damma di loro doveva ,onsideroni come un segno tangibile del fallivo inie• reua111enlo del regime. (LJ parole affabili del Duce provocano 1111 nuovo appla11so, una nuwa, calorosa. dimtulrozione al suo indirizzo). *
PER IL SETTANTESIMO ANNO DI VITA DELLA «RIVISTA MARITTIMA »
La Rùùla Marillima compie nel 1937, XV, il suo settantesimo anno di vita. Ciò significa che il suo atto di nascita risale al decennio 1860-1870, quando fu compiuta l'unità de lla patria, che dovrà essere perfezionata colla guerra mondiale e la nostra vittoria. La tradizione della marineria italiana è grande, le sue imprese memorabili, tracce della sua attività esistono n ella storia di molti altri popoli, ma la « coscienza marinara » della na:zione non fu mai né estesa, né profonda e lo dimostra lo sviluppo non eccessivamente flOrido della Lega ma.vale. Oggi, dopo quindici anni di regime fascista e soprattutto dopo la vittoria africana e la crisi del Mediterraneo. gli italiani «scoprono» e si rendono conto che l'Italia è un'isola circondata dal mare e che il mare, quel determinato mare, p uò essere una via libera di vita o una catina di schiavitù. Sorge cosi quel complesso di pensieri e di sentimenti che si potrebbero sintetizzare nella parola navalismo di pace e di gueu:a.
La Rivi.ria Mari/lima ha dunque nella. nuova situazione, nei nuovi co mpiti, nel nuovo clima della marineria, la sua strada tracciata. E la percorrerà almeno per un altro settantennio.
zr dicembre XV [1.9J 6j.
MUSSOLIN~
. Dalla Rivirla Marinima di Roma, N, I , gennaio 1937, LXX.
• « JI Duce inizia. quindi la distribuziooe dC"i premi, consistenti, ciascuno, in lire cinquemila in denaro, più una polizza d i assicurazione gratuita di lire m ille. Egli ,tesso fa il giro della sala, porgelldo personalmente alle singo.le mad ri il premio loro assegnato e rivolgendo a ciascuna di esse espressioni corJiali, che manifestano ancora una volta ir suo interesn.mento per la sorte di queste famiglie ··esemplari'". Poi ritorna nel me-zzo della sala e, prima di lasciare le madri convenute al ricevimento, rivolge loro altre parole di saluto e di :tugurio. La dimostrazione prorompe, in quc$lo momento, irrefrenabile. "Duce! Duce!···, gridano le donne con voce di passione e, al loro grido, s"uniS<"e quello di tutti gli altri che aifollano la sala. Il Duce sosta ancora qualche istante fra le madri, risponde alla loro dimostrazione di gratitudioe e di affetto con profondo compiacimento, poi lascia la sala Regia, mentre ancora alto, vibrante, entusiastico si eleva il grido che lo invoca e lo acclama». (Da IJ Popolo d'Jld!ia, N. 351, 20 dicembre 1936, XXIII).
· ALLA MOSTRA DEL TESSI LE N AZ IONALE•
Il D,m li ha t!ogiati ed ha dichiarato che consìderava la ballaglia del teuulo naziona!t avviata a completa e vicina villoria. ** ·
Zamora
La lettera che Alcalà Zamora ha pubblicato sui giornali fra ncesi denunciando il tranello nel quale sono caduti suoi d ue 6gUoli vittime dei b olscevichi di Spagna, è un documento altamen te drammatico, che anche il più incallito p rofessionale non può non leggere senza emozione. Può darsi che, n ella vertiginosa vicenda quotidiana, il no me di Alcalà Zamora sia un po' in «dissolvenza» nella memoria de~ pubblico e vale quindi la pena di riesumarne la v ita. Si tratta di Zamora~ primo Pre sidente della Repubblica spagnola, uscita per un capriccio ìnatteso delle urne nelle elezioni amministrative del 1931 , Si tratta di Zamora, ultrademocratico e quindi ultra-antifascista. Si t ratta dell'uomo che, risbandìcrando come una novità dell' ultima ora g li immortali principi decrepiti d i c entocinquanta anni fa, spalancò le porte della Repubblica a tutti i desesperadot del sovversivismo stile ' 900, cioè stile moscovita. I disastri, le sofferenze, le catastro6 di q uesti u « Nel lasciare i diver~i. padiglioni, il Duce è stato vivamente acclamato ed all'uscita ddla Mostra il popolo accorso ha tributato al capo un entusiajt.ica dimostru ione i, Verso le 17, Mussolini. lascia Forli in auto diretto alla Rocca delle Caminate (Da TI Popolo d'ltalitt, Nn. 3'4, 3~~. 23, 24 dicembre 1936, XXIII). cinq ue anni di Rcpubblic3. sono incalcolabili e il tutto doveva naturalmente sb occare nella guerra civile, che dura da se i mesi, accumulando morti e i:ovine all'infinito , e potrebbe, come un'altra g uerra civile spagnola del secolo scorso, durare tra.nquillamente sei anni. Alquanto tempo prima della guerra civile, Zamora fu « dimissionato » e si r ifugiò in Francia. Gli estremisti lo accusarono di diserzione. Al suo posto fu eletto il signor Azafia, il quale si è rifugiato a Barcellona per H m~mento e preferirebbe, in cuo r suo, di essere già a Padgi.
• Il pomeiig:gio del 19 dicembie 1936, Mus~l in i ave-va compiuto un volo di allenamento (298). Il 22 dicemb,e, alle 13.15, « pilotando il pioprio appa· recchio S. 81 » , parte dall'aeroporto d el Littorio di Roma alla volta c[j Forll. Alle 14.30, atteJCa d campo d'aviazione Luigi Rido/fi Ji Porli, donde si reca in auto « a visitare la Mostra del tessile nazionale. Erano a riceverlo il prefetto, il federale, il podestl ed. i componenti dell'ufficio di coordinamen to della Mos tra. La visita, molto minuziosa, è durata quasi due ore. Il Duce si è interessato a lutti gli sviluppi delle invenzioni, produzione e fabbricazione, che ci daranno fra poco l'autonomia nazionale in questo campo Egl i ha ch iesto informazioni suffin te ressamcnto del pubblico e si è compiaciuto di sapere che decine di migliaia di visitatori erano passati per i padiglioni, piccoli e grandi, a\]estit i da quasi tutte le Ca.se industrali tessili». Indi, « congeJandosi dagli orgitniz.zatori e dag li espositori » , rivolge loro le parole qui riportate i n riassunto (Da Il Popolo d'Itali,r, N. 3,4, 23 dicembre 19%, XXIJI).
Chi raccoglierà il grido di Zamora? Chi salverà i suoi figl i ? Nessu no, oltre i Pirenei.
Questa è la dolce, la soave, la innocente, la umanitaria Repubblica voluta da Zamora, una dea che esige, con freddo raziocinio, sacrifici umani. Dall ' 89 in poi ha avuto infatti un compagno inseparabile : il cieco terroi:e.
Da Il Popolo d'llalia, N. 360, 30 dittmbre 1936, XXII[ (z, 61·62)
Il Troppo Storpia
La gente distratta, o che finge di esserlo, si d omanda come fa a nascere l'antise:trtitismo, come e perché si diventa antisemiti, pur non aven do avuto dalla natura speciali .indicazioni in materia. La risposta è semplicissima: ' l'antisemitismo è inevitabile laddove il semitismo esagera con la sua esibizione, 1a sua invadenza e quindi la sua prepotenza. Il troppo ebreo fa nascere l'antiebreo. Coloro che hanno notato u na certa ripresa di antisemitismo in Francia vogliono la spiegazione del fenomeno ? Leggano sull'ultimo numero del Cringoirt "l' articolo d i Béraud, il quale dimostra, con nome e cognome, che in t utti i ministeri della Re pubblica, capo del Governo l'ebreo Blum, si è formata una cellula ebraica, la quale governa tranquillamente la Francia. Ecco l'elenco : (+)
. Questa lista di nomi è eloquente. Sapete ora che cosa rapp resentano gli ebrei nella massa della popolazion e frances e? Il due pe r cento. Nessuno vorrà negare che, tra-la massa degli ebrei e i post i da essi o ccupati, la ·sproporzione è più che stridente. Ora, capovolge te le percentuali. Suppo nete una Francia nella .quale il due per ce nto fosse di cristiani e il 98 per cento di ebrei. È chiaro che, dato l'esclusivlsmo feroce della tribù, i cristiani sarebbero t otalmente banditi dalla vit a pubblica e ad ess i sarebbero, tutt'al più, riser vati i lavori degli schiavi, onde p ermettere agli ebrei di celebrare, nel riposo, il sabato.
L' annunc iatore e il giust ificatore dell'ant isemi tismo è sempre e dovunque uno solo : l'ebreo. Quando esagera e lo fa sovente.
Da li Popolo d'Italia, N. 364, 31 dice!mbre 19)6, XXIII (r, 63).
Liberta A Seconda Dei Casi
I convertiti in Francia sono in aumento. Si uatta de i « convertiti )1 reduci dal paradiso sovietico. Fra i più recenti e i più noti c 'è il G ide, il quale, recatosi in Russia pieno di ent usiasmo, ne è t ornato p ieno di disgusto , che ha esalato in un libretto di un centinaio di pagine. ln questo lib retto il Gide abbatte gli idoli moscoviti, spregia il modo di vivere bolscevico, denuncia la mancanza assoluta di ogni libertà, giudica severamente il popolo russo, talmente imbestiato che non capisce più nulla, avyolto sistematicamente com'è nella p iù crassa ig noranza.
·Dopo il Gide, il raffinatissimo amorale G ide, ecco fars i avàmi nella falan ge d ei convertiti un proletario , un autentico p roletario, un proletario dei più p rolet ari, il minato re Légay, t anto evoluto e cosciente - co me si diceva una volta - da coprire la carica di segr etario dei minatori del nord di Francia. Il Ugay, tornato dalla Russia , ha denunciato in un articolo le cocenti, innumerevoli m iserie materiali e morali del « paradiso bolscevico>> e si proponeva di tenete una conferenza per m eglio illuminare i suoi colleghi, ma la confen:nza gli è st ata proibita. ·
Col qual ges to, almeno tre delle libertà. repubblicane sono andate a farsi fri ggere : la libertà di parola, la libertà di propaganda, la libertà di riunione. Dov e si vede che anche in terra dì Francia, u na delle tre superstiti « g randi democrazie >), il concetto di libertà è assolut amente e lastico, servizievole , so ttoposto ai capricci degli uomìni e delle stagioni. La Francia di Blum ha della libertà la no zio ne che ne ha il bolscevismo: libertà di paro la e di riunione quando si tratta di apologizzare il bolscevismo; nel caso contrario: bavaglio e silenzio. Tanto per cominciare.
Da Il Popolo d'[lalia, N. I, l gennaio 1937, XXIV (z, 64).
«KO-KUNAN» t.: Tra !'uno e l'altra è scavata una fossa: la diffidenza reciproca è divenuta, se non imparabile, almeno gravissima. La lotta politica ha perduto ogni dignitl e non si fa piil. alla luce de l sole.
Il Giappone è stato uno degli ultimi paesi ad adottare il sistema parlamentare. Ciò accadde verso il l 870 Ma anche nel paese del Sol Levante, il Sistema, dopo sessant'anni, è t a lmente d egenerato da essere fradicio. Ecco in un rap ido, succoso ma esaurientissimo scorcio la vita, la morte e i miracoli dei deputati giapponesi.
« I candidati - escludendo naturalmente g li uomini illustri - consacn.no generalmente forti somme, .1 volte p iù di ctntocinquant a.mila lire, alle loro battaglie elettorali. Eletti, non ricevono che novecento lire al me-se. Ne derivano innumerevoli abusi politici, perché bisogna. bene che dopo l'elezione i s ignori deputati ricuperino i loro qualtrini : approlittano perciò della loro fotlu enza politica, tanto maggiore se il loro parti to è al potere.
« Le discussioni al Parlaine nto non hanno in genere fondamento reale e non toccano i nodi dei problemi vitali. I d eputati sono tanto occupati a fronteggi:ue i debiti contratti ndJ'dezione p recedente e a procurarsi nuovi fond i ~r la pro1sima campagna, che non h211no il temPo di S!"guir da vicino r ~olurionc politica e di studiar con attrnzio ne i problemi complicati. Inolue i membri .:le! Parlamento stanno s~o in azio ; invece di consjcrarsi all'interesse superiore dello Stato, si limitano a .rappresentare l'interesse particolare del lo ro partito, se non addirittura il loro interesse personale. Ne deriva un:i. s ituazione spia<"evole trn Parlamento e opinione pubblica.
« L'indignazione pubhlka è legittima davanti a lla degradazione delle coscienze e a lla lunga serie di truffe spesso impunite»
Il pìttore di questo quadro edificante non è un fascista e nemmeno un estremista: è Sugimura, l'ambasciatore che rappresenta molto deg namente il Giappone a Roma, dopo averlo rappresentato alla Socjetà delle nazioni. Il brano di cui sopra si trova in una pubblicazione de:Irlstituto del Medio cd Estremo Oriente, che ha sede a Roma ed ha dato alle stampe due veramente interessanti discorsi che il Sugimura ha recentemente pronunciato sull'<< evoluzione del G iappone~>. Davanti alla bancarotta del par lamentarismo, le gioYani forze nazionali del Giappone hanno lanciatò il loro grido di raccolta e d 'allarme:
« Kq..K11-Na11 I », che vuol dire: « La' patria è in pericolo I».
D òvu nque impera e sgovcrna il parlamentarismo, la patria è veram ente in peritolo I
Da Il Popolo d'Italia, N. 2, 2 gennaio 19}7, XXIV (z:z, 64, 46).
« DE AMICITIA »
Giunge da Parjgi la notizia che il gruppo parlamentate degli Amici <lell'ItaUa sta per raggiunge.re il nu mero .di duecento deputati: il terzo dell'intera assemblea. Che tale gruppo ha in.ii.iato le pubblicazioni di una grande rivista, destinata a propagandare le direttive del gruppo stesso,· del quale fanno patte eminent i personalità politiche.
· Notizie simpatiche, ma alle quali sarebbe illusorio conferire u n particolare valore. Si tratta di gesti e non ancora di fatti. Si tratta ino ltre di sapere quale effettiva influenza sia esercitata da g r upp i del genere, suUa. ufficiale politica estera del p aese. D urante le sanzioni tale influenza fu nulla, E si vorrebbe ancora sapere verso quale I talia si d volge il sentimento amichevole dei deputati francesi facenti parte del. g ruppò Italia-Francia. 'fale domanda è tutt'altro che indiscreta. L'Italia ha infatti molti, troppi amici generici. Ci sono g li a mici d'Italia sotto l'angolo della sua stor~a, del suo gerùo, della sua natutale bellezza. Ci sono amici dell'Italia che si ricordano de ll' Italia interve nt ista del 191 4-19i, , ma non vanno o ltre il 19 18. Ci sono amici della vecchia I talia p itto resca, chiassosa, divertente, ma in fatto di politica, un poco ai margini della storia europea, parente tollerata p iù per il suo passato che per i suoi intrinseci meriti cont emporanei. Ora, per intenderci, co loro che nell'anno XV dell'era fascista e II dell'i mpero si proclamano amici dell'[talia, devono essere amici di questa nostra Italia ·fasdsta, di lavorato ri tenac i, di soldati vitto riosi, di popolo capace di affro ntare qualsiasi durissima prova. L'Italia che ha superato l'assedio sociel:l.rio e sch iacciato il leone di Giuda; l'Ita lia che ha nel Littorio ritrovata la sua forza, la sua unità; l'Italia g iovane delle camkie nere, educate all'antipitto~esco e alla fredda, sìlenziosa intrepidità.
Di quest'Italia bisogna essere amici o di nessun'altra, poiché altra Italia no n esiste. Questo breve discorso sarà certamente ogget to di riflessione da parte del g ruppo Italia-Francia, se )a c osa è seria.
.Da [I Popol o d'Italia, N . 9, 9 genn:iio 1937, XXIV ( z , 67).
3sr RIUN IONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI •
li Con11"'.glio dei 111iniJlri ha approvalo, ili propoila del fapo del Governo, prin10 ministro, 1egnt ari o di Stato:
Uno rdJenta di decreto legge che fonjeriice al segretario del P.N F. il li/o/o e le jN11zioni di ministro, segretario di Staio, ferme restando le allribuzioni previste dallo .statuto del Partito e degli altri ordinamenti in r,igore.
Uno .1c/Jen1tt di decnlo ltgg,e concernente agevolazioni in n1altria di tasse
• 11 2 gennaio 1937, era stato firmato a Roma, fra l'Italia e J"Inghilterra, l'accordo per la definizione dei reciproci interusi nel Mediterraneo (298). Il 3 ( ?) gennaio, proveniente dalla Rocc;a delle Caminate, Mussol ini era rientralo a Roma Il 9 gennaio (ore 10-12.30), presiede la riun.ionie del C.OOsiglio dei ministri dcll11. qua.le l qui riportato .il •esoconto. (Da Il Popr.,lo d'lr11Ua, Nn. 5 10, '5, IO gennaio 1937, XXIV), radiofoniche a favore di organizzazioni del regime ed altri provvedù,unh' p er lo wi!Nppo delle radioaudizioni drrolari. (+)
Uno uhema di regio dureìo che approva il nuovo .riatu/o delJ'Istituto nazionale farcisla per gli orfani e le orfane degli impiegati rivi/i deilo S tato.
Uno .rchema di di.regno di leg,g,e conl enmle delega 'al Governo dd re della facolià di emanare norme mila condo/la della guerra e sullo staio di m11tralità (+)
Su proposta del capo dtl Governo, n1ù1i.rtro della Guerra:
Uno schemtt di disegno di legge che, nell'intento di rendere pitna11,enfe redditizio i! funzionat11enlo dei cor1i preliminari per allievi ujjìciali di ,omplemento univeTiilari, .slabilùce l'obbligo della frrt)lttnza ai corsi .rimi; e, nella con1iderazione the del/i torsi pouono tonsiderarsi pre111ilitari, e1Jtr1de ai gi1Jvnni inadempienli le Janzioni prevùte in rrlaz.ione a quali ultimi tlJrsi.
Uno schema di detrelc legge che hlodifita l'artkclc J della legge 11 marzo
1926-1910, nun,ero 4 16, 1111/e prrmd11re mediro-legali. Il provvulinunlc mira a rendere pùì solletilo ed agevole il lavoro delle tOlllllliuioni di sero11da Ù/anz.a preuo gli ispellorali di sanilà mi/ilare,
Uno schema di regio detre/o the, in relazione agli aggiorna111enli apportali dr.a il red111a,11mlo degli 11.IJidali dei tarabinùri reali al Iulo unico delle dùposizùmi ml redulamenlo degli tif}ùiali del regio Eserrilo, provvede ad aggiornare il regio dure/o !I /11glio I 9J6, XIV, numero r uo, relalivo all' ordinammlo delle Stuole mi/ilari, ùlil11t11do l'apposi/o torso biennale per il ru/ulan1enlo degli 11/jidali dei carabinieri reali e chiarendo ton l'«casione alame norme del regio dure/o 9 luglio predeI/o. (+)
Il Canale Di Suez
Questo canale gode di una popolarità quasi universale fra gli italiani. Dalla sua apertura ad ogg i (il primo vapore che lo percorse apparte neva alla marineria t riestina e s i chiamava italianamerite Primo), milioni di ..italiani vi sono passati e in questi ultimi tempi centinaia di migliaia dì combattent i, li suo itinerario, le sue acque, le sue rive, le sue g enti sono ·note. No n molto noto è che la più grande impresa del secolo X l X fu studiata da italiani, progettata da italiani, eseguita co l concmso di tecnici e di lavoratori italia ni. Pochissimo noto l'atteggiamento tenuto in quell'epoca dalle sfere dfrigenti la politica ing lese Atteggiame nto d i netta, acre, malevola opposizione al progetto, con contorno di caiunniose Ill2.novre. Lord Palmcrston, in piena Cameca dei comuni, nella seduta del 7. luglio 18 17, confessava di avere, negli ultimi quindici anni, usato d i tutta la sua influenza a Costantinop oli e in Egitto per impedi~e il taglio dell'istmo.
« L'impresa - dichiarava il Palmerston - (' fi sicamente impraticabile li progetto è contrario agli interessi del nostro paese~.
Pochi gìomi <lo po, sempre a lla Camera dei comuni, l' ingegne r Stcphenson dichiarava solennemente, come ingegnere, che « il p rogetto n o n era desiderabile, né eseguibile >l. La grande maggior anza delle due Camere condivideva questa opinione e solo una minoranza, con a capo t uttavia un uomo come G ladstone, era favo revole a l Lesseps, cioè al canale. Iniziati i lavori, l'opposizione inglese non disarmò e trovò p retesti su pretesti per te ntare di sabotare l'esecuzio ne. Le polemiche a nglo-franco-italiane di quei giorni r ico rdano, anche i n t alu ni dettagli, le recenti polem iche mediterranee Lt },,fanitn1r lnd,utritl di P arigi del 1° novembre del 1861 scriveva, ad esempio :
« Si sa r.ggi, in Eu ropa, che l'unico mezzo p er far cedere il Governo inglese, I: q uello d i resistergli ».
Come si spiega l'atteggiamento t enuto in tale occasione e in altre successive ? In una mànieu abbastanza semplice. Il camerata A ntonio Mo nti, dal cui esauriente libro abbiamo tolto queste i nteressanti notizie, non si è p osto il quesito Ecco: il popolo in glese, p reso nella sua totalità, è tardo di comprendonio Quello che un italiano capisce in dieci minuti, un inglese lo capisce i n una settimana. :e. soltanto d o po una serie di laboriose r uminazioni che l'inglese afferra g li element i di un problema, purché non sia di quelli a lunga scadenza, che ripug na no profondamente alla mentalità empirica e isolana dei britanni. Del rest o gli inglesi non si vergognano di t iconoscere che, in fatto di v ivacità e prontezza mentale, essi st anno nell'ultima fil a di poltrone e fanno anzi dello spirito sulla lor o nalional stupidity.
Da I/ Popolo d' Italia, N. 14, 14 gennaio 193 7, XXIV (zz, 68, 46)
Vecchiaia
L'elaborazione dei dati dei censimenti francesi è lent issima. Mentre si co nosco no i dati compless ivi della popolazio ne c ensita nel marzo del 1936 (quarantuno milioni e novecentunmila, ivi èompresi gli stranieri e i naturalizzati), bisogna ritornare al censimento del 193 1 per avere dei dat i di dettaglio sulla c omposizione della ·popolazio ne francese, dal punto di vìsta, ad esempio , dell' età. Ora, i dati del ce nsimento del 193 1 dimostrano che la Francia è invecchiata, perché il numero dei vecchi è ecc.ezionalmente alto. La popolazione francese nel censimento del 19;1 fu calcolata iri quarantuno mil ioni e duecentoventottomila abitanti. Detratti due milioni e settecentoquattordicimila stranieri, restavano trentotto milioni e mezzo di più o meno autentici francesi. Prima co nstatazionc: . prevalenza numerica dell'elemento femminile: ben venti milioni e duecentocinquantottomila donne, contea diciotto mmoni e duecentocinquantacinque mila uomini. E oramai accertato che laddove la natalità decade, le nascite femmini li superano le maschili e quindi i popoli perdono a poco a poco la capacità militare e guerriera. Più interessante e grave è la divisione per età dei gruppi di popolazione, Ne risulta che il gruppo più numeroso della popolazione francese (maschi e femmine) è rappresentato da quattro milioni e cinquecentocinquantanove jnd.ividu.i, che hanno una erà fra i cinquanta e i cinquantanove anni. Seguono quelli che stanno fra i sessanta e i sessantanove e sono ben tre milioni e trccentosettantaquattromila. Non meno imponente è il numero dei vegliardi che hanno oltre i settanta anni e sono due milioni e duecentomila. Fate il totale e avrc'te che i francesi dai cinquanta anni in su erano nel 1931 esattamente dieci milioni, e rappresentavano oltre un quarto della popolazione francese. Anche i cinque milioni di francesi che nel 1931 stavano fra i quaranta e cinquanta anni di età, costituiva.no una massa non più giovane e alle soglie della vecchiaia.
:È facile prevedere che quando avremo la possibìLità di conoscere i dati dell'ultimo censimento del 1936, potremo constatare che l'invecchiamento della popolazione francese avrà compiuto un'altea tappa, fo rse con ritmo accelerato.
Nel luglio scorso il Parù Soir lanciava un grido d'allarme.
« Fra dieci anni - diceva i l giorna'ie - ci saranno trccentomib. nati e seicentomila morti, e fra ttent'anni, su ogni dieci fr.'lncui adulti, vi S.\rMno otto vegliardi. Negli ultimi due anni la natalità è diminuita di un tcn:o. La Francia sta per di\·eotarc un o5pi.zio dì vecchi ».
Questa situazione veramente tragica e che tale rimane malgrado le esortazioni della stampa, spiega molte cose e soprattutto la politica russofila che la Francia ha seguito e segue, dagli czar a Stalin.
La Russia conta infatti oggi centosettantadue milioni di abitanti, che, secondo le direttive demografiche di Stalin, dovr:1nno essere, prima del 1970, trecento milioni.
Da TI Popolo J ' Tr.1/ia, N. I~, I~ gennaio 1937, XXJV (zz, 68, 46).
INTERVISTA AL « VOLKISCHER BEOBACHTER » *
A Roland Strunk, rht srrfre di aver n'trovalo il Durt quaii rinJJZ"gorito dalle ostilità affrontate e t1inte, e ringiovanilo d'anni, Mussolini ba dello che lo scorso anno è stato ricco di eventi, è stato fatto un gran passo av:mti, è stato saldato l'asse Roma-Berlino.
Rilevato ro,ne tp1u/o sia 1•;,,;z;o di ,m promso di consolidazfone europta, il Dure ha afferma lo che egli non rrede agli Sia/i unUi d'Europa; e ba aggùmlo :
- Ess i sono un'utopia, un'impossibilità, determinata dalla storia e daJla politica. Nel nostro continente siamo tutti troppo all.2.ian.i. Ogni popolo, ogni StatO ha la sua storia e le sue fot ime originalissime sor ge nti, dalle q uali derivano le qualità della stirpe e della nazione. Altrove, in America, .si, le cose' stanno diversamente. Ecco, Il, tutto è più g iovane, più nuovo, pri\•o di tradizione.
Tl{//aJJia, pur dichiarando che gli Stati imiti d'EIITopa ttJnO una coJa i,npoSJibile, il D uce ha osservato che, all'infuori di ciò e nella stessa direzione, si s ta formando qualche cosa, una sp ecie di idea europea, nata dalla nozione che un solo pericolo minaccia la nostra cultura, la nostra integrità e la nostra civiltà; e questo pericolo è il bolscevismo
Il D uce, dopo aver dello che oggi si sta attraversa ndo un periodo di tot ale rivolgimento delle ideologie politiche e sociali e le democrazie sono in istato fallimentare, ha ouer11a/o cht questa è l 'època della forte individualità e della pers onalità predominante.
Lo Stnmk. ricorda co111e il Duce, pu,hi giomi or 10110, abbia concluso co/l'lnghiltt rra u,, accordo p er il Mediterraneo e come tale avvenitmnto sia 1/afo da taluni preso a pre!tslo p er diffondere ,mnzogne, dHbbi e sfiducia
Interrogato se egli creda çbe la baflaglia dinanz.i a Afadrid poua con· durre a romplicaz.ioni, o addiriffura alla guerra europea, il D11ce ba risposto sereno , .rmolendo lmtamente il capo,
E ha aggiunto che c'era chi voleva turbare l'acçordq del .M editerraneo , ma eh~ egli non lo ba /Q//crato.
• Il 12 gennaio 19}7, Musso lini aveva conseguito il brevetto di pi lota milit:i re ( 299) JI 14 gennaio, dalle 12.30 a lle 1} 30 e ,falle 17 alle 18, a Roma, a pala:zzo Venezia , avcv;1 ;1vuto due colloqui con il geneu le H ermann G oering, capo J el Governo di Pru ss ia e ministro dell'Aviazione dd Reich. Il 1~ (?)gennaio, sempre a Roma, .1 tl'invi:i to spt-ei:ile Jel ViilkiJchtr Deaba(hter di Berlino, Roland Strunk:, concede l'intervista qu ì riportata in riassunto. (Da li Popolo d'Italia, N n. 15, 19, 15, 19 genna.io 1937, XXIV).
- L'accordo rappresenta, nella situazione assai tesa, l'inizio di una pacificazione e procura alcuni anni di tranquilla evoluzione. Si potrà, durante questo pe riodo, continuare ad· agire pe r la p ace.
Per quanto rig11arda le ajfer111az.ioni Jtrondo le quali l'accordo ;1a/o-inglue signifùberrbbe un rilaua111enlo dei rapporti fra RoÌl!a e 'Berlino, il D ure ha sò&iurtto che tali affermazioni no n sono che vaneggiamenti dei nemici della r ecente, ma intangibile collaborazione italo-germanica. N ulla è stato né sarà cambiato a tale collaborazione. Anzi l'accordo coll'Jnghiherra non fa che rafforzare l'asse Berlino-Ro ma e· non è che un logico complemento degli sforzi per pacificare l'Europa
Poi il Duce ba afferJJJa/o:
- Non abbiamo mire tenitoriali, di nessun genere, in rapporto alla sit uazione creata in Spagna dall'intervento della Russ ia sovietica.
Alla domanda se la prcda111aziO,,e di una rep11bblùa Jovùlira in Spaglla o in una parie della Sp11gna potrebbe rivtJlirt il sìgniftralo di rma minarria dello « J/ah, quo>), il D11tt ha risporlo:
- Evidentemente I
Un'altra nazione che ha sublto dal 1901 ad oggi un terribile processo di invecchiamento è la Gran Bretagna. Secondo i dati del censimento del 1901, la Gran Bretagna contava trentasette milioni circa di abitanti. Nel 1931 ne contava quarantaquattro milioni e scttecentonovantacinquemila. Un aumento d iscreto preso in cifre assolute. Ma poiché .nell'intervallo la diminuzione della natalità ha assu nto un ritmo vertiginoso, la composizione della popolazione divi sa per età e paragonata fra i due censimenti di cui si parla dà questi impressionanti risultati: una diminuzio ne del dieci per cento nel gruppo dd giovani da uno a <J.Uindici anni; un aumento del ventidue per cen to nel gruppo .interffiedìo degli adu lti fra i quindici e i cinquanta anni; un aumento dell'ottantasei per cento, dkesi dell'ottantasei per cento, nel gruppo dei vecchi da cinquanta anni in su. Come in Fnncia anche in Gran Bretagna ci so no due milio ni di donne in più degli uomini. Questo spiega i furori 2itellonari d i certe femmine inglesi, che si illudono di poter sostituire l'insostituibile maschio con agita2ioni e mo~ vimenti di altro genere.
Ecco i gruppi di età jn cifre assolute dei due· censimenti :
È il trionfo della vecchiaia con oltre d ieci milioni d i individui di età superiore ai cinquant'anni I
Dal 1931 ad oggi la situazione n on è affatto migl iorata, ma è pegg iorata enormemente secondo l'unanime constatazio ne di tutti gli inglesi che si occupano di questi problemi. Non sono m ancati gli allarmi e lo stesso Times ha fatto una campagna, nelJa quale ha fra l'altro dimostra to che, procedendo di questo passo, Ja Gran Bret agna nel 1970 avrà sl e no t renta milioni di abitanti e t utti vecchissimi I Brillante prospettiva per l'ifUpero btitannico I
Poiché il fattore demografico il fond amentale, d assumendosì in quest a formidab ile alternativa: vivere o morire, ess_o spiega tutto ; spjega jn primo luogo·la politica societaria di Londra, che vede nello 1/a/11 quo ganntito a Ginevra un elemento di sicu rezza per l'impero.
D a l i Popolo d'llalia, N . 17, 17 gennaio 1937, XXlV (:a, 69, 46),
I « ROVESCI » ALTRUI
Coloro che nei giornali quotidiani hanno ufficio di rccensoti, devono essersi fermati davanti alla mole del libro che il generale di Corpo d'Armata Ambrogio Bollati ha pubblicato pci tipi della Casà Editr ice Einaudi di Torino.
Si tutta di scttecentotrè pagine, con caratteri chiari, ma piuttosto minuti, finito di stamparè il zj febbr aio dell'anno XIV - centésimo giorno dell'assedio economico - nello Stabilimento tipografico dei fratelli Stianti in Sancasdano Val di Pesa (Firenze). Eppure un libro che è dedicato ad illustrare J ro1mci più rarallerisliri degli esertiri nella guerra ,nondiale è sommamente invitante, spede per noi itaJiani ·che, avendo avuto un covcscio durante la guCrra, vi dovremmo, secondo taluni amici d'oltre Alpe~ rimanere inchiodati, come ad una con danna senza revisione.
Bisogna - ed è un dovere per chi si occupa di questioni milit ari - bisof;na leggere il libro del generale Bollati,· libro che si può defiture classico e definitivo in materia. È un 1ibro di verità severa e documentatissima - libro che d ev'essere costato gravi fatiche all'autore - libro che dimostra come qualmente tutti gli eserci tiessendo guidati e formati di uomini - ha nno avuto giornate nere e qualche volta lunghe settima ne.
Vedete a pag. novantatrè come può accadere che repart i di truppe vittoriose - quali erano quelle tedesche nella battaglia dei laghi Masud - si facciano prendere dal panico, dandosi a fuga sfrenata, perché qualcuno aveva gridato « Vengono i russi». Ed erano.... effettivamente russi, ma prigionieri I A pag. centocinque è narrato il panico collettivo veri6.catosi dopo l'evacuazione di Lcmbei:g, in ben due Corpi d'Armata dell'esercito austro-ungarico, con dissoluzione di intere unità, sparatorie fra reparti e reparti e suicidio di due generali. A pag. centoventidue cosl parla }offre dopo il fallitò tentativo di offensiva verso il Belgio.
·~La giornata dd 23 agosto ha posto d efinitivamente termine nlrolTensiva francese nel Belgio. Le pteoccupuioni che gB nutrivo nesli 11himi g iorni a r iguasdo del valore delle truppe ft:ancesi per !':attacco in c:impo a1)('rto sono state confennate dai fatti. I nostri Corpi d·Armata, nonostante la pr~pondet:tnut numerica che il comando aveva procurato, non hanno dimostr:ito in campo aperto l'energia offensiva che :avremmo dovuto attenderci in relazione ai sucCfiSÌ inh::iali. Noi siamo on n.ii costretti alla difensiva ».
In data s settembre 1914, Jolfre dirama l'ordine del giorno numero trentadue, nel quale si avverte che « il comando dispone di sezioni dietro la linea di combattimento col compito di opporsi ad ogni movimento di ritirata non ·ordinata facendo uso delle armi, se necessario ». I rovesci iniziali dei france sj, oltre che dalla resa di tutte le piazzeforti di frontie111 con oltre centomila prigionieri e centinaia di cannoni, sono illustrati da queste cifre. Furono nelle ·prime ·settimane della guerra silurati due comandanti d'Artrutta, dieci, di Corpo d'Armata, quarantadue comandanti di Divisfone, cioè un terzo dei cnmandanti di grandi uni tà « per ragfoni di carattere, mancanza di fiducia nel successo, insuffìccn:za professionale » (parole della relazione ufficiale francese sulla battaglia della Marna). Viene la battaglia deUa Marna, e la ritirata tedesca, ritirata che si svolse in ordine, malgrado inconvenienti inevitabili, che si possono leggere a pagina centosessantotto. Fu quella della Marna un'autentica vittoria francese? Fu un rovescio tedesco? Se ne discute da vent'anni. Fu una ritirata dei t edeschi, cioè ·un insuccesso, come le stesse relazioni tedesche ammettono, ricercandone le cause, fra cui la mancanza d'accordo fra i comandanti d'Armata, l"insufficente mentalità operativa di tutti i comandanti d'Armata e - importantiuimo -:- le condizioni di salute di vari capi, come Moltke, Biilow, Hausen, Heutsch, Lanenstein. Dove si vede che la prestanza fisica dei comandanti è uno degli elementi della vittoria I
.
L'anno 1914, primo della guerra mondiale, si chiude col rovescio tremendo dell'esercito turco di Enver, che in una battaglia contro i russi perdette quasi tutti gli effettivi della terza Armata. I dettagli si tro,•ano a p agina duecento e vi si legge anche che « ogni accenno o notizia pubbl ica del disastro fu rigorosamente vietata ».
DaJl Popolo d'l1alia, N . 21, 21 gennaio 1937, XXIV (zr, 72, 46).
In Casa Nostra
Gli articoli che abbiamo dedicato all'invecchiamento progressivo della Francia e della Gran Bretagna, ha~o sollevato il più vivo interesse fra i nostri lettori e anche la legittima curiosità di sapere come vanno le cose in Italia. Per rispondere a questa domanda non possiamo utilizzare i dati del rece nte censimento del 1936, poiché n on sono stati ancora elaborati e dobbiamo rimetterci - come si è fatto p er la Francia e la Gran Bretagna - ai dati del censimento del 1931, Da questi dati risulta che nel 1931 la situazione dell'Italia, nei confronti delle altre due nazioni considerate, era leggermente migliore, d iciamo leggermente. Infatti il gruppo di italiani - uomini e donne - di età fra i cinquanta e i cinquantacinque anni era di un milione e ottocentottontaquattromila; dai cinquantacinque ai ses 4 santa un milione e seicentosessantaquattromila; da.i sessanta a.i sessantacinque un milione e quattrocentotrentaseimila. Infi.ne il numero degli abitanti di età supetio;e ai sessantacinque anni raggiungeva la rispettabile cifra di tre miliorù. Facendo le somme, risulta che nel r9p c'erano in Italia, fra uomini e donne, otto milioni di persone che avevano oltrepassato i cinquanta anni. Due milioni in meno, nei confrotlti della Fcancia e della Gran Bretagna, Inoltre, mentre l'elemento femminile superava in Francia e in Gran Bretagna di due milioni di unità l'elemento maschile, in Italia tale supero di donne s i agg irava sul milione.
Essendosi dal 193 1 al 1936 verificato .in Italia un ulteriore declino della natalità, ne è venuto di conseguenza un aggravamento dal punto di vista dell'invecchiamento dei diversi gruppi di popolazione. Niente v i è di ·più triste della vecchia.fa di un popolo.
Da Il Popo/Q d'Italia, N. 26, 26 gennaio 1937. XXIV (zz, 74, 46).
Cifre In Declino
Ci sono in 1talia degli stranieri che sono attenti osservatori della vita ha.liana e ai quali non sfugge alcuno dei segni che possono dare testimonianza della vitalità del popolo italiano o viceversa. I dati demografici, ad esempio, sono d iligentemente seguiti da questi osscrv1.to ri, specialmente francesi. E si capisce facilmente perché. Era appena uscito il Bollt t/Ìno mensile dell'Istìlt1/o centralt dì slalùli.a del mese cor rente di gennaio, riferente i dati complessivi delle nascite, morti e matrimoni in Italia nel 1936, che il Gentizon - assai obiettivo corrispondente del T rmps - si affrettava a trasmettere al suo giornale tali dati, aggiungendo che, andando avanti di t ale passo, l'Italia avrebbe, fra poco, ragg iunta e forse superata la Francia.
Il rilievo è esatto. Per illustrare il fenomeno che minaccia l'esistenza del p opolo italiano, vale la p ena di esaminarlo in due cicli: . quello che va dal 188 1 al 1914 e quello che va dal 1914 al 1936 È nel t8St che si ebbe in Italia il più alto c oeffice·nte di nascite, il trentotto per millC. Da allora cominciò il declino, lentissimo, specie nei primi t empi, ma costante. Nel corso di qua.rantatrè anni, il coefficente diminul del nove per mille. Nel 1914 troviamo il coefficente di natalità esattamente del ventinove per mille. Nel 1936 è disceso al ventidue virgola due per mille. Il confronto è chiaro. Mentre la prima diminuzione -del nove per mille si era graduata nello spazio di quarantatrè anni, la seconda del sette per mille si svolge nello spazio di soli dodici anni: il fenomeno h a quind i assunto un ritmo molto più accelerato e preoccupante. In cifre assolute si passa <la un milione e centoventìquattromila nati nel 192.4 ad appena novecentoc inquan tacinquemila nel 1936 e cioè centoses santanovcmila nati in meno. L'immancabile ottimista trova un residuo motivo di consolazio ne nell'aumento dei matrimoni verificatosi nel 1936, ma questo non significa nulla. Anche nel 1934 ci furono ventitremila matrimoni in più nei confronti del 1933 , ma furono ìn gran patte infecondi e lo dimostra il coefficente di natalità che ha continuato a calare. Vien fatto di chiede rs i o ra, se la politica demografica del regime, iniziata col discorso del 1916 e concretatasi in un comp lesso imponente cd o rganico di provvediment i di ordine materiale e morale, si p ossa considerare praticamente fallita. t!. praticame nte fallit a Poiché, non ·solo non si è r imontata la corrente (e fo rse sarebbe stato ttoppo superbo sperarlo I), no n solo non si è arrestato il declino, ma si è visto t ale declino assumere una velocità catastrofica e la natalità scendere a coefficenti tali che fra poco saranno al livello di quelli francesi. Le cause di questo fenomeno sono di natura esclusivamente morale. Non c'entra la posizione economica, poiché coloro che potrebbero allevare e mantenere nidiate cli figlioli, ci presentano i loro palaz zi o i loro lussu osi appartame nti, deserti di bimbi e pop olati di cani e cag nette, mentre al contrario il popolo più bisogno so continua a credere - prolificando - nella santita e nella eternità d ella vita.
Quello della denatalità è un fenome no tipico di egoismo borg hese. Sotto questo plinto di vista, le schiere di borgh esi, celibi, coniugi infecondi, o sposi del figlio unico sono fortissime nel regime fascista.· Basta guardarsi attorno I
Questi rag ionamenti sono particolarmente amari a farsi nell'anno II dell'impero I
Avremo fra venti anni i soldati, i marinai, gli a viato ri per d ifenderlo? Se non nascono, no.
Da Il Popolo d'/111/ia, N. 30, 30 genn:i.io 1937, XXIV (n, 74, 46).
PER IL QUATTORD!CES!MO ANNUALE DELLA M,V,S,N, *
Legionari I
Oggi, quattordices imo annuale della Milizia, nella q uale vive, si tramanda, si esalta lo spirito volontaristico e rivoluzionario d elle camicie nere, abbiamo onorato la memoria dei camerati caduti eroicamente in terra d'Africa per la conquisÌa dell'impero.
• Nel tardo pomeriggio del 17 gennaio 1937, Mussolini era giunto improv· visamente .al Termin illo assieme al fig lio Rom.ano, Preso a lloggio ali'« alberg o Savoia», era rimasto lassù a lcuni g iorni dedicandosi agli sports invetnali. Rientrato a Roma, la mattina del 23 gennaio, a palazzo Vennia, aveva avuto con il generale G oering « u n colloquio riassuntivo, durato due ore, sugli argomenti
I loro nomi vivon·o e vivranno perennemente nei nostri cuori e sarann~ trarriandati dì g enerazione in generazione sino più lontani secoli futuri.
Se la ·p atria chiamerà ancora una volta1 noi ne imiteremo l'esempio.
Legionari I
Saluto al re I
Un Tema
Un articoletto di Regime FaifÙla in tema Ji corporativismo, ha dato motivo ad alcuni giornali sfranieri - citiamo, fra gli altri, l'elvetica Ne11e ZiirdJer Zeilung e il liberale magiaro Az Est - per fare del disfattismo ai danni delle concezioni e delle realizzazioni del regime fascista in Illllteria economica.
Con evidente paradossale forzatura, il confratello cremonese ha stampato che « se il Duce chiudesse in una sala tutti i suoi migliori collaboratori e li obbligasse a svolgere il tema Corporativùmo fa· .uùla, non due si tcovcrebbcro d'accordo >> . Da questa affermazione, il giornale Az Est ha dedotto che « l'on. Farinacci pensa come Schacht e che non è possibile sostituire l'ordine ccononùco borghese con dei surrogati ». Vi è motivo di pensare che l'on. Farinacci sia il primo a non gradire questa fama di postremo vessillifero dell'economia libero-borghese che gli viene attribuita dal giornale budapcstino. Quanto che avevano· fatto O;;&Ctto delle: pre.:cJenti convernuioni ». La mattina del 1° febbraio, in occasione del quattordicesimo anniversario della fond.12ione della M.V.S.N., davanti· a dici:mnove kgioni schierate in umi in piaua Ve,iez.ia, assiste:, sull'Altare della patria, alla ccll'bu.z.ionc: dell a messa in memoria dei legionari caduti durante !"impresa etiopica. « ImmNiaÙmentc dopo ha luogo la cerimonia militare della d ecorazione dei labari. I...a superba motivazione della concessione della Croce dell"Ordine militare di Savoia alla Miliz.ia ! letta dal capo di Stato Maggiore, g enera le Russo, e diffusa _dall'altoparlante. Scoppia un'acclamazione altissim:i., che s'intensifica allorch~ il Duce di propria mano procede alla decoraz.ione dei labari. L' " A noi! " dei legionari, il baknarc: dei pugnali branditi in alto, accompagnano questa consegna, che la conclusione d i una epica gesta e l'auspicio sicuro di un avvenire di gloria. Appaiono, recali l'uno dopo l'altro dagli alfieri, i vessilli che i combattei-ili intr.isero di generoso sangue legionario e clic la vittoria illuminò in terre lontane; sette labari, sul primo dei quali il Duce ap[lunta la medaglia d'argento, mentre altri cinque ricevono la medaglia di bronzo. La premiai.ione termina con l'assegnaz.ione della medaglia d'argento al g.1gliardetto della Coorte forestale». Poi Mussolini con· segna la deoouz.ione ai congiunti d ei caduti: una Croce dell"Ordine militare di Savoia, tredici medaglie d'oro, trentasrtte medaglie d'a.rgento. lnfine, dal sommo dc:lla gradinata, pronuncia Je parole qui riportate. (Da li Popo/o "d'lllliùt, Nn. 20, 23, 24, 33;"· 20, 23, 24 gennaio, 2 febbraio 19}7, XXIV). poi al tema, all'esame, alla sala, non -v'è bisogno di tutto ciò. I migliori collaboratori di Mussolini. appunto come tali e in qu2.nto tali, ne conoscono esattamente il pensiero dal 1919 al 19;6.
Tutto l'ordinamento corporativo, dai primi tentativ i dell'incon tro di palazzo Chigi (Benni-Rosson..i) al patto di palazzo Vidon..i, dalle grandi realizzazioni legislative del 192.6 alla Carta del lavoro del 1917, è stato costruito giorno per giorno nelle riunioni del Gran Consiglio, presenti i collaboratori di Cui sopu, e con particolare diligenu il camerata Farinacci, Che l'ordinamento corporativo abbia sostituito all'anarchia liberale con relativi scioperi, serrate e conflitti, distruzione di ricchezze e spargimento di sanguè, la disciplina del fascismo, è un fatto storico sul quale l' Az Es/ non può in akun modo sofisticare. Tutto ciò è stato fatto senza p recipitazioni, con molta calma, d?po discussioni approfondite, che vagliav ~no i dati dell'esperienza, armonizzandoli cogli obiettivi del fascismo, consistenti nel realizzare una « più alta giustizia sociale » per il popolo italiano.
I collaboratori di Mussolini erano certamente presenti al Consiglio nazionale delle corporazioni del 13w14 novembre del 19)5, quando Mussolirù, con un discorso non dimenticato, definl la corporazione, i suoi compiti, i ·suoi scopi, i suoi sviluppi, e fu acclamato i l seguente ordine del giorno:
« Il Consiglio nazionale delle corporazi9ni definisce le corporazioni come lo strumento che, sotto l'egida dello Stato, attua la disciplina integrale, organica. ed unitaria delle forze prnduttive> in vista dello sviluppo della ricchezza, della potenza politica e del benessere del popolo jraliano
« dichiara che il numero delle corporazioni da costituire per grandi rami della produzione dev'essere, di maSsima, adeguato alle reali necessità dell'economia nazionale;
« stabilisce che lo stato maggiore della corporazione deve comprendere i rappresentanti delle amnùnistrazioni statali, del Partito, del capitale, del lavoro e della tecnicaj .
« assegna quali· compiti specifici delle corporazioni i conciliativi, i consultivi, con obbligatorietà nei problemi di maggiore importanza, e, attraverso il Consiglio nazionale, l'emanazione di leggi regolatrici dell'attività. economica della nazione;
« rimette al Gran Consiglio del fascismo la decisione circa gli ulteriori sviluppi in senso politico costituzionale, che dovranno determinarsi in conseguenza della costituzione effettiva e del funzionamento pratico delle corporazioni ».
La .. legge sulla costituzione delle corpora.zionì fu quindi appro- vata dal Senato, previo un ·altro discorso di Mussolini, il 13 gen• naia del 1934, e daJla CamCta.
Le corporazioni furono regolarmente costituite nel 1934 e cominciarono a funzionare nel gennaio del 193 5. Tutte le riurùoni inaugu-rali delle ventidue corporazioni furono presiedute da Mussolini, il quale ha elogiato l'opera svolta d alle singole cor porazionì per disciplinare e potenziare l'economia ita liana. Molte deliberazioni delle corporazioni sono diventate leggi delJo Stato.
Il 23 marzo del 1936, in pieno assedio economico, Mussolini prnnunciava in Campidoglio un discorso molto chiaro sul corporativfam o e sul piano regolato re dell'econ omia italiana. Tutto fa cre dere che i collaboratori di Mussolini fossero presenti, per cui sarebbe facile per loro svolgere il famoso tema., seguendo gli scritti e i d iscorsi di Mussolini; il quale si r ifiuta di credere, sin? a prova contra ria, che i su oi collaboratori siano deg li « smemorati » o dei no-s ta lgici di quella economia libcr albor ghese che h a r egalato al mondo la ca.tastrofe del 1929 e che, lasciata libera, come chiede l' Az E11, p reparerebbe (o forse già prepara?) una nuova catastrofe di gran lunga maggiore.
Bisogria coOvincersi, per r ende rne ·convinti gli altri, che fra il liberalismo borghese e lo statalismo comunista non v'è che una sint esi giusta e inevitabile: il corpo rativismo Questo è il grande merito s torico del fascism o I E su questo tu tti i fascist i degni di ques to nome, a cominciare dal camerata F.arinacci, sono stati, sono e saranno sempre d'accordo, senza bisogno di esami I
Da Il Popolo d'fo,li.1, N . 33, 2 febbraio 1937, XXIV (::, 76, -16).
Un Libro
Bisogna dar e a Cesare quel ch'è di Cesare e, con le debite distanze, a Bompfani quel ch'è di Bompìani. Nella suà qualità di edito re, il camerata Bo mpiani ha la mano partico larmente felice n ella scelta dei suoi autori. 1 Iibri pubblicati dalla su a Casa Editrice sono, fatte pochissime ~ccezioni, sempre di attraente lettura, interessanti, istruttivi A questa categoria di lib ri, appartiene il recente vo lume di J osef Bernhard: li Vaticano, potmza PJondialr, L'au tore tedesco sintetizza, in cinquecento pagine di una p rosa robu sta, diciannove seco li di storia del papato : dal martirio di Pietro e Paolo, ai giorni nos tri. Poiché il papato è s tato legato a tutte le v icende europee, è u n po' la storia del contin~ntc che l'autore svolge nella sua serrata trattazione, la q uale si legge veramente di un fi ato.
Draounat.ica, potente, universale storia quella della Chiesa di Roma, crede spirituale del primo impero I
Si p uò dire, . giunti alla fine del volume, che il Vaticano non ha mai avuto nonché un secolo , un lustro di pace; si può dire ahresl che la navicella di Pietro è sempre stata sbattuta dalle tempeste umane, ma, per divino prodigio, non è naufragata mai e ancora oggi trecentocinquanta milioni di anime guardano a Roma.
L'Edhto di Costantino è appena lanciato al mondo e già scOppiano le prime eresie e si convocano i grandi concili e spuntano i grandi padri della Chiesa a lottare contro i barbari, che corrono e devastano l'Italia. La croce finisce per trionfare, ma ecco alcuni decenni, fra il 900 e il 1 000, nei quali il papato decade al rango di una baronia rissosa e sprezzata. Sorgono ora i papi potenti nella do ttrina e nel co raggio : si delin ea la lotta fra Chiesa e impero. Fra alterne vicende è Ja Chiesa che trionf~, imponendo la sua supremazia. Questa lotta d ura alcuni secoli, ma g li imperatoci, e franc hi e teutoni, non sono tali senza il crisma di Roma.
Una crisi che i profani avrebbero potuto ritene re catastrofi.ca è quella della Riforma, ma la Chiesa, pure mutilata, 1a supera e si raf· forza, Altra c risi non meno grave quella dell'illuminismo, della Enci· dopedia e della rivoluzione frances e, ma Ja Chiesa non ne -viene travolta e provvede alle sue difese. Una istituzione che ha dietro di sé millenovecento anni di vita, vede le umane vicende con occhìo abituato a misurare gli spazi dell'eternità, Gli uomini, a nche se si chiamano Napoleone o Bismarck, passano, e il Vaticano resta : il Vaticano liberato coi trattati del 19.t9 del suo fardello territo riale e ridot· tosi ormai a una pura espressione spirituale di un impero per il quale si possono prevedere :a.Imeno alt ri dkiannove secoli d i durata.
Tutto quel che si legge ncl·librn di Bernhard può fornire motivo di legittimo o rgoglio agli italiani, che hanno nella loro pat ri a la sede cli una religio ne universale, e in particolar modo agli italiani del tempo fascista., ai quali è stato concesso di ve.dere R oma sede di due imperi : fatto unico nella storia del mondo.
Da li Popolo d'llttlia, N. 34, 3 febbraio 1937, XXIV (u, 76, 46).
Silvia E Tafari
Esce a Londra ed è arrivato al t rentottesimo numero il Ntw I'imu ,:md E1biopia N ewt, giornale sostenitore dell'ex-negus. Nel sottotitolo è detto che « è un giornale per tutti coloro che si interessano alla giu· stizia internazionale», Nel numero trentasette aveva o pposto la più fier?, delle smentite alla notizia della cattura di ras J mmrù. Nel n umero trentotto la signorina che dirige il giornale è <( molto spiacente » di informare i suoi lettori che « sfortunatamente no n v i più alcun dubbio circa la cattura da parte degli italiani del ras cug ino dell'ex-negus ». Però, alla fine dell'editoriale dedicato al ras catturato, la signorina afferma che « molti altri b ravi guerrieri continuano 1a lotta, che l'Etiopia combatte e che il suo popolo (?) s i r ifiuta di sot tomettersi alla conquista italiana ».
Ma chi è questa signorina Silvia, che ha sposato, in mancanza di meglio, la causa dell'ex-imperatorè schiavist"a? Chi è questa Silvia che ha preso la cittadinanza ideale dell' ex-impero del leone di Giuda? Chi è ? Ma non può esse.ce che lei, poiché in tutto l'impero inglese non c 'è che una Silvia divenuta oramai una specie di istituzione: Silvia Pankhurst, la famosa suffragetta cli quarant'anni fa, quando, in mancanza di meglio, si faceva massaggiare dai gagliardi agenti della Polizia britannica, simulando di resistere loro, dopo una delle solite dimostrazioni pro voto femminile ; Silvia, l'irres istibile ottuagenaria, che non vuole, n on sa, non p uò rassegnarsi, che ha ancora bisogno di agitarsi, che non può fare a meno di impugnare qualche cosa, sia pure l'asta. di una bandiera come quella dell'ex-negus; Silvia, che ha giurato per tutti i negri e le negresse d'Africa: o l'Etiopia o la mo rte I Povera Silvia I Si dice che sia stata scritturata in America (naturalmente) per far e un numero dì varietà insieme col suo prefe r ito Tafari. Se fosse più giovane, potrebbe avere, specie nel primo temp o, un discreto successo di curiosità.
Da Il Popolo d'[Jalia, N. 2:;, 4 febbraio 19.H, XXIV ( zz, 76, 46).
Si Rivede Pangloss
L'ammissione senza eufemismi, fatta su queste colonne, che dodici anni di politica demografica del regime non hanno dato i risultati che si sperl!vano e che quindi praticamente tale politica denuncia un .insuccesso, non ha mancato di fare una certa impressione e non sol• tanto in Italia. Il Pop,tlaire, ad esempio, il giornale di Blum, scrive che « il popolo h aliano non è un popolo che st r aripa, che l'imperialismo n o n è una necessità storica e d emogr afica, ma è una politica sviluppata ed imposta dal reg ime fascista » Il g iornale Nt11t Ziir,htr Ztihmg si occupa dei n ostri rilievi per affermare che, senza g li enormi sforzi compiuti dal regime in questi ultimi anni, « la statistica delle nascite offrirebbe indubbiàmentc un quadro ben più desolante ». Può darsi. Certo è che senza il contributo d ato dal ·1900 ad oggi d all'lta- li1 meridionale, la popolazione non avrebbe mai raggiunto nemmeno i t:r:enta milioni
Ch; l'argomento sia scottante appassioni, lo dimostra il cumulo d i lettete che ci arr ivano in proposito, da molte delle quali, p erò, traspare l'eterno ottimismo di Pangloss. Un signore ci dice, ad esemp io, che dodici anni rappresentano .un periodo troppo breve nella vita di un popolo pe.rché si possa constatare il successo o l'insuccesso di una determinata politica. Rispondiamo anzit utto che dod ici anni non sono un periodo dì tempo irrilevante nella vita di un popolo, specia1mente oggi. D odici anni di tempo sono sufficenti per constatare la. direzione di un qualsiasi fenomeno. Mentre il nazismo h a immediatamente fermato la discesa della natalit à germanica e h a r iportato dal quattordici al diciotto per mille il coefficcnte di natalità, niente di simile è accaduto nell'Italia fascista. Bisogna ave re il coraggio dì dire pane al pane, vino al vino e insuccesso all'insuccesso. Ma poiché il regime fasci sta è tenace e continuerà la sua politica demografica, ne: riparleremo fra d odici anni, trascorsi i quali , se non ci sarà nulla d i cambiato, bisognerà rassegnarsi all'ineluttabile. Nor, resterà a Pangloss che ~iticarsi definitivamente in b uon o rdine.
D.i. li Popolo d'llalia, N. 36, 5 febb raio 1937, XXIV ( zz, 76, <1 6).
Al REDUCI DELLA DIVISIONE « TEVERE »
E DEL BATTAGLIONE « SAN MARCO » *
U.mecati I Legi onari di terra e di mare 1 Roma madre - vi ha tributato il suo entusiastico plauso e vi ha accolto c ol suo più commosso saluto. t con una certa emozione che vi rivedo, io che vi ho seguito col mio cuore giorno per g iorno. Combattenti di due guerre I Artefici di due lum inose vittorie ! Voi meritate e avrete l'eterna gratitudine della patria, che vi considera fra i suoi figli migliori. Ora ditemi: la patria può contare su di voi, oggi, doma ni, sempre? (Un << s} ! » che ha lo uhimtto improppiso del tuono risponde a/l'interrogazione del Duce. E eon i marinai, con i legionari, cht brandùcono in allo i fucili, ri.rponde il popolo 111110, rhpondono le schiere dei Janeiulli de/J'Op~ra nazionale balilla).
• Il pomeriggio dd 4 febbraio 1937, Mussolini aveva compi uto un volo di aUenamento (300). Il pomeriggio del 5 fd)bra io. a Roma, in pia:u:a V enezia, passa in rivista i lesionarì dell a divisione Tei,ere e del battaglione Sa,r Mano, reduci d all'Africa Orienta le Ita liana. T erminata la rassegna, dal bakone centrale d i palazzo Venezia, rivolge ]o ro le parole qui riportate. (Da li Popolo d'lralitt, N. 37, 6 febbrai o 1937, XXIV).
AI CAPI ABISSINI •
li Duce ha rùpo1/o prmdmdo allo dei sentimmti esprwì e dei proj>(Jsili n1aniftstati ed ha fern1ammle dkhiarato che le popolazioni dell'Etiopia saranno governate seguendo le leggi di Roma, con forza, con giustiz ia, con umanità e attraverso l'azione del fascismo saranno elevate a migllori condizioni di vita.
Parla Lerroux
Prcsenti:i.molo con le sue stesse parole.
« Si conosce la mia età (scttantatrè anni). Ho consacr:i.to più di cinqu:int'anni alla vita pubblica. Giornalista, ho scritto soltanto su giornali repubbliooni.
Propag:1nd ista, fa mia tribuna fu sempre rC'pubblicana. Politico, non cooobbi altra d isciplina che la repubblican:i, Capo di plrtito, non mi associai ad 3ltre forze che non fossero r~ubblicane. Parlamentare, k mie campagne furono tutte repubblicane e ho sempre rillutato di putecipare ai ·govrmi dt"ll:J monarchia. Nessuno più di me ha lavorato per il trionfo della repubblica in Spagna », Esatto. Il Lerroux è stato un repubblicano al cento per cento e un radicalmassone. Tipo classico di quegli uomini sifilizzati dagli immortali principi ddl'89, che sognano, vaneggiano, intrigano, com- plottano, parlano parlano parlano e alla fine spalancano le porte al caos, di cui Il radicalismo demoliberale è la logica anticamera e lo storico battistrada.
"' A Roma, :i palazzo Venezi:t, il 6 febbraio 19H, alle 17, Mussolini riceve « i rnpi abissini ra1 Stium, r.u Gl1~acciò, r,iJ Kebbedè e d egiac Mulughietiì Ras Seium ha i-ivolto al capo del Covc:-mo, a nome di tutt i, il ! eguente inJirizzo di feJclt~: "Eccellcnz:t ! La nostra commozione e la nostr:i gioia nel twvarci alla vostra p re$Cn"lil è estremamente grande. Desideravamo q uesto grande onore e noi vi siamo profonJamcnte rkonosceriti di avercelo concr$SO. Co;l vi s iamo riconoscentissimi dell'invito fat10<i di \'enire ad :unmirare e conoscere ancor meglio questa vostra gr:mde e polcntissima Italia, che è o rmai divenula anche un po' nostra, poichC' Jddio ha voluto che, per di,itto incontestabile della vo~tra vittori:i, fosse affidato all'Italia il compito di sollevare a un gradino più elevato di civiltà e di progresso il popolo C"tiopiro. L'Etiopia ormai compie. t :unentC" italiana, non solo per l'avvenuta conquista territoriale dd paese, ma ancor più pel' In conquista spirituale della popolazione , he fa equilibrata sag. gezza e generosa bontà di Vostra Ercellenu. e di tutti i vostri dipendenti ha s:tputo in breve lcmpo realizzare. Ci dunque assai g radito oggi, o Duce, di poter rillllovare a voi personalmente il giuramento di fedeltà indefettibile che g iù abbiamo solennemente profess.:i.to al vostro saggio e generoso ministro Sua Eccellenza Lessona e ttll'iovitto e instancabile vicetè maresciallo Graziani. Duce! Voi dovete credere alla sincerità dei n ostri sentimenti di feJcltà e di sottom is. sione e potete contare su lla nostra profonda devozione in qualunque circostanza. Viva il nostro re imperatore ! Viva il Duce!». A ras Seiurn, il capo del Go. verno rispond e con le p:trolc qui rip ortate in riassunto. (Da Il Popolo d'lt11lù1, N. }8, 7 febbraio 19}7, XXIII).
Aperto il varco, Lerroux è forzato alle più tremende co nstatazioni. Egli è ~iuscito a fuggire perché i suoi amici fecero in tempo ad avver tirlo che la bufera era imminente, ma i suoi Colleghi radicali qual sorte hanno avuto?
La pC'rsecuzione - .C'gli dice· - contro il Partito Radicale è stata imp lacabile. A Va lenza e provincia non solo i depÙtati rad icali sono stati assassinati, ma jn taluni villaggi tutti membri del Partito Radicale sono stati sterminati . A Malaga ed Alicante ci fu una vera caccia aJl'uomo radica le. Il sacrificio di sangue del Partito Radicale Spagnolo ha superato di molto quello della Chiesa e forse q ue1lo della guardia civile cosl sdvasgiamtnte massacrata »
Il Lerroux, che è riuscito a salvare la p ropria vita, non ha potuto salvare nulla della propria casa, « un focolare o rdinato, con collezioni ben scelte », un ambiente comodo di tranquillo borghese che scherzava coi fiammiferi, ma non credeva ag li i ncendi. T utto stato devastato dai « galantuomini che disonorano il popolo, la patria, la repubblica, l'umanità ». Il Lerroux, però, dimentica di dirci che egli è responsabile, primo, d'aver evocato questi g alantuomini alla ribalta (socialisti, comunisti, anarchici, sindacalisti); e secondo, di non aver fatto tutte le volte che fu al p otere quanto doveva per toglierli dalla circolazio ne. È quindi perfettamente inutile o perlomeno t a.rdìvo recriminare com'egli fa contro << gli avvelenatori che sotto la bandiera della democrazia, dr/la libertà, della repubblica hanno tradito la loro patria, convertendosi in strumento dell'anarchia internaz.i.onale, in agenti d el separatismo e dei marxisti. d'ogni specie ».
Solo nel gennaio 19;7, dop o sette mesi di guerra civile, che satebbe g ià finita col t rio nfo di Franco se g li amici e uropei di Lcrroux n on avessero aiutato i rossi di Madrid, solo dopo questo lungo e sanguinoso periodo, il Lerroux si accorge che i nemici di Franco « sono un'orda selvaggia, la quale, sotto il pretesto della uguaglianza sociale, ruba, saccheggia, massacra)), ecc. Questo, s i può aggiungere, è il Governo dì Madrid, che siede ancora a Ginevra e il cui capo a Valenza riceve le visite ...... sia pure di routine - d i un ammiraglio della Rotta inglese.
A quale conclusione arriva il Lerroux dopo q ueste premesse?
&cola:
« Che la d ittat ura p uò essere la salvezza della patria e della repubblica, che qut llo di Franco non un pronunciamtnto militare, ma una sollt vazione nazionale sacra e legittima come quella dell'indipendenza del 1808, e che egli, Lcrroux, rtnderà a lla causa nazionale il servizio l'IC'gativo di non disturbarla ll.
Troppo poco, ma sarebbe eccc"ssivo ·pretendere da Lerroux qualche cosa di meglio, da Jui che insieme col cattolico stuniano Gil Ro- · bles porta la maggiore responsabilità di quanto accade.
Tuttavia le sue confessioni sono altamente .signifiative, anche perché sono state stampate nell'ultimo numero del 30 geMaio 1937 della francese ll/111/ralion, alle pagine _centododici, centotredici, centoquattordici. Non devono essere sfuggite ai signori Eden, Delbos, Avenol.
Da Jl Popolo d'Italia, N. 40, 9 frbbraio 1937, XXIV (g, 262).
388' RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI •
Il Consiglio dti ministri ha approvalo, JII proposta dtl rapo dtl Gtmrno, ministro ddl' Interno: li Dutt, nella sua qualità di ministro tklla Guerra e tklle Forze Ar· male, ha pruenlato 1m regio dure/o legge tbd aggiorna la legge J gi11gno r,u. Xli, toncernenfe l'avanzamento tkgli 11/fitiali del regio Eserdlo, Il nN0:10 du re/o le&e è motivalo dalle seguenti comiderazioni. La legge J giugno I9),f affrontò il problema organico t- di aua,rzal!lrnlo degli 11/fidali del regio E # rd to con nuova , radicale soluzione. N rl volgere di altri due anni dal/'entrala in vig~r; di !aie legge, nuove nuessilà sono Jorle: armi e mezzi nuovi; spe· dalizzazioni più mmurose e profonde; vigilanza alliva e pruente alla fronlitra. Oltr, a dQ le esigenze presenii e /111,m del/'il!lpero hanno mula/o detisa,mnle la sit11azione dei quadri prtvis.ta dalla ltgge del 19),f, Sorgt qttindi 11rgenft la 11muità di adeguart la sisft maziont tki qt1adri ai n11ovi bisogni, co,r opportuni aggiornanunli, intesi ad olltnert l'indisptn.rabile aummlo di organico per le en"gmze della madrepalria t delle (()Ionie, Nell'introdllrre le suddetle variazioni agli organid, si è altresJ tenulo conto dell'esptrimza trai/a dalla pratica applicazione della leJJJ! l del IjJ/ nelle piN varie drrosfanze di pace e di ·guerra. per qualche ritocco che sostanzialmente non fa t he consolidare le basi essenziali della leu.e situa. In (()mplmo, i proposti a!!,f,iornam.enti ltflliono ai segutnli fini : a) sistemazione dei q111Jdri in rt lazùme alle ""ove nuusiJà ,· b) ringiovanimento dei quadri del r110Io comando; e) miglioramento della ta"iera ptr gli ujfìtiali dtl ruolo di mobi/itazion, ,- d) sopprtssione della ftg11ra dell'Njjidale premi/o e destinalo a formare pacanz.a; e) abolizìont degli uptrimtnlì per J'avanza,,unlo ntì gradi di uffedale 111ptriore; f) mnpliftcaziom delle proced11re di avanzamento; g) n1ìgliore addestramento degli 11,ffidalì di complemento. a) Sùtr,11azitme dti quadri. - Quula consiste in un aumento dei quadri s11ptriori. di q,,elli tioè dì più dij/icile formazione, de.rtinati a coslituire, nel loro complwo, la l!a.rla intelaiatura nella tp1ale dovranno inq11adrarsi le forze militari della nazione; e in una diminuzione degli organùi dei quadri inferiori in t trPizio ptrmanenlt ejfellivo, che co111ptnia tcono111framenlt l'aumento di cui 1opra. Per assic11rart l'inquadramtn/o dei minori reparti, ,i i prevista la rafferma, ptr uno o due anni, di uffcia/i dì compltmenlo in servizio di prima nomina, ai q11ali, in considerazione del 1nat,gior servizio prttlalo, si concedono agevolazioni dì carriera ed tm lito/o preferenziale nei concorsi ai pubblici im. pùghi. b) Ringiovanìmmlo dei quadri. - Già iniziatori nel IjJ/, iiiene ora con. uguito complelamt nle mtdianlt l'istituzione del « limite di coma/M(J » , i l quale 101/iluÌ!ce, in 101/anza, l'attuale limite di promovibilità, ma .1e ne differenzia in q11anlo ha azione su lutto il ruolo e non .roltanlo su coloro che .1ono in turno di promozione/ ed ha effe/lo ;,vn1ediato, non lasciando nel Jt rvizio ptrn,anente ejfellii:o uffici11/i che, avmdo compiuto l'età prevista, Janno già di non poter 111ai con.ttguire la promozione in 1trvìzio perh1anente effettivo. Perciò l'azione ùnmediald dtl limite di comarrdo, merrtrt non arreca danno agli inlt rwati, agt· 110/a il più tomple/() e rapido ringiovani mento dei quadri. e) Avanzan,ento degli ,efjidali dtl r11olo mobilitazione. - Fem10 ilprincipio informa/are della ltU,.e, cbt la carriera degli ujJitialì di tale ruolo sia meno rapida di qNella del ruolo comando, .1i i proweduto a migliorare le norme di avanz.amenlo per tali u.ffièiali, in modo che la 111a11a po11a raggiungere il grado di lenente colonnello td i migliori anche ·quello di colonnello. d) Soppreuione della figura dtll'u.fficiale prucelto e destinalo a far. varanz.a. - S 1/a/o poJSihile abolirla, .stabilendo che le vacanze obbligatorie an· nualmenle 0<correnti prr raggiungere il numero fts.ra/o dalla l~,gge sono forma le con l'e/i,t,inaz.ione degli ufficiali di maggiore età Ciò in armonia ai roncelfi informatori· dell'applirazione del limite di c1Jmando. In armonia a tait concetto, 1i i anche previJta che. in determinati gradi, qualora, con l'applicazione dtl li1'Ìile di comando, .1i venga a superare il numero di vacanze obbligatorie a,;. n11ali, /'eçcedtnz.a di l!acanz.a viene annullala ucludtndo dalla mddella applì· cazione gli 11jjìciali più giovani fra i i-aggiunti dal limite di comando e) Esperinunti per l'avanzamento. - li livello di cult11ra e dì preparazione raggiunto dagli ujjitiali s11periori, dopo k selez,,ioni t/felluate dalla lew del 1934, XII, rende 111perfl11i gli e;perimenti per la promoziotu a rolonnt!lo; d'altra parte si tràtta di Mj/ìcia/i di grado eletJalo rhe sono stati già giMdì,ati ml/'avanzamento da ,apitar10 a maggiore, 1ostmendo i rtlatiJJi nperimenti, e da maggiore a lenente colonnello, e ,ht perciò, senza bisogno di lllteriori accertamenti, offrono h1fti gli elementi ntcusarl e 111.ffecmti per ddtrminare la loro idomità o ,veno alle funzioni di colonnello. Sono stati - ma11tem,li, invece,- gli esperùmnti per l'avanzamtnlo da capitano a maggiore, /rollandosi di S(!tlanzJale mutan1ento di funzioni e ml/a considerazione che la p trmanenza nei gradi inferiori non può offrire d ementi suffimtti di giudizio. Si è whllo anzi ,usirorare una maggiore garanzia 101/iluendo gli attuali brevi t1perimenti con 1m ,ono valutalivo della dNrafa di Ire mesi, a/lravtrJo il quale l'ufficiale I vagliato in tutle le sue qualità e ,apacilà ad muilare le f11nzioni del gradi, IHptriore o meglio plasmtZto p er il 1110 (()mpito. f) Semplificazione delle proced,m di avanzamento. - A llo Jcoj)d di ridurre · al minimo il periodo durante il quale l'u.ffidale pruo in uame ptr l'aPanz.a,nento rei/a incerto mll't1ito del giudizio ,be lo riguarda, si ì provveduto a sveltire la procedura di avanzamento, loglùndo lutto dò che JÌ i dù1101trato superfluo e che rùpondtva a fini burocrntid. g) Addt1tran1enlo 11.fficiali di f()IJ1p le,nenlo. ...;... C on l'ùtituzione della raF fer111a pruno o due anni dei 111halterni di prima nomina, J"i raggiunge lo uopo"di ottenere un J"icuro miglioramento ndla preparaz.ùme militare di una massa di tali uffidali, mi quali 1i potrà farf. il più a,npio affidamento per ogni circostanza Indi il ConJ~v,,lio dei ,ninfrt,-j approva, su proposta del Duce, mùtùlro della Guerra:
Uno schema di decreto con eui si approua il regolamento per l'nta,zJont della ltt,gt 20 giugno J9}J, XIII, m11nero IJJI, ronternen/e la toslil1'z/o,,e autonomo per il Monte di Portofino.
• Tenutasi il 9 febbraio 1937" (ore 10-12.30). (Da 1/ Popolo d'IIJù1, N . 41, 10 febbraio 1937, XXIV).
I fini mddttti sono Jfati conseguiti con provvedimenti informali ai seguenti triltri.
Uno 1chen1a di dA,-,,IO l,gge che proroga di quatlro anni, dall'I o/lobre 1n7, XV, /,1 f11dlà coMtnlita agli ujficiali delle Forze Amiate dello Staio da/.ngio dc,r./l legge g lugli() rn O , XIV, ttumero 17J!, di conlrarre 111atrì,noni() Jcnzn cottituire la prurritta rendila dotale.
Uno ,d,w1a di decrelo legge che sopprin1t il lùnile 111auÙJJQ di ehì di anni vtnlol/o Jtahililo per gli 11Jlidali della regia Marina e ddla regia Aeronaulka ,he chùdon() il regio aIJtnlimenlo per contrarre malrimMio.
Uno s,h1111a di dure/o legg,e che approva il ltJ/Q unfro delle disposiz.ioni vigenti 1111/'Unione militare.
Uno schema di regio decreto intuo a considerare utili, ai fini J,I (()1tferin1tnto della medaglia militare al merito di lungo (()l!Jtl!ldo, i periodi di tempo Jrascorsi al comando di reparti di ,amide nere appartenenti alle legioni !,'. biche permanenti.
Su propoJla dd cap() del Crmrn(), ministro del/' Aerona11/ica.
Un() 1,h,ma di decreto legge intuo ad aumenlare il &QnJrih11/o del mi11itlero a favore della S cuQ/a di perfezionamento in ingegneria tUrona11tùa di Torino.
Uno schema di dure/o lelf.ff,e inltso ad approvare 1111a convenzio,u Ira il minùlero del/' Atronaulfra ed il comune di Milano per la ro1tmziont di l(11'aero#az.ione ,rell'aeroporlo di Milano (Lina.le). In baJt a dt/la fO!lllenzJo ne, il comune di Milano Ji i i1?1ptg11a10 a coJlruire l'edijfrio da de1tinart a J/a. zione pa.utggeri e quello riguardante i 1ervizl di protezione del volo mll'aero· pt;rlo di Lina/e
Uno .Jthrma di regio decreto inluo a modificare le vigenti nor,11e rigl(ar· danti la 111edaglia mi/ilare aeronmtlfra di lunga 11t11•(e.az.ione aerea. ( +)
CONSEGNANDO L'INSEGNA AI MOSCHETTIERI*
L'insegna si o nora, in tempo di pace, adempiendo con disciplina il proprio dovere, e, in .guerra, con il valore fino al saccificio.
SI RIPRENDER.A?
Quali straordinari accenti si sono uditi in quest i ultimi giorni alla Camera de i comuni! Un deputato conservatore, parlando sul .prob lema demografico inglese, sul terribile invecchiamento della popolazione inglese, ha deplorato, fra l'altro, che ben duecento siano i d eputati celibi -della Camera dei comuni e ha chiesto immediati provvedimenti per r ialzare la natalità britannica.
« L'avvtni re dell' impero - egli h:i. detto - è in pericolo e cosi pure l'reconomi:i. della nazione 1).
Che la denatalità ponga in gioco la vita degli imperi e la ·stessa es istenza delle nazioni, è verità talmente Japalissiana che non vale la pena d'insistervi. La stocia di Roma insegni. Che la stessa economia delle nazioni sia minacciata dallo spopolamento, è altrettanto evidente: la fo[za, la r icchezza. il benessere· sorgono dalla vita, non mai dalla morte. Lo spopolamento di talune nazioni o località ha già avuto conseguenze gravissime: l'industria edilizia - industria base - è .legata al propagarsi della vita, non all'estendersi dei cimiteri, sia pure monumentali. ·
Mentre le parole del deputato conservatore ris~o navano nelle aule di Westminster, i giornali di Praga, occupandosi della denatalità del loro paese, ç:onstatavano molto melanconicamente che la diminuzione di centoventimila nati nel quinquennio 19;1-';,: in confronto al quinquennio precedente, rappresenta « tre divisioni di soldati in meno ». Anche questo è chiaro. P erché un paese a bbia dei soldati, bisogna che siano nati vent'anni prima. ·Ciò v ale, naturalmente, anche per l'Italia, la quale ha perduto dal 1924- in poi gli effettivi che avrebbero potuto formare quindici divisio ni I
• A Roma, nella caserma Beniro Mrmolini, 1·11 febbraio 19}7, verso le 11.30, in occasione del quattordicesimo anniversario della costituzione del reparto moschettieri del Duce, lo stesso consegna personalmente. !"insegna al la sua guardia J·onore, accompagnando il gesto con le parole qui riportale. (Da Il Popolo d'Italia, N. 4}, 12 febbraio 1937, XXIV).
Da Londra a Praga, gli uomini che sentono le responsabilità del futuro lanciano il loro grido d'allarme. Fu nel 1916 che tale" g rido si levò da Roma e sembrò cadere nel vuoto. Una coscienza demografica europea non esisteva o non dava molti segni di vita. Oggi, o ltre che nelle singole nazioni, la minaccia si estende sul continente e specie nella sua parte occidentale.
Il crepuscolo demografico dell'Europa è g ià cominciato da oltre un cinquantennio. L'Europa è invecchiata. La sua età media è di sessant'anni. E, anche e soprattutto per questo che ha pe rduto quota. Si r iprenderà? Forse, è già tatdi.
Da Il Popolo d'I1alia, N. 48, 17 febbraio 1937, XXIV (zz, 81, 46).
Spagna
PARLIAMO A MARAf<ON
Prima di tutto, presentiamo lo . li dottor, professor Marai'io n era presidente dell"Accadcmia di medicina di Madrid, biologo di grande fama per i suoi lavod sulle g landole endocrine e autore di un libro (Problema dei sm1), molto noto fra coloro che si occupano di tali problemi. Abbiamo scritto t< era », perché oggi il professor Maraiio n è fuggito da Madrid e parla a Parigi sulle colonne del Peti/ Pàrùit1t, pagine una e quattro del numero che reca la data del .u febbraio 1937.
Il Maraiion non è soltanto uno scienziato, ma anche uomo politico di sinistra, già deputato alle Cortu. promotore della legge per il voto alle donne e uno dei fondatori della Repubblica spagnola.
Intervistato da un giormlista, il dottor Ma.rari.on ha parlato come Lerroux cd ha v ersato nel seno 'dell'intervistatore la più « d olorosa delle confessioni» e la più stroncante delle requisitorie contro il re· gime ro~so di Valcncia. Egli ha recitato un vero e proprio atto di contrizione, un mea culpa in p iena regola; Dopo aver ricordato che la rivoluzione è stata anche open s ua, che essa prese appiglio dal sacri- ficio di Ferrer e del giornalista Grva (ucciso in prigione durante la rivolta delle Asturie), ecco Je conclusioni aJle quali tale umanitaria rivoluUone è arrivata secondo le parole dello stesso Ma.rafion.
« Voi sapete - egli dice - quel che è avvenuto. Ma io l'ho vi}to. Trentamila Ferree colpevoli di pensare liberamente sono stati fucilati senza proce>so. Cinquemila Cirva sono stati uccisi nelle prigioni a colpi di bombe a mano. Ancora ogni giorno si assassinano mìgliaia di uomini e di donne per delitto d'opinione&.
Ah dunque I La monarchia aveva al suo passivo. se cosl può dirsi, un solo Ferrere un solo Cirva in un periodo di anni venti; la Repubblica di Caballero, Blum, Avenol, Eden, ne ha trentacinquemila in sei.mesi I Ed è per questa mansueta Repubblica che fa scorrere il san· guc a fiumi e rimpiangere la monarchia che non fu mai i n nessun momento cosl feroce; è per salvare questo delizioso feg imc che di· ciotto d eputati degli Stati Uniti - arcifessi - hanno presentato una mozione contro l'Italia, la Germania e il PortÒgallo.
11 Maraiion non è fra i trentacinquemila sacrificati al :Moloch degli « immortali principi>) 'perché, come jJ suo collega in democrazia Lerroux, è riuscito a scappare a tempo, non appena il giornale di Caballero stampò un «palchetto )> di questo tenore:
« Se voi volete conoscere i precedenti del dottor Gregorio Ma rafion, cercate!~ Cca i fascisti ». ·
Il nostro dottore capl a volo, e lasciamo che ce lo dica:
« Era una ~tmza di morte. ì sotto questa forma che il foglio uffidale di Caballero pubblica i suoi ordini di esecuzione. Appena avvertili, i carne6ci dvalcggiano nella celerità. T utti queili che ho veduto cosl desìgnati - continua Maraiion - sono stati uccisi alcune ore dopo».
Maraiion si è salvato grazie all'attacco di FranCO su Madrid cd alla confusione derivatane tra i rossi, alla fuga di Caballero cd all'ospitalità concessagli dall'affibasciata di Polonia. Come ·sia fuggito dalla Spagna, com'cgli abbia raggiunto sano e salvo Parigi, egli non narra; ma, quanto all'epilogo del grande, cruentissimo dumma che lacera e forse rinnova Ja Spagna, Marafion è categorico.
« I dadi - egli dice - sono gettati. La vittoria di Franco è certa. E.ssa riempid i miei voti. In ogni ca.so i due regimi non sono confrontabili. I.a dittatura di Primo Dc Rivera di cui ho sofferto, paragonata alla tinMia rossa, era una dittatura amabile »
Prezioso, per quanto tro ppo tardivo, questo rico noscimento l
« Una sola rosa importa - grida il douor Gresorio Marai'ton - eJ è questa : che la Spagna, l'Eur~pa e l'u manità. siano liberate da un reg ime san. guina rio, da una repubblica di. assassini, che noi abbiamo, per un tragico C"rrore, p reparato Basta ! Basta! Basta ! •.
E chi vincerà? Chi rovescer à questo abietto reg ime di autentici, per quanto democratici, criminali ? Chi ? P er il dottor Mararion nessun dubbio è ammis sibile.
« U n esercito regolare - egli proclama - finirà sernpre per trionfare su bande irregolari».
J;: quello che, senza avere inventato le glandole endocrine, pensiamo anche noi. L'esercito ·d i Franco ha vinto sin qu i e v incerà d e6n.itivamentc la guerr a. La discordia imper versa tra le gerarchie dei rossi. Ogni gruppo è in armi spiritualmente e materialmente contro l'altro. Gli anarchici e i sindacaJJSti fronteggiano i comunisti staliniani, i quali devono difendersi i fia nchi dai « tt:otzkysti >l. :È solo il mutuo te rro re che li tiene insieme. I volontari rossi sfuggiti alle esecuzioni e tornati in Francia e in Inghilterra hanno illustrato la situazio ne con tinte viviclissime e d ocumentazioni foconfutabili.
D alla parte di Franco, c'è molta più disciplina ed entusiasmo e Valore. « Arriba EspoRa I» è una parola d'ordine che tocca nel profond o l'anima del popolo spagnolo. T valori dello spirito, che sono i decisivi, stanno coi franchi sti. Si tratterà di adeguarli ai nuovi tempi, po~ché una vecchia Spagna deve morire, se veramente si vuole che una nuova possa sorgere e vive re I
E ora c he avete inteso il n,ea culpa del dottor Maral'io n, o ra che lo abbiamo ·fatto parlare, siamo n oi che ci rivolgiamo · a lui per dirgli quel che pensiamo di lui e della sua co ndotta. E g li diciamo: E gregio signor professore, avete v oi la coscienza tranquilla? Coloro che rubano, incendiano, assassinano nella vostra terra sono i vostri allievi, qu elli che ha!Ulo applicatç il vos t~o vangelo , quelli che credono di realizzare i vostri ideali.
Po iché l'incendio minacciava di bruciar vi, e voi igienicamente non volevate essere uno dei trentamila Ferre r o dei cinquemila Cirva destinati al macello, ve ne siete andato, avete tagliato la cord a ; e, mentre i vostri discepo li uccidono in massa, o sarann o uccisi i n massa, voi credete di alleggerire e disimpegnare la vostra coscienza, urlando che (< non per questo» voi a vete voluto la repubblica. Ma che cosa avete fatto per trattenere il carro che precipitava sulla china scivolosa del « sempre più t osso n? Niente o quasi. E cco perché, se il vostro lamento ci interessa dal punto di vista della documentazio ne storica e dal punto di vista della vosua psicologia, b.. vostra condotta di prima e di oggi non può essere che molto severamente g i udicata e conda nnata. Voi, uomo di pensfoto e di scienza, dovevate prevedere quale pericolo ci fosse n ell'evocare i diavoli e d o vevate sapere altresl che, una volta evocati, è impossibile riaddomesticarli. Come a l solito, voi eravate il demagogo che non conosceva la sua gente e, invece di educarla, la corrompeva. L'ironia de lla storia aggiunge ora il suo tocco finale alla vostra vicenda: voi, antifascista acerrimo, siete stato salvat o dal fascismo !
Da Il Popolo d'I1alia, N. 55, 24 febbrnio 1937, XXIV ( g, 26~).
DIRETTIVE ED ELOGIO ALL'ENTE NAZIONALE FASCISTA DELLA COOPERAZIONE •
Il DJfce, nel prendere alto delle comunicazioni dell'ort. Fabbrici, gli ha u_prusa la sua appro:iaziò11e, lracriando le direllive sulle quali il movimento cooperalivo, reso 11nitario in luffe /e 111c manifestazioni e deftrtitivan,cnte liberato da q1falunque scoria delle vecchie Jendenze di partiti scomparsi, deve mardare per tsJtre uno Jtrununto a completa dispo.1izione dtl Partito e del Gol)trno, in q11ahmque ,nomenlo e confingmz.a.
Il Duce ha incaricalo /'on Fabbrici di u tendtre alle cooperalive il suo vivo elogio per l'azione si:olta con sensibilità f ascista nel p eriodo sanzionista, ed ha dichiara/o di fare affidamento mi coopera/ori pt,: arsoluere sul /errtno corporativo molti complessi problemi di ordine sociale ed economico, tenendo presente dx il principio fondat11entale di fare del lavoro il sqlleflo dell'impresa, trova nell'azienda cqoperativa una ma tipica applicazione.
• Il pomer iggio del 16 febbraio 1937, Mussolini aveva compiu to un volo <li allenamento (}OO). La mattina del 24 febbraio, a Roma, a palazzo Venezia, riceve il deputato Giovanni Fabbrici, preiidc-nte dell'Ente nazionale fascista della cooperazione, td i l console generale Giovanni 02.ll'Orto, dittttore dell'Ente medesimo. « l'on. Fabbrici ha fatto al Duce un'ampia relazione sull'alliviti svolta dall'Ente dall'inizio della campagna etiopica alla Me dell'anno XIV, illustrando con precisi d'ati statistici l'efficenu raggiunta dal movimento co~ petativo e mutualistico nelle sue varie branche i>. Indi il u po del G overno pronuncia le parole qui riportate in riassunto. (Da Il Popolo d'llalia, N. 56, 2l febbr.iio 19)7, XXIV).