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ALLA RIUNIONE DEL COMITATO CORPORATIVO CENTRALE*

li Duce ha poslo in rilitvq l'utilità dei lavori MIia ,orporazione [delle bietole e dello zuc•hero], .1puù per quanto riguarda il problema de/l'alcool rarburante, dando direllive per la completa realizzazione del piano stabilito per /aie produzione nella prima assemblea delle c()rporazùmi.

ATTENZIONE! .

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Nell'ottobre ' del 1932, celebrandosi il pdmo deèennale della rivoluzione delle càtrUcie nere, fu concessa una larg hissima amnistia, accompagnat a da un indulto di ben cinque ·anni. Due anni dopo, in occasione della nascita della primogenita Maria Pia dei piincipi di Piemonte, fu concesso un altro indulto di anni due Il 1,: febbraio del 1937, in occasione della nascita del principe dì Napoli, Vitto rio Emanuele, è stata concessa un'altra amnistia e un indulto massimo di anni quattro, Diconsi quattro. Fac.ciamo i conti. Nel giro di poco più di quattto anni, e per esse.re esatti nel giro di cinquantuno mesi, il totale degli indulti sale alla rispettabile cifra di anni undici, dei quali indu1_ti hanno tutti beneficiato, compresi quindi i · nemici politi~i del regime,

. È solo in conseguenza dell'analfabetismo assai ~iffuso-purtroppo I - in alcuni dei ceti che si chiamano intellettuali, che si è in un primo t empo diffusa la voce secondo cui dalla recente amnistia e annesso indult6 sarebbero stati esclusi i nemici del regime, Bastava leggere l'articolo 1· del decreto legge concernente l'amnistia p er comprendere che i «politici», cioè i nemici del regime, vi erano regolarmente compresi. Beneficiando di ben undici anni di condoni, molti nemici - anche ~-dmmali - del regime ·sono riapparsi nelle provincie.

"' A Roma, a palazzo Venezi a, il 24 febbraio 1937 (ore 16·18), Mussolini pr~iede la riunione del Comitato corporativo centrale In tale occasione, preceduto da vari relatori, fa le dichiarazioni qui riportate in riassunto. (Da li Popolo d'Jralia, N. ,6, 2, febbraio 1937, XXIV).

• In pro~guio, a, i[ Duce ha rilevato l'importanza dei risultati raggiunti, disponendo che l 'azione corpor:1tiva in tal campo (laniero] sia continuata, elogiando riotenso lavoro compiuto dalla corpora?ione dei prodotti tessili ». (Da 1/ Pupo/a d'Italia, N. ,6, 2, febbraio 1937, XXIV),

Tutti coloro che sono in buona fede, i vessilliferi delle « democrazie», se sono capaci di un atto di buo na fede, devono ammettere che .il regime fascista è veramente generoso. E tale generosità ha il dovuto risalto quando le si ponga in confronto quanto succede in Russia, in Spagna e in altri paesi ancora. li règime fascis ta - tirannico, reazionario, sanguinario, secondo quanto stampano gli incretiniti campioni senza valore delle democrazie internazionali - sa essere generoso, perché è forte. Tuttavia, ora che l'amnistia e l'indulto stanno v uotando o quasi le cacceri italiane -d ove, del restO, i detenuti nemici della rivo luzio ne erano una cifra es igua - non sarà male far sapere che la generosità del regime non è infinita come la misericordia di Dio e. che i fasci sti, quando occorre, sanno essere d uri e inesorabili. Attenzione!

Da li Po f,ofo d'ltalid, N. 56, 25 febbraio L9 l7, ~XIV ( zz, 8}, 46).

ALLA RIUNIONE DEL COMITATO CORPORATIVO CENTRALE*

Il D Nce ha fa tto akum oucrvaz.iom' sÌ!/l'importanz.a della marina da trasporto in genere e quella da (ari(o in partkolart , t 1111/'opportknità che le navi siano atlrez.zate convenientemente per l'alloggio dti 1i/arinai.

Lerroux Si Difende

Dal .Portogallo, Alessandro Lerroux, l'uomo politico spagnolo di cui ci siamo recentemente occupati a proposito di un articolo· da lui pubblicato sull'/ /l,utration, ci manda la seguente lettera , che noi integralmente pubblichiamo. La lettera è importante perché conferma quanto fu detto circa il carattere della attuale Repubblica di Valencia. Non insistiamo sulla polemica. Il signor Vernon Bar tlett, del News Chronide, che fa l'apologia del Governo rosso, farebbe bene a leggere l'articolo e la presente lettera di Lerroux, l'intervista di Mara.non e altri documenti de l genere. Noi non abbiamo commesso errori, no n intendiamo insis tere nella polemica. Ci limitiamo a riprodurcc integralmente la difesa dello scrivente.

• A Roma, a palazw V enezia, il· 25 febbraio 1937 (ore 16-17.30), Mussolini presiede la riunione del Comitato corporativo centrale. Jn tale occasione, preceduto da vari r elatori fa le dichiarazioni qui riportate in riassunto. (Da li Popolo d'Italia, N. 57, 26 febbraio 1937, XXIV).

Ndl'ora medesima in cui tanti spagnoli offrono la loro vita con d isinter essata abnegazione a servizio della patria, penoso per m e domanda re alla rettitud ine di un giornalista di rettificare gli errori che ha commesso occupandosi de l mio articolo pubblicato n ella ll/,m rarlon francese.

Tuttavia, qualora egli desiderasse spontaneamente ristabilire la verità , non vog lio mancare di facilitargli il compito, facendogli conoscere i fatti seguenti :

1. - Non vi è stato nella democrazia spagnola uomo politico maggiormente perseguitato di me dal Partito Socialista

2. - Costretto a far parte con loro del Governo prnvvisorio della Repubblica e convinto della loro infiumza pemid05a su i destini d el paese, dopo la sua costituzione, al prodursi d i una crisi, fui io che proposi la convenienza di allontanue dal Governo i socialisti; ma non essendo prevalso questo criterio, fui io che mi allontanai J ,1! Governo

~. - Che mediante una razionale campagna di opposizione parlamentare, basata sulla politica settaria e demagogica del Governo, il mio Partito r iusci a crea.re una crisi, a far dissolvere il Parlamento e a convocare nuove elezioni ; ma non potei trarre da questi fatti le conseguenze natura li, percM non trovai a iuto ed assistenza presso chi poteva darmele. Non mi ·rimaneva c05l altra strada che il colpo di Stato, ma avrei messo allora in pericolo la Repubblica e ·com. messo una slealtà.

4. - Che contro alla <e prova generale» di rivoluzione ~odale tenta ta in ottobre 1934, fui io che reagii perché non f05se portata a compim~lo, ma non incontrai in colui che poteva e doveva aiutarmi a punire con giustizia gli autori del movimento ed a disannare la rivoluzione organizzala, n iente altro che resistenza., difficoltà e d iffidenza , ch e di rimbalzo prolegsevano quasi con la impunità i rivoluzionari civili e militari, i separatisti in Catalogna e g li · an.archici in .Asturie.

~- - Che io non lui un radicalmassone, né un massone radicale ( Nel mio breve passaggio per la massoneria, quando avevo ventun anni, non avevo né età, né· persona lità per fare della politica e, d'altra parte, non 055ervai allora che sì faceva altro che perdere il tempo Nessuno si sarebbe mai più ricordato della mi a affili azione se nella vita politica non avessi raggiunto Wla certa per· sonalità) Io mai mi d edicai a perseguire fantasmi. Ho sofferto le mie crisi di esperienza ed_ ho conosciuto molti che, hanno sofferto del contagio della massoneria, del coinunismo, d l!'IJ'anarchismo, del sindacalismo, e del socialismo, tutti ma li contro i quali io mi ero iromunina.to con il vaccino del mio patriottismo. Dd pari ho ·visto che generalmente colo ro che sono passati attraverso queste esperienze ed hanno potuto r eagire, trovando nella propria coscienza l'equilibrio necessario, sono quelli che dopo hanno servito meglio la loro patria cd il loro popolo.

6. - Che non è vero che io abb ia aspettato di vedere assicwato il suo trionfo, dopo sei mesi, per offrire la mia adesione alla. rivolta n azio nale. Già .,..j avevo aderito nella forma e modo compatibili con il mio concetto della ltaltà ai miei doveri ed alla Repubblica, quando il movimento era ancora una ipotesi lontana per tutti. Vi sono testimoni, e quando la sollevàzione si fo iziò in seguito al movimento patriottico dell' esercito, non aspettai l'apoteosi della sua vittoria, oggi indiscutibile, ~r esprimere la mia adesione alla causa naz.ionale; al contrario la proclamai con la mU. firma oci primi. e tristi. giorni del dubbioso trionfo. La prova è stampata e pubblicata nella stampa spagnola a l p ri ncip io del mese di settembre del 1936 ed è conservata autentica nell"archivio del!a sua segreteria da chi doveva riceverla e che me ne accusò ricevuta.

7. - Che io· non mi posi in salvo abbandonando il mio Partito. Un partito non è un r eggimento che sta di guarnig ione ad uo.1. fortena, né un n ercito distribuito strategicamente per tutta la nazione, secondo un p iano offen sivo e difensivo. A una organimuione che vive sul piede dì pace Q udla del Partito Radica le realizzava la sua missione p er mezzo dei suoi ·comitati, segreterie, Ct"ntri sociali, scuole, cooperative, raggruppamenti di soccorso, consultori med ici, rovi, viveva in un regime normale con la protezione d elle k88i, Era lo Sta.to che aveva l'obbligo di far rispettare queste leggi. Però fu lo Stato stesso che incoraggiò i primi atti di briga ntaggio, che acconsentì e p rott'Sse coo la im· puniti l'assassinio, per mozzo di aget1ti che emanavano dalla sua autorità, di uomini politici rappresentativi, e dì colui che consegnò le armi immagazzinate nei depositi dell'esercito alle orde del Fronte p opolare e che dovevano servire p er lo sterminio d ei loro avversari. L'impeto rivoluzionario criminale sorprcse cosi il Partito Radicale e tutti i partiti, che vivevano fiduciosi della legge e delf autorità costituita; e furono g li uomini di questi parti ti quelli che fu rono Sa· crifi cati alla nazione ed a lla p atria. ù Spagna fu preparata, armala e forn ita di n1unizioni da l comunismo intemazionle, la 1ivoluzione CS("suita sotto la dire· zione, la responSllbilità d i tutto un Governo e di un capo di Stato, degni della missione di carnefici che fu loro confidata per annichilire e di struggere u n g rànde popolo.

Chi è colui che può vantarsi ne lla vita pubblica di non aver commesso er· rori? Io accetto la responsabilità dei miei; però se mi si giudiCll. con imparzi1. Iità non s i potrà. negare e riconoscere ch e per fare di più di quello che io ho fatto contro il tentativo di 1ivolu1ione sociale iniaiato in otto bre 1934, è stata necessaria una sollevazione nazionale, una eroica e potet1te rivolta dell'esercito ed una libertà di azio ne che non si ha quando si gove rna alk dipendenze Ji un potere che non protegge; né aiuta, né si identifica con quello che g overna.

A. LEIUtOUX

B11w u o, IJ·2·'37

Da li Popolo d'Italia, N. 59, 28 febbraio 1937, XXIV (z, 86)

16S" RIUNIONE

DEL GRAN CONSIGLIO DEL FASCISMO*

Il Gran Comiglio ha paISato allenla111tnle in ram gna1 in base ali'ordine del giorno, tuffi i se/fori della politica interna t d internaz ionale .

Un. amp ia, pru ùa esposizione ha fallo il ministro degli E 1teri, conte Caleazz.o Ciano, circa la siluazio,ie politica . mondiale.

Sulla granitica nldezza e m/J' e.fficenza del Partito e delle organiz zazioni dipendenH ha riferito S. E. Achille Starate, abbrauiando fu/la la va1ta allivilà del P.N.F., dalla p reparazione dei giovani ai st Uori assislenzJali, dalle provvidenze d'ordine 1otiale alla vigile, energùa opera di diuiplina e ton/rollo dei prezzi, .

* Tenutasi il 1° mmo 1937 (oi-e 22-24?). (Da li Po pol o d'llal ia, N. 61, 2 marzo 1937, XXIV).

Il ministro de/l'Edlftaz.ione nazionale, Gùmpp e Bollai, ha lu111egg,iato il proble111a dunografiro, analiz.z,.ando i vari aspelti della situazione in I talia e il/111/rando il ,01/anle inleres1amenlo del regime a tale proposi/o Intorno alla sitnazione rconon1ito-ftnanziaria ha .r11&cessivamente interkJ(JNilo il ministro delle Finanze, S. E. Thaon di Revel. Ed J Ha/a infine u a111ù1ata tutta la situaziom: militare in relazione alle 111e necessilà.

166• RIUNIONE

DEL GRAN CONSIGLIO DEL FASCISMO•

P rmnti De Bono, F edcr'zoni, Costanzo C iano, Galeazzo Ciano, S0/111i, Di R evel~ Bollai , Rossoni, Lanlini, Alfieri, B;iffarini, Volpi, Marconi, Marine/li, Grandi, Rum:;, Tringali, D e Stefa,:i, M11zzarini, Cianelli, Angdi ni, Farinacci, Acerbo. Segretario, il seg'retario del Partilo. Auenli gi11sliftcali Balbo e De Vecchi.

Il Dflct ha JatÌo 111Ja relazione sHlla preparazione mi/ilare della ,razione

Il Gran Consiglio del fascismo ha approMlo "il s!g11enie ordi.11e del giorno :

« Il Gran Comiglio del fauisn10, dopo l'afltpia relazio,u del DNce sullo stato· dclla nostra pnparazione militare, la considera soddisfacente,· via, ritenendo ,he ogni eventualità, anche remota, di limitazione degli arn1a111enti 1)4 orn1ai definitivamente da nduderii, detitk :

· a) la realizzazione di 11n .Piano per 1111 ullerior, adegualo incre!llento delle no1tre Forze Ar11Jaie i b) la proroga per anni cinque delle funzioni devolute al ConJ!IIÙsariato generai.e p er le fabbri.azioni di guerra,· c)'l'integr(t!t militarizzazione di tulle le forze alfive della nazione, dai dicio tto ai cinq11antacinque anni, con richian,i periodici delle classi mobilitabili; d) i/ raggiungimento dtl massin10 dell'autarchia per quanto concerne il fabbisog no 'militare e il iacrificio anche totale, se necessario, delle tsigenze civili a q11elle n1ilitari ,· e) l'invito alla scienza e alla tu nica italiana di collaborare al !o/lecito ra.!!J!,i111Jghmnto di quu/o mauimo di autarchia, perché tolo con la scienza, col valore e con lo spirito pronto a q11a/Jia1i evento i popoli meno dotati j}QJSOIIO ru i!ltrt all'twntnalt ag,gru sùmt di paesi ricchi di denaro t pout11ori di mag· giori rùorse 11a/11rali ». li Gran ConJiglio del fa1cùmo ha inolt re approvato gli ordini del giorno uguenti, a condusiont di quanto il ,11inùtro degli Est eri Galeaz.z.o Ciano ha riferito 1ulla sihl(Jz.ione internazionale :

• Tenutasi ìl 2 marzo 1937 (or~ 22-3). (D::t li . Popolo d' Iu1/ia, N. 62, 3 marzo 193 7, XXIV).

« I l "Gran Consiglio del fa1cù1110 uprimt la Jua 1olidarittà alla Spagna nazionale e saluta lt forze armale di Franco, la cui 11illoria deve rappre.rtnlare la fine di ogni conato bolmvico nell'Occidente e l'iniz,io di_ una nuova epoca di potenz a e di giu.rtizia Jocialt per il popolo spagnolo, legato a quello ilaliano da suo/ari vincoli di lingua, di religione t di storia. Il minhtro degli E1teri . 1 incaricato di p ortare a uj/idale conoscenza del Governo di Franco il presente nrdint del giorno».

« li Gran Consz'j?/io dtl fau ismo, udila la rtlaz..ione dtl ministro degli E1/t ri Stlll'allività r!tlla politica u l t ra Ualiana, dal 18 novtmbrt in poi, la approva p ienan11nlt e gli t ributa un vivo pla1uo ; 1 lit io di con1tatart che la politica di inleltl ila/o.germanica si i .wiluppaia ed ha mo1/ra/o la wa progrwit)(I realùtica ejjicenza ,' considera co~ soddiifa ziolll cht gli accordi i talo· britannici del 2 gennaio rapprmntano un'utile chiarificaziont dti rapporti fra i due paesi per quanto concerne il Mediterraneo,' prtnde allo dei rùultati po si· tivi raggiunti nei colloquf. ita!o-t:1rrhi di .Milano,' e riajfer111a la 111a volontà di ef!ettivd padji.a colla!Mrazùme in lutti i campi e con tu/li i paui che hanno din,ostrato o dimo1treranno di voler collaborare con l'Italia fa scista>).

H anno parlalo De Bono, Starace, Di R evtl, Grandi, Marconi, Farinaui, Volpi.

I l Gran C onsiglio del fa1cùmo ha infine inviato un camerat esco 1a/11to e un fervido a11gnri~ al vicer~, n1aresdallo d'Italia Rodolfo Graziani, ntlla ttrlezza che egli saprà applicare la gùuta, ma inflessibile leggt di Roma,· e ha lribu/a/o un particolare tlogio ai fascisti e agli operai italiani di Addis A beba, per il contegno da m i tenuto dopo l'allmtalo.

167° RIUNIONE DEL GRAN CONSIGLIO DEL FASCISMO*

D opn le decisioni i,ià prue dal supre1110 Consuso del regù11e, rimanevano da tra/lare i·stgumti argommti iscritti all'ordine dtl giorno: «Relazione di Starace 1111 P artito ed o,:g~niz.zaz.ioni dipendenti»,· « relazione di Bottai ml problema demografico » ,' (< rt!aziolll di Thaon di R eve/ .1111/a :situazione uonomico-fina"Ziaria ». ·

" Tenutasi il 3 mano 1937 (ore 22-24?). (Da li Popolo d'lt"fia, Nn. 63 , 64, 4, '.i mar.io 1937, XXIV).

Eao l'ordine dtl giorno PD/alo Ml Gran Co,uig/io del fa1d 1mo :

« l i Gran Consiglio del fasdsmo , prua in uamt la sit1111z.ion1 dt mografi(a del paue e udita la relazione B ottai, decide di perfezionare la politica dunografùa dtl regime serondo le dirtllive segumti: •

« 1. - Condizione di priorilà nei lavori e negli impieghi ai padri di ,r111nero1a prole, poiché 11,tfle famiglie n,1111erose ricadono, in ten1pi euezionali per la patria, i pesi dei samfid e il maggior contributo_ di uomini.

« 2. - Una politica del Ja/orio fam iliare (a pari categoria di lavoro e a pari rendimento, reddito proporzionalo agli oneri di famiglia).

« J, - Una· rwùione delle provvidenze demografiche in allo per_imprimmii un r:arattere pili dire/lo ad auicurare 1/abilmente la vita tk/Je famiglie. numerose.

« 4. - L'irtituzione di prutit{per mairimoni e di auicurazio,ri dotalizit ptr giova1ti lavoratori (previste quu /e ultimi dalla dichiarazione n,rloi· lt.Iima della Carta del lavoro),

« J· - La ro11i111z ione di ,,,,• Auociazione nazionale tra le famiglie numeroJe.

« 6. - La reviJiom delle ,ir,orcrizi oni provinciali e comunali, in baJe al risultalo del cen1ime,rto IjJI, ropprùm ndo comJtni e provin:ie dove ,ma jH)polaziom invecchiata e rarefatta non ha pi,} biJOgno di pubblid irfihlli.

« 7 - La costituzione dl un organo centrale di controllo e di prop11l1ione nella politica del regime nel Je/Jore dunografico, c<II G ran Consiglio del fascismo, dopo aver fissalo quutè dire/Jiue , che · .faranno t radolfe in provvedimenti di caralfere legùlativo, ricorda 1olenne,mnle a / 11/fì i fascisti che i l problema demografico, mendo il problema della vita e della 11111 continuazione, I in realtà il problema dei problemi, poùhé senza la vita non vi I giovinezza, né potenza militare, né espanii<?'" economka, né .1Ùflro ·avvenire della patria)) ,

AI TURISTI AMERICANI DELLA « ROSICRUCIAN » *

li Duce, espri1mnd0Ii in inglue, si è dichiaralo lieto di dare il benvenuto agli 01piti di (?.oma i mperiale ed ha ricordato che i v inco li tra gli Stati Uniti e l'Italia sono numerosi, pèrché l'amicizia di lunga data fra i due paesi è stata creata non solo dagli italiani che durante i secoli hanno

• Il pomeriggio del 4 m ano 1937, Mussolini aveva compiuto un volo di a llenamento Ooo). Il marzo, alle 18, a Roma, a palazzo Venezia, riceve oicentoventi turisti americani facemi parte della R0Jirr11rian , importante Associaziooe culturale che conta centomil3 membri deg li Stati Uniti e di cui ( a parte il migliore elemento americano. Il professor Spencer Lawis, che guida la· comi- attraversato l'Oceano verso il nuovo co ntinente, ma anche d1i molti ame.cicani che cli sovente hanno visitato l'ltalia, ove m olti di essi si sono stabiliti permanentemente.

Ha q11ùuli affer111afo che i nomi di Franklin e di Jcffcrson, che Ja « Rosic~cian annovera fra i suoi lllustri soci, sono conosciuti e profondamente risp~ttati da ogni italiano, ed ha fermùtafo imiitando i premili a dire, al loro ritorno, agli americani, quello che h anno visto in Italia, p erché la vera solidarietà internazionale viene otiginata da queste sincere rassegne da uomo a uomo, (Le parole del D11te 10110 sfaie tahlfale ·da vive acclanrazioni).

168' RIUNIONE

DEL GRAN CONSIGLIO DEL FASCISMO*

Prmnti D e Bono, F ederz.oni, Co.Itanzo Ciano, Galeazzo Cia110, So/mi, Di Revel, Bollai, Rotsoni, Lanlini, Aljitri, B ulfarini, Volpi, Marconi, Marine/li, Grandi, R.Jmo, Tringali, De S tejaJti, Muzz.arini, CianetJi, Angelini, Acerbo. Segretario, il segretario del Partito. A m nli giustificati Balbo, De V ecchi, Farinacti.

Han,u, riferito il minùtro tk/le Finanze sulla sitJ11JzJone economko-ftnanz..iaria e il segretario del Purlito ;11/J'altitiità svolta parlkolarmm tt nel sdtore tu/la dìsciplùra dei p rezzi.

li D11te ha riauu11to la dimasione, alia quale hanno partecipato Volpi, Attrbo, De Stefani, Muz.z.arini, .AJJgeiini, Ciane/lì.

Il Gran CoMiglio del fam'smo ha quindi approvalo i ·seg11enJi ordini del giorno: tiva nd viaggio turistico attraverso l'Italia, si è dichiarato felice cd altamente onorato di presentare al Duce l'omaggio dei convenuti, a nome dei qua.lì ha affermato che, nel breve soggiorno in Italia, tutti j turisti americani. hanno potuto constatare coi lnro occhi ciò che nella penisola è stato fatto per volontà di Mussolini ed ha concluso dichiarando che tutti i convenuti, tornando al loro pa.e~, diranno in nome della verità ciò che hanno visto. Egli ha infine caldamente ringraziato il Duce Per l'onore loro accordato con l'ambi1a udienza». Al professor Spencer I..awis, il capo del Governo risponde con le parole qui riportate in r iassunto. (Da li Popolo d'Italia, N. 65 , 6 man:o 1937, XXIV).

« li Gran Consiglio del jaJCismo, a cond11sione della relazione dei minitiro delle Fidanz.e sulla sit11az.ione economico-ftnanz..iaria ilalùrna, ritiene oppor/11110 far conouere al pam la ton1islenza della riserva meta/lita tk/1' lsti/Nlo di emiuio11e e l'ammontare della cirtolazione mo11e/aria di q11esto.

• Tenutasi il 5 marzo 1937 (ore 22-1). (Da li Popolo d' ltali.z, N. 65, 6 mano 1937, XXIV).

« La n"serva aurea ed eqmparata della Banca d'Italia al 20 f ebbraio 11, r. tra di qualtro !!li!iardi e ventuno milioni. Non i comprua in q,mta cifra la riserva del Tuoro, consùlenh nell'oro domzf() alla patria e nel fondo ua!ttte t titoli uteri a dùpotiz.ùme dt/1'/stitulo dei caJJJbi.

« La circolazione dei bigliltti della Banca d'Italia a pari daltf m1 di milioni IJ.677,6, con,prm' circa ,m miliardo e mezzo di lire im1Ìato in Aj,-ira Orientale per i bi.IfJgni monetari dell'impero,

« li Gran Consiglio del farri.uno prende allo con compiadnJtnlo della dithiOraz.iont fatta Ml ministro delle F inanze che, col "getti/o del Prestito ndilnibiù cinque per cento e con gli ordinari ,mz.z.i della gestione di tesoreria, potrà farsi front e alle nigenz.e di ca.mi dello Staio per gli slraordinarl bisogni di bilancio fino a tutto l'm rçiz/o 1n7-'J 8, smz.a quindi dQvtr rico" ere a n11ovt importanti operazioni di tesoreria.

« Il Gran Contiglio del ja.IciJmo Jribula il JNO plau10 al minislro e a/I'amminùtrazione finanziaria dello Stato per il tmdo con c11i J stata condo/la la politica ftnanz/aria e della cinolazione nel p eriodo di fondazion e dell'ùnpero . ed elogia alla!Jlenle il sic11ro palriottùmo dimostralo cofJ!t sempre dal contribuenle ilaliano »

« Il Gran Consiglio del ja1d1mo ·approva la nla zione del 1egreiario del Parli/o sull'opera da /11i svolta dal J <Jtlobre in poi, particolarment e per la dùdplina dei prezzi e lo elogia vivamente insieme con i sJtoi collabora/ori del cenlro e della periferia».

Il Gnm Consiglio del jaICÙv10 ha in.fine preso alto della d4iberaz.ione t della relazione della Gorle dei ,011/i JJJI rendicot1to generale dello Sfato p er l'mrcizio finanziario 1911-191 6.

« HO FATTO DEL MIO ORGANISMO UN MOTORE COSTANTEMENTE SORVEGLIATO

E CONTROLLATO, CHE MARCIA CON ASSOLUTA REGOLARITA » •

In quest e parole .Muuolini ria.J.J<J11m1a ,ma Itrie di risposte al mio (jHttHonario, riguardanle i 111elodi da l11i ddollali per eu ersi v1anlen11lo in 1a/11te, mentalmente e· fisica1J1enle, o/Ire quallordici anni, non<Jslanle l'i11111J(Jt1t tenIione alla quale J slafQ ,moggellalo 11ella .Jua q«alità di çapo del G werno ilaliano. Probabi!J1Jtt1le nmun çapo di Governo dal dfJpoguerra in poi ha rtsistilo ad una 1itnile ,01/anle atlivilà .fisica, çosi piena di rupon1abilittl, per 11,s periodo ro1i ltmgo. '

• Riassunto dell'in1et"Vista concessa a Rom:i., al giornali sta Webb Miller de l· l'U1Jilttl Prm, nei primi giorni di marzo del 1937. (Da 1/ Popolo trllalitt, N. 68, 9 marzo. 19H, XXIV).

Mumlini 111i ha rim'flto ml tardo pomeri_~ io ntl 1110 Njfcio a palaz.zo V emzia. Il suo ,01tun1t bl11-1c11ro da tdntort non,ht lt 111e gront JCarpe contrastavano sillfj)lamunte ron gli 1plendori della famoJa Jtt/a di n1am10 adibita ad ujicio e lunga 1t mmta piedi, co,npleta,mnle PIiota ad emz iont della Jtrivania in im a11golo Egli f!IÌ ha salutalo tordiahmnte, 1piegandomi, sorridendo, di eu err appe11a tornalo da/Ja f!lontagna, dove aveva sdato per Ire ore Appoggiandosi al vano della jinutra, ,Muuolini ha tom,ersalo amabiln,ente in ingltse per un quarto d 'ora, interrogandoli/i !Id/a mia opinione degli affari europei. N ei cinque anni trasconi dall'ultimo n1io in(()n/ro ron ,Mmsolini, mi è parso che l'uprusione del 1110 viso si sia raddolcita. L'ùuimte della sua personalità sembra più gmialn:ente 11mano e la 111a aura di a11/orilà sembra na/11rale. I SIIOÌ capelli pir> radi, i suoi occhi ;hiari, brillanti e çalmi e il s110 i'lJo esprimevano una sa/11/e piena di vita. L'inglese da lui in1paralo ml periodo po1teriore ali'avvtnto al potere è molto migliorato. Egli parla ,onjidenz.ialmente Jtnza dif/ùo/Jà td u prùmndosi con rm lùve am nio. Ho riam lalo a Mussolini molte ro1e avvtnlfle dall' u~tima volta che d in,ontra,nn,o, a1J1bt dlfe ,orrùpondtnti, tjflallorditi anni or 10110, alla confermza abortita di Cannu , alla qr,ale -M1uJolini, allora .rconosduto all'estero, prende11a parie ton,e direi/ore del <( Popolo d'Italia l> di Milano,- nove mtsi più lardi egli era capo dd Goi•erno italiano. Egli ha approl)(IIO ridendo. Co1JJmenlando sulla buona apparmza della .r11a sah1tt, ho chù1to a Muuolini il permu so di pubblicare le .tue regole per.tonali per il n:anlenimenlo della salute mentale e j ùica 1ottopo1ta a una continua ed ultnuante fatica.

Dopo aver risposto verbal,mnte ad alcune tjl!Ulioni, il D uce mi i ndica 1111a grande ru ta di frulla Jlflla 111a JCrivania. lo gli domando :

- Seg11e 11na ditta fiua e, nel taJo, qNale ?

- Le mie regole dietetiche sono fisse nel senso che i m iei pasti sono frugali. ·

- Fa lei tuo di alcool o labacco ?

- Considero l'alcool un danno alla salute degli individui e alla salute collettiva; non sono contrario all'uso moderato del tabacco. Per mio conto non bevo mai liquori forti; bevo un sor so di vino soltanto nei pranzi ufficiali e d11la fine della guerra n o n fu mo.

- Quali ribi lei preferisce ?

- Pie.tanzc semplici e di tipo contadino. Moltissima fruti:a.

- Prende lei caff!, tè o altre bevande .tlimolanti?

- Non bevo caffè, né tè, qualche volta il tiglio. Per coloro che sono sottoposti a fatiche di carattere materiale, l'uso moderato del vino è utile.

- Q11an/o t empo Id dedica agli m ,riz.l ji.tid ed a quali?

- Dedico da trenta ai quarantacinque minuti del g io rno agli eserc izi fisici e li pratico quasi tutti. Preferisco il nuoto d'estate, gli sci d'inverno e ogni giorno l'equitazione. Tutti gli sport meccanici mi sono familiari, dalla bicicletta, alla mo to, all:auto, all'aeroplano. Anche la marcia a piedi è nelle mie simpatie. Per quanto l'epoca dei miei duelli sia trascorsa, la sche rma è ~empre un ottimo esercizio per t enere alacre il corpo. ·

- Q11ali sono lt JHt abitudìnì per il sonno 1

- Dormo dalle sette alle otto ore e precisamente dalle undici della sera alle sétte del mattino, e mi addormento rapidamente, qualunque cosa io abbia fatto o mi sia accaduta nella giornata. Nessun espediente per sollecitare il sonno e niente «pisolini» durante la giornata. Il «pisolino)> è la conseguenza di una colazione troppo abbondante.

- Quali sono lt 111t distrazioni 11m1tali t !t sut pnfannzt nt llt ltllurt ?

- Nelle mie o re, m olto scuse, di r iposo, leggo libri antichi e recenti : specialmente di carattere storico e politico, non esclusi i romanzi che abbiano sollevat o discus sioni. In genere deside ro essere al corrente per quanto concerne le nuove pubblicazioni. Non ho molto tempo disponibile per andare al teatro, dove preferisco la musica lirica e gioiosa, il lirismo g uerriero e passionale di Verdi e di Wagner e la giocondità di Rossini. Non v i stupirete se vi dico che non ho alcuna antipatia contro il « jazz )>; come ballabile, lo trovo divertente. Leggo d'estate più che d'inverno; credo di leggère u na settantina di libri all'anno. Leggo i n francese, tedesco e ànche inglese.

- Q11ali sono lt sue abitudini dì lavm,?

- Ci sono nella mia giornata le udienze fisse dei capi dell'ammi~ nistrazione e sono scaglionate al mattino d alle otto alle tredici ; nel pomeriggio concedo le altre udienze, che variano da un minimo di cinque a un ffiassimo di venti e cioè fino alle venti. Lavoro dalle dodici alle quattordici ore al giorno. Il mio lavoro è assolutamente ordinato e metodico. Dal punto di vfota d ella precisione e della diligenza, io mi vanto di essere un·funzi onario di pdma classe. lo allontano i miei colla.boratori che si appalesano diSo rdinati, confusio nari e che perdono del tempo.

- E .ria/o malato recentemmle?

- Fui ammalato nel 1911 ; C,a allora non ho più perduto una sola giornata. Dinnanzi alle prime, generiche manifestazio ni di malessere io digiuno per almeno ventiquattro ore.

- Alc1111i 110mìni dì Staio hanno confestalfJ dì · aver stmpre pro11alo ciò cht in inglm sì dice « stagifrighl » (panico del pal,ouenìco) quando ti sono trovali a par/art ad una gramk folla. Ifa mai lei provalo dò?

- Quando sono dinanzi a grandi folle, anche di centinaia di m igliaia di individui, non ho alcuna esitazione, Gli argomenti che trat- terò sono già chiari nella mia mente. Restano le parole, che sono la \'este appropriata d elle idee che esporrò.

- PIIÒ dare 911akhe altro particolare sul !NO fllvoro qt10tidiano ?

- Ho organizzato la mia attività dal punto di vista della divisione del lavoro, della lotta contro ogni dispctSìone di e!'}crgie e perdita di tempo. Questo può spiegare il volume del mio lavoro e l'assenza di ogni stanchezza. Ho fatto del mio organismo un motore costantemente sorvegliato e controllato, che marcia con a ssoluta regolarità.

169" RIUNIONE

DEL GRAN CONSIGLIO DEL FASCISMO*

.P,:emrti De Bono, F ederzoni, Coslanz..o Ciano, Ga/eaz..zo Ciano, So/mi, Di R evel, Bottai, Rouoni, Lanlini, Alfidri, Buf!arini, Marconi, M arine/li, Grandi, Rimo, Tringali, Mnz.zarini, Ciane/li, Angelini, A rerbo S egretario, ìl 1egrelariò del Partilo. Amnti gimtificati Balbo, D e V ecthi, Volpi, De Stefani, Farinacci li D,m, riau11mendo la discussione, ha precisalo I , diretlivt che ;/ Partito dovrà seg11ire ptr potenziare .remprt più la coscienza imJ>lriale della nazione.

Il 1egrelario del Partito ba riferito JU/ compleuo delle attivilà .wolte dal Partito dall'anno XIII ad ogg,i, e ha comunicalo i seg11mti dati relalivi alle forze ùu1uadrale : Fasci di Comballimento, 2.027..1 00,- Gruppi fascùti w,ivenilari, 11·4)6,· Fa1ci Giovanili di Comballimento, s.270 . fJ J i Fasçj f emminili, I.)4'f·JJJ; Assodaz.ioni fasdslt, 6JI.J)l; Unione nazionale llj/ìdali in co11getW, Optra nazionale dopolavoro, Comit ato olimpfro nazionale, Lega navale italiana, J , 3,f2.4JO, Sulla relazione del .regrelario del Partito hanno parlalo D t Bono, Angelini, Grandi, Acerbo, Galeazzo Ciano, Marine/li.

Il Gran Consiglio del fa1ri1mo ha approvato il StlJlenle ordine del giorno:

«li . Gran Con1ig/io del jaJCismo, 11,Jjta fa re(az.ione tkl 1egretario del Partilo mll'attività .IVOl/a dall'anno XIII ad O.!,f,Ì, conferma che, .!Dito la direzione di Starace e dei 111oi collaboratori, l'azione del Parli/o è 1/ala, in pace t in guerra, all'allez.za dei .ruoi compili di carallere polilico e .rtoric(),'

« dùpone eh,, in deroga alle norme in vigore, sia çoncu10 di chiedere l'iJtrizione nel Partilo ai combattenli della guerra imperiale ;

« ,IM l11tti i dipendenli dalle amminùtrazioni tkl/o Stato siano i.rçritti neflt AJJodazioni fa1dslt t tbe le A11odazioni di armll pauino alla dipendenza del Dire/Iorio nazionale del P.N.F. »•

• Tmutui 1'8 marzo 1937 (or~ ·2'2.0.30). (Da Il Popolo d'ltilli11, N. 68, 9 man:o 1937, XXIV).

Su.cu ~iw1mente, esaminala l'allività rvolta dalle corporazioni nei primi d11e anni dalla loro coslilJIZione, , 1"1/0 approvato il ~eguenle ordine del giorno.

« li Gran Consiglio del fascismo, wulalalo che· l'allivilà svolta dalle corporazioni ,ui primi due anni ha già dimo.1/rà/o che u Jt si sono affer,nale rume slr11menti idonei:

<< per la regolamentazione e il coordinamento dei rapporti uono111id, d1e ne coslilHfrcono la fondamentale ragion d'u ser e ,·

« per lo 1/udio e la propu!Jione delle ricerthe e delle tJJig/io,:i utilizzazioni /ccniehe in ogni self~re prod111tivo, allo .reo/X) di conseguire la JJ1ouù11a persibile autonomia uonomiea della nazione, la riduzione dd costi, e il 1higlioramenlo dei prodolli e dei sen,iz.i; ·

« per la dfrdplina di tufli i r apporti di lai'oro, ,mùlenziali e previnden· z.iali, a favore dd lavora/ori, inlna alla realizz.az/one del principio t1111Jsoli'11atto del raccorcia111ettlo delle distanze sociali;

« alferll1a che, in relazione ai rùl(/lali già oflenuli e alle nuove 1110,ggiori esigenz e della nazione, che si esprin,ono nel piano dtll'ùnptro, le corporazioni debbono inlensificart la loro azione aj/ùtché lo Staio corporativo realizzi i11ltgralnmtlt una delle finalità supreme del fascismo : il potenzianunlo uono,nico della nazione, aflraverso la pù( alfa gùulizia sociale».

C o!lanzo Ciano, nella Jua guaiilà di p r esidenle della' commissione ùmzricat a dì JornJN!are proposte relative alla co ,11pusiz.ione e al fllllz.ionan1tnlo della nuova Caf!lera dei fasci e delle corporazioni, ha comunicalo che gli studi saranno ultimali Ira due mesi,

De B0110 ha infine rivolto, a no,11e del Gran Consiglio del jaJtÙ1110, un oug,1trale ta/1110 al Duce mll'immi ne,,za t!el s110 viaggio in Libia.

AD UN GRUPPO DI GIORNALISTI EGIZIANI DOPO AVER INAUGURATA LA LITORANEA LIBICA*

- La grande strada inaugurata og g i, nel suo primo tratto, dall'Egitto ·verso Occidente, è destinata ad avere urùnAuenza decisiva, per quello cHe riguarda le relazioni economiche e turistiche fra l'Italia e l'Egitto. È un nuovo vincolo fra i due paesi, che ebbero, fino dai tempi remoti, relazioni amichevoli e che oggi possono tali relazioni forci6care e ampliare. Dite, dite a i vostri lettori che il Governo -e il popolo italiano desiderano di vivere col popolo egiziano nei ter mini della più cordiale simpatia e amicizia.

• Il 10 marzo 19}7, alle 17, proveni{"Ote da Roma, Mussolioi si era imbar~lo a Gaeta !ull'incrociatore Po/4 diretto in Libia. Il 12 marzo, verso le 8.30,

Al COLONI DEL VILLAGGIO LUIGI RAZZA•

Camerati coloni I

Vivete e lav orate tranquilli e sicuri, voi, le vost re donne, i vostri figli. Roma impcdale e fascista vi segue, vi ama, vi protegge e in ogni circostanza vi proteggerà.

Al FASCISTI DI BENGASI••

Camicie nere I u La mattina del 14 marzo 1937, la.sciato il villaggio luigi Razza in auto, Mussolini sosta a Barce; verso le 1,, nell'oasi di Tocra, dove, fra l'altro, si in· trattiene con la madre del martire Fabio Fi lzi. Alle 16, giunge a Bmgasi. Un quatto crora dopo, dall a palazzina del palazzo del Governo sita in piazza. XX Qt. tobre, pron uncia le parole qui riportate. (Da Il Popolo d'Itlllia, N. 74, 1, marzo 1937, XXIV).

Se nto vibrare nel vostro saluto un'ardente fede fascista (La folla grida : « SJ ! SJ ! ))). È questa fede che ci ha dato l'impero, è questa fede fascist a armata, in ogni te mpo, che lo difenderà. (Enlluiastici applausi aaolgono l e parole del Duce, lht si ajfacda pùì e più volle salutando ron;anamente la folla 11azionale ed indigma).

$b..1.rca a Tobruk, donde prosegue in vo lo per Amseat, al confini:: egii:iano, loca· lità nella quale inizia la litoranea libica, grande arteria di comunicazione, che, rasentando la. costa cirenaica e tripol itana, giunge al confine tunisino. Arrlvato a destinazione, inaugura· la litoranea percorrendo in auto il tratto Amseat,Tobruk, Ji circa Cffltotrenta chilometri, Alle 16.46, è nuovamente a Tobrulc, d ove, poco Jopo, ad un gruppo di, giornalisti egiziani, fa Je d ichiarazioni qui riportate (Da lJ Popolo d'ltal.id, Nn. 70, 72, 11, H marzo 19}7, XXIV).

• Il 12 marzo 1937, verso le 17, Mussolini aveva lasciato Tobruk in volo diretto a Derna. G iunto in questa città, aveva ricevuto il sa.Iuta del r"4ì nella moKhea; indi aveva visitato la Casa del fascio, il palaz.zo del Commissariato, ed assis1i10 ad una ra.ppresentu.ione nel teatro arabo. Il I} marzo, circa le IO, visitata la Scuola araba, era partito in auto da D erna alla volta di Cirene So· stando nei villaggi di colon~zazione Giovanni Betta., Luigi d i Savoia, Beda Littoria, alle 17 era arrivato a Circne, dove, visitata la zona archeologica, av<"va pernottato Il 14 m:uzo, alle 8.30, prosegue in auto per Bengasi. Alle 10, sosta nel villaggio agricolo Luigi Razza, abitato da otb nta famiglie dell'.(i.bruzzo e· della Calabria; e, nella piccola piazza, àall'alto di una tratuice, rivo lge ai coloni le parole qui r iportate, (Da li Popolo d'Italia, Nn. 72, 73, 74, 13, 14, n marzo 1937, XXIV}.

Al MUSULMANI DI BENGASI*

Musulmani di Bengasi I

Desidero esprimervi il m..io compiacimento per l'accoglienza che nù avete tributato e nella quale ho sentito, viva e presente, la vostra fedeltà a ~orna e all'Italia fascista. Durante la guerra vittoriosa per l'impero, voi avete dato, col sacrificio e col sangue, la prova solenne della vostra fedeltà. L'Italia fascista, potente e giusta, non lo dimen· ticherà mai. (Ad ogni fr(J.Jt , ri11dita allraverso l'interprtle, rùpondono le voci tnlUJiaslkhe dei popolo m11s11/1naM, al quale il Duu deve prmnta,:si pùì volte, men/re si agitano 1111/a folla innumerevoli bandiere ùlamùhe).

INAUGURANDO L'ARCO DELLA GRANDE SIRTÈ**

~iate orgogliosi e fieri cli aver fasciato questo saggio della po tenza fascista nd deserto. (Applami romn1ossi accolgono le parole del D11,e, ,be premia la loro compi11la jalùa ,on 1111a '"" elargiziont).

* A Bellgasi, il 14 mano 1937, verso le 16.30, Mussolini re"nde omaggio al monumento dei caduti della Giuliana nel 1911·1912; indi visita il campo d 'aviazione militare, lo Stabilimento per la tessitura dei baraccani, il quartiere arabo, la moschea. Dalla moschea, passa in municipio, dove « riceve la consulta, il commissariato provinciale, il vescovo, le medagl ie d0 oro, gli alti gr:adì del. l'Esercito, della Marina, deJrAeronautica, della Milizia, della Magistratura, i con· soli d i carriera, il Con.siglio coloniale dell'economia corpou.tiva, i dirigenti delle organiuazioni sindacali e delle scuole, i mutilati, il Nastro Anurro, g li ufficiali in congedo, le notabilità indigene e della comunità israelitica. Intanto la folla anba acclama dalla piazza. Sono prevalentemente indigeni, e quando il Duce appare un immenso grido si leva. Il Duce pronuncia, e l'interprete traduce », le parole qui riportate. (Da li Popolo d'Italia, N. 74, 15 mano 1937, XXIV).

o A Bengasi, la mattina del 15 marzo 1937, Mussolini rende omaggio a l Sacrario dei caduti fascisti, visita l'« albergo Berenice», la Casa del Cascio, la cattedrale, la caserma Hetztl, la Scuola elementare Prinàpe di Pi,m onle, i fa. bor3.tor1 della sanità pubblica. Alle 11, la.scia Bengasi in auto. Proseguendo lungo la litoranea, .sosta alle Grotte del lete, ispeziona l'aeroporto militare di Benina , visita Gheminoes, la zona di Zuani Ticca, ·El Magrwn, Agedabia Verso le 20, giunge alle Ne dei Pileni, al confine fra la Tripolitaoia e la Cirenaicà, dove inaugun l'arco della giaode Sirte, eretto a cava llo della litoranea. « Il fondatore dell'impero va verso l'arco, che subito a5swge alla sua a lta significazione simbolica. Un battaglione libico, con musica, e un plotone di up1ii .su m, h,ui, rendono gli onori. Innanzi all'arco si schieano gli operai nazionali e gli indi· geni che lo costruirono. Il Duce cmerva attentamente ogni lato della costruzione

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