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Al CAMERATI DI TRIPOLI*
Camerati di Tripoli I
Risale all'aprile del 1926 la mia prima visita alla vostra città. e a questa terra. Undici anni sono passati, ricchi di eventi, carichi di destino, fulgidi di gloria.
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Oggi la Libia è completamente occupata e il tricolore della patria vi sventola solerine e rispettato, dalle sponde del Mediterraneo alle e passa sotto l'alta arcata, anunirando gli altorilievi decorativi. ·Quindi, dopo essersi congratulato con lo scultore Di Fausto, si arresta innanii al gruppo degli operai » e rivolge loro le parole q ui riporn1e. (Da li Popolo d'halia. N. n, 16 ma.rzo 1937, XXJV).
* Ttascorsa la notte nell'accamplmento delle M e dei Fileni, il 16 marilo 1937, alle }.30, MuSsolini era uscito dalla sua tenda ed aveva assistito al rito dell'alu bandieta Poi a.veva raggiunto in auto l'aerodromo delle Aie dei Fileni, , donde, pilotandò personalmente un trimotore, era partito per Sirte. ® Dopo un'ora di volo regolare, compiuto sopra una zona di de5erto e lungo la ro$ta del mare, il Duce compie ampie, ardite evoluzioni nd cielo di Sirte e quindi atterra nel campo, dove lo attendono le autotità e le notabilità del l uogo. La piccola città di Sirte, nella caratteristica linea architettonica, nei suoi bianchi e svelti edifici, si presenta vivacemente suggestiva, tutta pavesata di tricolori e adorna di tappeti e festoni. Le camìcie nere e le organinaiioni del regime si schierano all'ingresso. La popolazione indigena, adunata intorno ai vessilli dell'Islam, accoglie, éon fervide dimostrazioni di fedeltà, di devozione, di entusiasmo il Duce, che traversa la città in piedi sull'automobile e risponde con il saluto romano alle intense acclamazioni della folla Ritornato al campo d'aviazione, il Duce risale a bordo del trimotore, dirigendosi su Tauorga, dove giunge aJle ore 9,30. Sono qui co11veçmti i centocinquanta giornalisti, partiti in aereo subito dopo il Duce, e q ui discesi direttamente B Tauorga un·oasi verde e ricca di acque, circondata da palmeti. Si riforma subito il corteo delle automobili, che, raggiunta la litoranea, si avvia verso Misurata. Il Dure sosta per visitare i lavori di bonifica e di irrigai.ione, che si sono giovati delle sorgenti delroasi. ( +). Nd le vicinanze delle opere idrauliche, è schierata la gioventù araba del littorio, che intona Gi()flin~zza, con nitido accento italiano e con fervido entusiasmo. Più oltre, si scorge il lunghissimo schieramento della popolazione indigena, venuta con tamburi e con timpani, con bandiere tricolori e con vessilli islamici. Gli adunati scandiscono con fervore il nollle del Duce, plaudendo ininterrottamente e protendendo verso, di lui il volto, per cercare di essere vWuti. Tutti sono convenuti pmso il Ma.rabutto, che il Duce HJ8Ìunge e visita, percorrendo una lunsa corsia di tappeti arabi distesi, e , ecati qui da ciascuna famiglia del luogo. Un nuovo dsmorc saluta il Duce, quando egli rip,~nde la rapida marcia verso Misurata. Il Duce sosta nella zona di Bir Tumina; ove scaturiscono da un pozzo artesiano quattrocento centimetri d'acqua all'ora, capaci di i rrigare tremila ettari di ter reno, attraverso cinquemila metri di canali Trenta case coloniche sono già pcofondità d esertiche di Cufoa. Ma, quello che più conta, la Libia è oggi completamente pacificata.
E le spontanee, entusiast iche dimostrazioni tributate all'Italia fascista dalle pop olazioni musulmane in qu~sti gior ni,·ne costituiscono la irrefut ab ile , definitiva p rova.
Le direttive di Roma furono saggiamente e metodicamente applicate da tutti i governato ri e, in quest'ultimo periodo, dall'attività instancabile, geniale e tenace del governatore maresciallo e quadrumviro Balbo
Le popolazioni mu"sulmane sanno che, col tticolorc italiano, avranno pace e benessere e che le loro usanze e, sopratt utto , le loro religiose . credenze, saranno scrupolosamente rispettate.
Nel 1926 io venni qui per dare quello che fu chiamato, e come tale rimase nelle cro nache, uno scossone alla colonia. I risultati sono visibili agli occhi di chiunque : le città si sono trasformate e abbellite e nelle campagne i fort i rurali italiani svegliano, col vomere temprato, una terra che dormiva da secoli. Corona, questa opera di trasformazione, la litoranea libica, impresa. gigantesca, che soltanto ingegneri italiani e operai italiani potevano portare, come hanno portato, a compi~ mento, in termine di tempo rapidissimo.
Questa strada, che attraversa la Sinica, che non fu mai per corsa da r u0:ta di uomo, è. un titolo di orgoglio per noi, ma pot:ebbe e do-vrebbe esSerlo anche per quegli europei che· siano degni di questo, che, almeno una volta, fu un grande nome.
Gli ingegneri e gli operni italiani h anno lavorato durante alcune stagioni in condizioni di clima infinitamente meno leggiadre di q uelle abituali sul lago Lemano, dove la p iù numerosa e la p iù p otente delle coalizioni ha tentato invano di soffocare l'Italia.
Se c'è qualcuno che p ensa che tutto ciò sia dimenticato (un Hr/o levasi dallafolla:'«No ! Noi»), si disinganni: io noi
Ed ora lasciate che io deplori nella fo rma più esplicita la campagna in costruzione. Il Duce si informa di quanto r iguarda le condizioni di vita e dj lavoro di quella località ed incita i ùirigenti :a pros~guire la loro opera, con metodo e con fede» Alle 11,W, era giunto a Misurata. Visitai.ila, a lle 14 era r ipanito i n auto alla Volta di Tripoli. Poro dopo. il tramonto, era arrivato da· vanti a lle mura di Tri poli. Sceso d i macchina, era montato a cavallo per farvi il suO ingresso a lla testa di una colonna di duemi[aseicen10 cava lieri. Nella città, era stato accolto trionfalmente, « Ira. un fantastico tripudio di luci». li 17 marzo, alle 9.30, rende omaggio al Sacrario dei r:iduti fasdsti. Alle 10, inaugura la undicesima Fiera di T ripo li. In tale occasione, da un podio apposita~ntc erello sulla spianata di accesso alla Fiera, p ronuncia i l discorso qui riportato . (Da Il P<Jpolo d'Italia, Nn. 76, 77, 17, 18 mano 19}7, XXIV). di allarmismo che, nei paesi soprattutto della cosiddetta democrazia più o meno g rande, è stata inscenata a proposito del mio viaggio i n Libia.
Questo continuo allarmismo nèvropatico, questa seminagione di panico e di sosp etto, non serve certamente alla causa della pace, perché turba profondamente l'atmosfera fra i popoli.
Questo viaggio è imperialista nel senso che a questa parola hanno sempre dato, danno e daranno i popoli virili. Ma non ha disegni reconditi e mire aggressive contro chicchessia. Entro il Mediterraneo e fuori noi desideriamo di vivere in pace con tutti e offriamo la nostra collaborazione a coloro che manifestino un'identica volontà.
Ci armiamo sul mare, nel ciclo e sulla terra, perché questo il nostro imperioso dovere di fronte agli armamenti altrui, ma il popolo italiano esige d i essere lasciato tranquillo, perché è intento ad una lunga e dw:a fatica.
Camerati di Tripoli 1 .
Soprattutto voi avete il dovere di vivere e di lavora re nel clima dell'impero che la rivoluzione delle camicie nere e gli eserciti vittoriosi hanno dd.ato all'Italia.
Camicie nere I
Saluto al re I (Ogni frase è affolla da applausi penùJenli ed acclamazioni sa/11/ano l!Ji amnni alla pacificazione della Libia, al rilpelto delle religioni, oll'infalicab;/ità degli operai della liloranea libica, alla coalizione gimvrina, all'allarmismo s11Scilalo nelle den;ocrazie più o tJJtno grandi dal viaggio del Duce L4 dimostrazJom , alla fine, si fa imponentissima e /ralliem lungamente il Di«e sul podio. Conlinuano, ad uno ad uno, a brevi intervalli, i tolpi di cannone, che parevano rilmare il fiero diuorso)
Al MUSULMANI DI TRIPOLI E DELLA LIBIA*
Musulmani di Tripoli e della Libia I Giovani arabi del Littorio !
Il mio augusto e potente sòvrano Sua Maestà Vittorio Emanuele III, re d 'Italia e imperatore d'Etiopia, mi ha mandato, d opo
• La mattina del 18 mau:o 1937, Mussolini visita i borghi delle a Fornaci » e di Ainzan. presso Tripoli. Indi, da un osservatorio nelle vicinanze della città, assiste ad una azione tattica e ad una grande « fantuia » delle t ruppe indigene Ritornando a Tripoli, sosta a porta Benito, dove dà i primi colpi di piccone p er il costruendo sanatorio dell'.htituto nazionale fascista "per la previdenza sociale. « Si reca quindi al grande ospedale Villorio Em<1n11~/e lii i., che visita, Rientrato in città, ugsiunge la Scuola elementare B,miio M,molini e s'intrattiene undici anni, ancora una volta su questa terra dove sventola il · tricolore, per conoscere le vostle n ecessità e venire incontro ai vostri leg ittimi dcsidcd.
Voi mi avete offerto il più gradito dei doni: questa spada, simbolo della forza e della giustjzia, spada che porterò e conserverò a Roma fra i ricordi più cari della mia vJta.
Mentre accolgo il vostro dono, voglio dirvi che è incominciata una nuova epoca nella storia d ella Libia. Voi avete dimosuato la vostra fedeltà all'Italia, osservando l'ordine più assoluto nel momento in cui l'Italia era impegnata in una guerra lontana ed avete offerto migliaia di volontari, che hanno dato un prezioso conuibuto alla nostra vittoria. Prima della grande estate, i valorosi guerrieri che paternamente con gli alunni. Lasdaca la Scuola, «·più inn:mzi il Duce d.ì, con energico gesto, i primi colpi di piccone per la costru:i.ione del palazzo che ospÌ· Ieri gli uffici d elle truppt colonial i l>. Alle 16, è nella radura di Bugara. Quivi lo attendono duemila cavalie1i arabi. « Quando il Duce appan: a cavallo, sulla più alta duna, il triplice grido di guerra "Uled!" lo saluta. Rullano i tamburi. I cavalieri prescelti tra i più valorosi, si st;iccano dallo schieramento, discc-ndono agil1nente da cavallo e offrono al Duce la spada lampcggiante dell'Islam in oro massiccio intarsiato. JI primo dei dieci caval icri, Iussuf Kcrbisc, a1 momento della consegna della spada dell'Islam, pronuncia le seguenti parole: " A n ome dei soldati e dei musulmani della Libia, orgogliosi di sentirsi figli dell' Italia fascista, ho l'onore di offrire a te, o Duce vittorioso, questa spada islamica, bene temprata. Vibrano accanto ai nostri, in questo momento, gli animi dei musulmani di tulk le sponde del Mediterraneo, che, p ieni di ammirazione e di speranza, vedono in te il grande uomo di Stato, che g uida con mano ferma il nostro destino". 11 Duce snuda . la ·fama e l'ai2a fieramente, puntata verso il sole, Jancfando a voce altis. sima il griJo "Ultd! ". Sta la salda figura del Duce, con il fotte vollo imbru, nito dal sole, alta su lla duna e si staglia maestos.1JTlente nella serenità splendente dd cielo Simultaneamen te, i duemila cavalieri si ergono su[[e staffe e 1ispondono con altissimi, concordi damo, i guerreschi. Riechegsi::ino lontane le salve di cannone. La cerimonia è compiuta. I riti simbolici hanno la. severa SC'mplicità dei riti militari, Il Duce lascia la duna e si avvia verso Tripoli, seguito d:i.i duemila cavalieri galoppanti, tra turbini di polvere, in una visione guerresca tra le schiere delle palme. Il popolo musulmano attende ora la parola del capo, di cui tutti conoscevano e ripetevano il nome e che ciascuno ha ormai veduto, per non più dimenticarlo». Alle 18, Mussolini entra in piazza Castello, gremita di popolo. « Egli ,!, preceduto da uno squadrone di z<tpJii! e fiancheggiato dai littori. A sinistra, assicurata alla sella, è la spada dell'hlam. 1 duemila cavalieri lo seguono e subitamente invadono la vasta platea. Il duce sale, sempre a cavallo, sulla piattaforma, dominando la massa dei cavalieri immoti. Tuui i volti sono fissi su di lui. "Saluto al Duce!", ordina il maresciallo Balbo. \'Uled!'', urlano tre volte possentemente i cavalieri, dritti sulle staffe. La ·manifeuazione ~rdura al.cuoi minuti. Poi il Du<e fa un cenno d\ silenzio, tulle le voci tacdono fotorno ed egli pronuncia il discorso» qui riportato. (Da Il Popolo d' I,,,. lia, N. 78, 19 marzo 1937, XXIV). hanno combattuto in Etiopia torneranno tu. voi, e voi li accogli erete con molti e m eritati onori.
Dopo queste prove, l'Italia fasci sta intende assicurare .alle popo- · lazioni m usulmane della Libi a e de ll'E tiopia la pace, la g iustizia, il benessere, il rispetto alle leggi del Profeta e vuole ino ltre di most rare la su.a simpatia all'Islam e ai musulmani del mondo intero. Tra poco, Roma, con le sue leggi, vi dimostrerà quanto s'interessi del vostro sempre migliore destino.
Musulmani di Tripoli e della Libia !
Diffondete queste mie parole in tutte le case delle vostre città e def vostri paesi, fino alle ultime tende dei pastori. Voi sapete che io sono un uomo parco nelle promesse, ma quando prometto mantengo ! (L'atmmo a S11a Maestlt il re e i/)Jpuatore d' Etiopia suJCita le prime acc/a111azioni, che si rinnovano ad ogni periodo. Il Duce, che ha parlalo uandmdo lenla!llente le parole, co!llprende di es1cre stato co111pruo da questa gente, che ora1t1ai conosce ljllaSi /otalilarianm1le l'italiano. Ma le grida di .e11/u;iastico conunso si ripettJno quando l'interprete ripet e lelleralnm1 /e il dùcorso. « SalHIO al D11ct ! », ordina ancora S. E. Balbo. « "U/ed I " >}, rùponde I re i'Olte la m()/titudine dei cavalieri. La dimo;trazione, che ha un carallere di int1prht1ibile, co11m10 11en/e ;incerità e ;pon!aneità, conduce, senza VJai quirtarsi, il Duce, dx, ialito alla ra!!lpa di accesso al Castello, Jah#a ancora dalla balaustra d'ingruso. Il D«ce sosta lungo111tnle innanzi al superbo spellacolo; poi 1i ritira. Ma proseguendo la vùila all'ala del Castello che ;i pro1pella sulla piazza, è rùhia111alo da sempre pili insù/enti invocazioni. Ancora una volta egli si pruenta alla grande folla e all'applaHso i m!!lenso, cui si unùcono le acclamazioni dei nazionali Ora il D11u, a voce altùsima, ordina: « Saluto al Re! n L'11rlo (( Viva il R e » e /'11rlo «" Uled ! ")} si bloccano in' un «ni(o impeto di esaltazione).
NUOVA INTERVISTA AL « DAILY MAIL » *
Dalle 111e111orabili dichiarazioni che il Duce ba /rovaio tempo di fare appare chiaro che egli desidera concludere con la Gran B retagna .dei patti per lo .rvil11ppo dei rapporti commerciali in Africa.
l i D11Ce ha altrui rinnovato la più solenne snuntila alle pretese intenzioni dell'llalia di voler creare una base navale in l erriiorio ;pagnolo. In varie con- li Duce alle mie paro!e avtva scouo la tesla sorridendo inc'redulo, e ave,,·a S(Jf!,!,fH!lf();
• A T ripoli, nel p~la.zzo del Governo, il 18 marzo 19)7, alle 19, Mussolin i riceve &li inviati speciali della stampa straniera. In tale occasione, ronce<ie'a Ward Price deJ D4iJJ Mail l'intervista qui riportata in riassunto. (Da li Popolo J• Italia, Nn. 78, 80, 19, 21 marzo 1937, XXIV).
11crsazioni private avevo purlato al D uce di queste que1Ìioni, e gli mm:o fatto prermlr che fllolti, in Inghilterra, ritengono che la .~litica co(Mialt italiana sia ìmptrniata JU 1111 upamiMi!!JIO rostante e aureuivo.
- Anche soltanto dal punto di vista pratico del profitto e della perdita nulla potrei guadagnare da una guerra europea, mentre es porrei l'Italia a terribile rischio.
Chiesi allora l'opùtiom del D me !HÌ rapporti fra il nuovo impero "co!omtJle_ italiano e i'possedimenli britannici in Africa. La risposta del D 1m: è staia:
- Sono pronto a giungere a una amichevole sistemazione con la G ran Bretagna su tutte le questioni che essa desiderasse trattare nei riguardi dei tetrfrori confinanti coi nostri possedimenti, il Kenia e il Sudan. Abbi amo g ià raggiunto questa sistemazio ne per il Somaliland. Sarebbe nel nostro reciproco interesse oltreché in quello deJ mondo intero di giungere ad analogo accordo per il Kenia e il Sudan, che hanno coll'Etiopia importantl rapporti commerciali, i quali sarebbero facilitati da un simile accor do.
Ho ,hiesto in seguilo al Duce se egli Jom pronto a dichiarare rhe l ' Italia è ora interamente soddiifatta co1111 grande potenza colonia/~ ed è dispost a a cooperare aJJJichevohnente con le altre potenze europee .1tabilin in Africa, allo .1viluppo di quel continente. li Duce ha risposto:
- Sl, dichiaro che dal punto di vista coloniale l'Italia è soddisfatta. L'Eti~pia è un territorio immenso, colmo di enormi possibilità. Lo sviluppo di queSto richiede tempo , energia e capitali ed e ragionevole che l' Italia desideri cooperare con le nazioni e wopee che hanno colonie in Africa, continente che rappresenta ìl complemento dell'Europa ed è necessario ai s uoi interessi economici.
Ho cercato di .1aperc !e, oggi dx la rad11/a di .Madrid umbra imminente , il D11ce fom ancora dùpo!lo a ri11novare l'as!icuraz,ione che 1'1111/ia nulla aveva chiuto al generale Franto in vùla di ottenere una ba!e navale nelle B aleari o nel Marocco spagnolo. rio rhicslo alfresì !e i volontari italiani S11rcbbero stati riportati in patria, non appena la pouibilità della cm1zJont di un regime bolscevico in Spagna f ow: a.rsoluta111cnte .ICOt1giurato, e ·se i l nJ1ovo Goùcrno nazionalista sarebbe indipendente da ogni inffuenz.a o protezione italiana come prima della guerra rivi/e. Ecco la risposta riel Duce:
- Ignoro se Madrid potrà. e ssere presa tra breve e se la sua. caduta potrà p ortare fine alla guerra, In genere le g uCrre non sono mai brevj, e anche quando lo sono, esse son o già fi.n troppo lunghe.
Rinnovo comunque assolutamente l'assicura2ione che l'Italia nulla ha chiesto al generale Franco. Non si è mai parlato di quanto ella accenna circa le Baleari o il Marocco. L'Italia non ha fatto e non fa rà nulla che possa anche indire ttamente v iolare Ja integrità territodale della Spagna. Per quanto riguarda i vo lontari italiani1 il cui numeco è stato molto esagerato , essi t o rneranno in patria quando lo riterranno o pportuno, a men o che n on possa essere raggiunto un qualche accordo generale per ritirare dalla Spag na anche gli altri, che sono · in numero infinitamente maggiore. D opo la fine della guerra civile l'Italia non ha intenzione alcuna di ingerirsi negli a ffari spagnoli.
Ward Price chiede a questo p11n/o al Duce se, malgrado il rismtitJte11to manifulalo in Italia per l'invito a Tafari, egli desideri monlemre stretti e cordiali rapporti con la Gran Bretagna, concorrn1do alla restaurazione del Pallo occidentale . li Duce risponde:
-: L'invito a Tafari provocherà l'assenza di una delegazione iraliana dalle cerimonie de lla incoronazione. Siamo molto spiacent i d i ciò. Poiché si afferma trattarsi d i una manifestazione· pura mente fo rmale, non dubito che il nostro atteggiamento a sua Volta n on potrà non essere co mpreso .
Per quanto riguarda Locarno e il Patto m:cidentale, l'Italia è pronta a fare il possibile per. giungere ad una conclusione e l'accordo potrà essere facilitato dalla creazione dell'asse Roma-Berlino. Questo asse, comunque, non è stato creato per provocare disordini in Europa, ma per impotvi b . p ace e l'ordine.
Per quanto riguar da i rapporti commerciali italo -britannici, nessuno p iù di me è convinto della b enefica influenza che essi potranno p rovocare nelle q uestioni politiche.
Gli scambi fra l'In gh ilterra e l'Italia erano considerevoli e 'possono essere riportati ad un soddisfacen te livello. A nche d urante il perio9,o della campag na sanzionista i turist i britannici in Italia vennero tratt2t i con cortesia e rispetto. Nessuna difficoltà sarà posta alla cooperazione di ditte britanniche allo sviluppo del .nost ro i mpero dopo che le questioni politiche siano state sistemate.
L'ltalia non ha. mai accampato intenzioni ost ili ve rso la Francia e l'Inghilterra, né oggi ne nutre. La prova di ciò d eve trovarsi nel fatto che abbiamo conquistato il nostro impero senza turbare o minacciare le co lonie francesi e britanniche.
Ne] m io discorso, qui a Tripoli, h o deplorato la. campagna allatmistka imperniata sul mio viaggio in Libia, ed ho affe rmato che esso non ha scopi occulti, o intenzioni aggress ive, mentre l'Italia deside ra cooperare con le altre potenze nel Mediterraneo ed altrove. Ciò dovrebbe bastace ·per rassicurare tutte le p ers one sensate.
Per quanto ri guarda gli altri e cioè g li antifascisti di professione, n ulla vi è da fare . E ssi n.utrono verso l'Italia quella meschina animosità teologica, caratteristica delle sette r eligiose in decli no Essi continueranno a considerare tatto .ciò che è connesso ·col fascismo come .u n male diabolico : anche quella g rande e splendida strada che ora attraversa la Libia e che ser virà a sviluppare il t raffico degli uomini e de lle cose in tutto il nord A fr ica E si tratta di un avvenimento degno della civiltà europea, che solo il fascismo, con la sua fredda ed entusiastica tenacia, av rebbe potu to concepire e portare a termi n e in così bre\;~· tempo.
DICHIARAZIONI AD UN G IORNALISTA SIRIANO *
I n risp osta al pri1110 1p 1u ito, drca la prmibilità del rilorno degli u iliati poli1id in Libia, il D Hct ha dichiaralo rbe darà ordini affenchi t ali 'esiliali p ouon() rientrare lranq11illan1tnle, ed ha SQggiunlQ ,he i btni dei rif11giali saranno rutit11iti, tmntre quelli ,onquùlati f11rQ110 già dati alle tomunità . 11111nidpali per il bmusen della pop()laziQm.
A lla seconda don,a~da, (irça l'in,prusione prodolla dalle manifestazioni delle p()polazioni libkhe, il D,,ct ha risposto che è rimasto profonda111tnle con1mo1.ro dalle 1J1anifutaz.ioni dti mruulmani, avendo l'impressione che eue fouero spontanee , Egli ha .rogg,irmlo che il rfrord() di tali manifestazioni rimarrà a lungo nella ma n1ev,oria, ' ·
Alla t erza dontanda, riguardante le p rele1t mire italiané mllo Y en1en, il Duce ha rispo,to che J sorprt10 che 1i p enti di allrih11ire all'Italia mire Jl(l/o' Yemtn, paese col quale l ' Italia J legata da 1m pallo· di on1idz/"· Ed ha soggiunto:
- Il n ostro rispetto dell'indipendenza e dell'integrità di questo paese, come del resto degli a ltri paesi arabi, è assoluto. Vi prego di .dare la massima diffusione nello Ye men e in t utti i paesi arabi a tale mia dichiarazione, che è categorica. •.
Alla quarta domanda, relativa alla politica italiana verso i m11iNln1ani dell'Etiopia, il Duce ha rùpo1/o: ·
- In E tiopia abbiamo dato ai musulmani piena libertà di religione.
• A Tripoli, nel p31azzo dd Governo, la sera del 18 marzo 1937, durante i l ricevimffitO degli inviati speciali d ella stampa stunier.:i., il giornalis ta siria no Teyssir Zabian El Keyl~n i, prop rietario e di rettore del q uotidiano El Gherùrh di Damasco, Ottiene Ja Mussolini d i avere rispost3 scritta ad alcune domande relative alla politica. italiana in Libia Domande e rispo5te sono qui riportate in rias. s unto (Da Il Popolo d' lt«lirr, N R3_, 24 marzo 1937, XXTV).
La ling ua araba è stata I iconosciuta come lingua ufficiale. Parecchie moschee sono state costrn ite. I capi non m~sulmani sono stati sostit uiti nelle regioni in cui la maggioranza de lla popolazione è musulmana. I capi musulmani stessi manifestano, a parecchie riprese, la loro co mpleta soddisfazione per la p olitica inaugurata in E t iopia dall'impero italiano. ·
AGLI INVIATI SPECIALI D EI GIORNALI ITALIANI E AGLI SCRITTORI *
Il Duce ha ,ùpoIIO rivolgmdo un vivo elo·gio ai giornalùti per l'opera 1volta in qllltli giorni, che egli ha atlenlal!ltnfe 1eg11ilo ed ha quindi invitalo la slal!lpa Ualhma a portarsi, con umpre l)Jaggior c()nsaptvolezza, 1111 piano de/J'impero.·
D opo aver itvparlito ·alcune direlliPe, che do11ranno guidare il giornalim,o ilaliano nella 111a delicata t i mpor/ante funzione di fai/ore uum;fale p er la forn1az/011e di una cvscienza imperiale, il Duce ha vo/11/v rinnovare l 'upressione della sua simpatia e del suo ca1mratù1110 per i givmalùti i taliani. (Al Jermine della riunione, il minùlro Alfieri ha datv il saluto al Duce).
• Il 19 marzo 19}7, Musso lini aveva visitato le più importanti concessioni :igricole fiancheggianti la litoranea lungo il braccio che da Tripoli raggiunge il conline con la Tunisia; inoltre Zavia, Zuara e Sabratha. In quest" ultima cittadina, aveva · inaugu rato i l t~tro romano assistend o alla rappresentazione dell" E,dipo re di Sofocle. Il 20 marzo, aveva visitato Leptis Magna, Homs e T arhuna. La mattina del 21 marzo, a Tripoli, nel pala.2zo del Governo, riceve « gli inviati sp<"ciali dei g iornali italiani e gli scrittori, fra cui g li accademici ,1·Jtalia Bontempelli, O jetti e Marinetti, che lo hanno seguito durnnte tutto il viaggio in Libia I giornalisti, che erano accompagnati dal direttore gC'nerale della ·Stampa italiana, dottor Gherardo Casini, sono stati presentati al D uce dal ministro A lfieri. Erano presenti anche il ministro Ba lbo, il ministro Lessona, ed il segretario del P .N.F., ministro, segretario di Stato on . Starace. li segretario del Sindacato nazionale dei gio rnalisti, on. G uglietmotti, ha ri"volto, a nome dei .colleghi, bcevi parole di ringraziamento al D uce per !'ambiti ssimo onore che ha loco concesso, consentendo che lo seguissero cosi da vicino in tutte le lappe di questo trionfale v iaggio» . Al deputato, Mussolini ri sponde con le parole qui riportate in riassunto. (Da 11 Popolo d' ltalitt, Nn. 79, 80, 81, 20, 21, 22 mano 19}7, XXIV).
« RICORDARE E PREPARARSI »*
Camice necc !
Il d iciottesimo anniversario della fondazione dei Fasci I taliani di Combattimento viene oggi celebrato per la prima v o lta nella realtà e nel clima dell'impero.
Questo fu l'obiettivo del fascismo sin dalla vigilia ero ica di piazza San Sepolcro. 'I'ale obiett ivo è stato raggiunto. L'anniversai:io cade all'indomani del mio viaggio africano, che si è svolto, giorno per giorno , secondo il programma prestabilito e debitamente stampato ; il èhc ne avrebbe permessa la lettu ra ai troppi analfabeti che scrivono sui giornali. Viaggio che, come non è staro anticipato, non è stato accorciato, e mi ha permesso di constatare che il lavoro degli italiani sta trasformando le s teppe desert iche in una terra popo lata e feconda, solcata da una strada che è u na delle più Junghe e delle più belle del m ondo, degna in tutto e per tutto delle vie consolari dell'antica Roma.
L'anniversario cade mentre una delle solite tempeste infucia contco q~est a nostra magnifica Italia fascista: è u na tempesta di <?acta stampata. Questa inondazione di t ocbidi inchiostri, alla quale logicamente si collega l'Oratoria isterica ed ipocrita di certi pulpiti anglicani, i quali sono sempre pronti a vedere la pagliuzza nell'occhio altrui, mentre il loro è schiacciato da pesanti e secolari travi, no n riuscicà min imamente a scuotere: la nostra imper turbabile calma e la calma n on meno imperturbabile d i tutto il p opolo italiano.
Alla malafede altr ui , opponiamo la n ostra indiscutibile lealtà ; al caste llo delle menzogne altrui, il soffio impetuoso e travolgente della nostra verità; all'odio cieco altrui, il nostro consapevole dispre-ao.
Siamo collaudati dall'assedio economico, che, dopo nove mesi, si è concluso con una resa: quClla degli asseilianti.
Tuttavia sarà necessario proclama re che queste cosiddette campagne inscenàte dai pacifisti di professione costituiscono la preparazione alle complicazioni ed ai conflitti, per cui ancora una volta si dimostra che costoro son o i veri e temibili nemici di quella pace e di qu ella collaborazione europea che noi sinceramente vogliamo e prat ichiamo co i fatti.
• Il 21 ma rzo 19.n, alle 17, Mussolini era salpato da Tripoli a bordo dell'incrociatore P olrJ. Durante la navigazione nel Mediterraneo, aveva seguito le esercitazioni tattiche svolte dalle unità della prima e seconda squadra navale (278). li 22 marzo, alle 15.30, era sbar(ato a Gaeta, donde aveva proieguito subito in auto alla volta di Roma, giungendovi in·serata. Il 23 marzo, verso Je 10 30, dal balcone centrale di palazzo Venezia, in occasione del diciottes imo . anniversario della fonJazione dei Fasci Italiani d i Combattimento, pronuncia il discorso qui riportato. (Da li Popoht d' llalia, N11. 8 1, 82, R3, 22, 23, 24 marzo 1937, XXIV).
Si ·dice che il popolo italiano sia un popolo facil e all'oblio. Errore I Errore! U no dei tanti errori nei quali spesso cade l'osservatore straniero superficiale o ignaro. Il popolo italiano ha invece una memoria 'tenacissima e sa aspettare. Abbiamo aspettato q uarant 'anni per vendicare Adua, ma ci siamo riusciti !
E se a nche questo un giorno potesse accadere, che le memorie illanguidissero, saremmo qui noi a tìsvegliarle e a pungolarle.
Camice nere I
Rkordare e p repararsi I Questo è il monito dell'odierna c elebrazione. (Ad ogni periodo, ad ogni frate, le at dat11az/oni, gli applausi si rinnovano per divenire alla fin e tm'eni11sia1tica, grandiosa dinNutr11zione. Più volle il Duce , dopo t1.rer1i ritirato, deve tornare ad ajfau iani p i r rispondere al popolo the tonlinua ad i nvotarlo; e lt JJ/anifntaz.ioni nnn te!JaM m an fh e quando vengono chiuse le vetrate del balcone. Immobile, compalla, formidab ile la folla rimane ml/a piazza, elevando il 1110 grido: « Dute I Duce I )), Ed egli di nuotJo, ptr tre e q11attro tJulte, riappare alla balans/ra e Ii sofferma ad a111111irare lo 1pettafolo meraviglioso tht offre la poderota ad,mata)
Al BENEMERITI DELLA LOTIA ANTITUBERCOLARE*
Il D11tt, fattu segno a una nuova, tJibra11tt 111m1ifestazione, ha n prmo la 1ua 1oddisfazione per il rapporlo fatto dall'on. Paolutd intorno ai risultati della lolla antitubercolare. .
Quindi, dopo aver impartito le direflive 'per la prosetuz.i one della lolla 1/u1a, ha rilevato totvt' le 111ùure che sono state giti adof/ale e quelle the lo 1ara11no in seguito, dovranno portare ad una permtt11ale di mortalità inferiore ancora all'allHale.
li D,m ba elogiato l'opera svolta dagli organizz.atori della fampagna antitubert olare; notando che, grazie a tale opera, il paue ha t o111preso la grande importanza della battaglia ,he esti ,ond11com, e il popolo ha dimo#rato la s11a um1apevolez.za ÙJ forl!Je pratiche e ,onc!MSive
• li pomeriggio del 2 aprile 1937, Mussoli ni compie un volo di ispezione (30 1). Verso le 19, a Roma, nella sala Regia di Palazzo Venezia, riceve « g li organizzatori delle manifestazioni nazionali antitubercolari del seéondo anno dell'impero•. Dopo il r apporto del deputato. Raffaele Paolucci, presidente· della Fede. razione nazionale fascista per la lotta contro la tubercofosi, il capo del Governo consegna i premi assegnati ai consorzi provinciali antitubercolari che più si sono distinù nella campagna svolta durante il 1936. Indi pronuncia le parole q ui riparlate in riassunto. (Da Il Popo/(I d' lr,1H;;, N . 93, 3 aprile 1937, XXIV).
Il D11ce ha incitalo infine i presenti a proseguire. nella loro azione, dire/la ad un altiui,110 fine sanitario e soriale. (Enlu!iattiche aulamaz.ioni bafJ!lo acço/to le parole del D11ce e la 111anifu tazione J continuata intensa fin q11ando il capo del G()l.lerno, dopo avere salutalo romanamente, ha laida/o la tala R egia).
PER IL QUATTORDICESIMO ANNUALE DELL'AERONAUTICA*
Il Duce ha parlato u allando /r glorie dell' aviazione italiana, stdla q11ale la patria può fare amgnamento per il pruMio del proprio de/o. (li rapporto è lerntinato col « Saluto al Duce I», ordinalo dal sottosegretario, generale Valle).
Jagoda
Dov'è, in questo momento, l'ex-capo onnipotente della G.P. U.? Nelle celle della Lubianka, la famosa prigione dove sono passati migliaia, forse milioni di individui condan~ati alla deportazione o alla morte, che veniva eseguita nei tetri corridoi dell'edificio da carnefici cinesi appostati O.elle nicch ie? O nel carcere militare, dato che i protagonisti della sua defenestrazione appartengono a quell"esercito rosso che fu - un tempo - creatò dal grande anticristo di Stalin, Trotzky, nato Bronstein? Dovunque egli sia oggi, si può. f:aci]mcnte prevedere dove sarà domani: in una fossa anonima di un cimitero moscovita, dato che g li sarà probabilmente negato il ptivilegio del forno crematorio.
Cosl sta per concludersi la cardera e la vita di uno dei più grandi sant i del paradiso bolscevico, di uno dei più antichi discepoli e commilitoni di Lenin, di uno degli ar tefici della rivoluzione del 1917, di uno dei più inesorabili esecutori di alte opere di giustizia che ricotdi la storia. Le sue «epurazioni» fanno impallidire le stragi dei guerr jeri asiatici, che stritolavano le masse umane come mucchi di formiche. La fine di Jagoda è il terzo atto del grande dramma termidoriano che si svolge in Russia, da quando, Trotzky, bandito dal parad iso, è diventato il nemico implacabile di Stalin.
• A Roma, nello stadio di Domiziano, la mattina del l aprile 19}7, Mussoli ni tiene g ran rapporto a diecimila piloti, convenuti nella capita le per il quattordicesimo annuale dell'Aeronautica ln tale occasione, @salito su un rudere mi llenario nello ,sfo ndo ·dell' emiciclo», pronund.1 le parole qui ripor"tate in ria_~. sunto. (Da Il P()po/o d' [l11/ii1, N. 94, 4 aprile 1937, XXIV).
Ammesso anche che molte delle notizie concernenti la Russia, diramate dai limitrofi paesi baltici, siano inesatte o gonfiate, nessuno può mettere· più in dubbio che, nella felice Repubblka dei proletari collettivizzati, la famè e il terrore sono all'ordine del giorno. Tutti gli uomini d ella vigilia sono caduti in disgrazia o sono stat i fucilati. Dopo avere distrutto la borghesia - fisicamente, cioè nelle persone dei suòi singoli componenti, come consigliava, nella sua fredda crudeltà di autentico mongolo, Lenin - oggi il bolscevismo divora se stesso, ammazza i suoi caporioni, mati.da al muro dell'infamia e del piombo i suoi eroi, accusati di essere diventati - non si sa perché -. s 0pie ed agenti del fascismo.
Gli uomini che una volta furono esaltati dagli armenti umani de lla Rus~ia e di altri paesi come rivo luzionari, oggi compaiono davanti ai tribunali milità.ri in veste di controrivoluzionari e sono spediti all'altro mondo. Dove sono andati, per esempio, a finire i vent un membri del Comitato centrale bolscevico, nominato nel sesto congresso, svoltosi nell'agosto del 1917, cioè alla vigilia della ri voluzione? Di essi sette sono morti.di morte più o meno naturale; altri sei sono stati relegati nella burocrazia esecutiva e in posti di infimo ordine, gli altd sette a ppartengono o appartenevano alla contro rivoluzione. Difatti Zinoviev, Kamenev, Sokolnikov, Smilga sono stati condannati a _morte nel primo processo anti-« trotzkysta », Bucharin è sospetto, Trotzky bandito; non è restato fo piedi, finora, che Stalin.
Il processo numero due contro il cosiddetto « centro parallelo " tro tzkysta " )) si è chiuso mesi or sono con un'altra ecatombe di vecchi rivoluzionari e con la condanna alla reclusione di Radck, il massimo giornalista del reg im~. L'arresto di Jagoda annuncia la preparazione del terzo processo contro i « trotzkysti ,., onde ottenere la liberazione della Russia dalla lebbra « tcatzkysta.», diventata l'allucinante ossessione dei nuovissimi zar imperversanti al .Cremlino.
Tutto ciò fu deciso nella seduta segreta del Comitato centrale del PartitO Comunista tenutasi a Mosca il 3 mano scorso e della quale solo in ·questi giorni si è data ampia pubblicità da .parte della stampa ufficiale bolscevica.
Stalin ha esposto in una lunga reluione la situazione niente affatto brillante nella quale versa la Russia all'interno. Stalin ha denunciato l'esistenza di un'attività sabotatrice dei « trotzkysti », collegati con agenti di Stati esteri, attività che è penetrata in quasi tutt e le organiZ:zazioni sovietiche, non escluso il Partito, e non esclusi nemmeno i posti d irettivi del Partito. Le cause di ciò sono da rintracciare - è
~mpre Stalin che parla - nella « noncuranza politica)> de} dicigenti boJscevichi., nella lo ro incapacità a resistere all'azione del « ttotz kysmo )), divenutQ - secondo Stalin - << una b anda di spie, sabotatori, assassini>).
Quali rimedi esige e propo ne il dittatore bolscevico? Egli li ha fi s5ati in dodici punti. Il quinto punto dice testualmente che il (< "trotzkysmo ", non essendo più una correii.te politica. della classe operaia, ma una banda di spie, sabotatori, assassini, esso va combattuto non con parole, ma con ferree rappresag lie ». Al punto ottavo è detto che « il peggiore sabotatore è _quello che lav ora bene di volta in vo lta, per no n essere smascherato >). Al punto decimo si afferma che « lo " stakanovismo" (specie di sistema_ Bedeaux portato alla fe rocia) non annulla i risultati del sabotaggio quando non sia validamenté e costantemente difeso ». Il punto u ndicesimo. mette in guardia contr o l'ide a che Tto tzky non abbia più forle o ri serve, perché invece ne dispone nei paesi stranieri, e sono la Quarta Internazionale, i soc ialdemocratici norvegesi che diedero asilo a Trotzky, il gruppo Suvarin in Francia, i gruppi Ruthi, Fisher, Maslo w fra gli emigrati tedeschi, il gruppo americano Eastmann, Ne consegue che Trotzky è in grado d i disturbare energicament e i piani p iù o meno quinquennali e regolarmente falliti di Stalin.
Intanto l'uomo di Stalin, quel_ Jagoda che aveva il compito di « epurare » la Russia da ogni contaminazione <( trotzkysta n~ sta per essere « epurato >> a sua v olta e, prima ancora di essere collocato al muro, viene sporci6cato come ladt0ne e dissipatore, il che deve « ed ifi a r e >> moltissimo i proletari che credevano ciecamente in lui quale difensore integetrimo e spiet at o della (< patria socialista )).
Coi;nplotti, , processi, condanne a morte dei vecchi bolscevichi, collasso economico, miseria univer sale e nera: questo è il bilancio ventennale di quel r egime che tr o va ancora, se mpre più rati, ma sempre più cretini,. gli osservatori indulgenti nei paesi delle « g randi » democrazie.
Il caso .Jagoda, terzo della serie, è un indice certo de1lo stato d i avanzata disgregazione interna d ella -Russia.
No. La luce non viene da quell'or iente. Di là giunge sempre p iù incalzante il crepitlo dei plotoni di esecuzione. Ora è la volta di Jagoda, l'intimo amico di Lenin.
Nell'oltretomba, centomila russi, operai e contadini, fucilati in questi ultimi anni per suo ordine, lo attendono con febbrile, legittima impazienza,
Da Il Popolo d'Italia, ·N. 9R, 8 aprile 1937, XXIV (g, 269).
389" RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI*
I l Consiglio dei ministri ha approvalo i segumli prol!IJtdimmli, SII proposta del topo del Governo , pritJ10 ministro, segretario di S taio:
Uno sthtma di decreto di legge totuerntnle l'Opera naz.iol'ld!t dfJpolavoro. ' Il provt1tdin1ento, oltre ad inquadrare la materia allùttnle a della ùtituz.ione in modo organùo e razionale, aggifJrna le relative disposizioni, adeguandole allo sviluppo raggiunto ed alle complwe alliviJà da euo svo/Je.
Uno schema di regio dtcrelo ,he concede al gruppo delle medaglie d'oro al valore militare l 'autorizz.aziMe a far, 1110 tkllo stemma dello Stato nei propri atti uj/idali.
Uno sdmna di decreto legge re,anle varianti ed integrazioni alle norme sulle indennità ptr spue di J!iaggio, di soggiorno e di trailo,o da corrispondere agli impiegati dello S t aio i n mùsione nel R egno, nel senso di consentire /"uso dei n1ez..z/ aerei, o, comunque, p iù ve/o(i dei /reni ordinari.
Uno schen1a di decreto legge col quale si propvede a determinare il 1111mero e le sedi dagli ujJi,i commerciali all'estero ed a fiuar, il trai/amento econo1JJÙ0 del p ersonale addello agli 11jfìd medesimi, Su propo.Ita del capo del Governo, ministro de/Plnterno: Uno schema di disegno di kgge concernente la ist il11Z,ione, in ogni comune del Regpo, del/'<< Ente comunale di assi.rlenza ». Allo scopo di coo rdinare tulle le attività miranti all'auistenza generùa dei ,nelll) abbienti e di dare . ad em 11_n arse/lo piri organico ed unitario, all'erigendo 1111oco Ente vengono attribuile le funzioni della Congregazione di carilà I dell' Ente opere auislt nz..iali, nonchl l'an1mini.tlrazion1 delle islilNZ,ioni pNbbliche d'as.rùtenz.a, allualmente gesti/e dalla Congregazione di carità /E prevista, inoltre, nel termine di un ani/O, la fusion e in dello Ent e del/, istilNZ,ioni ed altre Opere aventi fini di gentrùa auistmz..a. Il n11ovo E nte sarà amministralo da un Comitato, roslit11ilo dal podestà, in qualità di president e, da un rappresentante del Fascio di Combatlimento, dalla segretaria dei Fa.rei f emminili e da un numero di rappresentanti delle AssociazifJni sindacali, che varia, a seconda della popolazione, da d11e a sei. L 'Ente comunale di auistenz..a provvederà al raggiungimento dei .t11oi fini , fJ/treché ,on le rendile dei beni degli Enti in uio fusi, ,011 la parie dell'addizionale .Ili talune imposte erariali, islitllila con regio dtcrtlfJ legge JO dicembre Ijj6, XV, numero u 7 1, che sarà ad uso auegna/a.
Uno .tchema di decreto legg,e con c11i si apporla110 a/cm,e modificazioni a/Ja legge 24 111arzo 19u, nutJJero }7J, recante provvidenze per l'E nte aulono1110 Volturno in Napoli
• ìenutasi il 10 aprile 1937 (ore 10 12}. (Da 11 Popolo d'ltalù1, N. 101, 11 "aprile 1937, XXIV).
Uno schenta di du:relo legge con _cui 1i 111odiftca la compo.tiz.ione del Consi~ gl io .tnlralt delle stazioni di sog,g/orno, mra e l11rùmo, ,hia,nando a f arne parte anche un rappresentante del ministero dei Lavori p ubblici.
Uno Jrhema di regio demio che approva il 11110110 regolanm1t~ per il urvizio Jarmaceuti.o ·
Um, schenia di regio decrelo ,on m i 1i modijita l'articolo JI del regolanien to di sanità tnarittima per 1nttlerlo in armonia col regio du re/o 3 ottobre 19J6, XV; numero 19 26.
Uno sthen111 di du:refo legge conternml e l'aggregazi'om dd conmne di R ebbio a quello di Como. ( +) li D11te ha anmmtiato al Comiglio dei · nuitùlri che, con prb1111tdi111enlo in cono di firma, il minùlero delle Colonie t1u11nu il no111e di ministero dtll' Africa I taliana. Il Minùhro 41!rà una n11ova sede, degna delle sue fnnz.ioni li Duce, ,on1e ministro delle Forze Armate, ha quindi solloposlo al Consiglio dei ministri, che ha approvalo, 11no schema di prouvedùnenlo con il quale viene coslilflllo un Comando Marina della Libia ed uno s,htn,a di p rovvediv,en/o col quale vie11e costil1tilo in Libia un Corpo d'Armala nazionale. ( +)
39cr· RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI*
li Consiglio dei minislri ha approvalo i seguenti provuedinmtl i (+),su prop osta del capo del Governo, 111itzùtro della G11erra :
Uno schema di regio dure/o ,ol quale, allo l(Opo d'auicurare una ·111igliore selezione _ nel personaù da asmmere in servizio, si prescrivono nufJVi requùiti per l'ammissione ai concorsi a pQs/i d'ùmrviente nell'amministrazione centrale della Guerra.
Uno rcbema di regio demlo cQ / quale, in rapporto alla mQdijim parlala dai regio decreto legge 2; gennaio 19)7, XV, all'ar/icQ/o ; della leg,e II marzp Ij,26, IV, numerQ 116, _.r~lle procedure da eseg11ini negli accer tamenti medico-legali delle ferite, luioni ed infm1Jilà dei p erJQnali dipendenli dalle amminùtraziQni militari e da altre amministrazioni dello Staio, viene au/ornato, in conformilà, il regolamen/o p er l'mcllz/one della Jegg,t predella
Uno schema di regio dure/o che approva le norme amnuìzistralive t contabili ptr le tr11ppt di terra mobilita/e in Afri,a Orientale in rapporlo alla tlùposiziom dell'articolo 4 del r-egio decreto kgge 2J agosto ljJ J, XIII, numero 16IJ,
• T enutasi il 13 aprile 193 7 (ore I0-12.30). (Da li Popa/a d' ltttlùz, N 104, 14 aprile 19.n, XXIV}.
Uno u hema di regio decreto che approva ù norme p er l 'applicazione dei decreto legge 16 aprile ljJ'1, nuf!lero Xli, nufllero 16!, cona rntnte la conct.!.!ione di un'a1'lrJvellura, in luogo del cavallo, ad alami uffedali dell'arma dei carabinieri reali. ·
Uno schema di regio dure/o col quale, allo scopo di con1entire la sollecita definizione delle vertenze arbitrali in caso di coNtestazione Ira 1'af!1minislrazione della Guerra e iv,prese ass11ntrici di favore, 1i modifica l 'art icolo J6 delle « eondi zioni generali per l'appalto dei lavori del Genio militare », approvate con regio decreto 17 marzo lj)2, X, numero 366
Uno schema di regio decreto che esteflde le no!'lllt del regio du re/o 2 luglio 1,;6, ·XIV, nun11ro 1712, relalivo alla conctssione dt!/a Croct di guerra e dei distintivi di onore per 11111/i/ati e feriti di gNerra, al p ersona/e che, dal f 111aggio tjj6, XIV, abbia parluipato o parteciperà irt Africa Orientale Italiana a dcli di operazioni di gronde polizia coloniale
Uno sdJt111a di regio du re/o che porta akum integrazioni alle norme sulla co,ueuione tkl/a medaglia co11m1t111oraliva delle operazioni militari in Africa Orientale Italiana, al fine d'e.rtmdere ad alcune categorie di p ersonale in servizio in Africa Orientale dal J ollobre Ij)f, XIII, al J maggio Ijj6, XIV, la conceuiont dei/a predella medaglia; di concedere la medaglia J/eua ad (1/rnne categorie di pcrJOnale in servizio nelle isole italiane dell'E geo e in Libia d11rante lo stesso periodo di tempo; di regolare la conu s.rio11e della flltdaglia per l'a1111enire, so.rtituendola a quella istituita a ricordo delle campagne d'Africa.
Uno scht111a di regio durelo che approva il rtgolamenlo p er la esecuzione del regio decreto legge 28 novembre lj)/, XIV, n11mero 2;97, ù tituHvo del Corpo degli 11.IJidali in congedo della giu.rtizia militare.
Uno sdnma di regio decreto ,he n,odifica il regolamento sulla dispensa dal richiamo alle armi per ,nobilitazione,
Uno schema di decreto legge che con.rente d'applicare, anch, alle i•erlenze arbitrali in corso, gli aggiornamenti apportati all'artico/o 1 6 delle « condizioni generali per _l'appalto dei lavori del Genio militare n
Uno .rchema di tkcreto legge che, allo scopo di consentire il maggior numero di matrimoni di appuntali dei carabinùri reali, a1'menla di mille posti l'organico degli appuntati stmi, di11Jinuendo però di altrellanle unità l'organico dd carabinieri reali.
Uno schema di dure/o _legge concernente la istituzione del C orpo della Guardia alla frontiera.
Uno schema di dtcrt/o legge C(!l qHale, allo scopo di offrire in modo tangibile il riconoscin1tnlo delle benemerenze acquistale dal tenente generale medico Luigi Franchi, e dal t enmte generale co111missario El/ore Chiariz..ia, nella qualiià di capi, ri.tpet1iva1111nle, dt l Corpo 1a1ritario t tkl C orpo di co n1111isJ~riato durante le operazioni in Afrùa Orientale, vitne concu10 ai predelli generali, all'atto del colloca111enlo in arailiaria, il grado di /tnenle generale capo e quindi il rango di ecceller,z.a.
Su proposta. del capo dtl G overno, 111inirlro de/la Marina:
Uno sch, ma di decrrlo l egge inle.ro a prorogare fùto al JO giugno pros.rin,o uenluro le dùposizioni del regio t!urelo 24 luglio r9;6, XIV, moJJero 117 ! , riguardante il lra/lammto uonomico al penonale della ngia Marina ln,barcalo 111 navi dfr/ocate nelle acq11e Orientale.
Uno Jcbema di disegno di legge che ripartisce gli u.flidali del Corpo reale equipaggi mariltitt1i in cinque rnoli anz_ichl in qua//ro.
St1 proputa dd capo del Governo, minùtro del/' Aeronaulica:
Uno schema di dure/o leJJ!l du au/orizta il n,inislro ad aJ.IUtJiere impegni fino al lù11ile di lire didotlo milioni p er la rostruzione di Hn aeroporto in Genova, nsosi neceuario data l'inlentilà dei traj/ici aerei nazionali e internazionali,
Uno 1chen1a di regio decre/o ,/11 s1abilùce il lrat/a111enlo economiro del/'uf fttia!e generale della regia Aeronautica comandante le forze aeree delle isole italiane dell'Egeo.
Uno schema di regio dur'tlo intu o a deterntinare l'inizio del cido di op eraz ioni militari ammautù:he importanti ml/e colonie. Allo scopo di conferire no»1i,,e e pro1J1ozio11i p er tmrito di g11erra in dipmdenza di falli d'ar1111 aeronauliti svo/liti o cbe si svolgeranno i n Africa Orien/ale /laliana a partire dal 6 1J1aggio 1g36, XIV, e fin o aJ!a data dafimmi con JUcceJiivoprovvedimento, si rende netwario s/abilire the gli indicali falli d'arme sono da considerare avvmuti in tit!o di operazioni militari aeronautùhe importanti nelle tolo11ic , Uno 1chet11a di regio decreto che n1odiftta altune delle vigenti disposizioni -,ontern_enli il tondano di pt11e disciplinari a ujfùiali e militari di lrHppe delle Forze Ar,vate dello Sia/o.
Uno 1cht111a di detrelo legge inluo a mQdificare le vigenti norme Ju/lo f/a to, il redulafllenlo e l'avanzan;ento degli ufficiali e 101/u.ffeciali della regia A eronautica in dipendenza dell'entrala in vigore del regio decreto 22 f ebbraio Ijjl , XV, numero .220, che approva il nuovo ordinamento ddla regia Aeronautica.
Slitmtiva,nente, il Duce ha pruenla/o i teguenti provvedimenti riguardanti il minùterQ dei Lavori pubblici: ·
Uno schema di decreto legge , he autorizza la spaa per la roslruz,ione, a ,urtz del minùtero dei Lavori p11bbliti>dd nuovo edificio per il minùlero delle Colonie. Con tale provvedùmnto viene data una più idonea e detQrota sede al detto dita1tero, i servizi del q11ale si sono ntJlevolmenle ampliali in ttg11ito alla conqllisla dell'impero ilaliaM,
Uno fChema di decreto legge che a11/orizza la spua di lire venti milioni per prQ11t1edere alla proserNzione dei lavori di ,ostruz.Mne e dell'arredamento del nuovo ospedale di NapfJli. Per ,ondurre a t ermine i lavori dtllo S(ldillo di NapfJli, p er la ,ostruzio,u e l'arredam~nto dt! quale /11 auto· rizzata la spera di quaranta milioni ,on il regio du re/o legg,e 6 gennaio I !Jj2, V , m1mero Z2, t i I resa nm uaria una magg,iore assegnazione di venti milioni. Con la p resente autorizzazione di 1pua, oltre a rendere }ouibile la valorizzazione delle opere iniziate, ,be nello 1tato in cui si trovavano non erano susu /libili di 111ilizzazione, ti provvede altresJ ad alt11are 11n ,ompleuo ospitalitro organico ,apace di uplicare int egra/l)Jen/e ed eumomi<ammte i Iervi zi di un moder110 01pedale
Uno schema di dure/o legge che autorizza la spna di diciotto milioni di lire per compie/amen/o di opere marillùm.
Uno 1'hema di decreto ltg,e che autorizza la spna di Ire n1ilioni e dut(tntomila lire per p,-ouvedere, a ,ura del ministero dei Lavori pubblici, alla co· 1tn1zione ùr Famza di un nuovo edificio da dntinare a sede degli ujjid governa/ivi; ufficio postale, regia pretura e u.ffedo del registro.
Uno sd;e111a di regio demto con il quale è islituilo, prnso il ministero dd i.Avori pubblici, un'ispellorafo generale per il servizio contra/li e l 'albo nazionale degli appaltatori di opere pubbliche. In seguito al decreto legg,e 2J gennaio Ijj6, X I V, nun:ero 1;38, che ha istit11ito l'albo nazionale degli appaltatori di opere pubbliche ed ha, fra l'altro, oj)idato all'ujftcio ,onfralti del H1ù1ùtero <Ui Lavori pubblici il strvizio relativo ai ,ontralli dell'Azienda autonoma statale della strada, si è determinata la nea uità di ,onere/are in un nuovo ispellora/o generale i servizi 1ia dell'albo naz.ionole degli appaltatori di opere pubbliche, sia dei contratti, e ciò per l'entità ,on1p lwiva di tali servizi e l'evidente ,onµwione delle materie. L 'istituzione del nuovo ispdtorato, peraltro, r1on determina alcuna nuova spesa, ni alcun 011me11/o di posti.
Uno s,hema di decreto rol quale si autorizza il eon111ne di R e (provir1cù1 dì Novara) a continuare ad i mportare dalla Svizzera l'energia e/e/Irica necetsaria per l 'ill11minozior1e pubblica e privala di lla frazior1 e Olgia, prossima al confir1e ed allacciata già a una linea e/e/Irica svizzero.
Ur10 .rrhema di decreto legge col quale si accorda un Hiteriore contributo di lire dieci milioni per il risanamento dei rioni di Santa Croce e di San Frediano in Firenze. ( + ) *
• Nella 391• riunione, tenutasi il 16 aprile 1937 (ore I0-12), i! Consiglio dei ministri approverà « provvedimenti demografici», stanzierà « un miliardo per la costruzione dì alberghi», affider'à « il controllo dei prezzi agli istituti corporativi », approverà « la costituzione dell'Ente tessile nazionale» (Da Il Popolo d'Italia, N. J07, 17 apr ile 1937, XXIV)
AGLI ALPINI DELLA DIVISIONE « PUSTERIA » *
Valorosi alpini della « Pusteria I »
L a patria, al vostro thorno, v i saluta con gioia e con gr atitudine. Per la conquista dell'impero voi a vete scritto una pagina imperitura di gloria, che si aggiunge a quelle del passato e precede quelle del futuro. (Lt parole del Duu .111scilano nella j<J/la una nuova, ent11sias/ica n1tmifn tazione p er gli eroùi reparti e ml festoso dafllore si elevano squillanti e marziali le note di « G iovinezza »).
AI CAPI DELLA « BRITISH LEGION » IN VISITA DI OMAGGIO**
Vi ringrazio molto sinceramente dei sentimenti che, da parte del la Legione b ritannica, avete cosi· cordialmente espr essi e che io pienamente ricambio.
Voi siete benvenuti in R?ma e d io sono particolarmente felice e fiero di salutare i so~dati c he hanno servito il loro paese in guerra ed hanno offerto alla loro nazione c iò che noi consideriamo il più nobile sacrificio ed il più alto esempio di civico dovere
* A Roma, in piazza Venezia, i l 13 apiile 1937, verso le i,, pdma di passare in rivista gli alpini della divisione Puueria reduci dall'Africa Orientale Italiana, Mussolini rivolge loro le parole qui riportate. (Da Il Popolo d' ltttlia, N. 104, 14 aprile 1937, XXIV).
** A Roma, a palazzo Venezia, il l~ aprile 1937, Musso lini riceve i e2pi dei combattenti inslesi della Bri1ish U gion. Il m aggiore Petherston Goldley, presidente de lla Legione, rivolge al capo del Governo il seguente im.!irino: « Ecce). lenza.! lo ed i miei camerati della Legione britannica siamo molto g rati della calorosa accoglienza che abbiamo ricevuta dai camerati italiani durante la nostra visita a Roma e speriamo presto di avere il piacere di accoglierli in mezzo a noi a Londra in contraccambio Noi sentiamo fortemente che l'amicizia tradiiionale Ira i nostri due paesi deve essere m:mtenuta; e in un sentimento di grande rispetto per i camerati italiani che combatterono con noi durante la grande guerra, SJ* riamo di lavorare e lottare a questo scopo e di eliminare lo sfortunato attrito che purtroppo. esiste in questo momento Ci sono stati fo rse errori d a ambo le parti, ma se essi sono inevitabili in un mondo tanto turbato, noi fermam ente crediamo che i legami che ci hanno uniti per generazioni debbono avere infinit:Ìmffite p iù peso di qualunque recente contrasto. Noi siamo convinti che tali contrasti potranno gradualmente, e speriamo rapidamente, sparire N oi che ab biamo combattuto a fianco dei so ldati italian i, rigettiamo le .ingiuriose a ffermai ion i fatte contro il loro coraggio, e fa parte del nostro credo rispettare ed onora re i va.lorosi di ogni paese. Noi speriamo con questa visita di cementare ancora d i più g!i antichi vincoli che ci legavano ed auspichiamo un'amichevole collabon zione, che mettà in condizioni i nostri due paesi di procedere insieme verso una mèta di prosperità e di pace ». Al maggiore, Mussolini risponde in ing lese con le parole qui ri'portate. (Da I l Popolo d'I1alia, N. 106, 16 aprile 1937, XXIV).
La n uòva Italia che vi ha accolti è in g ran parte creazione dei nostri combattenti, i quali divisero con voi sacrifici e la gloria de lla g rande g uerra e hanno portato nella vita civile quello spirito d i iili. mitata devozio ne al paese, che è stato e& è il vero duraturo fondamento di ogni Stato e di ogni civiltà.
Sono s icuro che voi comprenderete questo spirito dell'Italia fa. scista meglio di chiunque altro, e che la vostra visita gioverà a pro· muovere una migliore comprensione tra le nazioni britannica e italiana.
A vo i il mio benve nuto ed i miei m iglior i au guri di vecchio ca. mcrata.