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COLLOQUIO CON IL GENERALE VACCA MAGGIOLINI *

- Ditemi di che cosa ·vi occupate ancora alla Commissione ital iana d'armistizio con la Francia. Immagino il vostro lavoro enormemente di· minuito,

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- Il nostro lavoro, al conJrdl'io, è, dopo gli ultimi avvenimenti, piutJo.JIO aumentato che dimi nuito. .

- Ne ·stupisco. Spiegatemi come ciò possa avvenire.

- lmumzi tulto la Commiuione h11 ttJttora in consegna 11n'enorme q11antità di materùt!e provenient e dalle disciolJe 11nità delle Forze Armate francesi. Anche dopo che la quarta Armata ha utilizzato quanto le poteva occorrere, sono· rimasti inge-11ti depo1iti, che non possono euere spediti in IJaJia che gradualmente. Ci vorranno ancora dei mesi prima che tutto sia finito, anche perché la comegna fu caotlca ed occorre ora riordinare il tuJto. Frattanto la Commiuione deve anche continuare a tenere 10/to controllo le formazioni paramilitari:

- Di che cosa si trattà? Che scopo hanno?

,

Vi sono innanzi tutto ; « Chantiers de jef,{neue », pei quali è stato, proprio in q11esti giorni, ordinata una vera leva della intera claSJe 1923 per succeuivi quadrimestri. Lo uopo dichiarato è semplicement e ed11rativo, in senso patriottico e sportivo, ma, naturalmente, nei « Chantierj >> si fa invece della vera htr11zione premilitare , pur mancando d elle armi n ecessarie. Nt11nerosi 11fliciali, provenienti ddlle Forze Armate diuiolte, sono utilizzati pel lo ro inquadramento. Un contro/lo Iettero è pef(iÒ neceuario onde evitare !piacevoli sorprese.

- Come si escguisce il controllo?

- Con ispezioni fmte da nostri u fficiali, che proc111ano di auicurarsi che non esistano armi, che non si f accia della vera ÌJtruzione a cara/Jere mi/ilare.

- Mi è stato detto che i giovani dei « Chantiers » sono impiegaH anche ·in 'lavori di. pubblica utilità.

- Ciò è probabilmente fallo per mascherare il vero scopo d elh.. iJtiJuzione e per giustificarla verso I'op_inione pubblica, ma n on è escluso

• Il 6 febbraio 1943, era stato .annunciato un vasto mutamento minisle· riale ( 290). Il 12 febbraio, il generale Antonio Sorice è nominato sottosegretario alla Guerra al posto del generale Antonio Scuero. Lo stesso 12 febbraio, a Roma, nella sala del :Mappamondo di palano Vennia, Musso lini riceve, presente Ambrosio, il generale' Vacca Maggiolini, con il quale. h a il colloquio qui riportato. ( Da Candido, N. 34, 22 agosto I9 '.S4, X} che serva effettivamente ad impiegare utilmente quella gio ventù ed a non '4Iciarla inoperosa.

- Danno luogo ad inconvenienti tali controlli ?

- N o, p er lo meno non ad i ncidenti gravi. Ci fa talvolta dello ostmz;onismo, ma in complesso i controlli Ji !Volgono rego/artnenlf?, Vi è poi la « Mi/ice françaiJe », istituzione recente. ·

- Che immagino finirà nel n ulla, come la « Légion Tricolore », la « Légion Africaine », eccetera. . . ·

- Que!Jla ha scopi dùier1i, D ovrebbe ~jure ima milizia di partito alle d irette dipendenze del capo del Go verno Lavai, differendo i n quesJo notevolmente dalla « L égion des èombattantJ », la quale si atteggia i ~weu ad organo· alla dip endeJJza personal e del capo, d ello Stato, il mauJCiallo Pétain.

- Si tratterebbe quindi di una m ilizia a sosteg no della Polizia.

- F()rse JÌ, ma con carattere squiJitamenu politico. Inoltre vi 1ono da co ntrollare le nt1011e fo rmazioni delle Forze .11. rmale franc es;, di cui !Ava/ ha già ottenut o la conceuio ne di mauima dal Fìihrer per la riCOJt it11zione,

- Qual'è lo spirito attuale d ella Francia a quanto vi risulta ?

- La popolazione fran cese di una co1a euenzialmente ,; occupa e p reoccupd: del problema della nuJriz;one. Odia i tede1chi e noi, ci odit1 anzi sempre piiì,· segue l'andt1mento delle operazioni con .1peranze ogni giorno più vive ju/!a vittoria degl i t1ngloamericani ed è disposta ·ad aiulfirli al momento opporlrmo,

- II momento opportuno si p resenta soltanto quando le forze ami. che su cui si conta sono effettivamente in grado di intervenire. Come la stori a d imostra ·( per- esempio: la insurrezion e di V erona su cui colltavano i piemontesi nel 1848, que lla delle popolazioni a lbanesi d ell a Gamuria su cui contavamo anche noi recentemente), le popolazion i si u n isoono alle A rmate con cu i simpatizzano solo all'ultimo mom ento , m a non sono in g rado di aiutarle preventivamente,

- Del" resto, lt1 Francia nella 1ua 1toria non ha mai avulu e.rem pi di V espri siciliani e di Pasq11a ,veronese : i f rancesi sanno ba/tersi ·1ra loro in lolle civili o di reltgio-ne, m4 non f anno insurrezio ni contro Io straniero

- Quanto affermate è verissimo e conferma il giudizio che m i sono fatto ddla s ituazione francese. E i.I vettO'Vag liamento come p rocede?

- Male. ù diffi coltà ;i 1ono accregit1te d opo l a perdittt dell'Afrfra FranreJe del N (Jt'd, rhe f omiva gran quantità d'ortaggi, d'olio , di alt ri generi. N aturalmente in relazione a ci~ il mercdto nero prospera ed a111l"Jentano i prezzi.

- t questo un fenomeno interessante e generale: il fio rire del mercato nero e l'aumento d ei relativi prezzi col rarefarsi deile derrate.

- Altro lavoro cui atlende la· Commissione italiana d'armistizio con la Francia, coi suoi organi periferici, è la ricerca dei depo1ili dandestini.

- Quelli pei quali è stata chiesta una ingente multa, che poi è sfumata.

- E. !fumala, Duce, 1oltanto perch é la sua minaccia è 1/ata m fficente a indurre La.val a cedere mila q ueslione del m iliardo di franchi mensili per le .no1tre truppe.

- S1, questa è la versione più probabil e. Ne avete trovati molti di questi d ePo5iti? Che cosa contenevano?

- Ne abbùtmo trovati più di cento e circa trecento ne hanno Jrot·ali i tedeschi Contenevano armi, compresi alcuni cannoni, e autocarri. In un dep osito abbiamo trovato ingenti quantità di filo telefonico di rtlme.

- Questa è una ·scoperta preziosa, perché rame e stagno sono i metalli di Cui più difettiamo.

- Difatti tutto quel materiale è già stato spedito i n IJalia.

- Vi siete accorti che \'i fosse un criterio di organicità nell'istituzione di que5ti depositi ?

- Sì, la loro dislocazione geografica era evidentemente falla ;econdo t1n concetto di schieramento pericolo;o per noi. A q11e1Jr> proposito ho parlato ieri con l'Eccellenza Ambrosia del seguito da dau a qlieJ/d q r1e1tione, Sarebbe mia intenzione, pur abbandonando definitiVilmente la richiesta dei cinque miliardi, di insistere sulla concessione di una 1omma (cinqudnta milioni di lire), da distribuire come indennità ai nostri concittadini ch e furono p rocessati e condannati (qualcuno fu addirittura condannato a morte) p er avere informato gli organi armist iziali della etislenza dei, dep()sÌ/i clandestini e di in1ÌJ/ere altresì per il pagamento di 11na multa per ciaJcun depo1ito ritrovato dopo la data del 10 febbraio , conces1a come 11llimo limite per la denuncia di tali depositi. Tutto questo dovrebbe però fll rJÌ ;tabi/endo preventit,i accordi con la Commissione tecnica d'armistizio .

- .Approvo.

- Dilgraziatamente 11,tta questa attività della CommiJJione non ht1 potuto svolgersi Jenza creare qualche attrito coi comandi delle truppe di occupazione. Al rignardu debbo d irvi che, a mio pttrere, sareb be grave errore iJ far paJJare alle truppe i co m piti d ella Commiuione. Questa infatti ha relazioni JiretJe col G overno francere e t rdlta con eJJo con 11n carattere di superioritJ, che le deriva dalla convenzione di armistizio. La Commùsione è altresì l'unico °:gano che, nel suo ambito, poua trdl!are .rolla Germania con ·a1soluta pttrità di diritto. Il Gen erale Verullino non ha invece -veJlt per Ira/tare con ·;/ signor lavai e, q uanJo poi alla Germania, egli .si trova in condizi oni di inferiorità, enendo alle dipendenze del maresàa!lo Rumtedt. Mi Pare inoltre che non vi 1ia · alcun inlereSJe, mentre vi è 11n organo p erfettam ente preparato al suo compito da due anni di altiviJJ, a fdr cedere le sue funzi oni a4 altro enle. Tanto più poi che le Armate devono essere lasciate libere pei loro compiti operativi, i quali potrebbero an ch e obbligarle ad al/011/anarsi dai teffilort ove oggi risiedono: dovrebbero al!rjra abbandonare i loro compiti di controllo prop_rio nel momento i n cui eisi assumereb bero la maggiore importanza.

- Avete ragione. Credevo che la Commissione avesse esaurito i suoì compiti e invece voi mi avete convinto del. coritrario. Avete com· piuto recentemente qualch e viaggio in Francia? ·

- No. li mio più reunle' v ù,ggio è staio compiuto in M arocco, A l· ,geria e Tunisia proprio nel momento in rui sono avvenuti gli J.bar&hi angloamericani.

- Sl, me ne ricordo benissimo Quegli sbarchi potevano però essere previsti. -

- Lo f11rono infatti dalla Commissione italiana d'armiJtizio con la Francia, ma i tedeschi non ,i vollero mai credere. Ancora a V enezia, al convegno tra la Commissione italiana d'a rmistizio con la Francia e la Commùsùnie tecnica d'armiIJizio, l'ammiraglio JVever 101/enne, contraddicendoci, che ogni sbarco i n f orze era impossibile, p erché sarebbe mancato il tonnellaggio neceudrio, e, se dnche q11e1to (1 f osu ital o, sarebbero man cat"e le navi di Jto,.ta; inoltre era indispens.:1bile basarsi sp/ porto di Gibilterra, l a cui capienza (c entollantami/a t onnel/11te) era i m 11/ficiente. A ciò si aggiungeva .( e non s oltanto da parte de/l'amm i• raglio We tier, ma an che da parte del gen erale Vogl e del s110 rapo d i S tat o Maggiore) la massima f iducia nella resist enza f r.:1nce1e

-Avete almeno rinfacciato loro il g rave errore i.n cui sono caduti ?

- Sì, ma il generale Vogl ha risp osto semplicemente: « Erl'are hll manum ·est/».

- Sl, ma persistere è « diabolicum » ! Del resto i nostri nemici incontrano difficoltà in ogni campo. Farò pubblicare nei prossim i g iorni l'elenco delle restrizioni che sono st~te imposte agli americani e ci sarà, per i p iù, da stupirsi delle m anchevolezze di cui soffrono paesi -ricchi di ogni risorsa come gli Stati Uniti. Ormai è il Giappone che, ·dopo le sue conquiste, sta meglio di tutti, N o i certo abbiamo gra\'i manchevolezze, ma all'infuori di akuni m etalli ( rnme e stag no, come vi ho già d etto, principalment.e) , riusciamo, sia pure a Stento, a fa r fronte alle nostre necessità. La fabbrica di Ferrara comincia a produrre gomma

·sintetica. Abbiamo trovato della mlCa, pur non eccellente, ma buQna, in p rovincia di Como. Forse, ma non bisogna ancora iJJuderci, si è trov"ato in val del Po u n'alt ra importante riso rsa. Tuttavia è necessario che in Francia rastrelliate tutto quello che potete, tutto quello che trovate e che lo mandiate in Italia.

- Vi sono le difficoltà dei trasporti. Avevo pensalo di utilizzare le navi prese alla Francia, ma ciò richiederebbe il pirì delle volte due carichi (ferrovia e navi) e inoltre c'è il pericolo dei ;i/11ramen1i.

- Sì. Le preziose navi avute d:illa Francia devono, nel tragitto tra Marsiglia e Genova, tenere una rotta obbligata, sulla quale i sommer· gibiJi nemici hanno già silurato pa recch ie navi. Meglio che la roba ar· rivi in ritardo, ma che arrivi con sicurezza. Delle d ifficoltà nemiche è indizio anche il discorso di Churchill alla Camera dei Comuni. fi u n d iscorso che mi ha molto stupito pel suo tono relativamente dimesso, mentre mi sarei atteso degli squilli trionfali. ! probabile che ciò sia dovuto alla minaccia che rappresenta per l'Jnghilterra una RUssia vitto. r iosa. Fors'anche vi soii.o preoccupazion i pe:r l'India, ove l'eventuale morte di Gandhi, durarite il suo digiuno, p otrebbe provocare u na ri· volta generale. E il fatto di aver portato i nost.ri generali (Gazzera, BergonzoJi, eccetera)'ed i colonnelli in America prova che in India non sono tra!lquilli della situazione e temono un'azione dei nostri p rigio· nieri diretti dai loro m aggiori capi. A vete altro da d irmi?

- No , D11re.

- Allora ricordate la mia direttiva: ricuperate quanto più potete e mandate tutto in ItaJ ia:

Diretiive

PER LA REALIZZAZIONE DEI PIANI AGRICOLI*

A l termine della relazione, il D uce ha rilevale, come la sitnttZione (/.limentare continui a manifeitttre caratteri d i soddfrfacenle normalità, nonostante qualche ritardo nella distribuzione, derivante da compren· sibili difficoltà che hanno ostaa,/aJo la temp_eitività dei trasp orli,

• li 16 febbraio 194~, Hitler aveva scritto una lunga lettera a Mussolini, offrendogli anzitutto i servizi di medici specialisti tedeschi. Constatato che « en· trambi abbiamo vissuto una vita cosl assorbente e logorante come pochi altri mortali », aggiungeva che era « felice di vivere in · una simile epoca e di poter lottare per la difesa dei valori immortali che al nostro continente sono stati tra. mandati daj tempi più remoti». Era però inimmaginabi le il comune destino in caso d i vi ttoria anche di una sola delle due forze nemiche, la democrazia plu· tocratica e il bolscevismo, coalìzute contro l'Europa: Passava poi a rilevare l'im·

Il Duce ha infine impartito direttive affinché l'ttpplicazione dei pùmi d ella produzione agricola, J'iJ1ituzio11e degli uffici comunali per J'.iccertamento della produzione Jteua, la fabbricazion e e la dùtribuzion e d ei fertilizzanti ed anticrittogamici, l'avvù1mento di tull.a lA mano d'opera disponibile ai lavo ri dei camp/, siano oggello d elle pilÌ attente e tem- portanza prevalenti.": dl":i trasporti mari ttimi nella guerra moderni. Contava di impedire quelli nemici con le azioni sottomarin~ e i bombardieri a largo raggio. Era p reoccupato della situazione nei Balcani e .•della illusione dei Comandi italiani d i poter utilizzare in luogo certe forz e locali contro altre, poiché t utte erano ribelli e ugualmente ostili all'Asse. Alludeva con ciò ai contatti italiani coi cetnici del colonnello Draza Mihai!ovic per una lotta comune contro i partigiani comunisti di Tito. Raccomandava che le forze itali.lne im"pedissero alle bande comuniste premute da reparti tedeschi. di sfu ggire all'accerchiamento previsto ed invitava a non aiutare le bande di Mihailovic, come continuavano a fare i nostri Comand i in luogo, con una p retesa di astuz.ia politica che, avvertiva, si sarebbe risoh a a tutto danno dell'Asse. Raccomandava inoltre di ptedisporre la difesa della Conica, della Sardegna_c della Sicilia, d ove non era da eSC!udere uno sbarco ne• mico. In quanto al preannunciato sbarco sulla costa occidentale francese, assicurava che avrebbe cozzato contro formidabili fortificazioni già apprestate. Mo tivava con una insufficenz.a di uomini la mxessi1à di fissare in Russia una linea arretrata. Citava l'esempio della divisione T oltnltopf d elle S.S., tuttora in linea d all'inizio delle operazioni e ridotta da ventimila a centosettanta uomini. Ma riaffermava la necessità di resistere per vincere, mobilitando tutti i cittadini, uomini e donne, _fino ai ragani d i sedici anni, senza d iscriminazioni sociali. Riteneva che anche all' Italia non fossero date altre possibi lità (240). Venuto a Roma in quei gìorni, l'ambasciatore Alfieri aveva parlato a Mussolini di quanto aveva potuto sa pere sulle misteriose armi nuove, che i tedeschi vantavano di avere in preparazione nelle fabbr iche organizzate da T odt prima, e, dopo la sua mor te, da Speer Mussolini gli aveva detto di esserne personalmente g ià informato. Il 19 febbraio, pe1 completare la cura, che aveva in tanto migliorato la sua salute, facendolo anche aumentare di peso, eia tornato alla Rocca delle Ca.minate. Il 20 e il 2 1 febbraio, "Pozzi lo aveva trovato in buone condizioni fisiche, ma svogliato e depresso. Il 2.3 febbraio, Mussolini era stato in visita ai s uoi morti nel cimitero di San Cassiano in Pennino. li 24 febbra io, pilotando personalmente il proprio aereo, era rien· trato a Roma per interessarsi della d ifesa delle città settentrionali, che il- nemico continuava ·a bomb.1.rdare sistematicamente. E nelle notti seguenti era stato molte ore al telefono, in conta tto con le autorità locali, per essere informato e sollecitarle a soccorrere le popolazioni sinistrate, M a la tensione nervosa era tornata a incidere sulla sua salute. Soffriva d opo i p asti di acuti do lori, ' con senso di vomito. D a to lo scarso nu trimento, era colpito da anemia e astenia; però una nuova visita d i Frugoni aveva escluso che fossero insorti altri fatti specifici, lntanto, in Africa, dove Rommel era ancora p resente, Messe aveva assunto il comando dcli'A11nata italiana schierata nella zona di Mareth contro l'ottava inglese, proveniente da Tripoli. Dal 24 al 28 febbraio era stato a Roma, per incarico di H itler, von Ribbentrop. Il 25 febbraio, il ministro deg:H Affari Esteri de l Reich aveva rimesso personalmente a Mussolini la lettera del Fiihrer del 16; e, durante una sl!'rie di colloqui, aveva insistito sulla questione dei cetnici, che dovevano essere disar- pestive cure da parie di 111/tl gli Mgttni intereuati, in modo da gttrttntire la piena mobilitazione di tutte le forze dell'agrkollura per il rag• giungimento del pit2 alto li11el/o prod111tivo e della più efficente disdplina di ammauo nella .çampagna in cor;o, *

Direttive

ALLA MILIZIA NAZIONALE FORESTAÌ.E **

Il Duce, dopo aver rico rdato rhe, un anno ftt, avevtt chiamalo a rapporto gli ufficiali della Milizia Nazionale Fore1ta/e per impartire l oro le direttive per /a produzione della l egna da ardere e del carbone vege· mati Cnon più aiutati col pretesto di. averli al fianco nella lotta contro i parti· giani comunisti, essendo a loro volta partigiani d ell'Inghilterra. Mussolini si era dichiarato d 'accordo, ma lo Stato Maggiore italiano continuava sostanzialmen te a disubbidire. Il 1° marzo, a Roma, a pala:ao Venezia, il capo del Governo presiede la riunione del Comitato interministeriale di coordinamento per gli approvvigionamenti, la distribuzione ed i p rezzi. « AH' inizio della riunione, il ministro dell'Agricoltura e delle Foreste i llustra, in una relazione particolarmente ampia e dettagliata, la situa:zioiie annonaria nel settore dei cereali, dei grassi, delle carni, del latte> dei formaggi, dei prodotti ortofrutticoli e degli altri gener i alimentari di. largo con5umo. Il ministro Pareschi riferisce anche intorno alla complessa azione predisposta dal ministero dell'Agricoltura, al fine di organizza re il servizio p er l'accertamento della prOduzione, di selezionare e disciplinare l'industria dei prodotti conservati, di snellire e ridurre ne! suo costo la serie degli scambi tra la produzione e il consumo e di rendere più efficace il controllo sulrosservanza dei prezzi stabiliti nelle varie località, Conclude esprimendo la certezza che questa opera, intesa ad assìcurtre una efficente organizzazione all'agri, coltura e un complesso più appropriato di servizi al settore dell'alimentazione, t roverà la più completa comprensione e attiva collaborazione da parte delle categori e interessate, in quanto destinata a dare i suoi frutti, non soltanto in relazione alle esigenze del tempo di guerra, ma a quello del domani », Indi Mussolini fa le dichiarazioni qui riportate in riassunto, (Da II Popolo d'I1alìa, N. 61, 2 mano 1943 , XXX).

• Quindi riferiscono e parlano « su vari argomenti posti all'ordine del giorno i ministri Pareschi e Bonomi, il sottosegretario Fabrizi, il segretario del Comitato e il consigliere nazionale Fratta.ri » (Da Il Papolo d'Italia, N. 61, 2 marzo 1943, XXX).

•• A Roma, nella sala del Mappamondo di palazzo Venezia, il 2 mano J943, Mussolini riceve, presente il ministro P areschi, « il comandante della Milizia Nazionale Forestale, gli ufficiali dello Stato Maggiore, dell'Ispettorato serviz.ìo legnami, delle Azieode foreste demaniali, i comandanti delle leg ioni forestali, i direttori d egli Uffici e i comandanti d ell'Accademia forestale di Firenze e della tale, si è. compiaciuto per l'energia, la capacità e l'abnegazione con la q11ale la Mt!izia Nazionale Forestale ha risp osto pienamente alla comegna ricevuta e ha rivo/Jo aJ comandante e a luni gli ufficiali e camicie nere il mo vivo elog'io.

· li. Dure ha ,icordttto -di avere creato la Milizia Nazionale Forestale per proteggere i bo;çhi e che ora eJ.ra deve compiere speno un'opera diverta· per le st1periori neceuità di guerra, ma ·che poi sarà chùtmata nell'avvenire a dare la ma O'pe,a per ridonare alld patria Id piri larga ricchezza bo1chiva, che nei momenti più d,ifi si paleia tanto nece11aria.

1J Duce, che si è tratte1111to a lu ngo tOccando vari argomenti, fra i qual.i quelli dei prezzi, delle requisizioni e della dìuiplintt totalitaria, riVOlgendosi agli ufficiali 1i è detto Jimro di poter loro rivolgere ,mcora una parola di lode per l'op era che nel corso, di tJ1,e1J'am10 certo aJSolveranno con la ·comueta ,apacità tecnica 'e con la più tenace volonlà, e li ha inraricati di pMtttre direltamente il mo Ja/uto ed il JIIO elogio alle camicie nere f ore1tali1 J11lle quali ha aff ermato di potere fare 1icuro affidamento per i compiti di pace. e per quelli di guerra. (Con il << Saluto al Duce/ »1 ordinalo dal r:omandante della Milizia Nazionale Fore1tale, 1i è aperto e chiu10 il rapporto).

449' RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI*

Jl Comiglio dei min/Jtri ha approvato i 1eg11e11ti provvedimenti, o/re ad altri di ordinaria amminùtrazione , Su proposta del D11ce del fasciJmo , capo del Governo:

Uno 1chema di disegno di legge concernente /'erezione, a ipeu le/lo . S1<110, d el monumento nazionale a Gabriele d'Annunzio a Pe-

Scuola allievi militi di Città Ducale, ( + ) Il comandante la Milizia Nazionale Forestale, eccellenza Renzo Chierici, riepiloga brevemente al Duce il lavoro $VOito dalia Milizia Nazionale Forestale, particolarmente nel campo dell'approvvigionamento· dei combu$tìbili vegetali, ill ustrando nella sua viva realtà lo sforzo da essa compiuto negli oltre quarantanovemila centri di lavorazione in tutto il territorio nazionale e per la maggior parte nella zona di montagna. Ha poi assicurato che, anche nel prossimO anno, tutte le camicie nere, dal più alto ufficiale al più umile gregario, si dedicheranno, come n ell'anno decorso, con vigore, te· nacia, spirito Ji sacrificio e silem:iosamente ai loro nuovi compiti specifici del tempo di gu erra »· Indi il cape, del Governo pronuncia le parole qui r iportate in riassunto. (Da Ii Popolo d'Italia, N. 62, marzo 1943, XXX).

• L'S mano 1943, Mussoli ni aveva risposto alla lettera di Hitler del 16 feb• braio, Si diceva lieto che il Fiihrer valut:isse come essenziale la permanenza del• l'Asse in Tunisia, che doveva prolungarsi il più possibile per ritardare l'attacco nemico all'Europa; confermava di avere _ ordinato a! generali Alessandro Pinio uara. Come è già staio comunicato a mezzo della stampa, nella r}c()f'· renza d el quinto anniversario della morie di Gabriele d'Annunzio, i•enne proposto che sorgeue in Peicara un monumento nazi onale, a spese dello Stato, per rendere omaggio alla memoria del poeta-solda101 che pose al ; ervizio della patria l'altezza del 11er"so e della parola e la virtJÌ di comballente. Il prowedimento è inteso a dare esecuzione alla proposta che sarà attuata alla fine della guerra.

Su proposta del Duce, minislro d egli Interni, sono stati appro vati alcuni provvedimenti di caraltere vario.

Un provvedimento legùlaJivo col q1111le si dettano· speriali norme per la disciplina degli alloggi a favore degli sfollati. In particolare con tale provvedimento : a) .si prevede la facoltà dell'inquilino di richiedere la riiolflzione anticipata del co11Jrallo di locazione, qualora, per necessità derivanti dallo sfollamento, d ebba a!lontan,mi dalla propria re.sidenza; b) 1i Jtabilùce /'obbligo ai pro prietari di immobili di de· n11nziare al podestà /11tli i Iota/i dùponibili, 1alvo congrue 1,mzioni a carico dei tr4IgreJJ ori; e) .si impone l'obbligo agli inquilini, che, per effe!lo dello ifollamento, prendano in affitto l ocali ad 1110 di abilazione, di den11nziare al podestà L'ubicazione d ei locali, il nome del locatore e il canone pa1tuito, prevedendo1i /aie obbligo anche per le locazioni già conc/11se,· d) ;i prevede la istituzione in ogni comune di una speciale commiuione, soprallutto col compito di controllare le denunzie dei Jo cali disponibili e di quelli affiJtali e di namindre la rispondenza d ei "prezzi richiesti o patt11iti a quelli cQrrenti 1111 mercato locale, sa/vQ, ove del caso, la denunzia agli organi previsti dai regi decreti legge 24 marzo 1942, XX, numero 200, e 2 9 agoJto 19421 XX, numero 1189, per la revisiQne dei canoni d'affino (la riduzione del fil/() evenlual· mente decisa ha effello dalla data d i stip11lazione del contratto)~ e) si affida alla commissione sleJJa anche il compito di deferire all'a11torìtà di P11 hhlica Sicurezza per i provvedimenti di polizia, i locatori che abbiano Preteso o pattuito pigioni ,ue>se, e ciò indipendentemente dalla denunzia ali'autorità gi11diziaria per l'applicazione delle sanzioni di legge,· f) si allri~nisce al prefetto la facoltà di delegare ai pode1/à la requisì. zione dei lo cali da adibire ad alloggio degli sfollati da zone colpite dall'offesa n emica,· g) si sospende l 'obbligo della licenza di polizia per l'affitto e mbaffitto dei locali ammobiliati destinati agli sfo/iati . ( +)

Biroli, governatore del Montenegro, e Paolo Robotti, comandante della seconda Armata, di disarmare le bande dei cetnici; riteneva che, per inSistenze della Rus· sia, gli angloamericani sarebbero sbarcati nel continente, e che le città dell'Italia sellentriona le su ebbero state sottoposte a bombardamenti sempre più massicci. Era tuttavia dell'avviso che« una invasione vera e propria della Penisola! un'im. presa che g li anglosassoni non possono progettare» Perdò si provvedeva a rafforzare le isole, più facilmente aggredibili. Aggiungeva di confidare ancora nel. l'amicizia della Spagna. Per la resistema tedesca in Russia, suggeriva la creazione di ~na salda linea di di(esa e la rinuncia al vano tentativo di vincere l'i mmenso spazio di quel paese. Ciò era imposto dalla necessità d i fronteggiare gli attacchi dei nemici occidentali. Chiudeva con consideraUoni sulla propria sa· Iute (240). Il 9 marto (ore 10·12), Mussolini presiede la riunione del Consi, glio deì ministr i della quale è qui riportalo il resoconto. (Da Il Popolo d'ltalia, N. 69, 10 marzo 1943, XXX).

Su proposta del Duce, ministro della Guerra:

Uno schema di proi,vedimento prnenl!1Jo dal Duce, col quale vengono considerati « presenli alle bandiere »:i per mesi dodici i milita ri e i milit,1rizzaJi delle Forze Armale dello Slalo che dal/' 11 giugn() 1940, XVIII, e sino ad un anno dopo la cessazione deJ/e astiJità, siano m orti per ferite, lesioni od infe,mità riportate o contra/le per servizio di g11erra, o siano, per le stesse circo1tanze, dichiarati irreperibili La dispo1izione1 che rientra nel quadro generale deJ/e provvidenze volute d el règime in fa vore deì comba11en1i e delle l oro f amiglie, ha un altinimo significato morale , in quanto ,om idera ancora, .secondo il ritmo e l'etica fascùti, spiritualmente n ei rangh i e sotto l e bandiere, vigili in armi, al urvizio della patria, chi per eua ha ftttto d ono della vila. Viene così prevista la conceSJione di un lraJlamento economico ai f amiliari d ei militari e miliJarizzati caduti nelle circostanze predelle, calcolato i n bau alla paga o stipendio fissi attribuiti al grado rivestilo dal caduto all'atto del decesso, aumentati della i ntera i ndennità di operazione. ·I/ Duce ha voluto che 'il predetto trattam ento sia conceuo in aggiunta alle altre prov,ddenze economiche previJte d alle norme in vigore. Il JraJtam ento in parola varia a seconda del grado, partendo da un minimo di lire trecento memi/i per i ! o/dati del/e varie Forze Armttte. A tutela d ella memoria e dell'onore di chi ha nobilmente offerto l(I vita alla patria, ·sarann_o com;derati i cttsi in cui il congiunto superstite avente dirillo al predetto trattamento ne potrà esJere privato per indegnità. Presso i d icasteri interessati sono in corJo di pubblicazione Je norme applicative per il pagamento degli assegni di cui lrttttasi; eJJe saranno rese n oie a mezzo della stampa, non appena appro11at e, 1mitamenle alla data dalla quttle la riscossione potrà eJJere .iniziatd, Uno schema di regio decreto ·inteso. a modificare il regio decreto 22 giugno 1939, XVIT, n ume ro 14 16, concernente provvedimenti a fdvore degli allievi degli istituti dell' Opera nazionale per i figli degli aviatori JJ provvedimento è i nteso ad accordare agli allievi degli i JJiluti del/'Opera nazionale figli de8/i aviatori, in determinate condizion/, la poJJibilità. di enere nominali 101totenenti di complemento del Genio aeronautico, ruolo a;sislenti t ecnici, ove siano in poueuo del diploma di perito tecnico i11d11Jtriale ( + )

AL DIRETTORIO NAZIONALE DEL P.N.F. *

Pcima di dare parola al camerata Farnesi per riferice sul secondo argomento posto all'ordine del giorno, desidero fare alcune dichiarazioni su·lla relazione del camerata Vidussoni, T aluni, in questi ultimi tempi, h anno, in un certo senso, lamentato che il Partito non fosse più presente in quelle che sono le manifesta;doni deUa vita italiana. Evidentemente, molti di questi critici dimenticano che il Partito ha un milione e duecentocinquantamila dei suoi tesserati al1e armi. :B chiaro che se tutta questa gente fosse nelle città, la vibrazione generale sarebbe molto più intensa. . D'altra parte, in momenti come questi, il Partito non può avere che un solo obiettivo, molto semplice, necessario, fondamentale, che è quello di tenere solido quello che si usa chiamare ormai il f ronte metropolitano, interno. Su due punti richiamo l'attenzione del Direttorio .del Partito. Il primo è l'Associazione dei caduti e invalidi a seguito di bombardamenti navali ed aerei nemici . Quest'Associazione ha lo scopo di alimentare quell'odio contro il n_emico senza il q uale non si può fare la guerra. Ciò può essere poco cristiano, specialmente in un momento in cui tutti i filosofi vanno a confessarsi, ma in questo momento è essenziale odiare il 11.emico, odiarlo fortemente, profondamente, perché, altrimenti, evidentemente non si è nelle migliori condizioni morali per accoppare il nemico. Ora C!ausewitz, che è gran maestro della guerra, dice che: la guerra è un duello moltiplicato per milioni.' Questo nella più semplice espressione E in un duello cosa si fa? Ognuno cerca di accopp~re il nemico e metterlo in condizioni di non più nuocere, e ciò richiede un certo animus, senza di che non si combina nulla.

• Il 10 marzo I 943, sostituito d.11 generale Sixt von Amim ne l comando delle forze italo-tedesche in Tunisia, Rommel aveva lasciato de.finitivamente i l campo d e lle sue gesta africane. Ciò per parere concorde di Mwso_lini e K csselting, data l'evidente stanchezza del marescia llo, che, riconquistata due volte la Cirenaica, si e ra spinto fin oltre El Alameio, alle porte del Cairo e di Alessandria, ma che ormai appariva demoralizzato, sfiduciato e deperito. la sua partenza però era stata tenuta rigorosamente segreta. lo stesso 10 marzo, il generale Francesco Rossi era stato nominato sottocapo di Stato Maggiore del regio Esercito. Il pomeriggio dell' ll mano, a Roma a palazzo Venezia, Mussolini presiede la riunione del Di. rettorio nazionale del P,N.F. « Dopo il "Saluto al Duce!", ordinato dal segretario del Partito, prende la parola il D uce, il quale dice: " L'ordine d el giorno di qutsJa riunione porta .:I primo numero una relazione del segreltirio del P.:r. 1i10, 4/ secondo una relazione dei viuugretario, Pa,n11i. Dà la pa,ola a V iJ,11. Joni". Questi dà lettura della sua relazione dalle ore 17.10 alle 17,34 », Indi Mussolini pronuncia il di$Corso qui riportato. (Da 1/ Popolo d'l tali4, N. 70, 11 marzo 194~, XXX; da L'Europ,o, N. 5, 3 febbraio 1957, XIII; e d al testo stenografico del disco~so).

Purtroppo, bisog na riconOSCerlo, avendo noi per secoli sostituito a una profonda coscienza nazionale un universalismo più o meno ristretto, siamo nd1e condii.ioni più difficili per arrivare a questa necessità dell'odio, che io dichiaro intenso, profondo, duraturo. Non è quindi un merito ·quello che si fanno taluni cretini quando dìcono: « Noi siamo incapaci di odiare ». Molto male. Perché, probabilmente, non siete nenuneno capaci di amare, dato che fune e l'altro sono fenomeni convergenti, simultanei e interdipendenti. .;Tuttavia riusciremo a poco a poco a ciò, sganciandoci da quei sogni wnanitari: che sono assolutamente deleteri.

Il Centro di assistenza. Il Partito, da ora innanzi, darà la p rima assistenza. Chi è stato sinistrato andrà subito al Gruppo rionale, dove riceverà il soccorso immediato, senza burocrazia. In un secondo tempo vi sarà la commissione comunale, in un terzo tempo lo Stato. Il popolo deve sapere che si va in un primo tempo al Gruppo rionale e soltanto al Gruppo rionale.

L'u ltima volta che ci siamo riunit i, g]i elementi fondamental i di discussione sono stati i seguenti: campagna invernale russa e bombardamento delle città italiane.

La campagna invernale russa ha suscitato oscillazioni di carattere psicologico notevoli, come lo sbarco americano ad Algeri aveva suscitato analoghe oscillazioni. C'erano individui .di nervi deboli e qualche volta carogne e canag lie, i quali, quando g li americani sbarcarono, pen· savana che in qw.ttro od otto giorni essi sarebpcro arrivati molto più vicini

Cosl quando i russ i hanno travolto in un primo tempo il fronte romeno, in un secondo t empo quello italiano e in un terzo tempo quelJo ungherese, e in tutt i e tre i tempi quello tedesco, allora hanno pensato che il « baffone » ( così viene chiamato negli angiporti italiani Stalin) sarebbe arrivato a longatico. Ciò era assurdo, perché io non ho ma i dubitato, dico mai dubitato, che le forze tedesche, la Germania nazionalsocialista, non sarebbe riuscita in un primo tempo a fermare i bolscevichi e in un secondo tempo a riprendere finiziati va. Si tratta di vedere il carattere e la portata di quest'iniziativa, ma non è questa la sede per tenere un discorso su ques to tema.

Che cosa è accaduto? :8 accaduto che molta gente in Jta,lia, che in un primo tempo temeva che i tedeschi avrebbero vinto e nello stesso tempo ha avuto molta paura che vincessero i russi, ha avuto in sé una ripresa dell'istinto di conservaz ione veramente notevole. Poi c'è stato un altro riflesso, questo singolare. Ci sono stati dei fascisti che hanno in ant-icipo manifestato in scritti e discorsi quello che è accaduto nell'altra guerra e volevano in un certo senso eclissare e diminuire e attenua re queJia che è stata l'opera del fascismo in questa guerra, avendo raria di d ire : questa non è la guerra del fascismo, è una accusa che ci fanno g li avversari; questa è la guerra dell'Italia. Bisogna reagire con la massima energia contro questo atteggiamento, per il quale io, alla fine dell'ultima guerra, ho coniato la parola dei « maddaleni pentiti ».

Prima di tutto non c'è stata nessuna guerra che abbia raccolto J"unanimità dei suffragi popolari. Né si facciano paragoni con l'altra guerra, in quanto ad entusiasmo popolare, perché nemmeno allora ce ne fu

·Si d isse allora che il popolo i taliano era rappresentato dai tre<:ento big lietti da visita che furono portati al portone di Giovanni Giolitti dai trecento d eputati e anche nell'altra guerra, che essa era stata voluta da tre città, Milano, Genova e Roma, e da tre individui, e cioè D'Annunzio, Corridoni e, se non vi dispiace, il sottoscritto.

Non solo, ma tutto ciò fu provato dal trattamento particolarmente ignobile verso i volontari g enovesi e romani. Solo dal · 12 agosto del 1916, dopo che il capestro austriaco aveva impiccato Cesare Battisti, solo allora il Comando supremo si ricordò, con una circolare, che bisognava trattare bene i volontari. Soltanto che· a quell'epoca, di volontari ne erano rimasti ben pochi, perché già dall'ottobre del 1915 erano caduti sui reticolati delle trincee del Carso, dove furono spinti qualche volta da fras-i di questo genere: « Sei un volontario? Dunque di.mostra la tua volontà!».

Queste sono pagine brutte nella stQria di un popolo. Ad un certo punto bisogrta che questè cose siano squadernate in faccia alla nazione, perché solo in que-sto modo si possono annullare gli elementi deleteri che sono sempre esistiti nella vita di un popolo ed esaltare gli clementi superiori,

Quindi questa è la guerra dell' Ital ia perché è la guerra del fascismo, ed è la guerra del fascismo peiché è la guerra dell'Italia. R espingo distinzioni di questa natura, e se anche si facessero, non crediate con ciò di calmare gli avversari in malafede. Essi continueranno a dire che questa è la guerra voluta da me, Mussolini, perché amico di Hitler. In questi èasi non si va verso l'avversario cercando di captai-ne la simpatia, ma si agisce con la massima decisione, riaffermando 1a propria decisione e la propria fede.

·Per quello che riguarda la situazione spirituale degli italiani e deI popolo ita·liano, se voi cercate dell 'entus,iasmo nel popolo italiano non Jo trovate; se voi cercate dell'enhls iasmo in tutti i popoli impegnati in questa guerra, non lo trovate. Questa è una guerra che supera i sentimenti e le possibilità mentali dC"gli individui. l'entwiasmo è già diffi- cile per le persone che siano dentro le segrete cose, e ciò perché ci sono délle cose impensate, svi luppi impensati. Escludo questa richiesta dell'entusiasmo perché è wta richiesta idiota, L'entus iasmo non può essere della du rata di mesi e anni. Bisogna vedere se c'è la dìsciplina. Ora la disciplina ·c'è, Sarebbe veramen te eccessivo trarre oggetto di Ja. mentele da qualche episodio.

Movimenti, diremo, di una certa organicità, ce ne sono stati soltanto in questi ultimi tempi. U no a Genova: faceva C3po. a un certo tenente Berranello; uno a Milano, abbast~pza serio, perché si . proponeva anche degli attentati; e fin almente Wlo a carattere liberale-comunista, Costoro si sono accorti che i popoli non si possono accontentare della parola libertà ·e hanno bisogno di un contenuto di carattere sociale : allora avrebbero inventato il li beralsocialismo o socialiberaJismo.

Tuttavia in questi ultimi giorni c'è stato a Torino il prim? fenomeno di un movimento di carattere opera-io collettivo, dovuto a ragioni d i questo g enere : si è data l'indenn ità d i sfollamento alle fami glie deg li operai sfoliati ; a un certo punto s'è richiesto che anche quelli che erano rim asti avessero un'uguale indennità. di sfollamento. In genere io ero sempre stato contrario a questo, ma adesso dichiaro nella man iera più esplicita che non darò neppure un centesimo. N oi non siamo lo Stato liberale che si fa ricattare da una fermata di un'ora di lavoro in un'officina. Considero questo come un tradimento vero e proprio. Stalin, che da qualche giorno ha deposto la casacca de1l'operaio, che hii. portato per cinquant'anni, per mettere la divisa scint illante, a sfondo zarista, di maresciallo, fucila seduta stante l'operaio che abbandon a il lavoro. Voi direte: Stalin è terrnrista. Ma varchiamo l'oceano e allora vedrete che l'arcidemocratico Roosevdt, cristiano, fa altrettanto, e quando s'è de term inato uno sciopero ha fatto circondare la fabbrica con cannoni e mitragliatrici, ha dato due ore di tempo, dopo di che si sarebbe fatto fu oco. Saremmo, per caso, noi più democratici di Roosevelt? Ora noi abbiamo la coscienza tranquilla. Ve lo dice u no che t rent'ailn i fa aveva nel pugno queste masse proletarie socialiste italiane. Allora si ,considerava programma massimissimo quello che noi, senza ta nti damori, abbiamo realizzato per gli operai italiani. Non chiediamo a costoro alcun attestato di gratitudine e, se ce ne volessero dare, lo respingeremmo. Ma quando essi abbandonano il lavoro in u n momento come questo in cui è in g ioco la vera e propria esistenza della nazione, allora·se non si mettono in regola nel più breve tempo. possibile, sa ranno trattati come si·trattano coloro che abbandonano il propdo posto di fr onte al nemico.

Vi prego quindi, camerata Ferretti di T orino, di farlo sapere nella m aniera più esp licita perché cambino registro, anche perché non si possa dire che Torino dà, anche in questa guerra, l'esempio che diede n ella guerra scorsa, nel 1917, quando io stesso nel Popolo d'Italia bo chìa· mato i d isordini di T orino le cinque giornate di Borovici.

Il segretario del Partito ci ha dato le dfre dei tessera~i. Tesserati sono una cosa, fascisti un'altra. Io ammetto soltanto che la' tessera coin· cida con la fede, altrimenti la tessera non ha più valore. Bisogna quindi epurare H Partito, perché proprio in questo momento, come nel 1924 (ma allora era una crisi di carattere in terno e non aveva la portata Ìm· mensa di quella che v,iviamo ora), in d ividu i che non hanno coraggio credono di farsi dei meriti nascondendosi e dileguandosi in modo da poter essere dimenticati, Intanto è sicuro che non li dimentichiamo noi. E a proposito dei giovani, bisogna vigilarli molto: Vigilare la loro struttura mora:le. L'enorme massa dei g iovani è a posto, però ci sono delle tendenze, dei f enomeni, degli affioramenti che d evono richiamare la nostra attenzione. Esempio: questa spede di disintei:esse di fronte alle cose della St':)ria e del mondo, e q uesto risentire nelle orecchie degli echi stranieri. Un bel giorno a Verona. compaiono giovani in fogge e vestiti assolutamente americani e inglesi. La stessa cosa è accaduta ad Asti. Tuttociò è scimmiesco e imitativo, I nostri g iornali ( questo è un problema che noi non abbiamo ancora risolto) hanno pubblicato che in Francia, a Parigi, i giovani vestono in modo mezzo american o e mezzo :inglese e hanno adottato un gergo zazù; e allora presso di noi , con quella facoltà scimmiesca che è in molti individui e che farebbe credere c he con noi esistano d elle parentele, hanno introdotto queste cose in alcune zone, ·senza pensare che a Parig i questa forma stravagante è una forma obliqua di p atriottismo. Questi gionnl e queste donne c he hanno l'aria scioperata e d egenerata, probabilmente sono quelli che di notte tirano alle spalle dei sold ati tedeschi isolati. In Italia, viceversa, s'è copiata la parte esteriore e i nostri g io rnali, con quell'incomprensione che li distingue, hanno pubblicato ~te cose.

Poi, in genere, molti scrivono. In questa guerra si .scrive più di quello che si scrisse nell'atl.tra guerra, e sì dimentica molto spesso tutto quello che noi abbiamo fatto, senza dire che nessrino dei problemi l i interessa. Il problema razziale, che interessa persino i francesi, che hanno una popolazione cosl ibrida, qui è passato come l'acqua sul marmo. Il problema dell'autarchia e quello del lavoro hanno subito la: stessa sorte.

Signori!

Noi nel 1927 non abbiamo pubblicato la Carta del capitale e meno ancora quella del capitaUsmo, ma la Carta del lavoro. Ce ne s iamo dimenticati. Ora, fr a gli inglesi . ancora attaccati alla loro Costituzione del 1298, e gli italiani che non h anno memoria del 1927, io credo che ci dovranno essere termini di conciliazione.

Noi abbiamo fatto d elle irandi cose; soltanto gli avvenimenH mon. diali h anno stornato l'attenz.ion e da questi problemi ai qua li bisogna richiamilrsi quando si vedono de i preti cattolici fare lunghi articoli per mettere l'accento sul dato sociale con variazioni assolutamente d emagogiche, dimenticando quello che il regime h a fatto in ItaJia. Anche contro una certa tendenza a una· conciliazione eccess..iva bisogna reagi re. E bastato che Benedetto Croce scrivesse un articolo: Perché non possiamo non dirci criIJiani (bisogna aver le~to Hegel per capire che d ue neg azioni equivalessero ad una affe rmazì.òne; si poteva dire : « Pecche siamo cristiani»), perché Gentile si precipitasse a· Firenze per fare una conferenza ·sulla religione. Pe rchè in Italia si va sempre a co ppie. Allora questi cattoli~i temono di essere soppiantati e rimettono l'accento sulle parole libertà, ug uaglianza e · fraternità. Anche questo dev'essere evitato Noi siamo noi. N on bisogna avere adesso l'aria non solo di raccogli ere que lla che sarebbe la concezione cristiana, rri~ n eJn· che di Vol ersi mettere sotto l'ombrello del V aticano. L'ombrello del Vaticano, sig nori, non è più 9ue ll~ di Bonifacio VIII, il q uale poteva, nel 1300, lanciare la famosa- bolla , . nella quale e ra detto che il sole è la Chiesa e la luna è lo Stato e che la città celeste ha la p revalenza suHa città terrena, che lo Stato h a ragione di esistere solo in quanto si trova nell'orbita secolare de1la Chiesa. Da allora molta acqua è p assata sotto i ponti del Tevere, e lo dimostra il fatto che se qualcosa di anticristiano è accaduto nella stor-ia, esso è accaduto proprio in questi g iorni. Sino a due anni fa la guerra escludeva il massacro del1e donne ·e dei -ba mbini. Sono stati necessari d iciannove secoli di amore del p rossimo per a rrivare a questi risultati.

Ben edetto Croce trova però un giornale di Padova che g li fa l'apO · logia, per cui bisog na pensare che la luna crociana è entrata jn tutto il mo ndo accademico. M a che in u n g iorn ale unive rsitari o di P~dova si faccia l'apologia d i Croce fino al punto di interpretare il suo pensiero come- una rivelazione, questo poi è troppo.

Poi c'è stata una polemica sul fa tto se gli uomini di trent'ann i avessero anCora il diritto di chiamarsi g iovani. Questa 'polemica è stata pubblicata da Roma FasciJta. B ch iaro che siccome la gioventù non è uno st ato permanente hella vita1 ma u no stato transitorio, tr.emendamente t ra nsitorio, è chiaro cPe i g iovani di vent'anni cons iderano quelli di trenta superati; ma fra poco quelli di quindici potrebbero dire di rap· pres·entare la gioventù, e andando avanti di cjuesto p asso, si arriverebbe all'asilo infonhle. Queste tendenze devono essere veramente represse, e bisogna add it are ai g iovani esem pi di coraggio soprattutto m ili ta re.

Qllando assistiamo a dei ·f e nome ni che suscitano in noi un profondo schifo, bisogna vol tare la pagin a e vedere per avventura se non ci siano altri fenomeni che suscitino un profondo senso di orgogli,o. Per ,esempio, il caso Macchi di Cellere, ricchissimo in .Argentina, miope scartato per tre volte, il quale ha la malinconia di venire in Italia e di morire in un carro armato. Scommetto che qualcuno avrà detto: « Ma perché non è rimasto in Argentina?». E l'esempio del ventenne oddo Bag lioni, che scrive alla madre dicendo: « Un Baglioni non p11ò morire (he sul rampo d{battag!ia )>. Queste cose ci consolano e dimostrano· che in questa vecchia razza italiana, se ci sono elementi deleteri dovuti a quei quattro m'ilioni di schiavi che Roma ebbe il torto di portare nel suo grembo, esiste altresl ancora una razza di milioni di uomini per i quali il combattimento è Ja missione più importante della vita, e Ja morte non è che il coronamento del combattimento.

Ancora: Bisogna che durante i bombardamenti e subito dopo il Partito sia presente. Bisogna che i fascisti si considerino soldati, anzi, combattenti (la parola soldato deriva da « soldo )), soldato è una cosa, combattente è un'altra, tutti i combattenti sono soldati, ma non è detto che · tutti i soldati siano combattent i), in modo che il soccorso morale sia immediato e <JUello materiale altrettanto immediato.

Quanto alla critica, io credo che da questo punto di vista l'Italia. è un paese straordinario. I ·giornali possono dire tutto, stampano tutto. Noi non abbiamo quindicimila censori come Roosevelt: diconsi quindicimila. E molte volte si stampano d elle cose che ci fanno male, fanno male all'Italia. Recentemente un articolo di un giornalista che . veniva sino a ieri considerato ufficioso e non lo era affatto. Non si sa come gli era venuta questa reputazione. Forse se l'era fatta lui stesso. Un articolo, dunque, in cui accennava a-Ila possibilità di una pace di compromesso, Ct;)n un discorso singolare rivolto agli anglosassoni, in cui diceva: « Poiché non vi accorgete ancora dei. vostri interessi», eccetera, eccetera , e diventava quindi il difensore degli -interessi deg1i anglosassoni, come se essi non fossero capaci di difendersi da sé, e come se fosse nostro compito di fare da pedagoghi agli anglosassoni, i qua.li non ci sanno fare. Questo articolo ha avuto una ripercussione grandiosa e ha fatto ritenere che il popolo italiano fosse stanco e desiderasse, attraverso il bacc~no o quakhc altro segno, arrivare a una pace di compromesso. Un altro articolo recente, su una rivista, ha sollevato non minori riperrussioni fuori delle frontiere. Notate: in tempo di pace io sono assolutamente indifferente a tutto quello che si dice di me, del regime, dell'Itali~ e del fascismo oltre fronti era; ma in tempo di guerra non è la stessa cosa, perché ciò può avere per risultato di aumentare la forza morale di ·resistenza del nemico, qu indi è· un servizio che si rende al nemico. Che da noi ci sia la libertà, io lo potrei dimostrare, perché tutti i giornali parb,no di qwlunque cosa. E del resto notate che io non sono contrario a ciò. Si tratta però di farlo con diligenza. 11 Governo non si conipone di elementi infallibili: bisogna respingere questo criterio, perché altrimenti saremmo dej sovrumani, mentre siamo di carne ed ossa e non pretendiamo di essere dei modeili, ed anche noi qualche volta, nei nostri provvedimenti, sbagliamo. · Qualche volta accade che dopo aver fatto dei provvedimenti abbastanza interessanti e attesi dalla popolazione, la popolazione fa il co"o delle giraffe prima di vederne l'esecuzione.

L'altro giorno apro Il Secolo di Mila.no, e vedo scritto: «Quando il Governo darà l'indennità memi/e agli impiegati sfollati?». Mi metto al telefono e domando. Effettivamente questo provvedimento del 1 5 dicembre non ha trovato athi:i.zione. Il 28 ottobre, diciamo che si aumentano le pensioni agli operai. Grande successo, attesa, eccetera. Ebbene, r organismo ad hoc (cioè Lantini) non ha ancora fatto il movimento. Ora, se c'è un giornale che dia la sveglia, io credo che questo giornale fa bene e fa bene il segretario fed erale a segnalare cose del genere e qualunque altro fascista fa bene a seg nalare le cose che non vanno. Ciò è direttamente o indirettam·ente il dovere dei f ascisti.

Assegnando questi compiti al Partito, cosa dimostro? Quanto segue: il Partito è l'insostihlibile, il necessario anello di congiunzione tra lo Stato e il popolo. Questa è la definizione che deve essere incisa, impressa nei nostri spiriti Il Partito è l'organo di collegamento tra lo Stato e il popolo, organo di colleg amento in quanto il Part ito è Stato e popolo, perché altrimenti, se non fosse né l'uno né l'altro, non- potrebbe essere il terzo. Queste due entità sono distinte e tuttavia interdipendenti e della stessa intima natura.

Una volta io ho detto che lo Stato è lo spirito del popolo e il popolo è. il corpo dello Stato. Rileggendo in questi giorni quello che ha scritto un grande apolog ista tedesco dello Stato, H egel, ho t rovato la stessa definizione, Fuor,i dello Stato, l'uomo non esiste Infatti, fuori dello Stato, l'uomo non può esistere : esso non esiste se non nello Stato, e fuori d ello Stato non esiste se non al!o stato seivaggfo o d i animale. Quando l'uomo esce dal periodo della preistoria, assume sempre forme associative che a poco a poco determ inano lo Stato. Lo Stato è un complesso di istituzioni, è la forma associativa che una determinata società nazionale assume. Lo Stato deve tenersi in contatto col popolo perché il nostro Stato non è uno Stato di polizia assoluto, non è il monarca che dice: questo è il mio piacere. la rivoluzione francese fu .determinata dal fatto che i re confondevano il loro bilancio col bilancio dello Stato. .

Il che ci conduce a un altro arg omento, che è queUo sul quale io insisto molto. In tempo di guerra il popolo ha suscettibilità ~iustifica- tissime. Bisogna quindi che la condotta dei fasci sti che non combattono non si presti, con esibizioni che dimostrino un tono di vita 'Svagata, alle critiche del popolo il quale soffre. Bisogna distinguere il sacro dal p rofano. Quelio che è dello St~to è una cosa, quello che è dei cittadini è un'altra. Ora, c'è in molti una tendenza a confondere, a fare del piccolo profittismo, qualche volta giovandosi della carica. Questo è ma1issiino. _Purtroppo, questo fenomeno ha oggi deJle forme abbastanza rilevanti. Per esempio, la mania del commercio. Avete notato a Roma che non si trova un soldato che non abbia un pacco in mano e qualche volta anche due o tre, Qualche volta vorrò fermare la mia macchina per chiedere a questo soldato perché ha due o tre pacchi. Certamente è una r icompensa per una licenza ottenuta; un prosciutto, un fiasco d'olio, nn f ormaggio .... Molto difficilmente l'ufficiale potrà punire un soldato con il qua le è entrato in questo ge• nere di rapporti commerciali. Potrei citare altri casi. Tutto questo poi, quando sia fatto nel nostro ambito, è g ià grave, ma quando è fatto fuo ri, è peggio ancora, e questo è stato fatto in Croazia, in Dalmazia, in Albania, e Io si fa oggi in Francia. Tutto questo è catastrofico per il prestigio della nazione, Camerati!

Gli uomini singoli vivono della )oro rT-1ta2ione, le nazion i del loro p restigio, e quando il prestigio se ne va, non c'è verso di farlo riso rgere. Noi viviamo ancora mas.sacrati dai luoghi comuni di tre secoli fa, e Cjuakhe volta si legge sui giornali che siamo ancora un popolo di organisti e di venditori di statuette, e non siamo ancora riusciti a libe rarci da questo luogO comune. Eppure abbiamo combattuto, fatte le navi p iù veloci del mondo, le automobili più veloci del mon.do, costruito inte; e città, abbiamo una galleria di eroi che far ebbe. onore a1 più grande Popolo, ma Ja stratificazione dei luoghi comuni è tale che solo con u n col po potente ce ne possiamo liberare. Ma allora non al imentiamo questi luoghi comuni.

Bisogria pensare alla dignità na21iOnale. Ogni italiano fuori della nazione deve pensare che l'Italia sarà giudicata anche da lui, e se Jui sarà un negligente e disordinato, se abbandonerà il. suo posto, r1 giudizio avrà un carattere collettivo. Perciò bisogna saper controllare se stessi, sentirsi parte della nazione e difensori dell'onore e del prestigio della. nazione ; e anche quando un pericolo incombe, bisogna che i fascis ti diano lo stile a se stessi e agli altri, perché la differenza tra la ritirata e la fuga ! che quando ci si ritira si cammina, ma quando si fugge si corre. Qualche volta questa distinzione non è osservata e allora ci si può lagnare s"e i luoghi comuni coot>inuano a propagarsi?

Io sono, nel compleSISO, contento dell'azione svolta dal Partito, e i federaH devono tenersi sempre a contatto con tutti gli iscritti e in particolare modo con gli squadrist i, per i quali un giorno o l'altro io creerò una distinzione speciale, cioè l'Ordine militante del Littorio, che non avrà bisogno di avere timbri di altro genere. Sarà una cosa nostra. Su questi squadristi bisogna contare, perché sono quelli che oggi sono sempre in prima linea, anche se per avventura, come è fatale che succedesse, gli anni hanno lasciato qualche segno sui loro volti, ma non hanno lasciato alcun segno nel loro anin:io. E bisogna far sentire a tutti, amici e nemici, runici più o meno tiepidi) nemici più o meno accaniti, che noi sia.mo qui per combattere, per faré la guerra sino alla fine, cioè sino alla vittoria, perché questa è una guerra che non ammette altre alternative. I popoli si sono scagliatì con tale violenza e passione gli uni contro gli altri, che una delle due parti d~e soccombere.

Recentemente, alla Rocca delle Caminate, è venuta da mc wu donna, una vecchia donna, che mi ha portato la bandiera dell'ultimo garibaldino di quella città che ha dato i natali a Felice Orsini. Quella città aveva combinato un battaglione e il capitano era Felice Orsini. Questa donna, dopo avermi consegnato la bandiera, sulla quale c'era disegnato lo storico millenario fascio, mi ha detto: « fo JOno credente, t,me le mattine vado a MeJsa e Ittite le domeniche mi comunico. Ma se non vinciamo, morirò 1enza prete, perché questo vuol dire che Dfo è con i nemici delNtalia ».

Questo vuol dire che siamo impegnati e. vogliano o non vogliano, noi tìreremo diritto d'accordo con i nostri alleati. Bisogna reagire a certe cose. Quando i tedeschi vincono, tutti sono con i tedeschi, ma col segreto senso della paura. Quando viceversa si ritirano, perché anche essi sono uomini e non semidei e gli alberi non arrivano lino al cielo, allora i sentimenti cambiano. Quando le batterie tedesche a:rrivano, si fa H·muso alle armi; quando se ne vanno, si fa il muso duro per altra ragione.

Tutte queste cose vanno combattute. Bisogna dire al popolo poche cose, ma ·nette. Il popolo deve avere la convinzione che l'Asse ,realiz· zerà la piena ed integrale vittoria. ·

Prefazione Al Volume

«I CADUTI ITALIANI IN SPAGNA»

la nobile e sacra fatica alla quale si è dedicato padre Pietro da Varzi trova Ja sua espressione in questo volume, il quale non è soltanto un elenco di nomi gloriosi, ma ·è un docwnento storico della massima im· portanza, perché ogni nome .è la documentazione di un sacrificio supremo. la Spagna di Franco ha rivelato in queSta cruenta lotta le sue grandi tradizionali virtù guerriere e pa!riottiche e, salvando se stessa. ha salvato anche l'Occidente europeo, e sventato la sinistra profezia di Len in. Gli avvenimenti di questi ultimi anni, il cui inizio risale appunto quasi immediatamente alla conclusione della guerra di Spagna, ne hanno allontanato un poco il ricordo. Ma basta ritornarvi un momento per vedere che anche allora la guerra non fu civile nel senso nazionale della parola, ma civile nel senso europeo e universale: nello schieramento degli eserciti vi era lo schieramento delle idee e dei regimi, in termini generali era una guerra tra fascismo e ant ifascismo. Da una parte, ebrei, massoni, democratici, libera li, comunisti, anarchici e con loro" la solidarietà più o meno larvata dei Governi dei loro paesi, non esclus-i g li Stati Uniti; dall'altra, Spagna, Italia, G ermania con formazioni di volontari di altre nazioni, Su un piano molto più vasto; ,il fenomeno si ripete oggi sotto i nostri occhi, specialmente in questa fase della guerra inter~ cont inentale.

QueUa di Spag na è stata veramente per i leg ionari italiani una guerra combattuta per il trionfo di un ideale : la liberazione della Spagna e del Mediterraneo da ogni m inaccia bolscevica.

Il librò che padre Pietro da Vani ha, con tanta diligenza rurato, il monumento che nei pressi di Saragozza sta sorgendo, sempre per iniziativa di lui, restano da una parte a consacrare il sacrificio dei legionari italiani per tutti i secoli e dall'altra a documentare la verace fratellanza fra i popoli di Spagna e d' Italia.

Noi siamo grati a padre Piet ro da Varzi per la sua fatica, ispirata d"alla religione, dalla patria, dalla comune civiltà mediterranea e cristiana. Ma più profonda riconoscenza g li verrà da lle famiglie degli eroi caduti e da quanti superstiti della guerra di Spagna sono fieri di avervi partecipato, come a una gesta che basta a dare un titolo di orgoglio e un sigillo di nobiltà alla vita di un combattente e alla storia di un popolo.

Mussolin I

4 50• RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI *

Il Consiglio dei minislri ha approvato, fra l'altro, ; seguenti pro v vedimenti.

Su propo1ta del Duce: Un disegno di legge che, agli effetti '4ella imposta di succeu i o-ne 111/le eredità devolute dagli adoJtanti e dagli trffilianli, parifica ai" f igli legittimi gli adottati e gli affiliati ché siano orfani di cad111i per causa bellica della presente guerra, comprendendo gli adottali e gli affil iati

* Jl 14 marzo 1943, Hitler aveva ri sposto alla lettera di Mussolini dell 'S per r assicurarlo sulla stabi lizzazione del fronte orientale, per .rac,omandargli il segreto sul rjmpatrio di Rommel, per insistere su lla necessità di scortare i con· vogli marittimi con navi e non solo con aerei, A tlle scopo mandava a Roma il grande ammirag lio Karl Doenitz, s ucced uto all' ammirag lio Erich RaedC"r nd comando dC"l\a Marina tedesca. P1oponeva infine" un nuovo incontro person:ilC' per la fine dC"I mC"se a Salisburgo (no). Il 16 marzo, con schiacciante supttioriti di · mezzi, l'ottavà Armata inglese di 1'-fontgomery aveva iniziato l'attacco alla prima armata italiana d i M C"sse, schierata per la difesa della Tunisia sulla lin ea di M ueth. Mirabile era stata la resisteru:a italo-tedesca all'impcluoso assal to nemico, che per sei giorni era stato respin to nella zona costiera, e poi nel settore in terno per altri due, finché von Arnim aveva ordinato la ritirata o ltre la l inea dell'Akarit, a causa di una situazione sfavorevole che si era creata ad ovest: Il 17 marzo , il gC"nerale Alberto Parimi era stato nominato luogotenente del re in Albania al posto di Jacomoni. Il 20 marzo, in previsione delrincontro di Salì · sburgo, l'ambasciatore Alfieri aveva scritto. a Mussolini che l'occasione parev.i utile per proporre ai tedeschi un accordo con la Russia, desiderato anche da ge· nerali e diplomatici germanici. li 26 marzo, quale anticipazione all'inconuo, ri· tardato a causa della battaglia di Mareth, Mussolini era tom.1.to esplicitamente sul teina della Russia in una lettera a H itler,, sostenendo che, in un moJo o nel· l'altro, il capitolo russo doveva essere assolutamente l iquidato. Indicava anche alcune manovre da compiere in segui lo, come piombare alle spalle degli anglo· americani attraverso la Spagna e il Ma rocco spagnolo cd occupare le Baleari. Manovre ardite, ammetteva, ma necessarie (2 54). li 29 marzo, in oca.sione del ventesimo annuale della costituzione d ell'Aeronautica, aveva ispezionato un aero· porto di gue rra e rivolto « una breve e fie ra allocuzione ai reparti, schierati in quadrato 11> Sulle condizioni dello spirito pubblico nel momento, l'Ufficio politico investigativo della M.V.S.N. gli aveva r iferito che in Sardegna si cominciava . a temere un'invasione nemica ; stanchezza e sfiducia dilagavano lino a smo rzare anche l'interesse, già vivissimo, per le travolgenti azioni belliche dei giappones i. L' antifascismo lavorava per .creo.re un clima di rivolta profittando delle ripercus· sioni psicologiche delle sconfitte m ilit ari. I fedeli fascisti invocavano una propa· ganda pià efficace e una più energica repressione del sovvers ivismo, dell'ant ifasci· smo, del sabotaggio, Si notava una certa attività dei partiti clandestin i, specialmente dei comunisti, che faceva no breccia fra operai e studenti, p articolarmente n el çomputo dei figli legillimi per la determinazione del debito di imposta. Si rendono, (Os}, più aderenti" 11//'eJJenza della famiglia, nei (On· fronti d egli organi predeui, gli istituti d ell'adozione e de!i'affiliazione in un Cdmpo, come quellO' JU(cessorio, in cui vincoli di l egge posti in essere dai due is1ituti medesimi non avevano finora alcun rilievo. Il pro vved;mento, perciò, è inteso a fav orfre l'adozione e l'affiHazione d egli orfani della presente guerra e a rende re in tal guisa un nuovo tributo di omaggio e di fÌConoscenza alla memoria di coloro (he abbiano wmpiuto iul campo, per effetto di offese aeree o navali o per qualunque offesa nemica, il supremo olocausto. ( +)

Su proposta del Du(e, ministro del/a Guerra:

Un disegno di legge inteso a regolare la permanenza in servizio, a domanda, degli ufficiali del regio Esercito in servizio permanente ai quali venga. conceJJ4 la pemione di guerra. Al medesimo spirito, cui è stato improntato il recente provvedimento dei « presenti alle bandiere », si ispira il diugno di l egge oggi approvato dal Comiglio dei mùtiJtri. Il sentimento de.Ila 10 /idarielà nazionale, che, attraverso l'ideale permanenza alle bandiere, ha volnto congiungere in una unica .grande schiera chi è caduto con le armi in pugno .e (hi quelle steJJe armi anwra serra per !t.t grandezza e l'avvenire della patria, non poteva reJtare indiff erente di fronte. a coloro i quali, dopo avere speso il meglio delle loro energie spirituali nella preparazione militare del pae1e, hanno suggellalo a Firenze e a Padova, ed anche all'interno di reparti militari. VeniYano diffusi giornall a lla macchia, con la parola d'ordine: « Morte al fascismo, pace a ogni costo» . Du.tante il mese di marzo, inoltre, col pretesto· di rivendicazioni d'ord ine economico, si erano Yerificati per la prima volta, dopo moltissimi anni, a lcuoi scioperi di industrie nell'Italia settentrionale; scioperi cui ave...ano partecipato lavoratori dei sindacati fascisti, anche tesserati del Partito e perfino militi. Particolarmente accentuato era stato il movimento a Torioo, in stabilimenti adi· biti a produzioni belliche Eseguiti con la parola d'ordine « sacco vuoto non sta in piedi •, quegli scioperi erano intesi al fine di miglioramenti economici, ma nascostamente alimentati da propaganda sovversiva. .Avevano avuto però d urata ed estensioni limitate Il 1°, il 2 e il 3 aprile, era stato in Italia, in visita ufficiale, su invito di Mussolini, il Presidente del Consiglio e ministro degli Affari Esteri di Ungheria, Nicola de Kallay. Nel corso di una serie di colloqui con il capo e con i maggiori esponenti del Governo fascista, l'ospite aveva espresso proposi ti di a(cordo con l'Italia per un eventuale distacco dalla Germania, ma non aveva ottenuto alcun ìocoraggia.mento da parte nostra. Il 5 aprile, Messe aveva inviato a Mussolini una relazione riservata sulla battaglia di Mareth e sulla mac.ovra da Matelh all'Akarit ; relazione1 gli aYeva scrit to lo stesso Mussolini, « ,osJ fliv.z, palpìs•11Je, naurit nJe1 ,he ho dtciJo Jj far/11 ,onosc,re, a mezzo !lampa, al popolo il.diano J> (XXXIV, Storia di un anno, capitolo Il « ,1110 • M tsu), Il 6 aprile (ore 10-12.30), presiede Ja riunione del ConsigUo dei ministri della quale~ qui riportato il r esoconto. (Da Il PQpolo d' Italia, Nn. 77, 88, 94, 97, 105, 18, 29 marzo, 4, 7, 1'.> aprile 1943, XXX)• col 1ac!ifhio '.e col sangue la fede nella l oro opera. Come è nolo, in bau alle dhp osizioni fino a oggi vigenti, l'ufficiale che sia diven11to p ermanentemente ùu:bile al servizio militaré ùuondizionato, anco rch é l'inabililà sia staia causata da ferile o le.rioni di guerra, ceJJa dal 1ervizio permanente e 11iene collocalo, 4 seconda d ell' entità e del grado della inid oneità, nella riserva o in" congedo aJJo!uJo, fruendo della pensione di g11em1. Col nuovo provvedimento, gli ufficiali in servizio permanente effettivo che abbiano conseguito la pensio ne di guerra per- f erite o lesfoni di guerra ponono ollenere a loro Jpmanda, qualora' fJengano ricono1ci11ti idonei .al servizio militare condizionato, di rimanere nel urvizfo p ermanente effettit,I() m ediante ii pauaggio in un apposito r110/01 denominalo « ruolo ufficiali in .servizio permanente in validi di guerra» Agii appartenenti tt tale -ruolo, per i quali vigono i medesimi limiti di elà slabiliti per gli 11fficiaJi in ser vizio permanente, è assicurata, pur(hé siano in possesso di d eterminati t'equisiti, la carriera fin o al grado di generale, q11al11i1qu e sia il grado ,he rivestono all'atto in m i sono rolloraJi nello speciale molo ad essi riservato. A loro fav ore, inoltre, è previslo il cumulo della pen1ione di guerra ron tutti gli altri a.ssegni inerenti al grado Contemporaneamente ii provvedimento aboliJu le attuali categorie d egli ufficiali «mantenuti» e « riasmnJi », p er i primi dei quali Janciice, « ope legis >>, la permanenza nel molo del iervizio permanente effettivo; per i secondi, q11alu11q11e sia la categoria di provenienza, staJ11iice, dietro ·,ma generttle revisione, direJJa ad accertare il grado di idoneità fùica, il passaggio nel ruolo del servizio p ermmiente effetlivo, ovvero il paJJaggio nel « ruolo ufficiali in Jer vizio permanente invttlidi di guerra». (+)

PER IL CAMBIO DELLA GUARDIA AL P.N.F. •

li Duce ha sottoli11ealo il significato di q1Jesti applausi ed ha rivolto tm Mld'1 elogio al camerata Viduuo ni per t'opera 1110/ta con aJJolllla purezztt di intenti e di opere, (on la fede cristiana del fasciJla e del legionario cre~ci1110 nel clima ·della ·rivoluzione.

• Il 6 aprile 1943, verso le 14, Mussolini era partito in treno da Roma per il convegno di Salisbutgo, accompagnato da Ambrosio, da l sottosegretario agli Affari Esteri, Giuseppe Bastianini, dal segretario particolare, Nicolò D e Cesare, dal nuovo capo dei servizi di sicurezza a palazzo Venezia, prefetto· G iuseppe Stracca, diti questore addetto al!a s u.:i persona, Agnesina, da Pozzi e von Mackensen. A Tarvisio, si erano aggtegati Alfieri. e il generale Luigi Efisio Marras, nostro addetto militare a. Berlino, venuti d alla capitale tedesca Il 7 aprile, alle 16 circa, il treno presidenziale era giunto ad una stazione nei pressi d i Salisburgo, dove Mussolini era stato acc~lto cord ialmente da H i tler, Indi, con il suo seguito, era stato condotto in auto al magnifico castello di Klessheim. Mentre i due dittatori erano a un primo colloquio senza testimoni, Pozzi era stato interrogato sulla malattia di Mussolini dal professor T heo Morcll, medico personale del FUhrer. Anche Hitler appariva in condizioni fisiche depresse La mattina dell'S aprile, riunione plenaria, dopo la quale Pozzi, visilando Mussolini per le solite cure, 10· aveva· trovato di malumore li 9 aprile, secondo colloquio a due fra i capi. Dei tedeschi, erano p(esenti al castello Goering, von Ribbentrop, von Keitel, Doenitz, H immler, il generale Kur t Zeitzler, nuovo capo di Staio Maggiore generale dell"Esercito, e il colonnello delle S.S, Eugen Dollmann. Insistenze erano state reiterate da Hitler e dagli altri perd1é Mussolini consentisse a farsi visitare da specialisti germanici; cosa che egli aveva evitato per rig uardo ai suoi medici curanti italilni, benché fosse alternativamente assalito da dolori, che costringevano Pozzi ad accorrere nell'appartamento riservato, dove M ussolini era rimasto per tutJo il tempo del convegno, mangiand o da solo. L3: mattina del 10 aprile, altra riunione plenaria. Nel corso delle conversazioni, si era man ifes tata una discordanza di vedute. Mu5solini non era riuscito a far prevalere le ~;ue id~ circa una pace con la Russia o, quantomeno, circa la neces. sità c~ la Germmia rinunziasse a nuove operazioni offensive sul fronte orientale. Neppure era riuscito a fa r redigere una precisa dichiarazione comune, valida a rassicu rar~ le piccole nazioni circa il loro destino futur o, in caso di vittoria dell'Asse, che necessariamente occorreva contrapporre alla Carta atlantica, Nei suoi l unghi monologhi, che stancavano e irritavano Mussolini, Hitler non aveva previsto sostanzialmente alcun nuovo piano d'emergenza. Lo stesso 10 apri le, alle 17 30, Mussolini e il suo seguito avevano lasciato il castello di Klessheim per rientrare in Italia. Il pomeriggio dd l'l l aprile, il treno presidenziale era arri· valo a Roma. Il 12 aprilc, Mussolini aveva riferito al re sul convegno d i Kles· shcim. Durante quel convegno, si era condusa i n Tunisia, con una ulteriore rit irata, una battaglia sulla linea dell'Akarit, e la prima Armata di Messe era stata costretta a retrocedere, fra gravi d ifficoltà, sulla linea di Entidaville, dove l'ordine era stato di resistete ad oltranza JJ 14 aprile, Renzo Chierici era stato nominato capo della Polizia al posto di Carmine Senise. Il 17 aprile, a Roma, a pala n o Venezia, Mussol ini presiede b riunione del Direttorio nazionale del P.N. f. Ali.i nizio dèlla seduta, il segretario del P artito legge la seguente rela· zione: « Nel quadro delle possibilità e delle necessità determinate dallo stato di guerra, il Partito ha, in questi se.dici mesi, fattivamen te operato sulle direttive di marcia da voi indicate, con la final ità di orientare sempre più il popolo ila· liana a.ll'impefativo categorico: ·" T uttci e tutti per la g uerra e per la vittoria" . Ritiene pertanto che dal complesso del lavoro svolto e dalla molteplicità delle inizia1ive, esso abbfa. corrisposto compi utamen te alle esigenze dell'ora storica, che trova H fronte interno in linea, garan zia assoluta che J'Jtalia fasci sta prosegue con int ransigente fermezza verso le mete che voi, Duce, avete segnato sui vessill i della rivoluzione. li P,ntito, per il raggiu ngimento di tali ob iettivi, ha operato con t utta la sua attrezz:itura, affinandola e potenziandola sia sul piano politico che spirituale, economico, ass istenziale e p ropagandistico. Più volte, Duce, ho av~to l'onore di riferi rvi, alla presenza del D irettorio nazionale, sui risultati raggiunti nei vari settori. Oggi consentitemi d i dirvi soltanto rhe la vastità dell'azione assis1enziale sviluppata in questi sedici mesi con generosa larghezza e fraterna premura, ha veramente fatto sentire ai combattenti, alle loro famiglie, ai lavoratori

Il Dt1ce htt qr,indi annunciato di ttve-r icelt o a s11cceuore d el camefala V id11uo11i l'alt1Jale pi(esegrelt:ri o d~I ParJito, Carlo Scorza, ne//'àJ.

Jolllta w11v;nzione che il combdttente di m·olte guerre, lo 1q11adrista e il fa1cùta animoso della prima ora, Carlo Scorza, applicherà le direllive del Du('e con passo e spirito bersaglieruchi. * ed a quanti sopportano fil'ramente i disagi inerenti allo stato di guerra, J'af. fettuosa, conrreta solidarietà del Partito, A tale riguardo "l'Ufficio combat· tenti .. si è rivelato un organo in tutto rispondente~al compito affidatogli e la cui intensa. attività ha suscitato n ell'Esercito, nella M:uina, nell'Aeronautica e nella Milizia, dagli alti Comandi ai gregari, sentimenti di viva riconoscenza. Partico· la.ri, assidue cure sono state rivolte alla protezione antiaerea e alla disciplina degli sfollamenti. L'organizzazione ha portato in maniera concreta, attraverso una vera mobilitazione di tutte le sue possibilita, il suo aiuto, spesse volte r isolutivo, a quanti sopportano le conseguenze della barbara offesa nemica. Attraverso le frequenti visite alle città colpite, abbiamo potuto constatare l'efficacia di tale aiuto. Anche nel mio recente viaggio in Sicilia, mi sono reso conto della pratica utilità d elle disposizioni date e delle provvidenze predisposte. Durante tale visita, ho avuto modo di accertare che quell"lsola è pronta ad affrontare sacrifici anche più duti,.animata com"è dalla più assoluta dedizione alla patria, cd al virile proponimento di resistere e superare qualunque prova. Alla risoluzione di tutti i pro• blemi economici, il Partito ha recato il contributo, spesse volte determinante, della sua fattiva collaborazione. La vita della nazione, Duce, si svolge, quasi al compimento del terzo anno di guerra, in un clima di alta comprensione e di serena 6duda. Il Partito, col sacrificio sempre più copioso dei suoi gerarchi e dei suoi militi, con !"esempio della sua dirittura politica e morale, per cui ha po· tuto, con inflessibile, serena intransigenza, procedere alla eliminazione della inu· tile zavorra, con il prodigarsi in incesSAnte fervore là dove maggiore è il rischio e quindi più doverosa la sua presenza, l'anima del popolo, di cui alimenta l a fede e la resisterua, elementi di forza e di d isciplina epperciò di vittor ia. In que. sta constatazione, Duce, il Partito vi presenta il consuntivo vero ed eloquente della sua azione n el campo spirituale e propagandistico, i risultati della sua pen etrazione nella coscienza e nel cuore del popolo. Duce! D opo sedici mesi, du· ranle i quali con fedeltà di camicia nen. e orgoglio di combattente ho obbedito alla vostra consegna. vi chiedo, nella sodd isfazione del dovere interamente com· piuto con obbedienza, con ardore e con rispetto agli ideali della rivoluzione, di consentirmi di- mettere a vostra disposizione il mio mandato. Di fronte alla n ecessità di dare di p iù e di moltiplicare le energie per sostenere il peso delle ac· cresciule responsabilità, io ho il dovere di dirvi che non posso, forse, chiedere oltre alle mie ferite di guerra, che limitano le possibilità del mio lavoro. la mia vita di fascis ta vi appartiene, Duce, nel palpito pieno deUa ricori.oscenza. e della dedizione. Grazie, Duce, Sono sull'"attenti ! ": comandatemi! ». Questa reia2ione accolta « da un vivissimo, proluf\Bato applauso di tutti i presenti». Indi il capo del Governo pronuncia le parole qui r iportate in riassunto. (Da. li 'Popolo d'ltalia, N. 108, 18 aprile 1943, XXX).

• « Il Duce ha quindi tenuto un rapporto, durato quaranta minuti, illustrando le direttive nel prossimo tempo. Grandi acclamazion i h anno salutato le sue parole,., (Da Il Popolo d'/lali4, N. 108, 18 aprile 1943, XXX).

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