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L'ULTIMO DISCORSO PAL BALCONE DI PALAZZO VENEZIA•
Sento vibrare nelle vostre voci l'antica, incorruttibile fede (la mo/. litndine prorompe in un formidabile g rido: «Sì!») e insieme Wla cer. tezza suprema: la fed e nel fasci smo ( « Sì!»), la certezza che i sanguinosi sacrifici di questi tempi duri saranno compensati dalla Vittoria (allÌSJime, prolungate acdamaziom). se è verri/ come è vero, che lddio è giusto e l'Italia immortale. (Il popolo aa!amCI enttnia;ticamente al D uce)
Sette anni or sono noi eravamo qui riuniti in questa p iazza per celebrare 1a condusione trionfale di una campagna durante la quale avevamo sfidato il mondo e aperto nuove vie alla civiltà. (App l ausi prolungaJJ). la grande impresa non è fini ta: è semplicemente intercetta. Io so, io sento ·che milioni e milioni d i italiani soffrono di un indefinibile male, che si chiama il male d'Africa. ( « S1! »). Per guarirne non c'è che un mezzo: tornare E torneremo (la moltitudine pro rompe in nuove, irrefrenabili acclamazioni e grida con una Jola 11oce: «Sì!»).
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Gli imperativi categorici del momento sono questi: onore. a chi combatte, disprezzo per chi s-i imbosca, e piombo per i traditori di qualunque rango e raz:za. Altissimi appla,111).
Questa non è soltanto la mia volontà. Sono sicuro che è la vostra e quella di tutto il popolo italiano.
• Il 2 maggio 1943, Hitler aveva risposto al telegramma di Mussolini del 30 3pcile, facendogli notare quanti aerei rrano già stati forniti dalla Gt-rm:ini a ed annunciandogli che Kesselring si sarebbe presentato per un esame comune della questione (279). lo stesso 2 maggio, essendosi il suo male di stomaco nuovamente inasprito, l\fossolini era rimasto a villa Torlonia Ma un nuovo esame radiologico eseguito dal professor Alessandro Bianchini aveva dato esito negativo. intanto il nostro Stato M aggiore, mentre meditava la cattura di Mussolini, alimentava n ei upporti sulla situazione militare la sua fiducia n ella resistenza, li 3 maggio, in una relazione, Ambrosia aveva sostenuto la necessità di prepa· rue la difesa delle coste « con ferma fed e e piena .fiducia», poiché un nostro successo (+J può ave.re i più impen sati sviluppi e anche capovolgere l'attuate duco corso della guerra». La mattina del 5 maggio, a Roma, nella sala del Mappamondo di palazzo Venezia, Mussolini riceve il nuovo Direttorio nazionale dd Partito, « presenti i membri di diritto Eccellenze Biggini, Cianett i, Polverelli, Albini e Galbiati, Dopo brevi p arole del segretario del Partito, i vicesegr etari e i componenti di Direttorio prestano il g iuramento di rito, Il Duce, alla fine, ribadisce gli ordini già impartiti per l'azione del nuovo Direttorio». Nel pomeciggio, al teatro Adriano, Scorza tiene rapporto ai segretari f~erali ed alle g erarchie provinciali. Al termine del rapporto, tutti i presenti si teca.no in massa a piazza Venezia, già gremi,a di folla. l nsislentemente invocato, Mussolini app3re al balcone centrale del palazzo e pronuncia il discorso qui r iportato (Da li Popolo d 'lttilia, N. 126, 6 maggio 1943, XXX),
451' RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI •
Il Duce ha comuni.alo al Consiglio dei ministri che è in corso di elaborazione un provvedimento concernente il trattamento economico dei dipendenti statali per ;/ periodo della guerra. Il prossimo Comiglio d ei minist ri esamhzerà le propo11e relative, che .raranno formulale lenendo presenti le condizioni del bilancio 1tatale. I miglioramenti avranno necuzione dal 1° luglio e graverarmo .rull'eserciJo 1943 ·1 944, XXI-XXII.
Il Consiglio dei ministri ha approvato i seguenti provvedimenti, oltre ml altri di ordinttria amminiJt rnion e.
Su propo1ta d el D uce d el faJC/Jmo, capo del Governo :
Un diJegnfJ di l egge concern ente la i.rtituzione di collegi Jpeciali per l'istruzione dei rùor1i in ude gi11ri1dizionale ai f ini del rfronouimento del diriuo a pensione a cau1a di invalidiJà o di morte dei cittadini 11iJtime d i falli di gue"a
UnfJ schema di provvedimento conrernenJe la "pro-roga del termine della durata de/l'ocmpazione provvho-ria dei _beni immobili da parte dell'Opera nazionale per i combattenti,
Su prfJp osta del Duce, ministro per l'Int erno: Un o 1chema di provvedim ent o recante nuove norme per la diuiplina d ei servizi di guerra di perlinenza del miniJJero d e/l'Interno.. Con tale pròvvedimento, in relazione all'offesd aerea nemica sul territo,.io . me/ropq/ita"o, 1i dettane .rpecia/i norme volte a potenziare i Jer vizi del mini11ero dell'foterno che hànno pi ù diretta attinenza con lo staio d i g11erra (prot ezione antiaerea, ierviz} anlincendi, eu.), prevedendosi f ra l'altro il riconoscimento della qualifica d i combaitente e la conce11ione di lulli i benefid che vi sono conne11i aJ personale adde//o a tali Jervizi.
• L'B maggio 1943, giorno in cui Tunisi e Biserta cadono in mano del nemico, Arnbrosio i,repara una relaiione p,er Mussolini sulla preparazione della · difesa in Sardegna. Benché le artig lierie scarseggino; si manifesta o ttimista; quanto al resto d·1talia, scrive, « non credo all'invasione della Penisola, perché sarebbe cosa l unga e non decisiva per il risultato finale della guerra. L'Italia, anche r idotta nella valle padana, non cede: q uesto i nostri avversari ormai sanno». Ritiene invece più probabile un t entativo di sbarco in Sicilia. Lo stesso 8 maggio ( ore 10-13), Mussolini p resiede la riunione del Consiglio dei ministri della quale è qui riportato il resoconto, (Da 1/ Popolo d'I1alia, N. 129, 9 mag· gio 1943, XXX), ·
Un _disegno 'di legge concernente il t,•a/Jamenlo economico d elle tt.r1i1tenti .ranitarie visitatrici dipendenti da enti pubblici. ( + )
Su propo1ta del Duce, ministro per la M arina : Un disegno di l egge .relativo all'iJtit11zion e del ·grado di aiutante di ballaglia nella regia Marina. (+)
ALLA RIUNIONE DEL COMITATO DEI PREZZI•
Il Duce h a preso la parola per 10 110/in~are l'importanza delle direttive enuncime dal miniJtro di,fl'Agrico ltura per la diJciplina del raccolto e de//lammaJJo, che il Comitato ha approvalo.
• li 12 maggio 1943, poich~ in Tun.isia l'Armata di Messe era ormai acccrchi3ta i n uno spazio ristretto presso la penisola. di capo Bon, Mussol ini aveva telesrafato al generale che lo Jasci:iva l ibero di accettare un'onorevole resa (280). Il 13 magsio, l'Armata aveva cessato il combaltimento e Messe era sl3to nominato ma resc-ial!o d'Italia. Il 14 maggio, 8iorno in cui il Comando s-Ùpremo aveva compilato un rapporto in cui avvertiva, fra l'altro, che la Ger mania avrebbe in. viato divisioni di rinforzo in Sicilia e in Sardegna, Mussolini era p:utito per la Rocca delle Caminate in cattive condizioni di salute. Il 15 maggio, il re aveva scri tto tre appunti su[[a situazione, con u n primo esplicito accenno alla necessit~ e al modo di uscirne, « Si deve ora far di tutto - concludeva il sovrano - per tenere il paese unito, e non fare disco rsi retorici e a sfondo solo fascista. Bisogna mantenere stretti contatti con l'Ungheria, la Romania e la Bulgari a, che amano poco i tedeschi. N on si dovrebbe d imenticare di fare le possibili cortesie agli uomini dei Governi dell'Inghilterra e dell'America. Bisognerebbe pensare molto seriamente alia possibi lità di sganciare le sorti dell'Italia da quelle della German ia, il cu i crollo interno potrebbe essere improvviso come il crollo del, l'impero germanico nel 1918 ». Durante la permanenza di Mussolini alla Rocca delle Caminate, ·una· mattina Pozzi lo aveva trovato intento a vibrare energici colpi di accetta su di un tronco d'albero. Benché l'amma.lato, assicurasse che quello sforzo fisico gli giovava, lo aveva ammoni to che invece gli avrebbe pro· curato un danno sicuro. Convinto a desistere, Mussolini aveva condotto i l medico sopra la Rocca, ad amm irare fra i merli il vasto e arioso panoram a dell'Appennino e della pianura romagnola fino a!J'Adriatico . Ma stava sempre male. Jn. fatti, aveva-trascorso allora, lui sempre disposto ad un sonno l ungo e profondo, due notti successive in bianco, a caus~ delle continue, allarma.n ti notizie dei bomb.irdamenti nemici sulle città italiane, Inoltre, in seguito ad una lunga pasug, giata compiuta nella campag na, la sua antica ferita di guerra alla gamba destra si era fatta gonfia e dolorante. J1 18 maggio, si era recato a visitare le tombe dei genitori e di Bruno nel cimitero di San Cassiano in Pennino. Era stato a q uell'epoca. che ' Galbiati era riuscito a costi tuire una divisione c::orazzata M della Mi li1ia, con elementi volontart reduci dalla Russia e con armi moderne fornite 'dalla Germania. Il 19 maggio, giorno in cui Mussolini e ra rientrato a Roma, Hitler gli aveva indirizzato u na lunga e concitata lettera di confutazione e un promemoria trasmessogli dal Comando supremo italiano s ulla situazione in Croazia e nel Monteneg ro. Ammoniva ancor a una volta che favorire e armare
JJ Duce ha posto In evidenza come la consapevole ttpplicazione di tale disciplina e l'azione sist ematica ed intensa, che 11tmno ;volgendo le forze di Polizia ed in particolare l'Arma. d ei reali carabinieri cotllro il mercato ne.ro, d etermineranno ·la ponihilità di un miglior:unento delle raz.ioni dei generi fondamentali P.er t1alimenlazione.
452' RIUNIONE
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI*
Il Consiglio. dei ministri ha approvato i seguenti provvedimenti, olt re ad altri di ordinarùt amminiIJrazione
S111!a propo;ta del Duce, d'in1e1a col ministro de/te Finanze,# Con- le bande d ei cetnici era un vero tradimento d e! la causa comune. Con espressioni recise e indignate protestava che le direttive dei nostri Comandi servivano" ~oltanto a r endere impossibile le comunicazioni attravef50 i Balcani e i rifonùmenti alle truppe i taliane e tedesche che fossero in un prevedibile domani impegnate contro sbuchi nemici in Grecia. Le bande cetniche erano nemiche dell'Asse per conto delringhilterra, crnne quf"lle comuniste Io erano per conto della Russia
I[ Fuhrer non esitava a richiamare Mussol ini alla sua responsabilità, e sosteneva l'urgenza di disinfestare la zona montenegrina e croata dai partigiani d'ogOi colore, fmchC si era in tempo, Si diceva .riso1uto a fa.ria finita con l'equivoco creato in luogo dai Comandi italiani. In t ermini appassionati, irruenti, dialetticamente abili ed eloquenti, la lettera di Hitler rappresentava un preciso atto di :accusa contro i generali Ambrosio e Pirzìo Biroli. Il 22 maggio, Mussolini risponde al FU.hrer (256) Il pomeriggio dello s tesso 22 maggio, a Roma, a palazzo Vene Ua, presiede la riunione del Comitato interministeriale di coordinamento per gli a pprovvigionamenti, la distribu2:ione e ì ptezzi, ln t o.le occasione, dopo la relazioM del ministro Pareschi « su.i principali aspetti della situazione annonaria e s ui r isulta ti raggi unti ne l settore ccre11licolo ,~ fa le dichiarazioni qui ri porta te in riassunto. (Da li Pop olo d'I1alia, Nn. 134, 144, 14, 24 maggio 1943, XXX) .
• Il 26 maggio 1943, Mussolini era to rnato alla Rocca delle Ca.minate Il 30 maggio, era stato colto lassù da una fortissima crisi di lancinanti dolori a llo stomaco, con spasimi talmente acuti che il custode della Rocca lo aveva tro va to nel suo studio mentre si contorceva per terra. Chiamato d'urgenza, Pozzi aveva proposto un nuovo consulto. Il 31 maggio , a Roma, il duca Pietro Acqu arone, ministro d ella real Casa, aveva ammesso esplicitamente con Marcello Soleri di pensare già a1 colpo di Stato e alla cattura di Mussolini in Quirinale. A. quel tempo, Kesselring aveva assunto il comnndo di tultc le forze tedesche in ltnlia, sostituito al comondo dt'l l'Aviazione dal maresciallo Manfred von Richthofen. li 2 g ill8no, Roatt.a era stato nominato capo di Stato Maggiore del reg:io Eser cito al posto di Rosi e il generale A lfredo Guzzoni e ra p3ss:ito al comando delle forze in Sicilia. 1n una Relazione 1111/a iituazi one i n1ert1t1 italiana del mtte di maggio 1943, XXI , Scorza aveva riferito a Mussolini che la massa popola.re eora a posto, ma risentita contro gli eccessi della_ burocrazia e contro la dilagante corruzione, contro la mancanza
Jiglio d_ei miniJtri ha d elibera/o, il prot!Vedimento, preannunddla nella riHnione de/1'8 maggio ultimo .rcor'Jo, recante miglioramenti economici a fa vore dei dipmdenti staia/i, ( +)
Su proposta del Duce:
Uno JChema di disegno di legge col quale, allo uopo 'di ripartlfe i danni subiti dalla fiera isola di Sardegna, in seguito alle barbare in(llrsfoni nemiche, e ·di promuovere al tempo steuo lo Jvil11ppo della produzione ttgricola, si provvede alla creazione di 1111 /JJituto stZrdo di credito immobiliare, il quale avrà per compiJ.? di concedere m11J11i fondiari ed edilizi per la ricost ruzione degli abitati 'Nrbani e rtutiti, nonché m11111i per l'esecuzione di opere di bonifica e di irrigazione, coordinando in q11e1to cdmpo la propria azione con quella de/l'IstiJuto di credito agrario per la Sardegna, Un dùegno di legge drta il traJtamento economJco dei militari redi mordente nell'attività di organi responsabili, infine contro la tolleranza verso gli abusi nel tenore di vita e nella condotta morale dei ceti ecooomicamente più grossi, Panico, depress.ione, scetticismo erano derivati dalla perdita della Tunisia e dai bombardamenti. Insufficentl"mente contrastata appariva l'insidiosa propaganda nemica. Preoccupava la scar~tà dei rifugi e di protezione antiaerea: irritava il trattamento quasi d i favore fatto agli internati; apprezzata era invece l' istituzione delle mense aziendaJi. I combattenti che tornavano in patria erano delusi d all'atmosfera di disfattismo che vi trovavano. Il peggioramento delle sue condizioni di salute aveva costretto Mussolini a rientrare a Roma per sottoporsi a una nuova visita di Frugoni e del professor Vi ttorio Puccinelli, i quali avevanò rinnovato la diagnosi di gastrite e duodenite, confermata ancora da un esame rad iOlog ico, eseguito nello studio del professor Eugen io Milani il 6 g iugno. Al paziente era stata prescritta una lunga degenza, iniziata immediatamente insieme a. nuove in iezioni sicostituenti. D urante la prima settim::ma di giugno, il re aveva ricevuto con frequenza personalità politiche fasciste e antifasdste, tutte orientate contro il capo del Governo, e il nemico aYeva bombardato, dal cielo e dal mare, l'isola di Pantelleria, da tempo fo rtificata in segui to a direttiva personale di Mussolini L'8 g iugno, il numeroso presidio dell'isola aveva subito un ininterrotto attacco aereo, ma il suo comandante, ammiraglio Pavesi, non aveva risposto all'intimazione di resa d ell'avversario Il 9 e il 10 giugno, erano continuate le azioni aeree del nemico. Lo stesso 10 giugno, dopo avèr lasciato senza risposta una nuova inlimazione ·di resa, Pavesi, pretestando forza maggiore e mancanza d'acqua, aveva chiesto a Mussolini di potersi arrendere, e questi aveva consentito. li l} giugno, era caduta anche l'isola di Lampedusa Il 14 giugno, Mussolini aveva convocato a villa Torlonia., per un esame della situazione, Ambrosia, Riccardi Roatta, il g enerale Rino Corso Fougier, sottosegretario e capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica, e il generale Carlo Favagrossa, ministro della Produ2:ione bellica, ai quali aveva letto una sua N ota n,l/11 si t1111ziont .rtrt:t,gha ila/ian,:: a m ,1d giug,:o, già inviat.a. in copia al re. Tale nota fissava alcuni concetti direttivi, il cui sviluppo seguiva alla premessa che non vi era alcuna possibilità di soluzione di carattere politicò. Escludeva quindi u na pace separata. Per<hé « la capitolazione sarebbe la fine dell'Italia non solo come grande potenza, ma anche come semplice potenza. Po iché la prima conseguenza della capitolazione, oltre alle ovviamente
Jidenti all'ertera rimpatriati ed incorpordli per compiere la ferma di leva. Il trallamento di favore previsto dalle· dispoJizioni vigenti per i dipendenti dello Stata e per gli impiega# privati richiamali alfe armi, non è applicabile ai militari che, già am messi a dispensa qHali reridenti regolarmente all' estero e costretti a rimpatriare a causa dei/a guerra prima dèl. compimento de"/ lrentaduesimo anno di età, sono chiamal i alle armi per-compiere la ferma di leva. Poiché i rimpatriati dall'estero sono stati quaJi tutti auegnati quali impiegaJi ed operai nelle dive1'!e branch e de/te attività nazionali, oppHre si tratta di militar.i che lavoravana o erano impiegati alle dipendenze di filiali o succurrali ali'estero di dille ed is1i111ti italiani, la non applicabilità delle norme Juddette imporla la 10spensione della corresponsione dello stipendio e la perdittt del difitlo a poter riprendere, all'atJa del ritorno alla tJita , ivi/e, il posto precedentemente occu pato. li prov1Jedimento ora approtJalo e/i mina tale disparità di tra/lamento, stabilendo che i benefici previrli dalle disposhfoni vigenti in f avore del personale Jtatale, degli altri enti pubblici e degli impiegati ed operai privati, richiamati o irattennti alle armi per esige nze di carattere ec.ezionale, sono e1te1i ai -dipendenJi sin· la/i e degli altri enti pubblici, non<hé agli impiegati ed operaì privati . çhe, già ammessi tJ aventi dùiJto a dùpema dal ccmpiere la ferma di leva, perché residenti all'estero,- Jiano rimpatriali a cauJa della guerra intuibili di carattere coloniale e territoriale, sarebbe il disarmo totale e p ermanente, terrestre, marittimo, aereo ». Bisognava dunque impegnarsi fino all'ultimo ~angue nella difesa del territorio metropolitano ; occorreva una grande protezione aOtiaerea per difendere la Sicilia; era necessario intensificare la fabbricazione di appareçchi da caccia e di caMoni concraerei, come di ogni altro mezzo difensivo.
Ma si doveva prevedere una difesa attiva, non passiva (XXXIV, S1ori11 di 1111 a11n o, capitolo ÙJ sbareo in Sfrilli:1). Lo stesso 14 giugno, a conclusione dei la· vori del Direttorio nazionale del Partito, Scoru aveva inviato a Mussolini un « fiero indiriuo ». Il capo del Govc:rno si era riseivato di risponde(e pcrsonalmeotc, ma intanto lo aveva fatto pubblicare d.ù giornali (291) Scorza aveva proposto contemporaneamente anche la costituzione di una formazione armata dtl Partito, detta « guardia ai labari », col compito di difendere la rivoluzione e il Partito riel periodo di crisi che si delineava, dato che gli ottimi battaglioni dell3 Milizia, cui originariamente competeva tale funzione, erano ormai dispersi su vari fronti, fuori d'Italia. Il pomeriggio del 17 giugno, convocato a villa Torlonia, il vicesegretario del Partito, consigliere nazionale Alfredo Cucco, sicil iano, era stato richiesto di notizie sull'isola da Mussolini, il quale già sapeva che i bombardamenti, la mancanza di viveri, la disintegrazione dei pubblici Set· viz1 rendevano quasi impossibile la vita ai dviii. Aveva detto al visitatore che, nonostante il parere contrario del ·Comando supremo, prevedeva un attacco ne· mico proprio alla Sicilia, Jl 19 giugno (ore 10·13.30), Mussolini presiede la riu rùone del Consiglio dei ministri della quale qui riportato il resocoato. (Da li Popolo giugno 1943, XXX). ed avviati alle mwi per compiere la ferma Jj leva p_er non avere ancora 111/Ùralo il trentaduesimo anno di elà.
Uno .schema di provvedimento concernente mo4ifiche alla legge 22 ago1tc, 1921, numero 1312, 111/la arumzion.e obbligatoria al lavoro · d egli invalidi di g1,erra. Allo 1eopo di intensificare, anche nel 1etJore degli impieghi p11bbliri, il collocamento dei mutilati e degli invalidi di guerra, si provvede ad elevare dal venti al quaranta per renio la aliquota dei po~ti che le amminiJtrazfoni statali e le amministr11Zioni pubbliche in genere debbono rùervare ai detti:minorati nei ruoli dei personali mbalterni. Si deJtano inoltre normé atte ad assicurare l'ouer11,:mza, da p11rte degli enli pubblici che esplicano Ja propria a/Jività in pit) di una provincia, della legge s11/J'ats1111zione obbligatoria dei minorali di guerra. I
Uno sthema di regio decreto che proroga · di d11e mesi la fdcoltà allribuila alle pubblich e ammini.slrazioni del f'egio decreto 6 febbraio 1941, XIX, numero 180, di sistemare nel personale avventizio i 1alariali adibiti " mansioni proprie degli impieghi dì ruolo dei gmppì A, B e C. La proroga trova applicazione unicamente nei confronti dei !alariati già in servizio al 22 aprile 194 1, XIX, e che alla dt1ta sless,1 possedevano già i req11isiti per comeg11ire iJ pa.uaggio fra il persondie ,1vventizio.
Su proposta del Duce, ministro d ell'Interno:
Uno Jrhema di provvedimento leghlativo col quale Ii del/ano n or,ne speciali per a.rsicttrare il f11nzionamenlo degli organi collegiali delle prefellure e degli enti ausiliari nell'auenza di taluni dei /ora ,o~ponenJi in dipendenza dell'all11ale staio di guerra.
Un disegno di legge -ucanle norme per agevolare la siitemazfo ne degli sfollati in iJlitllli di ricovero e di educazione. All'11opo il prov1,edimento autorizza gli htiluti m ednimi ad accogliere i rico·verandi, a11(he in deroga alle norm e sft1t11tarie circa l'obbligo della loro appartmenza a determinate circosc;izioni territoriali.
Un disegno di legge col q11ale si proroga, fino al 30 giugno '1946, XXIV, il t ermine per la conce11ione dei prestiti matrimoniali. Con lo sleJIO provvedimento 1i prevede inoltre la dispensa dalla restituzione del prestito matrimoniale in favore d elle Vedove dei caduti i n guerra e dei grandi mutilati di gue"a. (+)
Su pròposta del Duce, ministro d ell'Aerona/utica:
Un disegno di legge inteso a .ro1pendere, pe, la dmata delld guerra, i corsi di integrazione per sott,rffida/i piloti
. Uno schema di decreto col qual e viene prorogala, per il corrente anno 1943, XXI, l'efficacia. d elle vigenli norme ·relative alla smp en- iione degli eiami per- l'avanzamento a uelta degli ufficiaU della regia A erona111ica. ( +).
Il Consiglio dei mini!tri, JH propoita del D uce, Ja/uta con ammirazione il cont egno eroico· dei fe"ovieri di l11JJa Italia e particolarmente di q11e//i d el compttrlimento d i Reggio Calabria e delle linee siciliane e sarde, che sollo gli ininterrolli bombardamenti aerei del nemico hanno eiplicato Jenza interruzione i loro d elicati importanti comp_ili per a.I· Jicurare la continuità del traffico, ( +)
GLI IMPERIOSI DOVERI DELL'ORA*
Le cifre sulle forze numeriche del Partito sono veramente indicative e meritano qualche commento. D imostrano che la massa dei tesserati è sempre imponente e àedo che anche qua.odo siano compiute le necessarie selezioni ed epuraz ioni, la massa rimarrà sempre coasiderevo]e. Saremo sempre, come d obbiamo _ essere, un Partito di massa, perché per goveinare e dirig ere una nazione di quar~nta.sei milioni di li 20 giugno 1943, a Roberto Farinacci r icevµto in udienza a villa T orlonia, Mussolini aveva detta che, in caso di attacco alla Sici lia, gli ,italiani si sarebbero riscossi e avrebbero rinnovato le gesta d el Piave Tali erano anche le previsioni deducibili daj rapporti di Ambrosio e Roatta sulla difesa preparata nell'isola. Mussolini era giunto a deplorare che Farinacci sospettasse sempre in quei gene· rali dei traditori Invece, al Quartier g enerale del FUhrcr, non si aveva alcuna fiducia in Ambrosio, che in quel momen to chiedeva alla Germania gran quan· tità di materiali Il 23 giugno, incombente l'attesa di eventi gravi da tutti intuiti prossimi, l'ammiraglio Riccardi aveva affermato in un rapporto al Comando supremo : « Possiamo soltanto mantenere le forze efficenti pronte a reagire con· t.o un probabile e prossimo tentativo di invasione: compito difensivo che deve essere svolto, e lo sarà 1>, Il 24 g iugno, in Campidoglio, Giovanni Gentile pro· nuncia un'appassionata ovazione alla fede e alla resistenza nella lotta Il .6losofo parla a tutti g li italiani, ricordando che la guerra. in èarso non è che il logico sviluppo della storia e delle esigenze di vita della· nazione. Esorta a voler credere nella vittoria, anche se è imp05sibile averne la certezza, come sempre è impossibile prevedere i l futuro. N on solo il fascismo, ma tutta la nazione è i mpegnata nella partita mortale, Occorre sbarrare il passo alla pupotenza britannica, superare ogni viltà, tenere alta la bandiera anche nella sventura, perché l'Italia sia rispct:tata. Solo nel comhallimento è la salvezza, lo stesso 24 giugno, a Roma, a palano Venezia, Mussolini presiede la riunione del Direttorio nazionale del Partito. All'inizio della seduta, Scorza legge la seguente relazione: « In questo primo D irettorio, che voi ci fate l'onore di presi edere, prima di darvi la forza del Partito e delle organizzazioni da esso dipendenti, è doveroso presentarvi il ruolino di coloro che sono caduti in nome del fascismo per la grandezza della patria nella presente guerra. Caduti 41.352 iscritti, cosl divisi : gerarchi 1.427, squadristi 650, fascisti 39.27'· Il Partito offre all'Esercito in questo momento abitant i,. che .saranllo fra non molto cinquanta.. ci vuole una m assa, ci vogliono d ecine e decine d~ migliaia di gerarchi, che intorno debbono avere centinaia di mig liaia di coHaboratori animati, dalla stessa fede. L'importante è di selezionarli a mano a mano, a seconda delle neces- sità e a seconda delle epoche. ll mio intervento a questa r iunione è dovuto al fatto ch'io voglio riferire al Direttorio sull'indirizzo che mi è stato rimesso dal segretario del Partito, e che io ho ritenuto di dovere rendere di pubblica ragione. Avrei potuto farne anche a meno, come nort sono state rese di pubblica ragione altre decisioni del Direttorio. Ma ho reputato fosse bene renderlo not o alla nazione, perché quelle sono idee non solo del D irettorio del Partito, ma le mie Ed è bene che la nazione sappia che ad uri certo momento .la vita potrebbe stringersi con un rigore che forse taluni non sospettano ancora.
Le r eazioni a questo indirizzo, per quello che riguarda r estero, sono state le solite e non vale ·di ocruparsi di loro. Non si polemiua con le nazioni nemiche se non a colpi di cannone: la migliore polemica è quella delle armi. Vi si può aggiwigere anche l'altra, ma l'altra non può sostituire la prima, evidentemente.
1.606.140 iscritti, cosl divisi: fascisti 1. 548.01), universitari: 58.125. La forza totale deg li iscritti ai Fasci di Combattimento a.I 10 giugno dell'anno XXI di 4.770.770. Per i presenti alle armi esiste la dispensa del tesseramento, dispensa alla quale molti hanno rinundato, ritirando la tessera a me:r:zo dei Corpi presso i q uali sono in forza. Dei non richiamati alle armi, al 10 giugno hanno ri tirato la tessera 2.763.438, che, assieme ad 1. 298.015 richiamati rimasti in forza pur sena aver ritirato la 'tessera, dànno un totale di 4,061.498 fascisti in ttgola col tesseramento. Analogamente, per i Gruppi universitari fascisti, la 5ituazione è la se· guente: in r egola col tesseramento 164.667 unità, ivi compresi 58.125 richiainati alle armi, con un aumento di 5370 unità rispetto alla forza esistente alla fin e dell'anno XX. Duce ! Come voi vedete, i l numero dei tesserati continua ad essere grandissimo, n onostante la rigida disciplina, le selezioni operate e l'invito a non ritirare la tessera per coloro che non sentono di poter servire voi e il regime SC· condo le direttive di rigore relig ioso da voi emanate. Questo va deuo a scorno e ad ammonimento di coloro i quali pensano che le legioni fasciste non sappiao~ ·o non possano resistere al clima duro che l'ora della patria rich iede. E ciò non vale solo per gli uominì, ma anche per le donne, le qua li anzi presentano 1.217.036 iscritte, di fronte alla forza di 1.027.409 esistente a fine 'de.Jranno XX, con un aumento cosl di 189.627 unità. Il rapporto sulle forze numeriche della Gioventù Italiana del Littorio vi sarà comunicato a. tesseramento ultimato Situazione q uasi stazionaria o con lievi aumenti p resentano invece le Associazioni dipendenti (scuola, addetti aziende Stato, pubblico impiego, ferrovieri, postelegrafonid), con un numero di teS5erati di 90;.~89, rispetto alla foaa a fi ne del· l'aMo XX di 892,518 unità. Infine, una diminuzione, giustificata dal tempo di guerra,· presenta il Dopolavoro, con 4 .500.000 tesserati, rispetto all'anno precedente in cui la. forza raggiunse i 4,612.294. Duce! Queste sono le cifre, ma le cifre hanno un valore assoluto solo se rappresentano spirito e volontà. la volontà e l o spiri to che animano le forz e inquadrate sotto i sCgni del littorio si chiamano f edeltà, disciplina, resistenza, vittoria » Indi il capo del Governo pronun· eia il discorso qui riportato. (Da li Popolo d'Italia, Nn. 176, 186, 2) giugno, !i luglio 194', XXX).
Per quello che riguarda viceversa l'interno, ci sono stati alcuni sfasamenti e temporanee deviazioni polemiche, nonché erronee interpretazioni. Il camerata Scorza è intervenuto, perché, evidentemente, non era lecito uscire dal seminato. :e certo che io difendo il Partito, sempre, .in ogni caso, comunque e dovwique. Ora il Partito in tutte le sue epoche è stato all'altezza dei suoi compiti. Gli uomini hanno commesso degli errori : li vedremo fra poco. Ma furono sempre commessi in buona fede,
Fu forse un errore quello di immettere nel Partito tutti i combattenti della guerra mondiale? Non credo. Vennero i combattenti stessi a dirci: « Perché ci volete lasciare sulla porta? Molti di noi, contadini di piccoli centri, credevano che essere nell'Associazione o nel Partito fosse la. stessa cosa» Si è. pensato che d are questo riconoscimento a questi vecchi, valorosi combattenti della guerra mondiale fosse un gesto comunque doveroso e in ogni caso non pericoloso, anche se il Partito accresceva i suoi effettivi di alcune centinaia di migliaia di uomini
Può essere stato un errore quello, in un certo momento, di voler, dirò cos), «ufficializzare» troppo · rl Partito. Se non avessi tirato la martinicca, ad wi certo momento diveritavano pubblici ufficiali anche quelli che stanno nei bar a dis~ribuire bevande nei Dopolavoro. Anche Il, però, si è peccato per eccesso, non per' difetto. :e. chiaro che i gerarchi .del Partito devono godere di un'autorità indiscussa e immediata e devOno perciò possedere le attribuzioni e relative responsabilità di pubblici ufficiali.
Il Partito non è solo nelle cifre che vi ha letto in questo momento il camerata Scorza: è nelle sue decine di migliaia di caduti, nelle m igliaia di volontari, da Pallotta a Borg Pisani. Borg Pisani, per me, è un uomo che sta alla pari con Cesare Battisti, Nazario Sauro, Filzi, Damiano Chiesa, e con quelli che furono i martiri del nostro Risorgimento. Egli è andato -deliberatamente al sacrificio supremo.
In tutti questi anni il Partito ha tenuto in piedi il paese impegnato in una lotta come quella che noi sosteniamo e che è incominciata -dal gennaio 193.5.
11 Partito ha la sua linea ideale, che sarà sempre da me difesa, anche se domani dovessi fare un d iscorso tipo 3 gennaio. Io distinguo bene quelli che sono i valori eterni da quelli effimeri.
Per quello che riguarda i punt·i che il Direttorio ha segnal.lto, li esamineremo insieme.
« 1. - La repreuione. .se1tera e, ove occomz, '!pieta/41 di /11/Ji i Jentativi ché mirino a incrinare la compagine morale e materiale del popolt>. Ove le leggi vigenti non bastino, se ne promulghino delle nuovn> .
Perfetto. Ma il popolo italiano merita tutto il nostro rispetto e tutto il nostro amore, perché dà un esempio semplicemente mctaviglioso, ed io effettivamente non saprei che cosa si possa chiedere di più al nostro popolo. Esso ci dà i suoi soldati, ci dà i suoi denari. L'ultimo prestito è tutto di piccole sottoscrizioni; i grossi -sono stati pochi. Tira 1~ cintura, sta impavido sotto tbombardamenti. Vi è una città_ che ha dato un esempio, che si è riv~lata, non a me che la ·-,onoscevo, ma a molti italiani che non la conoscevano e al mondo che la vedeva sotto una luce falsa: parlo di Napoli e dei settantatrè bombardamenti che ha subito.
Ci sono naturalmente degli elementi negativi e contrar?. Ma volete che in una naz.ione di quarantasei milioni di abitanti non ci siano mille o centomila jndividui che, per ragioni di carattere personale, per il loro sistema nervoso debilitato, per Ja Joro costituzione organica, sono insofferenti, paurosi, oltre a quelli che sono effettivamente degli oppositori, dirò cosl, schedati? Non bisogna generalizzare. Noi contro!Jiamo esattamente tutto ciò e non bisogna attribuirvi una eccessiva importanza. Non saranno mai costoro, rottami quasi tutti dei vecchi partiti, che riusciranno a spiantare il regime e nemmeno ad interessarlo al di là di quella che può essere la normale funzione della Polizia. E bisogna rid icol izzare i fautori e diffusori di romanzi gialli e talora gia!Jissimi, parto di fantasie malate, bisognose di energiche cure ricostituenti.
« 2. - L111nificdzione, con disciplina severa e, anche qui, ove ocrorra, Jpiel(t/a, della produzione i ndtutriale, mentre deve eJsere perfezionata la disciplina unitaria della prod11zione agricola».
Bisogna mettere, in fatti, que5te forze dell'economia nazionale sopra un piano di rigorosa disciplina. Si sono fatti i p iani della produzione agricola, cioè il piano regolatore che intende disciplin are quattro mi• !ioni di agricoltori, cioè quattro milioni di aziende agricole. E; veramente un' impresa rivoluzionaria, anche perché l'economia agricola è varia e complessa da regione a regione, qualche volta da provinci a a provincia. Sebbene in questo primo anno non si possa pensare che le cose procederanno tutte a meraviglfa, si sono fatti i piani regolatori della produzione agricola. Bisogna procedere oltre per quanto riguarda la produ· zione industriale. Bisogna avere il coraggio di eliminare tutte le industrie che non ha·nno più ragione di essere,. e bisogna avere il coraggio di esonerare tutti gli industria li i quali non sono all'altezza della situazione. L'uomo, ,diceva il filosofo greco Anassagora [le-ggi Protagora] (scusate la mia erudizione), è fa misura di tutte le cose. Istituzioni me- diocri con uomini preparati funzionano bene, istituzioni perfette con uominj deficenti vanno alla rovina. lo debbo àvere al Senato parlato una volta del labirinto delle sigle. Un giorno inCaricai un mio funzionario di raccogliermi tutte le sig le. Ne è venuto fuori un volume di proporzioni rispettabili. Io stesso, al ·Senato, dissi che veramente si creavano troppi enti, che molte volte ciò era affatto superfluo e talora - dannoso. Tuttavia, quando si vuole organìzzare un settore, bisogna pure creare un organismo. Se non volete chiamarlo ente, lo chiamerete ufficio, istituto, centro, organizzazione. Esempio: nel 1933 l'economia risiera della nazione correva un pericolo mortale. Il riso era sceso a prezzi minimi. Vennero da me tutti i rappresentanti dei risicoltori delle quattro provincie risicole italiane, d elle principali, Novara, Vercelli1 Pavia, Milano, a dirmi che la loro rovina era imminente Si creò l'Ente risi. Tutti o quasi sono unanimi ota nel riconoscere che questo Ente h a bene lavorato per salvare la pceziosis· sima fonte di ricchezza italiana che è il riso. Un giorno si è pensato che era ora di finirla Col considerare l'Italia, dal punto· di v ista deUa moda, una provincia. francese.. La moda interessa per lo meno venti milioni di persone, in Italia. E si creò l'Ente della moda. Molti altri enti hanno eg regiamente funzionato. Tuttavia la flora degli enti appare eccessiva. Nel tessile1 per esempio, i lanieri hanno voluto il loro organismo, e l'hanno chiamato Giunta delle lane. I cotonieri non hanno voluto rimaneie indietro ed hanno creato l'Istituto cotoniero. Quando si è voluto imporre il tessile autarchico, · contro il .quale ta.J.uni fanno ancora un larvato residuo ostruzionismo, si è creato l'Ente del tessile nazionale. Quando si è voluto proteggere la seta, si è creato l'Ente serico. Tutto dò può, a un dato momento, sboccare nel grande alveo che li deve raccogliere. Quando parlo di enti, vi comprendo anche gli enti che sono proiezioni non ·sem pre necessarie delle amrrùnistrazionì dello
« 3. - La diirip,lina e il :onJrollo ph'i_ efjicau s11/J1approvvigionamento, la diJtribuzion e, il comme_rcìo di tutti i generi, eliminando implacabilmente interferenze, 1oprastr11J/11re e.incompetenze dùgregatrici e spernlairici ».
Si sono fatti in questo campo progressi e si possono obiettivamente riconoscere. Ci sono stati naturalmente dei disguidi, dei disturbi, dei disordini, delle perdite, dei deperimenti, ma qualche volta ciò è dovut o a delle ragioni di carattere puramente obiettivo che ognuno può facilmente intuire.
« 4. - La riduzione d minimo indispensabile degli enti e:onom;ci, molti dei qwli ti sono dimostrati inutili o sorpamiti o dannosi ai fini della disciplina e:onomka di guem:, inquadrandoli nella funz ione delle corpordZioni ».
Stato. I/alveo che può raccogliere tutti questi enti è la corporazione. Abbiamo creato la corporazione come forza disciplinatrice. coordinatrice di tutte le attività economiche della nazione. Tutto ·deve cominciare, · svilupparsi, finire nella corporazione, che è una creazione attuaJ.e e tem. pestiva del nostro regime, che domani sarà ovunque, sia pure in· altre forme, applicata se 1a economia dovrà ·passare dalla fase dell'individualismo liberistico già superata e non vorrà cadere nello statalismo burocratico di marca sovietica, dove tutta l'economia, da11a siderurgia alla «permanente» dei parrucchieri, è divenb,ta una funzione econom ica dello Stato. la corporazione è una · creazio'ne tipica, rivoluzionaria del regime, e precorritrice di un periodo nuovo nella civiltà del mondo.
Anche qui si tratta di vedere se g li uomini che sono alla testa delle corporazioni sono sempre in grado di assolvere il loro compito. di fare veramente i coordinatori ·dell'economia, nel quale caso restano al loro posto. Se no, anche qui è un problema -di uomini. Ormai il Partito dispone di una classe di dirigenti abbastanza numerosa e sufficenternente selezionata.
« 5 - L'applicazione, da pttrte d elle amministrazioni ·dello Stato e di tutti gli Enti, della più produttir;a dinamiciJà, con l 'abbandon o di forme e appesantimenti burocratici, tollerabili forse in tempi normali, ma d eliit1101i in tempo di guerra».
Non bisogna fare de!la burocrazia italiana una specie dì testa di turco, per cui, quando le cose non vanno alla perfezione, il bu roqate deve pagare o deve essere messo sul banco dell'accusa. Ora, a parte che ci sono organismi privati che hanno una burocrazia veramente nwnerosa, non bisog na confondere i d ipendenti d ello Stato, che sono circa seicento, settecento, ottocentomila, adesso, con l'aumento dovuto alla guerra, con la burocrazia vera e propria. Non si possono chiamare burocrati .i centocinquantamila ferrovieri, i trentamila postelegrafonici, i centoventimila maestri, tra maschi e femmine, i più di dodicimila professori di uni· versità e di scuola media, i quindicimila magistrati, cancellieri e altre categorie di questa specie, laonde per cui, la burocrazia, la vera burocra• 2fa, è definita da me quella che può in qualche modo influire sulle direttive politiche ed economiche deLlo Stato. Quella è la vera burocrazia. AUora la burocrazia si limita a poche decine ,di persone. I direttori generali dei ministeri possono influire sull'amministrazione d~Ilo Stato ed è nelle loro attribuzioni il farlo, poiché essi raJppresentano una « conti· nuità ». Si tratta di uomini assai preparati per quanto riguarda la ma• teria: Jo dimostra il fatto che ù t i funzionari dello Stato sono molto desiderati dai privati.
La l egge votata dall'ultimo Consiglio dei ministri permette a.i sin- goli ministri di allontanare i direttori generali che non sono all'altezza del loro compito. Credo che non siano mòlti. Quanto al resto della burocrazia italiana, io che sono il capo di questa burocrazia e mi reputo uno degli impiegati. più diligenti dello Stato - pensate che in ventun anni non ho mai smarrito una qualsiasi, anche insignificante pratica, dico mai, e alla sera il mio tavolo è sgombro di pratiche - io impiego molto il telefono. Quando voglio sapere quanti proiettori sono già stati costruiti, la vecchia moda mi consiglierebbe di scrivere una lettera al prefetto, il quale farebbe una lettera al direttore della fabbrica, il quale risponderebbe con una lettera al prefetto, che mi manderebbe copia di questa lettera. lo telefono, qualche volta direttamente al direttore della fabbr ica, qualche volta al prefetto, dandogli il tempo strettamente necessario per informarsi e rispondere. Ciò è semplice. Si carteggia ancora troppo nella burocrazia italiana. C'è un « gusto del carteggio», per cui qualche volta si carteggia dal piano due al piano tre, quaJche volta dalla stanza vicina all'altra stanza attigua. Quakhe volta questi carteggiatoci ci mettono un impegno veramente commendevole nel sostenere la loro tesi con richiami a leggi che vanno talora molto a ritroso nel tempo. Bisogna che la burocrazia, per essere veloce, si giovi dei mezzi moderni che la tecnica e -la scienza abbondantemente ci offrono. Si deve però aggiungere che la burocrazia italiana è una delle meno nwnerose fra quelle di tutte le nazioni. E la meno retribuita, è la più onesta ed è quella .che trova una troppo scarsa collaborazione nel pubblico. Il pubblico, CSSendo ancora abituato con· reminiscenze storiche alle vecchie burocrazie degli Stati stranieri, deve aggiornarsi e pensare che si trova di fronte a un servitore dello Stato, a un collaborat ore del regime. I.a burocrazia in questi ultimi tempi è stata innervata con elementi giovani; tuttavia una riforma si imporrà, per renderla più scorrevole, più rapida nelle sue decisioni; e, per abituarla in tutti gli scalini ad avere la massima. cortesia e la più lunga pazienza nei confronti del pubblico, specialmente del pubblico minuto, specialmente del popolino, il quale non conosce le l eggi, e non ha il tempo evidentemente per leggerle. Si deve applicare universalmente una formula che io proclamai una volta a Napoli: « Ascoltare con pa· zienza e operare con giustizia».
« 6. - LA repressione; con ogni mezzo, del memiJo nero, feno meno comune a tutti i paesi in g11erra1 ma addirittura incompatibile con l'etica fascista» , eccetera.
Questo mercato cosiddetto nero è già. oggi sottopooto a una fiera persecuzione. Questa sarà. assolutamente draconiana il g iorno in rui mi riesca di awnentare le razioni fondamentali : pane, pasta e grassi. Ci sarà. allora una èoncomitanza di interessi : quelli che vorrebbero spe· culare s~ttraendo generi all'anunasso, penseranno che non ci .sari p iù ta nta rich iesta perché la raz ione sarà suffi.cente, e quelli della razione sufficente· non saranno portati a qwlunque tosto a rifornirsi nelle zone b e c. la zona a è quella tesserata, la zona b è quella contingentata più · o meno, la zona e è quella del mercato libero clandestiò.o. Il « mattinale» dei carabinieri, i quali hanno il compito di agire in q uesta lotta, mi informa quotidianamente. Tutte l e merci sequestrate sono assegnate all'ammasso o alle mense aziendali o ai poveri dei comuni._
Quando avremo aumentato le razioni ;fondamentali, allo ra si troverà il modo di andare a fare il cont rolh~u tutto e su tutti. Nell'interesse di tutti. Nell'interesse anche d i coloro che temono di morire di fame e si fanno delle abbondanti provviste e riserve. Bisognerebbe dire a questi signori: « Non lo fate. Siate intelligenti ».
Ripeto che questa lotta contro il inercato nero avrà wi dato positivo: awnento delle razioni fondamentali, e un Iato negatjvo, e cioè con pene ancora più severe di quelle già abbastanza severe oggi vigenti.
« 7 - Il p iù severo controllo e1 se del caJo , la chi11s11ra de; grandi alberg hi, delle pensioni e dei ristoranti di lusso», eccetera.
Sono favorevolissimo alla chiusura di questi alberghi di lusso, dove . questi sfollati e queste sfo11ate danno spesso scandalo, e va a 6nire che mi corrompono anche la psicologia fin qui sana del viIIaggio. Esempi. L'altro giorno - come voi sapete, io leggo molto attentamente i gior. naJi dell~ provincia, nelle pagine interne, non nelle prime, perché nelle prime ci sono ·Ì soliti telegrammi - ho visto che le signore sfatiate di Rapallo hanno organizzato Wla partita di « golf » con ben ventidue buche. Ciò è di ùn interesse enorme. Pensate: ventidue buche ! Ora, le signore che si dilettano dei «golf» con ventidue buche, meriterebbero di essere mandate e saranno mandate a la\·orare nelle fabbr iche o nei camp,i. Questi sono veramente i casi classici di' que.Jla che io chiamo la ·sfasatura cretina, della gente che è infelice se non può g iocare a pin· nacolo. E qui torniamo al punto ddJa borghesia. Sempre si discute di questa borghesia, cioè di coloro che hanno molta « facoltà » di spendere. Comunque si possono tranquillamente chiudere questi alberghi ài lusso. Cosl pure tutte le sartorie maschili e femminili di lusso, eccetera. Noi siamo ancora ad un regime di molta larghezza, Il nuovo Governo dell'Argentina ha già decretato l'abito unico, L'Inghilterra ha 5tahilito che le donne non possono sceg liere per i loro abiti che tre colori. Roose\'elt ha ordinato un ulteriore raccorciamento delle camicie da uomo. Si suppone che riusciranno a coprire· l'ombelico. L'Italia è ancora oggi il . paese che ha la gente meglio vestita di rutti i paesi del mondo : dove non è mai stato possibile fare g rand i fabbriche per vestiti a serie, perché ognuno vuole il suo sarto particol~re. Bisognerà smobilitare i troppo ancora forniti guardaroba. femminili e maschili. Si potranno realizzare tessili per alarne classi di soldati.
« 8. - Rimpalrio di ttllli gli stranieri», eccetera. Gli ·stranieri in Italia erano centodiecimila, dei quali molti sono stati rimpatriati. Altri sono s.tati « concentrati ».
Bisogna che i federali nelle provincie siano vigilanti per quello che riguarda non solo gli stranieri, ma il trattamento fatto ai prigionieri In taluni casi il trattamento dei prigionieri è semplicemente deplorevole. Tutti quelli che ritornano dalJa prigionia, raccontano cose veramente raccapriccianti per quello che riguarda la perfidia, Ja crudeltà manierata degli inglesi, che sono rimasti, malgrado la loro vernice esteriore, un popolo di briganti, un popolo che ha conquistato il mondo col terrore, col ferro e col fuoco, che ha d istrutto intere popolazioni di milioni e milioni di uomini, che h a fatto una guerra per imporre al Governo della <;ina l'uso dell'oppio, che ha debilitato fino all' abbruti• mento un quarto del genere wnano, E sintomatico che ufficiali ritornati dalla prigionia mi hanno chiesto una sola cosa: di fare i direttori dei campi di concentramento di p rig ionieri.
L'ultima parte dell'indirizzo concerne il lavoro obbligatorio.
Bisogna sfruttare tutto il materiale umano della nazione. Finora non lo si è fatto in pieno. Tentativi più o meno riusciti, ma per quello che riguarda gli ebrei, per esempio, non si è fatto gran che. 1! chiaro che dobbiamo procedere energicamente su questa strada mobilitando tutte le energie m aschili e femminili. Questo si è fatto in tutti i paesi del mondo, con misure molto più drastiche e draconiane di quelle che noi sin qui, dico sin qui, abbiamo a dottato.
Così pure è giusto che tutti i fascisti siano impegnati a creare quella ch'io l'anno scorso definii « l'atmosfera dell'ammasso». Abbiamo bi. sogno del conferimento totale all'ammasso, perché,_ ripeto, vog lio aumentare le raz io ni.
Le masse operaie. Le sospensioni, talu ne di brevissima durata, del l:ivoro del marzo scorso furono sporadiche e a fondo economico Og ni tentativo df tramutarle in «politiche» falll nella maniera più ridicola e pietosa. All' invito «clandestino» di dimostrazioni in piazza, nessuno, dico nessuno, rispose, Le _ classi operaie sono in linea col resto della nazione. Credo che un nuovo impulso alla vita sindacale convincerà gli operai che veramente· il regime fascista è il miglior regime che essi si possono attendere in qualsiasi parte del mondo. A tal proposito è bene che i r:l.iri genti dei sindacati vivano fra g li operai, non « sopra » gli operai, bensl « tra » g li operai, n on d isdegnando i più frequenti contatti con g li operai. I quali, del resto, quando non siano viziati dalle ch imere bolsceviche, sono delle brave persone, educate, tranquille e che chiedono soltanto di essere ·apprezzate nella loro fatica e informate,
Per quello che riguarda la gioventù, la mozion e del ·Direttorio mi trova naturalmente consenziente. lo sono sempre d'avviso che bisogna fare largo ai giovani. E altra volta ho detto che il segno ·infallibile di una senilità incipiente è la gelòsia veramente assurda verso j g iovani. Bisogna fare largo ai giovani, ma non a quelli che lo sono soltanto per il fatto dell'anagrafe. Posto ai giovani, che oltre ad f!ssere giovani, cioè oltre al fatto di essere nella migliore e fugace stagione della vita, hanno anche deIJe qualità intri nseche.-"n chiaro che se un uomo a diciotto anni è uno stupido, la sua situazione è aggravata dal fatto che ha d iciotto anni e che rimarrà stupido per altri cinquanta.
B mia convinzione che l'indirizzo impresso al Partito farà del giovani i nostri continuatori . Questo noi dobbiamo volere: L'ho detto in piazza a Milano nel 19 36. Noi dobbiamo essere org ogliosi e felici d i consegnare i nostri labari ai g iovani, perché solo in questo modo, da generazione in generazione, la rivol uzione si arricchisce di nuove~ intatte, entusiastiche energie.
Sono molto lieto di constatare che nelJe nomine dei federali di oggi moltissimi sono delle classi che vanno tra il 1905 e il 191', cioè uomini che hanno ventotto e trent'anni.
Ora c'è la questione che ~i è stat a sottoposta dal segretario del Partito che si riallaccia a questo problema; la questione della « guardia ai la.bari ». Questa « guardia ai labari » non può costituire un d o ppiòne della Milizia, perché Ja M~lizia è stata ed è veramente la guard ia armata della rivoluzione. La Milizia merita l'ammirazione e l'amore del popolo italiano. la Milizia in tutt i i campi di battag lia dove è stata portata, si è letteralmente coperta di gloria. La Milizia oggi ha centinaia di mig liaia di uomini; ha dei battag lioni « M », che sono lo specchio, dovrebbero essere lo specchio p er tutti ; ha Wla .divisione corazzata, .il cui armamento ci è stato fornito, in forma dj solidale simpatia, dalle « S.S. » germaniche. Anche per evitare questioni annesse e connesse, ho deciso che la « guardia ai labari >> sia affidata ai giovani, cioè alla G ioventù ]taliana del littorio. Si tratta di una guardia ideale, Sono gli anziani che vedono in questo fatto una perennità. Saranno, quindi, cento· centocinquantamiJ.a giovani, i quali, comandati da uno squadrista della vig ilia, avranno questo compito, che certamente, ne sono convinto, esal· terà il loro orgoglio e sublimerà la loro fede. Questi giovani dovranno essere scelti molto bene, anche dal punto di vista fisico. Gli squadristi dovranno essere squadristi della p rima ora, .che abbia no ancora com· battuto, mutilati, decorati, gente di fede cristallina e certissima.
Tutti gli uomini del P artito, tutte le gerarchie del. P artito devono essere convinti, e devono fare di questa convfozione vangelo per tutto jl popolo italiano, che in questa guerra non ci sono alternative, non c'è un «o» e un «oppure». Questa è una guerra che non ammette che una stt'ada: continuarla fino alla vittoria, O si vince, come io credo fermissimamente, insieme coi camerati dell'Asse e del Tripartito, o altrimenti l'Italia avrà una pace di disonore~ che la respingerà al quarto o al quinto posto come potenza.- la stessa agricoltura sarebbe sacrificata, perché i grandi produttori cerealicoli del Nord America direbbero: « La vostra è un'agricoltura antieconomica: vi daremo noi il grano. Voi potrete coltivare soltanto degli ortaggi facilmente dep eribili». L'Italia tornerebbe ad essere come la preferirono sempre i suoi secolari nemici: una semplice espressione geografica. lo mi rifiuto di pensare che ci siano degli italiani, degni di questo nome, che possono prospettars.i una cosa di questo genere senza sentirsi sprC?fondati nella più ontosa delle wniliazioni e delle vergogne.
Non più tardi di questa mattina leggevo in un articolo di una rivista inglese questa frase: « L'Inghilterra deve d ominare il Mediterraneo. N on 1arà più permesso all'Italia di coniare in qualsiasi modo tome p ot enza militare».
Chi crede o finge di° credere alle suggestioni del nemico, con relativa guerra dei nervi, è un criminale, un traditore, Wl bastardo. La pace sig ni.fica la capitolazione; la capitolazione significa il disonore e la catastcofe. La prima logica cosa che il nemico farebbe sarebbe· quella: di disarmare l'Italia, fino ai fucili da caccia, lasciando all' Italia soltanto delle polizie municipali. Sarebbe . la distruzione di tutte le industrie, perché, non avendo più noi la facoltà di arrnartj, è diiaro che tutta l'industria siderurgica, metallurgica, meccanica, sarebbe soppressa. Sa· rebbe la fine anche dell'industria meccanica dell'automobilismo Ford fece già due tentativi di venire in Jtalia: una volta voleva piantare le sue tende a Livorno e un'altra volta a. Trieste. Tentativi vani. I nemici ci lascerebbero gli occhi per piangere. Non è escluso che ci portereb-ber~ via anche tutti i tesori artistici, per pagarsi. È del resto già avvenuto molte volte nella storia che i conquistatori hanno depredato l'Italia, non escluso N a:poleone.
Ci sono dei dubitosi, e non bisogna meravigliarsi.
Cristo_ non ebbe che dodici discc-poli, e se li era coltivati durante tre anni con una predicazione sovrumana attraverso le colline riarse della Palestina. Epprue, nell'ora della p rova, uno lo trad.l per trenta denari, un altro lo rinnegò tre volte, e alcuni altri erano piuttosto incerti. Non c'è dwtque .Ja stupirsi se vi sono dei dubi,tanti. A questi .Jubitanti bisogna dire che questa guerra ha degli sviluppi che non possono ·essere preveduti, sviluppi d i natura politica, e non soltanto polit ica, che sono in gestazione.
I massacri dei n egri a Detroit diinostrano che la famosa Carta atlantica è diventata una carta. Voleva l'eguaglianza d elle razze. Si è .visto che l'americano bi anco ha una insofferenza fis ica, irresistibile, inguaribile per il negro. I negri stessi, dopo la carneficina di Det roit, si saranno convinti che le promesse di Roosevelt sono menzognere. Chandra Dose, che non digiuna, è alle porte ·dell'In~ia. Il nemico «deve» giocare una carta. Ha troppo proclamato che:; bisogna invadere il contir.ente~ Lo dovrà tentare, questo, perché iltrimenti sare bbe sconfitto prima ancora di avere combattuto. Ma questa è una carta che non si può ripetere. Fu concesso a Cesare di invadere per la seconda volta la Britannia, dopo che un naufragio gli aveva disperso i legni coi quali avevà tentato la p rima invasione.
E ancora bisogna d istinguere t ra « sbarco », che è poss ibile, « penetrazione», e, finalmente, «invasione». n del tutto ch iaro ch e se q uesto tentativo fallirà, come è mia convinzione, il nemico non avrà. p iù altre carte da giocare per battere il Tripartito. Giudica male gli sviluppi d i questa guerra, colui che s i ferma agli episodi.
Il popolo italiano è oramai convinto che è questione di vita o di morte. Bisogna che non appena il nem ico tenlerà ùi sbarcare, sia con• gelato su quella linea. che i marinai chiamano del « bagnasciuga » , la linea d ella sabbia, dove l' acqua finisce e comincia la terra . Se per .av· ventura dovessero penetrare, bisogna che le forze di riserva, ch e ci sono, si precip itino sugli sbarrati, annie ntandoli sino all'ultimo uomo. Di modo che si possa dire che essi ha nno occupato un lembo della nostra patria, ma l'hanno occupato rimanendo per sempre in una pos iz ione o rizzontale, n on verticale.
Il dovere dei fascisti è questo: dare questa sensaziorie1 e, p i ù che una speranza, la certezza assoluta, dovuta ad una decisione ferrea, incrollabile, granitica.
Così il.Partito si avvia ad adempiere la sua funzione, in questo for· midabile momento. Il Partito, che è m ia creatura, che amo e d ifendo, della quale sono geloso. In questo periodo il Partito de~e essere p iù che mai il motore. della vita della nazione, il sangue che ci rcola, !"aculeo che sprona, la campana che batte, l'esempio costante. L'esempio. Non vi è alcuna cosa al mondo che possa superare in efficacia l'esempio Sta.re in mezzo al pop~lo, assisterlo, perché il popolo merita di es· sere assistito. Parlargli il linguaggio della verità. E tener duro. Tener duro, perché questo è voluto d:1.ll'onore. Coloro che oggi ci lusingano o ci mandano dei messagg i t ra ingiuriosi e ridicoli, ove domani noi cedessimo alle l oro lusing he f alse, ci farebbero un sorriso cortese, ma nel loro interno ci disprezzerebbero. Direbbero: «Veramente questi italiani non sono capaci' di resistere fino alle dodici. Alle undici e tre quarti mollano ». Questo per quanto riguarda l'onore, al quade dobbiamo tenere in sommo grado. Poi ci sono gli interessi supremi della nazione e la conquista di una vittoriosa pace che dia all'Ital ia, da trent'anni in guerra guerreggiata, la calma e i mezzi per assolvere 1a sua storica missione che la impegnerà per il resto deJ. secolo.
La polemica nemica è veramente stupida quando punta su me, personalmente su me. Questo è l'eterno sistema degli inglesi. Gl i inglesi hanno sempre bisogno di concentrare i loro odi sopra una persona che essi, falsi cristiani e autentici anticristiani, indicano come l'incarnazione del demonio. Per quello che riguarda la mia responsabilità, la rivendico, natur almente, in p ieno. Un giorno dimostrerò che questa guerra non si poteva, non si dcr,:eva evitare, p ena il nostro suicidio, pena la nostra declassazione come potenza degna di storia. Il nemico, e per me il nemico numero uno è sempre stato ed è l'ang losassone, sta oramai convincendosi che venti anni di regime non sono p aisati invano nella vjta italiana e che è umanamente impossibile cancellarli. I soldati di tutte Je Forze Armate sentono la grandezzà del momento e dei loro com· piti, Il popolo italiano posSiede risorse morali ancora. intatte. Prevedevano che sarebbe caduto in tre mesi. B in ·piedi dopo tre anni.
O ggi che il nemico si affaccia ai termini sacri della patria, i quarantasei milioni di italiani, meno trascurabili scorie, sono in potenza e in atto quarantasei milioni di combattenti, che credono nella vittoria perché credono nella forza eterna della patria.
ALLE RIUNIONI DEL COMITATO CORPORATIVO CENTRALE*
li D11ce ha sottolineato i punti 1alienti d el/'attività delle corporazioni e ha impartito le direttive per l '11lteriore attività degli organi corporativi, indicando i Je/tori in cui si rileva p_iù urgente la necessità di
• Il n giugno 1943, il Comando supremo aveva redatto un rapporto tale da motivare l'ottimismo espresso da Mussolini davanti al Direttorio nazionale del Partito Il 26 gingno, egli era stato autorizzato dal medico a. levarsi e a riprendere il normale lavoro. Il 27 giugno, a palazzo Venezia, era stato informato da '.farinacci e da un generale di un auovo complotto in corso a favore della motiarchia e contro il regime da parte di Acquarone, Ambrosia e Grandi , Il generale aveva precisato notizie su focontri avvenuti fra Ambrosio e Ivanoe Bonomi, Ambro~io e il. principe Umberto, Ambrosio e Badoglio, e con tanto 5:3pore di vedtà che Mussolini ne era parso persuaso. Comunque, si era riservato di i nda-
1m'intema. azione corporativa, e ha accennato ad a/('uni problemi di competenze oggi svolte da altri IJJit11ti e che p oJiono bfnissimo rientrare in quelle normali degli organi rorporativi. * gare 11 pomeriggio del 29 giugno, con ·un volo ostacolato da forte vento, s.i era tras(e rito a Fo rlì, donde aveva proseguito in auto per la Rocca delle Caminate. Il 1° luglio, vi aveva ricevuto, accompagnato da Bastianini, Mihai Antonescu, il quale tentava di impostare da tempo, a mez.zo di Bova Scappa, e d 'accordo con Roma, un indirino i.,olitico nuovo nei riguardi ~Ha Ge1mania. Il Vicepresidente del Consiglìo romeno aveva insistito sulla "pecessità che venissero .fissati pri ncipi chiari di · futura convivenza fra le nazioni e\lropee e affermato che anche sulla condotta della guerra i responslbili dei Governi dei paesi minori, impegnati in enormi sacrifici, dovevano poter esprimere l e loro vedute. Con.fidava Che tali istanze, bene intese da Mussolini, fossero da lui decisamente sostenute. L1. Romania intendeva appoggiarsi all'Italia, desiderosa di essere tenuta in maggior considerazione, ma non al fine d i una pace separa ta, la cu i ipotesi ttspingeva M ussol ini aveva espresso piena comprensione e promesso d i rinnovare a H itlC"r una proposta già avanzata e poi accanton.1.ta, Antonescu aveva assicurato forniture di g rano e petrolio. li 2 luglio, Pozzi era ri uscito a dissuadere Mussolini dal progetto di un viaggio d 'ispezione in Sicilia, p erché il disagio avrebbe n uovamente compromessa la salute appena migliorata. Il pomeriggio dello stesso 2 luglio, il capo del Governo si era trasferito a Riccione, dove ave\'a pernottato. La mattin.1. del 3 luglio, era partito in volo dall'aeroporto di Mirama re d i Riminì per rientrare a Roma. la mattina dd 5 e il pomeriggio del 6 luglio, a palano Venezia, presiede le riunio ni del Comitato corporativo centtale, In t ale occasione, dopo la rdazione del ministro Cianetti sull'attività svolta dalle corporazioni, fa le dichfa.razioni qui riportate in riassunto. (Da Il Popolo d'I1ali11, N. 189, 8 luglio 1943, ·XXX).
• • Il Comitato corporativo centrale ha, successivamente, preso in esame i l problema della concentrazione delle industrie delle conserve alimentari d;t origine vegetale e di quelle conciarie e delle calzature. Sul problema generale d elle concentrazioni, il segretario del Partito ha fatto le seguenti dich ia razioni. ( +)
I vicepresidenti di corporazioni h3 nno rifer ito sui singoli piani studiati dagli organi corporativi in co llaborazione con le amministrazioni dello Stato. ( + ) Essi ne hanno illustrato i vari aspetti, mettendo in evidenza come, at tra verso la disciplina proposta, si realizzino un più razionale rifornimento e utiliz2azione d elle materie prime e un più efficace controllo nolla produzione, nonché il pronto avviamento dei prodotti al consumo e una riduzione delle maestranze che potranno essere impiegate in altre attività. Il Comitato ha approvato i criterl d ella disciplina, invitando le amministrazioni inte-ressate ad emanare sollecitamente il provvedimento .relativo alla concentrazione d elle conserve alimentari. Il Duce ha precisato che bisogna ben distinguere tra la concentrazione che si può chiamare organica. e qu ella che si può definire topog rafica. "Il ro11.entramento non eulude, ar.zi pre111ppone 11na certa dhper1ion e nimdala s11I territorio ntuionale, anche pe, er,identi ragioni ronlingenti. Nell'Applfo:nione dei piani di ron"n1razio n1 biJogna Jenvr ronto anche del fatlore demografic o, cioi degli 1postamen1i di popolazione che la guerra determina e del fallo che la popol11zione aum1nta da Ji ecentoririquanla a quallrorentomila ,milà all'an no", Il Duce, infine, ha dichiarato che la pianificazione di tutti i settori dell'economia spetta alla corporazione e solo alla. corporazione. Il ministro detle Corporazioni ha. 11lustrato quindi H
187' RIUNIONE DEL GRAN CONSIGLIO DEL FASCISMO*
Presenti M 11u olini, De B on o, De Vecchi, Suardo, Grandi, Scorza, De MarJico, A cerbo, Biggini, PareJchi, Cianetti , Polvere/li, Federzoni, T ringali-Casanova, Balelia, Frattari, Go/Jardi, Bignardi, De Stefani, R ossoni, B ollai, Farinacci, Marine/li, Alfieri, Ciano, Bufjarini, A/bini, Ga/biati, Ba1tianini.
problema d el riordinamento dell'organizzazione sindacale delle cooperative alla luce dell'esptrienza fatta dall'attuale ordi namento, imperniato sull'inquadramento delle cooperative in Federazioni naziona li aderenti all'En te nazionale fascista della cooperazione ( +) Sul problema della cooperazione hanno preso la parola i consiglieri nazionali Bignardi, D ' Havet, Gottardi, Frattari, Fanelli, Mekhiori e Fabbrici Il Duce ha ricordato succintamente le varie fas i della storia della cooperazione nel secolo scorso, ed ha accennato all'applicazione che ha ricevuto in Italia ed a lle evo luzioni del processo cooperativo Ha riconosciuto che jJ principio d~lla coopera:done può trovare attuazion e anche nel nostro ordinamento corporativo ed a proposito del richiesto inquadramento ddle Federazioni di cooperative n elle Confederazioni, ha riconosciuto che le cooperative possono e debbono essere strumenti delle associazioni sindacali nei diversi settori di organizzazioni e d i produzione. A conclusione del dibactito, il Comitato ha approvato la seguente determinazione, presentata dal segretario del Partito: "11 Comitato corporativo centra.le, richiamandosi allo spirito e alla lettera della legge sindacale e regolamento d'applicazione del 1926, IV, decid e che le singole Federazioni o.azionali di ·cooperative facciano capo alle organizzazioni sindacali di categoria. Un apposito C.Omitato, nominato dal ministro delle C.Orporazioni, proporrà le norme per l'attuazione pratica e sollecita del presente deliberato"» (Da li Popolo d'Italia, N. 189, 8 foglio 1943, XXX).
• Il 5 luglio 1943, il re aveva t icevuto da Ambrosia la proposta di u na dit· tatuta militare capeggiata dal maresciallo Enrico Caviglia o da Badoglio, ma non l'av~a approvata. Il 9 luglio, Mussolini aveva diramato una circolare, oggetto la « difesa della madrepatria» ( 288}. N ella notte fra il 9 e il 10 lug lio, gli anglo.-mericani, con l'appoggio di poderose formazioni navali ed aeree, etano sbarcati sulla costa sud-orientale della Sicilia. I.a Marina non era intervenuta ad ostacolare in qualche modo l'azione nemica, come l'ammiraglio Rkcardi av~a promesso ; l'Aviazione era stata pressoché inesistente, esaurita per essersi prodi· gata; delle divisioni terrestri, alcune si erano battute con ardimento tanto pili. ammirevole quanto pili. disastroso e caotico era stato lo sbandamento di altre. Erano resistiti, ma in condizioni di inferiorità, le truppe e i reparti paracad utisti tedeschi. La mattina del 10 luglio, g iorno della caduta di Augusta, Mussolini era andato a.d ispeziona.re a Braccia no la div isione corazzata M in addestramento ed e,ra apparso fiducio so. Ambrosio, presente coi suoi collaboratori, aveva proposto l'invio della divisione nell'isola assalita, ma non aveva insistito di fronte alle obiezioni di Kesselring e von Rintelen circa l'insufficente addestramento dei militi all'impiego delle moderne armi tedesche loro forn.ite 11 13 luglio, gli in-
All'injzio della ri11nione, che è cominciata alle ore 17, il capo del Governo ha fatto ,ma relazione sulla Jituazione politica e militare.
D opo di che il Presidente della Camua, Grandi, bei presentalo ed illustrato il seguenJe ordine del giornç;, che portava, oltre la firma di Grandi, quelle di Federzoni, De B ono, De Vecchi, De Mttrsfro , Acefbo,
,•asorì erano riusciti a superare la fa.scia litoranea da Llcata ad Augusta, spingendosi verso la zona montana sud-orientale della Sicilia cd affacciandosi. alla piana di Catania. Il 14 luglio, Ambrosia, per $UO con,to, aveva ordinato al generale dtllo -Stato Maggiore Giusepp e Ci.stellano di riela~orare un piano, da tempo meditato, per la cattura di Mussolini ; e, con una nota di carattere negativo i n contrasto con l'ottimismo espresso prima dello sbarco nemico jn Sicilia, avvertito il capo del Governo che la sorte dell'isola era da considerarsi segnata a breYe scadenza, poiché mancavano mezzi adeguati da contrapporre a quelli enormi di cui &li angloamericani disponevano per terra, per mar(', p('r aria. Qualcosa di simile si sarebbe ripetuto se i l nemico avesse aggredito in seguito la penisola. ()c. correvano perciò adeguati aiuti tedeschi. E se non si f osse potuta. impedire la costituzione di u n secondo fronte in Europa, « competerebbe!- alle più alte autorità politiche considerare se non convenga risparmiare al paese ulteriori lutti e rovine, cd anticipare la fine ddla lo tta, dato che i l risultato finaJe sarebbe i ndubbiamente peggiore fra wio o due ann i » . Questa nota, che finalmente rivelava i veri propositi dello Stato Maggiore genenle, si era incrociata con una di Mussolini, il qua.le, allarmato, d omandava i nformazioni su certi fatti i ncomprensibili avvenuti in Sicilia, dove la situazione appariva inquietante, e ordinava di resistere a qualunque costo a terra e di ostacolare i rifornimenti del nemico con l'impiego massiccio delle forze di mare e di cielo (XXXIV, Storia Ji u n ann o, capitolo L' in11a1ion, e la ,,is,). In quella occasione, Ambrosio av"eva strappato . a Mussolini l'ordine di trasferire la divisione corazzata M, la cui prl"Senza non grad iv:i. prl"Sso Roma in vista del progtttato colpo di Stato, nella penisola Salenti na. Alle proteste di Galbiati,' il capo del Governo aveva replicato: « Vi ho gi à deuo tani , volt, che la siow:iont polilittz i lulfa in Jip.tnJenzd Ji q11tlld mi/ilare : UdUiamo gli inglesi Jal pa1rio sm,lo , 11tdrtt1 che IUl/a l'!Jalid ridiverrà fas ri· Jla ». Aveva .concesso tutta.via una proroga alla p artenza, per consentire un minimo di addestramento. (La divisione passerà poi alle dipendenze dello Stato Maggiore dol l'Esercito e il 2!i .Juglio sarà ancora nei pressi di Roma), Lo stesso 14 lug lio, l vanoe Bonomi e Alessandro Casa ti, ricevuti in casa Badoglio, si erano accordati col maresciallo per proporre al re la revoca d i Mussoli ni, la nomina di Badoglio a. Presidente del Consiglio con pieni p oteri e di Bonoi;ni a Vicepresidente in un ministero politico, li 15 luglio, però, dwante un colloquio con Badoglio al Quirinale, il sovrano aveva r espinto l'idea del. ministero politico ; tuttavia, per la prima volta, si era dichiarato deciso ad agire. Lo steSso 15 luglio, Ambrosia, appreso che Scorza aveva convocato presso di lui i tre sottosegretarI militaci per esortarli a tonieiz-zare, ciascuno nel proprio settore, lo spirito di re· sistenn, era andato su tutte l e furi e e si era precipitato da Mussolini a protestare per quella che definiva un'illecita interferenza politica. li caP9 del Governo, a sua volta, aveva rimproverato il segretario del Partito per l' iniziativa, sebbene quest'ultimo avesse evitato qualsia.si accenno a temi Spttificatamente tecnici I e militati. Scorza non si erà smontato; anz.i, in un suo appunto, aveva p roposto a Mussolini la sostituzione di Ambrosio e la n omina di minist~i della Guerra, d ella Marina e dell'Aviazione. Sempre il 1 5 luglio, Ambrosio aveva i nsistito con
Pareschi, Cianetli, Ciano, Bottai, Balell~, Gol/ardi, Bignardi, D e Stefani, R ou oni, Marine/li, A l f ieri, Albini , Bastianini:
« Il GrP11 Consiglio, riunendosi in q11e1/i giorni di suprem(J ,imeni o, volge ìnnanzilutto il suo pensiero agli eroi(i ,ombattenli d'ogni arma, che, fianco a fia n ,o ron la fiera genie di Skilia, in rui più alta rùplende
Mussolini perché, in risposta ad una lettera di Hitler del 14 ( ?), che lamentava aspramente Ja scarsa resistenza delle truppe italiane in Sicilia (262), gli prospettasse la reale situazione militare del paese, onde ricavarne le conse· ,guenze di comune accordo. Una lettera in tal senso, preparata daUo stesso Ambrosio, era stata fumata dal capo del Governo, ma non spedita, Il 16 lug lio, convocate da Scorza, erano convenu te a Roma, presso la sede del Pa.rtito, undici alte personalità del regime (e predsamente Acerbo, Albini, Bastianini, Biggini, Bottai, Cfanrtti, De Bono, De Cieco, Farinacci, Giuriati, Teruzzi), designate da tempo a parlare in raduni region.ili pu risollevare lo spirito del paese. Mancavano Ciano, Fedenoni e Grandi. Benché animati da idee e sentimenti diversi, i presenti erano stati unanimi nel proposito di andare da Mussolini per chiarire insleme la situazione, e di far parlare per primo De Bono, come il più anziano. Il capo del Governo aveva consen1it.a la visita, ma senza gradirla, .Ascoltato un preambolo di Scorza, invece di sentire D e Bono, si era rivolto direttamente a Farin1cci, che aveva sostenuto la necessità di mutare gli alti Comandi militari e di eliminare le cricche dei co~plottatori. Mussolini aveva chiesto se si voleva la convocazione del Gran Consiglio; Farinacci e tutti gli altri avevano assen. tito. Poi q\lest'ultimo aveva divagato su questioni particolari e avuto uno scambio di vivaC'i battute con Bottai. Era segu.ito Giuriati, il quale aveva deplorato che molti istituti non.funzionassero e molte leggi non venissero applicate. De Bono aveva difeso le Forze Armale, mentre Bottai aveva esordito: « Duce,· gli uomini che sono venuti dinnanzi a te col deliberato proposito d'aprirti l'animo loro, non hanno bisogno di ridirti la fedelti di tutte le ore, e, quindi, di questa ora » . Ma aveva osservato che ormai nel regime vi eta una disparità fra il diritto scritto e J'os$Crvanu. « La crisi italiana è tutta q ui; e precede la guerra, precede questa congi untura D. Si era giunti ad una crisi di autorità e di comando nel momento del pericolo. Perciò « noi chiediamo che il regime rimetta in efficenu il suo apparato, per agire come l'ora esige Non siamo qui per chiedere di diminuire i tuoi poteri, anzi il tuo potere; né per dividere, cioè sezionare, frammentare l e tue responsabilità. Siamo qui, nel rinnovato e ribadito riconoscimento del tuo potere di capo, a chiedere di condividere la tua responsabilità. A farne, cioè, una corresponsabilità, che leghi noi a te, ma anche te a noi, in una pronta, as· soluta e reversibile solidarietà.(+) Il paese vuole, esige, comanda questa ferrea corresponsabilità, che unica può assicurarci la fedeltà dei seguaci, il rispetto del nemico, la stima dell'alleato». Occorreva, perciò, far funzionare il Parlamento e il Gran Consiglio, i sindacati e le corporazioni. Dopo Bottai, avevano parlato ancora, nello stesso senso, Bistianini, De Cieco e Acerbo. Mussolini aveva. "ripe· Iulo che !a gucrra era stata inevitabile, ma che lui l'avrebbe voluta più tardi ; deprecato il conflitto con !a Russia e l'incomprensione tedesca del problema me• diternneo; concluso, senta alcun accenno a.lle questioni interne sulle quali ave• ,·ano insistito più interlocutori, con l'annuncio che avrebbe convocato il Gran Consiglio al più presto Lo stesso 16 luglio, richiesto da Acquarone, Soleri aveva indicato nomi di tecnici e funzionari che avrebbero potuto fiancheggiare Ba.doglio nel ministero da costituire come lo voleva il re, senza politici Il 17 lu"glio, la univoça fede del popolo italiano, rinnovano le nobili tradizioni di Jlrenuo va/pre e d'indomilo spirito di 1acrificio delle nc>Jlre gloriou Forze armale.
« Esaminala la situazione interna ed inttrnazionale e la condona ·p olilica e militare della guerra, proclama il dovere sacro per /utlÌ gli g iorno in cui Hitler si era consultalo -coi suoi collaboratori al Quartitt generale sulle misure da prendere per prevenire il collasso italiano, Mussolini aveva domandato a Scoiza con quale autorità i designati~.oratori gli avevano parlato a <juel modo e lamentato con Bastianini che il sej;retario del Partito gli avesse procurato un pronunciamento. Poi aveva fa tto inVitare Ciano a presentarsi a lui non appena si fosse rimesso da una ind isposizione, in parte vera, in p u te ostentata a scopo prudenziale, che lo t.r3.tteneva in casa. Da Berlino, Alfieri aveva comunicato che, in caso di perdita della Sicilia., i tedeschi progettavano una lint'a di r esistenza al nemico attraverso l'Appennino, e si era offerto di compiere passi per la fis sazione di un piano concepito in comune. Intanto, intermediario von Mackensen, Mussolini e Hitler avevano Concordato un loro incontro in Italia, voluto dal Fi.ihrer, allarmato dalla situazione ital iana Il 18 lug lio, verso le 17, Mussolini era partito in aereo da Roma, con Agne.s.ina, De Cesare e Pozzi, per Rimini, donde aveva proseguito in auto aJla volta di Riccione Quivi aveva ascoltato alla radio un discorso di Scorza. La mattina del 19 luglio, aveva pilotalo il suo apparecchio da Rimini a Treviso. Dopo Mussolini, era giunto alraeroporto di questa città H itler coi suoi collaborato ri. J due dittatori, coi loro seguiti, erano andati a Belluno in treno; da Belluno, in a uto, alla villa del senatore Achille Gaggia, nella frazione San Fermo, luog o prestabilito per il convegno, poi detto erroneamente di Feltre. C'era stata subito una riunione plenaria, durante la quale il Filhrer, con uno dei suoi lunghi monologhi, si era detto contrario a qualsiasi rinuncia d i. lerritorl occupati. Avf:Va poi annunri::i.to una nuova arma potentissima; fa.tto un'acerba requisitoria contro il comportamento delle nostre t ruppe in Sicilia; chit-Sto se gli itaJiani erano ancora intenzionati a battersi nell'isola o nella penisola, ma con fa necessaria energia, fino al fanatismo; escluso di p otei adetiro: alla richiesta di ben duemila aeroplani ricevuta dal Comando supremo itàliano. Prevedeva sempre un attacco nemico verso i Balcani, Mussolini non aveva mai interrotto la r eprimenda del Fi.ihrer, se non quando, ad un certo momento, avvertito da De Cesare, aveva dovuto annunciare che forma zioni di appMecchi avversari: stavano bombardando per la prima volta Roma, Terminata la riunione, il co.po del Governo era stato sollecitato da Alfieri, Ambrosio e Bastianini di replicare a Hitler e di sostenere le esigenze della situazione italiana, che richiedevano l't-Sarrie di una soluzione politica del conflitto. « C,edeJe f on e - aveva rispo~to Mussolini - ,he quetto problema, io non lo unta agitdfti da ten;po nel mio tpirito travagliato? Dietro la maschera della mùt dpparente impastibiliià è rm profondo, dtJill.:mle Jorm enlo, AmmeJJo l'ip oteti: t ganeiarti dal!a Germania. La ,osa è .umplfre; un giorno, ml 111111 data or11, si la11ritt un ,t:Jdio 4/ nemico. Quali sara.nm, /1 ,onuguenu ? Il nemico preunderà, giutla.mente, una ,a.piJolazio ne. Siamo ditpoiti a ,ance/111,e d '11n tratlo venti anni di regime, ad annullttre le realizzazioni di un , oi] l ungo e fati.oio lafloro, a ritonoJ(ere la noma p,ima. uonfiua militare e poliliea, 11 uompa,ire daJla. Jtentt d el mondo?
E poi, si fa pre1to a dire: sganda.rsi d alla Germania. Quale atteggiamen/o pr1n• d u ebbe Hitler? Credete f orse rhe egli ,; lauerebbe /ibe,tà d'azione? ». Il Fiihrer, dopo essersi sfogato, aveva fretta di t ornare, sicché i:1 convegno era stato abbre· italiani di difendere ad ogni costo l'unitJ, l'indipendenza, Ja libertà della pa1ria, i frulli dei sacrifici e degli sforzi di quattro generazioni dal Risorgimento ad oggi, Ja vita t l'avvenire d el popolo italiano; afferma la necessilà de/l'unione morale e maleriale di tutti gli italiani i n q11esl'ora grave e decisit1a per i destini della nazione; dichiara rhc a tale viato. I due dittatori avevano pranzato iasieme, da soli. Quindi, coi seguiti, erano ripuliti per Bclluno e Treviso. Durante il viaggio, Mussolini aveva insistito pe.r l'invio dei più urgenti e neces~ ri aiuti, ottenendone la promessa; ma non aveva posto la questione di un .recip roco accordo per l'uscita dell'Italia dal conflitto. Una tale proposta assolutamente g li ripugnava. All'aeroporto di Treviso, aveva sa.lutato l'ospite dicendogli: L, ù ,na è comune, Fiihrer! ». Dopo essersi limitato ad avvertire i collaborntori delusi che Hitler aveva promesso aiuti militari, era decollato direttamente per Roma. (Von Keitel aveva confermato ad Ambrosie q uesta promessa, rna a determinate col"ldizioni). La sera del 19 lug lio, era arriv:ito nel cielo già osruro della capitale, scorgendo in vari rioni bagl iori di incendi, provocati dal bombardamento, Ncm aveva potuto atterrare che a Cen• tocelle, a causa dei danni provocati dalle bombe negli aeroporti del littorio e dì Ciampino. L'incursione aveva fatto strage nel rione di San Lorenzo e dislrulta. l'antic:i basilica. Il Pontefice e il .re erano apparsi nella zona. lo stesso 19 luglio, i complottatoci avevano continuato la tr:1ma d ella congiura. Chiamato a colloquio da Acquarone, Sttiise aveva .ricevuto il preannuncio del colpo di Staio ormai deciso dal sovrano, con esclusione dal nuovo Governo dei gerarchi che pure si stavano agitando contro Mussolini, poiché essi non erano meno dì lui compromessi. li 20 luglio, in un incontro h a Mussolini, Ambrosie e von Rintelen a palano Venezia, erano state accettate le condizioni poste dai tedeschi per gli aiuti militari all'Italia. Ambrosia aveva chiesto contemporaneamente cli potersi dimettere, col pretesto che stava per rasgiungere i limiti di età, ma dfettivamente perché Mussolini non aveva ag ito secondo i suoi suggerimenti nei riguardi del FUhrer. Inoltre aveva dichiarato che una lettera, che Mussolini proponeva di scrivere a Hitler, sarebbe ormai riuscita inutile Lo stesso 20 lug lio, il capo àel Governo si era recato alla case,rma allievi carabinieri dell'Urbe per rendere omagsio alle salme del generale A:zo lino Hazon, comandante dell'Arma dei carabinieri, e del colonnello Ulderico Barengo, capo di Stato Maggiore di Hazon, entrambi caduti nell'adempimento del dovere durante l'incur.;ione aerea nemica su Roma. Il 21 luglio, giorno della caduta d i Caltanissetta ed Enna, prima , di recarsi a riferire al re sul convegno con Hitler, aveva detto al presidente dell'Agenzia Sie/ani, Manlio Morgagni: « I tedeuhi .sono ancora forti e potrebbero intervenire validament e per tamponare e fors e rtlolvere la .Iituazione in Italia, ch e è ormai gritVemmte Oompromef!a, Ma non $; fidarro ormai più di noi. Per in· tervenire 110glior10 ormai jJ comando efft11tit10 di t utto i l fronte italiano, anche d i qtullo interno , E q11e1ta è una condizione che né il popolo italiano, né H re, né il lOtlouri uo potrebb,ro accettare». 1n questo stato d'animo, pare che si foo~ impegnato con il sovrano a provocare un chiarimento dei rappa,rti con l'alleato entro metà settembre, forse nella 6.ducia che qualche evento favorevole s.i sarebbe verilìcato neU'inteivallo di due mesi. Lo stesso 21 luglio, Farinacci era tornato da Mussolini per mostrargli la seguente comunicnione ricevut3. d :1 Cavai• !ero: « Fa s!'mpre m::tggiorc attenzione. Grandi e compagni congiurano . per scalzare M ussolini, ma il l oro gioco sarà ad og ni modo vano, perché Casa reale con Acquarone conduce la lotta per conto pro prio e li giocherà tutti » Ma Mu$SO- uopo è~ neceuar/0 l'immediato ripristino di tutte le fun zioni Jldlali, atJribuendo alla Corona, aJ Gran Con1iglio, al G()Verno, al Parlamento, alle corporazioni i compiti e le re1po mabilità -stabilite d"1le nostrt leggi statutarie e co1tituzionaJi; intJila il capo del Governo a pregare la Mae. 1tà del re, verso la q1utle si rivolge f edele e p duciOSQ il cuore di tutta lini aveva rassicurato il visitatore comunicandogli che proprio quella mattina il re g li aveva detto « Sono brutti tempi per l ei, ma sappia che lei .ha un amico in me E se, per assurda ipotesi, tutti dovessero. abbandonarla, io sa.rei l'ultimo a farlo. So quanto l'Jtalia e 1a dinastia le debbono». Quindi Scorza, avendola · ricevuta da Grandi, aveva portato a Mussolini ;opia dell'ordine del giorno che il PttSidente della Camera dei fasci e delle corporazioni voleva proporre al G ran Consiglio, C che il capo del Governo aveva ddinito « vile e inaueJt11hil~ 11-, Scorza lo aveva informato anche di una tel efonata di Badoglio ad Acquarone, nella quale si era parlato di « impacchettare il Duce mentre esce da villa Savoia». Ancora scettico, Mus:soli ni aveva replicato che non amava i libri gialli. Giallo era Scona, giallissimo Farinacci. (Mussolini era stato pure avvertito delle varie congiure in corso dal vecchio amico Ottavio Dinale) Invece, proprio al. lora, Ambrosie veniva avvisato da Acquarone che il sovrano aveva deciso di agire e che bisognava prepararsi a mettere in moto la macdùna. JI 22 luglio, giorno dello sgombero di Palermo, col pretesto di portargli certi verbali del Comitato ~r il non ìntetvento neUa guerra di Spagna, Grandi era andato da Mussolini. Mentre Kesselring attendeva di essere ricevuto, il coUoquio M era prolungato alquanto per via della esposizione fatta da Grandi dei concetti ispi· ratori del suo ordine del giorno. Mussolini li aveva contraddetti pacatamente e concluso che se ne sarebbe riparlato al Gran Consiglio, fissato per il 24. I.o stesso 22 luglio, Bottai si era recato da Ciano. poi da Grandi, che, reduce da palazzo Venezia, gli aveva detto come Mussolini avesse respinto i concetti dell'ordine del giorno, il 23 luglio, Bottai aveva suggerito a Grandi di estendere, nel suo. ; ordine del giom ò, la formula di restituzione al re dei poteri milib.ri anche a quelli costituzionali. Andati insieme alla sede del Partito, vi avevano trovato Scorza con Ciano e Farinacci," tutti; almeno: in parte, consenzienti all'ord ine del giorno. Grandi aveva indotto Scorza a chi edere a Mussolini un rinvio del Gun Consiglio, forse per sopranenuti timori, forse per crearsi un alibi; ma la r isposta, motivata dal fatto che ormai bisognava uscire da una posizione equivoca e dal fatto che gli inviti erano già diramati, era stata negativa. Scorza, a palazzo Venezia, aveva ripetuto a Mussolini segnalazioni sulla congiura dei gera1chi, sempre scon_trandosi con la sua incredulità. lo stesso 23 .luglio, pensando agli effetti demoralidanti che l'invasione della Sic.ilia poteva avere sulle truppe schierate a difesa della Sardegna, il capo del Governo aveva spedito al loro coman· dante, generale Antonio Basso, una lettera di incitamento a tenere alto quel morale (263}; e telegrafato e scritto a Guzzoni per confermargli la sua fiducia mentre il generale veniva attaccato d a R egime Fascista (263). Sempie il 23 luglio, il consigliere nazionale Giuseppe Peverelli era stato nominato ministro delle Comunicazioni al posto del senatore Vittorio Cini, dimissiona.rio. La mattina del. 24 luglio, preoccupato per le q uestiol'U militari e non per il Gran Consiglio, Mussolini telefon3 al ministro dei Lavori pubblici, Zenone Benini, per solled· tare la rapida fabbrica:zione di certe mine a ba.se di resina, aventi il pregio di sfuggire alle ricerche degli apparecchi identificatori delle mine metalliche. Lo stesso 24 lug lio, dietro suggerimento di Benini, viene eliminata dall'ordine del la nazione, affinché egli voglia, per l'onore e per la 1alvezza d eNa patria, assumere, con l' effellivo comando delle Forze Armale di terra, di mare e dell'aria, secondo t'articolo 5 d ello Sta/11to del R egno, q11ella suprema iniziativa di decisione e-be le no1tre htil11zioni a lui attrib11iJcono e che .sono sempre state, in tutta l a nostra storia nazionale, il retaggi o glorio10 della noJtra aflgusta di,uutia di Savoia».
Il Pre1idenle della Camera, · Grandi, d omandava 111ll'ordine del giorno la votazione per appello- nominale.
Un secondo ordine d el giOf'no era s11ccessivamente presentat o dal Jegretario del Partito, Carlo Scorza, ed 11n terzo ordine dei giorno da R o berto Farinacd.
L:z. dismJJione che ha seg11iJo è durala ininterrottamente dieci ore, cioè fin o alle ore 3 antimeridiane del 25 luglio. Alla fine di eJia, l'o rd ine del giorno preuntato da Grandi ha avut o diciannove voti f avorevoli, con/rari s ette, ed uno aJU>n uto.
L'ordine d el giorno Farinacci ha av11to un voto fa vorevole. L'ordine del giomo Scorza è staio ritirato d opq il risultato della votazione a grande maggioranza de/l'ordine d el g i orno presentalo da Grandi
H anno risp o1to ·« JÌ »: Grandi, Federzoni, D e B ono, De V ecçhi , Ci ano, De Mar1ico, Acerbo,· Pareschi, Ci anetti, Ba/ella, Go/tardi, Bignard i, D e Stcfani, Rossoni, Bottai, i\farine/li, Alfieri, Albini, BaJtianini. Han no risposto «no»: Scorzd, B iggini, Polverelli, Tringali-Casanova, Fra/lari, B11fjarini, Galbiati. Astenu/D: S11ardo giorno Grandi una lunga appendice che elenca i provvedimenti costituzionali e amministrativi da assumere in caso di approvazione; Alfieri, giunto da Berlino, si incontra con Grandi e aggiunge la propria firma all'ordine del giorno, dopo quelle già racco lte di Bottai, De Bono, De Stefani, De Vecchi, Federzoni ed al· t.ri; Acquarone, Amhrosio e CasteJlano vanno ad annuciate 'ufficialmente a Ba.doglio la decisione d el re di nominarlo capo del Governo in luogo di Mussolini, e gli mostrano un messaggio, preparato da Vi ttorio Emanuele Orlando, che egli dovrà leggere alla radio; presso il genera le Bonaventura Cerica, nuovo comand ante dell'Arma dei carabinieri, Castdlano avverte Senise di tenersi pronto ad assumere la direzione della Po lizia, e con lui compila un elenco di gerarchi da arrestare ; allo stesso Urica viene ordinato di preparare la cattura di Mussolin i. D alle 17 del 24 luglio alle 3 cim. d el 25 luglio, a palazzo Venezia, il capo del G overno p resiede la riunione del Gran Consiglio del fascismo della quale è qui riport.ito il resoconto ( XXXIV, Storia di un anno, capitolo LA riunione del Gran Consiglio ) . (Da Il Popolo d' I1a/ia, No, 19 2, 196, 200, 202, 205, 206, 12, 15, 19, 21, 24, 25 luglio 1943, XXX; e d a La Trib,ma di Roma, N. 179, 28 l ug lio 1943, 61°),