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ELOG IO A PADOVA PER LA SUA FEDE NELLA SOCIALIZZAZIONE*

H o ascoltato con la più g rande attenzione la vostra interessante ed esauriente re lazione, che r ender ò d i pubblica ragione, p erché anche fuo r i dalla vos tra provincia se ne tragga sprone e ammaes~ramento.

• A Gargnano, alla viHa delle Orsoline, il 20; febbraio 194~, Mussolini riceve i dirigenti politici, amminìs tr3ti\ i e sindaca li d ella cittl d i Padova. Il dottor Ftc-d eriso Menna, capo dc!Ll provinci3, lesse il se1-:uente indi rizzo: « Duce! Vi ring raiio, a nome dei l:ivorntori padovani, per aver loro concesso ronore di q uesta visit3, della qua le \'j sono molto sra ti e che considerano come il p remio più caro per la collabora zione intens.1mente dedicata a i problemi sociali eJ economici dclla provincia . T:ile rnl l:tboraz ionc u nto più prezi osa ed efficace in quanto ì: confortala dalla persnn:i\e esperienza che la loro fatica quotid iana cresce di pas· si one e di reSJ)Onsabilità nel nuO\'O d ima che fa del lavoro l'artefice del n uovo

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·· St3I O del b voro ". Sono qui convenuti i b vorato ri d elle varie calC"SOrie, che costirniscono la Commissione permJncnte funz ionante da di"e rs i mesi e che presiede con \'i.i;ile senso dd d overe ag li interessi del popolo nel delicato settore delLllimentazione e d ell'approvvigionamento, anirncando J'opr.-ra de lle squadre operaie di ,·ir,ilanza annonaria, che nel c:. poluogo e ne i comuni imprimono ai consumi e al la discipl ina dei prcz.::i il ritmo dell a più. intransigente giustiziil e del più spregiud icato disinteresse. Li Lli sc iplioa dei p rezzi è fo ndamentale per la difesa del potere d 'acquisto dcli.i moneta, e quindi d ei s:i b ri, e per l'aff('rmaiìone d egli ori;anismì che i recenti pro\'ved imenti affidano alla J iretu responsab ili t,ì dei Javor.atori e che, .1ttra vcnn le coopcratin ·, debbono poter assicurHe al consumo tutti i generi necessari, tessili e di abhis liamento comp resi, u golanJo sopr:ittu tto alle origini la <listrihuzionc ,lei prod otto e o v,• iondo così alle interferenze del traffico della spe· culni one. L, n1.1ss ima J lscip lin;i. dei prezz i, una 11.1.1gs:iore dispon ibi!i13. dei t rasporti e un'azione eoorJin:tt;i. Ji Jifosa tra le v:irie provincie costituiscono g li aspetti p re.kiminan1 i d ell e aspir:1.z.ioni d dlc categorie consumatrici . li reperimento d ei proJotti asrico li " la loro conseg na alf:u11m;1sso procedono nella p rovincia d i Pa<lo\·a con ottim i ris u!t:tti, e ciò si Jeve all'opera d el Partito, che ha assunto la comei;na sapenJ o di adempiCl'c 11J uno Jei più nobili compiti di d ifesa del popolo lavor:ttorc, al qu:t!c in tende riaffermare i !>rC'Supposti r ivoluzionari della lontana vigilia. Ndfa prima settimana. di rererimen lo J e i cereali è sta to pro\'ve<luto a ll 'accertam ento J C" l!J met,Ì d ei contingenti richi esti, oltre ai setlecen tomi!a qui ntali di g rano già con~egnati a /l'ammasso . Ant he i':li altri prodotti agricoli, t;rnssi compresi, · ne lla loro consistenza d'a mmasso denotano !:i rispondenza disci -

1~li:ula della provincia e b comprensione Jelle e~ i.r.cnze dd r ;;ese Sono pure c<>nvenuti a voi, Due(', .i;li organizzatori e i Lworatori che sono preposti alle mense coll ett ive Ji suerra, al!a cooperativ:1. nd capo luogo, :;.I comnwrcio al Jet· t;iglio, a lla Jisciplina dei t l'3spo rt i, per confcrm:irvi che sii ultimi provvedimenti sono stati com pr esi nclb Jcro i mportanza rivoluzionaria e prontamen1e realizzati Le mense collett ive cl i g uerra in f un zione fino dall' 8 genn.1io distr ibuiscono :itl ualmente in citti e in r rov incia o ltre quattrcmifa pasti giornalieri, al p rezzo rispettivamente di l il'e venti e !ire diciotto al p:isto Sono compl essivamente cen-

Davanti alla vostra documentazione si può affermare e affermo che Pado va insegna. Ciò sì dc.ve, prima di tutto, alla collaborazione fraterna di tutte le autorità e di tutti g li enti, nonché alla concorde di- rosette mense co llettive, delle quali venti istituite nd ca11oluClgo, e affidate in gestione a r:appresentanti autcntid delle categorie lavorarici. A ciò si aggiungono oltre trecento mense aziendali e pari fiote, che ospitano circa sessanumila lavora tori e impiegati, nonché le "mense sociali", che distribuiscono giorn.1 lmente ottomila minestre a prezzo equo, venendo così ad attenuare il disagio derivante dal\a mancanza di combustibile; Nel capoluogo n:ngono altresì assistiti duemila fa miliari di caduti e prigionieri dì g uerra, ai qu:di la solidarietà ddla patr ia deve esprimere l.l propria rico nosunza e il più affettuoso interessamento. Le cooperative sono ormai costituite in quasi tu lti i comuni della provincia. I negozi 11 dettaglio di generi aliment ari sono sta ti nccessa.riamente ridotti e trasformati in spacci <lell e cooperative. Si è segu ito il criterio di attrib uire ad ogni spaccio un numero dì duemi la prenotazioni, il che ns~icura un:t distribuzione 1·cgob.rc, poiché rig uudantc in mcdi.1 circa q uattrocento o cinque(Cnto nuclei familiari. li sopravvivere d i altri esercizi oltre agli spacci coopera tivi significava trasferire presso i prim i tutta l'attivitil del commercio clandestino, con g rave da M o per i secondi, i quali, a un certo punlo, sarebber o stati compromessi anche agli effetti delrapprovvigiOn.lmento per i propri soci. li personale degli esercizi che hanno cessato la loro attività è st;1to assorbito dai nuovi spacci cooperativi, opportuna mente ampliati in rapporto alle accresciute esigenze <lei consumo. La cooperat iva comunale di Padova ha, in tre giorni soltanto, attraverso un centinaio d i spacci contro d uecentosessanta negozi pree-sistenti, distribuito due terzi dei generi tesserati a circa cinqumtamib. prenotati. Le cooperative funzionanti in provincia gestiscono ad oggi dul"centosett.1ntotto spacci, mentre sono in corso provvedi menti per attribuire alle cooperative stesse la distribuzione dei prodotti tessil i e dell'abbigliamento, per i quali si chiede una più equa determinazione di prezzi all'o rigine e un maggiore controllo nelle assegnazion i, per evitare che la speculazione possa tro,·are tuttl la merce che vuo!e, mentre ciò riesce impossibile anche per la stretta, indispc:nsabile richiesta legale. t necessario altresì che: gli organi competen ti solle citino il finanziamento stabilenJo apposite norme pc1· fa partecipazione degli istituti bancari, considerata !" urgenza delle coopl"rative stesse di assorbire t utte le scorte e le attrezzature deg li esercizi ai quali sono subentrate, nonché gli altri generi attribuiti alla propria competenza. l lavoL·atori aderenti alle cooperative, da l 1° febbraio .ad oi:;gi, sono circa trentam ila e la quota azionaria anticipata dalle imprese con l' obbligo del rimborso r atl"ale è stata fiss:i ta in lire duecento per i capifam iglia e lire cento per tutti g li altri. le "mense collettive di gue.-ra • fan no ca po ad apposito "Erite provinciale gestione mense collettive d i guerra", <lei q uale fanno p:trfe tre l:tvoratori d esignati dall "Unione provincia le del lavoro, della tecnica e delle arti, e due app:irtenenti all'Associazione dei dipendenti delle pubbl iche amministrnzioni. le ditte grossiste in prodotti ortofrutticoli sono state sottoposte a gestione straordinaria ed è in corso la loro trasformazione in dieci " coo pera tive di prodotti ortofrutticoli ", con l'adesione dei titolari e del personale dir,endcntc, clic provvederanno, inoltre, alla prod u:.i:ione deg li spacci relativi. Anche le imprese di tr:isporti sono in gestione straordinaria, me ntre l'utilizzazio ne di tutti i mezzi per i servizi di approvvig ion:imento rego\3ta da apposito ·· Commissarilto trasporti ", eg11:1l/Tlcntc affidato a rappresentanti dei lavoratori, che agisce di concerto con l"Ufficio disciplina. automeui. I tre Commissariati provin- sciplina consapevole dei cittadini e dei rurali, per cui si può dire che og ni energia. è convogliata con impegno e intclligcru:a ver so jl comune obiettivo.

I ri sulta ti, più che soddisfacenti, lo dimostrano. Voi avete camminato, con passo celere, verso quello che o ramai comunemente si chiama lo « Stato del lavoro )), e cioè la Repubblica Sociale Italiana, secondo i primi e immut abili postulati del fascismo. Oltre la socializzazione, cardine fondamentale della Repubblica, le classi operaie hanno ora la responsabilità amministrativa dei comu~ e quella dei· problemi annonari che interessano cosl da vicino i( popolo .

A mano a mano che la R epubblica Sociale Italiana consolida la sua struttura e div.enta sempre più regime di popolo, è necessario che essa sia difesa sui fronti di battaglia, onde impedire il ritorno d elle forze reazionarie monarchiche e cap italistiche, r appresentate dal regio Governo dei tradito ri d i Roma . La partecipazione· alla guerra e la trasformazione sociale all'interno devono procedere di conserva, p oiché sono interdipendenti. Se v i fos sero nelle nostre file elementi che non si rendono conto della assoluta nécessità dì questa duplice direttrice di marcia, si tratta di elementi reazionari n el peggior senso d ella parola e come tali devono eSscre allontanati dai nostri rangh i.

Vi ringrazio, malgrado le difficoltà del viaggio, di essere venuti sin qui e vi prego di portare il mio saluto alle categorie lavoratrici ciali per la produzione, per il commercio all'ingrosso e al dettaglio funzionano regolarmmte in uno con il Com itato dei lavoratori, destinato a collaborare con la direzione della S.E.P.R.A.L. necessario che l'Ente italiano cooperative a pprovvig ionamenti e l'alleanza delle cooperative diano corso al potenziamento della loro attività periferica per ass umere in modo adeguato il movimento coopeutivìstico e assicurarne l" :i ttività, La socializzazione, nei suoi indirizzi programma tici che la Repubblica ha posto a simboli della sua bandiera di rinascita, è in atto nella provincia di Padova. Le officine Stanga e Breda, che rappresentano circa duemila lavora tori, sono all"avanguardia e testimoniano dell" elev,tto spirito di comprensione del proprio personale, della matu rità poli tica ed economica delle masse fatte p artecipi dell'andamento dell'impresa e della vita produttiva. l e elezioni delle "consulte comunali " , che si sono concluse proprio ieri a Monselice, hanno fatto rilevare J"intèrcsse che le categorie lavoratrici riservano ai problemi, che considerano come una loro conquista sodale e un diritto della collettività, La parte· cipazione dei vo tanti è stata dell"ott.anta per cento e i consultori ektti ammontano a ottocentocinquantaquattro, rappresentanti tutte le categorie, nel quadro del nuovo ord ina.mento sindacale che ricompone in un'unica grande fa miglia il l.tvoro della patria. Duce! Nell a fe rvida collabornione dei lavoratori padovani ai pro· blemi del paese vogliate veJere la loro riconoscenza alla ,·ostra grande fatica, per il bene che voi prodigate :ill'umanità col cuore del padre generoso tornato al s uo popolo nel momento p iù aspro, ma più eroico della patria». Indi Mussolini p ron uncia le parole qu i riportate. (Dal Ccrrier1 della Sua, N . 4,, 2l febbraio 194'.5, 70°). della vostra città e della vostra provincia, le quali dimostrano, con fatti concreti, di essere degne di un sempre miglio r destino. (Le parole del Dlf(t sono state auolt e dai presenti ,on tma n,anifutazione di 11ibra11te fede nei de1tini della R epubblita).

NEL SETTIMO ANNUALE DELLA MORTE DI D'ANNUNZIO*

Da sette anni assente e presente attende su questo e remo colui che durante cinquanta anni, con la poesia e con le azfoni, sui campi di battaglia della terra, del mare e del cielo, esaltò come nessun altro le virtù della nos tra cazza.

Coloro che ebbero dimestichezza con lui sanno che gli non amava che lo si ch iamasse Poeta soldato, ma egli lo fu nell'espressione p iù pura della parola, nell'incarnazione più eccelsa, da Tirteo a Mameli.

O ggi eg li è qui fra i suoi intrepidi legionari, che trovano defin itivo dposo nelle arche marmoree che sfideranno il tempo e le generazioni.

Egli è qui, qui tra noi, e non mai come in questi tempi di universale palingenesi abbiamo acutamente sentito la mancanza della sua voce. Con quali parole egli avrebbe bollato col marchio rovente dell' infamia il gesto del re traditore e fuggiasco e dei suoi non men o miserabili complici della resa a discrezione? E come, in un altro momento grigio della nostra_patria, non avrebbe egli trovato le parole per risospingere il popolo percosso e sperduto verso 1a linea del fuoco, verso la lin ea del combatt imento e dell'onore, acca nto ai camer:1ti germanici, che con un inesauribile coraggio tengono e terranno testa al mondo intero? (Acda111az.ioni). E come non avrebbe egli dato la , sua -aperta adesione alla nostra Repubblica, egl i che nel 192.0, con colui che vi parla in ques to i s tante, tracciò le linee di una marcia repubblicana verso R o ma?

• Al Vittoriale degl i i taliani, il pomerigsio del t 0 marzo 1945, si celebra il settimo ann uii le dcli.! morte di G abriele d 'Annunzio « Alle ore l7 in p unto è giunto il D uce, salutato da una e.tlorosa manifestazione Ji entusiasmo popolare. Dopo aver passato in rivista i reparti arm:iti della leg ione Ai, guardia d el Duce, delle brigate nere alpine e della Duima Ma;, schiera ti all'ingresso, i l D uce s i è po rtato su lla piazzetta dove sorge i l loculo provvisorio che raccoglie le spoglie del Comandante. Corone di lauro e di liori erano state deposte a terra li Duce ha sostato in silenzio nelrinterno della cappella, mentre il trombettiere squillava l' "attenti!" e tutti g li astanti si irrig idivano, levala alta la d estra, nel saluto romano. Subito dopo il Duce, accompagnato dall'architetto Maroni e dall'accademico Ercole e seguito dalle autorità, si è portato attraverso i viali del Vittoriale sulla punta della nave PMglia. Dappertutto al suo passaggio si sono levate incontenibili grida di saluto. Quindi il Duce è salito al mausoleo tuttora in costruzione, dove ha portato il suo tributo di omaggio alle arche che raccolgono le spoglie di dicci legionari 6um3.ni. Il cappellano militare ha impartito la beneditione alle a rche. Subito dopo il Duce si è recato sulla parte più alta del mausoleo stesso, che dovrà raccogliere la definitiva tomba del Comand:mte, ed ha prommziato una breve orazione commemorativa del Poeta». Le sue parole sono qui r iportate. (Dal Corriere d ella Sera, N. 53, 2 marzo 1945, 70°).

La morte improvvisa, q u ella che tutti i combattenti prediligono, Io colse al suo tavolo di krvoro ancora gagliardo, perché il volgere degli anni non lo aveva toccato, al tavolo del lavoro per l'Italia e sempre per l'Italia,

J piccoli traditori di Roma, che non ne apprezzarono mai la inultiforme grandezza, h anno tentato di lnscenargll un postumo processo morale. Con ciò essi hanno dato la prova insupe rabile della loro abiezione.

Per ciuakhe tempo dopo la sua morte si fece alquanto silenzio attorno al suo nome. I morti chiedono un po' di solitudine.

O ggi il ritmo delle sue poesie suona incalzante ai n ostri spiriti, e noi lo consideriamo come il vessillifero della riscossa della nazione.

E ora che vi ho parlato, ho quasi l'impressione che lo sp irito del Poeta aggirantesi fra questi olivi e cipressi mi domandi: « Perché mi hai commemorato ? >). Perché veramente è difficile commemorare un uomo dall'anima molteplice come quella di Gabriele d'Annunzio.

Noi gli rispondiamo: << No, Comandante, tu non sei morto e tu non morfrai fino a quando, p iantata n el mezzo del 1',fcditerraneo, sta una penisola che si chiama Italia. (Prohmgati appla,ui; la folla ate/ama lu11ga111t nle al D11ce) Tu non sei morto e non morirai fino a quando, nel centro di questa penisola, vi è una città nella quale ritorneremo, e ch e si chiama Ro ma>>. (L'orazione t stata pii) volte interro/la dalle a{t!amaz.ioni, p articolarl}Jen/t fcrvidt q!l(tndo il Dlftt ha tsallalo l'inrotJJparabile iforzo bellico dd popolo germanito t ha ria/Jtr111alo la m a rt rlez.za nd vittorioso rilorno delle 1101/re arJJJi a RoJJJa). *

• « Terminato il rito, il Duce ha lasciato il Vittoriale, fatto s"gno a tinno• vate e sempre crescen ti manifestazioni di entusiasmo da parte della folla».' (Dal Corriere della Sera, N. 53, 2 marzo l 945, 70°).

CONVERSAZIONE CON MADDALENA MOLLIER *

- P erché venite ad intervistar mi, signora ? Sette annì fa, ricordo perfettamente la vostra ultima visita a Roma, sette anni fa, ero ancora un personaggio interessante. Adesso sono un defunto. G uardate che cosa è rimasto di me !

Cosa volete sapere ? D ove mai volete pubblicare un'intervista con Benito Mussolini? Troppe cose si dicono ancora di me : non va le la pena; non incomodatevi e risparmiate la vostra pellicola! Andate a fare i bagni nel lago, sdraiatevi a l sole, godete la vo stra libertà e tutte le belle cose che la vita vi riserva; non occupatevi di un fanta s ma I

- Non voglio seccarvi con delle dov,ande stupide, ho 10/tanto bùogno di q11akht fotografia . Ma vi rivedo con un forte i11tcrusc m11ano; vorrei ronomre il Alussolini che ha passato ÙJJnJtnsi guai, e vorrei vedere come egli prtndt gli ultùJJi nvvtnimenli

- Volete dire il crollo. Siet e gentile, troppo gentile. Siamo sinceri, cara signora, non facciamo complimenti; con voi, come a nche l' altra volta, preferisco parlar chiaro. L'ultima intervista, l'avete fatta bene. se apprezzate queste cose. Non avete domandato quasi niente ed io v i ho detto molto più di quello che in tali occasioni sono solito di dire. Il diavolo ha creato i giornal isti.

D etta questa frase, Muuolini ti .ifoga contro certi giornalisti, amuandoli dì ùrdfrrrezionc, di mancanza di carallere, di v;gliaaheria, citando noJ11i rd mando pnrole forti. lo atcolto un po' il!lbarazzata. Ad ttn trai/() se ne accorge e, qflasi ptntito della propria vw11cnza, pro1eg1,e:

- Scusate, sono g iornalista anchç io. Ma voi s iete stata.di parola e non avete fatto un affare delle mie confessioni. Ado ro chi sa ascoltare in silenzio.

Qui MHrsolini nomina tm nolo .rcrillore, cht, t econdo lui, non sapeva ascoltare in silenzio, e chia111a invadenti le me domande.

- M i spogliò addirittura con indiscrezione, sicché ad un certo

• A Gargnano, alla villa delle Orsoline, al principio di mar zo dd 1945, Mussolini rice ve la signora Maddakn:1 Moll ier, croceross ina in un ospedale militare tedesco e moglie dell'addetto stampa all'ambasciata germanica, con la qua le ha la conversazione qui r iportata in ri;issunto (la Mollier ;iveva intervistato Mussolini a Roma nell'autunno del 1938 per conto di un'agenzia internazionale; poi lo avev.l visitato ancora due volte, nel giugno e nel settembre del 1944, a Gargnano, fotografando la sua \•ila quotidiana). (Da MADDA LENA MOLLI ERPensieri e pret1isioni di M,molini al lr«mo nto - Tipografia G Colombi, Milano, 1948), momento mi venne la voglia di offrirgli una lastra radiografica per rassicurarlo del funzionamento del mio intestino. D ovete promettermi, vi prego, ·di n on pubblicare quello che vi dirò se non dopo la mia morte.

- Parlale t roppo di morie,.. ,

- 'frnppo no, la m orte mi è diventata amica, non mi spaventa più La mor te è una grazia di Dio per chi ha sofferto troppo. (Limgo silenzio). Stamattina nella mia camera si era smarrita una piccola rondine. Volava, volava disperatamente, finché caçl.de esaurita sul mio letto. Allo ra la presi, cauto, per no n spave ntarla, La tenevo nelle mie mani ; una piccola creatura t remante. L a accarezzai e, pian piano, si calmò ; ed osò perfino guardarmi. Andai alla finestra, aprii la mano. Essa, ancora stordita, no n capi s ubito, g uardava intorno; poi aprl le ali, e, con un g rido di gioia, volò verso la libertà. (Lungo Jilenz io). N o n dimenticherò mai più quest o g rido di. gioia. Per me n o n si apriranno le porte se no n per la morte Ed è anche giusto. H o sbaglia to e pagherò, se q uest a mia povera vita può servire da paga.

Non ho mai sbagliato seguendo il mio i stinto, ma sempre quando ho ob bedito alla ragione. .

M1molini nli Jpitga ,be umpre il .mo primo int11ito, di fronte alle µrJone e alle co#, Ji era JJ!Ottrato giutlo S e agiva ucondo questo primo intuit o, senza troppo pensarvi sopra, indovinava sempre. Se invece Ji meflt va a studiare e a riflettere, l'inluilo svaniva, e venivano fuori troppi argomenti. Tra so1pet1i, prndenza, paura da una parie, e a111biz.i oni, gelosie, passioni dall'altra, jiniua Jen,pre coll'ingannarsi

- Non incolpo nessuno, non dmprovero n essuno all'fofuo ri di me stesso. Io sono responsabile, tan!o per le cose ben fatte, che il mondo non mi potrà mai negare, quanto per le mie d ebolezze e la mia decadenza.

- De,adenza, allora ?

- Si, sig no ra. Sono fi nito, La mia stella è tramo n tata. Lavoro e faccio sforz i, pur sapendo che tutto non è che u na farsa..... Aspetto la fine delJa. tragedia, e, stranamente distaccato da t utto, non mi sento pi ù attore; mi sento come l'ultimo spettatore. Anche la mia voce, la se nto come riprod otta.

- ForJe vi $tntite fisical!lcnle male?

- Sl, mi sono sentito anche male, e da anni non mangio che porched e, non bevo, non fumo. Ma ad esso sono sanissimo. pot rei vivere ce nto anni. Non è per questo I La mia stella è tramontata, ma no n ho avu to né la forza né il coraggio d i ritirarmi in tempo. Forse ero desti• nato soltanto ad indicare la strada al mio popolo . Avrei dovut o accontentarmi, fermarmi su basi solide e sicure. Avete mai vist o un dittato re prudente, calcolatore? Diventano tutti m atti, perdono l'equilibrio tra le nuvole, tra frementi ambizioni, ossessioni. Ed è proprio quella passione pazza che li ha portati al p osto dove si trovano. Un bravo borghese no n s'incomoda tanto

- Ma, dite, come d pouibile.... V oi vedete lutto co1J chiaro. Perché? ...

- So che cosa volete d omandarmi ora; la mia risposta la potete indovinare. Sapete come me, e fo.rse meglio di me, che io, oramai, sono un prigioniero, sono soltanto la semplice figura di un gioco.

- E il vostro crCdo ? Non credete più niente?

- Quasi a niente, salvo una cosa, e questa è bellissima: credo nella bontà del mio popolo. Il mio popolo è buono. Malgrado queIIo che è successo il 2, luglio, malg rado le cose ancora peggio ri che succederanno. G li italiani oggi hanno l'anima tormentata, pestata, non b isogna giudicarJi secondo ques ti momenti. Sono buoni, gli italiani, e generosi. E questa loro bontà, un giorno, sarà di nuovo la loro forza. Adoro il mio popolo e non finirò mai di amarlo. Sono difficili da g overnare, gli i taliani. È una razza troppo antica, troppo intelligente, individualista, critica. Non avete idea qua nto siano dialet tici. Non li rimprovero. Ho imparato che non c'è niente di più meschino, cli più desolante del rimprovero. Anche quèlli. che mi hanno tradito non sono che esseri umani, credevano di salvare qualche cosa. Si sbag lieranno I Toccava a me calcolare con prudenza. (Silenzio).

Qui Mussolini parla, fra l'altro, anche di Stalin, non senza an,miraz.ìone, Dice:

- Però Stalin ha da fare con slavi. Non credo che av rebbe grandi soddisfazioni con gli italiani, a parte che gli italiani non sarebbero felici coi sistemi moscoviti. Non c'è dubbio che noi andia mo incontro, in modo definitivo, a un'epoca socialista. Chi non vuol credere, è ipocrita o cieco La democrazia americana è fatta su misura per gli americani; per il nostro vecchio continente è altrettanto sbagliata, cioè superata, quanto jl comunis mo russo. Vedo la sal vezza d ell' Europa soltanto in un'unione socialista di tutti gli Stati europei Blocco formidabile, che difenderà la nostra civiltà e 1a nostra esistenza, tanto contro il rosso materialismo dei bolscevici, quanto contro esperimenti, per noi più o meno nocivi, di tipo americano. Tra poco non avrà più interesse la quest ione germanica, francese, spagnola, italiana, eccetera; interesserà soltanto l'Europa. Tutti se ne acco rgeranno. Se in tempo o troppo tardi, chi sa.

- Parla cos) il fonda/ore deli'i111ptro?

- Sl. Ho sognato e voluto l'impero, quando vedevo arrivare il tempo e l'occasione di portare la nazione al pos to che m eritava, in un mondo imperialistico. Senza questa maledetta guerra - Dio sa quanto h o fatto per evitarla del t utto - sarei riuscito a consolidare· le fondame nta dell'impero. Col volo audace di un' id ea, s i p uò t rasc inare il p o p o lo all 'en tusiasmo; coll'entus iasmo si riesce a superare qual siasi ostacolo, si riesce a costruire un impero. Ma n on basta l'entusiasmo -p er cambiare da un momento all'altro il carattere di un p o polo> cioè per mat urarlo , per ada tt arlo a1le nuove esigenze, ai nuo vi doveri, p er dargli la dignità e l'orgog lio d i una grande potenza. Ci v u ole pace, lavoro e successo. Solo il s uccesso sviluppa la possibilità, tant o di un individuo quanto di una nazione _. ·

Poi parla della gmrra non m rlila, dei pro'pri dubbi e pre.unlinmlli, dd w oi tenia/ivi di far taJJJbiare idea a H itler, della hq1ga eJilazionr, e, a lla fi11e, del contagio delle i dee hi1/er ia11e. P rougue:

- Ed ora, le ali rotre, l'l talia in balla d i se stessa, ora sono t or. nato al punto di pa rten za . Dico e ripe to : vedo la sakczza dcll ' It:ilia e dell'Europa solranto in un'unio ne; ma ce rto non del tipo Società delle nazioni, che fu e sarà sempre fuori della realtà. Un blocco euro peo ...

- Si potrà realizzare 1111 tale bloao?

- Tutto è possibile; basta trovare b formula. {Ora Afimolini viene a parlare dei tedeschi ].

- Ammiro lo spirito di sacrificio di questo popolo, la sua capacità di abnegazione, e con tutto ciò la sua incredibile forza creatrice. È un grande popolo, che sarebbe ancora più grande sotto una guida saggia e ponde rata. A quesro popolo dallo spirit o appassionato e smisu rato u rgerebbe una mano sicura. Potrebbe esse re la sorgente di tutto il benessere europeo. Senza la Ge r ma nia no n sarà mai facile fa re i conti in Europa.

- P en10 - chiedo a q11e1lo prmlo - ,he Je voi au1te f allo solo la p o~ litica, per il voslro p aese, come p er l a G er111a11ia, e se i tedcs,hi si fo1sero oc(llp at i soltanto di questi oni di produz iom e organizzazi one, q11tllo , he voi , hia111ale I' AIIe Roma-Ber/ù;o sarebbe p otuto dive11tare 1m gran bene anrhe per il 111ondo' intero. Si p oteva evitare la g1wra ,on mi po' di b«on semo p oliti,o e di b11ona vol ontà.

MHuolini sai/a in piedi.

- Non siete sola, signora, a pensare questo, non siete affatto so la...

Can11J1ina agitatiuill/o s« e giù per la sla11za ,- poi si fem1a a lungo dai·11nti la ma biblioteca. scr1i/1111do i l ibr i , !Jla con uno .rguardo assente.

- Trovale la calma ed il lempo per legger~?

- Guardate: Kant, Schopenhauer, Goethe, Eichend o rf l Ed ecco u no che mi diverte molto: Angelus Silesius. Quanto è prepote nte e a rrogante I Sentite I (Legge q11akhe verso). Qui P latone, qui i bellissimi frammenti di Saffo; ed ecco Omero, Eschilo, Aristotele...

- Sapete il greco, d11nqJ1t?

- Sl, l'ho studiato e ne sono contento I Incontrerò p resto in u n altro mondo questa gCnte, forse mi degneranno di uno sg uard o. (Ride). Penso spesso che bisogna · ritornare agli amichi pec capire qualche cosa di vera umanità. Essi avevano b. saggezza s upcem;i della vita e della morte. Era la natura, il sole, il ciclo, i profumi della terra, l'amore, gli istinti buoni che Li ispiravano senza essere disturbati dal fr astuono delle macchine. Credete forse che Saffo avrebbe potuto trovare i suoi versi tenerissimi sotto il rombo degli aeroplani e con una motocicletta scatenata sotto le sue finestre? Non vorrei alt ro che leggere, leggere ed aspettar e che il destino si compia. (Silenzio),

- La morte di Galeazzo era destino anch'usa?

.Musiolini tra1ale, non rùponde per molto tempo.

- SI, anche la mocte d.i G aleazzo era destino: n on c'era altra via d'uscita. Da quella mattina dì gennaio sto mo ce ndo . L'agonia è atroce mente: lunga. (L11ngo 1ilenzio). Sono il capitano della nave i n tempesta. La mia nave s i è spezzata . Mi trovo nell'Oceano furioso, su un rottame. Questa impossibilità d i agire, di rimediate I N essu no sente la mi a voce Adesso nù rinchiudo nel silenzio. Ma un giorno iJ mondo mi ascolterà.

A UN BATTAGLIONE DELLA BRIGATA N ERA MOBILE ALPINA*

Il Duce ha rivolto ai ./egionarl fer me paro/~ di fede e di hicitamenta, ri,orda11do la nmuità del rit orno al combatti!l.'ento al fianco del fedele alleato, p er rtsliluire alla patria tradita la s:,a piena indipendenza e auicurar~ al popolo il mo avvenire , (Al l ermim del ditcorJO, aJtoltato con int rnsa commozione, il 1egretario dd P artilo ha ordinato il « Saluto al D11ce I», al q11ale ba f atto eco un triplice, vigoro10 « A noi!))),

• Prc-sso Gargnano, il 5 marzo 194 5, Mussolini passa in rivista « un battag lione della brigata nera mobile a lpina, appena costituito da veterani e giov.:missimi delle ultime ore)), in partef\23. per i l fronte. « Quindi, portatosi nel centro de llo schi eramento, il Duce h a consegnato al batt.:iglione il ga.g\iacdetto, rim etten• dolo nelle mani ddl'alliere dopo aveme baciato un lembo » Poi pron uncia le parole qui riportate in riass unco, (Dal Corri,i , d , Ua Sua, N. )), 5 mano 1945, 7if')

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