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A QUATTROCENTO UFFICIALI

DELLA GUARDIA NAZIONALE REPUBBLICANA*

Questo, camerati ufficiali della Guardia, può essere il primo di una serie d i rapporti attraverso i quali io intendo ripren de.re contatto non soltanto morale, ma vorrei dire fi sico, con voi e con i vostri leg ionad, ·

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Prima di dirvi alcune cose che v i p otranno in qualche gu isa interessare, desidero, non per una mera fo rmalità, ma per un impulso profondo del mio spirito, sicuro di interpretare anche il vos tro sen• t imcnto, rivolgere un co mmo sso saluto ai duemilasettecentosessa nta. t re legionari (1111/i i presenti scollano mll'<c allenti I ») che sono caduti dal settembre 1943 a oggi per tenere fede all 'idea fa scista, p er tenere fede all'alleanza con la G e rmania, p er t en ere fr dc soprattutto ai des tini della patria E ricordo anche i tremilasettecentosette fe riti.

Saluto anche qui, non per una vuota formalità, i nostri camerati che sono i n Balcania da mesi e anni. Essi hanno ragione di ritenersi dimenticati, perché molti di essi da quaranta mesi non vedono p iù l'Italia. Durante questo periodo di tempo hanno avuto scarse notizie dai lo ro familiari> ma i un g io rno di licenza, han no subito, ben pi ù di coloro ch e sono stati in Italia , tutte le conSeguenzc: del tradiment o dd settembre Hanno visto co n i loro occhl lo sche rno delle p opolazioni che noi avevamo amministrate, h anno ass istito co n profonda u miliazione all'ammainare delle nostre bandiere in territo ri ch e erano st ati bagnati dal sangue d ei soldati itali ani, mentre i civili italiani venivano abbandonati alle rappresag1ie di gente p rimit iva.

Credo che la loro sofferenza sia s tata tale da la sciare un solco indelebile nelle lo ro a ni me. Di q ùando in quando essi mi scrivono e hanno tuttavia un morale altissimo . Hanno combattuto con i camerati germanici - in circostan ze sempre s t raordi nariamente difficili, hanno lasciato centinaia di camerati caduti n elle contrade di quella infida Balcania che sarà sempre una terra di torbida razza,

• Presso Brescia, nella sede del Comando genera le della Guardia Nazionale Repubblicana, il pomerigg io del 6 mano 1945 , Mussolini passa in rivista quat!rocrnto ufficiali della Guardfo. steua. I ndi, alla presenza del ministro Pavol ini, del sottosc-gre t.ario B3tucu, dei gene r.ale Nicchiarelli e di altre personalità, tiene rapporto agli uffi ciali In tale occasione, pronuncia i l discorso qui riportato. (Dal Corri"e della Sera, N . 57, 7 marzo 19 45, 700).

Camerati ufficiali I

Voi d ovete tenere il contatto continuo con i legionari. L'epoca dell'ufficiale distante dai suoi uomini è terminata. Bisogna stare con i legionari, vivere con i leg ionari, assisterli, .interpretarli, anche quando non sanno esprimersi, essere d e i curatori di anime, non soltanto degli uomini che impartiscono degli ordini. L'obbedienza deve essere sempre pronta, cieca, assoluta, ma oggi deve essere anche intelligente, Colui che obbedisce deve essere c o nvinto che .il suo dovere è queHo di obbedire. Cosl voi potrete avere alla mano i vostri uomini e potrete lo ro chiedere quello che essi devono dare. Ma, soprattutto, l'esempio, o camerati.

Il soldato si specchia nel suo ufficiale e il legionario deve t rovare nel suo ufficiale la sua guida, il suo maestro, l'uomo che è animato da una fe.de indomita.

D ovete essere i propagatori di questa fede assoluta, d ogmatica, nella vittoria. Colui che dubita è g ià un vinto che si prepara a piegare il g inocchio davanti al vincitore. Nessuno è maì vinto fino al giorno in cui si dichiara vinto. Da quel giorno c'è un vinto e un vincitore; mai prima.

Secondo. La collaborazione con i camerati germanici deve essere quotidiana, schietta, leale, senza r iserve. Qualche volta le difficoltà della lingua, dei temperament i, possono farsi sentire, ma bisogna ricordarsi che siamo sulla stessa nave e vogliamo insieme raggiungere vittodosamente il porto.

Terzo. Io non amo, ve lo dico con la massima schiettezza, coloro che fanno sempre i conti su quello che essi o gli altri ricevono. Quando un legionario fa questo, non è più un legionario, ma un mercenario. Con questo non voglio dire che i bisogni della vita non devono essere soddisfatti, èhe non si debba pensare alle famiglie, alle vostre famig lie, ma i confronti sono sempre odiosi e forse inattuali, perché le disuguaglianze saranno riparate.

Ottima cosa lo spirito di corpo. Ognuno deve essere fiero di militare sotto .il proprio reparco, ma questo spirito non deve diventare esclusivismo di corpo, assumere cioè aspetti grotteschi, che lo rendono ridico lo; mentre, viceversa, deve essere la coscienza di un d overe che si compie con purezza di spi rito, una tradizione sempre più profonda, che diventa il patrimonio spirituale del corpo cui si appartiene.

Ancora. Non vi è dubbio che la tecnica . del colpo di Stato del Z J lug lio fu perfetta. Fu un capolavoro. Tutto era stato predisposto fino nei più minuti dettagli di uomini, di luogo, di tempo. Se lo Stato Maggiore regio avesse prepa rato con la stessa finitura le sue battaglie, a quest'ora io vi parlerei in una p iazza del Cairo, no n in un sobborgo di Dresci.a (Segni di c(Jnmuo è di 11i11iuiJ11a approvazione). Evidentemente il fascismo fu sorpreso . Ebbene, bisogna intendersi. Il tradito pu ò essere ingenuo, ma il traditore è sempre un infame. ( Viviuinu a(damazioni). '

M o lti capi tradirono, ma le masse dei fascisti furono sorprese. Già da tempo gli autori che prepararono il tradimento ponevano sempre i l dilemma: ch e fa la M ilizia? Se la Milizia r esta nell'interno per vigilare, si dirà: la l\filizia è imboscata, non fa la guerra,. Ed effettivamente fra lo stare all'interno o l'andare: al fronte, tutti i legionari preferirono di gran lunga la seconda soluz~ne. Ma i traditori intanto r:iggiungcvano il loro scopo di a ll ontanarli. Così i mig liori della Mili zia erano altrove, oltre l e frontiere metropolitane. li fascismo si trovò ciuindi nell'impossibilità quasi pratica di operare una resis tenza immediata.

Ci fu la fase dell'annebbiamento. La gente rimase confusa: « La g uerra cont inua» . L'altro t radi tore, il sabaudo, che co ntinuava una lunga tradizione, che v a da Carlo Alberto in poi, proclamava che n o n b isognava fare recriminazioni. I capi del fascismo delle prov incie furono richiamati. La confusi one fu grande. Evidentemente eravamo cli fronte a una immaturità d i almeno una parte del popolo italiano, Né s i può prete11:dere che in vent'anni di regime si trasformi profondamente la struttura morale di un popolo. Ci vogliono alcune generaz ioni Bisogna pensare che d-.il 1 } 30 in poi, dalla caduta della Repubblica fioren tina, ci furono due secoli di imbellicosità, durante i ciuali, con l'esclusione del Piemonte, nessu na parte d ell'Jtalia aveva Forze Armate, E un granduca di T oscana aveva anche trovato una formula .che gi ustificava in un cer to senso la sua imbellicosità. Egli diceva: (< Pri nciponi, caserme e cannoni, principini, v rne e casini )), (Si ride).

La Germania era stata frantumata, col trattato di Wc:stfalia del 1648 , in trecentotrè Stati : un vero rompkapo, parole incrociate. E quando Napo leone fece in ltali.'I la prima leva> s i trovò cli fronte a un a massa di uomini dai quali pensava che non avrebbe pot uto cavare mai una massa di soldati d egni di questo nome. Eppure Napoleone stesso, nelle sue memorie di Sant'Elena, d opo aver visto i soldati italiani battersi con lui in Russia - e sarà bene che voi sappiate che gli unici reparti che non abbandonarono Napoleone durante la ritirata delJa Russia furono alcuni squadroni di cavalleria napoletani e re parti di esploratori toscani (i francesi lo mollarono) - dopo aver visto i piemontesi battersi ad Austerlitz, scrisse che dalla vecch ia razza italiana era possibile i n determ inate circos tanze traue fuori dei soldati valorosi, poiché i l popolo italiano, individualme nte, preso, quanto a coraggio personale non ha nulla da invidiare a nessun altro popolo della terra.

Gli italiani che non hanno paura di g iocare la loro pelle sono numerosi; più di quanto non si p ensi. (Approvazioni) .

Dicevo dunque che fummo sorpresi ; aggiungo però che n on saremo più sorpresi. (Acda111az i om).

Noi abbiamo promesso - l'ho dichiarato nel discorso di Milanoche difenderemo la valle del Po città per città, casa per casa Q uest o è un impegno sacro che dobbiamo prendere e che prenderemo, e bisogna preparare i legionari per q uesta difesa. (Applau;i). Io sono sicuro che ognuno di voi sarà fiero soprattutto se potrà p or tare i legionari a l comba ttimento.

La Guardia ha già dato una divisione, che si b atte con l'arti glieria contraerea e anticarro. Questi raga:zzi dapprima ebbero qualche esitazio ne, ma oggi sono lieti d i s tare al cannone, la gran bocca che parla con voce intelli gibile a tutti.

N o i fumm o sorpres i alla fine di u n periodo che definisco il periodo del fascismo che aveva accettato la monarchia, noi n on possiamo e non vogliamo essere sorpresi nella fase del fasci smo che è repubblicano (Approvazioni).

Se poi gli avvenimenti ci permettessero di irrompere oltre l'Appennino - nessuno può escluderlo -i o credo che troveremmo un'ondata di entusiasmo come forse non supponiamo nemmeno ( Viviuime approvazio11i).

Non vi ho detto stasera cose di eccezionale interesse. L'importante, o camerati ufficiali, è quello di tenere duro. ·E finisco al punto in cui ho cominciato: mettetevi bene ih testa che la Germania non può essere battuta. Non p uò essere battuta per u na ragione molto sempli ce: che si tratta per lei, come per n oi del resto, di vita o di motte. Si gioca a carte scoperte. Non si dice alla Germania, come all'epoca dei famosi quattordici pu nti di Wilson: se ca mbi regime, tu avrai delle facilitazioni, che poi n on ci furono nemmeno allora. O ggi si dice chiaramente, dopo Yalta, che la Germania d eve essere distrutta in quanto p op olo.

È chiaro che il popolo tedesco, dal più alto dei cittadini, che è il Flihrer, all'ultimo dei suo i operai, è impegnato in una lo tta per la vita e per la mo rte. Oggi lo Stato Maggiore tedesco e il popolo t edesco sono storicamente giustificati, dinanzi a D io e agli uomini, se ricorrono a tutte le armi pur di n on soccombere. (Applausi prolungati)

Quanto v i· ho detto sa rà per voi una g uida e un v iatico p er quella che è la vost ra missione quo t idiana. È appunto nei tempi difficili e straordinari che si misura la temp ra delle anime In tempi di bonaccia o g nuno 'è capace di navigare.

Voi dovete rimeditare le mie parole e t rasfonde rle nei vostri legionari, fa re di quanto vi ho detto uno strumento per il vostro orientamento quotidiano e soprattutto essere convinti che il fascismo n on p uò esser e cancellato dalla st o ria d'I talia. (Si grida : «Mai! ))). Faranno, n ell'Italia invasa, tutto q uello che vorranno e dimostrano anco ra di essere poco intelligenti, m a tut t o ciò che è entrato i;iella storia non si cancella e noi abbiamo lasciato tra:cce troppo profonde nelle cose e neg li spiriti degli italiani p er pctl.Sare che questi resuscitati dalle tombe, nelle quali erano fino ad ieri vissuti e nelle quali avremmo dovuto definitivamente cacciarli (vivisrime approvazioni) , possano co mb attere e vincere IC n ostre generazioni e le nos tre id ee, che rappresentano e rappresen teranno la vita e il futuro della patr ia.

16" RJUNIONE

DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI REPUBBLICAN O*

Dopo una relazione dtl Duce ml/a 1iluazione politico-fllilitare e dopo un'upo1iziotte dt! maruciallo Graziani t ulle Forze Amiate della Repubblica, il Con1ig/io dei mittùlri ba approvalo, fra gli a/Jri, i 1eguenti provvedi111enti, '

.MiniJ/ero dtll'Interno.

Uno 1cbe!!la di dure/o drca l'aggiornamtnto del r egolanunto 30 1e1/en1brt r,;8, n11111ero 163 1, relalivo all'ordinamento dei servizi sa11ilari e del personale sanitario degli ()!pedali.

Mir.istero delle Forze Annate.

Uno uhe111a di decreto contenent e 1JJodifiche al regolamento sulle procedure da srguini nell'accerlanm1/o medico-legale delle f eri te, lesioni, ù,ftrfllità del p enonale dipendente dalle am111inùlrazio11i 1J1ilitari e da altre amministrazioni dello Sia/o

U no Jtht!na di decre/o ruan/e modifiche alla competenza hrritoriale dei Tribm,a/i militari regionali di T ori no e di Alessandria.

Uno 1che1J1a di dare/o che abolisce il req11ùito del consenso paterno per l'arruolamento volontario dei minorenni.

Mittistero del/' Ed,1taziont nazionale

U no 1chen1a di decreto tonccrnen/e la nomina a titolari dei concorrenti dichiarati idond mg/i ultimi çoncorsi maghtrali

• T enutasi a Gargnano, alla villa delle Orsoline, il 15 marzo 1945. (D3.l Corriere della Stra, N. 65, 16 m:irzo 1945, 70~).

Uno .1Cbem11 di dure/o rig"ardante ~odifiche al decreto , ontenente norme dr,a i pa.mzggi dei presidi, direttori e professori degli istit11ti governativi di istruzione t ecnica, alle presidenze e alle cattedre degli istituti medi governativi di istruzione dauira, sdentifita, magistrale e viceversa.

Uno schema di decreto ,ir,a il riordinamento dei ,entri didattici.

Afinùlero della Prodr,zione agricola e forestale.

Uno J(hen,a di decreto per la ,ostituzione dt/1' Associazione fra i C onsorz i di bonifica integrale.

Uno .rchema di decreto che m odifica la composizione del C onsiglio di am,ninistrazione del ministero ddla Produz.ùme agricola e fo reslale durante il periodo tklla guerra.

Ministero della Produzione i nd11striale:

Uno schema di demto conctrnent e la costituzione di Consorzi Dbbligat ori nel settore indu!lriale prod11Jlivo e distributivo.

U no schema di decreto relatù·o alla proroga del t ermine per la p rima all11azione del derreto 6 agosto rg;7, XV, nu11Jero r6;9, rontenwte norme per l'inq"adra,nento dd p ersonale degli uffici provinciali delle corporazioni nei ruDli sfatali.

Ministero dtlla C11ltura popolare.

Uno schema di decreto conurnente la proroga della legge 24 luglio r9; 6, numero r692, contenente norme per la vendita e la locazione degli i n1mobili adibi ti a uso alberghiero.

.Ministero del Lavoro.

Uno .rchema di derrelo ml/e attribuzioni del commiuario generale della C onfe derazione generale di lavoro, della t ecnica e delle arJi nei confronti degli enti ,o/laterali alle auociazioni sindacali.

Uno schema di decreto riguardante lo Icioglimento dell e a.rsociazioni di fallo fra datori di lavoro

Uno tchema di dure/o rttallte norme transitorie pu l'etperimenlo del t entativo di conciliazione delle controversie individ11t1li di l avoro

DIRETIIVE AI RURALI *

Il Dure, preso allo con compiacimento t/i tale dichiarazione, ha passato i n rauegna le ro111pleste e gravi dijficoltà di ogni genere che i rJ(rali hanno su-

* A Gargnano, alla villa delle Orsoline, il 16 marzo 194'5, M ussolini riceve « una commissione di agricoltori, presentatagli dal commissario della Confederazione generale dd lu·oro, della tecnica e delle arti. Sono presenti i ministri del Lavoro e della Produzione agricola e forestale e il sottosegretariò d i Stato alla Presidenza del Consiglio. Il commissario della Confedeuzione generale del lavoro, della tecnica e delle arti h a espresso al D uce, a nome dei convenuti e di tutti i per11to t dovranno superare per mantenere la prod11zione ad tm livella adeguato alla neceÙità.

Malgrado l'andamento stagionale avverso, la scarsezza della mano d'opera e la deficienza dei mezzi strume ntali, è stato possibile eseguire ·la semina per notevoli supedici prev iste dai piarù di pwduzione e sono stati a mmassati i quattro quinti del grano raccolto. Ciò dimostra che la maggioranza dei produttori agricoli ha fatto il proprio dovere, Questo rkonoscimento non può d'altra parte essere offusca_to dall'es istenza di una minoranza di i ndegni, con.tra i quali le commissioni di .requisizione agiranno col massimo rigore nell'interesse stesso della collettivfrà dei rurali.

Circa il nuovo inq1tadronun/o sindacale , il DHce ha dichiaralo cht i prod11//ori agricoli dovranno avere il p i ù nf!lpio dirillo di ospitalità in seno alla Confederazione genera!t del lnuoro, della /etnica t delle arti.

Qflanlo, infine, alla socit1lizz.az ione, ;/ Duce ha ribadito il (01Jl'ùuù11t1tl o cbe in ag ricoltura, e specie nelle svariatissime fo rme dell'eco n omia agr icola italiana, r adicali in novazioni sono impossibili; ma è opportuno continuare a rafforzare e ad estende re forme di ·conduzione associate con la partecipazione in<lividu:ile e collett iva, e la mezzadri a, fo rme che dovranno essere opport unamen te aggiornate e perfezionate, mentre dovranno essere socializzate tutte le attività costituenti i serv izi necessari per la conduzione delle aziende agricole, Il Duu ha concimo le sue dichiara zioni con l'invito a perseutrart nello sforzo comune con tenace volontà, nella fede s11prc!!1 ade/la vittoria ù1w1ancabile.

SOLILOQUIO IN « LIBERTA »

ALL'ISOLA TRIMELLONE *

- Ah I Ero stufo, sono stufo, sarò stufo della continu a sorveg lianza Sono anni che ad ogni p asso trovo una faccia che m i sp ia rurali della Rcpubblic:i., il smtimcnto d i fedeltà al fascism o e la completa adesione ai:;:li indirizzi sociali del "manifesto d i Verona" che il Governo sta realizzando. I camerati Vincenzo Nardi e Zappi-Rccordati hanno riferito s ull'attività svolta e sui risultati conseguiti dai produttori agricoli, i quali h:mno superato enormi difficoltà, fasi hanno ino ltre dichiaril.to che i rurali hanno g ià preso l'iniziativa per la realizzazione d i istituti adeguati al programma de lla socializzazione e che su questa via essi sono pronti ad assicurare al Governo la massima coHaborazionc » Indi Mussolini pronuncia le parole ,qui riportate in ri:issunto, (Dal Corriere dtll11 S..ra, N . 66, 17 n,arzo 194~, 70°).

• Durante un' udien za alla villa de lle ·orsoline, il giornalista I vanoe Fomn i s i e ra s 1mtito chiedere da Mussolini <love fosse esa ttamente l'iso la di Trime!J one, e g liela aveva mostrata $Ili GarJa, ve rso la riva opposta a Gargnano, • St u11

Con la scusa della ptotezione sono costretto a fare sapere ad altri quello che faccio. Le noie del potere sono due: dover trattare con 0gni sorta di imbecilli ed essere controllato anche ne11e cose intime. Lo fanno per tuo bene, dicono, ma intanto ti strappano a te stesso. È, una prigione dorata. I secondini si inchinano al tuo passaggio, ma ti tengono in loro possesso. Hitler si è assunto l'incarico di farmi da scudo contro i «traditori» italitmi, ma intanto i miei gest i e le mi e parole gli sono riferiti giorno per giorno. Anche quando ricevo, ì tedeschi mi ascoltano. Lo so di sicuro. La protezione è un aspetto legale dello spionaggio, Qui è bello. Quest'isola è. meravigliosa, Mi dilato alla libertà. Ne avevo estremamente bisogno. Dopo dì aver parlato a folle oceaniche è sup rema mente bello parlare a nessuno. Ma forse mi sbaglio. Può darsi che parli al Tutto di tutti, se si degnasse ascoltarmi. Se fosse estate mi leverei la giacca e mi rotolerei ne ll'erba con la gioia se lvaggia dei bambini. Il misterioso potere della terra è enorme. Gli amori dei contadini sono i più vigorosi e naturali perché hanno per letto la terra e per eccitanti il profumo delle mèssi. Beati quelli che dormono nei solchi ! Questa notte ritorno ad essere interamente me stesso dopo un lungo e pericoloso cammino, percorso con persone che le coincidenze, non la mia preferenza, hanno posto sulla mia strada. Quella è Siria, cosi bella e splendente di felicità perché è sola. Iq. compagnia si crede di far meglio, invece si fa pegg io, gio rno - a,·eva poi detto Mus so lini - ti m,mda11i a dire di aio/erti vedere, Jen· z'altra indicazione, reJJa intero che l'appµ.11/amento è 11e/l'isola TrùnelJo,u, alle aienumo. Vieni solo, aHo/111,mienre 10/o ». Il 20 marzo 1:M,, a mezzo dell'amico OttJvio Dinale, Fossani rice'Ve l'avviso, e prima dell'ora stabilit3. si trova nell'isola, dominata dai resti di un vecchio forte. Mette alla catena un feroce cane lupo di guardia, prima che l'ospite atteso giunga attraverso il lago agitato, su un motoscafo che subito si allontana. Saltato agilmente sulla riva, :Mussolini, senza dire parola,. si mette a percorrere la piccob. isola insieme al giornalista, sotto un ni tido cielo stellato, chiuso dal monte Baldo verso Verona e dal monte Gu vecso Brescia. Poiché il cane abbaia furiosamen te, Mussolini gli va vicino, gli prende con la destra la mascella in fer io re, con la sinistra lo accarezza fissando lo negli occhi ed esortandol o a chetarsi. Bem:hé famoso per le sue precedenti aggressioni, il cane tace e, agitando festosamente la cOOa, si drizza contro J" uomo sulle gambe posteriori, e si accuccia silenzioso quando è respin to . Solo allora Mussolini comincia un soliloquio di sfogo alla fonda amarezza dell'animo suo, senza mai fare interloquire Fossani, che, durante l'incontro, dice soltanto il nome del cane: Te!!. «Avevo intuito fin dall"inizio avverte il giornalista - che il suono di un'altra parola avrebb e rotto l'inmnto di un grande uomo sventurato, che aveva deciso di confess:1rsi :1[le stelle». Il soliloquio, in cui Mus so lini pa ss a senza un ordine apparente da un argomento all"altro, è qui riportato. (Da: IVANOE Fo1>~ANI - ltfuuolini si (l)nfen.a aile itelle - Casa Editrice « Latinità », Roma, 1952). perché ognuno o con là ribellione o con la sottomiss ione cerca di impone la propria esperienza L'esperienza è una delle tante menzogne convenzionali. Essa non serve a niente perché ogni atto della vita è un fatto nuovo, che va risolto con l'intuizione. L 'esperienza è storia e la storia è uno straordinario racconto, ma non una morale. I nfatti da secoli e secoli l'umanità ripete gli stess i errori e li sconta col san gue. Mio padre, nonostante fosse un fabbro ferraio, diceva... No. Mi interessano i filosofi per la sottigliezza della loro dialettiq, ma preferisco i poeti quando non si chiamano ~~etastasio. I filosofi parlano di ieri, i poeti parlano di domani. Non hò mai amato i cani perché ritengo che il coraggio e la fierezza del gatto siano più conformi alla dignità umana, eppure quel « Tel1 » mi fa pensare questa sera che anche la fedeltà dei cani è una grande virtù. Un popo lo che fosse altrettanto fedele in una o due circostanze della sua storia occuperebbe nel mondo un p osto di p rimissimo piano.

- I geni dovrebbero nascere con una stella in fronte, in modo da essere riconosciuti subito, ed i popoli dovrebbero seguirli con la stessa fedeltà del cane. Solo. La solitudine misura La grandezza morale ed intellettuale di un uomo Io non ho mai potuto misurarmi perché mi sono messo in cammino col mio popolo, che sognavo di condurre dove penso abbia d iritto di andare. Hanno detto che mi paragono a Cesare e a Napoleone. È un errore . So che sono le circos tanze ch e cercano i loro u omin i, non gli u omini le circostanze. Nessun uomo può essere più g rande della sua epoca. l o non ho creato il fascismo: l'ho tratto dall'inconscio d egli italiani. Se non fosse stato cosl, n on mi avrebbero seguito tutti per vent'anni, dico tutti, perché una esig ua m inoranza addirittura microscopica non pu ò aver alcun peso. I g esti, i riti e le divise i ntrodott i nella vita d ella na zione mi ve nneco i mputati come u na p e rsonale mania d i g randezza. Personalmente mi avrebbero lasciato indi fferente se non fossi stat o sicuro di compiacere al senso pittoresco degli italiani. Chi guida un popolo h a il dovere di non trascurare nulla di quanto risveglia l'immagina· zione, suscita entusiasmo, rinnov a anche esteriormente i vecchi schemi della v ita. La camicia nera ha infia mmato la g ioventù e successivamente la divisa ha ringiovanito anche i più pesanti e insonno liti burocrati. Per avere un distintivo piuttosto che u n altro, intere categorie si sono battute con furore. La politica è un'arte difficilissima tra ]e difficili perché lavora la materia più inafferrabile, più oscillante, più incerta. La politica lavora sullo spitìto degli uomini, che è una entità assai difficile a definirsi, perché è mutevole. Mutevolissimo è lo spirito deg"ti italiani. Quando io non sarò p iù, sono sicuro che gli storici e g li psicologi si chiederanno come un uomo abbia potuto trascinarsi dietro p er vent'anni un p opolo come l'italiano. Se non avessi fatto altro basterebbe questo capolavoro per non essere seppellito nell'oblio. Altri fo rse potrà dominare co l ferro e col fu oco, non col consenso come h o fatto io. La mia dittatura t stata assai pi ù lieve che n on certe democrazie in cui i mperano le plutocrazie. Il fascismo ha avuto più mo rti dei suoi avversari e jl Z) lug lio al confino non c'erano più d i t renta persone. Io non ho soppresso nessuna libertà, tranne la licenza, che turba, corrompe e intacca il sistema nervoso d ella società. Io ho fatto un popolo, un vero popolo, in cui quel poco che c'era veniva ripartito umanamente. Con il fascismo i lavoratori hanno ottenuto le otto ore, alti salari, cont inuità di lavoro, provvidenze assistenziali , ferie annuali, g ite d opolavor istiche, magistrature apposite, mentre i suoi fig li più delicati venivano inviati nelle colonie montane o marine. Quando si scrìve che noi siamo la guardia bianca della borg hesia, si afferma la pi!i spudorata dell e menzogne, Io ho difeso, e lo affermo con piena coscienza, il pr og resso dei lavoratori più di q uanto n on fosse consentit o dalla non lieta situazione del capitale italiano , che non è, non bisog na mai dimenticarlo, né quello amer icano né. quello inglese.

- Tra le cause p rincipali del t racollo del fascismo io pongo la lotta sorda e implacabile di talun i gruppi industriali e finan 2iari, che nel loro folle egoismo temevano ed odiano il fascismo come il p eggior nemico dei lorn inumani inte ressi. E furono glì altri gruppi consimili sparsi per il mondo ad inscenare un 'oscena gazzarra e a premer con tutti i loro mezzi sui rispettivi Governi il giorno in cui, stanco di vedere il sudore degli italiani sfru ttato esosamente coi dazi dog anali e col gioco pitagorico del ca mbio monetario, iniziai il regime dell'autarchia. D evo dire per ragioni di g iustizia ch e il capitale itali~ao, quello l egittimo, che si regge con la capacità delle sue imprese, ha sempre compreso le esigen ze sociali, anche quando doveva a llungare il collo per far fronte ai n uovi pat ti di lavoro. L'umile gen te del lavorn mi ha sempre amato e mi ama ancora. Ogni g iorno aumenta la serie delle testimonianze. I carabinieri che mi hanno arres tato, i marinai che mi hanno trasferito, i popolani che ho incontrato durante l a prig io nia, avevano tutti n egli occhi lampi di sdegno per la mia condizione e gesti di commovente devozio ne. Un marinaio fece tante m anovre 6nché riusci a farmi sapere che conservava il ricordo di Bruno n ella fo tografia di una rivista. Bruno , il più giovane capitano dell'Aviazione italiana, era un aute ntico e roe. Rischiava con la massima indiffere nza e nascondeva l e iinprese nella più genuina delle modestie. Aveva d elle mani potenti, fatte appositamente per dominare le leve degli apparecch i. Si offriva sempre dove c'era un pericolo o un sacrific io.

Non ha mai accettato un privilegio. I suoi compagni lo adoravano, i suoi s\lperiori lo stimavano. Sperava di condurre l'apparècchio che gli mancò sotto in una grande impresa degna del leggendario valore italiano.

- Le gazzette straniere sono piene d'ironie sul,coraggio d el soldato italiano. Non so da dove provenga tanta malvagità. Nel m edioevo abbiamo avuto i migliori capitani del mondo, i migliori soldati di Napoleone erano italiani, Come e r oismo individuale i nostri soldati hanno scritto delle pagine insuperate e insµperabili. Certe azioni sembrano favole, non realtà. A noi è sempre~ mancato un g r ande Stato Maggiore, ma questa è una questione di cervello, non di fegato. In Libia i generali sono morti più dei soldatì. Fino al reggimento il nostro Esercito è superiore anche a quello tedesco. Comunque nessun soldato ha tanto poco come quello i taliano: di paga, di v itto, di armi. Anche in questa guerra i nostri soldati si sono battuti meravigliosamente, ma il loro sacrificio è stato tradito dall'insipienza e dalla corruzione di molti capi. Se avessi affidato le. operazioni in Grecia _ad un caporale, i risultati non avrebbero potuto essere peggiori. Pantelleria s i è arresa, mentre tutto il popolo si prestava ad esaltarne l'e roica resistenza, ingannato· da uno spudorato bollettino precedente, con due morti e con acqua e viveri per parecchi mesi. Augusta, di cui gli ammiragli mi avevano sempre esaltato la potenz:1, fece di più: ha distrutto i cannoni prima ancora che il nemico si affacciasse nello specchio delle acque. Questo è ·un capitolo nero della n ostra storia. Lo riapriremo e lo chiuderemo a guerra finita. Ora non è in g ioco solamente il destino dell'Italia e della Germania, ma anche quell o de ll'Europa. L'Europa verrà cacciata dall'Africa e sarà ridotta, col suo nume ro esorbitante di popolazione, a mangiare le cortecce degli alberi o a d iventare il laboratorio d i fat ica dell'America. Anche l'Ingh ilterra sconterà il suo ego is mo . Finid per perdere il s uo impero coloniale e diverrà un se mplice p o nte di congiunzione tra l'America e l'Europa occidentale. Se l'Inghi lterra, invece d i mandare la cavalleria di San Giorgio a creare zi zzanie e odi insanabili, avesse fuso l 'Europa in un blocco di ideali e d i interessi, la nostra posizione sarebbe inattaccabile. Non ha capito che l'ora dei piccoli e spesso meschini interessi particolari è passata e che i problemi da nazionali si sono fatti continentali. Prima di stringere il Patto d'acciaio ho tentato tutte le vie per trovare un'intesa con Paltra parte. Alla Francia ho ceduto per sempre Tunisi, come primo pegno di concordia. Avev o chiesto la sicu rezza del pane per il mio popolo, ma anche q uesto mi è stato negato. L'Inghilterra non ci ha voluti. Vo leva la nostra neutralità e i nostri pnrti a sua disposizio ne, e tutto questo, cioè l'ip o- teca dell'avvenire e la n ostra dignità, per un misero piatto di lenticchie. Quando ho visto ch e no n c'era n ulla da fare, m i sono legato con la Ger mania. O con gli uni o co n gli altri. Il dilemma non ammette altre soluzioni. La nostra posizione geografica è fuori dell'orbita d ella n eutralità. O accettare la guerra o diventare un accampamento di esercit i nemici. Nell'ult ima soluzione perderemmo il diritto di essere una nazione senza neppure il vantaggio di schivare i disastri della g uerra.

- Chi dice che ho sbagliato, ha il dovere di dimostrare come si sarebbe potuto far meglio. Io sono sempre_ pronto ad ammettere i m iei errori. Non ho mai pensato di essere infallibile. Anche i n questa g uerra ho sbagliato anch'io, ma assai meno degli altri. I tedeschi non m i h,mno mai ascoltato ed hanno fatto male. Hitler, che è il solo che m i stimi sinceramente, non ha voluto portare subito, come io intendevo, il centro della g uerra nel Mediterraneo Prese Malta e Gi bilterra, sa remmo stati padroni del nostro mare e la Spagna, la Turchia e l'Egitto sarebbero venute co n noi, l'Africa ·sa re bbe passata sotto il nostro controllo e l'Etiopia n on sarebbe caduta. Inoltre av remmo tenuto lontana migliaia di chilometri la minaccia aerea. Io ero cÒntrario all'attacco contro la Russ ia. Al posto del Filhrer mi sarei fatto aggredire e sarei rimasto sulla dife nsiva. Avrei sfruttato il vantaggio morale di essere tradito e quello materiale di logorare il nemico. H itler è caduto nella trappola ili Stalin, che è lo statista pi ù furb o e più abile del mon<lo, perché ha una direzione sola.

Io ero sicuro dell'inte rvento ame ricano, perché lo sviluppo storico ed economico dell'America lo esigeva. Vittoriosa, l'America balza alla testa dd mondo, superando la sua antica dominatrice. La guerra favorisce l'assorb imento delle Repubbliche amer icane i n un solo Stato, che è già di fatto se n on di d iritto. Le g randi r iserve di oro hanno urgente bisogno di inv estimento, pena lo svilimento del metallo. Ribbcnt ropp, l'orgoglioso birraio, mi ha detto che gli italiani h anno troppa fan tasia e H itler gli ha dato as·colto. Io n on potevo fare di più perché la capacità dei diplomatici ris iede per quattro quinti nella voce dei loro cannoni. Si è detto che siamo andati alla guerra con le fi o nde. N o n è vero. L'Esercito italiano non era mai stato tanto armato, la flotta era s uperiore a quella francese ed era in g rado di reggere qualunque confronto. In fat to di armamenti le n azioni pove re saranno sempre in ist ato di i nferiorità. Si è fatto quello che i nost ri mezzi consentivano. Ma era su fficiente per il ruolo che d ovevamo sostenere. Sono entrato i n guerra in un momento in cui s6do qualunque italiano a d ire a se stesso che aveva dei dubbi sull'esit o d el conAitto. La stampa alleata mi ha chiamato 1faramaldo. Sembrav a che la maggio r fatica fosse o rmai quella di sedere al tavolo verde e dettare la p1ce. Confesso che anch'io mi son o illu so se non nell'estrema facilità del successo, in una vittoria non troppo sanguinosa. E sono entrato p iù pec frenare l 'ingo rdigia tedesca, che per cupidigia nazionale. Subito dopo mi accorsi degli e r rori in cui si muoveva lo Stato Maggio re t edesco o per meglio d ire H itler. Egli, a differenza di me, che avevo ass unto la responsabilità politica della guerra e solo focmalmente quella militare, e lasciavo far e ai generali, dirigeva _le operazioni con l'ostinazione che gli è propria...

- Primo errore fu quello di lascia rsi irretite nel gioco finissimo d i Lavai e d i Pétain, ai quali la Francia deve la propria salvezza, ed impedire a noi di sbarcare subito a T unisi. Il Corpo di spedizione e ra g ià in movimento e dovetti farlo rientrare con la morte nel cuore. Altro erro re capitale fu quello di usare la tattica estensiva e non quella intensin. I tedeschi hanno sparso le loro, ed anche le nostre forze, su un arco troppo vasto. Bisognava invadere l'Ing hilterra e non c urarsi t roppo delle molestie di poco co nto. Si potev a. In vece Hit ler ha avuto timo re della Russia, che all'attacco, lontana migliaia d i chil omet ri dalle basi di riferimento , non avrebbe r appresentato una minaccia allarmante. Non ha capito che o si vinceva cosi o la guerra sarebbe stata perduta, perché il fattore t empo era a nostro svantaggio .

L 'Inghilterra in piedi significava l'appig lio per l'entrata in campo dell'Ame rica, Forse l'Inghilterra no n avrebbe ceduto subito, a\•rebbe magari ripiegato in America con la sua flo tta, ma il successo mo rale avrebbe travolto gli indecisi e le vele dell a nostra fortuna si sarebbero automaticament e gonfi.ate. Chi ha p erduto la casa desidera innanzi tutto ritornarci, tanto più se 1c condizioni di recupero sono gene rose, corrie indubb iamente sa rebbero state. Ma la v erità vera è che H itler, n oncurante della forza di difesa del colo sso russo, anco ra intatto , aveva u n sacro rispetto per l'Ing h ilterra e non voleva umiliarla, nella speranza di averla alleata nella sis temazione dell' Europa Le offerte di pace fattele dopo D unkcrque e rano t ali da soddisfare non solo gli inte ressi degli inglesi, ma anche il loro orgoglio, Hitler è duro, qualche volta feroce, eppure ha deg li abbandoni sentimentali da lasciare stupiti. Hess non ha n é t radito, né soggiaciuto ai capricci dei nervi. È andato in Inghilterra a co mpiere una missione, che a ve v a l 'aspetto dell'isterismo, I capì ing lesi, che hanno tutti i nervi d i quel vecchio leone di Churchill, hanno capito e giocato sulla psicologia.

- A p alazzo Venezia una ind ov i na mi ha detto :« Se comanderete tutt o voi, anc_he i t ed eschi, la guerra sarà vinta ; in caso contrari o avrete ottantacinque probabilità su cento d i p erderla». Eravamo nel g iug no dei 1941, es:i.ttamente un'an no dopo l'entrata in guerra l o sono sicuro che se avessi avuto la di rezione generale d elle operazioni, politica e st rategica, la guerra sarebbe s tata v inta. Quando h o fatto di mia testa ho sempre indovinato . Ogni uomo h a la sua stella. La mia è una stella buona, ma non posso associarla ad altre senza neutralizzarla. La nostra g uerra non è stata « n ostra », perché si è svolta nell'o rbita. tedesca. È il d est ino di H itler che si è imposto, non il m io A questo fatto importantissimo non ci avevo p ensato. Ma io la g ue rra avrei potuto v incerla ugualmente se fos si stato me no sensibile al ri· spetto umano. Se fossi stato un dittatore co me amavano descr ivermi g li ignobili pennaioli stran ieri, anime perdute nelle mani d ei falsari della storia, e come spesso mi rimproveravo di non esse re, a vrei obbligato :Marconi, magari con la to rtura, a consegnarmi la sua sco-perta, la più g rande di questo secolo. Quando io ho d etto al mondo che se l'Italia fosse stata costretta a p rendere le armi avrebbe sorpreso p er il suo genio inventivo, n on bluffavo. Io no n h o mai bluffato H o alzato spesso la voce, ma mai ho puntato alla cieca sulla carta d ella fortuna. Là d ove n o n avevo Ja forza , avevo la certezza p olitica.

- Per l' E tiopia il mio Stato Maggiore ha tremato non appena h a visto la flo tta ing lese sfilare tra Malta e G ibilterra. Moltissimi mi hanno scongiurato di non insistere per n on venire alle mani con l'Inghilterra. Essi erano certi che l'I nghilterra non ci avrebbe lasciati passare. Io ero sicuro del contrario. Qllella era una manovra, che mascherava co ntemp oraneamente parecchie cose, tra cui una presunta offesa alla dignità del popolo b ritannico, per eccitare i sentimenti nazionalistici e condurre la n azio ne sen:za troppa fat ica, al momento opportuno , nella bolgia infernale d ella guerra. L'Inghilterra aveva, invece, ru tto l'interesse di lasc iarci passare, come l'America ave va tutto l'interesse di spingere il Giapp one cont ro la Cina, per indebolire i probabili alleati della Germania. Infatti la g uerra è scoppiata d ue anni prima del previsto, n ell'anno, nel g iorno e nell'o ra scelti dall'Inghilterra. Il g ioco è stato cosl abile che la Germania non s i è accorta che camminava con le gambe i nglesi. A cose fatte un amba· sciatme mi disse che avevo sfidato l ' Inghilterra col due di bastoni. Lo stesso ambasciatore, dopo il d iscorso delle « armi strabilianti >), andò da Cian o a dire che se avessi posseduto realmente que1le acmi mi sarei gua rdato bene d al farlo sapere. Invece lo dicevo p er fre nare g li s timoli alla guerra, di questa stramaledetta guerra, che i o sentivo avvicinarsi col passo felpato dei criminali,

Se quel diplomatico fosse stato con me ad assistere agli esper imenti di Marconi sarebbe r imasto d i sasso. Sulla s trada di Os tia, ad Acilia, :Ma rconi ha fermato i moto ri delle automobili, d elle motociclette e dei camion. Nessuno sapeva rende rsi conto dell'improvviso guasto e potero no ripartire soltanto quando lo volle il grande inventore. L'esperimento ve·nne rjp ctuto s ulla strada di Anzio, coi medes imi d sultati. Ad Orbetello, due ap parecchi radio comandati ve nnero incendiati ad oltre duemila metri di altezza. M arco ni aveva scoperto il « raggio dèHa moi:te >> e lo aveva perfezionato in modo da poterlo usare con discreta facilità e con una spesa relativamente modesta. Col « raggio deUa morte » si sarebbe andati jn capo al mondo nel g iro di tre mesi. Quando p arlai ero sicuro di q uello che dicevo. Senonché Marconi, che negli ultimi tempi era dive ntato religiosi_ssimo, ebbe uno ·scrupolo di carattere umanitario e chiese consiglio a(Papa, e il Papa lo sconsig liò di riv elare una scoperta cosl micidiale. Marconi, tur batissimo, venne a riferirmi sul suo caso di coscienza e sull'udien.za p ap ale Io rimasi esterrefatto. Gli cl.issi ch e 1a scoperta p oteva esse re fat ta da altri e d usat a co nt ro di n o i, contro jl suo popolo, quindi; che io n o n gli avrei usata n essun a v iole nza m o rale, preferendo che risolvesse d a solo il suo Caso di coscienza, s icu ro che i su o i profondi senti menti cli italianità avrebbe ro avuto il sop ravve nto . P ochj giorni d opo Marconi dtornò e sul suo viso erano evjdenti i segni della tremenda lotta interiore tra i due sentimenti, rel ig ioso e patriottico. Per rasserenarlo lo assicurai che il «raggio)> non sare bbe st ato usato se non co me estrema riso lu zione Il g rande scienziato se n e andò barco llando. Io a ve vo ancora fiducia di poter1o convincere g radatamente dell'assurdità della s ua pos izio ne. Infatti lo scienziato no n può essere responsabile del cattivo uso che si può fare della sua invenzione. Invece Marco ni moriva impro v visamente, forse di crepacuore. Da quel momento, te metti che la mia stella inco minciasse a spegn ersi.

- Le stelle dei dittato ci duran o poco t ra i popo li latini. In altri popoli, invece, la dittatura è una necess ità organica. I ted eschi hanno avuto , pr irria del nazismo, un libe ralismo, una democraz ia e un socia. li smo a carattere dittatoriale Voglio no sempre un capo che comand i duro. I russi sono passati dall'autocrazia della corte a q uella del la piazza. Stanno b enissimo p erché l'uo mo che co manda s ta sempre al Cremlino. I ~urchi sono fo repubb lica, ma il co mando è ferreo. Tutti i dittatori, compreso quello latino della Spag na, hanno fatt o strage dei loro nemici. lo sono il solo in passivo: tremila morti contro qualche centinaio. Credo di avere ~o bilitato la d ittatura. Forse l'ho svirili zzata, ma le ho strappato g li st rumenti di tortura. Stalin è sed uto sopra una montagna di o ssa uma ne, È male ? È bene ? Io n o n mi pento d i avere fatto tutto i l bene che ho potuto anche ag li a vve rsarJ, anche ai n e mici, che co mplottav.1no co nt ro la mia v ita,· sia co n l'in· vjare l o ro dei sussi di, che ~r la fre quenza diventava no deg li st ipend i, s ia s t rt1.ppandolì alla mo rte. M a se d omani t ogli essero la vita a i m iei uomini, quale responsabilità av r ei assunto salvandoli ? Stalin è in piedi e vince, io cado e perdo . La storia si occupa s·olamence d ei vincitori e del v olume delle loro conquiste ed il trionfo g iustifica t utto. L a rivoluzione francese t considerata per i suoi ri sultati, mentre i ghigliott inati sono confinati nella cronaca n era.

-D el dittatore comunemente inteso io n on ho avuto né la strafottenza, né la malvagità. A rigore_ di termi ni non sono stato neppure un dittatore, pei:ché il mio potere di comando coincideva perfettamente con la volontà di ubbidienza del popolo italiano. Del dittatore avevo solamente la responsabilità. Infatti io rispondevo di tutto, anche di quello che sfuggiva al mio controllo. Non è difficile eludere il con~ trollo di u n uomo solo. Ci sono mille sfumature per ritardare un ordine o non eseguirlo. Intorno a me sentivo spesso un cerchio, ma non sapr:vo in quale punto ·si doveva infrangerlo. Ho avuto più dipendenti che collaboratori. Colpa mia? Del mio carattere ? Dell'ascendente che esercitavo sugli uomini fino a paralizzare la l oro person:llità ?

Fatto sta che nessuno è mai venuto a dirmi : {< Rinunc io all a · mia carie~ pe rché non condivido il vostro punto di vista». Ogni mia proposta veniva salutata come la soluzione più geniale, tanto se si trattava di politica che di economia, di problemi militari o di urbanistica, di scienza o di sport. La pa rnla « genio > ) mi veniva ripetuta cento volte al gicrno, anche da persone che nel campo del pensiero occupavano i post i più alti. Un v icario di Cristo mi chiamava l'<< Uomo della Pcovvidenza >> e sovrani, statisti, scien ziati, artisti venivano da ogni parte del mondo per assicurarmi che io ero la più g rande. personalità dell'epoca. Faticai più io per n on perdere l'equilibrio che n o n i mie i ammiratori a mantenersi sulle punte aguzze del fanatismo.

- Il mio torto è stato quello di da re vita alla « diarchia» :ti.fa non è stato per vanità personale. La rivoluzione aveva i s uoi dirit ti e le sue es igenze. In questo modo i ntendevo conciliare la d ignità della ri voluzione col fe rmo proposito di servire il re. D opo la conquista dell'Etiopia; c'era nel Partito in molti strati dell' opinione pubblica uno s tato d'animo di colpo di Stato. Se il 9 maggio invece di mettere la corona imperiale sulla testa del :re l'avessi messa sulla mia, la stragrande maggioranza del popolo italiano mi avrebbe acclamato impe ratore. Non volli Finché i re sono degni del loro posto bisogna rispettarli. I Savoia avevano diritto alla gratitud ine degli italiani perché l'unità d'Ita lia si deve anche a loro, E ppure, lo dico con rammarico, l'insidia maggiore contro di me ed il fascismo si annidava B. Vittorio Emanuele III, uomo di talento, ma s u perbo, insensibile, avaro anche di riconoscimenti, n on sapeva nascondere la p ropria irritazione ad ogni mio successo, che era successo italiano ed anche suo. Io consideravo la situazio ne come il giusto castigo di un co nvfnto repubblicano che era finito per diventare il fedele sostenitore della monarchia. La Corte polarizzava il vecchio mondo, che non si adatta mai alle situazioni nuove, gli interessi offesi, Je vanità deluse e tutti gli infiniti generi del malcontento. In più, pericolosissimi, bisogna aggiungere gli intrighi stranieri. Tuttavia, senza le soni infelici della guerra, il fascismo s arebbe stato invulnerabile. Chi perde la guerra, perde se stesso. :È una legge che non ammette attenuant i. Ma anche n oi non siamo stati all'altezza della vicenda stOrica. Noi siamo stati rovinati dallo spirito borghese~~ che significa l'abbandono alla soddisfazione, all'adattamento, allo scetticismo, alla vita comoda. I tempi duri si so no presentati q uando si era fatto spreco di entusiasmo e si riteneva che tutto fosse g ià compiuto. In un di sco rso alla Camera avevo d etto che sarebbe stata cura del fascismo di ammobiliare un po' meno sontuosamente il ce rvello degli italiani per curare un po• più il l oro carattere. Invece s.i è fa tto troppa retorica, a scapito della severità del costume Troppe cariche, troppi ciondo li, troppe canzoni, anche per i giovani, che dovevano esse re i portatori di un nuovo sistema di v ita. Rkonosco che anch'io mi sono lasciato trascinare dalla marcia trionfale dell'entusiasmo. Per noi italiani è difficile resistere alla musica e alle canzo ni.

- Io ho avuto due disgrazie : un'ulcera allo stomaco, che av rebbe atterrato un bue e che sovente mi impediva, nonostante il grnnde sforzo di volontà, di disporre dell'ene rgia necessaria, e la morte di Arnaldo. Arnaldo era un italiano di antico stampo: probo, intelligente, sereno, umano. Era il mio anello di congiunzione col popolo. Ciò che mi riferiva era sempre esatto, giustissimo que llo che mi consig liava. Dopo la sua scomparsa c rebbe la mia d iffidenza pe! gli uomini. Ratissime vo lte ho stimato le persone che ho conosciuto. Il genere u mano è ancora troppo legato agli sti moli animali. L'egoismo è la legge sovrana. Anche le per sone cosiddette superiori val gono per la piccola parte in cui si sono spec ial izzate ; le altre parti sono completamente negative. Nel popolo minuto ho t rovato le più belle virtù sociali. I pii'.i ricchi sono i critici pjù spietati della vita1 perché il piacere conduce all'esasperazione dei sensi. Chi cade nella rete dei godimenti materiali è perduto per la società. Il lavoratore che assolve il d o vere sociale senz'altra speranza che un pezzo di pane e la salute della propria famiglia, ripete ogni giorno un atto di eroismo. La gente del lavoro è infinitamente supe rio re a tutti i falsi profeti che p retendono di rappresentarla. I quali falsi profeti hanno buon g ioco per l'insensibilità di chi avrebbe il sacrosanto dovere di provvedere. Per questo sono stato e sono socialista. L'accusa di incoerenza non ha fo ndamento. La mia condo tta è sempre stata rettilinea n el senso d i guardare alla sost anza d elle cose· e n o n alla forma. Mi son o adattato socialisticamente alla realt à.

-Man man o che l'ev o luzione della societi smenti va molte delle profezie di M arx, il vero soc ialism o ripiegava dal p ossibile al p robabile. L'unico socialismo attuabile so cialisticamente è il co rporativismo, punto di confluenza, .di equilib rio e di giustizia deg li i nteressi p rivati rispetto all'interesse co llettivo, Io ho dato ai lavo ratori itaJiani quello che le nazioni più p rogredite non si sognano n eppure. Ciono nostante sono qui, legato al palo dei reazionarì. H o tolto la libertà. Si. ho tolto quel veleno che i popoli poveri ingoiano stupidamente co n entusiasmo. Ho fa tto v er sare il sangue del m io popolo S1, o g ni conquista ha il suo prezzo L'E ti opia era una n ecessità materiale, non un'avventura romantica. La Sp agna I Spero d i trovarmi a tu per tu co n la politica este ra inglese. Allo ra l'aprirò io q uesta scatola a sorpresa. La p o litica inglese è diabolica. Se ne accorgeranno gli americani qu ando si affacceranno alla polit ica eu ropea. Nel momento in cµi saranno impegnati nell'inevitabile duello m o rtale con la Russia, o cederanno al n o do scorsoio dell'Inghilterra o l' l ngh il-' te rra si alleerà con la Russ ia. Tutti dicono che se non a vessi fa tto q uesta stupida guerra, avre.i un monumento in ogni piaz za d ' Itali a. O g ni u omo di Stato sogna i monu menti, ma se si decide per la g uerra signi fica che il suo popolo non p u ò vivere in pace.

Tutti vorrebbero mang iare sen za lavorare, vivere se nza malattie, essere felici senza sacrifici. Ciò è innatural e, Anche il fi lo d'erba per godere il sole d eve rompere 1a crosta d ella terra e qualche vo lta la r occia n u da. Sono un sang u inario vend icativo perché a Verona ho fatto u ccide re i miei co llaborato r i. Non è vero 1 N o n è ve ro I Non è vei o I Ri get t o lontano d a me l'ar:cusa in fame. N on v o levo il p rocesso, non volevo l'esec.uzio ne . Non ho potuto dirlo n eppure al cappel la no deg li Scalzi, perché i muri del le mie stanze h ann o gli o recch i. N o n p otev o essere il carnefice d el pad re d ei miei nipoti Se avessi voluto v en d icarmi dell'attegg iam ento dei ventuno memb ri del G ran Cons ig lio, avrei potuto farli arres tare a p alazzo Venezia. Ave vo an cora l'a utorità per farlo. In Germania, Ciano è stato mio ospite. 11 processo l'hanno voluto i tedeschi. Io mi sono opposto, ho cercato di frappo rvi tutti g li ostacoli, ho fatto capire alla sta mpa che bis ognava « insabb iarlo >)) ho pregato Farin3.cci, che per la sua intransige nz.a era il p iù quaJificat o1 di placare la canea u rlante, e lo h a fatt o con un corsivo del s uo giorna le. N on ci fu verso. I tedesch i mi fece ro capire che, secondo il l or o mo do di g iud icare le cose, chi d ifende u n co lpevole è un complice. Io n o n co n to p iù n ie nt e. In G ermania t u tt i mi d isprez- zano, t ranne H itler, che ha ancora per me del ri spetto, e n on pochi mi sospettano autore d el 1 s lug lio, Io sono ptigioniero da l g iorno che mi arrestarono in casa del re. La domanda d i grazia non mi è pervenuta mai. Il vero capo della Repubblica Sociale non è Mussolini, ma Rahn, Se Hitler e la Germania vincessero la guerra, 2',(ussolini e l'Italia l'avrebbero ugualmente perduta. P er n o i non c'è p iù via di scampo. Di là, siamo dei ne mici che si sono arresi senza condizioni, di qua siamo dei traditori. Tutti avremo le n os tre colpe, ma. bisogna riconoscere che il destino è crudele. Noi, d(?pO tutto, non cercavamo che u n pezzo di pane meno ing rato . Noi C.Ombattiamo per imporre una p iù alta giustizia sociale. G li altri combattono per mantenere i pri vilegi di casta e di classe . Noi siamo le nazioni proletarie che insor~ gono contro i plutocrati. Non può durare l'ass urdo d elle carestie artificiosamente provocate. Esse denunciano la clamorosa i nsufficienza del sistema Sono più che mai con vinto che il mondo n on può uscire dal dilemma : o Roma o Mosca.

- Non avevamo previsto che que sta guerra sarebbe pesata più sugli iner mi che non sugli armati. I nostri nemici hanno pensato che è pi ù facil e vincere i vecchi, le donne ed i b amb ini che non i soldati. Le incursioni aeree paralizzano le retrovie, scatenano il t erro re. fanno insorgere il bisogno della pace a· qualunque costo, Non ho nien te da rimproverare agli italiani. Ai bombardamenti aerei l'uomo non h a i nervi sufficienti per resistere. Noi siamo stati massacrati dall'alto. 1fai si era visto nella storia, n eppure nei periodi di più acuta barba rie, cercare d i ottenere la vittoria con un simile disprezzo della vita delle popolazioni. Ciò significa che l'umanità peggiora nel senso morale in proporzio ne di quanto migliora nel progresso. Per accusare, tuttavia, bisognerebbe esse re sicuri che noi, possedendo gli stessi mezzi, avremmo agito diversamente. Io non sono sicuro di me e ta nto meno del mio alleato, che h a contro di sé i bombardamenti di Lond ra, Eppure l'esempio della Russia potrebbe valere per tutti. Essa sta marciando a grandi pass i senza scaricare u na bomba sopra una casa. Ad.esso. glì Alleati sembrano disposti a distruggere la Germania. Io resto stupito da tanta incapacità di comprensione. Distrutta la Germania, chi fermerà la Russia ? Nessun esercito, tranne il tedesco, può competere con quello russo. La Russia è a Berlino prima degli altri ed una volta in p ossesso dell'Europa centrale non vedo chi la possa fare sloggiare. I trattati di pace ? Le acmi segrete? I trattati li detta sempre il più forte, e il segreto di uno non può impedire i l segreto di un altro. Se lo stesso errore si commettesse per il Giappone, la Cina sfi lerebbe in parata dav anti ad un maresciallo bolscevico. E l'India cosa farebbe ? Cosa farebbero gli altri Domin ions? Cosa sarebbe del mondo intero? :È mai possibile che l'America e l'Inghilterra non avvertano un pericolo cosl g rande ? Hanno forse in mano l'esercito russo ? Hanno pronta la mina della ri voluzione da fare scoppiare sotto ff Cremlino ? O non sono forse caduti in una delle più colossali mistificazioni? Personalmente io p enso che sia p iù faci le trovare dei traditori nelle nazioni b o rghesi che non tra un popolo ad alta tensione ideale. Io non capisco, non ci capisco niente. A nche qui accadrà quello che deve accadere. Capisco solamente che pe r noi si aprirà un perìodo tremendo. Nessuno potrà frenare l'odio e le ambizioni. La stessa unità italiana verrà spezzata. Ci verrà to lto T rieste, ci verranno tolte Fiume e la D almazia, ci verrà tolto l'Alto Adi ge, ci venà t o lta la Val d'Aosta, potrebbe esserci tolta la Sicilia> Roma stessa potrebbe essere ridata al Papa. Io prego perché gli uomini che mi succederanno siano tanto illum inati d a pote r riparmiare alla patria le supreme umiliazioni. Spero che il Po ntefice satà tanto alto da non presta rsi al gioco di chi votrcbbc d ecapitare l'Italia. Roma è sempre spirit u almente sua, alla s tessa maniera ch e è di tutti i c ristiani.

-I fascisti che rimarranno fedeli ai principi dovranno essere dei cittadini esemplari. Pur partecipando alla vita politica, non dov ranno intromettersi nei dissidi e negli intri gh i, che ritardano le soluzion i, Essi dovranno rispettare le leggi che il popolo vorrà darsi e coo perare lealme nte con le autorità legittimame nte costituite per aiutarle a rimarginare nd più breve tempo possibile le ferite della patria. Chi agisce diversa mente dimostrerebbe di ritenere la patria non più patria quando si è chiamati a servirla dal bii.sso. I fa sci sti, insomma, d ovranno agire pet sentimento, n o n per risentimento Dal loro contegno dipenderà una più sollecita revi sione statica del fascismo, perché adesso è notte, m a poi verrà il giorno.

- L'uomo politico che prendesse su l serio l'antifascismo di oggi cadrebbe in un grave errore. Quando muta il vento de ll a fortuna, la massa cambia direzione alle vele . !\fa il vento della fortuna è assai mutevole e cambia per tutti. Il giudizio di oggi non conta. Conter à quel lo di domani, a passioni sopite, a confronti stabiliti. Vent'anni di fascis mo nessuno potrà cancellarli d alla storia d'Italia. Non ho nessuna illusione sul mio dest ino . Non mi processeranno, perché sanno che da accusato diverrei pubblico accusatore. Probabilme nte mi uccideranno e poi diranno che mi sono suicidato, vinto dai rimorsi Chi teme la morte non è mai v issuto, ed io sono vissuto anche t roppo .

U. vita non è che un tratto d i congiunzione tra due eternità: il passato ed il futuro. Finché la mia ste lla brillò, io bastavo per tutti; ora che si spegne, tutti non basterebbero per me. Io andrò dove .ìJ d es ti no mì vorrà, perché ho fatto quello che il destino mi dettò. Quelli che mi uccideranno saranno inseguiti d al mio fantasma, che vuole dir loro la pa.rola del perdono. Ma essi fuggiranno per timore d ella vendetta, cosi non ci incont reremo mai. Io sarò io anche quando loro non sarann o più loro.

- G li uomini che ho più amrrùrati sono Dante, Machiavelli, Giovanni dalle Bande Nere, Marconi. Il primo conferl all'umano il dir itto del giudizio divino, il secondo diede lo Stato alla fazione, il te rzo dominò lo strazio della carne, il quarto aboH le distanze e riuni i punti estremi della terra nello spazio di pQ~hi secondi. Bastano dunque pochi italiani per rappresentare da soli l'umanità. Chi piange ogg i, non speri di ridere domani, perché le altre lacrime sarebbero ugualmente itali ane

-:- I miei veri figli nasceranno dopo e saranno quelli che vedranno in me quello che io stesso non ho potuto vedere. Ness uno che sia un vero italiano, qualunque ·sia la sua fede politica, disperi d ell'avvenire. Le ri so rse del nostro popo lo sono immense. Se saprà trovare un punto d i saldatura, recupererà la sua forza p rima ancora di qualche vincitore. Per questo punto di fusione io darei la vita anche ora, spontaneamente, qualunque sia, p urché improntata a vero spirito italiano. D opo la sconfitta io sarò coperto furiosamente di sput i, m a poi verranno a mondarmi con venerazione. Allora souiderò, perché il mio popolo sarà in pace con se stesso.

17• RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI REPUBilLICANO *

li Comiglio dei ministri del Governo fa;cista repubblicano, atl,mato sDIIO la p rtsidenza del D11a, invia il saluto della R epubblùa Sociale Italiana ai soldati del grande Rdch, ,be nella valle del Po, co,,,e 111/ Reno, Jll!l 'Odcr e ml Danubio, eroican,cnle difendMo la nostra ciPillà di millenni e l'idea del nDstro suolo ;~ a /11/ti gli italiani d'onore tornati al combattinunlD, in linea nelle divisioni contro l'invasore, in lolla a/l 'interno contro j suoi complici ,· ai fascùt i repubblicani de/J'flalia invasa, che nella pmisola e nelle isDle confermano ,on l'azione l'indistrullibiù vitalità del fascismo, Nel ventùeiui1110 annuale della fondazione dei Fasci di Coniballimenl o, il CDnsiglio dei n1inùtri dichiara:

« 1. - Il program/JJa sodale en1111cialo dal Partito Fasdsta R epubblicano a V t rono J 1/(1/0 t 1t1rà realizzato dftranlt la guerra Quando il ,apitalùn,o rtazionario e il wperrapi!f1lùn10 bo/Juviro feniano ,011gi:mla1mnte l'u!re1110 al/11cco al/' Europa, 1olto11fo l'idea 1oriale, ,he fu del fauismo originario ed J dtl fa 1,ù1110 repHbblicano , può, nt lla wa integrale ol/Haz.iont , ,oslitnirt , insieme ,on le an11i, imo barriera invauobift

« 2. - In obbedienza o tale principio, i durtti di socializzazione di tutte le azimde industriali aventi almmo cento operai e capitale di o/meno Nn milione saranna pronmlgati entro la data del ZI aprile.

« J, - Dando inizio olla realizzazione dtf prmto qui11dicuimo del" manifesto di Verona ", secondo mi quello della ,osa 110n J so/tanta 1rn dirillo di proprietà, ma 11n diritto ofio propriet à, viene a/!J,a/o il lropauo in proprietà degli 01/110/i inqrdlini, sempre ,he in essi ,oncorrano i neceuarl rtquisili morali e di fedeltà alla patria e al lavoro, di llllli gli apparlan,enti degli lsti/J(fi per lt ,ase popolari e drg/i altri Enti ,he analogamentt hanno , ostmito abitazioni p t r i nJ{(fi/ati, ptr i ,0111ballenti, ptr i ltworolori t per i dipendenti do pubbliche amministrazioni. Già p er il 10/0 Istituto delle ,ase popolari di .Milano, qlfulo primo provvedimento rig11arda qHindid11Ji!a alloggi e se.uanlaci11q11en,i/a per,one ».

Per disposizione del· ugrelario del Partilo, la dichiarazione emanala dal Consiglio dei 111inùtri J(}t/0 la prtsidenz.o del Du(e sarà !dia e ,omn1enlalo ai fasrùti r epubblicani e o/ popolo , ntlù udi dt i Posa· di Comballùnenlo e dei Grnppi rionali, nel pomeriggio dt! ZJ marzo

Nella mattinala saranno ,e!ebrati in riti militari, con lo por/edpaz.ione delle brigale mre e delle altre forz e della R ep11bb/ica, lutti i ,ad11ti del fa.s,isn,o

Quanti erano g li itali ani che il 13 marzo 1919, r accogliendo il mio appello, si riunirono a Milano nella piazza San Sepolcro? Un centinaio. Chi erano? I superstiti dell'interventismo, i ritornati dalle trincee,

• Presso Bogliaco, davanti alla caserma della legione M, il H marzo 194::i, si celebra il ventiseiesimo annua le della fondazione dei Fasci Al rito prendono parte « rappresentanti del Governo e del Partito e le più alte gerarchie militari e politiche della Repubblica Sociale. La legione M , guardia dd Th..ce, e i reparti in armi della Dedm,: M,u, delle brigate nere, ddla Marina repubblicana, della }'olizi2, delle S.S ., della lVehrma,hJ erano schierati in attesa del1'2rrivo del Duce, il q uale è g iunto alle 17 30, accompagnato dal maresciallo Graziani, dal vicesegretario del Partito Fa.~cista Repubblicano, Bonino, d3[ capo di Sta to Magg i6re della Guardia Naziona le Repubblicana, generale N icchiare lli, e seguito dai ministri Zerbino, Me:zzasoma, Rom:mo, Tarchi, Liverani, dal sottosegretario me- coloro che avevano sempre combattuto e n on avevano mai disperato.

Non cferano a quell'assemblea quelli che io bollai come i e< madda1e ni pentiti», qualche cosa di simigliante agli alib isti d ell'epoca nella quale viviamo. Da quali classi ve nivano ? Da tutte, Erano poe~ artis ti, professionisti, studenti, impiegati, operai.

Q uale programma ? Programma audace. Un programma che t endeva a risolvere i problemi più urgenti, più immediati della vita naz ionale, e apriva ampi varchi pe r t utte le p ossibi1ità de ll'avveni re.

Chi avevamo d i fronte? G li stessi di og.gi . I venduti al nemico, i predicatori di una pace ad Ogni costo, i vessilliferi d ella rinuncia, gli speculatori sul sangue e sul sudore del popolo. Parevano i d o min atori dell'epoca cd avevano inaugu rato la corsa al più rosso. Anche a llora fo lle d i illusi e di men tecatti gua rdavano a Mosca, come se da M osca d o vesser o venire il verbo e la felic ità per il genere u mano. Eravamo pochi, ma decisi. E q uant unque gli altri vantassero di avere dietro di sé delle masse comp atte, n oi li affrontammo con estrema ene rgia e ci convincemmo che, fatta astrazione di qualche d ecina d i cri minali autentici, dietro ai capi no n c'era che u na ma ssa esaltata ma conservatrice. Li affrontammo nelle piazze, li andammo a cercare nei loro rifug i e comindò la battaglia che dura tutt'oggi

La s ituazione di allora aveva degli strani aspetti, simiglianti all'attua le. Anche allora un G overno di co nfusionari e di rinunciatari, u n Governo che il Poeta bollò con frasi roventissime, che si incidevano per sempre nel più vivo d elle carni.

T re anni di battaglie, du rante le tjuali fu sparso preziosiss imo sangue, il mig lior sa ngue cl.e lla mig li o re g ioventù i ta liana . Caddero a migliaia i nostri martiri. Poi, n ell'ottobre del 1911, o ccupammo pi azze e strade d'Italia, ent rammo a Roma ed iniziammo la nuova vita d el regime, nato dalla .rivoluzione delle camicie nere.

Quello che abbiamo fatto in vent ' anni è consegnat o alla storia, è consegnato alle pietre e più anco ra ag li spiriti. N essuna forza uman a riusci rà a cancellare que lla che è la documentazione della nostra indomabile volo ntà di creazione e di r icostruzione .

Oggi la storia ci aiTerra per la gola e ci pone dinanzi a nuovi compiti, ad una situazione durissima, provocata da un tradimento miserando, o ntoso, per cui bisogna chiamate a raccolta tutte le sane energie della nazione, per spingerle di nuovo accanto ai camerati germanici, dagli:.. d'oro Barracu e Jal con~igl iue Bock, in rappresentanza dcli'amb3sciatore del Reich. I l Duce, acclamato entusiasticamente dalla popo la zione ammassatasi intorno alle truppe, ha passato in rivista i reparti in armi o. Indi pronuncia il discorso qui riportato. (Dal Corriere della Sna, N. 72, 24 marzo 194,, 7CY'). suHa linea del fu oco, dove solo si p uò riscattare l'onore del p o pol o ital iano (Allt , prolungate acda111azioni )

Io rich.iamo la vost ra attenzione su que st a iffimagine plastica, che ci darà l'i dea di quello che e ra vamo e di quello che sia mo. Cinque anni fa il trico lore delritalia e ra issato · s ul « g hebbl » del N egus di Addis Abeba. Oggi, do po cinque a nni , i traditori hanno p o rtato i neg ri nella terra di Toscana, di quella Toscana che ha dato al mondo una fio ritura di geni come nessun altro popolo della terra diede mai

Io so, io sento, e dovrei dubitare della vostra qualità di italiani, di fascis ti, di legionari se ciò non fosse, io sento che questa immagine, questa constatazione brucia ai vostri cuori, t ende le vostre volontà e vi fa dire che, p iuttosto che durare in una situazione come questa , vale mille v olte meglio mor ire. (Un 10/0 urlo ritpondt: « S i I »), E mo rire in co mbattimento, come rutti gli u o mini liberi e deg ni d i questo n ome preferiscono di morìre. N o, l'uomo libero, l'uo mo fo rte non des idera di 6nìre i suo i g io rn i, di trascinarli in un letto, i nchiod ato da u na d elle tro ppe malatt ie che t o rmentano il genere umano l ve ri soldati, i veri g uerrieri desiderano di misllrarsi col n emico, di guardarlo, se possibile, nel bianco degli occhi, abbatterlo e convincerlo che vi sono d egli italiani,· moltissimi italiani, p er fortuna, i quiòli no n accette ranno mai e poi mai l'onta e il disonore del tradimento, ma faran no dì tutto, in ognì istante della loro vita> in ogni movimento dei lo ro pensieri, per capovolgere la situazi one, per inaugu rare il nu ovo capitolo della storia, che ci d eve riportare là dove eravamo e dove vogliamo tornare. ( AltiIIimt atclam11zio11i).

Per questo o ccorre tendere tut te le energ ie, convo gliare tutti g li sfo rzi, a rmonizzare tutte le v olontà. E fare in o gni istante il proprio dovere. Non compie re il propdo do vere da rimorchiati. Fare il pro prio dovere da u o mini co nsapevoli, obbedire n o n perch é ciò st a scritto nel regolamento di disciplina, ma perché ciò co rrisponde a un intimo convincimento d ella coscienza, a un imperativo catego rico della vostra fede. Questa è l'obbedienza d ei veri soldati, dei veri combattent i, deg li uomini liberi.

E voi soprattutto, che costituite la mia legione, dovete compiere il vostro d overe in una misura che io n on esito a reclamare perfetta. La vostra condotta deve essete irreprensibile. Dovete essere d i esempi o a tutti nell'adempimento d el v ost ro d overe quotidiano e, d omani, nell' o ra della battaglia. F orse è quest'ora che voi soprattu tto desid erate. Uscire dai binari di quella che è la n ecessarià no rmalità della v ita pe r vi vere le o re che n o n si djment icano p iù. Convin cetevi ch e u n uomo il q uale evita sc rupo losamente tutte le gu erre> sacà t utto fu o ri che un uomo Pe rché solo la battagli a co mpleta l'uo mo , solo chi rischi~ la propria v ita, solo chi non teme di dare il proprio sangue, quegli è u o mo. Se cosl non fa, è uno schiavo che merita le catene. Vi prego di ri8ettere a quello che vj ho detto e di preparare i vostri muscoli, le vostre volontà e la vostra fede per l'o ra della riscossa. (lf dhcorro, di frequente interro/lo da app!mui e da Jtgni di 11ivo conJemo, J sfato da ultimi) salutato da un'ardmle manife;tazione di tn/ufia1mo, mentre gli u9111ini b1 anvi levavatJo il alto le itmgne). *

COLLOQUIO CON IL PREFETFO NICOLETTI **

- C'~ fo rse qualche altra cosa? Dite pure

- Non ,'è ,iitnte a/ho, Duu, solo l!Orrti parlarvi della ;ituÒzione

- Ma a quale s it uazione intendete alludere? A qu ella generale? Se è cosl, v i di r ò subito che non c'è più null.1 da far e. E. fin ita ! I t edeschi perdono se mpre un'ota, una bauaglia, un'idea. Non è una favola, né un argo m cnco estremo d:lh propaganda: le a rmi segrete, i tedeschi, le hanno. M 1 eh: attendono per impiega rle ?

Mìst: ri ddl'alta strategia t..:uton..ic .1.... In cert..: ore, tutto si direbbe incomprensi bile mÌ'5tero in mez zo a qu:~ta gente. E che uomini sono mii ~o.:k~ti tanto d:.:canuti c.:,nsiglieri e immediati c ollaboratori di Hitler? Ricord1t:. Ribbentrop, quell'uomo dagli occhi di a:::ci.1b? Ebbene. dentro quel cranio no n c' è assol utamente nulla l'utt:. le suggestioni eh.! io gl i ri volsi subito dopo l'attacco alla R ussia p er.::hé f:>n:r:, create una. Polonia. libera, un'Ucraina indi~n~entc, tutte cadute nel vuoto.... E Gocbbels? Neppure più un bambino idiota crede alle sciocchezze che va r ipetendo questo falso lupo man. naro.... E G oering ? Oh, l'ineffabile G oering, che aveva autorizzato a fard chiamare << il signor Smith ,> se mai un aeroplano inglese avesse sorvolato Berlino. Altro che signor Smith....

• « Succes~ivamente il Duce ~i port:ito n ell'int erno della caserma della Jeg iooe M, visitanJnne minutamcn1e i locali e i scnizi . QuinJi , recatosi sulla strada, dopo aver p:1.s~ato in rassegn:i i J('pa rti giovanili dell'Opera balilla, schierati, ha ass istito alla sfil ata degli uom ini in armi, poco prìn,a passati in. rivista. Al ritmo dell e note di Gio vi11ez:a e degli inni della rivoluzione fa scista, i reparti h;mno sfilato a ritmo sem1.to, marcanJo i l passo e s uscitando calorose manifestazioni da parte della folla adunata si lungo la strada. Terminala la sfilata, il Duce ha fattO ritorno al s uo Quartier generale, da do\'e ha a~istito a l rientro in sede e all'ammassamento del le truppe, che hanno nuovamente cantato g li inni della vigi l ia ri voluzionaria e ddla guerra di liberaz ione». (Dal Co,ritre d ella Se,a, N. 72, 24 marzo 1945, 70°).

0 A Gargnano, alla villa delle Orsoline, il 18 aprile 194'.5, alle 11, M ussolini riceve il prefe tto a disposizione Gioacchino Nicoletti, suo fidU<iario per contatti riservati e per :12ioni a fine distensivo, venuto a prospettargli rurgenza d i preven ire un grave procedimento pena le a carico della signorina Rina Provaso!i Ghila rdini, arrestata a Mantova. Mussolini p rovvede. Poi ha con l'interlocutore il colloquio qui riportato. (Da l Coffie,e d' Info,ma:hme, Nn. 36, 39, 11 -12, 14·1~ febbra io 1948, IV).

- I tedeschi perdono sempre un'ora, una battaglia, un'idea. Ho addirittura consunto i miei polmoni per persuaderli, subito dopo la promulgazione della Carta atlantica, a redigere un documento che si contrappo nesse a quelle dichiarazioni di immenso valore propaga nd istico. Nulla l Parlano sempre di « ordine nuovo», ma si sono ben g uardati dal definirlo con esattezza anche approssimativa, e lasciano adito al sospetto che l'Eu rnpa, in codesto <( o rdine nuovo)), no n s:i.rà che poco più di un protetto rato germanico. E po i, di fro nte alle istanze del problema sociale, che ulula so tto la tempesta delle armi, quali ri sposte sono essi in grado d i dare? Che il lo rn ideale, ne lla più ottimistica delle ipotesi, sia alla fine nient'altro che u na ~pecie di socialismo di Stato, schiavitù peg g iore di quella capitalistica ? I baroni del ferro, i magnati dell'ìndust ria pesante sono presso H itler anco r.a troppo potenti.

- Capisco le esigenze d ella guerra, so perfettamente dove può arrivare la capac ità di ricatto dei g rossi industriali, ma la guerra non la si fa solo con le armi, e le moltit udini lanciate nel rogo sterminat o han bisogno per com piere il loro o locausto di miti e di ideali. Qui jn hal ia, g li avversari più ostinali de i miei progetti di socializzazione sono stati appunto i tedeschi, che si fan no spesso irremovibili patroni dei nostri industriali, anche di quelli che visibilmente sabotano la guerra. Cosi, proprio per opposizio ne germanica, mi è stato impossibile svolgere quell'azione esemplare, esemplare per gli amici e pe r i nemici, che io avevo in animo di compiere per il vero benessere e la vera i ndipendenza delle classi lavo ratric i... , - Nell'econom ia d ella guerra combattuta, poi, la condotta germanica si è rivelata più strana ancora. I t edeschi sono stati p rivi assolutamente in tutto il corso de1la guerra di ogni fantasia strategica. Anche un profano avrebbe capito subito ciò che lo Stato Maggiore ge rmanico non volle intendere mai. Alludo all'importanza decisiva che pc~ le sorti del conAitto avevano il bac ino mediterraneo e lo scacchiere africano. Ma, del resto, anche qui in Italia che cosa hanno combinato? Dicono che Kesselring sia un grande generale. Non d iscuto. Ma per tutto il tempo nel quale egli è stato il responsabile del fronte ital ia no che cosa ha fatto ? Kesselring, q ui da noi, non ha avuto che un programma, non ha attuato che un p iano: rit irarsi, r itirarsi sistematicamente, ritirarsi sempre, no n importa se di cento metri, se d'un chilometro, se di diec i. Cento volte le forze contrapposte si Sono trovate; qu i da noi , i n quello che s uo l dirsi uno schieramento a scala. Ebbene, s' è mai t entato un accerchiamento, un colpo di mano, una semplice manovra concepita sug li sch emi della t at tica ·più eleme ntare?

Afossolini si leua ntf0va111mte in p iedi e si dirige veno il /~volo che , alla sua destra. Afferra il rotolo di 1111a caria tnp ogra/fra, lo svolgt, e, 111atita alla mano, "''indica le po.rizioni germafli.he dopo gli ultitni arrdr~mtnli. (+) D ep osta la carta topog rafica, torna a dirm ; .;.

- Le sorti della battaglia non miglioréranno certo con il su ccessore d i K essc lring. Come vi h o g ià detto, la partir.a per me è chi usa. È finita I

- Ma se questa i la 1i/J1a zio11e, (be fO!tl ti retla a fare? ·

- Non lo so ancora esattame nte. Per quel che rig uarda la sorte delle singole persone, la cosa ha un'importanza relativa : siamo tutt i soldati i n g ue rra, e sarà quel che sarà Ma se necessa ri o, per l'onore della bandiera, si farà una resistenza estrema i n Va lte llina, ove tutto ho predisposto per la creazio ne d'un vallo difensivo

Po;, quaf; parli a se steuo, contùrua a dir-e:

- In ogni caso, non si illud ano i cosiddetti patrioti dell'altn sponda : la sorte dell'Italia sarà duriss ima. Purtroppo, saranno d i front:: all'I talia gli stess i uomini e le s tesse mentalità di Ve rsailles, con 11 differenza che allora eravamo vi nci to ri ed alleati. Ma l'Italia, in un modo o nell'altro, si riavrà, La German ia, invece, sarà crudelme nte smembrata. Tu tto questo significherà h. fine dell'Europa, la boh : evi zzazione dell'occidente, con co nseg uenze non molto d iss imili da quelle previste dallo stesso Speng ler.

- Un solo g rande uomo polit ico deve avere la precisa s . ma zione d i quanto oggi sta avvenendo Ma eg li purtroppo è dall'ahu p,l rte della barricata. Quest'uomo è Churchill. Egli sa. perfrtt.imente eh~ I.i. grande sconfitta sarà in ogni caso l'I nghilte rra. L' asse della polit ica mondiale s'è spostato ancora più ad occidente, e .non passe rà mai p iù per Londra. La pesante catena d ei debiti d i g uerra legherà per sempre l'I nghilterra ai voleri dell'America, che sarà la vera arbitra, con la Russfa , della sit uazione nuova. ·

- Un mortale duello tra i due g iganti antagonisti già si delinea: l'Inghi lter ra, nel nuovo conflitto, no n sarà che p edi na e scudo degli Stati Uniti d'America. Tutto ciò è tremendo e potrà significare, t o rno a r ipetervi, la fine della dvi ltà, almeno nei termini nei quali da noi è intesa. In t utto codesto flagello, mi sento assolutamente tranquillo in fatto d i responsab ilità. N essu no infatti mi potrà mai contest are il grande me rito di essere s tato, n ell ' ultimo ventennio, il solo irrid uci- bile a vversario di Stalin, Un giorno, quando si po trà giudicare" serenamente, si dirà che g li anglosassoni sono stati in dolo verso tutta l' Europa, verso la civiltà occidentale, che è poi l'eterna civiltà di Roma. L'immane A.agello di questa guerra poteva essete evitato, S i /ace a questo p1mlo brusca111en/e. P oi alza di m10110 il tono della vore, ro111e se fom di fronte a 1m'in11mnsa n10/tit11dim, e concitalo riprende a dire:

- L'Europa, e con essa la civiltà occidentale, poteva essere salvata col promuovere l'effettiva unità del continente, e dando al problema sociale la sola impostazione possibile, che è quella corpo rativa Come s i poteva, infatti, mai parlare di Europa unita con una Germania esplos iva e insoddisfatta? A lasciarli fare, i tedeschi si sarebbero rotte le reni in Russia, nella loro sempre agognata marcia verso l'oriente. Invece.... Caduto l'immenso antemurale germanico, chi fermerà la marea slava?

Pronmuiate ql(n /e ultime p a!(,/e, si volge vivavunte verso di ,ne p er dir111i:

- Vi ringrazio di quanto avete fatto accanto a mc. Peccato non si sia potuti giungere fino in fondo, perché quel la sarebbe stata la via buona. La propaganda avversaria mi accusa di avere scatenato con la creazione della Repubblica Sociale la guerra civ ile in ]talia. Ivla ve rrà giorno nel quale sarà onestamente rkonosciuta la verit à, che è la sola animante certezza di questa mia difficile ora, e che cioè nella tragedia della patria la mia azione ha rappresentato un enorme cuscinetto per la tutela e la salvagu:udia degli interessi italiani. Sul piano di queste considerazioni, non esito affatto a rico noscere che anche il Governo di I3adoglio, al sud, malgrado !,'ignomi nia della sua origine, è stato un fatto provvidenziale Quando c 'è un esercito straniero che occupa il suolo della patria, un Governo nazionale è una n ecess ità assolu ta, non certo un arbjtrio, né un' in venzione faz iosa. Tutto cìò è lapalissi ano, S'interron,pe di nuovo, f(Jrse p er non essere lraf.!olto dalla rapida dei p ensieri e degli affetti. Poi, scandend(J indsivamente le parole, e 1porgtndo1i ron /11/10 il biuto verso di !Ile ( +), ,vi dice :

- Credete voi che io m i sarei presa la responsabilità di questa fatiscente Repubblica se non vi fossi stato costretto? . Dopo il colloquio uffic iale che ebbi col FU.hrer al mio arrivo in Germania in seguito alla liberazione da Campo Imperatore, e che io ho narrato nel la mia e< Sto ria di un anno>), Hitler mi t rasse i n disparte per dirmi:« O voi assumete la d.irezione dello Stato italiano, o io manderò fu azionari tedeschi a governare l'Italia ». Non mi era concessa alternativa. No n potevo rifiuta rmi. Avrei voluto portare il Governo a Roma, ma ciò non fu possibile per la questione della città aperta. Sare i andato a

Firenze, a Bologna, a Milano, ovunque mi fosse stato possibile esplicare un'ai ione vasta e diretta, a contatto del popolo. Invece, mi hanno relegato qu i, in ques to « c ul de sac )> di Gargnano, dove si aniva per , una sola strada, vigilata dalle « S.S. » . E cosa sarebbe mai stato possibile fare qu i ? Qui non v ed o praticamente più nessuno, e qui è controllato il mio stesso respiro. Avete visto, infatti, per le sorti della vostra stessa missione? Ho cercato in mille modi di rompere il cerchio d el mio assed io. Non sono riuscito. Voi sapete quale lotta dovç tti sost enere nel dicembre scorso, anche solo per:-recarmi a l\.Iilano Ma inutili sono ormai le recriminazioni.. I t ede5ch i sono responsabili d i t utto Mi hanno silurato l'Esercito, la Po lizia, la socializzazione, gli stess i at ti della mia amminfatra zione civ ile. È per questo che i tedesch i pe rdo no sempre un'ora, un a battaglia, un'idea.

COLLOQUIO CON IL G IORNALISTA CASELLA•

M rmolini mi po13 l:1 dulra J1tl!:1 1palla t mi , him :

- Cosa mi portate di bello ?

( +) N 1J1t uppi riJpo,id~rt IJ p er IJ. Collie al J1J/il1J, e (Ohlt Jurrtdeoa a f110lti daoafJti a lui, mi JtfJlii alquafJl o dis1Jrit1tlalo e dopo 1w1 breve e,ita{ iJ'1t riJpo1i th t ero Jelirt di vrderltJ, e , he g li porlal'() la raaolta del gi1Jrn.1 I~. Mi b1111d la 111a1to Jttlla 1pall:1. F iJ1:U1dr.1J1i, mi diue :

- Vi elogio per quanto avet e fatto pe r il consolidamento della Rep ub blica Sociale Pa vo tini m i hil r iferi to del vost ro d iscorso a T orino per 11 23 marzo e d~ I su ccesso c he avete oncnuto. N o n vi sapevo anche orat ore.

Cli r-/Jersi la ram lta del gir,rn11le t gli nmlrai i grafiti della diffmione , dtlla wndila, ddlt iellm r itt i:11u e ,; ,r,tmgnai diveni scrilli di Jauirti, di u,111bat hnt i, di gim:miui111i M, jN largo di rlogi, spuialmenl e per i tre mumri Jpuioli, riahi di illmtra zw1i, drdirali a (( Ste//aua » (U,nbt rlo di S au,ia), a<< Pùptillo » (Badt,g/u,) t a <• Bazztlla )) ( Vi l/()rio Enn nutl, lll). Sfc,gliò la raffolla, Jofjumc.ndr,1i su r../ami mrnmi. Rùe.

- I tre numeri illustraci pe r « Ba22etta )), « Pupullo » e <e Stc:I· la ssa» - mi dim - sono fatti veramente bene. !vii hanno divertito. Che 1iratura hann o a~·uto?

• A Milano, a palazzo Monforte, il pomeriggio dd 20 aprile 194), M ussolini r iceve, fra gli altri, il giornali~ta Gian Gaetano Cabella, direuore del Popol o di t1leuandria (giornale che per il suo cualtere polemico e<l intransigente aveva ottenuto successo e ragg iun to una tirat ura d 'e, cez ione), co n il q uale ha il co lloquio qui riportato in riauunto. (Da l Ten amenlo poli:ho di MuuoliniTosi, Roma, 1948).

- D11utn/()Jt llun/an;i/a copù 11tnd11te. Per mmuan'{_a di ,aria non ho polulo fa r fronte ullt lrtm1to/lan/an;ila rùhitilt

- Avrete la carta che vi occorre, Prut la Vl<J/Ìla t , J/ando in pìtdi, lrauiò qualche nota su t1'1 foglio di appunti. Allora mi ftci animo t gli eJpo1i il ,a1(J disgraziato di dut camerati bolog11ni. Il ;uo vfJ//(J si rallrùtlJ.

- Farò aver loro diecimila lire. Va bene?

Volle ;apere i notJJi e gli indirizzi. Li miJJe 1gli 1two, ntg!i app,mti. Poi mi chine:

- Desiderate qualche cosa da me ?

D opo un momento di perplwit/J rùpo;i:

- Il ,11iq premio l'ho già avuto: I italo l'tlogio tbt avet e vflllllo far,vi. Oso tropp fl ;e vi ,hitdo 1,na dedita l Cli nJ(Ji/rai //na grande fotografia. Lo fiuò tm ottimo, sro1u il ,-ipo Evidt11/umnlr, non tra troppo 1oddùfollo dell'immagine. Poi t ornò al t avolo , .ri sedrllc, prtit lo penna t urim: « A G ian Gaetano Cabella, pilota de l "Popolo di Alessandria", con animo ddla vecchia guardia. Mussoli ni , 20 aprile XXIII».

PoJÒ I~ fmm.1. V(Jl/t vedere i grafiti. Lo lirolHra dd g}ornalt era desailla da un di.igtahJtllo, Vi trrJ lraaialfJ una linra 01andi:nle, wn leggere umlra· zioni, q11a t là.

- A che cosa attrìbuite ques te diminuzìoni di vendita?

- Credu ,he ouorr,1 ogni tonto, .rpetie dopo m,mui di gronde rilievo esttriort, Jart ,mire q,w!tht ,wmrro pallido, ;enza forti IÌl(Jli.

E1p0J i pfJi brt11wunll! i lTiltri ,he seguil:o t ,be mi parei-ano gi11Jti, Q11indi 102,.~ùmsi:

- Afi ;ieti: ;t,;/o matJ/ro. Conie,110 la rouolra ddl' (< Ai onti I» t qut!la del « Popolo d' itu/i,; »•

.Afuuolini J(OJJt la lesto, ;/elle 11n ullimo pen10Jo t OJJtriò :

- Si na_sce giornalisti come si nasce compositori o tecnici. Creare il giornale è come conoscere la gioia dell a maternità. li critedo di non monotonizza re è giusto, Non si può dare un conce rto con soli tromboni e grancasse. Jl pubblico, dopo j pzimi istanti di sbalordimento, finirebbe con l'abituarvisi. Vedo che siete anche un abile amministratore. Siete genovese,

· Si soffermò ml grafico ,be rig11arda11a la torrispondenza ritev1tla dal pr,bb/iro, le/lori e /ellrùi t omrvò:

- M o lte lettere anonime, vedo.

- Rùevo al giornale circa un diui per unto di aMnime . Però quando le vicende de/I' A ut vanno ,mg /io, le leitere nnoni111e Ji,,1in11ù,ono.

Gli diui amhe che in A ltuandria avevo appic,icato le p iù divertenti ad una parete. Muuolini 1orrist :

- Ho visto le fotog rafie della vostra redazi o ne

- Nel t11t1e di marzo - prt d 1oi - 1u dum,ilaullu mtollantacinque /etlere ricevute, trecentorusanla sono tlalt rmrmime.

- Oltre duemilaquattrocento lettere non anonime in un mese : sono moltissime. Fa~e rispondere ? ·

Gli dissi che rispondevo personal111ente a tutti e nella n,brita « li Dirti/ore risponde>> e, in gran porl e, direllanunte. . . ·

- H o (OltSlalato che, così Jaw 1do, .ri olffent una grande p11bblici10. C hi riteve, specie in un piccolo centro, 11110 let frra per10t1a!e del dire/lare, la f a vedere a piti p er1one, Alfto111alit,mu nle divtttla w1 fedtfe propagandista

M u.rsolini pru e il p auhello delle lellert rhe gli ave110 porla /o insieme con le a/Ire cote Gli fui ouervore rbe avevo diviso le 1J1iuii-e in Ire gr11ppi. V olle tenerle /!{I/e lMfa MIO ap ri I re l ei/ere rhe avevo m tt tlJ pii) i" vitta · u11a di u11a sig11ora rbt abitaoa prtJJO To rino,· 1m'allra di u11 giovane volontari o, Ami, di T orino; la t erza di ima perso11nlilà lig11rt .

- Se avrò tempo, le legge rò s tasera.

- Ring razierete la signora e il rag azzo. Lasciatemi l'altra: far ò ri spondere direttamente. Avete qualche cosa ancora da dirmi ?

- Ho due . collabora/ori, un Ja!Cista e un veahio tocialùla fio rent ino, M1molini mi ,him !l(bilo i 110111i di e11tra1JJbi e aggitmte:

- Fate loro i miei elogi. D ite loro che leggo g li articoli che scrivono, con interesse.

Ebbi l'impreuione dll 1'J1dienz.a f oue per finire. l.fuuolini ,weva riap erta la raaolla del g iornale e, in 11/tin10, aveva lrouato l e copie del giomalc « li Afonartbico }}, che avevo 1ta111pat o alla n111r, Ua fa m rdo /inia f om l'organo d i un gruppo monarcbito (1< C. Ca vo11r}) di Torino), e rma , opia del « G rido di Sp artaco)), ehe anche avevo 1la111pato clandestinamenle , lt fouo lini ri u, ed ucla ,JJÒ :

- Mi sono piaciuti. Anche p er questo lavoro v i elogio. Allora mi feci animo:

- DJlee, permei/e/e rhe vi rivolga q11alehe da111anda?

A1uuolini 1i alzò. Mi vmne vicino Gua rdandomi negli ouhi, con un actttJ IO e un'espreJJione ehe non dùnmtirherò mai, n,i chiue, d';n,provviJo :

- Intervista o testamento ?

A q11e!la don,anda ina1pellala r;mat i es/erre/allo. NM 1eppi ro1a risp ondere. Non iifuggJ la mia emozione a Muuolini, che rercò di diuipare la n,ia eonf111ione tOJJ 1111 1orriJo /Mnario.

- Sedete vi qui. Ecco una pe n na e della carta. Sono disposto .a. rispondere alle d o ma nde che mi fare te.

" •<li ,.i....... ,,no .......... '°""""" ,..,, ,u, ·......_ un, •ll• tcLM .! t ~c1uu. ~,. wi•ru .... oh• ... r,,·, 1'" _l1JO" o11 1...,...,:,!lt, l11;11J:;i;: • ,:u-1t,., P'JJl.'" P'""''-' l'! Ol : \~U-, d"ln """"" utli..., f':11 1a,p\U\U.

11•1 ,xi,11110. I.lnllnt1 •llo'ra, •otn2... Pht:r•rt.i. • r"n:H r.iauì..i l:UHl'lllnt. ,..,.,.'" nahn:1111.

• Wnn ri..,...t, u-: ;.r'Uc,.lo. htp~ "toi•t. do 1;w13U tPJIW\U .,u lln c ti.

•1 h" d~ttn. 1)tlpndnm111S 1111,tttn,.. m1 pnrt•:"""\e tl d11utio11or1t.1#J• :A t :."'6 tH,po !'lpNÌldl"ri,Qn t· • !jUolllOb. t1n1'M qu,ut" hYfll'I'\.

· _ :a -.. 11 i.l :,ii,c eh.. l n 1. nt.1 : ..can. .,,. 11 ir.to lled~Un~ C•po, ,:l~ ..it~t\1'1-J

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Ylh Li,. k~flU.WLtlilt. :.oct t.~1

; · Ju, IL J.,:...;:t~~Or

Facsimilt J 1:ff ulti ma (:trtd l~ rda tiva al (Olloquio Musso!in i-Cabdb ( 20 apri le 194~)

/11 p rtda ad tma gra11de agil11zio11e, mi sedetti alla ma tinùlra, La sua 11Ja110 era vicina alla mia. Alo/le idu n1i si affolla11ano ml/a v:eJJlt, n1a fatte imprecise Finalmente f ormulai ,ma domanda ,wai ,l',enerica:

- Q11al'è il 1101/ro p m1iero, q11ali so,w le t•o1tre dùpo1izioni in qr1t1fa sifaaziot1e ?

Alla 1J1ia do111anda, .Afussolini, o m a volta, domand~:

- Voi cosa fareste?

D rbbo twer armmato rm gesto istinlÙ-'O di t orpresa. Afrusolini nti toccò il bra((io, e sorrfre di nHovo:

- N on vi stupite. Faccio questa domanda a tutti. Desidero sen · tire il vo s tro parere.

- Duce, no,1 sarebbe bello f ormare 1111 q,,adrato attorno a voi e al gf!gl.:ar dello dei Fasri e aspeltare, con le arJIJi i,, pHg110, i llel)JÙ:Ì? S iamo i,1 t t111fi , j (dtli , ar/Jlati.

- Certo , sarebbe la fine più <les id erab ile. l\fa non è p oss ib ile fare sempre ciò che si vuole. Ho in corso de lle t rattat ive. Il carJinale Schustct fa da intermed iario. Ho l'assicu razi on e che non sa rà versata una goccia di san gue. Un t rapasso di po teri. Per il governo , il passaggio fino in Valtellina, dove Onori sta preparando gli alloggiament i. Andremo anche noi in montag na per {in po' di t empo, Osoi i11tcrron1perlo:

- Vi fidate, Ducr, del cardinale ?

.Mm solini alzò gli occhi e Jue 11n gest o t•ago con le JJJani.

- È viscido, 1'fa non posso d ubitare della parola di un mini· stro d i Dio. È la sola strada che d ebbo prendere. Per me è, comunque, finit a. Non h o p iù il diritto di esjgere sacrifici dag li italiani.

- Ala noi t•ogliamo ug11ire la vostra sorte,

- Dovete ubb idire. La via dell' Italia non termina in questa settiman::. o in questo mese. L 'I talia si risolleve rà. :S qu estio ne d i anni, di decenni, fo r se . .Ma risorgerà, e sarà d i nuov o g rande, come l'avev o voluta i o .

D opo fino brevissimo pauso, conlùmò :

- Allo ra sarete an cora utili p e r il p aese. T rasmetterete ai fi glj e ai nipoti la verità della nostra idea, quella verità che è stata fal sata, svisata, camuffata da troppi catdv i, da troppi malvagi, da croppi venduti e anche da qualche piccola aliquota di illusi.

La sffa voce aveva i toni 1J1elallùi che tante volte avevo udito nei sJJoi discorsi. Poi, con fare più pacalo, continuò :

-Dicono che ho ~rrato, che d o vevo conoscere meglio gli u omi ni, che h o perduta la testa, che no n d ovev o dich iarare 1a guerra alla Francia e aWJnghilterra Dicono che mi sarei d ovuto ritirare nel 19J8

D icono che n on d ovevo fare questo, e che n on dovevo fare quello. O ggi è facile profetizzare il passato

- Ho una documentazione che la storia dovrà compulsare per decidere. Voglio solo dire che, a fine magg io e ai prinù di giugno del 1940, se critiche venivano fatte, erano per gridare allo scandalo di una neutralità d efinita ridicola, impolitica, sorprendente La G e r. mania aveva vinto. Noi non solo non avremmo avuto alcun compenso, ma saremmo stati certamente, in un periodo di tempo più o meno lontano, invasi e schiacciati. « E cosa fa !\fossolin.i ? Quello si è rammollito. Un'occasione d'oro cosl, non si sarebbe mai più p resentata}>, Cosl dicevano tutt i e speciaJmente coloro Che adesso gridano che si doveva rimanere neutrali ·$! che solo la mia mega lomania e la mia libidine dì p otere e la mia debolezza nei confronti di Hitler aveva portat o alla g ue rra.

- La verità è una: n o n ebbi press ioni da Hitler. Hitler aveva già vinta la partita continentale. Non aveva bisogno di n oi. 1fa non si poteva rimanere neutrali se volevamo mantenere quella posizione di parità con la Germania che fino allora avevamo avuto. I patti con Hitler erano chiarissimi. Ho avuto ed ho per lui la massima stima. Bisogna distinguere fra H itler ed alcuni suo i u omini più in vista.

- Ho parlato sempre col FUhrer della sis temazione dell'Europa e dell'Africa. Non abbiamo mai avu to divergenze di idee. Già all'epoca delle trattative per lo sgombero dell'Alto Adige, controprova i ndiscudbile delle sue oneste e solidali intenzioni, il PUhrer dimostrò buon volere e comprensione. La sistemazione dell'Europa avrebbe dov uto attuarsi in questo modo. L'Europa divisa in due g randi zone di fofluenza: nord e nord-est influenza germanica; sud, sud-est e sud-ovest irìRucnza italiana. Cento e più anni di lavor o per la sistemazione di questo piano g igantesco. Comunque, cento anni <li p ace e di benessere. Non dovevo forse vedere con speranza e con amore una soluzione di ques to genere e di questa portata ?

-I n cento anni di educazione fascista e di benesse re materiale, il popolo italiano avrebbe avuto la possibiHtà di ottenere una forza di numero e di spirito tale da controbilanciare efficacemente quella o ggi preponderante delJa Germania. Una forza di trecento milioni di europei, · di veri europei, perché mi rifiuto di definire europei gli agglomerati balcanici e quelli di certe zone della Russia anche nelle stesse vicinanze della Vistola; una forza materiale e spirituale da manovrare verso l'eventuale nemico di Asia o di America.

- Solo la vittoria dell'Asse ci avrebbe dato diritto di pretendere la nostra parte d ei beni del mondo, di quei beni che sono in mano a pochi ingordi e che sono la causa di tutti i mali, di tutte le sofferenze e di tutte le guerre La vittoria de11e potenze cosiddette allea te non darà al mondo che una p ace effimera e illusoria.

- P er questo voi, miei fedeli, dovete sopr avvivere e mante nere nel c uo re la fede . Il mondo, mc scomparso, avrà bisogno ancora deU'idea che è stata e sarà la più audace, la più originale e la p iù mediterranea ed europea delle idee.

- Non ho bluffato quando affer mai che l'idea fascista sarà l'idea del secolo XX. Non ha assolutamente i mportanza una eclissi anche di un lustro , anche di un decennio. Sono g li avvenimenti in parte, in parte gli u o mini con le lo ro deb olezze, ch e oggi provocano questa eclissi. Indietro non si può tornare. La storia mi darà ragion e. .Mmsolini parlò della ma prua J; posizione nel J!IJJ-S!JJ., fino ai ,o/loqul di Stresa A ffermò rhe la .fila azione non era staia ÙJ/eramenle compresa t tanto vmto segu fra, nl ni dalla Francia. E soggiunse :

- Siamo stati i soli ad opp orci ai primi conati espansionistici della Germania. Mandai le div isioni al Brennero ; ma nessun Gabinetto europeo mi ap poggiò. Impedire alla Germania di r ompere l'equilib rio continentale, ma nello stesso tempo provvedere alla revisi one dei trattati ; arrivare ad un aggiustamento generale delle frontiere, fatto in modo da soddisfare la Germanìa nei punti gi usti delle sue rjvendicazioni, e comjnciare col restituirle le colonie: ecco quello che avrebbe impedito la gu erra. Una caldaia n on scoppia se si fa funzionare a tempo una valvola, Ma se invece la si chiude ermeticamente, esplode. M ussolini voleva la p ace e q uesto gli fu impedito

D opo q11d!the istante di silenzio, ardi i ,biedergli:

- Àl.ltl e dello che l'eventHale villoria dei nostri nemici non potrà dare 1111a patt d11rat 11ra. Essi nella loro propaganda aflcrn1ano.. . .

- Indubbiamente abilissima p r op aganda, la loro. Sono r iusciti a convincere tutti. Io stesso, ·a volte.... Ma il colmo è che i nost ri nemiCl hanno ottenuto che i pro leta ri, j poveri, i bisognosi cli tutto, si schierassero anima e corpo dalla parte dei p lutocrati, deg li affamatori, del g rande capitalismo ,

- La v i ttoria degli Alleati riporterà indietro la linea del fronte delle rivendicazioni sociali. La Russ ia? Il capitalismo di stato r usso - credo superfluo insistere sulla parola bolscevismo - è la forma più s pinta e meno socialista di un ibrido capitalismo, che si può solamente sostenere in Russia, appoggiato all'ignoranza, al fatalismo e alle « sotnie » di cosacchi, che hanno lasciato lo <( knut » per il mitra. Questo capitalismo russo dovrà cozzare fatalmente con il capitalismo anglosasson e. Sarà allora che il popolo itali ano avrà la poss ibili tà di risoUcvarsi e d i imporsi. L'uomo ch e d ovr à giocare la grande carta .•.•

- Saret e voi, D 11re

- Sarà un giovane. Io non sarò p iù. Lasciate passare questi anni di bufera Un g iovane sorgerà Un p uro Un capo che dov rà i mman- cab ilme nte agita re le idee del fa scismo . CoUaborazione e non lotta di classe; Carta del lavoro e socialismo ; la proprietà sacra fino a che n o n divenf i un insulto alla mise ria; cura e p rotezione dei bvoratori, specialmente <lei vecchi e degli invalidi; cura e protezione della madre e dell'infanzia ; assistenza fra te rna ai bisogn os i; mo ralità in tutti i ·campi; lotta contro l'ignoranza e contro il servilismo verso i potenti; p otenziamento, se si sarà ancora in te mpo. dell'autarchia, u nica nostra spera nza fino al giorno utopistico della s uddivisione fra tu~ti i popoli d elle materie prime ch e Iddio ha dato al _mondo; esaltazione dello spirito di orgoglio di essere itali ano; educ~zione in profondità e n on, purt toppo, in superficie, come è avvenuto per colpa degli avvenimenti e non per deficienza ideologica,

- Ver rà il giovane p u ro, che troverà i nostri postulati del 1919 e i punti di Verona del 1943 fres chi e a udaci e degni di e ssere segulti. Il pop o lo allora avrà aperto g h occhi e lui stesso dccretcd il trionfo di q uelle idee. Idee che troppi interessat i non hanno voluto che comprendesse ed apprezzasse e che ha creduto fossero state fatte contro di lui, cont ro i suoi interessi morali e ma teriali. Abbiamo av uto dicio tto secoli di invasionì e di miserie, e di denatalità e d i servaggio, e di lo tte i ntestine e di ignoranza. Ma, più di tutto, di miseria e di denutrizione. Venti anni <li fascismo e settanta di indipendenza non sono bastati per dare all'anima di ogni italiano quella for23 occorrent..: per superare la crisi e per comprendere il vero. Le eccezioni, mag n illche e numero sissime non conta no,

- Questa crisi, cominciata nel 1939, non è stata s uperata d al popolo italiano. Risorgerà, ma la convalescenza sarà lu nga e teiste e g uai alle ricadute. Io sono come il g rande clinico che n on ha saputo fare la cu ra es:itta e che n on ha p iù la fid1.1cia dei familiad ddl'i mportante degente. l\.folti medici si affollano per la successione. Molti di questi sono già conosciuti per i netti; altri no n hanno che improntitudine o go la di guadag no. ll nuovo dottore deve ancora apparire E quando sorgerà, dovrà riprendere le ricette mie. Dovrà solo saperle applicare meglio

- Un aCcusatore dell'ammiraglio Pcrsano, al quale fu chiesto che co lpa, secondo lui, a veva l'ammiraglio, rispose : u Quella di aver perdUto ».

- Cosl io. Ho qui delle tali prove di aver cercato con tutte le m ie forze di impedire la guerra che mi permettono di esse re perfettamente tranquillo e sereno sul giudizio dei poste ri e sulla conclusioni della storia Non so se Chu rchill è, come me, tranquillo e sereno Ricordatevi bene: abbiamo spaventato il mo ndo dei g randi affari sti e d ei g randi speculatori. Essi non hanno voluto che ci fosse d ata la possibilità di vivere. (Afl(J.Iolini sorrùe lievenunte quando parlò della .ma sertnitli e tra11q11illità. Sorrise di n110,:o qflando fue ccn,ro a Cburchi/1. I l sorrùo si 1111,tò in una s,11orjia di dùprezz.o allorché parlò de.gli affaristi e degli spu ulatori).

- Se le vicende di questa guerra fossero state favorevoli all'Asse, io avrei proposto al Fi.ihrer, a vittoria ottenu ta, la socializzazione mondiale , e ci oè : frontiere esclusivamente a carattere storico; abolizione di ogni dogana; libero com mercio fra paese e paese, regolato da una convenzione mondiale ; moneta unica e, consegiientemente, l'oro di tutto il mondo di proprietà comune e cosi tutte le materie pr ime, suddivise secondo i bisogni dei diversi paesi; abolizio ne reale e radicale di o g ni armamento. Colonie: quelle evolute e rette a Stati indipenden t i; le alt re, suddiv ise fr a que i paesi p iù adatti per dens ità di popolazione, o per altre ragio ni , a colonizzare ed a civilizzar<'. Libertà di pensiero, d i parola e cli stampa ? Sl, purché regolata e moderata da limiti giusti, chiaramente st abiliti. Senza di che, si avrebbe anarchia e licenza. E ricordatevi, soprattutto la mor ale deve avere i suo i d iritti. Ogni relig ione Jiber issima di propagandarsi: siamo stati i primi, i soli, a ridare lust ro e decoro e libertà e autorità alla Chiesa cattolica.

- A ssistiamo a quest o straord inario spettacolo: Ja stessa Chiesa alleata ai suoi più acerrimi nemici. La Chiesa cattolica non vuole, a Roma, un'altra forza . La Chiesa p referisce degli avversari deboli a degli amici forti. Avere da combattere un avversario, che i n fondo non la possa spaventare e cl,e le permetta di avere a dispos izio ne d egli argomenti co i quali ravvivare la fede è indubb ia mente un vantaggio Strinse le mani auieme e prosegui:

- Diplomazia abile, raffin ata. Ma, a v o lte, è un gran danno far e i superfurbi. Con la caduta d el fascismo, la Chiesa cat tolica si ritroverebbe di fronte a nemici d ' ogni gene re : vecchi e nuov i n emici. E avrebbe cooperato ad abbattere un suo vero, sincero difensore .

- Nel sud, n elle zo ne cosiddet te liberate, l'anticlericalismo ha ripreso in pk:no il suo turpe lavoro. L'« Asino» è, in confronto a pubblicazioni di questi ult imi tempi, un bollettino par rocchiale.

- Anch e in questo campo, gli stessi uomini che oggi non vogliono vedere, saranno unanimi a depreca re la loro pazzia o la loro malafede. Se la v ittoria avesse arriso a n oi, q uest o programma avrei offerto al mondo e, ancora una volta, sarebbe stata Roma a dare la luce all'umanità.

A quest o p 11nto Mussolini / acque. Si alzò t si avvicinò alla finulra . A vevo cer,ato di fissare g li appunti ml n1odo i l pM uallo possibile, tenendo dùtro a mala pena alle sur parole. specie quando la foga del discorso gli faceva offre/- fare la velocità ddl'upreuione. Lt carlt ilt era110 oramai più di lrtnla. Final111tnlt Aftmolini si dùfa((Ò dalla ftnesfr4 Si rivo/Je di nuovo a me e riprue :

- Mi dissero che non avrei dovuto a ccettare, d opo l'armistizio di Badoglio e la mia ljberazione, il posto di capo dello Stat~ e del governo della Repubblica Sociale. Avrei dovuto ritirarmi in !svizzera, o in uno Stato d e l sud America. A vevo avuto la lezio ne d el l. j luglio. Non bastava, forse? Era libidine di p otere, la mia ? Ora chiedo: avrei d ovuto davvero estraniarmi ?

- Ero fisica mente ammalato. Potevo chiedere, per lo ; eno , u n periodo di riposo Avrei v isto lo svolgerS,i degli avvenimenti. ?\fa c osa sarebbe successo ?

- I tedeschi erano n os tri alleati. L'atleanza e ra stat a 6.rmata e mille volte si era giurata recipcoca fedeltà, nella buona e nella catt iva sorte. I tedeschi, qualunque erro ce possano aver commesso, ecano, 1'8 settembte, in pieno diritto d i sentirsi e calcolarsi traditi.

- I <1 traditori )) del 1914 ecano gli s tessi del 1943. Avevano il diritto di comportarsi da padro ni assoluti. A vrebbero senz'altro nominat o un loro governo militacc di occupazione. Cosa sarebbe s uccesso ? Terra bruciata. Carestia, deportazioni in massa, sequestri, mon eta di occupazione, lavori obbligatori. La n os tra industria, i n ostr i valori artistici, indust riali, pri vati, tutto sarebbe stato bottino di guerra.

- H o riflettuto m olto. H o d eciso ubbidendo all' amore che io ho per questa divina ado rabile terra. H o avuta p recisissima la conv i nzione di firmare la m ia sentenza d i m orte. Non avevo i mportanza più. D ovevo salvare il piò possibile vite cd averi, dovevo cercare ancora u na volta di fare del bene al popolo d'Italia. E l a m oneta di occupazione, i marchi di guerra, che già erano stati messi in circolaz ione, sono stati per mia volontà riti rati Mi sono imposto. H o gridato. O ggi saremmo con miliardi di carta buona per bruciare.

-I nvece nel sud, i governanti legali hanno accettato le monete di occupazione La nostra lira nel regno del sud non h a praticamente più valore. La più tremenda d elJe i n fl azio ni delizia quelle regioni cosiddette libèrate, Quando acriveranno nel nord, in questo no rd che la Repubbl ica sociale ha g o vernato malgrado bombardamenti, jn terruzioni di strade, azion i di partig iani e di ribelli, malgrado la mancanza di generi alimentari e di combustibili, in questo nord dove il pane costa anco ra quanto costava d iciotto mesi fa e dove si mangia alle mense del popolo anche a o t t o lire, quando arriver anno a liberare il n ord, porteranno, con altri mal i, l'in flaz ione. Il pane salirà a cento lire il chilo e t utto sarà in proporzione.

- Mi sono imposto e h o a v uto uomini che mi h an no ubbidito.

Non si è stampato che il minimo occo rrente di mo neta. H o però autorizzato le banche ad e mettere degli assegni circo lari, questi tanto criticati as segni. Non sono tesaurizzabili: ecco la lo ro i mportanza La lira-moneta automaticamente v ie ne richiesta, acquist a cred ito, le rendite e i consolidati sono a centoventi, e dobbiamo frenare un ultcrio ce aumento . 'I'utto questo, ho fatto.

- Ho impedito che i macch inari veni ssero trasportati in Baviera. Ho ce rcato d i far tornare migliaia di soldati deportati, di lavoratori rastrellati. Anche su questo punto occorre parlare chiaro: ho dei dati i noppugnabili.

- Oltre trecentosessantamila lavoratori hanno chiesto volontariamen te di andar a lavorare in Germania, e h anno mandato, in quattro anni, alcuni miliardi alle fa miglie. Altri t recentoventim ila operai sono stat i arruol::i.ti dalb <( T odt )l Dalla G ermania sono to rnati o ltre quattrocentomila soldati ed ufficiali prigionier i, o pe rché hanno oputo pe r n oi, o per mio p ersonale interessamento secondo i casi p iù dolorosi.

- Ho impedito molte fucilazioni , anche quando era no giuste. Ho cercat o, con tre decreti di amnistia e di perdo no , di procrastjnare il più poss ibile le azioni repressive che i Comandi germanici es igevano per avere le spalle dei combattenti protette e sicure. Ho cUst ribuito a pove ra g ente, senza info rma rmi delle idee de.i singoli, molti m ilioni. H o cercato di salvare il salvabile. Fino ad oggi, l'ordine è stato mantenuto; ordine n el lavoro, o rdine nei traspo rti, nelle città.

- I ribelli ci sono. Sono molti; ma, salvo qualche aliquota di illusi, la gra nde massa è composta di ren itenti, di disertori, cU evasi dalle galere e dai pe nireniiarì. Gli A lleati sanno perfettamente questo, ma sanno anche che queste formaz io ni sono utilissime per i loro sforzi di guerra. Poi, a libe ra2io ne avvenu ta, succederà come in Gre~ eia. Sul vostro giornale avete messa in g iusta evidenza la d isperata t rasmissione dei partig iani greci in lotta contro i liberatori inglesi

- D ovevo, di fronte ad una situazione che v edevo t ragicamente precisa, disertare il mio posto di responsabilità? Leggete: sono ì g iornali del sud. Mussolini prigioniero dei tedeschi, Mussolini impazzito, :Mussolini a mmalato, Mussolini con la sua favo rita, Mussoli ni con la paralis i progressiva, M ussolini fuggit o in Brasile. (M11.uolini mi PJOstrava i ritagli. Ne leggeva i titoli ad alta voce. Ogni volta, dopo aver srandito le sillabe di ogni titolo, 101/evava gli occhi per vedere la PJia reazione Poi strinse il p"gno e lo batlé con t mrgia snl /avolo) .

- Invece sono qui, al mio pos to di lavoro, dove mi troveran no i vincitori. Lavorerò anche in Valte llin a. Cercherò che il mondo sllppia l:1 verità assoluta e non smentibile di come s i sono svolt i gli avve n imenti di questi ci nque anni. La verità è una,

- A1a r'è ar,cora 1111a 1prranza? Ci sana le armi s~grtle ?

. Ci sono. Sarebbe ridicolo e imperdonabile b luffare. Se non fosse avvenuto l'atte ntat o contro Hitle r nell'estate scorsa, si avreb b e avuto il tempo necessario p er la messa in azione di queste arn i. Il tradimento anche in Germania ha provocato la rovina, non di un partito, ma della patria.

- Ala noi vi siamo .1/ali e vi sare mo sempre fedeli.

Egli, allora, !Jli posò la ,nano .ml braccio e n1i dùu ror, arrrnlo triste :

- Quariti giuramenti! Quante parole di fedeltà e di 'dedizione" I

Oggi solo vedo chi era veramente fedel~, chi era veramente fascista J Siete voialtri, sempre gli stessi fed eli del1e ore belle e delle ore grav i. Facile era osannare nel 19 38 l H o u na tale documentazione di perso ne che non sapevano più che foce per piacermi I E al primo apparire dell a tempesta, prima si sono r it irati prudentemente per osse rvare lo svolg ersi degli avvenimenti, poi s i sono messi dalla pltte avversaria Che tri stezza I Ma che conforto, finalmente, poter vedere che vi sono i puri, i veri, .i sinceri. Tradire l'id ea, tradire me, ma non tradire la patria.

Quindi proseguendo a parlare delle armi segrete tcdcscbe, di<hi<Jrò:

- Le famose bombe distruttrici sono per essere approntate. Ho, ancora pochi giorni fa, avuto notizie precis issime . Forse Hitler non vuole vibrare il colpo che nella assoluta certezza che sia dec isivo.

- Pare che siano tre, queste bombe, e di efficacia sbalorditiva . La cos truzione di ognuna è tre mendamente complicata e lunga. Anche il t radimento della Rumenia ha influito, in quanto la mancanza della benzina è stata la p iù terribile delle cause della perdita della s upremazia aerea. Venti, trentamila apparecchi fermi o distrut ti al suolo. Mancanza di carburante La più tremenda delle tra gedie.

- Dure, pm1ate tln inglu ì e amerira11i pouano vedere i nmì arrivare m l more dell' E urop a 1 N on sarà p ouìbile ,ma p rrsa di p osi z io,u ?

- I carri armati cbe penetran o nella Prussia orientale sono di marca americana.

A questo punto 1.\fossolini volle pruùare che non ritmwa oran,ai più possibile sperare in HM capovolginm1to del fronte. Dùse a11che:

- Forse Hitler si illu<le.

Poi aggi11nse :

- Eppure, si sarebbe ancora in tempo, se ....

Alzò le 1opram"glia, fue 11n a n;pio gesto con le nJani, to11;e per farm i t ttpire : « T11flo I possibile)). Quindi riprese:

- Il compito degli Alleati è di distruggere l'Asse. Poi....

- Poi?

- Ve l'ho detto. Scoppierà una terza guerra mondiale. D emo- crazie cap italistich e contro bolsce vismo cap it alistico . So lo la no s tra vittoria avreb be dato al m ond o la pace con la giust i2ia. ?l,fi hanno tanto r infacciata la fo rma tirannica di discip lina che i mponevo agli it.:il iani. Co m e la rimpiangeranno. E d ovrà tor nar e se g li italiani vorranno essere a nco ra un p o p olo e non un agglomerato d i schiav i.

- E g li italiani la vorran no La esig<;ranno Cacceranno a fu ro r di pop o lo i falsi pastori, i piccoli malvagi u o mini asserviti agli inter essi d ello straniero. Porterann o fib ri alle t ombe dei martiri, alle tombe dei cad ut i per un'idea che sarà la luce e la speranza del m ondo. Diran no, allora, senza piaggerla e senza falsità: « Mussolini a veva rag io ne»

Af1molini a questo punto prest ù cartelle dove avevo ,m.uo gli appunti

- Non fare te un articolo . Riprendete da questi appunti quello che vi ho dett o . D op odom ani mattina mi porterete il d attiloscritto Se ne av r ò tempo, r ip renderemo fra qualche gio rno q uesto lavoro. Di.ui al Durt che in a11tùan1era era il mio redai/ore tapo, già direi/ore di 11n srttùmmt1!c di Bresda, A./Jaso/ù1i lo fece ,hia111are. Ri111a11w11110 ancora dìu i 111inuti in 11dienza *

AI FASCISTI DI MILANO, D ELL A PROVINCIA E A I FASCISTI PROFUGHI **

Car i camerati milanes i I Cari camerati profughi I

A vete fa tto b~ne a ve nirmi a trovare st amane. H o sentito anco r a u na volta i palpiti 'dei vostr i cuor i gener osi.

• La mattina del 22 apr ile 19 45, Cabella ritorna a palauo Monforte per presentare i ! t esto del coHoquio Mmsol ini lo legge attent:unen te, lo <"Orregge, sot· tolinea alcune frasi, tra(da dei segni marginali, fa delle aggiunte verbali, e lo sigla. Infi ne dice: (( Va bene. Ci rivedre mo f Ql'Je in qunri giomi Qiu1/unq11e coJa ar((lda, no n f are vedere ad alomo quello serin o Se Jot'eSJe a((adere il crollo. PM 1,e a,mi tenetelo ni;1s.-osto. Poi / ai e voi, u«mdo le vicende e secondo il vortro rrilerio. Ora i;1ndau » (Dal T eJlamenlo polilico di M ussolini).

0 A M ilano, la mattina del 22 aprile 194 5, i fascisti della città, della pro11inda e que lli profughi si adunano in pi.tzza San Sepolcro e chiedono subito a gran voce di conoscere quali sono g li o rdini impartiti da Mussolini. Una camicia nera dd g ruppo rionale CeJare Ba1ti11i s r i da : « Per ventisei anni abbiamo seguito il D uce. Ora è bene che egli segua noi, a.llritncnti i suoi ministri chissà dove lo portano ! ». Allora il commissario fed erale di Mil ano, Vincenzo Costa, decide, di sua iniziativa, di guid:m: i pmenti a palazzo Monforte. Entrat i nel cor tile della prei eu ura, i fascisti si dispongono ·in quadrato e c-omindano a scandire : « D uce! Duce ! ~ . Fin~ lmente egli appare nel vano di una fin estra. Visibilmente lieto, rimane un attimo a gua rdare la massa che lo .invo(a. Poi fa (enno con una

Si stanno prendendo decisioni importantissime; gli ordini, quindi, non maneheranno

Le prossime o re potranno decidere le sorti della gue rra, Forse il Po diventerà fronte di battag lia ·

Bisogna saper resistere, Resiste ndo, avremo la possibilità di trattare ~na pace onorevole. · '

?,.fa qualunque cosa dovesse accadere, ricordatevi che i1 camera. tismo conservato nelle ore terribili deJJa patria ci dovrà tenere più che mai uniti. (Le parolt di .M,mo!ùti 1ono uguite da app!ami èn1J11ia1lid t da aala111azioni. Una giovane fascista uce da(puadrato e lo abbraccia).

L'ULTIMO DISCORSO *

Asvc:ro Gravdli vi ha portato a me. perché voi volev ate vedermi cd u dire la mia voce

Voi, quanti siete, costituirete il Reparto arditi uffic iali d ella Guar· dia. Avrete, immediate, le dispos izioni per l'impiego.

Ma io vi dico che gli eventi che maturano vi devono trovare pronti ed in piedi. Bisogna battersi come gli eroici fascisti di Firenze, ForU e Bologna, che contesero il passo al nemico. Questa nostra ado. rabile patria non deve perire: se l'Italia morisse, non varrebbe la pena di vivere per noi I

Noi raggiungeremo la Valtellina per fare il quadrato p er l' ultima e disperata difesa: morire col sole in faccia e lo sguardo rivolto alle cime dei monti> ultimo sorriso della patria.

L'ora è grave, ma qualunque sia il destino, miei veterani della Milizia, io vi lancio il g rido antico e nuovo: « Uno per tutti, tutti per uno I )), mano che sarebbe disceso. Quando app.are nel centro del cortile, le invocazioni dei fedeli divengono più ins istenti. Fattosi silenzio, Costa. rivolge il seguente breve indirizzo a Mussolini: <i: Duce! I fascist i <li 1'-Iilano, della provincia ed i fa scisti profughi sono convenuti stamane in p iazza S:tn Sepolcro per chieder mi quali er ano i vostri ordini. lo persona lmente ancora nessun ordine ho ricevuto. Noi s iamo qui per obbedirvi. Vi saremo fedeli sino alla morte ! Comandateci !». Indi Mussolini pronuncia le parole qui ri portate. (Informazioni di V incenzo Costa).

• A. Milano, nel tardo pomeriggio del 23 aprile 1915, il sottocapo di Suto M:iggiore della Gu3!dia Nazion:1.le Repubbl icana, Asvero Gravelli, conduce inquadrati nel cortile di pal:m:o Monforte t utti gli ufficiali della Guardia stessa presenti in citd.. Invocato, Mussol ini scende dal suo uffi cio e rivolge agli ufficial i le p:1.role qui riportate. (Da: Gli ulti mi diuo rsi di Benito IU,molini - Casa Editrice « Lltinit3 », Roma, pag 62)

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