1914: NEUTRALITÀ O INTERVENTO ?

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Staccata dal contesto generale europeo, la spedizione albanese, cominciata il 29 ottobre e concretizzatasi il 25 dicembre, si riduceva così, nell‟attesa di un intervento in grande stile, nella ricerca di prestigio e di pegni398. A Londra, Imperiali era poi incaricato da Salandra ad affermare che: “a meno di fatti imprevedibili… se l‟Italia interverrà, lo farà quando potrà contare pienamente sulle sue forze militari, per far pesare davvero la sua volontà sulle sorti del conflitto”399. Il rinvio dell‟intervento è deciso, e la collaborazione in Adriatico con le flotte dell‟Intesa, base della strategia di Di San Giuliano, messa all‟angolo. Che senso ha questo mutamento? È un rinnovamento spirituale? È il frutto di un sogno imperiale per la supremazia in Adriatico, per Trento, Trieste e la Dalmazia? Beh!, “Diversamente non val la pena fare la guerra”, commenta De Martino400. - La politica estera italiana sotto il Barone Sidney Sonnino Sonnino… partì dal principio che occorresse far chiarezza nella politica italiana, il che significava anzitutto… fare scelte autonome in rapporto all‟obiettivo da raggiungere… il completamento dell‟unità nazionale…; Se l‟Austria era… disposta a cedere le province italiane… entro un tempo definito… avrebbe ottenuto… libertà d‟azione…; altrimenti occorreva… conquistare ciò che l‟Austria… rifiutava di concedere, ma in questo caso il sacrificio della guerra doveva comportare non solo l‟acquisto di tutte le terre italiane ma anche il conseguimento della sicurezza nell‟Adriatico… verso l‟Austria e… nei confronti degli slavi…; questa politica contemplava lo studio… delle due possibilità, l‟accertamento delle intenzioni austriache, e… se non si fosse raggiunto l‟accordo con Vienna, il negoziato con l‟Intesa.401 Il 9 dicembre Sonnino scrive a Tittoni, Imperiali e Carlotti (DDI, 5, 2, 359) “Sondare… dichiarando… che la questione dell‟Albania è di gravissima importanza per l‟Italia che non può non preoccuparsene; che il possesso di Valona interessa l‟Italia in via diretta ed assoluta”. Carlotti (DDI, 5, 2, 370) e Imperiali (376) il 12 dicembre, e Tittoni (388) il 14, comunicano che i ministri degli esteri delle rispettive capitali si dichiarano d‟accordo con le affermazioni, perentorie, di Sonnino. Anche da Berlino e Vienna, giungeranno i “permessi” alla spedizione albanese. 399 Cfr. B. Vigezzi, L‟Italia di fronte, cit., p. 136. 400 S. Sonnino, Carteggio, cit., p. 58. 401 Cfr. P. Pastorelli, Dalla prima alla seconda guerra mondiale. Momenti e problemi della politica estera italiana. 1914-1943, LED, Milano 1997, pp. 25-27. Cfr. S. Sonnino, Diario, cit., pp. 65-66, 9 gennaio. “Il presente ministero ha preso come base del suo programma la neutralità in quanto questa possa conciliarsi con l‟appagamento delle soddisfazioni nazionali. A… dicembre faceva sentire a Vienna come i movimenti degli eserciti austriaci nei Balcani… creassero una situazione che dava luogo… alla necessità di… compensi da cedersi all‟Italia…; Il 6 gennaio… precisai come la discussione… avrebbe dovuto impiantarsi sulla base della… cessione… di territori… posseduti dall‟Austria… contro concessione all‟Austria, entro limiti da determinarsi,

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