1914: NEUTRALITÀ O INTERVENTO ?

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Seppur col dubbio della riserva mentale, gli austro-tedeschi, nonostante la quasi totale certezza che l‟intervento dell‟Italia, dopo la denunzia della Triplice (3 maggio), fosse solo questione di tempo, continuavano a trattare per evitare in extremis l‟intervento di un ulteriore nemico (e con esso la Romania), o almeno per ritardarlo. Vienna e Berlino si presentavano forti della vittoria di Gorlice-Tarnow, che aveva costretto i russi a sgomberare i Carpazi467, ed ebbero, almeno per tutta la prima decade di maggio, informazioni incerte e frammentarie circa i patti che il governo italiano aveva stretto a Londra, e ciò li spingeva ulteriormente ad agire come se la partita non fosse del tutto compromessa468. Il 4 maggio Jagow telegrafava a Bülow la decisione del governo austriaco di far annunciare una più ampia lista di concessioni: disinteressamento in Albania purché non vi si istallasse una terza potenza; Università e ampliamento dell‟autonomia municipale a Trieste; Trentino italiano, correzioni sull‟Isonzo con Gradisca (esclusa Gorizia considerata slava); garanzie tedesche sulla fedele esecuzione delle promesse austriache, da realizzarsi, comunque, a fine guerra469. Il 5 Bülow esponeva queste proposte a Sonnino, e il 6 Macchio, parlando sempre col ministro italiano, aggiungeva maggiori autonomie per Trieste, l‟impegno di Vienna a proclamare ufficialmente il contenuto degli accordi una volta firmati, l‟immediato ritiro dal fronte di tutti i militari provenienti dai territori ceduti. In cambio l‟Italia sarebbe rimasta neutrale e avrebbe lasciato mano libera all‟Austria nei Balcani. Sonnino rispondeva che avendo ritirato tutte le proposte il 4 maggio (denunciando l‟alleanza e assumendo formalmente la libertà d‟azione), avrebbe dovuto sottoporre la questione al Consiglio dei Ministri. Il Ministro anticipò comunque che anche queste concessioni non avrebbero accontentato il R. Governo (“le A causa di questa sconfitta, l‟accordo militare italo-russo, restò per forza di cose, e almeno fino al marzo 1916 (inizio dell‟ “Offensiva Brussilov”), lettera morta, vista l‟impossibilità delle armate zariste di impegnare adeguatamente quelle asburgiche. 468 I tedeschi (e gli austriaci) in base alle loro informazioni ritengono in generale che gli impegni del Governo Salandra-Sonnino siano solo accordi di governo, non vincolanti lo Stato. Cfr. A. Monticone, op. cit., pp. 486-492. 469 Ivi, pp. 500-501. 467

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