1914: NEUTRALITÀ O INTERVENTO ?

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- Le strutture mitiche, ideali e culturali L‟Italia non entrò nella prima guerra mondiale per motivi logici, per esigenze imperiose di carattere militare o economico, per una scelta ideologica, realistica o per necessità geopolitica… Fu il mito a spingerla in guerra. Mazzini, il Dante nazionalizzato, gli intellettuali che si facevano portabandiera delle loro idee avevano detto che il confine dell‟Italia era sul Quarnaro e perciò l‟Italia doveva combattere “la Quarta guerra del Risorgimento”. Salandra e Sonnino… avevano portato l‟Italia in guerra… credendo di potere così “passare alla storia”… Giovanni Gentile era stato favorevole all‟intervento solo perché l‟Italia potesse diventare partecipe a pieno diritto della “grande storia del mondo”. Anche la giovane generazione degli aspiranti politici e intellettuali… Mussolini… Gramsci… fu sedotta facilmente dal fascino della guerra. L‟Italia non doveva ridursi ad essere tanto passiva da somigliare alla Svizzera…; Solo la Guerra avrebbe potuto far rispettare la nazione a Berlino, a Parigi o a Londra 64.

È certamente una tesi forzata o, più verosimilmente, è una tesi che tende a mettere l‟accento sul fatto che i motivi culturali, ideali, mitici, possono avere in politica estera un peso decisivo, anche quando si tratta di prendere decisioni di estrema gravità. Basti pensare, a mo‟ di esempio, all‟imbarazzo di fronte al quale il governo italiano si trovò quando, fra il 1875 e il 1878, si riaprì la “Questione d‟Oriente”. Nei tre anni compresi fra lo scoppio delle rivolte nell‟Impero ottomano e l‟esplosione, in Italia, delle polemiche relative agli esiti del Congresso di Berlino, si può infatti scorgere, in maniera piuttosto netta, come la conduzione della politica estera di un Paese risenta dell‟influenza di fattori di natura ideologica, dei problemi di percezione delle cose e degli eventi, delle ambiguità del sostrato culturale nazionale, degli umori dell‟opinione pubblica, delle personalità e delle mentalità degli uomini che in quelle circostanze decidono il comportamento internazionale del Paese, dello spirito col quale i diversi attori del sistema internazionale interpretano in quel periodo le relazioni internazionali65. Già lo scoppio della crisi balcanica poneva il governo italiano di fronte ad un dilemma di natura morale. Gli italiani avevano raggiunto 64

Cfr. R. J. B. Bosworth, op. cit., pp. 50-52. Per una ricostruzione del periodo qui richiamato cfr. Rinaldo Petrignani, Neutralità e Alleanza. Le scelte di politica estera dell‟Italia dopo l‟Unità, Il Mulino, Bologna 1987, fino a p. 182.

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