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EUCARISTIA: SACRIFICIO ....................................................... pag
from Parole Luminose
EUCARISTIA: SACRIFICIO
Tutti sappiamo che l’Eucaristia può essere considerata sotto l’aspetto di sacrificio (la Messa), di nutrimento (la Comunione), di presenza (l’Adorazione). Qui prendiamo in considerazione solo il primo aspetto: la Messa.
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Chiediamoci: per chi, a vantaggio di chi la Chiesa celebra incessantemente la Messa? Considerando tutto il mondo, non esiste un minuto in nessun giorno senza una Messa. Vorrei chiederlo a voi che siete frequentatori abituali della Messa. Giustamente si dice che non c’è domenica senza la Messa. Perché? Chi ne trae vantaggio? Ripeto: per chi è la Messa?
È opinione diffusa che la celebrazione eucaristica serve innanzitutto a noi: per chiedere aiuto al Signore per i nostri problemi, per le esigenze umane di vario genere; inoltre la Messa ci rende più fratelli e più attenti agli altri (penso allo scambio della pace). In fondo: nell’Eucaristia è l’uomo “povero” che intercede a proprio vantaggio presso Colui che tutto può.
Allora, alla domanda: «Per chi è la Messa?» la risposta è facile, immediata: per noi uomini, perché bisognosi, oltre che peccatori. Chissà, però, se questo è il pensiero della Chiesa; se questo è il fine primario dell’azione liturgica. E si dà una motivazione che sembra plausibile: Dio – si pensa – non ha nessun bisogno (è perfetto!). L’Eucaristia serve a noi per creare “com-unione” tra di noi, e per trovare in Essa la forza per impegnarci di più perché siamo inevitabilmente deboli, poveri. È certamente vero che partecipiamo alla Messa per presentare a Dio tutte le nostre necessità. E sono tante. E Dio? È lì, pronto ad esaudire le nostre richieste; è – lo dico con enorme rispetto – quasi un nostro “pronto soccorso”. Allora la Messa è vista innanzitutto in una ottica umana, per i bisogni degli uomini. Questa, se riflettiamo, è una visione “modernista” molto diffusa oggi.
Noi, qui, diciamo invece che la Messa è innanzitutto per Dio! Afferma il Concilio Vaticano II che l’Eucaristia è il “culmen”, il punto più alto e più comprensivo dei rapporti uomo-Dio. Cristo e
la Chiesa sono i soggetti della celebrazione eucaristica, ma Dio è il fine! Ciò comporta che ogni Messa è per la lode di Dio, per adorare Dio, per ringraziarLo. Eucaristia significa proprio “ringraziamento”. E quando celebriamo la Messa, proclamiamo ai quattro venti la gloria di Dio, ossia che Dio è Amore e Misericordia. La comunione fraterna e un maggior impegno nella vita di ogni giorno sono conseguenze della Messa.
Se l’Eucaristia è culmen (come afferma il Concilio Vaticano II), significa che è il punto d’arrivo, il più alto, il compimento del rapporto uomo-Dio. È significativo che il sacerdozio è innanzitutto in vista della Messa. Alcuni decenni fa fu consacrato sacerdote a Torino un giovane di diciannove anni sul letto di morte e celebrò solo la Messa dell’ordinazione. Fu vero e completo sacerdote perché aveva celebrato una Messa! È significativo anche il fatto che Gesù parla delle condizioni per partecipare all’Eucaristia («Se un tuo fratello ha qualche cosa contro di te…»). Non dice che è illecita o addirittura invalida se poi non vivo da autentico cristiano. L’autenticità della vita è una conseguenza, augurabile, ma non inficia la validità della Messa.
Da che cosa ricavo che la Messa è per Dio? Dall’immagine del banchetto, usata da Gesù stesso in Mt 22, 2-10 e in Lc 14,15-24. È opportuno mettere a confronto il banchetto di nozze di cui parla il Vangelo con la celebrazione eucaristica. Proviamo.
BANCHETTO DI NOZZE EUCARISTIA
È per l’onore degli sposi, non per l’utilità dei partecipanti
È per la gloria di Dio, non per l’utilità dei partecipanti Perché invitati dagli sposi Perché “vocati” da Gesù Presuppone un rapporto con gli sposi Presuppone la grazia, l’amicizia con Dio
Approfondisce il rapporto con gli sposi “Cristificazione”, ci rende… di Cristo
Si conoscono altre persone La Chiesa si forma mediante l’Eucaristia
Conseguenze: amicizia, fraternità… Conseguenza: si vive la carità
Quindi viviamo con particolare devozione ogni Messa, in particolare la preghiera eucaristica. È l’invito del papa Benedetto XVI: «La Preghiera eucaristica richiede un momento di attenzione particolare per essere pronunciata in modo tale che coinvolga gli altri. Penso che dobbiamo anche trovare occasioni, sia nella catechesi, sia nelle omelie per spiegare bene al popolo di Dio la Preghiera eucaristica, perché possa seguirne i grandi momenti. Il racconto e le parole dell’istituzione, la preghiera per i vivi e per i morti, il ringraziamento al Signore, per coinvolgere realmente la comunità in questa preghiera» (Miei cari sacerdoti, Shalom, p. 195).
Termino riportando un pensiero di mons. Primo Gasparini, un vero educatore di giovani e a me molto caro: «Questo rendimento di grazie, che può ben dirsi cosmico perché si riferisce a tutti i benefici elargiti da Dio nel tempo e nello spazio, non si esplica soltanto attraverso le parole e i canti: si attua in modo pieno e perfetto con l’offerta del corpo e del sangue di Gesù al Padre, che è precisamente il “sacrificio eucaristico”, cioè il solo gesto capace di esaurire il dovere di riconoscenza del mondo verso il suo creatore».