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SGUARDO ................................................................................ pag

SGUARDO

Oggi prendo in considerazione tre parole: faccia – volto – sguardo. Che differenza di contenuto!

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FACCIA è l’aspetto fisico, è qualcosa di oggettivo, ricevuto dalla natura, o meglio, dai genitori. Non esprime un sentimento.

VOLTO manifesta emozioni, anche senza volerlo. Solitamente esprime un atteggiamento interiore di approvazione o di critica. Talvolta non è nemmeno una espressione voluta: è istintiva.

SGUARDO esprime sempre qualcosa di voluto; è una manifestazione di approvazione o di rimprovero o di disappunto. Talvolta esprime tenerezza o compartecipazione alla gioia o al dolore di un’altra persona. Lo sguardo è sempre personale: è un mezzo assai eloquente per comunicare. Esso parla mediante gli occhi e l’espressione del volto. Tante volte è più efficace ed immediata la comunicazione con un solo sguardo piuttosto che con le parole. Nello sguardo è sempre il cuore che parla.

Tante volte i Vangeli ci presentano lo sguardo di Gesù verso qualche persona: è sempre uno sguardo di amore.

Il primo esempio è, ovviamente, quello di Gesù verso sua Madre: durante la Via Crucis, alla IV stazione, penso che sia stato non solo uno sguardo di partecipazione al dolore della sua Mamma, ma ancor più di ringraziamento commosso perché la Madre era lì, con Lui, perché non lo ha abbandonato nemmeno in quel frangente assai tragico.

Fa tenerezza indescrivibile lo sguardo di Gesù alla Madre quando ormai è appeso alla Croce. Ciascuno si sforzi di indovinare i sentimenti di Gesù nel Suo sguardo verso la Mamma che sta, impietrita, sotto la Croce.

Penso allo sguardo fermo e tenerissimo, oltre che affascinante, con cui Gesù guarda Simon Pietro e gli altri primi discepoli, tanto che, subito, cioè senza incertezza alcuna, lasciano le reti e Lo se-

guono. Chissà quale forza di amore e di compassione esprimeva lo sguardo di Gesù quando incontrò Pietro, il rinnegatore, nel cortile del pretorio. Certo, quello sguardo ha stravolto Pietro!

Penso alla tenerezza con cui Gesù guardava i bambini, anche quella che all’ingresso in Gerusalemme cantavano Osanna al Figlio di Davide; eppure sapeva che dopo qualche giorno anche loro si sarebbero accodati alle grida: «Crocifiggilo!».

Una menzione speciale merita lo sguardo sulla lunga schiera di peccatori che Gesù incontra per le strade e a cui rivolge il suo sguardo di perdono, tanto che tutti, dicono i Vangeli, si sentivano… “liberamente costretti” a cambiare vita e a riconoscere in Gesù il vero Messia da tanto tempo atteso.

Un posto specialissimo merita la Maddalena. Ci basti lo sguardo con cui Gesù Risorto la guardò e pronunciò il nome “Maria” vale la pena di fermarsi in silenzio a rivedere e a riudire quella scena, e a tentare di riprovare in noi l’intensità di tenerezza con cui Gesù pronuncia il nome di quella donna.

Penso con intensità di cuore allo sguardo con cui Gesù fissò i suoi occhi negli occhi del giovane ricco, quando costui disse sinceramente e baldanzosamente, «Questo l’ho sempre fatto». Questo incontro richiede davvero una lunga e silenziosa contemplazione personale.

Un capitolo a parte meriterebbe lo sguardo di Gesù verso Giuda al momento dell’arresto. Chissà con quale sguardo di bontà e di perdono promesso disse al traditore: “Amico!”. Chi riesce ad elencare i sentimenti di Gesù espressi con quello sguardo e quella parola?

Gli esempi richiamati, e tutti gli altri, ci dicono che lo sguardo di Gesù è sempre e solo amore, perdono. Però ci dicono nello stesso tempo che, anche di fronte allo sguardo di amore di Gesù, l’uomo è sempre libero.

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