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Recensioni musicali
from 2005 02 IT
by SoftSecrets
tutti sono felici di avere a che fare con un groviglio di cavi elettrici che si fanno strada nel nostro armadietto.
Per chi si trova di fronte a una situazione del genere, la soluzione ideale è coltivare in più armadietti, in modo da poter suddividere il rifornimento di energia durante il giorno e la notte e, inoltre, ripartire il carico sull’impianto della casa. Soprattutto, l’uso di piccoli armadietti offre spesso il vantaggio di produrre una quantità di odore inquinante considerevolmente inferiore e di essere trascurati durante le irruzioni della polizia! Inoltre riducono il rischio di essere arrestati per coltivazione illecita perché è possibile svuotare l’armadietto in un pomeriggio e/o spostarlo se ci sono delle irruzioni nelle vicinanze. Inoltre, molti poliziotti locali hanno cose migliori con cui perdere tempo che mandare all’aria qualche armadietto da quattro soldi contenente innocenti piantine e, nel caso venissimo arrestati, molto probabilmente usciremmo su cauzione. Per quanto riguarda la coltivazione in sé, un armadietto ha a volte il difetto di essere molto sensibile alle temperature. Ad esempio, se la pompa aspirante non funziona alla giusta velocità, la temperatura può salire facilmente e dobbiamo assicurarci che le piantine non appassiscano o/e addirittura avvizziscano. Il contrario succede se si utilizza uno spazio ampio, in cui la temperatura cambia meno drasticamente.
Piuttosto che una temperatura troppo elevata, il problema nei mesi invernali può essere che la temperatura dell’armadietto cali troppo nel periodo (buio) di fioritura. Tutto ciò può essere davvero dannoso per lo sviluppo dei grappoli di fiori e, per questa ragione, è consigliabile tenere l’armadietto all’interno di una stanza con una temperatura di circa 20 gradi. Solo in questo modo è possibile mantenere le condizioni ambientali ottimali necessarie per sfruttare completamente l’intero potenziale di un armadietto per la coltivazione!
Autoproduzione
Lowryder
Nel precedente numero abbiamo pubblicato una breve descrizione di questo strain particolare: particolare perché la Lowryder, elimina completamente la fase di crescita vegetativa passando direttamente dallo stadio germinativo a quello di fioritura (in 8-9 settimane da seme a cima) mantenendo una statura molto bassa (30-40 cm). Di seguito vi presentiamo il report di un ciclo di coltivazione completo.
a cura di Pistillo (tratto da www.ENJOINT.com)
Ciao a tutti, quella che sto per raccontarvi è la mia personale esperienza con il tanto famigerato e discusso strain Lowryder della Joint Doctor’s seed bank. Ciò che mi ha spinto ad intraprendere questa avventura è stata la curiosità di vedere crescere una pianta che ferma la sua crescita a un altezza molto ridotta e con la peculiarità di fiorire indipendentemente dal fotoperiodo. Per questo test ho scelto di utilizzare terra come substrato: ho miscelato un composto a base di terriccio universale, perlite, argilla espansa e dopo il primo travaso ho aggiunto della fibra di cocco a grana fine al mix per aumentare l’areazione del medium. Ottima la percentuale di germinazione: otto piante nate su otto semi piantati. Dopo tre giorni tutte le piante erano emerse tranne una di esse che in seguito ha manifestato stranezze nella crescita. In questa fase ho somministrato un fertilizzante stimolatore della crescita a base di acido fulvico e ricco di sostanze organiche facilmente assimilabili dalla giovane pianta (Diamond Nectar).
Coltivare questa varietà si è rivelato divertente: avendo un ciclo di vita relativamente breve le piante manifestano cambiamenti sostanziali in brevi lassi di tempo: dopo soli cinque giorni dalla nascita hanno raggiunto l’altezza 5 centimetri. Nelle prime fasi di vita sono state illuminate da tubi al neon per poi passare sotto una 400W Hps. Trascorsi ventun giorni dalla germogliazione tutte le piante avevano sessato: sei di loro erano femmine e solo due maschi. Durante la loro crescita ho usato i fertilizzanti della serie “Flora microgrow-bloom” studiati per coltura idroponica somministrando dosi ridotte rispetto a quelle indicate dal produttore per evitare sovra fertilizzazioni: in questa fase è necessario fornire un nutrimento con una buona percentuale di azoto per assecondare la velocità di crescita, e fornire le giuste dosi di potassio e microelementi. Ad ogni annaffiatura con fertilizzanti ne ho alternato una con soli enzimi,grazie a questo trattamento le piante sono cresciute senza mostrare carenze,a parte una di esse che ha presentato un lieve ingiallimento delle foglie più basse. Portate in fioritura ho effettuato il terzo ed ultimo travaso, da vasi da 1 litro a vasi da 2.5 litri. Avevo valutato che per piante di dimensioni così ridotte il volume sarebbe stato sufficiente e in effetti al termine del ciclo le radici avevano colonizzato circa il 60-70% della terra. A circa trenta giorni ho dato le prime dosi di Pk 13-14 che, dopo poco tempo, hanno mostrato il loro effetto: la resina ha iniziato a far brillare le gemme e le foglioline intorno ad esse.
Dieci giorni dopo i tricomi ghiandolari avevano già coperto tutte le infiorescenze e i pistilli, che continuavano a spuntare numerosi. A questo punto della crescita la loro statura media era stabile attorno ai 15 cm di media. Tranne una, le altre hanno assunto una forma conica, larghe alla base e fitte di calici fino ad arrivare alla punta.
Dieci giorni prima di raccogliere ho somministrato una prima dose di Ripen,uno stimolatore di fine fioritura,grazie al quale la pianta aumenta la produzione di resina. Ho poi alternato due irrigazioni con Ripen ad altre con sola acqua ed ho aspettato per qualche giorno che il terreno si asciugasse per poi raccoglierle e appenderle a testa in giù, in un posto buio. Messe sulla bilancia dopo il taglio pesavano la media di 30 grammi ciascuna, una volta secche pesavano circa 60 grammi nella loro totalità: una media di 8 grammi per cima. La concia è proseguita in vasetti di vetro, mantenuti semiaperti per i primi giorni e successivamente chiusi e riaperti di tanto in tanto per permette un ricambio dell’aria.
Non potevano mancare le descrizioni di gusti e aromi in questo resoconto. L’odore è davvero buono, dolce e fruttato con un lieve aroma di liquirizia, quando si apre il barattolo e si respira a pieni polmoni la loro fragranza, si percepisce un aroma quasi balsamico.
Lascia in bocca un gusto fresco e zuccheroso, pulito e privo di accenti sgradevoli. Non provoca nessun bruciore o raschio alla gola. L’high è un mix tra il cerebrale e corporeo con una lieve predominanza dell’effetto cerebrale.
La facilità nel crescere, il poco impegno che richiede e il tempo davvero esiguo, compensano la scarsa produttività. Ottimo strain!
Un buon rendimento per uno spazio così piccolo. I germogli hanno poche foglie gialli, ma per il resto sono di eccellente qualità.