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Shop review

Per informazioni su come pubblicare la recensione del proprio negozio: www.soft-secrets.com (link Italia)

MCK Biogardening

Via C. Ferrigni 139 – 57100 Livorno

L’idea di aprire al pubblico un grow shop é nata da un insieme di motivazioni differenti: i risultati ottenuti nel corso degli anni, la passione per la natura ed il piacere di veder crescere le proprie piante; ma anche a causa del veloce sviluppo del mercato nero, un mercato che rende il prodotto sempre più costoso, e soprattutto nelle mani di persone senza scrupoli, capaci di qualsiasi cosa pur di incrementare i guadagni. Ma anche grazie all’entusiasmo di molti amici che intendevano creare il proprio giardino nella loro casa, senza dover cosi’ più ricorrere al pusher di turno. Erano i primi anni Novanta e si trasportavano lampade e nutrimenti nello zaino, Amsterdam-Milano con il cuore in gola, la paranoia di essere fermato e dover giustificare la ‘strana’ attrezzatura. Gia’ a partire da quegli anni i risultati non si fecero attendere; certo, alcuni argomenti non erano affatto chiari. Provate ad immaginare i problemi e le questioni legate al PH o ad altri dettagli tecnici… occorreva, innanzitutto, una buona padronanza della lingua inglese per poter comprendere bene certe informazioni. Alcuni libri sono stati davvero utili, tante grazie a Cervantes, allora! Tutti questi motivi, uniti all’esigenza di un vero lavoro, sono stati i punti di partenza della MCK Biogardening. Nell’ultimo decennio la situazione in Italia è cambiata notevolmente. Oggi si va al growshop più vicino a casa e si compra tutto il necessario. Probabilmente anche la vicinanza con la Svizzera ha contribuito ad incrementare l’interesse per la coltivazione e l’autoproduzione. Questo significa che coloro che coltivano le proprie piante, e sono sempre di più, contemporaneamente smettono di acquistare al mercato nero. Tutte queste persone sono oggi autosufficienti, a discapito quindi di tutti quei personaggi che lucrano milioni di euro attraverso il mercato nero appunto, un mercato che offre per giunta una qualità notevolmente peggiore. Infatti un prodotto _cresciuto_ in casa propria è sicuramente più sicuro e genuino, puo’ anche essere 100% organico, se vogliamo. Tutti questi cambiamenti pero’, ci portano a fare delle riflessioni. Occorre capire in quale direzione potrebbe evolversi la situazione legale italiana nei prossimi anni. Cio’ non significa arrivare ad una situazione di totale confusione come é accaduto in Svizzera, ma anzi quell’esperienza deve esserci d’esempio. Ritengo che la situazione ideale sia quella rappresentata dal modello olandese, dove esiste una tolleranza frutto di un equilibrio accettato dalle istituzioni e i coltivatori. Sarebbe auspicabile in futuro una situazione di tolleranza anche in Italia. Ad esempio la possibilità di possedere un numero di piante, strettamente per uso personale, che possa consentire di arrivare al raccolto successivo. Senza per questo dare pero’ la possibilità di facili guadagni per coloro che intendono farne un business. Occorrerebbe infatti stabilire un certo numero di regole e leggi da rispettare, come quella di un numero massimo di piante consentite, distinzione indooroutdoor etc. Questa è una realtà attuabile e positiva sotto molti punti di vista e meriterebbe la considerazione dei nostri politici, che dovrebbero iniziare a riflettere su una problematica che coinvolge milioni di persone. (In Europa ci sono oltre 3 milioni di persone al giorno che consumano /cannabis/) continuare a rimandare in Italia, come invece succede in altri paesi, un gesto di apertura e tolleranza nei confronti di questa pianta non ha più significato. Oltretutto coloro che negli anni hanno imparato a coltivare la canapa che consumano, molto difficilmente tornerebbero ad acquistare al mercato nero. Dopo tre anni di attivita’ ho maturato la convinzione che in Italia la situazione possa cambiare. Il numero sempre crescente di growshops, attesta che sempre più persone credono in questa realtà. Tutti noi dobbiamo lavorare con intelligenza e fare in modo che un cambiamento avvenga in maniera equilibrata e sensata. Occorre traghettare una situazione assurda ed ipocrita, come quella attuale, verso una realtà normale e trasparente. Certamente dal vendere lampade portate nello zaino ad un growshop la differenza é molta, ma la strada da fare é ancora lunga. Un augurio di buon lavoro a voi, in modo che tutto sia più facile.

MCK Biogardening • tel. 0586.852877 • web: www.biogardening.it

Intervista al canapaio di Andrea B.

Via Alessi 10/ang. Via D’Annunzio – Zona Senigallia (Milano)

Abbiamo visitato un punto vendita piccolo ma molto specializzato, in zona Senigallia, a Milano, che offre ai suoi clienti la possibilità di coltivare in casa vari tipi di piante. L’amore per il fai da te e la curiosità giovanile, cresciuta negli anni grazie alle letture e ai viaggi all’estero, hanno suggerito al titolare l’apertura di quello che ormai è diventato un punto di riferimento per gli appassionati coltivatori domestici. Lo incontriamo nel suo spazio per farci raccontare qualcosa della sua esperienza, dopo poco più di un anno dall’apertura.

Come mai hai deciso di aprire questo tipo di negozio?

Direi soprattutto per passione e curiosità. Ho sempre avuto un debole per questo argomento e viaggiando all’estero, negli anni passati, mi rendevo conto che mentre in Italia la coltivazione domestica delle piante era, per vari motivi, pressoché sconosciuta, altrove l’autoproduzione, idroponica o direttamente nella terra, era un’attività piuttosto diffusa. E non parlo di posti dall’economia depressa ma di nazioni con un elevato tenore di vita: in Inghilterra, Olanda, Spagna, Stati Uniti ma anche in Australia non era, e non è tutt’ora, difficile incontrare persone che coltivavano in casa ciò di cui avevano bisogno. Difficile capire se fosse una questione culturale o il risultato di una legislazione più democratica. Fatto sta che a un certo punto mi sono reso conto che in Italia la cultura delle piante coltivate in casa era quasi inesistente e che, d’altra parte, anche il commercio offriva poco o nulla in quest’ambito. Diciamo che ho pensato di darmi da fare e offrire qualcosa di nuovo alle persone che potenzialmente avrebbero voluto fare qualcosa per sé ma non sapevano come fare.

All’inizio però parlavi anche di curiosità.

E’ vero… la curiosità è scattata (potrei dare quasi una data precisa) nel 1985, quando mio padre andò a Londra e tornò con un libro che parlava di coltivazione della marijuana in casa. Pensa, all’epoca in Italia si trovava solo hashish di bassa qualità mentre altrove queste piante venivano coltivate tranquillamente in casa, così si poteva controllare tutto il processo e, di fatto, anche la qualità finale del prodotto.

Cosa proponi oggi nel tuo Shop?

Soprattutto lampade e sistemi per coltivare le piante indoor: gli strumenti fondamentali per una buona crescita delle piante. Poi, naturalmente ho anche molti tipi di concimi e nutrimenti per qualunque metodo di coltura: quella biologica (nella terra), l’idroponica (in acqua), e anche quella nella fibra di cocco.

Hai anche altri tipi di strumenti e accessori?

Si, il mercato ne offre di vari tipi. Ci sono gli stash boxes (contenitori su cui viene posto un telaio dello spessore di 15 micron, utilizzati per estrarre resine secche dalle piante come ad esempio la resina secca della marijuana, che poi diventerà hashish). C’è poi il vapir, che produce solo vapori e quindi permette di “fumare” senza combustione. In questo modo viene assunto solo il principio attivo della pianta (thc) e si evitano tutti gli effetti del fumo classico. Ho anche molti modelli di pipe, cartine provenienti da tutto il mondo, blunt, grinder e anche space case: un grinder con setaccino e raccoglitore per la resina.

E ora proviamo a fare un po’ di analisi statistica: dopo un anno d’apertura puoi dirci che tipo di pubblico frequenta il tuo punto vendita?

Contrariamente a quanto si potrebbe credere, l’80% della mia clientela è costituito da ultratrentenni, dunque non un pubblico adolescenziale, come si potrebbe banalmente pensare. La maggior parte di loro è rappresentata da seri professionisti, padri di famiglia dall’aspetto che potremmo definire “insospettabile”: medici, giornalisti, avvocati, commercianti... Ci sono poi moltissimi studenti universitari, il cosiddetto pubblico giovanile, certamente appassionato ma non maggioritario.

Strano, non trovi?

In effetti all’inizio anch’io pensavo che avrei avuto una clientela in maggioranza “rasta” e invece ho poi scoperto che le cosiddette persone “normali” non hanno alcun problema a visitare il mio negozio. Al contrario, sono interessati e conoscono bene i materiali che tratto. Evidentemente sono giunti alla conclusione che non è obbligatorio aver a che fare con un certo tipo di sottobosco per fruire di benefici del tutto legittimi.

Intervista al canapaio di Andrea B. • tel. 02.89074388

Fral lampade

Via del Commercio, 10/2 – 41012 Carpi (Modena)

Fral lampade è una piccola azienda a conduzione propria, nata a Carpi (MO) circa 3 anni fa con lo scopo di produrre kit di illuminazione per l’indoor di alta qualità a prezzi contenuti e di produzione italiana. La Fral lampade vuole offrire un’ alternativa alla importazione di prodotti analoghi dall’estero, di mediocre fattura e a volte con prezzi di gran lunga superiori alla qualità offerta. Senza contare la scomodita’ ed i costi aggiuntivi dati dal trasporto da grande distanza. Con l’anno nuovo Fral lampade propone una nuova e vasta scelta di riflettori tipo stuco per bulbi hps e mg light con prezzi competitivi per l’Italia e l’estero. In piu’ volendo offrire ai suoi clienti una piu’ vasta scelta di articoli per il grow, Fral, propone un nuovo canale distributivo “l’idrocultura by fral” che si occuperà della commercializzazione e distribuzione dei marchi piu’ utilizzati sul mercato per coltivazione in\outdoor. Ci auguriamo di soddisfare appieno la nostra nuova e vecchia clientela, con serietà, velocità di consegna e prezzi vantaggiosi. Vi ringraziamo della vostra attenzione.

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