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Geneticultura

La varietà indica Viaggio nel seme di cannabis Parte 1

di tricomi ghiandolari attivi. Questi tricomi, che visti al microscopio hanno la caratteristica forma di fungo, secernono la resina nella quale sono contenuti i principi attivi.

La produzione di resina è molto abbondante non solo sui calici (e quindi sulle cime) ma anche sulle foglie intorno, e non è raro osservare il luccichio dei cristalli persino sulle grandi foglie a ventaglio. Il profumo delle cime secche è muschiato e acrido, l’aroma è pungente. L’effetto è un forte rilassamento sia mentale che corporeo: in inglese si è “stoned”.

Alcune delle varietà indiche e di ibridi a forte prevalenza indica sono la Afghaan; la Citral, dal caratteristico aroma limoncino; la Northern Lights, una delle più desiderate, utilizzata spesso negli incroci. Sono indiche anche le varie “Hash Plants”. Negli ultimi anni alcune delle indiche più acclamate sono state Blueberry, le varie Kush, Sensi Star e molte altre: ma avremo modo di parlarne in seguito in modo più approfondito.

Nel prossimo numero presenteremo le caratteristiche della Sativa e della Ruderalis, poi ci potremo concentrare sui loro incroci: la maggior parte delle varietà più celebrate degli ultimi anni sono infatti degli ibridi.

Il seme di cannabis è quella cosa da cui tutto ciò che si vede in questa rivista inizia e finisce, per poi cominciare di nuovo. In quel guscio dalle dimensioni di pochi millimetri sono racchiuse tutte le informazioni che daranno vita ad una White Widow, una Haze, o qualsiasi altra varietà. Scopo di questa rubrica è offrire una panoramica sulle caratteristiche genetiche racchiuse nel seme e sulle piante che ne deriveranno.

Una caratteristica comune alla maggior parte delle varietà è la presenza di piccole macchie allungate, di colore nero, sulla superficie esterna del seme maturo.

Il seme di canapa ha la forma di un ovale leggermente schiacciato, dimensioni medie di 2-3 millimetri, e un colore che va dal grigio cenere al marrone scuro. Una caratteristica comune alla maggior parte delle varietà è la presenza di piccole macchie allungate, di colore nero, sulla superficie esterna del seme maturo. Queste macchie sono parte dell’ultimo strato di pellicola che avvolge la parte esterna: non è raro che questa pellicina venga rimossa in parte durante le operazioni di estrazione, ma ciò non danneggia la germinabilità del seme. Quelli immaturi sono invece di un colore che va dal crema al marrone pallido, sono vuoti all’interno e molto leggeri.

Esistono vari metodi empirici per determinare se il seme è maturo e quindi germinabile: uno dei più utilizzati consiste nell’immergerlo nell’acqua, nella quale dovrebbe andare a fondo entro 24 ore. Ciò accade perché il seme, trovandosi in un ambiente idoneo, si risveglia dal suo letargo, inizia a ricaricarsi di acqua e accelerare il metabolismo. Non ci dobbiamo dimenticare che, seppure sembra un oggetto inanimato, un seme è sempre un organismo vivente, ma finché resta nel suo pacchetto le sue reazioni vitali avvengono ad un ritmo lentissimo. La germinabilità si mantiene alta per almeno 3 anni (80% ed oltre) e non è affatto impossibile farne germinare di più vecchi.

Tutti i semi di canapa si assomigliano, ciò non vuol dire che tutti i tipi di canapa siano uguali. La maggior parte dei biologi sono concordi nel riconoscere l’esistenza di una sola specie, la Cannabis Sativa L., che possiamo suddividere in tre sottospecie: Indica, Sativa, Ruderalis.

In questo numero presenteremo il del primo tipo, e daremo spazio alle altre nei prossimi numeri.

Resina di montagna

Le indiche sono piante originate intorno al 30° parallelo nella regione subhimalayana dell’Hindu Kush, cioè nel nord India, Afhanistan, Pakistan, Nepal. Normalmente non superano il metro e mezzo di altezza, sono tozze e robuste, hanno larghe foglie colore verde scuro, crescono con la tipica forma di alberello di natale, cioè con numerosi rami laterali. La distanza internodale, cioè la distanza tra una qualsiasi intersezione e la successiva è ridotta. Ciò comporta che durante la fioritura piccole cime crescono una

Non dobbiamo dimenticare che, seppure sembra un oggetto inanimato, un seme è sempre un organismo vivente. La germinabilità si mantiene alta per almeno 3 anni.

accanto all’altra fino a compattarsi insieme e dare origine a fiori di grosse dimensioni.

La produzione di resina è molto abbondante non solo sui calici ma anche sulle foglie intorno, e non è raro osservare il luccichio dei cristalli persino sulle grandi foglie a ventaglio.

Essendo originarie delle montagne, queste varietà si prestano alla crescita anche in climi freschi: molte varietà, specialmente quelle originarie dell’Afghanistan, tendono ad assumere un colore porpora in condizioni di freddo intenso. Queste piante hanno un periodo di fioritura breve, solitamente compreso tra i 45 ed i 60 giorni. Dopo circa 3 settimane di fioritura iniziano a mostrare segni di imbiancamento sulle cime. La superficie dei calici (i piccoli mattoni di cui le cime sono fatte) è fittamente ricoperta

Consigli spiccioli

Il primo sintomo di un’infestazione da ragnetti è la comparsa di macchioline puntiformi più chiare della foglia, guardare spesso le foglie inferiori e quelle centrali, più nascoste.

Il piretro (il miglior insetticida naturale) è efficace contro il ragnetto ed altri insetti soltanto se mischiato con acqua leggermente acida, a ph inferiore a 7 (6 - 6,5). L’acqua del rubinetto è spesso alcalina (7,2 o più), per correggere l’acidità si possono usare correttori di ph oppure succo di limone.

Contro infestazioni da ragnetto si consigliano 3 trattamenti a distanza di 5 giorni, meglio se intercalati da trattamenti a base di alghe. I trattamenti sono più efficaci se l’acqua nebulizzata è a 50 c°(a questa temperatura la maggior parte degli insetti muoiono). Nebulizzare abbondantemente soprattutto la parte inferiore delle foglie, dove si annidano i parassiti e le loro uova.

A volte i topi e i ratti sono causa di distruzione di piantagioni. Oltre alle trappole tradizionali, sono efficaci i generatori di ultrasuoni a 25000-30000 hertz. La colla antitopo è fitotossica, non usatela sulle piante, soprattutto se danneggiate. I veleni antitopo ad azione ritardata (oggi la quasi totalità) sono mortali per cani o gatti che catturino il topo, ancora vivo, che ha ingerito il veleno.

Il Canapaio

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