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Weckels: Nederhash

weckels world of wonders

Testo e fotografie: Weckels, lo specialista della crescita di Atami

Come si fa il Nederhash

l’uso del Pollinator

Per chi coltiva outdoor, i mesi invernali sono perlopiù un periodo in cui non c’è molto da fare per tenersi impegnati. È ormai passato molto tempo dal raccolto dell’anno scorso, già fatto, spolverato e lavorato. In più per molti grower fa troppo freddo per lavorare all’aperto. Ciononostante, i mesi invernali si prestano benissimo per fare il proprio “Nederhash”, che fra l’altro è un fumo di eccellente qualità. Per cui in questo periodo freddo dell’anno in realtà ce l’abbiamo qualcosa da fare per ammazzare il tempo, un’attività che garantisce di ottenere un Nederhash, come l’hanno battezzato gli Olandesi, ottimo da fumare.

In questa foto si può vedere lo scarto della cimatura di piante coltivate all’aperto. È un peccato buttarlo via, soprattutto quando si pensa che ne si può ricavare un hashish di ottima qualità.

Nederhash significa essenzialmente hashish fatto in Olanda. Lo si trova spesso nei coffeeshop olandesi sotto forma di polvere, dato che questo è un modo infallibile per far vedere che è stato prodotto in patria. Il fumo di altre provenienze viene quasi sempre pressato per facilitarne il trasporto (dato che ovviamente occupa meno spazio). A volte il Nederhash viene ricavato usando solamente acqua e ghiaccio, e in questo caso si ottiene un fumo talmente appiccicoso che è impossibile trovarlo sotto forma di polvere. Vi spiegherò un’altra volta come si fa esattamente l’hashish solamente con l’aiuto di acqua e ghiaccio, dato che adesso ho deciso di dirvi come si fa l’hashish in polvere. Questo metodo per produrre hashish deriva da tecniche che hanno superato la prova del tempo e si rivela spesso la tecnica più adatta, grazie al fatto che il fumo ricavato in questo modo solitamente è più facile da far maturare e, di conseguenza, si conserva meglio. Una volta che avete dell’hashish in polvere, lo potete tenere per anni, e al contrario dell’erba, spesso ci guadagna in qualità (a patto che venga conservato al buio in un luogo fresco e asciutto).

Prima di metterci a fare il nostro hashish, fermiamoci per considerare ancora il momento del raccolto, che è poi la fonte della materia prima principale (le foglie che vengono tagliate intorno ai fiori). Nel periodo del raccolto abbiamo tagliato via le foglioline che erano spuntate intorno ai fiori per ottenere dei meravigliosi fiori rotondeggianti. Una volta fatto questo lavoretto, i fiori erano pronti per essere appesi a seccare nei nostri armadietti da essiccazione. Dopo aver lasciato seccare questi fiori per dieci giorni buoni, non c’è semplicemente modo che non vi troviate con un ottimo raccolto di erba outdoor.

Però la pianta di marijuana regala molti più doni preziosi oltre a dei fiori ben cresciuti, e per questo molti coltivatori saggi non buttano mai via le foglioline e i fiori non ben sviluppati, che contengono tantissimo THC. Le foglie e i fiori piccoli infatti scoppiano di quei cristalli di THC e ghiandole di resina che per noi sono così preziosi. I pezzetti sempre più piccoli in cui vengono tagliati lo scarto della cimatura e i piccoli germogli si accumulano creando presto un grande mucchio e per questo vale la pena far seccare questa ottima roba, anziché buttarla via. Il modo ottimale per far seccare lo scarto della cimatura è lasciarlo asciugare su un setaccio, in modo da poter essere rigirato facilmente a mano, per evitare che durante la fase di essiccatura l’umidità interna raggiunga livelli da rischio muffa. Per accelerare leggermente l’essiccatura, lascio andare un ventilatorino di fianco al setaccio, in modo che l’aria gli soffi dentro dal basso. La circolazione dell’aria è essenziale per far seccare bene lo scarto della fioritura e le cime dei fiori. Bisogna mantenere un ricircolo di aria costante per tutta la durata del processo, in modo che l’umidità rilasciata dallo scarto della cimatura e dalle cime possa uscire facilmente (con l’aiuto di una pompa aspirante). I fiori ben sviluppati si possono togliere dall’armadio di essiccazione dopo una decina di giorni (e quelli meno cresciuti a volte un po’ prima). Per far essiccar bene lo scarto della cimatura io vi consiglierei di lasciarcelo per tre buone settimane. In questa situazione è veramente il caso di dire “più secco è, meglio è”, dato che la possibilità di riuscire a produrre l’hashish dipende in parte da quanto sono secche le foglioline e i fiori sottosviluppati.

Quando si coltiva all’aperto, il successo non è mai completamente garantito. Riuscire a fare un hashish di qualità superiore in una cattiva annata può compensare davvero un sacco di disperazioni. E in una buona annata, nonostante il felice raccolto, vi rimarranno abbastanza fiori appena sviluppati sui rami inferiori da consentirvi di mettere la ciliegina sulla torta dopo tutte quelle fatiche della cimatura.

In ogni caso dovrete lavorare un po’, a cominciare dall’immagazzinare – e quindi accertarvi di far essiccare – gli avanzi della cimatura. Purtroppo per fare l’hashish non basta far seccare i fiori sottosviluppati e le foglioline, per cui dobbiamo separare i cristalli di THC dalla materia vegetale. Siccome ci sono molti modi per farlo, si usano altrettanti metodi diversi, con o senza l’ausilio di apparecchiature moderne; in poche parole c’è una gran varietà di modi di fare l’hashish. Ci sono infatti dei metodi in cui lo scarto della cimatura viene battuto a lungo con canne di bambù o di altro tipo: tali metodi sono assai diffusi in Marocco, Afghanistan e in altri paesi noti per il fumo, dove sono molto adatti. Lo scarto della cimatura viene spesso cosparso prima su un sottile setaccio e talvolta persino su una specie di telo, attraverso il quale passano e restano intrappolati i cristalli di THC (dalle dimensioni molto ridotte). Dato che personalmente preferisco – tutto sommato – usare apparecchiature moderne per separare i cristalli di THC dallo scarto della cimatura, piuttosto che staccarmi le braccia dal corpo a forza di dare colpi e magari finire comunque con l’ottenere un prodotto di qualità inferiore, decido di noleggiare una macchina. È una soluzione più intelligente visto che acquistare una macchina per fare l’hashish si può rivelare un impegno costoso per un coltivatore (outdoor) che ha delle quantità discrete di avanzi della cimatura solo una volta l’anno.

Ma le scelte non sono finite nemmeno se avete deciso di prendere qualcosa a noleggio: ci sono molti modelli disponibili, come lo Skuff Buzzer o il Pollinator. Le preferenze variano da coltivatore a coltivatore, ma da parte mia prediligo il Pollinator. In questo articolo, quindi, farò principalmente riferimento al metodo basato sull’uso di questo modello, sebbene non cambia niente nell’operazione se si usano altri tipi di apparecchiature. Lo Skuff Buzzer è una specie di scatolone al cui interno è inserito un setaccio. Quando ci si mette dentro lo scarto della cimatura e si accende la macchina, il setaccio incomincia a vibrare agitando lo scarto della cimatura. Il risultato è che i cristalli di THC cadono per il loro peso sul fondo del cumulo vibrante e passano attraverso il setaccio. Basta lasciare lo Skuff Buzzer su un tavolo e lasciare che faccia il suo lavoro per un po’, e quando lo si rigira si può già grattar via hashish in polvere. Se volete un consiglio, lasciate lo Skuff Buzzer sopra uno specchio (con il lato riflettente verso l’alto!) appoggiato sul tavolo, in modo che sia facile vedere la polvere di hashish. La superficie liscia dello specchio impedisce inoltre che il “fumo” ci si appiccichi sopra, cosicché risulta molto più facile grattarlo via e farne un mucchietto unico. La cosa migliore per grattare e ammucchiare la polvere di hashish è usare un oggetto duro con un lato sottile, come una carta di credito, per esempio. La differenza principale fra il Pollinator e lo Skuff Buzzer è che nel caso del Pollinator lo scarto della cimatura viene smembrato all’interno di una struttura a scatola simile e viene girato e rimescolato

di continuo. In questo modo lo scarto della cimatura viene a sbattere ripetutamente su un setaccio, che scuote a sua volta liberando i cristalli di THC. I cristalli in seguito sono raccolti su un piatto bianco (di solito dopo che la macchina ha rimescolato per 15-30 minuti) e dopo un po’ di tempo li si può raschiare e accumulare con uno strumento tipo carta di credito.

Adesso che ho dato un’idea di come funzionano entrambe le macchine, è ora di mettersi a fare l’hashish in polvere vero e proprio. Una volta che abbiamo fornito una discreta quantità di scarto di taglio essiccato, dobbiamo trattarlo nel modo giusto. Tagliamo finemente i piccoli germogli e quelli leggermente più grandi, in modo che i cristalli di THC ne cadano fuori più facilmente, e una volta che il Pollinator incomincia a girare, tagliamo anche le foglie. Dopodiché controlliamo che non ci siano rametti nascosti nello scarto della cimatura. Persino i rametti più piccoli (come quelli a cui stavano attaccati i fiori) possono causare un sacco di danni se finiscono nel Pollinator. E i rametti rimasti a questo punto possono essere duri come il marmo, da quanto sono secchi, e possono rovinare gravemente il setaccio (detto anche schermo), con conseguenze negative per la sua efficacia. I setacci come questi costano un bel po’ di soldi e una volta danneggiati non servono praticamente più a niente perché la qualità dell’hashish in polvere (semmai vi diate la pena di continuare) diminuisce drasticamente. Una volta che i pezzetti di foglia, anziché solo i cristalli di THC, passano attraverso il setaccio danneggiato, la qualità della polvere di hash non è più abbastanza pura (in più ci sono dentro pezzetti di foglie).

Dopo aver controllato bene lo scarto della cimatura e aver sminuzzato tutti gli eventuali germogli interi, di solito lo divido e lo chiudo ben bene in buste di plastica a chiusura “lampo” (tipo quelle per surgelati). Questi sacchetti sono l’ideale perché lo scarto della cimatura può essere tolto facilmente e rimesso altrettanto facilmente una volta lavorato. Lo scarto della cimatura può essere usato più di una volta; una seconda, o magari anche una terza passata è possibile (dipende dalla qualità dello scarto). In ogni busta richiudibile metto circa 80 grammi di avanzi della cimatura; a mio avviso, questa è la quantità ideale per far sì che possa girare liberamente in un Pollinator di dimensioni standard - e quindi la quantità più comoda. In più, potete svuotare la busta di plastica del suo contenuto direttamente sulla scatola del Pollinator, senza doverlo pesare ancora. Ovviamente ci sono anche dei modello più grandi, ma è difficile trovarli a noleggio e inoltre sono al di sopra del budget del coltivatore outdoor (medio).

Prima di correre a noleggiare una delle due macchine, dovreste mettere le buste risigillabili nel freezer; va bene un giorno prima. Questo accorgimento fa sì che i cristalli di THC, congelati, possano essere scossi liberamente e che si stacchino più facilmente dai germogli sottosviluppati e dalle foglioline. Congelare l’avanzo della cimatura prima di metterlo a rigirare nel Pollinator è davvero una manna. Un ulteriore vantaggio del fare tutto ciò durante i mesi invernali è che l’umidità atmosferica e la temperatura esterna con cui dovete fare i conti sono più basse. Grazie alla temperatura fredda all’esterno lo scarto della cimatura rimane freddo più a lungo che non se lavoraste con il Pollinator durante l’estate. Per questo motivo dovreste anche trattenervi dall’accendere il riscaldamento quando siete all’opera con il Pollinator. Ci sono anche dei grower astuti che mettono tutto quanto il Pollinator nel congelatore mentre è acceso per cercar di far funzionare più efficacemente questo gadget. Naturalmente, dovete innanzitutto essere in possesso di un freezer così capiente, e poi dovete controllare se un uso di questo tipo è raccomandato (altrimenti i danni non sono coperti dalla garanzia). Tornando a parlare ancora una volta della questione di congelare lo scarto della cimatura: è molto importante farlo in anticipo, altrimenti non potete mettervi subito al lavoro appena avete a disposizione il Pollinator o una qualsiasi altra macchina. Ai grower che optano per il noleggio conviene andare direttamente al loro grow shop di fiducia. Tenete presente che nella maggior parte dei casi bisogna pagare un deposito consistente: siccome molti grower si entusiasmano talmente tanto dopo la loro prima avventura nella produzione di hashish, che trascurano di riportare indietro l’aggeggio. Tali pratiche hanno fatto sì che noleggiare un Pollinator o un’apparecchiatura simile non sia più semplice come un tempo, e molti proprietari dei negozi specializzati sono diventati un po’ difficile nello scegliere a chi noleggiare e a chi no. Un’alternativa che consente di suddividere i costi è quella di noleggiare una macchina insieme a un gruppo di amici o colleghi coltivatori. A volte i grower mettono da parte lo scarto della cimatura di un certo numero di raccolti per poi fare tutto in una volta. Questa soluzione è un po’ più economica, solo che dovete fare attenzione: il Sig. Sbirro ha la tendenza a considerare “lo scarto della cimatura” sotto una luce assai più adulatoria di quanto non faremmo noi. Anche i tribunali non fanno distinzioni, e non sembrano disposti a farne, fra lo scarto della cimatura e dei buoni germogli. Quindi valuta bene i pro e i contro oltre ai costi, quanto incominci a farti una bella collezione con gli scarti della cimatura. Una volta che ci siamo impossessati di un Pollinator o di una macchina simile, possiamo iniziare. Appoggiate il Pollinator preferibilmente su un tavolo, in modo che sia all’altezza giusta per lavorarci (la schiena vi ringrazierà). Togliamo una busta di plastica dal congelatore, la svuotiamo dentro alla scatola del Pollinator e lo avviamo (controllate prima che il sigillo sulla scatola sia ben chiuso e che la vaschetta larga sia rivolta verso il basso). Di solito all’inizio lascio girare il Pollinator per un quarto d’ora prima di grattar via il primo fumo in polvere dal vassoietto bianco (vedi la foto). Poi tolgo lo scarto della cimatura e lo rimetto in una busta di plastica, ci appiccico sopra un numero (per esempio, emh, “1”) e lo risbatto nel freezer. Il numero che ho scritto sulla busta di plastica mi serve per non finir col rimettere nel Pollinator il contenuto della stessa busta (la cosa migliore magari è incominciare col tener separate queste buste). La polvere di hashish ottenuta da questa prima rimescolata ha generalmente un colore molto scuro ed è della miglior qualità (Premier Quality, appunto). Non dovreste commettere l’errore di fare una faccia strana quando, dopo soli 15 minuti, vi trovate solo con una piccolo quantità di polvere di hashish raccolta sul piattino bianco. Questo procedimento non è molto rapido, ma la qualità delle piccolo quantità che si ottengono è incredibilmente buona. Inoltre, le piccole quantità messe insieme creano man mano una quantità decente, soprattutto se pensate che è tutta roba che avreste buttato via (come puro scarto). Durante la fase di produzione teniamo la polvere di hashish in un’altra bustina di plastica. In seguito molti decidono di tenere la polvere di hashish in buste di lino, per lasciare che “respiri” durante la fase di maturazione. Io la tengo sempre in buste di plastica (anche durante la maturazione), perché in questo modo secondo me è più protetta dall’umidità esterna.

Una volta che abbiamo sostituito la busta di plastica con lo scarto della cimatura, dopo averlo usato, rimettendola nel congelatore, rovesciamo nella scatola del Pollinator la seconda busta di scarto della cimatura. Lasciamo girare anche questa mandata per un quarto d’ora e poi ripetiamo le fasi successive fino a quando tutto lo scarto della cimatura (dalle varie buste di plastica) è stato fatto girare una volta nel Pollinator. In seguito ricominciamo da capo con lo scarto della cimatura della busta numero 1, però questa volta lo facciamo girare per mezzora. Noterete che la polvere di hashish adesso è un po’ più leggera rispetto alla prima mandata, e io lo metto nella sua busta di plastica (Qualità Secondaria). E rimetto la busta numero uno nel freezer. Ancora una volta, dopo che il contenuto di tutte le buste è stato lavorato, vedrete che la busta della Seconda Qualità diventa sempre più piena. Ma non abbiamo ancora finito di fare la polvere di hashish e possiamo tranquillamente ripassare nella macchina ancora una volta lo scarto della cimatura. Questa volta lasciamo rimescolare lo scarto della cimatura per un’ora buona poiché la maggior parte dei cristalli di THC sono già stati scossi via e raccolti, e si ottiene un po’ meno di polvere di hashish. La polvere di hashish che si ottiene da questa terza mandata ha un colore molto chiaro ed è di qualità ancora inferiore, ma vale ancora la pena di recuperare questa polvere di hashish chiara; in tal modo avremo tre qualità di fumo. Ci sono molti grower che mischiano semplicemente le tre gradazioni, nel qual caso si ottiene un hashish di gradazione unica, ma dato che è abbastanza concentrato è ancora un fumo di buona qualità. Per il fumatore che è ancora inesperto bastano non più di un paio di tiri per avere un viaggio interstellare garantito.

Una volta che lo scarto della cimatura è bello secco, tagliate i germoglietti più grandi in modo che scuotendoli il THC possa essere staccato da cime e germogli più facilmente, una volta che accendete il Pollinator e lo fate girare.

Per essere certi di non continuare a prendere dal freezer le stesse buste di plastica, facciamo in modo che ognuna sia numerata diversamente.

In realtà se trovate che il fumo di Prima Qualità sia davvero troppo forte, potete smussarlo mescolandolo con quello di seconda e terza scelta; persino a questo punto è probabile che vi renda fumati come scimmie. Dopo aver finito tutto il lavoro e aver accumulato una bella quantità di polvere di hashish, vorrete naturalmente prenderne una pallina e arrotolarvi una bella canna per partire per bene. E infatti potete e farete così. Ma la qualità diventerà ancora migliore – suprema – se riuscirete a resistere alla tentazione di fumarlo o pressarlo immediatamente, e lo lasciate da parte al sicuro per un anno (anche di più se vi va). In questo modo la polvere di hash ha la possibilità di maturare completamente (a patto che la teniate in un luogo fresco, buio e soprattutto asciutto) e la sua qualità aumenterà gradualmente fino a raggiungere proporzioni stratosferiche. Fra l’altro, questo succede perché i granelli delle foglie verdi (che son riuscite a passare in piccole quantità attraverso il setaccio) muoiono dopo un po’ di tempo. Di conseguenza migliorano decisamente sia il sapore che la qualità della polvere di fumo. L’hashish che si compra normalmente nei coffeshop o dai rivenditori indipendenti di solito ha avuto un abbondante periodo di tempo per maturare, anche se non si nota, perché è successo lentamente, durante la produzione e la conservazione (nel paese in cui è stato prodotto). Anche mentre veniva contrabbandato, se il fumo era pressato, era comunque in grado di maturare. Chiaramente, potete benissimo usare anche lo scarto della cimatura di una coltivazione indoor per fare del Nederhash (o dell’Italhash, a questo punto!). Le foglioline e i germoglietti delle produzioni indoor solitamente contengono più cristalli di THC rispetto a quelli delle coltivazioni outdoor e per questo ovviamente ne otterrete più polvere di hashish. Di conseguenza spesso capita che i mesi invernali si rivelano un periodo d’oro per il coltivatore di indoor: la ridotta umidità atmosferica e le basse temperature esterne (a patto che appendiate e usiate più lampade che d’estate). Ma può capire che i coltivatori di indoor abbiano già abbastanza da fare per tagliare e cimare, quindi il coltivatore di outdoor che ha tempo a disposizione può cogliere l’opportunità mettersi immediatamente a lavorare per un collega in cambio del lucrativo prodotto finale.

Una volta che avete fatto il vostro Italhash, vi assicuro che non vorrete sentir parlare di altro. Non c’è niente di più delizioso di una montagnetta di polvere fatta con le vostre brave manine, e per di più è hashish di qualità superiore! Vorrei concludere augurando a tutti i lettori, coltivatori e a tutte le altre parti interessate un felice Anno Nuovo e molto probabilmente ci sarò anche l’anno prossimo con dei reportage nuovi nuovi dalle frontiere estreme delle mie pratiche da coltivatore al Mondo delle Meraviglie di Weckels.

Alcune varietà di canapa producono così tanti cristalli di THC che la polvere di hashish inizia ad accumularsi già nella busta in cui abbiamo messo lo scarto della cimatura. Dopo aver controllato di aver tolto il sigillo sulla scatola e anche la bacinella grande, potete vuotare nella scatola la busta con lo scarto della cimatura.

In seguito riattacchiamo il sigillo sulla scatola e infiliamo sotto il vassoietto bianco. Ora dobbiamo solo riattaccare il gancio esterno e siamo pronti a partire!

Dopo che ha girato solo per un quarto d’ora sganciamo la chiusura esterna e sfiliamo attentamente il vassoio bianco. Con l’aiuto di carte di credito o simili si riesce facilmente a spatolare via la polvere di hashish da questo vassoio bianco. La seconda volta lasciamo girare il Pollinator per mezzora. La ricompensa è uno strato spesso di polvere di hashish.

Una bella collezione di polvere di hashish di annate diverse. Potete lasciarla maturare tranquillamente, stando sicuri della fantastica qualità del fumo.

Scrivete sempre sull’etichetta l’anno di produzione, il livello di qualità e la varietà di marijuana che avete usato (per ricavare l’hashish).

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