3 minute read
Gli opposti si attraggono
È un rituale sacro: quel breve momento in silenzio prima del torneo. «Mi guardo intorno, ogni singolo viso, e so che voglio dare il massimo. Non solo per me, ma per la mia squadra», afferma Vesselina Velikova (30). Un giuramento finale, il forte grido di battaglia: «Allez les filles, hopp Schwiz!» E via! Dal 2008, l’insegnante di scuola media gioca nella squadra nazionale di pallanuoto ed è entusiasta dell’attività sportiva più faticosa al mondo, certamente non adatta alle persone troppo delicate. La resistenza dell’acqua richiede condizione fisica, forza e mobilità. E mentre si tira in porta può arrivare una gomitata nell’occhio o una ginocchiata nello stomaco. Questi sforzi si superano soltanto insieme, da squadra. La veterana Paola De Feo (33 anni), di mestiere responsabile Management dei prodotti, afferma: «La coesione è la base: si lotta l’una per l’altra.»
Da compagne di squadra ad amiche
Formare un gruppo di tredici sportive che si capiscono al volo è compito della capitana Carina Carballo, che ha 30 anni ed è coordinatrice di viaggi. «Serve tempo, lavoro duro e sudore. Non esiste una scorciatoia.» Implica innumerevoli ore di allenamento sul campo e in acqua, tornei in Svizzera e all’estero. Ma anche lunghe conversazioni o giochi di società in viaggio o nella lobby di un hotel. «Sollievo, delusione, stanchezza; dare tutto per un grande obiettivo: solo queste donne sanno cosa significa per ognuna di noi», afferma Carina. Da compagne sono diventate amiche. «Una formula vincente», aggiunge la redattrice Martina Stucki (32), che dal 2017, dopo una lunga pausa dalla nazionale, è tornata a far parte della squadra. Concorrenza e invidia sono fuori discussione. Ma il grande stress tra lavoro e allenamento può pesare a volte sull’umore. «Lacrime e frustrazione fanno parte del gioco», ammette. Ma l’importante in questi casi è remare nella stessa direzione. «Parliamo, piangiamo o restiamo in silenzio fino a quando non ci tuffiamo in acqua o balliamo nella stanza d’albergo.»
L’app del portale vi motiva a fare più movimento. Per ogni obiettivo giornaliero raggiunto ricevete una moneta che potete riscattare con buoni acquisto.
sanitas.com/ essereattivi
Quando Pablo e Peter avevano 17 anni, decisero di partire da soli in motorino: dalla Svizzera centrale attraverso il Vallese, tappa finale il lago di Ginevra. L’amore di Pablo lo aspettava lì; Peter lo accompagnava. Fu un viaggio che durò quasi due settimane. Durante il tragitto, mangiarono gli spaghetti con una chiave inglese e a Coira passarono la notte di nascosto in una piccola cappella. Peter Häfliger racconta sorridendo: «Alla fine, ci facevano male tutte le ossa.» Ma le impressioni di questo tour sono ancora molto presenti, anche dopo 44 anni. «Ci siamo conosciuti quando eravamo tredicenni: è questo che ci unisce», dice Pablo Hess.
Quando la famiglia di Pablo si trasferì nel comune di Peter, quest’ultimo rimase subito affascinato dal ragazzo vivace e chiassoso che non si fermava davanti a nulla. Pablo, invece, apprezzava il modo di fare di Peter, riflessivo e con i piedi per terra. Peter spiega: Pablo si tuffa in qualsiasi cosa, io preferisco rimanere nel mio guscio: sono questi caratteri opposti che rendono la nostra amicizia così viva.» Pablo aggiunge: «So sempre dove trovare Peter quando mi perdo. E questo mi rassicura.»
Nonostante le differenze di carattere, le loro vite hanno avuto un percorso simile: il matrimonio, tre figli, poi il divorzio, la ricerca di sé stessi e della propria mascolinità. Anche in questo caso, gli amici si sostengono a vicenda. Peter: «Con nessuno sono così onesto come con Pablo. Sa accettare le critiche, ma anche farle.» Sfidarsi a vicenda è il segreto: perché la frustrazione, l’amore e la rabbia non esistono solo tra uomo e donna, ma anche in una forte amicizia tra uomini. Di questo sono convinti Pablo e Peter.