Anno XXIII - n.4 - 1,50 euro
Direttore Alessandro Carli
Venerdì 30 Gennaio 2015
E ditoriale Nove proposte concrete L eggi Per correre Forniture PA servono due gambe
Tra i tanti dati forniti dagli esperti del FMI (e che troverete all’interno di questo numero Fixing), ce ne sono due che vogliamo isolare dagli altri. Il primo riguarda le riserve economiche accantonate nel periodo pre-crisi, che hanno aiutato il Paese a scongiurare il pericolo di default. Il “tesoretto” ha fatto da paracadute ed è riuscito a “tamponare” la spesa sociale. Il FMI però ha ricordato che quella riserva deve essere ricostruita quanto prima in modo da gestire eventuali shock futuri. Il secondo dato riguarda le strategie: secondo gli esperti, il rapporto tra entrate ed uscite, nei prossimi cinque anni, è visto in miglioramento del 2,5%. Grazie ai tagli alla spesa pubblica e a un previsto modesto innalzamento della pressione fiscale, sarà possibile recuperare 6 milioni di euro all’anno. L’aspetto positivo riguarda le imprese: è visto in miglioramento l’export sia verso l’Italia – anche in virtù dell’entrata del Titano nella white list – che verso il mondo. Il punto di massima criticità sembra essere superato. Ora però inizia la risalita, che sarà indubbiamente faticosa: l’FMI ha visitato come un dottore il Paese, e ha indicato i punti di forza e di debolezza. La sensazione è positiva. Occorre però mettere in campo energie e progetti, individuare obiettivi precisi. Le parti sociali hanno le idee chiare. Su questo numero di Fixing troverete nove cantieri su cui chi ha la responsabilità del Paese (politica e parti sociali) deve produrre il massimo sforzo. Serve però l’impegno deciso della politica, che deve dare forma alle iniziative. Per correre, servono sempre due gambe. Alessandro Carli
per far ripartire il Paese
Registro entro giugno
Dall’ANIS un’agenda di progetti che devono essere messi in campo che toccano l’IVA, la promozione del sistema, l’edilizia, l’ISS e l’Ue a pag.3
I mprese
Valform, ecco la forza del brand “RSM”
a pag.8
I mprese
ILaureati ndagine e diplomati: crescono le iscrizioni
dando le ultime statistiche, i giovani sammarinesi non sembrerebbero interessati a quei posti di lavoro, preferendo altri percorsi di studio.
Cambiare verso. Anzi: #cambiareverso, con l’hashtag. E’ il mantra che si ripete in Italia e sempre più anche in Europa. Uno slogan recepito anche dall’Associazione Nazionale Industria San Marino che, se da un lato riconosce i progressi importantissimi fatti nelle relazioni internazionali, chiede a gran voce di cambiare verso nella politica interna e nella gestione dello Stato. Insomma, governo, politica e parti sociali in marcia verso una serie di progetti concreti, che permettano al Paese di risollevare la testa e guardare con maggior ottimismo al futuro. Punti chiari che l’ANIS ha agglutinato, in una sorta di manifesto: #nonstiamofermi, nodi da sciogliere e altrettante proposte. Messaggi chiari, indirizzati a “chi deve decidere”.
Servizio alle pagg.4-5
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ma non tutti trovano occupazione Il rilancio dell’economia deve tenere conto del livello di disoccupazione raggiunto da qualche anno: i numeri – meno di 1500 persone – non spaventano, ma aprono lo spazio a diverse riflessioni. Per prima cosa quasi un quarto dei disoccupati proviene dall’Università (laurea o diploma), ma dipende anche dagli studi eseguiti e lo stesso vale per i diplomi delle superiori. Studi tecnici, scientifici ed economici offrono infatti più possibilità di trovare lavoro a San Marino, come si evince anche dall’analisi degli occupati in Repubblica. Un mercato del lavoro in cui non sono molti
i dipendenti laureati (curiosità: nel pubblico quasi il 30%, nel privato nemmeno il 10%), ma tantissimi gli specializzati. Ed è qui che c’è maggiore competizione con i frontalieri, anche se, guar-
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