Se a livello globale l’incontro in mondovisione tra Trump e Zelensky è l’evento più importante e forse decisivo per quanto riguarda il conflitto in Ucraina e, di conseguenza, il futuro dell’Europa, non di meno riguarda anche San Marino. Isolarsi o non curarsi di queste vicende, pensando che non riguardino un Paese così piccolo e lontano dagli Stati Uniti e dalle guerre, non è più una scelta possibile. La maggiore integrazione nel mercato unico europeo, la cui dimensione si verificherà nell’Accordo di Associazione a cui si vuole giungere, palesa già, di fatto, un posizionamento chiaro nelle dinamiche geopolitiche che stanno stravolgendo il mondo che abbiamo conosciuto dopo la seconda Guerra Mondiale: in Europa e con l’Europa. Anche per questo le sanzioni alla Russia hanno visto la ferma partecipazione di San Marino ed è anche per questo che l’Italia, tramite il ministro Tajani, ha ribadito tutto l’interesse a veder concludere da San Marino questo percorso di integrazione. Integrazione che significa accettazione delle stesse regole a cui è soggetta l’Italia. Basterebbe questo a ridefinire gli spazi di eventuali dubbi: il problema è San Marino o le regole europee? Perché se San Marino le accetta, non si capisce dove sia il problema. L’Europa come “blocco occidentale”, invece, è un’altra faccenda: Trump sembra intenzionato a dividerlo. Di certo San Marino - come l’Italia e il suo made in Italy - ha interesse a mantenere un canale aperto nel mercato americano. E dovrà difendere questo interesse. Se il futuro dell’Europa dipende da queste dinamiche, ne dipende anche il futuro di San Marino.
Daniele Bartolucci
Venerdì 7 Marzo 2025
“Decreto Bollette”: sconti per imprese e famiglie
Il Governo mette freno ai rincari legati all’aumento del PUN, varrà per il trimestre gennaio-marzo. Come nel 2023, ma meno generoso
Le fluttuazioni al rialzo dei prezzi degli energetici e di conseguenza del PUN a cui sono indicizzate le tariffe sammarinesi, hanno messo in difficoltà più di un’azienda nell’ultimo periodo. Su sollecitazione in primis di ANIS, il Governo ha deciso di intervenire con un Decreto, approvato martedì e che avrà validità retroattiva dai consumi di gennaio e fino a quelli di marzo compreso, applicando uno sconto differenziato sia sul gas che sull’energia elettrica. E varrà per le utenze delle aziende così come per quelle domestiche. Come nel 2023, in pratica, ma a conti fatti sarà meno “generoso” di allora.
Detto questo, energetici e rifiuti, restano questioni ancora apertissime e di estrema urgenza per l’economia sammarinese.
Bartolucci a pag. 3
Direttore Daniele Bartolucci
Il ventaglio nella sua mano è un tributo al Giappone, il Paese ospitante
Expo 2025, la mascotte ufficiale di San Marino
È stata creata dall’artista italiano Simone Legno: si chiama “Libertas”
Si chiama “Libertas” la mascotte ufficiale del Padiglione di San Marino all’Esposizione Universale di Osaka ed è opera dell’artista italiano Simone Legno, Chief Creative Officer di tokidoki, il marchio di lifestyle riconosciuto a livello globale, da lui fondato assieme agli imprenditori Pooneh Mohajer e Ivan Arnold.
Libertas porta un nome che si ispira all’iconica Statua della Libertà, indossa un’armatura ‘cosplay’ che sottolinea la lunga storia di San Marino e ne rappresenta la resilienza nel difendere la propria libertà e indipendenza nel corso dei secoli.
La scelta di Legno è ricaduta su una bambina riallacciandosi al tema dell’Expo ‘Progettare la società del futuro per le nostre vite’: per i bambini va costruito un futuro migliore e va fatto ora. Libertas incorpora elementi pre-
senti nello stemma della Repubblica: le torri, il cui dettaglio si ritrova anche negli occhi, e le piume. I capelli verdi rappresentano la natura e il Monte Titano su cui sorge
S ervizi alle imprese
San Marino. Il ventaglio nella sua mano è un tributo al Giappone, il paese ospitante l’Expo. Libertas va ad aggiungersi alla sempre più ampia lista di personaggi di
“Private Capital, una leva per crescere più rapidamente. ASE-CC partner strategico”
Il Private Capital rappresenta un’opportunità concreta per le imprese che vogliono crescere rapidamente e competere con successo in mercati sempre più dinamici.
ASE-CC – Agenzia per lo Sviluppo Economico - Camera di Commercio – si propone come partner strategico, affiancando aziende, manager e professionisti del territorio in ogni fase del percorso che porta all’incontro con investitori interessati a finanziare progetti di crescita.“Eccellenze sammarinesi come PromoPharma, recentemente coinvolta in una operazione di Private Capital, dimostrano che San Marino è
un terreno fertile per investimenti di valore. E non è un caso che Bister Pharma, società operante nel settore della cannabis terapeutica con il potenziale per diventare leader del settore”, ricordano, “si sia rivolta ad ASE-CC per seguire lo
stesso percorso”.
Legno: tra questi, spiccano ItaliaChan, la mascotte ufficiale dell’Italia per Expo 2025 e Luce, la mascotte luminosa che rappresenta il Vaticano per il Giubileo e Expo.
Padiglione, nuovo “silver sponsor”: J.And.C. Cosmetici
Lusso etico e sostenibile della J.And.C. Cosmetici per la partecipazione di San Marino a Expo 2025 Osaka con la firma dell’accordo di sponsorizzazione tra il Commissario Generale Filippo Francini e Giada Mieli, titolare dell’eccellenza con sede sul Lago di Como. J.And.C. Cosmetici nasce da un’idea rivoluzionaria che porta la firma di Giada Mieli, erede di una famiglia di pionieri della seta, che dal 1999 ha avuto l’idea di indirizzare i propri studi sulle antiche proprietà di bellezza della seta, non da indossare come un vestito, ma come una nuova e seconda pelle. La brillante e visionaria imprenditrice è proprietaria dell’unico stabilimento al mondo in grado di estrarre dalla selezione dei migliori fili di seta la Sericina Integra, l’unica sericina in commercio in grado di rigenerare il tessuto cutaneo del 250% in 72 ore.
“Non un miracolo della tecnologia – ha affermato Giada Mieli – ma una realtà naturale custodita tra i segreti della tradizione me-
dica e cosmetica dell’Antico Giappone, modello al quale per secoli si sono ispirate le donne di tutto il mondo. Sono cresciuta nutrendomi delle storie che mi raccontava mio nonno sulle principesse delle grandi Dinastie orientali e sognavo di avere un giorno pelle e capelli come i loro, oggi dopo molti anni di ricerca e sviluppo, non solo ho realizzato un sogno ma ho reso reale il claim ‘una pelle morbida come la seta’”. La J.And.C. partecipa al progetto con un contributo economico e con un’importante fornitura all’intero staff di prodotti di alta qualità, di cui, una selezione, si troverà in vendita presso lo shop del Titano.
Dall’analisi del business model alla definizione del piano operativo, fino alla presentazione a investitori qualificati, genzia per lo Sviluppo Economico - Camera di Commercio accompagna l’azienda in ogni fase. “Un approccio”, spiegano, “che mira non solo a rafforzare la competitività delle singole imprese, ma anche a favorire lo sviluppo dell’intero tessuto economico sammarinese. Vuoi scoprire come il Private Capital può accelerare la crescita della tua azienda? Contatta ASE-CC tramite il Qr-Code qui sotto e inizia il tuo percorso verso nuove opportunità di sviluppo”.
di Daniele Bartolucci
Il “Decreto Bollette” è realtà e per tutto il trimestre gennaio-marzo si avrà diritto ad uno sconto sui consumi sia per quanto riguarda l’energia elettrica che il gas. Ad annunciarlo il Segretario di Stato al Lavoro con delega ai rapporti con l’AASS, Alessandro Bevitori a pochi minuti dall’approvazione in Congresso del testo finale. “Lo avevamo annunciato e l’abbiamo fatto, dando una risposta soprattutto alle aziende, come richiesto in primis da ANIS, ma anche alle famiglie, per calmierare gli aumenti che si stanno registrando sui mercati”. Il tema è di stretta attualità, in effetti, perché dopo un periodo di normalizzazione dei prezzi di acquisto, negli ultimi mesi il PUN è schizzato di nuovo al rialzo e avendo scelto San Marino le tariffe indicizzate al PUN, è logica conseguenza che anche i costi siano diventati ingestibili, soprattutto per le aziende energivore. Da qui l’intervento del Governo, che ha scelto lo strumento del Decreto (che è quindi prorogabile nel tempo) come fece nel 2023.
Richiesto fortemente da ANIS, retroattivo da gennaio: come nel 2023, ma meno “generoso”
Energia e gas: c’è lo “sconto” per le aziende e le famiglie
Il Congresso approva il “Decreto Bollette” per calmierare gli aumenti del mercato
In verità, facendo i conti con il PUN attuale e il PUN di allora ed essendo lo “sconto” un valore fisso rispetto ai metri cubi consumati, si può stimare per le aziende la riduzione effettiva di un 7% circa, essendo stato il PUN medio dell’energia elettrica di 146 euro/mw e lo sconto attuato è di 10 euro. Nel 2023 il PUN medio di gennaio-marzo era invece di 157 euro/mw, e lo sconto era stato di 30 euro/ mw, ovvero il 19%. Per quan-
to riguarda il gas, invece, lo sconto attuale sarà di circa il 20%, che è sicuramente apprezzabile.
Le politiche energetiche e dei rifiuti sul tavolo Il “Decreto Bollette”, per
“Le misure restrittive unionali”: seminario dedicato alle imprese associate A NIS e KPMG
Le crescenti necessità riguardanti l’interscambio con l’estero saranno alla base del prossimo seminario organizzato da ANIS per le imprese associate, che si terrà nella sede di Città mercoledì 12 marzo dalle 14:30 alle 18:00. Particolare riferimento si farà alle diverse restrizioni (geografiche, soggettive, oggettive) oggi vigenti nei
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confronti della Russia e di altri Paesi. Il programma prevede l’approfondimento su “Scopo e ambito delle misure restrittive UE: quadro generale”; “Le misure restrittive all’esportazione e all’importazione (esempi di misure verso la Russia e l’Iran)”; “Le misure restrittive soggettive: i concetti di proprietà e controllo”; “Paesi terzi e misure antie-
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lusive: Due Diligence, best efforts, e clausola noRussia”; “Il Programma Interno di Conformità (PIC)”; “Il regime sanzionatorio: Dlgs. 221/2017 e Direttiva UE 2024/1226”. Il seminario sarà condotto dall’avv. Massimo Fabio e dall’avv. Nassim Abboud dello Studio Associato KPMG – Consulenza Legale e Tributaria.
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quanto richiesto e opportuno, non esaurisce però il grande tema delle politiche energetiche di San Marino. L’obiettivo di una maggiore autonomia, raggiungibile solo con impianti di produzione (in territorio o investendo
fuori confine) è ancora lontano dall’essere raggiunto. Anche perché, come spiegato proprio su queste pagine poche settimane fa, il Piano Energetico Nazionale-PEN4 all’ordine del giorno in Consiglio Grande e Generale è stato scritto nel 2023 e dopo due anni non solo non può aver prodotto nulla non essendo ancora stato approvato, ma per molti versi è già “vecchio”, non tenendo conto delle prospettive tecnologiche e normative dei mercati, in particolare di quello europeo dove San Marino vuole raggiungere la piena integrazione con l’Accordo di Associazione. Proprio a questo proposito si collega a questo tema quello dei rifiuti, che è un’urgenza per il sistema economico, ma anche una priorità a livello diplomatico. Il recente incontro con il Presidente della Regione Emilia-Romagna, princi-
pale punto di approdo dei rifiuti sammarinesi, pur non essendo entrato nei dettagli, ha toccato anche questa partita, che San Marino deve gestire in maniera molto seria, essendo in difetto su molti aspetti, dalla raccolta differenziata che non ha dato i risultati attesi, alla mancata realizzazione degli impianti di stoccaggio, per non dire di quelli di smaltimento che ancora non sono previsti. I due temi sono all’ordine del giorno anche dei prossimi tavoli tecnici tra Governo, AASS e categorie economiche, stante le diverse necessità sia degli operatori economici sia anche dello Stato stesso di risolvere questi annosi problemi. L’aspettativa è altissima, visto che ormai approvvigionamento e prezzi di energia elettrica, acqua e gas governano di fatto tutte le economie moderne. Una soluzione va “accesa” e presto.
San Marino FIXING settimanale di informazione economica, finanziaria e politica
SG: il patrimonio netto dei fondi comuni è risultato pari a 349 milioni
Crescono le esposizioni creditizie verso i clienti
Banca Centrale: nel III° trimestre 2024 sono aumentate di 9 mln
Nel terzo trimestre 2024 le esposizioni creditizie lorde per cassa verso la clientela sono aumentate di € 9 milioni di euro, attestandosi a € 1.069 milioni. Così il terzo bollettino trimestrale del 2024, Banca Centrale della Repubblica di San Marino.
Le esposizioni creditizie lorde deteriorate, pari a € 249 milioni, sono risultate in diminuzione di € 12 milioni. Le esposizioni creditizie nette per cassa verso la clientela, pari a € 987 milioni, sono aumentate di € 13 milioni. Le esposizioni creditizie nette in bonis sono aumentate di € 21 milioni, attestandosi a € 815 milioni. Le esposizioni creditizie nette deteriorate si ragguagliano a € 172 milioni (- € 8 milioni rispetto al trimestre precedente), tra le quali si rilevano sofferenze per € 54 milioni (invariate nel trimestre), inadempienze probabili per € 111 milioni (- € 12 mi-
lioni) ed esposizioni scadute e/o sconfinanti per € 8 milioni (+ € 4 milioni). Il coverage ratio sulle esposizioni creditizie deteriorate per cassa ver-
so la clientela è pari al 30,7% (47,3% sulle sofferenze). Le esposizioni creditizie deteriorate lorde per cassa verso la clientela rappresentano il
23,3% delle esposizioni creditizie complessive lorde per cassa verso la clientela, mentre a valori netti il citato rapporto si attesta al 17,5%.
Le società di gestione
A fine settembre 2024 il numero di fondi comuni di diritto sammarinese autorizzati era pari a 16, di cui 13 aperti
destinati alla generalità del pubblico di tipo UCITS III, uno chiuso, alternativo, riservato a clienti professionali e 2 chiusi, ad apporto, alternativi, riservati a clienti professionali e istituiti ai sensi di specifici provvedimenti legislativi in connessione ad operazioni di sistema e a interventi finalizzati alla tutela del risparmio. Il patrimonio netto dei fondi comuni risultava pari a € 349 milioni rispetto ai 362 milioni del II trimestre 2024. Del citato importo di € 349 milioni, la parte riferita ai predetti 2 fondi chiusi istituiti ai sensi di specifici provvedimenti legislativi era pari a € 34 milioni, in riduzione di € 32 milioni rispetto al dato comunicato nel precedente Bollettino Trimestrale. Sulla diminuzione ha inciso la distribuzione ai partecipanti al fondo di una parte degli attivi detenuti. Alessandro Carli
Economia e mercati: il commento di marzo di Denis Manzi, CFA, CIPM
Testa oppure cuore? Tutto dipende da...
Per quanto riguarda gli investimenti è meglio usare la razionalità
L’innamoramento è un’esperienza umana complessa. La psicologia (“Love and attachment processes”, Hatfield & Rapson, 1993) definisce l’innamoramento come la fase iniziale di un’esperienza sentimentale caratterizzata da una forte attrazione verso un’altra persona, che è caratterizzata da una serie di cambiamenti psicofisici che ne accompagnano l’evoluzione. La fase dell’innamoramento, che può durare un lasso di tempo variabile, per il soggetto che la sperimenta, è suscettibile di fare diminuire il grado di razionalità a chi la prova, rendendolo più facilmente suggestionabile e propenso a compiere azioni che diversamente non compirebbe. Se tali sensazioni, unite ai comportamenti che ne susseguono, sono prive di particolari rischi in rapporti e situazioni sane, il discorso inizia a essere molto complicato se ci si addentra in contesti meno sani o magari architettati artificialmente al solo fine di condurre degli illeciti (si pensi alle molteplici “truffe amorose”). Se il sentimento dell’amore verso altre persone è nel DNA dell’essere umano ed è appunto tale sentimento che ha permesso e permette la sopravvivenza della specie, l’innamoramento in contesti diversi da quelli delle elazioni umane, e specialmente in quello degli investimenti finanziari, si rivela molto spesso deleterio. La teoria economica ortodossa, che ha poi guidato anche un po’ tutte le teorie sull’efficienza dei mercati, afferma che l’homo economicus (ovvero l’individuo astratto rappresentazione figurativa di un uomo iper-razionale, le cui principali caratteristiche sono appunto estrema razionalità e ricerca della massimizzazione del proprio benessere) non è assolutamente influenzato nelle proprie decisioni economiche e finanziarie da sentimenti e sensazioni che si discostino da quello che è appunto razionale fare al fine di massimizzare il trade-off tra rendimento e rischio. Tuttavia, non occorre di certo essere grandi esperti economici-
Performance, ribasata a 100 a fine febbraio 2020, degli indici azionari “Standard and Poor’s 500 Oil & Gas Refining & Marketing” (energia sporca) e “S&P Global Clean Energy Transition” (energia pulita). Fonte: elaborazione BSM su dati bloomberg
finanziari per rendersi conto di come il concetto dell’homo economicus sia solamente un’elegante invenzione più teorica che pratica, visto che l’essere umano, specialmente se non costretto a compiere decisioni razionali, è molto spesso guidato, o quantomeno influenzato, da emozioni e sensazioni, anche facilmente manovrabili e suggestionabili a seconda del contesto o del momento in cui la decisione stessa va presa. Come dimostrazione di tutto ciò, appare utile concentrarsi su quanto sta accadendo nel connubio tra politica ed economia/finanza. Infatti, sino a pochi mesi fa, sembrava imprescindibile – pena l’essere considerati eretici, fuori dal mondo o anche peggio - doversi obbligatoriamente allineare, come investitori, ai principi ESG o, per qualsiasi impresa, dovere
per forza di cose sposare ed attuare all’interno delle organizzazioni aziendali i concetti della diversità, uguaglianza ed inclusione. Soprattutto dopo l’elezione di Trump alla presidenza degli USA, alcuni temi, nelle loro versioni più estremiste, stanno invece riscontrando parecchio scetticismo e dissenso, magari da quelle stesse persone che prima li osannavano, emulando il movimento di un pendolo. Se cambiare idea, quando si hanno dei validi elementi per farlo, è cosa intelligente, lo è molto meno se lo si fa solamente a seconda del vento. Inoltre, se cambiare idea, anche se in maniera meramente opportunistica, non ci espone nella stragrande maggioranza dei casi a particolari problemi, il discorso è differente se di mezzo vi sono gli investimenti finanziari, dato che i
danni che si rischia di compiere potrebbero anche risultare devastanti. Come dimenticarsi dei tanti proseliti, diventati anche propagandistici dal periodo del Covid, su come il mondo avrebbe dovuto andare avanti basandosi solamente sulle energie rinnovabili destinando a morte certa tutte le fonti di energia tradizionali? Argomenti accattivanti e anche sensati ma, chi si fosse innamorato di tali temi pensando bene di inserirli anche nella propria asset allocation finanziaria, sta difficilmente sorridendo (grafico energia sporca vs. energia pulita). Come spesso accade, la verità sta quasi sempre nel mezzo e le cose sono molto più semplici e lineari di quanto si possa pensare e al fine di ottenere risultati quantomeno decenti ma soprattutto non fare danni, nella vita e nel mondo
degli investimenti finanziari, sarebbe sufficiente una buona dose di buonsenso e razionalità, evitando di farsi prendere dall’entusiasmo cadendo di conseguenza nel tranello dell’innamoramento, sentimento bellissimo nelle relazioni umane, che però andrebbe tenuto alla larga quando si ha a che fare con altre tematiche, comprese strategie di investimento o singoli investimenti. La sensazione è che nel prossimo periodo, grazie alla (o per colpa della) nuova amministrazione USA, assisteremo a tanti altri capovolgimenti di fronte, voltafaccia più o meno opportunistici e piroette varie, che riporteranno il pendolo più verso il centro procurando nel processo quantomeno qualche grattacapo a quegli investitori che negli anni scorsi hanno fatto prevalere “l’amore” verso taluni temi rispetto ai fondamentali ma soprattutto rispetto al buonsenso. Chiaramente, in tutto questo, vi è la quasi matematica certezza, visto che la mente umana è una delle poche costanti nella storia e che l’umanità vive quasi sempre di eccessi, che prima o dopo il pendolo si sposterà troppo dall’altro lato e la storia si ripeterà in senso opposto.
I mercati finanziari
Mese piuttosto interlocutorio sui mercati finanziari quello di febbraio (tabella performance).Analizzando più nel dettaglio ciò che sta accadendo, è possibile individuare alcuni patterns interessanti, come a esempio la sovra-performance, lato azionario, di Europa e mercati emergenti rispetto agli USA. Ovviamente, una rondine non fa primavera e pertanto, soprattutto se i dazi sbandierati da Trump saranno effettivamente imposti, la tendenza potrà invertirsi in men che non si dica.
I portafogli
I mercati finanziari stanno, almeno per ora, snobbando la situazione di incertezza che aleggia sul fronte economico e politico, denotando una view decisamente positiva ed
esuberante. Anche i livelli di volatilità implicita, sia sull’azionario che sull’obbligazionario, rimangono decisamente bassi e pertanto vale la pena ribadire quanto scritto a febbraio, ovvero che la ragione potrebbe essere duplice: o i mercati non stanno scontando a sufficienza ciò che – nel bene o nel male – potrebbe succedere nel prossimo periodo, oppure l’incertezza è talmente elevata che gli operatori non hanno appetito per prendere posizione, né al rialzo né al ribasso. La verità probabilmente, come spesso accade, sta nel mezzo. In un contesto del genere, caratterizzato appunto da incertezza ma volatilità implicita contenuta, unitamente a valutazioni non a buon mercato sui mercati azionari ed un livello dei tassi di interesse che permette di assorbire in maniera non troppo dolorosa (a livello di prezzo delle obbligazioni) eventuali ulteriori rialzi nei tassi, il suggerimento rimane quello di focalizzarsi su soluzioni con elevata convessità (acquisto di downside protection sull’equity ed acquisto di duration sul reddito fisso). Considerato il tutto a 360°, per il prossimo periodo in dettaglio si consiglia quindi di: 1 - Mantenere l’esposizione all’azionario nella parte bassa del range stabilito in sede di asset allocation strategica; 2 - Mantenere l’esposizione all’obbligazionario con rischio di credito sotto al peso stabilito in sede di asset allocation strategica; 3 - Mantenere l’esposizione all’obbligazionario privo di rischio di credito leggermente al di sopra di quanto stabilito in sede di asset allocation strategica.
Leggi l’articolo integrale sul sito www.sanmarinofixing.com
Conclusa la prima fase di “Vivere l’azienda”, il percorso didattico dedicato agli studenti del V anno del Liceo Economico Aziendale che ha lo scopo di stimolare conoscenze, abilità, attitudini degli studenti attraverso il confronto diretto con esperti formatori e consulenti. Il progetto, giunto quest’anno alla quarta edizione, è ideato e organizzato da ANIS, CSdL e CDLS, in collaborazione con la Scuola Superiore di San Marino e Robopac (Aetna Group).
Per “vivere l’azienda” in senso letterale, i ragazzi hanno visitato lo scorso 10 febbraio una primaria realtà industriale sammarinese associata ANIS (Robopac Machinery), quindi simulato in aula, coadiuvati dai docenti e consulenti di INforma (il cui responsabile, Roberto Parma, è il coordinatore dell’iniziativa), delle vere e proprie imprese ipotizzando bilanci, processi, negoziazione...
I ragazzi sono infatti stati divisi in gruppi e ad ognuno di questi è stato affidato un progetto imprenditoriale già avviato, su cui elaborare una strategia per il presente e il futuro.
Le lezioni, svolte nella sala corsi di ANIS dal 24 al 28 febbraio, consentiranno agli studenti e ai loro docenti di sviluppare quindi in classe i vari progetti, che verranno presentati il prossimo 10 marzo ai “colleghi” del IV anno, ovvero coloro i quali saranno coinvolti nell’iniziativa nel 2026.
Strategia aziendale con Simone Mosca
Li guardi e li riconosci. Nonostante le cuffie perennemente nelle orecchie, nonostante il telefono che pare un’estensione del braccio, nonostante quella velocità con cui ti rispondono, che a volte ti fa sentire come se stessi parlando con un video a 1,5x. Sono la Generazione Z, eppure dentro di loro c’è qualcosa che ti somiglia più di quanto vorresti ammettere.
Li vedi alle prese con il concetto di azienda, con le sue logiche, con la strategia – parola che, detta così, sembra quasi appartenere a un altro tempo, troppo lenta per il loro mondo. Eppure, dopo qualche minuto, scatta qualcosa. Li osservi mentre smettono di guardare lo schermo e iniziano a interagire tra loro. Parlano, discutono, disegnano schemi su un foglio, fanno domande. Forse la chiave è sempre stata lì: il gioco, la sfida, il fare qualcosa che abbia senso.
Ci sono sei aziende immaginarie, aziende vere camuffa-
te, e trenta ragazzi divisi in squadre. Il compito? Dare un’identità a quelle aziende, pensare alla loro visione, ai loro valori, alle strategie di crescita. Le idee fioccano, qualcuna è un fulmine a ciel sereno, altre sono talmente strampalate che per un attimo immagini il futuro pieno di prodotti assurdi – e magari saranno proprio quelli a funzionare.
Ma poi arriva il momento in cui si fa sul serio. Perché la creatività ha bisogno anch’essa di una struttura per diventare realtà, e quella struttura non è cambiata nei secoli. È lo scheletro invisibile che sorregge tutto, anche nel caos di un mondo che va veloce: a crearla sono dei neanche ventenni.
Alla fine, si lavora. Sul serio. Un business model canvas completato in cinque ore. Molte aziende, quelle vere, si prendono inconsapevolmente il rischio di non provarci nemmeno. Ma loro sì. Loro se lo prendono il rischio di sbagliare, di osare, di pensare. Si confrontano, litigano, trovano soluzioni. Nel mentre, ti capita di scorgere un ragazzo che prende appunti con una cura che non ti aspetti. Un altro che, tra una battuta e l’altra, butta lì un’idea brillante. Una ragazza che, mentre gli altri ridono, fissa il foglio con l’aria di chi sta per dire qualcosa di importante. E allora capisci. Capisci che non si tratta solo di insegnare, ma di scavare, ci si avvicina al concetto di educare: di tirare fuori qualcosa che è già lì, sotto la superficie. E speri che, da qualche parte, questo giorno resti con loro. Magari non subito, magari tra anni, quando si troveranno davanti a un bivio e ricorderanno che una strategia serve sempre. Anche solo per sapere da che parte andare. E pensare che… non hanno ancora vent’anni. Dott. Simone Mosca
Sviluppo organizzativo con Leonardo Cospito Un’azienda è un sistema complesso. Con i ragazzi abbiamo condiviso che, in ognuna delle loro aziende, decine di Ruoli differenti devono portare avanti migliaia di Attività e che ogni azienda è fatta di: Uffici, Reparti, Officine, Laboratori, Dipartimenti. Ma soprattutto è fatta di centinaia di Persone, che devono ricoprire con convinzione questi Ruoli. Abbiamo visto che per ogni Ruolo esistono più Livelli Professionali, diversi per: responsabilità, compiti, competenze, grado di autonomia e relazioni. C’è il Direttore, che Guida i Manager della
sua Funzione Organizzativa, che ha in staff uno o più Esperti, profili di riferimento tecnico specialistico. Quindi c’è il Manager, che dipende direttamente da un Direttore, ed è responsabile delle risorse e dei risultati della sua Unità Organizzativa (Ufficio, Reparto), che ha uno o più Specialisti in staff. Poi c’è il Coordinatore (il Capo Reparto) che, in base alla pianificazione fornita dal Manager, definisce le priorità e organizza il lavoro per gli Addetti, che a loro volta svolgono le attività più operative.
Con i ragazzi di “Vivere l’azienda” siamo partiti dal modello di business: “perché” e “cosa” l’azienda vuole diventare nei prossimi anni. Poi abbiamo lavorato sul “come” realizzare quanto definito, quindi ragionato sui Processi, tenendo presente che questi ultimi rappresentano il “come” si realizzano le cose. Per disegnare gli organigrammi abbiamo messo in relazione Processi e Ruoli. Ci siamo impegnati su come mettere insieme tutti questi Ruoli e tutte queste attività, come far lavorare insieme tante Persone verso obiettivi comuni. L’argomento ha stimolato la curiosità dei ragazzi, mi hanno fatto domande specifiche proprio su quali e quanti sono i percorsi professionali che li aspettano in azienda, hanno percepito quanto fosse importante il tema per poter decidere adeguatamente come proseguire il percorso di studi. Sviluppare nei ragazzi questa Consapevolezza Organizzativa è fondamentale, chi la possiede sa interpretare accuratamente le situazioni aziendali e comprendere a fondo i problemi organizzativi, diviene consapevole delle complessità dell’azienda in cui lavora e quindi ad avere una vita professionale gratificante.
L’esperienza di “Vivere l’azienda” è unica per i ragazzi, lascia nel loro “zaino delle competenze” un’idea realistica di come funziona un’azienda. Ma è unica anche per me, come docente, mi ricorda ogni volta che l’aspetto più importante e più difficile del mio lavoro è insegnare agli altri come occuparsi del futuro.
Ing. Leonardo Cospito
Operations Management con Alessandro Ormesi
Anche quest’anno Anis mi ha dato la possibilità di partecipare a “Vivere l’azienda”. Anche quest’anno infatti, durante il confronto con gli studenti, non posso che rimanere personalmente stupito di come siano capaci di dare delle risposte e trovare delle
I commenti entusiasti dei formatori e dei consulenti
I ragazzi hanno imparato
Gli studenti del V anno del Liceo Economico Aziendale Dopo la visita nello stabilimento di Robopac Machinery,
soluzioni su argomentazioni così distanti dal loro mondo abituale.
Il mio compito era quello di dare una visione della parte operativa di un’azienda, parlando di fabbrica di Supply chain e di organizzazione industriale. Un argomento molto vasto e complicato anche per chi quotidianamente vive l’azienda da dipendete e da addetto ai lavori.
L’ottima ed illuminata organizzazione del corso coordinata da Roberto Parma ha avuto come driver la “costruzione” di 6 aziende immaginarie ma basate su una piattaforma reale, con dei conti economici reali e con delle mission ben definite. I ragazzi sono stati divisi in 6
gruppi differenti ognuno dei quali rappresentava un’azienda specifica.
I ragazzi hanno avuto modo quindi, da un lato, con la loro creatività, di “costruire” dei modelli produttivi con degli obiettivi ben specifici e molto differenti, dall’altro lato di poter verificare in modo “tangibile” le difficoltà che ci possono essere nell’organizzare delle produzioni con delle complessità che probabilmente non si aspettavano. Durante la giornata sono stati numerosi i momenti di confronto sia con il docente che tra di loro. Anche quest’anno non posso che rimanere colpito dai ragionamenti dei ragazzi. Nella loro “purezza” sono riusciti a far emergere
dei ragionamenti sicuramente non banali, proponendo delle soluzioni applicabilissime al mondo reale dando anche una visione trasversale nelle modalità di gestione, cosa che purtroppo non accade nelle realtà industriali anche più blasonate e consolidate.
Al termine della giornata, per merito dei ragazzi, le sei aziende avevano una conformazione differente e coerente con il modello industriale che rappresentavano dando in alcuni casi anche un peso corretto alle risorse da impegnare.
Personalmente ogni volta che ho la possibilità di confrontarmi con i ragazzi ne esco sempre arricchito, e in
coinvolti nell’iniziativa: “Esperienza unica, arricchente per loro ma anche per noi”
imparato a “Vivere l’azienda”
hanno completato il percorso ideato per loro da ANIS, CSdL e CDLS
il lavoro è proseguito in aula: il 10 marzo presenteranno i loro progetti
un certo senso “rasserenato” perché ho la possibilità di vedere come nella maggior parte dei casi, siano in grado, se opportunamente stimolati e coinvolti nei ragionamenti, di dare un valore aggiunto importante. Ho avuto anche la possibilità di confrontarmi con loro durante una pausa, sulle idee che hanno del loro futuro e su come intendano intraprendere il loro percorso di crescita personale e professionale.
Da un lato le loro risposte mi hanno fatto capire come siano interessati al futuro, di come abbiano voglia di mettersi in gioco e di “esplorare” nuovi territori sconosciuti, anche attraverso esperienze internazionali.
La visita in Robopac Machinery
Alfredo Aureli: “Siate imprenditori di voi stessi nel lavoro che sceglierete e anche nella vita”
“Siate imprenditori di voi stessi, nel lavoro che sceglierete di fare e anche nella vostra vita, iniziando fin da ora a investire nelle vostre passioni e nel vostro percorso scolastico”. Questo il consiglio che Alfredo Aureli, Presidente di Aetna Group, ha rivolto ai ragazzi del Liceo Economico Aziendale al termine della visita in Robopac Machinery, lo scorso 10 febbraio. “E siate soprattutto siate curiosi, perché è proprio grazie alla curiosità che è nata anche Robopac”, ha aggiunto raccontando l’esperienza imprenditoriale che in 40 anni è diventata un’azienda leader del mercato, operativa in tutto il mondo. “Eravamo andati
Dall’altro mi sono sembrati un po’ disorientati nelle scelte che stanno per intraprendere e questo rafforza in me due linee di pensiero.
La prima che dobbiamo dare fiducia ai ragazzi, responsabilizzandoli e dandogli sostegno nelle scelte coraggiose che devono intraprendere per disegnare il loro futuro, dicendogli di non aver paura di sbagliare, anzi … di commettere errori per imparare anche ad essere più forti. La seconda che queste iniziative sono sicuramente ad altissimo valore aggiunto, che servono sicuramente ai ragazzi e che dovrebbero essere fatte più spesso e più volte durante il percorso formativo. Non posso quindi ringra-
in una fiera negli Stati Uniti per vedere alcune novità e siamo rimasti colpiti non dalle grandi macchine delle aziende più importanti, ma da un piccolo stand che esponeva un prototipo per il packaging. Non era il nostro settore, ma intuimmo che avrebbe potuto diventare un business. Decidemmo di investirci e nel 1984 è nata Robopac Machinery, proprio qui a San Marino, la prima business unit del gruppo e oggi uno dei main brand di Aetna Group, che è leader mondiale nel settore del packaging, specializzato in soluzioni di fine linea, spaziando dalle macchine avvolgitrici semiautomatiche con tecnologia intelligente
ziare Anis per il supporto che dà alle scuole ed in particolare al coordinatore Roberto Parma per l’ottima organizzazione e visione.
Ing. Alessandro Ormesi
Sostenibilità aziendale con Simone Selva L’esperienza di “Vivere l’azienda” con le classi V del Liceo Economico di San Marino si è rivelata un momento davvero interessante sia per il progetto in sé, strutturato ogni anno in modo più completo, che per la possibilità, per certi versi unica per un professionista, di confrontarsi con studenti di 18/19 anni. La giornata è iniziata con la presentazione, da parte dei diversi gruppi, dei casi svolti
alle soluzioni automatiche innovative, dalle macchine avvolgitrici industriali alle macchine termoretraibili e alle incartonatrici, fino alle soluzioni di imballaggio su misura”. Molte di queste macchine e di come vengono ideate e realizzate, sono stati spiegati durante l’accoglienza in azienda dal Direttore Operation di Robopac Machinery e di Robopac Systems, Alessandro Manduchi, e sono stati anche il filo conduttore del tour nei vari reparti, accompagnati dai vari responsabili dell’azienda. Un vero e proprio “tuffo” nell’azienda alla scoperta delle sue dinamiche e dei suoi processi.
Daniele Bartolucci
con gli altri docenti nei giorni precedenti. Ho potuto notare una buona confidenza nella esposizione dei contenuti grazie certamente al lavoro svolto dai colleghi. Ho notato che, con riferimento ai modelli di business aziendali presentati, la totalità dei gruppi era focalizzata, nello svolgimento dei casi aziendali, su una strategia di differenziazione per qualità del prodotto, innovazione tecnologica e sostenibilità ambientale. Questi termini godono di una certa cassa di risonanza affollando il mainstream forse anche oltre la reale comprensione degli stessi. Su questo aspetto sono state fatte alcune riflessioni provando ad entrare nel merito
di questi concetti. Dopo un breve approfondimento sul tema della sostenibilità ESG, ed in particolare sulla sostenibilità finanziaria, l’attività principale si è concentrata sullo svolgimento di un caso aziendale pratico su foglio di calcolo. Lavorando su dati reali e simulazioni concrete, gli studenti hanno potuto sperimentare su caso aziendale la relazione tra azioni manageriali e risultati economico-finanziari. Nonostante le iniziali difficoltà nell’uso dello strumento molti hanno mostrato ottime capacità di adattarsi e di ragionare con logica economica, dimostrando un approccio critico di buon livello, oltre ad una ottima preparazione di base. Più che negli anni scorsi ho notato che le valutazioni espresse dagli studenti non erano guidate esclusivamente da considerazioni economiche ma da una chiara volontà di sviluppare le azioni che avevano progettato nelle giornate precedenti con gli altri docenti. L’esperienza è stata certamente positiva. Un aspetto per me visibile di questa edizione è stato il feed-back degli studenti. Chi ha partecipato e si è lasciato provocare cogliendo il valore dell’occasione di “Vivere l’Azienda” ha espresso un ringraziamento autentico per l’esperienza vissuta, sia, credo, per i contenuti proposti, che per la possibilità di mettere in pratica le conoscenze acquisite nell’ambito scolastico. Questo riconoscimento, spontaneo e sentito, è forse il segnale più chiaro del valore formativo del progetto. Alla fine di ogni edizione di Vivere l’Azienda, mi rendo conto di quanto sia importante creare occasioni di incontro tra il mondo della scuola e quello del lavoro.
Non si tratta solo di insegnare concetti economici o di fornire strumenti tecnici ma di avere l’occasione di mostrare a dei ragazzi il nesso tra ciò che studiano e la realtà del lavoro, sebbene simulata. Ritengo questo elemento importante proprio perché aiuta a far cogliere che la scuola può costituire davvero quella chiave per entrare nella realtà e conoscerla sempre di più se lo studente è disponibile a farsi provocare nel rapporto con chi ha la possibilità di incontrare.
Dott. Simone Selva
La negoziazione con Pietro Parmeggiani L’insegnare negoziazione a studenti del liceo economico partecipanti a “Vivere l’Azienda” è stato stimolante e coinvolgente. Ha richiesto
uno sforzo supplementare per comunicare in modo efficace con ragazzi 40 anni più giovani di me. L’utilizzo di esempi e metafore ha catturato la loro attenzione e ha reso i concetti più accessibili. Ho iniziato spiegando cos’è la negoziazione, perché è importante e in che modo è parte della loro vita quotidiana. Tutti negoziamo, in contesti diversi e con finalità differenti, ma sempre con le stesse dinamiche di base. Fin da subito, ho coinvolto gli studenti in alcuni giochi per rendere il concetto più tangibile e interattivo.
Sono poi passato alle fasi del processo di negoziazione, mettendo in evidenza l’importanza di seguire un metodo, evidenziando come un approccio sistematico possa aiutare a ottenere ciò che si desidera e ciò che si merita per poi passare la centralità della preparazione e della strategia.
Quando ho illustrato gli stili di negoziazione, ho notato un crescente interesse da parte degli studenti che è aumentato costantemente, fino a raggiungere il culmine nelle due ore dedicate alla simulazione di una negoziazione. Ho diviso gli studenti in tre coppie di aziende e ho assegnato loro un caso di negoziazione ispirato ai casi di Harvard. Con mia grande soddisfazione, ho assistito a una trasformazione: studenti inizialmente poco attenti si sono dimostrati abili negoziatori, mentre altri, più timidi e distaccati, si sono immersi con grande impegno nella simulazione. Sono emerse chiaramente le due anime della negoziazione: quella competitiva e quella collaborativa. I risultati diversi delle tre coppie di negoziatori hanno evidenziato queste dinamiche permettendo agli studenti di comprendere quanto sia cruciale la gestione della relazione. Abbiamo concluso la giornata con un approfondito debriefing, analizzando le dinamiche negoziali delle tre coppie. Questa fase è stata fondamentale per riflettere sul ruolo centrale delle relazioni, delle strategie adottate, delle emozioni e dei bias cognitivi che influenzano le decisioni.
L’esperienza si è rivelata estremamente arricchente, sia per me che per gli studenti. Ho potuto constatare quanto sia efficace un approccio pratico alla formazione e quanto gli studenti possano trarre beneficio da simulazioni realistiche che li coinvolgano attivamente nel processo di apprendimento. Dott. Pietro Parmeggiani
In scena 20 ragazzi con Sindrome di Down e diverse disabilità intellettive
Cooperativa Cuore 21 e IAM non dicono bugie
Il 21 marzo a San Marino lo spettacolo teatrale “Who is Pinocchio?”
“Perché l’umanità ha ancora bisogno di cento, mille palcoscenici per far capire che diversità, malattia, solitudine, poesia, non appartengono solo a categorie specifiche di persone, ma sono patrimonio di tutti. Perché, dal di dentro, noi sì, noi lo sappiamo: la follia appartiene alla normalità, non ne è affatto la negazione”. In principio fu Claudio Misculin che nella metà degli Anni Settanta, nel pieno della rivoluzione basagliana che portò alla chiusura del manicomio di Trieste e diede origine alla Legge 180, incontrò la fragilità. Il grande artista triestino, all’inizio degli anni Novanta, apre l’Accademia della Follia, il primo esempio di “teatro di matti”. In principio fu anche Pippo Delbono che, dopo un percorso formativo intenso, nel 1997 porta in scena “Barboni”, spettacolo meraviglioso nato dall’incontro con persone provenienti da situazioni sociali di emarginazione determina una svolta nella sua ricerca poetica. Come Bobò, sordomuto incontrato e fatto uscire dal manicomio di Aversa dopo un internamento durato 45 anni, che ha girato il mondo assieme a lui, in prima classe, sino a 82 anni. “Tanti non si rendono conto che ci può essere una grande bellezza in persone che la società ha etichettato come matti, down, barboni” ha ripetuto più volte lo stesso Pippo Delbono.
Un solco importante, quello che unisce la scena e la fragilità, su cui – recentemente –l’ottimo Paolo Ruffini ha fatto germogliare “Up & down” (passato anche a San Marino qualche anno fa), un viaggio che racconta la meraviglia di essere speciali e la bellezza potente della vita espressa attraverso le diversità di ogni persona.
In questo percorso di riscoperta e di valorizzazione dei talenti nascosti allo “sguardo” – l’arte come elemento di riscatto, di catarsi, di dignità sociale, di vita – si inserisce anche “Who is Pinocchio?”, spettacolo che verrà presen-
tato anche sul Monte Titano il 21 marzo alle 20.30, esattamente nella “Giornata mondiale della persona con Sindrome di Down”, ed esatta-
mente all’interno dell’Auditorium Little Tony di Serravalle di San Marino (ingresso a offerta libera e consapevole a partire da 5 euro; gra-
dita la prenotazione).
La data in Repubblica è il risultato di una sinergia, di un’amicizia e di un rapporto di reciproca stima tra l’azien-
da sammarinese Igiene Ambientale Management S.r.l. e la Cooperativa Cuore 21 di Riccione, due realtà apparentemente distanti ma in realtà
molto, molto vicine: entrambe difatti possiedono una grande sensibilità e un’altrettanta attenzione verso l’inclusione (IAM ha assunto due ragazzi con disabilità al suo interno e Cuore 21 promuove inserimenti lavorativi) e all’educazione al valore dell’unicità.
IAM quindi ha scelto di invitare le persone a teatro sostenendo Cuore 21 e scegliendo proprio uno spettacolo che ha in scena 20 ragazzi con Sindrome di Down e diverse disabilità intellettive, per raccontare una delle storie più famose della letteratura per l’infanzia, un grande classico che non finisce mai di stupire e di regalare spunti di riflessione.
Lo spettacolo, diretto da Eleonora Gennari e Valeria Fiorini, si interroga intorno al concetto di unicità.
“Le favole, si sa, nascono per i bambini ma ‘Pinocchio’ di Collodi parla anche agli adulti. Quel burattino che ancora si deve formare, che ha bisogno di un aiuto esterno che lo cerca di manovrare, indottrinare, educare, plasmare secondo un’idea, un ideale che non è detto sia lo stesso di Pinocchio. Quel pezzo di legno che non vuole farsi manovrare, vuole decidere lui, imparare a cavarsela da solo per raggiungere la sua autonomia. Già diventare autonomi! Che gran fatica! Rispettare le regole, dover fare bene, resistere alle tentazioni, abbattere la pigrizia, saper distinguere tra dovere e piacere. Sapere stare al mondo. Ma il mondo è pronto ad accogliere quel Pinocchio? Che magari non è così perfetto, corre con il suo tempo, non sa ancora che persona vuole diventare, ma sa che vuole provare a scoprirlo con le sue gambe, con i suoi sbagli, le sue cadute e le sue intuizioni”.
Uno spettacolo corale di circa 60 minuti, che vede sul palco tanti ragazzi, nel loro agire e nel loro essere, ognuno nel suo ruolo che lascia spazio alla risata, all’emozione e allo stupore.
Alessandro Carli
I superbi sogni ragionati di un uomo
La mostra “Aldo Volpini. L’arte rediviva. In principio fu carta”, visita guidata assieme alla curatrice
Valentina Garavini alla scoperta dell’arte del grande Maestro: disegno, scultura, pittura e scrittura
La mostra si apre con un’immagine fotografia di Aldo Volpini, “in piedi, che fuoriesce con lo sguardo diretto ed austero verso l’osservatore, gli strumenti da lavoro in mano. Dietro alla cornice della sua capanna artigiana, la grande scala di legno appoggiata alla pietra di San Marino, i sacchi di materiale da lavoro. A fianco del Maestro vi è un grande blocco di materiale informe, nascente, che attende di essere plasmato e di avere vita dalla mano geniale di Volpini. L’immagine è l’embrione della Pietà, con la sua forma immensa. Invita il viandante ad entrare nella prima sala della mostra e ad immergersi nell’avventura. Dinnanzi l’imponenza del Maestro ad accogliere il visitatore. Quasi un invito al viaggio dentro la storia di un grande artista, non solo scalpellino, non solo artigiano. Un artista completo, prolifico, completo che dimostrò un interesse trasversale per tutta l’arte figurativa che si era costruito da tenace autodidatta. Una storia affascinante di un eclettismo fecondo, ma, a contempo, ancora alla ricerca di un riscatto. Sempre, al centro, il simbolismo della sammarinesità, il sacro di una geografia di segni che aprono porte affacciate sull’infinito, l’espressione più viva dell’amore per la propria patria e superbi sogni ragionati di cui, qualcuno, è diventato atomo di realtà”. Con queste parole esordisce Valentina Garavini, curatrice della mostra “Aldo Volpini. L’arte rediviva. In principio fu carta” ospitata all’interno di Palazzo Graziani sino al 30 maggio 2025: parole che portano alla “Divina Commedia” di Dante Alighieri. Lì e qui, un Inferno, un Purgatorio e un Paradiso. La curatrice è “Beatrice” e parte dal Paradiso, dal primo piano rialzato del Palazzo. Qui incontriamo San Marino, i simboli identitari della Repubblica e alcuni soggetti sacri. Schizzi di preparazione a tecnica mista – dall’acquerello al gessetto nero – e quadri meravigliosi. “Molte
opere, grazie alla mostra, sono state restaurate” spiega Valentina. L’incanto è negli occhi. “Aveva bisogno dell’anima delle opere, e la trovata nel disegno” aggiunge. “La sua arte è nata su carta. La pratica disegnativa, per lui, oltre che un esercizio fondamentale di studio, è stato intervento fondante della sua espressione artistica”. La passione per l’arte è sempre stata scintilla e traiettoria che, sin dalla giovanissima età, ha animato la sua esistenza: carta e scintilla, quindi. Un ossimoro apparente: la sua arte incendia, avvampa ma senza scottare o bruciare. Autodidatta, come si è detto, Aldo Volpini, nato nel 1920.
Nell’arte figurativa e nelle lettere. “Nei carteggi emerge una modalità piuttosto forbita nella scrittura, sia che si interfacciasse con le istituzioni che con le persone” racconta. “Ogni piano è incentrato su uno o più capitoli della sua vita (e del catalogo)”. Un lavoro impegnativo, che ha richiesto tempo: circa tre anni. Al piano “meno 1”, il Purgatorio, la sua vita quotidiana: Palazzo Graziani possiede un camino e un angolo cottura: un invito a “impreziosire” lo spazio con autoritratti, con i volti dei familiari, con le opere non compiute. Tra tutte, “Le gesta del Santo Marino” del 1965, un lavoro che “Beatrice” definisce “la sua gran-
de utopia”. È un viaggio rovesciato, quello di Volpini: curato con grande attenzione ai dettagli, lavora sul dialogo tra l’edificio e l’artista, tra il luogo fisico e la creatività, la capacità del fare. Un viaggio “contrario” a quello dell’Alighieri, verticale, che parte dalla vetta e che poi si lascia trascinare dalla forza della gravità sin dentro la pancia della terra, dello scultore, della pietra, dei sensi. Al piano “meno due” la porta di Dite, rovesciata anch’essa rispetto a Dante: una porta che è avamposto, fatamorgana di fantasia e bellezza. Un uscio che fa entrare, che si affaccia nel cuore del Monte Titano, roccioso e ruvido. Qui
riposa un’aquila e una lettera. Un epilogo, nato “da un male oscuro / che è difficile diagnosticare” (“Una canzone”, Francesco Guccini). Lo ha scritto Valentina. “Era il 16 maggio 1976. Ogni cellula che compone l’orografia segreta di una personalità, in quegli istanti avverte che qualcosa sta per accadere. L’inatteso minacci con la propria ombra. Qualcosa di inimmaginabile e terribile. Gli altri rimasero a guardare attoniti l’infinito che all’imbrunire calò il sipario della notte. Una notte che oggi brilla d’immenso. Così, all’improvviso, Aldo Volpini si è congedato con un gesto di una forza avversa e contraria
all’impeto della creazione artistica. Legno di pernambuco vero e profondo, simile a quello delle sue tavole dipinte con i tre Santi che ora lo proteggono, o a quello dei suoi capolavori (…). L’imprevidibilità di una traiettoria. Qualcuno ci ha donato dei capolavori e poi è svanito, ma più alta e vivace è la fiamma del genio e più breve sarà il tempo con cui bricerà il falò. Il tempo. Quel che accade. La storia di un’arte sublime e rediviva, nata su carta. Su di una carta, simile a quella delle scenografie di teatro che conserva memoria delle pieghe del tempo”. Sipario.
Alessandro Carli
Lo stemma che conosciamo è protetto a livello internazionale dal WIPO
La bandiera del Titano Una storia “colorata”
Oggi è bianca e azzurra ma un tempo aveva due
Dal 2011 stemma e bandiera di San Marino sono definiti e riconosciuti nella Legge Costituzionale 21/07/2011 nr. 1; dal 2 settembre lo stemma è protetto a livello internazionale dal WIPO. La bandiera di San Marino fu adottata il 6 aprile 1862 ed è composta da due bande orizzontali di uguali dimensioni: quella superiore è bianca e quella inferiore è azzurra. Al centro della bandiera è presente lo stemma nazionale. L’azzurro simboleggia il cielo e il bianco la libertà, la quale sovrasta anche il cielo. Lo stemma di San Marino raffigura il monte Titano con ben evidenti le tre rocche: Cesta, Guaita e Montale. Ciascuna delle tre verdi cime del monte è sormontata da una torre d’argento merlata, distinta di nero e con in ci-
ma una piuma di struzzo di colore argento. Per ornamento esteriore porta due rami divergenti di color verde: d’alloro quello posto a sinistra, di quercia quello a destra. I rami sono legati in basso da un nastro che reca la parola latina “Libertas”, ovvero libertà. La corona, aggiunta con deliberazione del 6 aprile 1864, rappresenta l’autodeterminazione dello Stato, che non riconosce altra sovranità al di sopra di sé.
La prima bandiera venne adottata molto prima, nel 1465 e consisteva in un tricolore orizzontale di colori arancione, bianco e viola con lo stemma nel centro. Uno straordinario lavoro filologico condotto da Verter Casali e raccolto nel libro “I Colori della Politica. Passioni, emozioni
e rappresentazioni nell’età contemporanea” (consultabile nella Biblioteca di Stato) ci fornisce qualche prezioso dettaglio in più. Lo studioso e storico difatti ci dà una data più certa (nel volume si parla del 4 settembre 1465) ma soprattutto, rifacendosi a una “ricevuta reperibile presso l’archivio pubblico sammarinese”, chi fisicamente la produsse: “Antonio del Giochondi et frategli setaiuolj” assieme a “Giovanni di ser Giovanni dipintore” che nella “ricevuta” portata alla luce da Casali, domandano ai Reggenti “il compenso per aver fornito alcune stoffe per fare uno stendardo per la comunanza”. Sulla scelta cromatica e sulla disposizione dei colori sono illuminanti le parole di Carlo Malagola contenute nel
onsorzio Terra di San Marino
libro “L’archivio governativo della Repubblica di San Marino”. L’autore difatti scrive che “il taffetà di grana, o cremisino, fosse impiegato per la parte posteriore, mentre l’anteriore, o il diritto, doveva probabilmente essere formato a tre bande, la gialla e la paonazza ai due lati, e nel mezzo quella di taffetà bianco”. Nonostante la differenza dei nomi scelti per descrivere le tonalità, appare del tutto evidente che per oltre 300 anni i colori della bandiera furono molto diversi da quelli che oggi contraddistinguono l’insegna sammarinese. Il bianco e l’azzurro “entrarono” ufficialmente nel 1797 quando, scrive Casali, “nella seduta del Consiglio Principe e Sovrano del 12 febbraio venne inaspettatamente verbalizza-
Ezio Zannoni, 93 anni e una passione “familiare”
“Andate nei campi e nei vostri giardini, e vedrete che il piacere dell’ape è raccogliere miele dal fiore. Ma è anche piacere del fiore concedere all’ape il suo miele. Perché un fiore per l’ape è la fonte di vita”. La conferma delle parole di Khalil Gibran? Ezio Zannoni, 93 anni quest’anno (li deve ancora compiere), cresciuto (anche) con il miele. “Le api le aveva il mio bisnonno, poi mio nonno, poi sono passate a mio babbo, a me e ora a mio nipote Luca” esordisce.
“Dal 1966 al 1977 sono emigrato negli Stati Uniti, poi quando sono tornato, qualche anno dopo, ho ripreso l’attività di famiglia. Era il 1982, più o meno”. Mentre parla, in casa sua a Falciano, sul tavolo scorgiamo una tessera di cartoncino. L’occhio, curioso, si ferma sull’anno: 1990. Esattamente 35 anni fa. È la tessera della Cooperativa Apicoltori Sammarinesi. “Per avvicinarsi alle api ci vuole passione: se manca
quella, meglio starne alla lontana” racconta con un sorriso. “Non sono animali ‘qualunque’, anzi: sono sensibili e avvertono tutto. Bisogna essere tranquilli e non essere agitati. In tanti anni ho ricevuto solo 6 o 7 ‘pizzichi’, se è molto”. Il nipote Luca e la moglie di Ezio, Clara, lo ascoltano. “Le
prime arnie le ho costruite dietro casa, poi ho spostate tutto più a valle. Mia moglie Clara è stata il mio ‘braccio sinistro’: mi ha dato una mano per tanto tempo. All’inizio avevamo 30 alveari, poi si sono ridotti a 15”. Ezio ancora oggi dà una mano al nipote Luca. Il miele che raccolgono è soprattutto il
Millefiori ma anche un po’ di Tiglio: “Le api raccolgono quello che trovano in giro” aggiunge prima di soffermarsi sulla quotidianità. “Oggi ci sono meno api e la raccolta è calata. Secondo me non è colpa del clima ma dell’agricoltura, meno spontanea e più intensiva. La cosiddetta ‘erba catìva’
to che la coccarda (…) debba essere bianca e turchina molto simile a quella dei rivoluzionari francesi”. Ma c’è una data che ne ferma con più profondità i colori: 6 aprile 1862 quando venne deciso che dovesse essere “composta da due bande orizzontali di uguali dimensioni: quella superiore è bianca e rappresenta la pace mentre quella inferiore è azzurra e simboleggia la libertà. Al centro della bandiera è presente lo stemma nazionale”.
Sino, come detto, a luglio del 2011: in questa data – definita “storica” dall’allora Segretario di Stato agli Interni, Valeria Ciavatta in quanto, per la prima volta, “lo stemma e la bandiera sono stati descritti e identificati graficamente in una forma normativa e inseri-
ti nella carta costituzionale come nelle altre realtà statuali” – difatti venne promulgata la Legge nr. 1 che di fatto è andata a integrare la Legge nr. 59 del 1974 introducendo l’articolo 2 bis, dedicato proprio alla bandiera e allo stemma, “(...) composta da due campi, divisi in orizzontale, in alto bianco, in basso azzurro, al cui centro figura lo stemma ufficiale. Lo stemma ufficiale è sormontato da corona chiusa, simbolo di sovranità. Lo scudo ha il campo azzurro, tre monti di verde, le torri d’argento, finestrate, merlate e distinte in nero, cimate di penne di struzzo d’argento. Lo scudo è ornato da due rami verdi e decussati sotto la punta dello scudo, uno di alloro, l’altro di quercia, fruttati d’oro.
periodica a cura del
di
non si trova quasi più. Negli anni Ottanta con 30 sciami riuscivo a raccogliere 11 quintali di miele, oggi con 28 sciami i quintali sono solo due”. Più o meno invariato invece il periodo di raccolta: per il
Millefiori “le prime smielate si fanno a giugno, le ultime a inizio agosto. I due mesi successivi li lasciamo alle api: devono raccogliere anche per loro”. Ezio, nonostante la tradizione “familiare”, ha studiato. “Ho frequentato per tre anni un corso di formazione a Rimini” spiega. La moglie Clara è di fronte a lui. Le chiediamo se ancora oggi mangiano il miele. “Lo mettiamo nel caffè oppure sul pane a colazione. Un chilo al mese non basta”. Ezio la guarda con un sorriso, poi si gira verso il nipote. “Ancora oggi mi dà una mano” ci dice Luca. “Fa il falegname (attività che ha svolto anche negli Stati Uniti: si occupava di realizzare pareti, pavimenti in legno, cartongesso,
tel.(00378)0549-902617 Fax.(00378)0549-906278 mail to: consorzioterradisanmarino@ omniway.sm
eccetera) quindi carteggia e vernicia le arnie, oppure prepara l’affumicatore. Quando ha iniziato, costruiva anche le arnie. Ancora oggi, a distanza di diversi metri, vede se ci sono problemi”. Ezio si scrive tutte nelle agende, anno per anno, giorno per giorno. Ad esempio il giorno ‘x’ ha sistemato i telaini. “Il 25 aprile del 1982 ho acquistato il primo sciame” interviene Ezio. Poi, come scrive Erri De Luca, “Prendemmo il sentiero degli alveari che impastano l’aria con un canto di fondo, che cava una goccia di miele da un giorno di fiori”.
L’unica parola italiana menzionata è “meriggiare”, un verbo che è un invito
Le parole “intraducibili” per raccontare la felicità
Elena Battista e Ilide Carmignani le hanno raccolte e messe in un libro
Quante parole ti servono per descrivere la gioia? Non bastano tre strofe e due ritornelli per contenere l’allegria di certi momenti. Non sono suf-
ficienti rosari di preghiere per esprimere un profondo sentimento di gratitudine. Eppure esistono vocaboli che racchiudono in poche lettere non
solo azioni ma anche lo stato d’animo e l’atmosfera che le accompagna. Ilide Carmignani ed Elena Battista li hanno raccolti nel libro “Saltare
nelle pozzanghere”, che ha come emblematico sottotitolo “Parole intraducibili per raccontare la felicità” (ed. Rizzoli). Si tratta di un vocabolario
sui generis che contiene parole - provenienti da tutto il mondo - proprie di una lingua ma intraducibili in tutte le altre, se non attraverso definizioni più articolate. In scozzese basta dire “curglaff” per indicare “la sferzata di energia che si prova tuffandosi nell’acqua fredda” (una parola contro 11. E il comportamento di tutti i bambini - per età o per animo - che non solo “saltano nelle pozzanghere” ma lo fanno “per divertimento” in islandese si chiama “hoppipolla”: un unico termine, anche foneticamente simpatico, al posto di cinque. L’unica parola italiana menzionata è “meriggiare”, “riposare all’aperto e in luogo ombroso nelle ore calde del primo pomeriggio”. Un verbo che suona tanto come un invito. Perché c’è un altro modo di leggere questo libro. Aprirlo e non solo tentare di pronunciare quello che c’è scritto. Non solo ammirare le oniriche illustrazioni di Anna Godeassi. Ma aprirlo e metterlo in pratica. Realizzare quelle minute gioie che rischiano di rimanere impercettibili. E poi inventarne di nuove. Senza far caso se per raccontarle abbiamo bisogno di una o dieci frasi. L’importante è che sia una piccola azione da compiere, per far filtrare un po’ di gioia in mezzo al caos dei problemi e delle preoccupazioni. Piccoli gesti che magari sembrano inutili, ma che possono portare quella forza d’animo indispensabile per affrontare gli affanni. Come conversare davanti a un tè. Svegliarsi di buon umore perché a colazione ti aspetta la crostata con la
marmellata di fragole, preparata il giorno prima. Leggere un libro e riempirlo di sottolineature e note agli angoli della pagina. Trascrivere la frase di un film che ti è piaciuto e attaccarla al frigorifero. Mettere fiori sul balcone. Cantare una canzone che è non è tra le tue preferite, ma è allegra e ti fa divertire. Imparare dieci o dodici vocaboli di una lingua che ti affascina, anche se non li userai mai. Voltarsi d’improvviso verso una persona cara e dirle “grazie”. Fare uno scherzo, cercando di rimanere seri fino alla fine. Preparare le patatine fritte, senza usare quelle congelate. Mettere i piedi nell’acqua del mare di marzo. Fare un giro in bicicletta nel parco. Osservare quanto sanno essere buffi i cani. Verniciare di azzurro un vecchio tavolo. Togliere la ruggine da un cancello. Tagliare i rami di troppo nell’albero che ti regala ombra ogni estate. Camminare lungo un sentiero di sassi e fermarsi davanti al panorama senza scattare foto. Gironzolare dentro una libreria, senza guardare l’orologio. Sedersi su una panchina e mangiare un gelato. Dare qualche spicciolo a una ragazza che suona il violino per strada. Guardare le vetrine quando i negozi sono chiusi. Lasciare la televisione spenta per fare un gioco di società. Quanti pezzi di felicità si possono raccogliere in una giornata.
Ed è nel momento in cui non c’è affatto da ridere che più si ha bisogno di allegria. Quante motivazioni ti servono per tentare un po’ di gioia? Simona Bisacchi
La TOP FOUR di Fixing
1 L’antico amore (Maurizio De Giovanni) Mondadori € 19,50
2 Più grande del cielo (Virginie Grimaldi) E/O € 18,50
3 La controra del Barolo (Orso Tosco) Rizzoli € 17