Fixing nr. 10: 15 marzo 2019

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Anno XXVII - n.10 - 1,50 euro

Direttore Alessandro Carli

Venerdì 15 Marzo 2019

E ditoriale Caos targhe, sequestrate S cuola Tutto tace, Le aziende o quasi. Purtroppo...

Poco o nulla è stato fatto negli ultimi due anni e mezzo. Nonostante gli attacchi e le sferzate che le parti datoriali e sociali “lanciano” tutte le settimane al Governo, questo pare proprio non reagire. Le questioni sul tavolo sono moltissime, e anche decisamente urgenti, eppure nulla si muove o quasi (a parte le semplificazioni per le imprese, a cui diamo atto alla politica di aver messo in campo un provvedimento comunque efficace). Sembra quasi che questo “metodo” utilizzato dalla Maggioranza sia in realtà una strategia pianificata: ogni settimana o quasi viene presentato un “progetto finito” – sul quale spesso non c’è stato un confronto – che alla prima critica viene bloccato. Sulle riforme importanti la situazione non è certamente migliore, anzi: quasi tutto tace e l’orizzonte viene spesso spostato un po’ più in là. Allo stato attuale delle cose, l’impressione nitida è che ogni giorno la Repubblica perda qualcosa, o che prosegua per inerzia, trascinata dalla corrente verso una cascata. Un “pericolo” che deve essere evitato ad ogni costo. Se i numeri del Paese sono negativi, più si perde tempo più le cose, inevitabilmente, sono destinate a peggiorare. Soprattutto se non vengono messe in campo tutti quei provvedimenti chiesti a gran voce, annunciati ma poi “arenati” che permettano alla Repubblica di risollevare la testa. Non crediamo che chi è al Governo non voglia bene al Paese. Ma è importante che chi è a Palazzo sappia anche ascoltare i suggerimenti che arrivano da chi è a contatto con il mondo del lavoro quotidianamente. Solamente insieme, dialogando per trovare soluzioni condivise si può invertire la rotta. Alessandro Carli

anche le auto aziendali

cercano “specializzati”

Controlli della Polizia sulla Superstrada: già diversi i casi segnalati ANIS: “Serve una soluzione per tutelare le imprese e i lavoratori” a pag.3

E venti

Università e ANIS fanno sistema

a pag.4

P olitica

Quello che si temeva da mesi alla fine si sta verificando: le forze dell’ordine stanno controllando e fermando anche le auto aziendali di imprese sammarinesi condotte da lavoratori dipendenti residenti in Italia. Una conseguenza diretta del Decreto Sicurezza, che non ha tenuto conto di San Marino, che non è membro dell’UE né afferente allo Spazio Economico Europeo, e per questo non rientra nelle deroghe previste dal Viminale. Chiunque sia residente in Italia da almeno 60 giorni non può guidare una macchina targata San Marino, questo il punto. Il problema è che a San Marino moltissime aziende utilizzano lavoratori frontalieri e molti di questi guidano mezzi aziendali ogni giorno, con il rischio - ora concreto di venire sanzionati. Bartolucci alle pagg. 6-7

Muratori e Selva i nuovi Reggenti

a pag.5

spazio riservato all’indirizzo


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