2 minute read

E ditoriale Mini-agenda con riforme e sviluppo: “Noi ci siamo”

La spaccatura della maggioranza è una cosa, la caduta del Governo è un’altra. Anche perché, sotto sotto, perfino RETE non ha tutta questa foga di andare subito alle elezioni. Del resto, dovranno “sgranchirsi” le ossa anche loro per qualche mese nel riprendere contatto con quella materia abbandonata per quattro anni: “Adesso vi facciamo vedere noi come si fa opposizione” hanno annunciato, evitando però, sintomaticamente, di parlare apertamente di elezioni estive, rimandandole a quando saranno pronti ad affrontarle, sperando anche in qualche passo falso della maggioranza.

A quel punto, al contrario dei mesi precedenti, non staranno “bassi e coperti” per rispetto degli alleati, ma colpiranno e colpiranno duro.

Advertisement

Per ragioni diverse, anche la nuova maggioranza ha tutta l’intenzione di “tenere botta” per qualche mese ancora, perché in questo momento nessuno è sicuro di avere abbastanza consenso e anche perché qualche ragionamento sulle future alleanze toccherà farlo. E ci vuole tempo. Tempo che passa inesorabile - e con esso aumentano gli interessi del debito, giova ricordarlo sempre - e che riduce ogni giorno il campo d’azione per completare le riforme. Vedremo che “agenda” uscirà dai confronti di questi giorni. Nel frattempo, grazie anche alla deadline del negoziato per l’Accordo di Associazione fissata a fine anno, possiamo mettere in cassaforte le ferie già prenotate: salvo strappi ulteriori, non è di elezioni che si parlerà sotto l’ombrellone quest’estate. Nessuno vuole correre adesso, bisogna prepararsi bene.

Daniele Bartolucci

Maggioranza decisa ad andare avanti senza RETE, con tempi e numeri ridotti: di certo c’è solo l’Accordo UE, gli altri punti sono da concordare

Numeri ridotti all’osso in Consiglio Grande e Generale (e da ottobre, con due Reggenti non votanti, ancora di più) e tempi strettissimi per approvare “ciò che è realizzabile”. Questa la sfida, accettata, dalla nuova maggioranza dopo la fuoriuscita di RETE, che ha puntato il dito proprio contro “la volontà di non fare le riforme che servono e che avevamo concordato nel programma”. Ora PDCS, PSD, AR e MDL devono rielaborare un piano d’azione che sappia traghettare il Paese almeno fino a fine dell’anno, viste le scadenze: la visita di Mattarella, la fine del negoziato con l’UE e la finanziaria. Un piano che, però, dovrà comprendere interventi in grado di sostenere il Bilancio dello Stato gravato dal debito, ma anche progetti di sviluppo, liberando il potenziale delle imprese.

Bartolucci alle pagg. 6-7

L’obiettivo del progetto si riflette nel suo nome: rendere l’ambiente economico di ogni paese pronto per un settore privato dinamico.

C’è attesa, anche nella Repubblica di San Marino, per il documento che andrà a sostituire il “Doing Business”: Banca Mondiale ha iniziato a lavorare per valutare il clima imprenditoriale e degli investimenti in un massimo di 180 economie nell’ambito del suo progetto di punta, “Business Ready”, uno strumento chiave della sua nuova strategia per facilitare gli investimenti privati, generare occupazione e migliorare produttività per aiutare i paesi ad accelerare lo sviluppo in modi inclusivi e sostenibili.

“B-Ready”, si legge nel sito di World Bank, “riflette un approccio più equilibrato e trasparente verso la valutazione del clima imprenditoriale e degli investimenti di un paese, un approccio che è stato plasmato dalle raccomandazioni di esperti interni ed esterni al Gruppo della Banca mondiale, compresi i governi, il settore privato e le organizzazioni della società civile”.

“Business Ready” si concentra su dieci argomenti che coprono il ciclo di vita di un’impresa nel corso dell’avvio, del funzionamento, della chiusura o della riorganizzazione delle sue attività: ingresso

Si partirà con 54 Paesi, entro il biennio 2025-26 verranno presentate tutte e 180 le Nazioni

This article is from: