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avanti con le riforme”

milioni. Servono più entrate e meno spese correnti: questa è la ricetta in sintesi, ma in politica la cosa non è così semplice. A metterlo in chiaro ci ha pensato la stessa RETE, spiegando che “ogni provvedimento non è calcolato più in funzione del bilancio o dello sviluppo, bensì in funzione del consenso. Per cui certe riforme non le vogliono più fare, perché sono dolorose”. Il riferimento va alla revisione dell’IGR, chiaramente (che la DC ha poi smentito sia stata abbandonata del tutto, ma che “se ci sono le condizioni, si può fare”), ma anche al completamento dell’ICEE, che se da un lato darebbe corso finalmente a interventi mirati verso chi ne ha bisogno, dall’altra toglierebbe tanti contributi e agevolazioni a pioggia che oggi fanno comodo a tutti. E se si vuole mettere in sicurezza il Bilancio, senza agire sulle tasse, difficilmente si troveranno le risorse per il rinnovo del contratto dei lavoratori pubblici, a meno che il nuovo Segretario agli Affari Interni non riesca a trovare le risorse e garantirsi anche un bel “grazie” dai dipendenti della Pubblica Amministrazione.

Sviluppo: la lista degli interventi La strada maestra, quindi, resta quella segnata da ANIS: sviluppo, sviluppo e sviluppo. La crescita economica, infatti, può chiudere diverse falle e garantire al Paese occupazione e gettito fiscale, ma occorre sostenerla con interventi precisi che rendano il sistema economico più competitivo possibile. Da un lato ci sono le riforme, dall’altro gli investimenti. Come quelli nel settore energetico, che ha dimostrato in questi ultimi anni tutta la sua arretratezza: San Marino non ha mai realizzato impianti di produzione se si esclude il fotovoltaico (che oggi copre so-

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