Fixing 27 2015

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Anno XXIII - n.27 - 1,50 euro

Direttore Alessandro Carli

Venerdì 10 Luglio 2015

E ditoriale Cuneo fiscale: dramma M edia E adesso Le “bufale”: un’azione di coraggio

I toni sono davvero troppo alti. Questa settimana vogliamo fare il punto su un nodo molto particolare, di grande attualità, specie dopo il rinnovo del contratto industria: la rappresentatività. Forse sulla scia dell’entusiasmo, crediamo si sia perduta la bussola: vista la delicatezza (e l’importanza) dell’argomento, è necessario che le parti sociali mettano in campo una maggiore responsabilità. Un dialogo che, come conferma ANIS, deve essere maggiormente ragionato e pesato. “Nella proposta di legge – affermano gli Industriali - non è certamente messa in pericolo la libertà sindacale, anzi, questa viene esaltata perché finalmente resa certa e trasparente. Al contempo auspichiamo finisca presto l’idea dei sindacati autoreferenziali, che possono continuare a fare ciò che vogliono, senza interpellare i destinatari dei loro accordi”. Da quando si sono aperti i tavoli di confronto, le parti hanno lavorato, individuando la direzione più corretta. ANIS e i sindacati (CSU e USL), in occasione della firma del rinnovo del contratto industria, hanno rimarcato l’importanza dei numeri, mettendo sul piatto della trattativa i rispettivi iscritti, confermando così, con questo gesto, di credere fermamente nel principio della rappresentatività. Insomma, tutti devono legittimamente partecipare ai tavoli del confronto, ma – chiaramente – nel ruolo che gli spetta e che viene legittimato dalle iscrizioni: ognuno cioè per chi rappresenta. L’argomento ha surriscaldato gli animi: gli strali, in questo periodo, non sono mancati: sono state scomodate addirittura il principio di democrazia quando, (...) Segue a pag. 2

in Italia, vanto sul Monte

grandi danni d’immagine

Nel Belpaese il 48% della busta paga se ne va in tasse e contributi San Marino tra i Paesi più “light”, un punto di attrattività da tutelare a pag.5

U SBM

Ambasciatore del sistema San Marino

a pag.8

I mprese

Il cuneo fiscale è uno degli indicatori più utilizzati dalle imprese per decidere in quale Paese insediare la prorpia azienda, così come per i lavoratori. La misura di “quanto resta in tasca” dopo il versamento di imposte e contributi previdenziali è stata stilata dall’Ocse nel report “Taxing Wadges 2015”, che pone l’Italia tra i Paesi più “pesanti” con un emblematico 48,2% contro il 28,5% di San Marino, rispettivamente al sesto e al 27esimo posto nei Paesi Ocse. Inoltre, calcoli alla mano, questo vantaggio per i lavoratori si riflette anche in un vantaggio per le imprese, che in proporzione versano meno che in altri Paesi. E’ un fattore di competitività e di attrazione, quindi, che va tutelato. Evitando di aumentare tasse e contributi. Bartolucci alle pagg. 6-7

Del Conca romba anche in Moto2

a pag.10

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