Anno XXVII - n.33 - 1,50 euro
Direttore Alessandro Carli
Venerdì 13 Settembre 2019
E ditoriale Stato troppo “costoso” A NIS I prossimi Nuovi mesi siano del “fare”
Siamo a un punto di non ritorno: San Marino ha bisogno di decisioni serie e di prospettiva. Di una politica del “fare” e non più del “tirare avanti”. Tradotto: bisogna smettere di perdere tempo e lavorare, lavorare per recuperare il terreno perduto. I prossimi mesi, al di là delle scelte del Parlamento dovranno essere impiegati per varare quelle riforme che definire urgenti è poco. Il mondo economico si aspetta una Legge Finanziaria che contenga finalmente qualcosa di programmatico e non, come è avvenuto nelle ultime (per diversi motivi), solamente infarcite di numeri. La politica deve assumersi la responsabilità di far ripartire il futuro del Paese. Anche perché i numeri – e ne diamo ampio risalto sul numero di questa settimana – sono già ben chiari nell’assestamento di Bilancio e c’è poco da essere felici: cresce la spesa corrente – è oltre l’80% delle uscite totali, un dato che deve suonare nelle orecchie come un campanello d’allarme – così come il debito pubblico, il costo ormai insostenibile della macchina. Indipendentemente dalla decisione che sarà presa a Palazzo Pubblico (crisi di governo o tavolo istituzionale), l’urgenza più stretta che ha il Titano è quella di portare a termine al più presto le riforme prioritarie che giacciono in stand by da tempo: soluzione della crisi del sistema bancario, introduzione dell’IVA, riequilibrio delle pensioni e misure per riportare in pareggio il bilancio dello Stato. Interventi promessi e di cui il FMI ci chiederà conto tra pochi giorni. Non saranno operazioni indolori, questo è noto, ma rappresentano la sola chiave che ha il Paese per riaccendere il motore e ripartire. Alessandro Carli
E sale la spesa corrente
legami con il territorio
Oltre l’80% delle uscite è vincolato, trainato dalla mancata Spending Review, dagli stipendi non rivisti e dagli interessi sul debito pubblico a pag.3
G reen
Cogenerazione San Marino ancora al palo
a pag.5
M otoGp
La spesa corrente è aumentata e non poteva essere altrimenti. La Spending Review non è stata attuata fino in fondo nonostante gli impegni assunti anche nella finanziaria di due anni fa e nel frattempo i conti dello Stato sono peggiorati, affossati dall’aumento del debito pubblico (su cui bisogna pagare gli interessi e rimborsi) e dalla mancata revisione anche del contratto di lavoro del Pubblico Impiego, ancora non concretizzato. I dati che emergono dall’assestamento di di bilancio sono eloquenti: la spesa corrente arriva quasi a toccare i 527 milioni di euro su 654 di uscite totali. In pratica oltre l’80% delle risorse dello Stato sono vincolate a spese correnti, ingessando di fatto il Bilancio e precludendo investimenti e politiche espansive necessarie allo sviluppo. Bartolucci alle pagg. 6-7
Il lungo weekend dei motori
a pag.11
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