Anno XXIV - n.34 - 1,50 euro
E ditoriale Tecnologia Asset per il rilancio
In questi giorni si è insediata l’Agenzia per lo Sviluppo Digitale, alla quale è affidato il compito recuperare quell’efficienza e semplicità che diversi anni fa caratterizzava il nostro Paese e che rappresenta un elemento di forte attrattività di un sistema. In questi anni invece il Titano si è dotato di un apparato regolamentare spesso sovradimensionato per la nostra realtà e dimensione. Il tutto mentre altri Stati, con strutture ben più complicate delle nostre, hanno saputo accelerare, diventare più appetibili, anche grazie a una serie di riforme messe in campo (giusto per fare due esempi, la Poste Elettronica Certificata, la PEC, e la fatturazione elettronica). Recuperare il gap – evidenziato anche dalle classifiche del Doing Business, che ci posiziona piuttosto indietro – attraverso la tecnologia. Sarà questa la mission dell’ASDI, che nei giorni scorsi ha incontrato alcune associazioni di categoria del Paese: dovrà cioè proporre un piano di investimenti e iniziative legate alle piattaforme digitali, standard tecnologici, sicurezza informatica, infrastrutture e reti, ricerca ed innovazione, alfabetizzazione digitale. Il Paese ripone grande fiducia nell’ASDI. Sarà certamente importante che parta con il piede giusto, cercando di mantenere il contatto con le realtà del territorio, al fine di individuare le priorità e gli obiettivi da raggiungere, ma soprattutto capire come svilupparli concretamente. Ovviamente serviranno anche altre iniziative per tornare a essere attrattivi e moderni. Nel frattempo però – chiaro è l’input che vogliamo dare alla (...) Segue a pag. 2
Direttore Alessandro Carli
Venerdì 16 Settembre 2016
Export in ripresa, ma restano pochi i mercati
L avoro
Dimissioni Finalmente la tempistica
Con l’Italia l’84% dell’interscambio, il secondo partner è la Cina ma c’è anche tanta Europa. Il manifatturiero fa la parte del leone a pag.2
S torie
Tini tra sport e meccanismi d’impresa
a pag.3
L eggi
La bilancia commerciale di San Marino è positiva, nel senso che le esportazioni superano le importazioni. Ciò significa che la differenza si trasforma in valore (e ricchezza) in territorio. E questo significa circa 440 milioni di euro di differenziale. Ma a questa buona notizia fa da contraltare a quella che, dai dati e dalla storia, ricorda a San Marino come con l’84% dell’interscambio totale, la sua dipendenza dall’Italia è ancora troppo forte. E’ vero che gli scambi con l’Europa sono aumentati, ma il secondo partner a livello internazionale è la Cina, dove però non si esporta quasi nulla. La notizia non è però negativa: ci sono mercati, vicini e lontani, da conquistare. Servono imprese e accordi istituzionali. Bartolucci alle pagg. 6-7
DD 126/2016 Le novità energetiche
alle pagg.8-9
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