San Marino Fixing nr. 35: 16 ottobre 2020

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Anno XXVIII - n.35 - 1,50 euro

Direttore Daniele Bartolucci

Venerdì 16 Ottobre 2020

E ditoriale Lo Stato non è un buon I mprese Aperti, ma Le nuove un pochino troppo fermi

La convivenza con il Covid-19 è la sfida con cui tutti i Paesi si stanno confrontando. Alcuni, almeno guardando i dati, devono ancora uscire dalla prima fase e rischiano seriamente di rimanere invischiati in un limbo fatto di lockdown a macchia di leopardo, restrizioni impopolari e velleità negazioniste. Altri, come l’Italia e San Marino, seppur così diversi per dimensioni, hanno affrontato la prima fase con più senso pratico di quanto ci si aspettasse e possono confrontarsi con le nuove ondate di contagi con qualche sicurezza in più. La differenza, però, non la fanno le nuove imposizioni e i possibili micro-lockdown che il premier Conte sembrerebbe voler attivare “a chiamata”, bensì a come ci si sta preparando alla nuova fase e con quali armi. L’Italia, anche se con qualche distinguo anche nella stessa maggioranza, ha praticamente messo le mani sul Recovery Fund e probabilmente anche sul MES: miliardi di euro, tantissimi, che potrebbero arrivare ben presto nel Belpaese. Tutto questo unito a qualche - anche se per ora timida - riforma per rilanciare l’economia (bonus 110% per l’edilizia, Decreto Semplificazioni...). E San Marino? Sul Monte Titano è vero che non c’è stato un lockdown totale come altrove e forse si riuscirà ad evitarne anche in futuro, ma non basta permettere di restare aperti, occorre una spinta ulteriore perché le attività economiche possano lavorare e far lavorare il Paese. Se non c’è Recovery Fund, né MES per San Marino, allora si deve obbligatoriamente agire sulle altre leve: le riforme tanto attese, la sburocratizzazione, il mercato del lavoro... Ma sembra tutto molto fermo. Daniele Bartolucci

“incassatore” di crediti

tasse delle licenze

Dal 2005, su 722 milioni da riscuotere 191,7 sono stati “discaricati” e solo 224,4 incassati. Il Decreto previsto per giugno non è arrivato a pag.2

C ovid

“No chiusure ma zero tolleranza”

a pag.3

P oste

Anche lo Stato fa i conti con la crisi economica degli ultimi anni e con le difficoltà (al netto degli illeciti, ovviamente) delle imprese a pagare tasse e contributi. Dal 2005 sono stati infatti affidati in riscossione ben 722,1 milioni di euro e la maggior parte non è ancora stata incamerata e, forse, mai lo sarà, visto che una fetta consistente è stata “discaricata” dal Dipartimento Esattoria, gestito da Banca Centrale fin dalla sua costituzione. In questi tempi di ristrettezze economiche, questi “crediti” assumono un valore ancora maggiore. Tanto è vero che era stata prevista una “stretta” sulla normativa, per rendere più efficace il sistema di riscossione, ma il Decreto Delegato non si è ancora visto e la scadenza fissata dalla Legge 157/2019 al 30 giugno 2020 è stata ampiamente superata. Bartolucci alle pagg. 6-7

tNotice, ok al pagamento anche online

a pag.8

spazio riservato all’indirizzo


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