Anno XXIX - n.46 - 1,50 euro
Direttore Daniele Bartolucci
Venerdì 17 Dicembre 2021
E ditoriale Sotto l’albero non ci sono C ovid Il danno c’è Decreto 197 stato, ora si eviti la beffa
La relazione finale della Commissione d’inchiesta sulle crisi bancarie ha messo in luce tutti i difetti di un sistema creato a cavallo del millennio, ma anche i tanti errori che sono stati commessi prima, durante e dopo. Errori che hanno portato ad un risultato chiaro a tutti: c’è un buco di oltre 1,5 miliardi di euro, una vera e propria voragine per un sistema piccolo come San Marino, a cui è stato chiamato a richiuderla, in pratica, solo lo Stato. Con soldi messi direttamente o garantiti dallo Stato, che ora pesano sulla collettività. Su questo tutti concordano, perché sono numeri. Quello su cui dovrebbero concordare sono però gli altri temi, a iniziare dal “come ripianare quel buco”. Un obiettivo ambizioso e coraggioso, visto che la politica fa sempre fatica a censurare se stessa (e la politica, intesa come potere decisionale e discrezionale, in questa faccenda c’entra eccome). Ma raggiungibile, a patto che ci siano la volontà di perseguire le responsabilità e quella di creare (o rendere effettivamente operativi) quegli “anticorpi” che tale “organismo” non aveva e ancora non ha oggi. E’ questo ciò che nella relazione della Commissione non c’è. Tutti l’hanno evidenziato, ma non basta. La politica non può limitarsi a criticare, ha l’onere di decidere. E in questo caso si tratta di decidere che Paese vuole essere San Marino. Daniele Bartolucci
San Marino Fixing augura a tutti buone feste Torniamo in edicola venerdì 14 gennaio 2022
ancora le attese riforme
Dove serve il green pass
I progetti per pensioni e IVA slittano al 2022, quando si dovrà fare la revisione dell’IGR e integrare il nuovo PRG ai temi della COP26 a pag.2
A NIS
“DAPEF, un disincentivo all’impresa”
a pag.3
N INI 21
Pensioni, IVA, revisione dell’IGR, nuovo PRG, spending review: tutti temi che si ripetono di anno in anno, compreso il 2021. Tenuto conto delle limitazioni della pandemia, i passi avanti fatti sul settore bancario e la fatturazione elettronica (oltre alla riforma delle Giustizia che dovrebbe andare in porto a breve), la maggior parte delle grandi riforme non è arrivata a conclusione e in molti casi deve ancora partire. Cosa che dovrà accadere nel 2022, come del resto ha esplicitato nei documenti programmatici il Governo in questi mesi, ribadendo la necessità che tali riforme diventino operative entro il 2023 per venderne i frutti nel 2024, quando scadranno i titoli di stato emessi quest’anno. E’ quella la deadline ufficiale: restano due anni per fare e riformare. Bartolucci alle pagg. 6-7
Morelli Tech trionfa in innovazione
a pag.9
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