Luglio 2018
Eterno Auriga Dedicato all’Elevazione Morale e Spirituale dell’Umanità VERITÀ
Luglio
RETTITUDINE
PACE
AMORE
NON VIOLENZA
“C'è una grande differenza tra Anuraga (passione) e Prema (amore). La maggior parte delle relazioni mondane ricadono sotto la categoria di Anuraga. Passione è attaccamento alle relazioni mondane, materiali e agli oggetti. Non è amore nel vero senso del termine. C'è egoismo nell’amore di un marito verso sua moglie. Una moglie ama il per egoismo. In tutti, in un modo o nell’’altro, c'è un egoismo. Le persone sono per lo più piene di passione, non d’amore. L'amore verso Dio è vero amore.” SOMMARIO
2018
© Sri Sathya Sai Sadhana Trust, Publications Division Prasanthi Nilayam
Pubblicato sul Sito Web del Movimento Srì Sathya Sai d’Italia
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Solo il Vero Amore Ottiene la Grazia di Dio Discorso di Bhagavan del 29 aprile 1992 Corso Estivo 2018 sulla Cultura e Spiritualità Indiane Cronaca Bhagavan Scrive per il Sanathana Sarathi (Leela Kaivalya Vahini) La Mia Esperienza della Divinità di Bhagavan V.S.R.K. Prasad Sii Felice James Sinclair LA Vita: Un Sacro Pellegrinaggio Kuppam Vijayamma Sforzatevi di Ottenere la Grazia di Dio Messaggio di Bhagavan per il Guru Purnima Sri Sathya Sai Bal Vikas: Un’Ispirazione dall’Interno Samhita Nehru Celebrazioni a Prasanthi Nilayam Cronaca L’Essenza di Sai – Vista a Kodai 1988 Recensione del Libro
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P A R O L A D E L L ' AVAT A R
SOLTANTO IL VERO AMORE OTTIENE LA GRAZIA DI DIO I L B H A G AVA T A G L O R I F I C A L ’ A M O R E D I V I N O
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La Bhagavad Gita dà al mondo un messaggio di unità unico e universale. Essa è diventata popolare dovunque ed è riverita non solo dai bharatiya, ma anche nei Paesi occidentali. Molte persone hanno adottato, nella loro vita, le ingiunzioni della Gita traendone immenso beneficio. Liberatevi dell’attaccamento, della paura è della collera Il messaggio della Gita non è confinato a un Paese, a una comunità o religione
particolari. Diffonde una filosofia universale e si rivolge a tutti gli esseri umani. La vita culmina nella Vittoria se è percorsa sulla via della rettitudine come proposto nella Gita. All’aspirante è richiesto di attenersi a certi princìpi per il suo bene e per quello della società. La Gita insiste affinché il ricercatore abbandoni raga, bhaya e krodha. Raga significa attaccamento, bhaya indica la paura e krodha vuol dire collera. Soltanto la persona che conquista questi tre nemici può manifestare la divinità. Oltre a controllare questi tre, bisogna avere amore intenso per Dio. L’amore non deve essere espresso come formalità; deve essere un’esperienza oltre che un’espressione. Tre sono i passi: jnatum o conoscere, drastum o vedere e pravestum o immergersi. Voi dovete sperimentare ciò che vedete e assorbirne l’esperienza nel centro del vostro essere. A causa dell’attaccamento, l’individuo pensa che ci sia qualcosa di diverso da lui, per cui desidera possederlo e, dopo averlo ottenuto, è dominato dalla paura di perderlo. All’inizio, la paura riguarda il possesso di una cosa, dopo riguarda il mantenimento di quel possesso. La persona si arrabbia quando non riesce a ottenere la cosa desiderata o quando la perde; quindi
l’attaccamento, la paura e la collera sono inscindibilmente collegati, sono intrecciati. L’attaccamento porta la paura e questa conduce alla frustrazione. Bisogna avere paura soltanto di peccare e non del mondo. Una volta, una gopi di nome Niraja disse alle gopi sue amiche: “Scacciate il demone della paura. Si dovrebbe avere paura di peccare; perché avete paura del mondo? Dio è entrato nella natura come essere vivente e manifesta la Divinità sulla terra. Le persone possono gridare come corvi; si preoccupa il cuculo se i corvi fanno rumore? Quindi, amiche, non temete il mondo. Noi seguiamo la via regale di desiderare la beatitudine della vicinanza di Krishna; non dobbiamo aver paura di ciò che dice la gente.” Voi dovreste temere il peccato, non il mondo. Dovreste osservare sempre due cose: paura del peccato e amore per Dio. Soltanto l’amore per Dio è Vero Amore Madre significa pazienza e tolleranza; ella porta il bambino nel ventre per nove mesi ed è pronta a sacrificare ila vita per il suo bene. In sanscrito, la donna e chiamata Stree. Questa parola è formata di tre sillabe: Sa, Ta, Ra. Sa indica la caratteristica Sattva (saggezza, armonia), Ta sta per Tamas (passività) e Ra vuol dire Rajas (dinamismo passionale) e in lei questi tre attributi sono in equilibrio. Anche gli Avatar nascono dal ventre delle loro madri. Avrebbe potuto Rama incarnarsi senza Kausalya? Poteva Krishna nascere senza Devaki? Quello della madre è il solo amore vero e puro. L’amore terreno non può essere chiamato Prema; è Anuraga (passione). Tra di essi, c’è una grande differenza. Le relazioni mondane appartengono, per la maggior parte, alla categoria di Anuraga che è attaccamento alle persone, agli oggetti e ai materiali; non Eterno Auriga
Le gopi erano sempre piene di pensieri sacri e amorevoli per Krishna. Non ebbero mai desideri se non per Krishna. Ma, sfortunatamente, alcuni studiosi sminuiscono questo amore divino, definendolo mondano e sensuale. Il Bhagavata parla diffusamente dell’unità di Jiva (anima individuale) e Deva (Essere Supremo). L’essenza della vita delle gopi è l'amore divino. Esse sono fulgidi esempi di desiderio immacolato per la vicinanza e la fusione con Dio.
è amore nel senso vero del termine. Nell’amore del marito verso la moglie c’è egoismo; similmente, anche nell’amore della moglie per il marito c’è un certo grado di egoismo. In un modo o nell’altro, in tutti c’è egoismo. Generalmente, le persone provano passione, non amore. L’amore verso Dio è amore vero. La passione è relativa agli oggetti del mondo, mentre l’amore è indirizzato a Dio; la prima è materialistica, il secondo è spirituale. L’intera vita dell’uomo si basa su questa parola di due sillabe: Prema (amore). Le gopi erano esempi perfetti di amore vero perché i loro cuori erano dedicati totalmente al Signore Krishna. Esse non avevano interesse per alcunché oltre a Lui, passavano ogni momento della vita pensando a Lui, desideravano assolutamente vedere Krishna e ammirare la Sua forma bellissima. Così raggiunsero lo Stato supremo della beatitudine. Le persone percorrono grandi distanze per andare in un tempio, ma quando sono di fronte all’idolo devono chiudere gli occhi. Luglio 2018 5
Che cosa significa questo? Il devoto deve vedere Dio con gli occhi della saggezza, non con quelli fisici. Proprio quando le gopi chiudevano gli occhi, Krishna scompariva ed esse cominciavano a cercarLo nel giardino, nella foresta e dovunque. Una di loro si fermò davanti a un albero e chiese: “O albero, hai visto Krishna passare di qui?” Questo mostra il loro concetto di Dio. Esse sapevano che Dio è presente nella roccia e nell’albero come nell’essere umano, e credevano fermamente al fatto che tutti gli esseri possono percepire il Signore Krishna. Un’altra gopi pensò di ottenere l’informazione da un gelsomino: “O gelsomino, per favore, dimmi se Krishna, che ha la pelle scura e gli occhi di loto, che spande il nettare della compassione con gli occhi e ha un sorriso affascinante, si nasconde tra le tue fronde!” Vedete? Anche gli alberi e gli arbusti hanno sensibilità; ogni cosa trabocca di vita. Le gopi erano sempre perse nel pensiero di Krishna come l’uccello Chakora (pernice rossa) guarda sempre la luna senza curarsi di alcun’altra luce. Alcuni studenti Mi hanno chiesto il significato del fatto che Krishna ruba il burro. Come noi otteniamo il burro dopo aver zangolato a lungo il latte inacidito, zangolando il cuore si può ottenere il burro dell’amore. Questo è il tipo di burro che piace a Krishna. Un giorno, molte gopi andarono da Yashoda e lamentarono il fatto che Krishna andasse a rubare il burro nelle loro case; Yashoda prese Krishna per mano e gli chiese con severità: “Se io Ti do un piatto di burro non lo tocchi neppure, ma vai in tutte le altre case a rubarlo. Perché rechi disturbo al villaggio?” Con l’aria del più innocente dei ragazzi, Krishna disse: “Madre, perché Mi rimproveri? Le gopi volevano offrire il burro a Dio e Dio ha accettato l’offerta. 6 Luglio 2018
Perché dovrei esser punito per ciò?” Questo era senza dubbio l’indizio del fatto che Krishna altro non era che il loro oggetto di adorazione. Un giorno, persa nei pensieri amorevoli per Krishna, Radha andò ad attingere acqua al fiume Yamuna. Egli la vide, rise di cuore e la Sua beatitudine (Aahladam) divenne una fiamma di luce che entrò nel cuore di Radha. Per questo, ella è conosciuta anche con il nome di “Ahladini”. Krishna era molto compiaciuto della sua devozione e del suo amore; da allora, le persone considerano Radha sempre collegata a Krishna e Krishna sempre collegato a Radha; sono diventati inseparabili. Grazie alla sacra caratteristica dell’amore, quando parliamo di coppie come Radha-Krishna, Sita-Rama e ParvatiParameshvara, il nome della donna precede sempre. La donna rappresenta un ideale di devozione; molti mariti sono diventati devoti grazie all’influenza delle mogli. La donna rappresenta la devozione, mentre l’uomo rappresenta la saggezza. Ma egli può raggiungere soltanto la sala di ricevimento del palazzo di Dio, mentre la donna ha accesso direttamente alle stanze della Sua residenza. Jnana può portarvi soltanto fino alla porta di Dio. Molte persone pie, come Surdas, Tulsidas, Kabir e Ramadas, ottennero la fusione con Dio per mezzo della devozione. I loro nomi sono impressi a caratteri d’oro negli annali della storia grazie alla loro devozione unidirezionale verso Dio. Le persone istruite di oggi si sforzano di acquisire la conoscenza secolare dimenticando quella reale: la conoscenza di Dio. Non usate mai la conoscenza per ingannare gli altri Un giorno, un mandriano stava facendo Eterno Auriga
pascolare le mucche, le pecore e le capre vicino alla montagna Govardhana. Improvvisamente ci fu un rovescio di pioggia ed egli si rifugiò in una piccola caverna. Lì trovo una pietra chiara e brillante, la cui bellezza lo riempi di gioia. Egli penso: “Questa pietra chiara e brillante apparirà ancora più luminosa se legata al collo del mio vitello che è di un bellissimo colore nero. Certamente un giorno, Krishna lo noterà e così io potrò compiacerLo.”
Chiese quindi al mandriano: “Perché non mi vendi questa pietra!? Te ne pagherò un buon prezzo.” Il ragazzo pensò che col denaro avrebbe potuto comprare molte altre pietre di quel tipo e adornare il collo di tutti i suoi vitelli, per cui il gioielliere ottenne il prezioso diamante per un’inezia. Intanto l’uomo osservava il diamante sentendosi orgoglioso del fatto di aver potuto ingannare il mandriano e ottenere una pietra che
La vita culmina nella Vittoria se è percorsa sulla via della rettitudine come proposto nella Gita. All’aspirante è richiesto di attenersi a certi princìpi per il suo bene e per quello della società. La Gita insiste affinché chi cerca abbandoni raga, bhaya e krodha. Raga significa attaccamento, bhaya indica la paura e krodha vuol dire collera. Soltanto la persona che conquista questi tre nemici può manifestare la divinità. Oltre a controllare questi tre, bisogna avere amore intenso per Dio.
Egli raccolse la pietra e la legò al collo del bel vitello nero, dopodiché, guardando l’animale così bello col diamante scintillante al collo, fu sommerso dalla gioia e comincio a cantare: “La bellezza è gioia, la gioia è il Snettare della vita.” Un giorno, un gioielliere passò di lì e fu attratto dal fulgore della pietra. Si avvicinò al vitello e la esaminò attentamente comprendendo subito che si trattava di un diamante di grande valore. Eterno Auriga
valeva decine di migliaia di rupie, ma rimase molto contrariato quando il diamante andò in pezzi. Il diamante spezzato gli disse: “Tu hai ingannato l’ingenuo mandriano che amava la mia bellezza. Egli conosce il valore vero di un diamante; tu sei soltanto un uomo egoista e bugiardo. Hai usato la conoscenza per ingannarlo, per cui il mio Luglio 2018 7
cuore si è spezzato.” Come vedete, la devozione sincera è superiore all’amore terreno. Le gopi sono veri esempi d’amore per Dio Una volta Krishna inviò Uddhava a Brindavan con una lettera indirizzata alle gopi. Uddhava chiamò tutte le gopi e chiese loro di leggere il messaggio, ma neppure una di loro lo guardò. Il solo fatto che egli avesse pronunciato il nome di Krishna le aveva mandate tutte in estasi. Le gopi videro un’ape su un fiore e parlarono a Uddhava rivolgendosi all’ape. Egli le pregò di leggere la lettera, ma, senza guardarlo, esse cominciarono a parlare all’ape. Una gopi disse: “O ape, io non sono istruita, non so leggere; quindi leggi tu.” Un’altra gopi disse: “Vedendo la scrittura bellissima di Krishna, i miei occhi potrebbero versare lacrime e rovinare la lettera; quindi io non voglio leggere.” La terza gopi disse “O ape, tutto il mio corpo è surriscaldato dagli spasimi di dolore per la separazione da Krishna. Il calore potrebbe bruciare la lettera. Di’ a Krishna di venire qui di persona a spegnere l’incendio nei nostri cuori” e versando lacrime cominciò a cantare: “O ape, vai a dire al carissimo Krishna di venire qui almeno una volta a spandere il Suo nettare d’Amore Divino su di noi. Fa’ che Egli venga più vicino e ci osservi.” Un’altra gopi disse: “O ape, di’ a Krishna amatissimo di venire subito a irrigare i nostri cuori roventi con l’acqua del Suo Amore.” Radha disse: “O ape, vuoi dirGli che la nostra ghirlanda di cuori è a soqquadro e chiederGli di metterla in ordine e indossarla sul petto? 8 Luglio 2018
Noi non possiamo più sopportare le nostre vite.” Questa ghirlanda di messaggi da parte delle gopi divenne molto popolare con il nome di “Bhramara Geet”! (Canto delle Api). Le gopi erano sempre piene di pensieri sacri e amorevoli per Krishna. Non ebbero mai desideri se non per Krishna. Ma, sfortunatamente, alcuni studiosi sminuiscono questo amore divino, definendolo mondano e sensuale. Il Bhagavata parla diffusamente dell’unità di Jiva (anima individuale) e Deva (Essere Supremo). L’essenza della vita delle gopi è l’amore divino. Esse sono fulgidi esempi di desiderio immacolato per la vicinanza e la fusione con Dio. Questo è il modo in cui una gopi espresse il desiderio intenso per Krishna: “Se Tu fossi un albero che cresce verso l’alto, io mi avvinghierei a Te come un rampicante. Se Tu fossi un fiore che sboccia, io volerei sopra di Te come un’ape. Se Tu fossi il monte Meru, io scenderei come una cascata. Se Tu fossi il cielo infinito, io vorrei essere in Te come una stella. Se Tu fossi l’inesauribile oceano, io mi getterei in Te come un fiume. Dove sei, o Krishna? Dove sei andato? Non hai pietà, Krishna! Krishna!” Un giorno una gopi si lamentò con Yashoda: “O Yashoda, ogni volta che noi usciamo per vendere il latte, Krishna ci chiede di pagare una tassa e tira dei sassi contro le nostre brocche piene di latte facendovi dei buchi.” Yashoda prese Krishna per mano e Gli chiese con severità: “Perché dovresti pretendere delle tasse Eterno Auriga
da queste gopi? Smettila con queste birichinate!” Krishna rispose: “Madre, Io non so niente. Dio ha dato loro il latte e pretende una tassa.” Così, in ogni atto e parola di Krishna c’era la prova della Sua Divinità. Nella Gita Krishna disse ad Arjuna: “Pensa sempre a Me e divieni Mio devoto. AdoraMi e offriMi i tuoi omaggi. Abbandona tutti i doveri e prendi rifugio soltanto in Me. Io ti libererò di tutti i peccati. Non avere paura.” Il Signore assicurò Arjuna che, se avesse preso rifugio in Lui, lo avrebbe liberato di tutti i peccati. Anche le gopi del Bhagavata sono veri esempi di affidamento totale e amore altruistico. Esse non desiderarono mai cose terrene. Il loro amore era vero e non si aspettava alcuna ricompensa. Tutto il Bhagavata tratta soltanto dell’Amore Divino. La fine di Radha era prossima. Un giorno, seduta sulla riva dello Yamuna col cuore pieno di tristezza, ella gridò: “O Krishna, perché io vivo? La vita senza di Te non ha senso. Non esiste altro rifugio che Te. Io vivo soltanto per Te; la mia mente è sempre fissa su di Te. Non vuoi venire da me? MostraTi magari una volta in sogno.” Questo è amore eterno, non può essere chiamato raga o anuraga. L’amore vero segue una sola strada, non ce ne sono altre. Un giorno Yashoda, molto arrabbiata con Krishna, voleva legarLo a un sacco di grano con una corda, per cui Egli comincio a correre. VedendoLo, una gopi disse: “Krishna, non puoi correre così a lungo; in qualche modo Tua madre Ti acchiapperà. Io posso mostrarTi un luogo dove puoi Eterno Auriga
nasconderTi e stare al sicuro. Guarda, il Tuo incarnato è scuro e anche la camera interna del mio cuore è scura: nascondiTi lì. Yashoda non potrà trovarTi e, al tempo stesso, il mio cuore sarà pieno di felicità.” La volta in cui Krishna ballava sulle teste del terribile serpente Kaaliya, una gopi Lo pregò: “Krishna, questo serpente è scuro, il fiume Yamuna è scuro, il Tuo incarnato è scuro e il cielo si va rabbuiando. Ti prego di non riempire i nostri cuori di oscurità, ma di illuminare i laghi dei nostri cuori con la fiamma del tuo Amore. Io desidero che Tu proietta luminosità sullo sfondo dell’oscurità.” Nelle gopi non c’era un briciolo di egoismo. La dolcezza del Bhagavata può essere illustrata e sperimentata per ere, e la purezza dei suoi personaggi purificherà il cuore dei lettori. Il Bhagavata è un oceano di devozione. Dopo aver scritto quell’opera mirabile che è il Mahabharata, il grande saggio Vyasa divenne inquieto e poté recuperare la pace soltanto dopo aver scritto lo Shrimad Bhagavata. Voi dovreste elevarvi dal livello degli attaccamenti terreni a quello dell’amore disinteressato per Dio. I raggiungimenti terreni non hanno realtà. Tutti gli attaccamenti terreni sono temporanei, non permanenti. Bisogna comprendere che c’è una scintilla di divinità in ogni essere. “La verità è una, ma il saggio vi si riferisce con vari nomi.” - Discorso Divino di Bhagavan pronunciato nel Sai Sruthi a Kodaikanal il 29 aprile 1992
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CORSO ESTIVO 2018 SU CULTURA E SPIRITUALITÀ INDIANE
ALL’8 AL 10 GIUGNO 2018, il Corso Estivo su Cultura e Spiritualità Indiane, organizzato a Prasanthi Nilayam dall’Istituto Sri Sathya Sai d’Istruzione Superiore, ha segnato l’inizio dell’anno accademico 2018 per studenti e insegnanti di tutti e quattro i Campus universitari, nonché del Sathya Sai Mirpuri College of di Music, della Scuola Uno spaccato dei partecipanti al Corso Estivo Superiore Sri Sathya Sai, nell’Auditorium Poonachandra. Prasanthi Nilayam (Classe XI e Classe XII), e della Scuola in sottolineato l’importanza della spiritualità Lingua Inglese Sri Sathya Sai Gurukulam, nell’educazione e ha ribadito la necessità del a Rajamahendravam. Lo scopo era esporre giusto tipo d’istruzione, oltre all’eccellenza gli studenti, in particolare i nuovi arrivati, scolastica, per costruire il carattere degli alla ricca eredità culturale di Bharat e studenti. Ha anche parlato a lungo del ruolo orientarli al Sistema di Educazione Integrale della cultura a beneficio sia dell’individuo sia di Bhagavan. Le sessioni mattutine del della società. Corso Estivo si sono tenute nell’Auditorium È stato poi proiettato un breve video di Poornachandra, mentre le sessioni serali un Discorso Divino di Bhagavan Baba in cui sono state condotte nel Sai Kulwant Hall. Al Egli sottolinea la nobiltà e la magnificenza Corso Estivo hanno partecipato oltre 2500 della cultura indiana che è caratterizzata da studenti e 200 insegnanti. pensieri e sentimenti sacri, non da mentalità 1° Giorno – 8 giugno 2018 ristretta. “L’essenza della cultura indiana è La prima sessione del Corso Estivo è la felicità universale”, ha detto, aggiungendo iniziata presso l’Auditorium Poornachandra che la vera cultura è quella che trasforma alle 8,30 con un canto vedico d’invocazione l’uomo rimuovendo le sue cattive qualità e eseguito dagli studenti del Campus di inculcando quelle buone. Muddenahalli. È seguito il discorso di È seguita una tavola rotonda, intitolata benvenuto di Sri Ruchir Desai, Professore “Daiva Preeti, Papa Bheeti, Sangha Neeti” Associato presso il Dipartimento di (Amore per Dio, Timore del Peccato, Economia e Commercio dell’SSSIHL, che Moralità nella Società). I relatori, che ha tracciato l’evoluzione del Corso Estivo comprendevano insegnanti dell’Università, sin dal suo inizio, nel lontano 1972, e ha hanno condiviso un numero notevole di espresso la speranza che esso fornisca ai esperienze e hanno raccontato come le partecipanti nuovi approfondimenti sul ricco persone che hanno compiuto azioni buone patrimonio culturale dell’India. e morali nella società siano state guidate Nel suo discorso inaugurale, il professor da Dio e abbiano sviluppato l’amore per K.B.R. Varma, Vicerettore dell’Istituto, ha l’Onnipotente. 10 Luglio 2018
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La sessione mattutina si è conclusa con una toccante interpretazione di varie canzoni indostane e carnatiche presentate dai cantanti e dai musicisti del Dipartimento di Musica dell’SSSIHL. Il susseguirsi di canti devozionali, intervallati da perspicaci commenti, ha evidenziato la bellezza e La sessione interattiva del Corso Estivo. l’importanza del Nama Sankirtana e del Namasmarana (canto e 2° Giorno – 9 giugno 2018 ricordo del Nome Divino del Signore) nel Dopo il canto invocatorio dei Veda da programma sagacemente intitolato “Naam parte degli studenti del Campus di Brindavan, Ratan Dhana Payo”. alle 8,30 è cominciato, nell’Auditorium La sessione serale del primo giorno Poornachandra, il secondo giorno del dell’evento è iniziata nel Sai Kulwant Hall Corso Estivo con il discorso della signora con una presentazione che riepilogava il Rani Java, Consulente Amministrativo, programma mattutino, ed è stata seguita Bengaluru. Fedele al titolo del suo discorso da tre interventi degli studenti e dei docenti “Vivere con la Divinità è Vera Educazione”, dell’Università. La prima oratrice, Kumari la distinta oratrice ha condiviso numerose Kanchan Kumar, studentessa del Campus esperienze personali avute con Bhagavan di Anantapur, ha parlato della grandezza Sri Sathya Sai Baba che hanno portato della cultura indiana che è interamente in primo piamo molti importanti spunti di basata sull’interconnessione dell’uomo con riflessione, il più significativo e ricorrente la Natura. Parlando dell’unicità dell’uomo dei quali è stata la necessità di avere fede e della Natura, ella ha esortato tutti a in Bhagavan Baba con completa resa. Ella realizzare questa unità e a raggiungere ha anche narrato numerose circostanze in la Divinità. Il successivo oratore, Sri cui Baba l’ha aiutata in momenti di bisogno Suvam Gurung, studente del Campus e ha condiviso numerose esperienze del di Muddenahalli, ha parlato sul tema suo percorso di evoluzione devozionale e “Significato della Preghiera”. Definendo di come sia cresciuta nell’amare e riverire la preghiera comunione con Dio, l’oratore Bhagavan come Dio. ha detto che essa dovrebbe venire dalla È seguito un questionario sugli profondità del cuore. Amore, fede e resa, Insegnamenti e la Vita di Bhagavan Baba: ha aggiunto, sono le componenti essenziali Darshan, Sparshan e Sambhashan hanno della preghiera. Infine, Sri Darshan Gera, Professore Assistente del Dipartimento di visto la partecipazione degli studenti Matematica e Informatica ha parlato sul dell’Università e della scuola. Le tre aree di tema “La Vibhuti di Sai”, affermando che la attenzione del questionario erano: la Sua Vibhuti, o cenere sacra, significa assenza Divinità, il Suo Messaggio e la Sua Vita. di desideri e buon auspicio, e che può L’ultimo elemento della sessione del mattino è stato una deliziosa commedia, messa in condurre l’uomo alla liberazione. scena dagli insegnanti, dai ricercatori del Ha poiu narrato esempi del potere della dottorato e dagli studenti dell’Università, Vibhuti e come essa abbia guarito malattie, intitolata “Dharmo Rakshati Rakshitaha” insegnato lezioni spirituali e creato fede (il Dharma protegge chi lo protegge), che nella Divinità di Bhagavan Baba. ha fornito esempi tratti dal Mahabharata, Eterno Auriga
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delineando l’eterna guerra fra il bene e il male, e come Dio abbia sempre sostenuto il bene. La sessione pomeridiana è cominciata nel Sai Kulwant Hall con una presentazione riepilogativa della sessione del mattino seguita da tre discorsi degli studenti e dei docenti della facoltà. Il tema del primo discorso, tenuto da Sri Ujjwal Priydarshi, studente del Campus di Brindavan, era “Gratitudine per il mio Maestro”. Citando numerosi episodi delle sue interazioni con Bhagavan Baba, già da quando era alla Scuola Primaria Sri Sathya Sai, l’oratore ha messo in luce l’amore di Sai per i Suoi ragazzi e come li abbia stimolati a lasciare il futuro al Signore poiché Egli sa che cosa è meglio per loro. Il successivo oratore, Sri Rinil Khatri, studente del Campus di Prasanthi Nilayam, ha parlato di “Bianco e Arancione”, delineando la storia della relazione tra Dio e il Suo devoto: una saga infinita di puro amore, come egli l’ha chiamata. La metafora dell’arancione (Dio) e del bianco (uomo) è stata ben descritta da esempi di come l’arancione influenzi il bianco, una volta che ci attacchiamo a esso con fede e abbandono. L’ultimo oratore, Sri G. Aditya, studente del Dottorato di Ricerca del Dipartimento di Economia e Commercio, ha affermato, nel suo discorso “Guru Seva”, di essere consapevole del suo debito verso Bhagavan Baba. Ha poi raccontato come Sai Stesso gli impartisse amorevolmente lezioni sul servizio, come la perfezione nell’attuazione dello stesso. Egli ha sottolineato che il Guru guarda alla disponibilità e non all’abilità. 3° Giorno – 10 giugno 2018 Le procedure del giorno finale del Corso Estivo sono cominciate alle 8,30 nell’Auditorium Poornachandra con il canto dei Veda da parte delle studentesse del Campus di Anantapur. Successivamente, Swami Atmashraddhananda, del Ramakrishna Math (Monastero di 12 Luglio 2018
Ramakrishna), Belur, Howrah, ha tenuto un magnifico discorso su “Atmano Mokshartham Jagat Hitaya Cha” (lottare per la propria emancipazione e il benessere del mondo). Egli ha tracciato, in modo pratico, l’evoluzione del viaggio dell’uomo nella vita attraverso i quattro Purushartha (Kama, Artha, Moksha, Dharma). Riferendosi alla Kathopanishad, ha poi spiegato la natura della non eternità del paradiso e dell’inferno e di come il periodo di permanenza in questi luoghi di ogni individuo dipendano dal suo Karma. Egli ha terminato il discorso ribadendo la necessità di Sraddha (salda fede) per percorrere il cammino dell’autoemancipazione e del benessere del mondo. Si è poi svolta la Tavola Rotonda “Dalla Fiducia in Sé alla Realizzazione del Sé”. Si è fatto riferimento alla similitudine di Bhagavan Baba con la casa: la fiducia in sé è le fondamenta, la soddisfazione di sé i muri, il sacrificio di sé il tetto e la realizzazione del Sé la vita vissuta in tale casa. L’intera discussione si è rivelata ricca di profondi spunti di riflessione, condivisi attraverso esperienze personali, brevi video e un’esaustiva discussione riguardante ogni passo del viaggio che va dalla fiducia in sé alla realizzazione del Sé. Come da tradizione, è stato dato il benvenuto ai nuovi componenti il corpo insegnante dell’Istituto e coloro che sono andati in pensione hanno ricevuto i complimenti e sono stati ringraziati per il loro eccezionale servizio e contributo all’Istituto. Tenendo il suo discorso di commiato, la professoressa Rajeshwari C. Patel, Direttrice del Campus di Anantapur, ha sintetizzato le lezioni apprese durante i tre giorni del Corso Estivo e sottolineato i princìpi di unità e solidarietà. Alle 12,45, dopo il discorso pubblico di ringraziamento, l’Arati a Bhagavan ha segnato la conclusione del Corso Estivo 2018 su Cultura e Spiritualità Indiane. Eterno Auriga
BHAGAVAN SCRIVE PER IL SANATHANA SARATHI
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UANDO BHAGAVAN SRI SATHYA SAI BABA FONDÒ LA RIVISTA Sanathana Sarathi, nel febbraio del 1958, iniziò anche a scrivere un articolo per esso ogni mese fin dal suo primo numero e continuò a scrivere
senza interruzione fino all’ottobre del 1984. Tutti questi articoli furono scritti in sequenza perfetta, poiché essi erano stati pensati per essere compilati sotto forma di libri che furono poi chiamati serie Vahini. Per far conoscere ai nostri lettori come Bhagavan abbia scritto questi articoli, ne riproduciamo i manoscritti, assieme alla loro traduzione, che costituivano il sedicesimo e ultimo libro della serie Vahini, intitolato “Leela Kaivalya Vahini” (Il Fiume del Divino Gioco Cosmico). Esponendo la profonda conoscenza vedica sotto forma di domanderisposte, questi articoli rappresentano piccole gemme di saggezza spirituale. Iniziamo con la prima parte del primo articolo che costituisce l’introduzione al “Leela Kaivalya Vahini” e ne specifica il significato. Questo articolo fu scritto da Bhagavan per il numero di marzo 1984 del Sanathana Sarathi. (Vi invitiamo a consultare la seconda parte di questo articolo nel prossimo numero della rivista). Eterno Auriga
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14 Luglio 2018
Eterno Auriga
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LEELA KAIVALYA VAHINI (Il Fiume del Divino Gioco Cosmico) Pratiche spirituali come Puja (adorazione), Bhajan (preghiera) e Dhyana (meditazione) sono attività indotte dalla Bhakti (devozione) verso poteri superiori. Coloro che non sono consapevoli delle profondità e delle altezze a cui esse possono condurre non dovrebbero abbandonarsi a discussioni sulla loro efficacia. Tutto ciò può essere acquisito e giudicato solo attraverso la pratica effettiva. La prova consiste solo nell’esperienza personale. Il desiderio per l’ultrasensoriale, il Paramarthika Jivan (vita spirituale), è suscitato nel ricercatore sia attraverso la ricerca di princìpi fondamentali sia tramite l’intensa esigenza di gioia duratura. Il semplice desiderio non garantirà il successo. Si deve intraprendere la Sadhana (pratica spirituale). È importante anche esaminare se stessi e valutare nel dettaglio, prima di intraprendere il processo, le proprie aspirazioni e atteggiamenti, poiché le religioni contemporanee, che professano di guidare i ricercatori in questo compito, non infondono fiducia nei giovani. Essi pensano che alcune di esse siano state modellate dalle condizioni dell’epoca in cui sono emerse. Molte sono diventate obsolete. Alcune sono specificamente collegate a regioni o Stati. Altre sono state imposte e modellate da persone estranee, e taluni le tacciano di essere sconvenienti e dannose. I giovani aspiranti a una vita superiore pensano che saranno messi in ridicolo se le praticano. Così, essi indulgono in conversazioni incessanti e sfogliano le pagine di migliaia di libri! Stanno lontano persino dal primo passo della Sadhana, come prescritto in una qualunque delle tante religioni. Tali sono le critiche e le controversie che godono della confusione che creano. Molto più prezioso dell’erudizione acquisita attraverso un milione di libri è il granello di saggezza ottenuto attraverso una sessione di meditazione. Quella Jnana (saggezza), per quanto modesta, è un prezioso ottenimento. È il prodotto della Sadhana personale e di un’indiscutibile e autentica esperienza. A mano a mano che si coltiverà e svilupperà questo granello di saggezza, le polemiche e le critiche cesseranno. Finché la Verità non si rivelerà, tutte le controversie faranno parte solo del sé inferiore. La fiducia in se stessi è essenziale per entrare in questo percorso di pratica spirituale. – Continua...
16 Luglio 2018
Eterno Auriga
LA MIA ESPERIENZA DELLA DIVINITÀ DI BHAGAVAN V.S.R.K. Prasad
M
IA MADRE EBBE IL DARSHAN DI Swami per la prima volta nel 1949, a casa di un devoto, mentre eravamo a Madras (Chennai). Su comando di Swami, l’intera famiglia andò a Puttaparthi. In quel momento era in costruzione il Mandir di Prasanthi Nilayam. Swami era solito andare in macchina, assieme a un devoto chiamato Krishna, per supervisionare i lavori di costruzione. Durante l’inaugurazione del Mandir, il 23 novembre 1950, ricordo bene che quando, da un secchio argentato, Swami spruzzò acqua di cocco sui devoti con la Sua mano, le gocce che cadevano a terra si trasformarono in anelli e medaglioni, con la faccia di Swami in rilievo su di essi. Prasanthi Nilayam nei Primi Giorni A quei tempi, le strutture di Prasanthi Nilayam erano scarse. I devoti dovevano arrangiarsi da soli per l’alloggio e il cibo. Quindi, eravamo soliti portare con noi bagagli pesanti quando vi ci recavamo. Abitavamo in una tenda assieme alla famiglia di Sri Venkatamuni, di Chennai. Poiché, a quei tempi, a Puttaparthi non c’era elettricità, venivano usate le luci Petromax. Per le nostre abluzioni, andavamo al Chitravathi prima dell’alba. C’era un piccolo numero di devoti a Prasanthi Nilayam, e così avevamo la possibilità di avvicinarci a Swami. Ci era permesso persino di andare nella Sua stanza senza alcuna restrizione. C’erano due sessioni di Bhajan di grandi ispirazione e beatitudine tutti i giorni, dalle 11 alle 12 (o dalle 9 alle 10 durante Eterno Auriga
l’estate) durante il giorno, e dalle 18 alle 19 di pomeriggio. Canti meravigliosi come “Sri Ganesha, Sivuni Kumara, Sritajana Vinutha Prabho”, “Sri Sai Jaya Sai Parthi Nilaya”, “Oh Bhagavan ...” venivano eseguiti in un’atmosfera di beatitudine. Per quanto mi ricordi, la prima canzone da parte delle donne veniva sempre guidata dalla moglie di Sri Kasturi, seguita da Smt. Krishnamma, Smt. Venkamma (la sorella maggiore di Swami) e dalla famiglia Kuppam. Due fratelli, Raman e Lakshman di Chennai, guidavano i Bhajan dalla parte degli uomini. Raja Luglio 2018 17
Reddy, allora, non era ancora venuto da Swami. Arrivò nel 1956. Sri Seshagiri Rao offriva l’Arati alla fine dei Bhajan. In alcune serate seguivamo Swami al Chitravathi, e, quando Swami ci impegnava in discussioni spirituali, perdevamo il senso del tempo. Ogni anno visitavamo Puttaparthi durante le vacanze estive. “Questa è casa tua. Puoi venire qui ogni volta che desideri”, scriveva Swami nelle Sue lettere, e, durante ogni visita, trascorrevamo uno o due mesi con Swami. Ogni volta che noi bambini commettevamo delle marachelle o eravamo indisciplinati, Swami ci correggeva con un lieve rimprovero. Srimati Easwaramma e Sri Pedda Venkama Raju, i genitori di Swami, erano molto devoti e nobili di cuore. Trattavano tutti i devoti in visita con grande amore e affetto. Sri Pedda Venkama Raju andava anche al mercato settimanale di Bukkapatnam o Kothacheruvu per fare la spesa per i devoti. Mentre il numero dei devoti era piccolo nei giorni normali, la Sala dei Bhajan si riempiva durante le feste come Dasara e il Compleanno di Swami. Davanti a Lui si esibivano musicisti molto abili. Durante queste feste, c’era il Narayana Seva, come anche le gare di Bhajan. Swami distribuiva premi a tutti i partecipanti, senza fare alcuna distinzione tra vincitori o perdenti. Era davvero un grande messaggio sul fatto che si dovrebbero considerare la vittoria e la sconfitta con mente equanime. Ogni sera i devoti innaffiavano le piante e gli alberi del Nilayam. C’era un pozzo nel luogo in cui si trovano attualmente le statue dei Naga, cioè davanti al Ganesh Mandir. Giovani fisicamente forti tiravano su il secchio con l’acqua e altri riempivano con essa i contenitori per innaffiare le piante. Nel pomeriggio, verso le 15, Swami distribuiva, a tutti i devoti frutti come mango, mele e 18 Luglio 2018
arance. A volte, gettava i frutti dal primo piano nelle mani di ciascun devoto che si trovava di sotto e non ho mai visto nessuno di questi frutti mancare il bersaglio. La stanza, situata sul lato destro del Mandir, era chiamata Korikala Gadi (stanza dei desideri), e la stanza opposta, dall’altra parte della veranda, Pada Puja Gadi (sala di adorazione dei piedi). La stanza, piccola e semplice, sopra il Korikala Gadi era il soggiorno e la camera da letto di Swami. La stanza sopra il Pada Puja Gadi era la Sua sala da pranzo. Ogni volta che Swami camminava nella veranda del primo piano da una stanza all’altra, tutti i devoti si affrettavano ad alzare la testa per salutarLo e avere il Suo Darshan. C’erano sempre una o più costruzioni in corso a Prasanthi Nilayam. Sri Kistappa, cugino paterno di Swami, supervisionava queste attività di costruzione e, assieme agli operai pagati, i devoti prestavano volontariamente le loro mani per sollevare sabbia, mattoni ecc. Fu per primo costruito, nel luogo in cui ora si trova Prasanthi Est, un piccolo edificio con quattro stanze e una veranda comune. La prima stanza fu assegnata a Srimati Venkataratnamma di Rajahmundry (ora Rajamahendravaram), assieme alla nostra famiglia. La Stamperia del Sanathana Sarathi fu situata nella quarta stanza. Ogni sera, dopo che avevamo finito di innaffiare le piante, Swami veniva nella nostra stanza e ci impegnava in discussioni su argomenti spirituali e trascendentali. Sri Ramarao, che era un membro del nostro gruppo, fumava molte sigarette. Swami non gli chiese mai di smettere di fumare. Al contrario, era solito lodarlo dicendo: “Il Mio caro Ramarao è Bangaru (oro fino)”, ed egli smise presto di fumare per effetto della pioggia d’amore di Swami. Al momento della nostra partenza per Eterno Auriga
far ritorno alle nostre case, Swami ci faceva molti regali. Non avevamo mai voglia di lasciare Puttaparthi. Mio fratello maggiore piangeva persino mentre se ne andava, tanto forte era il nostro legame con Swami. L’Ospedale Generale Sri Sathya Sai fu inaugurato nell’ottobre del 1956. Ricordo che, durante quel periodo, un giorno Swami stava L'autore nell'infanzia alla Divina Presenza. accompagnando mio padre e Raja Reddy a supervisionare Nel 1958, Swami ci portò tutti con Sé il lavoro dell’ospedale. Mio fratello e nella località climatica di Horsley Hills. Sri io stavamo camminando dietro di loro. Ramanatha Reddy, ingegnere esecutivo, Improvvisamente, Swami si chinò e organizzò la nostra sistemazione nella raccolse un sassolino. Guardandomi, disse: Guest House governativa. Restammo tutti “Ehi, apri la bocca.” Io non la aprii. Tenevo lì per una settimana. Una mattina, dopo le labbra letteralmente serrate. Swami rise, la colazione, Swami stava conversando poi chiese a mio padre: “Choudhry! Apri la con noi in giardino. All’improvviso, guardò bocca.” Mio padre la aprì immediatamente. la figlia di Ramanatha Reddy e le chiese: “Raja! Apri la bocca” e Raja Reddy la “Puoi chiedere tutto ciò che desideri; te lo spalancò. Anche mio fratello l’aprì. Swami concederò.” Ella, immediatamente, rispose: poi mi chiese: “Tutti hanno aperto la bocca; “Swami, voglio la devozione.” Swami era perché tu non l’apri?” Tenni la bocca soddisfatto del suo desiderio. Poi mi guardò chiusa per bene. Proprio mentre stavamo e mi chiese: “Che cosa vuoi?” Risposi: guardando, il ciottolo si trasformò in un “Swami! Fai che la mia vita sia spesa al Tuo Laddu (un dolce). Swami amorevolmente servizio.” Swami domandò poi a un anziano mi chiese: “Ehi, aprirai la bocca adesso?” signore: “Qual è il tuo desiderio?” Egli Mentre l’aprivo timidamente, Swami vi rispose: “Swami, voglio andare in paradiso fece scivolare il dolce, dicendo: “Credi che con questo corpo.” Successivamente, andò Swami ti avrebbe riempito la bocca con una avanti per mezz’ora una vivace discussione pietra? Questo non succede mai.” Quella spirituale. Per quanto ricordi, l’esortazione fu la prima lezione che imparai da Swami: di Swami fu: “Tu sei l’incarnazione dell’Atma l’Avatar è venuto solo per elevarci! Ma poi, (anima individuale). Dovresti aspirare a dobbiamo sviluppare un’incrollabile fede in fonderti nell’Anima Suprema. È pura follia Lui. pensare di andare in paradiso con questo A volte, le parole di Swami non erano facilmente comprensibili; il messaggio diveniva chiaro solo in un secondo momento. A Horsley Hills con Swami Eterno Auriga
corpo fisico.” Un giorno a Horsley Hills, mentre ci stava descrivendo alcuni episodi del Suo precedente Avatar, Swami materializzò Luglio 2018 19
immediatamente una fotografia di Shirdi Baba. Nella foto, Shirdi Baba era seduto al centro e intorno a Lui c’erano otto grandi cerchi, in ognuno dei quali Lo si vedeva in una postura diversa. Swami, poi, la diede a mia madre. Successivamente, andammo tutti via e ci sedemmo nella sala da pranzo. Per Swami erano stati preparati una sedia e un tavolo separati. Eravamo tutti seduti sul pavimento sui tre lati di fronte a Lui. Egli finì il suo pasto in soli due minuti. Mentre stavamo mangiando, improvvisamente si alzò, andò nella stanza adiacente e cadde a terra. Ci alzammo in preda al panico. Sri Venkataraman e suo cugino si asciugarono in fretta le mani sul loro dhoti e si precipitarono verso di Lui. Era chiaro che Swami era entrato in trance. Dalla Sua bocca uscì un fiotto a fontana di Vibhuti. Egli aprì gli occhi dopo un intervallo di quindici minuti e disse: “Ella Mi ha chiamato forte per avere il Mio Darshan negli suoi ultimi istanti di vita, e così sono andato.” Non menzionò il nome della persona, ma mi fu dato di capire che Swami, in seguito, disse il nome a Sri Kasturi. La fuoriuscita di Vibhuti dalla Sua bocca era un’indicazione che ella si era fusa con Lui. Le Visite di Swami a Chennai A quei tempi, ogni volta che Swami visitava Chennai, abitava presso il commissario per i trasporti Sri V. Hanumantha Rao. Vi giungevamo entro le 10 di mattina e rimanevamo fino alle 20. I programmi musicali venivano spesso condotti durante la Sua permanenza, in cui Raman e Lakshman, assieme a Swami, eseguivano le composizioni di Thyagaraja. Il trio si trasformava in un duo e offriva interpretazioni molto melodiose. Un giorno tutti noi visitammo, assieme a Swami, il bacino di riserva idrica di Poondi. 20 Luglio 2018
Erano presenti nel gruppo Nagaratna Mudaliar, Partha Sarathi Mudaliar, Hanumantha Rao e alcuni altri. Sembra che Sri Nagaratna Mudaliar fornisse Vibhuti come medicina a tutti coloro che cercavano il suo aiuto. Qui, Swami creò un vasetto di Vibhuti perenne (Akshara) dalla sabbia dove era seduto e lo regalò a Mudaliar. Materializzò poi una collanina di perline di vetro, e gliela dette dicendo: “I pazienti otterranno un sollievo immediato quando gliela farai indossare.” Swami creò quindi una Rudraksha (la collana di un frutto sacro, con diverse faccette, soggetto a indurirsi) e lo diede a mia madre, dicendo: “Prendi questo. Sarai in grado di guarire qualsiasi paziente con quest’acqua di Rudraksha.” Tutti i membri della nostra famiglia iniziarono a usarlo come una panacea. Ci dette una grande forza per affrontare tutti i problemi con la convinzione che Swami fosse sempre presente con noi. Dopo aver dato la Rudraksha a mia madre, Swami improvvisamente chiese di portare un bicchiere. Non appena lo pose vicino alle Sue labbra, il bicchiere si riempì di un liquido simile a nettare. Esso venne poi distribuito a tutti noi lì presenti. Quando accompagnavamo Swami in qualche posto, portavamo sempre con noi una caraffa con tappo a vite, un bicchiere e una scatolina d’argento contenente foglie di betel, che a Swami piaceva sempre masticare. Noi, bambini piccoli, Gli portavamo le ciabatte. Durante il Suo viaggio a Chennai nel 1952, Swami visitò anche la nostra casa. Mio fratello e io facemmo l’esperienza della celebrazione ritualistica del “foro all’orecchio” (un rituale sacro rivolto ai bambini maschi di una certa età) alla presenza di Swami. Abbiamo sempre considerato Swami come il capo della nostra famiglia. Per ogni cerimonia, la nostra famiglia ha sempre Eterno Auriga
cercato il permesso e i consigli di Swami, e seguito rigorosamente le Sue indicazioni. Quel giorno, Egli materializzò due serie di orecchini d’oro e ce li mise personalmente alle orecchie. “Avete sentito dolore?” - chiese. Non ci fu alcun dolore. Poi entrò nella sala della preghiera e parlò con i miei genitori. Dopo di ciò, si rivolse a noi e domandò: “E adesso?” Portammo il tabellone del carrom (un gioco di società). Furono formate due squadre: Swami e io come una squadra, e mio fratello e Krishna come nostri avversari. Nel bel mezzo del gioco, Swami distolse l’attenzione di mio fratello dicendo: “Ehi, Nagesh, guarda in alto. Che cos’è?” e, furbescamente, spostò un pezzo del gioco. GuardandoLo, gridai: “Bara, bara.” Swami rise e disse: “Hai ragione. Non si dovrebbe mai ricorrere a barare nella vita.” Capii che Swami ci aveva dato una lezione pratica. L’episodio è rimasto nella mia memoria fino a ora, come è rimasto impresso nel mio cuore. Grazia Infinita Desidero condividere con voi un episodio avvenuto il giorno prima di Deepavali di quell’anno. Dato che ricorreva il Naraka Chaturdasi, tutti noi ci lavammo la testa la mattina presto, indossammo vestiti nuovi e lanciammo dei petardi. Dopo aver finito la colazione, i nostri piccoli cervelli ebbero un’idea. Noi bambini facemmo il giro delle strade vicine e raccogliemmo tutti i petardi che giacevano inesplosi sulle strade. Sbriciolammo tutti quei pezzi, ne raccogliemmo la polvere pirica e, facendone un mucchietto, li mettemmo su un giornale. La nostra idea era di creare una grande fiamma a forma di fontana dalla polvere pirica. Mio fratello accese un fiammifero e cercò di accendere il mucchietto. Mentre allungava la mano, il fuoco gli ustionò il braccio. Mio padre lo portò dal nostro medico di famiglia. Il dottore gli fece una Eterno Auriga
medicazione d’emergenza e disse a mio padre: “Choudhry! Portiamolo all’ospedale governativo lunedì, poiché l’avambraccio è gravemente ustionato e potrebbe essere necessaria un’amputazione.” Tutto l’umore festoso si tramutò in avvilimento, e ci afflosciammo come una gomma sgonfia. All’alba del giorno successivo fummo colti da sorpresa quando mio fratello disse a mia madre: “È venuto Swami, mi ha spruzzato un po’ di Vibhuti sulla mano e ha detto che sarebbe andato tutto bene.” Swami apparve di nuovo prima dell’alba di domenica. Questa volta apparve anche a mia madre, e le disse: “Non preoccuparti. Mi prenderò cura di tutto.”. Il lunedì, il medico di famiglia tolse la benda e tutti, compreso egli stesso, rimasero sorpresi nel constatare che il 90% delle ustioni era guarito. Il medico abbandonò l’idea di accompagnare Nagesh all’operazione. Nel giro di un mese, la ferita si rimarginò senza lasciare traccia! È interessante notare che un paio di giorni dopo l’incidente, ricevemmo una lettera da Swami datata 10.11.1952, che confermava l’intervento divino. La parte rilevante della lettera e la dichiarazione divina, assieme alla sua traduzione, è la seguente: “... L’altro giorno, quando la mano di Nagesh si ustionò, la notte andai da lui e gli diedi della Vibhuti. Il giorno dopo diedi anche il Darshan a tua moglie, Vijayalakshmi. La tua felicità è il Mio cibo, la tua felicità è il Mio conforto, il tuo benessere è tutto per Me (...) è così che passo il Mio tempo (...) che altro lavoro ho da fare se non prenderMi cura dei Miei devoti, vivendo i loro momenti buoni e cattivi? Mostra questa lettera a Vijayamma. Sembra che i bambini non fossero in buone condizioni. Come si sentono adesso? Con le Mie benedizioni.”
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Nel 1953, la vigilia di Deepavali, Baba si recò a Chennai. Tutti noi andammo a casa di Sri Hanumantha Rao per avere il Darshan di Swami. Proprio come a Puttaparthi, Egli guardava mentre facevamo scoppiare dei petardi. Accese persino alcuni bastoncini pirotecnici e ce li consegnò, e, dopo che lo scoppio dei petardi fu terminato, si sedette per la cena. Tutti noi sedevamo per terra attorno a Lui. Swami mangiò pochissimo cibo. Dopo aver giovialmente chiacchierato per qualche minuto, improvvisamente raccolse un chicco di riso bollito e ordinò: “Krishna! Porta la lente d’ingrandimento.” Attraverso la lente potemmo vedere sul chicco il Vatapatra Sai, il piccolo Krishna sdraiato sulla foglia di banyan. La moglie di Sri Hanumantha Rao, Smt. Parvathamma, chiese a Swami di donarglielo. Swami schiacciò il chicco e lo gettò nel piatto, 22
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dicendo: “Questa non è una cosa da donare.” Quella notte, Swami era intento a parlare col nostro gruppo inclusa la famiglia di Sri Hanumantha Rao. All’improvviso si alzò, portò le mani in alto e disse: “Guardate, stanno arrivando.” Nelle Sue mani arrivò una ciotola di vetro con un diametro di circa 60 centimetri. Conteneva 32 varietà di dolci. Swami li distribuì a tutti noi, dicendo: “Sono venuti da Mathura.” Per noi, quel Deepavali fu davvero indimenticabile. – L’autore è un ardente devoto di Bhagavan proveniente da Hyderabad Eterno Auriga
Effulgenza della Gloria Divina
SII FELICE
S
James Sinclair
ONO UN PILOTA. MIA MOGLIE mi ha spesso suggerito di non volare più perché Swami è impegnato a prendersi cura di altre persone e a tenerle in vita, e io non dovrei occupare tutto il Suo tempo. Come pilota solista, dopo aver pilotato un elicottero cinque ore e mezza, fui tanto folle da portare nuovamente in volo il mezzo con la speranza di atterrare. Stavo sorvolando la cima delle montagne, a circa un metro sopra gli alberi, andando più veloce che potevo, quando, all’improvviso, tutti i comandi si bloccarono e il sistema idraulico andò in avaria. Ora, questo era il problema più serio che potessi avere perché non riuscivo più a far volare il velivolo. Fu incredibile il modo in cui la mia vita subì un’improvvisa pausa di riflessione. Il primo pensiero che mi venne in mente fu che stavo chiaramente per morire. Il secondo fu che questo era un modo molto stupido di morire. Il terzo pensiero fu che, se fossi morto, mia moglie mi avrebbe “ucciso”. Poi venne il pensiero davvero importante: che potessi morire con il Nome del Signore sulle labbra e che lo pronunciassi ad alta voce perché Swami stava ascoltando. Bene, posso dirvi che Swami non doveva essere onnipresente per udire quanto forte gridassi il Suo Nome. Inoltre, pensavo che Sathya Sai Baba fosse un eccellente pilota di elicottero. Nel momento in cui implorai il Nome di Swami, l‘elicottero stava andando a tutta velocità, ed era assolutamente fuori controllo, roteando nel cielo. Stavo per diventare Eterno Auriga
una particella, perché mi sarei schiantato su una roccia di granito o sui pini. Tutto diventò buio. Non ricordo nulla di ciò che accadde poi. La cosa che seppi in seguito fu che il velivolo era in perfetto assetto d’atterraggio con le manovre d’emergenza sotto controllo, una delle cose più difficili da eseguire. Quando toccò terra, caddi dalla porta in iperventilazione. Non fui io a pilotare quel velivolo. Non fui io a eseguire quell’atterraggio. Il giorno successivo il mio istruttore simulò il problema. Emerse che, in tale situazione d’avaria, non avrei potuto far atterrare l’elicottero in nessun caso, Luglio 2018 23
in nessun luogo. Fu Swami, che avevo invocato, a prendere il controllo del velivolo. Un’altra storiella. Una giovane donna, qui seduta tra il pubblico, è mia figlia maggiore. Si chiama Marlene Sinclair e si è distinta negli sport equestri: addestramento di cavalli ed equitazione. Ha un talento molto speciale: la capacità di comunicare con gli animali. Una volta, aveva preso un cavallo, un puledro molto promettente, e lo aveva addestrato. In un torneo equino di salto a ostacoli, a cui era stata invitata, allorché arrivò al galoppo per superare una barriera alta come un muro, il puledro inciampò, facendo finire mia figlia oltre l’ostacolo. Ella atterrò battendo la testa, e l’animale di oltre otto quintali saltò il muro e atterrò sopra di lei. Ci vollero quarantacinque minuti perché la squadra medica d’emergenza la tirasse fuori. Ricevetti una telefonata d’emergenza con cui mi informarono che Marlene era stata gravemente ferita e che dovevo raggiungerla immediatamente. Quando arrivai all’ospedale, sembrava una donna uscita da una battaglia. Avevo con me un pacchetto di Vibhuti e spiegai a mia figlia che era simile all'acqua santa cristiana. La sua faccia mostrava terribili ferite. Cosparsi la Vibhuti sulle escoriazioni del viso e gliene misi un po’ sulla lingua. Tornai la mattina dopo e, sul suo volto, non c’era più alcuna ferita. Tre mesi dopo, stava di nuovo gareggiando e cavalcando con un busto ortopedico, ma questa non è la fine della storia. In un colloquio, Swami disse a mia figlia: “Ti ho salvata dalla paralisi.” Marlene rispose: “Sì.” Non avevo mai sentito questo prima. Quando il colloquio terminò, domandai a Marlene: "Che cosa stava dicendo Swami che Gli hai risposto sì?” Mi disse che dal momento in cui aveva avuto l’incidente, era diventata cieca e paralizzata, ma, in quella cecità e paralisi, sentiva sempre qualcuno molto vicino a lei, 24 Luglio 2018
sotto la pioggia, nell’ambulanza, al pronto soccorso, in ospedale, tutta la notte, e la vista le tornò e la paralisi scomparve prima che io arrivassi all’ospedale. Swami l’aveva salvata dalla cecità e dalla paralisi. Lo seppi solo anni dopo. Tramite un altro devoto, Swami mi inviò un messaggio a casa, dicendo: “Di’ a Sinclair di non dare ulteriori contributi di beneficenza perché ha un problema lavorativo di cui non sa nulla.” Swami stava effettivamente dicendo la verità. Ben presto, nel risolvere quel problema, mi affaticai enormemente a livello finanziario, informativo ed emotivo. Ma sono ugualmente grato, anzi estremamente grato, per i doni che Swami mi ha dato. Nelle difficoltà che ho avuto, non sono mai stato lontano dalla Sua mano; ho sempre avuto coraggio e ho costantemente potuto contare sulla Sua presenza, su quel senso silenzioso dell’esserci, quella consapevolezza che Swami era sempre lì, come sempre lo è per tutti noi, e come sempre lo sarà in ogni circostanza. Come possiamo, anche per un attimo, non avere la chiara e profonda comprensione, l’intima consapevolezza che Swami sta facendo tutto per noi? Quando, mai nella storia, l’Avatar (Incarnazione Divina, Sai Baba) ha avuto un interesse così considerevole in quell’insulsa piccola cosa che chiamiamo vita? Egli trasforma anche l’esperienza più difficile in una dimostrazione della Sua attenzione verso di noi, verso i bambini, l’istruzione, la salute, il benessere. In ogni singolo aspetto, a ogni respiro che facciamo, Egli è lì e lo sarà per sempre. Tu sei sempre con noi, Swami. Egli ha reso tutto così semplice, così facile per noi. Swami semplifica, noi complichiamo. Swami rende le cose facili, noi le rendiamo difficili. Egli dice: “Accettate tutti gli eventi come doni da parte Mia. Non giudicateli in termini umani.” Che cosa significa accettare? Ogni continua a pagina 27... Eterno Auriga
L
A VITA È UN SACRO pellegrinaggio! Rendetela tale. Sacralizzatela! È il dono più prezioso dato da Dio all’uomo con tanta grazia e misericordia. Quindi, svolgete un ruolo fondamentale. Indirizzate la mente verso la spiritualità. Rendete la vita degna di essere vissuta. Non fatevi travolgere dai piaceri e dai divertimenti mondani: non è lo scopo della vita. Lo scopo del santo pellegrinaggio è santificarla con la bontà e la devozione. La vita è un gioiello d’immenso valore che dovrebbe rifulgere di autodisciplina, sacrificio di sé e autocontrollo per raggiungere l’obiettivo fondamentale del santo pellegrinaggio. Non svendetelo per acquisizioni di bassa lega. Non rovinatelo con attività prive di senso. “Rendete questo santo pellegrinaggio integro (whole), non un buco (hole)”, ha detto Bhagavan in modo così efficace. Caspita, che splendido messaggio! Il nostro amatissimo Maestro ha graziosamente definito la parola “Pellegrinaggio” (Pilgrimage): Pil + gr + image. Significa una pillola spirituale che garantisce la conoscenza per vedere la
periodo peggiore, in cui l’orrore e il terrore bussano a ogni porta. La mancanza di spirito di squadra è la causa principale di tutto questo danno e distruzione, caos e conflitti. Se tutte le mani si uniscono, in un batter d’occhio la vita sboccerà e fiorirà, e porterà ampi sorrisi dappertutto. “Spirito di squadra significa solidarietà; con lo stare insieme si possono creare prodigi, miracoli e ripristinare la gloria perduta della nostra patria, lo scopo principale del santo pellegrinaggio”, ha dichiarato così bene il nostro Signore. Lo scopo di viaggiare e visitare i centri di pellegrinaggio, i templi ecc., è portare e collocare la divinità nella dimora del cuore in modo permanente. Questo vi riempirà il cuore di scintille divine di beatitudine e allontanerà i viziosi Vasana (tendenze innate) che lo contaminano! Rendete il santo pellegrinaggio luminoso, fulgido. Bhagavan ha detto: “State andando allo Yatra (in pellegrinaggio), non a far risuonare Patra (le pentole).” Ciò significa che siete più preoccupati del cibo e degli agi che della santità del pellegrinaggio. Che spreco di tempo prezioso ed energia! Rendete la vita
Kuppam Vijayamma
LA VITA: UN SACRO PELLEGRINAGGIO vostra immagine all’interno della grotta del vostro cuore, la sede del vostro Divino Maestro! L’obiettivo principale del sacro pellegrinaggio è soddisfare il Suo desiderio e riempire in abbondanza questa grotta con la Sua grazia e la Sua misericordia. Colui che non considera la vita estremamente preziosa, è perduto per sempre. Diventa ultimo nella lista divina perdendo l’opportunità d’oro. Per raggiungere il successo nella vita, lo spirito di squadra è molto importante e molto utile. Illusione, depressione, confusione e agitazione stanno portando l’uomo al disastro. È il Eterno Auriga
un santo pellegrinaggio pieno di devozione e dedizione. Il nostro Signore ha citato un esempio molto semplice che racchiude un significato profondo. Egli ha detto: “Su un treno merci si può vedere che in alcune carrozze è scritto ‘Senza Ritorno’. Ciò impartisce una meravigliosa lezione. Mette in guardia l’uomo dal non andare e venire, andare e venire troppo spesso. Rendete questo viaggio definitivo diventando un tutt’uno con Dio.” Che messaggio profondo e penetrante! Si dovrebbe intraprendere un pellegrinaggio per trasformarsi.
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A che serve un pellegrinaggio se non vi è alcuna trasformazione in voi? Per trasmettere in modo convincente questo importante messaggio, Swami narra la storia dei cetrioli amari. Una volta, allorché un gruppo di abitanti di un villaggio decise di andare in pellegrinaggio, il Santo Tukaram diede loro un sacchetto di cetrioli amari e chiese di bagnarli nei fiumi sacri durante il pellegrinaggio. Essi visitarono molti templi, fecero il bagno nei fiumi sacri e vi immersero anche il sacchetto di cetrioli come ordinato dal Santo Tukaram. Al loro ritorno, il Saggio preparò un pasto con quei cetrioli e li servì loro. Gli abitanti del villaggio scoprirono che i cetrioli erano amari come prima, senza che in essi fosse avvenuto alcun cambiamento. Il Saggio disse poi a quelle persone che era la trasformazione interiore a essere importante; i rituali esterni non portano alcun cambiamento. Egli sostenne che avrebbero dovuto abbandonare le loro cattive qualità e acquisirne delle buone durante il compimento di atti sacri come i pellegrinaggi. Sono molto felice di affermare che Bhagavan ha reso la mia vita un sacro pellegrinaggio. Il mio Signore mi ha chiamata alla Sua vicinanza quando ero molto giovane; avevo solo tredici anni. A quei tempi, nel 1945, Egli viveva nel Vecchio Mandir. Non appena Lo vidi, scoprii in Lui la mia amata e affettuosa Madre, per la Quale avevo pianto e Che avevo aspettato a lungo. Nel vederLo, le mie lacrime di dolore divennero lacrime di gioia infinita! Mi portò dolcemente nel suo caldo ovile. Sono stata fortemente stimolata e affascinata dal Suo Amore Puro e mi sono attaccata a Lui come un bambino. Ero sconcertata, confusa dalla Sua profonda bellezza. Non ci fu alcuno scompiglio! Mi ha gentilmente presa per mano e silenziosamente mi ha insegnato il seducente potere dell’amore, di cui ero totalmente all’oscuro. Compresi dopo molto tempo che ogni goccia del Suo amore incondizionato, incontaminato, 26 Luglio 2018
riempiva ogni cavità del mio corpo, in profondità fino alle radici. Allora non ero abbastanza matura per cogliere il potere del Suo amore. Ma ero così immersa in esso che divenne parte integrante della mia vita. Il Vecchio Mandir era un centro di pellegrinaggio sacro, che attirava alcune anime elette, dove il Dio Amorevole le sommergeva letteralmente dell’acqua fresca dell’amore immacolato, addestrandole e guidandole silenziosamente sulla retta via. Nessuna richiesta, nessun comando! Durante la mia permanenza nel Vecchio Mandir, questo birichino Bala Gopala una volta mi mise in mano un pezzo di carta e se ne andò. Quando lessi ciò che vi era scritto, vi trovai una bellissima poesia che rivelava le mie aspirazioni e aneliti innati:
Eterno Auriga
Non desideravo dimore o montagne dorate. Non desideravo avere un potere enorme o prosperità. Non desideravo ricchezza o piaceri mondani, ma desideravo ardentemente, Ti pregavo umilmente di restare nel mio cuore per sempre, per non dimenticarTi mai nella mia vita. Dammi la forza di guidare la famiglia sulla retta via; chi altri può mai concedere tutto questo se non Tu? Come potrò mai lodarTi e offrirTi la mia gratitudine? Col cuore e l’anima, mi arrendo ai Tuoi Piedi di Loto. Diffondi la Tua grazia e concedi la pace nei secoli dei secoli. Il mio Amato Signore ha spalancato il mio cuore, ha rivelato i miei sentimenti profondi. Ogni lettera, e ogni parola contenuta in essa, erano intrise del flusso spontaneo delle mie lacrime di gioia. Ero assolutamente serena.
Che altro mi serve nella vita? Egli ha reso la mia esistenza un Sacro Pellegrinaggio! Un Felice Pellegrinaggio! Alla Sua vicinanza, ho imparato a vivere con meno attaccamento e più distacco. Sono stata indotta a reggermi coraggiosamente sulle mie gambe e ad affrontare qualsiasi problema, sempre sorridendo. Niente facce imbronciate! Come Personificazione del Puro Amore, Egli ha fatto piovere cascate di puro amore su di me. Ora sono un albero completamente sviluppato, ogni radice, ogni ramo, ogni foglia del quale è satura del Suo Puro Amore. Amore! Amore! Nient’altro che Amore. Assieme alla mia famiglia ho fatto un lungo viaggio di 87 anni (2018), conducendo una vita semplice sotto la tettoia dorata dell’Amore Perenne del Mio Signore. È stato un Sacro Pellegrinaggio! Con milioni e trilioni di reverenti omaggi, mi sono arresa ai Suoi Piedi Divini! La mia vita: un Sacro Pellegrinaggio per sempre! – Smt. Kuppam Vijayamma è autrice del famoso libro “Anyatha Saranam Nasthi” e di molti altri su Bhagavan Baba
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volta che Swami usa una parola e ne dà un significato diverso da quello accettato, Egli lo chiarisce. Accettare è semplice: non resistere. Accettare. Non resistere a nessun evento. Far cessare il giudizio. Accettare l’evento. È l’insegnamento più grande. Non abbiamo bisogno di dividere il capello. Non serve essere scienziati spirituali. Swami ci dice di guardare (watch). Che cosa significa orologio (watch)? Osservare, guardare le nostre parole, le nostre azioni, i nostri pensieri, il nostro carattere, il nostro cuore. Questo è lo “spettacolo” di Swami. Per cinquantadue anni, ho provato a cambiare, e l’unica pace che ho ricevuto è nel rendermi conto che sono esattamente quello che ero quando ho iniziato. Swami ci cambierà. Egli farà ciò che è necessario. Dobbiamo solo osservare. Swami ha detto: “Sii felice”: è Eterno Auriga
l’nsegnamento più grandioso. Che cosa significa felice? Essere felici significa essere uniti con la Divinità. Swami ci dà un insegnamento molto importante che è la conoscenza definitiva: sii buono, vedi il bene, fai del bene. Questo insegnamento è una necessità assoluta per prendere quello che Swami sta dando qui a tutti noi; se proviamo, non possiamo sfuggire. Perché provare a concettualizzare il non concettuale? Non è possibile. Bisogna farla semplice. “Baba, io ti amo in modo assoluto, confido in Te incondizionatamente e farò di tutto per obbedirTi.” – Tratto da un articolo di James Sinclair, uomo d’affari del Connecticut (U.S.A.), in “Encounters with Divinity”
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M E S SAG I O D I B HAGAVAN PE R I L G U R U PU R N I MA
SFORZATEVI DI OTTENERE LA GRAZIA DI DIO Nel Suo messaggio per il Guru Purnima del 21 luglio 2005, Bhagavan esorta i devoti a compiere solo buone azioni: “Qualcuno può pensare che si possa commettere un’azione malvagia furtivamente e non essere visti da nessuno, ma non si possono nascondere le azioni a Dio; le loro conseguenze vi seguiranno dovunque andiate.” F AT E U N U S O A P P R O P R I AT O D E I V O S T R I S E N S I
L
E PERSONE POSSONO AGIRE come vogliono, ma non possono evitarne le conseguenze. Sempliciotto o anima nobile che sia, ognuno deve affrontare i risultati delle proprie azioni. Nessuno si illuda di poter commettere dei peccati e passarla liscia. Quindi bisogna
riflettere prima di iniziare qualunque attività, buona o cattiva. I risultati delle vostre azioni vi seguiranno, come la vostra ombra, dovunque andiate; è comunque possibile evitarli per grazia di Dio. Egli è sempre al vostro fianco e dice: “Così sia! Così sia!” L’uomo non prende coscienza di questa verità e commette azioni riprovevoli: distingue bene ciò che è giusto da ciò che è sbagliato, eppure è incapace di abbandonare le cattive strade. Le esperienze buone o cattive dipendono dalle azioni; voi pensate di poter fare una cosa scorretta furtivamente e non essere visti da nessuno, ma non potete nascondere le vostre azioni a Dio. Le conseguenze delle vostre azioni vi seguiranno dovunque andiate. Non bisogna giudicare le persone secondo l’apparenza: qualcuno può sembrare nobile e parlare amabilmente, ma le sue azioni possono non essere coerenti con le parole. Noi possiamo intraprendere molte attività positive, ma non possiamo evitare le conseguenze delle azioni passate; questa verità va sempre tenuta a mente. continua a pagina 31...
28 Luglio 2018
Eterno Auriga
SRI SATHYA SAI BAL VIKAS: UN’ISPIRAZIONE DALL’INTERNO
S
Samhita Nehru
RI SATHYA SAI BAL VIKAS È UN programma donato all’umanità da Bhagavan per l’autotrasformazione e la trasformazione del mondo. È un processo simile all’irrigazione delle radici della pianta... nutriente, forgiante, vitalizzante, perfezionante. È un processo di affinamento della personalità nelle fasi di sviluppo più vulnerabili e influenzabili. Negli anni successivi, quando la mente e le abitudini si sono radicate e solidificate in una natura ben definita, è molto più difficile cambiare atteggiamenti e comportamenti! Sadhana per un Insegnante Bal Vikas Sri Sathya Sai Bal Vikas è un meraviglioso viaggio sia per l’insegnante sia per l’allievo, poiché attira la grazia e le benedizioni del Supremo. Come dice Swami: “Questa non è un’imposizione dall’alto, ma un’ispirazione dall’interno.” E questo è ciò che fa la differenza. Questa Sadhana spirituale viene intrapresa volontariamente dagli insegnanti Bal Vikas, e spesso il sé egoista tenta di far credere che sia un servizio offerto alla società o all’umanità fin quando non ci si rende conto che è un servizio offerto a nessun altro se non a se stessi! A livello prevalentemente inconscio, le abitudini di autosservazione, autocontrollo, autoconsapevolezza e autocorrezione diventano un modo di vivere... perché il precettore deve praticare ciò che predica per dare vita alla parola pronunciata, per fornire l’anello di verità che colpisce una corda nel cuore degli ascoltatori. Questo è il modo in cui l’intero programma diventa di Eterno Auriga
autotrasformazione attraverso la Sadhana personale. Nelle parole di Bhagavan: “Se gli insegnanti non seguono questo, le lezioni impartite non saranno efficaci e non potranno influenzare i bambini in modo benefico.” “Gli insegnanti devono praticare principalmente la Sadhana adeguata. Com’è possibile altrimenti elevarsi allo status di insegnante e ispirare e guidare i propri studenti sul sacro sentiero spirituale?” “Quello che siete chiamati a fare è detto Tapas (penitenza). Tapas non è altro che Luglio 2018 29
l’armonia tra pensieri, parole e azioni, tutte cose che dovrebbero essere nobili e pure.” “È solo quando gli insegnanti aderiscono a una vita ideale e praticano ciò che predicano che possono ispirare i bambini a prendere la strada giusta.” “Ottenete la santità tramite questo servizio consacrato. Ciò vi porterà la grazia salvifica.” “L’atto di dirigere una classe Bal Vikas è un mezzo per raggiungere la purezza della mente. Dovreste considerare l’insegnamento dei bambini come un atto di Sadhana con il quale sarete in grado di comprendere e avere la visione della divinità.” “Questo servizio è come il cibo che mangiate a vostro beneficio.” “Qualunque successo possiate ottenere è dovuto unicamente alla grazia di Dio ed è un dono divino per voi. Non diventate presuntuosi ed egoisti.” Diventate un Degno Strumento Divino Nel condurre una sessione di successo con gli studenti, l’insegnante Bal Vikas sperimentata una gioia indescrivibile, insuperabile e un sentimento di euforia. Questa è un’esperienza puramente personale, condivisa solo con l’Abitante Interiore, la Guida Divina, quando non c’è nessun osservatore, nessun pubblico presente se non l’Etero Testimone. C’è un senso di esultanza e soddisfazione quando l’insegnante e l’allievo si fondono beatamente con l’oceano della Divinità. Tutto il resto è dimenticato, il sé si perde nella pura gioia di essere lo strumento del Divino. Si sperimenta ripetutamente l’arcano prodigio di riuscire a condividere i pensieri con gli studenti attraverso parole che emergono da una fonte più profonda e 30 Luglio 2018
sconosciuta. Sicuramente, è un assaggio del potere divino che ispira. In quante vite ci siamo preparati a questo? Quanto era profondo il desiderio di diventare uno strumento nella Mano Divina? Era pura casualità o grazia immeritata che fluiva dall’Illimitato al limitato? Noi sappiamo solo questo: l’opportunità di essere parte di questa commedia divina è sicuramente la più grande benedizione che si possa mai avere... si viene travolti dal più profondo senso di gratitudine. Secondo Bhagavan, la componente più vitale del programma Sri Sathya Sai Bal Vikas è il collegamento cuore a cuore tra lo studente e l’insegnante. È un legame inspiegabile che si sviluppa in un periodo di tempo. L’amore incondizionato che il bambino riceve è il dono prezioso che è di fatto responsabile di operare in lui una trasformazione. Nelle scuole, a causa di una serie di motivi, gli insegnanti non sono per lo più in grado di dare il tipo di attenzione calda e amorevole che l’insegnante Bal Vikas sa dare alla classe. Swami, attraverso il Suo esempio, ha mostrato come la trasformazione possa verificarsi tramite questo strumento chiamato “Amore Incondizionato”. Swami dice: “È solo quando c’è una stretta relazione d’amore disinteressato tra insegnante e studenti che qualsiasi cosa venga loro insegnata assumerà la forma della conoscenza spirituale.” Afferma inoltre: “Tutti gli insegnanti dovrebbero trasformarsi in sveglie. Gli studenti che dormono nella loro ignoranza dovrebbero essere svegliati, essere resi vigili e sollecitati ad aprire gli occhi per diventare Prajnana (consapevoli).” Che responsabilità unica è quella che il Signore ha posto sulle fragili spalle degli insegnanti Bal Vikas! Come si può ottenere Eterno Auriga
questo nobile fine senza la Sua grazia? Solo la Divinità può risvegliare la Divinità! Solo il Potere Supremo può realizzare questo! Pertanto, è sacrosanto dovere di ogni insegnante Bal Vikas rendersi degno della Sua grazia. Una Sadhana costante, e non solo uno sforzo superficiale e intermittente, è ciò che è necessario per raggiungere questo obiettivo. Non è niente di meno che un impegno per la vita: la sincerità ne è la chiave. Swami guida così gli insegnanti: “Continuate a camminare senza paura, ma con entusiasmo, desiderio ardente e amore per Dio, nonché purezza nella vostra condotta. Otterrete allora protezione e forza divine. Avete un potere immenso e infinito dietro di voi e in voi, ricordàtelo!” Queste parole di Swami assicurano e rassicurano, incoraggiano e ispirano. Ci
ricordano che sono solamente Lui e la Sua forza a rendere possibile e potenziare tutte le nobili azioni intraprese in base alla Sua guida e per la Sua felicità. Il famoso Sloka pronunciato nella Bhagavadgita da Sri Krishna ad Arjuna, relativo all’esecuzione dell’azione, rimuove ogni dubbio sul fatto che l’agente, l’azione e il destinatario della stessa siano tutti uno, cioè il Brahman. Pertanto, dedicando tutte le azioni a Bhagavan in uno spirito di umiltà e devozione, ci si avvicina sempre più a Lui. – L’autrice è stata un’insegnante Bal Vikas per quasi 30 anni. È stata consulente e formatrice, e ha ricoperto la carica di Coordinatrice di Stato dell’Ala Educativa (Delhi NCR) dal 2006 al 2012. La sua famiglia ha avuto la grazia di essere in collegamento con Swami dal 1957.
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Incarnazioni dell'Amore! Voi potete intraprendere quante pratiche spirituali volete, ma non dimenticate il Nome di Dio neppure per un momento: solo allora sarete protetti. Non fate mai niente che possa allontanarvi da Dio. Per mezzo della preghiera, si può ottenere qualunque cosa. Se volete ricevere la Sua grazia, dovete meditare su di Lui incessantemente. Le difficoltà terrene vanno e vengono; non dobbiamo dar loro molta importanza. Qualunque difficoltà può essere comunque superata per mezzo della preghiera. Recitate qualunque risponderò
Nome;
Io
vi
Recitate il Nome di Dio ogni giorno; da solo quello vi proteggerà sempre. Dovreste essere in comunione costante con la Divinità. Per ottenere la grazia di Dio non dovete compiere alcun rituale; basta che facciate Namasmarana con tutto il cuore. Eterno Auriga
Prima di tutto controllate gli occhi e la lingua. Voi commettete molti peccati a causa della visione negativa: dovrete affrontarne le conseguenze. Se fate un uso perverso dei sensi, anche i figli nati da voi avranno menti malvagie. Quindi non vedete il male, non udite il male e non parlate male. Dio vede tutto ciò che fate. Voi potete pensare che gli altri non sappiano che cosa state facendo; potete nascondervi agli altri, ma non potete nascondervi a Dio. Egli sa tutto, quindi fate sempre il bene. Tutti i vostri peccati saranno cancellati se farete un uso corretto dei sensi. Quando vi arrabbiate, perdete tutto il potere di discriminazione e vi comportate in modo non umano; quindi, ogni volta che vi adirate, allontanatevi subito dal luogo in cui siete. È meglio stare lontani dal peccato piuttosto che commetterlo e poi pentirsi. Estratto dai Discorsi di Bhagavan in occasione del Guru Purnima Luglio 2018 31
PELLEGRINAGGIO DEI DEVOTI DEL DISTRETTO DI ERODE NEL TAMIL NADU
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AL 15 AL 17 GIUGNO 2018, oltre 1000 devoti del distretto di Erode, nel Tamil Nadu, sono giunti a Prasanthi Nilayam per un pellegrinaggio di tre giorni e, il 16 e 17, hanno presentato programmi culturali.
spirituali come Adi Sankara e Ashtavakra. Il nobile tema, l’eccellente trucco, i costume e l’ottima regia hanno fatto della commedia una suggestiva presentazione.
Inoltre, i gruppi di Veda e Bhajan di questi devoti hanno condotto, nel Sai Kulwant Hall, i canti mattina e pomeriggio durante il loro soggiorno a Prasanthi Nilayam. Il 16 giugno 2018, i bambini Bal Vikas e i Giovani Sai del distretto di Erode hanno messo in scena la splendida commedia “Manasa Bhajare Guru Charanam”.
Il Giovane Sathya, dopo la Sua Dichiarazione di Avatarità, canta il Bhajan “Manasa Bhajare Guru Charanam”.
Cominciando con l’omonimo Bhajan eseguito da Bhagavan Baba, che Egli compose dopo la dichiarazione di Avatarità alla giovane età di 14 anni, la commedia ha successivamente illustrato le verità spirituali insegnate da grandi maestri 32 Luglio 2018
Una scena della commedia “Stree Dharma Bodhini”.
La seconda presentazione culturale, intitolata “Stree Dharma Bodhini” (la donna indica il sentiero del Dharma), offerta il 17 giugno dagli ex studenti dell’Istituto, dagli ex studenti Bal Vikas e dalle Giovani Sai del distretto di Erode, ha messo in luce la grandezza della maternità attraverso canti e drammatizzazione. Essa ha illustrato come Bhagavan abbia istituito un’università, un ospedale di alta specializzazione e un gigantesco progetto acqua per soddisfare i tre nobili desideri di Madre Easwaramma.
PELLEGRINAGGIO DEI DEVOTI DI KANCHIPURAM NORD, TAMIL NADU Il 23 giugno 2018, oltre 2000 devoti, compresi 400 bambini Bal Vikas, provenienti da Kanchipuram Nord, nel Tamil Nadu, nel loro pellegrinaggio di Eterno Auriga
due giorni a Prasanthi Nilayam hanno presentato magnifici programmi musicali e culturali. Il programma è cominciato alle 8 con il canto dei Veda eseguito dai bambini Bal Vikas di Kanchipuram Nord. Mentre il canto proseguiva con grande fervore devozionale, è entrata nel Sai Kulwant Hall una grande processione di bambini Bal Vikas guidata da musicisti e bambini vestiti come varie deità. Il programma del mattino è terminato con i Bhajan condotti dagli studenti Bal Vikas, maschi e femmine, di Kanchipuram Nord.
La variopinta danza delle bambine Bal Vikas di Kanchipuram Nord. Il programma del pomeriggio è cominciato alle 16,30 con il canto degli inni vedici condotti dagli studenti Bal Vikas.
Esibizione di danza dei bambini Bal Vikas dedicata al Signore Subrahmanya.
Sono seguiti armoniosi ed esaltanti canti dei bambini Bal Vikas, la cui melodia e musica hanno caricato l’intero ambiente di compassione e devozione. Una serie di colorate ed emozionanti danze dei bambini Bal Vikas, maschi e femmine, ha successivamente prodotto un effetto ipnotizzante sui presenti. I Bhajan condotti da ragazzi e ragazze devoti di Kanchipuram Nord hanno segnato la conclusione di questa grande presentazione culturale.
RICHIESTA AI DEVOTI Come i devoti hanno probabilmente notato, stiamo pubblicando a puntate i Discorsi tenuti da Bhagavan durante le Sue visite a Kodaikanal nel 1992 e 1993, copia audio dei quali è stata molto cortesemente fornita da un devoto danese. Ci proponiamo di continuare a pubblicare a puntate altri Discorsi di Swami tenuti a Kodaikanal e ci servono copie audio o video degli stessi. Saremo grati se, in ciò, qualche devoto potrà aiutarci. – Il Redattore E-mail: editor@sssbpt.org Eterno Auriga
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Book Review
THE ESSENCE OF SAI Kodai Visit 1988
THE ESSENCE OF SAI Kodai Visit 1988 Ram Mohan Rao Rs 45,00 spese di spedizione extra, Codice N° 10363, pp. 226
I
IN DIVERSE OCCASIONI, BHAGAVAN Baba ha conferito in vari modi, ad alcuni devoti, lo speciale privilegio della Sua divina vicinanza fisica. Tuttavia, la beatitudine goduta dagli studenti Sathya Sai, che hanno avuto la fortuna di accompagnare Bhagavan durante le Sue visite a Kodaikanal, può solo essere vissuta, non essendo sufficiente darne spiegazione.
Questo libro “The Essence of Sai - Kodai Visit 1988” è una narrazione di prima mano di Sri Ram Mohan Rao sulle meravigliose esperienze di un gruppo di studenti MBA e di alcuni insegnanti durante i loro 25 giorni di permanenza a Kodaikanal accanto a Bhagavan. Oltre a narrare le meravigliose esperienze avute, il libro presenta una ricca serie di risposte fornite direttamente da Bhagavan a un dedalo di dubbi e domande posti da questi “Studenti d’Istruzione Superiore” durante il loro soggiorno. La rosa 34 Luglio 2018
di argomenti comprendeva dissertazioni spirituali, teologiche, sociali, scientifiche, economiche, gestionali e anche mondane. La gamma di risposte e la presenza di significati nascosti racchiudono senso dell’umorismo, oltre a costituire un balsamo lenitivo, una lezione concreta di saggezza, un monito severo, un lampo di rivelazione. Tutti questi messaggi, propagati attraverso le interazioni degli studenti, erano destinati all’intera umanità. In quale altro luogo, se non in questi ritiri esclusivi, si potrebbe assistere ai molteplici aspetti di Swami? Dicendo che l’uomo è afflitto dalle 4 “A” - Anumana (dubbio), Aviswasa (mancanza di fede), Asuya (invidia) e Ahamkara (egoismo) - Swami fornisce soluzioni pratiche per superare questi mali. Parlando dell’evoluzione delle specie, Egli spiega come le cellule di base si rompano e si riaggreghino per formare sostanze complesse. Dà anche spiegazioni circa i raggi velenosi delle radiazioni emanati in certi momenti durante la rivoluzione dei pianeti. La narrazione di un uomo ricco, ma cieco, a cui Bhagavan concede la vista, è una preziosa lezione sul pentimento. “C’è il Ramayana nella vita di ogni uomo”, dice Bhagavan. Le Sue brevi spiegazioni contengono implicazioni profonde per tutta l’umanità. L’autore ha lodevolmente fornito, alla fine del libro, una lunga serie di “Punti da Meditare”, scelti fra queste esortazioni di Kodai. Essi sono assimilabili a efficaci massime.
– P.P.S. Sarma Eterno Auriga
Eterno Auriga
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Data della pubblicazione: 1° luglio 2018
Concentrate la vostra Visione su Dio Sankara insegna le verità spirituali attraverso il canto Bhaja Govindam.
La processione dei bambini e degli insegnanti Bal Vikas entra nel Sai Kulwant Hall.
Non è difficile avere la visione di Dio se il cuore è puro. In effetti, è molto facile avere la visione di Dio. Non siete in grado di raggiungere Dio perché vi manca la purezza. Dovete aprire gli occhi per vedere il sole splendente. Anche se il sole è lì, nel cielo, come potete vederlo se chiudete gli occhi? Allo stesso modo, dovreste purificare la vostra visione interiore. Allora vedrete Dio ovunque. Ma il cuore dell'uomo è densamente coperto dalla sporcizia dei cattivi pensieri. La sua mente è piena di desideri effimeri, mondani e fisici. È essenziale purificare il cuore per vedere Dio che è eterno e sempre vero. – Baba
Sessione di Bhajan dei bambini Bal Vikas di Kanchipuram Nord.
E d i z i o n e I t a l i a n a d e l S a n a t h a n a S a r a t h i