Baci Sparsi

Page 1


Segmenti Editore Š 2018 - Riproduzione vietata


Giovanna Maccari

Baci Sparsi Romanzo

Segmenti Editore Š 2018 - Riproduzione vietata


Questo libro è un’opera di fantasia. Personaggi e luoghi citati sono invenzioni dell’autore e hanno lo scopo di conferire veridicità alla narrazione. La vicenda e i personaggi descritti, i luoghi e alcuni nomi sono reali, anche se molti dettagli sono stati alterati e plasmati dalla fantasia dell’autrice. Qualsiasi analogia con fatti, luoghi e persone, vive o defunte, è assolutamente casuale. © 2018 Segmenti Editore - Francavilla al Mare

Segmenti Editore © 2018 - Riproduzione vietata


Avevo un cuore prima di entrare in quella stanza e dopo non l’avevo più (Cuore Infranto - John Donne)

Segmenti Editore © 2018 - Riproduzione vietata


Segmenti Editore Š 2018 - Riproduzione vietata


CAPITOLO 1

A volte è sufficiente uno specchio ad indicare il cambio di un destino apparentemente già segnato: un’increspatura della fronte, un’ombra negli occhi, qualcosa che prima non c’era a restituire un’immagine diversa da quella che abbiamo sempre visto riflessa. A volte la cosa peggiore che possa capitare all’esprimere di un desiderio è il suo avverarsi. La borsa è aperta sul tavolo rotondo di legno, di fianco i guanti di pelle verde marcio. Li aveva scelti in un giorno di pioggia, si intonavano alla giornata, aveva pensato. La cloche beige era nell’armadio all’ingresso. Un ultimo sguardo e sarebbe stata fuori. Era una bella giornata, c’era il sole e la città era animata dal passeggio giornaliero. Bambinaie con le borse della spesa ed il pane sottobraccio, anziani signori con coppole calzate sulla fronte e giornale in mano, nugoli di adolescenti a marinare una giornata di scuola. Era passata l’ora di punta, in cui tutti si recano al lavoro e Parigi risplendeva di un’umanità più vivace. Margot aveva preso una mezza giornata di permesso e camminava con passo allegro per le vie della città. Aveva tutte quelle lettere con sé e un po’ di inquietudine. Si era fermata in un caffè lì vicino e di caffè aveva bevuto una tazza. Lo aveva fatto assaporandolo con gli occhi chiusi Segmenti Editore © 2018 - Riproduzione vietata

7


Giovanna Maccari

mentre l’aroma le riempiva le narici. I francobolli li aveva nel solito posto, quello di fiducia. La buca delle lettere era quella di fianco al fioraio. Quante volte se ne era servita per scrivere a Gerard e, a proposito, chissà cosa avrebbe pensato dell’invito. Quella mattina il colore di una pianta catturò talmente l’attenzione di Margot da farla inciampare in un banchetto lì nei pressi. – Buongiorno – fece la vecchina lì seduta a rimescolare un mazzo di tarocchi marsigliesi. – Buongiorno, mi scusi, non l’avevo vista. – Lo so ma non fa nulla, anzi potrebbe fermarsi – fece la vecchina con una voce dolce. – Grazie sono di fretta – si giustificò Margot. Vi era uno specchio su quel tavolino e Margot colse la sua espressione attraversata da una venatura di follia. Si incupì per un po’, fece un altro giro intorno all’isolato. Stava per sposarsi. Ebbe un capogiro e andò a sdraiarsi su una panchina. Non era bello che una ragazza perbene lo facesse ma le ricordava tanto una panchina del parco di fronte all’Università e ripercorse con la fantasia quel periodo spensierato. Ci andava ogni tanto nelle pause tra una lezione e l’altra insieme alle amiche. In primavera buttava la testa all’indietro e guardava i rami degli alberi. Le piaceva quella sensazione: i rami erano come braccia, abbastanza grandi da farla sentire accolta ma non da soffocarla e si ricordò che in serata avrebbe visto Micole che aveva compiuto lo stesso passo pochi mesi prima anche se era arrivata a quel passo in modo completamente diverso. Anche loro, le due amiche, erano rami con radici diverse ma pronte a intrecciarsi quando la vita lo avrebbe richiesto. Respirò di nuo8

Segmenti Editore © 2018 - Riproduzione vietata


Baci Sparsi

vo forte e si alzò. Riprese a passeggiare con ritmo deciso verso la buca delle lettere e scorse velocemente i nomi di una decina di esse. C’erano i Laurent e i Dupont, i Montpellier, i Martin anche loro. Gli invitati non li aveva scelti lei ma la madre dopo attenta selezione tra le famiglie più in vista di Parigi e conosciute dal marito. Scorse ancora, come delle banconote in banca, altri inviti. Le scorrevano in mano con un suono frusciante. C’erano il suo capo, l’editore presso cui lavorava, la zia Francoises, i suoi vicini di casa d’infanzia e che ancora abitavano nel medesimo pianerottolo dove abitavano i genitori di Margot. Ogni volta che incontravano i suoi chiedevano sempre di lei. Ogni volta che la vedevano non mancavano di farle notare quanto fosse bella e dolce e dire che “che peccato che lei e nostro figlio Philippe non siate mai usciti insieme, lui è tanto un bravo ragazzo, ha la testa sulle spalle e un lavoro sicuro e l’avrebbe trattata come merita. E a noi, quando mai sarebbe capitato di avere da coccolare una nuora migliore di te” La stringevano, soprattutto la donna era molto affettuosa e le offriva sempre qualcosa che aveva fatto con le sue mani. Pane appena sfornato che profumava di burro, biscotti decorati con glassa o dei vasi di creta dalle forme bizzarre e che la signora faceva forgiare dall’artigiano all’angolo di casa. Margot sorrise e distese le spalle come scaldata dal ricordo di tanto affetto. Com’era agile poter compiere quel gesto in quel momento; da piccola, una malformazione delle ossa l’aveva costretta per lunghi periodi a indossare un busto di gesso che le imponeva una rigidità innaturale, qualcosa che aveva sentito negli anni, anche dopo averlo smesso. E poi c’erano gli inviti per le sue amiche, Micole e Isabelle. Gli amici di università, un paio di scrittori che aveva contribuito a far pubblicare e gli Segmenti Editore © 2018 - Riproduzione vietata

9


Giovanna Maccari

amici e genitori di Ferdinand. Strinse i denti in un moto di rabbia e nel passeggiare lungo la Senna guardò il fiume con un misto di ebbrezza e vertigine insieme. Mise la mano in borsa e si fermò, guardò gli inviti. La tolse con rapidità e riprese a camminare. Si fermò di nuovo. Afferrò un invito. Poi due fino ad afferrare velocemente una manciata di buste e si chinò lungo la riva come a cercare qualcosa di smarrito. E infine lo fece. Fece scivolare lentamente dalle mani gli inviti. Li vide diventare acqua e seguire i mulinelli leggeri che il fiume a tratti creava. Un signore si offrì di recuperarli con il suo bastone da passeggio ma lei rifiutò con educazione. Poteva essere pericoloso sporgersi e in più erano sempre stampe che si potevano rifare. Lasciò allontanare l’anziano signore che la salutò sollevando appena il cappello. Rise da sola. Era adulta ma in fondo l’unica cosa che sentiva di aver scelto davvero era la facoltà di letteratura. Il suo impiego ne sarebbe stato la naturale conseguenza. Quanto al proprio tempo libero, quante volte aveva seguito acriticamente i genitori nei circoli esclusivi della città, salotti in cui si era sentita sempre a disagio, scrutata come un animale esotico, fu proprio in uno di quegli ambienti che conobbe Ferdinand e a lui si era legata. Lo aveva conosciuto dopo un paio di delusioni amorose. Quella madre così amorevole eppure così attaccata alle apparenze da farle dimenticare del tutto, a volte, le sue esigenze. Era così ipocrita a volte. E cosa le avrebbe detto? Che le poste avevano fatto un pasticcio? Con una decina di inviti? Pazienza, si disse con sollievo, quando se ne sarebbero accorti sarebbe stato in ogni caso troppo tardi e si poteva pur sempre chiedere scusa. Ma più tardi sarebbe andata da Micole e lei avrebbe capito. L’ultima cosa che Margot in lei ammirava era di essersi 10

Segmenti Editore © 2018 - Riproduzione vietata


Baci Sparsi

sposata con un tipo che conosceva da appena sei mesi e per il quale provava una passione folgorante. Quella di Micole era la cronaca di una vita annunciata. Non era stata da lei da quando si era coniugata e Margot era curiosa. Si rimise a camminare, riempiva le narici di respiri profondi e rimise la mano in borsa a toccare gli inviti, sbirciando vide quello destinato a Gerard. Ebbe un sussulto e gli occhi le si inumidirono. Intanto lei era a Parigi e lui in Cina, lei stava per sposarsi e lui si divertiva. Strinse i denti, si fece coraggio e spedì il resto delle buste. Imbucò l’invito per Gerard insieme alla lettera che aveva destinato a lui. Caro Gerard, è mattina, magari quando aprirai questa missiva sarà alba anche lì in Cina e chissà da quale scorribanda notturna sarai tornato. Ti immagino con gli occhi azzurri e stanchi, il caffè sul fuoco ed una sigaretta arrotolata di tabacco a penzolarti dall’angolo del labbro. Manca qualche particolare? Tracce di rossetto carminio sul colletto della camicia?... so che stai sorridendo e questo è il mio augurio di buona giornata. Chissà se sei corso ad aprire il cartoncino prima di leggermi ma è così, mi sposo. Non so se aggiungere punti esclamativi ma ho preso tale decisione. Sono emozionata, un po’ inquieta, ci sono tante cose da fare, ho paura, devo scegliere il vestito, ti vorrei accanto a me nelle boutique affollate di Parigi al posto di mia madre. So che ti viene da ridere ma sei così prezioso e con te so che mi sentirei libera di provarmi quello che voglio, certa del tuo buon gusto e dei consigli che sapresti darmi. Mi sento, anche se scandalizzerei Parigi, pronta a farmi vedere in sottoveste da te, da dietro un paravento e tra un cambio d’abito e l’altro continuare a parlare di noi all’infinito, come facciamo sempre da che ci scriviamo. Me le immaSegmenti Editore © 2018 - Riproduzione vietata

11


Giovanna Maccari

gino le facce delle commesse, ammiccherebbero sornione alla tua presenza, salvo scoprire che non sei mio marito. Uno scandalo. Un oltraggio al comune senso del pudore. A parte questo Ferdinand è leale, conosce i miei genitori e i miei amici e sa sempre come comportarsi. È brillante nella conversazione, anche se non sempre di mentalità aperta. Muore dalla voglia di iniziare una vita insieme. E io? Muoio e basta? Muoio di paura? Della regolarità, del conformismo, della formalità? Ci sono le volte in cui torno a casa la sera, gli racconto la mia giornata e vorrei solo ridere ed essere abbracciata. Per esempio l’altro giorno gli parlavo di Monsieur Francoise, sì, il mio editore. È sposato anche lui ma impazzisce per la segretaria tutta burro che lavora con noi da oltre vent’anni. Lei è superefficiente. Organizza, imbuca lettere, ricorda gli appuntamenti. Ma l’unico vero motivo per cui continua a stare da noi è il fatto che ad un certo punto della giornata, solitamente dopo il caffè, nella molle ora del dopo pranzo, lei si siede in braccio a Monsieur Francoise e inizia a ridere per il sollecito che le provocano i baffi di lui sul collo. È un annetto che me ne sono accorta. Un bel giorno sento ridere, non c’era nessuno in ufficio e non ero uscita per pranzo come faccio di solito per continuare a correggere delle bozze. Ad un certo punto sento una risatina soffocata. Poi un’altra, insomma prendo a camminare lungo il corridoio e odo che quelle risatine, intervallate ai sospiri e alle battute di Monsieur Francoise provenivano proprio dal suo ufficio. Il bello è che veniva da ridere anche a me e a un certo punto, in punta di piedi, ma con il naso tappato per non farmi sentire, mi sono rifugiata di nuovo nel mio ufficio. Non ci crederai Gerard ma in fondo, ho visto questo: due persone felici. Quando l’ho raccontato a Ferdinand è 12

Segmenti Editore © 2018 - Riproduzione vietata


Baci Sparsi

andato su tutte le furie, ha alzato la voce. So che la stessa rigidità la rivolge a se stesso. Non si permetterebbe mai e questo mi rassicura, di avere una relazione extra matrimoniale. E neanche io ma non si tratta di questo, quanto di considerare che le cose possono cambiare e che spesso i traditori sono a loro volta vittime di un partner assente o disinteressato e loro si sentono in casa come la vecchia carta da parati del salotto: mazzi di fiori già sbocciati e solo un tempo palpitanti di colori. Con ironia ho provato a parlargli di tutto questo ma non c’è stato verso. Mi domando se anche la paura di perdere l’altro che connota soprattutto i primi periodi di una storia lasci pian piano il passo al tepore, se l’altro diventi davvero carta da parati. A breve poi dovremmo trascorrere il fine settimana nella tenuta di campagna di Ferdinand, riunirci con un po’ di amici per una battuta di caccia. A volte mi domando che senso ha inseguire, armati, dei poveri animali che non chiedono altro che di vivere in mezzo alla natura. A me basta ammirarne la bellezza. Una battuta di caccia, Gerard, che senso ha? Ti lascio con questo dubbio e con tutto il mio affetto, Baci sparsi, Margot

Segmenti Editore © 2018 - Riproduzione vietata

13


Segmenti Editore Š 2018 - Riproduzione vietata


Segmenti Editore Š 2018 - Riproduzione vietata


Prima Edizione: 2018 ISBN 9788899713218 © 2018 Segmenti Editore - Francavilla al Mare Psiconline® Srl - 66023 Francavilla al Mare (CH) - Via Nazionale Adriatica 7/A

Sito web: www.segmentieditore.it e-mail: redazione@segmentieditore.it I diritti di riproduzione, memorizzazione elettronica e pubblicazione con qualsiasi mezzo analogico o digitale (comprese le copie fotostatiche e l’inserimento in banche dati) e i diritti di traduzione e di adattamento totale o parziale sono riservati per tutti i paesi.

Finito di stampare nel mese di Novembre 2018 in Italia da Services4media srl (Bari) per conto di Segmenti Editore (Marchio Editoriale di Psiconline® Srl)

Segmenti Editore © 2018 - Riproduzione vietata


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.