anno X n.3 - Marzo 2011 - Poste italiane s.p.a. sped in abb. postale D.L. 353/2003 (conv. in L. n. 46 del 27/02/2004) art. 1 comma 1 - DCB - Caserta
LUCI A SAN...REMO
Roberto Vecchioni Vincitore del 61° Festival di Sanremo
MODA’
NOI ROMANTICI DI SUCCESSO
MAX PEZZALI
“TERRAFERMA”, IL NUOVO ALBUM ANGIOLINI Le mille facce dell’Ambra
Vinci con noi i biglietti per il nuovo spettacolo di Biagio Izzo!!!
1
2
TUTTI I COLORI DELLO SPETTACOLO
editoriale 2011 M ar z o
CHE TRIPLETTA PROFESSORE! SEI TU IL NUOVO “AMICO” DEI GIOVANI
Cari amici lettori, anche quest’anno ne siamo usciti vivi. Il Festival di Sanremo è un evento pazzesco, che piaccia o meno. Tra attese, polemiche, previsioni, gara e commenti, riesce nell’impresa di monopolizzare settimane intere di attenzione da parte di pubblico e media. E’ l’appuntamento al quale gli italiani non sanno proprio rinunciare. Un’occhiata a quanto succede all’Ariston la si dà, sempre e comunque. Prima ancora di ascoltare la qualità delle canzoni o il valore dei presentatori, il Festival riesce puntualmente a far parlare di sè. L’edizione appena conclusa, ha riportato una buona dose di qualità sul proscenio dell’italica canzone. Applausi unanimi per l’acclamato ritorno della buona musica che si riappropria della kermesse, dopo le stagioni degli “Amici” di Maria. Il Professor Vecchioni mette d’accordo tutti e da eterno interista ha pensato bene di mettere a segno il suo personale “triplete”. Un trionfo collettivo: Vincenzo Lombardi dal pubblico alla critica, dalle radio ai giovanissimi. Stavolta gli sms non hanno direttore SET bleffato e a 66 anni, per il vincitore del Festival, si apre una nuova stagione da divin@setweb.it protagonista. La scia dei complimenti al Sanremo di capitan Morandi continua con lo scorrimento della classifica, investendo le belle prestazioni di Emma e i Modà (già campioni delle classifiche), l’eterno Albano (capace ancora di sorprendere tutti), i La Crus (autentica rivelazione), Luca Madonia, Giusy Ferreri e tanti altri. Il responso ora passa a radio, dischi e tour che, in breve tempo, ci daranno il risultato ultimo ed inequivocabile sul Sanremo dello “stiamo uniti”. Per tutti voi, invece, ecco una sorta di “numero speciale” su quanto raccolto dalla nostra redazione durante la lunga trasferta sulla Riviera dei Fiori. La copertina d’obbligo per il vincitore, la grande scoperta di Raphael Gualazzi, il ritorno al Festival di Max Pezzali, il debutto di Serena Abrami che ha stregato la platea con la bella canzone scrittale da Niccolò Fabi. Fino agli inevitabili commenti di giornalisti ed opinionisti che ci regalano le loro impressioni sull’edizione appena andata in archivio. Non solo Sanremo, naturalmente, in questo numero che ci conduce alla primavera. All’interno tutte le novità sul mondo dell’editoria, della moda e le imminente uscite cinematografiche. Le frequenze di RadioSet si tingono di rosa per incontrare un’autentica icona della consolle come Onirika, una dj ad esportazione internazionale che delizia gli appassionati dell’house grazie tramite gli appuntamenti con Tendance Radio Show.
in copertina LUCI A SAN...REMO
www.cinepolis.it www.teatrodiana.it www.teatroaugusteo.it www.feltrinellieditore.it www.mondadori.it www.newtoncompton.com
www.cuzzolineditore.com www.terradicinema.it www.centroquartonuovo.it www.radioprimarete.it www.rpz.it www.newradionetwork.it
TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI - VISION EDITORIALE SRL
Set è edito da Vision Editoriale srl. Tutti i diritti sono riservati. Manoscritti, dattiloscritti, articoli, disegni e fotografie non si restituiscono anche se non pubblicati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta in alcun modo senza l’autorizzazione scritta preventiva da parte dell’editore. Gli autori e l’editore non potranno in alcun caso essere responsabili per incidenti o conseguenti danni che derivino o siano causati dall’uso improprio delle informazioni contenute.
www.setweb.it
FACEBOOK: unisciti a SETWEB.IT
Ma r zo
partners
supplemento 2011
“Ho coniugato la musica popolare con quella d’autore”
3
4
sommario 2011 M ar z o
TUTTI I COLORI DELLO SPETTACOLO
06
Sogna Professore Sogna. La vita inizia a 66 anni
12
Raphael Gualazzi
Il supervincitore dei Giovani è la nuova scoperta di Caterina Caselli
Modà
14
Dopo il Festival il boom di vendite del nuovo album
16
extra
21 - Angolo del libro 26 - Live Music 27 - Angolo della Moda 28 - Set Talenti 30 - Radio Set 32 - Palco & Scena
Il Festival di Capitan Morandi unisce l’Italia
Roberto Vecchioni
10
34
Sanremo 2011
Max Pezzali
Un “secondo tempo” iniziato tra gli applausi
Cinema e Territori
Lo spettacolo universale di “Mamma Tammorra”
36 - Viaggi 38 - L’arte in Mostra 40 - Cinema 43- Da non perdere 45 - Set Game 46 - Oroscopo
28
REGISTRAZIONE: n. 582 del 23/09/2002 presso il tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Ce) Iscritto al N° EDITORE: Vision Editoriale srl SEDE LEGALE: 10021 del Registro degli Operatori della Comunicazione Via Lavatoio, 21/A 82011 Airola BN - Redazione Contrada Rella, zona ind.le Forchia (BN) Tel. 0823.1765261 Fax: 0823.1765209 Email: info@setweb.it Sito web: www.setweb.it REDAZIONE: Vincenzo Lombardi (Direttore responsabile), Alfonso Papa, Domenico Ruggiero, Italia Vigliotti, Rosario Pascarella HANNO COLLABORATO: Gaetano Ippolito, Loredana Tortora, Wanda D’Amico, Marica Crisci, Angela Carretta, Anna Carfora, Alessandro Tocco, Bruno Musso, Franco Mozzillo, Lorenzo Peluso, Giuseppe Mauriello, Carmen Melisi, Nica Crisci GRAFICA E IMPAGINAZIONE: Gamma3web DISTRIBUZIONE: Gratuita presso i SET-point STAMPA: Pieffe industria grafica.
www.setweb.it
FACEBOOK: unisciti a SETWEB.IT
5
SANREMO 2011/ L’EPILOGO: CONCLUSA L’EDIZIONE DEL FESTIVAL TARGATO MORANDI. LA FORZA DELL’ETERNO RAGAZZO, MONUMENTO DELLA POPOLARITA’. HA VINTO LA BATTAGLIA NONOSTANTE IMPACCI E POCA CONFIDENZA CON LA DIRETTA. PERO’ A PORTATO ALL’ARISTON BUONA MUSICA E SOPRATTUTTO LUCA & PAOLO…
SANREMO S’E’ DESTA! LE CANZONI UNISCONO L’ITALIA ALLA TV.
servizio a cura di Vincenzo Lombardi foto di Alessandro Tocco e Domenico Ruggiero
I
l Festival della Canzone Italiana, a volte, somiglia alle elezioni politiche. Vincono tutti. Tutti sono contenti, tutti vedono il bicchiere mezzo pieno e uno stralcio di motivazione positiva a chiusura della kermesse. Il Sanremo dello “stiamo uniti” va in archivio con risultati di qualità, in proporzione a quanto offriva la piazza. Il podio è un pugno nell’occhio immediato. Vecchioni, Emma/Modà e Albano, succedono a Scanu, Pupo & Il Principe, Mengoni. Bastano i nomi per capire la piccola rivoluzione compiuta all’Ariston. La musica ha fatto il resto. Hanno vinto in parecchi, anche non brillando dal punto di vista strutturale. Sono però entrati nel cuore del pubblico e per un evento mediatico come il Festival va bene così. Promosso Gianni Morandi, l’eterno ragazzo, antidivo per eccellenza. Le lacune
6
della diretta sono incalcolabili. Impacciato e con un vocabolario ridotto, peggio di Antonella Clerici (e ce ne vuole!), ha svolto sul palco la funzione del coordinatore più del conduttore. E’ il monumento della popolarità per eccellenza. Senza guardie del corpo, puntuale nella sua corsa mattutina sulla neonata pista ciclabile di Sanremo, ha alloggiato in un tre stelle a due passi dal teatro, si è concesso senza risparmio al suo infinito pubblico. Si è calato in un ruolo che non gli appartiene (anche se non era la prima volta davanti alle telecamere dopo i lusinghieri risultati degli show Rai), ha tentato di evitare danni maggiori ai poco oliati meccanismi del palco, ha soprattutto vinto nel ruolo di organizzatore. Gianni Morandi ha rappresentato la garanzia per artisti e case discografiche. Una sor-
ta di fidejussione bancaria. “Al Festival vado perché c’è Morandi!”, hanno ripetuto tanti protagonisti del carrozzone. Un tributo unanime arrivato in primis proprio dai cantanti che hanno composto la “squadra” del Festival. Sei mesi di lavoro ben ripagati dai risultati d’ascolto e dalla positiva accoglienza che il pubblico ha riservato alle canzoni che, non dimentichiamolo, sarebbero (sono) le vere protagoniste dello show. Un’attenzione maniacale quella che Gianni Morandi ha voluto imprimere al “suo” Festival. Ha dispensato consigli ai “colleghi”, ai musicisti, ai tecnici, ha creduto in certe proposte d’autore, ha abbattuto una torre d’avorio che da tempo scollegava Sanremo da un certo tipo di musica. Davanti a Monica Bellucci gli è partita la brocca, ma aver fortemente voluto Luca e Paolo all’Ariston gli vale come compensazione ai tanti strafalcioni (“come si dice in inglese Taxi Driver?”). Perfettamente a suo agio nei momenti musicali (l’inedito “Rinascimento” degli eterni amici Gianni Bella – Mogol, cantato nella serata dell’Unità d’Italia e il duetto con Massimo Ranieri), non è riuscito ad imprimere una presenza scenica forte, ma grazie alla sua simpatia si è sempre risollevato. E’ stato al gioco delle prese in giro delle “Iene” e la cosa lo ha notevolmente aiutato. L’Italia del Festival s’è desta e, volenti o nolenti, il merito è dell’eterno ragazzo che insieme a Gianmarco Mazzi (e alla regia occulta di Lucio Presta), si è tenuto sulle spalle tutto il peso di una settimana di televisione ad alto condensato di responsabilità e tensione. Molti ad essere promossi tra le voci di questo Sanremo. Il prof. Vecchioni ha messo d’accordo l’Italia intera. Nell’anno del 150° non è poco. Il suo grido di poetica speranza ha unito il pubblico in maniera trasversale. Le donne che lo amano da sempre, la critica abituata maggiormente alle sue apparizioni al “Premio Tenco”, il popolo che affolla le piazze in questo periodo di forti contrasti e, soprattutto, i giovani. Sì, i ragazzi, gli studenti che “difendono un libro vero” come canta in “Chiamami ancora amore”. Il popolo del web e degli sms, quest’anno ha votato compatto per il professore, quasi a volerlo eleggere a nuova voce di un movimento che aspetta la “maledetta notte che dovrà finire”. Vincono Emma e i Modà, senza “se” e senza “ma”. Assomigliano tanto ai Negramaro, ma stavolta non c’entrano raccomandazioni, call center, amici di Maria e fattori “X”. Per la band “allargata” di Kekko Silvestre questo Festival ha rappresentato una conferma più che una rivelazione. La bionda vincitrice dell’Accademia Mediaset aveva già dimostrato il suo valore con il primo album e il tour estivo. Il gruppo è finalmente uscito dagli schemi dei “singoli per le radio” e dopo una gavetta piena di dossi è pronto ad affermarsi definitivamente. Le prime stime di vendita dell’album “Viva i Romantici” lasciano intravedere un radioso futuro. Permetteteci di dire che in questo Festival ha vinto anche Al Bano (altro personaggio molto amato dai giovani, ma questo dato non viene mai fuori), simbolo per eccellenza di Sanremo. Il palco dell’Ariston è come un pezzo di oliveto della sua Cellino San Marco: un luogo senza segreti. “Amanda è libera” ha la forza
7
vocale di sempre. Stavolta, però, non si canta “il bicchiere di vino con un panino”, ma un tema di grande impatto sociale. Anche lui sempre pronto a mettersi in gioco, anche lui puntualmente premiato dal voto del popolo. Intenso e struggente il duetto di Michele Placido che ha dato un aiuto importante al destino della canzone. Eterno leone che dovrebbe, oramai, essere valorizzato più per la carriera musicale che per aver sposato (purtroppo) la Lecciso. Nelle radio ha già vinto Max Pezzali, sin dal primo giorno. “Il mio secondo tempo” è su tutte le frequenze per la gioia di papà Cecchetto. Il ritornello è tra i più orecchiabili (con quello di Luca Barbarossa), ottimistico e si ricorda facilmente. Il classico motivetto che mette d’accordo tutti: i fan di Pezzali e gli orfani degli 883. Un applauso in più per aver accettato una sfida non facile. Ha vinto Davide Van De Sfroos, che ha sdoganato un lavoro di anni, facendosi conoscere alla grande platea. L’etichetta di “cantautore della Lega”, proprio non si può sentire. Il dialetto appartiene a tutti, non solo a quelli del Carroccio. Ha vinto Tricarico con la sua filastrocca che ben si è inserita nel clima risorgimentale del Festival. Una pennellata di Tricolore che ha risvegliato quel sentimento nazional-popolare orfano de “L’Italiano” di Cotugno. Poteva stravincere il Maestro Franco Battiato, ma ha scelto la strada della “minimum – tax”. Ha esaltato il brano di Luca Madonia, ma alla fine è apparso lui il vero “Alieno” a Sanremo. Hanno vinto e convinto La Crus e Raphael Gualazzi, fotografie luminose della kermesse. Mauro Giovanardi ci ha regalato un pezzo meraviglioso, raffinato ed elegante. Interpretazione impeccabile tra musiche anni ’60 ed Ennio Morricone. Per il pianista di Urbino, forse, è stata troppo stretta la competizione tra i “Giovani”. Resta comunque un modo per far conoscere al pubblico e al mercato un vero talento. Caterina Caselli ha fatto di nuovo centro e di certo non è un caso. Evidentemente in casa Sugar sanno ascoltare una demo, riconoscerne la stoffa e non guardare solo ai bilanci o al mercato dei talent. Tutti promossi? La legge dei grandi numeri prevede sempre qualche bocciatura, o, almeno, un credito formativo (come si chiamano ora). Dei super ospiti stranieri se ne potrebbe davvero fare a meno. Qualcuno dice che portano visibilità. Ma di cosa? A chi? Tra Andy Garcia, Robert De Niro e i Take That, scegliamo tutta la vita Morandi e Ranieri che cantano “La Fisarmonica” e “Se bruciasse la città”. Segno negativo anche per la regia di Duccio Forzano con tante pecche nell’illustrazione, poche inquadrature e microfoni perennemente aperti dietro le quinte. Molto scarno anche il contributo della vasta squadra di autori, quasi tutti della scuderia Lucio Presta (Moccia, preparare un’intervista a De Niro non è come scrivere i dialoghi di “Tre metri sopra il cielo”…), e soprattutto Sanremo indigesto per Elisabetta Canalis. Non ne ha azzeccata una, sarà difficile fare peggio. Per Belen, invece, una scommessa vinta senza un filo di emozione. Per lei si aprono le porte di un nuovo show in Rai. Sanremo è stato un trionfo. A prescindere.
8
© Riproduzione riservata
9
i vincitori i vincitori SANREMO 2011/ I VINCITORI: A 66 ANNI UNA VITTORIA TRASVERSALE COME NON ACCADEVA DA TEMPO. AMATO E VOTATO DA TUTTI. DAL POPOLO DEGLI SMS, FINO AI QUARANTENNI, PASSANDO PER GLI STUDENTI CHE LO HANNO ELETTO A NUOVO SIMBOLO DI UNA GENERAZIONE. IL PROFESSORE HA SPICCATO ANCORA IL VOLO.
LUCI A SAN…REMO: ROBERTO VECCHIONI E IL SUO “TRIPLETE” D’AMORE
servizio a cura di Vincenzo Lombardi foto di Domenico Ruggiero e Alessandro Tocco
A
desso dovrà abituarsi alla popolarità. Non che sia un debuttante (l’esordio discografico risale al 1968, prima di essere stato solo autore), anzi nel suo palmares figurano i tre eventi musicali della musica italiana. Tutti rigorosamente agli antipodi tra loro. Il Premio Tenco nel 1983 (ai tempi dell’album “Hollywood Hollywood”), il Festivalbar nel 1992 (con la famosa “Voglio una donna” che lo mise momentaneamente in crisi il rapporto con il suo sterminato pubblico femminile) e ora il Festival di Sanremo, a trentotto anni dalla sua prima appa-
10
rizione. Il lungo corteggiamento dell’amico Gianni Morandi si è concluso con un eloquente “Triplete” che, per un interista sfegatato come lui, ha un sapore decisamente particolare. Il primo posto tra gli “Artisti” in gara, il premio della Sala Radio-Tv, il premio della Critica “Mia Martini”. Professore pigliatutto a 66 anni. Se non una rinascita, poco ci manca. La sua bellissima canzone si sposa con la performance sanremese di Roberto Benigni: una sorta di inno che unisce la più trasversale delle platee. Una canzone riuscita, fluida e melodica che ha
fatto il pieno di voti soprattutto occasione? Le belle canzoni PER LUI ANCHE IL PREMIO tra tra i giovanissimi. La vittoria del vanno fatte ascoltare al grande Professore “rischia” seriamenpubblico, non possono restare nei DELLE RADIO-TV te di rappresentare una svolta cassetti o nelle sale d’incisione. E QUELLO DELLA CRITICA Una canzone ha il dovere, tra gli per Sanremo. Il Festival è stato in questa edizione una sorta altri, di saper creare un’emozioINTITOLATO A MIA di terreno fertile per la musica ne. Un’emozione che deve appardi qualità, per le belle canzoni, MARTINI. UN SUGGESTIVO tenere a tutti”. per le struggenti interpretazioMai avuto timore che INCONTRO TRA MUSICA - questo ritorno ni. I cantautori hanno battuto a Sanremo ponettamente i ragazzi dei talent tesse trasformarsi in un claD’AUTORE E MELODIA e se mamma Rai non stravolmoroso flop? POPOLARE. gerà quanto di buono costruito “Ho avuto parecchie resistenze in questa fiorente annata, il Fenell’accettare l’invito, ma non stival della Canzone Italiana potrà davvero avviarsi strettamente legate a questo concetto. Sembra ci sia verso una definitiva rinascita. Anche perché la mela convinzione che un cantante per avere successo ravigliosa poesia di Roberto Vecchioni ha avuto il debba per forza far casino, agitare le folle. La dignità merito di unire canzone popolare e d’autore in un con la quale si fa il proprio mestiere e il senso della unico afflato. Il Maestro ha giganteggiato all’interno misura, possono colpire il pubblico più di ogni altra di una kermesse con ottimi spunti e buone combi- cosa”. nazioni nate nella serata dei duetti (sfolgorante il - Il Festival come una sorta di rinascita? clan dei catanesi Battiato – Consoli – Madonia). “Ci sono venuto per un’anomalia. Ho avuto tanti Luci a San…remo per un successo che mai come successi privati o ristretti, avevo voglia di mettere stavolta ha abbracciato un’intera nazione. Altro la testa fuori dal guscio, farmi conoscere a chi non che spartiti degli orchestrali che volano, un’unica mi aveva mai ascoltato o a chi aveva un’idea distorstanding ovation per un patrimonio della nostra ta sulla mia musica. Anche sulla canzone d’autore canzone. Anche se, ripetiamo, la vittoria più bella può appoggiarsi quel filo di leggerezza che aiuta a sta nell’aver visto tanti giovani scoprire la poesia a migliorare la funzione civile e politica della musica. discapito del rap arrabbiato di Fabri Fibra. Una canzone può portare alla nascita di tanti ragio“Questa canzone – ha affermato Roberto Vecchioni subito dopo la vittoria – è il frutto di uno studio ben preciso. Volevo fortemente conciliare il colto con il popolare. Una sorta di eredità della nostra tradizione canora. Le strofe sono le narrazioni tipiche della mia canzone, il ritornello, invece, rappresenta la vicinanza al nostro modo di parlare. Bisognerà pur finirla con tutte le classificazioni. La musica è uguale in tutte le sue sfaccettature. Credo sia importante scendere ogni tanto dalla torre d’avorio, avvicinarsi a manifestazioni come Sanremo, che sono popolari ma importantissime. Il successo? Un po’ lo dedico anche a Luigi Tenco. Questa canzone un po’ appartiene a Tenco, ma non è un riscatto. Lui si è già riscattato da solo. Poi ci sono tutte le donne che mi hanno portato le rose durante la settimana del Festival. Le donne sono importantissime e molto meglio degli uomini in molte cose. La dedica più forte va soprattutto all’Italia perché ritrovi la sua cultura. namenti”. Un Paese senza cultura non va da nessuna parte. - Il messaggio di “Chiamami ancora amoLa notte che dovrà finire citata nel brano? Quella re”? italiana, della nostra società che non si vuole più “Il bisogno di una lotta civile, la necessità di un cambene. Ma dobbiamo combattere anche con la nostra biamento bipartisan, a destra come a sinistra”. vita interna ed esistenziale. Abbiamo bisogno di una - Nella serata dell’Unità d’Italia ha porfede o quantomeno una speranza, per continuare a tato all’Ariston “’O surdato ‘nnammurato”, una camminare. Dobbiamo credere in qualcosa”. sorta di inno nazionale? - Il Festival è stato capace di insegnarle “Non un caso, chiariamo bene. Sono figlio di napoqualcosa Prof. Vecchioni? letani ed ho sempre ascoltato e studiato la grande “Che era arrivato il momento di non pensare più a se tradizione partenopea. Un patrimonio sterminato, stessi. Alla fine il mio grande amico Gianni Morandi immenso. Le ricerche potrebbero durare all’infiniaveva ragione. Abbiamo litigato per giorni, è stata to. Senza dimenticare che la mia seconda squadra una lotta intensa. Avevamo intuito che questo pezè proprio il Napoli, che quest’anno sta dando filo zo potesse funzionare in una manifestazione, ma la da torcere a tutti, Inter compresa. Vero, “’O surdapaura era tanta. Alla fine chi rischiava di più ero io. to ‘nnammurato” è una sorta di inno. E mai come La tensione è scomparsa dopo la prima esibizione. quest’anno bisognava stare uniti…”. © Riproduzione riservata Ho pensato anche che gli anni incominciano ad essere un po’ tanti, quando mi sarebbe ricapitata un’al-
11
Guarda su www.setweb.it e sul canale YouTube “SETWEBmagazine” un estratto video dell’intervista a Raphael.
SANREMO 2011/I VINCITORI: IL TRIONFATORE DEI GIOVANI. UN AUTENTICO ASSO PIGLIATUTTO LA NUOVA SCOPERTA DI CATERINA CASELLI. JAZZ E SWING PER INCANTARE LA PLATEA A DARE INIZIO A UN TOUR CHE LO PORTERA’ IMMEDIATAMENTE IN GIRO PER L’EUROPA. E’ NATA UNA STELLA!
ECCO RAPHAEL GUALAZZI, L’ARTIGIANO DELLA MUSICA. UNA “FOLLIA D’AMORE” PER LA SUPER VITTORIA
O
ltre ad essere il supervincitore di tutto tra i Giovani del Festival, potrebbe presto scardinare le roccaforti delle classifiche italiane, che mai troppo feeling hanno mostrato con il mondo del jazz. A tentare l’impresa sarà Raphael Gualazzi, prossimo al traguardo dei trent’anni. Un ragazzone timido, riservato e sempre pronto a regalare un sorriso. Lui già famoso nei circuiti internazionali, ha dovuto attendere la possibilità data dalla categoria “Nuove Proposte”, quella che storicamente lancia i talenti verso percorsi di successo. In Italia, dove la critica è sport nazionale, il pianista di Urbino non è stato di certo escluso. Ha stravinto il suo Festival (categoria, Radio-Tv, Critica), parteciperà a maggio all’Eurosong (l’ex Euro Festival che vede il rientro dell’Italia dopo tredici anni), ma qualcuno ha impu-
12
servizio a cura di Vincenzo Lombardi foto di Domenico Ruggiero e Alessandro Tocco
tato il successo alla presenza sul palco della magica tromba di Fabrizio Bosso. E stavolta Caterina (Caselli…), che diplomatica e mielosa non lo è mai stata, ha proprio ragione. Scovare e crescere talenti nel nostro paese (con metodologia antica, non da talent…) è sempre più difficile. Anche perché appena ne spunta fuori uno si cercano difetti. La sua vittoria (trionfo) fa il pari con quella di Vecchioni tra i “Big”. Un’altra proposta di qualità che sale sul gradino più alto del podio. Dopo gli studi al Conservatorio “Rossini” di Pesaro, dove è stato avviato all’apprendimento degli autori classici, estende la sua ricerca musicale anche nel campo del jazz, blues e della fusion, collaborando con qualificati artisti del settore e distinguendosi per le sue peculiari qualità vocali e strumentali. La sua musica
nasce dalla fusione della tecnica rag-time dei primi anni del ‘900 con la liricità del blues, del soul e del jazz nella sua forma più tradizionale. Dal 2005 è impegnato in una serie di esibizioni live, mentre la sua cover di “Georgia on my mind”, spopola in Francia. Nel 2009 l’incontro–svolta con la Sugar Music e, con il brano “Reality and Fantasy”, scala le classifiche digitali di tutto il mondo, con successi sempre più amplificati in terra francese. Pochi mesi prima dell’avventura felice all’Ariston, il debutto al Sun Side Club di Parigi, tempio della musica jazz. Ecco, forse, una delle poche pecche del Festival di Morandi. Un anno fa Il Principe Filiberto tra i Big, dodici mesi dopo, Gualazzi tra i Giovani. Dov’è la logica? Un interrogativo che poco importa a Raphael, felice come un bimbo con quel sorriso eternamente frastornato, immediatamente diventato pretesto dei tormentoni di Luca e Paolo. Quando il Festival non è altro che un punto di partenza. “Questa avventura a Sanremo – esordisce Raphael Gualazzi ai nostri microfoni – mi ha reso particolarmente felice. E’ un palco prestigiosissimo che ho avuto la fortuna di calcare. Spero di poter avere la stessa sorte che hanno avuto i grandi nomi che mi hanno preceduto. Poi se penso che al Festival sono passati artisti come Sergio Cammariere o Stevie Wonder, la felicità aumenta sensibilmente. Il mio obiettivo principale? Portare sempre più in alto il jazz, fare in modo che questo genere possa avere finalmente un percorso spianato anche in Italia. E’ una musica bellissima che fino agli anni ’50 non aveva rivali. Spero possa tornare ai fasti di un tempo ed io mi impegno al massimo per dare il mio piccolo contributo”. - Tanti paragoni illustri nella settimana del Festival: Bublè, Cammariere, Arigliano. Ma chi è davvero Raphael Gualazzi? “Ho studiato al Conservatorio, ma allo stesso tempo ho avuto un approccio alla materia molto personalizzato, perché non mi piace fermarmi ad un solo genere, ma cercare di creare delle fusioni, creare nuove forme di musica, sbizzarrirmi con il pianoforte. Anche con “Follia d’amore”, la canzone del Festival, ho cercato di mettere insieme un po’ di situazioni. Mi piace inventare, ma non perdo mai di vista la tradizione, punto di partenza fondamentale per chi fa il nostro mestiere”. - Come vedi la situazione attuale dei
Conservatori Italiani? “Fino ad un paio di anni fa i programmi erano abbastanza obsoleti e ci fu anche una dura protesta per questo. Non c’era aggiornamento di autori e materie. Non me la sento di esprimere un giudizio netto, ma all’estero ci sono tanti Conservatori già ampiamente protesi verso la musica moderna. George Gershwin, ad esempio, si studia già da tempo memore”. - Che musica ascolti quando non sei impegnato per lavoro? “Con il nostro mestiere, si finisce sempre per stare dietro alla musica che ci riguarda. Inoltre sono tre anni che a casa vivo senza televisore. Giuro che sarà la prima cosa che comprerò rientrando da Sanremo”.
- Televisore a parte, quali i tuoi imminenti impegni? “C’è stata questa bella sorpresa dell’EuroSong, che mi rende profondamente orgoglioso. Poi ci saranno tanti impegni live, il mio habitat naturale. Sul palco rendo sicuramente meglio che davanti a un microfono. A marzo saremo all’Auditorium della Conciliazione di Roma, a maggio al Festival del Jazz di Parigi. Spero di poter lavorare ancora a lungo con la Sugar, la migliore casa discografica che potessi desiderare. Fare un provino con Caterina Caselli vuol dire non perdere tempo, ma investire in qualcosa di veramente professionale. Fare della mia passione il mio mestiere è davvero il massimo”. - Il tuo massimo riferimento artistico? “Il Maestro Armando Trovaioli. Arte suprema, realizzata con semplicità”. © Riproduzione riservata
CATERINA CASELLI: “INCONTRARLO E’ STATA UN’EMOZIONE” Gli eterni rivali di tanti juke-box degli anni ’60 che si ritrovano dopo oltre quarant’anni a condividere forti emozioni, seppur in ruoli diversi. Gianni andava a cento all’ora, Caterina chiedeva perdono. Fotografia di un’Italia che non c’è più (purtroppo…). Casco d’oro è la talent scout per eccellenza. L’unica ed inimitabile. Altro che reality. Raphael Gualazzi il suo ultimo centro. “Appena ci siamo incontrati – ricorda la signora Sugar – è scattata l’emozione. Sono rimasta impressionata. Gli ho detto che era un artista completo, lui mi
ha risposto che era un artigiano della musica. Gli abbiamo messo a disposizione uno studio per un mese. E’ ritornato con un disco che ha convinto tutti. Un talento immenso, non etichettabile. Presentare progetti nuovi, però, resta sempre più difficile. Tutti festeggiano Gualazzi, ma anche con lui è stato difficile. La televisione vuole il successo sicuro, non il giovane che non conosce nessuno. Capisco perfettamente questa logica, ma la nostra unica strada è investire personalmente, sperando di rientrare. I progetti spesso hanno tempi lunghissimi”.
13
i protagonisti i protagonisti SANREMO 2011/ I PROTAGONISTI: IL SECONDO POSTO AL FESTIVAL LI HA DEFINITIVAMENTE CONSACRATI NELL’OLIMPO DELLA MUSICA NAZIONALE. UN TRAGUARDO RAGGIUNTO ATTRAVERSO UNA GAVETTA INTERMINABILE. HANNO RISCHIATO DI SCIOGLIERSI, ORA SONO I RE DELLE CLASSIFICHE.
I ROMANTICI MODA’:
“IL SUCCESSO PIU’ BELLO NELL’ANNO PIU’ IMPORTANTE”
servizio di Vincenzo Lombardi foto di Domenico Ruggiero ed Alessandro Tocco
V
olendo citare Vecchioni, la loro lunga notte è realmente finita. La gavetta è stata dura e, in più di un’occasione, ha riservato qualche spiacevole caduta. La forza della musica, mai come in questi casi, è servita a superare anche gli ostacoli più difficili. I Modà sono definitivamente una realtà del panorama canoro. Il secondo posto al Festival ha rappresentato la classica ciliegina sulla torta, il modo migliore per presentare un album tanto atteso quanto faticato. Partivano come favoriti. L’allargamento della band e l’ingresso di una voce possente e carismatica come quella di Emma Marrone non ha portato altro che giovamenti al progetto Modà. Sono stati in corsa fino all’ultimo istante, ma trovarsi, nell’ultima fotografia, in mezzo a due colossi come il Professore ed Al Bano, non può conside-
14
rasi una sconfitta. Il progetto di Kekko Silvestre, nato nel 2004 (con il singolo “Ti amo veramente”), può finalmente guardare in alto puntando su basi ambiziose. Il Festival di Sanremo come trade union dell’intensa storia musicale del gruppo. Nel 2005 la prima apparizione sul palco dell’Ariston con il brano “Riesci a innamorarmi”, che mette subito il risalto la verve e la musica di un gruppo con tanta voglia di ritagliarsi uno spazio importante tra le nuove leve. Il 2007 è l’anno del singolo “Grazie Gente” e i tanti concerti in giro per l’Italia. Nel 2008 l’album “Sala d’attesa” conferma tutte le velleità della band e il tour porta i Modà ad esibirsi su oltre cinquanta palchi. Il loro pop rock è garanzia di emozioni per un numero di fans sempre in costante aumento. Il passaparola in rete, poi, permette al gruppo di di-
“LA NOSTRA PRIMA VOLTA AL FESTIVAL NEL 2005. ERAVAMO SOLI E SPAESATI. ABBIAMO SUPERATO MOMENTI DIFFICILI, OGGI ANDIAMO SUL PALCO CON GRINTA E DETERMINAZIONE”
ventare una piccola band–cult. Difficilmente i loro singoli passano inosservati, rappresentando un biglietto da visita inequivocabile. Viene così superato brillantemente il momento di defezione del gruppo che portò all’abbandono di due storici componenti. Kekko riesce a non fa arenare il progetto e i risultati clamorosi sono dietro l’angolo. “Sono già solo” e “La notte” sono il passaporto per una nuova vita. Arrivano premi, tour e record di vendite. Arriva il passaggio alla nuova etichetta discografica (Ultrasuoni), la chiamata di Morandi per il Festival, l’atteso nuovo album “Viva i Romantici”, presentato subito dopo la prima esibizione sanremese. Abbondantemente sfondato il tetto delle 160 mila copie in poche ore, “Viva i Romantici” è un disco che parla d’amore in tutte le sue sfaccettature. “Quindici brani in totale che – racconta la voce dei Modà – sono stati scritti nell’arco di diversi anni, con particolare attenzione ai suoni e con qualche sfumatura più rock rispetto al passato. La registrazione di questo album è avvenuta in un momento bellissimo della nostra carriera, ma allo stesso tempo sapevamo di avere addosso gli occhi di tutti: pubblico ed addetti ai lavori. Questo ci ha spinto ad essere concentrati al massimo, per realizzare tutto al meglio. Simbolicamente l’album si apre con “Sono già solo”, la canzone che ci ha regalato un anno e mezzo di grosse soddisfazioni. Grazie a questo brano in molti si sono finalmente accorti dei Modà”. - Un album attesissimo: quali gli altri pezzi importanti? “Sicuramente c’è “Salvami”, un pezzo a cui sono particolarmente legato. Un dialogo tra me e Dio, fatto in un momento difficile della mia vita. Poi c’è la canzone che dà il titolo all’album. “Viva i Romantici” è un brano molto rappresentativo. Dedicato ai miei genitori e a coloro che non hanno avuto mai niente dalla vita, ma allo stesso tempo non si sono fatti illusioni. Un pezzo dedicato a chi ha fatto della vita stessa il regalo più grande ricevuto. Una vita affrontata sempre senza farsi mancare il sorriso. Non posso –continua Kekko Silvestre– dimenticare altre tracce come “Tappeto di fragole”, “Come un pittore”, “Vittima” e la stessa “Urlo e non mi senti”, brano scritto per Alessandra Amoroso e riproposto nella versione dei Modà”. - Una sintesi di questa esperienza al Festival “Io, Emma e tutto il gruppo sia-
mo contenti di essere arrivati al cuore della gente, siamo contenti dell’affetto che il pubblico ci ha mostrato per l’intera kermesse. Abbiamo vissuto questa avventura nella maniera più bella. Non potremo mai dimenticare le centinaia di telefonate arrivate dalle persone care, da chi ha sempre creduto in noi. Emma, in pratica, è diventata la “sesta” Modà, integrandosi alla perfezione con la nostra musica. Ha una grinta pazzesca, la stessa grinta che le ha permesso di superare critiche e diffidenze. Un dazio inevitabile che ha dovuto pagare essendo la vincitrice di un concorso televisivo. Ha una voce ricca di talento ed armonia. La sua vittoria più bella sono stati i complimenti dell’orchestra del Festival. Forse –continua Kekko– l’unica cosa che non mi è piaciuta di questo Sanremo è l’essere partiti come favoriti. Potevamo contare su una forza mediatica, non c’è dubbio, ma non si può essere favoriti due mesi prima senza ancora aver ascoltato la canzone. La cosa sapeva un po’ di pregiudizio”. - Resta il fatto che eravate al secondo Festival della vostra carriera “Era il 2005, sembra un secolo fa. Una serie infinita di differenze con la nostra prima apparizione a Sanremo. Allora eravamo soli e spaesati, la band doveva ancora trovare una propria identità. Il pezzo, “Riesci ad innamorarmi”, era bello, ma non riuscimmo a lasciare un’impronta importante. Adesso è davvero cambiato tutto. 110mila copie solo in prenotazione: nemmeno sommando le vendite dei quattro dischi precedenti. E’ cambiata la scena e un po’ di merito va anche alla nostra testardaggine”. - Sanremo è sempre Sanremo? “Semplicemente il miglior modo per dire qualcosa, il coronamento di un sogno, la ciliegina sulla torta di una carriera. Sanremo resterà sempre la vetrina più importante della musica italiana. E’ la manifestazione per eccellenza. Farei carte false per parteciparvi, ci ho provato per sei anni, lo farei ancora. In realtà Sanremo non crea, né distrugge le carriere. Sanremo aiuta tutti e sfrutta anche le situazioni, sfrutta i momenti importanti dei cantanti e i cantanti devono essere bravi a fare il contrario”.
© Riproduzione riservata
15
SANREMO 2011/ I PROTAGONISTI: E’ RITORNATO ALL’ARISTON DOPO 16 ANNI DALLA PRIMA APPARIZIONE. UN GESTO DI AMICIZIA E RISPETTO VERSO GIANNI MORANDI. LA CLASSIFICA FINALE NON GLI HA SORRISO, MA LA SUA CANZONE E IL NUOVO ALBUM, SONO GIA’ UN GRANDE SUCCESSO.
IL “SECONDO TEMPO” DI MAX PEZZALI: “E’ LA FAMIGLIA LA MIA TERRAFERMA”
servizio di Vincenzo Lombardi foto di Domenico Ruggiero ed Alessandro Tocco
E’ ritornato sul luogo del delitto per dare inizio al suo secondo tempo, dopo una prima parte di carriera vissuta costantemente ai vertici. Al momento è uno di quegli artisti che con il Festival di Sanremo non riesce a stringere un legame di fortuna. Nel 1995 si presentava sull’onda dell’incalcolabile successo degli 883, ma “Senza averti qui” non ebbe il risultato sperato. Stessa sorta gli toccò come autore di Fiorello. “Finalmente tu” doveva essere il monologo di quella edizione, ma venne clamorosa-
16
mente messo in disparte. Un karma pesante quello tra Max Pezzali e la kermesse della canzone italiana. Al giro di boa dei quarant’anni, il cantautore pavese, ha mantenuto fede alla promessa fatta a Gianni Morandi. Una canzone entrata immediatamente nel cuore del pubblico e negli air play delle radio. Un duetto da applausi con Lillo e Greg che ha riportato ai colori e agli ambienti del Rat Pack di Frank Sinastra, il calore inossidabile dei suoi fans. Non sono bastati per arrivare fino in fondo
scommessa, ma anche con un all’avventura sanremese, ma “QUANDO MI SONO gesto di grande professionaliil “secondo tempo” di Max è partito con l’entusiasmo giuRITROVATO MIO FIGLIO TRA tà sto. Smaltita la delusione del “Ho voluto prendere il Festival Festival, il progetto principale LE BRACCIA HO CAPITO CHE per quello che credo sia la sua è racchiuso in un solo nome: NON ERO PIU’ IO IL CENTRO vera natura. C’è una parte più “Terraferma”, ultimo lavoro da strettamente televisiva dove è DELLA MIA ESISTENZA. studio che arriva a quattro anni concentrata la gara e la concitadi distanza da “Time Out”. Un zione per eliminazioni e ripescagC’ERA QUALCUNO DI PIU’ periodo di tempo che Max ha gi, poi c’è la parte più musicale trascorso seguendo le proprie IMPORTANTE A CUI PENSARE” dove ogni artista cerca di dimovicende personali e, al tempo strare quello che sa fare, racconstesso, interessandosi – come tando le sue storie, presentando sempre – del mondo che lo circonda. Il risultato la sua musica. Su questo punto di vista a Sanremo è un album che scorre all’ascolto come una collesi è tutti uguali. Il momento discografico non è dei zione di fotografie e, proprio come questa, alterna più felici, trovare l’approvazione del pubblico è già ritratti in posa, istantanee in movimento a panoraqualcosa di importante. Al di là di ogni classifica”. mi e scorci di vita catturati guardandoli da fuori, a - Ti è piaciuta la kermesse allestita dal volte semplicemente ricordandoli. E’ un disco sulla tuo amico Gianni Morandi? vita, come sempre sono stati i dischi di Max, sul trascorrere del tempo e sulla bellezza del panorama “Un bell’otto in pagella alla qualità della musica che ci circonda quando guardiamo dal finestrino, ascoltata. Proposte davvero interessanti, un autentisulle persone e sui valori sempre più preziosi che co salto in avanti se si pensa a La Crus, Vecchioni, portiamo con noi nel viaggio, sull’arte di perdere Emma e i Modà. Personalmente sono stato contento peso che ci accompagna giorno dopo giorno verso di essere nel cast di un’edizione che non verrà diuna leggerezza che coincide semplicemente con menticata facilmente”. l’essere, e l’amare. “Il mio secondo tempo” in de- Ci racconti il video de “Il mio sec finitiva parla proprio di questo: della necessità di ondo tempo”?. Una trovata in pieno stile Pezzali credere in se stessi, nei propri sogni, di abitarli e di preferirli a quelli che ci costruiscono e vorrebbero farci abitare gli altri. Di non dare ascolto a chi vuole soltanto sottrarci tempo e spazio, dare valore a quello che siamo e che vogliamo. Ma le canzoni di “Terraferma” parlano anche dei luoghi bui che affollano questi nostri anni frenetici: sulla sfiducia diffusa, sulla mancanza di prospettive, una strana bulimia nevrotica che si è impadronita del mondo e che porta a volere tutto e tutto bruciare, ad accontentarsi della superficie delle cose invece di badare alla sostanza, a scambiare il fine con il mezzo e il mezzo con il fine. E’ un punto di vista, quello di Max, inevitabilmente adulto, ma che sa essere di sprone alle nuove generazioni come farebbe un fratello maggiore, nello stesso momento in cui la recente paternità lo pone di fronte a nuove domande e a un orizzonte ancora più spostato in avanti da sognare. E a questa rinnovata sfida Max ha risposto con un album onesto e ispirato, fatto di canzoni “Un video che è un omaggio al cinema italiano anni che come sempre fanno poesia della quotidianità. ’70. Non abbiamo dimenticato nulla. Il poliziesco, il “Diciamo – racconta Max ai nostri microfoni durante i giorni del Festival – che il mio secondo tempo thriller, il western, la commedia sexy. Grazie al granè iniziato appena è nato mio figlio, quando mi sono dissimo lavoro fatto dai Manetti Bros., mi ritrovo visto questa creatura tra le mani. Ho capito che do- incollato in scene cult del grande schermo, al fianco vevo iniziare a mettermi da parte, non c’ero più io al di mostri sacri come Thomas Milian, Gloria Guicentro della mia esistenza, ma un’altra persona alla da e tanti altri. Mi ritrovi lì, grazie a sofisticati effetti speciali, come se volessi rappresentare i sogni che quale dover rendere conto. Era arrivato il momento quei film mettevano in scena”. di inquadrare la vita in un’altra ottica”. - Cinema e musica, sempre un bel matri- Personalmente cosa ti aspetti da quemonio. sto “secondo tempo”? “Mi aspetto un tentativo di poter raggiungere la mia “Assolutamente sì. D’altro canto ogni canzone somiglia sempre a una piccola sceneggiatura e ogni film terraferma, che poi è rappresentata dalla serenità. ha sempre una colonna sonora che si porta nel cuoLa vita è come una barca in navigazione. Non trovi re”. mai lo stesso vento, l’importante è poter trovare un porto sicuro dove attraccare. I miei porti sono proDal 30 aprile Max Pezzali porprio la famiglia e la musica. La terà il suo nuovo album e i paternità mi ha reso più felice, “HO FATTO PARTE DI UN suoi più grandi successi in anche se, ripeto, a me piace più tour. Sarà il 30 aprile a Roma e SANREMO DAVVERO DI la serenità. Dura più a lungo ed il 5 maggio a Milano, altre date è un cuscino di emozioni compleBUONA QUALITA’. sono ancora in via di definiziotamente diverso”. A GIANNI MORANDI VA UN ne. - Hai accettato la sfida di Sanremo. Il tuo secondo OTTO PIENO IN PAGELLA” © Riproduzione riservata tempo è iniziato con una bella
17
i giovani i giovani
Guarda su www.setweb.it e sul canale YouTube “SETWEBmagazine” un estratto video dell’intervista a Serena.
SANREMO 2011/ I GIOVANI: IN ASSOLUTO UNO DEI PEZZI PIU’ BELLI ASCOLTATI DURANTE LA KERMESSE. UNA PICCOLA PERLA SCRITTA DA NICCOLO’ FABI E REGALATA AD UN’INTERPRETE STRAORDINARIA, CHE CI PRESENTA IL SUO DEBUTTO DISCOGRAFICO, MENTRE “LONTANO DA TUTTO” VA FORTISSIMO NELLE RADIO.
SERENA ABRAMI,
UNA RIVELAZIONE AL FESTIVAL: “CANTO L’AMORE CHE NASCE DALLA LONTANAZA”
servizio di Vincenzo Lombardi foto di Domenico Ruggiero ed Alessandro Tocco
F
enomeno Gualazzi a parte, è stata lei la grande protagonista delle “Nuove Proposte” a Sanremo. Una voce e una canzone che hanno stregato il pubblico sin dal primo ascolto. Un testo intenso, un’interpretazione magistrale. Forse il modo migliore per scardinare quell’emozione presente fino ad un secondo prima di andare in scena. Poi, come avviene per i grandi artisti, tutto scompare alla prima nota. Serena Abrami, interprete e cantautrice di venticinque anni, marchigiana, si affaccia al grande pubblico partecipando alla seconda edizione di X-Factor, selezionata tra più di 25.000 provinanti. Ivano Fossati, ospite di una puntata del programma, rimane favorevolmente colpito dalla vocalità e determinazione che Serena mette in mostra durante la sua esibizione e decide di offrirle il suo aiuto e quello dei suoi collaboratori e musicisti. Il primo momento importante della car-
18
riera arriva nel 2010 con la EMI Music che inizia a progettare la realizzazione di un Ep di sei inediti, riuscendo a coronare il sogno di un’attività che inizia presto: a dieci anni vince il suo primo concorso canoro e a quattordici entra a far parte della corale polifonica Franco Raffaeli tra le voci soliste. Successivamente comincia ad esibirsi a livello nazionale in piazze, locali e teatri in veste di vocalist e interprete e da lì a breve inizia a scrivere canzoni inedite in coppia con il pianista compositore Mauro Rosati, ottenendo ottimi consensi in varie manifestazioni e concorsi di settore sia da solista che con la band Elfrida in un lungo percorso che l’ha portata alla pubblicazione del suo EP d’esordio e soprattutto sulla strada verso Sanremo, dove i brividi si sono incastonati nelle parole di “Lontano da tutto”, il pezzo scritto per lei da Niccolò Fabi. La voce di Serena, che materializza i pensieri di due
amanti lontani un una mattinata d’autunno. “Lontano da tutto” è stato il primo passo di un album che esalta tutta la bravura di Serena. Il disco ha preso vita dopo un anno di intenso lavoro presso lo studio del produttore Pietro Cantarelli (produttore e arrangiatore per Ivano Fossati e collaboratore, tra gli altri, di Fiorella Mannoia, Ornella Vanoni e Samuele Bersani) che ha curato con passione e dettaglio l’espressività vocale di Serena e gli arrangiamenti delle canzoni. Per quanto riguarda la linea portante dell’album, al progetto è stato dato un taglio internazionale dal sapore elettro-acustico che rimanda spesso a riferimenti propri della musica folk/rock più alternativa, in sintonia con il background musicale di Serena e dei collaboratori coinvolti nel disco. La scintilla che ha portato alla nascita di “Lontano da tutto” ha preso vita dal famoso incontro con Ivano Fossati rimasto favorevolmente colpito dalla vocalità e determinazione di Serena. C’è una fil rouge che tiene unito tutto il progetto: tutti i brani del disco sono nati grazie al legame umano e professionale che Serena ha creato con tutti gli artisti presenti nel progetto e che proprio grazie alla stima e all’amicizia hanno deciso di collaborare con lei. - Serena, l’esperienza di Sanremo 2011: tanta emozione spezzata solo dalla forza della musica. “Lo stato d’animo della prima serata credo non potrò mai dimenticarlo. Le gambe che mi tremavano, la voce che non voleva uscire. Certo non il modo migliore per salire su un palcoscenico così importante, un palcoscenico dove è transitata la storia della musica. Ma non potrò nemmeno dimenticare la mia esibizione. Spesso me la riguardo nei miei pensieri, è stato un momento bellissimo. Il Festival per me ha rappresentato il coronamento di un sogno”. - Ti presentavi con una firma importante, quella di Niccolò Fabi. “Una canzone arrivata nell’estate del 2009, che ho sentito immediatamente mia, altrimenti non avrei mai potuto interpretarla, non sarei stata credibile. Il brano parla del distacco, della necessità, del bisogno di essere un po’ lontani dalla persona che si vuole bene, per poi poter ritornare. Un ritorno che deve coincidere con una scelta, non con un obbligo. Un brano che mi coinvolge ogni volta che canto, si crea quasi un incantesimo. Spero solo di riuscire a darle la luce che merita. Il testo di Niccolò è semplicemente straordinario”. - Il dopo Festival è un EP ricco di prestigiose collaborazioni. “Ci sono tre pezzi di cui sono autrice, proprio perché si tratta di un lavoro che mi rappresenta tantissimo, verso il quale abbiamo profuso una mole di lavoro pazzesca. Il disco è quindi il prodotto delle sinergie di tutte le persone che ne hanno permesso la realizzazione e sebbene io ne sia al centro, non sono che parte di una squadra che ha creato qualcosa di vero e sentito, lontano dalle produzioni frettolose fatte spesso al computer, seguendo la filosofia che la musica per arrivare alle persone deve essere innanzitutto suonata e sentita. Spero di poter portare l’album in giro per tanti live, per poter vivere con il
pubblico un contatto diretto e spontaneo”. - Serena interprete e Serena autrice: come si sposano le due anime? “Si sposano attraverso la coerenza. Sia quando scrivo che quando canto devo rispecchiarmi in una canzone, devo potermi riconoscere. Quando si verifica questa alchimia la canzone può iniziare a camminare con le proprie gambe”. - “Lontano da tutto” è anche un video. Anzi, meglio definirlo un cortometraggio con la regia di Rocco Papaleo e la presenza di Paolo Briguglia. Un pezzo di “Basilicata coast to coast” che incontra la tua musica. “Una collaborazione nata dalla grande sensibilità di Paolo e Rocco. Una cosa che mi ha onorato moltissimo. Diciamo che è stato un incontro tra anime diverse ma unite dalla stessa passione, quella per la musica. E’ uscito un video molto carino che accompagna con grande poesia la canzone. Diciamo anche
che ero in buone mani…”. - Come giudichi questo Sanremo appena andato in archivio? “Credo che ogni anno il Festival sia capace di offrire qualche piccola novità. Il lavoro di Gianni Morandi è stato premiato dagli ascolti ed è il giusto risultato per quanto ha fatto, soprattutto con noi giovani. Ci sono state delle attenzioni e delle innovazioni verso la nostra categoria che mai si erano viste nelle passate edizioni. Poi ci sono stati pezzi come quelli di La Crus, Vecchioni e Madonia-Battiato, sinceramente un gradino più in alto”. - Sei una rappresentante della nuova discografia, quella che si muove tra internet e download. Cosa pensi in merito? “Viviamo in un periodo di grande crisi discografica e si finisce per rifugiarsi nei talent alla ricerca di novità. Nulla da contestare, se non fosse per il fatto che molte volte i ragazzi non hanno la libertà di esprimere la loro vera natura, ma devono portare avanti discorsi che vengono decisi dall’alto. Bisognerebbe tornare a scoprire i talenti nei locali e nelle piazze. Un passo indietro, mai come in questo caso, potrebbe essere utile al mondo della musica”. © Riproduzione riservata
19
Set - Fotografico La Società Fotografica Casertana presenta la foto dell’autore Gennaro Parricelli Il fotografo è riuscito a cogliere un momento di intimità e raccoglimento, al di fuori della ritualità cruenta e del vociare della folla, introducendo elementi simbolici che ben evidenziano la particolare occasione mistica che i “vattienti” vivono. Nella foto sono evidenti l’equilibrata composizione, la carica espressiva e il magistrale uso di ombre e luci. BIOGRAFIA DELL’AUTORE: Gennaro Parricelli vive e lavora in provincia di Benevento. Appassionato da sempre di fotografia, dal 2006 inizia a dedicarsi da autodidatta allo studio e alla creazione di un proprio percorso stilistico, manifestando fin da subito una forte attitudine per la realizzazione di immagini caratterizzate da un attenta ricerca compositiva, dal sapiente uso della luce e da un personale e suggestivo mezzo cromatico. Attualmente continua a dedicarsi con passione alla ricerca fotografica, ampliando le sue possibilità espressive e riservando particolare attenzione alla documentazione in stile reportage di eventi rituali e avvenimenti sociali.
Modalità di partecipazione su www.setweb.it
www.fotograficacasertana.it
20
www.setweb.it
L’ANGOLO DEL LIBRO
I bei libri si distinguono perché sono più veri di quanto sarebbero se fossero storie vere (Ernest Hemingway). L’aforisma di un grande scrittore quale modo migliore per tuffarci nel mondo dei libri, della narrativa, dei romanzi, della saggistica. Ogni mese vi presenteremo storie, novità, emozioni su carta, Perché un buon libro, è sempre un buon libro. Parola di SET!
I NUOVI AMORI DI MOCCIA, FATTI DI TORMENTO E PASSIONE Mr. Amore è cresciuto. Gli stereotipi ci sono sempre e in abbondanza, ma stavolta i protagonisti non sono più studenti adolescenti e giovani fanciulle alla prima cotta. Federico Moccia torna con “L’uomo che non voleva amare” (Rizzoli, pag. 414, € 18), portando alla ribalta una storia torbida e soprattutto più matura almeno dal punto di visto anagrafico. L’uomo che non sa amare è Tancredi. Possiede un’isola alle Fiji, splendide ville, jet privati ed è di una bellezza magnetica. Tutte le donne prima o poi cedono al suo fascino. Ma lui non sa dimenticare una ferita del passato che l’ha cambiato per sempre. Sofia è una pianista bellissima e dotata di un talento innato, ma un voto d’amore l’ha costretta a troncare la sua brillante carriera tenendola lontana dal pianoforte. La sua vita ora è accanto ad Andrea, rimasto paralizzato in seguito a un grave incidente, ed è segnata da un dolore profondo che lei tenta di annegare nella routine quotidiana. Un giorno come tanti le loro anime si incontrano: Tancredi entra in una chiesa e sente un coro di bambini che cantano. Rimane lì come rapito, emozionato da quella musica, quando improvvisamente la vede. Sofia ha gli occhi chiusi e segue sognante le note. Tancredi è stregato da quell’immagine e quando lei apre gli occhi e lo guarda è come se per la prima volta capisse cos’è l’amore. Da quel momento la sua vita non sarà più la stessa, perché una passione bruciante lo costringerà a tentare ogni mezzo pur di conquistare Sofia. Chi è veramente questa donna? E soprattutto, cosa nasconde? Sofia è combattuta e per la prima volta comincia a mettere in discussione il suo amore per Andrea, ma sceglie di resistere. Un uomo tormentato. Una donna alla ricerca della felicità. E una travolgente storia di amore e passione.
FRANCO DI MARE RACCONTA LA SPERANZA CHE VA OLTRE LE BOMBE
Giornalista famoso e apprezzato dal pubblico, il napoletano Franco Di Mare è stato per vent’anni inviato di guerra prima di passare alla conduzione televisiva. Proprio alla follia dei conflitti è ispirato il nuovo romanzo “Non chiedere perché” (Rizzoli, pag. 306, € 18). Una storia che si sviluppa a Sarajevo, in piena guerra fratricida della ex Jugoslavia, nell’estate del 1992, quando i cecchini sono appostati dietro ogni persiana, le granate dilaniano interi quartieri, persino arrampicarsi su un albero può essere letale: c’è chi muore perché non ha saputo resistere alla tentazione delle ciliegie. Con la ferita di un matrimonio fallito ancora aperta, Marco De Luca è l’unico fra i suoi colleghi giornalisti ad aver accettato l’incarico di inviato per la televisione italiana in questo inferno. Raccontare la complessità dei Balcani in novanta secondi al Tg è impossibile, perciò non resta che denunciare l’inaudita barbarie. Come quella del bombardamento sull’orfanotrofio, dove Marco si precipita a realizzare un servizio. Ma questa volta il filmato, paradossalmente, non ha nulla di drammatico. Come è possibile? In quella camerata piena di culle, Marco è rimasto colpito da un particolare che nessuno ha notato: c’è un’unica bimba bruna, mentre tutti gli altri sono biondi. E proprio quella bimba bruna lo spinge a inseguire, con un pizzico di follia, quello che a tutti appare un sogno irragionevole. Questa storia, ispirata a vicende realmente accadute, ruota attorno a un formidabile atto d’amore che, a dispetto delle bombe e della burocrazia, si è potuto compiere grazie all’aiuto provvidenziale di due donne e alla determinazione incrollabile di un uomo. Ed è diventata un romanzo che emoziona, commuove e rivela, in Franco Di Mare, un nuovo, sorprendente talento narrativo.
www.setweb.it
21
sala stampa sala stampa Guarda su www.setweb.it e sul canale youTube “SETWEBmagazine” un estratto video dei commenti sul Festival dei nostri ospiti
Commenti ed Opinioni sul 61° Festival della Canzone Italiana Interviste di: Vincenzo Lombardi Foto di: Domenico Ruggiero e Alessandro Tocco
a, – musicist SOLELLA
E FAUSTO M Tricarico
esolella Fausto M
22
” di “Tre colori autore di
i diici anni d val a und ? ti to es ia F b al m ritorno Cosa è ca Maestro, di un n Travel. su io v re A ta i n - gl co n o può trionfo co no, Sanrem prattutto stanza dal non ce ne so dinario e so or ze n ra re st fe if re felice. d p “Grandi lco è sem non certo n periodo utato. Il pa u opm in im sa ” o os to in gr fasc fare “merca senta una i re d p p tà ra ili l b c’è possi e il Festiva tichiamo ch musica”. ccesso Non dimen ondo della m ale del su il o tt tu er p ne person à o zi fa is d portunit d so Inoltre la e inutili po- o state fatt n carico so ri T le a n . Una qu co avuto ma poesia erline, sul o canzone, molto bord m erfeia p zo ch ez lla p la a n “U interpretato almente non n a h so er co P ri e. lemich che Trica sull’unione te musiriflessione strettamen lo el v li a o zione”. val è stat no Che Festi La Crus u - ione, ma i iz teed il ta te es n cale? intellige anti in qu iardi, molto n nti interess ed u va la sp io el b G ti n o a a n im “T . E’ stata u ti. Braviss n ia . va on i” a d rm iù n p a l’a scatto ianni Mor amento e mente di G o l’arrangi è esclusiva sto. Perfett o it er m il ero e zione davv
o musicale RI – critic ioni? erto Vecch odio firia di Rob ntante. Il p to ca it e v d n la a gr ca n ifi u l. Tutto i gn d va si ti e Cosa questo Fes ffermazion a l’a , - to ile en ib m mma d a so preve ntata da E nde rinnov “Un succes re rapprese orta un gra aro, p se m a on es n ro e b e, eg b nqu ità dovre usica dei N ov n m nale, comu ra la La . ve io h to n u sconta e Sfroos, ano parecc abbastanza vide van d sì, richiam a co D è è on sa n re ma sorp e i Modà, à sentito. La mo”. lcosa di gi come Sanre izione? o cr quindi qua sa o og lu i questa ed n e il Festid u ta er p is n e go on zi cerebbe ch ta lu ia ro p p i rivo a m er a v m , isogna ca si vatori mente La musi ditoriale. B Dario Sal - izioni sicura ede eno impren ed m cc e o su it im ir e lt u sp om lle ti con ntanti. C “Rispetto a re i cantan nomi dei ca travestono e a recluta ni, non ai invece, si zo n o, m ca val andass re n lle a a S e i d on zi ri to en tt nizza dare più a a. Gli orga l del cinem ”. ri nei festiva sa so da impre troppo spes ella Sera Corriere d – I H C N A LAFFR ANDREA arità che ri isto? n la popol abbiamo v co o e, on m n n re io e iz an la trad Che S l cast ch - rispetto del proprio da no l nel pieno no arrivate che poteva va ti so à e es od n F M n cu i la “U e ch Le n ni . A zo ci . n ti a ck pronos sul pop. C e gruppi ro spettato i nno virato sonorità, n a e h ov e u n n fi i…”. presentava ettricità alla rus su tutt verve di el troppo su ate. I La C st o na marcia dare quella n u so n e co n zi ce e az al qu u n ael G belle comu ani, Raph ista. Tra i giov grande art - rire questo Forop ? sc iù p te in en periore una marcia otuto finalm p va a h ve a o e lic S b pub tegoria. “Il grande e la sua ca in meno”. mani bass una marcia re ve a d Ha vinto a a ni i altri giova se erano gl ranchi Andrea Laff
LVATO DARIO SA
23
elmi Eddy Ans
ria anacco Sto ologna/Alm B i d re ie Corr SELMI – Il EDDY AN al v ni. ti es del F to Vecchio iventa il nu a Roberdire. Il Professore derazione ca S io er n o m ge a Val m a D re su ot p la se so ere - val, anche izione. Pen azia al pot “Gerontocrio” vincitore del Festiri novità in questa edra di osare e u io a ch p gg ec o a ann to m più “v che sono in e ha porta i giovani h è quella chAlbano. Molte volte i della nostra musica cr d sa a i e tr anch ngono i mos ”. izione? 50 anni allora bel vempiere certe imprese 1 i questa ed co i d o iù bello d Unire” dedicata ai lime come p grad to en m b er mo p su Il ta to a en “N dta mom - notte dell’a è stato un uta la sera “Mi è piacid’Italia. All’interno c’ ia interprete de “La il recupero di ’ on a E d it . a n a M tr a ca dell’U i più belli tr ere l’Orches lato da Lu quello regaranco Battiato a dirigo straordinario. I vers st F te n ”. l re a co cito 6, d dio, elli del vin ne del 196 una canzo ra, invece, sono qu ga in i n i bra
ista I – giornal RTOLETT A B O IN R Sanremo… MA ni, Luci averificato qui a Sanre io ch ec V te è to en si er lm b e a o n ch R fi n , co Co a di magi rta e Valerio Scanu qualità. E’ - a si di qualcos Ca “E’ la sinteto succede a Marco à e soprattutto la suspecialmente lit i, a er n n qu ob a R a e o. su qu ato m ritrova la i ha semin li ultimi cin l’albo d’oromigliori Festival deg zoni. Gianni Morand , potendo così stato tra i to di vista delle can ssionale e personale ”. sotto il pun nella sua vita profe in questa avventurapazzito per il molto benee prestigiosi colleghi polo del web, è im coinvolger giovanissimi, il po ti della televisione.ato che mi fa I i cantan la riprova. E’ un d i che non si - , non per a zz Professoreo su internet se ne h nosciuto tanti ragai stregati. Evico d n o h ga o vi m a no rimast i pubblico da re “N n so a e S n A a . m re , molto piaceavvicinati a Roberto una nuova fascia d mo c’è anche erano mai per Vecchioni che eriti di questo Sanrea della nostra dentemente e sedurre. Tra i mni ad una leva storic conquistarer avvicinato i giova questo, ave musica”.
24
artoletti Marino B
ero Il Messagg LENDINI – O M O C nga R MA di gran lu o 011 dizione 2 sono stati st i ’e u iv ll gi it su il os p la io Un giudiz positivo. Gli aspetti odio finale che rega - con pochi p to il ia ol iz te m ot o en n d ss a n le chioni è un tivi. Sorpre “Nel comp quelli nega ttoria di Roberto Vec vi superiori a La . à lit qua tributo alla al? intervento ”. del Festiv igni. Il suo en re o B li to ig er e il mom precedenti ob to gesi di R re le chiavi Il momen dubbio l’ese lito ha saputo trova do un’esibizione - za n se e, rt so n al pa ua “Musica a tutti. Come non avrà repliche. Q tre la popolarità di el cuore di e ol è entrato n per un monologo ch e dire che è andata olendini o ol Marco M mento giust ere tante anime, vu ca ot si u u ella m rsi di riesce a sc rebbe apri ni, vi suoni d posta”. cati i nuo a i Giovani, che dov ova an gi chi l’ha pro m I . o n st te so tr n ione e e co Forse - la competiz e circolano in piazz simo che è un po’ ch , specie nel “Un errore e alle tante sonorità un linguaggio nuovis pi o più ai grup , stanno esprimend la Critica ca si ”. u m on st la ri remio del nel alco dell’A sidente P p re l P su – I to L ca L man SPINE ordo? alla ANDREA ioni, sin d alita, d’acc sica di qu ta da Roberto Vecchdere qualcosa u m la to crea acca Ha vin are quella quest’anno poteva . Roberto è arrivato - ia particol e “Un’alchimizione. Si sentiva chbuona musica in giroomenti ultimamente prima esib perché c’era tanta di libri e cultura, arg canzone attuale è a parlare di diverso,ella gente parlando se. Il problema della riesce più al cuore d andamento delle co lo che siamo, non ato alle coscienze, offesi dall’esce più a dire quel ore, invece, è arrive di grande fiducia, che non ri. Il pezzo del Professeranza. Una canzonottimismo”. alla gente anche a parlare di sp ento non di grande degli Orchestrali riuscendo l successo in un momo volati gli spartitii costruire un Sanrearrivata a uest’anno non son nizzatori, capaci d n pizzico di fortuna, Q degli orga Ci è voluto anche u o il massimo che - tt totalmente i. “Il merito è on si vedeva da ann canzoni puoi dare tuche premia tutta la mo come nando non si sono le ma. E’ un risultato a i giovani, Albano perché qu anca la materia pri chiamo Gualazzi tr no il presente e sivuoi, ma maliana. Non dimenti ma e i Modà che so l, quindi, con molti canzone it issimo all’estero, Ema melodia. In Festiva nelli pi S che va fort il futuro della nostr a re nd ta A ione riserva curamente © Riproduz sorrisi”.
25
09
DALLA - DE GREGORI
Teatro Carlo Gesualdo - Avellino
11
RENZO ARBORE
Palatedeschi - Benevento
12
VALERIO SCANU
LIVE
2011
09
11
Uditorium Parco Della Musica - Roma
14
GIANLUCA GRIGNANI
Marzo
Teatro Acacia - Napoli
24
18 23
25
24 25
CAPAREZZA
Teatro Tendastrisce - Roma
ALESSANDRA AMOROSO Palapartenope - Napoli
FRANCESCO RENGA
Auditorium Parco Della Musica - Roma
POOH Palatedeschi - Benevento
www.setweb.it
26
L’ANGOLO DELLA
MODA di Nica Crisci
FESTIVAL DI SANREMO: GARA DI MODA
I
n questo numero tutto dedicato a Sanremo non potevano mancare curiosità e notizie sugli abiti indossati dalle due primedonne che hanno calcato il palcoscenico sanremese per ben cinque serate: la nostrana Elisabetta Canalis e l’argentina Belen Rodriguez. Non è stata solo una gara tra canzoni ma anche una gara all’ultimo vestito dove si sono alternati ben dieci stilisti, tra italiani e stranieri, alla fine della quale i vincitori sono stati lo stile, l’eleganza e la femminilità. All’apertura della kermesse l’ex velina Elisabetta ha scelto un abito rosso fuoco firmato Versace mentre la modella argentina Belen un romantico abito blu notte della stilista Alberta Ferretti, molto più raffinato secondo il mio parere, entrambi lunghi, eleganti e drappeggiati sulla gonna, seguiti poi da un abito sirena scintillante per la Canalis, dal taglio morbido e un abito con strascico lungo per Bélen raffinato nel colore nero sempre adatto in qualsiasi serata importante. Gli stilisti scelti per la seconda serata sono stai Emilio Pucci per la Canalis e Fendi per Belen. Sicuramente l’abito di apertura per Elisabetta è più particolare, drappeggiato ed incrociato sul davanti ma con una scollatura mozzafiato fino al fondoschiena, meno interessante per il colore; secondo abito sulla scia del primo, color bronzo, con drappeggi sul davanti e un sensualissimo spacco laterale; ultima scelta in abito nero paillettato, lungo, monospalla e acconciatura raccolta e raffinata. Belen invece opta come prima selta per un abito troppo semplice, nero, lungo, piccole decorazioni dorate, cinturino sottile in vita anch’esso dorato e maniche appena accennate; molto più interessante la scelta del secondo abito dall’intenso colore blu, con monospalla decorata e profondissimo spacco laterale; infine l’abito di chiusura dorato, con spalline e due code laterali. Decisamente molto più interessanti gli abiti per la terza serata dello show sanremese: Moschino per Belen e Cavalli per Elisabetta. La serata si apre con Elisabetta
www.setweb.it
in un abito in chiffon e voile color cipria, accompagnata da Belen in versione maschile, tailleur pantalone e giacca neri dal quale spunta un corpetto argentato, senza spalline, che rende Belen molto sensuale quando poi toglierà la giacca. Il secondo abito per Elisabetta davvero molto bello, di un romantico color violaceo, dreappeggiato sul seno e in vita, la gonna scende a sirena con una piccola coda sul retro. La modella argentina ha scelto come seconda mise un abito nero lungo decorato da balze su tutta la gonna, spalline dorate e scollatura profonda sulla schiena. Per concludere la serata la Canalis ha scelto sempre un abito lungo, color rosso intenso, paillettato e scollatura profonda sulla schiena, mentre la Rodriguez ha indossato un abito che sencondo me vince il primo premio in questa gara di stile, un abito bustier dalle sfumature rosso scuro e una gonna molto ampia stile principessa. La quarta serata invece è stata più all’insegna della stravaganza: Belen ha scelto abiti dello stilista emergente Fausto Puglisi che ha disegnato abiti molto corti, uno azzurro, uno nero e l’altro giallo decorati con applicazioni dorate in stile antico, tutte e tre le scelte molto simili. Elisabetta invece ha puntato su abiti della stilista Vivienne Westwood scegliendo un abito corto color oro e asimmetrico, un abito nero lungo molto classico ed infine di nuovo un abito corto bordeaux decorato da paillettes. Gli stilisti protagonisti della serata finale sono stai due nomi storici del panorama della moda: Armani Privè per Elisabetta cha ha indossato un abito lungo ricco di cristallini e senza spalline, un secondo abito sempre scintillante ma dal color ocra ed infine un abito dorato tempestato di paillettes e con fiocco laterale su una spalla, e Dior per Belen che ha preferito un romantico abito rosa lungo e balze, poi un abito molto più originale con gonna in tulle in perfetto stile Dior e per la premiazione tonalità cipria e ricami preziosi.Quali sono stati, secondo me, i vincitori di questa gara parallela? Come terzo classificato metterei l’abito violaceo della Canalis della terza serata, anche se Cavalli non rientra affatto nei miei gusti personali, ma stavolta ha davvero disegnato un abito di classe; secondo classificato l’abito blu di Belen della prima serata firmato Alberta Ferretti e primo classificato a pieni voti l’abito ampio, rosso intenso di Belen indossato nella terza serata e firmato Moschino. © Riproduzione riservata
27
scheda tecnica NOME E COGNOME: Giovanni De Feo NATO A: Roma ETÀ: 37 PROFESSIONE: Scrittore Fantasista SOGNO NEL CASSETTO: Finire tutti i romanzi che non riesco a completare perché non mi soddisfano. Possibilmente prima di morire. Vivere un anno in Argentina, imparare bene il tango, viaggiare fino alla terra del fuoco e guardare il crepuscolo.
Giovanni De Feo
di Wanda D’Amico
28
I frutti della fantasia di un adulto sono spesso frutto di storie dell’infanzia, di episodi riconducibili a storie di bambini. Il tuo “Mangianomi” da dove arriva? “In effetti anche “Il Mangianomi”, nonostante sia un romanzo piuttosto letterario, ha i suoi spunti infantili, soprattutto nei paesaggi, tutti i paesini che danno ambientazione alla storia; le case tutte vicine, i salici ripiegati su loro stessi, sono caratteristici proprio dei paesi delle campagne di Avellino, nei quali io, da bambino, passavo le vacanze, e fanno parte del mio meridione, quello che ho vissuto”. L’ambientare la storia in quei luoghi è avvenuto in modo cosciente o casuale? “In modo del tutto incosciente! Quando ho cominciato a scrivere questo libro, volevo farlo di getto e volevo una storia che fosse tutta mia. In quel periodo stavo lavorando al centro sperimentale ed ero costretto a scrivere storie che non mi appartenevano e in ciò che mi apparteneva alla fine è venuta fuori anche la mia infanzia”. Perché la scelta di ambientare un fantasy, in un tempo lontano, quindi non ritrovabile nelle nostre memorie, ma allo stesso tempo intrecciandolo a luoghi conosciuti? “Anche questo non è stato fatto in modo cosciente, non mi sono seduto e ho deciso di scrivere un fantasy ambientato in Italia. Ho solo voluto scrivere il tipo di storia che mi piaceva leggere a dodici/tredici anni. Ho voluto creare una specie di macchina del tempo mia, e sentire, una volta riletto il tutto, il bambino, il me di dodici anni dire: “Ma bello questo libro!!” Per quanto riguarda, invece, il tempo, c’è da dire che, per via del linguaggio che ho usato,
la scelta è stata obbligata e dettata dallo sviluppo della storia. Sono sempre stato affascinato da ciò che è barocco. Napoli è una città barocca e io la amo moltissimo, Roma è una città barocca e io sono romano, ho vissuto ad Amsterdam che è un’altra città barocca. Uno stile che mi affascina, mi attira”. In ogni storia che si rispetti, c’è un buono e un cattivo. Nel tuo libro? “Nel “Mangianomi”, alla fine non c’è un personaggio del tutto negativo, il Mangianomi stesso alla fine è una vittima, e del fatto che qui non ci sia un personaggio negativo mi compiaccio tra molte virgolette, perché oggi di questo romanzo vedo solo i difetti. Sono contento proprio del fatto che sono riuscito a trasformare il buono in un personaggio quasi del tutto negativo e che si riprende a malapena, e che ad un certo punto sbaglia tutto quello che fino a quel momento era apparso come la cosa migliore. Volendo analizzare più a fondo il tutto, forse, il personaggio negativo sono io”. Come nasce il sodalizio con la Salani? “Semplicemente mi sono armato di molta pazienza e ho bussato alla loro porta fino a quando non hanno aperto. Ci ho messo due anni e mezzo. Una volta ogni tre mesi mandavo una mail, alla fine se non fai così, per quanto buono sia il romanzo, non lo leggono”. Ci racconti la collaborazione con Marco Chiarini? “Con Marco è stato tutto molto semplice: Ci siamo conosciuti al centro sperimentale, lui frequentava il corso di regia e io quello di sceneggiatore e nei due anni che siamo stati lì non ci siamo praticamente mai parlati. Aveva sentito, giusto all’inizio, la mia presentazione e gli erano piaciuti i miei gusti in fatto di libri e film, ma siccome ha non poche difficoltà in fatto di memoria fisionomica, per tutta la durata del corso era convinto che io fossi un altro, e ha lavorato per due anni con un’altra persona convinto che fossi io. Ci siamo trovati quando sono andato via dal centro sperimentale. Abbiamo cominciato a tirare fuori ciò che apparteneva a me, ciò che apparteneva a lui, i gusti comuni in fatto di libri e film e abbiamo cominciato a gettare le basi per quella che poi sarebbe stata la sceneggiatura del film “L’uomo fiammifero”. Una sceneggiatura che avete diviso a metà “C’è molto, moltissimo, sia di me che di lui. E’ difficile distinguere cosa sia mio e cosa sia suo, alla fine ci
Commenta l’articolo su www.setweb.it
siamo fusi. Di mio c’è sicuramente la storia della catena, che fa parte delle mie fantasie. Il fatto che lui raccolga degli indizi e li tenga in un diario è una cosa che io facevo davvero da ragazzino, per questa particolarità del film siamo partiti proprio dai miei diari di bambino, che io tenevo conservati. Da lì l’idea di far fare le stesse cose ad un bambino con un personaggio fantastico”. Il secondo libro? “Il secondo libro è ambientato in un’isola mediterranea che potrebbe essere Ischia o Procida. E’ la storia di un gruppo di ragazzini che vive su quest’isola, nella quale tutti gli adulti sono stati sterminati in una notte, ma in realtà stanno vivendo un sogno e sono consapevoli di non trovarsi nella realtà. Loro non solo possono uccidere gli adulti, ma quelli che si avvicinano di più agli dei del sogno diventano immortali. La storia si sviluppa attraverso l’amicizia di due ragazzini, amici ma sono anche rivali in amore. Non saprei come definire questo libro, per me è un oggetto non identificato, di certo qualcuno troverà la collocazione giusta e la giusta etichetta per definirlo, speriamo solo sia una buona etichetta”. Credi che la fantasia infantile stia svanendo, che gli stimoli alla creatività per le generazioni a venire, per via del tutto-facilesubito, si stia esaurendo? “Questa è una cosa che ricordo dicevano a me da bambino, e l’ho sfatata. Penso solo che cambi il tipo di fantasia. La nostra non è uguale a quella della generazione precedente e non sarà uguale a quella della generazione dopo di noi. Sono sicuramente due gli elementi che non cambieranno mai: uno è il senso della meraviglia assoluta, per ogni singolo fenomeno della vita, quindi il senso del mistero che ci circonda. Poi c’è un secondo fenomeno, il mistero, che porta alla dematerializzazione degli oggetti e alla voglia di immaginare qualcosa che non c’è da qualcosa che in realtà esiste. Se un ragazzino vede un cancello, ma non vede ciò che c’è dietro, può immaginare dietro il cancello quello che vuole, la porta per un’isola fantastica, e questo apparteneva alla mia generazione, ma farà per forza parte anche di quella che verrà dopo”. © Riproduzione riservata
nota biografica nota biografica Giovanni De Feo nasce a Roma. Dall’età di sei anni disegna mappe e sogna di imbarcarsi su un bastimento di pirati sulle coste del Tirreno. Trascorre le sue vacanze di bambino nelle campagne campane. Proprio da quelle terre partono, inconsciamente, le ambientazioni del suo primo libro “Il Mangianomi”. L’incontro con Marco Chiarini lo porta a percorrere, tra sogno e realtà, la strada del cinema esordendo con il film “L’Uomo fiammifero”. Il libro ha un gran successo e diventa fonte per uno spettacolo di mimo che pubblico acclama lo scorso mese di giugno nella location del “Circolo degli Artisti” di Roma con l’attore mimo Enrico de Nicola e d’ispirazione per il fumettista della Marvel, Carmine Di Giandomenico. A breve riempirà di nuovo gli scaffali delle librerie, con il suo secondo libro edito da Fazi, dal titolo “L’isola dei Liombruni” del quale ci ha raccontato qualcosa in anteprima. Un artista che riesce a spaziare con grande passione ed efficacia tra i diversi campi dello spettacolo, riuscendo a sorprendere ogni volta.
Commenta l’articolo su www.setweb.it
29
1976-2011 : A oltre trent’anni dalla nascita delle prime emittenti libere va in onda sulle frequenze di Radio Set una rubrica dedicata a speaker e dj’s che hanno fatto la storia delle radio private.
scheda personale Nome e Cognome: Roberta Onirika Nato a: Trieste Età: 40 Segni particolari: niente di eclatante Professione: dj/Producer Curriculum Principali attività radiofoniche: Radio M2o, Radio Italia Network, Magma Web/FM, Tendance Radioshow. Principali live show: Prince, Sugar Cubes Afterhour, Peter Pan, Diabolika, Les Folies de Pigalle, Arte Dinamika, Muccassassina, Piper
DJ ONIRIKA
di Vincenzo Lombardi
30
Questo mese la nostra rubrica si tinge di rosa e vola sulle frequenze di Tendance Radioshow per incontrare un nome di spicco del mondo delle consolle. Nel settore ormai da quasi 20 anni, dj Onirika ha stabilito dei nuovi standards nel panorama musicale italiano. Si può indubbiamente considerare la dj donna italiana professionista più conosciuta all’estero. Un’autentica certezza nel campo dell’house e della conoscenza musicale. Come è nato il tuo amore per la consolle? “Sono stata una clubber della fine degli anni ‘80 e primi anni ‘90 ed investita dal fenomeno dell’underground e della musica elettronica mi sono avvicinata al mondo del djing grazie ad amici che già facevano quell’attività. Nei primi anni ’90 mi sono ‘rodata’ mettendo i dischi ai raves che organizzavamo nel Carso Triestino e progressivamente mi sono inserita nel settore, fino a fare diventare questa passione una vera e propria professione, che ormai svolgo da quasi 20 anni”. E’ stato difficile per una donna affermarsi in questo ambiente prettamente maschile? “Quando ho cominciato a fare questo lavoro le dj donna erano davvero poche. Ai tempi tutto si basava molto sulla professionalità e qualità. La bravura e la passione erano i fattori per i quali si veniva giudicati. Ciò ha fatto in modo che io riuscissi ad introdurmi in un settore prettamente maschile mettendo in evidenza qualità di questo tipo, piuttosto che altre e per questo sono sempre stata apprezzata”.
Quale è il tuo genere di riferimento? “Non amo molto definire i generi musicali, mi piace chiamarla elettronica, ci può essere dell’house, della techno, della trance. Ascolto la musica cercando di cogliere tutte le sue sfumature e quando scelgo un pezzo mi piace valutarlo senza limitarmi inserendolo in un genere preciso”. Sei esplosa in una stagione d’oro, gli anni 90. Quali elementi hanno caratterizzato maggiormente quel periodo? “Mi spiace per chi non l’ha vissuto, ma quelli son stati davvero gli anni migliori. Gli anni in cui i clubs erano bellissimi, colorati, con scenografie ed animazioni teatrali fantastiche. Il dj era ‘IL DJ’, professionista, carismatico, non per forza bello. Ai party ti sentivi un tutt’uno con la festa, il calore e l’atmosfera che si creavano avevano un’energia che oggi non c’è più. Era un vero show. Esserne stata partecipe ed artefice, perché no, di quegli anni è stato un privilegio per me”. Che cos’è oggi la discoteca? “Oggi la discoteca è puro consumismo, come tutto il resto. La club culture, che
forse c’è stata in Italia per un periodo, è andata completamente persa, distrutta dalla commercializzazione. Ovviamente c’è sempre chi lavora con serietà e si impegna per mantenere alto il livello”. Oggi, invece, la tecnologia ha invaso anche il vostro lavoro. Vantaggi e svantaggi. “Sono un’amante delle tecnologie e come tale apprezzo tutto ciò che è novità e sviluppo. L’avvento del digitale ha dirottato la tecnologia di questo settore verso una direzione decisamente interessante. I software, i controller e le consolle digitali sono sicuramente il futuro. Ne soffre però il mercato musicale, quello del supporto fisico, che riesce a stare al passo dei tempi con fatica grazie a coloro che ancora vedono la professione del dj nella maniera classica e portano avanti la tradizione del vinile, come me”. La Riviera Romagnola resta ancora la Capitale Italiana della notte? “Anche se le cose sono molto cambiate, la Riviera ha un background che non si cancella. Ci sono ancora i
grandi club che organizzano grandi eventi e tengono alta la bandiera”. Cosa pensi del format Tandance? “Amo molto mixare ed avere la possibilità di fare ascoltare la mia musica attraverso la radio è molto bello. E’ un ottimo format che ha saputo crearsi una grande rete in tutta Italia grazie alla qualità del progetto e dei contenuti, offerti sempre da artisti professionisti che amano il loro lavoro”. Un consiglio ai giovani aspiranti dj, in particolare alle donne. “Questo lavoro è ricco di divertimento, di espressione artistica e di un pizzico di trasgressività legato alla vita notturna, in un epoca in cui l’immagine è tutto. Non bisogna dimenticare che la professionalità e la qualità di ciò che si propone fa la differenza e che avere un buon background musicale è molto importante”. © Riproduzione riservata
i tuoi brani preferiti i tuoi brani preferiti 1) “Plastic Dreams” Jaydee 2) “Comfortably Numb” Pink Floyd 3) “Rain” The Cult
31
TANTI APPUNTAMENTI DI QUALITA’ NEL CARTELLONE DI MARZO di Alfonso Papa - musicaeterritori@setweb.it
foto archivio SET
foto archivio SET
Pa lc o
&Scena foto archivio SET
foto archivio SET
32
IL ROCK SHOW DI GRIGNANI, IL POP DI AMOROSO, RIVIECCIO E’… “IL PADRE DELLA SPOSA”
L
e prime note musicali del mese per la Campania sono quelle di una delle protagoniste dell’ultimo Festival di Sanremo. Il 4 marzo alla Fnac di Napoli arriva Giusy Ferreri. L’ex rivelazione di X-Factor attraverso uno storetour presenta al pubblico il nuovo albun di inediti “Il mio universo”. L”album contiene il brano “Il mare immenso”, con cui è stata protagonista recentemente all’Ariston. Un album ricco di illustri collaborazioni: Bungaro, Enrico Ruggeri e Luigi Schiavone, Francesco Bianconi, Roberto Casalino, Rudy Marra, Massimiliano Zanotti, Luca Rustici e Ania, Gennaro Cosmo Parlato, e quattro differenti produttori (Corrado Rustici, Luca Rustici, Simone Bertolotti e Marco Trentacoste). La stessa Ferreri ha firmato cinque dei tredici brani di questa seconda fatica da studio. Al termine del giro di presentazione dell’album Giusy Ferreri, accompagnata dalla band, partirà per una serie di concerti, nei teatri più importanti d’Italia. Il 14 Marzo arriva, invece, al Teatro Acacia il Romantico Rock Show Tour 2011, nuovo giro teatrale di Gianluca Grignani. Alla base di questo tour l’esplorazione, la sperimentazione, ma anche il continuo approfondimento della ricerca musicale, caratteristiche fondamentali di ogni esperienza artistica del cantautore. Grignani ha scelto, per questo tour, di presentare la sua musica in quadrifonia. Tecnica di diffusione del suono usata, per la prima volta, nella precedente tourneè che prevede il posizionamento delle casse non solo di fronte al pubblico ma anche alle sue spalle e che implica un bilanciamento in acustica che solo i teatri possono consentire. Lo spettacolo porrà, così, al centro dello show la musica, avvolgendo gli spettatori in un grande “abbraccio musicale” e creando una reale ed emozionante interazione tra palco e platea. Ad accompagnare sul palco Gianluca Grignani la sua band: Andrea Tripodi “testa fonica” (chitarre, tastiere e programmazione), esperto musicista, fidata spalla dell’autore da anni che ha collaborato con Gianluca anche agli arrangiamenti dell’ultimo album, Diego Scaffidi (batteria), Alessandro Parilli (basso) e Mattia Tedesco (chitarra). Altro appuntamento da non perdere è quello del 23 Marzo al Palapartenope di Napoli con Alessandra Amoroso. Lo spettacolo, curato per quanto riguarda la direzione musicale da Dado Parisini e per il disegno luci da Francesco De Cave, si avvale inoltre delle coreografie di Daniel Ezralow. La scaletta comprende, tra l’altro, tutti i singoli che hanno portato ai vertici delle classifiche i dischi di Alessandra Amoroso, come “Immobile”, “Stupida”, “Estranei a partire da ieri”, “Senza Nuvole”, “Arrivi tu”, “Il mondo in un secondo”, fino al più recente “Urlo e non mi senti”. Lo spettacolo prevede inoltre un’inedita parentesi acustica. Il mese di marzo si chiude poi con due icone della musica italiana d’autore. Il duo Dalla/De Gregori, che sarà di scena al Teatro Gesualdo di Avellino, ed i Pooh che calcheranno il palco del Teatro Augusteo. Dalla/De Gregori dopo il grande successo del Duemiladieci Work in Progress Tour ripropongono la seconda parte nei principali teatri italiani; oltre ai loro grandi successi eseguiranno alcuni brani inediti composti negli ultimi mesi come “Solo un gigolò”, “Gran Turismo”, “Non basta saper cantare”, oltre naturalmente a “Tutta la vita” il nuovo singolo attualmente in programmazione in tutte le emittenti italiane.
Roby Facchinetti, Dodi Battaglia e Red Canzian saranno i protagonisti di un palco “senza tempo”, circondati da una scenografia che riporta l’immaginario del pubblico a “quella terra priva di confini dove nasce la libertà” cantata in “Dove comincia il sole”. L’ennesima avventura di uno dei fenomeni più trasversali che la nostra storia musicale ricordi. Al Teatro Diana di Napoli proseguiranno fino al 27 marzo le repliche di “Astice al Veleno”, la nuova commedia con musiche di Vincenzo Salemme. L’ennesimo clamoroso successo per il commediografo napoletano. Dal 30 marzo in scena uno dei protagonisti per eccellenza delle stagioni teatrali. Gino Rivieccio presenterà nella sua città “Il padre della sposa”, un adattamento di Gustavo Verde, dell’omonimo film di Vincente Mannelli del 1950, dove capricci, gelosie e nonsense si intrecciano con ritmi frenetici e divertentissimi. A dividere la scena anche Corinne Clery e una compagnia di bravissimi interpreti per un divertimento assicurato con la regia di Marco Parodi. Gino Rivieccio vestirà i panni di Luigi, un avvocato penalista, sconvolto dalla notizia delle imminenti nozze della figlia. Dapprima riluttante e pronto a ridimensionare i preventivi, finisce col cedere purché la festa sia memorabile e sua figlia felice. Tra gioie sincere ed un filo di malinconia Luigi organizza l’evento senza risparmiarsi, ma quando è il momento della luna di miele le penserà tutte pur di non vedere perdere la sua amata bambina. Un vero evento nel musical è rappresentato da “Flashdance”, ispirato al famosissimo film del 1983, spettacolo-culto degli anni ‘80, che insegna a usare la passione per cambiare la propria vita. Flashdance racconta la storia di Alex, una ragazza forte ed emancipata nata, suo malgrado, dalla “parte sbagliata della strada”, che cerca di realizzarsi, motivata dal grande amore per la danza: lavora come operaia di giorno e come ballerina di lap dance di notte, per realizzare il suo sogno: guadagnarsi un posto presso la prestigiosa Accademia di Danza Shipley. Da 25 anni Flashdance fa ballare tutto il mondo sulle note della canzone premio Oscar “Flashdance - What a Feeling”, e delle altre, “Maniac”, “Manhunt”, “Gloria”, che hanno segnato gli anni ‘80 e che ormai sono diventate hit immortali. Il regista supervisore del musical è l’americano Glenn Casale, mentre Federico Bellone è il regista, e le coreografie sono di Gale Davies. La nuova versione del musical sarà in scena dal 17 al 27 marzo al Teatro Augusteo di Napoli. Al Teatro Comunale di Caserta, infine, Anna Valle è protagonista della commedia “Confidenze troppo intime”, per la regia di Piergiorgio Piccoli. L’attrice di tante fiction di successo vestirà i panni della triste e misteriosa Anna, involontariamente si infila nello studio del depresso consulente finanziario William convinta di essere entrata nello studio di uno psichiatra e inizia a raccontargli i suoi segreti più intimi, i suoi problemi sessuali, le sue pulsioni erotiche. Non avendo il coraggio di rivelarle la sua vera identità, eccitato e colpito dalle confidenze di Anna, William ascolterà incredulo quelle confessioni e così, nei giorni successivi, seguono altri appuntamenti. Ne nasce un rapporto ambiguo e sempre più intenso. Un intreccio geometrico e comicamente pungente in cui tutti nascondono qualcosa e si affidano agli errori e agli equivoci per fare emergere i sentimenti più veri. © Riproduzione riservata
33
a cura di
rubrica a cura di Gaetano Ippolito
UNA TERRA, LA CAMPANIA, RACCONTATA ATTRAVERSO TRADIZIONI, LINGUAGGI, RITI CIVILI E PAGANI, MA SOPRATTUTTO ATTRAVERSO UN EFFICACE LINGUAGGIO MUSICALE DI DANZA E TEATRO. UN VIAGGIO – SPETTACOLO ATTRAVERSO LA CULTURA POPOLARE MEDITERRANEA.
LUCA ROSSI: “CON “MAMMA TAMMORRA” CLASSICO E MODERNO SI FONDONO SULLA SCENA”
C
aserta, non solo terra di clan, malavita e malaffare. Caserta soprattutto terra di artisti, di cultura, di giovani talenti. Incontriamo questo mese Luca Rossi, appena ventisette anni, reduce dal successo dello spettacolo “Il raccontaio” diventato anche un libro. Luca è attualmente in giro per l’Italia con un nuovo spettacolo: “Mamma Tammorra”. Un viaggio antropologico diritto nel cuore della tradizione popolare campana. E’ uno spettacolo che nasce dalla necessità di raccontare e rendere attuale l’antica cultura popolare Campana, attraverso un uso efficace del linguaggio musicale e del teatro-danza. La Tammorra come icona del ventre materno. Perché la Tammorra da millenni accompagna la voce del popolo campano, protagonista e sostegno dei rituali collettivi legati alla festa ed alla devozione. Un tamburo a cornice diffuso
34
in moltissime culture del Mediterraneo. Attraverso il “concetto della Madre” come origine ed il tamburo come mezzo di comunione tra i popoli. “Mamma Tammorra” vuole rappresentare un viaggio ideale nella cultura popolare mediterranea mediante l’interpretazione in chiave coreutico-musicale dell’originale repertorio tradizionale. Il nuovo spettacolo di Luca Rossi evoca le sonorità mediterranee unite a ritmi urbani della musica moderna, alla ricerca di un interessante connubio di word music e word dance. L’identità resta fortemente radicata nella cultura autoctona campana, quella dei canti devozionali, delle serenate d’amore e delle danze di derivazione estatica. Uno spettacolo dall’atmosfera coinvolgente e affascinante, dove il ritmo dei tamburi, le voci ammalianti e la musica ipnotica entusiasmano sin dall’inizio lo spettatore più esigente.
“Mamma Tammorra è uno spetta- Come è nato lo spetcolo che nasce dal desiderio di una tacolo Mamma Tammorra? LO SPETTACOLO NASCE comunione multi-culturale, un’i“Mamma Tammorra – spiega COME UN’IDEA SINGOLARE deale dialogo alla ricerca di eleLuca Rossi – nasce come un’idea E BEN DEFINITA. E’ UN menti che mostrino le somiglianze singolare e ben definita. E’ un picPICCOLO RIASSUNTO tra culture diverse, evitando però colo riassunto espresso in chiave ESPRESSO IN CHIAVE l’appiattimento, nel rispetto e nella coreutico-musicale di un’antica COREUTICO-MUSICALE comprensione delle differenze parcultura che, ancora oggi in CamDI UN’ ANTICA CULTURA, ticolari. L’esigenza è stata quella pania, si tramanda oralmente. CHE ANCORA OGGI IN di attualizzare e contestualizzare “La Tammorra s’abboffa e se CAMPANIA, SI TRAMANDA una parte della musica tradiziosboffa comm’ ‘a panza ‘e na femORALMENTE. nale campana con linguaggi comena”. Un detto che nasce a cauUNO STRUMENTO CHE reutici e musicali provenienti da sa dell’umidità presente nell’aria. diverse aree del mediterraneo e di La pelle tesa sul cerchio di legno, ACCOGLIE LE DIFFERENZE E altri presi in prestito dalla musica tende a restringersi o a dilatarsi, LE AVVOLGE NEL BATTITO moderna. Tutto questo è stato reso proprio come si comporta il ventre AUTENTICO E PRIMORDIALE possibile solo grazie alla collaboragravido di una donna. La tamzione ed alla dedizione di un team morra è uno strumento antico, profondamente legato ai rituali collettivi della festa di bravissimi musicisti, grazie all’incredibile voce di Loredana Carannante e al fortunatissimo incontro ed in particolar modo a quella devozione popolare ofcon la danzatrice e coreografa italo-sudanese Ashai ferta al culto della Vergine Maria. La tammorra è un Lombardo Arop. I tamburi del Magrheb, la fisarmotamburo a cornice diffusissimo, con nomi diversi, in nica balcanica, la danza dei dervishi, il contrabbasmolte culture del Mediterraneo. Uno strumento che, come fa una madre con i figli, simbolicamente acco- so e la batteria del jazz, si trasformano in “tammurriate” e prestano la voce ad antiche serenate d’aglie le differenze e le avvolge nel battito autentico more, in una sorta di simbolico carnevale musicato, e primordiale, in totale assenza di sovrastruttura e danzato e recitato. Quel Carnevale che con “Cicchipregiudizio”. nella” diviene il fulcro dello spettacolo. In superficie, - Nello spettacolo c’è un personaggio che tu hai definito l’essenza di “Mamma Tammor- “Mamma Tammorra” potrebbe essere lo specchio di ra”. Parliamo de la signora “Cicchinella”. Chi è? come si presenta una grande città moderna con le sue contraddizioni, i ritmi urbani e i colori meticci “Francesca di Giovanni, detta “Cicchinella” è un’ ex raccoglitrice di canapa, nata e vissuta a Marcianise, della metropoli, ma nell’essenza conserva e ripropone simboli antichissimi ed archetipi universalmente in provincia di Caserta. Una donna, una “cantatririconoscibili”. ce”, che conserva e tramanda un sapere antico di - Nelle librerie sei presente con il tuo ligrandissimo valore. Negli anni settanta fu intervibro. Cos’è “Il Raccontaio”? stata dal maestro Roberto de Simone in merito al “E’ un doppio libricino sull’inversione delle parti, lavoro svolto sui riti legati alle celebrazioni del Carnevale in Campania. Quell’incontro con de Simone edito da editrice Zona, diventato successivamente uno spettacolo dal vivo. E’ il punto di vista dell’altro fu in seguito trascritto nell’opera magistrale di Anrispetto a noi. E’ la storia dei deboli, di quelli che nabella Rossi intitolata: “Carnevale se chiammava Vicienzo”. Ancora oggi la signora Cicchinella, nel vengono sfruttati e poco riconosciuti. “Il Raccontagiorno precedente al mercoledì delle ceneri, celebra io” è un “uomo” che parla con gli Oggetti, con gli Animali e raccoglie un po’ a Marcianise il pianto rile loro riflessioni. E’ uno tuale in occasione della spettacolo – sottolinea “Morte di Carnevale”. Luca Rossi – che mi piaCon la sua voce antica ce tantissimo rappresencanta un lamento intentare perché mi diverte, sissimo e lacerante, che risento una partecipaziotualizza morte e rinascita, ne particolare. Indosso sancisce il passaggio tra le maschere, mi camuffo abbondanza (Carnevale) e mi trasformo in questi e privazione (quaresima), mille personaggi suggeriperpetuando una funzione ti dalla fantasia: Totore sacerdotale importantissil’ex piccione viaggiatore, ma per la comunità locale Battista il water profese di grande interesse culsionista, la Sedia della turale per la ricerca”. cucina, L’alieno ecologista. E’ uno spettacolo che - “Mamma Tammorra” è uno spettacolo vorrebbe disperatamente essere comico, ma difficilsulle tradizioni popolari più antiche. Quasi un mente risulta esserlo. Alla fine restano le riflessioni viaggio antropologico alla scoperta delle proprie più che le risate”. radici culturali. Eppure è uno spettacolo incredibilmente moderno. Come sei riuscito a coniu- Info: www.mammatammorra.it gare questi due aspetti? © Riproduzione riservata
35
Viaggiare per scoprire, conoscere, sognare, tornare indietro nel tempo alla scoperta di antiche civiltà oppure farsi travolgere dalle frenetiche e multietniche metropoli per poi essere gli unici protagonisti di paradisi lontani ed incontaminati . Con Set Viaggi consigli e proposte, tutto il necessario per un viaggio indimenticabile ! di Loredana Tortora loredana@setweb.it
Già dai tempi più lontani, la Florida per molti ha rappresentato il sogno di una vita migliore: dagli Indiani Creek in fuga dagli Inglesi; agli Spagnoli e Greci alla ricerca di una nuova vita; ai tanti rifugiati cubani desiderosi di libertà politiche ed infine i tanti turisti alla ricerca del clima mite di questo Stato tutto da scoprire.
“The Sunshine State” lo stato del sole la FLORIDA
Il nome alla Florida fu dato da uno dei primi esploratori spagnoli, l’avventuriero Juan Ponce de León nel 1513. Durante il mese di aprile, Ponce de Leon raggiunse la riva sulla costa nordorientale della Florida, l’area fu denominata “La Florida”, in onore della Pasqua Florida, la festa dei fiori, celebrazione pasquale spagnola. Quando si dice Florida inevitabilmente le prime immagini che ci vengono in mente sono le spiagge di Miami, con il suo lungomare dove si affacciano i tanti hotels e locali, e Orlando, città dove la parola d’ordine è il divertimento e la spensieratezza. Miami anzi per essere precisi Miami Beach, è la zona dove si concentrano la maggior parte delle strutture alberghiere, zona molto conosciuta dai nottambuli invece è “Art Decò District”, qui infatti ci sono i più famosi locali ed i tanti edifici in stile anni ’30. Se invece all’improvviso vi ritrovate in una zona di Miami dove si parla solo in spagnolo e le note musicali di “Salsa e Merengue” vi avvolgono, niente paura siete nel quartiere di “Little Havana”, dove risiede la maggior parte della popolazione cubana che vive a Miami. Da Miami è possibile effettuare l’escursione al Parco Nazionale delle Everglades,. Le Everglades si estendono dal Lago Okeechobee a nord, alla Baia di Florida a sud. Qui è possibile la navigazione sulle scure acque, profonde non più di un metro, “volando” su canne e vegetazione palustre con un “Airboat”, la caratteristica imbarcazione a fondo piatto con le grandi
36
informazioni utili eliche esterne simili a grossi ventilatori. L’ecosistema generatosi all’interno delle Everglades è davvero unico, ed è composto da una vasta distesa di piante subtropicali popolate da una fauna ricchissima, comprendente svariate specie in via d’estinzione, tra cui coccodrilli americani, delfini tursiopi, lamantini, aironi bianchi, aquile reali e falchi pescatori. Per quanto riguarda la vegetazione, si segnala la presenza di mangrovie, cipressi. Il Regno del divertimento e della fantasia è sicuramente Orlando, il cuore pulsante del turismo della Florida, e lega la sua fama a quella dei parchi a tema situati nelle sue vicinanze. In effetti sembra che i parchi abbiano permeato ogni angolo, e raggiunto con i loro enormi tentacoli gli alberghi ed i ristoranti di tutta la città. Se vogliamo è tutta colpa di Walt Disney, dato che l’incredibile successo del Magic Kingdom ha fatto sì che nella zona sorgesse tutta una serie di attrazioni ispirate a Disney, tanto che oggi è possibile trascorrere un’intera settimana ad Orlando visitando ogni giorno un parco giochi a tema diverso, come Epcot Centre, Animal Kingdom, oltre ai parchi della Disney è possibile immergersi anche nell’atmosfera cinematografica dell’Universal Orlando Resort, che comprende anche tre alberghi ed un quartiere dei divertimenti. Nei due complessi della Universal la parola d’ordine è azione: gli Universal Studios Florida, pervasi da un’atmosfera hollywoodiana, oltre ad essere un’area ricreativa sono anche e soprattutto un vero e proprio set cinematografico, all’interno del quale non si può non provare il Back to the future, un’attrazione che simula un viaggio a bordo della macchina del tempo; le Islands of Adventure, che faranno la gioia di tutti coloro che amano le montagne russe, sono per l’appunto cinque “isole”, la Marvel Super Hero Island, incentrata sulle avventure di Spider Man, Jurassic Park, il Continente Perduto, la Toom Lagoon e il Seuss Landing, con queste ultime due che risultano particolarmente adatte ai bambini. Un altro conosciutissimo parco è il SeaWorld, nato dall’abbinamento tra animali marini e attrazioni mozzafiato, dove si può ammirare l’orca Shamu e fare un giro sul Kraken, un ottovolante quasi completamente aperto. Sempre nel medesimo complesso si trova anche Journey to Atlantis, “Viaggio in Atlantide”, una sorta di montagna russa sull’acqua in cui si precipita in verticale da un’altezza di 18 metri.
• CLIMA Il periodo ideale per visitare Miami è tra dicembre e maggio, quando le temperature medie si aggirano intorno ai 15-30 °C e le precipitazioni piovose sono scarse. L’estate è molto calda e umida, con quotidiani temporali pomeridiani. Giugno è il mese più piovoso, agosto quello più caldo • VIAGGIO Miami ha due aeroporti: il Miami International Airport (MIA) e il Fort Lauderdale/Hollywood International Airport (FLL), le ore di volo sono circa 8, dall’Italia sono diverse le compagnie che effettuano voli diretti per Miami. • FUSORARIO - 6 ore • DOCUMENTI A partire dal 12 gennaio 2009 coloro i quali intendono recarsi negli Stati Uniti usufruendo del Visa Waiver Program, che consente di viaggiare senza il visto, (VWP - Visa Waiver Program), dovranno richiedere un’autorizzazione al viaggio elettronica, (ESTA -Electronic System for Travel Authorization) prima di salire a bordo del mezzo di trasporto, aereo o navale, in rotta verso gli Stati Uniti.
37
L’arte
in mostra
arte di Marica Crisci
“Il marmo è come l’uomo, prima di intraprendere qualcosa, devi conoscerlo bene e sapere tutto ciò che ha dentro. Così, se in te ci sono delle bolle d’aria, Michelangelo Buonarroti io sto sciupando il mio tempo.“
L’ANIMA DELLA MATERIA U
na delle personalità più complesse, ma anche una delle figure più complete nella storia dell’arte è Michelangelo Buonarroti (1475 1564). Architetto, pittore, sculture e poeta, ha lasciato al nostro Paese un enorme patrimonio artistico. La sua attività artistica si sviluppa in concomitanza con quella di Leonardo da Vinci, tanto da entrare in competizione l’uno con l’altro. Ma se Leonardo è stato definito dagli storici “divino”, Michelangelo è “divinissimo”. Infatti egli non si limitava solo a rappresentare l’uomo nella sua perfezione anatomica, ma anche nell’animo, tanto che le sue opere vivono, respirano.
38
Parlare di Michelangelo è davvero un’impresa e non basterebbero certo due pagine, ma per questo mese mi dedico alla figura di Michelangelo architetto. È infatti in corso a Milano, presso il Castello Sforzesco (11 Febbraio 2011 – 8 Maggio 2011) una mostra dedicata al “genio architetto”. Una serie di bozzetti raccontano la sua carriera di architetto, affiancati da immagini 3D che ricostruiscono i suoi grandi progetti. Michelangelo ha vissuto la sua vita tra Firenze e Roma, desiderato dai più grandi pontefici e nobili del secolo. Ha aderito a numerosi progetti come quello del completamento della facciata della Basilica di
San Lorenzo, che però non fu mai portato a termine. Nel 1520 Giulio de’ Medici lo incarica per la realizzazione della Cappella medicea (documentata nella mostra da ben 18 disegni). Ma il periodo più intenso è stato sicuramente quello romano, dove viene chiamato per completare quasi tutte le opere architettoniche. Dalla realizzazione della chiesa di San Giovanni dei Fiorentini alle Terme di Diocleziano; dalla sistemazione del Campidoglio alla direzione dei lavori di San Pietro. Per Michelangelo sia la scultura che l’architettura erano un impegno culturale più che manuale e l’opera era presente nella mente dell’artista già prima di cominciare. Gli bastava scegliere solo il blocco di marmo giusto all’interno del quale era contenuta la sua idea. Quale opera migliore può farci comprendere la sua filosofia se non la “Tomba di Giulio II” (1505 - 1543). Si tratta di un complesso monumentale di circa 10 metri di profondità per 7 di larghezza, arricchito dalla presenza di ben oltre quaranta statue. Dopo i primi entusiasmi da parte del pontefice per lo straordinario progetto, iniziarono tra i due dei contrasti che portarono Michelangelo a lasciare Roma per far ritorno a Firenze. Il progetto e la realizzazione del monumento funebre vennero così messi da parte per un lungo periodo. Il progetto finale vede quindi la realizzazione di un’opera molto più piccola e con la presenza di solo sette sculture di cui la più importante e sicuramente realizzata da lui è il “Mosè” (1513 - 1515), mentre le altre vengono attribuite a discepoli della sua scuola. Un’opera scultorea perfetta come si può osservare dalla disposizione per contrapposti (il braccio con il ginocchio, la spalla con il piede) che esprime il senso morale del personaggio stesso. Artista completo in tutti i campi e sotto tutti gli aspetti umani, sensibile ed emotivo, unico in tutta la storia dell’arte. © Riproduzione riservata sopra: Ritratto di Michelangelo - Jacopino Del Conte pagina a sinistra: Progetto per la tomba di Papa Giulio II
curiosità: Scelse personalmente i blocchi di marmo presso le cave di Carrara, dai quali trarre il mausoleo per il Papa Giulio II; Dopo aver terminato il Mosè, pare che Michelangelo lo abbia osservato dicendogli: “Perchè mi guardi e non parli?“ dandogli una martellata sul ginocchio.
sotto: Facciata di San Lorenzo (1518) Piazza del Campidoglio - Etienne Dupèrac Il Mosè - Tomba di Papa Giulio II
Mostra in corso presso il “Castello Sforzesco” Milano dall’11 Febbraio all’8 Maggio 2011
39
AL CINEMA E’ GIA’ ARIA DI PRIMAVERA CON TANTE PROPOSTE INTERESSANTI
LE INDAGINI IN CARNE ED OSSA DI DYLAN DOG TONI SERVILLO, UN “GIOIELLINO” SUL CRAC PARMALAT Cast da cinepanettone per le zingarate di “Amici Miei” ambientate nel ‘400
C
I VANZINA, 26 ANNI DOPO. ULTIMA SFILATA PER “SOTTO IL VESTITO NIENTE” Dopo oltre venticinque anni Carlo Vanzina torna, è il caso di dirlo, sul luogo del delitto. Nel 1985 “Sotto il vestito niente” rappresentò una sorta di novità, un caso isolato in una filmografia fatta di commedie e comicità popolare. Ora con “Sotto il vestito niente – L’ultima sfilata”, Carlo ed Enrico tornano a parlare del dietro le quinte della moda milanese tra intrighi di sesso, cocaina e sangue. Il film inizia con il defilé del famoso stilista Federico Marinoni (Richard E. Grant) e con il pubblico che va in visibilio per Alexandra (Alexandra Burman), la splendida top model legata da anni alla griffe del grande sarto. Per lei quella sfilata sarà una consacrazione ma purtroppo anche l’ultima! Poche ore dopo, Alexandra viene travolta da un pirata della strada che dopo averla uccisa scappa via senza soccorrerla, dileguandosi nella notte. A indagare sul caso è l’ispettore Vincenzo Malerba (Francesco Montanari). A lui la storia dell’incidente non convince. È sicuro che dietro alla morte di Alexandra ci sia una mano assassina. Appena inizierà le indagini la sua tesi sarà subito confermata da una serie di omicidi efferati. Nel cast anche Vanessa Hessler.
40
on la primavera alle porte le proposte cinematografiche continuano a fiorire e anche marzo si presenta come un mese davvero interessante. Film d’autore, commedia e grandi titoli americani tra gli ingredienti principali del cartellone che vede come protagonista assoluto Dylan Dog, evento annunciato della stagione con un lungometraggio molto atteso non solo dai fans dall’investigatore creato da Tiziano Sclavi. Un personaggio diventato in poco tempo un fumetto – cult ed ora al centro della pellicola diretta da Kevin Munroe, costata anni di riprese ed effetti speciali. Sarà Brandon Routh a davre volto e corpo ad un Dylan Dog scanzonato e impavido che stufo di zombie e vampiri ha scelto di andare in pensione anticipatamente. Ma il lavoro del detective del mistero non è davvero mai finito e quindi è costretto a tornare in azione per decifrare le iscrizioni ritrovate su un manufatto antico che ha il potere di annientare l’umanità. Scene spettacolari e coinvolgimento assicurato. In Italia, invece, si riforma la coppia che qualche anno fa trionfò ovunque con il film “La ragazza del lago”. Andrea Malaioli torna a dirigere Toni Servillo ne “Il gioiellino”, che vede anche Remo Girone tra i protagonisti. Un film che narra una vicenda molto simile a quella del crac Parmalat. L’ascesa e il declino di una grande azienda del ramo agro alimentare portata avanti da un management inadeguato ad affrontare le sfide che il mercato richiede. Il gruppo finirà con l’indebitarsi. Non basterà, infatti, falsificare i bilanci, gonfiare le vendite, chiedere appoggio ai politici, accollare il rischio sui risparmiatori attraverso operazioni di finanza creativa sempre più ardite. Una grande voragine finirà per inghiottire tutto. Cast da cinepanettone, invece, per un titolo storico della nostra commedia. Un’operazione che tante polemiche ha suscitato
www.setweb.it
tra gli estimatori della magistrale pellicola di Mario Monicelli. “Amici Miei – Come tutto ebbe inizio”, ritorna nella scanzonata versione diretta da Neri Parenti ed ambientata nella Firenze di fine ‘400 alla corte di Lorenzo Dè Medici. Duccio, Cecco, Jacopo, Manfredo e Filippo sono protagonisti di scherzi e vicende vissute nell’intento di prolungare lo stato felice della giovinezza e fuggire dalle responsabilità della vita adulta. Neanche la peste li fa desistere dalle loro “zingarate”. Anzi quella drammatica situazione pare la più fertile per agire liberi ed indisturbati e dare seguito ai loro scherzi. Una città rinchiusa e spaventata è infatti l’ideale per far cadere dei malcapitati nelle beffe ordite dai cinque amici per esorcizzare la paura della morte con la vita. Cast popolarissimo con Christian De Sica, Massimo Ghini, Giorgio Panariello, Paolo Hendel, Michele Placido, Massimo Ceccherini, Alessandro Benvenuti. Cinema italiano che tenterà di restare sull’onda dei grandi successi con altri due titoli. In “Nessuno mi può giudicare”, Massimiliano Bruno dirige Paola Cortellesi, Raoul Bova e Rocco Papaleo in una commedia degli equivoci che ha come sfondo la vita di periferia. Tutto ruota intorno ad Alice, ricca ed elegante donna romana, che dopo l’improvvisa morte del marito è costretta a guadagnare denaro facendo l’escort. Giulio, gestore di un internet point, avrà la fortuna-sfortuna di incontrarla. Di inequivocabile richiamo anche il cast di “Tutti a mare”, commedia corale di Matteo Cerami parente stretta de “Il Casotto”, di Sergio Citti datato 1977. Un chioschetto balneare del litorale romano è la vetrina per ammirare una tipica giornata sulla spiaggia di tanti personaggi. Una simpatica fotografia dell’Italia popolare di oggi con Gigi Proietti, Marco Giallini, Ambra Angiolini, Anna Bonaiuto e Libero Di Rienzo.
FACEBOOK: unisciti a SETWEB.IT
A t t e s i s s i m i Tutti al mare
Street Dance 3D
Genere: Commedia Nazione: Italia Regia: Matteo Cerami Cast: SMarco Giallini, Gigi Proietti, Ilaria Occhini, Anna Bonaiuto, Libero De Rienzo, rancesco Montanari... Uscita: 25.03.2011
Genere: Drammatico Nazione: Regno Unito Regia: Max Giwa, Dania Pasquini Cast: JCharlotte Rampling, Rachel McDowall, Nichola Burley, Jeremy Sheffield... Uscita: 16.03.2011
Amici miei - Come tutto ebbe inizio
Dylan Dog il film Nazione: U.S.A Genere: Thriller Regia: Kevin Munroe Cast: Brandon Routh, Sam Huntington, Anita Briem, Taye Diggs, Peter Stormare, Brian Steele, Kurt Angle, Randal Reeder, Marco St. John Data di uscita: 16 Marzo 2011 Trama: Finalmente arrivano sul grande schermo le avventure di Dylan Dog, l’investigatore del soprannaturale creato da Tiziano Sclavi nel 1986 e diventato il secondo fumetto più venduto in Italia dopo Topolino. Brandon Routh (Superman Returns) è un Dylan Dog scanzonato e impavido che, stufo di zombie e vampiri, ha scelto di andare in pensione anticipatamente. Ma il lavoro del detective del mistero non è davvero mai finito...
I ragazzi stanno bene
Genere: Commedia Nazione: Italia Regia: Neri Parenti Cast : Christian De Sica, Michele Placido, Massimo Ghini, Massimo Ceccherini, Giorgio Panariello... Uscita: 18.03.2011
Genere: Commedia, Nazione: U.S.A Regia: Lisa CholodenkoCast: Julianne Moore, Annette Bening, Mark Ruffalo, Mia Wasikowska, Josh Hutcherson... Uscita: 11.03.2011
Nessuno mi può giudicare
La vita Facile
Il gioiellino
Beyond
Genere: Commedia Nazione: Italia Regia: Massimiliano Bruno Cast: Paola Cortellesi, Raoul Bova, Rocco Papaleo, Dario Cassini, Anna Foglietta... Uscita: 16.03.2011
Genere: Drammatico Nazione: Italia, Francia Regia: Andrea Molaioli Cast: Toni Servillo, Sarah Felberbaum, Remo Girone, Walter DeForest... Uscita: 04.03.2011
Genere: Drammatico Nazione: Italia Regia: Lucio Pellegrini Cast: Stefano Accorsi, Vittoria Puccini, Pierfrancesco Favino... Uscita: 04.03.2011
Genere: Drammatico Nazione: Svezia Regia: Pernilla August Cast: Noomi Rapace, Ola Rapace, Outi Mäenpää, Ville Virtanen, Tehilla Blad... Uscita: 16.03.2011
L’Italia, nonostante gli Oscar, conquista il mese di febbraio. Incassi top per le nostre commedie. “Qualunquemente” supera di 16 milioni, “Femmine contro maschi” i 10, “Immaturi” i 14. Discreta (ma non eccellente) la partenza di “Manuale d’Amore” (3 ml). DVD d’autore con l’ultimo film di Pupi Avati. “Una sconfinata giovinezza”: struggente storia intensamente interpretata da Fabrizio Bentivoglio e Francesca Neri.
41
42
eventi a cura di Alfonso Papa
Eventi, mostre e appuntamenti da segnare in agenda
ilnostroconsiglio
ARTE CLASSICA E CONTEMPORANEA TRA GLI APPUNTAMENTI DI QUESTO MESE
AL MUSEO ARCHEOLOGICO C’E’ IL “CRISTO RIVELATO”. IL CAM RIPERCORRE MEZZO SECOLO DI NAPOLI CONTINUA IL NOSTRO CONCORSO SUL WEB. VINCI CON ETES IL NUOVO SPETTACOLO DI BIAGIO IZZO!! Arte e dolcezza tra i protagonisti degli eventi in programma. Ci si avvicina alla primavera con un carico di appuntamenti da seguire in Campania. Si parte con la magia del Cristo Rivelato di Felice Tagliaferri. Una scultura che nasce con una storia speciale. Sua fonte di ispirazione è infatti il Cristo Velato di Giuseppe Sanmartino, capolavoro custodito nella Cappella Sansevero di Napoli, che fu impedito di vedere a suo modo, cioè con le mani, allo scultore Felice Tagliaferri, cieco dall’età di 14 anni. una scultura tattile dal doppio significato, “velato per la seconda volta” e “svelato ai non vedenti”, che possono leggere la pietra toccandola con le mani. La scultura è realizzata a partire da un blocco di marmo sbozzato da artigiani con la supervisione dell’artista, che l’ha portata a compimento tra il 2009 e la fine del 2010. L’opera sarà in
esposizione fino al 13 marzo al Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Fino al 30 marzo il CAM (Museo d’Arte Contemporanea di Casoria), ospita “Saluti da Napoli”, una mostra realizzata da sessanta artisti napoletani che ripercorrono mezzo secolo di storia ed immagini simbolo della città partenopea. Una riflessione sul contesto sociale in cui hanno operato, ed operano, gli artisti napoletani. Mezzo secolo di eccellenze e drammi, un patchwork di fattori ambientali affiancato dalle rappresentazioni banali delle tragedie, segnano la storia e la contemporaneità di Napoli. La pizza come la Camorra, Maradona come la spazzatura, la guerriglia urbana come le strade dei presepi, il centro direzionale come il colera: contrasti e luoghi comuni che sono l’immagine stereotipata di una città. © Riproduzione riservata
E’ Biagio Izzo con il suo nuovissimo spettacolo il protagonista del nostro concorso. “Guardami Guardami” e la nuova divertentissima commedia dell’attore partenopeo che sarà affiancato da tanti ottimi attori (Teresa Del Vecchio, Gino Cogliandro e Francesco Procopio su tutti) e da quattro splendide ballerine. La commedia sarà in scena al Teatro Gesualdo di Avellino il prossimo 26-27 marzo. La regia è affidata a Claudio Insegno, le musiche a Paolo Belli. “Guardami Guardami” è dunque l’evento protagonista del nostro concorso questo mese. A partire da venerdì 11 marzo siete tutti invitati sul nostro sito (www.setweb.it) per partecipare al gioco. Sarà la data in cui partiranno le nuove domande che vi potranno far vincere due biglietti esclusivi. Basterà inviare una semplice mail con la risposta esatta per entrare nella classifica generale (che si basa su un complessivo di cinque domande, una al giorno). Al termine dei quesiti chi avrà totalizzato il maggior punteggio, potrà passare alla cassa, ritirare i suoi biglietti e volare a teatro grazie a SET ed ETES. Appuntamento, dunque, dall’11 marzo: su www. setweb.it, all’interno della pagina VINCI IL TEATRO CON SET.
43
44
DIVENTA PROTAGONISTA! Aiutaci ad arricchire la pagina dai giochi! Ti aspettiamo sul nostro facebook (setweb.it) dove puoi suggerire un gioco, un indovinello, una vignetta o qualsiasi contributo divertente da inserire in questa rubrica.
tempo libero
BARZELLETTE
SUDOKU
Durante una lezione, il professore fa una domanda ad un alunno: - Sai qual è la risposta più pronunciata dai ragazzi? L’alunno: - Boh... non lo so! E il professore: - Esatto!
Il professore chiede all’alunno interrogato: - Cos’è l’H2-SO4? - Hmmm... io... io... ce l’ho sulla punta della lingua... - E allora sputalo imbecille che è acido solforico!
Un ingegnere neo laureato al Poli di Milano viene assunto in una grande ditta. Il primo giorno si presenta al lavoro vestito da ingegnere (giacca, cravatta, valigetta 24 ore, HP nel taschino) e si presenta al suo capo reparto. Quando questi lo vede, gli mette una scopa in mano e gli dice: - Cominci a spazzare il pavimento, quando avrà finito passi lo spazzolone e tiri l’acqua. Tornerò questa sera a vedere se ha fatto un buon lavoro! - Come dice, scusi, lei vuole che io pulisca il pavimento?!? - Certo. Guardi, è facile: passa la scopa da destra a sinistra e viceversa, cercando di pulire e di fare meno polvere possibile... Al che, spazientito, il neo assunto replica: - Ma guardi che io sono un ingegnere, non posso fare questo lavoro! Il capo reparto resta un attimo imbarazzato, poi dice: - Ha ragione, mi scusi, avrei dovuto capirlo dall’abbigliamento. Lei cominci a prendere in mano la scopa, io sbrigo una faccenda e poi arrivo a spiegarle come si fa! Sceodno una rcrecia sovtla in una uvinisertà iatilana, non ha ipmotrzana in qalue odrnie le ltetree snoo dsioptse in una proala l’ucina csoa ipmotratne è che la pmira e l’utlmia ltereta sanio al psoto gustio. Il rseto può esrese una talote cnfosounie ed esrese acnroa cmpolteanemte cmprosneilibe. Qeutso prehcé non lgegamio ongi sniolga ltertea ma la praloa nlela sua itnezreza. Czazo!
INDOVINELLO Ha le braccia ma non le mani, ha il collo ma non la testa.....cos’è?
La camicia.
45
oroscopo 2011 Marzo
d e, l’am occupa nel tu , o or L’am entalism ua mente nimano i t ti a esto è n e sentim e nella im r ent . Qu d’ono I buoni s di marzo m di pia. i cuore e le nott allo stelliu propizia. i giorn ile grazie a Venere telletto, in e due possib el segno ta dell’ e le di n neti rio, pian ecceziona vento più u e Merc na sosta no. Ma l’ o dall’art u g farà el tuo se ppresenta n a mesi cativo è r bato 12). a signifi Urano (s i rivo d
al 22
ne
ione
tario
sagit
scorp
cia
bilan
ario
corno
m n a che zo og te e. L’a A mar iale per t e mondan i sono per o c s e r p le a s v ia i l’aiut o c d n o o s n in r o a s Il a it e una v nte riesce ere bene oli ciechi. e e ic iv e v v m r a li r ia u a e g n u olo p te , viag event lo stimglierti da omunicare ampiamen e h o c per t ogno di ora viene egno anc s s is tuo b re libero, enere nel sideri: ma e e e di ess to. Con V o i tuoi d complicità li a d o appag e è secon lla mente, nano in ru r l’amo pertura de ti imprigio i a sima e che ma li. n passio n congenia o a te n
0/03 ci 2 al 2 egno dei Pmebs ro 0 / 9 1 s go il s e o dal t t tt
i pesc
sa 8/02 ualco 1 al 1porta con sé qamicizie, 0 / 0 2 o ore, le contidal i giorn
acqu
capri
46
9
vergi
ro
/01
al 19
punta i Terra o di reclama n g e s i e ura d ienza che rafforzar t a n a a La tu la conven e, aspira ttraverso il r i a verso uole crea ltà e lo fa o modo d v i a tu fatti, o della re E questo lle stelle d p . a il cam e l’azione fforzato d ore pratico t a lavoro alquanto r cono il set tale. Il No i n fare è che favoris o sentime ventata d a ll marzo ando que 4 porta un , in società r ì trascu di venerd i relazione di amici. e d vilunio nella vita entourag o novità chisce il tu e arric
2/12 dal 2
/08
d casioni immens pratica in Le oc sono di tua vita ta capire s la o galan basi della ale. Ti ba re, senza di delle a e spiritu vuoi anda ella linea o, fettiv direzione natura d ente buon he quale al caso lase decisam rarietà c nt sciare . E’ un me cole con pulsivame ce arrivo tante pic n agire imcolta la vo à lt o s nono liano di n calmo. As ta la faco il t i i consig anteners sciare tu manifest di la te e m ore, non testa. Se portata a u del c idere alla elicità è c f di de ento la sentim. mano
/0 te al 22 te alle possi-l8 almen o 0 ip / c 3 e in on r t p ques sono d dal 2 i d’animo di far dissonanzandde a arzo ’Ariete, e ato in m ll e t i a t r d d e n ll e e è ali ch erd ate ni i astr gno d r chi Non p coltà caus e un Marte artner fisso I mot ati sul se orrenti pe in situazio e i diffi onostant o iep z c ’ do e il c n iz ll b o o e a ir s lg iv d N li i, rofon t in . vo o sit stelle re con tut mpre un p arte che ce po elle ti coin o favorev e espeu le d o r lt p t ll tiga ap i se e mo re . Le s ggi, a farti li icolare, ha e dalla tu interiore e Leone generose le, ai via ani. Vene ton alisi , ia m part o lu rgan z e u v P s a n in i ie e t io a o c t t d o a is n tiv gio ano, o ne es e ai cont ne la tua s frena enera una profo rdare lont maniera io ig s r n a e sp on tie risce o in i gua insolit e trat tivo, ma n ascita. sugge apacità d imo futur In generale rienze e avversa affet e e di rin o biei na c r il pross ta. o e c io r u e c c b v n n n s ore, s s o e è in tuo sla di espansio sullo ste arti p reativa e c sare all’am ra praz il iz , a n o z n ino lez più c a sfe i pen viaggia camm molto a voglia d tratto dall il tuo amore non at poc iù è p e ’ c s e Ero ment sicura nario. tica. 1 ’amo 1/12 a set l 21e/1dicare alliu a ita c s 0 1 al 2studio la perimancora 1 1 r d / / a 4 2 a d n 2 2 e o r s e dal è un mese ento. Bu rtimento ndal per lavoro presenta a maggiore t e o nche potrebbe nte. Pres e a com Marz al divertimande dive ossono co e A S i ie p r e re e ggi e g ti che si stagione. re imana inconven e ti muov alle firm t ia e a e am h nei v i fortun nza fuori ria d’amo n qualc ione a co che dici iù diplom a a o a o r P r le z sei t e una vac di una st egliere: n in atten alle paro cumenti. e collabo o r c o a u cede corso più ento di s il piede agisci, poni sui d r chi oper se è un t i e in r m p in e hai il mo e di tene coppia gli re che a azienza p o, specie tuna sono l o t n e a r n p i r è giu retende la vita d arte Ven re zia e ogni gior ità e fo o mese, D il p p puoi arpe. Per Da una a a mette , on te e. Creativ per l’inter entale e c t c i. lo a ei m iar due s sono mist ed è pron he ostaco famil nti di forz lucidità omotori d r flussi fastidisce ore qualc uoi pu i anche la saranno p t i po che in ia dell’am 9,17,23. 9 in degli affar i v sulla nei giorn enso cessi. s uc specie tuoi s /07 al 23
leone
canc
/07
al 22
re ttene per o lavoro e s s e d prem el settore riscoo n uone no b concreto marzo fav rciali, o s i C i e i osa d e stelle d ità comm mo e lc a u L q iv ris riera. tto le att gate al tu il tuo r a c e u pratt e quelle le non è ora sulle o s o n à li to i ativit a tut ettua intell gi. La cre rciò punt mento de a e g li p ia p , v a m i ità di z a r c a ’ o a ll f p u i s a c d a e, punto ti intuitiv tta la tua grazie all o ru i ti tue d izzonti, sf situazion ilità. Met r i e sensib i fatti ved tuoi o persone a ll a nt e e capir ricettiva ncio e a co re. a de e ment nel tuo bil ente spen e ordin puoi realm o quant 3/10 sono 9 al 2e puntualiatàtermi0 / 3 2 e dal o, attenzionper portare . E’ bene n ali e e Impeg role chiav profession re sempr e i a e tre p oi compit si può av nvinto ch n o u a ne i t re che no he se sei c liori. Un ig a , c ricord vinta, an iano le m o in testa s t a partit proposte rai radica potrai trar a s a e le tu he te lo flessibile e a potenz u c t volta essere più ggi dalla vero note a v i sapra giori vant arzo è da finanziario g e a re m a che a m nel settor spese. iv creat lti e bassi ezza nelle t A vole. o pondera n indica
/06 al 22
d miglior te da u sso reg e e zia on Le tu o eviden ergia che spesso c oi n u n ne so e dall’e lucida e ne dei t ali è o pitos a mente realizzazio ia eventu nc o La tu ata sulla ali. Scac ove resp ire n u centr professio arico di n a concep asogni i e fatti c ai fatica determin an l’ f timor à. Non ei be lo o con ei n mi, s it sabil program nti da so e crede a i e v n buo ortali a tima di t p to a i chi ha s d iuto rogetti. tuoi p
/06 i real 2v1e e Venereamt ento 5 0 / 1 li io al 2 che G o amp , af-
lli geme
toro
/05 ioal 20à di affermasztre4 0 / e 1 t t r li al 2 n Ma i qua ala.
ariete
i /04 al 20 ogni formaosdto 3 0 / 1 p e il ia iz o al 2 n o ic
so men è da tu nato pleta n n Chi è cielo com tarie. No no con u e e n n n ha u ilità pla complea itivament t da os eggiare il ate defin accompa i t ic ti fes così! Scar ti hanno ti, ora sa . n cielo vorre che i precede tua vita e a le za negli ann ista dell illimitat l n gnato protago giungono mente a e ia esser sterno ti , contrar sona emo i r Dall’e itazioni e nto di pe non ti tir sollec mperame enzabile, . Il Novilu a e e tuo t ente influ e a nient ità, segn v t tivam ro di fron porta no ita. t 4 indie venerdì ella tua v i n nio d positive e svolt
47
48