anno X n.11 - Novembre 2011 - Poste italiane s.p.a. sped in abb. postale D.L. 353/2003 (conv. in L. n. 46 del 27/02/2004) art. 1 comma 1 - DCB - Caserta
INTERVISTA AI NEGRITA:
l’evoluzione del rock
SORRENTINO & VIRZÌ: grande cinema Italia
ARRIVANO I NEGRAMARO VI FACCIAMO VINCERE I BIGLIETTI DEL “LIVE“
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TUTTI I COLORI DELLO SPETTACOLO
editoriale 2011 N O V E M BRE
A NOVEMBRE FIORISCONO LE BAND… PARLIAMO CON I NEGRITA, VI REGALIAMO I NEGRAMARO!
Cari amici lettori, Musica, cinema e spettacolo hanno ufficialmente inaugurato la collezione autunno – inverno. Effettuato il cambio di stagione, nei guardaroba della nostra redazione abbiamo appeso solo gli abiti migliori. Protagonisti assoluti delle classifiche con il nuovo album, attesissimi al tour che partirà a gennaio, i Negrita sono gli ospiti copertina. Mentre in radio impazza “Brucerò per te”, la canzone d’amore più intensa scritta dalla band, con Pau e soci abbiamo parlato di musica, tecnologia, cinema, televisione e discografia. Il modo migliore per conoscere uno dei gruppi cult del nostro panorama canoro. Successo oltre le più rosee previsioni per il Napoli Film Festival, la rassegna che si svolge nell’incantevole scenario di Castel Sant’Elmo. Microfoni concentrati su due registi fiori all’occhiello del nostro cinema. Paolo Virzì, erede designato di quel patrimonio chiamato commedia all’italiana, e Paolo Sorrentino, già in odore di Oscar con il suo “This must be the place”. Apriamo anche il cassetto della musica d’autore dove troviamo “Vitamia”, l’ultimo disco di Gianmaria Testa, uno dei cantautori italiani più famosi all’estero. Grande entusiasmo per la nuova stagione di New Radio Network, storica emittente campana che si presenta con un palinsesto ricco di grande musica, informazione, cinema, iniziative e… il rinnovato gemellaggio con SET per raccontare spettacolo e grandi eventi con entusiasmo e professionalità. La partenza è con il botto. Questo mese ritorna il concorso “Al Centro della Grande Musica”. In palio due biglietti esclusivi ed introvabili per il concerto dei Negramaro al PalaMaggiò di Caserta in programma il 20 novembre. All’interno tutti i dettagli. La radio grande protagonista anche con la bella chiacchierata in compagnia di Patrizio Squeglia, qualcosa in più di un addetto ai lavori. Grafico, creativo e dj. E’ lui l’ospite di RadioSet. Prima di tuffarci nei contenuti di questo numero (che naturalmente proseguono in rete grazie a sito e facebook), il doveroso saluto a padre Miguel Cavallè, presidente di V.I.D.A., associazione internazionale di volontariato. Grazie alla sua presenza, e a quelli dei tanti giovani che lo seguono, da questo mese vi racconteremo il mondo del sociale e dell’amore verso i più deboli. Una novità che speriamo possa coinvolgervi come tante altre iniziative già passate su queste pagine.
NEGRITA “Il brano “Brucerò per te” è la canzone d’amore più intima e profonda che abbiamo mai scritto…” 2011
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sommario 2011 S E TTE M B RE
TUTTI I COLORI DELLO SPETTACOLO
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Negrita
“Dannato Vivere”: tornano i Negrita ed è subito boom!
Paolo Virzì
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Presto girerò un film dedicato a Napoli e alla sua gente
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Paolo Sorrentino
Vi racconta la passione della mia vita: il cinema
Gianmaria Testa
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“Vitamia” il nuovo album di un grande cantautore
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Civico 14
Il direttore Roberto Solofria ci presenta nuova stagione e progetti
extra
17 - L’angolo del Libro 20 - Le storie della V.I.D.A 28 - Radio Set 30 - Set Talenti 32 - Palco & Scena
36 - Set Fotografico 37 - L’angolo della Moda 38 - L’arte in mostra 40 - Cinema 42 - Da non perdere
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REGISTRAZIONE: n. 582 del 23/09/2002 presso il tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Ce) - Iscritto al N° 10021 del Registro degli Operatori della Comunicazione - EDITORE: Vision Editoriale srl - SEDE LEGALE: Via Lavatoio, 21/A 82011 Airola BN - Redazione: Contrada Rella, zona industriale Forchia (BN) Tel. 0823.1765261 Fax: 0823.1765209 Email: info@setweb.it Sito web: www.setweb.it - IN REDAZIONE: Vincenzo Lombardi (Direttore responsabile), Alfonso Papa, Domenico Ruggiero, Italia Vigliotti, Rosario Pascarella HANNO COLLABORATO: Gaetano Ippolito, Loredana Tortora, Wanda D’Amico, Marica Crisci, Stefania Salvi, Angela Carretta, Anna Carfora, Alessandro Tocco, Bruno Musso, Franco Mozzillo, Lorenzo Peluso, Giuseppe Mauriello, Carmen Melisi, Nica Crisci - GRAFICA E IMPAGINAZIONE: Gamma3web DISTRIBUZIONE: Gratuita presso i SETpoint - STAMPA: Pieffe industria grafica - TIRATURA: 15.000 copie.
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vai su www.setweb.it e ascolta un estratto audio dell’intervista ai NEGRITA.
“DANNATO VIVERE” E’ IL NUOVO ATTESO ALBUM DELLA BAND TOSCANA CHE, A TUTTO ROCK, ESPLORA NUOVI TEMI E SONORITA’. E’ IL NONO DISCO DI INEDITI CHE LI PORTERA’, A PARTIRE DA GENNAIO, IN UN ESALTANTE TOUR NEI PALASPORT PER SEI DATE ESCLUSIVE. MA NONOSTANTE GLI “STUDIOS” AMERICANI, PAU E SOCI NON HANNO PERSO LA BUSSOLA DELLA LORO STORIA…
I NEGRITA HANNO IMPARATO A VOLARE: “SIAMO INGORDI DI MUSICA E DI LIBERTA’!” servizio a cura di Stefania Salvi foto per gentile concessione di Alessio Pizzicannella
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utto nasce al Sonic Ranch di El Paso, Texas, un anno fa. Molta musica e pochissimo testo. Pau “inchiodato come un’architrave”, Drigo “a cento all’ora”. Lo spirito del rock and roll a benedire quel jammare da cui nascono le idee e gli spunti che diventeranno canzoni. Poi si mette tutto via per far decantare. Si continua a viaggiare, per capire se l’America di Obama è davvero diversa da
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quella di Bush. Un attimo dopo è di nuovo Toscana, casa e studio. L’iter è sempre lo stesso. Si suona, si prova, s’inventa. Poi tutti a mangiare nell’altra stanza, con Cesare ottimo chef. Arriva il momento di ascoltare musica di altri, perché mica si può gettare l’ancora solo nel tuo porto. E alla fine si torna a suonare. Le idee “americane” trovano contorni più nitidi. Non è da tutti arrivare al nono disco
senza aver paura della prova del nove, perché c’è una storia che parla per loro. Sempre allineati a niente, con il vento in faccia e la bussola del rock a indicare la strada. A tre anni da Helldorado, tornano i Negrita ed è un viaggio diverso, musicalmente e come attitudine, ma sempre da incorniciare.
do”, sono stati lavori di evasione, nel senso che ce ne siamo andati proprio fisicamente dall’Italia, a spasso per i continenti latino americani, per il Sud del mondo, in Africa, in Spagna. Abbiamo vissuto altri sapori, altri colori, altre società culturali e quindi due dischi che ne hanno risentito e tanto. “Dannato vivere”, invece, è in qualche modo una sorta di ritorno, come se ci fossimo rimessi addosso, diciamo, i panni degli italiani, per cui va da sé che i testi, le tematiche, riguardano la vita che ci troviamo attorno quando apriamo la finestra di casa, quindi percorsi mentali, gioie, frustrazioni,dolori rabbia che riguardano molto da vicino la vita nazionale nostra”.
“E’ VERO, LA CANZONE “BRUCERO’ PER TE” E’ IL BRANO D’AMORE PIU’ FORTE CHE ABBIAMO SCRITTO”
Negli ultimi dischi erano stati i luoghi ad influenzare il cammino e indicare il percorso. Subito dopo l’11 settembre, esattamente dieci anni fa, mentre il mondo si chiudeva a riccio i Negrita si aprivano ai viaggi e alle esplorazioni sonore, senza paura dell’altro e dell’altrove. Escursioni prima accennate, poi, negli ultimi due capitoli, più a fuoco. “L’uomo sogna di volare” accarezzava il Brasile rotolando verso sud; “Helldorado” fuggiva in Argentina per capire che rumore fa la felicità quando sei sintonizzato su Radio Conga. Stavolta è diverso. Dopo un lungo viaggio negli Stati Uniti i Negrita hanno respirato di nuovo l’aria di casa: i suoni angloamericani, le figurine dei glory days del rock. Ed è nato “Dannato vivere”, un ritorno al levare e alla musica che ha nutrito i sogni adolescenziali di quattro ragazzi che crescevano a pane e rock, reggae e punk, pop e rhythm and blues. È come se i Negrita fossero saliti in soffitta a riaprire vecchi bauli dove riposavano da anni gli spiritelli giusti, i vecchi compagni di bevute, i maestri di suoni e visioni. - Diciassette anni sulla scena discografica, nono album e boom in classifica. Come si sono evoluti i Negrita e quale collocazione si danno nell’attuale panorama musicale, ricordando che siete partiti da un rock alternativo per arrivare poi a grandi successi un tantino più commerciali.
- Nella vostra carriera non è mancato il Festival di Sanremo. La tv ha chiuso tutti i programmi di musica. In televisione cantano solo bambini, amici e talenti. Cosa ne pensate e perché in Italia non esistono progetti validi che associno la musica alla televisione? “E’ una domanda che ci facciamo da parecchi anni nell’ambiente musicale, non saprei fare una diagnosi. Fatto sta che è vero, la musica trova sempre meno spazio in televisione, è un dramma che per certi versi non appartiene solo all’Italia, ma a tante altre nazioni che hanno preferito dare un taglio alla musica per concentrarsi su altre cose, forse perché determinati format sono più consolidati e si fanno molti discorsi commerciali in televisione. Gli ascolti determinano molto spesso delle scelte qualche
“Difficile dire come ci siamo evoluti. Un pochino male – scherza Pau, la voce dei Negrita – se guardiamo come ci siamo ridotti (ride…). Diciamo che ci siamo evoluti cercando di esprimere il più possibile la nostra prospettiva e le nostre orecchie, non ci siamo soffermati sulle cose che abbiamo prodotto negli anni novanta. È una band ingorda questa, una band che ha voglia di vivere, di sfondare, di raccontare questa vita attraverso la musica, di viaggiare, conoscere, crearsi una realtà parallela a quella che poteva essere la nostra vita nella musicalità. Questo è quello che ci ha spinto in tutti questi anni ad aggiungere un tassello e a spostarne altri”. - Come nasce e si sviluppa “Dannato Vivere”? Quali sono i temi che avete affrontato a tre anni dall’ultimo album di inediti? “Le tematiche non è che cambiano in maniera eclatante da disco a disco, diciamo che i testi hanno sempre una grossa valenza, sono importanti e noi sappiamo benissimo di essere italiani e di appartenere ad una cultura che ha fatto del testo uno dei punti di forza della propria espressione culturale e musicale, quindi, posso dire che il disco è nato cercando di dare una connotazione diversa. Negli ultimi due album, “L’uomo sogna di volare” e “Helldora-
volta un po’ esagerate, ma non si può estromettere assolutamente la musica dalla televisione, ci stiamo perdendo un patrimonio immenso senza neanche accorgercene. Questo, forse, è uno degli anni peggiori. Molto dipenderà anche dai musicisti, però, se la musica torna a rappresentare molto di più di quello che
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rappresenta adesso, forse si farà spazio da sola. Di certo – continua Pau – il format televisivo, il talent show o cose del genere, hanno in qualche modo schiacciato tutte le altre forme televisive ed espressive e diciamo che anche le case discografiche si sono un po’ sedute sopra questa roba qua. Ciò non toglie che, forse anche il talent comincia a essere un pochino in crisi? Dovevo dare una risposta, ma ho chiuso con una domanda (ride…)”. - In una canzone del vostro album, “ Junkie Beat”, ironizzate sui ritmi della vita quotidiana. Ma davvero siamo diventati tutti manichini in fila indiana? “Non so se tutti lo siamo diventati, capita a molti di noi di ritrovarsi in particolari momenti della giornata dove ti senti quasi generato per stare in una fila e quindi hai bisogno di evasione in un modo o nell’altro. Ognuno trova la sua via di fuga e in quella canzone c’è una via non troppo salubre, ma è un modo per sfuggire al cappio della quotidianità più malata”. - “Dannato vivere” uscirà anche sui mercati esteri come qualche altro lavoro del passato?
“Non ci abbiamo ancora pensato perché ovviamente ci stiamo concentrando sull’uscita italiana. L’altro album, “Helldorado”, è uscito sia in Argentina che in Spagna, ma per evidenti assonanze anche linguistiche e stilistiche, ma ora non credo che andremo a ricercare quei mercati, ma è ovvio che comunque vada sarà sempre il mercato italiano quello che ci tiene in piedi, restando la nostra assoluta priorità”. - Il vostro rapporto con in mondo virtuale e le nuove tecnologie. In che misura il web e i suoi affini stanno influenzando le nuove generazioni e, in questi nuovi scenari, la musica come dovrebbe porsi? “Posso dire che noi come band abbiamo avuto, fin dall’inizio, un approccio costruttivo con la rete e negli ultimi tempi ancora di più perché siamo proiettati sui social network, e poi, cosa di questi giorni, abbiamo aperto il nuovo fan club poggiato dentro la rete e quindi abbiamo un rapporto sano con questo mezzo, cerchiamo di non farci schiacciare da quella che è, in sintesi, una macchina. Siamo l’elemento in mano alla macchina, come dice il nostro amico Lorenzo quindi cerchiamo sempre di usarla e di non farci usare”.
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- In più di un’occasione, la vostra musica ha incontrato il mondo del cinema. Musica e celluloide è da sempre un ottimo matrimonio. Avete qualcosa in mente, vi piacerebbe firmare una colonna sonora? Eventualmente, quale progetto attirerebbe la vostra attenzione? “Si, abbiamo già avuto qualche rapporto con il cinema, lavorando fondamentalmente su tre film: uno soprattutto, il secondo, quello in cui abbiamo collaborato con Aldo,Giovanni e Giacomo, è stata una colonna sonora completa quindi un bel lavoro. È ovvio che il cinema ha bisogno della musica: le colonne sonore sono diventate per alcuni anche un evento culturale importante a sé stante rispetto alla musica magari cantata . Siamo aperti al cinema di sicuro e siamo comunque sempre stati come la maggior parte della gente, affascinati dal cinema e quindi se capiterà di dover commentare con nostri suoni, con la nostra sensibilità un film, siamo più che pronti”. - Il singolo che attualmente è in rotazione in tutte le radio, “Brucerò per te”, ci è sembrata una dichiarazione d’amore in piena regola … “Avete visto giusto. È una profonda dichiarazione d’amore come non mai. A noi è capitato in carriera di scrivere altre volte canzoni d’amore, forse questa, per una serie di circostanze è quella che ha più profondità ed è la più intima in assoluto tra tutte quelle che abbiamo scritto perché è un periodo particolare, succedono cose strane nella vita e quindi ti trovi qualche volta a dover far uscire emozioni forti e quando hai la possibilità di farlo con una canzone ti ci butti a capofitto”. - E nella vita? Ti bruceresti realmente per amore?
“Evidentemente, se l’abbiamo detto e cantato, siamo persone di parola ….”. IL NUOVO TOUR DEI NEGRITA NEI PALASPORT PARTIRA’ IL 31 GENNAIO 2012 A FIRENZE. POI PADOVA (2 FEBBRAIO), ROMA (4 FEBBRAIO), TORINO (7 FEBBRAIO), BOLOGNA (10 FEBBRAIO) E MILANO (11 FEBBRAIO)
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vai su www.setweb.it e guarda la videointervista a PAOLO VIRZÌ.
IL REGISTA LIVORNESE, OSPITE AL NAPOLI FILM FESTIVAL, CI PARLA DEL SUO RAPPORTO CON LA CITTA’ PARTENOPEA, DELLA GRANDE AMMIRAZIONE PER MASSIMO TROISI E DEI SEGRETI PER MANTENERE IN AUGE IL PATRIMONIO DELLA COMMEDIA ALL’ITALIANA. CON LA PROMESSA DI TORNARE PRESTO IN CITTA’. E NON COME OSPITE…
PAOLO VIRZI’: “NELLE LEZIONI DI EDUARDO E DE SICA IL SEGRETO MIGLIORE PER IL NOSTRO CINEMA” servizio a cura di Valeria Guarino foto di Domenico Ruggiero e Marica Crisci
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’ tra i principali eredi e innovatori di quella grande tradizione rappresentata dalla commedia all’italiana. Livornese del quartiere Sorgenti, si è da sempre nutrito con i classici della letteratura, una passione che risulterà poi preziosa per il lavoro di regista e sceneggiatore. Fondamentale l’incontro con il maestro Furio Scarpelli che diventerà la sua guida. Dagli esordi del 1994 è un susseguirsi di lavori premiati dal pubblico e dalla critica, in un viaggio non tanto casuale nell’Italia popolare dei nostri giorni. Paolo Virzì ci ha condotto nel triangolo sentimentale di provincia de “La bella vita”, alle vacan-
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ze del “miracolo italiano” raccontate in “Ferie d’agosto”. L’omaggio alla labirintica Roma de “Caterina va in città”, il progetto internazionale di “N (Io e Napoleone”), il mondo del precariato raccontato con toni apocalittici in “Tutta la vita davanti”, fino al pluripremiato “La prima cosa bella” che ha ottenuto ben tre David di Donatello, vari Nastri d’Argento e soprattutto la consacrazione per Micaela Ramazzotti che dal 2009 condivide con Virzì non solo la vita professionale, ma anche quella sentimentale. Entrambi non hanno voluto mancare al recente Napoli Film Festival, con il regista visibilmente felice di poter ritorna-
re in una città da sempre considerata come il massimo dell’ispirazione cinematografica e nella quale spera presto di poter realizzare qualche importante progetto. - Virzi la definiscono l’erede dei grandi maestri della nostra commedia all’italiana “Al Centro Sperimentale, quando facevo la scuola di sceneggiatura, Furio Scarpelli ci diceva sempre che le trame si comprano dal tabaccaio ed è sempre importante avere qualcosa da dire quando si decide di fare cinema. Per tabaccaio lui intendeva gli scaffali della letteratura, gli autori che con le loro opere hanno saputo raccontare situazioni, posti, persone e stati d’animo senza bisogna di grandi scenografie, ma solo con la parola. Devo dire che nei miei film c’è tanto di questo insegnamenti”. - Prima o poi, però, dovrà confrontarsi con una storia napoletana? “Napoli è un grande romanzo, il paradigma dell’Italia, nello splendore e nella drammaticità. Non ho mai avuto il coraggio di avvicinarmi a questo territorio per raccontarlo. E’ come se fosse presidiato da altri narratori e cineasti che ne hanno assorbito le vicende, lo spirito più del sottoscritto. Tutte le volte che vengo però mi sento come a casa, forse per la somiglianza con la città portuale da cui provengo: Livorno. La mia Livorno l’ho sempre raccontata come la Napoli toscana, come quando Tommaso di Ovosodo entra nel condominio del suo amico e dice “Bellissimo mi sembra Napoli!”. Quello fu un mio modesto omaggio alla città”. - Quanto conta una location all’interno di una storia, di una sceneggiatura? “Tantissimo. Il film è il romanzo di un luogo e della sua gente. Io ho adoperato il repertorio di esperienze, di dolore, di rabbia che ho coltivato verso il mondo da cui provengo. Ho privilegiato raccontare spesso la Toscana, Livorno. Mi sono ripromesso di ficcare il naso in quel meraviglioso, disperato e splendido casino che è Napoli. Ne parlavo all’anteprima del film di Paolo Sorrentino (This must be the Place, n.d.r.) che fa dire a Sean Pean “Napoli è una città violenta”. Giusto per fare un esempio con il film del momento. Diciamo che è un impegno che vorrei assolvere molto presto”. - La violenza. Un luogo comune che è una seconda pelle… “Si, ma in realtà ero curioso di sentire se è vero che c’è un venticello positivo, una brezza di novità che sta investendo la città. D’altronde Napoli è un’Araba Fenice che risorge in
continuazione dalle sue ceneri. Mi piacerebbe sentirmi un pò partenope, come disse Kennedy a Berlino “siamo tutti un po’ napoletani”. Un’affermazione che, in un certo senso, ripaga di tante amarezze”. - Il film da lei più amato e importante? “Sicuramente “Ladri di biciclette”, tra le opere più importanti di sempre, il film che tutto il mondo ha cercato di imitare. Quel film ha fatto riacquistare affetto, rispetto e simpatia a tutta la Nazione che per vent’anni era stata identificata come un popolo di pecoroni che seguiva un dittatore mordace. Avevamo perso la dignità e con titoli come “Ladri di biciclette”, “Sciuscià” e “Roma città aperta”, abbiamo conquistato valore agli occhi del mondo”. - Lei non ha mai nascosto la sua ammirazione per Massimo Troisi. “C’è la scena della lettera a Savonarola in “Non ci resta che piangere”, rimarcato omaggio a quella più famosa di “Totò, Peppino e la Malafemmina”, che credo sia uno dei maggiori momenti di comicità del nostro cinema. Quel film non ha nulla in comune con la commedia all’italiana, perché non ci sono temi e toni drammatici, caratteristici del genere. Ci sono due eterni bambini alle prese con la purezza del gioco, del divertimento. Purezza comica che andrebbe valutata maggiormente. Federico Fellini considerava i comici “benefattori dell’umanità” e credo proprio che avesse ragione. Massimo e Roberto rappresentano la punta eclatante di questo concetto. Uno è ancora tra noi la sua genialità unica, l’altro ci ha lasciato un’eredità meravigliosa”. - Paolo Virzì, autore di belle commedie, ci può svelare un piccolo segreto per realizzare dei film vincenti , magari ambientate a Napoli? “Io prendo in considerazione cose molte strazianti e tristi e a volte mi viene spontaneo utilizzare una chiave ironica, come se lo spirito per guardare negli occhi il dolore, fosse anche quello dell’ironia. Mi piace mescolare il tragico al comico, perché sento che questo è il sapore della vita. Non è distante da quello che percepisco e arriva proprio dalle narrazioni napoletane: la convivenza tra miseria e nobiltà, commedia e tragedia sembrano essere il pane quotidiano. Se pensiamo a Eduardo, a De Sica ci accorgiamo che le loro opere sono il Dna di un modo di raccontare, che si chiama a tutti gli effetti Commedia all’Italiana”.
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PER IL SUO ULTIMO FILM, “THIS MUST BE THE PLACE” SEMBRA ESSERE GIA’ INIZIATA LA CORSA ALL’OSCAR. UNO STRAORDINARIO SEAN PENN ESALTA UNA DIREZIONE GRAFFIANTE. INTERVENUTO AL RECENTE “NAPOLI FILM FESTIVAL”, IL REGISTA SI E’ SOFFERMATO SU UNA PASSIONE DIVENTATA LAVORO: IL CINEMA!
PAOLO SORRENTINO: “CHEYENNE, QUEL CINQUANTENNE BAMBINO CHE DIVENTA MATURO DAVANTI ALL’OLOCAUSTO”.
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aolo Sorrentino si conferma fra i migliori registi italiani contemporanei e con il suo “This must be the place”, riesce ad esaltare le sue caratteristiche cinematografiche dando alla luce un’opera destinata a riscuotere successo a livello internazionale. Questo film non avrà un vasto consenso popolare, non riesce infatti a toccare alti livelli di poesia, ma la tecnica con la quale è stato realizzato, la storia e il cast che porta in sce-
servizio a cura di Vincenzo Lombardi foto di Domenico Ruggiero & Marica Crisci
na sono degni di nota. Cheyenne, interpretato da Sean Penn, è un famoso cantante rock in pensione. Ritirato dalle scene per propria scelta da molti anni, conduce una vita monotona nella sua lussuosa villa dublinese in compagnia dell’amata moglie Jane, l’attrice Frances McDormand. I suoi capelli, il rossetto e il cerume che quotidianamente indossa, sono segni di un passato in cui è rimasto imprigionato. Avvenimento centrale del film
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è la morte del padre di Cheyenne, persona con la quale il protagonista non ha rapporti da trent’anni e che rappresenta una figura traumatica della sua vita. All’arrivo nella casa paterna di New York, dopo un lungo viaggio in nave, il rocker disadattato e depresso della prima parte della pellicola decide di continuare le ricerche alle quali, per diversi decenni, il padre si era dedicato. La missione è ritrovare un ex criminale nazista conosciuto dal padre durante la prigionia ad Auschwitz. La ricerca porta il protagonista ad un viaggio di analisi interiore, condotto on the road sulle strade americane e condito dalla presenza di diversi personaggi. Cheyenne riflette sulla propria vita, sul rapporto tormentato col proprio genitore, più orientato a ritrovare se stesso piuttosto che il novantenne aguzzino tedesco. Ne viene fuori un buon lavoro, con ottimi dialoghi ed una fotografia avvolgente che fra paesaggi ed interni domestici sfiora un’atmosfera romantica. Difficile pronosticare se “This must be the place” potrà puntare all’Oscar, di sicuro merita i consensi raccolti al festival di Cannes dove è stato presentato. Il regista napoletano firma così la sua prima pellicola di caratura mondiale, e lo fa senza rinunciare alla sua regia graffiante alla quale siamo ormai abituati avendo gustato le sue opere precedenti. Intervenuto di recente al Napoli Film Festival, la kermesse giunta alla tredicesima edizione svoltasi nell’incantevole
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scenario di Castel Sant’Elmo, Paolo Sorrentino ha spaziato intorno a tutto il suo mondo di celluloide. - Sorrentino, ha recentemente affermato di essere piacevolmente colpito dalla filmografia di Clint Eastwood. Da ragazzo, guardandolo nei film di Sergio Leone, avrebbe mai pensato che quel cowboy sarebbe diventato un grande regista? “Sinceramente no, come credo tante altre persone. E’ stata una piacevole scoperta. Ha girato nei suoi film delle sequenze stupende. Diciamo che appartiene a quella categoria di registi che nella maturità riescono a tirare fuori il loro meglio. “Million Dollar Baby” è un film straordinario, giusto per citare un titolo”. - Il grande cinema è fatto più da immagini o da dialoghi? “Le scene più belle in assoluto sono quelle senza dialoghi, realizzate solo con straordinarie immagini. Addirittura se prendiamo il caso dei fratelli Coen in “Non è un paese per vecchi”, vediamo che non c’è nemmeno il supporto della musica. In tutto il film non si ascolta una nota. Cosa che io non riuscirei mai a realizzare, o quantomeno, non ci sono riuscito fino adesso. I Coen sono meravigliosi. Sono quelli che meglio di tutti hanno spiegato che il nonsense fa parte della vita, della natura umana e che rende gli
individui molto più tollerabili”. -
Chi sono stati i suoi maestri?
“Federico Fellini, senza dubbio. Che però guardo in dosi molto misurate, perché sarebbe pericolo abusarne. A lui mi ispiro molto. In “otto e mezzo”, per esempio, c’è una scena che racchiude tutta la bellezza dell’infanzia. E’ stato il più bravo di tutti a raccontare momenti drammatici con i toni della commedia. Un equilibrio che cerco di mettere sempre nei miei lavori”. - Fare cinema, vuol dire essere liberi? Lei è sempre riuscito a fare i film che desiderava, ma quante volte le logiche commerciali lo permettono? “Ci sono decine di problemi in merito. Io sono uno di quelli che è riuscito a prendere uno degli ultimi treni che mi hanno permesso di fare un cinema senza ostacoli. Non mi va di cadere nei luoghi comuni. Una tiratina di orecchie la fac-
cio ai registi, più che ai produttori. Se i giovani si battono davvero per portare sullo schermo un progetto, alla fine vedranno ricompensati i loro sforzi, ma devono tornare a combattere e non a piangersi addosso”. - Cheyenne, l’ex rockstar interpretata da Sean Penn in “This must be the place” è il suo personaggio più bello? “Un personaggio che fa del candore e della capacità di portare gioia senza retorica, una delle sue principali cifre. E’ la storia di una persona, dove addirittura la trama, anche se forte, passa in secondo piano. Nel mio cinema ideale c’è proprio questo: la macchina da presa a favore del personaggio. Questo film è un romanzo di formazione “tardivo”. Un cinquantenne con estetica e cervello da bambino che sullo sfondo dell’Olocausto trova la sua maturità. Il nazismo lo farà spogliare della sua corazza protettiva”.
“THIS MUST BE THE PLACE”: UNA COLONNA SONORA DA…OSCAR! David Byrne: “Una canzone d’amore per il capolavoro di Paolo” Un successo non solo al cinema, ma anche nelle classifiche di dischi. Da Itunes, agli store digitali, la colonna sonora dell’ultimo film di Paolo Sorrentino bissa i consensi ottenuti dalla pellicola nelle sale. Pubblicata da Indigo Film e distribuita da EMI Music, la raccolta si compone di una tracklist dove compaiono star internazionali della musica. Il titolo del film si ispira ad una famosa canzone dei TALKING HEADS e guarda caso niente meno che DAVID BYRNE fa un cameo nel film, interpretando proprio sè stesso. La colonna sonora che accompagna il lungometraggio contiene 17 brani interpretati da svariati artisti di elevata qualità: Gavin Friday Band, Iggy Pop, Jonsi & Alex e Julia Kent tra gli altri. I The Pieces Of Shit sono invece la band di cui fa parte Sean Penn nel film che tra le altre riprendono proprio il celebre brano dei TALKING HEADS “This Must Be The Place”, tratto dal loro album “Speaking In Tongues”. A proposito del film lo stesso David Byrne ha dichiarato: “Il fatto che Paolo abbia usato una canzone dei Talking Heads scritta da me, “This Must Be the Place”, come titolo del film è stato un po’ uno choc. Nel
film vi si fa riferimento un paio di volte, viene suonata una volta per intero e credo che si senta in un altro paio di momenti, e tutto questo è decisamente lusinghiero. Per me questo pezzo è decisamente una canzone d’amore. E’ forse la canzone più dichiaratamente d’amore che io abbia mai scritto. E’ sincera, senza usare luoghi comuni, e credo che la gente la trovi toccante perché è più vera di altre canzoni, magari più curate, ma che contengono maggiori cliché. Paolo – continua David - mi ha chiesto di recitare me stesso in un paio di scene, cosa che ovviamente mi ha portato a chiedermi: come faccio? Ho detto a Paolo di non avere alcuna ambizione come attore, e lui mi ha risposto: “No, non voglio che tu sia te stesso, voglio che interpreti David Byrn”, cosa che mi è sembrata ancora più contorta! Ma poi ho pensato che ci sarebbe stato Sean Penn, completamente calato nel suo personaggio, e che se avessi semplicemente reagito a quello che lui mi diceva, così come avrei fatto nella vita reale, avrebbe potuto funzionare. Insieme formiamo una coppia piuttosto buffa, Cheyenne ed io, anche se l’idea di un’amicizia tra due come noi non è affatto inverosimile”.
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L’ANGOLO DEL LIBRO
I bei libri si distinguono perché sono più veri di quanto sarebbero se fossero storie vere (Ernest Hemingway). L’aforisma di un grande scrittore quale modo migliore per tuffarci nel mondo dei libri, della narrativa, dei romanzi, della saggistica. Ogni mese vi presenteremo storie, novità, emozioni su carta, Perché un buon libro, è sempre un buon libro. Parola di SET!
DAL BLOG AGLI SCAFFALI I “SANTI LAICI” DI GRILLO
Torna Beppe Grillo dal suo cliccatissimo blog, alla libreria. Stavolta la cattiveria e gli attacchi lasciano lo spazio a un tributo alle anime oneste del nostro Paese. “Santi laici” (Rizzoli, pag. 644, € 16,90), parla di anime investite dall’illegalità e dalla corruzione che circola dilagante. In un Paese come l’Italia basta l’onestà per diventare martiri. Lo sanno i magistrati e gli investigatori che si battono contro la criminalità organizzata (come Scopelliti, Cassarà, Livatino), i giornalisti che non si limitano a riportare notizie d’agenzia ma indagano (come Impastato, Cutuli, Arrigoni), ma anche gli uomini delle scorte, i testimoni scomodi e moltissimi altri che hanno avuto la sola colpa di non voltarsi dall’altra parte. Sono morti a centinaia per proteggere lo Stato, la libertà di stampa, il significato della giustizia, i nostri diritti: un fiume di sangue su cui si regge la Repubblica. Le loro storie ci parlano di uomini e donne comuni che hanno agito in nome della coerenza, del rispetto per il proprio lavoro e dell’amore per il proprio Paese. “Santi laici” si impegna a raccogliere l’eredità di queste vite e storie, a cui ogni anno il blog di Beppe Grillo dedica un calendario. Questo è un libro maggiore della somma dei racconti che lo compongono, più grande delle singole esperienze: è un compendio della nostra memoria collettiva, o di quello che dovrebbe essere. Perché l’elenco di omicidi ripercorre la nostra storia recente, dagli anni di piombo alle guerre di mafia, dalla stagione delle stragi agli attentati impuniti. E perché i Santi laici sono esempi pericolosi che il sistema dimentica.
“DECAPITATI”: SCEGLIAMOCI NUOVI LEADER! PRIMA CHE LORO SCELGANO NOI… Il giornalista e conduttore Giovanni Floris analizza in un viaggio storico la classe dirigente italiana, i leader che hanno caratterizzato le pagine più importanti del nostro paese. Certo che in “Decapitati” (Rizzoli, pag. 334, € 18), Floris parte da una provocazione: scegliamoci dei nuovi leader. Prima che loro scelgano noi. Anche perché la nostra classe dirigente non ci piace più, e non solo a noi. Sono stati sfiduciati dalla stampa mondiale, dal mercato e a guardarli in faccia si nota che sono piuttosto sfiduciati loro stessi. Ora i nostri capi si stanno incamminando sul viale del tramonto ed è una vera e propria emorragia: politica, economia, cultura, da dove viene la crisi di leadership che ha letteralmente decapitato l’Italia? Alla ricerca di spiegazioni, Giovanni Floris si imbarca in un’incredibile avventura nella storia della nostra repubblica. Osserva le eterne dicotomie d’Italia, incarnate tanto da Cavour e Garibaldi quanto da Agnelli e Marchionne, o da Totti e Baggio. Analizza capi del male come Totò Riina e capi del bene dal carisma universale come Giovanni Paolo II. Ci ricorda le volte in cui ci siamo affidati (sbagliando) all’Uomo del Destino, e quelle invece in cui abbiamo messo sul ponte di comando leader normali: i De Gasperi e i Pertini, i Ciampi e gli Amato che, magari senza emozionarci tanto, hanno saputo tirarci fuori da momenti di crisi gravissima. Non ci serve un Uomo della Provvidenza, suggerisce Floris, ci serve una nuova classe dirigente tutta intera. Purtroppo la stiamo cercando nel posto sbagliato: sui blog, nei meandri di uno sterile dibattito sulle “nuove generazioni”, o peggio che mai in televisione. Ma i capi del futuro sono altrove. Tra i personaggi di seconda fila che suggeriscono le risposte giuste ai politici, tra i giovani che abbiamo fatto scappare all’estero, tra quelli che aspettano, che intanto lavorano. Siamo ancora capaci di riconoscerli?
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IN FRANCIA E’ UN MITO, IN ITALIA E’ CONOSCIUTO GRAZIE AL PASSAPAROLA. UN CANTAUTORE FINISSIMO CHE DOPO TANTI PREMI E RICONOSCIMENTI RITORNA SULLA SCENA CON UN NUOVO ALBUM FATTO DI PICCOLE POESIE CHE VIVONO AL DI LA’ DELLA MUSICA. UN LAVORO REALIZZATO NELLA MIGLIORE TRADIZIONE DELLA CANZONE D’AUTORE.
GIANMARIA TESTA: UNA “VITAMIA” LUNGA DICIOTTOMILA GIORNI
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ianmaria Testa, classe 1958, è italiano, italianissimo, vive nelle Langhe in Piemonte, eppure c’è voluta la Francia per scoprirlo. Sette dischi più di 2000 concerti in Francia, Italia, Germania, Austria, Belgio, Canada, Stati Uniti, Portagallo, quattro serate tutte esaurite all’Olympia e una lunga teoria di articoli omaggianti sui principali giornali (“Le Monde” in testa). In Italia il percorso è stato un po’ più complicato e difficile perché condotto davvero senza compromessi, con pochissime apparizioni Tv o passaggi radiofonici e nessun tipo di pubblicità. La sua vera forza è stata ed è ancora il passaparola. Chi va ad un suo concerto non riesce a dimenticarlo:
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servizio a cura di Wanda D’Amico
l’emozione nasce palpabile. I testi sono belli, sono semplici, sono piccole poesie che parlano della vita e che vivono anche al di là della musica. Ora la musica d’autore di Gianmaria Testa si arricchisce con “Vitamia” come il titolo del nuovo album che arriva a cinque anni di distanza dall’uscita di “Da questa parte del mare”, disco vincitore della Targa Tenco nel 2007. Contiene 11 tracce che rappresentano una riflessione personale e sociale lunga 50 anni, 18 mila giorni (come recita il titolo di una delle canzoni dell’album), un affresco sentimentale e umano che, come la vita, porta con sé diverse sfumature e diversi colori musicali. A novembre Gianmaria Testa
debutterà con il suo “VITAMIA TOUR” con una lunga tournee in Italia e all’estero che lo vedrà sul palco insieme ad alcuni dei musicisti che hanno preso parte alla registrazione del disco.
“Una delle dediche è al principe delle Asturie. Il brano è “Nuovo” e il principe è mio figlio Nicola, che ha sei anni, e gli ho dedicato questa canzone perché a sei anni è tutto appare agli occhi come stupefacentemente nuovo. Poi il brano “18000 giorni” è dedicato a Erri De Luca. Il pezzo è una specie di preghiera di cambiamento e sentivo di doverla dedicare a lui perché, lui, come me e come altri del mio tempo, ha tentato una sorta di cambiamento”.
“HO UNA GRANDE PASSIONE OLTRE ALLA MUSICA: IL TEATRO. ANCHE LI’ C’E’ UNA FINZIONE A FIN DI BENE COME NEI CONCERTI”
- Il suo nuovo disco dal titolo “Vitamia” arriva diverso tempo dopo l’ultimo lavoro. Come è cambiato GianMaria in questi anni?
“Per l’appunto è passato del tempo, prima avevo meno di 50 anni adesso ho più di cinquant’anni e questo non è secondario, perché il tempo che passa lascia dei segni, è inevitabile e in questo periodo dove dire che è complicato vivere è un termine gentile. In questo senso, la vita è cambiata, ma rispetto al mio modo di scrivere, quello non è cambiato, c’è un impulso, che parte da una necessità personale e quando la sento scrivo, questo non è cambiato”. - Il disco doveva intitolarsi 18.000 giorni, perché poi questo cambio di idea? “18mila giorni, sono circa cinquant’anni, sembra incredibile, ma è così, sembrano meno ma sono cinquant’anni. Volevo chiamarlo così perché il mucchietto di giorni che è una vita è infinitamente più piccolo e rende il senso del tempo che è così breve da non dover essere sprecato o rubato. Poi è stato battezzato Vitamia, che è una parola che si trova dentro al brano 18mila giorni ed è stato scritto tutto attaccato perché questo disco non ha nessuna pretesa di essere riassuntivo di una vita seppur ordinaria come la mia”. - Ci parli un po’ del viaggio introspettivo che ha dato vita a questo nuovo capolavoro? “Il viaggio che ho fatto è stato spinto dall’onda delle emozioni, qualcosa che è dentro e che spinge a pensare. Quando mi succede questo prendo la chitarra e ne faccio una canzone, ma non la scrivo da nessuna parte, non la scrivo perché voglio che il brano sedimenti, altrimenti sarebbe tutto troppo impulsivo e lascio quindi passare un certo tempo, ecco perché ci metto così tanto a fare un disco. Quindi fatto ciò, dopo mesi, riprendo la chitarra e apro al brano che mi viene a bussare o comunque provo a farlo, a volte li ho dimenticati, a volte non li ho dimenticati, ma faccio finta di non averli mai pensati perché sono delle cavolate assurde, altre volte invece cantandola, mi ritorna l’emozione che l’aveva generata. Quello è il brano che merita di essere lavorato!”.
- In questo “Vitamia” abbiamo trovato un Gianmaria Testa completamente rinnovato, anche nel sound. Come mai questa scelta? “Forse perché c’è un po’ di rock. Questo disco ha avuto una grande preproduzione, che ho fatto con Claudio Dadone che di mestiere fa l’urologo, ma che è un grande musicista e con mia moglie, Paola Farinetti. Ci siamo presi la libertà di sperimentare molto con gli arrangiamenti, prima di decidere che veste definitiva potesse avere una canzone. Questo ha permesso un disco con canzoni molto diverse tra loro e sono molto contento di quello che ne è venuto fuori”. - Quanto ha influito nella realizzazione di questo capolavoro il periodo tragico-storico che stiamo attraversando? “Molto, anche perché penso che, chiunque scriva, non per il gusto di farlo, ma per raccontare qualcosa lo fa passando per forza attraverso il tempo che sta vivendo e alla notizia”. - Negli ultimi anni si è cimentato anche nella produzione di uno spettacolo teatrale. Quali le differenze e le difficoltà che ha trovato tra musica e palcoscenico? “Bisogna dire che io sono pur sempre un cantautore e che quindi di un disco sono artefice a pieno titolo, cosa che non succede negli spettacoli teatrali. Nella piece con Giuseppe Battiston lui si è preso carico di tutta la parte teatrale, interpretativa e attoriale, e quindi io sono stato più spettatore e ho messo a disposizione quello che so fare, cioè cantare. Mi piace molto il teatro, perché così come nei concerti, c’è molta finzione, ma pochissimo bluff. Nel tetro non ci sono giochi di prestigio, nel tetro si è li, si recita il proprio pezzo e la gente può sentire i tuoi respiri mentre lo fai, e queste sensazioni che nella televisione per esempio sono state molto annacquate nel teatro no, è © Riproduzione riservata tutto vivo e vero”.
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Le storie della
una rubrica a cura di Vincenzo Lombardi
I progetti di “V.I.D.A.” nascono per rispondere a esigenze concrete di strutture già esistenti e sono finalizzati, principalmente, a migliorare le condizioni di vita dei bambini e degli adolescenti nei paesi dove si intende intervenire. La filosofia di azione di “V.I.D.A.” sottolinea l’importanza della persona del beneficiario, affinché gli aiuti internazionali non si riducano a mera beneficenza, ma si inseriscano in un processo di sviluppo armonico e completo del soggetto aiutato. Ci sono tanti modi per entrare nel mondo “V.I.D.A.”. Dalla pagina facebook (ONG V.I.D.A.) al contatto diretto con il presidente padre Miguel Cavallè attraverso il suo blog personale www.miguelcavalle.com
A SCUOLA DI VOLONTARIATO DA MIGUEL CAVALLE’: UN “PADRE” MOLTO “ROCK” E POCO “LENTO”.
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n poco più di due anni sono passati dalla scommessa impossibile, alla più concreta e tangibile delle realtà. Segno evidente di come la forza di volontà possa abbattere ogni ostacolo ed arrivare in terre lontane, lontanissime solo a guardarle sulla cartina geografica. Sono i ragazzi di “V.I.D.A.”, una giovane ma tenace associazione nata in seguito ad una missione umanitaria che un gruppo di giovani universitari, guidati da un sacerdote cattolico, ha realizzato in India nell’estate del 2010. “V.I.D.A.” è un’associazione, che senza scopi di lucro, si ispira agli ideali della solidarietà cristiana, impegnandosi a titolo privato e diretto nella cooperazione e nello sviluppo della risoluzione dei tanti problemi presenti nel “Sud del Mondo” e in tutti quei paesi
in stato di necessità. Un’attività costante e guidata dalla passione, sottolineata dal desiderio di mettere insieme un gruppo di persone che sappiano condividere gli stessi ideali promuovendo un unico obiettivo: aiutare con mezzi materiali e non, le persone più povere del mondo. Tanti i giovani schierati in difesa dell’infanzia abbandonata. A guidarli c’è padre Miguel Cavallè, catalano di Barcellona, presidente della prestigiosa “Fondazione Villaggio dei Ragazzi”, figura di grande cultura e carisma. Per centinaia di ragazzi è semplicemente “padre Miguel”, un sacerdote molto “rock” e poco “lento”, una guida non solo in materia di volontariato. Con lui è un susseguirsi di iniziative e di progetti che si diramano in ogni parte del mondo. Anche per questo, in sua compagnia, abbiamo deciso di parlare ai nostri lettori di un universo silenzioso, composto da grandi pianeti denominati volontariato e beneficenza. Nei prossimi mesi, scopriremo una gioventù diversa e lontana anni luce da quella vuota e senza ideali che in molti continuano ad etichettare troppo frettolosamente. - Padre Miguel, a guardare i dati della sua associazione, ma anche di altri progetti che lei porta avanti, si può affermare che il mondo del volontariato gode di ottima salute, specie tra i giovani. Quale la sua impressione a riguardo?
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“Ho notato una risposta generosa e un grande interesse. Ma non solo, la cosa più bella è l’impegno che mettono nel servizio di solidarietà. Sono davvero un esempio, sono capaci di grandi sacrifici quando si tratta di volontariato. L’esperienza in India con loro è stata per me
una lezione di vita perché mi hanno insegnato tanto. I giovani hanno un cuore particolarmente sensibile in questo ambito”. - La scorsa estate terzo viaggio in India, una delle zone più povere del Mondo. Su cosa si è basata la missione e quanto ancora c’è da fare per quelle popolazioni? “Calcutta! Una parola che dice tutto. Durante la missione collaboriamo in diversi centri che fondò Madre Teresa: per i moribondi, per i disabili gravi, per i bambini abbandonati, per i malati, per i lebbrosi. Facciamo quello che possiamo in senso pratico: pulire bagni, cucinare, lavare. Soprattutto diamo loro affetto, tenerezza, carezze. Li facciamo sentire amati da noi come Dio li ama. C’è molto da fare, troppo, e per questo sarebbe bello che più giovani si unissero a noi in quest’avventura di solidarietà e scoprissero quanto è bello fare anche un piccolo gesto per chi soffre”. - Che appello vorrebbe lanciare ai potenti del Mondo a proposito della situazione disperata dell’India, ma anche di altri paesi poveri? “Che non possono far finta di niente, non possono rimanere indifferenti, non possiamo ignorare il problema. La situazione è davvero di estrema emergenza. Rimboccarsi le maniche e fare di più. Questo deve essere il principale obiettivo”. - Le scrivono ragazzi da ogni parte per poter prendere parte ai suoi progetti di volontariato e solidarietà? Secondo lei qual è la molla che spinge oggi un giovane a lasciare le proprie comodità per cimentarsi in missioni dall’impatto spesso cruento? “Il numero dei ragazzi si raddoppia anno dopo anno. Secondo me loro sentono l’esigenza di qualcosa di diverso, di sentirsi utili, di trovare un senso alla propria vita, di abbandonare l’apatia o la superficialità per fare qualcosa di concreto, di buono, di bello. E i giovani sono invincibili in generosità quando viene loro offerta la possibilità di impegnarsi nel sociale”. - Quali gli imminenti progetti di VIDA? “In questo momento V.I.D.A. appoggia tredici centri di accoglienza e di cura tra i più poveri a Calcutta e a Nuova Delhi, in India. In questi centri si aiutano circa 2.500 persone in stato di gravissima necessità. Dobbiamo raddoppiare le raccolte se vogliamo rispondere le nuove richieste di appoggio per il 2012, che sono tante. Ci affidiamo principalmente alla generosità della gente”. - Lei è autore di un libro molto apprezzato “Vincere l’indifferenza”, dove ri-
Padre Miguel e fratello Xavier Arul posano davanti il “Nirmal Niketan”, la casa e scuola per bambini e disabili che VIDA sta costruendo a Kabardanga alla periferia di Calcutta.
flette sulle responsabilità dell’uomo. Quali, ad oggi, le indifferenze più pericolose della nostra società. “A mio avviso la sfiducia verso il futuro, verso gli altri, verso la società, verso la politica. Questa sfiducia è legata all’individualismo, ma anche alla mancanza di prospettiva e alle delusioni. A questo punto l’indifferenza è servita. È necessario ricrederci, recuperare la capacità di amare e di pensare, di avere il coraggio di prendere in mano la vita e farne un capolavoro, di non arrendersi per impegnarsi nel sociale e lottare per un mondo migliore”. - Ha un blog seguitissimo, centinaia di amici sui social network, ama il calcio, le piace associare la musica al mondo della solidarietà. Sono caratteristiche personali o il segno che la Chiesa sta cambiando nei costumi e nel modo di porsi ai giovani? “Penso che sia questa la strada che ci ha mostrato l’amatissimo Papa Giovanni Paolo II, il papa dei giovani. Lui è stato il mio papa, il mio maestro di vita, il mio modello sacerdotale. Io tento di fare come lui ci ha insegnato durante il suo pontificato”. - Una rubrica nuova che racconterà il mondo del sociale e della solidarietà in maniera diversa. Ma, attraverso lei, vogliamo lanciare anche dei messaggi ai giovani. “Vorrei invitare i giovani a vivere la vita intensamente, con gioia, con senso, con entusiasmo. Non dobbiamo lasciare spazio alla paura, alla superficialità, alla sfiducia. C’è una nuova generazione, c’è una speranza”. © Riproduzione riservata
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GATTO PANCERI
Stazione Birra - Roma
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Palarossini - Ancona
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PAT METHENY
Teatro Carlo Gesualdo - Avellino
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VINICIO CAPOSSELA
Auditorium Parco Della Musica - Roma
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LIVE
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ZUCCHERO
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in collaborazione con
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RAF
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NEGRAMARO
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Teatro Augusteo - Napoli
Palamaggiò Castelmorrone - Caserta
SUBSONICA Teatro Ventidio Basso - Ascoli Piceno
MARCO MENGONI Palolottomatica - Roma
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LA STORICA EMITTENTE DEL PATRON VINCENZO DI NUZZO PRESENTA IL PALINSESTO DELLA NUOVA STAGIONE. GRANDE MUSICA, INTRATTENIMENTO, INFORMAZIONE, PREMI E… IL “GEMELLAGGIO” CON SET PER RACCONTARE PROTAGONISTI E GRANDI EVENTI DELLO SPETTACOLO.
La “Squadra” di “Tutti i colori dello spettacolo”
TUTTI I COLORI DI NEW RADIO NETWORK: VA IN ONDA LA PASSIONE PER L’ETERE!
servizio a cura di Alfonso Papa
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ovità, interazione, grandi successi, le ultimissime uscite discografiche, una pioggia di premi esclusivi per i radioascoltatori e una redazione che si moltiplica per due al fine di garantire sempre il meglio delle notizie e dell’intrattenimento. Questi in sintesi i principali ingredienti della nuova stagione di New Radio Network, storica emittente casertana guidata da Vincenzo Di Nuzzo, da oltre trent’anni punto di riferimento dell’ascolto in Campania. Una stagione che nasce con il rimarcato obiettivo di consolidare ascolti ed affetto del pubblico attraverso impegno
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e professionalità. La musica, come principale biglietto da visita, ma anche sport, cronaca, cinema e un faro sempre acceso sui grandi eventi. New Radio Network (89.80 in FM, oppure via streaming tramite il web all’indirizzo www.newradionetwork.com), si appresta ad affrontare i prossimi nove mesi di programmazione con molte certezze e un palinsesto capace di coprire un’intera giornata di diretta con proposte trasversali e differenti. Simpatia e cordialità saranno le doti delle “voci alla radio” di questa annata, mentre preziosa ed esclusiva risulterà la collaborazione (o media
partner come si dice oggi…) terviste. Con tantissimi incon la nostra testata. Set e terventi esterni, per meglio New Radio, infatti, rafforapprofondire fatti e notizie zano un rapporto avviato da copertina. Un programgià da due anni e arrivato ma dinamico e coinvolgente per l’occasione al completache con il suo ritmo e una mento delle proprie funzioscaletta sempre intensa di ni. Due redazioni “mobili” contenuti, chiuderà le luci che si snodano tra giornale, delle redazioni per apriradio, web e social network re quelle della notte, dove per intrattenere, informare e coinvolgere. le proposte si fanno davvero eccellenti. Dal Ogni giorno ben dodici notiziari in diretta (a lunedì al giovedì un’accurata selezione di partire dalle ore otto), con i lanci delle prin- grandi successi degli ultimi trent’anni, mencipali agenzie italiane ed estere, continui ag- tre dal venerdì la musica del week end è progiornamenti della pagine facebook (Setweb.it tagonista assoluta. A partire dalle 22 (il sae New Radio Network Official), programmi bato e la domenica alle 20), entra in scena ricchissimi di contenuti e soprattutto di ini- lo spettacolo esclusivo di “Tendance Radioziative speciali. Padrona di casa incontrastata Show”, il format esclusivo di Tony Cortese, della fascia “morning” è l’inconfondibile voce con i più grandi nomi nazionali delle consolle di Imma De Rosa, storica presenza dell’ete- che si esibiscono sulle frequenze di New Rare che il lunedì, martedi, giovedì e venerdì, dio. House, groove, charts e imperdibili dj-set, dalle 10 alle 12.30, apre i battenti al nuo- realizzate dalle star delle discoteche, per gli vo giorno di New Radio. Un’accurata sele- intenditori dal palato fine della dance music. zione musicale, le dediche e le richieste dei Appuntamento d’elite anche quello del venerradioascoltatori, la possibilità di mantenersi dì, dalle 20 alle 22 con Mr. Apkj e Domino in forma…ascoltando la radio! Infatti, intera- con il loro “Clubbing”, programma nuovo di gendo con il programma “Good Morning”, si zecca. Praticamente il format Old House più può vincere un mese di palestra all-access. In esclusivo del Sud Italia. Poi ci sono vere e proun territorio come quello casertano non può prie istituzioni, come quelle dei giorni di festa. mancare un approfondimento sul basket. Il sabato (dalle 08.30) e la domenica (dalle Puntuale ci pensa la redazione capitanata 9.30), ecco gli appuntamenti storici con Serda Alessandro Delli Paoli che ogni lunedì, gio, veterano degli studi radiofonici. Con i suoi dalle 20 alle 21, apre le porte di “Blanco y appuntamenti, “Ieri e Oggi” e “Dolci RicorNegro”, striscia di”, si apre un settimanale deautentico viagdicata alla Jugio nella storia veCaserta e ai della musica, campionati di tra le indimentibasket. Opiniocate del passato ni, commene le grandi hits ti ed interviste dei giorni nostri, ad arricchire lo condite da rarità spazio dedicain vinile e verto alla palla a sioni introvabili. spicchi. GranNew Radio Netdissima novità work e Set: una della stagione è super stagione “Tutti i colori dal calendario dello spettafittissimo e socolo”, il nuovo prattutto con letpreserale di New tori e radioascolRadio. Dal lunetatori in prima liMr. Apkj e Domino: padroni di casa di “Clubbing” dì al venerdì, nea. Per loro una dalle 18 alle pioggia esclusiva 20, scende in campo “La Squadra”: Vincen- di biglietti per i grandi appuntamenti live delzo Lombardi, Gigi Iazzetta, Stefania Salvi la musica e i miglior film della stagione (grazie e Morena Servidei portano ai microfoni la alle preziose partneship con Concerteria e la doppia redazione, radiofonica e giornalistica multisala Duel di Caserta). Accendete la raper due ore intense di novità musicali, rubri- dio, dunque. Fa bene al cuore! che, ospiti, sport, cinema, nuovi talenti ed in-
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In esclusiva per lettori e radioascoltatori ritorna il concoso “Al Centro della Grande Musica”.
“PARLATECI D’AMORE” E POTETE VINCERE I BIGLIETTI PER IL CONCERTO DEI NEGRAMARO!! Per tanti validi motivi è l’evento live dell’anno. Tra i più attesi ed osannati di un autunno musicale che fiorisce in teatri e palasport. I Negramaro finalmente on the road con il loro “Casa 69”, il tour che nasce dall’ultimo lavoro discografico, ma che abbraccia naturalmente tutti i grandi successi e la costante crescita della band salentina. Inizialmente previsto per il mese di marzo, il live ha subito un forte posticipo a causa dell’urgente operazione alle corde vocali alle quale si è sottoposto Giuliano Sangiorgi. Con un show a metà tra il concerto e la rappresentazione teatrale, i Negramaro sbarcano al PalaMaggiò di Caserta per un doppio appuntamento (19 e 20 novembre) da sold out. Un’occasione d’oro per il ritorno del nostro social game “Al Centro della Grande Musica”, che vi permetterà di vincere DUE INTROVABILI BIGLIETTI per la data del 20 novembre. Grazie a Concerteria (l’agenzia numero uno in Campania di rivendite ed eventi), Set e New Radio Network coinvolgeranno lettori e radioascoltatori in questo atteso appuntamento. Il d-day è fissato per l’otto novembre, apertura del concorso “PARLACI D’AMORE”. Sulla nostra pagina
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facebook (Setweb.it) comparirà un post dedicato al concerto, all’interno del quale si potranno scrivere frasi, pensieri e considerazioni sull’amore, che non debbano per forza riguardare le canzoni dei Negramaro (ben accette anche le creazioni personali…). Tutti i post partecipano regolarmente al gioco e quello che riceverà il maggior numero di preferenze (il classico “Mi Piace” di facebook), si aggiudica i due biglietti. Si gioca fino alle 19 di mercoledì 16 Novembre. Sui siti internet e sulla pagine facebook di Set e New Radio Network tutti i dettagli in tempo reale sul concorso, ma il vero traino saranno i programmi della radio che vi terranno sempre aggiornati sull’evoluzione del gioco. Inoltre saranno proprio gli speaker di New Radio Network a scegliere, tra tutti i post arrivati in gara, i due commenti più particolari ed emozionanti che si aggiudicheranno il DVD “San Siro Live 2008”, per rivivere attraverso ventuno tracce video, il fantastico concerto che i Negramaro tennero il 31 maggio 2008 allo stadio “Meazza” di Milano. Dunque da martedì 8 novembre “Parlateci d’amore” e vi ritroverete in prima fila al “Casa69 Tour 2011”.
vendiamo tutti i biglietti (tranne quelli del pullman)
www.concerteria.it • info@concerteria.it • 081.761.12.21
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1976-2011 : A oltre trent’anni dalla nascita delle prime emittenti libere va in onda sulle frequenze di Radio Set una rubrica dedicata a speaker e dj’s che hanno fatto la storia delle radio private.
scheda personale Nome e Cognome: Patrizio Squeglia Nato a: Napoli Età: 48 Segni particolari: punk dentro Professione: grafico pubblicitario Attuali impegni: grafico e DJ
Curriculum: Nel 1991 crea la linea di abbigliamento e accessori UMM, poi segue marchi come Adidas, Best Sound, RCS, Virgin, nonché artisti come Cristiana Donà, Alex Gaudino, Checco Zalone, Enzo Iacchetti e Albertino. Come dj è sulla scena dal 1980. Napoli, Miami, Parigi, passando per i successi ottenuti con i Funk Machine a metà degli anni Novanta.
PATRIZIO SQUEGLIA
di Vincenzo Lombardi
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Un grande personaggio e soprattutto un addetto ai lavori a 360°. Grafico, dj, esperto di tendenze musicali. Negli anni Novanta diede vita al grande successo della Flying Record, poi l’esplosione del marchio UMM da lui creato. Ha seguito, come creativo, la carriera e la diffusione di prestigiosi marchi ed artisti. Con Patrizio Squeglia, napoletano di nascita, ma ormai milanese di adozione, una bella chiacchierata su musica, radio e design.
Patrizio quando e come è nata la tua grande passione per la musica? “Una passione che nasce da piccolo, ma inspiegabilmente, in quanto in famiglia non c’è nessuno che abbia mai lavorato in ambito musicale o che abbia avuto a che fare con le note. Ho passato la mia infanzia davanti al giradischi e crescendo il mio “giocattolo” preferito erano i dischi che chiedevo in continuazione. Sin dalla tenera età la mia formazione musicale è stata abbastanza impegnativa. Pink Floyd e Genesis sono stati i gruppi del primo approccio con la musica. Uno svezzamento psichedelico potrei dire. Questa situazione ha influito tantissimo sulle scelte future. Il primo album comprato da solo fu “Trance Europe Express” dei Kraftwerk. Mi ha sempre accompagnato un suono elettronico e mai banale”. Il rapporto tra musica e grafica. Quanto è importante e come si è evoluto nell’ultimo decennio.
“Non esiste una linea generale. Tutto dipende dall’artista e dal tipo di esecuzione che esso propone. La grafica può subire diverse e decisive “influenze” a seconda della musica, ma soprattutto del carattere dell’artista. L’opera creativa può essere contraddittoria rispetto al contenuto, ma può rispecchiare in pieno la personalità del cantante o del gruppo. A livello di evoluzione grafica, l’ultimo decennio è stato molto “piatto”, vuoi per la crisi del mercato, vuoi anche per la mancanza di creatività. L’esempio evidente? Le copertine degli artisti italiani. Al 90% li ritraggono in un bel primo piano. Una sorta di “usato sicuro”. Il volto in copertina dà garanzie, la metafora potrebbe causare problemi di vendita. Chi mi ha veramente stupito in tanti anni sono stati i Radiohead. Mai apparsi in copertina…”. Altro tuo settore di appartenenza è la produzione discografica. Oggi è ancora possibile lanciarsi in progetti indipendenti? “Rischiare è l’unica possibilità di
vita del mercato. Bisogna sforzarsi per cercare di proporre qualcosa che ancora non c’è. In qualunque settore. Rivisitare percorsi artistici già consumati non ha più un senso. La musica per i giovani, oggi, ha un valore molto basso. Senza l’elemento curiosità è difficile fare breccia tra il pubblico. Gli artisti devono proporre qualcosa che non si è mai visto prima”. Cosa pensi dell’attuale panorama radiofonico e cosa pensi della grande invasione tecnologica a cui assistiamo? “Difficilmente mi capita di ascoltare qualcosa di interessante. Si parla tanto e si ascolta poca musica. Proposte pari allo zero e una valanga di hit radio, ovvero le famigerate playlist. Il concetto è semplice. Ci si basa sui successi diffusi dai grandi network e si va sul sicuro, senza più sperimentare, senza più scavare tra le tante proposte musicali che pure ci sono. Grandi cambiamenti sono arrivati anche dall’esigenza di fare ascolti come se fossimo in televisione. Altro dato che, purtroppo, non porta in dote grandi novità”. Per questo autunno-inverno musicale cosa possiamo aspettarci? “Di grandi scosse all’orizzonte non ne vedo. Interessante e curiosa è la musica che arriva dalla Scandinavia. Una “new disco” che si rifà alla disco di fine anni Ottanta, inizio Novanta. Ma non quella banale, quella dei “club” per intenderci. Ci sono comunque giovani interessanti che potrebbero tirare fuori dal cilindro qualcosa di originale”. C’è un programma in radio che ti piacerebbe ascoltare e che attualmente non esiste nei palinsesti? “Un programma di musica ipnotica, sonorità a me molto care. Mai nessuno ci ha pensato, potrebbe essere una bella rivoluzione”. Quale copertina discografica ti ha maggiormente sbalordito negli ultimi tempi?
“Devo dire che ce ne sono parecchi. Si sono viste cose molto interessanti che mi hanno notevolmente colpito. Su tutti, però, metto i primi tre progetti grafici e musicali dei Sigur Ros”. I giovani oggi vogliono avere tutto e subito. Cosa consigli loro? “Ai ragazzi dico che bisogna osare. Costruirsi un loro progetto serio, studiare, specializzarsi e poi osare sempre senza copiare. Bisogna essere convinti dei propri mezzi per innescare convinzione anche verso gli altri. Bisogna essere i primi a credere nelle proprie idee. Con la paura di rischiare non si va da nessuno parte. Un esempio clamoroso? Basta fare il nome di una star internazionale per capirci: Lady Gaga. Non è una bellezza perfetta, un look tra il trash e volgare, uno standard lontano dalle icone dell’ultimo ventennio, un progetto musicale che faceva quasi paura ai discografici. Lei, però, ci ha sempre creduto. Ha lottato ed ha vinto”. Cosa ti manca oggi nella scena musicale? “Fino a pochi mesi fa nulla. C’era una voce che metteva d’accordo sotto tutti i punti di vista. Oggi un personaggio così manca tantissimo. Sia al mercato sia alle altre forme della comunicazione. Sto parlando di Amy Winehouse”.
i tuoi brani preferiti
i tuoi brani preferiti 1) “My Way Sid” Vicious 2) “Trance Europe Express” Kraftwerk 3) “What Time Is Love? (1988)” KLF
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scheda tecnica NOME E COGNOME: Luca D’Alberto e Lorenzo Materazzo. Sono gli Ex.Wave family, creatori del nuovo genere ElettrOnirico. NATI A: Teramo ETÀ: Luca 28, Lorenzo 33 PROFESSIONE: musicisti SOGNO NEL CASSETTO: rivoluzionare la scena musicale italiana.
EX.WAVE
di Wanda D’Amico
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Gli esordi: avete avuto un’importante formazione tecnica. E’ risultata davvero così importante ai fini del progetto che oggi tentate di sviluppare? “L’aver acquisito una notevole preparazione tecnica in conservatorio e nelle più grandi accademie ci ha permesso di sperimentare ogni campo musicale/strumentale. Oggi siamo polistrumentisti e proprio grazie alla nostra preparazione ci sentiamo super partes in quelle polemiche che spesso si innescano tra critici e musicisti: ecco perché abbiamo dato vita ad un disco così vario senza alcuna preoccupazione, riversando liberamente in musica le nostre mille sfaccettature”. Il vostro è un serio progetto sperimentale dal respiro internazionale. Cosa vi aspettate dal mercato italiano? “In Italia c’è una grande voglia di cambiamento e tanto è l’affetto che stiamo ricevendo da tutta la penisola. Siamo l’esempio che è possibile unire qualità e pubblico, ovviamente all’estero certe cose sono più facili ma dalle difficoltà nascono sempre stimoli interessanti, quindi con piacere affrontiamo le sfide che ci sottopone il nostro paese perché crediamo in un reale cambiamento”.
Pensate davvero che sia possibile tramutare il modo di ascoltare musica in una terra dalla forte e radicata tradizione neomelodica? “Siamo convinti di poterci riuscire perché ci rendiamo conto dal feedback estremamente positivo che abbiamo sul web dove sono davvero in molti ad essere stufi della solita musica nel nostro paese. In questo tentativo di cambiare le cose ci farà da supporto certamente il live, che concepiamo in maniera completamente diversa rispetto alla maggior parte degli artisti in Italia: il nostro spettacolo condurrà lo spettatore in un viaggio, non si tratterà del solito concerto con pubblico da una parte e artisti dall’altra. Quando alcuni anni fa ci contattò Giuseppe Stampone, artista che espone da Roma a New York, per comporre le musiche di una sua performance ci rendemmo conto subito del fatto che oggi nella musica c’è assoluto bisogno di interagire con altri mondi artistici, come il cinema o la video arte. Il live che stiamo preparando per il Plagiarism Tour 2012 vedrà la collaborazione del fotografo/regista Simone Lisciani Petrini e del video artista Fabio Scacchioli”. All’estero avete già avuto diverse conferme. Ci parlate un po’ delle collaborazioni che avete “conquistato” in questi anni? “In questi anni abbiamo avuto la fortuna di collaborare anche singolarmente con artisti internazionali Per quanto riguarda più da vicino gli Ex.Wave sicuramente l’esibizione a Monaco di Baviera, nella splendida cornice di Palazzo Reale per la GossMichael Foundation (la fondazione di George Michael), ha un posto importante tra i nostri ricordi, quali il grande calore del pubblico, la sua educazione all’ascolto e la presenza di molti italiani, felici di ascoltare un
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progetto del loro Paese, ma nello stesso tempo stupiti di conoscerlo in un’importante evento europeo piuttosto che in Patria. Altre emozioni indimenticabili le abbiamo vissute quando i Deep Purple ci hanno scelto come open act nel 2008 per le date milanesi e poi riconfermati il 18 luglio 2011 per il concerto all’Arena di Verona. E’ stato fantastico, ricevere complimenti da artisti che hanno fatto la storia della musica mondiale, complimenti che valgono doppio se si considera che musicalmente il progetto Ex.Wave è molto lontano dallo stile dei Deep Purple”. Parliamo del disco, “Plagiarism” che vuol dire plagio. Perché un titolo così provocatorio? “Abbiamo scelto questo titolo proprio per provocare. Nella fase creativa, non sempre l’artista riesce a scegliere la propria fonte d’ispirazione, ma ciò che apprende a livello inconscio può portarlo a cadere nella non originalità o addirittura nel plagio. “Plagiarism” rappresenta per noi la nascita di una nuova filosofia: per arrivare a creare un linguaggio nuovo bisogna guardare i propri artisti di riferimento con un occhio distaccato, cogliendo solo gli input, senza addentrarsi troppo nel loro stile”. Un disco che annovera la collaborazione con Astrid Young (sorella di Neil Young ndr). Come nasce questa collaborazione e la scelta del brano che lei ha interpretato, “Wonderland”? “L’ospite internazionale del disco è Astrid Young e la collaborazione nasce nel 2009, quando siamo stati contattati da Astrid per curare gli arrangiamenti d’archi del suo progetto solista. Restammo letteralmente rapiti dalla sua voce così ho proposto a questa eccezionale cantante di essere l’ospite internazionale del
nostro album. Sono convinto che i risultati siano lampanti infatti il brano “Wonderland” è stato scelto personalmente dall’artista, perché l’ha trovato affine alle sue peculiarità vocali. Inoltre nel disco c’è il grande batterista francese Vincent Girault che da subito ha apprezzato il sound degli Ex.Wave e ha collaborato con la sua ritmica al brano “Plastic Glamour”. Un contatto nasce nel 2010 quando Luca suonò nel disco “Nuits Blanches” del suo progetto “The Electronic Conspiracy”. Questo secondo album ha davvero un marchio internazionale”. Poi c’è la rilettura del brano storico “Poker Face” di Lady Gaga: una sfida? “Abbiamo pensato a “Poker Face” perché per il suo successo planetario: essendo un brano certamente noto al grande pubblico ci ha dato uno stimolo particolare per metterci in gioco. La sfida è stata quella di optare per una rilettura del brano che fosse in netta antitesi con l’originale, proponendo un arrangiamento in chiave dark, caratterizzato da un ritmo più lento e martellante”.
nota biografica nota biografica
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Lorenzo Materazzo e Luca D’Alberto sono cresciuti musicalmente nelle più grandi scuole di musica (Teatro alla Scala di Milano, Mozarteum di Salisburgo, Royal Academy di Londra) dove hanno acquisito una profonda formazione accademica e sviluppato, contemporaneamente, l’esigenza di dialogare con la modernità. In meno di due anni dalla loro formazione hanno già ottenuto importanti riconoscimenti. Siamo andati a scoprirli, in occasione dell’uscita del loro nuovo album, “The Plagiarism”, (secondo lavoro discografico, produzione e distribuzione Bollettino/Sony Music) un album vario e ricco di contenuti, che vuole sfidare i modi e cogliere al volo ogni possibilità di riuscire nel loro sogno, cambiare con la forza delle note la musica. Per Lorenzo e Luca più che un obiettivo è una vera e propria missione e questo nuovo capolavoro non fa altro che sigillare e confermare le importanti conferme che il mondo della musica gli ha già riservato come la collaborazione con i Deep Purple. A suggello dell’ottimo lavoro svolto finora, a novembre arriverà un tour innovativo che toccherà anche città importanti come Milano (il 10 alla Salumeria della Musica) e Roma (il 12 all’Auditorium del Parco della Musica).
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NEI PALASPORT ARRIVA LA GRANDE MUSICA. A TEATRO “STAGIONI” RICCHE DI APPUNTAMENTI. di Alfonso Papa - musicaeterritori@setweb.it
Pa lc o
&Scena CAPOSSELA, ZUCCHERO, NEGRAMARO: CHE TRIS! SERVILLO E RIVIECCIO: NAPOLI A MODO LORO.
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Novembre, mese sorprese la sua anima più intiDOPO I CONSENSI DELL’ALBUM e di appuntamenti impermista e suggestiva. In dibili. Entrano nel vivo dei questa inedita chiave “EDEN” ARRIVANO A NAPOLI tour invernali e numerosi verranno reinterpretasono i “nomi di cartello” ti molti tra i brani più I SUBSONICA CON UN che toccano i palazzetti noti del repertorio “sto“LIVE” ACUSTICO. ed i teatri campani. Corico”, insieme alle canpertina per il tour teatrale zoni del recente album: MASSIMO RANIERI APRE “Marinai, Profeti e Bale“Eden”. LA STAGIONE DEL COMUNALE ne” di Vinicio Capossela, Al Teatro Diana, Napoli che tra ottobre e novembre DI CASERTA, SEGUITO DA è grande protagonista prevede più di venti tappe con due rappresentanti LUCA DE FILIPPO. LA sul territorio nazionale (il massimi. Fino al 13 è 15 e 16 prevedibile “sold COLLAUDATA COPPIA in scena Carlo Bucciout” al Teatro Bellini di rosso con “Il miracoPAONE – SOMMELLA AL Napoli). Opera sul fato, lo di don Ciccillo”. In sul destino, sul mare TEATRO DELLE PALME. scena con Valentina come mitologia e scenaStella, l’attore e regirio del folle volo umano sta porta in scena, con verso “virtute e conoscenza”, “Marinai, Profeti e Balene” – doppio di- la sue impeccabili interpretazioni, una storia sco di inediti pubblicato lo scorso aprile – è dell’Italia di oggi che combatte tra nevrosi, uno dei lavori italiani di maggior successo di crisi economica, disagi familiari, investimenquest’anno: disco d’oro a due mesi dall’usci- ti sbagliati e…cartelle dell’Equitalia. Dal 15 ta e neo vincitore della Targa Tenco quale al 27 novembre arriva Toni Servillo con un miglior album 2011. Lo spettacolo che Vini- viaggio nelle parole di Napoli, da Salvatore cio Capossela presenta dal vivo ripercorre le Di Giacomo a Ferdinando Russo, da Raffaele rotte di un album che trova ispirazione nei Viviani a Eduardo De Filippo, fino alla voce grandi libri di mare. Una scenografia ridotta contemporanea di Enzo Moscato e Mimmo all’osso, che di volta in volta si trasforma in Borrelli. Ne emerge una fuga dalle icone più ventre di balena, veliero ottocentesco, abisso obsolete della napoletanità, ma insieme un sottomarino, antro del Ciclope, calotta stel- bisogno perentorio di non rinunciare ad una lata, invita il pubblico a “mettere sé nell’alto identità sedimentata da quattro secoli di letmare aperto” della letteratura luogo immagi- teratura. Molto interessante la proposta del nario dove risuonano infinite voci di marinai, Teatro Delle Palme che dal 17 al 27 noprofeti, balene, spettri e sirene. Dopo i pro- vembre propone la consolidata coppia formablemi di salute di Giuliano, sbarca finalmente ta da Nando Paone e Cetty Sommella con nei Palasport “Casa 69 Tour”, appuntamento “Se ci amiamo non ci estinguiamo”, bella live dei Negramaro per i quali è finalmente ar- commedia con protagonisti due anziani alla rivato il momento di godersi il meritato suc- ricerca di emozioni per una nuova gioventù. cesso, circondati dall’affetto dei tanti fan. La Parte la stagione anche al Teatro Comunale grande novità del “Casa 69 Tour” è “Teatro di Caserta, con l’eccellente apertura di Mas69”, il progetto che coinvolge alcuni attori del simo Ranieri, che dal 18 al 20 novembre, cinema e del teatro italiano, chiamati sul pal- è protagonista de “Chi nun tene coraggio, co per un momento di spettacolo nello spet- nun se cocca ch’è femmene belle”. Un retacolo. Dopo gli strepitosi successi ottenuti in cital di musica, poesie e letteratura. Protagogiro per l’Europa e i cinque magnifici concerti nisti dello show non saranno i vincitori e gli all’Arena di Verona, attesissimo il “Choca- eroi, ma gli ultimi e i sognatori: gli uomini e le beck Winter Tour” di Zucchero che lo porterà donne cantati dalla musica e dal teatro. Semal Palasele di Eboli il prossimo 17 Novem- pre a Caserta, dal 25 al 27, Luca De Filippo bre. Disco di grandissimo successo, “Choca- con un classico di famiglia: “Le bugie con le beck” può vantare numerose e prestigiose gambe lunghe”. Al Teatro Augusteo di Nacollaborazioni, in particolare Francesco Guc- poli spazio ai mattatori del palcoscenico. Fino cini, Bono Vox, Pasquale Panella e Brian al 13 novembre Gino Rivieccio con il nuovo Wilson, lo storico membro dei Beach Boys, spettacolo “La pazienza indifferenziata”. Su che partecipa ai cori della title-track. Protago- testi di Maurizio de Giovanni e Gustavo Vernisti assoluti dell’estate con un disco rivela- de oltre che dello stesso Rivieccio. Un piccolo zione che ha messo d’accordo pubblico e criti- manuale, tutto giocato sul divertimento, atto ca, il tour invernale dei Subsonica arriva il 28 a mostrare agli spettatori il modo migliore per novembre al Teatro Augusteo di Napoli. La sopravvivere alla montagna di spazzatura moband torinese ha deciso di stupire nuovamen- rale e sociale che ci sta sommergendo. Gino te con un progetto inedito, per la prima volta Rivieccio con l’abilità e la versatilità del venella propria carriera, con un tour interamen- terano del palcoscenico, in scena sfodera una te acustico. I Subsonica, universalmente noti serie di riflessioni, di monologhi comicissimi per i live fisici e adrenalinici, hanno deciso ma anche agrodolci sulla nostra vita, sulla di mostrarsi in una nuova veste e di svelare sua città e sul domani dei nostri figli. © Riproduzione riservata
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a cura di
rubrica a cura di Gaetano Ippolito
LA NUOVA STAGIONE DELLO SPAZIO DI VICOLO DELLA RATTA E’ UN INSIEME DI GRANDI SPETTACOLI, SPERIMENTAZIONI, NOVITA’. MA ANCHE CORSI DI CINEMA, POESIA E FOTOGRAFIA. UNA REALTA’ ORMAI CONSOLIDATA DOVE LA CRISI SI COMBATTE CON UNA MISSIONE PRECISA: NON FERMARSI MAI. NE PARLIAMO CON IL DIRETTORE ARTISTICO ROBERTO SOLOFRIA.
NON SOLO TONI SERVILLO. AL “CIVICO 14” NASCE IL TEATRO MULTITASKING
servizio a cura di Stefania Salvi
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ecita il proverbio: “chi ben comincia…”. Ed è stata proprio una partenza con il botto per il Teatro Civico 14, piccolo spazio di sessanta posti ubicato a Caserta in vicolo della Ratta e divenuto in poco tempo un vero e proprio centro artistico-culturale, dove si coltiva l’arte in ogni sua forma e dove si regalano emozioni a un pubblico che diventa sempre più numeroso. Un piccolo gioiello nel cuore della città dove sono di casa sperimentazioni teatrali, immagini, suoni e i colori. Fu la compagnia fondatrice del progetto Civico 14, Mutamenti, a lanciarsi in una scommessa trasformatasi, grazie a testardaggine e sacri-
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ficio, in consolidata realtà. Ricchissimo il cartellone, con spettacoli quasi ogni fine settimana che si aggiungono ad eventi e concerti. Un palco che ha già ospitato in questo inizio di stagione nomi di prestigiosa caratura e continuerà a farlo nei mesi a venire. Progetti, imminenti iniziative e formazione teatrale, sono stati tra i temi trattati con il direttore artistico Roberto Solofria. - Massimiliano Palmese, Toni Servillo e Licia Maglietta. La terza stagione del Teatro Civico 14 non poteva cominciare meglio. Potremmo definirla una partenza adrenalinica…
“Cominciare una stagione teatrale in una sala di cinquanta posti con nomi di questo calibro è un motivo di orgoglio, di soddisfazione e di prestigio. E’ il segno che quanto seminato in tutti questi anni sta diventando finalmente fiore e speriamo nel breve tempo albero robusto. Mi sembra di ripercorrere la canzone di Sergio Endrigo su testi di Rodari, “Per fare un tavolo…”. Siamo tutti soddisfatti, sicuramente, per questo inizio col botto”.
“Cerchiamo di fare il nostro lavoro con professionalità, puntando moltissimo sulla qualità delle nostre offerte. Sono fondamentali per noi i contenuti, e con il tempo questa scelta ci sta dando ragione. Non crediamo sia giusto dare al pubblico esclusivamente quello che vuole, proponendo spettacoli “commerciali” e “televisivi”, il pubblico va “educato” anche con scelte “particolari”, ma che hanno comunque una base qualitativa molto alta”.
- Quest’anno in cartellone ci sono più di 40 appuntamenti, una stagione che certo non lascia indifferenti…
- L’anno scorso “Mutamenti” ha proposto spettacoli come “La gabbia”,”L’incredibile storia” ed “Enrico, l’ultimo” produzioni che riproporrete a gennaio. Cosa deve aspettarsi il pubblico in questa stagione?
“Lo speriamo davvero. L’indifferenza non ci appartiene e speriamo che questo nostro modo di essere possa essere “trasferito” alla città che, a dire il vero, risponde bene alle nostre proposte. Abbiamo oltre cinquanta abbonati, e sicuramente non è poco per una realtà nata due anni fa. E’ un ulteriore segno che la direzione presa è quella giusta”. - Quali sono gli appuntamenti in programma a novembre e dicembre? “Uno spettacolo ogni fine settimana più altri appuntamenti infrasettimanali. Sarebbe un torto indicarne solo alcuni, pertanto per essere sempre aggiornati c’è il sito www.teatrocivico14.it per conoscere nel dettaglio gli appuntamenti. Ad inizio dicembre l’atteso “Quattro mamme scelte a caso”, con Rosaria De Cicco, Gea Martire, Antonella Romano e Imma Villa per la regia di Roberto Azzurro. Andrea Renzi, sarà protagonista il 17 e 18 dicembre in “Una solitudine troppo rumorosa”. Poi, dal 28 al 30 dicembre, “Il primo processo di Oscar Wilde”, con Roberto Azzurro e Pietro Pignatelli. Sono alcuni spettacoli in programma nell’immediato futuro, ma il cartellone è ricchissimo”.
“Quest’anno abbiamo in cantiere due nuove produzioni. Il 23 Marzo debutta “Rivoluzione d’amore” un testo di Marilena Lucente che vedrà in scena Ilaria Delli Paoli. E’ la storia di Masaniello raccontata dalla moglie, Bernardina. Il 26 Maggio è la volta, invece, di “Viola, io ti amavo” che vede il debutto alla regia della stessa Delli Paoli in un testo scritto e interpretato da Antimo Navarra. E’ la storia molto intima e psicologica di un pedofilo”.
- Non solo spettacoli. Ci sono proposte di alta formazione, workshop, laboratori e poesia. “Abbiamo appena terminato uno stage intensivo sulla voce, il corpo e la creazione del personaggio dal racconto teatrale con professionisti della Scuola Moveo di Barcellona e la francese Helene Mallet. Sono già aperte le iscrizioni per lo stage di metà marzo con il gruppo “Teatringestazione”. Sono partiti i nostri laboratori permanenti per bambini, ragazzi e adulti. E’ stato attivato il corso di Thai Chi condotto da Floriana Figliomeni dell’Associazione Artemisia e a gennaio inizieranno i corsi di Cinema della Blow Up e quelli di fotografia di Marco Ghidelli. E poi ci sono gli appuntamenti con la poesia, in collaborazione con Eugenio Tescione e Ortensia De Francesco; i prossimi saranno il 18 novembre e il 23 dicembre. Il Civico 14 non si ferma mai”. - Raffica di prenotazioni, tutto esaurito e liste di attesa. Come si conquistano tanti spettatori?
- Come si può mantenere vivo l’interesse e la voglia di andare a teatro? “Nei momenti di crisi, le arti hanno sempre espresso il meglio. C’è l’esigenza di evadere, di “staccare la spina”. Le due cose sono un perfetto connubio di espressione artistica e esigenze. Con una programmazione non fine a se stessa, ma con contenuti “civili”, riusciamo ad interessare, a lasciare una piccola fiammella nel pubblico, una fiammella di consapevolezza che va, ovviamente, alimentata. Il teatro continuerà a resistere. Come sempre”.
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Set - Fotografico foto di Carlo Sgambato
SETTE E QUARANTANOVE Fotografo e direttore della fotografia. Autore della fotografia delle ultime opere di Lamberto Lambertini: “Le passeggiate”, “La divina commedia”, “Garibaldi”. Ha realizzato la fotografia dello spot RAI per la festa della repubblica del 2 guigno 2008. Ha lavorato alla fotografia del documentario “La Domitiana” di Romano Montesarchio in onda su RAI3, BBC, ORF.
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L’ANGOLO DELLA
MODA di Nica Crisci
VERSACE VS. H&M Continuano le collaborazioni tra il brand low cost H&M e i più lussuosi brand della moda visto ormai il consolidato e fruttuoso successo ottenuto già con i marchi Roberto Cavalli, Karl Lagerfeld, Stella McCartney, Commes des Garcons, Jimmy Choo e Lanvin. Il 17 novembre sarà la volta della winter collection 2011/2012 frutto della preziosa partecipazione del colosso della moda italiana Versace. Come dichiarato da Margareta Van den Bosch, creative advisor di H&M, la collezione rispecchierà perfettamente l’anima glam rock del brand italiano e consisterà in una vera e propria carrellata dei capi e degli accessori più famosi della maison reinterpretati in chiave più attuale, dal tubino in pelle con borchie, alle stampe floreali e fluo mixate con stampe leopardate, alla famosa greca simbolo del marchio fondato da Gianni Versace. Chicca imperdibile di tutta la collezione sarà una serie di accessori dedicati alla casa: due cuscini e una coperta in stampe coloratissime. Restia in un primo momento alle collaborazioni con catene low cost adesso sembra che Donatella sia effettivamente soddisfatta del risultato e per questo motivo a gennaio uscirà una collezione pre-spring in vendita esclusivamente nello store on line
di H&M nei Paesi in cui è attivo il servizio. “E’ la quintessenza del marchio” come lei stessa la definisce. In questa collezione trovano il loro spazio anche capi per l’uomo, dalla giacca nera dal taglio sartoriale, alle t-shirt con la famosa stampa con palme, maglie con motivi bianco e nero, giubbotti in pelle borchiata e persino boxer. Tutti gli appassionati del marchio potranno provare con mano e acquistare a prezzi accessibili tutti i capi in 300 punti vendita selezionati.
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L’arte
in mostra
arte di Marica Crisci
“Cosa voglio esprimere con la mia opera? Niente di diverso da quello che ogni artista cerca: raggiungere l’armonia tramite l’equilibrio dei rapporti fra linee, colori e superfici. Solo in modo più nitido e più forte.” Piet Mondrian
ALLA RICERCA DELLA SEMPLIFICAZIONE
C
osa pensate quando sentite parlare di Astrattismo? Un’immagine indefinita probabilmente, senza senso, senza significato, senza una logica o perché no alla follia di un pittore che vive in un mondo tutto suo. Beh! Mi dispiace deludervi, ma dietro ad un’opera astratta c’è molto di più di tutto questo. L’Astrattismo è una corrente artistica sviluppatasi tra il 1910 e il 1915 dopo un continuo susseguirsi di evoluzioni che portarono alla divisione definitiva con le precedenti avanguardie. Gli artisti che ne hanno fatto parte, prima di giungere all’arte non figurativa sono
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passati per le correnti artistiche del futurismo e del cubismo, creando all’interno del movimento stesso delle diversità. Infatti, possiamo dividere l’Astrattismo in due filoni: astrattismo lirico, che ha avuto come massimo esponente Vassilij Kandinskij (1866 - 1944), il quale ha realizzato le sue opere lasciandosi trascinare dalla musica e dai sentimenti, creando così un’arte del tutto emotiva come nella sua prima opera “Primo Acquerello astratto” (1910); astrattismo geometrico con Piet Mondrian (1872 - 1944) che ha basato le sue composizioni sulla razionalità e la divisione
degli spazi, creando un equilibrio perfetto tra le forme, come in “Composizione con rosso giallo e blu” (1919). Una griglia di linee nere ortogonali che formano quadrati colorati con tinte piatte. Un ritmo ben studiato, dove i quadrati portano l’occhio umano ad andare altre i confini del quadro. Prima di giungere a questa massima semplificazione delle forme e degli spazi, ha avuto un percorso lungo passando per l’arte figurativa. Nella serie di alberi possiamo seguire questa sua evoluzione stilistica, dove avviene il passaggio dalle linee rappresentative e figurative a quelle geometriche, ma dove riusciamo ad intravedere ancora i lineamenti di un albero. Uno stile apparentemente semplice, dalla composizione originale difficilmente riproducibile come hanno fatto in molti. Il suo stile, infatti, ha avuto così tanto successo che dopo la sua morte, si è diffuso ad altri campi come quello della moda, della grafica e del design in generale. Un’ evoluzione stilistica quella dell’Astrattismo durata circa trent’anni alla ricerca della semplificazione e che rimarrà sempre attuale con il passare dei decenni. © Riproduzione riservata
a fianco: Ritratto di “Piet Mondrian” pagina a sinistra: “Composizione con rosso, giallo e blu” (1919) sotto: “Alberi in fiore” (1912) W. Kandinskij “Primo Acquerello astratto” (1910)
curiosità: - si dice che viveva in un ordine maniacale, che odiava il verde delle piante e temeva ogni tipo di distrazione, anche il matrimonio; - per guadagnarsi da vivere fu costretto a realizzare disegni realistici, gli unici che la committenza comprava.
Abito di “Y. S. Laurent” (1965)
Mostra in corso presso il Complesso del Vittoriano (Roma) dal 7 Ottobre al 29 Gennaio 2011 “L’Armonia Perfetta”.
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ARRIVANO IN SALA TANTISSIMI VOLTI NOTI PER UN MESE RICCO DI PROPOSTE
L’AMORE DI FICARRA E PICONE E QUELLO DI TWILIGHT IL DEBUTTO DI CREMONINI, IL RITORNO DI BRAD PITT Direttamente dal piccolo schermo “I soliti idioti”, Francesco Biggio e Francesco Mandelli
I NEMICI-AMICI MATTIA E KAMAL SI RITROVANO PER LE NUOVE “LEZIONI DI CIOCCOLATO” Tornano al cinema le divertenti “Lezioni di Cioccolato” in questo sequel diretto da Alessio Maria Federici, che vedono ancora protagonista Luca Argentero nei panni del geometra – sciupafemmine Mattia. Luoghi e personaggi riprendono il film del 2007 e del turbolento rapporto tra lo scapestrato imprenditore edile e il pasticciere Kamal. Li ritroviamo dopo quattro anni alle prese con direzioni diverse. Ma i due ex amici sono destinati ad incrociarsi di nuovo. Kamal, infatti, ha in mente un nuovo progetto sul cioccolato e Mattia, stanco dell’edilizia, vuole assolutamente farne parte. Kamal però non si fida ora che sua figlia Nawal è tornata da un periodo di studi all’estero e l’ultima cosa che vuole è che incontri un playboy come Mattia. Insieme vivranno una nuova avventura. New entry sono Vincenzo Salemme, nei panni di un maestro pasticcere imbranato con le donne ed Angela Finocchiaro.
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C’è la commedia all’italiana, il blockbuster giovanile, il film d’autore, tanti volti amatissimi dal pubblico. Un mese di novembre “grandi firme” al cinema, dove si potrà contare su una carrellata di protagonisti sempre benvoluti dalla platea e qualche succulenta novità che potrebbe ben piazzarsi nelle classifiche dei box office. Il famoso sceneggiatore Ivan Cotroneo (“Tutti pazzi per Amore” e altri successi per la TV), debutta come regista ne “La kryptonite nella borsa”, storia di una famiglia scombinata nella Napoli degli anni ’70 con protagonisti Valeria Golino, Cristiana Capotondi, Luca Zingaretti, Libero di Rienzo. Sceneggiatura che nasce da un suo romanzo e racconta drammi, avventure e soprattutto il ridicolo di una famiglia speciale. In una sorta di “istant movie”, sbarcano sul grande schermo “I soliti idioti” di Francesco Biggio e Francesco Mandelli in una versione cinematografica del loro grande successo televisivo. Vizi e virtù dell’Italia di oggi raccontati attraverso le quotidiane peripezie che Gianluca, Ruggero (i personaggi della serie) e i loro amici devono affrontare. Da seguire, il nuovo lavoro di Bennett Miller con protagonista Brad Pitt. Parliamo di “Moneyball” che racconta di una buona squadra di baseball che però non può competere con i budget stratosferici di team come i New York Yankees. Il giovane laureato Peter Bread, dimostrerà che le analisi statistiche valgono come i campioni. Ennesimo capitolo
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per la saga dei record (dopo Harry Potter), quella di “Twilight” che presenta “Breaking Down”. Kristen Stewart e Robert Pattinson tornano a vestire i panni dei loro personaggi più famosi. Nonostante il grande amore per Edward, Bella si troverà davanti ad un bivio decisivo per la sua vita: entrare nello sconosciuto mondo degli immortali o continuare a condurre un’esistenza umana. Tanti giudizi positivi da parte degli addetti ai lavori per “Scialla (stai sereno!)”, film di Francesco Bruni con Fabrizio Bentivoglio, Barbara Bobulova e Filippo Schiccitano. E’ la storia di un professore – scrittore che ha tirato i remi in barca, rinunciando al suo talento e immerso un una vita zeppa di solite abitudini. Durante una ripetizione privata conoscerà Luca, uno studente ignorante, ma vitale ed irriverente. Tornano anche Ficarra e Picone. Con Ambra Angiolini, Diane Fleri e Sascha Zacharias sono protagonisti de “Anche se amore non si vede”, una commedia di equivoci e sentimenti girata tra le bellezze di Torino. Salvo e Valentino, titolari di una piccola società di servizi per il turismo, cercheranno l’uno di cambiare la vita amorosa dell’altro. Tra risate e situazioni paradossali. Nuovo film anche per il maestro Pupi Avati che presenta al Festival di Roma “Il cuore grande delle ragazze” con Micaela Ramazzotti e l’esordiente Cesare Cremonini (il cantante). Storia d’amore quasi impossibile tra una ragazza di buona famiglia e un mezzo mascalzone.
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A t t e s i s s i m i Scialla!
The Twilight Saga: Breaking Dawn - Parte Prima
Genere: Commedia Nazione: Italia Regia: Francesco Brun Cast: Fabrizio Bentivoglio, Barbora Bobulova, Filippo Scicchitano, Vinicio Marchioni... Uscita: 18.11.2011
Genere: Drammatico, Romantico, Thriller, Horror Nazione: U.S.A. Regia: Bill Condon Cast: Kristen Stewart, Robert Pattinson, Taylor Lautner... Uscita: 16.11.2011
I soliti idioti
Anche se è amore non si vede Genere: commedia, sentimentale Nazione: Italia Regia: Salvatore Ficarra, Valentino Picone Cast: Sascha Zacharias, Ambra Angiolini, Diane Fleri... Uscita: 23.11.2011 Trama: Salvo e Valentino (Ficarra e Picone) sono due amici che hanno una piccola società di servizi per il turismo. Il loro mezzo, un restaurato e coloratissimo autobus inglese di qualche anno fa, trasporta i turisti tra i monumenti di Torino, una delle più belle città italiane. Salvo e Valentino sono due personaggi totalmente opposti tra loro....
Tower Heist: colpo ad alto livello
Genere: Commedia Nazione: Italia Regia: Enrico Lando Cast : Fabrizio Biggio, Francesco Mandelli, Madalina Ghenea, Rocco Tanica, Francesco Sàrcina... Uscita: 04.11.2011
Moneyball
Genere: Commedia Nazione: U.S.A Regia: Brett Ratner Cast: Ben Stiller, Eddie Murphy, Alan Alda, Gabourey Sidibe, Michael Peña, Téa Leoni... Uscita: 25.11.2011
Genere: Biografico, Drammatico, Sportivo Nazione: U.S.A Regia: Bennett Miller Cast: Brad Pitt, Jonah Hill, Philip Seymour Hoffman, Robin Wright, Chris Pratt... Uscita: 11.11.2011
Il cuore grande delle ragazze
Genere: Commedia Nazione: Italia Regia: Pupi Avati Cast: Cesare Cremonini, Micaela Ramazzotti, Gianni Cavina, Andrea Roncato, Erika Blanc... Uscita: 11.11.2011
Lezioni di cioccolato 2
Genere: Commedia Nazione: Italia Regia: Alessio Maria Federic Cast: Luca Argentero, Hassani Shapi, Nabiha Akkari, Vincenzo Salemme, Angela Finocchiaro... Uscita: 11.11.2011
I primi della lista
Genere: Commedia Nazione: Italia Regia: Roan Johnson Cast: Claudio Santamaria, Francesco Turbanti, Daniela Morozzi, Fabrizio Brandi, Sergio Pierattini... Uscita: 11.11.2011
Ad ottobre torna in auge la commedia con i buoni risultati de “Matrimonio a Parigi”, “La peggior settimana della mia vita” e “Amici di letto”. Protagonista è Paolo Sorrentino con “This must be the place” (oltre 4,5 milioni). Benino “Bar Sport”, ma senza strafare nonostante l’ottimo cast. DVD del mese è “Dark of the Moon”, terzo capitolo della serie “Trasformers”, diretto da Michael Bay. Anche in blue-ray.
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eventi a cura di Alfonso Papa
Eventi, mostre e appuntamenti da segnare in agenda
Il primo catalogo del famoso fotografo casertano
RODOLFO CANZANO, UNO SGUARDO “SENZAPOSA” TRA ROMANZO E POESIA Rodolfo Canzano è una firma storica della fotografia casertana. Quarant’anni, ma già una consolidata esperienza “sul campo”, sia come fotoreporter per testate giornalistiche e agenzie di carattere nazionale, che con importanti reportage che in questi anni di intensa attività hanno spaziato dalla cronaca al sociale. Bambini che improvvisano giochi in strada, un circo dismesso, matrimoni e panni stesi, sguardi mai banali tra le strade e le persone. Questo è solo una squarcio del repertorio di “Senzaposa”, il suo primo catalogo edito dalle edizioni Intra Moenia (15x21 - pp. 64 - € 15,00). Un catalogo raffinato e che “parla” al lettore attraverso il grandangolo. Come scrive Stelio Maria Martini nella prefazione del libro, “una foto è sempre e comunque un anacronismo”, un momento fissato nel tempo e di cui si è perso tutto quello che è accaduto prima e dopo quell’istantanea. E allora luci e chiaroscuri in bianco e nero disegnano corriere e processioni che sono storie di provincia, vecchi negozi e librerie ormai scomparse che raccontano un mondo che non c’è più. Dalle foto di Rodolfo Canzano risulta evidente il legame con il territorio, quello delle sue origini ma anche quello indagato prima nella sua professione.“Il mio lavoro non è un lavoro legato solo al territorio Casertano. Nella mia fotografia cerco non solo di documentare ma anche di dare un taglio più artistico, estremizzando l’immagine con il grandangolo, con tagli, ombre e sfocature. Ho trascorso molti anni della mia vita a cercare di raggiungere, assorbire, capire e rivelare la realtà. A cercare di avvicinarmi. Ho fotografato di tutto: dai morti ammazzati di camorra alle manifestazioni politiche, per i giornali. So quanto il mio sguardo possa essere invadente. Ma se ho fatto bene il mio lavoro forse qualche volta ho riacceso la vita in chi ha guardato le mie foto”.
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MARIO BIONDI, IL 15 NOVEMBRE NUOVO ALBUM GRANDE MUSICA E SPAZIO AI GIOVANI TALENTI
Sicuramente avrete già avuto modo di ascoltarlo ed apprezzarlo nella sua programmazione radiofonica. Parliamo di Life Is Everything, nuovo singolo firmato da Mario Biondi (con il featuring di Wendy Lewis, sua inseparabile corista), sbarcato già da qualche settimana negli air play via etere. La nuovissima canzone di Mario Biondi si propone di fare da apripista all’ultima fatica discografica che arriverà sui mercati italiani (e non solo) il prossimo 15 novembe. Nel nuovo album di Mario Biondi è racchiuso un progetto molto interessante, visto che l’artista siciliano ha concesso un piccolo spazio da artisti emergenti che ritiene più validi all’interno della scena musicale italiana. Il nuovo singolo e il relativo disco che lo contiene arrivano a breve distanza dall’uscita di Gambling Man, un mini Ep che Mario Biondi ha rilasciato nello store digitale di Itunes e che conteneva solamente quattro brani live registrati durante l’ultimo tour, ai quali si aggiungeva Mother Earth, un inedito che si potrà trovare anche nella tracklist del nuovo album. Recentemente il cantante catanese aveva dichiarato: “Continuo a ricevere richieste di collaborazioni, così mi sono deciso a incidere un album di duetti. E’ un progetto che mi appassiona e in cui darò visibilità ad artisti giovani e meno giovani che meritano una ribalta più ampia di quella che hanno avuto finora”. © Riproduzione riservata
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tempo libero
BARZELLETTE
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SUDOKU
Il computer
Una maestra stava spiegando alla sua classe che in Francese, diversamente dall’Inglese, i vocaboli possono essere maschili o femminili: - House in francese è femminile: la maison. Pencil in francese è maschile: le crayon. Uno studente curioso chiese: - E il computer di che genere è? La maestra, sorpresa, ammise di non saperlo e la parola non figurava nemmeno nel dizionario di Francese. Così, per divertirsi un po’, la classe fu divisa in due squadre, ovviamente maschi da una parte e femmine dall’altra, e si chiese ai ragazzi di decidere loro a che genere appartenesse il computer, dando almeno 4 buone ragioni. La squadra dei ragazzi decise che il computer non poteva essere altro che femmina, in quanto: 1. Eccetto il creatore, nessuno può capire la sua logica interna; 2. Il linguaggio nativo che usa per comunicare con gli altri computer Ë incomprensibile per chiunque altro; 3. Anche gli errori più piccoli restano immagazzinati per sempre in memoria per poterteli rinfacciare; 4. Appena l’hai comprato ti ritrovi a spendere mezzo stipendio in accessori. La squadra delle ragazze, ovviamente, arrivò alla conclusione che il computer era di genere sicuramente maschile perchè: 1. Se vuoi fare qualcosa con lui, prima lo devi accendere; 2. Anche se ha molti dati non riesce a pensare da solo; 3. E’ stato inventato per risolvere i problemi, ma nella metà dei casi è lui il problema; 4. Appena l’hai comprato ti accorgi che se avessi aspettato ancora un po’ ne avresti potuto trovare uno migliore...
INDOVINELLO Qual è la donna ideale? Risposta Una bionda, bella, sorda, muta e ninfomane, che ha perso la madre e il cui padre possiede una grossa azienda di informatica.
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d scita. E vita d pposizio in o a a La rin volta nell ressante da Marte do s lla p orpione e rti secon n una a d o a c o Liber stelle in S i organizz desideri c ia. delle , ora puo e i tuoi ova tenac e à e Leon necessit e una nu nelle ultimcie s le tu rendenza ifici fatti ni se riu ze r a z p intra ove, i sac saranno v lle certe au r s llecit , Le p ane non ti saldo o s o i le settimmantener ccogliera ottimism n rai a istate e a mento co pi. u conq di cambia tare i tem t zioni nza affre ma se
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fis il m ante e di ort e t rcizio Lo sp nerti scat che l’ese rale. E tu e e e t n e man a sempr ilibrio ge ogno. Sole , ie d is Ricor per l’equ sempre b one energ ao f i u ottim rio ne ha otori di b ritmi più 6. i 2 ib equil sono prom re anche i fino al re e it Marte o a sosten look favor edi di vive 5 2 v n aiuta Cambi di e non va, il giorno o d h ticosi. è niente c periodo e al tuo mo te ’ l Non c questo be na svolta a tua salu ll u bene nio) dai cuparti de u c (Novil re. Per o 26. e e di viv i giorni 25 scegli
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