Sped. in Ap. - 45% - art 2 Comma 20/b legge 662/96 - Filiale di Palermo ÂŤTaxe percueÂť - Tassa riscossa - Filiale Palermo
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Rubriche Surveys pag. 4 In breve > Briefly
Il teatro greco di Siracusa The Greek theatre in Syracuse Una conchiglia di pietra con vista sul mare A stone shell with a view of the sea
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pag. 14 Libri > Books pag. 18 Attualità > News
Week-end
L’Area Marina Protetta Isole Ciclopi The Isole Ciclopi Protected Marine Area Fra lava e mare Between lava and sea
Quando non ci si sposava a maggio When people didn’t get married in May
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pag. 64 Per San Filippo… a rotta di collo > For St. Phillip… at breakneck speed pag. 67 Fra storia e fede > History and faith pag. 69 Una festa dai sapori decisi > A feast with well-defined tastes
I consigli di Sikania Sikania advices
Il mito in Sicilia (XIII) Myth in Sicily (XIII)
pag. 66 Dove dormire > Where to sleep
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pag. 68 Dove mangiare > Where to eat pag. 70 Ristorante > Restaurant Giardino di Bacco
pag. 72 Albergo > Hotel
Tesori nascosti Hidden treasures C’era una volta e c’è ancora > Once upon a time - and now too Villa del Tellaro: ne parliamo con la Soprintendente Mariella Muti Villa del Tellaro: we talk about it with the Superintendent Mariella Muti di Emilia Gatti
Copertina > Cover: ph. Hanne Carstensen > AMP Isole Ciclopi
pag. 58
Locanda Cos
pag. 74 Lo scaffale di Sikania > Da bere agli assetati di Anna Li Vigni
IN BREVE>BRIEFLY
Buon compleanno, Puccini! Il Teatro Massimo di Palermo festeggia il 150° anniversario della nascita di Giacomo Puccini mettendo in cartellone la rappresentazione dei tre atti unici del Tabarro, di Suor Angelica e Gianni Schicchi (dal 17 al 25 maggio) e, dopo un intermezzo con la Petite Messe Solennelle di Gioacchino Rossini interpretata dal Coro del teatro lirico (solo il 1° giugno), va in scena dal 13 al 19 giugno la Manon Lescaut, tra le opere più raffinate del musicista toscano. Informazioni: tel. 091 6053111 - www.teatromassimo.it
Happy birthday, Puccini! > The Teatro Massimo in Palermo is celebrating the 150th anniversary of the birth of Giacomo Puccini by staging the three one-act operas Tabarro, Suor Angelica and Gianni Schicchi (from 17 to 25 Mary) and, after an interval with the Petite Messe Solennelle by Gioacchino Rossini performed by the Choir of the opera house (only on 1 June), from 13 to 19 June is doing Manon Lescaut, one of the most refined works by the Tuscan musician. Information: tel. 091 6053111 - www.teatromassimo.it
Bonton, una rassegna in onore del tonno Dal 6 all’8 giugno le tonnare di Bonagia (Valderice) e Favignana - nella provincia trapanese dell’Isola - ospitano Bonton, rassegna enogastronomica dedicata al tonno rosso, il re di questi mari. Nel corso di questi tre giorni, degustazioni, visite guidate alle tonnare, mostre e spettacoli si alterneranno a convegni e incontri per rendere “onore” a quello che è stato il perno dell’economia trapanese fin dalla notte dei tempi. Informazioni: tel. 0923 538789 www.rassegnabonton.it
Bonton, a festival in honour of the tuna > From 6 to 8 June the tuna stations of Bonagia (Valderice) and Favignana - in Trapani province on the island - are hosting Bonton, an oenological and gastronomic festival devoted to the red tuna, the king of these seas. During the festival, tasting sessions, guided visits to the tuna stations, exhibitions and shows will alternate with conferences and meetings to “honour” what has been the pivot of the economy of Trapani province since remote times. Information: tel. 0923 538789 - www.rassegnabonton.it
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Il Vino in un Museo Palazzo Fici, a Marsala, si sta rifacendo il “trucco” per ospitare, una volta terminati i lavori di restauro, il nuovo Museo del Vino. Sarà così recuperata alla fruizione pubblica una delle più antiche residenze nobiliari cittadine, che suggellerà ancor più fortemente il legame del territorio con il più famoso vino siciliano.
Wine in a Museum Palazzo Fici, in Marsala, is having a “facelift” to house, once the restoration work is finished, the new Wine Museum. There will thus be restored to public enjoyment one of the oldest noble residences in the town, which will more strongly seal the bond of the territory with the most famous Sicilian wine.
IN BREVE>BRIEFLY
La più spettacolare tra le corse, la maratona, conquista Messina, che organizza il 18 maggio la sua prima maratona cittadina. Il percorso - 42,195 chilometri - si snoderà tra le strade più caratteristiche, raggiungendo la litoranea, la via Consolare Pompea, utilizzando il pilone come boa per intraprendere la strada del ritorno, con il traguardo segnato sotto lo sguardo del Duomo. Informazioni: A.D. Polisportiva Odysseus Messina, via dei Mille, 181, tel. 090 9432518 - 380 3032011 - fax 090 9430760 www.messinamarathon.com
1ª maratona di Messina
ph. frederic de villamil
The first Marathon in Messina > The most spectacular among the runs, the marathon, has conquered Messina, which on 18 May will have its first city marathon. The route - 42.195 kilometres - will run along the most characteristic streets, reaching the coast road, via Consolare Pompea, using the pylon as a buoy to undertake the return route, with the finishing line marked under the gaze of the Cathedral. Information: A.D. Polisportiva Odysseus Messina, via dei Mille, 181, tel. 090 9432518 380 3032011 - fax 090 9430760 - www.messinamarathon.com
Boom Ecoturismo Dal 5 al 7 giugno, Cefalù ospita la Conferenza Internazionale sull’Ecoturismo Mediterraneo, settore che ha segna un trend in constante crescita, soprattutto in Sicilia. L’incontro nella cittadina normanna sarà un utile confronto per gestire al meglio la risorsa siciliana. Informazioni: tel. 091 6622261 www.ecoturismomediterraneo.net
Eco-tourism boom From 5 to 7 June, Cefalù will be hosting the International Conference on Mediterranean Eco-tourism, a sector that shows a trend in constant growth, especially in Sicily. The meeting in the Norman town will be a useful exchange for managing the Sicilian resource to the best. Information: tel. 091 6622261 www.ecoturismomediterraneo.net
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ph. pallotron
Fiorisce il centro di Noto La centralissima via Nicolaci, a Noto, sta per essere trasformata in un tappeto di quadri, opere d’arte che nulla hanno a che fare con colori e pennelli, ma solo con variopinti petali di fiori. È l’Infiorata, che dal 15 al 18 maggio richiamerà nella stretta via di Noto il solito, incredibile, numero di turisti, sorpresi e ammaliati dalla bravura degli artisti che, in un susseguirsi di quadri dalla incredibile composizione, rendono omaggio alla bellezza della cittadina siracusana. Informazioni: www.comune.noto.sr.it
The centre of Noto in flower > The central Via Nicolaci, in Noto, is to be turned into a carpet of pictures, works of art that have nothing to do with colours and brushes, but only with multicoloured flower petals. It is the “Infiorata”, which from 15 to 18 May will bring to the narrow street in Noto the usual unbelievable number of tourists, amazed at and bewitched by the cleverness of the artists that, in a succession of pictures with unbelievable composition, pay tribute to the beauty of the town in Syracuse province. Information: www.comune.noto.sr.it
IN BREVE>BRIEFLY
Jovanotti, le tappe siciliane del Safari tour 2008 Da qualche album in qua, chiamarlo Jovanotti sembra quasi riduttivo. E per parlare del suo ultimo album, Safari, preferiamo fare riferimento a Lorenzo Cherubini, cantautore sempre più “impegnato”, sempre più giocoliere con le parole, sempre più invaghito dall’emozione da trasmettere, anni luce lontano dai ritmi martellanti senza sostanza dei divertentissimi pezzi dell’esordio. È vero, sono passati tanti anni. Jovanotti è cresciuto, ha messo su famiglia e si è scoperto le rughe sul viso, tocca con mano la solitudine degli adulti e la bandisce con il refrain di Fango, prima di trovare rifugio proprio nel calore della sua famiglia, scrivendo A te, ballata che rende onore alle sue capacità di autore dei testi. Tutto l’album è, però, una scoperta dietro l’altra, una scoperta che il pubblico siciliano potrà condividere nelle due tappe live di Acireale e Palermo, il 20 e il 22 maggio prossimi. Informazioni: Call Center TicketOne, tel. 892101 - biglietto 29 €.
Jovanotti, the Sicilian stages of Safari Tour 2008 > Starting from a few albums back, calling him Jovanotti seems almost reductive. And to speak of his latest album, Safari, we prefer to refer to Lorenzo Cherubini, a singersongwriter who is more and more “committed”, more and more a juggler with words, more and more in love with the emotion to be conveyed, light years away from the hammering and empty rhythms of the amusing pieces of the early years. It is true, so many years have gone by. Jovanotti has grown, he has started a family and he has discovered wrinkles on his face, he touches with his own hand the loneliness of adults and he banishes it with the refrain of Fango (Mud), before finding shelter in the warmth of his family, writing A te (To you), a ballad honouring his abilities as an author of texts. The whole album, however, is one discovery after another, a discovery that the Sicilian public can share in the two live concerts in Acireale and Palermo, on 20 and 22 May. Information: Call Center TicketOne, tel. 892101 - ticket 29 €.
Scommetti sull’emozione, vieni all’ippodromo.
Ippodromo della Favorita Dove la natura fa spettacolo
IN BREVE>BRIEFLY
I tasti del pianoforte sono 88, eppure quando a pigiarli ci sono le dita di Michael Nyman sembrano molti di più, e le note si trasformano in onde musicali che sembrano giungerci da orizzonti lontanissimi, onde che si infrangono su chi le ascolta, coinvolgendo nel suo moto liquido di emozioni anche l’uditorio più distratto. Solo per citare gli esempi più conosciuti, Nyman è l’autore della colonna sonora di film quali Lezioni di piano di Jane Campion e di altri capolavori come La Tempesta di Peter Greenaway, per non parlare di Wonderland di Michael Winterbottom. Insomma, un’emozione da provare, approfittando del concerto catanese del 22 maggio al Teatro Metropolitan. Informazioni: biglietti da 22 a 33 € - www.cataniajazz.com
La magia della tastiera bianco&nero di Michael Nyman
ph. close_up
The magic of the keyboard: Michael Nyman’s black and white > The keys of the piano are 88, yet when they are pressed by the fingers of Michael Nyman they seem to be a lot more, and the notes are transformed into musical waves that seem to come to us from distant horizons, so that that they break on the listener, involving in the liquid motion of emotions even the most distracted audience. Just to mention the best-known examples, Nyman is the author of the soundtracks of films like The Piano by Jane Campion and other masterpieces like The Tempest by Peter Greenaway, not to mention Wonderland by Michael Winterbottom. In short, it is an emotion to be experienced, taking advantage of the concert in Catania on 22 May at the Teatro Metropolitan. Information: tickets from 22 to 33 € - www.cataniajazz.com
Avrà inizio il 22 maggio l’ottavo Festival del Teatro dei Due Mari, ciclo di rappresentazioni nello splendido scenario del teatro antico di Tindari. In cartellone quest’anno l’Edipo di Sofocle (giorni: 22, 23, 25, 27, 29, 31 maggio e 2, 4, 6 e 7 - alle 21 - giugno) e il Giulio Cesare Shakespeare (giorni: 24, 26, 28 e 30 maggio e 1,3,5,7 alle 19, e 8 giugno). Informazioni: Associazione Teatro dei Due Mari, tel. 090 674593 - 339 2745387 - 340 8930880 - fax 090 714911. Biglietti da 15 a 30 €.
VIII ciclo di rappresentazioni classiche al teatro di Tindari 8th cycle of classical plays at the Tindari theatre > On 22 May there will start the eighth Festival of the Theatre of the Two Seas, a cycle of performances in the splendid setting of the ancient theatre at Tindari. This year’s programme includes Oedipus by Sophocles (22, 23, 25, 27, 29, 31 May and, at 9 pm, 2, 4, 6 and 7 June) and Shakespeare’s Julius Caesar (24, 26, 28 and 30 May and 1, 3, 5, 7 June - at 7 pm - and 8 June). Information: Associazione Teatro dei Due Mari, tel. 090 674593 - 339 2745387 - 340 8930880 - fax 090 714911. Tickets from 15 to 30 €. 8
IN BREVE>BRIEFLY
Viaggio attraverso le emozioni in cento opere di Bonanno a Racalmuto Ci sono 100 opere di Totò Bonanno che corredano la città di Racalmuto, come illustrazioni chiamate ad “impaginare” un testo scritto con le pietre, con l’aria, con l’odore di una terra che ben si presta a far da contraltare all’espressione artistica di un pittore la cui coerenza è stata sottolineata da Giorgio Segato come “espressione di una fedeltà che ha origine nello sguardo e nel cuore, nei sentimenti profondi e nel suo peculiare, ben riconoscibile modo di guardare e dipingere, che non è mai stato un ritrarre, un rappresentare o ripresentare la realtà, bensì un sentire, un partecipare, un attraversare e farsi attraversare”. Il corpus più consistente di opere è raccolto al Castello Chiaramontano, e l’associazione Maestri d’Arte, curatrice della mostra, organizza visite guidate all’interno del maniero, ma anche negli altri spazi di Racalmuto in cui sono esposte le opere. Informazioni: tel. 091 6764297 - 333 7563411 - maestridarte@gmail.com - fino al 15 giugno.
A journey through emotions in a hundred works by Bonanno at Racalmuto > There are 100 works by Totò Bonanno that equip the village of Racalmuto as illustrations called on to “mark out” a text written with stones, with air, with the smell of an earth that lends itself well to serving as a foil to the artistic expression of a painter whose consistency has been stressed by Giorgio Segato as the “expression of a fidelity that originates in the gaze and in the heart, in profound feelings and in his peculiar, and a very recognizable way of looking and painting, which has never been portraying, representing or re-presenting reality, but instead a feeling, participation, crossing it and being crossed by it.” The biggest corpus of works is collected at the Chiaramonte Castle, and the Maestri d’Arte association, organising the exhibition, runs guided visits inside the castle, but also to other places at Racalmuto in which the works are displayed. Information: tel. 091 6764297 - 333 756 3411 maestridarte@gmail.com - up to June 15
Le ambiguità evocative della Gandini > Opere in cui la “purezza e l’armonia dei vegeatili o dei corpi umani sembrano evocare la classicità e la plasticità delle forme, percorse da una inquietudine del tutto moderna”. Questo, in estrema sintesi, è quello che si ammira, fino al 27 luglio, alla Galleria Luigi Ghirri di Caltagirone (in via Duomo, 11), elegante contenitore della mostra dedicata all’arte di Antonella Gandini. Informazioni: tel. 334 3358978
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The evocative ambiguities of Antonella Gandini > Works in which the “purity and harmony of plants or human bodies seem to evoke the classicality and plasticity of forms, shot through by a wholly modern restlessness.” This, extreme briefly, is what is to be seen, until 27 July, at the Luigi Ghirri Gallery in Caltagirone (Via Duomo, 11), the elegant container of the exhibition devoted to the art of Antonella Gandini. Information: tel. 334 3358978
IN BREVE>BRIEFLY
Andy Warhol 1957-1987 Storia del mito per immagini Dal 10 maggio al 29 giugno l’ex Loggiato San Bartolomeo di Palermo ospita Andy Warhol - Storia del mito per immagini, importante esposizione organizzata dall’Associazione Mare e da Argomenti, e patrocinata dalla Provincia regionale di Palermo. Esposte nel capoluogo siciliano oltre cento opere dell’artista della pop-art, provenienti in gran parte dalla collezione Rosini-Gutman: pezzi unici, grafiche, multipli, oggetti, foto, video, disegni autografi, copertine firmate di dischi dei Velvet Undergound e dei Rolling Stones; e ancora, esempi della Marilyn numerati, due Campbell’s soup dress del 1968 e molte altre serigrafie dedicate alla famosa zuppa americana; parte della collezione degli Space fruit, un ritratto di Liza Minnelli (1978) e uno di Liz Taylor (litografia, 1962), un ritratto di Enzo Cucchi (1978) e uno di Renée Rauschenbusch (1979). Informazioni: tel. 091341119. Orari: da martedì a giovedì 16-21, da venerdì a domenica 16-24, lunedì chiuso.
Andy Warhol 1957-1987. History of myth through images > From May 10 to 29 June the former Loggiato San Bartolomeo in Palermo will be hosting Andy Warhol - History of myth through images, an important exhibition organized by the Mare association and by Argomenti, and sponsored by the Regional Province of Palermo. There will be over a hundred works by the artist of pop-art, works coming to a great extent from the Rosini-Gutman collection: unique pieces, graphics, multiples, objects, photos, videos, autographs drawings, signed covers of records by Velvet Underground and the Rolling Stones; and also numbered examples of Marilyn, two Campbell’s soup dresses from 1968 and a lot of other serigraphs devoted to the famous American soup; part of the Space fruit collection, a portrait of Liza Minnelli (1978) and one of Liz Taylor (lithography, 1962), a portrait of Enzo Cucchi (1978) and one of Renée Rauschenbusch (1979). Information: tel. 091 341119. Opening times: Tuesday to Thursday 4-9, Friday to Sunday 4-12, closed on Mondays.
Per Salvo Palazzolo “tutti vissero feticci e contenti” Allestita nello spazio palermitano di Palab, la mostra d’arte contemporanea delle opere di Salvo Palazzolo racconta il mondo contemporaneo attraverso il pretesto della favola, rivisitata con occhio ironico e dissacrante. Da uno sperduto Pinocchio ai sogni di una Bella Addormentata nigeriana, quando si dice che l’arte è tale quando fa riflettere... Informazioni: Palab, via del fondaco, Palermo - tel. 091 6538204, ingresso libero dal martedì alla domenica dalle 18 alle 24 - fino al 1° giugno. For Salvo Palazzolo “they all lived happy and fetishistic” > Set up in the Palab space in Palermo, the contemporary art exhibition of the works of Salvo Palazzolo tells of the contemporary world through the pretext of the fable, revisited with an ironic and desecrating eye. From a lost Pinocchio to the dreams of a Nigerian Sleeping Beauty, when they say that art is such when it makes you reflect... Information: Palab, via del Fondaco - Palermo - tel. 091 6538204 - admission free Tuesday to Sunday from 6 to 12 - until 1 June. 11
IN BREVE>BRIEFLY
Mondo Babonzo, la gomma piuma per parlare di Africa
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Con 52 sculture create da Altan e Stefano Benni e realizzate in gomma piuma da Pietro Perotti, l’Amref - la maggiore organizzazione no-profit sanitaria per l’Africa - intende portare all’attenzione del maggior numero possibile di persone il “caso” Africa. È stato così realizzato un Museo delle Creature Immaginarie che possa sostenere il progetto per il miglioramento delle condizioni ambientali e sanitarie delle comunità masai di Namanga e Mashuri, duramente colpite negli ultimi anni dalla siccità. Il progetto prevede la costruzione di pozzi e di altre fonti idriche, la realizzazione di programmi sanitari e di prevenzione, unendo il divertimento della visione di queste buffe sculture (dai divertenti nomi di Baobab, Camullo, Babonzo...) con l’impegno, affinché l’immagine dell’Africa sia vissuta in modo meno “fantasy” di quanto disegnato dalla televisione. Alla Galleria di Arte Moderna di Palermo fino al 23 giugno con ingresso a 5 € dal martedì alla domenica dalle 9,30 alle 18,30.
Sapori mediterranei Si inaugura il 30 maggio la curiosa mostra fotografica allestita alla galleria Fiaf di Valverde (in c.so V. Emanuele, 214) inserita nell’ambizioso progetto della Federazione “Immagini del gusto”. La mostra, che resterà esposta fino al 2 giugno, si compone di 50 immagini che raccontano, a colori o in bianco&nero, il patrimonio mediterraneo di sapori. Informazioni: www.fotoclublegru.it
Mondo Babonzo, foam rubber to speak of Africa > With 52 sculptures created by Altan and Stefano Benni and made in foam rubber by Pietro Perotti, Amref - the biggest non-profit health organization for Africa intends to bring the Africa “case” to the attention of the biggest possible number of people. So a Museum of Imaginary Creatures has been created to support the project for the improvement of the environmental and health conditions of the Masai communities of Namanga and Mashuri, hit hard in the last few years by drought. The project contemplates the construction of wells and other water sources, the setting up of health and prevention programmes, uniting the fun of seeing these funny sculptures (with amusing names like Baobab, Camullo, Babonzo...) with commitment, so that the image of Africa can be experienced in a less “fanciful” way than on television. At the Modern Art Gallery in Palermo until 23 June, admission 5 €, Tuesday to Sunday 9.30 am to 6.30 pm.
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Mediterranean flavours On 30 May there is the inauguration of a curious photographic exhibition at the Fiaf gallery at Valverde (corso V. Emanuele, 214) inserted in the ambitious project of the Federation “Images of taste.” The show, which will be open until 2 June, is made up of 50 images that in colour or black and white reveal the Mediterranean patrimony of flavours. Information: www.fotoclublegru.it
LIBRI>BOOKS
Pietrangelo Buttafuoco
L’ultima del diavolo Mondadori 262 pagg. 18 €
Alla sua seconda prova da scrittore di romanzi, il catanese Buttafuoco si è cimentato con un tema decisamente spinoso: l’incontro fra Cristianesimo e Islam. Argomento serio e non facile, che l’autore affronta però con il suo consueto spirito, con la scrittura goliardica che lo contraddistingue e che ne fa uno scrittore decisamente sui generis. Il libro ha come protagonista il cardinale Taddeo Reda di Giugliano che si vede fare da un demone d’altissimo rango, Nick Mac Pharpharel, una curiosa richiesta: che venga rovesciato dagli altari il monaco Bahira, che per primo riconobbe il segno della profezia in un giovane Maometto - così attestando l’iniziazione cristiana all’Islam. Uno scandalo, che serve all’autore per sostenere la sua teoria di un incontro tra Islam e Cristianesimo. «Per questo libro mi sono fatto turco - ha dichiarato l’autore -. E più mi sono infilato nell’Islam, più ho trovato qualcosa delle mie radici e della mia educazione».
Maria Rosa Cutrufelli
D’amore e d’odio 462 pagg. 18 €
Sette voci, sette “tempi” per un’unica storia, incorniciata in quella del Novecento: in questo romanzo, la messinese Cutrufelli intreccia con mano felice le vicende di sette donne dal 1917 al 1999, creando un unico affresco. Da un ospedale del Cadore (dove incontriamo Nora, la prima protagonista) all’entroterra di Taormina, da Roma a Torino e fino a Milano, dove la storia si conclude, nella notte di Capodanno, seguiamo drammi, speranze e utopie private che si specchiano nei drammi, nelle speranze e nelle utopie di un secolo intero. Il tutto attraverso lo stile personalissimo e avvincente della Cutrufelli che, pur presentando una quantità di personaggi variamente collegati fra loro da vincoli familiari, lascia che a narrare le diverse vicende sia sempre un’unica voce, tenendo insieme i “tempi” con poche pagine narrative.
Ogni appuntamento con il commissario Montalbano ha ormai, per i suoi fan, il sapore dell’evento. Si segue l’evoluzione del personaggio, si fanno congetture sullo sviluppo della vicenda “gialla”, si teme che possa essere l’ultimo libro, visto che l’autore ha dichiarato, qualche tempo fa, che la signora Sellerio ha già l’ultimo manoscritto “del commissario” nella sua cassaforte. La storia, in questo caso, prende le mosse dal ritrovamento, in un campo d’argilla, di un cadavere sezionato, ucciso con le modalità che, secondo un’arcaica legge mafiosa, vengono riservate a chi si macchia di tradimento. Il campo, di fatto, diventa un luogo di tradimenti, perché in questo romanzo tutti tradiscono tutti e perfino il commissario verrà tradito prima di riuscire a dipanare il mistero grazie a un libro di Camilleri, che si troverà fra le mani in un originale gioco di rimandi.
Andrea Camilleri
Il campo del vasaio Sellerio editore 280 pagg. 12 €
Un romanzo per ragazzi, ma godibile anche dagli adulti per i toni da commedia nera con cui affronta i temi, la più recente prova di Albertazzi, che si cala nei panni del giallista, ci porta a Catania, descritta senza luoghi comuni ma nella sua realtà spesso scomoda. Il protagonista è un giovane volontario, Giani, a cui tocca il terribile destino di trovare il corpo senza vita del coordinatore dell’oratorio, uomo ambiguo sospettato di pedofilia. Le voci della storia che, a dispetto del tema crudo, non indulge in inutile violenza, sono tre: quella dello stesso Giani, coinvolto nell’indagine e non esente da sospetti; del commissario Pulvirenti, e dell’assassino, un serial killer che incombe sullo sfondo della storia.
Ferdinando Albertazzi
Il bonificatore di cuori Salani 147 pagg. 11 €
Conoscere e amare la Sicilia > To know and love Sicily Sikania non è una semplice rivista! Ogni numero è un volume da collezionare e da consultare più volte.
Sikania is not a mere magazine! Every issue is a volume to collect and to consult again and again.
Una vera biblioteca sulla Sicilia, la sua storia, i suoi ambienti naturali, la cultura, l’arte, il folklore.
It is a true library on Sicily, its history, its natural environments, culture, art and folklore.
Le splendide foto, i testi semplici, accattivanti e mai banali vi trasmetteranno l’immagine più sincera della Sicilia, con tutti i suggerimenti per visitarla al meglio, anche nelle sue zone più sconosciute.
The splendid photos, the clear texts, captivating and never banal, will convey to you the sincerest image of Sicily, with all possible suggestions about the best way to visit it, including its least known areas.
In 24 anni non siamo mai mancati al nostro appuntamento mensile in edicola e ciò ci rende orgogliosi per il primato raggiunto nel campo dell’editoria siciliana.
In 24 years we have never missed our monthly appointment at newsagents’ and this makes us proud of the record reached in the field of Sicilian publishing.
I numeri di Sikania costano molto poco, ma valgono tanto!
The issues of Sikania do not cost very much, but they are worth so much!
Vi offriamo la raccolta di tutti i numeri ancora disponibili (150) con l’abbonamento per un anno a Sikania (11 numeri).
We are offering you the collection of all the issues still available (150) with a oneyear subscription to Sikania (11 numbers).
Una biblioteca sulla Sicilia A library on Sicily
140 € 165 €
Italia > Italy estero > abroad (+ 6,88 spese di spedizione)
(+ spese di spedizione con corriere espresso > courier express expenses)
Sul sito www.sikania.it è possibile consultare l’elenco completo degli arretrati disponibili. On the site www.sikania.it it is possible to look up the complete list of available back numbers. Piazza Don Bosco, 6 - 90143 Palermo Tel. 091 543506 - Fax 091 6373378
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ATTUALITÀ>NEWS
> Sicilia
Primi in Italia per investimenti culturali We are the first in Italy for cultural investments Nel 2006 la Regione Siciliana ha investito 611 milioni di euro in attività turistiche e culturali In 2006 the Sicilian Region has spent 611 million euros for investments in tourist and cultural activities
Informazioni > Information L’Annuario del Turismo e della Cultura a cura del Centro Studi TCI - Touring Club Italiano Editore > The Yearbook of Tourism and Culture published by the TCI Study Centre Italian Touring Club Publishing Company pagg. 440 - 24,00 €
ph. mafalda
L’Annuario del Turismo e della Cultura edizione 2008 - pubblicato per i tipi del Touring Club Italiano riporta, in modo chiaro e semplice il quadro nazionale in merito all’andamento delle attività turistiche e culturali nella Penisola. Un dato si evidenzia in modo lampante: la Regione Siciliana è prima per investimenti in cultura. Nel 2006 ha speso nel settore “cultura, istruzione e sport” ben 611 milioni di euro: 432 per “organizzazione della cultura”, 163 per “istruzione e diritto allo studio”, 16 per “sport”, 0 euro per studi e ricerche. Tanto per intenderci, il Piemonte, che pure ha ospitato i giochi olimpici invernali (tutti nel mese di febbraio 2006) ha speso 259 milioni di euro (55 per lo sport, 90 per la cultura e 114 per istruzione e diritto allo studio). È anche vero che, forse, tutte le spese di allestimento per gli impianti sportivi sono state inserite nel bilancio 2005... Vediamo allora il Lazio. Notti bianche e Festival Internazionale del cinema inclusi sono stati coperti con la “modica” spesa di 109 milioni euro (per una spesa complessiva di 310, di cui 189 per istruzione e diritto allo studio). Cosa sia successo nel 2006 di tanto eclatante da giustificare ben 432 milioni di euro spesi per le nostre manifestazioni culturali, onestamente non ne abbiamo memoria. C’è qualcuno che può aiutarci a ricordare?
ph. yfm
The Yearbook of Tourism and Culture 2008 edition- published by the Italian Touring Club, shows in a clear and simple way the national picture regarding the pattern of tourist and cultural activities in the peninsula. One datum is very evident: the Sicilian Region is the first for investments in culture. In 2006 in the sector of “culture, education and sport” it spent no less than 611 million euros: 432 for “organization of culture”, 163 for “education and the right to study”, 16 for “sport”, 0 euros for studies and researches. Just to be clear, Piedmont, which has also hosted the Winter Olympic Games (in February 2006) spent 259 million euros (55 for sport, 90 for culture and 114 for education and the right to study). It is also perhaps true that all the expenses for preparing the sporting facilities were inserted in the 2005 budget... Then let’s see Lazio. White nights and International Festival of Cinema included were covered with the “moderate” expense of 109 million euros (for a general expense of 310, 189 of which for education and the right to study). What happened in 2006 that was so outstanding as to justify no less than 432 million euros spent for our cultural events, we honestly don’t remember. Is there anyone that can help us to remember?
web > www.touringclub.it/ricerca/annuario.asp?area=annuario 18
ATTUALITÀ>NEWS
> Vendicari (SR)
L’oasi che ha conquistato i turisti The oasis that has conquered tourists Sono 100.000 i visitatori che nel 2007 sono stati a Vendicari In 2007 100.000 visitors are been in Vendicari Fa segnare addirittura un +30% il numero dei turisti che nel 2007 ha visitato l’oasi faunistica di Vendicari, splendido angolo protetto nel siracusano. Almeno 100.000 i turisti che ne hanno calpestato - con il massimo rispetto - il rigoglioso suolo, facendo registrare un boom di gradimento davvero inaspettato, gradimento che si conferma anche nei primi mesi di questo 2008 (anche se i mesi più “caldi” sono quelli di aprile, maggio, settembre e ottobre). Nella riserva di Vendicari, a circa un’ora e mezzo di auto da Catania, è possibile praticare birdwatching, attività che richiama nei capanni appositamente allestiti anche ricercatori di levatura internazionale; si può fare escursionismo, seguendo i quattro sentieri che prendono avvio dai quattro punti di accesso alla riserva e che “riservano” (scusate il gioco di parole) ciascuno un’emozione unica, irripetibile. Oppure si può fare snorkeling tra le acque trasparenti del suo mare, si può prendere il sole sulle bianche spiagge della costa... Se ben 20.000 turisti stranieri l’hanno scelta come méta, un motivo deve pur esserci.
There was an increase of no less than 30% in the number of tourists that in 2007 visited the Vendicari fauna oasis, a splendid reserve in Syracuse province. At least 100,000 tourists walked - with the greatest respect - on its luxuriant soil, with a quite unexpected boom, and the phenomenon was also confirmed in the first months of 2008 (though the warmest months are April, May, September and October). In the Vendicari reserve, about an hour and a half from Catania by car, you can do bird-watching, an activity that also draws researchers of international renown to the special huts; you can make excursions, going along the four paths that start from the four entrances to the reserve and each hold in store a unique and unrepeatable emotion. Or you can go snorkelling in the transparent waters of its sea, and sunbathe on the white beaches along the coast... If no fewer than 20,000 foreign tourists have chosen it as a destination, there must be a reason.
Informazioni > Information La riserva si raggiunge, partendo da Catania, procedendo in direzione di Siracusa, uscita Cassibile. Da qui, si percorre la SS115, uscita per Noto e si prosegue in direzione Pachino. La Riserva si trova a circa 8 km da Noto. > You can get to the reserve, setting out from Catania, proceeding in the direction of Syracuse, Cassibile exit. From here you go along state highway SS 115, Noto exit, and continue in the direction of Pachino. The Reserve is about 8 km from Noto.
ph. pallotron
web > www.oasivendicari.net 19
ATTUALITÀ>NEWS
> Carini (PA)
Scavi alle catacombe di Villagrazia di Carini Excavations in the Villagrazia di Carini catacombs
È il secondo sito in Sicilia per importanza It is the second site for importance in Sicily
Informazioni > Information Comune di Carini > Carini Council tel. 091 8611111
Appena fuori Villagrazia di Carini, lasciando a sinistra la strada che conduce a Carini e a destra la piazza delle Vittorie, procedendo solo qualche centinaio di metri verso Trapani, a sinistra si incrocia la via Morello e un muro perimetrale di quelli che in queste campagne - in genere - delimitano le case estive dei villeggianti. In questo caso non è affatto così: dietro quel muro si estende l’area delle catacombe paleocristiane, il secondo sito per grandezza e importanza di tutta la Sicilia (dopo Siracusa), e secondo solo per quanto se ne conosce, visto che dalla loro scoperta (1899) i 1000 metri quadrati occupati dal sito archeologico non sono stati del tutto esplorati. Quello che si sa è che si tratta di un insediamento di epoca romana-bizantina, oggi, secondo quanto previsto dal Concordato tra Stato e Chiesa del 1929, di proprietà proprio del Vaticano. Proprio per completare il recupero di queste catacombe, la Regione Siciliana, su richiesta del Comune di Carini, ha recentemente stanziato 350.000 euro, una cifra che dovrebbe consentire nuovi lavori di scavo al fine di estendere l’esplorazione dei cunicoli (fino al 1999 utilizzati, almeno negli antri delle grotte di accesso, come ricovero per ovini) e delle gallerie ancora invase da materia alluvionale.
Just outside Villagrazia di Carini, leaving on your left the road that leads to Carini and on your right Piazza delle Vittorie, proceeding just a few hundred metres in the direction of Trapani, on the left you meet Via Morello and one of those walls that in such country places - generally - delimit the summer houses of holidaymakers. In this case it is not quite this way: behind that wall there lies the area of the palaeoChristian catacombs, the second site for size and importance in the whole of Sicily (after Syracuse), and second only for what is known, considering that since their discovery (1899) the 1000 square metres occupied by the archaeological site have not entirely been explored. What we know is that it is a settlement from the Roman-Byzantine epoch, belonging today, as contemplated by the 1929 Concordat between State and Church, to the Vatican. In order to complete the recovery of these catacombs, the Sicilian Region, on a request from Carini Council, recently put up 350,000 euros, a figure that should allow new excavation for the purpose of extending the exploration of the tunnels (used until 1999, at least in the access caves, as a shelter for cattle) and of the galleries still invaded by alluvial material. web > www.comune.carini.pa.it - www.patrimoniosos.it
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ATTUALITÀ>NEWS
> Sicilia
Mare pulito, mare siciliano Clean sea, Sicilian sea It is perfectly fit for swimming the 80% of the Sicilian coastlines
ph. mariano brusca
Perfettamente balneabile l’80% delle coste siciliane Il Servizio di Igiene Pubblica dell’Assessorato regionale alla Sanità ha reso noti i dati relativi alla balneabilità delle coste dell’Isola. Dei 1484 chimoletri di costa siciliana, 234 risultano non inquinati, ma ben 940 risultano perfettamente balneabili, riducendo così a soli 310 i chilmetri di costa non praticabili per motivi igienici, anche se circa 151 chilometri di queste coste bocciate potrebbero essere recuperate prima dell’apertura della stagione (1° maggio) poiché l’inquinamento registrato è a carattere provvisorio. Dei restanti 150 fanno parte le coste “proibite” di riserve naturali, quelle delle aree portuali e quelle inaccessibili, riducendo così drasticamente l’effettivo chilometraggio delle coste inquinate. Sono state promosse a pieni voti (il dipartimento regionale parla di “qualità eccellente”) le spiagge di San Vito Lo Capo e Castellammare del Golfo (TP); quella di San Leone (AG) e di Marina di Ragusa; il lido Arenella a Siracusa, le spiagge Granelli e Margella a Pachino (SR), la scogliera e la plaia di Catania; le coste di Gioiosa Marea, Capo d’Orlando, Sant’Alessio e di San Saba, (Me); tutta la zona balneare di Mondello (Pa) e le coste delle isole minori.
The Public Hygiene Service of the Regional Health Ministry has made known the data relating to the fitness of the coasts of the island for swimming. Of the 1484 kilometres of Sicilian coastline, 234 prove to be unpolluted, but no fewer than 940 prove to be perfectly fit for swimming, thus reducing to just 310 the kilometres of coastline to be avoided for health reasons, though around 151 kilometres of the rejected coasts could be recovered before the opening of the season (1 May) since the pollution recorded is of a provisional character. The remaining 150 include the “forbidden” coasts of nature reserves, and those of port areas and inaccessible ones, thus drastically reducing the real number of kilometres of polluted coasts. Fully positive judgments were expressed (the regional department speaks of “excellent quality”) on the beaches at San Vito Lo Capo and Castellammare del Golfo (Trapani province); San Leone (Agrigento province) and Marina di Ragusa; the Arenella beach in Syracuse, the Granelli and Margella beaches at Pachino (Syracuse province), the rock and beach in Catania; the coasts of Gioiosa Marea, Capo d’Orlando, Sant’Alessio and San Saba, (Messina province); the whole bathing area of Mondello (Palermo province) and the coasts of the smaller islands.
Informazioni > Information Assessorato Regionale Sanità tel. 091 7075710 Numero Verde 800164444
ph. hanne carstensen
web > www.regione.sicilia.it/sanita/default.asp?pg=295 21
ATTUALITÀ>NEWS
> Sicilia
La guerra dei parchi The war of the parks
ph. melo minnella
Parchi Nazionali: lotta all’ultimo comma National Parks: it is an hard law fight
Informazioni > Information Legge per lo sviluppo e l’equità sociale, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale 279/ 30 novembre 2007 - Suppl. Ordinario n. 249/L > The law for development and social equity is published in Official Gazette 279/30 November 2007 - Ordinary Supplement 249/L
La Legge 29 novembre 2007, n. 222, riporta all’art. 26 le “Disposizioni in materia di ambiente”. Qui, al capo 4-septies si legge: “Con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, d’intesa con la Regione e sentiti gli enti locali interessati, sono istituiti i seguenti parchi nazionali: Parco delle Egadi e del litorale trapanese, Parco delle Eolie, Parco dell’Isola di Pantelleria e Parco degli Iblei. L’istituzione ed il primo avviamento dei detti parchi nazionali sono finanziati nei limiti massimi di spesa di 250.000 euro per ciascun parco nazionale per l’anno 2007 a valere sul contributo straordinario previsto dal comma 1”. Una bellissima notizia, si potrebbe esultare. E invece no. La Giunta regionale siciliana ha approvato la proposta di conflitto di attribuzione per illegittimità costituzionale, visto che l’art. 14 dello Statuto siciliano dice che “L’Assemblea, nell’ambito della Regione e nei limiti delle leggi costituzionali dello Stato, senza pregiudizio delle riforme agrarie e industriali deliberate dalla Costituente del popolo italiano, ha la legislazione esclusiva sulle seguenti materie: (...) turismo, vigilanza alberghiera e tutela del paesaggio; conservazione delle antichità e delle opere artistiche (...)”.
The Law of 29 November 2007, no. 222, gives at art. 26 the “Dispositions on the subject of the environment.” Here, at section 4-septies we read: “With a decree of the President of the Republic, on a proposal by the Minister for the Environment and Tutelage of the Territory and the Sea, by agreement with the Region and having consulted the local bodies affected, the following national parks are founded: Park of the Aegadean Islands and the coast of Trapani province, Park of the Aeolian Islands, Park of the island of Pantelleria and Park of the Iblei. The institution and starting of the said national parks are financed in the maximum limits of expense of 250,000 euros for each national park for the year 2007 to be met out of the extraordinary contribution contemplated by paragraph 1.” Beautiful news, one could really be excited about it. And instead it is not so. The Sicilian Regional Junta has approved the proposal of conflict of attribution due to constitutional illegitimacy, seeing that art. 14 of the Sicilian Statute says that “The Assembly, within the Region and in the limits of the constitutional laws of the State, without prejudice to the land and industrial reforms deliberated by the Constituent Assembly of the Italian people, has exclusive legislation over the following subjects: ... tourism, hotel vigilance and defence of the landscape; conservation of antiquities and artistic works...”
ph. melo minnella
web > www.camera.it/parlam/leggi/07222l.htm 22
ATTUALITÀ>NEWS
> Cefalù (PA)
Un milione di euro per riqualificare Cefalù A million euros to improve Cefalù Interventi di manutenzione alla villa e all’ex ufficio postale Interventions for maintenance of the villa and the former postal office La perla turistica della provincia palermitana sta per ricevere un incentivo per una sua ulteriore valorizzazione turistica. A Cefalù, infatti, sta per arrivare un milione di euro (1.100.000,00 euro, per essere precisi), attinti dagli “ex fondi dell’art. 38 dello Statuto”, per “interventi di manutenzione della villa”, ridefinizione delle vie limitrofe e per la valorizzazione dell’area dell’ex ufficio postale di largo Di Giorgio. Se tutti gli interventi di “ulteriore riqualificazione” devono essere accolti con un fragoroso benvenuto, è bene che si sappia, però, che questi “fondi ex art. 38 dello Statuto” sono versati dallo Stato a titolo di solidarietà nazionale, con l’obbligo di impiegare queste somme “nell’esecuzione di lavori pubblici”, il cui ammontare deve essere tale da tendere "a bilanciare il minore ammontare dei redditi di lavoro nella Regione in confronto alla media nazionale". Non si potrebbe spendere ciò che resta per riqualificazioni, per così dire, “ordinarie”, come strutture scolastiche, ospedaliere, e per servizi ai meno abbienti?
The tourist pearl of the province of Palermo is about to receive an incentive for further tourist valorisation. Cefalù is going to receive about a million euros (1,100,000 euros, to be exact), from the former funds of art. 38 of the Statute, for “interventions for maintenance of the villa”, redefinition of the neighbouring streets and valorisation of the area of the former postal office of Largo Di Giorgio. Though all interventions for “further improvement” are to be welcome enthusiastically, it should be realised that these “former funds of art. 38 of the Statute” are paid out by the state in the name of national solidarity, with the obligation to employ these sums “in the execution of public works”, the amount of which must be such as to tend to “make up for the lower amount of work incomes in the Region in comparison to the national average.” Couldn’t what is left be spent for “ordinary” improvements, so to speak, like schools and hospitals, and for services to the less well-to-do?
Informazioni > Information Legge 23.12.1999 n. 488; legge 23.12.2000, n. 388; legge 17.12.2002, n. 289. Decisione della Corte Costituzionale al link www.giurcost.org/deci sioni/1987/0087s87.html > Law of 23.12.1999 no. 488; law of 23.12.2000, no. 388; law of 17.12.2002, no. 289. Decision of the Constitutional Court at the link www.giurcost.org/deci sioni/1987/0087s87.html.
ph. hanne carstensen
web > www.parlamento.it/leggi/home.htm 23
The Greek theatre in Syracuse A stone shell with a view of the sea
Il teatro greco di Siracusa Una conchiglia di pietra con vista sul mare
Il genio architettonico ellenico non ha mai lasciato nulla al Caso, nessuna concessione, nessuno spazio a quel Fato che pure era così egemone ed ineluttabile in tutti i campi della vita umana e che tale risultava perfino per i numerosi ospiti dell’Olimpo. E frutto di tale genio è certamente il teatro greco di Siracusa che venne costruito nella Magna Grecia nel V secolo a.C., lo stesso secolo felice in cui nacque all’Umanità la “ grande triade attica”, Eschilo, Sofocle, Euripide, i più grandi drammaturghi del mondo antico. In una parola: il Teatro. E di certo nessuna concessione fece al Caso l’architetto Damocopos che lo progettò: pensato esattamente perché destinato a nascere in quel luogo, sul colle Temenite, sotto quella luce, da cui l’arco del porto e l’isola di Ortigia cominciano ad offrirsi alla vista, esattamente in quel punto d’incontro delle energie contenute nell’otre di Eolo: perché avesse proprio quel riverbero, quella capacità di restituire i suoni, perché potesse dare quella forza all’immaginazione. Fatto con quelle pietre, eccelsa espressione dell’architettura teatrale e
Now at the theatre ph. digitaluke
Adesso in teatro Per il 44° ciclo di spettacoli classici, l’Inda mette in scena fino al 22 giugno l’Orestiade, trilogia scritta da Eschilo nel 458 a.C., che consta di tre parti: Agamennone, Coefore e Eumenidi. L’opera, anche se ha quasi 2500 compleanni, rispecchia ancora perfettamente la condizione umana e i conflitti tra verità e giustizia. Informazioni: tel. 800 542644 - botteghino tel. 0931 487248 - www.indafondazione.org; biglietti da 29 a 50 euro. Il calendario completo è al link www.indafondazione.org/stagione/2008/calendario.php
For the 44° cycle of the classical plays, Inda is staging until the 22 of June the Oresteia, the trilogy written by Aeschylus in 458 BC, a work that consists of three parts: Agamemnon, Choéphoroi (Libation Bearers) and Eumenides. The work, even if it counts almost 2500 birthdays, still perfectly mirrors the human condition and the conflicts between truth and justice. Information: tel. 800 542644 - ticket office tel. 0931 487248 - www.indafondazione.org; tickets from 29 to 50 euro. The complete calendar is at the link www.indafondazione.org/stagione/2008/calendario.php
A sinistra, il teatro durante le Rappresentazioni, a destra, durante l’allestimento > Left, the theatre during the Classical Plays, right, during the staging
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ph. carla costa silva
della tecnica scenica, è il mirabile risultato di un ampliamento di un primo armonioso incuneamento, in un’insenatura naturale creata dalla roccia nel punto in cui l’altipiano dell’Epipoli guarda verso la costa, che Ierone commissionò su un progetto di Agatocle, nel III secolo a.C. La cavea si estende su un diametro di 138 metri ed ha la capacità di accomodare 15.000 spettatori; i secoli ci hanno consegnato solo 46 dei 61 maestosi ordini di gradini che in origine lo incoronavano. Dunque, da una sapiente ferita nella roccia nacque il Teatro Greco di Siracusa, con una ampiezza sul fronte di 35 metri chiusa ai lati da pareti perfettamente perpendicolari; crebbe dall’edificio scenico e dall’orchestra avvitandosi verso l’alto fino a creare la concavità del koilon. L’ordine superiore delle gradinate è separato da quello inferiore dal diazoma, un vasto ambulacro sulla cui cornice Ierone fece eternare i nomi delle divinità e di
Hellenic architectural genius never left anything to Chance, and made no concession to that Fate that was so dominant and ineluctable in all fields of human life and was even such for the numerous guests of Olympus. And one fruit of this genius is certainly the Greek theatre in Syracuse, built in Magna Graecia in the 5th century BC, the happy century in which humanity was given the “great Attic triad”, Aeschylus, Sophocles and Euripides, the greatest playwrights of the ancient world. In a word: the Theatre. And certainly the architect Damocopos that planned it made no concession to Chance: it was conceived exactly because it was destined to arise in that place, on the Temenite hill, in that light, from which the arch of port and the island of Ortygia start to appear, exactly at that meeting point of the energies contained in the windbag of Aeolus: so it would have the right reverberation, 27
ph. josh clark
Il teatro è ancora oggi la magnifica quinta di spettacoli classici > The theatre is still today a lovely scene for classical plays
alcuni membri della sua famiglia, prezioso ausilio, quest’ultimo, per la collocazione cronologica dell’opera e dei successivi interventi All’epoca di Ierone appartiene la realizzazione di un camminamento scavato sotto l’orchestra, cui si accede da una piccola gradinata dal palcoscenico, e che culmina in uno stanzino sotterraneo; si tratta delle “scale carontee” che consentivano inopinate scomparse o apparizioni degli attori: il teatro non ha mai saputo rinunciare alla magia. Esistono ancora le tracce di una fossa per il sipario e quelle di ciò che molto probabilmente sorreggeva una piccola scena mobile, irrinunciabile deus ex machina, pardon, apò mekanés theòs. La cavea è sormontata da una terrazza, anch’essa ricavata dalla roccia, protetta da portici che potevano accogliere gli spettatori in caso di intemperie, cui si accedeva da una lunga trincea detta “Via dei Sepolcri” a causa della presenza lungo le sue pareti di edicole votive e sepolcri incastonati nella roccia; dietro alla terrazza è una grotta artificiale detta “ninfeo”, dedicata alle Muse. 28
the right ability to return sounds, so that it could give that strength to the imagination. Made with those stones, a sublime expression of theatrical architecture and stage technique, it is the admirable result of an enlargement of a first harmonious wedging, in a natural inlet created by the rock at the point at which the plateau of the Epipolis looks toward the coast, which Hieron commissioned on a project done by Agathocles, in the 3rd century BC. The pit has a diameter of 138 metres and can accommodate 15,000 spectators; the centuries have handed down to us only 46 of the 61 majestic tiers of steps that originally crowned it. Thus from a skilful cut in the rock the Greek Theatre in Syracuse was born, with a breadth on the front of 35 metres, closed off to the sides by perfectly perpendicular walls; it grew from the stage building and from the orchestra screwing upwards to create the concavity of the koilon. The upper level of the tiers of steps is separated from the lower one by the diazoma, a vast ambu-
Sembra che la famosissima tragedia“ I Persiani” di Eschilo abbia visto proprio su queste pietre la sua prima messa in scena e nel 476 a. C. vi furono rappresentate “Le Etnee”, scritte per commemorare la fondazione di Etna (Catania) da parte di Ierone I l’Etneo. Nel 1526 la parte superiore delle gradinate e l’edificio scenico furono inghiottite dall’ottusa necessità delle truppe al seguito di Carlo V che trovarono quei blocchi di pietra ideali per le fortificazioni che intendevano erigere intorno ad Ortigia. Il teatro era ormai abbandonato e isolato dall’area abitata che si era concentrata nell’isola di Ortigia. Verso la fine dello stesso secolo un nobile signore del luogo, tale marchese Pietro Gaetani, fece riattivare l’acquedotto che raggiungeva la sommità del teatro e diversi mulini sorsero sulla cavea, dove ancora si trova la “casetta dei mugnai”. Contestualmente fu avviata una campagna di scavi che si ripetè nei primi anni dell’Ottocento con Francesco Saverio Landolina; l’attività e l’attenzione degli archeologi e del mondo accademico furono pressocché ininterrotte, ma i momenti più significativi si ebbero con Heinrich
Il montaggio della scena > The installation of the scene
ph. carla costa silva
latory around which Hieron caused the names of the divinities and some members of his family to be immortalized, a precious aid for the chronological placing of the work and of subsequent actions. From the epoch of Hieron there dates the creation of a walkway dug out under the orchestra, which you get to by means of a small flight of steps from the stage and which culminates in a small underground room; these are the “Charontean flights of steps,” which permitted unexpected disappearances or appearances of the actors: the theatre has never been able to resist the charm of magic. Traces still exist of a pit that was for the curtain as well as traces of what very probably supported a small mobile stage, the indispensable deus ex machina, or we should say, apò mekanés theòs. The pit is surmounted by a terrace, also hewn out in the rock, protected by porticos that could accommodate spectators in case of bad weather; you got into it via a long trench known as the “Street of Sepulchres” because of the presence along its walls of votive aedicules and sepulchres set in the rock; behind the terrace is an artificial cave
Bulle, subito dopo la Grande Guerra, e con Carlo Anti subito dopo il secondo conflitto mondiale. Furono infine la ripresa delle rappresentazioni di teatro classico grazie all’iniziativa dell’INDA (il 16 aprile del 1914 vi fu rappresentato “Agamennone” di Eschilo) e l’istituzione del Parco Archeologico, negli anni Cinquanta, a riportare definitivamente “in vita” il teatro di pietra abbandonato per secoli sotto il cielo di una terra che tutti vogliono, ma che pochi hanno la forza di amare. Un teatro nasce dalla necessità più elevata che abbia mai spinto gli uomini alla costruzione di un’opera, la voglia di imitare la vita terrena e di raggiungere quella celeste: origine della tragedia greca fu il ditirambo, il veemente canto corale dedicato al dio del vino e della gioia, il più divino fra gli dei perché così vicino all’umano e, se sei nato per questo, le pietre di cui sei fatto sapranno per sempre commuovere chi le sta calpestando. Per tutto questo ed indipendentemente da tutto questo, il teatro greco di Siracusa conserva ai propri visitatori la sua prima essenza: quella di un tempio consacrato ad un dio trasgressivo che seppe riconquistare attraverso i suoi cortei orgiastici un ordine “altro”, dove l’umanità vive appieno la grandezza della propria anima. (anna gelsomino) 30
known as the “Nymphaeum”, dedicated to the Muses. It seems that the very famous tragedy “Persians” by Aeschylus was first staged on these stones and in 476 “The Women of Etna” was performed, written to commemorate the foundation of Etna (Catania) by Hieron I, the Etna Man. In 1526 the upper part of the flights of steps and the stage building were destroyed by the obtuse need of the troops with Charles V, who found the blocks of stone ideal for the fortifications that they intended to erect around Ortygia. The theatre was now abandoned and isolated from the inhabited area, which was assembled on the island of Ortygia. Towards the end of the same century a noble gentleman of the place, one marquis Pietro Gaetani, had the aqueduct reactivated that reached the top of the theatre, and various mills arose on the pit, where there is still “the millers’ cottage.” At the same time a digging campaign was set going that was repeated in the first years of the nineteenth century with Francesco Saverio Landolina; the activity and attention of archaeologists and the academic world were almost continuous, but the most significant moments came with Heinrich Bulle, immediately after the Great War, and with Carlo Anti, immediately after World War Two.
Luce all’arte Un piano della Sovrintendenza, che sarà attuato per step successivi (dipendenti dall’erogazione dei finanziamenti), prevede la realizzazione di un impianto che consentirà l’illuminazione artistica per le visite notturne. Dovrebbe essere completato entro il 2008. Attualmente i lavori sono rallentati per far spazio alle rappresentazioni classiche di maggio e giugno.
Light to art A plan of the Superintendence, which will be enacted through successive steps (depending on the arrival of financings), contemplates the creation of plant that will allow artistic illumination for night-time visits. It should be completed within 2008. Currently the work has slowed down to make way for the classical plays in May and June.
A sinistra, una cavità lungo la via dei Sepolcri, in basso, panoramica sul teatro > Left, a grotto along via dei Sepolcri, below, a panoramic view of the theatre
Lastly, the performances at the classical theatre started again thanks to the initiative of INDA (on 16 April 1914 Aeschylus’ “Agamemnon” was performed); this and the creation of the Archaeological Park, in the fifties, once and for all brought back to life the stone theatre abandoned for centuries under the sky of a land that everyone wants but few have the strength to love. A theatre is born of the highest need that has ever driven men to build a work, the desire to imitate earthly life and to reach celestial life: the origin of the Greek tragedy was the dithyramb, the vehement choral song dedicated to the god of wine and joy, the most divine among the gods because so close to man and, if you are born for this reason, the stones which you are made of will succeed forever in moving those who walk on them. Because of all this and independently of all this the Greek theatre in Syracuse preserves its first essence for visitors to it: that of a temple consecrated to a transgressive god that succeeded through his orgiastic processions in conquering “another” order, in which humanity fully experiences the greatness of its own soul. (anna gelsomino)
ph. alan whitaker
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Fra lava e mare Between lava and sea
Isola Lachea, Grotta del Monaco e vista su Acitrezza dal museo > The Lachea Island, the Monk’s Grotto and view on Acitrezza from the museum
L’Area Marina Protetta Isole Ciclopi, gemma incastonata nel cuore della costa ionica siciliana, si estende per la maggior parte nel territorio di Acicastello. Situata in un incantevole proscenio naturale, si affaccia su un mare cristallino sormontato dal maestoso profilo dell’Etna, il vulcano attivo più alto d’Europa. Istituita nel 1989, copre una superficie di 623 ettari e si estende da Punta Aguzza a Capo Molini. Prende il nome da un piccolo arcipelago di fronte al quale, sulla terraferma, sorge l’animato paesino di Acitrezza. 34
The Isole Ciclopi Protected Marine Area takes in most of the territory of Acicastello, and is a gem set in the heart of the Ionian coastal area of Sicily. Situated in an enchanting natural proscenium, it looks out on an underwater paradise set against the majestic profile of Etna, the highest active volcano in Europe. Set up in 1989, the area covers a surface of 623 hectares, from Punta Aguzza to Capo Molini. It is crowned by a small archipelago opposite which, on the terra firma, there lies the village of Acitrezza.
Alla scoperta di una delle più belle aree marine della Sicilia Discovering one of the most beautiful Marine Protected Areas of Sicily
Carica di bellezze paesaggistiche e testimonianze archeologiche e letterarie, l’Area Marina Protetta rappresenta un unicum, teatro di eventi geologici eccezionali, che preserva preziosi elementi vegetazionali e faunistici: nell’ambiente emerso spiccano numerose specie di uccelli, sia stanziali sia di passo, e l’ormai celebre lucertola esclusiva Podarcis sicula ciclopica, sorta di simpatica mascotte della riserva. Sono certamente questi, insieme ad uno straordinario habitat sommerso, i maggiori (ma non i
soli) punti di attrattiva delle Isole Ciclopi, inserite felicemente nella ricca costellazione di aree di interesse ambientale presenti in provincia di Catania. In questo numero di Sikania ve ne illustreremo i principali aspetti storici botanici, faunistici e geologici, mentre a giugno ci tufferemo sotto la superficie del mare, per “vedere da vicino” gli splendidi fondali. A luglio, infine, sarà la volta delle escursioni con i pescatori, e non solo.
In questa pagina, il faraglione di Santa Maria e il cantiere navale nel porto di Acitrezza > On this page, the Santa Maria Stack and the shipyard in the port of Acireale A destra, la Grotta del Monaco > The Monk’s Grotto
Rich in beautiful landscapes and archaeological and literary testimonies, the Protected Marine Area represents something unique, the theatre of exceptional geological events, preserving precious elements of vegetation and fauna: in the emersed territory there are numerous species of birds, both resident and migratory, and the now famous endemic lizard called Podarcis sicula ciclopica, a sort of pretty mascot of the reserve. Together with a remarkable submerged habitat, these are certainly the most important attractions (though not the only ones) of the Isole dei Ciclopi, which are pleasantly set in the rich constellation of areas of environmental interest in Catania province. This month Sikania will present the most important botanic, faunistic and geological richnesses of the area, while in June we’re going to dive under the surface of the sea, to get a closer look of the beautiful seabeds. In July, finally, we’ll take off on excursions with the fishermen, and much more.
La maggiore delle isole Ciclopi è la Lachea, che presenta una pianta quasi ellittica, lunga 250 metri e larga 150; l’altezza massima è di 35 metri, mentre la superficie raggiunge l’ettaro e mezzo. Nella zona Nord, poco dopo Punta Cornera, è solcata da una spaccatura che sembra dividerla in due e che si estende anche nella porzione sommersa dell’isola creando un canyon stretto e profondissimo di angosciante bellezza. Le sue parti sommitali presentano una bizzarra colorazione biancastra, che spicca sul consueto nero delle rocce di origine vulcanica. Il “mistero” è presto spiegato: si tratta
di marne, ossia argille, trasformate e indurite millenni fa al contatto con la lava incandescente che si faceva strada dalle profondità della terra. I faraglioni sono tre e sorgono a Sud dell’Isola Lachea, protendendosi ad arco verso la terraferma. Il Faraglione Grande, o di Santa Maria, arriva a toccare i 40 metri di altezza ed è l’unico ad essere stato interessato dagli interventi umani, come indica la scala in muratura che conduce fino ad una piazzola in cui è stata sistemata, come segno di devozione consueto nei villaggi marinari, una statua della Vergine. Gli altri due, il Faraglione di Mezzo e il Faraglione degli Uccelli, non presentano più le marne che li ricoprivano in origine e che la forza del mare ha lentamente eroso.
Un minuscolo arcipelago A very small archipelago
A sinistra, veduta delle isole dal Castello Normanno e, in basso, l’isola Lachea > Left, view of the islands from the Norman Castle and bottom, the Lachea Island
The biggest island in the Ciclopi is called Lachea. It is an almost elliptical shape, and is 250 metres long and 150 metres wide; the maximum height is 35 metres, while the surface area is one and a half hectares. In the northern area, a little after Punta Cornera, there is a gap which seems to divide it in two. The two summital parts present a bizarre whitish colouring, which stands out against the usual black of rocks of volcanic origin. The "mystery" is soon explained: these are marls, i.e. clays transformed and hardened thousands of years ago by contact with magmatic rocks that were forming below them. There are three stacks and they are to the south of Lachea, lying in an arc going towards the terra 39
U zu Ianu di Fora e U zu Iano di Terra, nomignoli familiari dati dai pescatori ai due scoglietti minori che si affiancano ai faraglioni, completano il quadro, mentre quasi a sorpresa si presentano agli occhi dei subacquei che si immergono a Nord della Lachea altri tre grossi faraglioni, che non avendo mai raggiunto la superficie, sono rimasti, invece, a dominare i fondali con maestosa imponenza.
In questa pagina, Ulisse porge il vino a Polifemo, mosaico della Villa del Casale, Piazza Armerina, e la Grotta dellâ&#x20AC;&#x2122;Eremita > On this page, Ulysses serves the wine for Polyphemus, mosaic in the Villa del Casale, Piazza Armerina, and the Grotto of the Hermit A destra, il retro del piccolo museo fra fiori di senecione delle scogliere e piante di sparto > Right, behind of the little museum among flowers of groundsel and esparto
firma. The Faraglione Santa Maria, known as Faraglione Grande, reaches a maximum height of 40 metres and is the only one that has undergone human action: a flight of steps in masonry leads up to a flat area in which, as a sign of devotion which is usual in maritime villages, there is a statue of the Virgin. On the other two, Faraglione di Mezzo and Faraglione degli Uccelli, there are no marls, which originally covered them but slowly have been worn away by the sea. U Zu Ianu di Fora, and U Zu Iano di Terra, (respectively, the Uncle at sea and the Uncle on land) nicknames given by fishermen to the two smaller rocks next to the stacks, complete the picture, while divers will have the surprise of seeing, north of Lachea, another three stacks, which have not reached the surface and thus dominates the seabeds with their imposing shape. 40
Le prime tracce della presenza umana sull’isola Lachea ci riportano indietro all’era preistorica, cui appartiene un’ascia in diorite rinvenuta nel 1869. Nel 1919 furono rintracciate due tombe a grotticella artificiale, dal diverso stato di conservazione: l’una fortemente danneggiata dagli agenti atmosferici, l’altra invece resa quasi irriconoscibile dalla mano umana, che avrebbe tentato di allargarne l’angusto ambiente per ricavarne uno spazio abitativo. Di recente, nella Grotta dell’Eremita è stato riconosciuto un ambiente rupestre, assimilabile a quelli, famosissimi, di Pantalica, che sorgono su una rupe lungo il corso dell’Anapo, nel siracusano. La tomba, successivamente adattata, ospitò in epoca bizantina alcuni eremiti sbarcati sull’isola in cerca di pace e quiete per giungere all’ascesi in perfetta solitudine. A Nord-Est della grotta, lungo la scalinata Nord di accesso al museo dell’isola, ci si imbatte invece in due grandi buche circolari, profonde circa un metro. All’interno di una di esse gli archeologi hanno rinvenuto frammenti di tegole, olle, pentole, anfore, e oggetti integri come dei pesi da telaio, aghi in osso, un frammento di pettine osseo e una piccola lucerna di età tardo-romana. Il basso fabbricato a pochi passi dalla riva ospita il laboratorio della stazione marittima di biologia. Dal cortile adiacente si diparte un sentiero che conduce alla sommità dell’isola, dove si trovano il museo, la cisterna e la Grotta del Monaco, ormai ridotta ad un malconcio arco scavato nella marna, che pare incorniciare il magnifico paesaggio circostante, con i faraglioni e l’incantevole vista sul golfo di Catania. Il Museo Naturalistico dispone di due locali e ospita collezioni rappresentative degli aspetti faunistici, floristici, geologici e archeologici dell’area.
Una passeggiata nella storia A walk through history
The first traces of human presence on the Lachea Island take us back to the prehistoric era, from which there dates the diorite axe found in 1869. In 1919 two artificial cave tombs were found, in two different states of conservation: one was badly damaged by atmospheric agents, while the other had been rendered almost unrecognisable by a human hand that had attempted to widen its narrow space, evidently to use it as a dwelling. Recently in the Hermit’s Cave a rupestrian environment was found, comparable to the famous Pantalica ones in a rock face along the river Anapo in Syracuse province. Subsequently adapted, in the Byzantine epoch the tomb sheltered some hermits that landed on the island in search of peace and quiet in order to attain ascesis in perfect solitude. Northeast of the cave, and up the north flight of steps giving access to the museum on the island, we come across two bothros, i.e. circular holes, about one metre deep. Inside one of them archaeologists have found interesting fragmentary objects, remains of tiles, terracotta pots without handles, saucepans and amphoras, and intact objects like loom weights, bone needles, a fragment of a bone comb and a small oillamp from the late Roman age. The low building a few steps from the shore houses the maritime laboratory of biology. From the adjacent courtyard starts a path that leads to the highest part of the island, where there is the museum, a cistern and the Monk’s Cave, now reduced to a rundown arch in the marl, which seems to frame the magnificent surrounding landscape, with the stacks and an enchanting view of the Gulf of Catania. The Natural History Museum has two rooms. It was recently restructured and has a fine collection of fauna and flora, geological and archaeological items. 41
La Podarcis sicula ciclopica e un imenottero su fiore di carlina raggio d’oro > The Podarcis sicula ciclopica and a hymenopter on the flower of carline
Il clima tipicamente mediterraneo ha favorito lo sviluppo sull’Isola Lachea di una rigogliosa vegetazione, e non mancano gli endemismi, quali l’eliotropio e la carlina raggio d’oro, tipici della Sicilia e dell’Italia meridionale. Inoltre, pur piccolissima in estensione, l’isola Lachea riveste notevole importanza per gli zoologi: vi vivono infatti numerosi gruppi animali, in gran parte invertebrati, che hanno sviluppato una buona resistenza alle particolari condizioni ambientali del luogo, dall’alto tasso di salinità alle notevoli escursioni termiche che si registrano nel corso della giornata. Fra gli invertebrati, assumono particolare interesse scientifico due specie di ragni, lo Zelotes messinai, endemismo siciliano, e l’Urozelotes mysticus, finora osservato solo su Lachea. Pochi invece i vertebrati, a parte gli uccelli che meritano un discorso a sé, e mancano gli anfibi, mentre sono presenti alcuni roditori e rettili. Tra questi ultimi c’è l’esemplare più noto della fauna ciclopica, la lucertola dalle tipiche macchiette. Il simpatico sauro non ha mancato di suscitare un’autentica 42
The typically Mediterranean climate has favoured the growth on the Lachea Island of a luxuriant vegetation, comprising some endemic plants like sunflower and carline thistle, which are typical of Sicily and southern Italy. Despite its small surface area, the Lachea Island is also of major interest to zoologists. On it there live numerous groups of animals, especially invertebrates, which have developed good resistance to the particular environmental conditions of the place, with high salinity and big temperature excursions during the day. Among the invertebrates there are two species of spiders of particular scientific interest: Zelotes messinai, endemic to Sicily, and Urozelotes mysticus, so far only observed on Lachea. By contrast there are few vertebrates, apart from birds, which will be discussed separately, and there are no amphibians, while there are some rodents and reptiles. And precisely among the latter there is the best-known exemplar of Ciclopi fauna, a lizard with peculiar spots. The pretty saurian has not failed to
Il regno della lucertola The reign of the lizard
diatriba tra gli esperti di classificazione, sostenendo gli uni e negando gli altri che si tratti di una sottospecie vera e propria, oppure di una semplice varietà. La discussione non è ancora giunta ad un punto fermo, ma resta il fatto che la colonia di Podarcis sicula ciclopica vive isolata dalle “cugine” di terraferma da moltissimi anni e si è differenziata da esse. Altamente probabile è anche l’incontro con un altro sauro, la Tarentola mauritanica mauritanica, conosciuta in dialetto come zazzamita, oppure come patruneddu di casa, nomignolo affettuoso dovuto all’abitudine dei gechi (si chiamano anche così) di passeggiare su muri e tetti delle case. Nessuna controindicazione, anzi molti benefici per i destinatari delle frequentazioni di questo rettile: sostiene la fantasia popolare che porti bene averne uno nei paraggi. In totale libertà, s’intende. Discorso a parte, dicevamo, per gli uccelli: l’isola è meta apprezzatissima dai birdwatchers. Qui infatti nidificano la passera sarda e la ballerina gialla, mentre la visitano occasionalmente gazze e verzelli-
arouse a true diatribe among classification experts about whether it is a true subspecies or a simple variety. The discussion is not yet over, but the fact remains that the colony of exemplars of Podarcis sicula ciclopica has lived isolated from its "cousins" on the terra firma for many years and has evolved differently from them. You are also very likely to meet another saurian, Tarentola mauritanica mauritanica, known in dialect as ‘zazzamita’, or as ‘patruneddu di casa’ (little landlord), an affectionate nickname due to the habit of geckos (as they are also called) of walking on the roofs and walls of houses. There is no contraindication about these, indeed there are many benefits for the people frequenting the places visited by these reptiles: folk imagination claims that it is good to have one around. In total freedom, of course. Lastly, we must mention that the island is very much loved by birdwatchers. Here they find the nests of the Sardinian sparrow and the yellow wagtail, and they are able to watch a lot of occasional visitors such as the magpie, the serin, the 43
Un cormorano e alcuni fossili del museo > A cormorant and some fossils of the museum
ni, fanelli e sterpazzoline, tottaville e occhiocotti. Le rocce più alte ospitano abitualmente in inverno numerosi gruppi di gabbiani reali e cormorani e neppure i rapaci sono rari, dal falco di palude a quello pellegrino.
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linnet, the little whitethroat, the woodlark, the Sardinian warbler. In winter the higher rocks are habitually frequented by big groups of herring gulls and cormorants. Birds of prey too are not rare, from the marsh falcon to the peregrine falcon.
I Malavoglia
The Malavoglias
Le durissime condizioni di vita di contadini e pescatori siciliani sono state rappresentate magistralmente attraverso le vicende di una misera famiglia patriarcale di Acitrezza, i Malavoglia, nata dalla penna del romanziere vizzinese Giovanni Verga. L’omonimo romanzo, carico di una dolente morale sull’impossibilità di sottrarsi al proprio duro destino, cercando fortuna fuori dai ranghi imposti dal fato e dalla propria terra, diventò il manifesto del Verismo italiano. I fili del romanzo verghiano, amplificati nello specchio della poetica neorealista del secondo dopoguerra, furono ripresi dal regista Luchino Visconti, nel 1948: in quell’anno, al’ombra dei faraglioni nasce un culto del cinema italiano, “La terra trema”, lungometraggio interamente girato con attori non professionisti scelti tra i pescatori di Acitrezza.
The very harsh living conditions of Sicilian peasants and fishermen were represented masterfully by the story of a humble patriarchal family at Acitrezza, the Malavoglias, created by the Vizzini novelist Giovanni Verga. The novel, fraught with a sorrowful moral on the impossibility of getting away from one’s own harsh destiny, seeking one’s fortune outside the ranks imposed by destiny and one’s own land, became the manifesto of Italian Verismo. Thanks to the initiative of the director Luchino Visconti, in 1948 a cult movie came into being, "La terra trema" (The Earth Trembles), which drew on Verga’s novel but amplified its contents in the neorealist poetic of the years after World War Two. All the characters of the movie, set in the shade of the stacks, were chosen among the fishermen of Acitrezza.
Antichi tesori della terra The ancient treasures of the Earth
Numerosi resti di fossili d’età quaternaria consentono di ricostruire la complessa storia geo-ecologica dell’Area Marina Protetta. Infatti, mentre altrove il massiccio intervento dell’uomo ha spesso sepolto sotto le colate di cemento le preziose tracce delle ere più lontane, la natura ad Acitrezza è rimasta un libro aperto. I fossili osservabili abbracciano un arco temporale che va da 1.650.000 anni fa ai giorni nostri. I fossili del Pleistocene inferiore (da 1.650.000 a 700 mila anni fa) sono rimasti intrappolati nelle argille azzurre dei fondali marini. Grazie ai progressivi movimenti di sollevamento che hanno interessato tutta l’area, le argille sono emerse e oggi sono osservabili nelle Isole, a Capo Molini e Acicastello. Durante il Pleistocene medio (fino a 200 mila anni fa) le argille dei fondali emergono dalle acque in seguito a importanti movimenti tettonici; oggi costituiscono il suolo delle zone collinari di Ficarazzi e Monte Vambolieri, dove si osservano ricchi depositi di molluschi vissuti migliaia d’anni addietro, mentre il terreno è disseminato qua e là
Many fossils from the Quaternary age, make it possible to reconstruct the complex geological-ecological history of the protected marine area. While elsewhere massive human action has often buried the precious traces of the most distant eras under cement, at Acitrezza nature has remained an open book. So you can see fossils covering a dizzying time span, going from 1,650,000 years ago to our own day. The fossils from the lower Pleistocene (from 1,650,000 to 700,000 years ago) remained trapped in the azure clays of the seabed. Thanks to progressive lifting movements that affected the whole area, the clays have emerged and can now be seen in the form of marls on the islands, and at Capo Molini and Acicastello. During the middle Pleistocene (up to 200,000 years ago) the clays of the seabeds emerged from the waters due to major tectonic movements; today they constitute the soil of the Ficarazzi and Monte Vambolieri hill areas, where there are rich deposits of molluscs that lived thousands of years ago, while the terrain is dotted around with big lava blocks, effused in the depths of the sea, subsequently eroded by the waves and lastly encrusted by marine organisms. It was in the course of the final phase of the upper Pleistocene (up to 10,000 years ago) that the world experienced its last glaciation, the so-called Würmian one. In this period the sea went down even as much as 120 metres compared to the present-day level, while the temperature got lower and lower. At Acitrezza too there appeared bivalve molluscs typical of Atlantic marine environments, such as Venerupis rhomboides, found together with other fossils in the course of some dredging off Acitrezza. During the Holocene period (down to our own 45
day) there has been a progressive rise both in the temperature and in the sea level, while the coasts have continued to rise. From this period dates the terrace between Acicastello and Capo Molini, and the so-called "giants’ potholes" on the Lachea Island. On the rock stacks major encrustations have formed, essentially made up of algae, bryozoa, polychaetes and molluscs, all immersed in a calcareous matrix. All the aspects connected to the volcanic nature of this place are obviously very interesting. The island of Lachea and the stacks came into being half a million years ago: they rose out of the sea through imposing movements of raising of the earth (which is still ongoing), bringing to the surface islands and islets that had formed under water. The fact that the origin of these rock formations is magmatic, is confirmed by simple observation of the basaltic masses and lavas, which are massive and columnar, that are present both on the Lachea Island and on the stacks. Scholars have made various hypotheses to account for the evolution of the archipelago in time. According to a reliable reconstruction, in
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di grossi blocchi lavici, effusi nelle profondità del mare, successivamente erosi dalle onde e infine incrostati di organismi marini. Nel corso della fase finale del Pleistocene superiore (fino a 10 mila anni fa) il mondo conosce la sua ultima grande glaciazione, detta di Wurm. Il mare arriva a ritirarsi di circa 120 metri rispetto al livello odierno, mentre la temperatura si abbassa sempre più. Compaiono, anche ad Acitrezza, molluschi bivalvi tipici degli ambienti marini atlantici e tra questi la Venerupis rhomboides, rinvenuta insieme con molti altri fossili nel corso di alcuni dragaggi al largo di Acitrezza. Nell’Olocene (fino ai giorni nostri), assistiamo al progressivo innalzamento oltre che della tempera46
La gestione dell’Area Marina Protetta è affidata al consorzio “Isole dei Ciclopi”, costituito fra il Cutgana (Centro universitario per la tutela e la gestione degli ambienti naturali e degli agroecosistemi) dell’Università di Catania e il Comune di Acicastello. Per ogni informazione, materiale illustrativo, visite guidate e quant’altro, si può contattare il consorzio nella sua sede presso il Comune di Acicastello (via Dante 28, tel. 095 7371128, e-mail: amp@isoleciclopi.it) o nel Centro visite di Acitrezza (via Provinciale, 226 - tel. 095 711 7322). Il sito dell’AMP è www.isoleciclopi.it. Management of the reserve is entrusted to the Isole Ciclopi consortium, which is made up of Cutgana (University centre for the tutelage and management of natural environments and agricultural ecosystems), the University of Catania and Acicastello council. For any information, brochures, guided visits and more, please apply to the head office, at the Town Hall of Acicastello (via Dante 28, tel. 095 7371128, e-mail: amp@isoleciclopi.it), or the Visitors Centre in Acitrezza (via Provinciale, 226 - tel. 095 7117322). The site of the PMA is www.isoleciclopi.it.
tura anche del livello marino, mentre non cessano i moti di sollevamento della costa. Datano a questo periodo il terrazzo tra Acicastello e Capo Molini, e le cosiddette “marmitte dei giganti” dell’isola Lachea. Sui faraglioni si formano notevoli incrostazioni, composte essenzialmente da alghe, briozoi, policheti, molluschi, tutti immersi in una matrice calcarea. Sono molto interessanti, evidentemente, tutti gli aspetti geologici legati alla natura vulcanica di questa zona. L’isola Lachea e i faraglioni sorsero dal mare circa mezzo milione di anni fa in seguito a imponenti movimenti terrestri di innalzamento (tuttora in corso) che fecero affiorare in superficie isole e isolotti formatisi precedentemente in ambiente sottomarino. Che l’origine di queste formazioni rocciose sia proprio magmatica, è confermato dalla semplice osservazione delle masse basaltiche e delle lave, massicce o colonnari, presenti tanto sull’isola Lachea che sui faraglioni. Varie ipotesi sono state avanzate dagli studiosi per spiegare l’evoluzione nel tempo del-
A sinistra, vista sul faraglione di Santa Maria da una cavità naturale sull’isola e, in alto, i basalti colonnari che si riscontrano lungo tutta la costa > The stack of Santa Maria seen from a natural cave on the island and, top, the basaltic columns can also be found along the whole coast
l’arcipelago. Secondo un’attendibile ricostruzione, al posto della moltitudine di affioramenti vi sarebbe stato in origine un unico blocco marnoso, lungo circa un chilometro, che gradualmente subì la lenta e incessante attività erosiva di mare e vento, dando vita all’attuale conformazione a isole e faraglioni, circondati da un diadema di scogli. Osservare le particolari formazioni rocciose dell’Area Marina Protetta non è difficile. Le tipologie di rocce magmatiche riscontrate dagli scienziati sono quattro: i basalti colonnari, che rammentano nella forma imponenti canne d’organo, creatisi con il lento raffreddamento della lava; le rocce con sottili prismi, createsi con un raffreddamento più rapido; le “lave a cuscino” dall’aspetto rigonfio, formatesi in seguito a remote eruzioni sottomarine; le ialoclastiti, che si trovano in formazioni complesse, immerse in una sorta di amalgama giallastra, e sono formate da frammenti di lave a cuscino, bombe vulcaniche e altri frammenti rocciosi basaltici. (testo: gaia sciacca > foto: o. aloi; h. carstensen, a. caserta; d. fabiano; m. guarnaccia; f. massari; a. pagano; m. sanfelice; s. vigo - I. continua)
the place of the multitude of outcrops there would originally have been a single marl block, about one kilometre long, which gradually underwent the slow and incessant erosive activity of sea and wind, giving rise to the present conformation with islands and rock stacks, surrounded by a diadem of rocks. It is not difficult to observe the particular rock formations in the protected marine area. Specifically, four peculiar typologies of magmatic rocks have been found by scientists: the columnar basalts, made up by phantasmagoric prisms looking like imposing organ reeds, originated by the very slow cooling of the magma; the rocks with thin prisms which are smallish outcrops, bearing witness to faster cooling of the rocks; the pillow lavas, with their swollen or "pillow" look, and vitrified edges, formed through remote submarine eruptions; and, lastly, hyaloclastites which are found in complex formations, immersed in a sort of yellowish amalgam, and are formed by fragments of pillow lavas, volcanic bombs and other. (text: gaia sciacca > photos: o. aloi; h. carstensen, a. caserta; d. fabiano; m. guarnaccia; f. massari; a. pagano; m. sanfelice; s. vigo - I. to be continued) 47
Sesto appuntamento con il mondo affascinante del dialetto siciliano: a far da Cicerone la ricercatrice di tradizioni popolari Sara Favarò > Sixth appointment with the fascinating world of Sicilian dialect: with the popular traditions’ researcher Sara Favarò I testi si possono ascoltare cliccando > You can hear the texts by clicking on
www.sikania.it
Quando non ci si sposava a maggio When people didn’t get married in May
“A spusa maiulina nun si godi la cuttunina”, ovvero: la sposa di maggio non si gode la trapunta. Una cuttunina che non deve intendersi soltanto nella semplice traduzione testuale, ma il cui significato va inteso in modo estensivo, e che si riferisce all’intero corredo. Monito simile ci giunge da un altro proverbio: “La zita agustina nun si godi la cuttunina; la zita maiulina nun si godi mustu e mancu racina” (la fidanzata d’agosto non si gode la coperta; la fidanzata di maggio non si gode mosto e neppure uva). Questo il nefasto messaggio di due antichi proverbi siciliani, che predicono disgrazie per le spose di maggio e di agosto. E poiché nell’antichità i proverbi erano spesso considerati come sentenze inappellabili, era molto difficile che qualcuno disubbidisse alla massima popolare, anche se non se ne conosceva il motivo. Le motivazioni del divieto affondano le loro radici nella storia, e più precisamente all’epoca 48
“A spusa maiulina nun si gudi la cuttunina”, i.e.: the May bride does not enjoy the quilt. But the “cuttunina” is not only to be understood in the simple textual translation, its being much wider, extending to the whole trousseau. A similar warning comes from another proverb: “La zita agustina nun si gudi la cuttunina; la zita maiulina nun si gudi mustu e mancu racina” (the August fiancée does not enjoy the blanket; the May fiancée does not enjoy must or even grapes). This is the ill-omened message of two old Sicilian proverbs, which foretell misfortunes for May and August brides. And since in the old days proverbs were often considered as absolute judgements, it was very unusual for anyone to disobey the popular motto, even without knowing the reason. The motivations of the prohibition are rooted in history, and more precisely in the Roman epoch. At that time in the May calendar celebrations were scheduled in honour of the dead: “Lemuria” or “Lemuralia.” The Romans held rites for their dead
romana. Allora, nel calendario di maggio, erano previste delle celebrazioni in onore dei morti: “Lemuria” o “Lemuralia”. I romani riservavano ai loro avi defunti riti che duravano per diversi giorni. Durante la ricorrenza i templi venivano chiusi ed erano vietate le celebrazioni nuziali. Chi disubbidiva al divieto lo faceva nella convinzione che la sposa non si sarebbe potuta godere “la cuttunina” per il semplice motivo che sia a maggio che ad agosto c’è in Sicilia piuttosto caldo e non si usa la trapunta. Per i più smaliziati la sposa di maggio non si può godere né mosto e neppure uva, semplicemente perché il mosto e il vino seguono la raccolta dell’uva, che avviene alcuni mesi dopo. Oggi ci si sposa in qualsiasi mese, e nessuno crede più alle maledizioni riservate alla sposa che osa disubbidire agli antichi proverbi. Tuttavia sarebbe bene sconsigliare agli sposi il mese di agosto, e non per l’antica profezia, ma
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ancestors that lasted several days. During this period the temples were closed and nuptial celebrations were forbidden. Anyone who disobeyed the prohibition did it in the conviction that the bride would not be able to enjoy the “cuttunina” for the simple reason that, both in May and in August, in Sicily it is warm and the quilt is not used. For the shrewdest people the May bride cannot enjoy either must or grapes simply because must and wine follow the grape harvest, which comes some months later. Today people get married in any month, and no one believes any more in the curses reserved for the bride that dares to disobey the old proverbs. Nevertheless it is well to dissuade people from getting married in the month of August, and not because of the old prophecy, but because of the infernal heat which usually oppresses guests that
per il caldo infernale cui, solitamente, soggiacciono gli invitati che, per partecipare al rito, sono costretti a sudare le proverbiali “sette camicie”. Nonostante le “Lemuria”, il mese di maggio era dedicato dai Romani alla dea Maia, una delle sette Pleiadi figlie di Atlante e di Pleione, madre di Mercurio, che personificava il risveglio della natura. Maggio era, e resta, il mese delle rose e dell’amore, ed anche se in quel mese molte delle nostre antenate non si sposavano, di certo preparavano il loro cuore a farlo. E quelle che non erano fidanzate? A cosa avrebbero dovuto prepararsi? Di sicuro a trovare uno sposo. E se le possibilità scarseggiavano? Niente paura. Il mese successivo ricorreva la festa di un santo che, in materia di matrimonio era considerato dal popolo veramente miracoloso: S. Antonio. 50
participate in the ceremony, forcing them to sweat the proverbial “seven shirts.” Despite the “Lemuria”, the month of May was devoted by the Romans to the goddess Maya, one of the seven Pleiades, daughters of Atlas and Pleione, the mother of Mercury, that personified the awakening of nature. May was, and remains, the month of roses and love, and though in that month many of our ancestresses did not get married, certainly in their hearts they prepared to do so. And those that were not engaged? What should they have prepared for? Certainly for finding a husband. And if the opportunities were few? No problem. The following month there was the feast of a saint that on the subject of marriage was considered really miraculous: St. Anthony. It was to him that “spinsters” faithfully addressed the following “prayer”: Sant’Antoniu miraculusu Sant’Antoniu miraculusu facitimi truvari un beddu carusu né massaru, né lagnusu. Centu liri vi l’ha dari abbasta ca mi faciti maritari. (Miraculous St. Anthony - let me find a handsome boy - neither too hardworking, nor idle. One hundred liras I have to give you - provided that you let me get married).
Era a lui che le “zitelle” rivolgevano con fede la seguente “preghiera”: Sant’Antoniu miraculusu Sant’Antoniu miraculusu facitimi truvari un beddu carusu né massaru, né lagnusu. Centu liri vi l’ha dari abbasta ca mi faciti maritari. (Sant’Antonio miracoloso - fatemi trovare un bel ragazzo - né troppo lavoratore, né ozioso. - Cento lire ve le devo dare - purché mi facciate sposare). 51
Il mito in Sicilia Myth in Sicily Modica, edificata da Ercole, figlio di Giove, fu benedetta dal frutto divino di Quetzalcoatl Ercole in una illustrazione di Ghisi > Hercules in a Ghisi picture
Modica, founded by Hercules, son of Jupiter, was blessed with the Quetzalcoatl sacred fruit Fu Modica edificata dall’eroe Ercole, vittorioso sui giganti sicani che abitavano le cave tra le odierne Ispica e Modica? Fu la Moteke di quei giorni antichi una delle predilette del figlio di Giove, che la costruì tra le forti rocce dopo aver reso omaggio alla dea iovina Cerere in quel di Siracusa? Non c’è leggenda che ce lo confermi, se non qualche accenno qui e là che esalta la forza e il coraggio di Ercole, l’uomo che viaggiò l’Italia in lungo e in largo, ovunque accolto come un dio, assurto a simbolo di forza fisica, ma anche di coerenza morale. Ercole, che abbiamo già incontrato e che torneremo ad incontrare - questa volta con il ruolo di protagonista - dopo aver ordinato ai Siracusani di sacrificare a Cerere, mentre si dirigeva verso la sua méta trapanese (Erice), ebbe modo di schierarsi proprio al fianco del popolo che coltivava la terra dell’Isola, tutti devoti alla dea Cerere, e quindi tutti protetti da Ercole. 52
Was Modica founded by the hero Hercules, who triumphed over the Sican giants that lived in the caves between today’s Ispica and Modica? Was the Moteke of those ancient times one of the favourites of the son of Jupiter, who built it among the strong rocks after having paid tribute to the goddess Ceres in the Syracuse area? There is no legend that confirms it, except some indications here and there extolling the strength and courage of Hercules, a man that travelled all over Italy, received everywhere like a god that had become a symbol of physical strength but also of moral consistency. We have already met Hercules and will meet him again - this time with the role of a protagonist. After having ordered the Syracusans to sacrifice to Ceres, while he was heading for his destination in what is now Trapani province (Erice), he had the opportunity of taking sides with the people that cultivated the land on the island, all devoted to the goddess Ceres and therefore all protected by Hercules too.
Il frutto dellâ&#x20AC;&#x2122;albero di cacao > The fruit of the cocoa tree > ph. dinesh valke
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La raffigurazione di Quetzalcoatl > A picture of Quetzalcoatl
Quetzalcoatl, il Dio con la forma di serpente piumato, donò agli uomini un seme da cui ottenere una bevanda amara detta xoco-atl
Quetzalcoatl, the God with the form of a feathered snake, gave men a seed to obtain a bitter juice named xoco-atl Per loro fondò Moteke, città di grotte e cave le cui abitazioni furono scavate nel calcare delle rupi, così come lo fu la residenza più imponente, quella che oggi chiamiamo “Castello” e che forse in quei tempi ospitava la famiglia di un re, di un capo. Quel che si può sentire, affacciandosi dall’alto belvedere, sono parole che rimbalzano come eco tra le pareti di una valle: “Fui giovane e felice un’estate (...). Né prima, né dopo: quell’estate. E forse fu grazia del luogo dove abitavo, un paese in figura di melagrana spaccata; vicino al mare ma campagnolo, metà ristretto su uno sprone di roccia, metà sparpagliato ai suoi piedi con tante 54
For them he founded Moteke, a town of caves and quarries whose dwellings were dug out in the limestone of the cliffs, as was the most imposing residence, which today we call the “Castle” and which perhaps in those times hosted the family of a king or at least of a leader. What you can hear, looking out from the high vantage point, are words that reverberate like echoes among the walls of a valley: “I was young and happy one summer... Neither before nor after: that summer. And perhaps it was a grace of the place where I lived, a country looking like a split pomegranate; near to the sea but rustic, half clinging to a rock spur, half scattered at its foot with so
scale fra le due metà a far da pacieri, e nuvole in cielo (...)”. Potrebbe essere stato il forte figlio di Giove a sognare questi versi, anche se, invero, appartengono a Gesualdo Bufalino (da Argo il cieco), l’estate è quella del 1951, e le nuvole si muovono già da “un campanile all’altro”. Ma le scale dovevano esserci fin dagli inizi, magari non proprio nell’abitato di Moteke, magari solo da quando il luogo si chimava Motike, o nel greco Moticea, dopo che fu Motuca o Motyce. Scale che permettevano alla popolazione di muoversi più agevolmente in questo villaggio a più livelli, villaggio la cui economia era basata sulla pastorizia e che usava come moneta la Lira,
many flights of steps between the two halves to serve as peacemakers, and clouds in the sky...” It might have been the strong son of Jupiter that dreamt these verses, though in truth they belong to Gesualdo Bufalino, (from Argon the blind man); the summer is that of 1951, and the clouds already move from “one campanile to another.” But the flights of steps must have been there right from the start, though not exactly in the settlement of Moteke, possibly only from the time when the place was called Motike, or in Greek Moticea, after it was Motuca or Motyce. These flights of steps allowed the population to move around more easily in this multilevel village, a village whose economy was based on
Un dettaglio del tempio atzeco di Quetzalcoatl > A detail of the Quetzalcoatl Aztec temple > ph. julio marquez
unità duodecimale suddivisa in 12 oncie, testimonianza dello sviluppo incredibile per una popolazione di “cavernicoli”! Popoli “pagani” e quindi “incivili” erano considerati i lontani Aztechi, figli di Ténoch, che abitavano le terre messicane oltreoceano. Terre lontane, create da Tezcatlipoca (che nello sforzo perse un piede) e da Quetzalcoatl, la divinità raffigurata come un serpente piumato, che
sheep raising and that used as its coin the libra, a duodecimal unit divided into 12 ounces, a testimony to incredible development for a population of “cave dwellers!” The remote Aztecs, children of Ténoch, that lived beyond the ocean in the lands of Mexico, were considered “pagan” and therefore “uncivilised” people. Distant lands, created by Tezcatlipoca (who in 55
Il cibo degli dei viene donato ad Aztechi e Spagnoli > The food of the gods is donated to Aztecs and Spaniards
generò le popolazioni Nahua (progenitrici delle tribù azteche, alla fine annientate, divorate dallo stesso dio), alle quali fece dono di un albero di cacao, preso dal suo paradisiaco giardino per essere piantato e coltivato sulla Terra, nutriente cibo degli dei, vero e proprio sostegno economico e status symbol di elevata posizione sociale di chi ne possedeva esemplari. Agli Aztechi di Tenochtitlàn, la capitale della civiltà precolombiana, la divinità aveva insegnato come utilizzare la pianta: i semi racchiusi nel baccello venivano tostati e macinati per ottenere una pasta densa, aromatizzata con vaniglia, pepe rosso e cannella, spezie ancora non conosciute al di qua dell’Atlantico. Questa pasta, addensata con farina di mais (l’utilizzo “comune” dello zucchero - fin dall’antichità ritenuto un medicinale - si avrà solo nel ‘600), veniva fatta asciugare e la si consumava, piano piano, disciogliendone piccoli pezzi in acqua. 56
the endeavour lost a foot) and by Quetzalcoatl, the divinity represented as a feathered snake, who generated the Nahua populations (ancestors of the Aztec tribes, in the end destroyed, devoured, by the same god), to whom he donated a cocoa tree, taken from his paradisiacal garden to be planted and cultivated on the Earth, nourishing food of the gods, a true economic support and status symbol of elevated social position for those who possessed exemplars of it. The Aztecs of Tenochtitlàn, the capital of the pre-Columbian civilization, had been taught by the divinity how to use the plant: the seeds contained in the pod were toasted and ground to get a dense paste, aromatised with vanilla, red pepper and cinnamon, spices not yet known this side of the Atlantic. This paste, thickened with maize flour (the “common” use of sugar - since antiquity considered a medicine - was only to be had in the 17th century), was dried and consumed, little by little,
Myth in Sicily
Il mito in Sicilia Un sorso di xoco-atl, “bevanda amara”, dava forza e saggezza, il vero dono di Quetzalcoatl. Poi giunsero i conquistadores spagnoli, conquistati a loro volta da quello strano composto scuro corroborante. Intuendone le potenzialità economiche, ne appresero l’arte e, siamo ancora nel XVI secolo, ne introdussero la preparazione anche nella grande colonia mediterranea chiamata Contea di Modica, la cui città più grande - Modica appunto - non si è mai convertita alla preparazione industriale dell’ambrosia, oggi come allora preparata a freddo, con lo zucchero al posto della farina di mais - che toglie molta parte dell’amaro del cacao - e aromatizzata con... vaniglia, cannella e peperoncino. Il suono duro di “xoco-atl” si ammorbidì nel comune “cioccolato”, un dono divino sopravvissuto persino alla stessa divinità. (maria lohman XIII - continua)
dissolving small pieces of it in water. A sip of xocoatl, “bitter drink”, gave strength and wisdom, the true gift of Quetzalcoatl. Then the Spanish conquistadores came, conquered in turn by that strange and strengthening dark mixture. Realizing its economic potential, they learned the art of it and - we are still in the 16th century - also introduced preparation of it in the big Mediterranean colony called County of Modica, whose biggest town - Modica - was never converted to the industrial preparation of ambrosia, today as in the past prepared cold, with sugar in the place of maize flour - which removes much of the bitterness of the cocoa - and aromatized with vanilla, cinnamon and chilli peppers. The hard sound of “xoco-atl” was softened to the common “chocolate”, a divine gift that even survived the divinity himself. (maria lohman - XIII - to be continued)
I favi di cacao dentro il baccello > Seeds of cocoa inside the pod > ph. christine4nier
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tesori nascosti>hidden treasures
TESORI NASCOSTI>HIDDEN TREASURES
C’era una volta e c’è ancora Once upon a time - and now too
Villa del Tellaro: ne parliamo con la Soprintendente Mariella Muti > Villa del Tellaro: we talk about it with the Superintendent Mariella Muti La villa datata al IV secolo d.C. può dirsi “preziosa” tanto quanto quella di Piazza Armerina? Preferirei che si parlasse della Villa del Tellaro come di un monumento dotato di una bellezza autonoma perché ritengo che un’opera d’arte, prioritariamente, vada letta nell’ambito del contesto storico, ambientale e culturale del territorio che l’ha prodotta. Certamente i confronti con la Villa di Piazza Armerina non possono far altro che accrescere l’attenzione verso questo gioiello dell’architettura
romana e, con l’approfondimento degli studi, potranno sicuramente essere messi in luce elementi di originalità che apporteranno nuovi contributi alla storia della Sicilia in età romana. La scoperta della Villa del Tellaro e di quella di Patti Marina hanno aperto nuovi scenari nell’ambito degli studi archeologici di questo periodo. Si è compreso che Piazza Armerina non era un caso isolato e che il territorio siciliano, suddiviso in grandi latifondi, era ricco di complessi architettonici di tale pregio.
Can the villa dated to the 4th century AD be considered as “precious” as that of Piazza Armerina? I would prefer people to speak of the Tellaro Villa as a monument endowed with autonomous beauty because I believe that a work of art, as a priority, is to be read in the sphere of the historical, environmental and cultural context of the territory that produced it. Comparisons with the Villa of Piazza Armerina can certainly do nothing but increase attention to this jewel of Roman architecture and, with deeper studies, we will
surely see elements of originality that will make new contributions to the history of Sicily in the Roman age. The discovery of the Tellaro Villa and the Patti Marina one has opened up new scenarios within archaeological studies referring to this period. We have realised that Piazza Armerina was not an isolated case and that the Sicilian territory, divided into big latifundia, was rich in such fine architectural complexes. Is it true that its mosaics are more beautiful than those of the Villa del Casale or is it an optical illusion given
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TESORI NASCOSTI>HIDDEN TREASURES
In queste pagine, dettagli dei mosaici > In these pages, details of the mosaics
È vero che i suoi mosaici sono più belli di quelli della Villa del Casale oppure è un’illusione ottica data dal fatto che si tratta di mosaici meno conosciuti? Piuttosto che confrontare le due ville preferirei sottolineare la pregnanza pittorica dei mosaici del Tellaro, dalla spiccata vitalità enfatizzata da una grande libertà distributiva delle scene, e da un esuberante cromatismo che utilizza una vastissima gamma di passaggi tonali. Quali sono le forze da mettere in campo per una promozione più incisiva di questo sito? Il restauro dei mosaici della Villa romana del Tellaro e della masseria che li ospita sono il risultato della discesa in campo di tutte quelle forze che, dal mondo della cultura a quello istituzionale della tutela e della valorizzazione, si sono adoperati per restituire alla collettività un bene tanto prezioso. Dal 1971, anno in cui la villa venne identificata, si sono susseguite le operazioni di scavo e di recupero al fine di scongiurare l’irrimediabile perdita dei mosaici. In seguito le ricerche, rese difficoltose dalla presenza di una masseria sette-ottocentesca che in60
by the fact these are less well known mosaics? Rather than comparing the two villas, I would prefer to stress the painterly pregnancy of the Tellaro mosaics, with strong vitality emphasized by great distributive freedom of the scenes, and exuberant colours using a vast range of tonal passages. What forces must be brought into play for more incisive promotion of this site? The restoration of the mosaics of the Roman Tellaro Villa and the farm that contains them are the result of the coming into play of all those forces that, from the world of culture to the institutional one of protection and valorisation, have acted to restore this precious heritage to the community. Since 1971, the year when the villa was identified, operations of excavation and recovery have followed one another for the purpose of avoiding the irremediable loss of the mosaics. Subsequently, researches, made difficult by the presence of an eighteenth-nineteenth-century farm that stands over the structures of the villa, made it possible to bring to light the architectur-
TESORI NASCOSTI>HIDDEN TREASURES
combe sulle strutture della villa, hanno permesso di mettere in luce il complesso architettonico inserito in un eccezionale contesto paesaggistico ancora oggi incontaminato. L’intervento più delicato è stato quello del distacco dei mosaici finalizzato allo studio e al restauro degli stessi; oggi è possibile ammirarli ricollocati in situ e protetti da una copertura che contempera le esigenze di tutela con quella di una corretta fruizione, mantenendo inalterato il rapporto con il contesto paesaggistico. Questo è quanto è stato fatto sinora; per il futuro la Soprintendenza di Siracusa sta elaborando altri progetti rivolti sia alla prosecuzione delle ricerche archeologiche, sia alla valorizzazione del sito con la creazione di parcheggi e servizi per il pubblico. Nell’ambito dell’attuazione del Piano di Gestione del sito UNESCO “Le città tardo-barocche del Val di Noto” sono previste una serie di azioni che vedranno agire in maniera sinergica soggetti pubblici e privati per promuovere la conoscenza, la tutela e la valorizzazione del monumento. Particolare attenzione è rivolto al mondo della Scuola. La Soprintendenza di Siracusa sta già promuovendo insieme al Provveditorato di Siracusa una serie di iniziative destinate agli studenti, fra cui l’istituzione di una sezione didattica permanente. In progetto ci sono anche un collegamento informatizzato in rete con le ville di Piazza Armerina e di Patti e una serie di iniziative scientifiche e culturali al fine di ottenere un’unica, eccezionale offerta turistica-culturale. (emilia gatti)
al complex still inserted today in an exceptional landscape context that is unspoilt. The most delicate action was detachment of the mosaics for their study and restoration; today it is possible to admire them put back in place and favoured by a covering that blends the demands of protection with that of correct enjoyment, while maintaining unchanged the relationship with the landscape context. This is what has been done so far. For the future the Syracuse Superintendence is working out other projects both for the continuation of the archaeological researches, and for valorisation of the site with the creation of a car park and services for the public. Within the framework of the realization of the Management Plan of the UNESCO site “The late Baroque city of the Val di Noto” a series of actions are planned that will see synergic action of public and private bodies for promoting knowledge, protection and valorisation of the monument. Particular attention is being paid to the world of school. The Syracuse Superintendence is already promoting, together with the Education Office in Syracuse, a series of initiatives addressing students, including the institution of a permanent teaching section. Also planned is an online computer connection with the Piazza Armerina and Patti villas and a series of scientific and cultural initiatives serving to obtain a unique and exceptional tourist-cultural offer. (emilia gatti)
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I Consigli di Sikania > Sikania advices
la Sicilia vien viaggiando an appetite for Sicily comes by travelling
> week end > dove dormire > dove mangiare > il ristorante > lâ&#x20AC;&#x2122;albergo > week end > where to sleep > where to eat > the restaurant > the hotel
WEEK END>
> Calatabiano (CT)
18/05 Per San Filippo… a rotta di collo For St. Phillip… at breakneck speed
La calata
La chianata ph. Massimo Amoroso > Via Cruyllas photo > www.viacruyllas.com
Informazioni> Information: Comune di Calatabiano > Calatabiano Council tel. 095 7771060 095 640570 Dove dormire> Where to sleep Villa Mora, l.re Naxos 47, Giardini Naxos; tel. 0942 51839; doppia BB da > double BB from 70 € Dove mangiare> Where to eat Ristorante Garden Da Nino, via Tysandros, 74, Giardini Naxos; tel.0942 51502; circa > about 35 €
Un po’ festa religiosa, un po’ prova di abilità: la processione in onore di San Filippo Siriaco, a Calatabiano - che si rinnova tutti gli anni la terza domenica di maggio - richiede forza e senso di equilibrio per le decine di portatori che devono condurre in spalla la pesante “vara” del santo. Il percorso della calata (così si chiama la processione), infatti, è tortuoso, accidentato e piuttosto ripido, sicché non sono rare le cadute rovinose. La discesa è spettacolare, con decine e decine di persone che suggeriscono urlando ai portatori le migliori manovre per superare le curve più difficili e le parti più inclinate. Si parte (di mattina) dalla chiesa del SS. Crocifisso al Castello. I portatori hanno tutti un fazzoletto al collo o intorno alla testa, per simboleggiare il pelo di barba che il santo utilizzava per legare indissolubilmente i demoni. Portano la statua nella Chiesa Madre del paese, dove rimarrà per una settimana: la domenica successiva, altri devoti la riporteranno presso la chiesa del Castello. Si tratta di persone che desiderano poter prendere parte alla calata, e che, per guadagnarsi questo privilegio, devono sobbarcarsi la salita (chianata) per sei anni.
Partly a religious feast, partly a test of skill: the procession in honour of St. Phillip the Syrian, at Calatabiano - held every year on the third Sunday in May - requires strength and sense of balance for the tens of bearers that have to carry on their shoulders the heavy “bier” of the saint. The fact is that the route of the descent (this is the name of the procession), is tortuous, uneven and rather steep, so ruinous falls are not rare. The descent is spectacular, with dozens of people that shout out to the bearers the best manoeuvres to face the most difficult curves and the steepest parts. The procession starts (in the morning) from the Santissimo Crocifisso church at the Castle. The bearers all have kerchiefs round their necks or heads, to symbolize the beard hair that the saint used for tying demons in such a way that they could not escape. They take the statue to the main church in the village, where it will remain for a week: the following Sunday, other devotees take it to the church at the Castle. These are people that desire to be able to take part in the descent, and that, in order to earn this privilege, have to face the slope for six years.
Come arrivare > How to get there Dall’autostrada A18 Messina - Catania, uscita Giardini Naxos o Fiumefreddo > From the A18 Messina-Catania motorway, Giardini Naxos or Fiumefreddo exist 64
Dove dormire Where to sleep
I prezzi si intendono per doppia BB
Palermo & Provincia
Caltanissetta & Provincia
ASTORIA PALACE HOTEL **** Palermo - via Montepellegrino, 62 091 6280140 - fax 091 6371227 da 178 €
SAN MICHELE **** Caltanissetta - via Fasci Siciliani 0934 553750; da 120 €
HOTEL UCCIARDHOME **** Palermo - via Enrico Albanese, 34-36; 848 836766; da 160 €
A GRITURISMO PALLADIO Riesi - contrada Palladio, 0934 921305; 67 €
HOTEL CRYSTAL PALACE *** Palermo - via Roma 477/a; 091 6112580, da 130 € IL MEZZANINO DEL GATTOPARDO Palermo - via Alloro, 145; 333 4771703; da 110 €
Catania & Provincia LA VECCHIA PALMA *** Catania - via Etnea, 668 095 432025; da 100 €
ALBERI DEL PARADISO **** Cefalù - via dei Mulini, 18, 0921 423900; da 96 € (camera con finestra)
VILLA PARADISO DELL’ETNA **** S. Giovanni la Punta - via per Viagrande, 37 095 7512409; da 260 €
Agrigento & Provincia DIOSCURI BAY PALACE **** Agrigento - lungomare Falcone e Borsellino, 1 0922 406111; 170 € standard - 200 € deluxe HOTEL KAOS Villaggio Pirandello 0922 598622; da 130 € B&B LOCANDA DEL MORO Sciacca - via Liguori, 44, 0925 86756; 80 € AGRITURISMO CASALICCHIO Cammarata - contrada Casalicchio, 0922 908144; da 110 €
B&B RESIDENCE DELLE STELLE Caltanissetta - via San Giuliano, 27 0934 581819; 120 €
VILLA GUSSIO NICOLETTI Leonforte - c.da Rossi, SS 121 km 94,750 0935 903268; 110/256 €
B&B TALIA Modica - via Exaudinos, 9, 0932 752075; da 120 €
BAGLIO SAN PIETRO Nicosia - località San Pietro, 0935 640529; 76 €
B&B LA CASA DI MONTALBANO Via A. Moro, 44, loc. Punta Secca, Santa Croce Camerina 0932 655566; da 64 € (min. 2 notti)
Messina & Provincia EUROPA PALACE HOTEL **** Messina - loc. Pistunina, SS 114 km 5+470 090 621601; da 100 € VILLA MIRAGLIA ** Cesarò - loc. Portella Miraglia SS 289 095 7732133; HB 100 € VILLA DUCALE **** Taormina - via Leonardo da Vinci, 60; 0942 28153; da 130 € D’ORANGE ALCANTARA *** Francavilla di Sicilia - via dei Mulini, 14/16 0942 981374; da 80 €
Siracusa & Provincia HOTEL ROMA **** Siracusa - via Minerva, 10, 0931 465626, da 200 € HOTEL MEDITERRANEO *** Siracusa - via Tripoli, 40, 0931 445047; da 75 € B&B AL TEATRO Siracusa - via del teatro, 15, 0931 64674; da 50 € AGRITURISMO CASA DELLO SCIROCCO Carlentini - c.da Piscitello; 095 447709 - 338 1720112; da 38 €
B&B SOTTO IL VULCANO Nicolosi - via Monpilieri, traversa V, s.n. 095 914851; da 57 €
RESIDENCE VILLA FIORENTINO Lipari - via G. Franza, 9 090 9812136; appartamento da 60 €
B&B I RUSTICI Trecastagni - via Archimede, 2, 095 7809956; da 30/35 €
Ragusa & Provincia
Enna & Provincia
HOTEL VILLA CARLOTTA **** Ragusa - via Ungaretti, 0932 604140;120 €
GRANDE ALBERGO SICILIA *** Enna - piazza N. Colajanni, 7; 0935 500850; 91/120 €
HOTEL PALAZZO DEGLI ARCHI Ragusa Ibla - corso Don Minzoni, 6 0932 686021; da 90 €
B&B TRA CIELO E SABBIA San Vito Lo Capo - via del Secco, 44 +39 0923 972638 cell. +39 335 7488954; da 35 € www.tracieloesabbia.it
SELENE *** Piazza Armerina - via G.le Gaeta, 30/32 0935 683412; da 70 €
CAMBIOCAVALLO C.da Zimmardo - Pozzallo 0932 779118; da 110 €
KEMPINSKI GIARDINO DI COSTANZA *****L Mazara del Vallo - via Salemi km 7+100; 0923 907763; 339 €
Trapani & Provincia TORRI PEPOLI *** Erice - viale Conte Pepoli, 333 3010504; da 200 €
ASTORIA PALACE HOTEL, PALERMO. L’organizzazione di congressi perfetti
Il vostro prossimo congresso, sarà perfetto
via Montepellegrino, 62 - 90142 Palermo - +39 091 6280140 - fax + 39 091 6371227
WEEK END>
> Castelvetrano (TP)
18/05 Fra storia e fede History and faith La festa in onore di Santa Rita a Castelvetrano è una manifestazione ricca e varia che da una parte rievoca la vita della santa patrona dei casi impossibili, dall’altra mette in scena uno dei periodi più felici della storia della città. L’affollato corteo - i figuranti sono centinaia - parte dalla scalinata Santa Rita (piazza Amendola) puntualmente alle 17,30 e mette in scena in una serie di tableaux vivents i momenti salienti della vita della santa, unendo fede, folclore e rigore storico. Allo stesso tempo, si ricorda il passato di Castelvetrano, attraverso la presenza di personaggi che rappresentano la nobiltà locale e una deputazione civica, guidata dal giurato anziano che esibisce l’antica “mazza giuratoria” d’argento. Il comitato organizzatore, infatti, vuole rendere omaggio alla santa, ma allo stesso tempo vuole promuovere la conoscenza del passato attraverso la presenza di una moltitudine di personaggi: sbandieratori, musici, tamburini e gruppi folcloristici, come i giocolieri di stendardi di Delia e i falconieri di Geraci.
The feast in honour of Saint Rita in Castelvetrano is a rich and varied event that on one side evokes the life of the patron saint of impossible cases, while on the other one it evokes one of the happiest periods in the history of the town. The crowded procession - there are hundreds of figurants - starts from the Santa Rita flight of steps (piazza Amendola) punctually at 5.30 pm and shows in a series of tableaux vivants the salient moments in the life of the saint, blending faith, folklore and historical rigor. At the same time, the past of Castelvetrano is evoked, through the presence of characters representing the local nobility and a civic deputation, led by the elderly juror, who exhibits the ancient “adjuratory club” in silver. The fact is that the organizing committee on wants to pay tribute to the saint, but also to promote knowledge of the past through the presence of a crowd of characters: standard-bearers, musicians, drummers and folk groups like the standard jugglers from Delia and the Geraci falconers.
Informazioni> Information: tel. 339 8616635 Dove dormire> Where to sleep Grand Hotel Selinunte c.da Trentasalme, tel. 0924 941065 Dove mangiare> Where to eat Agriturismo Case di Latomie Strada statale 115, Castelvetrano tel. 0924 907727
Come arrivare > How to get there Per raggiungere Castelvetrano, percorrere fino all’omonima uscita l’autostrada Palermo - Mazara del Vallo > To get to Castelvetrano, go along the Palermo-Mazara del Vallo motorway as far as the Castelvetrano exit 67
Dove mangiare Where to eat
Palermo & Provincia CUCINA PAPOFF Palermo - via I. La Lumia, 32 091 586460, chiuso sabato a pranzo e domenica, 35 € SHAKESPEARE & COMPANY Palermo - Salita Artale, 5, 091 7495205, chiuso mercoledì, 40/45 € PIZZERIA LE PERGAMENE Palermo - piazza Marina, 48/49, 091 6166142; 20 € AL DESCO Palermo - via Judica, 23; 091 6090587, aperto solo a cena, chiuso domenica, 40 € FARO VERDE DA BENITO S. Flavia - largo San Nicolicchia, 14, Porticello 091 957977 chiuso martedì, 40 € IL BAVAGLINO Terrasini - lungomare Praiola, 2; 091 8681284, chiuso martedì, 18 €
Agrigento & Provincia LEON D’ORO Agrigento - viale Emporium, 102; 0922 414400, chiuso lunedì, 40 € VITTORIO Menfi - via Friuli Venezia Giulia, 9, loc. Porto Palo, 0925 78381 chiuso lunedì sera, 30 €
OSTERIA CACCIATORE Castrofilippo - c.da Torre, 0922 829824, chiuso mercoledì, 22 €
LA SCALA Caltagirone - scala S. M. del Monte, 8 0933 57781, chiuso mercoledì, 20 €
LA MADIA Licata - via F. Re Capriata, 22; 0922 771443, chiuso martedì e domenica sera in inverno, menù degustazione 40 €
IL GIARDINO DI BACCO San Giovanni La Punta - via Piave, 3 095 7512727, chiuso lunedì, a pranzo da martedì a sabato, gennaio, 35 €
VECCHIO FIENILE Scicli - loc. Playa Grande, SP 18 km. 4, 0932 930377, chiuso mercoledì, 30 €
Enna & Provincia
Siracusa & Provincia
ARISTON Enna - via Roma, 353, 0935 26038, chiuso domenica, prezzo medio 25 €
TAVERNETTA DEL PAPIRO Siracusa - via Tripoli, 6, 0931 461066, chiuso domenica e in agosto, 25/30 €
LA BRACE Calascibetta - SS. 290 km 46, 0935 34699, chiuso lunedì e agosto, 25 €
TAVERNA LA CIALOMA Pachino - piazza Regina Margherita, 23 0931 841772, chiuso martedì, 25 €
Messina & Provincia
MAURIZIO Porto Palo di Capo Passero - via Tagliamento, 22 0931 842644, chiuso martedì (mai in estate), ferie da fine ottobre a fine novembre; 30 €
ACQUARIUS S. S. di Quisquina - via L. Attardi, 62, 0922 982432, chiuso mercoledì, prezzo medio 25 €
Caltanissetta & Provincia VICOLO DUOMO Caltanissetta - vicolo Duomo, 5 0934 582331, chiuso domenica e lunedì a pranzo, 22/25 € L’ANGOLODIVINO Caltanissetta - via Di Cataldo, 0934 542983, chiuso lunedì e domenica sera, 25 € CASANOVA Gela - via Venezia, 89 0933 918580, chiuso domenica, lunedì a cena e dal 15 al 31 agosto, 30 € VILLA ROSANGELO Mazzarino - contrada Pileri, 0934 381437, chiuso lunedì, 20 €
Catania & Provincia L’AMBASCIATA DEL MARE Catania - piazza Duomo, 6, 095 341003; chiuso lunedì, 25 € OSTERIA ANTICA MARINA Catania - via Pardo, 29 095 348197; chiuso mercoledì, 30 €
Ristorante
REGINE Via Trapani, 4/a Palermo 091 58 65 66
DUE SORELLE Messina - piazza Municipio, 4; 090 44720, chiuso lunedì e in agosto, 25 € DON SANTO (TRATTORIA TIPICA) Floresta - c.da Favoscuro, 0941 662030; chiuso lunedì tranne luglio ed agosto; 20 € www.donsanto.it VILLA LA ROSA Filicudi (I. Eolie - ME) - via Rosa, 24, 090 9889965, prezzo medio 25 € vini esclusi; info@villalarosa.it www.villalarosa.it LA MACINA San Marco d’Alunzio - via Aluntina, 48 0941 797848, chiuso martedì, 25 €
IL CARATO Catania - via V. Emanuele II, 81 095 7159247, 35 €, menù degustazione 52 €, vegetariano 26 €
COVO DEL PIRATA Milazzo - lungomare Garibaldi (p.le Marullo) 090 9284437, chiuso mercoledì, 35 €
LA GROTTA Acireale - via Scalo Grande, 46, loc. Santa Maria La Scala, 095 7648153, chiuso martedì e due settimane in inverno, 35 €
Ragusa & Provincia
GALATEA Acitrezza - via Livorno, 146, 095 277913; chiuso lunedì e due settimane a novembre, 40 € ‘U TRAPPITU Militello Val di Catania - via Principe Branciforti, 125; 095 811447, chiuso lunedì, aperto a pranzo solo su prenotazione, 15 €
SERAFINO DAL 1953 Marina di Ragusa - lungomare A. Doria 0932 239522, aperto dal sabato di Pasqua al 30 novembre, 30 €
IL BAROCCO Palazzolo Acreide - via Duca d’Aosta, 27 0931 883266; chiuso martedì, 18 €
TRATTORIA DEL CROCIFISSO DA BAGLIERI Noto - via Principe Umberto, 48, 0931 571 151 chiuso mercoledì, 20 € Trapani & Provincia CANTINA SICILIANA Trapani - via Giudecca, 36 0923 28673, chiuso periodo natalizio, 30 € TAVERNA PARADISO Trapani - lungomare Dante Alighieri, 22 0923 22303; chiuso domenica, 30 €
DUOMO Ragusa - via Capitano Bocchieri, 31 0932 651265, chiuso lunedì e domenica sera, 60 €
LA PINETA DI ANGELO Castelvetrano - via Punta Cantone, località Marinella di Selinunte 0924 46820; sempre aperto (eccetto festivi), 30 €
LE MAGNOLIE Modica - via Gianforma, 179, loc. Frigintini 0932 908136, chiuso martedì, 25 €
EL PESCADOR DA PASQUALE Favignana - p.zza Europa, 38 0923 921035, chiuso mercoledì a pranzo (solo in inverno), 25/30 €
CUCINA E VINO Ragusa Ibla - via Orfanotrofio, 91 0932 686447, chiuso martedì, 20 €
PESCATORE Mazara del Vallo - via Castelvetrano, 191 0923 947580 chiuso lunedì, 35 €
WEEK END>
> Salina (Isole Eolie, ME)
01/06 Una festa dai sapori decisi A feast with well-defined tastes Torna la prima domenica di giugno la sagra del cappero, occasione in cui quest’isola delle Eolie celebra uno dei suoi prodotti più celebri e saporiti. Nel borgo di Pollara, nella piazzetta davanti alla chiesa del patrono Sant’Onofrio, si potranno assaggiare i capperi, al naturale e in una quantità di gustose preparazioni. Il posto e il momento giusti, peraltro, per saperne di più sui capperi, il cui gusto varia a seconda della dimensione, del grado di maturazione ecc. e per assaggiare il cucuncio, il frutto della pianta (quello che si mangia è il bocciolo del fiore) che prima veniva scartato e adesso invece è considerato una prelibatezza da gourmet. Non solo capperi, ovviamente, ma anche Malvasia, il pregiato vino dolce da meditazione che da tempi immemorabili si produce sull’isola, e tanti altri sapori tradizionali. Un appuntamento per golosi, da accompagnare a passeggiate per scoprire questa bella isola verde, a cominciare dai tredici sentieri che conducono in cima al Monte Fossa delle Felci.
On the first Sunday in June there is the festival of the caper, during which this Aeolian island celebrates one of its most renowned and tastiest products. In the hamlet of Pollara, in the little square in front of the church of the patron saint, Sant’Onofrio, capers can be tasted, natural and in various savoury preparations. This is also the right place and time to get to know more about capers, whose taste varies according to the size, the degree of ripening etc. and to taste the cucuncio, the fruit of the plant (what you eat is the buds of the flower) which before was discarded and now instead is considered an exquisite titbit. There are not only capers, obviously, but also Malmsey, the much appreciated sweet meditation wine that since time immemorial has been produced on the island, and many other traditional tastes. It is an event for gourmets, together with walks to discover this beautiful green island, starting with the thirteen paths that lead to the top of Monte Fossa delle Felci.
Informazioni> Information: Azienda Turismo Isole Eolie > Aeolian Islands Tourist Board tel.090 9880095 Dove dormire> Where to sleep Hotel Signum, via Scalo, 15, Malfa, tel. 090 9844222; la doppia BB da > double BB from 130 € Dove mangiare> Where to eat Tentazioni, via Rotabile 11, Rinella; tel. 090 9809029; menù degustazione > tasting menu 40 €
ph. elena castellucci
Come arrivare > How to get there Salina è collegata giornalmente con Milazzo da traghetti e aliscafi della Siremar (tel. 199 123199) e della Ustica Lines (tel. 090 9249199) > Salina is connected daily with Milazzo by ferries and hydrofoils by Siremar (tel. 199 123199) and Ustica Lines (tel. 090 9249199) 69
BUON APPETITO>ENJOY YOUR MEAL
I Consigli di Sikania a cura di > Sikania advices by
Giardino di Bacco > San Giovanni la Punta (CT) Salvo Trischitta è lo chef-patron del ristorante Giardino di Bacco, che già nel nome tradisce l’idea che lo ha concepito: realizzare un ristorante imperniato sul vino… quando ancora non era tendenza. Siamo infatti nel 1993, e nessuno ancora scommetteva su un’idea del genere. La cucina è quella siciliana, alleggerita pur mantenendone i sapori. Il patron Trischitta parla di “ristorazione ragionata”: la creatività deve essere razionale, finalizzata all’emozione di un piatto. In
altre parole, è necessario “svecchiare” l’impostazione tradizionale della ristorazione permettendo alle sensazioni di prendere il sopravvento. Il menu varia in base alle stagioni e quasi tutti i piatti sono cotti a vapore o arrosto. Prima di proporli in sala, Salvo Baudo (primo chef del ristorante) ne prova i gusti e gli abbinamenti per creare una “sinergia” di sapori. Da assaggiare l’insalatina tiepida di polpo, gamberi e calamari su cuscino di crema d’arancia taroc-
Giardino di Bacco > via Piave 3, San Giovanni La Punta (CT) - tel. 095 7512727 - 45 €; carte di credito: tutte tranne Diners; chiuso lunedì; prenotazione obbligatoria > 45 €; credit cards: all except Diners; closed on Mondays; booking required Salvo Trischitta is the chef and owner of the Giardino di Bacco restaurant, which in its very name (“Bacchus’ Garden”) reveals the idea behind its conception: creating a restaurant hinging on wine… when it was not yet trendy. The fact is that it was 1993 and nobody would wager yet on an idea of the kind. The cuisine is Sicilian, lightened while maintaining its flavours. Mr Trischitta speaks of “rational catering”: creativeness has to be rational, aiming at the emotion of a dish. In other words, it is neces70
sary “to modernize” the traditional formulation of catering, allowing sensations to get the upper hand. The menu varies depending on the seasons and almost all the dishes are steamed or roasted. Before offering them to guests, Salvo Baudo (the leading chef in the restaurant) tries the flavours and combinations to create a “synergy” of tastes. A must is the lukewarm salad of octopus, shrimps and squids on a cushion of tarocco orange cream, and another is spaghetti with sea urchins
www.cronachedigusto.it
la ricetta dello chef the chef’s recipe Insalatina tiepida di calamari e gamberi su cuscino di crema d’arancia tarocco Ingredienti per 4 persone 200 g di anelli di calamari, 150 g di gambero sgusciato, uno spicchio d’aglio, prezzemolo, sale q.bp Per la crema d’arancia: 1l di succo d’arancia tarocco, 50 g di burro, 30 g di farina 00, la buccia di un’arancia non trattata, un pizzico di sale
co, imperdibili gli spaghetti ai ricci e la pasta alla mollica dei nobili con filetti di spatola, mandorla e olive nere. Un secondo di pesce che rispecchia in pieno l’idea di rivisitazione di piatti della tradizione è la grigliatina di sarde a beccafico e mascolino; per chi volesse provare un secondo di carne insolito è d’obbligo la carne di asina alla griglia con patata arrostita. Un posto di merito va ai dessert, fra cui i cannolicchi di mandorla ripieni di ricotta, canestrino di crema e fragoline di bosco e la cassatina di ricotta al fondente di pasta reale. La carta dei vini - naturalmente! - è ampia e particolareggiata. (Simona Cacopardo)
and noble breadcrumb pasta with fillets of spoonbill, almonds and black olives. A fish second course that fully mirrors the idea of revisiting traditional dishes is the grill of beccafico sardines and mascolino; for those who want to try an unusual meat second course a must is grilled she-donkey meat with roast potatoes. Special mention must be made of the desserts, among which the little almond cannolos filled with ricotta, canestrino of cream and little wild strawberries and cassatina of ricotta with molten marzipan fruit. The wine list - of course! - is big and detailed. (Simona Cacopardo)
In una padella far rosolare uno spicchio d’aglio, aggiungere del prezzemolo e i calamari tagliati ad anelli. Insaporire bene i calamari e subito dopo aggiungere i gamberi. Regolare di sale e pepe. A parte preparare la crema d’arancia, mettendo il burro a sciogliere in un pentolino. Aggiungere la buccia d’arancia. Togliere il pentolino dal fuoco e versare lentamente la farina amalgamandola con il burro, subito dopo il succo d’arancia, mescolando con una frusta per evitare la formazione di grumi. Aggiustare di sale e far cuocere a fiamma bassa, sempre mescolando, fino a ottenere una salsina cremosa. Stendere nel fondo di ogni piatto un sottile velo di crema d’arancia e adagiarvi sopra gli anelli di calamari e i gamberi ancora caldi. Guarnire con trito di prezzemolo e servire.
Lukewarm salad of squids and shrimps on a cushion of cream of tarocco orange Ingredients 200 g of squid rings, 150 g of shelled shrimp, a segment of garlic, parsley, salt to taste For the orange cream: 1 litre of tarocco orange juice, 50 g of butter, 30 g superfine flour, the peel of an untreated orange, a pinch of salt In a frying pan brown the garlic segment, add parsley and squids cut in rings. Flavour the squids well and immediately add the shrimps. Put in salt and pepper. Separately prepare the orange cream starting with the butter to be melted in a pan. Add the orange peel. Remove the pan from the fire and slowly pour in the flour, amalgamating it with the butter, and immediately after the orange juice, mixing with a whisk to avoid the formation of clots. Add salt and cook on a low fire, always mixing, to get a creamy sauce. Spread on the bottom of each dish a thin veil of orange cream and lay on it the squid rings and the warm shrimps. Garnish with minced parsley and serve.
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OSPITALITÀ>HOSPITALITY
I Consigli di Sikania > Sikania advices
Locanda Cos > Vittoria (RG) Due amici amanti del vino e della loro terra siciliana: l’azienda vinicola COS è nata per caso, dall’impegno personale di Giusto Occhipinti e Giambattista Cilia che, negli anni Ottanta, quand’erano ancora studenti d’architettura, hanno deciso di vendemmiare nelle terre di famiglia e produrre le prime bottiglie. Oggi la COS è una realtà importante nel settore dell’enologia siciliana, con un’interessante produzione soprattutto di Nero d’Avola e Cerasuolo di Vittoria. Da qualche tempo, grazie alla ristrutturazione
della masseria ottocentesca fra le vigne, alla produzione di vino i due amici hanno accostato l’ospitalità di qualità. Nella vecchia struttura sono state realizzate cinque suite che, poiché la scansione degli spazi interni è rimasta intatta, sono di diversa misura ed esposizione. Colori e arredamenti, in gradevole armonia, sono stati studiati con cura per ciascun ambiente (e la formazione da architetto dei proprietari è piacevolmente evidente), dando a essi grande personalità.
Locanda Cos > SP 3 Chiaramonte-Acate, km 14,300 - tel. 0932 876145 - www.locandacos.it > la doppia 120-155 € > double 120-155 € Two friends who love wine and their Sicilian land: the COS vine and wine firm came into being by chance, from the personal commitment of Giusto Occhipinti and Giambattista Cilia, who in the eighties, when they were still architecture students, decided to harvest on their family estates and to produce the first bottles. Today COS is an important firm in the sector of Sicilian oenology, with interesting production above all of Nero d’Avola and Cerasuolo di Vittoria. 72
By restructuring the nineteenth-century farm among the vineyards, a while ago the two friends added quality accommodation to wine production. In the old building five suites were created that, since the internal division was left intact, differ in size and exposure. Colours and furnishings, in pleasant harmony, were carefully worked out for each suite (and the owners’ architecture background is pleasantly evident), giving them great personality.
Gli ospiti hanno a disposizione una piscina per i momenti di relax e, su prenotazione, è anche possibile mangiare, nonché, ovviamente, degustare i vini prodotti in azienda, in un bel salone soggiorno dalle alte volte, con un grande camino per riscaldare l’ambiente nelle giornate fredde. La Locanda si trova in posizione molto tranquilla, in aperta campagna, ma è ben collegata ai principali centri della zona - Comiso e Ragusa, con i tanti monumenti barocchi, e la piccola Acate - e vicina alle spiagge sabbiose del litorale della provincia di Ragusa. (maria cristina castellucci)
For guests there is a swimming pool for moments of relaxation, and on booking it is also possible to eat, in addition, obviously, to tasting the wines produced by the firm, in a beautiful lounge with high ceilings, and a big fireplace to heat the place on cold days. The inn is in a very quiet position, in open countryside, but it is well connected to the main places in the area - Comiso and Ragusa, with so many Baroque monuments, and little Acate - and close to the sandy beaches along the shore of Ragusa province. (maria cristina castellucci)
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ormale, a quasi n n n o d a n ll’acqua, pea di u otorini de mica epo m o o ic tr g n a o tr lotta c dello dei uma la ti sul mo ell’impari a si cons n lia c g ri o a n id it a i R s m ri i. u la misera nti idric si cons inabile c enti gag no impia rt i Arianna a na interm e d b u iv i te ru d d a i e a d h rn d dri c serie spietato, Le gio lermo pre gang di la re in una , talvolta a i di nervi. o i, s s ic ri rm n io In una Pa c c o fo c a ir s a n a o u i min uard . no a tr ull’orlo di le. Lo sg a, idraulic , assetato he riesco sempre s di raccolt mo socia rrabbiato ognate c s ti a s ili n , a b ie tr o to ip a e m c n rs o i, re canz ibile im ompa autoclav cconto s un invinc gi sono c questo ra acco da personag i c i d s , li n in o o it o p ta rt ca ici ca poli tenu per i dod lla metro a il lettore in realtà de c s a tr tagonista della pro ore mo Edit Di Girola 15,00 € 6; pagg. 17
LO SCAFFALE DI SIKANIA >
In collaborazione con le case editrici, un appuntamento che propone pagine scelte da libri di recente pubblicazione.
Anna Li Vigni
Da bere agli assetati
Li Vigni e: Anna > l’autric rmo, dove vive e Pale , da è nata a perta di estetica lle s e lavora. E ica allo studio d e. ed ch anni si d poetiche baroc col ra , collabo Dal 2005 nto culturale e m le supp le24ore. a del So Domenic primo romanzo. è il suo Questo
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Da bere agli assetati di Anna Li Vigni
P
iove. È mercoledì. Sono a Palermo. Sono a Palermo e piove. S’è chiuso la porta alle spalle. Almeno credo. Non s’è sentito il colpo. Porta dispettosa, che rimane schiusa o si spalanca quando le pare. Piove. Pioviggina. Sbrizzìa. Come dicono da queste parti. Un pioggia stitica. La pioggia che non disseta le campagne. La pioggia che non riempie gli invasi. La pioggerellina stentata e cretina senza ritmo sonoro. Un topolino partorito da un elefante di nuvoloni neri e rumorose turbolenze che avrebbero fatto pensare a un apocalittico nubifragio. Se ne è andato, finalmente. La prossima volta che verrà, se ne andrà in un grande albergo. Là potrà far scorrere per ore i flutti da un rubinetto color oro: pagherà ad alto prezzo l’illusione dell’abbondanza idrica. Abbiamo litigato. Un litigio grigio e senza sonoro, come la pioggia di fuori, che non riga i vetri delle finestre. Piove. È mercoledì. Agosto. Pomeriggi afosi per le strade del centro. La pietra e il cielo sono tutt’uno. Tavolozza cromatica ristretta al bianco e al beige. Come in quell’inquadratura del film Il Gattopardo: all’arrivo di Burt Lancaster nei panni del Principe Fabrizio, si solleva un polverone tremendo. La figura alta e mitologica di Burt è alle prese con i frammenti di sabbia che a milioni lo assalgono in minuscoli vortici. King Kong alle prese con gli aerei d’attacco in cima all’Empire State Building. Erminio sarà sul tassì. Starà percorrendo il tratto fino all’imbocco dell’autostrada. Verso l’aeroporto. Lo scorteranno le quinte di cemento di tetre palazzine inumidite. L’orizzonte gli andrà ghignando una specie di saluto, prima che se ne voli via verso Milano, verso il suo naviglio dispensatore di zanzare estive. S’affaccerà alla finestra e, all’altezza del Pont de
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Fer, potrà guardare la sua bella faccia riflessa nello specchio del fiume, in questa stagione fermo e riflettente. La pioggia a Milano ha un sapore diverso. Sarà per questo che i padani in bermuda e berretto sentono il bisogno di accorrere in Sicilia, per poi esclamare estasiati «è un schogno!». Anche davanti a un panorama impregnato di afa pastosa e bianchiccia che rende indistinguibili le cose. Non l’ho accompagnato alla porta. Ero pronta a sentire che la sbatteva forte come uno sparo. Ma è stato uno sparo muto. Ora sono sola in casa. Un bordone di rumori divora il silenzio. Rumori. A un estraneo sembrerebbero casuali e non identificabili. Fastidiosi ma tollerabili perché casuali. Ma io li conosco bene. Ho imparato a distinguerne la provenienza, il ritmo perentoro. Li tollero come un ospite che non c’è verso di mandare via. I motorini dell’acqua. Piccoli tremendi urlatori della nostra quotidianità. I cosiddetti motorini dell’acqua: categoria che raccoglie vari oggetti, tutti con una funzione simile, connessi al misterioso mondo idrico palermitano. A. L’autoclave generale, come quella del palazzo di fronte, che distribuisce acqua a tutti gli appartamenti di un identico stabile. B. Le autoclavi autonome, o autoclavine - vezzeggiativo pieno di riconoscenza - che indirizzano il liquido ognuna verso la cisterna di ciascun appartamento. S’accendono tutte insieme, in una specie di sgraziato ma sacro coro, quando “arriva” l’acqua. C. Le cisterne, di tutte le dimensioni, che si riempiono allegramente: zampilli e scorrere di liquidi a destra e a manca, un cadere sordo con tanto di festoso rimbombo interno. D. Il motorino che serve a condurre l’acqua dalle cisterne dei terrazzi ai rubinetti degli appartamenti. E. Le voci delle donne in procinto di fare le pulizie di casa, che con la scopa in mano s’affacciano ai balconi: «Maddalena! Da te l’acqua venne?». L’acqua viene, non viene condotta. Ha una sua magica volontà. Può indispettirsi e non venire per giorni, lasciarsi attendere come una gran signora. L’acqua. E siamo tutti inferociti con lei che non arriva mai. Accendiamo i motorini che girano a secco. Poi li spegniamo delusi e attendiamo pazienti e ci affacciamo speranzosi che almeno da qualcuno nel palazzo di fronte l’acqua sia venuta Quando arriva, poi, è una liberazione. Dimentichiamo il rancore e il tempo perso nell’attesa. E siamo contenti. In genere partecipo anch’io a questa contagiosa attesa. E alla fine, quando sento il gorgogliare all’interno della vasca di raccolta, l’azzurra Ekotank acquistata dall’idraulico di fronte, sento di provare qualcosa che ha il sapore come di una remota felicità. Ma non oggi. Pensare all’acqua necessita di nervi saldi. Sì, sento il richiamo degli urli elettrici e isterici provenienti dal cortile interno del palazzo. Ma non raccoglierò una sola goccia, oggi, nemmeno se viene. Me ne starò in poltrona. Il pensiero agli umidi autunni berlinesi con Erminio, ai laghi dello Schwarzwald. Il pensiero alla vita che scorre. Panta rei, tranne l’acqua dei rubinetti di Palermo. Ricordo quando incontrai Erminio. Era dieci anni fa, settimana più settimana meno. Gli eventi della vita hanno una specie di aritmetica cadenza, per chi vuole crederci. Pioveva, come oggi, una pioggerellina stentata e cretina. Stordita al limite dell’idiozia, io ero alle prese con la mia interiorità come con un vecchio armadio di cui ti chiedi se abbia un doppiofondo. Ero uscita di buon mattino. Avevo percorso a piedi parte del centro della cosiddetta Palermo bene, per varcare presto la soglia della Palermo vecchia. Era, quello, il giorno del funerale di un morto di Mafia, come si dice. Come se la Mafia fosse una malattia. Un via vai di persone che sciamavano senza meta. La città era diversa, benché lo sciamare fosse identico a quello di qualsiasi mattino. Due 77
Da bere agli assetati di Anna Li Vigni
anziane signore affacciate, il busto sporto verso la strada, i gomiti appoggiati alla ringhiera, gli avambracci possenti, lo sguardo un po’ corrucciato, guardavano la scena. Ostentavano la curiosità disinteressata di chi si affaccia per veder passare la bara col Cristo morto della processione del Venerdì Santo ed è pronto ad applaudire. A un tratto la più anziana, alzando lo sguardo verso il cielo ignavo, esclama: «Speriamo che piove». Me ne rammento ancora. Anch’io mi stavo interrogando sul futuro atmosferico della giornata. Mi ero risposta che un temporale sarebbe stato il tempo più adeguato alla circostanza. Speriamo che piove è una classica esclamazione di queste parti: buona per tutte le stagioni. Mi sono ritrovata spesso a pronunciarla così com’è, come m’è stata trasmessa non so da chi, con l’indicativo al posto del congiuntivo, la formula segreta di una magia antica. Un bizzarro ottativo, uno stratagemma grammaticale per dare maggior forza al desiderio d’acqua e allontanare con un gesto apotropaico la penuria. Una specie di benedizione, una misteriosa liberazione dalla paura, inconsapevole quanto atavica, della siccità. Se quel giorno fosse piovuto, piovuto sul serio, la vicenda di un morto di Mafia avrebbe avuto come un senso narrativo troppo prevedibile. La pioggia che lava via il dolore. La pioggia come pianto sulla città. La pioggia di quella santa donna di Rosalia che lavò via la peste da Palermo. Invece quel giorno non piovve e non ci fu il sole. Non si trovò un santo nemmeno in cielo. Dalle nuvole solo qualche stentata lacrimuccia. Arrivai. La piazza era gremita. La polizia impediva alla gente di entrare in chiesa. Ognuno protestava. Ogni tanto si veniva risucchiati da un’ondata brusca e lunga della massa, squarciata dal passaggio dell’auto di scorta di qualche politico. Gli urti dei vicini, la risacca umana rigurgitante. Da lontano riuscivo a scorgere, oltre il cordone degli agenti, le lenti nere di una guardia del corpo intenta ad aprire lo sportello a un uomo canuto in abito grigio. Le guardie del corpo portano occhiali scuri anche nei giorni senza sole. Mi rassegnai a non avvicinarmi. Trovai un angolo riparato da cui si percepisse non troppo forte la voce del sacerdote, che all’interno celebrava e all’esterno urlava per mezzo di due megafoni gracchianti ai lati del maestoso prospetto barocco. Piovigginava ancora. Mi ritrovai alcune gocce sul viso. A ben guardare, avrebbero potuto anche sembrare lacrime. Casualmente fissai lo sguardo su una delle guardie del corpo: un uomo tarchiato sulla quarantina. Era insaccato in un abito nero, in cima al quale esplodeva un viso bovino terribilmente abbronzato. Indossava i suoi implacabili occhiali neri, cosa che generò il tremendo equivoco. Infatti nei pochi istanti in cui le mie pupille si posarono su quel volto rubicondo, da sotto il nero delle lenti anche le sue pupille incrociavano le mie. Distolsi lo sguardo, ma era ormai troppo tardi. Mentre me ne rimanevo immobilizzata nella mia posizione, incastonata nella folla come una tessera di mosaico, lui invece si faceva sempre più grande ai miei occhi che di tanto in tanto si sollevavano verso quella direzione. Avanzava lento ma sicuro, scansando corpi a destra e a manca, retrocedendo a tratti ma poi riguadagnando la via verso di me, come una barca in mezzo ai flutti. L’abito scuro e l’aria vagamente da becchino facevano sì che la folla gli si aprisse davanti senza troppa difficoltà. Mi era prossimo e abbozzava una specie di ammiccamento. Il mio sguardo intermittente, che incredulo si sollevava per controllare di quanto lui si fosse effettivamente avvicinato, dovette sembrargli quello di una fanciulla timida e ritrosa. L’ultima volta che ebbi il coraggio di guardarlo era vicinissimo, e lo fotografai per sempre nell’atto di sollevare le lenti e indirizzarmi un sorriso strabico nell’insieme tenero e aberrante. Fu allora che vidi Erminio. Ero in alto mare e lui era la zattera. Stava accanto a me, con un’aria evidentemente estranea, anzi straniera. Aveva in mano l’ombrello. Mi gettai immediatamente al suo fianco, abbarbicandomi con la destra al manico di legno. Non escludo che mi avesse già notata e si fosse anche lui appropinquato. Non glielo ho chiesto mai. Dunque egli rimase impassibile accogliendomi accanto a sé. Semplicemente mostra78
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va di vedermi, nient’altro sulle prime. Fu chiaro che notò le gocce sul mio volto, e io le dissolsi colla mano. Accennò appena il gesto di portarsi un po’ più verso di me: a un tratto fummo entrambi aggrappati allo stesso salvagente in quel naufragio collettivo. Sempre guardandomi mostrò di voler aprire l’ombrello. Non aveva senso, perché pioveva poco. Non aveva senso nemmeno portare con sé l’ombrello. Ma questo potevo saperlo io, che conosco la pioggia di Palermo. Invece lui, del Nord, aveva visto cupo il cielo ed era uscito dall’albergo munito, pensando a un acquazzone. Eppure dopo quella volta non gli ho mai più visto adoperare l’ombrello. Era a Palermo per motivi di lavoro. L’ombrello fu aperto. Si creò un alone di intimità fra noi in mezzo a tutta quella gente. Accettammo l’assurdità dell’apertura dell’ombrello. Fu allora che cominciai a distrarmi. Dimenticai il becchino abbronzato. Non sentivo più la voce del prete al megafono. Non percepivo i colpi della folla sconvolta. Dentro di me erano silenzio e quella macchia di novità che non trovava una collocazione proprio per il suo essere assolutamente fuori luogo. Mi chiedevo se fosse possibile, se fosse addirittura giusto innamorarsi a un funerale. E che funerale. Terminata la cerimonia funebre, percorremmo la strada del ritorno insieme. Lui mi accompagnò fino al portone di casa. La città era stranamente vuota e serena, come una donna che ha partorito. Erminio aveva chiuso l’ombrello. Adesso non serviva più. Continuava a piovere appena, esattamente come prima. Non lo avevo ancora guardato. A parte i suoi occhi verde torbido, quel
giorno non vidi quasi altro di lui. O se lo vidi non lo guardai: per l’assurdità di quell’incontro, per lo stato anestetico della mia mente. Imbarazzata gli procedevo accanto e conversavo: non ricordo di cosa si parlasse e non credo abbia adesso e tanto meno avesse allora una grande importanza. Sarebbe ripartito dopo cinque giorni. Gli diedi appuntamento la sera del terzo giorno al sesto posto della nona fila sinistra della sala da concerto di musica sinfonica. In programma un Requiem di non so chi. Manco a farlo apposta. Nei giorni successivi non uscii da casa. La sera del terzo giorno mi trascinai a quell’appuntamento. Per quanto non me lo ammettessi, sapevo che era importante. Sono passati dieci anni. Piove la stessa pioggia. La luna è alta dietro i palazzi. Le antenne sui tetti danzano impazzite davanti alla sagoma della luna dilatata dall’umidità. La casa mi si rabbuia attorno. Per un istante è un quasi silenzio. Poi un motorino dell’acqua attacca la sua stridula cantilena. Per gentile concessione di Di Girolamo Editore
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