sikania 262

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Sped. in Ap. - 45% - art 2 Comma 20/b legge 662/96 - Filiale di Palermo ÂŤTaxe percueÂť - Tassa riscossa - Filiale Palermo



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Rubriche Surveys pag. 2 In breve > Briefly

Sicilia archeologica Archaeological Sicily

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pag. 20 Libri > Books pag. 26 Attualità > News

Week-end

Tiritappiti e San Martinu Tiritappiti and St. Martin

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pag. 79 Ornitologia e antichità > Ornithology and antiquities pag. 81 Una vetrina di sapori > A showcase of flavours

Il mito in Sicilia (XVIII) Myth in Sicily (XVIII)

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pag. 82 La festa di Santa Lucia > The feast of St. Lucy

I consigli di Sikania Sikania advices pag. 78 Dove mangiare > Where to eat pag. 80 Dove dormire > Where to sleep pag. 84 Ristorante > Restaurant La Moresca

pag. 86 Albergo > Hotel

Tesori nascosti Hidden treasures Dove morì l'inquisitore > Where the inquisitor died di Emilia Gatti

Copertina > Cover: ph. Hanne Carstensen Piazza Armerina > Villa Romana del Casale

pag. 70

Relais Angimbé


IN BREVE>BRIEFLY

Risate a crepapelle con Sergio Friscia al Teatro Spicuzza di Palermo

È un palermitano “doc” il protagonista al Teatro Spicuzza, Sergio Friscia, che porta nel capoluogo una nuova commedia brillante inedita, Ti regalo un clone, scritta da Gerardo Di Liberto. La storia, dai ritmi incalzanti, è quella di Candido (Friscia, appunto), un uomo normale con una vita normale - tutto moglie e lavoro - e con una gran passione per i film erotici. Per il suo 36° compleanno, preso un giorno di ferie e rimasto solo in casa, Candido riceve un regalo inaspettato dal suo più caro amico, di professione scienziato, un pacco enorme con su scritto “seguire attentamente le istruzioni”... Gag esilaranti e finale a sorpresa al Teatro di via Don Orione, 5 dal 22 novembre al 14 dicembre. Informazioni: tel. 091 6374626 - www.tickettiamo.it; ingresso 15 €.

Side-splitting laughter with Sergio Friscia at the Teatro Spicuzza in Palermo > The protagonist at the Teatro Spicuzza, Sergio Friscia, is a genuine Palermitan who is bringing to the chief town a new light comedy, Ti regalo un clone, written by Gerardo Di Liberto. The story, which has pressing rhythm, is that of Candido (played by Friscia), a normal man with a normal life - all wife and work - but also with a great passion for erotic films. For his 36th birthday, taking a day off and at home alone, Candido receives an unexpected gift from his dearest friend, a scientist by profession, an enormous package on which it says “carefully follow the instructions.” .. There are exhilarating gags and a surprise finale at the theatre in via Don Orione, 5, from 22 November to 14 December. Information: tel. 091 6374626 www.tickettiamo.it; admission 15 €.

Brass, mese al femminile > Dopo l’inaugurazione del 7 novembre con Ivan Segreto, il calendario jazz del Brass Group procede con l’eleganza femminile di Tessa Souter - il 14 e il 15 novembre -, vocalist e compositrice statunitense che si distingue per le sue doti di cantante jazz. Il 21 e il 22 novembre sul palco sarà Inbar Fridman (in foto), geniale chitarrista jazz, mentre il 28 e il 29 si esibirà la coppia Eleonora Ferri insieme con il trombettista Nucci Guerra. Il 5 e il 6 dicembre è di scena la vocalist olandese Anne Chris. Informazioni: tel. 091 6166480 - www.thebrassgroup.it

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Brass, a female month > After the inauguration on 7 November with Ivan Segreto, the jazz calendar of the Brass Group goes on, on 14 and 15 November, with the female elegance of Tessa Souter, an American vocalist and composer who stands out for her gifts as a jazz singer. On 21 and 22 November on the stage there will be Inbar Fridman (in the photo), an ingenious jazz guitarist, while on 28 and 29 the Eleonora Ferri duo will be performing together with the trumpeter Nucci Guerra. On 5 and 6 December on the stage there will be the Dutch vocalist Anne Chris. Information: tel. 091 6166480 - www.thebrassgroup.it


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Al palermitano Teatro Montevergini c’è La signora che guarda negli occhi “Dare voce e azione alla trappola sotterranea che pizzo e usura serrano intorno alle loro prede è cercare di rappresentare l’irrappresentabile guardando negli occhi la paura e sfidandola con parole quotidiane, parole riconoscibili che sanno stare sulla bocca di vittime e carnefici con la stessa efficacia. Chi deve pagare pagherà. Ma chi pagherà alla fine? Che prezzo si deve pagare per non pagare più? Quanto coraggio serve per avere coraggio?”. Queste le parole con cui viene presentata la piece La signora che guarda negli occhi (in foto), testo di Sabrina Petyx con la regia di Giuseppe Cutino, in scena al teatro Montevergini (in piazza Montevergini, 8 a Palermo) il 1° dicembre. Sul palcoscenico con Sabrina Petyx, Maria Cucinotti e Filippo Luna, “tre attori in scena, tre differenti linguaggi, tre differenti prospettive che si moltiplicano per riflettere una realtà dai confini troppo estesi” dove “il confine fra un sì e un no è fragile”. Informazioni: tel. 091 6124314 - 6123828; www.palermoteatrofestival.com

Alfio Antico e Daniel Léveillé al Libero di piazza Marina Semu suli, semu tutti è il titolo del concerto che Alfio Antico, musicista che ha imparato la musica dalla terra, dal suono della terra, presenterà al Teatro Libero dal 26 al 29 novembre. Dal 10 al 13 dicembre la scena sarà per Daniel Léveillé (in foto) e per i suoi Le sacre du printemps - Les Traces n.2, spettacoli di danza con cui l’artista cerca di “cogliere un punto di vita sulla condizione umana (...) che sia principi generatore del suo mondo creativo”. Da qui il fatto che le piece diventano “segni della tensione tra eccesso ed equilibrio”. Informazioni: in Salita Partanna, 4 tel. 091 6174040 - www.teatroliberopalermo.it

At the Teatro Montevergini in Palermo there is La signora che guarda negli occhi > “Giving voice and action to the underground trap that protection money and usury shut around their victims means trying to represent the unrepresentable by looking fear in the eyes and challenging it with daily words, recognizable words that can be in the mouths of victims and torturers with the same effectiveness. Whoever has to pay will pay. But who will pay in the end? What price has to be paid in order not to pay anymore? How much courage is needed in order to have courage?” These are the words with which the piece La signora che guarda negli occhi (in the photo), a text by Sabrina Petyx, is introduced. It is directed by Giuseppe Cutino, and being staged at the Teatro Montevergini (in Piazza Montevergini, 8, Palermo) on 1 December. On the stage with S. Petyx there will be M. Cucinotti and F. Luna, “three actors on the stage, three different languages, three different perspectives that are multiplied to reflect a reality with confines that are too broad” where “the border between a yes and a no is fragile.” Information: tel. 091 6124314 - 6123828; www.palermoteatrofestival.com

Alfio Antico and Daniel Léveillé at the Libero in Piazza Marina > Semu suli, semu tutti is the title of the concert that Alfio Antico will present at the Teatro Libero from 26 to 29 November. From 10 to December 13 on the stage there will be Daniel Léveillé (in the photo) and his Sacre du printemps - Les Traces no.2, dance shows with which the artist seeks “to perceive a point of view on the human condition... that can be a generating principle of its creative world.” Information: at Salita Partanna, 4 - tel. 091 6174040; www.teatroliberopalermo.it

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Le mille storie della ceramica La Villa Amato, in quel di Tindari, ospita fino al 5 dicembre la mostra Itinérarie fatto a mano, esposizione dedicata alla ceramica siciliana e francese che ripercorre “in maniera inedita i rapporti commerciali e storici tra la città di Patti e quella di Vallauris”, sedi del Museo della Ceramica contemporanea, la prima; del Museo Picasso, la seconda. Il percorso si articola tra antiche pentole pattesi, copie di opere di Picasso e pezzi moderni. Informazioni: www.pattietindari.it. La mostra è aperta al pubblico dal lunedì al venerdì dalle 9,30 alle 13.

The thousand stories of ceramics > Villa Amato, in Tindari, until December 5 is hosting the exhibition Itinérarie made by hand, devoted to Sicilian and French ceramics and examining “in a new way the commercial and historical relations between the town of Patti and that of Vallauris”, which respectively contain the Museum of Contemporary Ceramics and the Picasso Museum. The exhibition moves among old Patti pots, copies of works by Picasso and modern pieces. Information: www.pattietindari.it. The exhibition is open to the public Monday to Friday 9.30 to 1.

Anteprime ed esclusive al Teatro delle Balate Apre il sipario nel quartiere palermitano dell’Albergheria e mette in scena un cartellone molto interessante. Al Teatro delle Balate, infatti va in scena dall’11 al 16 novembre Also Sprach Pettennessa (in foto) di Gennaro Ranieri; dal 21 al 23 novembre lo spettacolo musicale di Luca Lo Bianco; dal 26 al 30 novembre Sempre così carine di Claire Dowie; dal 4 al 6 dicembre Campo di grano con corvi di e con Dario Ferrari; dall’11 al 13 dicembre Compleanno di e con Enzo Moscato. Informazioni: in via delle Balate, 5/7 - biglietto 12 € www.liberiteatri.it

Previews and exclusives at the Teatro delle Balate > At the Teatro delle Balate in Palermo from 11 to 16 November there will be Also Sprach Pettennessa by Gennaro Ranieri (in the photo); from 21 to 23 November a musical show by Luca Lo Bianco; from 26 to 30 November Sempre così carine by Claire Dowie; from 4 to 6 December Campo di grano con corvi by and with Dario Ferrari; from 11 to 13 December Compleanno by and with Enzo Moscato. Information: in via delle Balate, 5/7 - ticket 12 € www.liberiteatri.it.

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Mistral al Tarallo Milanese di nascita, siciliano d’adozione, il pittore Kino Mistral porta la sua antologica Ventodarte al Palazzo Tarallo, 50 opere attraverso cui ripercorrere tutta la storia artistica del pittore, dagli inizi infarciti di architettura fino alla spiritualità delle ultime opere. In via delle Pergole a Palermo dal 22 novembre al 1° gennaio 2009. Informazioni: tel. 091 6177004

Mistral at Tarallo Milanese by birth, Sicilian by adoption, the painter Kino Mistral is bringing his “anthological” exhibition Ventodarte to Palazzo Tarallo, with 50 works going over the painter’s whole painting career, from the beginnings crammed with architecture to the spirituality of his latest works. In via delle Pergole in Palermo from 22 November to 1 January 2009. Information: tel. 091 6177004



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Verdi e Zeffirelli per l’Aida del Teatro Massimo

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Un appuntamento importante quello che il Massimo di Palermo ci offre dal 26 novembre. In questa data sul palcoscenico palermitano sarà allestita l’imponente scenografia dell’Aida nella “versione” di Franco Zeffirelli, interpretazione della bellissima opera verdiana che ha scatenato le più magnificenti lodi, ma anche le più piccate critiche. Lo spettacolo, comunque, è grandioso. Si parla di una delle più belle opere, una delle più famose al mondo, i cui quattro atti sono interpuntati da una partitura di particolare bellezza. Su tutto questo, l’estro “abbondante” di Franco Zeffirelli, con una scenografia giocata tra i colori del nero e dell’oro sui quali la luce perfeziona i suoi giochi. La trama vede la principessa Aida, catturata come schiava, innamorarsi di Radames, colui che l’ha catturata, generale egiziano del quale si è innamorata la figlia del faraone. In un rimando terribile di tradimenti e cattiverie, un finale commovente. Si replica fino al 7 dicembre. Informazioni: www.teatromassimo.it

Scoprendo Gagini Gangi, Geraci Siculo, Petralia Sottana e Petralia Soprana hanno unito le forze per organizzare in questi mesi autunnale dei percorsi turistici “sulle tracce” di Antonello Gagini, il grande artista palermitano (1478-1536) che ha lasciato una preziosa eredità di sculture e bassorilievi oggi protagoniste di questi itinerari. Per tutte le informazioni, contattare il Comune di Geraci Siculo al tel. 0921 643080 643078

Verdi and Zeffirelli for Aida at the Teatro Massimo > There is an important event at the Massimo in Palermo on 26 November. On the Palermo stage there will be an imposing production of Aida in the “version” by Franco Zeffirelli, an interpretation of the beautiful opera by Verdi that has aroused the most magnificent praise but also the bitterest criticisms. The show is at all events grandiose. It is one of the most beautiful operas, one of the most famous in the world, whose four acts have a particularly beautiful score. In addition to all this, there is the “abundant” imagination of Franco Zeffirelli, with scenery played out on the colours black and gold on which light perfects its games. The plot sees the princess Aida, who has been taken a slave, falling in love with her captor Radames, an Egyptian general who the Pharaoh’s daughter is in love with. After a terrible mixture of betrayals and wicked deeds, there is a touching finale. Repeat performances until 7 December. Information: www.teatromassimo.it.

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Discovering Gagini Gangi, Geraci Siculo, Petralia Sottana and Petralia Soprana have joined forces to organize tourist itineraries in these autumn months “in search of” Antonello Gagini, the great Palermitan artist (14781536) who left a precious inheritance of sculptures and bas-reliefs that today are the protagonists of these itineraries. For information, contact Geraci Siculo Council on 0921 643080 - 643078



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Gli appassionati del blues hanno già segnato la data del 19 novembre, data del concerto al Teatro Metropolitan di Palermo del Robben Ford Trio, ovvero sua “magnificenza” Ford alla chitarra, Travis Carlton al basso e Toss Panos alla batteria. “Evento” anche l’appuntamento del 27 novembre con Le Orme (l’indomani al Selinus di Castelvetrano), la band (in foto) che ha interpretato il progressive rock più elegante, più coinvolgente della nostra storia musicale. Informazioni: tel. 091 6887513 - www.teatrometropolitan.it

Metropolitan, che musica! Metropolitan, what music! > Blues lovers have already marked down 19 November, the date of the concert at the Teatro Metropolitan in Palermo by the Robben Ford Trio, i.e. “his magnificence” Ford on the guitar, Travis Carlton on the bass and Toss Panos on drums. Another “event” is the concert on 27 November with Le Orme (the next day at the Selinus in Castelvetrano). The band (in the photo) has interpreted the most elegant and most engaging progressive rock in our musical history. Information: tel. 091 6887513 - www.teatrometropolitan.it

Tutte star per l’AdM Il calendario degli Amici della Musica non si smentisce: anche per questa stagione 2008/ 2009 mette insieme solo grandi star. Il 17 novembre si esibirà il pianista Radu Lapu, il 1° dicembre il duo Maxim Rysanov (viola) e Katya Apekisheva (piano), il 10 dicembre il Quartetto Archimede. Informazioni: tel. 091 6373743 www.amicidellamusicapalermo.it

All stars for the AdM The calendar of the Amici della Musica is not letting us down: for this 2008-2009 season too it is putting together only great stars. On 17 November the pianist Radu Lapu will be performing, on 1 December the duo formed by Maxim Rysanov (viola) and Katya Apekisheva (piano), and on 10 December the Quartetto Archimede. Information: tel. 091 6373743 www.amicidellamusicapalermo.it

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I Negramaro e la loro Finestra siciliana Le date sono quelle del 25 novembre, per il Pala Ilio di Trapani, e del 26 novembre per il Palasport di Acireale. Due date, agli angoli opposti dell’Isola, per raccogliere tutti i fans dei Negramaro, in Sicilia per il loro La Finestra tour, che già nelle prime 72 ore di prevendita ha contato oltre 3000 biglietti staccati. In effetti, qui si apre la quarta ed ultima parte di una tournée lunghissima che ha visto per ciascun segmento spettacoli studiati in modo diverso, da cui la band ha tratto un patrimonio di emozioni che qui potranno essere ritrasmesse nella loro totalità. Informazioni: tel. 899 500 080

Negramaro and their Sicilian Window > The dates are 25 November, at the Pala Ilio in Trapani, and 26 November at the Palasport in Acireale. Two dates, for all fans of Negramaro, in Sicily for their La Finestra tour (The Window tour), which already in the first 72 hours of advance booking sold over 3000 tickets. In effect, this is the fourth and last part of a long tour that for each segment has seen shows conceived in a different way, from which the band has drawn a patrimony of emotions that here can be re-transmitted in their entirety. Information: tel. 899 500 080


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Il mondo fantastico di Picasso al Palazzo dei Normanni Il suo nome completo è Pablo Diego José Francisco de Paula Juan Nepomuceno María de los Remedios Cipriano de la Santisima Trinidàd Martyr Patricio Clito Ruiz y Picasso, ma il mondo intero lo conosce semplicemente come Picasso, uno dei più geniali artisti che il Novecento ci abbia regalato. Di lui, della sua arte, del suo genio potremo ammirare fino al prossimo 8 marzo ben 66 opere provenienti dalla collezione Würth ed esposte nelle sale Duca di Montalto del Palazzo dei Normanni di Palermo, disegni dell’adolescenza, oli su tela, gessetti colorati su carta e tratti a china su carta con filigrana dai quali cercare di intuire l’incredibile Mondo Fantastico del maestro spagnolo. Curiosità che ci piace riportare per meglio spiegare chi fosse Picasso, lo vede protagonista di un secco botta e riposta con inviati del Führer che gli chiesero, davanti al quadro Guernica: “L’hai fatto tu?”. Lui rispose: “No, questo l’avete fatto voi”. Informazioni: tel. 091 7054033. Orari: lun/sab 8.30-12/14-17, dom e fest. 8,30-12,30.

The fantastic world of Picasso at the Norman Palace > His full name is Pablo Diego José Francisco de Paula Juan Nepomuceno María de los Remedios Cipriano de la Santisima Trinidàd Martyr Patricio Clito Ruiz y Picasso, but the whole world knows him simply as Picasso, one of the most ingenious artists that the twentieth century gave us. Of him, of his art, of his genius until next 8 March we can admire no fewer than 66 works from the Würth collection and displayed in the Duke of Montalto rooms at the Norman Palace in Palermo, drawings from his adolescence, oils on canvases, coloured chalk works on paper and Indian ink ones on paper with filigree from which to try to guess at the unbelievable Fantastic World of the Spanish artist. An episode that shows very clearly who Picasso was sees him as the protagonist of a dry exchange of words with envoys of the Führer who asked him, in front of the picture Guernica: “Did you do this?” He answered: “No, you did.” Information: tel. 091 7054033. Open: Mon-Sat 8.30-12/2-5, Sun and hols. 8.30-12.30.

Una nuova stagione di risate al teatro comunale di Trecastagni Non capita spesso di sentire che un teatro comunale raddoppi in una sola stagione il numero degli abbonati. Eppure questo è il bel record che può vantare il teatro di Trecastagni (CT), che propone - il 22 novembre - Il paraninfo, un cavallo di battaglia dei grandi comici siciliani rivisitato da Enrico Guarneri. A dicembre seguiranno due grandi mattatori come Nanfa e Pandolfo con Che tempo fa?. Informazioni: corso Sicilia, 53 - tel. 095 7808752 - 354466 A new season of laughter at the Trecastagni municipal theatre > Not often do you happen to hear that in a single season a municipal theatre doubles the number of season ticket holders. Yet this is the fine record that the theatre of Trecastagni (CT) can boast. On 22 November it is doing Il paraninfo, a speciality of the great Sicilian comedians revisited by Enrico Guarneri. In December there will follow two big actors, Nanfa and Pandolfo, with Che tempo fa?. Information: corso Sicilia, 53 - tel. 095 7808752 - 354466

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Il grande Molière al Teatro Excelsior Prima L’amico di Papà, il 29 novembre, messo in scena dalla compagnia del Club d’Arte Ibla, poi il 13 dicembre, Il Malato Immaginario delle Tre Fontane di Presa: questi i titoli autunnali del Teatro Excelsior di Paternò (CT) che mette in scena, come è suo costume, i grandi classici che fanno cultura. Esempio di questa teoria è il Malato di Molière (nella foto), il cui successo è attestato da quasi quattro secoli di applausi (l’opera data 1673), pur trattando di reali, seppur farseschi, difetti umani. Tutte le informazioni possono essere chieste al Club d’Arte Ibla, via Nicolosi, 326 - tel 340 7102105 www.clubdarteibla.com

The great Molière at the Teatro Excelsior > Before L’amico di Papà, on 29 November, staged by the company of the Club d’Arte Ibla, on 13 December there is The Imaginary Invalid by Tre Fontane di Presa: these are the autumn titles of the Teatro Excelsior in Paternò (CT) which, as is its wont, is staging the great classics that make culture. An example of this theory is Molière’s Invalid (in the photo), whose success is attested to by almost four centuries of applause (the work dates back to 1673). Information: Club d’Arte Ibla, 326, via Nicolosi - tel. 340 7102105 www.clubdarteibla.com.

Giulia y Los Tellarini > “A Berlino, nel fine settimana vado in strada col mio amplificatore e canto di tutto... Mi vesto un po’ strana per attirare l’attenzione dei bambini così i genitori aprono il portafoglio...”, diceva Giulia. Poi, la sua musica l’ha ascoltata Woody Allen e ne ha fatto la colonna sonora del suo ultimo film. Da qui il suo tour, con tappe anche al Teatro Regina Margherita di Caltanissetta il 7 dicembre e al Metropolitan di Catania il 9. Informazioni: tel. 0934 547599 (CL); 095 7225340 (CT).

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Giulia y Los Tellarini > “In Berlin, at the weekend I go out in the street with my amplifier and sing anything... I dress a bit strange to attract the attention of children and so their parents open their wallets...,” said Giulia. Then Woody Allen heard the music and made it the soundtrack of his latest film. This led to the tour, also going to the Teatro Regina Margherita in Caltanissetta on 7 December and to the Metropolitan in Catania, 9. Information: tel. 0934 547599 (CL); 095 7225340 (CT).

Restaurate le tele di Vito D’Anna della Chiesa di San Domenico La Fondazione Salvare Palermo ha restituito alla città due opere di Vito D’Anna, restaurate con il contributo dell’assessorato regionale per i Beni Culturali, dipartimento Beni Culturali e Ambientali ed Educazione permanente. Si tratta dei dipinti settecenteschi raffiguranti l’Angelo Custode e San Pietro Geremia, tornati a impreziosire la chiesa di San Domenico. Informazioni: tel. 091 345199 - www.salvarepalermo.it

Canvases by Vito D’Anna at the San Domenico Church have been restored > The Save Palermo Foundation has given back to the city two works by Vito D’Anna, restored with the contributions of the Regional Ministry for the Cultural Heritage. These are eighteenth-century paintings of The Guardian Angel and St. Peter Jeremiah, which now once again embellish the San Domenico church. Information: tel. 091 345199 - www.salvarepalermo.it. 12





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Riflessioni per frasi e immagini di Chow Chun Fai La galleria di via Siracusa, 9 a Palermo ospita fino al 29 gennaio l’interessante mostra di Chow Chun Fai dal titolo Dov’è la tanica?, mostra che “riprende una formula ampiamente sperimentata dall’artista: fotogrammi di film prodotti in Cina vengono riportati su tela, completi dei sottotitoli originali in inglese e in cantonese. L’indagine intorno ai linguaggi creativi si innesta così su una riflessione di taglio sociologico, grazie alla scelta di frasi e immagini che rimandano al tema della complessa identità culturale cinese. Il medesimo processo subisce qui uno spostamento: il tema del paesaggio, filtrato attraverso suggestioni tarkovskijane, è ora al centro dell’incastro tra cinema e pittura. La temporalità fluida del film passa nello spazio circoscritto della tela, al fine di operare una rilettura critica e visuale dell’oggetto filmico, della superficie pittorica e del paesaggio stesso”. Informazioni: Galleria d’Arte dell’Arco - tel. 091 6261234 - www.dearco.it

Reflections by Chow Chun Fai through sentences and images > Until 29 January the gallery at 9, via Siracusa in Palermo is running an interesting exhibition of works by Chow Chun Fai entitled Dov’è la tanica?, an exhibition that “reprises a formula abundantly experimented with by the artist: film frames produced in China are put on canvas, complete with the original subtitles in English and Cantonese. In this way investigation of creative languages is grafted onto a reflection of a sociological type, thanks to the choice of sentences and images that allude to the theme of the complex Chinese cultural identity. The same process here undergoes a shift: the theme of the landscape, filtered through Tarkovskian promptings, is now at the centre of the dovetailing of cinema and painting. The fluid temporality of the film passes into the circumscribed space of the canvas, with the purpose of making a critical and visual rereading of the filmic object, of the painting surface and of the landscape itself.” Information: Galleria dell’Arco tel. 091 6261234 - www.dearco.it

Enrico Montesano alla Città della Notte > Stasera che sera è il titolo dello spettacolo che Enrico Montesano presenta al teatro siracusano. Sul palco “la sua carica istrionica, la sua satira dal ‘politically correct’ al luogo comune, non risparmia frecciate nemmeno agli ultimi avvenimenti della politica Italiana. Non mancano alcuni suoi personaggi come Dudù e Cocò, il Gagà, la romantica donna inglese e l’intramontabile Torquato il pensionato”. Informazioni: tel. 0931 950008 - www.cittadellanotte.com

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Enrico Montesano at Città della Notte > Stasera che sera is the title of the show that Enrico Montesano is presenting at the Syracuse theatre. On the stage there will be “his histrionic charge, his ‘politically correct’ satire of the commonplace, not sparing the latest events of Italian politics. There will also be room some characters of his like Dudù and Cocò, the Gagà, the romantic Englishwoman and the ever-present Torquato the pensioner.” Information: tel. 0931 950008 - www.cittadellanotte.com


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Francesco Paolantoni al Teatro Biondo Dal 19 al 30 novembre il palermitano Teatro Biondo mette in scena Miseria e nobiltà, la più famosa farsa di Eduardo Scarpetta, qui con la regia di Armando Pugliese e con Francesco Paolantoni. Lo spettacolo, ci informano le note del teatro, “rispetta la situazione originaria sia nell’ambientazione, sia nella vicenda, dimostrando l’attualità del tema e delle dinamiche sociali che Scarpetta ha saputo cogliere con arguzia e in profondità”. Il testo viene, dunque, molto ben maneggiato dal regista che riprende la situazione scarpettiana“della fame che arriva al punto dove tragedia e farsa hanno una linea sottile di confine. O muori o ridi e vivi.” Poi c’è la “nobiltà” di Semmolone (detto “fritto misto”), o meglio, l’illusione della ricchezza di un arricchito “a cui tutti ci affezioniamo, perché lo comprendiamo. Insomma, una trama zeppa di vestiti e travestimenti sotto i quali ci sono uomini e donne di ieri e di oggi, affannati e in cerca della loro realizzazione”. Informazioni: tel. 091 7434341 - www.teatrobiondo.it

Francesco Paolantoni at the Teatro Biondo > From 19 to 30 November the Teatro Biondo in Palermo is staging Miseria e nobiltà, the most famous farce by Eduardo Scarpetta, here directed by Armando Pugliese and with Francesco Paolantoni in it. The show, the programme notes inform us, “respects the original situation both in the setting and in the story, showing the topicality of the theme and the social dynamics that Scarpetta perceived with wit and profundity.” Thus the text is very well handled by the director, who returns to Scarpetta’s situation “of hunger that reaches the point at which there is a thin dividing line between tragedy and farce. Either you die or you laugh and live.” Then there is the “nobility” of Semmolone (known as “mixed fry”), that is to say the illusion of wealth of a man who has grown rich “who endears all of us, because we understand him. In short, a plot full of clothes and disguises under which there are men and women of yesterday and of today, troubled, and looking for self-realization”. Information: tel. 091 7434341 - www.teatrobiondo.it

Il Goethe rende omaggio al regista Helmut Käutner Il cineclub del Goethe-Institute di Palermo omaggia il regista Helmut Käutner nel centesimo anniversario della sua nascita, proponendo al pubblico, in questo scorcio di autunno, titoli come Il generale del diavolo (il 19 novembre), Cielo senza stelle (il 26), Il capitano Köpenick (il 3 dicembre) e Appuntamento a Zurigo (il 10). Il regista riuscì a sottrarsi ai dettami della propaganda negli anni bui del nazismo, girando commedie sentimentali e film di brillante satira antimilitare. Informazioni: tel. 091 6528680 - www.goethe.de/palermo

The Goethe pays tribute to the director Helmut Käutner > The cine club of the Goethe Institute in Palermo is paying tribute to the director Helmut Käutner on the hundredth anniversary of his birth, offering the public, in this part of autumn, titles like The general of the devil (on 19 November), Starless sky (26), Captain Köpenick (on December 3) and Appointment in Zurich (10). The director succeeded in getting over the propaganda laws in the dark years of Nazism, making sentimental comedies and films containing brilliant antimilitary satire. Information: tel. 091 6528680 www.goethe.de/palermo

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LIBRI>BOOKS

Umberto Russo

Turi Palermo Story Armenio editore 280 pagg. 20 € Un mugnaio imprestato alla letteratura: ecco chi è Umberto Russo, che nel quotidiano gestisce un pittoresco mulino settecentesco in quel di Longi, sui Nebrodi, e nel tempo libero si diletta a scrivere romanzi e commedie. L’ultima sua creatura è da qualche settimana in libreria: “ufficialmente” si tratta di un libro giallo, di fatto è anche - soprattutto - un gradevole spaccato di antropologia siciliana, più precisamente palermitana, con una ridda di personaggi a far da spalla al protagonista, il maresciallo Turi Palermo che, nel capoluogo siciliano (siamo negli anni Sessanta) cerca di far luce sul misterioso omicidio della baronessa Mafalda Sansevero di Roccafiorita. Il tutto narrato con leggerezza, con una prosa originale che mischia abilmente l’accuratissima scelta delle parole in italiano al dialetto siciliano.

Agata Sciolino

La ragazza di Jimmy La Zisa 119 pagg. 10 € Cheryl e Shirley sono due ragazze inglesi, piene di sogni e speranze, i cui destini si dipanano sullo sfondo di una caotica New York degli anni Novanta, la città che hanno scelto per affermarsi e dove si recano insieme, per darsi l’un l’altra il coraggio di affrontare sfide professionali parallele. La palermitana Sciolino, al suo secondo romanzo, ha dato vita a un’intensa vicenda, in cui domina il tema dell’amore, fra un uomo e una donna ma anche fra genitori e figli. Alla fine, la morale è semplicemente che l’amore vero è per sempre, come nelle migliori favole. Il linguaggio semplice, l’intreccio lineare ma non privo di qualche sorpresa, oltre all’argomento, ne fanno una lettura ideale per le adolescenti.

La storia inizia a Satellite: è qui, in questo comune dell’hinterland milanese, che crescono Giò, Gil, Vinz e Bertuccio, ciascuno prima generazione lombarda di famiglie meridionali, venute fin quassù nell’ultima coda del miracolo economico. E qui continua, quando uno di loro, Gil, l’unico a non essersi mai allontanato dal quartiere, invita gli altri tre a una sorta di rimpatriata. Un invito interessato, visto che di lì a poco rischia una condanna per traffico di stupefacenti, e agli amici vuol chiedere aiuto, in nome dei vecchi tempi. Continua in un’unica, squallida, notte illuminata da neon e lampioni, la vicenda dei quattro uomini, che nel presente, uniti da un antico senso di colpa, ricompongono quello che un tempo era un profondo sodalizio. Saranno disposti ad aiutare Gil?

Gaetano Savatteri

Uno per tutti Sellerio Editore 156 pagg. 12 €

Una mattina, nel porto di Vigata, viene rinvenuto un canotto, con dentro il cadavere di un uomo, sfigurato. Lo ha riportato a riva uno yacht di lusso, di proprietà di una disinvolta signora. Il commissario Montalbano chiede alla donna di trattenersi nel porto per la durata dell’inchiesta, ma presto anche su di lei e il suo equipaggio comincia a farsi strada qualche dubbio. In questo libro prosegue il lavoro di “analisi” che Camilleri, da qualche tempo, ha principiato sul suo personaggio: sempre più, un romanzo dopo l’altro, la vicenda “gialla” che coinvolge il commissario lascia il passo all’uomo, un uomo che, invecchiando, si sente davanti a una svolta della propria vita e si da il tempo di leggere dentro di sé, con onestà, quasi con spietatezza, scoprendosi solo e fragile come non avrebbe mai creduto.

Andrea Camilleri

L’età del dubbio Sellerio editore 261 pagg. 13 €


Conoscere e amare la Sicilia > To know and love Sicily Sikania non è una semplice rivista! Ogni numero è un volume da collezionare e da consultare più volte.

Sikania is not a mere magazine! Every issue is a volume to collect and to consult again and again.

Una vera biblioteca sulla Sicilia, la sua storia, i suoi ambienti naturali, la cultura, l’arte, il folklore.

It is a true library on Sicily, its history, its natural environments, culture, art and folklore.

Le splendide foto, i testi semplici, accattivanti e mai banali vi trasmetteranno l’immagine più sincera della Sicilia, con tutti i suggerimenti per visitarla al meglio, anche nelle sue zone più sconosciute.

The splendid photos, the clear texts, captivating and never banal, will convey to you the sincerest image of Sicily, with all possible suggestions about the best way to visit it, including its least known areas.

In 24 anni non siamo mai mancati al nostro appuntamento mensile in edicola e ciò ci rende orgogliosi per il primato raggiunto nel campo dell’editoria siciliana.

In 24 years we have never missed our monthly appointment at newsagents’ and this makes us proud of the record reached in the field of Sicilian publishing.

I numeri di Sikania costano molto poco, ma valgono tanto!

The issues of Sikania do not cost very much, but they are worth so much!

Vi offriamo la raccolta di tutti i numeri ancora disponibili (150) con l’abbonamento per un anno a Sikania (11 numeri).

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ATTUALITÀ>NEWS

> Ragusa

No al parco eolico: inquina No to the wind farm: it pollutes Le torri per il vento rovinano il panorama The wind turbines spoil the panorama

Informazioni > Information Comune di Ragusa tel. 0932 676111 Soprintendenza di Ragusa tel. 0932 652588

Al Comune di Ragusa sono rimasti senza parole: la giunta regionale ha negato la realizzazione di un parco eolico che il Comune aveva già provveduto a ridimensionare e spostare nella zona della discarica. “Immaginatevi un’infilata di decine e decine di torri alte 120 mt.: occuperebbero tutto il panorama, e il paesaggio ragusano è un bene ambientale protetto”, ci dicono dalla Soprintendenza che, in più occasioni, ha provveduto a bloccare il progetto. Insomma, anche se le torri “inquinanti” avrebbero dovuto sorgere nella discarica ragusana, la loro mole ha impressionato... molto di più delle trivelle petrolifere. “Che c’entra, finite le trivellazioni, resta solo un casotto alto due metri... E poi, perché bisogna farlo? Che ci pensino altri alla produzione di energia: qui abbiamo già il Petrolchimico!”. Le torri eoliche, quindi, sono colpevoli di inquinamento ambientale. “Il progetto - dice il sindaco di Ragusa, Nello Dipasquale - l’ho ereditato, ma l’ho difeso al Tar e al Cga. Devo rispettare i ruoli, e fermarmi di fronte al no della giunta regionale. Vorrei, però, che la giunta rivedesse la posizione, nell’interesse di un principio: laddove non c’è inquinamento o impatto ambientale, diventa importante, anche culturalmente, dare un contributo alla produzione di energie alternative”.

At Ragusa Council they are speechless: the regional junta has said no to the creation of a wind farm that the Council had already resized and moved to the tip area. “Imagine a row of dozens and dozens of turbines 120 metres tall: they would fill up the whole panorama and the Ragusa landscape is protected environmental heritage”, they tell us from the Superintendence, which on several occasions has halted the project. In short, though the “polluting” towers should have gone up in the Ragusa tip, their massive structure is shocking... much more than the oil drills. “There’s no comparison: the drilling over, only a shelter two metres tall is left... And then, why do we need to do it? Let others think about energy production: here we already have the Petrochemical sector!” So the wind farms are guilty of environmental pollution. “The project,” says the Mayor of Ragusa, Nello Dipasquale, “was inherited by me, but I have defended it with the courts. I have to respect the roles, and I stop when faced with rejection by the regional junta. However, I would like the junta to re-examine its position in the interest of a principle: where there is no pollution or environmental impact, it becomes important, culturally too, to make a contribution to the production of alternative energies.” web > www.comune.ragusa.it

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> Siculiana (Agrigento)

La discarica eco-compatibile The eco-compatible tip Non puzza, non inquina, non è cancerogena e produce energia It doesn’t stink, it doesn’t pollute, it is not carcinogenic and it produces energy In contrada Materano, nell’area di Siculiana, si alza una collinetta verde di campagna siciliana. Questa collinetta produce in un anno energia elettrica per oltre otto milioni di kWh (equivalenti a oltre 1800 tonnellate di petrolio non consumato, e a oltre 4000 tonnellate di anidride carbonica non emesse), soddisfacendo il fabbisogno annuo di energia di 3.300 famiglie. Questa collinetta è una “comunissima” discarica di rifiuti solidi urbani (in cui, quindi, non vengono conferiti rifiuti pericolosi), trattata “soltanto” come è previsto da norme e leggi. E che sia eco-compatibile lo certifica, oltre a tutti gli Enti pubblici preposti, anche l’integerrimo Politecnico di Milano, che ne ha riconosciuto efficacia e valore “Noi non abbiamo fatto niente di straordinario - ci dice il titolare dell’azienda che ha costruito la discarica -, ci siamo soltanto attenuti a quanto previsto per legge, norme che, tra l’altro, conducono anche a una sostanziale riduzione dei costi”. Tutto a norma, quindi. Straordinario.

In the Materano area, near Siculiana, there stands a green hillock of Sicilian countryside. In one year this hillock produces electric energy for over eight million kWh (equivalent to over 1800 tons of oil not consumed, and over 4000 tons of carbonic dioxide not emitted), satisfying the annual energy requirement of 3,300 families. This hillock is a “common” tip for solid urban refuse (into which, therefore, dangerous refuse does not go), “only” treated as contemplated by the laws. And that it is eco-compatible is certified not only by all the relevant public bodies but also by the highly respected Polytechnic in Milan, which has recognized its effectiveness and value. “We have done nothing remarkable,” says the boss of the firm that built the tip, “we only stuck to the regulations, which also lead to a substantial reduction in costs.” So, everything in accordance with the law. Remarkable.

Informazioni > Information tel. 0922 44188

web > www.catanzarocostruzioni.it 27


ATTUALITÀ>NEWS

> Sicilia

È guerra contro la desertificazione It is war on desertification

Presentato lo studio per combattere con armi appropriate il terribile fenomeno A study has been presented which aims at fighting the terrible phenomenon with appropriate weapon

Informazioni > Information tel. 091 7077877

“Una pubblicazione importantissima che diventa uno strumento indispensabile redatto con l’obiettivo di avere una certezza nella programmazione delle risorse pubbliche necessarie per mitigare il fenomeno della desertificazione in Sicilia”: così l’assessore regionale al Territorio e Ambiente, Giuseppe Sorbello, ha indicato la “Carta della Vulnerabilità alla desertificazione della Sicilia”, studio presentato lo scorso mese di ottobre. Il documento, in effetti, riporta dei dati piuttosto preoccupanti: anche se solo il 19,24% del territorio siciliano presenta un grado di vulnerabilità “molto elevato”, ben il 43,22% è a rischio “elevato”, portando dunque la percentuale di rischio alto-molto alto al 62,46% dell’Isola. Dati che non tranquillizzano affatto sono anche quelli relativi al rischio vulnerabilità “moderato-basso”: si registra, infatti, che su un totale di 6,74%, solo lo 0,25% del territorio è a basso rischio. Il restante 30,79% si inserisce nella fascia di rischio “medio”, ma è sufficiente dare uno sguardo veloce alla mappa sopra riportata per capire che non c’è più tempo da perdere: la guerra bisogna cominciarla subito, tutti insieme, e con armi efficaci già nel breve periodo.

“A very important publication that becomes an essential tool compiled with the objective of having certainty in the planning of the necessary public resources to mitigate the phenomenon of desertification in Sicily”: thus the Regional Minister for the Territory and the Environment, Giuseppe Sorbello, referred to the “Document on Vulnerability to desertification of Sicily”, a study presented last October. In effect the document contains some rather disturbing data: even if only 19. 24% of the Sicilian territory presents a “very elevated” degree of vulnerability, no less than 43.22% is exposed to “elevated” risk, thus taking the percentage of high-very high risk to 62.46% of the island. Data that are not at all reassuring are also those relating to the “moderate-low” vulnerability risk: out of a total of 6.74%, only 0.25% of the territory runs a low risk. The remaining 30.79% is in the “medium” risk bracket, but one need only have a quick look at the map above to realise there is no more time to lose: the war needs to start immediately, all of us together, and with weapons that are already effective in the short term.

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web > www.artasicilia.it 28


ATTUALITÀ>NEWS

> Sicilia

Dune selvagge e mare limpido per il golf Wild dunes and clear sea for the golf Now people can play, despite the building prohibition, within 150 metres of the foreshore

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Ora si può giocare, in deroga al divieto edilizio, entro i 150 mt. dalla battigia Non c’è più nessun altro ostacolo da superare: si potranno realizzare campi da golf - piste, buche, ecc. - anche a meno dei fatidici 150 mt. dalla linea di costa. Finalmente, quindi, anche in Sicilia potremo avere almeno altri tre campi da golf: a Sciacca, quello previsto dal costruendo hotel Rocco Forte (sono state le sue due buche a meno di 150 mt. dal mare a porre il problema); a Mazara del Vallo, accanto al resort Kempinski (un green da 140 ettari, ma questo è lontano chilometri dalla costa); e a Siculiana (18 buche in quel di Torre Salsa... ma non c’è una riserva naturale?), questo con annesso resort di lusso. Posto che i due campi da golf già esistenti nell’Isola lamentano situazioni economiche disastrose, ci chiediamo se la norma approvata non sia “pensata” per favorire la costruzione di grandi alberghi, indicati magari con il sinonimo di “strutture di servizio”. È vero che bisogna incrementare con ogni mezzo il turismo di qualità, ma siamo certi che la Regione avrebbe i giusti esperti per risolvere il problema anche senza fare ricorso al golf.

There is no further obstacle to be overcome: golf courses can be done - tracks, holes, etc. even below the fateful 150 metres from the coastline. So at last in Sicily too we can have at least three more golf course: in Sciacca, the one planned for the Hotel Rocco Forte now being built (it was its two holes less than 150 metres from the sea that raised the problem); in Mazara del Vallo, next to the Kempinski resort (a green of 140 hectares, but it is several kilometres from the coast); and at Siculiana (18 holes at Torre Salsa... but isn’t there a nature reserve there?), with an attached luxury resort. Seeing that the two golf courses already existing on the island complain about disastrous economic situations, we wonder whether the regulation approved was “conceived” to favour the construction of big hotels, possibly referred to with the synonym “service structures.” It is true that it is necessary to increase quality tourism with all possible means, but we are certain that the Region would have the correct experts to solve the problem even without resorting to golf.

Informazioni > Information Dipartimento Turismo Ufficio Relazioni con il Pubblico tel. 091 7078230 7078100 - 7078276

web > www.ars.sicilia.it 29


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> Piazza Armerina (Enna)

I mosaici? Cosa nostra, dicono i restauratori The mosaics? A job for us, say the restorers

Quasi ultimati i lavori a Piazza Armerina, i nostri restauratori vanno in Egitto Having almost completed their work at Piazza Armerina, our restorers go to Egypt

Da questo novembre e fino alla fine di febbraio la Villa del Casale di Piazza Armerina resterà chiusa al pubblico: una volta ultimati i lavori di restauro dei mosaici (adesso sono pronti all’80%), bisogna sostituire la copertura, attività che non è compatibile con l’affluenza dei tantissimi visitatori che quotidianamente giungono fino a questo cuore antico di Sicilia. “Non avrei mai creduto che alla Villa del Casale si potessero raggiungere questi risultati, che vanno molto al di là delle mie aspettative”, ha detto l’Alto Commissario Vittorio Sgarbi a proposito del lavoro svolto dai professionisti del Centro Regionale di Restauro. Certamente, però, la testimonianza più gradita giunta in queste ultime settimane è quella “spedita” da Palazzo d’Orleans, dove il governatore Raffaele Lombardo e il governatore del Cairo Abd el Azim Wazir hanno siglato un protocollo d’intesa che impegna i “nostri” restauratori in preziosi lavori di restauro dei mosaici custoditi nella capitale egiziana. Questo protocollo è il risultato del lavoro svolto dal direttore del Centro Regionale, Guido Meli, in sinergia con il Collegio Universitario Arces, il cui comitato scientifico è diretto da Leonardo Urbani.

From this November and until the end of February the Villa of Casale at Piazza Armerina will be closed to the public: once the restoration of the mosaics has been completed (so far 80% has been done), it is necessary to replace the roof, and this activity is not compatible with the flow of the many visitors that come daily to this ancient heart of Sicily. “I would never have believed that at the Villa of Casale these results could be attained, which go far beyond my expectations”, said the high Commissioner Vittorio Sgarbi speaking of the work done by the professionals of the Regional Restoration Centre. Certainly, however, the most appreciated testimony that has come in the last few weeks is the one “sent” from Palazzo d’Orleans, where the governor Raffaele Lombardo and the governor of Cairo Abd el Azim Wazir have signed an agreement involving “our” restorers in important restoration work on the mosaics in the Egyptian capital. This agreement is the result of the work done by the director of the Regional Centre, Guido Meli, together with Arces University College, whose scientific committee is directed by Leonardo Urbani. web > www.centrorestauro.sicilia.it

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> Petrosino (Trapani)

Apre i battenti il Museo dell’Alambicco The Museum of the Still opens In mostra pezzi rari per distillare la grappa fin dall’Ottocento Rare pieces for distilling grappa starting from the 19th century are on display Realizzato nella distilleria di Giancarlo Conte, il Museo dell’Alambicco che si è inaugurato a Petrosino, nella provincia trapanese, è il primo museo del suo genere ad aprire i battenti a Sud di Roma. Un museo davvero originale, un percorso di “archeologia industriale” che si muove sia all’interno che all’esterno per rimettere in funzione macchine atte alla distillazione davvero molto antiche. Undici i reperti in esposizione (ma altri se ne aggiungeranno), datati tra gli inizi dell’Ottocento fino ai primi del Novecento, raccolti in tutta Europa, e tra essi anche una macchina francese del 1834, una “Deroy”, che funziona solo grazie a carbone e fuoco di legna. Un’iniziativa molto interessante questa della Trapas Conte Alambicco di Sicilia, nata nel 2004, eppure già famosa nel mondo: qualche mese fa è stata l’unica azienda italiana a scalare la vetta del “World Spirits Award 2008” (una delle più prestigiose competizioni internazionali tra superalcolici, svoltasi a Klagenfurt, in Carinzia-Austria) riempiendo il medagliere, per la categoria “distillati”, con cinque ori, un argento e il Master Class Distillery, un riconoscimento d’onore.

Set up in the distillery of Giancarlo Conte, the Museum of the Still inaugurated at Petrosino, in Trapani province, is the first museum of its kind to open south of Rome. It is a truly original museum, an “industrial archaeology” itinerary moving both inside and outside to set going very old machines used for distillation once again. Eleven items are on display (but others will be added), dating from between the early nineteenth century and the early twentieth, collected around Europe, and among them there is also an 1834 French machine, a “Deroy”, which only works thanks to coal and firewood. This is a very interesting initiative by Trapas Conte Alambicco di Sicilia, which came into being in 2004, yet is already famous in the world: a few months ago it was the only Italian firm to attain the “World Spirits Award 2008” (one of the most prestigious international competitions for spirits, held in Klagenfurt, in Carinthia, Austria) winning a lot of medals, for the “distilled” category, with five golds, a silver and the Master Class Distillery, which is a recognition of honour.

Informazioni > Information tel. 0923 741207 Aperto tutti i giorni su appuntamento Ingresso libero > Open every day on booking Free entrance web > www.alambiccodisicilia.it - www.istitutograppa.org 31


Contessa Entellina

Comunità Arbëreshe

Lingua, costumi, rito e tradizioni Language, customs, rite and traditions A Contessa Entellina si parla ancora la lingua degli antenati albanesi che fondarono il paese nel XV secolo, ed è attestata una notevole produzione letteraria il cui autore di spicco è Nicolò Chetta (1741-1803), a cui si affiancano autori popolari. Per quanto riguarda l'uso del costume arbëresh, esso è documentato fin dal Settecento, anche se gli abiti attualmente indossati, in occasione di ricorrenze familiari e religiose o nel corso di importanti eventi sociali e culturali, non sono antichi (i più vecchi risalgono al 1937). Particolare importanza riveste il rito bizantino greco, custodito dai contessioti cattolici di rito orientale in tutte le sue peculiari espressioni. Le chiese di rito bizantino di Contessa sono dotate di iconostasi, una parete ornata di icone che separa la parte riservata ai fedeli da quella dei celebranti. Questi ultimi vestono particolari paramenti e utilizzano, per la liturgia, tutta una serie di oggetti dallo specifico significato. Durante le celebrazioni liturgiche vengono eseguiti canti della tradizione bizantina, tratti da antichi codici e dalla tradizione orale. Le festività religiose sono tutte legate a particolari celebrazioni e a usanze popolari tradizionali (della Settimana Santa e della festa della Madonna della Favara, le principali, ci siamo occupati su Sikania n. 260/1). Il 6 dicembre, ad esempio, si festeggia S. Nicola, patrono di Contessa, e, al termine della messa, vengono distribuiti dei panini benedetti che verranno gettati a pezzettini fuori casa quando infuria il maltempo, per 32

At Contessa Entellina people still speak the language of their Albanian ancestors that founded the village in the 15th century, and there is major literary production: the most outstanding author is Nicolò Chetta (1741-1803), and alongside him there are folk authors. As regards the use of the arbëresh costume, it has been documented since the eighteenth century, though the dresses currently worn for family and religious occasion or during important social and cultural events are not very old (the oldest go back to 1937). Of particular importance is the Greek Byzantine rite, guarded by Contessa Catholics with the eastern rite in all its peculiar expressions. The churches at Contessa with the Byzantine rite have an iconostasis, a wall adorned with icons that separates the part reserved for believers from that of the celebrants. The latter wear particular vestments and for the liturgy they use a whole series of objects with specific meanings. During the liturgical celebrations songs in the Byzantine tradition are performed, taken from ancient codices and from the oral tradition. The religious festivities are all linked to particular celebrations and traditional folk customs (Easter Week and the feast of the Madonna della Favara, which are the main ones, were described in Sikania issue 260/1). On 6 December, St. Nicholas, the patron saint of Contessa, is celebrated, and at the end of the mass some blessed rolls are distributed that will be thrown in


essere protetti dalle intemperie. La sera seguente, vigilia della festa dell'Immacolata, vi è la curiosa usanza di bruciare due pupazzi di paglia raffiguranti il demonio (diàlli) e la moglie (e shoqa). A gennaio, il primo appuntamento è alla vigilia dell'Epifania con il battesimo per immersione dei bambini, mentre l'indomani, dopo la Divina Liturgia, presso la fontana Biveri si commemora il Battesimo di Gesù nel Giordano: mentre si canta l'inno En Iordani, una colomba che simboleggia lo Spirito Santo scende scivolando lungo una corda, che parte dal campanile e si ferma sulla fontana davanti al celebrante. Al termine della celebrazione, il sacerdote asperge l'acqua benedetta sul capo dei fedeli, mentre i ragazzi immergono nell'acqua della fontana un fagotto pieno di arance e mandarini che mangeranno a pranzo, e le ragazze in costume tradizionale offrono ai presenti arance benedette. Interessanti infine la celebrazione della Pentecoste, nella chiesa rurale dell'Odigitria, dove si recitano inni e preghiere in onore della Madonna che salvò i profughi dai Turchi e li guidò nell'esilio, e il rito dell'incoronazione (matrimonio) celebrato secondo la tradizione bizantina: gli sposi indossano velo e corona, bevono nello stesso bicchiere, che viene frantumato, e quindi danzano, insieme a testimoni e sacerdote, al suono di un antico canto religioso in greco.

small pieces outside the house when the weather is bad, for protection against the bad weather. The following evening, which is the eve of the feast of the Immaculate Virgin, there is the curious custom of burning two straw dolls representing the demon (diàlli) and his wife (e shoqa). In January, the first event is on the eve of Epiphany with the baptism of children by immersion, while the next day, after the Divine Liturgy, near the Biveri fountain the Baptism of Jesus in the Jordan is commemorated: while people sing the hymn En Iordani, a dove symbolizing the Holy Spirit comes sliding down a rope, which starts from the bell tower and stops on the fountain in front of the celebrant. At the end of the celebration, the priest sprinkles the blessed water on the heads of the faithful, while young people dip in the water of the fountain a bundle full of oranges and mandarins that they will eat at lunch, and girls in traditional costumes offer blessed oranges to people present. Also interesting are the Pentecost celebration, in the rural Odigitria church, where hymns and prayers are recited in honour of the Virgin, who saved refugees from the Turks and guided them in exile, and the rite of the crowning (marriage) celebrated according to the Byzantine tradition: the bride and groom wear veils and crowns, they drink out of the same glass, which is then shattered, and they dance, together with witnesses and priest, to the sound of an ancient religious song in Greek.

Nelle foto, momenti delle liturgie secondo il rito greco bizantino. Gli officianti e i convenuti indossano i paramenti richiesti e i vestiti della tradizione > In the photos, Byzantine-Greek liturgies. The priests and the faithful wear the traditional paraments and costumes

Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento Affari Regionali

Regione Siciliana Assessorato Beni Culturali e Ambientali e P.I.

Comune di Contessa Entellina Area Ambiente e Patrimonio

Realizzazione: Comune di Contessa Entellina, Area Ambiente e Patrimonio (Resp. area Dott. Ignazio Gennusa) Ideazione, progettazione, direzione e coordinamento: Dott.ssa Annalisa Martorana Genuardi Testi e foto: Dott. Calogero Raviotta Progetto redatto ai sensi della legge 482/99 Es. 2005 “per la tutela delle minoranze linguistiche storiche” finanziato dal Ministero degli Affari Regionali e sostenuto dall’Assessorato Regionale Beni Culturali, Ambientali e Pubblica Istruzione Per informazioni: Comune di Contessa Entellina (Pa) piazza Umberto I - cortile Municipio, 4 - tel. 091 8302152 fax 091 8355711 Sindaco: Dott. Sergio Parrino

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Archaeological Sicily

Sicilia archeologica Se è vero che la storia dell’Uomo iniziò nell’Africa di Lucy, 4 milioni di anni fa, è anche vero che allora la Sicilia era molto vicina a quell’Etiopia preistorica, tanto che in quel di Acquedolci già 14.000 anni fa cacciavano i Cro-Magnon...

If it is true that the story of man began in the Africa of Lucy, 4 million years ago, it is also true that at that time Sicily was very near to prehistoric Ethiopia, so much so that in the Acquedolci area 14,000 years ago people were already hunting the Cro-Magnons...

È da questo luogo che ha inizio questo brevissimo tour delle zone archeologiche siciliane più affascinanti

It is from this place that there begins this brief tour of the most fascinating Sicilian archaeological areas


Acquedolci, Grotta di San Teodoro/San Teodoro Cave

Giardini Naxos, reperto/find

All’inizio fu... In the beginning it was... L’inizio, a quanto pare, fu ad Acquedolci (Ct), dove si visita la Grotta di San Teodoro, il nostro “principio”, il luogo in cui sono state scoperte ossa uname risalenti al Paleolitico superiore (ossa di una donna, per essere precisi) e anche importantissimi resti animali, testimoni di una fauna difficile da immaginare in Sicilia, come iene ed elefanti. Un altro “inizio” lo si può immaginare a Filicudi, laddove si visita il villaggio di Capo Graziano, villaggio che dà il nome ad una civiltà che intratteneva rapporti commerciali con Micene. Ricco di reperti il museo di Filicudi, “succursale” del più importante Museo Archeologico “Luigi Bernabò Brea” di Lipari, chiamato a raccogliere le incredibili testimonianze delle civiltà che abitarono le Eolie: a Lipari si trovano aree abitate anche dai Fenici, dai Greci e dai Romani (anche se il Tholos di Lipari ancora non si sa esattamente cosa sia e a chi sia appartenuto). Fondamentale per la storia dell’Isola l’inizio che si traccia a Naxos (Giardini Naxos, ME), dove nel 735 a.C. sbarcò Teokles per edificare la prima colonia greca di Sicilia, una città che ancora oggi si visita precorrendone strade e piazze.

The beginning, it seems, was at Acquedolci (Ct), where you can visit the San Teodoro Cave, our “beginning”, the place in which human bones have been found dating from the Upper Palaeolithic (a woman’s bones, to be precise). And also important animals remain, bearing witness to a fauna difficult to imagine in Sicily, like hyenas and elephants. Another “beginning” can be imagined on Filicudi, where you can visit the Capo Graziano village, which gives the name to a civilization that had commercial relationships with Mycenae. There are a lot of items in the Filicudi museum, a “branch” of the more important Luigi Bernabò Brea Archaeological Museum on Lipari, called on to collect the unbelievable traces of the civilizations that lived in the Aeolian Islands: on Lipari there are also areas that were inhabited by the Phoenicians, the Greeks and the Romans (though it is not known exactly what the Lipari Tholos is and who it belonged to). Fundamental for the history of the island is the beginning that is traced to Naxos (Giardini Naxos, ME), where in 735 BC Theocles landed to create the first Greek colony in Sicily, a city that you can still visit today going along its streets and through its squares.

Acquedolci > Pro Loco Acquedolcese “San Teodoro”: via Fiume 45 - tel/fax 0941 726382 - www.prolocoacquedolci.it - info@prolocoacquedolci.it Eolie > Museo Archeologico Regionale Eoliano “Luigi Bernabò Brea”: via del Castello - tel. 090 9880174 -9880594 www.regione.sicilia.it/beniculturali/museolipari/pagina.asp Giardini Naxos > Museo e Parco Archeologico: lungomare Schisò - tel. 0942 51001 - www.aastgiardininaxos.it 36


Le città orientali The eastern cities Coeva della vicinissima Naxos, Taormina vanta la stessa paternità: Teokles. L’anno è sempre quel 735 a.C., ma Taormina può vantare una vita più lunga e, per fortuna, qualche saccheggio in meno, visto che ci permette di usufruire ancora del suo magnifico Teatro Greco, che sia romano o greco poco importa. Restando nella provincia messinese, ma cambiando la costa jonica con quella tirrenica, ecco che incontriamo l’ultima delle colonie greche, Tyndaris. Costruita nel 396 a.C. su un magnifico promontorio, Tindari ancora oggi ci stupisce con la bellezza del disegno urbano, con la ricchezza delle abitazioni e del teatro, con l’unicità dei suoi panorami, ma, soprattutto, con l’incredibile varietà dei suoi mosaici pavimentali. Fu un terremoto a provocarne l’abbandono nell’836, quando i suoi abitanti, e i nuovi “signori” arabi, furono costretti a trasferirsi nell’entroterra, in quel di Patti. Qui nel 1973 gli scavi per l’autostrada MessinaPalermo hanno riportato alla luce una villa romana datata tra il III e il IV secolo d.C. i cui mosaici e i dettagli architettonici meritano ben più di una visita. La villa è stata dotata anche di un antiquarium che ne custodisce i reperti più “vivi”, dai pettini agli aghi da cucito, dalle monete agli unguentari.

Coeval with nearby Naxos, Taormina boasts the same paternity: Theocles. The year was also 735 BC, but Taormina can boast of a longer life and, luckily, a little less looting, seeing that it still allows us to use its magnificent Greek Theatre and whether it is actually Greek or Roman matters little. Staying in Messina province, but swapping the Ionian coast with the Tyrrhenian one, we meet the last of the Greek colonies, Tyndaris. Built in 396 BC on a magnificent promontory, Tindari still today amazes us with the beauty of its urban layout, with the richness of its residences and its theatre, with the uniqueness of its panoramas, but, above all, with the incredible variety of its floor mosaics. It was an earthquake that caused its abandonment in 836 AD, when its inhabitants and the new Arab “seigniors” were forced to move inland to the Patti area. Here in 1973 excavations for the Messina-Palermo motorway brought to light a Roman villa dating from between the 3rd and 4th centuries AD, whose mosaics and architectural details deserve much more than a visit. The villa also has an antiquarium in which there are its most “living” items, from combs to sewing needles, to coins and ointment containers.

Taormina > AAST Taormina: piazza S. Caterina, Palazzo Corvaja - tel. 0942 23243-23244 - www.gate2taormina.com Patti e Tindari > Servizio Turistico Regionale Patti e Tindari: piazza Gugliemo Marconi, 11 - Patti - tel. 0941 241136 www.pattietindari.it - direzione@pattietindari.it

taormina, il teatro greco/the Greek theatre


Ancora da scoprire Still to be discovered Tra le meno conosciute nel panorama siciliano, eppure tra le più affascinati, due città di cui resta molto ancora da soprire, due mondi forse vicini per geografia ma non così per usi e provenienza. Parliamo di Halaesa, fondata nel V secolo a.C., divenuta con il tempo la città che noi oggi conosciamo come Tusa: anche se parte delle sue antiche vestigia sono già venute alla luce, come la bella agorà, sappiamo che c’è ancora più del 50% dell’abitato originario che attende di essere sottratto alla polvere dei secoli. Affascinate tanto quanto, e forse più, la storia di Abacena - una città? una civiltà che abitava in villaggi sparsi per i nostri Nebrodi?- di cui consigliamo la visita alla necropoli monumentale di Tripi. Decine e decine di tombe, ciascuna contraddistin-

tripi, museo archeologico/archaeological museum

ta da un particolare, fosse anche solo il nome del defunto, ma la maggior parte indicate dagli epitymbia, stele imperniate con piombo fuso alla base del monumento funebre, un “dettaglio” che farebbe pensare a collegamenti con popolazioni ben più antiche. I reperti qui ritrovati sono, per la loro unicità, allo studio degli scienziati: terminate le analisi, avranno il loro antiquarium.

Among the less well-known ones in the Sicilian panorama, yet among the most enchanting, there are two cities of which much remains to be discovered, two worlds that are perhaps close to us geographically but not as regards customs and origin. We refer to Halaesa, founded in the 5th century BC, which in the course of time became the place that today we know as Tusa: though some of its ancient vestiges have already come to light, like the beautiful agora, we know that there is more than 50% of the original settlement that waits to be rescued from the dust of centuries. Just as enchanting, and perhaps even more so, is the story of Abacena: a city? a civilization that lived in villages scattered around in the Nebrodi? We recommend visiting the monumental necropolis of Tripi.

tripi, antica tomba/ancient grave

There are dozens of graves, each marked by a detail, at least the name of the deceased, but most of them indictaed by epitymbia, steles attached with molten lead to the base of the funerary monument, a “detail” that would suggest connections with much more ancient populations. Because of their uniqueness the finds made here are being studied by the experts: when they complete their analyses, they will have their antiquarium.

Halaesa, Tusa > Scavi in contrada Santa Maria: tel 0921 334531 - Ingresso/entry: 2 € - apertura: tutti i giorni dalle 9 a un’ora prima del tramonto/opening: every day from 9am to one hour before sunset Abacena, Tripi > Municipio/Town Hall: tel. 0941 82014 - www.comune.tripi.me.it - l’ingresso alla necropoli è gratuito, ma è bene telefonare per accertarsi dell’apertura del sito/the entrance to the necropolis is free, however we suggest you to call and verify the opening 38


Catania, l’Odeon

Catania, teatro romano/Roman theatre

Anfiteatro > piazza Stesicoro - ingresso su richiesta/entry on booking Teatro Romano e Odeon > piazza San Francesco ingresso su richiesta/entry on booking (tutti i giorni/every day 9/13 - 15/19) Terme della Rotonda > ingresso su richiesta/entry on booking - tel. 095 7422268 - 7422275 Terme dell’Indirizzo > piazza Currò - ingresso su prenotazione/entry on booking - tel. 095 7472268 Terme Achilliane > piazza Duomo, sagrato della Cattedrale - da mar. a sab. escluso festivi/from Thu to Sat closed on holidays; mar/ven Thu/Fri 9/12-16/19; sab/Sat 9/13 Terme romane e acropoli > piazza Dante, dentro/inside l’ex monastero dei Benedettini; visitabili tutti i giorni eccetto i festivi/open every day except holidays - tel. 095 316883

A spasso per il centro storico Walking around the historic area È davvero incredibile quello che si scopre andando in giro per il centro storico di Catania! Iniziamo con la centralissima piazza Stesicoro, dove affonda il grandioso anfiteatro romano costruito attorno al II secolo d.C., le cui dimensioni lo tramandano come secondo solo al Colosseo romano; nelle vicinanze, in via Sant’Euplio i resti medievali dell’omonima chiesa e l’ipogeo romano. In piazza San Francesco, il Teatro Romano, realizzato in pietra lavica attorno al II secolo d.C., e l’Odeon, adiacente al teatro, ovvero il teatro più piccolo (il primo poteva contenete 7000 spettatori, questo “solo”1300) edificato nel III secolo e destinato ad ospitare prove e concorsi. Nei pressi, le Terme della Rotonda, edificio termale di forma circolare edificato tra I e il II secolo. Altre terme sono quelle dell’Indirizzo, risalenti al II secolo, ancora in buono stato di conservazione, e quelle Achilliane, al di sotto del Duomo, edificate tra il I e il III secolo ma rimaste in funzione certamente fino al 434. Terme romane e acropoli ancora in piazza Dante, luogo comunque frequentato fin dalla preistoria (i resti più segnificativi sono però del VII secolo a.C.)

What you can discover going round the historic area of Catania is truly incredible! We begin with the very central Piazza Stesicoro, where there is the grandiose Roman amphitheatre built in about the 2nd century AD, whose size makes it only second to the Roman Coliseum; nearby, in Via Sant’Euplio, there are the medieval remains of the church of the same name and the Roman hypogeum. In Piazza San Francesco there is the Roman theatre, built in lava stone in about the 2nd century AD, and the Odeon, adjacent to the theatre, i.e. the smaller theatre (the first one could contain 7000 spectators, this one “only” 1300) built in the 3rd century for competitions and contests. Nearby, there are the Rotunda Thermal Baths, a circular thermal building built between the 1st and the 2nd century. Other thermal baths are the Indirizzo ones, dating from the 2nd century, still in a good state of repair, and the Achilliane ones, below the Cathedral, built between the 1st and the 3rd century but certainly used until 434. There are more Roman thermal baths and an acropolis in Piazza Dante, a place frequented since prehistory (however, the most significant remains are from the 7th century BC). 39


Preistoria e ceramiche Restiamo nella provincia catanese e visitiamo Caltagirone, la città della ceramica. Una ceramica molto particolare è quella che si rintraccia nei pressi di Sant’Ippolito, dove gli scavi dell’archeologo Paolo Orsi hanno riportato alla luce oggetti risalenti al 2000 a.C., anche se gli studi confermano che tutta questa zona, città compresa, è abitata senza soluzione di continuità da sette millenni! Nel territorio comunale, infatti, si trovano 20 siti preistorici, quattro città greche arcaiche, un castello di età ellenistica, almeno tre grandi fattorie di epoca romana e tre villaggi bizantini. Numeri che si riferiscono solo a quanto già scoperto, come la necropoli della montagna, lungo la scorrimento veloce tra gli svincoli Nord e Sud per Caltagirone: oltre 2000 tombe a grotticella datate tra il XIX e il IX secolo a.C. la cui maggior parte rivela influenze micenee. Ancora, nei pressi dello svincolo Sud, lungo la strada che conduce a Raddusa si incontra il monte detto Altrobrando, sul quale sono state rinvenute una tomba preistorica con l’ingresso ornato da motivi a triglifi e altre tombe a grotticella; più a Est, un villaggio di età Castellucciana (XIX-XV secolo a.C.), dal quale provengono i frammenti ceramici decorati a fasce nere su fondo camoscio, reperti custoditi nei musei archeologici di Siracusa, Agrigento e Palermo.

Caltagirone > Municipio/Town Hall: Palazzo Comunale piazza Municipio, 5 - tel. 0933 41363 - 0933 41364 www.comune.caltagirone.ct.it

Antico piatto/ancient plate

Caltagirone, la scala/the staircase S. Maria del Monte

Prehistory and ceramics Staying in Catania province we visit Caltagirone, the town of ceramics. Very particular ceramics can be found near Sant’Ippolito, where excavations by the archaeologist Paolo Orsi brought to light objects going back to 2000 BC, though studies confirm that this whole area, including the city, has been inhabited without a break for seven millennia! Indeed, in the city’s territory there are 20 prehistoric sites, four archaic Greek cities, a castle from the Hellenistic age, at least three big farms from the Roman epoch and three Byzantine villages. These numbers only refer to what has already been discovered, like the mountain necropolis along the fast highway, between the north and south exits for Caltagirone: over 2000 cave burials dated to between the 19th and 9th centuries BC mostly showing Mycenaean influences. Further, near the south exit, along the road that goes to Raddusa you meet the mountain called Altrobrando, on which a prehistoric grave has been recovered with an entrance adorned with triglyph, and other cave burials; further east, there is a village from the Castellucci age (19th-15th century BC), from which there come ceramic fragments decorated with black strips on a chamois background, now kept at the archaeological museums in Syracuse, Agrigento and Palermo.


The enemy of Carthage

Siracusa, Teatro Greco/Greek Theatre

L’avversaria di Cartagine Furono le scaramucce tra Cartagine e Siracusa a dare l’avvio alla Prima Guerra Punica (264 -245 a.C.), una guerra che - possiamo ben dirlo - ha fatto la storia della Sicilia. Teatro dei combattimenti fu anche l’area di Siracusa, città Patrimonio dell’Umanità per le sue antiche vestigia. Abitata fin dal neolitico in quel di Ortigia, Siracusa venne fondata nell’VIII secolo a.C., quando un gruppo di coloni espulsero i Siculi che vi abitavano per edificare quella che oggi conosciamo come Neapolis. Da visitare, indubbiamente il Teatro Greco, il più grande di Sicilia e fra i più grandi del mondo, edificato nel V secolo a.C. e ancora oggi utilizzato per le rappresnetazioni classiche dell’Inda. Poi c’è l’anfiteatro romano, del I secolo d.C., tra le più imponenti costruzioni dell’età romana imperiale; importanti i resti del tempio di Giove Olimpico, costruito nel IV secolo a.C. e quindi tra i più antichi tra quelli rimasti. Curiose le latomie, cave di pietra utilizzate nel periodo greco (c’è quella detta Orecchio di Dioniso, con particolari doti acustiche), spettacolare il castello Eurialo, fortezza inespugnabile edificata tra il 402 e il 397 a.C. Imperdibile il Museo Archeologico Regionale “Paolo Orsi”.

It was the skirmishes between Carthage and Syracuse that set going the First Punic War (264245 BC), a war that - it can well be said - made the history of Sicily. One theatre of the fights was the area of Syracuse, a city made World Heritage because of its ancient vestiges. Inhabited since the Neolithic in the Ortygia area, Syracuse was founded in the 8th century BC, when a group of settlers expelled the Siculi that lived there to build what today we know as the Neapolis. Undoubtedly worthy of a visit is the Greek Theatre, the biggest one in Sicily and one of the biggest in the world, built in the 5th century BC and still used for classical performances organised by INDA (National Association for Ancient Drama). Then there is the Roman amphitheatre from the 1st century AD, one of the most imposing constructions of the imperial Roman age; there are important remains of the temple of Jupiter Olympic, built in the 4th century BC and hence one of the most ancient of the extant ones. A curious feature is the latomies, stone quarries used in the Greek period (there is the one known as Dionysius’ Ear, with particular acoustic properties). Something spectacular is Eurialo Castle, an impregnable fort built between 402 and 397 BC. A must is the Paolo Orsi Regional Archaeological Museum.

Siracusa, le latomie/the latomies - ph Carla Silva

Museo Archeologico Regionale “Paolo Orsi” > viale Teocrito, 66 - tel. 091 464022 (riapre al pubblico il 20 novembre 2008/open from 20 November) La Neapolis > Ingresso/entry in largo Anfiteatro - tel. 0931 66206. Aperta utti i giorni/open every day 9/19 (la biglietteria chiude alle/ticket office close at 18). Durante il periodo delle Rappresentazioni Classiche/during the classical plays 9/16.30 - Ingresso/entry 9 €

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Palazzolo A., Latomie dell’Intagliatella/Intagliatella Latomies

Palazzolo A., Bouleuterion

Ufficio turistico/Tourist office > via Maestranza - tel. 0931 871411 - www.comune.palazzoloacreide.sr.it - uff.turistico@virgilio.it

Akrai Eccoci a Palazzolo Acreide, abitata ben prima che i Corinzi, lasciata una Siracusa di appena 70 anni di vita, venissero su questi pendii per fondarvi Akrai, dove i Siculi avevano costruito un proprio villaggio attorno al XII secolo a.C., come testimonia la necropoli della Pinita al di là della provinciale 90. Akrai giunse a battere moneta tra il 210 e il 125 a.C.: hanno suscitato molto interesse tra gli scienziati gli esemplari più “recenti”, quelli con la raffigurazione di Cibele, dea madre già oggetto di culto come risulterebbe dalla testimonianza dei Santoni, ovvero le dodici grandi sculture rupestri - di cui dieci raffigurano la dea Cibele (gli altri due contengono tanti personaggi non identificati) - risalenti tra il IV e il III secolo a.C. ritrovate alle pendici della collina su cui sorge l’area archeologica. Qui, le latomie dell’Intagliata e dell’Intagliatella, cave di pietra dove ammirare il bassorilievo raffigurante le scene di banchetti e di defunti eroizzati, molto probabilmente del I secolo d.C.; il teatro greco (ancora usato per le rappresentazioni classiche in occasione del Festival Internazionale del Teatro Classico dei Giovani organizzato con l’INDA), l’ombra della pavimentazione del tempio dedicato ad Afrodite e il Bouleuterion sono tappe imprescindibili. 42

So we come to Palazzolo Acreide, inhabited well before the Corinthians, having left a Syracuse that had lived just 70 years, came to these slopes to found Akrai, where the Siculi had built a village of their own in about the 12th century BC, as we know from the Pinita necropolis beyond provincial highway 90. Akrai even minted its own coins between 210 and the 125 BC: a lot of interest has been aroused among experts by the most “recent” exemplars, the ones with the representation of Cybele, the mother goddess already worshipped, as we know from the testimony of the Santoni (“big saints”), i.e. the 12 big rock sculptures - 10 of which represent the goddess Cybele (the other two refer to unidentified characters) - going back to between the 4th and 3rd centuries BC, found on the slopes of the hill on which the archaeological area lies. Here there are the Intagliata and Intagliatella latomies, stone quarries in which you can admire a bas-relief depicting banquet scenes and dead heroes, very probably from the 1st century AD; the Greek theatre (still used for classical performances on the occasion of the International Festival of Classical Theatre of Young people organized with INDA), the shade of the flooring of the temple devoted to Aphrodite and the bouleuterion are musts.


Un mistero d’ingegneria A mystery of engineering Pantalica, che chissà come si chiamava prima che l’epoca bizantina la ribattezzasse, sembra nascere nel 1270 a.C. - siamo nell’Età del Bronzo periodo in cui datano le necropoli Nord e NordOvest, 2100 tombe mirabilmente scavate nella roccia dura delle alte pareti a strapiombo tra il torrente Sperone e il fiume Calcinara. Come hanno fatto questi antichi abitanti a lavorare appesi a tali altezze? E, soprattutto, quali attrezzi hanno mai potuto utilizzare per bucare la solida roccia di questi balzi? Domande che trovano eco anche quando si giunge a parlare dell’Anaktoron, “la casa del Principe”, le cui misure perfette, uniformi e regolari non possono sposarsi con l’Età del Bronzo di questa isola: come suggerisce Paolo Orsi, sarebbe ipotizzabile che qui vi lavorarono esperti micenei. Tra il X e il IX secolo a.C. Pantalica scompare per ritornare nell’VIII secolo a.C., quando si aprono nuove necropoli: Filiporto, Cavetta e Necropoli Sud, tutte addossate alla parete settentrionale dell’Anapo. Nonostante siano trascorsi 200 anni dalle ultime opere dell’Età del Bronzo, tutte le domande sul “come” restano ancora valide. Il sito, all’interno della Riserva Naturale del fiume Anapo, è Patrimonio dell’Umanità.

Pantalica - no one knows what it was called before the Byzantines renamed it - seems to have come into being in 1270 BC - in the Bronze Age, a period from which there date the north and northwest necropolises. In them there are 2100 graves admirably dug out in the hard rock of the sheer walls between the Sperone stream and the river Calcinara. How could those ancient inhabitants have worked suspended at such heights? And, above all, what utensils were they ever able to use to perforate the solid rock of these crags? These questions are also echoed when one speaks of the Anaktoron, “the Prince’s house”, whose perfect measurements, uniform and regular, do not go with the Bronze Age on this island: as Paolo Orsi suggests, it can be hypothesised that Mycenaean experts worked here. Between the 10th and 9th century BC Pantalica disappeared, to reappear in the 8th century BC, when new necropolises were opened: Filiporto, Cavetta and the South Necropolis, all set against the north wall of the river Anapo. Although 200 years had passed since the last works of the Bronze Age, all the questions on “how” remain valid. The site, inside the Nature Reserve of the river Anapo, is World Heritage.

Riserva Naturale Orientata/Oriented Natural Reserve “Pantalica, Valle dell’Anapo, Torrente Cavagrande” > Azienda Foreste Demaniali della Regione Siciliana: via Libertà, 97 - Palermo - tel. 091 6274111

Pantalica, la necropoli/the necropolis

Il fiume Anapo/Anapo river


Si vince e si perde Durissime le battaglie che il nostro patrimonio archeologico ha dovuto sostenere contro l’incuria e l’abbandono. Battaglie che a volte si vincono, ma a volte si perdono. Come in quel di Megara Iblea, nella provincia di Siracusa, città edificata nell’VIII secolo a.C. (data che la pone tra le più antiche città siceliote) le cui rovine sono lasciate all’incuria e alla poco rispettosa custodia della natura: le sue antiche pietre, seppur paragonabili a quelle di una Pompei siciliana, purtroppo sono ricoperte da erbacce, mentre le statue e i preziosi reperti che questa terra ha restituito sono (per fortuna) all’interno del Museo Archeologico di Siracusa. Curioso il fatto che già nell’antichità i megaresi avevano abbandonato il sito per trasferirsi a Selinunte... Ben altra è la storia della Villa del Tellaro, datata IV secolo d.C., paragonabile per la bellezza dei suoi mosaici solo a quella di Piazza Armerina. Coperta da una costruzione rurale ottocentesca, è riuscita a salvare parte delle sue pavimentazioni, nonostante i successivi crolli delle coperture. I mosaici, restaurati di recente, sono superbi: tra questi, il “Riscatto del cadavere di Ettore” è il più emozionante. L’unico problema da risolvere resta la viabilità: la villa si trova a tre chilometri da Noto (l’antica, famosa, ricca città di Eloro), ma non è semplice seguirne le indicazioni.

Villa del Tellaro

You win and you lose Our archaeological patrimony has had to fight very hard battles against neglect and abandonment. Battles that at times are won, but at times are lost. As at Megara Iblea, in Syracuse province, a city built in the 8th century BC (a date that places it among the most ancient Siceliot cities) whose ruins are left to the carelessness and the not respectful custody of nature: its ancient stones, though comparable to those of a Sicilian Pompeii, are unfortunately covered by weeds, while the statues and the precious items that this land has yielded are (luckily) inside the Archaeological Museum in Syracuse. A curious fact is that already in antiquity the people of Megara had abandoned the site to move to Selinunte... Quite a different story is that of the Tellaro Villa, dated to the 4th century AD, the beauty of whose mosaics makes them comparable to those of Piazza Armerina. Covered by a nineteenth-century rural construction, it succeeded in saving part of its floorings despite the subsequent collapse of the roofs. The mosaics, recently restored, are superb: among these, “Ransom for the dead body of Hector” is the most moving. The only problem to be solved is getting there: the villa is three kilometres from Noto (the ancient, famous and rich city of Eloro), but it is not simple to follow the signs.

Villa del Tellaro

Megara Iblea (Melilli) e Villa del Tellaro (Noto) > Associazione Hermes: tel. 334.7699195 - www.hermes-sicily.com Soprintendenza Archeologica di Siracusa > piazza Eurialo, 1 Belvedere - Siracusa - tel. 0931 711773 Soprintendenza Beni Culturali e Ambientali di Siracusa > piazza Duomo, 14 - tel. 0931481111 44


Kamarina Tucidide (Atene, 460 a.C. - 400 a.C), lo storico che ci ha lasciato una documentazione completa di ciò che fu prima del V secolo a.C., ci racconta che Camarina fu fondata nel 598 a.C. dalla potente Siracusa, madre patria contro la quale osò ribellarsi tra il 553 e il 552 a.C. al prezzo della sua stessa esistenza. Ippocrate, signore di Gela, la ricostruì nel 492 a.C., ma i Cartaginesi la distrusserro nel 405 a.C; Timoleonte la riedificò nel 339 a.C., nel 275 a.C. venne conquistata dai Mamertini e nel 258 a.C. definitivamente distrutta dai Romani. Una vita breve ma intensa, dunque, questa dell’abitato ragusano, di cui ci restano poche, ma affascinati, tracce del Tempio di Atena, i segni dell’agorà e della cosiddetta “Casa dell’altare”. Ancora, la “Casa dell’iscrizione” e la “Casa del mercante”, dove sono stati rinvenuti pesi e uno strumento per misure in bronzo. Molto interessante è il Museo regionale, all’interno di una costruzione rurale ottocentesca, che ingloba in uno dei suoi ambienti proprio ciò che resta del Tempio di Atena. Qui, oltre a reperti di archeologia subacquea, si custodisce la documentazione sulle caratteristiche geologiche del territorio e dei suoi insediamenti, tra cui la documentazione del primo abitato di Kamarina, e alcune preziose statutette di Demetra e Kore, conosciute anche come Cerere e Persefone.

Kamarina

Thucydides (Athens, 460 BC-400 BC), the historian that left complete documentation on what it was before the 5th century BC, tells us that Camarina was founded in 598 BC by powerful Syracuse, the motherland against which it dared to rebel between 553 and the 552 BC, which cost it its very existence. Hippocrates, the lord of Gela, rebuilt it in 492 BC, but the Carthaginians destroyed it in 405 BC; Timoleontes rebuilt it in 339 BC, in 275 BC it was conquered by the Mamertines and in 258 BC destroyed once and for all by the Romans. So this place in Ragusa province had a brief but intense life, leaving only a few enchanting traces of the Temple of Athena, the signs of the agora and the so-called “Altar House” as well as the “Inscription House” and “The Merchant’s House”, where weights and a tool have been recovered for measures in bronze. Of great interest is the Regional Museum, in a nineteenth-century rural construction, in one of whose rooms there is what is left of the Temple of Athena. Here, in addition to underwater archaeology items, there is documentation on the geological characteristics of the territory and its settlements, including documentation on the first Kamarina settlement and some precious statuettes of Demeter and Kore, also known as Ceres and Persephone.

Museo Regionale/Regional Museum Camarina > Strada Provinciale Scoglitti - Cammarana tel. 0932 826004 Kamarina

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Così volle l’oracolo What the oracle ordered È sempre Tucidide che ci racconta delle origini di Gela (nella provincia di Caltanissetta), edificata tra il 689 e il 688 a.C. su consiglio dell’oracolo di Delfo da coloni di Rodi e di Creta. Il sito, però, risulta abitato fin dalla fine del III millennio (siamo nell’Età del Rame), così come è testimoniato dalle tracce di capanne a pianta circolare che si trovano nell’antica acropoli nella zona detta Molino a Vento. Della sua lunga storia ci restano un tratto della cinta muraria Timoleontea in quel di Capo Soprano, al cui esterno si allarga il quartiere ellenistico e nei pressi del quale sorgono i resti di uno stabilimento termale databile alla fine del IV secolo a.C., cosa che lo rende tra i più antichi presenti in Italia.

Gela, zona archeologica/archaeological area

Thucydides also tells us of the origins of Gela (in Caltanissetta province), built between 689 and 688 BC, on a prompting from the oracle of Delphos, by settlers from Rhodes and Crete. However, the site appears to have been inhabited since the end of the 3rd millennium (in the Copper Age), as we know from the traces of circular huts found in the ancient acropolis in the area called Molino a Vento. From its long history there is extant a stretch of Timoleontes’ wall at Capo Soprano, outside which there is the Hellenistic district and near which there are the remains of a thermal establishment datable to the end of the 4th century BC, making it one of the most ancient in Italy.

Gela, reperto archeologico/archaeological find

Zona Archeologica Acropoli/Acropolis Archaeological Area Gela > Museo Archeologico/Archaeological Museum Gela: corso Vittorio Emanuele, 1 - tel. 0933 912626 - aperto tutti i giorni tranne l’ultimo lunedì del mese; orario: 9/19; ingresso 3 €/ open every day except last Monday in the month - opening hours: 9/19 - ticket: 3 €

L’acropoli - torniamo in località Molino a Vento - ci restituisce i resti di due templi eretti in onore di Atena, un tesoro prezioso ma non paragonabile a quanto riemerso dal Bosco Littorio, ai piedi dell’acropoli: qui si estende il probabile emporium, insediamento con edifici in mattoni crudi, probabimmente in uso tra il VII e il V secolo. Importantissima la nave greca ritrovata proprio nel mare antistante. Da non mancare il ricchissimo Museo Archeologico che custodisce anche reperti delle necropoli limitrofe. 46

The acropolis - back at Molino a Vento - has yielded the remains of two temples built in honour of Athena, a precious treasure but not comparable to what has emerged from the Littorio Wood, at the foot of the acropolis: here there probably lies the emporium, a settlement with buildings in unbaked bricks, probably used between the 7th and 5th centuries BC. Something very important is the Greek ship found in the sea off it. The rich Archaeological Museum, which also has items from the nearby necropolises, is a must.


The most famous villa

Villa Romana del Casale

La villa più famosa Basta dire “ragazze in bikini” e tutto il mondo sa già di cosa si sta parlando: la Villa Romana del Casale di Piazza Armerina (En). Costruita tra la fine del III e l’inizio del IV secolo d.C., è appartenuta forse ad un console romano, mentre le voci che sia appartenuta all’imperatore Valerio Massimiano trovano sempre meno credito. Di chiunque sia stata, non cambia il fatto che si tratta di una delle testimonianze più imponenti della bellezza, della classe, della magnificenza dell’architettura antica, con la superba zona residenziale - resa unica dall’incredibile bellezza dei mosaici pavimentali - il cui peristilio la unisce alla zona di rappresentanza completa di triclinio e di terme. Benché la parte architettonica abbia una sua ineludibile importanza, ciò che ammalia della villa sono i mosaici, opera di maestranze nordafricane che sono riusciti a resistere, non solo alle intemperie, alle infiltrazioni e al tempo, ma finanche (e qui con qualche difficoltà) ai disastri causati dall’uomo. Che dire? Che le figure piccanti ci sorprendono ancor oggi, molto più di quanto facciano le ragazze in costumi succinti? Magari potremmo spostare l’attenzione sul mosaico della “Grande caccia”, un capolavoro che lascia davvero senza parole.

You just have to say “girls in bikinis” and the whole world already knows what you are talking about: the Roman Villa of Casale at Piazza Armerina (Enna province). It was built between the late 3rd and early 4th century AD, and perhaps belonged to a Roman consul, while the idea that it belonged to the emperor Valerius Maximianus is being given less and less credit. Whoever it belonged to, the fact remains that it is one of the most imposing testimonies of the beauty, the class and the magnificence of ancient architecture, with a superb residential area - made unique by the incredible beauty of the floor mosaics whose peristyle links it to the representation area complete with triclinium and thermal baths. Although the architectural part has unmistakable importance, what bewitches one about the villa are the mosaics, done by North African craftsmen, which have succeeded in withstanding not only bad weather, infiltrations and time, but also (and here with some difficulties) the disasters caused by man. What can one say? That the spicy figures still surprise us today, much more than the girls in scanty costumes? Perhaps we could shift our attention to the mosaic of the “Large hunt”, a masterpiece that truly leaves one speechless.

Villa Romana del Casale

Villa Romana del Casale > dal 3 novembre al 28 febbraio 2009 la villa resterà chiusa per lavori di restauro - ingresso: 3 €/the villa will remain closed from 3 November to 28 February 2009 due to restorations works - ticket: 3 € - www.villaromanadelcasale.net

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Morgantina, il teatro/the theatre

Morgantina > Museo Archeologico/Archaeological Museum: ex Convento dei Cappuccini, via Torres Trupia > Aidone > tel. 0935 87307 - apertura: tutti i giorni - orario: 9/13-15/19 - ingresso 2 €/open every day - opening hours: 9/13-/15/19 - ticket: 2 € - www.aidone-morgantina.it > Centuripe > Museo Civico/Civic Museum Centuripe: via SS. Crocifisso - tel. 0935 73079 - aperto: tutti i giorni tranne il lunedì - orario: 9/19 - ingresso: 2,60 €/open every day except Mon - opening hours: 9/19 - ticket: 2,60 €

I Siculi The Siculi Furono i Siculi della tribù dei Morgeti a fondare nel I millennio a.C. la città di Morgantina (nei pressi di Aidone, nella provincia di Enna), conquistata dai Greci attorno al 560 a.C., riconquistata e distrutta da Ducezio nel 459, poi risorta e prosperata nel III secolo a.C. Purtroppo commise l’errore di schierarsi al fianco di Cartagine nel corso della Seconda Guerra Punica, cosa che le costò la perdita di tutti i suoi poteri. Nel I secolo, però, fu condannata alla distruzione definitiva per aver dato asilo agli schiavi ribelli provenienti da Pompei. Della sua ricchezza resta l’immenso patrimonio custodito nel museo di Aidone, anche se parte dei suoi tesori sono stati trafugati. Tra questi, la bella Venere di Morgantina che il Paul Getty Museum di Malibù è stato costretto a restituire. I Siculi li ritroviamo anche come genitori di Centuripe, datando la fondazione attorno a 4000 anni fa. Del suo passato ci restano vestigia romane come il Tempio degli Augustali, la Dogana, una strada lastricata e un bel ninfeo. Ma tanti sono i reperti che si ammirano nel Museo Civico. 48

It was the Siculi of the tribe of the Morgeti that in the 1st millennium BC founded the city of Morgantina (near Aidone, in Enna province), which was conquered by the Greeks in about 560 BC, was reconquered and destroyed by Ducetius in 459, and then rose and flourished in the 3rd century BC Unfortunately it committed the error of siding with Carthage during the Second Punic War, which caused it to lose all its powers. In the 1st century, however, it was condemned to definitive destruction for having given refuge to rebel slaves coming from Pompeii. Of its richness there remains the immense patrimony kept in the museum at Aidone, though some of its treasures have been stolen. Among these there is the beautiful Venus of Morgantina that the Paul Getty Museum of Malibu has been forced to return. We also find the Siculi as the founders of Centuripe, founded around 4000 years ago. Of its past there remain Roman vestiges like the Temple of the Augustali, the Customs House, a paved street and a beautiful nymphaeum. But there are so many finds to be seen at the Civic Museum.


La valle degli dei The valley of the gods Fondata nel 580 a.C. dagli ecisti greci Aristineo e Pistillo tra la Grecia e la “lontana” Selinunte, Akragas, oggi Agrigento, divenne in breve tempo una delle città più belle e importanti dell’intera Magna Grecia. I suoi abitanti, colti, eleganti e ricchi, la dotarono di ogni meraviglia e, tra queste, resta l’imponenza della Valle dei Templi, i cui edifici sacri si allineano disegnando un panorama capace di estraniare dal tempo e dal luogo. È vero che del Tempio di Vulcano restano solo due colonne, anche se realizzato alla fine del V secolo a.C., e di quello dedicato ai Dioscuri - Castore e Polluce ne restano solo quattro, un “angolo” che oggi è simbolo dell’intera città. Ma ci sono anche il Tempio di Ercole, il più antico (è del VI secolo a.C.), il Tempio della Concordia, del V secolo, la cui raffinatezza quasi non ha pari; e il Tempio di Giunone Lacinia, probabilmente mai dedicato alla dea della fecondità. C’è il piccolo Tempio di Esculapio, sempre del V secolo, ma è edificato fuori le mura, a valle del Tempio della Concordia, e c’è la tomba di Terone, del III secolo. Da visitare, oltre al Museo archeologico, anche il quartiere ellenistico-romano di poggio San Nicola (V-IV secolo a.C.), con l’ekklesiasterion e l’oratorio di Falaride.

Founded in 580 BC by the Greek commanders Aristineos and Pistillos between Greece and the “distant” Selinunte, Akragas, today Agrigento, in a short time became one of the most beautiful and important cities in all Magna Graecia. Its inhabitants, cultured, elegant and rich, gave it all wonders and, among these, there remains the grandeur of the Valley of the Temples, whose sacred buildings are lined up tracing out a panorama able to estrange one from time and place. It is true that of the Temple of Vulcan only two columns are extant, though it was built at the end of the 5th century BC, and of the one devoted to the Dioscuri - Castor and Pollux - there are only 4, a “corner” that today is the symbol of the whole city. But there is also the Temple of Hercules, the most ancient (it is from the 6th century BC), the Temple of Concordia, from the 5th century, whose refinement is almost unrivalled; and the Temple of Juno Lacinia, probably never dedicated to the goddess of fertility. There is also the small Temple of Aesculapius, from the 5th century, but it was built outside the walls, below the Temple of Concordia, and there is the grave of Theron, from the 3rd century. Further, in addition to the archaeological Museum, one should also visit the Hellenistic-Roman district on the San Nicola hill (5th-4th century BC), with the ekklesiasterion and the oratory of Phalaris.

Parco Archeologico e Paesaggistico/Archaeological and Paesaggistic Park Valle dei Templi > Strada Panoramica dei Templi - Agrigento - tel. 0922 621611 - aperto tutti i giorni dalle 8.30 alle 19 - ingresso: prezzi da 3 a 10 €/open every day from 8.30 am to 7pm - ticket from 3 to 10 € - www.parcovalledeitempli.it

Agrigento, tempio dei Dioscuri/Dioscuri temple

Agrigento, tempio della Concordia temple of Concordia


Tre per tre

Three for three

Tre città per raccontare tre storie diverse seppure nello stesso territorio provinciale. Iniziando dall’antica Eraclea Minoa, che leggenda vuole essere stata costruita da Minosse, abitata fin dal III millennio a.C. La città pietrificata di oggi è quella ellenistica distrutta nel 70 a.C. Tra il VI e il V secolo data Adranon, la città identificata da Diodoro Siculo - nei pressi dell’odierna Sambuca di Sicilia - certamente colonia selinuntina, di cui restano, oltre che la città, un interessante santuario (completo di sacro recinto e persino di un altare rotondo, interrato per precauzione) e una ricca necropoli. La più giovane è Finziade, che piano piano torna alla luce in quel di Licata. Costruita nel 282 a.C. dal tiranno agrigentino Finzia (quasi certamente laddove i Fenici avevano un villaggio già nel XII secolo a.C.) pare non aver subito la furia di nemici, ma solo l’inesorabile oblio del tempo. Dal 1985, però, la terra licatese sta restituendo case e isolati di un quartiere residenziale, oltre il disegno ordinatissimo di plateiai e stenopoi (strade principali e perpendicolari) da seguire come un filo d’Arianna per scoprire cos’altro si nasconde sotto terra.

Three cities to tell three different stories though in the same provincial territory. Beginning from the ancient Eraclea Minoa, which legend has it was built by Minos, and was inhabited from the 3rd millennium BC. The petrified city of today is the Hellenistic one destroyed in 70 BC. From between the 6th and 5th centuries there dates Adranon, the city identified by Diodorus Siculus - near today’s Sambuca di Sicilia - and certainly a colony of Selinunte. What is extant, in addition to the city, is an interesting shrine (complete with sacred enclosure and even a round altar, buried as a precaution) and a rich necropolis. The youngest one is Phintiad, which is gradually coming to light in the Licata area. Built in 282 BC by the Agrigento tyrant Phintias (almost certainly where the Phoenicians already had a village in the 12th century BC) it seems not to have suffered the fury of enemies, but only the inexorable oblivion of time. Since 1985, however, the Licata area has been yielding houses and blocks of a residential district, as well as the orderly layout of plateiai and stenopoi (main and perpendicular streets) to be followed like Ariadne’s thread to discover what else is hidden under the ground.

Eraclea Minoa (Cattolica Eraclea) > Zona archeologica/Archaeological Area Antiquarium: tel. 0922 497315 - apertura: tutti i giorni - orario: 9/16 - ingresso 2 € open every day 9/16 - ticket 2 € www.cattolicaeracleaonline.it Adranon (Sambuca di Sicilia) > Zona archeologica/Archaeological area: tel. 0925 946083 - Apertura: tutti i giorni orario: 9 /18.30 - ingresso libero/open every day 9/18.30 - free entry Antiquarium, ex monastero di Santa Caterina: tel. 0925 940239 - apertura: tutti i giorni - orario: 9/13 - 16/19.30 ingresso libero/open every day 9/13-16/19.30 free entry Finziade (Licata) > Museo archeologico/Archaeological Museum della Badia: via Dante, 12 - tel. 0922 772602 - aperto: tutti i giorni orario: lun-sab 9/13 - 16/19.30; dom 9/12.30 Ingresso libero/open every day 9/13-16/19.30 sunday 9/12.30 - free entry

Adranone


Arte neolitica Abitate fin dal 10.000 a.C. (anno più, anno meno...), le isole Egadi sono state la tavolozza su cui gli uomini del Neolitico hanno lasciato impresse le proprie emozioni. A Favignana ci sono le grotte delle Uccerie e del Pozzo in cui si attestano queste antiche presenze per le iscrizioni fenicio-puniche, mentre in località Calazza sono stati trovati due scheletri di età tardo-ellenistica. Tracce di una necropoli fenicia (dell’VIII secolo a.C.), poi, sono state rinvenute in zona San Nicola. Se Marettimo è da visitare per l’abitazione romana del I secolo d.C. (in quel di Piano case), oltre che per la meravigliosa vegetazione naturale, a Levanzo bisogna giungere preparati, giacché la Grotta del Genovese ci riserva una sorpresa immensa: all’interno, l’aula più nascosta - ampia almeno otto metri - è interamente ricoperta di graffiti e pitture rupestri. I graffiti, nella parte più bassa, risalgono al Paleolitico superiore e raffigurano soprattutto animali (equini per lo più). Più in alto, le pitture della fine del Neolitico, con corpi umani filiformi - in nero - e le prime rappresentazioni di pesci (tonni e delfini) presenti in tutta Europa.

Levanzo, Grotta del Genovese/Genovese Cave

Comune di Favignana (per le Egadi) > piazza Europa, 2 - tel. 0923 920011

Favignana

Neolithic art Inhabited since 10,000 BC (give or take a few years...), the Aegadean islands were the palette on which the men of the Neolithic engraved their emotions. On Favignana there are the Uccerie and Pozzo caves in which these ancient presences are attested to by Phoenician-Punic inscriptions, while in the Calazza area two skeletons from the late Hellenistic age have been found. Traces of a Phoenician necropolis (from the 8th century BC) have been found in the San Nicola area. While Marettimo is to be visited for the Roman residence from the 1st century AD (in the Piano Case area), as well as for the marvellous natural vegetation, you have to go to Levanzo prepared, since the Genoese Cave holds an immense surprise in store: on the inside, the most hidden chamber at least 8 metres wide - is entirely covered with graffiti and rock paintings. The graffiti, in the lowest part, go back to the upper Palaeolithic and represent above all animals (mostly horses). Further up, there are paintings from the end of the Neolithic, with filiform human bodies - in black and the first representations of marine creatures (tunas and dolphins) present in Europe. 51


Marsala, nave punica/punic ship - ph archivio comunale Marsala

Mozia

Atlantide di Sicilia Atlantis in Sicily Nell’VIII secolo a.C. i Fenici sbarcarono su un’isoletta collegata alla terraferma da uno stretto istmo, circondata per il resto da una laguna racchiusa da altre isole che la proteggevano dal mare aperto. Su quest’isoletta vi costruirono una città, che divenne ben presto molto importante, visto che qui si riunirono i Fenici che cercavano riparo dall’avanzata greca. L’isola si trasformò in una città, bella e ricca di scambi commerciali, tanto da far gola ai Siracusani che l’assediarono e la distrussero. I suoi abitanti - siamo nel IV secolo a.C. - si trasferirono sull’isola madre, la Sicilia, dove fondarono la città di Lilibeo. L’isola di cui abbiamo parlato non è Atlantide, ma è Mozia, sulla quale alla fine dell’800 il nobile Joseph Whitaker scoprì la città dimenticata, oggi interamente visitabile insieme con il bel museo. La città di Lilibeo altro non è che Marsala dove si “deve” visitare il Museo Archeologico Baglio Anselmi, all’interno del quale è custodita la nave punica del III secolo a.C., unica al mondo. Molto interessante è anche la villa romana (del III secolo anch’essa), e l’antro della Sibilla Lilibetana, sotto la Chiesa di San Giovanni Battista nei pressi di Capo Boeo.

In the 8th century BC the Phoenicians landed on an islet connected to the dry land of a narrow isthmus, surrounded for the rest by a lagoon contained by other islands that protected it from the open sea. On this islet they built a city that very soon became of great importance, considering that here there gathered the Phoenicians seeking shelter from the Greek advance. The island turned into a city, beautiful and rich in commercial exchanges, so much so as to attract the Syracusans, who besieged it and destroyed it. Its inhabitants - in the 4th century BC - moved to the mother island, Sicily, where they founded the city of Lilybaeum. The island we have referred to is not Atlantis, but Motya, on which at the end of the 19th century Joseph Whitaker discovered the forgotten city, today entirely visitable together with the beautiful museum. The city of Lilybaeum is none other than Marsala, where a “must” is a visit to the Baglio Anselmi Archaeological Museum, in which there is a Punic ship from the 3rd century BC, unique in the world. Also very interesting is the Roman villa (also from the 3rd century), and the cavern of the Sibilla Lilibetana, under the San Giovanni Battista Church near Capo Boeo.

Mozia > Zona archeologica e Museo/Archeological area and Museum Whitaker: tel. 0923 712598 - apertura: tutti i giorni - orario: 1° novembre/31 marzo: 9/15; 1°aprile/30 ottobre: 9.30/13.30-14.30/18.30 - ingresso 9 €/open every day 9/16 - opening hours: 1 November31 March 9/15; 1April -30 October 9.30/13.30-14.30/18.30 - ticket 9 € Marsala > Museo archeologico/Archaeological museum “Baglio Anselmi”: tel. 0923 953614 - apertura: tutti i giorni - orario: 9/18 - ingresso: 3 €/open every day 9/18 - ticket 3 € www.regione.sicilia.it/ bbccaa/soprinTP/arche/Baglio_Anselmi.HTM (La villa romana e l’antro della Sibilla sono oggetto di restauri e resteranno chiusi al pubblico fino a lavori ultimati/the villa and the Sibilla’s cavern will remain closed until the end of the current restoration works) 52


Tra Cartagine e Lilibeo Between Carthage and Lilybaeum Gli antichi geografi segnavano come tappa necessaria lungo la rotta Cartagine-Lilibeo lo scalo di Cossyra, città di origine punica fondata su un’isoletta in mezzo al mare. Cossyra è l’abitato di Pantelleria, isola di lava scura in cui la presenza dell’Uomo si registra fin dal V millennio a.C. senza alcuna soluzione di continuità, anche se i primi residenti “stabili” si rintracciano solo nel II millennio.

Pantelleria - ph Carla Silva

Ancient geographers marked as a necessary stage along the Carthage-Lilybaeum route the port of Cossyra, a city of Punic origin founded on an islet in the middle of the sea. Cossyra is the dwelling area of Pantelleria, an island of dark lava in which the presence of man is recorded from the 5th millennium BC without a break, though the first “stable” residents are only traced to the 2nd millennium.

Pantelleria, Sese Grande - ph Carla Silva

Pantelleria > Ufficio informazioni turistiche/Tourist Office: tel. 0923 695039 - www.comunepantelleria.it

A questa data si fa risalire il villaggio di Mursia, lungo la costa Nord-occidentale, abitato da una popolazione che, oltre a costruire mura di fortificazione e capanne a pianta circolare, ha segnato i suoi morti con monumenti funerari chiamati “sesi”, costruzioni megalitiche troppo simili ai nuraghi sardi per non far sospettare un qualche collegamento. Più recenti - solo del IX secolo a.C. - i resti dell’acropoli in quel di San Marco e il Tempio di Venere, questo di epoca punica. Nella memoria recente resta la meraviglia del ritrovamento di tre ritratti di epoca romana rinvenuti all’interno di una antica cisterna per l’acqua: uno raffigura Giulio Cesare, uno l’imperatore Tito e il terzo una donna di nobile rango. Molto altro ha però in serbo quest’isola affascinate, da scoprire insieme con il suo panorama unico.

From this epoch there dates the village of Mursia, along the north-western coast, inhabited by a population that, in addition to building fortification walls and circular huts, marked corpses with gravestones called sesi, megalithic constructions that are too similar to the Sardinian nuraghi for one not to suspect a connection. Most recent - only from the 9th century BC - are the remains of the acropolis in the San Marco area and the Temple of Venus from the Punic epoch. In recent memory there remains the wonder of the recovery of three portraits from the Roman epoch found in an ancient water cistern: one depicts Julius Caesar, one the emperor Titus and the third a woman of noble rank. However, this fascinating island holds much more in store, to be discovered together with its unique panorama. 53


Il tesoro “danzante” The “dancing” treasure Siamo giunti a Mazara del Vallo, abitata sin dai primi cacciatori del Paleolitico superiore (14.00012.000 a.C.) e, secondo quanto dice lo storico Diodoro Siculo, fu sia emporion fenicio, sia phrourion (fortino) greco. Mazara (toponimo fenicio?) si ritrovò ad essere città di frontiera tra le due Sicilie, quella fenicia a Ovest, quella greca a est, che qui convergevano. La città, in ogni caso, non fu mai abbandonata, ma venne abitata man mano che trascorrevano i

We have reached Mazara del Vallo, inhabited since the time of the first hunters of the Upper Palaeolithic (14,000-12,000 BC). According to the historian Diodorus Siculus, it was both a Phoenician emporion and a Greek phrourion (fort). Mazara (a Phoenician place name?) found itself being the frontier city between the two Sicilies, the Phoenician one to the west, the Greek one to the east, which converged here. The city, in any case, was never abandoned, but was inhabited over the centuries by the various peo-

Il Satiro Danzante/the Dancing Satyr - ph Mazara Web

Mazara del Vallo > Museo del Satiro/Museum of the Satyr: Chiesa di S. Egidio, piazza Plebiscito - tel. 0923 933917 - apertura: tutti giorni esclusi i festivi - orario: 9/13-15/21.30 - ingresso: 4,50 €/open every day except holidays - opening hours: 9/13-15/21.30 ticket 4,50 € Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali > tel. 0923 808111 www.comune.mazara-del-vallo.tp.it/ turismo/satiro - www.mazaraonline.it/satiro/museo_satiro_01.htm

secoli dalle varie genti che giunsero sull’Isola. Mazara del Vallo, però, è conosciuta nel mondo per essere sede del Museo del Satiro, casa di un bronzo di eccezionale bellezza risalente (forse) al V secolo a.C.: c’è chi sostiene, addirittura, che si tratti del celebre satiro periboetos che Plinio ci dice essere opera del famoso Prassitele. È vero, però, che un vaso attico del IV secolo raffigura un satiro praticamente identico a questo in bronzo, alto 2,50 mt, perfetto nel suo movimento elegante, la cui vista da sola vale l’intero viaggio in Sicilia. 54

ples that came to the island. Mazara del Vallo, however, is known around the world as the place of the Museum of the Satyr, housing a bronze statue of exceptional beauty dating back (perhaps) to the 5th century BC: there are even those who maintain that it is the famous satyr periboetos that Pliny says was done by the famous Praxiteles. It is true, however, that an Attic vase from the 4th century depicts a satyr practically identical to this one in bronze, 2.5 metres tall, perfect in its elegant movement, seeing which would in itself justify a trip to Sicily.


Pietra su pietra Stone on stone Man mano che si scava, di Segesta si scopre l’abitato sempre più antico, fino a raggiungere le pietre elime, che ci narrano del vero periodo d’oro della città. È pur vero, però, che le testimonianze archeologiche più imponenti sono quelle dell’età greca, a cominciare dal tempio edificato sulla collina tra il 430 e il 420 a.C. In stile dorico, pur rispondendo ai canoni greci, si offre ancora con i particolari che lo caratterizzano, a cominciare dal fatto che non ha la cella: questa assenza ha generato molte discussioni, finendo con il dividere gli archeologi tra quanti pen-

Segesta, il tempio/the temple

As it is excavated, the ancient settlement of Segesta is discovered more and more, down to the Elymian stones, which tell us of the true golden age of the city. It is also true, however, that the most imposing archaeological vestiges are the ones from the Greek age, starting from the temple built on the hill between 430 and the 420 BC. In the Doric style, though satisfying the Greek canons, it still presents itself with the details that characterize it, starting from the fact that it has no cella: this has caused a lot of arguments, ending up causing a split

Segesta, il teatro/the theatre

Segesta > Zona archeologica/Archaeological Area Calatafimi: tel. 0924 952356 - apertura: tutti i giorni - orario: in inverno 9/16; in estate 9/18 - ingresso: 6 € (Ogni estate il teatro greco è sede di rappresentazioni classiche, moderne, spettacoli di danza e di varia natura; servizio di bus-navetta per raggiungere la cima del monte)/open every day - opening hours: winter 9/16 summer 9/18 - ticket 6 € (every summer the Greek theatre houses many events; bus service to the top) www.comune.calatafimisegesta.tp.it

savano che - in mancanza anche del tetto - il tempio non sia mai stato ultimato, e quanti sostenevano che essendo gli abitanti Elimi, avessero usi e costumi diversi. Il tempio, comunque, è bellissimo. Nei suoi pressi, il teatro, costruito nel III secolo a.C. sulla vetta del monte Barbaro in modo tale che potesse offrire ai suoi 4000 spettatori lo scenario di un panorama immenso. Del teatro, ancora oggi utilizzato, si conserva la cavea, che purtroppo ha perso la gradinata più alta. Non resta molto della scena, ma la fossa dell’orchestra è ancora in perfette condizioni.

between archaeologists who thought that - there being no roof either - the temple was never completed, and maintained that the inhabitants being Elymians, they had different customs and traditions. The temple, at all events, is very beautiful. Nearby there is the theatre, dated to the 3rd century BC, built on the peak of Monte Barbaro so as to offer its 4000 spectators an immense panorama. What is extant from the theatre, still used today, is the pit, which unfortunately has lost the top tier. Little remains of the stage, but the pit of the orchestra is still in perfect condition. 55


Selinunte, il tempio/the temple

Selinunte > territorio di Castelvetrano, Parco archeologico/archaeological park: tel. 0924 46277 - apertura: tutti i giorni - orario: in inverno 9/16; in estate 9/17 - ingresso: 6 €/open every day - opening hours: winter 9/16 summer 9/17 - ticket 6 € - www.selinunte.cc - www.selinunte.net Cave di Cusa > a 3 km da/at 3 km from Campobello di Mazara - ingresso libero/free entry - www.comune.campobellodimazara.tp.it/cavecusa.htm

Prezzemolo megarese Megara parsley Fondata da coloni di Megara Iblea nel VII secolo a.C., pare che Selinunte debba il suo nome alla presenza del prezzemolo selvatico (selinon). Una curiosità non confermata, mentre è certo che questa sia una delle aree archeologiche più grandi e più importanti presenti in Europa. C’è da visitare tutta l’acropoli, nella zona meridionale del parco, circondata da mura da un lato e a strapiombo sul mare dall’altro. Qui si trovano cinque degli otto templi presenti nell’area, tra cui quello indicato come “C”, forse dedicato ad Apollo. La zona più antica è a Nord del parco, dove si rintracciano le prime costruzioni megaresi. Poi c’è la collina orientale, con i templi “E”, “F” e “G”, tra i quali proprio quest’ultimo merita attenzione perché le sue dimensioni lo rendevano tra i più grandi del mondo allora conosciuto. A Ovest c’è il santuario dedicato alla dea del melograno, Malòphoros. Non è da mancare una visita alle Cave di Cusa, da cui furono estratti i materiali per edificare Selinunte. La particolarità del sito è accresciuta dal fatto che sembra che la cava sia stata abbandonata all’improvviso. 56

Founded by settlers from Megara Iblea in the 7th century BC, it seems that Selinunte owes its name to the presence of wild parsley (selinon). This curiosity is not confirmed, while it is certain that this is one of the biggest and most important archaeological areas in Europe. One can visit the whole acropolis, in the southern area of the park, surrounded by walls on one side and sheer over the sea on the other. Here there are five of the eight temples in the area, among them the one referred to as “C”, perhaps dedicated to Apollo. The most ancient area is to the north of the park, where there are the first constructions by the Megara settlers. Then there is the eastern hill, with temples “E”, “F” and “G”. Among these the latter deserves special attention because its size made it one of the biggest in the world then known. To the west there is the shrine dedicated to the goddess of the pomegranate, Malòphoros. Not to be missed is a visit to the Cusa Quarry, from which the materials came for building Selinunte. The particularity of the site is increased by the fact that it seems that the quarry was suddenly abandoned.


Città strategiche Strategic cities Sebbene la provincia palermitana sia ricchissima di zone archeologiche, per questo breve escursus ne abbiamo selezionate solo tre, le più “strategiche” per la storia dell’Isola. A cominciare da Imera (nei pressi di Termini Imerese), i cui resti ci dicono essere stata abitata da fedeli agli dei dell’Olimpo, ma anche ai culti dei corsi d’acqua (come nella religione sicana), nonostante il linguaggio risentisse di influenze siracusane. Certo è che sorge in posizione elevata sul navigabile fiume Imera, con vista sulla costa e sulle strade che conducevano ad Akragas. Solunto, sulla costa settentrionale (a 2 km. da Santa Flavia), ci ha conservato le sue rovine del IV secolo, anche se è certo che fu fondata dai Fenici, abitata dai Cartaginesi, dai Greci e dai Romani. Tappa importantissima è poi quella di Ietas, sul Monte Jato (tra San Giuseppe Jato e San Cipirello), abitata fin dal III millennio, presa ai Cartaginesi dai Greci nel IV secolo a.C., poi dai Romani, dai Bizantini, dagli Arabi e poi dagli Svevi, che utilizzarono i suoi marmi per costruirvi case e palazzi: è questo uno dei primi esempi di “sacco edilizio” nella storia siciliana... I reperti più preziosi si trovano nell’antiquarium di Himera, in quello di Solunto e, soprattutto, nel ricchissimo Museo Archeologico di Palermo.

Although Palermo province is very rich in archaeological zones, for this brief excursus we have selected only three of them, the most “strategic” for the history of the island. We start from Imera (near Termini Imerese), whose remains tell us it was inhabited by devotees of the gods of Olympus and people who worshiped watercourses (as in the Sican religion), although the idiom reflected Syracusan influences. Certainly it is in a high position on the navigable river Imera, with a view of the coast and of the roads that led to Akragas. Solunto, on the north coast (2 kilometres from Santa Flavia), has preserved its ruins from the 4th century, though it is certain that it was founded by the Phoenicians, and inhabited by the Carthaginians, the Greeks and the Romans. Then a very important place to visit is Ietas, on Monte Jato (between San Giuseppe Jato and San Cipirello), inhabited from the 3rd millennium, taken from the Carthaginians by the Greeks in the 4th century BC, then by the Romans, by the Byzantines, by the Arabs and then by the Swabians, who used its marbles to build houses and other places there: it is this one of the first examples of a “building plunder” in Sicilian history. The most precious items are in the antiquarium of Himera, in that of Solunto and, above all, in the rich Archaeological Museum in Palermo.

Himera > Zona Archeologica e/Archaeological area and Antiquarium Himera: contrada Buonfornello,Termini Imerese - tel. 091 8140128 - apertura: tutti i giorni - orario: lun./sab. 9/17,30; dom. e festivi 9/14 - ingresso: 2 €/open every day - opening hours: Mon/Sat 9/17.30 Sun and holidays 9/14 - ticket 2 € Solunto > Zona Archeologica e Antiquarium: via Collegio Romano, Località Solunto Santa Flavia - tel.091 904557 - apertura: tutti i giorni - orario: lun./sab. 9/17,30; dom. e festivi 9/14 - ingresso: 2 €/open every day - opening hours: Mon/Sat 9/17.30 Sun and holidays 9/14 - ticket 2 € Ietas > apertura zona archeologica: lun-mer-ven-festivi 9/14; mar-gio-sab 9/16 (9/18 in estate)/archaeological area opening: Mon-Wed-Fri and holidays 9/14; Tue-Thu-Sat 9/16 (9/18 in summer) Antiquarium Jetino > via Roma, 318, San Cipirello tel. 091 8573083 - ingresso libero/free entry Museo Archeologico Regionale/Archaeological Regional Museum “Antonino Salinas” > via Bara all’Olivella, 24, Palermo - tel. 091 6620220 - apertura: tutti i giorni; orario: mar/ven 8.30/13.45 - 15/18.45; lun-sab. dom. e festivi 8.30/13.45 - ingresso: 6 €/open every day opening hours: Tue/Fri 8.30/13.45 - 15/18.45 Mon-Sat Sun and holidays 8.30/13.45 - ticket 6 € Monte Jato




Undicesimo appuntamento con il mondo affascinante del dialetto siciliano: a far da Cicerone la ricercatrice di tradizioni popolari Sara Favarò > Eleventh appointment with the fascinating world of Sicilian dialect: with the popular traditions’ researcher Sara Favarò I testi si possono ascoltare cliccando > You can hear the texts by clicking on

www.sikania.it

Tiritappiti e San Martinu Tiritappiti and St. Martin I cibi e le bevande che scandiscono i ritmi delle feste, oltre che nutrimento, costituiscono dei simboli pervasi da ritualità che vanno dalle pratiche magicoreligiose alla scelta degli ingredienti, ai comportamenti inerenti la preparazione, la foggia, il modo di servire e anche di mangiare o bere. Un complesso sistema di comunicazione che, molte volte, è retaggio di antiche culture pagane transitate nell’uso cristiano. Tale è il caso della festività di S. Martino riconducibile alle antiche feste greche dette Antestèrie. Ad Atene, il primo giorno del mese di Anteisterione (novembre) si usava spillare e festeggiare con il vino nuovo, così come avviene oggi, l’11 novembre, giornata in cui la Chiesa Cattolica celebra S. Martino. Da questa usanza il detto: “Per S. Martino ogni mosto diventa vino”. L’indomani, al popolo si distribuiva il vino nelle brocche e, in un banchetto pubblico, si gareggiava a chi fosse riuscito a bere per primo la sua porzione: il premio consisteva in un otre di vino. Il terzo giorno il simulacro di Dioniso, dio greco delle licenziosità e del vino (Bacco per i Romani), veniva portato festosamente in processione per le strade di Atene. Nelle 60

The foods and drinks that mark out the rhythms of feast, in addition to nourishment, constitute symbols pervaded by rituality that go from magicreligious practices to the choice of the ingredients, to the behaviours relating to the preparation, the presentation, the way of serving and also of eating or drinking them. It is a complex system of communication that many times is a heritage of ancient pagan cultures handed down into the Christian customs. This is the case of the festivity of St. Martin, referable to the ancient Greek feasts called Antestèrie. In Athens, on the first day of the month of Antesterion (November) people used to drink and celebrate with new wine, as happens today, on 11 November, the day when the Catholic Church celebrates St. Martin. From this custom comes the saying: “For St. Martin all must becomes wine.” The next day, wine was distributed to the populace in pitchers, and in a public banquet there was a competition to see who succeeded in drinking his portion first, the prize consisting in a leather bag of wine. On the third day the simulacrum of Dionysus, the Greek god of licentiousness and


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feste dionisiache riviveva il culto religioso della ierogamia, ossia dell’accoppiamento tra due divinità o tra una divinità e un mortale, come era avvenuto per Dioniso e Arianna. Arianna era stata abbandonata sull’isola di Cnosso dal marito Teseo, e Bacco, come cantato da Ovidio (43 a.C. - 17 d.C.) in “L’arte di amare”: Ecco Bacco chiamare il suo poeta: lui pure favorisce gli amanti e protegge la fiamma di cui brucia egli stesso […] la tenne serrata al petto senza che lei resistesse e la rapì, non v’è nulla che un dio non possa fare. Tali cerimonie erano riti propiziatori di fecondità. Nella tradizione popolare siciliana, per la giornata di S. Martino si usava preparare un pranzo luculliano i cui elementi indispensabili erano il vino nuovo, la carne di maiale o, in mancanza, di tacchino, e i tipici biscotti di S. Martino, che gli adulti mangiavano inzuppati nel vino, mentre i bambini, al risveglio, li ammorbidivano nel latte. I biscotti avevano due sagome di chiara valenza simbolica collegata alla procreazione, erano cioè a bastoncino o rotondi. Il riferimento fallico del bastoncino è lapalissiano così come la rotondità, che rappresenta il grembo femminile fecondato. Con gli anni la forma femminile ha preso il sopravvento su quella maschile. Dolci la cui simbologia è connessa alla riproduzione della vita, e in stretta relazione anche con la fertilità della terra. Novembre è, infatti, il mese della semina. È dall’unione del seme con la terra che prenderanno vita i germogli delle piante, dal grano alla frutta, indispensabili al sostentamento dell’uomo. Da lì il mescolamento del culto di Dioniso con quello di Demetra, dea protettrice della terra. Tra i tanti giochi fanciulleschi della tradizione siciliana c’è n’è uno, in particolare, che gli adulti facevano con i piccini. Si afferrava dolcemente il polso del piccolo e si ripeteva una filastrocca. Ad ogni parola si faceva oscillare la manina ed in ultimo la si indirizzava verso la guancia del bimbo a mo’ di scappellotto, anche se, chiaramente, era solo una carezza: Mano molle, mano molle, / il Signore te la incolla. / Te la incolla con pane e vino, / tiritappiti e San Martino. Quando ero piccola e mio nonno Ciccio ripeteva la filastrocca, facendo oscillare la mia manina, giunti al momento dello “scappellotto”, istintivamente, tiravo indietro il capo pur sapendo che, come sempre, ad arrivare sarebbe stata una carezza, seguita da un bacio. Mio nonno diceva: Mano molle, mano molle, / il Signore te la incolla. / Te la incolla con la colla / mano molle mano molle. (testo: sara favarò > foto: archivio sara favarò e archivio krea). 62

Manu modda, manu modda, Lu Signuri ti la ‘ncodda. Ti la ‘ncodda a pani e vinu Tiritappiti e Sammartinu. Manu modda manu modda, lu Signuri ti la ‘ncodda. Ti la ‘ncodda cu la codda, manu modda manu modda


wine (Bacchus for the Romans), was carried festively in a procession through the streets of Athens. In the Dionysiac feasts there was revived the religious cult of hierogamy, i.e. the union of two divinities or of a divinity and a mortal, as had happened for Dionysus and Ariadne. Ariadne had been abandoned on the island of Knossos by her husband Theseus, and of Bacchus Ovid (43 BC-17 AD) writes in “The art of loving” as follows: “Here is Bacchus calling his poet: he also favours lovers and protects the flame with which he himself burns… he kept it clasped to his breast without her resisting and abducted her, there is nothing that a god cannot do.” Such ceremonies were propitiatory rites of fertility. In the Sicilian folk tradition, for St. Martin’s day the custom was to prepare a Lucullan lunch whose essential elements were new wine, pork or, failing this, turkey and the typical St. Martin’s biscuits, which adults ate dipped in wine, while the children, when they woke up, softened them in milk. The biscuits had two shapes with clear symbolic value connected to procreation: in fact they were stick-shaped or round. The phallic reference of the stick is evident, just as the roundness represents the fertilized female womb. With the passing of years the female shape has prevailed over the masculine one. The symbolism of these biscuits is connected to the reproduction of life, and also closely related to the fertility of the land. In this connection, November is the month of seed-

ing. It is from the union of the seed with the earth that the buds of the plants will take on life, from corn to the fruit, essential to man’s subsistence. Hence the cult of Dionysus was blended with that of Demeter, the goddess protecting the earth. Among the many children’s games in the Sicilian tradition there is one in particular that adults played with children. You softly took the child’s wrist and repeated a nursery rhyme to him. At every word you made his little hand move and at the end you took it towards the child’s cheek like a little blow, though clearly it was only a caress: Soft hand, soft hand, the Lord glues it to you. He glues it to you with bread and wine, tiritappiti and St. Martin. When I was small and my grandfather Ciccio repeated the nursery rhyme, making my little hand move to and fro, when the moment of the “blow” came, instinctively I pulled my head back, though knowing, that, as always, a caress would come, followed by a kiss. My grandfather said: Soft hand, soft hand, the Lord glues it to you. He glues it to you with glue soft hand soft hand. (text: sara favarò > photos: sara favarò archive and Krea archive).

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Il mito in Sicilia Myth in Sicily “Demetra dalle belle chiome, dea, veneranda, io comincio a cantare, e con lei la figlia dalle belle caviglie, che Aidoneo rapì; lo concedeva Zeus dal tuono profondo, che vede lontano, eludendo Demetra dalla spada d’oro, dea delle splendide messi...” (Omero, Inno a Demetra)

Busto di Demetra, copia romana in marmo da originale greco del IV secolo a.C.- Museo Nazionale Romano > Demeter, marble Roman copy after a Greek original from the 4th century BC.

“I begin to sing of rich-haired Demeter, awful goddess, of her and her trim-ankled daughter whom Aidoneus [Hades] rapt away, given to him by all-seeing Zeus the loud-thunderer, eluding Demeter, lady of the golden sword and goddess of splendid harvests...” (Homer, Hymn to Demeter) “...Tratteremo innanzitutto della Sicilia, sia perché è la più fertile delle isole, sia perché le spetta il primo posto per l’antichità dei miti che la riguardano. (...) I Sicelioti che la abitano hanno appreso dagli antenati (la notizia che è stata sacra a Demetra e Kore); alcuni poeti raccontano che in occasione delle nozze di Plutone e Persefone quest’isola fu donata da Zeus alla sposa come dono di nozze. Gli storici più autorevoli affermano che i Sicani erano autoctoni, che le suddette dee apparvero per la prima volta in quest’isola e che la Sicilia per prima produsse il frutto del grano grazie alla fertilità della sua terra...”. Così Diodoro Siculo ci racconta del mito di Cerere, chiamata Demetra dai Greci, e della figlia Proserpina, nota anche con il nome di Persefone o Kore (letteralmente “figlia”), rapita da Plutone quell’Aidoneo cantato da Omero - il dio fratello di Giove chiamato a governare sul mondo dell’Aldilà. In effetti, per meglio comprendere questo mito, 64

“... We will deal first of all with Sicily, both because it is the most fertile of the islands, and because it has the first place for the antiquity of the myths that concern it... The Siceliots that live there have learned from their ancestors [the notice that it was sacred to Demeter and Kore]; some poets recount that on the occasion of the wedding of Pluto and Persephone Zeus gave this island to the bride as a wedding gift. The most authoritative historians affirm that the Sicans were autochthonous, that the aforesaid goddesses appeared for the first time on this island and that Sicily first produced the fruit of corn thanks to the fertility of its earth....” Thus Diodorus Siculus speaks of the myth of Ceres, called Demeter by the Greeks, and of her daughter Proserpina, also known by the name of Persephone or Kore (literally “daughter”), abducted by Pluto - that Aidoneus sung of by Homer - the god that was a brother of Jupiter called on to govern the netherworld. In effect, in order better to understand this myth,


“Demetra e Persefone celebrano i misteri eleusini”, bassorilievo in marmo del 440-430 a.C., Museo Archeologico Nazionale - Atene > “Demeter and Persephone celebrating the Eleusinian Mysteries”, marble basrelief, ca. 440–430 BC., National Archaeological Museum in Athens


“Il ratto di Proserpina”, affresco di Luca Giordano > “The abduction of Proserpina” fresco by Luca Giordano

che tanta importanza ebbe in terra di Sicilia, è bene chiarire che, secondo alcune fonti, Demetra è sorella di Giove, ed è a lei che il nume dell’Olimpo avrebbe regalato l’isola quale dono per compiacere la donna, giacché - come al solito - Giove ardeva dal desiderio di giacere con lei. Cosa che accadde e da cui sarebbe nata l’unica figlia di Demetra, Persefone. Ancora Diodoro Siculo: “Favoleggiano che il ratto di Kore sia avvenuto nei prati vicino ad Enna. È questo un luogo vicino alla città, bello per le viole e altri fiori… si dice che per il profumo dei fiori presenti, i cani che sono soliti cacciare, non possono seguire le tracce, impediti nella facoltà percettiva del senso dell’odorato… nelle vicinanze vi sono prati e boschi… e una spelonca che ha un’apertura sotterranea… dalla quale dicono che sia uscito Plutone per rapire Kore (...)”. Un luogo che viene individuato nei pressi del lago di Pergusa, uno specchio d’acqua che per le sue caratteristiche deve aver molto impressionato gli antichi. Il mito, infatti, racconta che Cerere fosse venuta a vivere su quest’isola, e che su questi prati fioriti cresceva la figlia. Un giorno, mentre quest’ultima raccoglieva fiori in compagnia di altre fanciulle, pare si 66

which had so much importance in the land of Sicily, it must be made very clear that, according to some sources, Demeter is the sister of Jupiter, and that it is to her that the god of Olympus would appear to have given the island as a gift to gratify the woman, since as usual - Jupiter burned with desire to lie with her. This was a thing that happened and from which the only daughter of Demeter, Persephone, appears to have been born. Diodorus Siculus further writes: “They tell tales that the rape of Kore occurred in the meadows near Enna. This is a place near the city, beautiful for violets and other flowers… it is said that because of the scent of the flowers present, dogs that usually hunt cannot follow the traces, prevented in the perceptive faculty of the sense of smell… nearby there are meadows and woods… and a cave that has an underground opening… from which they say that Pluto came out to abduct Kore...” This place is identified near Lake Pergusa, a pool that because of its characteristics must have made a great impression on the ancients. In this connection the myth says that Ceres had come to live on this island, and that on these flowerfilled meadows her daughter grew up. One day, while the girl was picking flowers together with other girls,


sia allontanata alla ricerca di viole; approfittando di questa distrazione, Plutone - che da tempo ne ammirava le dolci forme - pare sia balzato fuori dalla terra sul suo carro trainato da neri destrieri e con un sol gesto la ghermì. A nulla valsero le grida della giovane, ché il volere degli dei rese sordi gli uomini ai suoi richiami. Le compagne di gioco, però, scoprirono ben presto la scomparsa della giovinetta, e riferirono alla potente madre. Demetra cercò e cercò, poi si disperò e, piangendo di dolore, vagò per tutta l’isola, dalla punta occidentale (e qui le cadde la falce che poi avrebbe dato forma alla città di Trapani) fino alla vetta orientale, l’Etna, da cui lei accese le fiaccole che le illuminarono la notte. Poi Demetra capì: nessuno può sparire così senza l’aiuto degli dei. Capì, e Apollo - che tutto aveva visto - le diede conferma. Demetra, allora, calò sul suo viso un velo nero e gridò al potente fratello dell’Olimpo (“battendosi le mani sulle cosce”, pre-

it seems she went further afield in search of violets; taking advantage of this distraction, Pluto - who for a long time had admired her sweet shape - jumped out of the earth on his cart pulled by black steeds and with a single gesture seized her. The girl’s cries were in vain, for the will of the gods made men deaf to them. Her playmates, however, very soon discovered the girl’s disappearance, and told her powerful mother about it. Demeter looked and looked, and then despaired and, crying with grief, wandered all over the island, from the western tip (and here she dropped the scythe that was to form the city of Trapani) to the eastern peak, Etna, whose torches she lit that illuminated the night to her. Then Demeter realised: nobody could disappear like that without the help of the gods. She realised, and Apollo - who had seen everything - confirmed it. Demeter then lowered a black veil over her face, and shouted to her powerful brother on Olympus (“beating her hands on her hips”, some texts specify) that

“... Per l’antichità di questa credenza, cioè che in quei luoghi si trovano le tracce e la culla di queste divinità (Demetra e Kore), vi è in tutta la Sicilia uno straordinario culto in privato e in pubblico per la Cerere ennese...” (Cicerone - In Verrem, IV, 49) “... Because of the antiquity of this belief, that is to say that in these places the traces and cradle are found of these divinities (Demeter and Kore), there is in all Sicily an extraordinary cult in private and in public for Ceres of Enna...” (Cicero - In Verrem, IV, 49)

“Il rapimento di Persefone”, Versailles > “The abduction of Persephone”, Versailles

cisano alcuni testi) che mai più avrebbe preso parte al banchetto degli dei e che la terra tutta avrebbe partecipato al suo lutto. E così la terra si asciugò, le piante seccarono e le spighe furono vuote. Giove si commosse e chiese al fratello Plutone di rendere la moglie alla madre addolorata. Ma Plu-

she would take part no more in the banquet of the gods and that all the earth would take part in her mourning. And so the earth dried up, the plants dried up and the ears of corn were empty. Jupiter was moved and asked his brother Pluto to give his bride back to the grieving mother. But Pluto, 67


Statua attribuita alla dea Demetra, copia romana in marmo da un originale greco del 420 a.C., Museo PioClementino, Roma > Statue of a goddess restored as Demeter, marble Roman copy after a Greek original from ca. 420 BC., Museum Pio-Clementino, Rome


Myth in Sicily

Il mito in Sicilia

Uno scorcio del lago di Pergusa, a pochissimi chilometri da Enna, luogo in cui il mito racconta sia avvenuto il celebre rapimento di Kore ad opera di Plutone, il dio che governava gli inferi > A glimpse of lake Pergusa, not far from Enna, where, according to the myth, Pluto, god of Hades, abducted Kore

tone, che era pur sempre un dio e, in quanto tale, tutto sapeva, con un inganno aveva fatto mangiare alla giovane moglie tre chicchi di melograno, ed è regola che chi ha mangiato nell’Ade non può più far ritorno alla luce. Giove, tuttavia, riuscì a ottenere un compromesso: Persefone avrebbe trascorso otto mesi con la madre, quattro, invece, nel regno del marito. Da qui l’alternarsi delle stagioni, quella fertile e quella arida, ma anche il ciclo della vita, nascitamorte-rinascita, alla base dei misteri eleusini che ebbero molta importanza nel mondo antico e che molta importanza diedero proprio al sito ennese. Cicerone tramanda infatti che, per placare la dea affinché terminasse “un momento molto difficile dello Stato (...) i sacerdoti del popolo romano, pur essendovi nella nostra città un bellissimo e splendido tempio di Cerere, tuttavia partirono fino alla volta di Enna. Così grande era l’antichità e l’autorità di quel culto che, andando in quel luogo, non al tempio di Cerere, ma sembrava che si recassero da Cerere in persona”. Esiste nei pressi di Enna la cosiddetta Rocca di Cerere, sperone roccioso sul quale sarebbe sorto il tempio alla dea dedicato e di cui oggi non restano che poche tracce. (XVIII - continua - maria lohman)

who was a god after all and as such knew everything, with a trick got his young wife to eat three segments of a pomegranate, and it is a rule that anyone who has eaten in Hades cannot return to the light anymore. Jupiter, nevertheless, succeeded in obtaining a compromise: Persephone would spend eight months a year with her mother, and four in her husband’s kingdom. This gave rise to the alternation of the seasons, the fertile one and the arid one, but also to the cycle of life, birth-death-rebirth, at the basis of the Eleusinian mysteries that were of great importance in the ancient world and that gave great importance precisely to the site near Enna. Cicero, indeed, reports that, in order to appease the goddess so as to end “a very difficult moment of the state ... the priests of the Roman people, though in our city there is a very beautiful and splendid temple of Ceres, nevertheless set out for Enna. So great was the antiquity and the authority of that cult that, going to that place, and not to the temple of Ceres, it seemed that they were going to Ceres in person.” Near Enna there is the so-called Rock of Ceres, a spur on which the temple devoted to the goddess is said to have stood and of which today only very few traces remain. (XVIII - to be continued - maria lohman) 69


tesori nascosti>hidden treasures Il restauro della Battaglia di Lepanto al piano terra dell’edificio secentesco > The restoration of the “Battle of Lepanto” in the ground floor of the 17th century building


TESORI NASCOSTI>HIDDEN TREASURES

Dove morì l’inquisitore Where the inquisitor died Le infinite sorprese celate dalle possenti mura dello Steri > The endless surprises concealed by the robust walls of the Steri building Un “fortino” edificato nel 1320 e da allora ininterrottamente utilizzato ha tantissime storie da raccontare, e le più sorprendenti sono quelle scoperte più di recente, grazie agli uomini che usano la propria curiosità per restituire ciò che altri uomini hanno coperto, nascosto, cancellato. Cominciamo dal 1906, quando allo Steri capita un tale Giuseppe Pitré che scopre i primi graffiti delle carceri dei Penitenziati, un edificio alle spalle di quello che si ammira dalla piazza Marina e che a tanti uffici è stato chiamato, tra cui quello di ospi-

tare, nel Seicento, le celle del Tribunale dell’Inquisizione che, da quando Pitré venne chiamato allo studio dei primi graffiti (ri)scoperti, non hanno terminato la loro opera di “informazione”, di “documentazione” sugli anni bui ereditati da Torquemada. Dal 1906, però, facciamo un salto fino al 2003, quando prendono avvio nuovi lavori di ricerca e restauro e poi, ancora, un piccolo salto fino al 2006, quando, al primo piano dell’edificio, vengono alla luce “nuovi” graffiti, anzi - per essere più pre-

A “bunker” built in 1320 and uninterruptedly used since then has so many stories to tell, and the most amazing are those discovered most recently, as the years and the centuries go by, as men use curiosity to give back what other men have covered, hidden, wiped out. So it happens that to Steri there went a man called Giuseppe Pitré, who discovered the first graffiti of the Penitenziati prisons, a building behind what is admired from the square Piazza Marina and that has performed many different functions. Among these, in the seventeenth century it contained the cells of

the Inquisition Tribunal, which since that distant 1906 - the year when Pitré was called on to study the first (re)discovered graffiti - have not interrupted their work of “information” or “documentation” on the dark years inherited by Torquemada. From 1906, however, let us jump to 2003, when new research and restoration work started; then another small jump to 2006, when, on the first floor of the building, there came to light “new” graffiti, or rather - to be more precise - new layers of graffiti, since from 1601 to 1782 (from the construction of the wing in question to the end of the Inquisition) so much life

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cisi - nuovi strati di graffiti, giacché dal 1601 al 1782 (dalla costruzione dell’ala in questione alla fine dell’Inquisizione) tanta vita e tanti segni sono rimasti graffiati su questi muri (vedi Sikania n. 240 novembre 2006). Ma ancora due anni fa non si sapeva cos’altro ci fosse tra queste mura, cosa ci fosse “sotto” questi pavimenti fino a quando, tra lo stupore degli addetti ai lavori, è venuto alla luce un edificio sotterraneo. In un primo tempo si è addirittura ipotizzato che si trattasse della prima testimonianza del quartiere degli emiri, quell’Al Halisa di cui non c’è individuazione geografica. Poi, però, si è appurato che si tratta “solo” di un edifico con lo stemma dei Chiaramonte, sorto - su eleganti archi ad ogiva - a fianco di una fornace normanna per la lavorazione di ceramica e vetro. Gli scavi continuano, gli studi pure. Nei pressi di questa fabbrica duecentesca è saltata fuori una scala, nascosta all’interno di una parete “recente”, che è stata una sorta di filo d’Arianna: seguendola, eccoci al primo piano e un po’ più su, ad un piano intermedio, chiuso da una parete molto robusta, troppo. Al suo interno, infatti, la scala proLa facciata dell’edificio chiaramontano > The façade of the Chiaramonte building

and so many signs were scratched onto these walls (see Sikania 240 - November 2006). But two years ago no one yet knew what else there was inside these walls, what there was “under” these floors. Let us start from the lower part, from the underground building that came to light to the amazement of the employees. At first it was even hypothesized that it was a vestige of that Al Halisa of the Arabs, the Chosen one, the district of the emirs which has not been geographically identified. Then, however, it was ascertained that it was “only” a building with the coat-of-arms of the Chiaramontes, put up - on elegant ogival arches - next to a Norman kiln for ceramics and glass. The excavations continue, and so do the studies. At this thirteenth-century building a staircase was found, hidden inside a “recent” wall, which was a sort of Ariadne’s thread: following it, one found oneself on the first floor, and a little further on, on an intermediate floor, closed off by a very robust wall, too robust. Inside it, indeed, the staircase continued, and then went - as today it is possible to see - to the main building of Steri, up to the

Fra’ Diego La Matina Battezzato nella Chiesa dell’Annunziata di Racalmuto il 15 marzo del 1622, Diego entra giovanissimo nel convento degli agostiniani di Sant’Adriano. Non si sa per quale ragione, nel 1644 viene arrestato e rimesso al Tribunale dell’Inquisizione, ma gli bastò chiedere perdono per tornare in libertà (essendo un religioso, quale reato poteva valergli l’Inquisizione, ma essere tanto lieve da venir perdonato?). Nel 1645 fra’ Diego torna davanti al Tribunale, abiura e viene liberato. Di nuovo nel 1646, ma questa volta la sua ostinazione gli costa cinque anni di galera, ovvero cinque anni ai remi come forzato. Nel 1648 ancora un autodafé, un’assoluzione e il ritorno al remo (come per la confessione, si viene assolti ma si deve scontare il peccato). Nel 1649, “sedusse alcuni forzati nelli soi errori” e per questo nel 1650 venne “condannato e recluso murato in perpetuo in una stanza”. Evase nel 1656 per pochi giorni, nel 1657 uccise De Cisneros e il 17 marzo del 1658 perì sul rogo nel piano di Sant’Erasmo.

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Sotto lo Steri, i resti della fabbrica duecentesca di ceramica e vetro > Under the Steri, there is a 13th century factory of ceramics and glass

seguiva, fino a lanciarsi - come oggi è possibile vedere - fino al corpo principale dello Steri, fino alla Sala Carapezza, allora “Sala del Segreto”. Ecco, quindi, ancora un altro collegamento con la storia, con una storia che adesso si può ricostruire nello stesso luogo in cui è avvenuta. È la storia di fra’ Diego La Matina, ricostruita con grande perizia e partecipazione da Leonardo Sciascia nel suo “Morte dell’inquisitore”. Qui, in questo vano tra due piani, avevano sede i “colloqui” con i penitenziati (i carcerati), ovvero gli interrogatori, e qui avvenne il “fattaccio”: fra’ Diego, pur con i ceppi ai polsi, si scagliò con disperato furore contro l’inquisitore Juan Lopez De Cisneros e, sferratogli sulla testa un colpo violento con i ceppi, lo uccise. In tutta la storia dell’Inquisizione spagnola, due soli furono i suoi “magistrati” morti ammazzati: Pedro Arbues, ucciso nella spagnola Aragona del 1485, e il De Cisneros, appunto, proprio dove noi ora possiamo “conoscere” ciò che l’incendio del 27 giugno del 1783 distrusse, ovvero l’intero archivio delle cosiddette “cause di fede” di quell’orrendo Tribunale. Mettendo insieme gli studi di Sciascia con quanto risalta sui muri ci viene restituita una storia per-

Carapezza Room, at that time called the “Room of the Secret.” So here there is yet another connection with history, with a story that now can be reconstructed in the very place in which it happened. It is the story of Brother Diego La Matina, reconstructed with great skill and participation by Leonardo Sciascia in his “The Death of the Inquisitor.” Here, in this room between two floors, there were “interviews” with the interrogators, and here the “bad thing” happened: Brother Diego, though his wrists were fettered, threw himself with desperate fury against the inquisitor Juan Lopez De Cisneros, and striking a violent blow on his head with the fetters, killed him. In the whole history of the Spanish inquisition, only two “judges” were killed: Pedro Arbues, in a night trap in Spanish Aragona in 1485 and one, precisely where we now know what the fire of 27 June 1783 destroyed, i.e. the whole archive of the so-called “causes of faith” of that horrendous Court. Putting together the studies by Sciascia with what stands out on the walls we recover a lost story, the only version of which that we had was

Brother Diego La Matina Baptized in the Annunziata Church at Racalmuto on 15 March 1622, Diego when young entered the Sant’Adriano Augustinian monastery. We do not know why, but in 1644 he was arrested and handed over to the Inquisition, but it was enough for him to ask for forgiveness to be freed (being a religious, what crime could bring him to the attention of the Inquisition but be so light as to be forgiven?). In 1645 Brother Diego was again before the Tribunal, recanted and was freed. He was there again in 1646 but this time his stubbornness cost him 5 years’ imprisonment, or rather 5 years in the galleys. In 1648 yet another auto-da-fé, an absolution and back to the galleys (as for confession, one was acquitted but had to pay for the sin). In 1649, “he seduced some prisoners into his own errors” and for this reason in 1650 he was “convicted and perpetually walled in a room.” Having escaped in 1656 for few days, in 1657 he killed De Cisneros and on 17 March 1658 was burnt at the stake in the Sant’Erasmo area.

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duta, di cui l’unica versione che avevamo era quella scritta dagli spagnoli (o dai loro affiliati), con buona pace della verità. Così, soprattutto nelle celle del piano terra si legge la storia di un popolo che aveva appena conosciuto le doti miracolose di Santa Rosalia, ma che chiedeva ancora protezione alle sante Ninfa, Cristina, Anna e Oliva; un popolo di uomini e donne che chiedeva protezione a San Rocco e che cercava di fermare la follia di cui si trovava vittima dipingendo un’imponente battaglia di Lepanto. Ci sono Madonne con il Bambino al seno, ma ci sono anche disegni che potremmo chiamare carica-

the one written by the Spanish (or their affiliates), with scarce attention to the truth. Thus, especially in the cells on the ground floor we read the story of a people that had just known the miraculous gifts of Santa Rosalia, but still asked for the protection of the saints Ninfa, Cristina, Anna and Olive; a people of men and women that asked San Rocco for protection and tried to stop the folly of which it was a victim by painting an imposing battle of Lepanto. There are Madonnas with Baby Jesus on their breasts, but there are also drawings that we could call caricatures like the one - on the first floor - that

I personaggi del Vecchio Testamento, la Madonna e scritte in inglese all’interno di una delle celle > Old Testament carachters, The Madonna and English texts inside one of the cells

ture, come quello - al primo piano - che “affresca” una latrina: c’è l’inquisitore a cavallo mentre il quadrupede... la fa! Ci sono mappe di una Sicilia dimenticata (con l’avvertenza, a quanti sarebbero venuti dopo, di aggiungere i nomi dei luoghi ancora non segnati), ci sono versi strazianti di dolore cieco (“Nun ci nd’è nu scuntenti comu mia:/mortu, e nun pozzu la vita finiri...”, ovvero “non esiste nessuno scontento come me: / morto, e non posso mettere fine alla vita”), ci sono segni di profonda cultura (“cui trasi in chista orrenda sepultura vidi rignari la gran crudeltati unni sta suttu alli secreti mura: nisciti di spiranza vui chi ntrati...”, in italiano “chi entra in questa orrenda sepoltura vede 74

“frescoes” a latrine: there is the investigator on horseback while the quadruped “goes”! There are maps of forgotten Sicily (with a request, to those that would come later, to add the names of the places not yet marked), there are agonizing verses of blind pain (“Nun ci nd’è nu scuntenti comu mia:/mortu, e nun pozzu la vita finiri...”, i.e. “there is no one as discontented as me: / dead, and yet I cannot put an end to my life”), there are signs of deep culture (“cui trasi in chista orrenda sepultura vidi rignari la gran crudeltati unni sta suttu alli secreti mura: nisciti di spiranza vui chi ntrati...”, i.e. “anyone who enters this horrendous sepulchre sees the great cruelty that is under the hidden walls reign: abandon


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regnare la grande crudeltà che sta sotto i muri nascosti: uscite dalla speranza voi che entrate...”), ma anche di quell’ironia che da sempre permea il popolo siciliano (“Fa cunto c’avissi vinuto ahora”, ovvero un suggerimento a “fai finta di essere arrivato ora”). Al primo piano, poi, è stata rintracciata la cella che fu di fra’ Diego, dove è stata collocata una ricostruzione della sedia che fu il suo supplizio, dove sono state riaperte le feritoie originali e dove, grazie alle tecnologie di questo XXI secolo, si può udire la campanella che nel Seicento annunciava l’autodafé, mentre una voce ci narra la storia di un uomo che persino un cronista dell’epoca, agli ordini del Tribunale, è costretto a riconoscere che “non mutò aspetto, né mosse collo, né piegò sua costa”. Oggi, rileggendo il libro di Sciascia, possiamo riascoltare la cronaca del Matranga, al quale lo scrittore siciliano si rifece, e figurarci la scena: “Nel basso corridore delle carceri segrete, il perfido reo era stato condotto; vestito coll’abito sagro della setta sua Venerabile e da lui non meritata religione; e sopra sedia di legno ben forte, fabbricata a posta, con catene e legami di ferro, che tutte le parti gli cingevano fu egli più tanto incatenato che fatto sedere: dalla sua indomabile volontà, che ogni ora minacciava ferite e stragi, cotanto si temeva (...)”. (emilia gatti)

hope you that enter...”), but also some of that irony that has always permeated the Sicilian people (“Fa cunto c’avissi vinuto ahora”, that is to say the suggestion that “you pretend to have arrived now”). Then on the first floor the cell has been traced where Frà Diego was held. Here there is now a reconstruction of the chair that was used for his torture. In the cell the original loopholes have been reconstructed and, thanks to the technologies of this 21st century, you can hear the little bell that in the seventeenth century announced the auto-da-fé, while a voice narrates the story of a man about whom even a chronicler of the day, on the orders of the Court, is forced to recognize that “he did not change his look, nor moved his neck, nor bent his rib.” Today, rereading the book by Sciascia, we cannot help hearing again the words of the chronicle by Matranga and imagining, as in a film, how “In the low corridor of the secret prisons, the perfidious offender had been conducted; dressed in the sacred habit of the religion he said was Venerable and did not deserve; and above a chair of very strong wood, built on purpose, with chains and iron bonds that encircled all his parts, he was more chained that seated: from his indomitable will, which constantly threatened wounds and slaughters, so much was feared...” (emilia gatti)

L’impegno del recupero Per restaurare l’edificio progettato dall’esperto Diego Sanchez nel 1603, di cui oggi ci restano 16 celle equamente suddivise su due piani, ci sono voluti 6,2 milioni di euro, un finanziamento europeo che è valso all’equipe dell’Università di Palermo che ha svolto i lavori anche un premio aggiuntivo di 360.000 euro per la puntualità dei tempi e per il mantenimento della spesa. Questo premio è stato investito per nuovi saggi nelle ultime tre celle e soprattutto per quelli alle fondazioni, visto che il sottosuolo ha da poco restituito il sito archeologico normanno. Il capo della divisione tecnica Antonino Catalano e il direttore dei lavori Domenico Policarpo - insieme con tutto lo staff di restauratori - potrebbero ancora riservarci tante altre nuove sorprese: ad esempio, si dovrebbe investigare ancora proprio l’area duecentesca, al di sotto delle carceri.

The commitment of recovery Restoring the building designed by the expert Diego Sanchez in 1603, from which today there remain 16 cells equally divided between two floors, cost 6.2 million euros, a European financing which earned the team of the University of Palermo that did the work an additional prize of 360,000 euros for punctuality and remaining within the budget. This prize was invested for new explorations in the last three cells and above all for the ones at the foundations, considering that the subsoil has recently yielded a Norman archaeological site. The head of the technical division Antonino Catalano and the director of works Domenico Policarpo - together with the whole staff of restorers - might still hold a lot more surprises in store for us: for instance, the thirteenthcentury area, below the prisons, is still to be investigated.

informazioni information > Piazza Marina, 61 - tel. 091 6075843 - www.leviedeitesori.it 75



I Consigli di Sikania > Sikania advices

la Sicilia vien viaggiando an appetite for Sicily comes by travelling

> week end > dove dormire > dove mangiare > il ristorante > l’albergo > week end > where to sleep > where to eat > the restaurant > the hotel


Dove mangiare Where to eat

Palermo & Provincia CUCINA PAPOFF Palermo - via I. La Lumia, 32 091 586460, chiuso sabato a pranzo e domenica, 35 € SHAKESPEARE & COMPANY Palermo - Salita Artale, 5, 091 7495205, chiuso mercoledì, 40/45 € PIZZERIA LE PERGAMENE Palermo - piazza Marina, 48/49, 091 6166142; 20 € AL DESCO Palermo - via Judica, 23; 091 6090587, aperto solo a cena, chiuso domenica, 40 € FARO VERDE DA BENITO S. Flavia - largo San Nicolicchia, 14, Porticello 091 957977 chiuso martedì, 40 € IL BAVAGLINO Terrasini - lungomare Praiola, 2; 091 8681284, chiuso martedì, 18 €

Agrigento & Provincia

OSTERIA CACCIATORE Castrofilippo - c.da Torre, 0922 829824, chiuso mercoledì, 22 €

LA SCALA Caltagirone - scala S. M. del Monte, 8 0933 57781, chiuso mercoledì, 20 €

LA MADIA Licata - via F. Re Capriata, 22; 0922 771443, chiuso martedì e domenica sera in inverno, menù degustazione 40 €

IL GIARDINO DI BACCO San Giovanni La Punta - via Piave, 3 095 7512727, chiuso lunedì, a pranzo da martedì a sabato, gennaio, 35 €

VECCHIO FIENILE Scicli - loc. Playa Grande, SP 18 km. 4, 0932 930377, chiuso mercoledì, 30 €

Enna & Provincia

Siracusa & Provincia

ARISTON Enna - via Roma, 353, 0935 26038, chiuso domenica, prezzo medio 25 €

TAVERNETTA DEL PAPIRO Siracusa - via Tripoli, 6, 0931 461066, chiuso domenica e in agosto, 25/30 €

LA BRACE Calascibetta - SS. 290 km 46, 0935 34699, chiuso lunedì e agosto, 25 €

TAVERNA LA CIALOMA Pachino - piazza Regina Margherita, 23 0931 841772, chiuso martedì, 25 €

Messina & Provincia

MAURIZIO Porto Palo di Capo Passero - via Tagliamento, 22 0931 842644, chiuso martedì (mai in estate), ferie da fine ottobre a fine novembre; 30 €

ACQUARIUS S. S. di Quisquina - via L. Attardi, 62, 0922 982432, chiuso mercoledì, prezzo medio 25 €

Caltanissetta & Provincia VICOLO DUOMO Caltanissetta - vicolo Duomo, 5 0934 582331, chiuso domenica e lunedì a pranzo, 22/25 € L’ANGOLODIVINO Caltanissetta - via Di Cataldo, 0934 542983, chiuso lunedì e domenica sera, 25 € CASANOVA Gela - via Venezia, 89 0933 918580, chiuso domenica, lunedì a cena e dal 15 al 31 agosto, 30 €

LEON D’ORO Agrigento - viale Emporium, 102; 0922 414400, chiuso lunedì, 40 €

VILLA ROSANGELO Mazzarino - contrada Pileri, 0934 381437, chiuso lunedì, 20 €

VITTORIO Menfi - via Friuli Venezia Giulia, 9, loc. Porto Palo, 0925 78381 chiuso lunedì sera, 30 €

Catania & Provincia L’AMBASCIATA DEL MARE Catania - piazza Duomo, 6, 095 341003; chiuso lunedì, 25 € OSTERIA ANTICA MARINA Catania - via Pardo, 29 095 348197; chiuso mercoledì, 30 €

Ristorante

REGINE Via Trapani, 4/a Palermo 091 58 65 66

DUE SORELLE Messina - piazza Municipio, 4; 090 44720, chiuso lunedì e in agosto, 25 € DON SANTO (TRATTORIA TIPICA) Floresta - c.da Favoscuro, 0941 662030; chiuso lunedì tranne luglio ed agosto; 20 € www.donsanto.it VILLA LA ROSA Filicudi (I. Eolie - ME) - via Rosa, 24, 090 9889965, prezzo medio 25 € vini esclusi; info@villalarosa.it www.villalarosa.it LA MACINA San Marco d’Alunzio - via Aluntina, 48 0941 797848, chiuso martedì, 25 €

IL CARATO Catania - via V. Emanuele II, 81 095 7159247, 35 €, menù degustazione 52 €, vegetariano 26 €

COVO DEL PIRATA Milazzo - lungomare Garibaldi (p.le Marullo) 090 9284437, chiuso mercoledì, 35 €

LA GROTTA Acireale - via Scalo Grande, 46, loc. Santa Maria La Scala, 095 7648153, chiuso martedì e due settimane in inverno, 35 €

Ragusa & Provincia

GALATEA Acitrezza - via Livorno, 146, 095 277913; chiuso lunedì e due settimane a novembre, 40 € ‘U TRAPPITU Militello Val di Catania - via Principe Branciforti, 125; 095 811447, chiuso lunedì, aperto a pranzo solo su prenotazione, 15 €

SERAFINO DAL 1953 Marina di Ragusa - lungomare A. Doria 0932 239522, aperto dal sabato di Pasqua al 30 novembre, 30 €

IL BAROCCO Palazzolo Acreide - via Duca d’Aosta, 27 0931 883266; chiuso martedì, 18 €

TRATTORIA DEL CROCIFISSO DA BAGLIERI Noto - via Principe Umberto, 48, 0931 571 151 chiuso mercoledì, 20 € Trapani & Provincia CANTINA SICILIANA Trapani - via Giudecca, 36 0923 28673, chiuso periodo natalizio, 30 € TAVERNA PARADISO Trapani - lungomare Dante Alighieri, 22 0923 22303; chiuso domenica, 30 €

DUOMO Ragusa - via Capitano Bocchieri, 31 0932 651265, chiuso lunedì e domenica sera, 60 €

LA PINETA DI ANGELO Castelvetrano - via Punta Cantone, località Marinella di Selinunte 0924 46820; sempre aperto (eccetto festivi), 30 €

LE MAGNOLIE Modica - via Gianforma, 179, loc. Frigintini 0932 908136, chiuso martedì, 25 €

EL PESCADOR DA PASQUALE Favignana - p.zza Europa, 38 0923 921035, chiuso mercoledì a pranzo (solo in inverno), 25/30 €

CUCINA E VINO Ragusa Ibla - via Orfanotrofio, 91 0932 686447, chiuso martedì, 20 €

PESCATORE Mazara del Vallo - via Castelvetrano, 191 0923 947580 chiuso lunedì, 35 €


WEEK END>

> Vendicari (Siracusa)

15-16/11 Ornitologia e antichità Ornithology and antiquities Al principio dell’inverno, nelle aree umide lungo la costa siciliana si affollano gli uccelli e così il mese di novembre è l’occasione per dedicarsi al birdwatching. Nella riserva di Vendicari, ad esempio, a sud di Siracusa, dove l’ente gestore, l’Azienda Foreste Demaniali, mantiene i sentieri e i gabbiotti nei quali è possibile sistemarsi per osservare gli uccelli senza disturbarli. In inverno, la popolazione ornitologica è composta soprattutto da anatre, folaghe e cormorani, e per conoscerli si può richiedere una guida specializzata all’ufficio siracusano dell’Azienda Foreste: il servizio è gratuito, è sufficiente inviare un fax con una settimana di anticipo al numero 0931 62373. Alla passeggiata a Vendicari, splendida nella sua veste invernale, si possono abbinare le visite alle principali zone di interesse del territorio, a cominciare dalla Villa del Tellaro, una residenza romana che si trova a breve distanza da qui, in contrada Vaddeddi (aperta tutti i giorni dalle 9 alle 19; ingresso 6 €. Informazioni tel. 0931 573883).

At the beginning of winter, in the wetlands along the Sicilian coast there are crowds of birds and so the month of November is a chance to devote oneself to birdwatching: for example, in the Vendicari reserve, south of Syracuse, where the managing body, the Demesnal Forestry Body, maintains the paths and the shelters in which it is possible to get to observe the birds without disturbing them. In winter, the ornithological population is made up above all of ducks, coots and cormorants, and to get to know them you can ask the Forestry for a specialist guide: the service is free; you just have to send a fax a week before to the number 0931 62373. You can combine a walk in Vendicari, whose winter look is splendid, with visits to the main areas of interest in the territory, starting from the Tellaro Villa, a Roman residence a short distance from here in the Vaddeddi area (open every day from 9 am to 7 pm; admission 6 €. For information call 0931 573883).

Informazioni> Information: Azienda Foreste > Forestry tel. 0931 67450 Dove dormire> Where to sleep Monteluce Country House C.da Vaddeddi, Noto tel. 335 6901871 Doppia BB da > double BB from 120 € Dove mangiare> Where to eat Ristorante Cantuccio Via Cavour, 12, Noto tel. 0931 837464 chiuso lunedì; conto: 32-35 € > closed on Mondays; bill: 32-35 €

Come arrivare > How to get there Da Catania, percorrere in direzione Siracusa la SS114 e immettersi poi sull’autostrada per Noto, fino all’uscita segnalata; da qui, provinciale per Pachino: l’accesso alla riserva è indicato da tabelle > From Catania, take state highway SS 114 towards Syracuse and then get on the motorway for Noto, as far as the marked exit; take the provincial highway for Pachino; the entrance to the reserve is signposted 79


Dove dormire Where to sleep

Palermo & Provincia

Caltanissetta & Provincia

ASTORIA PALACE HOTEL **** Palermo - via Montepellegrino, 62 091 6280140 - fax 091 6371227 da 178 €

SAN MICHELE **** Caltanissetta - via Fasci Siciliani 0934 553750; da 120 €

HOTEL UCCIARDHOME **** Palermo - via Enrico Albanese, 34-36; 848 836766; da 160 €

A GRITURISMO PALLADIO Riesi - contrada Palladio, 0934 921305; 67 €

HOTEL CRYSTAL PALACE *** Palermo - via Roma 477/a; 091 6112580, da 130 € IL MEZZANINO DEL GATTOPARDO Palermo - via Alloro, 145; 333 4771703; da 110 €

Catania & Provincia LA VECCHIA PALMA *** Catania - via Etnea, 668 095 432025; da 100 €

ALBERI DEL PARADISO **** Cefalù - via dei Mulini, 18, 0921 423900; da 96 € (camera con finestra)

VILLA PARADISO DELL’ETNA **** S. Giovanni la Punta - via per Viagrande, 37 095 7512409; da 260 €

Agrigento & Provincia DIOSCURI BAY PALACE **** Agrigento - lungomare Falcone e Borsellino, 1 0922 406111; 170 € standard - 200 € deluxe HOTEL KAOS Villaggio Pirandello 0922 598622; da 130 € B&B LOCANDA DEL MORO Sciacca - via Liguori, 44, 0925 86756; 80 € AGRITURISMO CASALICCHIO Cammarata - contrada Casalicchio, 0922 908144; da 110 €

B&B RESIDENCE DELLE STELLE Caltanissetta - via San Giuliano, 27 0934 581819; 120 €

I prezzi si intendono per doppia BB VILLA GUSSIO NICOLETTI Leonforte - c.da Rossi, SS 121 km 94,750 0935 903268; 110/256 €

B&B TALIA Modica - via Exaudinos, 9, 0932 752075; da 120 €

BAGLIO SAN PIETRO Nicosia - località San Pietro, 0935 640529; 76 €

B&B LA CASA DI MONTALBANO Via A. Moro, 44, loc. Punta Secca, Santa Croce Camerina 0932 655566; da 64 € (min. 2 notti)

Messina & Provincia EUROPA PALACE HOTEL **** Messina - loc. Pistunina, SS 114 km 5+470 090 621601; da 100 € VILLA MIRAGLIA ** Cesarò - loc. Portella Miraglia SS 289 095 7732133; HB 100 € VILLA DUCALE **** Taormina - via Leonardo da Vinci, 60; 0942 28153; da 130 € D’ORANGE ALCANTARA *** Francavilla di Sicilia - via dei Mulini, 14/16 0942 981374; da 80 €

Siracusa & Provincia HOTEL ROMA **** Siracusa - via Minerva, 10, 0931 465626, da 200 € HOTEL MEDITERRANEO *** Siracusa - via Tripoli, 40, 0931 445047; da 75 € B&B AL TEATRO Siracusa - via del teatro, 15, 0931 64674; da 50 € AGRITURISMO CASA DELLO SCIROCCO Carlentini - c.da Piscitello; 095 447709 - 338 1720112; da 38 €

B&B SOTTO IL VULCANO Nicolosi - via Monpilieri, traversa V, s.n. 095 914851; da 57 €

RESIDENCE VILLA FIORENTINO Lipari - via G. Franza, 9 090 9812136; appartamento da 60 €

B&B I RUSTICI Trecastagni - via Archimede, 2, 095 7809956; da 30/35 €

Ragusa & Provincia

Enna & Provincia

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GRANDE ALBERGO SICILIA *** Enna - piazza N. Colajanni, 7; 0935 500850; 91/120 €

HOTEL PALAZZO DEGLI ARCHI Ragusa Ibla - corso Don Minzoni, 6 0932 686021; da 90 €

B&B TRA CIELO E SABBIA San Vito Lo Capo - via del Secco, 44 +39 0923 972638 cell. +39 335 7488954; da 35 € www.tracieloesabbia.it

SELENE *** Piazza Armerina - via G.le Gaeta, 30/32 0935 683412; da 70 €

CAMBIOCAVALLO C.da Zimmardo - Pozzallo 0932 779118; da 110 €

KEMPINSKI GIARDINO DI COSTANZA *****L Mazara del Vallo - via Salemi km 7+100; 0923 907763; 339 €

Trapani & Provincia TORRI PEPOLI *** Erice - viale Conte Pepoli, 333 3010504; da 200 €

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WEEK END>

> Caltagirone (Catania)

27-30/11 Una vetrina di sapori A showcase of flavours Sapori del Mediterraneo è il titolo scelto per il “salone del gusto” che, riproponendo in sedicesimo il più rinomato evento torinese, si svolgerà a Caltagirone nella bella cornice della elegante villa comunale calatina, che ancora conserva l’aspetto che le volle dare l’architetto Basile alla fine dell’Ottocento. La rassegna gastronomica metterà in vetrina, per così dire, il meglio del settore enogastronomico isolano, offrendo a tutti i visitatori la possibilità di assaggiare - e apprezzare! - dolci e formaggi, miele e salumi, vini e liquori e quant’altro. Non mancano le iniziative collaterali, a cominciare dalle gare culinarie, e ci sono anche diversi eventi natalizi già in corso, visto che il periodo è quello in cui tradizionalmente Caltagirone avvia le proprie iniziative dicembrine. Un’occasione per i primi acquisti in vista del Natale, dato il sempre crescente successo dei doni “gastronomici”. Da presentare, magari, in una bella ciotola di ceramica di Caltagirone, un pezzo unico di artigianato da scegliere fra le tantissime vetrine della cittadina.

Flavours of the Mediterranean is the title chosen for the “salon of taste” that, repeating on a much smaller scale the more famous Turin event, will be held in Caltagirone in the beautiful setting of the elegant municipal villa, which still preserves the look the architect Basile chose to give it at the end of the nineteenth century. The gastronomic festival will display, so to speak, the best of the oenological-gastronomic sector on the island, affording all visitors an opportunity to taste - and to appreciate! sweets and cheeses, honey and meats, wines and liqueurs and everything else. There are also collateral initiatives, starting from cooking competitions, and there are various Christmas events already in progress, seeing that the period is the one in which traditionally Caltagirone starts its December initiatives. It is an opportunity for the first purchases in view of Christmas, seeing the ever-increasing success of “gastronomic” gifts, possibly to be presented in a beautiful ceramics bowl from Caltagirone, a unique piece of craftsmanship to be chosen in one of the many shops in the town.

Informazioni> Information: Sicilia eventi tel. 339 4542568 Dove dormire e mangiare > Where to sleep and eat Casale delle Rose contrada Santo Stefano, Caltagirone tel. 0933 25064

Ingresso e degustazioni > Entrance and tasting sessions 2€

ph_reziemba

Come arrivare > How to get there Da Catania, percorrere la Statale 417 per Gela, fino al bivio segnalato. Da Palermo, autostrada A19 fino all’uscita di Enna, seguire le indicazioni per Piazza Armerina e poi Caltagirone > From Catania, take state highway SS 417 for Gela, as far as the marked junction. From Palermo, A19 motorway as far as the Enna exit, follow the signs for Piazza Armerina and then Caltagirone 81


WEEK END>

> Sicilia

13/12 La festa di Santa Lucia The feast of St. Lucy

Siracusa: Chiesa di Santa Lucia e il Seppellimento di Santa Lucia di Caravaggio > The Church of St. Lucy and the Burial of St. Lucy by Caravaggio

Informazioni > Information: Azienda Turismo Siracusa > SiracusaTourist Information Office tel. 0931 481232 Comune > Council Belpasso tel. 095 912729 Pro Loco San Michele Ganzaria tel. 0933 978040

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Dicembre mese di feste: Natale, certo, ma non solo. C’è anche l’amatissima Santa Lucia, patrona della vista ma anche, si potrebbe dire, di pasticceri e rosticceri siciliani: a giudicare, almeno, dalla quantità di cuccìa e di arancine che, per far onore alla tradizione, si consumano il 13 dicembre, il giorno che le è dedicato. Lucia, martirizzata sotto Diocleziano nel 304, fu oggetto quasi subito di fervente adorazione, come attestano iscrizioni rinvenute nelle Catacombe di Siracusa, la città dove la santa nacque e morì. È proprio qui che si svolge la celebrazione siciliana più nota: circa 60 uomini con il berretto verde trasportano sulle spalle la grande statua d’argento della santa che solitamente è custodita nel Duomo fino alla chiesa di Santa Lucia al Sepolcro, dove sosterà per una settimana (partenza alle 15,30). Al simulacro d’argento si accodano i fedeli, i religiosi, un’antica carrozza del Senato di Siracusa, con tanto di cocchiere in livrea, e la delegazione svedese

December is a month of feasts: Christmas, of course, but not only this. There is also the beloved St. Lucy, the patron saint of sight but also, it could be said, of Sicilian confectioners and rotisserie owners: judging, at least, from the quantity of cuccìa and rice balls that, to honour the tradition, are consumed on 13 December, the day dedicated to her. Lucy, martyred under Diocletian in 304, almost immediately became the object of fervent adoration, as we know from inscriptions found in the Catacombs in Syracuse, the city where the saint was born and died. It is here that the best-known Sicilian celebration are held: about 60 men with green berets transport on their shoulders the big silver statue of the saint, which is usually kept in the Cathedral, to the Santa Lucia al Sepolcro church, where it will stay for a week (departure at 3.30 pm). The silver simulacrum is followed by the faithful, the religious, an old carriage of the Senate of Syracuse, with a coachman in livery and the Swedish delega-


WEEK END>

che proviene da Stoccolma, città dove tradizionalmente il culto per la santa è assai sentito e la cui festa è da tempo gemellata con quella siracusana. Interessante anche la festa di Belpasso (Ct) sulle falde meridionali dell’Etna, dove la sera della vigilia si svolge una sfilata di grandi carri sui quali sono allestite scene di vita della santa. La spettacolare rappresentazione è seguita da fuochi pirotecnici, mentre l’indomani si continua con una solenne processione religiosa. A San Michele di Ganzaria, infine, la domenica più vicina al 13 (quest’anno, dunque, il 14) è il giorno della tradizionale sagra della cuccìa. Va detto subito, tuttavia, che in questo caso non si tratta del dolce a cui la maggioranza dei siciliani associa questo nome, ma di una minestra di frumento condita con aglio e olio. Alla degustazione si affiancano manifestazioni collaterali di vario genere: rievocazioni storiche, eventi dal sapore natalizio, spettacoli per bambini, ecc.

tion from Stockholm, a city where traditionally the cult for the saint is very much felt and whose feast has always been twinned with the one in Syracuse. Also interesting is the feast at Belpasso (Ct) on the southern slopes of Etna, where on the evening before there is a parade of big carts on which there are scenes from the life of the saint. The spectacular representation is followed by fireworks, while the next day there is a solemn religious procession. Lastly, at San Michele di Ganzaria, the Sunday to nearest 13 December (so this year on 14 December) is the day of the traditional feast of cuccìa. It must immediately be said, nevertheless, that this is not the dessert which the majority of Sicilians associate with this name, but a wheat soup seasoned with garlic and oil. Alongside the tasting sessions there are other events of various kinds: historical evocations, events with a Christmas flavour, shows for children, etc.

Dove dormire> Where to sleep Palazzo Giaracà via dei Mille, 34 Siracusa tel. 0931 464907 Borgo Petra via Teatro, 9, Mascalucia tel. 095 7277184 Agriturismo Gigliotto Contrada Gigliotto S.S. 117/bis Km 60 Caltagirone tel. 0933 970898 Dove mangiare> Where to eat Oinos via della Giudecca, 69/75, Siracusa tel. 0931 464900 Giardino di Bacco via Piave, 3, San Giovanni la Punta tel. 095 7512727 Fra.Ma.Lu. via G. Ballarò, 20 Caltagirone tel. 0933 21262

Belpasso, un carro di Santa Lucia durante la festa (ph. Comitato festeggiamenti S. Lucia); la cuccìa siciliana tradizionale e le arancine > Belpasso, one of the carts of St. Lucy; the typical cuccìa and the arancine 83


BUON APPETITO>ENJOY YOUR MEAL

I Consigli di Sikania a cura di > Sikania advices by

La Moresca > Ispica - Ragusa Torre Marabino, relais elegante ed accogliente in una antica torre tra maestosi alberi di carrubo, oliveti, vigneti e serre, e un’azienda leader nella produzione di prodotti ortofrutticoli biologici sono il contesto in cui si colloca il ristorante La Moresca. Il piccolo locale, sobrio ed elegante con appena venticinque coperti, nasce per coccolare i clienti del relais con piatti creati per far apprezzare agli ospiti i prodotti freschi del territorio. Lo chef, Giuseppe Catanese, propone ricette realizzate con verdure fresche dell’azienda agricola contigua, erbe aromatiche del giar-

dinetto davanti alla cucina, pescato del giorno acquistato dai pescatori di Portopalo di Capo Passero. Tra le proposte di questa stagione, piatto di benvenuto a base di crudo di baccalà con prugne e menta, a seguire pesce di stagione declinato in modo semplice con cotture veloci che ne esaltano freschezza e bontà: ad esempio, filetti di triglia su purea di finocchio, patè di rana pescatrice e croccanti filetti di carciofo, sapidi spiedini di orata di mare e scampi. Tra i primi, ravioli con ripieno di ricotta vaccina, con salsa al nero di seppia, pomodori secchi, pistacchi

Ristorante La Moresca del Relais Torre Marabino > Contrada Marabino, Ispica (RG), tel. 0932 955521; 50-60 €; www.torremarabino.com Marabino Tower, an elegant and pleasant restaurant in an old tower among majestic carob trees, olivegroves, vineyards and greenhouses and a leading firm in the production of organic fruit and vegetables, are the context in which the La Moresca restaurant is set. This small place, sober and elegant, with seating for just twenty-five people, came into being to spoil guests at the restaurant with dishes created to let them appreciate the fresh products of the territory. The chef, Giuseppe Catanese, does recipes realized with fresh vegetables from the adjacent farm, aromatic herbs from the little garden in front of the kitchen, and fish of 84

the day purchased from the fishermen of Portopalo di Capo Passero. Among the proposals of this season, there is a welcoming dish based on raw dried cod with plums and mint, followed by season’s fish done in a simple way with fast cooking enhancing its freshness and goodness: for instance, fillets of mullet on fennel purée, monkfish pâté and crisp fillets of artichoke, savoury kebabs of sea bream and scampi. Among the first courses, there is ravioli filled with cow’s milk ricotta, with cuttlefish ink sauce, dried tomatoes, pistachios and botargo, decorated with tomato and


www.cronachedigusto.it

la ricetta dello chef the chef’s recipe Involtini di tracina Caramellati al miele di zagara, ripieni di provola Ragusana affumicata, mandorle tostate, prosciutto Pata Negra e stecca di cannella, su specchio di salsa di carote al timo limonino Ingredienti: 100 g di filetto di tracina deliscato, un cucchiaino di miele di zagara di arancia; per il ripieno: mandorle tostate tritate q.b., 10 g di prosciutto Pata Negra, sfoglia di cannella in stecche, 10 g di provola ragusana affumicata; per la salsa: 50 g di carote, foglie di timo limonino q.b., olio extravergine d’oliva q.b., sale e pepe

e bottarga, decorata con salse di pomodoro e broccoli; gnocchi all’ortica con tenerumi e sugo di pescatrice, spaghetti alla chitarra con ragù del Mediterraneo con pesci di scoglio. Tra i secondi, polpo arrosto, in umido con ciliegino e finocchietto selvatico, in insalata con verdurine croccanti, tortino di caponata con merluzzo cotto nell’olio a bassa temperatura, pesce al sale, arrosto, al vapore e in umido. Per finire i dessert: strudel alle mele di pasta fillo, panna cotta alla carruba con salsa di mandorle di Avola, solo per citarne alcuni. Da segnalare la pasta e il pane prodotti nella cucina del ristorante. In sala troverete il servizio professionale e cortese del giovane maitre, Salvo Gennaro. I vini consigliati in abbinamento sono quelli della cantina Marabino, della stessa proprietà, ma c’è anche un’ampia scelta di etichette, nazionali ed estere. Il ristorante apre ai clienti esterni solo su prenotazione. (annalisa sagona)

Preparazione: distendere il filetto di tracina sul tagliere e coprirlo con carta forno, quindi batterlo con il batticarne. Sistemarvi gli ingredienti del ripieno e arrotolare, fermando con uno stecchino. Rosolare gli involtini in padella antiaderente con un filo d’olio e terminare la cottura in forno a 180° per 5 minuti, dopo aver spennellato gli involtini con il miele. Cuocere le carote in acqua bollente e frullarle con olio, sale, timo e poca acqua di cottura. Aggiungere un pizzico di pepe. Versare a specchio la salsa di carote sul fondo del piatto di portata, sistemare al centro l’involtino di tracina e guarnire con un filo di erba cipollina, julienne di carote o erbe aromatiche fritte.

broccoli sauces; nettle potato dumplings with tenerumi and monkfish sauce, spaghetti alla chitarra with Mediterranean ragout with rock fish. Among the second courses there is roast octopus stewed with cherry tomato and wild fennel, salad with crisp little vegetables, caponata pie with cod cooked in oil at a low temperature, and fish salted, grilled, steamed or stewed. At the end there are the desserts: apple strudel with fillo pasta, cooked cream with carob with Avola almond sauce, just to mention some of them. We must mention the pasta and bread produced in the kitchen of the restaurant. At the restaurant you will find the professional and polite service of the young maitre Gennaro Salvo. The wines recommended in combination are those of the Marabino wine cellar, owned by the same people, but there is also a big choice of labels, national and foreign. The restaurant is open to non-guests only on booking. (annalisa sagona)

Ingredients: 100 g of fillet of weever, filleted, a teaspoonful of orange blossom honey; for the filling: minced toasted almonds to taste, 10 g of Pata Negra ham, veneer of cinnamon in sticks, 10 g of smoked Ragusana provola; for the sauce 50 g of carrots, leaves of lemony thyme to taste, extra virgin olive oil to taste, salt and pepe

Candied weever kebabs with orange blossom honey, filled with smoked provola cheese from Ragusa province, toasted almonds, Pata Negra ham and cinnamon stick, on a bed of carrot sauce with lemony thyme

Preparation: lay the weever fillet on the board and cover it with oven paper, then beat it with the meat mallet. Put in the stuffing ingredients and roll up, keeping it together with a skewer. Brown the kebabs in a non-stick frying pan with a dash of oil and finish cooking in an oven at 180° for 5 minutes, after brushing the kebabs with the honey. Cook the carrots in hot water and whisk them with oil, salt, thyme and little cooking water. Add a pinch of pepper. Pour the carrot sauce on the bottom of the serving dish, place the weever kebab at the centre and garnish with a dash of chives, julienne of carrots or fried aromatic herbs.

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OSPITALITÀ>HOSPITALITY

I Consigli di Sikania > Sikania advices

Relais Angimbé > Calatafimi-Segesta (Trapani) “Terra benedetta da Dio”: ecco cosa significa il singolare nome dell’albergo che vi presentiamo in questo numero di Sikania. Un nome evocativo (che indica anche il folto e antico bosco di sugheri, di impianto probabilmente arabo, che si estende intorno alla storica struttura) per questo hotel che ha aperto i battenti da tre anni appena, in seguito alla ristrutturazione di una fattoria ottocentesca, severamente vincolata dalla Soprintendenza di Trapani per il suo valore culturale. La famiglia Lupo vi ha posto mano con tutta la

necessaria attenzione, realizzando un albergo di sicuro interesse anche per via del suo rustico aspetto, così caratteristico dei bagli trapanesi di una volta. Bassi edifici in tufo e travertino si dispongono con un piacevole porticato intorno al vasto cortile acciottolato, creando un’atmosfera di raccolta eleganza, confermata, per così dire, all’interno, dove le volte in pietra fanno da cornice ai curatissimi arredamenti. La categoria è quattro stelle, e le camere sono quindici. Fra esse alcune suite, in particolare la Junior s. con vasca a idromassaggio, zona salotto e una terraz-

Relais Angimbé > SS 113 Pa-Tp, uscita Alcamo Ovest Km 338,4 - 91013 Calatafimi-Segesta (TP), tel. 0924 530120 - www.angimbe.it; info@angimbe.it - doppia BB da 90 € > PalermoTrapani state highway SS 113, Alcamo West exit, km 338.4 - Double BB from 90 € “A land blessed by God”: this is the meaning of the unusual name of the hotel that we present in this issue of Sikania. An evocative name (which indicates the dense old cork oak wood, probably planted by the Arabs, which spreads out around the historical structure) for this hotel that opened just three years ago, after restructuring a nineteenthcentury farm severely protected by the Trapani Superintendence because of its cultural value. The Lupo family did the restructuring with all the necessary attention, creating a hotel of sure interest 86

also because of its rustic look, so characteristic of farms in Trapani province in the past. Low buildings in tufa and travertine are placed with a pleasant colonnade around the vast pebbled courtyard, creating an atmosphere of cosy elegance, confirmed, so to speak, on the inside, where the vault ceilings in stone set off the carefully done furnishings. The category is four-star, and there are fifteen rooms. Among them there are some suites, particularly the Junior s. with a Jacuzzi, a living room area and a private terrace with a view of the vineyards.


za privata dalla quale si può apprezzare la vista sui vigneti. Una vista che, in un certo senso, lascia pregustare la qualità dei prodotti utilizzati in cucina: il ristorante è giustamente rinomato. Troverete i piatti tipici di questa zona, e non solo, interpretati con fantasiosa passione e con specifico interesse alla qualità e varietà dei prodotti. Peraltro, la cucina dell’albergo è anche il fulcro di una serie di iniziative a sfondo gastronomico, quali, ad esempio, i laboratori del gusto, incontri con esperti gastronomi o anche i fine settimana dedicati alla ricerca dei funghi, che le sapienti mani dello chef trasformeranno poi in piatti saporiti. Il Relais Angimbè, in territorio di Calatafimi Segesta, si trova in posizione molto tranquilla fra le colline, ma è assai vicina alle principali vie di comunicazione della zona, sicché si può approfittare del soggiorno per esplorare comodamente i dintorni, a cominciare dall’area archeologica di Segesta. (chris j. raeli)

It is a view that in a sense affords a foretaste of the quality of the products used in the kitchen: the restaurant is justly renowned. You will find dishes typical of this area, and not only, interpreted with fanciful passion and with specific interest in the quality and variety of the products. Besides, the kitchen of the hotel is also the fulcrum of a series of initiatives with a gastronomic base, like for instance the flavour workshops, meetings with experienced gastronomists or also weekends devoted to the search for mushrooms, which the skilful hands of the chef will turn into tasty dishes. The Relais Angimbè, in the territory of Calatafimi Segesta, is in a very calm position among hills, but it is very near to the main communication routes in the area, so you can take advantage of the stay to conveniently explore the environs starting from the Segesta archaeological area. (chris j. raeli)

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Direzione redazione e amministrazione > Piazza Don Bosco, 6 90143 Palermo tel. 091 543506 Pbx fax 091 6373378 www.sikania.it - info@sikania.it Casa Editrice > Krea Editore > Giovanni Castellucci Direttore Editoriale > Hanne Carstensen Direttore Responsabile > Maria Cristina Castellucci Condirettore > Lorenzo Lo Monaco Grafica e impaginazione > Elena Castellucci (Responsabile) Carla Costa Silva Giovanna Lo Bue Giuseppe Stassi Silvia Todaro Traduzioni > Hanne Carstensen, Denis Gailor Ufficio Marketing > Alessandro Tornambè Dino Favuzza Segreteria e abbonamenti > Giovanna Vitrano Stampa > Priulla - Palermo Distributore per la Sicilia > PROMOEDITOR - via Gen. Sirtori, 25 tel. 091 6818670 - 347 6682333 promoeditor@promoeditor.com Testata registrata al tribunale di Palermo n°12 del 23 aprile del 1985 - ROC 5013 Abbonamento annuo (11 numeri): 30/55 € - Abbonamento estero (11 numeri): 93/135 € L’abbonamento va effettuato con versamento intestato a: KREA c/cp n° 17615907 Dichiarazione di Tiratura resa al Garante per l’editoria, ai sensi del comma 28, art. 1, della legge 23/10/96 n. 650: 37.450 copie © Riproduzione parziale e totale vietata. Le notizie e le date rivestono carattere informativo. La responsabilità per eventuali spostamenti o mancata effettuazione non è imputabile a KREA

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