Fiera Milano Rho 22 -23 - 24 Novembre 2021
A SMART BUILDING EXPO AV playground è un'area dedicata al mondo dell’audio video professionale e dell’integrazione di sistemi
HD FORUM ITALIA 2021 EVENTS
HDFI TALKS ABOUT INNOVATION
Rome, November 4th Westin Excelsior Rome
June 25th Introduction to OTT July 16th OTT Scalability and latency
HDFI ANNIVERSARY DIGITAL CONFERENCE
October 8th OTT UX and regulation
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Three webinars Digital Events Platform HDFI Network
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LE CITTÀ COME NETWORK Fiera di Milano Rho, 23-24 Novembre 2021 wwww.smartbuildingexpo.it
CONNESSIONI 2
THE NEW ISSUE Connessioni da questo numero presenta una nuova veste editoriale e un nuovo editore, Pentastudio, ben noto nel settore per essere proprietario del marchio Smart Building Italia, con il quale realizza numerose attività di marketing per la filiera della Home and Building Automation, da qualche tempo allargata anche all’ambiente urbano, alle cosiddette Smart City.
Connessioni presents a new editorial format and a new publisher, Pentastudio, well known in the sector for being the owner of the Smart Building Italia brand, with which it carries out numerous marketing activities for the Home and Building Automation chain, which has been extended for some time, as well as to the urban environment, to the so-called Smart Cities.
Si tratta di un passaggio importante, che sottende l’obiettivo di mettere a sistema l’ambiente professionale che da sempre gravita attorno a Connessioni e alle sue attività. L’incontro con Pentastudio e Smart Building Italia, quindi, nasce anzitutto da una comunanza di visione e dalla considerazione che entrare a far parte di una piattaforma di grande ricchezza che lavora da tempo nel campo dell’integrazione e dell’innovazione impiantistica, costituiva un’occasione non solo per Connessioni, ma potenzialmente per tutto il comparto. D’altronde il concetto stesso di Integrazione di Sistemi, che Connessioni interpreta dalla sua nascita, è già da tempo la chiave di lettura di questo mercato.
This is an important step, which underlies the goal of coordinating the professional environment that has always gravitated around Connessioni and its activities. The meeting with Pentastudio and Smart Building Italia, therefore, arises first of all from a commonality of vision and from the consideration that becoming part of a platform of great wealth that has been working for some time in the field of plant integration and innovation, was opportunity not only for Connessioni, but potentially for the entire sector. On the other hand, the very concept of Systems Integration, which Connessioni has interpreted since its inception, has long been the key to understanding this market.
È cosa nota, infatti, che la rivoluzione digitale, attraversando orizzontalmente tutte le vecchie “specializzazioni” a vantaggio di un approccio multidisciplinare, integrato e caratterizzato da una marcata interoperabilità, ha reso i confini più sfumati a vantaggio di una visione olistica del mercato. L’alleanza stretta tra Connessioni e Smart Building Italia è, quindi, un’ulteriore testimonianza di tale evoluzione e della crescente necessità di identificare e parlare una lingua comune. Ma in Italia mancava e manca ancora un luogo che sappia accogliere e interpretare queste dinamiche, così come lo stesso mondo della Home and Building Automation soffre da anni di un eccesso di frammentazione in troppi micro-eventi, nessuno dei quali davvero rappresentativo del sistema e in grado di farsi ambasciatore di un Made in Italy tecnologico a scala almeno continentale.
It is known, in fact, that the digital revolution, horizontally crossing all the old “specialisations” to the advantage of a multidisciplinary approach, integrated and characterised by a marked interoperability, has blurred the boundaries to the advantage of a holistic vision of the market. The close alliance between Connessioni and Smart Building Italia is, therefore, further evidence of this evolution and the growing need to identify and speak a common language. But in Italy there was and still is missing a place that knows how to welcome and interpret these dynamics, just as the world of Home and Building Automation itself has suffered for years from an excess of fragmentation into too many micro-events, none of which are truly representative of the system and able to become an ambassador of a technological Made in Italy on at least a continental scale.
Le sinergie che scaturiranno tra Smart Building Italia e Connessioni hanno anche l’ambizione di tentare di superare questa situazione, obiettivamente penalizzante per il nostro Paese, puntando con decisione sui due eventi fieristici che Pentastudio realizza in collaborazione con Fiera Milano al Nord e autonomamente al Sud, ovvero SMART BUILDING EXPO e Smart Building Levante.
The synergies that will arise between Smart Building Italia and Connessioni also have the ambition of trying to overcome this situation, which is objectively penalising for our country, by focusing decisively on the two trade fairs that Pentastudio carries out in collaboration with Fiera Milano in the North and autonomously in the South, namely Smart Building Expo and Smart Building Levante. Two geographical locations considered ideal for fully involving the country and its operators in a project that aims to give an Italian “home” to technological innovation in the Home, Building and City sectors and which, from now on, also fully involves the world of Audio Professional video.
Due collocazioni geografiche ritenute ideali per coinvolgere appieno il Paese e i suoi operatori in un progetto che mira a dare una “casa” italiana all’innovazione tecnologica in ambito Home, Building e City e che, da ora, coinvolge appieno anche il mondo dell’Audio Video professionale.
Luca Baldin, Direttore responsabile Chiara Benedettini, Direttore editoriale
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CONNESSIONI MAGAZINE
Contents
N° 54 Luglio 2021 MAGAZINE
e tecnologica
ansizione ecologica, cardini rima grande Manifestazione plicati all’ambiente urbano omitanza con SICUREZZA per ripartire, insieme.
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MAGAZINE N ° 54 LUGLIO 2021
re 2021
THE NEW ISSUE
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p. 18
MAGAZINE N°54 LUGLIO 2021
Blooming Tales, Cinzia Leggieri (2021)
Semestrale edito da Pentastudio S.r.l. Presidente Paolo Dalla Chiara Direttore Responsabile Luca Baldin lbaldin@pentastudio.it Redazione e pubblicità Pentastudio S.r.l. Pedemuro San Biagio, 83 36100 Vicenza, Italy Tel. +39 0444 543133 info@pentastudio.it www.pentastudio.it Collaborazioni Chiara Benedettini, Cecilia Chiappani, Matteo Fontana, Damiano Simoncini, Alessandro Bertoni, Gian Carlo Lanzetti Stampa Cartografica Toscana, Pescia (PT) Registrazione del Tribunale di Pesaro N. 540 del 09/10/2006 ©2021 Pentastudio S.r.l., tutti diritti riservati. Nessuna parte della pubblicazione può essere riprodotta in qualsiasi forma rielaborata con l'uso di sistemi elettronici senza l'autorizzazione dell'editore. Testi, fotografie e disegni: riproduzione vietata © Tutti i diritti di riproduzione in qualsiasi forma, compresa la messa in rete, che non siano espressamente per fini personali o di studio sono riservati. Per qualsiasi altro genere di utilizzo è necessaria l'autorizzazione da parte di Pentastudio S.r.l.. Qualsiasi tipo di materiale inviato in redazione, anche se non pubblicato, non verrà in alcun modo restituito. Non si risponde per eventuali attribuzioni, fedeltà nei colori e notizie soggette a variazioni.
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Brand list ATEN www.aten.com Exhibo www.exhibo.it Euromet www.euromet.com Integrated Systems Europe www.iseurope.org Link www.linkitaly.com Paso www.paso.it PPDS (Philips Professional Display Solutions) www.philips.it/p-m-pr/ professionaldisplays Prase Media Technologies www.prase.it
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Piccola riflessione sulla realtà virtuale Small reflection on virtual reality
18 Quattro anni
in quattro mesi Four years in four months
design Lago The technological heart of Lago design
24 Il cuore tecnologico del
32 Nuove gallerie
Leonardo da Vinci Leonardo da Vinci gallery
44 Trenta e lode
in rinnovamento tecnologico Full marks in technological
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Issue 54 July 2021
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Fare shopping esclusivo, in sicurezza Go shopping: exclusively and safely
60 Les Secrets de l’Opéra
The Secrets of the Opéra
68 Gruppo Link
non vendiamo aria Link group… We do not sell air
74 Localizzazione sonora
e “zoom fatigue” Sound localisation and ‘zoom fatigue’
86 Norma UNI 11799:2020
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Cosa cambia per il mondo AV? What will change for the AV world?
Online&Offline ISE digital e in presenza ISE digital is in attendance
94 AV playground
Una Palestra per il mercato dell’Integrazione di Sistemi A training ground for the Systems Integration Market
78 93 milioni di connessioni:
la strada italiana dell’IoT 93 Million connections: the italian IoT road
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SCENARIOS
PICCOLA RIFLESSIONE SULLA REALTÀ VIRTUALE Senza dimenticare AR e XR Chiara Benedettini
Quando si parla di VR si pensa in prima battuta a tecnologie e linguaggi di programmazione, ma vanno tenuti in altrettanta considerazione anche gli aspetti cognitivi e il loro evolversi nel tempo. Ecco alcune considerazioni e una intervista con Enzo d’Annibale, esperto di VR e collaboratore al CNR, per approfondire le applicazioni, le possibilità di sviluppo e le implicazioni percettive e psicologiche della VR/AR/XR
Tra 2020 e 2021 si è molto parlato della Realtà Virtuale (o VR- Virtual Reality), e da molti punti di vista: via via è stata l’ipotesi di uno spazio diverso dove riunirsi per lavorare (o anche solo per incontrarsi) quando non è stato possibile farlo in prima persona, oppure l’ambiente dove organizzare una fiera, o ancora il contesto nel quale alcune aziende hanno presentato nuovi prodotti e applicazioni. Si veda per esempio il caso di Sony che tra aprile e maggio 2021 ha lanciato Spark, un ambiente immersivo che riproduceva lo stand di ISE, da esplorare con una visione in prima persona e nel quale fruire presentazioni, contenuti, tutorial ecc. Anche noi nella primavera del 2020 ci siamo cimentati con la VR lanciando Active Spaces Virtual, un ambiente immersivo con finalità formative e di networking da vivere con un avatar, dove svolgere gli eventi che avevamo programmato e che come tutti non abbiamo potuto realizzare in presenza; una alternativa ai
Webinar che rispondono solo in parte alle necessità di relazione tra i partecipanti. La Realtà Virtuale è stata anche una suggestione e un desiderio per molti durante il lockdown, un ambiente parallelo nel quale vivere quanto il Covid ci ha negato per diversi mesi, da una passeggiata all’incontro con gli amici, alla possibilità di fare un viaggio. Fatto sta che, per quanto si pensi alla VR come a una opportunità anche nel dopo Covid, nell’ottica di trarre la migliore sintesi tra quanto ci ha insegnato la pandemia e la ritrovata “normalità”, ancora in molti non la ritengono matura per il grande salto. Tuttavia, la causa appare più legata a ragioni di tipo cognitivo (come viviamo e percepiamo l’esperienza del mondo esterno attraverso i sensi e il proprio bagaglio di conoscenze), piuttosto che a ragioni tecnologiche. La tecnologia quindi potrebbe essere pronta, ma siamo noi a non saperla ancora usare al meglio? È quindi necessario spostare il punto di vista? CONNESSIONI
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BREVE VADEMECUM DEI CONCETTI DI VR/AR/XR Siamo certi che i nostri lettori sanno già molto bene di cosa stiamo parlando, tuttavia concentrarsi sulle parole spesso porta a delle sorprese. Forse in pochi sanno infatti che la VR non è un concetto recente: senza voler scomodare Platone che in uno dei suoi ultimi Dialoghi, Timeo, ipotizzò che la realtà fosse costruita da minuscoli triangoli che cuciti insieme possono riprodurre qualunque realtà, fu Morton Heilig nel 1962 a creare una sorta di cinema esperienziale con il Sensorama, mentre il termine VR risale al 1989, quando Jaron Lanier fondò la VPL Research con l’intento di creare linguaggi di programmazione virtuale. Oggi il termine si è molto allargato e non si riferisce solo a una esperienza immersiva, ma in generale alla simulazione virtuale creata con un computer, fruita anche tramite un normale schermo che funge da “finestra” con la VR. Tornando alle parole, con Virtual Reality si intende la creazione o la simulazione di un ambiente o situazione reali tramite un computer ed eventualmente interfacce che fungono da estensione del corpo. Quindi la VR si vive in prima persona! La Augmented Reality è invece un ampliamento o integrazione della realtà con immagini create virtualmente, che modificano l’ambiente originario senza influire sulle possibilità di interazione del soggetto con la realtà. La Mixed Reality è infine più della somma di entrambe: si intende la fusione tra il mondo fisico e quello reale grazie a strumenti quali la grafica 3D, la visione artificiale, l’elaborazione dei dati e dei contenuti in generale. Il termine si è precisato nel 1994*, e nel tempo è stata approfondita la relazione tra input umano e quello del computer; ma è la combinazione tra l’elaborazione del computer, l’input umano e l’input ambientale che dà vita a esperienze di realtà mista. Come si vede, il corpo, l’esperienza personale e la percezione (dato anche dal punto di vista unico e irripetibile di ognuno di noi), continuano ad avere un ruolo fondamentale anche nella Realtà Virtuale.
* Il termine realtà mista è stato coniato nel 1994 in un documento a cura di Paul Milgram e Fumio Kishino: A Taxonomy of Mixed Reality Visual Displays, (Tassonomia dei dispositivi di visualizzazione nella realtà mista).
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SCENARIOS
IMMERSIVITÀ ED ESPERIENZA COGNITIVA NELLA VR
La presenza e l’immersione nell’ambiente, come si vede, sono i caposaldi della Realtà Virtuale. Con “presenza” si può intendere il livello di realismo psicologico di cui un soggetto fa esperienza nell’interazione con il mondo virtuale, nel rapporto istantaneo con l’ambiente e in maniera coerente rispetto alle aspettative e alle previsioni. Ad esempio, se si lascia la presa di un oggetto ci si aspetta che questo cada a terra e non fluttui nell’aria. Dal punto di vista psicologico, l’immersione si realizza con il coinvolgimento e l’impiego delle risorse cognitive del soggetto. Riprendendo l’esempio del corpo lasciato cadere, l’immersione è data non solo dalla sensazione tattile dell’oggetto che scivola via dalla mano, dal suono prodotto all’impatto col terreno e dalle conseguenze visive dell’azione, ma anche (ad esempio) dall’attivazione dei processi automatici legati al tentativo di riprenderlo prima che tocchi terra e si danneggi. Tuttavia, anche se l’esperienza della VR riguarda tutti i sensi, dall’udito all’olfatto, è la vista quello prevalente nell’uomo, così che molte delle periferiche e applicazioni per la VR si concentrano sulla vista. Sono già diversi infatti i visori in commercio, come i tool di modellazione 3D hanno raggiunto livelli di grandissimo dettaglio, grazie anche all’arrivo del 4K e ora 8K, mentre in pochissimi dispongono di “wired gloves”.
Le tecnologie utilizzate nella VR sono: • Software e tool di modellazione 3D, a partire sia da materiale reale (foto e filmati, per intendersi), che prodotto sinteticamente (dati e coordinate di oggetti e luoghi, per esempio). Uno dei linguaggi più utilizzati per la creazione di mondi virtuali è il VRML (Virtual Reality Modeling Language). • Visori; i più conosciuti sono Oculus, Samsung HMD Odissey, oppure Hololens di Microsoft, basato su tecnologia olografica; in ambito gaming, Playstation VR; • Auricolari, per riprodurre suoni spazializzati; • Wired gloves; guanti dotati di sensori capaci di registrare i movimenti, ma anche le accelerazioni, consentendo l’interazione con lo spazio e gli oggetti virtuali; • Cyber-tuta; una tuta che avvolge il corpo. Può avere molteplici utilizzi, può simulare il tatto flettendo su se stessa grazie al tessuto elastico, o realizzare una scansione tridimensionale del corpo dell’utente e trasferirla nell’ambiente virtuale. Ma se è vero che potenzialmente la Realtà virtuale ha tutte le carte in regola per permetterci di vivere esperienze potenti, dirette, in prima persona, della realtà virtuale o mista che sia, e che anzi ci prometta, proprio attraverso il nostro sistema cognitivo, di poter vivere esperienze “accelerate” ebbene, che si tratti di formazione, lavoro o intrattenimento,
ancora non abbiamo raggiunto lo stato di una esperienza ottimale e user friendly al 100%. Sappiamo, insomma, che si può ottenere di più. L’ipotesi potrebbe quindi essere che il punto da valicare non sia di tipo tecnologico, ma risieda in ragioni cognitive. Fino ad oggi gli strumenti per la VR si sono concentrati molto sull’esperienza visiva, tuttavia sappiamo che anche gli altri sensi hanno un ruolo fondamentale nella percezione della realtà. Anzi, udito e olfatto in particolare, sono sensi che ci riportano a dimensioni molto profonde del nostro vissuto, attingendo anche all’inconscio della persona. Ed è spesso l’udito che, ancora prima della vista, ci avverte di pericoli, o di qualcosa cui dobbiamo prestare attenzione. Quindi, dato che la tecnologia risulta matura, potrebbe essere utile concentrarsi maggiormente sulla percezione a tutto tondo, partendo proprio da udito e olfatto. Un’altra strada, di cui la letteratura e il cinema si sono appropriati come potente suggestione per storie appassionanti – vedi i film Avatar di James Cameron, o il romanzo Shovel Ready di Adam Sternberg – è la possibilità di bypassare l’aspetto fisico dell’uomo per mettere in relazione direttamente le periferiche con il cervello dell’utente (il cosiddetto Wetware), vero centro di ogni nostra percezione. CONNESSIONI
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LE APPLICAZIONI DI OGGI E DI DOMANI A fianco delle enormi possibilità della VR nel gaming e nell’intrattenimento, con la possibilità di creare mondi possibili, realistici ma non necessariamente reali, nelle applicazioni business la VR viene spesso utilizzata per ricreare proprio ambientazioni reali o comunque realistiche, di quanto è troppo lontano, difficile da raggiungere – fisicamente o materialmente – o rischioso. La VR si utilizza già con successo nella progettazione, anche nella direzione della prevenzione di inefficienze, errori ecc. In questo senso si utilizza anche nella meccanica, per predire debolezze delle varie parti e anticipare o localizzare i guasti. La formazione già utilizza la VR, non solo per ricreare ambienti di studio, ma anche per studiare senza rischi nel campo della medicina, della biologia, con potenzialità ancora tutte da inventare. Un altro campo che già trova beneficio nella VR è il marketing, anche se ancora di nicchia: non è difficile immaginare il vantaggio di poter andare più volte nello stesso negozio senza fare un’ora di tragitto, di progettare in prospettiva immersiva la propria cucina, senza contare i vantaggi per chi deve presentare a potenziali clienti case, barche, ambienti ancora sulla carta ma che possono vivere intorno a noi grazie a un visore e a due sensori.
LA VR NELLA RICERCA E NELLA FORMAZIONE Per approfondire la VR in una applicazione a cavallo tra il mondo della formazione e della ricerca abbiamo intervistato Enzo d’Annibale: ingegnere, borsista post dottorato presso il CNR – ISPC (Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale), ma anche designer freelance e progettista di esperienze immersive, parte del gruppo di lavoro WhatWeAre specializzato in esperienze immersive, italiano ma da molti anni in Svezia. Con Enzo, però, non abbiamo parlato solo dei vantaggi di ricreare virtualmente il mondo di 2.000 anni fa per CONNESSIONI 1 0
poterlo studiare meglio, ma anche dello sviluppo di queste tecnologie. Enzo d’Annibale - Mi occupo di applicazioni VR nel campo dell’archeologia; alla riproduzione virtuale 3D di manufatti o interi siti attraverso un lavoro multidisciplinare, integriamo informazioni aggiuntive e spesso ricostruzioni archeologiche del passato. In pratica simuliamo quello che non possiamo (più) vedere, ma che è stato reale un tempo. Sviluppiamo strumenti per la fruizione degli scenari virtuali non solo per gli specialisti, ma per un pubblico più ampio, in particolare quello dei musei. In ambito professionale mi sono spesso occupato della progettazione e dello sviluppo di tool per la realizzazione di video proiezioni immersive o di espedienti teatrali come gli ologrammi, o meglio Pepper’s Ghost. Per fare un esempio, nel corso del mio primo progetto per musei in Libia abbiamo prima ricostruito virtualmente architetture e sculture sparse nel vasto territorio, in luoghi desertici e difficilmente raggiungibili, poi abbiamo riprodotto i siti all’interno del museo di Tripoli sotto forma di ologrammi o di virtual tour.
Ci puoi dire qualcosa di più sul tuo gruppo di lavoro? L’ISPC – l’Istituto di Scienze per il Patrimonio Culturale - si occupa di valorizzazione dei beni culturali utilizzando discipline umanistiche, scientifiche e applicazioni tecnologiche; io faccio parte di un gruppo che fa ricerca in ambito archeologico utilizzando le tecnologie di rilevazione, ricostruzione virtuale 3D e digital storytelling. È composto per lo più da archeologi – a parte me, un informatico e una esperta di user experience – anche se molto lontani da una archeologia con lo scalpello; molti sono, o sono diventati, abili modellatori e capaci programmatori. Prima di approfondire, come si diventa esperti di VR? Non ho seguito un percorso di formazione specifico, ho iniziato utilizzando strumenti di simulazione 3D durante il corso di laurea in Ingegneria Edile Architettura. Ho coltivato la passione per la fotogrammetria, ovvero la scienza che consente di estrapolare informazioni tridimensionali dalle foto bidimensionali, fino a conseguire il dottorato in Geomatica. Sempre per passione
SCENARIOS mi sono specializzato nella progettazione e nello sviluppo di tool per realizzare tour virtuali, video proiezioni interattive e ologrammi, che mi hanno permesso di seguire diverse installazioni museali, in Italia e all’estero. Lo studio dei fattori prospettici e della percezione dello spazio mi hanno aiutato molto nel controllo di camere o di proiettori virtuali, così come nella scelta delle prospettive da fornire all’utente per rendere credibile - o incredibile se tutto va bene - l’esperienza. Non ero programmatore ma lo sono diventato e ora sviluppo applicativi di Spatial Augmented Reality, ovvero la modalità per proiettare la realtà virtuale su oggetti fisici con la tecnica del projection mapping. Per progredire, di cosa ha necessita la VR dal lato tecnico e tecnologico? Disponiamo già di ottimi visori, tool di modellazione, videoproiettori ecc. ma è indispensabile che la piattaforma sia stabile, e che la rete sia veloce...e ovviamente di un ampio progetto di formazione non solo accademico. Lo sviluppo dei processori grafici ci ha offerto nuove potenzialità per effettuare rendering accurati dal punto di vista fotometrico e ad altissima risoluzione. L’ultimo grande “salto” in avanti è il Real Time Ray-traced Rendering, ovvero l’utilizzo della computer grafica per produrre e analizzare immagini fotorealistiche in tempo reale. Il secondo, a mio parere, è in atto adesso con lo streaming, ovvero la possibilità di condividere la realtà virtuale in tempo reale in uno spazio comune con altri utenti on line, e vivere insieme l’esperienza immersiva di studio, di lavoro, di sviluppo, di creazione e co-creazione. Naturalmente la rete in questo caso è fondamentale, e la disparità tra Paesi Europei, e tra Regioni, si fa sentire escludendo di fatto coloro che non ne beneficiano.
La combinazione tra l’elaborazione del computer, l’input umano e l’input ambientale dà vita a esperienze di realtà mista
E dal lato cognitivo? In Archeologia e non solo ricreiamo ambienti, cerchiamo cioè di “illudere” gli utenti di vedere un oggetto o di essere in un determinato ambiente, che deve risultare quindi più credibile possibile: ma l’esperienza personale può essere influenzata da molti fattori. Partendo da quelli soggettivi, secondo me non ci concentriamo abbastanza
sull’impatto che l’applicativo ha sull’utente, sia dal lato prospettico che dell’illusione. La qualità della relazione con l’utente non dipende solo dalla qualità dell’immagine, ma anche dalla risposta dell’ambiente rispetto all’utente: se ci sono dei delay nella risposta del sensore, se il refresh è basso, l’ambiente VR perde di efficacia e utilità. Ci sono poi gli aspetti culturali e del background di ogni singolo utente: la stessa mostra portata in Germania o a Roma non viene vissuta allo stesso modo: se il visitatore tedesco visita la mostra perché è “utile e doveroso” per incrementare la propria formazione, e ha un approccio molto diretto con la tecnologia fino a testare ogni singolo touch point, quello italiano la visita per ragioni più personali, e di solito è più diffidente rispetto alle tecnologie, tanto che alcuni aspettano altri visitatori per osservare dall’esterno cosa succede con l’immersività. Come fare un ulteriore passo avanti con la VR? Ci stiamo interrogando molto sullo standard minimo di qualità, anche se è un tema in continua evoluzione: per esempio, quali sono gli step ottimali da compiere per elaborare e ottimizzare i dati Raw per arrivare a un modello fruibile sul Web? Quale frame rate devo adottare? Come deve rispondere il sensore? Sarebbe utile avere degli standard da ancorare all’evoluzione delle tecnologie, perché quello che oggi è qualitativamente ineccepibile, tra due anni sarà sorpassato. Ovviamente non mi riferisco alla qualità estetica, ma a quella necessaria per il lavoro di ricerca. Il secondo aspetto che ritengo importante è la conservazione dei dati a livello informatico: è indispensabile che non vadano perduti anche con il variare delle tecnologie e degli applicativi… o dei fornitori! Altrimenti rischiamo che due anni di lavoro di renderizzazione del Colosseo, per esempio, non siano più accessibili perché la Software House che ha eseguito il lavoro non esiste più. Infine, ritengo fondamentale lavorare di più sul suono: il nostro sistema cognitivo ne è molto influenzato e un audio immersivo ben fatto aggiungerebbe molto valore e realismo.
docs.microsoft.com/it-it/windows/mixed-reality/discover/mixed-reality www.ispc.cnr.it/it_it/ www.realtimerendering.com
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Suggestioni dalla letteratura e dal cinema
Breve storia della Realtà Virtuale Anche se già Platone sosteneva nel Timeo, uno dei suoi ultimi Dialoghi, che fuoco, terra, acqua e aria fossero composti da una infinità di minuscoli triangoli capaci di riprodurre qualsiasi mondo possibile, come si fa nella modellazione 3D degli ambienti virtuali, la VR si può dire nasca nel 1962 con il Sensorama di Morton Heilig, un prototipo (completo di cinque film sperimentali) che consentiva di immergere lo spettatore nell’azione coinvolgendo più sensi. Il primo sistema di VR con visore è del 1968 a opera di Ivan Sutherland: enorme e pesantissimo, non a caso fu chiamato La Spada di Damocle. Bisogna arrivare al 1977 con il MIT per vedere un sistema più maneggevole, anche se ancora limitato: Aspen Movie Map, un simulatore che riproduceva la cittadina di Aspen, la modalità di visione chiamata poligonale si basava su una poligonazione tridimensionale. Il termine Virtual Reality risale al 1989: Jaron Lanier fondò la VPL Research, per la creazione di linguaggi di programmazione virtuale mentre Mixed Reality è stato coniato nel 1994 in un documento a cura di Paul Milgram e Fumio Kishino. Infine, il concetto di cyberspazio è stato inventato dallo scrittore di fantascienza William Gibson.
A brief history of Virtual Reality Even if Plato already claimed in the Timaeus, one of his later Dialogues, that fire, earth, water and air were composed of an infinity of tiny triangles capable of reproducing any possible world, as is done in the 3D modelling of virtual environments, with VR it can be said that it was born in 1962 with Morton Heilig’s Sensorama, a prototype (complete with five experimental films) that allowed the viewer to be immersed in the action by involving multiple senses. The first VR system with a viewer is from 1968 by Ivan Sutherland: huge and very heavy, it is no coincidence that it was called The Sword of Damocles. It is necessary to arrive at 1977 with MIT to see a more manageable system, even if still limited: Aspen Movie Map, a simulator that reproduced the town of Aspen, the viewing mode called polygonal was based on a three-dimensional polygon. The term Virtual Reality dates back to 1989: Jaron Lanier founded VPL Research, for the creation of virtual programming languages while Mixed Reality was coined in 1994 in a document edited by Paul Milgram and Fumio Kishino. Finally, the concept of cyberspace was invented by science fiction writer William Gibson.
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Sia la letteratura che il cinema, in particolare il filone detto cyberpunk, hanno fatto propri gli scenari di realtà virtuale: il primo romanzo sul tema è forse Duellomacchina (The Dueling Machine) di Ben Bova del 1963, dove due avversari possono duellare fino alla morte in un ambiente virtuale senza reali conseguenze fisiche, seguito da Neuromante di William Gibson, considerato il manifesto del cyberpunk. Tron di Steven Lisberger è il primo film di Hollywood (1982) a trattare temi legati alla VR, seguito da Il tagliaerbe di Brett Leonard (1992), ispirato a Jaron Lanier, e dal celeberrimo Matrix del 1999, dei fratelli Wachowski. Da non dimenticare anche l’italiano Nirvana di Gabriele Salvatores e il più recente Avatar di James Cameron, vero e proprio manifesto del cinema 3D immersivo sui temi della realtà Virtuale.
Suggestions from literature and cinema Both literature and cinema, in particular the trend known as cyberpunk, have made virtual reality scenarios their own: the first novel on the subject is perhaps Ben Bova’s Duellomacchina (The Dueling Machine) from 1963, where two opponents can duel to the death. in a virtual environment with no real physical consequences, followed by William Gibson’s Neuromancer, considered the manifesto of cyberpunk. Steven Lisberger’s Tron is the first Hollywood film (1982) to deal with VR issues, followed by Brett Leonard’s The Cutter (1992), inspired by Jaron Lanier, and the famous 1999 Matrix, by the Wachowski brothers. Not to be forgotten is Gabriele Salvatores’ Italian Nirvana and the most recent Avatar, a true manifesto of immersive 3D cinema on the themes of Virtual Reality.
SCENARIOS
ACTIVE SPACES VIRTUAL Immagini dalla serie di eventi proposti da Connessioni con What We Are sui temi dell’AV nella formazione, come risposta alle restrizioni imposte dalla pandemia. Un sentito ringraziamento agli sponsor che hanno reso possibile questo esperimento: Euromet, Lightware, Prase Media Technologies e Yamaha. Images from the events proposed by Connections with What We Are about AV in education as a response to the restrictions imposed by the pandemic. Many thanks to the sponsors who made this experiment possible: Euromet, Lightware, Prase Media Technologies and Yamaha.
Museo Vigna Barberini Prototipazione e ottimizzazione software per la creazione delle multi proiezioni immersive e per il controllo interattivo, laboratorio di ricerca VHLab - CNR ISPC Prototyping and software optimisation for the creation of immersive multi-projection and interactive control, VHLab research laboratory - CNR ISPC
Cenerentola - Projection mapping setup della Sala del ballo del museo “La Rocca delle Fiabe” presso S.Agata Feltria - Touchwindow Projection mapping setup of the Ballroom in the “La Rocca delle Fiabe” museum at S.Agata Feltria Touchwindow
Museo Vigna Barberini Setup e calibrazione di una multi videoproiezione immersiva per una installazione museale temporanea sul Colle Palatino a Roma - CNR ISPC Setup and calibration of a multi immersive video projection for the temporary museum installation on the Colle Palatino in Rome - CNR ISPC
CONNESSIONI
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SCENARIOS
Small reflection on virtual reality
HUMAN Human computer interaction
Without forgetting AR and XR
Conventional reality MIXED REALITY
COMPUTER
Perception
ENVIRONMENT
Between 2020 and 2021 there has been a lot of talk about Virtual Reality (VR) and from many different points of view. Gradually, it was the hypothesis of a different space…where to get together to work (or even just to meet) when it was possible to do so in person, which environment to organise a fair, or the context in which some companies presented new products and applications. For example, see the case of Sony which launched Spark between April and May 2021, an immersive environment that reproduced the ISE stand, to be explored with a first-person view and in which to enjoy presentations, contents, tutorials, etc. In the spring of 2020, we too ventured into VR by launching Active Virtual Spaces, an immersive environment with training and networking purposes to be experienced with an avatar, where we could carry out the events we had planned and which, like everyone, we could not carry out in person, an alternative to Webinars that only partially meet the need for relationships between the participants. Virtual Reality was also a suggestion and a desire for many during the lockdowns, a parallel environment in which to live what Covid has denied us for many months, from a walk to meeting friends, to the possibility of taking a trip. The fact is that, although we think of VR as an opportunity even after Covid, with a view to drawing the best synthesis between what the pandemic has taught us and the rediscovered ‘normality’, still many do not consider it ready for the big leap. However, the cause appears more related to cognitive reasons (how we live and perceive the experience of the outside world through the CONNESSIONI 1 4
Chiara Benedettini
When we talk about VR we first think of technologies and programming languages, but cognitive aspects and their evolution over time must also be taken into consideration. Here are some considerations and an interview with Enzo d'Annibale, VR expert and CNR collaborator, to deepen the applications, development possibilities, and perceptual and psychological implications of VR / AR / XR senses and our own wealth of knowledge), rather than to technological reasons. So the technology could be ready, but are we not yet able to use it to the fullest? Is it therefore necessary to shift the point of view?
BRIEF VADEMECUM OF VR / AR / XR CONCEPTS We are sure that our readers already know what we are talking about quite well, however focusing on the words often leads to surprises. In fact, perhaps few know that VR is not a recent concept: without wishing to bother Plato who in one of his later dialogues, Timaeus, hypothesised that reality was built from tiny triangles that sewn together can reproduce any reality, it was Morton Heilig in 1962 that created a sort of experiential cinema with Sensorama. The term VR dates back to 1989, when Jaron Lanier founded VPL Research with the aim of creating virtual programming languages. Today the term has expanded a lot and does not refer only to an immersive experience, but in general to the virtual simulation created with a computer, also enjoyed through a normal screen that acts as a ‘window’ with VR. Returning to the words, with Virtual Reality we mean the creation or simulation of a real environment or situation through a computer and possibly interfaces that act as an extension of the body. So, VR is lived in first person! Augmented Reality, on the other hand, is an extension or integration of reality with images created virtually, which modify the original environment without affecting the possibility of interaction of the subject in reality. Finally, Mixed Reality is more than the sum of both: it means the fusion be-
tween the physical world and the real one thanks to tools such as 3D graphics, artificial vision, data processing and content in general. The term was clarified in 1994*, and over time the relationship between human input and that of the computer has been deepened; but it is the combination of computer processing, human input and environmental input that gives life to mixed reality experiences. As you can see, the body, personal experience and perception (also given from the unique and unrepeatable point of view of each of us) continue to play a fundamental role in Virtual Reality as well.
IMMERSIVITY AND COGNITIVE EXPERIENCE IN VR The presence and immersion in the environment, as you can see, are the cornerstones of Virtual Reality. By ‘presence’ we can mean the level of psychological realism that a someone experiences in interacting with the virtual world, in the instantaneous relationship with the environment and in a manner consistent with expectations and forecasts. For example, letting go of an object, it is expected to fall to the ground and not float in the air. From a psychological point of view, immersion is achieved with the involvement and use of the subject’s cognitive resources. Taking the example of the body dropped, immersion is given not only by the tactile sensation of the object slipping away from * The term mixed reality was coined in 1994 in a paper by Paul Milgram and Fumio Kishino: (A Taxonomy of Mixed Reality Visual Displays.)
Progettazione e simulazione 3D di infrastrutture per spazi di proiezione immersiva nei musei - Ing. Enzo d’Annibaleibale
Cenerentola - Video proiezione immersiva con contenuti in Spatial Augmented Reality per la Sala del ballo del museo “La Rocca delle Fiabe” presso S.Agata Feltia - Touchwindow
Spadò - Multi videoproiezione su ampia superfice curva - Esposizione del titolo “Spadò – L’artista eclettico che incantò l’Europa” presso la Mole Vanvitelliana di Ancona per Touchwindow
the hand, by the sound produced upon impact with the ground and by the visual consequences of the action, but also (for example) from the activation of the automatic processes linked to the attempt to recover it before it hits the ground and is damaged. However, even if the experience of VR affects all the senses, from hearing to smell, sight is the one most prevalent in humans, so that many of the devices and applications for VR focus on sight. In fact, there are already several viewers on the market, such as 3D modelling tools have reached levels of great detail, thanks also to the arrival of 4K and now 8K, while very few have ‘wired gloves.’ The technologies used in VR are: • 3D modelling software and tools, starting both from real material (photos and videos, so to speak), and synthetically produced (data and coordinates of objects and places, for example). One of the most used languages for creating virtual worlds is VRML (Virtual Reality Modeling Language.) • Viewers; the best known are Oculus, Samsung HMD Odissey, or Microsoft’s Hololens, based on holographic technology; in the gaming sector, Playstation VR; • Earphones, to reproduce spatial sounds; • Wired gloves; gloves equipped with sensors capable of recording movements, but also accelerations, allowing interaction with space and virtual objects; • Cyber-suit; a suit that wraps the body. It can have multiple uses, it can simulate touch by flexing on itself thanks to the elastic fabric, or make a three-dimensional scan of the user’s body and transfer it to the virtual environment. But if it is true that virtual reality potentially has all the credentials to allow us to live powerful, direct, first-person experiences of virtual or mixed reality, and that it promises us, precisely through our cognitive system, of being able to live “accel-
erated” experiences well, whether it is training, work or entertainment, we have not yet reached the state of an optimal and 100% user friendly experience. In short, we know that more can be achieved. The hypothesis could therefore be that the point to be crossed is not of a technological nature, but lies in cognitive reasons. Until now, VR tools have focused a lot on the visual experience, however we know that the other senses also play a fundamental role in the perception of reality. Indeed, hearing and smell in particular are senses that bring us back to very deep dimensions of our experience, also drawing on the person’s unconscious. And it is often hearing that, even before sight, warns us of dangers, or of something we must pay attention to. Therefore, given that the technology is mature, it could be useful to focus more on perception, starting from hearing and smell. Another avenue, which literature and film have appropriated as a powerful suggestion for compelling stories see James Cameron’s Avatar films, or Adam Sternberg’s novel Shovel Ready - is the possibility of bypassing the physical aspect of man to directly relate the peripherals with the user’s brain (the so-called Wetware), the true centre of all our perceptions.
THE APPLICATIONS OF TODAY AND TOMORROW Alongside the enormous possibilities of VR in gaming and entertainment, with the possibility of creating possible, realistic but not necessarily real worlds, in business applications VR is often used to recreate real or otherwise realistic settings, of what is too far away, difficult to reach - physically or materially - or risky. VR is already used successfully in design, also in the direction of preventing inefficiencies, errors, etc. In this sense it is also used in mechanics, to predict weaknesses of the various parts and anticipate or locate failures. The training
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SCENARIOS already uses VR, not only to recreate study environments, but also to study without risk in the field of medicine, biology, with potential still to be invented. Another field that already benefits from VR is marketing, even if still a niche one: it is not difficult to imagine the advantage of being able to go to the same store several times without taking an hour of travel, of designing one’s own kitchen in an immersive perspective, not to mention the advantages for those who have to present to potential customers homes, boats, environments still on paper but which can live around us thanks to a viewer and two sensors.
VR IN RESEARCH AND TRAINING To deepen VR in an application straddling the world of education and research, we interviewed Enzo d’Annibale: engineer, postdoctoral fellow at CNR - ISPC (Institute of Cultural Heritage Sciences), but also freelance designer and designer of immersive experiences, part of the WhatWeAre working group specialised in immersive experiences, an Italian but for many years has been based in Sweden. With Enzo, we not only talked about the advantages of virtually recreating the world of 2,000 years ago to be able to study it better, but also about the development of these technologies. Enzo d’Annibale - I deal with VR applications in the field of archeology. To the virtual 3D reproduction of artifacts or entire sites through a multidisciplinary work, we integrate additional information and often archaeological reconstructions of the past. In practice we simulate what we cannot (anymore) see, but which was real in the past. We develop tools for the use of virtual scenarios not only for specialists, but for a wider audience, in particular that of museums. In the professional field I have often dealt with the design and development of tools for creating immersive video projections or theatrical devices such as holograms, or rather Pepper’s Ghost. To give an example, during my first project for museums in Libya we first virtually reconstructed architecture and sculptures scattered over the vast territory, in deserted and difficult to reach places, then we reproduced the sites inside the Tripoli Museum in the form of holograms or a virtual tour. Can you tell us more about your work group? ISPC - the Institute of Sciences for Cultural Heritage - deals with the enhancement of cultural heritage using humanistic, scientific and technological applications; I am part of CONNESSIONI 1 6
a group that does research in the archaeological field using 3D, virtual technologies and digital storytelling. It is mostly made up of archaeologists - apart from me and a user experience expert - although very far from a chisel archaeology; many are, or have become, skilled modelers and skilled programmers. Before delving into it, how do you become a VR expert? I did not follow a specific training path, I started using 3D simulation tools during my degree course in Building Engineering Architecture. I cultivated a passion for photogrammetry- the science that allows you to extrapolate three-dimensional information from two-dimensional photos, and progressed through to a doctorate in Geomatics. Always out of passion, I specialised in the design and development of tools for creating virtual tours, interactive video projections and holograms, which allowed me to follow various museum installations, in Italy and abroad. The study of perspective factors and the perception of space helped me a lot in controlling rooms or virtual projectors, as well as in choosing the perspectives to provide to the user to make the experience credible - or incredible if all goes well. I was not a programmer, but I became one and now I develop applications of Spatial Augmented Reality, that is the way to project virtual reality on physical objects with the projection mapping technique. To progress, what does VR need from the technical and technological side? We already have excellent viewers, modelling tools, projectors etc. but it is essential that the platform is stable, and that the network is fast ... and obviously a large training project, not only academic. The development of graphics processors has given us new capabilities for photometrically accurate, ultra-high resolution renderings. The last big “leap” forward is Real Time Ray-traced Rendering, the use of computer graphics to produce and analyse photorealistic images in real time. The second, in my opinion, is now underway with streaming- the possibility of sharing virtual reality in real time in a common space with other users online, and living together the immersive experience of study, work, development, creation and co-creation. Naturally the network in this case is fundamental, and the disparity between European countries, and between regions, is felt by effectively excluding those who do not benefit from it.
And on the cognitive side? In Archeology we recreate environments, that is, we try to ‘deceive’ users to see an object or to be in a certain environment, which must therefore be as credible as possible: but personal experience can be influenced by many factors. Starting from the subjective ones, in my opinion we do not focus enough on the impact that the application has on the user, both from the perspective and from the illusion side. The quality of the relationship with the user does not depend only on the quality of the image, but also on the response of the environment to the user: if there are delays in the response of the sensor, if the refresh is low, the VR environment loses effectiveness and usefulness. Then there are the cultural aspects and the background of each individual user: the same exhibition brought to Germany or Rome is not experienced in the same way: if the German visitor visits the exhibition because it is ‘useful and necessary’ to increase their training, and has a very direct approach with technology up to testing every single touch point, the Italian one visits it for more personal reasons, and is usually more suspicious of technologies, so much so that some wait for other visitors to observe from the outside what happens with the immersion. How can we take VR a step further? We’re asking ourselves a lot about the minimum quality standard, even if it is a constantly evolving theme: for example, what are the optimal steps to take to process and optimize raw data to arrive at a model that would be usable on the Web? What frame rate should I adopt? How should the sensor respond? It would be useful to have standards to be anchored to the evolution of technologies, because what today is qualitatively impeccable, will be surpassed in two years. Obviously I am not referring to the aesthetic quality, but to that necessary for the research work. The second aspect which is important is the conservation of data at the computer level: it is essential that they are not lost even with the variation of technologies and applications ... or suppliers! Otherwise we risk that two years of rendering work on the Colosseum, for example, will no longer be accessible because the Software House that performed the work no longer exists. Finally, I believe it is essential to work more on sound: our cognitive system is very influenced by it and a well-made immersive audio would add a lot of value and realism.
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La pubblicazione di riferimento per il mondo degli SMART BUILDING N° 7 I 2021 DIGITALIZZAZIONE E RIVOLUZIONE VERDE: I GRANDI TEMI DELLA RIPARTENZA SBI NETWORK la cabina di regia FOCUS PROFESSIONI Case sempre più connesse per vivere bene anzi meglio! EFFICIENZA ENERGETICA SMART CITY I progetti più innovativi per la smart city
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SMART WORKING, UN BOOM CHE GENERA MERCATO Fiorella Crespi e Luciano Vescovi
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MILANO SMART CITY CONFERENCE
LE TECNOLOGIE DOPO IL LOCKDOWN
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4 I 2019 SMART CITY CONFERENCE PENTASTUDIO E COMOLI FERRARI INSIEME ANCORA PIÙ SMART UN ROADSHOW DI EOLO LANCIA GLI IMPIANTI MULTISERVIZIO L’IMPORTANZA DELLA FORMAZIONE ROTTA SU MILANO: GLI EVENTI SMART BUILDING 2019
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QUATTRO ANNI IN QUATTRO MESI La didattica ibrida all’Università di Padova Chiara Benedettini
Come convertire alla didattica ibrida oltre 400 sale, in 20 sedi e altrettante città, in soli quattro mesi? Grazie a una buona progettazione, all’esperienza e al pragmatismo dell’Ufficio Digital Learning e Multimedia dell’Università. Ma anche alla creazione di un vero passe partout: un box modulare e completo di tutte le soluzioni tecnologiche necessarie
Essere una delle più antiche Università al mondo non è l’unico primato dell’Università degli Studi di Padova: antico non vuol dire all’antica e, infatti, questa monumentale istituzione ha sempre dimostrato grande vitalità e capacità di rinnovarsi. Non a caso, il suo motto è “Universa Universis Patavina Libertas”, ovvero la Libertà di Padova è universale e per tutti, a sottolineare la grande libertà di pensiero di cui ha goduto anche in periodi storici in cui non era scontato, come durante l’egemonia veneziana. Negli ultimi mesi, come sappiamo, tutte le università italiane sono state protagoniste di diversi bandi indetti dal Governo per il rinnovamento delle strutture e l’adeguamento alla didattica ibrida. In realtà, l’Università di Padova stava già valutando un progetto di rinnovamento delle sue numerose sale (oltre 600) e di uniformazione delle sue strutture, sparse in 20 diverse sedi e altrettante città, da Castelfranco Veneto a Mestre, da Rovigo a Treviso, fino a Vicenza e Venezia.
www.unipd.it
A capo del progetto Dario Da Re, Direttore dell’Ufficio Digital Learning e Multimedia, che ci ha raccontato la genesi e gli sviluppi di questo ambizioso restyling AV. “Alla fine del 2019 c’era già l’intenzione di investire in un piano strategico di riorganizzazione delle aule – spiega il direttore -: si pensava
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all’aggiornamento di alcune sale, alle necessità di registrare le lezioni, a esigenze di inclusione o legate alla disabilità. L’Ateneo, comunque, già utilizzava Zoom, Kaltura (una specie di YouTube per usi accademici) e la piattaforma per la didattica Moodle. Invece eccoci improvvisamente a fare i conti con l’insegnamento a distanza su larga scala. Dopo il blocco dovuto al lockdown di marzo e aprile, da maggio abbiamo registrato una vera e propria impennata della didattica ibrida. Vista l’urgenza di riprendere l’insegnamento, ci hanno chiesto di intervenire subito: effettivamente abbiamo completato in quattro mesi, con alcune modifiche, un piano che avrebbe dovuto essere quadriennale”.
TRA NECESSITÀ E ACCORTEZZE L’impresa, certamente sfidante, è dunque iniziata con la messa a fuoco delle esigenze progettuali, grazie anche al contributo del consulente Stefano De Troia. L’Università degli Studi di Padova si era dimostrata lungimirante avendo già colto, prima dell’avvento del Covid-19, la necessità di avere un supporto specialistico nel mondo dell’AV: “In primavera mi ero confrontato con il team di lavoro e ho sottoposto quelle che, secondo la mia esperienza, erano le soluzioni d’eccellenza presenti sul mercato
SOLUZIONI
Essere una delle più antiche Università al mondo non è l’unico primato dell’Università degli Studi di Padova: antico non vuol dire all’antica e, infatti, questa monumentale istituzione ha sempre dimostrato grande vitalità e capacità di rinnovarsi
per gestire la didattica duale - ha detto Stefano De Troia, abbiamo quindi eseguito dei test di funzionamento in diversi ambienti e infine definito il ‘kit d’aula’ da implementare”. Lo staff dell’Ufficio Digital Learning e Multimedia aveva individuato le seguenti necessità: • didattica in presenza e a distanza alle stesse condizioni: offrire pari accesso all’apprendimento per gli studenti sul posto come per quelli da remoto; • dare a ogni ambiente delle stesse condizioni di accesso alle tecnologie, con gli stessi strumenti, nonostante le diverse sedi e dotazioni; • modularità: possibilità di integrare il vecchio con il nuovo e di sfruttare gli strumenti esistenti con un impianto scalabile e aperto alle future implementazioni. Oltre a questi requisiti primari, vi erano anche altre considerazioni, talvolta implicite o “di buon senso”. Per esempio, la scelta del digitale e dell’over IP come punto fermo dell’interoperabilità. Questo per creare impianti scalabili e implementabili sia nell’immediato – aggiungendo per esempio un videoproiettore, un microfono o una dotazione di streaming – sia più avanti, pensando alla ridistribuzione di alcune linee o all’ampliamento dei servizi.
I nuovi impianti dovevano inoltre essere gestiti - a esclusione delle aule più grandi e complesse - senza assistenza tecnica permanente. Questo in ragione dell’ingente numero di sale - si sta parlando di centinaia di spazi in decine di sedi - e delle necessità legate alla pandemia. Sarebbe infatti impossibile assegnare un tecnico a ogni ambiente, anche perché già molti docenti avevano imparato a gestire le proprie lezioni da casa. Vi erano poi alcune necessità pratiche: prima fra tutte quella di semplificare accesso e interfacciamento con i device personali dei docenti. Ecco perché si è scelto di predisporre, come punto di contatto tra i dispositivi dei docenti (computer, tablet, ecc.) e quelli delle sale, una semplice porta USB, al momento il tipo di connessione garantita sulla totalità dei marchi presenti sul mercato. Le soluzioni tecnologiche dovevano anche essere inamovibili e al riparo da furti. Sia per ragioni economiche che di opportunità, si è scelto di preservare il più possibile le soluzioni già presenti nelle aule. Videoproiettori, display, telecamere e diffusori audio sono stati mantenuti e riutilizzati, salvo in caso di chiara obsolescenza o di impossibilità di connessione in rete. Un patrimonio notevole, che è stato opportunamente censito e riportato “a nuova vita”. Infatti, Da Re e il suo staff hanno do-
vuto gestire una situazione estremamente eterogenea tra le varie sedi. “Parliamo di un Ateneo grande e decentrato – aggiunge Da Re - nel tempo sono state fatte scelte molto disomogenee a livello periferico. Ne risulta che nessun edificio è uguale all’altro, e anche nella stessa struttura spesso ci sono differenze tra dipartimenti e piani. L’obiettivo, dunque, era sì scegliere come e cosa installare nel 2021, ma anche risolvere un problema storico, perché mai prima era stata affrontata una azione di uniformità così rapida e di tale entità”. A questa problematica si aggiungeva poi la variabile di una serie di spazi aggiuntivi per abilitare la didattica ibrida. Un padiglione della Fiera di Padova, alcune sale del Centro Congressi e addirittura un Cinema hanno ampliato gli spazi fisici e la disponibilità di posti per gli studenti in presenza, in particolare per le matricole che hanno avuto la possibilità di seguire le lezioni dal vivo per quasi tutto l’anno. Infine, un accorgimento decisivo è stata la corretta comunicazione in merito alle ragioni delle scelte operate, dal lato tecnico, progettuale e di metodo, con il Senato Accademico che avrebbe dovuto approvare le misure. Sempre in tema di comunicazione, è stato altrettanto importante sensibilizzare i docenti, che si sarebbero poi ritrovati concretamente a utilizzare le nuove CONNESSIONI
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sale, insegnando loro come utilizzarle in autonomia traendone il massimo beneficio.
UN PASSE PAR TOUT, OVVERO UN BOX MODULARE La soluzione a questa complessità di necessità e opportunità si è tradotta in un nucleo standard di apparecchiature, da installare in ogni sala idonea ai nuovi insegnamenti: le aule in Ateneo con capienza sufficiente, 385 in tutto, e gli spazi ricavati presso strutture esterne (Fiera, Centro Congressi ecc.). Inizialmente si era pensato di sistemare il tutto sotto le cattedre – ci spiega Marco Cappellotto, Project Manager di Prase Media Technologies, distributore che ha fornito la maggior parte delle dotazioni impiegate – ma, successivamente, è sorta l’opzione di un box. Un vero e proprio contenitore metallico, perfetto da più punti di vista: inamovibile, inaccessibile al pubblico, al riparo da incidenti e dotato della connettività necessaria, in questo caso porta USB e connessione Internet. Al suo interno hanno preso posto alcune apparecchiature che lo staff di Da Re, Stefano De Troia e gli stessi incaricati di 3P Technologies (il system integrator che ha seguito il progetto) e di Prase Media Technologies avevano già testato accuratamente in diversi ambienti dell’Università. ll processore Tesira di Biamp, collegato al microfono tramite protocollo Dante, distribuisce il segnale verso la sala ed è anche responsabile di molte regolazioni, dal fine tuning dell’impianto alla cancellazione dell’eco. Inoltre, la connessione over IP connette potenzialmente i diversi ambienti tra di loro. Tesira è stato integrato anche con altri dispositivi per la gestione del segnale video. È presente naturalmente una presa di rete, per la connettività del docente, mentre gli studenti si rivolgono al Wi-Fi, gestito diversamente. Il sistema microfonico per sale convegni Shure MXA 310 è invece poggiato sulla CONNESSIONI 2 0
cattedra: MXA 310 è invece poggiato sulla cattedra: e permette di assicurare un audio cristallino sia a chi segue la lezione in classe che da remoto, assicurando la partecipazione e l’interazione fra docente e studenti anche nella modalità duale. La visualizzazione dei contenuti, tipicamente slide, filmati, demo e in alcune sale la ripresa del docente, avviene in aula con dispositivi pre-esistenti di diversi marchi, ma spesso con tecnologia laser (Panasonic ed Epson).
TEMPI E MODI Il progetto, già nelle intenzioni della Governance dell’Ateneo, ha beneficiato anche dei bandi attivati nell’estate 2020 e tutto si è svolto molto rapidamente. Il bando è stato vinto dal System Integrator 3P Technologies. L’installazione è iniziata a metà settembre, per concludersi a fine ottobre: la scelta del box, preparato e cablato in anticipo, ha agevolato gli ultimi passi, ovvero rifiniture, taratura e “collegamento” sala per sala dei dispositivi nel box con le terze parti, rappresentate dai proiettori, display, telecamere, diffusori audio ecc. Oggi, l’Ufficio Digital Learning e Multimedia sta già lavorando a un piano di riqualificazione di altri edifici, tra i quali figura anche una ex caserma, che diverrà un centro di eccellenza della didattica ibrida. “Questo progetto ha significato un vero cambio di paradigma per il nostro Ateneo – conclude Da Re -: abbiamo reso possibile la didattica in presenza e da remoto per tutti e alle medesime condizioni, rendendo autonomi i docenti nel gestirla e ampliando al contempo l’offerta, anche con la disponibilità di contenuti on-demand sulla piattaforma Kaltura. Abbiamo mantenuto attivi ben 3.200 insegnamenti e siamo passati dal mondo dell’Hardware a quello del Software, in tutti i sensi: sia praticamente, passando al cloud ed escludendo i datacenter, sia per quanto riguarda il metodo. Per noi è un grande risultato”.
Shure MXA 310 Si tratta di un sistema microfonico dedicato agli ambienti per riunioni e videoconferenze, sia in contesto corporate sia nella formazione. È composto da un array microfonico di forma circolare, disegnato per essere appoggiato sul tavolo delle riunioni, e da un software di controllo con 10 presets. L’innovativo pattern toroidale della ripresa microfonica e la possibilità di definire fino a quattro diagrammi polari consentono di coprire correttamente la sala, e ottenere quella chiarezza di ascolto indispensabile in ogni buon meeting. È completo di un DSP, che consente mix automatico e fornisce l’equalizzazione su quattro bande per canale, dispone del protocollo Dante Audio Networking. MXA310 si caratterizza inoltre per protocollo TCP-IP per una interconnessione con sistemi di terze parti come Crestron e AMX. www.shure.it/prodotti/microfoni/mxa310
Shure MXA 310 It is a microphone system dedicated to meeting and videoconferencing environments, both in a corporate context and in training. It is composed of a circular microphone array, designed to be placed on the meeting table, and a control software with 10 presets. The innovative toroidal pattern of the microphone recording and the ability to define up to four polar diagrams allow you to cover the room correctly, and to obtain that clarity of listening indispensable in any good meeting. It comes complete with a DSP, which enables automatic mixing and provides four-band equalisation per channel, and features the Dante Audio Networking protocol. The MXA310 also features TCP-IP protocol for interconnection with third-party systems such as Crestron and AMX.
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La didattica ibrida La pandemia ha reso immediatamente indispensabile cambiare il modo di insegnare, Dario Da Re, Direttore dell’Ufficio Digital Learning e Multimedia dell’Università di Padova, ci ha raccontato come con il suo staff ha cercato di agevolare i processi per i docenti. Una sfida non da poco. “Solo il 10% dei docenti insegna in entrambi i semestri, questo vuol dire che la maggior parte di chi aveva già preso le misure con la didattica ibrida nei primi mesi del 2020, non ha insegnato nel secondo semestre, dovendo ripartire da zero. Ci siamo trovati quindi a settembre a fare lezione con strumenti che i docenti conoscevano poco, con modalità mai viste, ovvero insegnare con studenti in aula e a casa, dovendone gestire le diverse modalità di interazione. Prima, i docenti erano abituati all’assistenza dei tecnici, mentre con le nuove dotazioni dovevano fare tutto da soli. Non nascondo che ero preoccupato, soprattutto per il percorso di progressiva adozione delle nuove modalità di insegnamento, e pensando specialmente all’area medica, una delle nostre eccellenze. Per capirci: i docenti escono dalla sala operatoria e passano direttamente a far lezione… come rimproverargli il fatto di non essere subito “friendly” con le nuove tecnologie. Il nostro compito è stato agevolare anche tutti questi processi più legati al “fattore umano” che al dettaglio tecnico”.
Hybrid teaching The pandemic made it immediately essential to change the way of teaching, Dario Da Re, Director of the Digital Learning and Multimedia Office of the University of Padova, told us how with his staff he tried to facilitate the processes for teachers. Not a small challenge. “Only 10% of teachers teach in both semesters, this means that most of those who had already taken steps with hybrid teaching in the first months of 2020, did not teach in the second semester, having to start again from scratch. So in September we found ourselves teaching with tools that the teachers knew little of, in ways never seen before, that is teaching with students in the classroom and at home, having to manage the different modes of interaction. Before, the teachers were used to assisting technicians, while with the new equipment they had to do everything themselves. I do not hide the fact that I was worried, especially about the progressive adoption of new teaching methods, and thinking especially of the medical area, one of our specialities. To understand: the teachers leave the operating room and go directly to lecturing ... how to reproach them for not being immediately “friendly” with new technologies. Our task was also to facilitate all these processes, more related to the “human factor” than to the technical detail”.
Four years in four months Hybrid teaching at the University of Padova Chiara Benedettini
How to convert over 400 rooms to hybrid teaching, in 20 locations and as many cities, in just four months? Thanks to good planning, the experience and pragmatism of the University’s Digital Learning and Multimedia Office. But also thanks to the creation of a real passe partout: a modular box complete with all the necessary technological solutions Being one of the oldest universities in the world is not the only primacy of the University of Padova: ancient does not mean everything about it is ancient and, in fact, this monumental institution has always shown great vitality and ability to renew itself. Unsurprisingly, its motto is ‘Universa Universis Patavina Libertas’, or ‘the Freedom of Padova is universal and for everyone’, to underline the great freedom of thought it enjoyed even in historical periods when it was not taken for granted, such as during the Venetian hegemony. In recent months, as we know, all Italian universities have been the protagonists of various calls for proposals launched by the government for the renovation of structures and adaptation to hybrid teaching. In reality, the University of Padova was already evaluating a project to renovate its numerous rooms (over 600) and to standardise its structures, scattered in 20 different locations and as many cities, from Castelfranco Veneto to Mestre, from Rovigo to Treviso, up to Vicenza and Venice. CONNESSIONI
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SOLUZIONI Head of the project Dario Da Re, Director of the Digital Learning and Multimedia Office, who told us about the genesis and developments of this ambitious AV restyling. “At the end of 2019 there was already the intention to invest in a strategic plan for the reorganisation of the classrooms, we were thinking about updating some rooms, the need to record lessons, related to needs of disability or inclusion. However, the University already used Zoom, Kaltura (a kind of YouTube for academic use) and the Moodle teaching platform. Instead, here we are suddenly dealing with large-scale distance learning. After the block due to the lockdown in March and April, since May we have seen a real surge in hybrid teaching. Given the urgency to resume teaching, they asked us to intervene immediately: we actually completed in four months, with some changes, a plan that should have been four years.” Explained the director.
BETWEEN NEEDS AND PRECAUTIONS The undertaking, which was certainly challenging, began with the focus on design needs, thanks also to the contribution of the consultant Stefano De Troia. The University of Padua had proved far-sighted having already grasped, before Covid-19, the need for specialist support in the world of AV: “In the spring I had talked to the work team and I submitted what, according to my experience, were the solutions of excellence on the market to manage dual teaching, we then performed functional tests in different environments and finally defined the ‘classroom kit to be implemented’ “- said Stefano De Troia, consultant of the University. The staff of the Digital Learning and Multimedia Office had identified the following needs: • face-to-face and remote teaching under the same conditions: offering equal access to learning for on-site and remote students; • give every environment the same conditions of access to technologies, with the same tools, despite the different locations and equipment; • modularity: possibility of integrating the old with the new and exploiting the existing tools with a scalable system open to future implementations. In addition to these primary requirements, there were also other considerations, sometimes implicit or “common sense.” For example, the choice of digital and over IP CONNESSIONI 2 2
as a cornerstone of interoperability. This is to create scalable and implementable systems both immediately - for example by adding a video projector, microphone or streaming equipment, and later, thinking about the redistribution of some lines or the expansion of services. The new facilities also had to be managed, with the exception of the larger and more complex classrooms, without permanent technical assistance. This is due to the large number of rooms (we are talking about hundreds of spaces in dozens of locations) and the needs related to the pandemic. In fact, it would be impossible to assign a technician to each room, also because many teachers had already learned to manage their lessons from home. There were also some practical needs: first of all that of simplifying access and interfacing with the teachers’ personal devices. This is why we have chosen to set up a simple USB port as a point of contact between the teachers’ devices (computers, tablets, etc.) and those in the rooms, currently the type of connection guaranteed on all the brands on the market. The technological solutions also had to be immovable and safe from theft. Both for economic reasons and for reasons of opportunity, it was decided to preserve as much as possible the solutions already present in the classrooms. Videoprojectors, displays, cameras and audio speakers have been maintained and reused, except in the case of obvious obsolescence or inability to connect to the network. A remarkable heritage, which has been appropriately registered and brought back “to new life.” In fact, Da Re and his staff had to manage an extremely heterogeneous situation between the various locations. “We are talking about a large and decentralised University, over time very inhomogeneous choices have been made at the peripheral level. As a result, no building is alike, and even in the same structure there are often differences between departments and floors. The goal, therefore, was to choose how and what to install in 2021, but also to solve a historical problem, because never before had such a rapid and massive uniformity action been addressed.” Explained Da Re. To this problem was then added the variable of a series of additional spaces to enable hybrid teaching. A pavilion of the Padova Fair, some rooms of the Congress Centre and even a Cinema have expanded the physical spaces and the availability of places for students in attendance, in particular for
freshmen who have had the opportunity to follow the lessons live for almost all the year. Finally, a decisive measure was the correct communication regarding the reasons for the choices made, from the technical, design and method side, with the Academic Senate which should have approved the measures. Still on the subject of communication, it was equally important to alert the teachers, who would then find themselves concretely using the new rooms, teaching them how to use them independently and derive the maximum benefit from them.
A PASSE PAR TOUT, A MODULAR BOX The solution to this complexity of needs and opportunities has resulted in a standard core of equipment, to be installed in every room suitable for the new teaching: the classrooms in the University with sufficient capacity, 385 in all, and the spaces obtained in external structures (Fair, Congress Centre, etc.) “Initially it was thought to place everything under the chairs but, subsequently, the option of a box arose. A real metal container, perfect from several points of view: immovable, inaccessible to the public, safe from accidents and equipped with the necessary connectivity, in this case USB port and Internet connection.” explains Marco Cappellotto, Project Manager of Prase Media Technologies, the distributor who supplied most of the equipment used. Inside, some equipment has taken place that the staff of Da Re, Stefano De Troia and the same people in charge of 3P Technolgies (the system integrator who followed the project) and Prase Media Technologies had already thoroughly tested in different environments of the University. The Tesira processor by Biamp, connected to the microphone, distributes the signal to the room in over IP mode, but is also responsible for many adjustments, from the fine tuning of the system to the cancellation of the echo. In addition, the over IP connection potentially connects the different rooms together. Tesira has also been integrated with other video signal management devices. There is of course a network socket, for the teacher’s connectivity, while the students turn to Wi-Fi, which is managed differently. The microphone system for Shure MXA 310 conference rooms, on the other hand, rests on the desk it provides crystal-clear audio for both in-class and remote lecturers, ensuring participation and interaction between lectur-
er and students even in dual mode. The visualisation of the contents, typically slides, videos, demos and in some rooms the filming of the teacher, takes place in the classroom with pre-existing devices of different brands, but often with laser technology (Panasonic and Epson.)
TIMES AND WAYS The project, already in the intentions of the University Governance, also benefitted from the calls launched in the summer of 2020 and everything went very quickly. The tender was won by the System Integrator 3P Technologies. The installation began in mid-September and ended at the end of October: the choice of the box, prepared and wired in advance, facilitated the last steps, i.e. finishing, calibration and “connection” room by room of the devices in the box with the third parts, represented by projectors, displays, cameras, audio speakers, etc. Today, the Digital Learning and Multimedia Office is already working on a redevelopment plan for other buildings, including a former barracks, which will become a centre of excellence in hybrid education. “This project has meant a real paradigm shift for our University, we have made it possible to teach in person and remotely for everyone and under the same conditions, making teachers autonomous in managing it and at the same time expanding the offer, also with the availability of on-demand content on the Kaltura platform.
We have kept 3,200 teachings active and have moved from the world of hardware to that of software, in every sense: both practically, moving to the cloud and excluding data centres, and in terms of the method. For us it is a great result.” Da Re concludes .
La scelta di Tesira Tesira di Biamp è il processore audio inserito nei box di tutta l’Università di Padova, in circa 400 esemplari; ha il ruolo fondamentale di instradare i segnali di entrata e di uscita, di operare tuning ed equalizzazione, cancellare l’eco di sale molto grandi, ecc. “Con Tesira abbiamo potuto puntare subito al digitale impostando gli impianti su Dante, e ottenere funzioni come il room combining, così utile per ampliare le aule e accogliere gli studenti in epoca di distanziamento personale – ha raccontato Daniele Marino, dell’Ufficio Digital Learning e Multimedia-. Abbiamo così una modularità e possibilità di espansione futura che ci torneranno sicuramente utili”. Tesira è un DSP ad architettura variabile - precisa Marco Cappellotto, Project Manager di Prase -: è come avere la cassetta degli attrezzi, si è subito pronti a qualsiasi necessità di processamento audio.
Installed equipment : • 400 microphone System Shure MXA310 • 400 netoworked Media platform Tesira Forté DAN V4 • 475 Visual Presenter Document Camera Epson EBSELPDC21
Tesira’s choice Tesira by Biamp is the audio processor inserted in the boxes of the entire University of Padova, in about 400 units; it has the fundamental role of routing the input and output signals, of operating tuning and equalisation, of cancelling the echo of very large rooms, etc. “With Tesira we were able to immediately go digital by setting the systems on Dante, and obtain functions such as room combining, so useful for expanding classrooms and welcoming students in an era of personal distancing. We thus have a modularity and the possibility of future expansion that will surely come in handy ” said Daniele Marino, of the Digital Learning Office and Multimedia. “Tesira is a variable architecture DSP, it’s like having a toolbox, you are immediately ready for any audio processing need.” explains Marco Cappellotto, Prase Project Manager. www.biamp.com/products/product-families/tesira
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IL CUORE TECNOLOGICO DEL DESIGN LAGO Matteo Fontana
Il video come elemento caratterizzante e passe-par-tout per il futuro La Sala Eventi di Casa Lago in via San Tomaso 6 a Milano The Events Hall at Casa Lago in Milan, Via San Tomaso 6
Tecnologia, architettura e design sono gli ideali vertici del “triangolo” che rappresenta la partnership tra Philips e Lago. Le tecnologie contribuiscono all’atmosfera non solo degli store Lago – il celebre brand di mobili e arredi di design – ma anche di location affascinanti e uniche come Contract Lab e Casa Lago
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Design e tecnologia non solo vanno d’accordo, ma tendono – soprattutto oggi – a integrarsi sempre più, come se uno “chiamasse” l’altro, in una sinergia necessaria, oltre che gradevole. Ecco perché due marchi come Philips e Lago non potevano che incontrarsi sul terreno comune di una partnership volta a “iniettare” contributi tecnologici mirati e certo non casuali in contesti – come quelli arredati dal marchio Lago – curati anche nei minimi dettagli, alla ricerca dell’atmosfera perfetta per ogni tipo di progetto: abitazioni private, luoghi pubblici, hotel, ristoranti o uffici. Se aggiungiamo al panorama l’ambientazione milanese – la città del design per antonomasia – il quadro è completo, e non ci resta che descrivervelo.
CASA LAGO: SINTESI DI UN PERCORSO Iniziamo la nostra esplorazione della partnership tra Philips e Lago a pochi passi dal Duomo di Milano, in via San Tomaso 6, dove sorge Casa Lago, punto d’approdo di un percorso sperimentale iniziato da Lago nel 2009. L’idea, con questa ampia location
di 400 mq, era superare la barriera della tradizionale progettazione e produzione di mobili, creando uno spazio dove design thinking, networking e home-feeling si incontrassero per creare nuove connessioni e opportunità di business. Inaugurata nel 2016, casa Lago è uno spazio polifunzionale, disponibile per affitti anche da parte di privati o aziende, che offre sale conferenze, uffici temporanei e coworking, nonché location per eventi o meeting aziendali. “Casa Lago – dice Simone Goffo, Trade & Digital Marketing Coordinator di Lago – è al 100% una nostra brand extension, che propone un suo modello di business. Per il marchio Lago si tratta di un luogo in cui organizzare incontri con clienti su Milano, ma è anche uno spazio che vive di vita propria, disponibile per aziende che vogliano organizzare eventi, conferenze stampa, presentazioni di prodotti…” Un luogo, insomma, in cui ci si focalizza sulla proposta di atmosfere – firmate Lago, ovviamente – che abbraccino empaticamente i visitatori e facilitino meeting e relazioni.
SOLUZIONI In Casa Lago, e in particolare per la Sala Eventi, Philips ha dunque pensato a una struttura videowall 3x3 realizzata con monitor da 49 pollici della serie X-Line, dotati di tecnologia IPS/FHD, cornice ultra sottile, luminosità di 450 cd/m2 e operatività 24/7. La disponibilità poi dello slot OPS rende il prodotto idoneo anche per soluzioni all-inone. Se l’ambizione di Lago è creare spazi in cui il design migliori l’esperienza e stimoli cultura, relazioni e business, l’integrazione con la tecnologia A/V firmata Philips è stata una mossa decisiva, e quasi naturale, come spiega sempre Simone Goffo: “Ovviamente conoscevamo già il marchio Philips, anche per collaborazioni precedenti su varie installazioni. Quello che Philips può dare al nostro modo di intendere il design è un contributo decisivo sul lato squisitamente tecnologico, audiovisivo, per quel tocco in più che caratterizza meglio le location e le lancia nel futuro.”
CONTRACT LAB: DOVE LA PARTNERSHIP SI ESALTA Il concetto appena espresso trova realizzazione nella seconda location che visitiamo, Contract Lab, in via Brera 30, sempre a Milano: uno spazio dedicato principal-
mente, anche se non esclusivamente, al mondo dell’hospitality. “Philips dispone di una innovativa serie di TV professionali progettata per l’ospitalità, al design e all’aspetto estetico, perfettamente in linea con il posizionamento del brand Lago. La sinergia, per quanto riguarda l’hospitality, è dunque nata quasi automaticamente”, puntualizza Simone Goffo. Contract Lab, in pratica, è un hub di progettazione Lago per il mondo hospitality, che ospita al proprio interno arredi Lago e materiali (ceramiche, parquet, finiture, serramenti ecc.) firmati MAD051, partner di Contract Lab. L’idea è che un architetto o un albergatore che debbano arredare un nuovo hotel, o rinnovare gli arredi di una location esistente, possano disporre di un ambiente che copre tutte le loro esigenze di valutazione e scelta di materiali e prodotti, con la possibilità di confrontare le soluzioni. Philips, in questo caso, entra in gioco ancor più direttamente con le proprie soluzioni di visualizzazione dedicate all’hospitality, in particolare gli Android TV della serie MediaSuite, da 55 e 43 pollici con risoluzione 4K UHD, Chromecast e Netflix integrati e accesso diretto a Google Play Store.
Quello che Lago fa in termini di design, Philips lo fa in termini di tecnologia, e i due brand vanno di pari passo per carica innovativa
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Lago Store Showcase
Luca Guariniello, Marketing Manager Italia di PPDS Philips Professional Displays, sottolinea: “Siamo molto felici di essere parte integrante di una progetto come Contract Lab perché, allo stesso modo di Lago per il design degli arredi, abbiamo l’obiettivo di fornire sempre soluzioni nuove e prodotti davvero caratterizzanti per il settore hospitality. Quello che Lago fa in termini di design, Philips lo fa in termini di tecnologia, e i due brand vanno di pari passo per carica innovativa.” In Sala Breakfast/Spazio Conferenze, ad esempio, Philips propone un modello D-Line Android da 55 pollici FHD installato dietro un pannello in vetro, con luminosità di 450 cd/m2 e browser HTML integrato. Una soluzione perfetta per il digital signage, progettata per un funzionamento 24/7, come anche il videowall 2x1 di grande impatto, costruito con modelli P-Line da 42 pollici e collocato in Area Progettazione, nonché il modello da 10 pollici Philips T-Line dislocato in Materioteca, ovvero un pannello Multi-Touch da cinque tocchi simultanei con sistema operativo Android, 300 cd/m2 di luminosità e tecnologia di alimentazione PoE (Power-over-Ethernet). La dotazione del Contract Lab è completata, in Sala Riu-
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nioni, da una soluzione corporate di grande formato, il display da 70 pollici della serie B-Line. “In Contract Lab – conclude Simone Goffo – Philips gioca un ruolo da protagonista: è il partner tecnologico di Lago e integra a tutti gli effetti le nostre proposte di design con i migliori prodotti per quanto riguarda il lato video. Contract Lab è il punto in cui design e tecnologia si uniscono, uno spazio fisico reale e una showroom immersiva dove imprenditori e architetti possono trovare le migliori soluzioni per le loro esigenze.”
LAGO STORE: UN OCCHIO ANCHE AL MONDO CONSUMER La ribalta se la prendono, senza dubbio, Casa Lago e Contract Lab, location uniche nel loro genere, per concezione e funzionalità. Ma merita menzione anche l’idea di Lago Store, la catena di showroom monomarca che permette ai clienti e a progettisti di scoprire il brand e le sue proposte. Nel caso degli Store, il contributo delle tecnologie video è un po’ più “classico”, con la soluzione dei display in vetrina. A Milano i Lago Store sono due, uno in Porta Romana e uno in Porta Nuova; si tratta di showroom dedicate a chi voglia scoprire, in particolare, i mobili modulari Lago adatti
A Milano i Lago Store sono due, uno in Porta Romana e uno in Porta Nuova; si tratta di showroom dedicate a chi voglia scoprire, in particolare, i mobili modulari Lago adatti a ogni area della casa
SOLUZIONI a ogni area della casa, con la possibilità di progettare ambienti su misura anche grazie all’assistenza di interior designer specializzati. Simone Goffo introduce così i Lago Store: “Ne abbiamo circa 20 in tutta Italia, sono negozi monomarca che vendono solo Lago, ma non costituiscono il nostro intero sistema distributivo. I prodotti Lago non possono essere raccontati solo via Web, c’è un aspetto materico che richiede il contatto, i clienti devono poter vedere dal vivo e toccare i nostri prodotti di design. Un partner come Philips, però, ci consente di mostrare i prodotti anche su monitor con grande qualità.” Per Lago Store, la soluzione di digital signage utilizzata in vetrina è un display H-Line da 75 pollici, ad alta luminosità (3000 cd/m2), perfetto per una situazione di elevata esposizione alla luce solare. Ovviamente, il modello garantisce operatività 24/7, possibilità di orientamento Portrait/Landscape e funzionalità per la gestione e la trasmissione dei contenuti.
tecnologia”, afferma, “però siamo attratti dal lato tecnologico del design e della domotica, dal fatto che la tecnologia possa essere l’ideale completamento del design.” A dimostrazione di questa affermazione, non possiamo non menzionare il sistema a base RFID (Radio Frequency IDentification) varato da Lago per offrire informazioni sui propri prodotti a chi è interessato. Un chip NFC inserito nell’etichetta che correda ogni mobile prodotto da Lago consente, anche solo avvicinando lo smartphone, di ottenere informazioni. Ad esempio, il cliente di un hotel, col semplice ausilio del suo telefono, può scoprire il modello del letto sul quale ha dormito, o di qualunque altro elemento di arredo firmato Lago.
ARCHITETTURA, TECNOLOGIA E DESIGN… ALLO STESSO TAVOLO!
“Per noi” conclude Simone Goffo “si tratta di un’estensione del concetto di negozio: si può vendere anche in un hotel!” La partnership con Philips, sia orientata al Digital Signage che all’arredo di ambienti come gli hotel, si inscrive perfettamente nella filosofia Lago: non chiudersi mai alle novità, ma esplorarne anzi il potenziale fino in fondo. E oltre.
Lago, ormai risulterà chiaro, è un brand a vocazione internazionale e molto portato alla sperimentazione e all’innovazione, anche se Simone Goffo mette un po’ avanti le mani: “Siamo più legati al design che alla
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Contract Lab è il punto in cui design e tecnologia si uniscono, uno spazio fisico reale e una showroom immersiva dove imprenditori e architetti possono trovare le migliori soluzioni per le loro esigenze
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Philips MediaSuite I TV professionali Android della serie MediaSuite sono progettati per il settore hospitality e dotati di opzioni di connettività avanzata, tecnologia Chromecast built-in e accesso diretto a Google Play Store, oltre a Netflix integrato, utilizzabile grazie a un pulsante dedicato sul telecomando. Le app native e le web app possono essere installate direttamente sul display, mentre Chromecast consente la riproduzione di contenuti multimediali da dispositivi smart (cellulari, laptop, tablet) con una risoluzione fino a 4K. Tra gli altri vantaggi della serie TV Philips MediaSuite - pensati per una sempre migliore guest experience l’intefaccia utente intuitiva e personalizzabile, la piattaforma CMND per la gestione dei TV e dei contenuti informativi, di welcoming, di check-in / out, e la piena conformità al GDPR. The MediaSuite Series Android Professional TVs are designed for the hospitality industry and feature advanced connectivity options, built-in Chromecast technology and direct access to Google Play Store. Built-in Netflix that can be used with a dedicated button on the remote control. Web apps can be installed directly on the display, while Chromecast enables the playback of multimedia from smart devices (mobile phones, laptops laptops, tablets) with up to 4K resolution. Other benefits of the Philips MediaSuite TV series - designed for an even better guest experience - include an intuitive and customisable user interface, the CMND platform for TV and content management, welcoming, check-in/ out, and full GDPR compliance. www.ppds.com
Philips H-Line Serie display 24/7 ad alta luminosità (2.500/3.000 cd/m2) disponibile con risoluzione FHD (55 pollici) e 4K UHD (75 pollici), ideale per vetrine e ambienti molto luminosi, dagli aeroporti ai centri commerciali. Il pannello IPS garantisce una profondità del colore inalterata da ogni angolazione, mentre il sensore opzionale per la luce esterna regola automaticamente l’emissione luminosa. Ulteriori caratteristiche: integrazione di Android via OPS con il modulo CRD50 opzionale, monitoraggio e manutenzione con CMND & Control, QuadViewer per riprodurre quattro sorgenti su un unico schermo, e funzione FailOver, per garantire la riproduzione dei contenuti anche in caso di interruzione della sorgente primaria. 24/7 high-brightness (2,500/3,000 cd/m2) display series available in FHD (55 inch) and 4K UHD (75 inch) resolution, the ideal solution for shop windows and high-brightness environments, from airports to shopping malls. The IPS panel ensures unaltered colour depth depth of colour from all angles, while the optional outdoor light sensor automatically automatically adjusts the light output. Additional features: Android integration via OPS with optional CRD50 module monitoring and maintenance with CMND & Control, QuadViewer for playback of four sources one screen, and FailOver function, which ensures continuous playback of content even in case of signal flow problems. www.ppds.com
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Casa Lago in Milan, Via San Tomaso 6
Technology, architecture and design are the three top ideals of the “triangle” that represents the partnership between Philips and Lago. Technologies contribute to the atmosphere not only of the Lago stores - the famous brand of designer furniture and furnishings - but also of fascinating and unique locations such as Contract Lab and Casa Lago
The technological heart of Lago design Video as a characterising element and passe-par-tout for the future Design and technology don’t just get along well, but tend - especially today - to integrate more and more, as if one “called” the other, in a necessary, as well as pleasant, synergy. This is why two brands like Philips and Lago could only meet on the common ground of a partnership aimed at “injecting” targeted and certainly not random technological contributions into contexts - such as those furnished by the Lago brand - with attention to even the smallest details, in search of perfect atmosphere for any type of project: private homes, public places, hotels, restaurants or offices. If we add the Milanese setting - the city of design par excellence - to the panorama - the picture is complete, and now we just need to describe it to you.
CASA LAGO: THE SYNTHESIS OF A JOURNEY We begin our exploration of the partnership between Philips and Lago a few steps from the Milan Cathedral, in via San Tomaso 6, where Casa Lago stands, the landing point of an experimental journey started by Lago in 2009. The idea, with this broad location of 400 square metres, was to overcome the barrier of traditional furniture design and production, creating a space where design thinking, networking and home-feeling met to create new connections and business opportunities. Unveiled in 2016, Casa Lago is a multifunctional space, also available for rent by individuals or companies, which offers conference rooms, temporary offices and coworking, as well as locations for CONNESSIONI
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corporate events or meetings. “Casa Lago - tells Simone Goffo, Trade & Digital Marketing Coordinator at Lago - , is 100% our brand extension, which proposes its own business model. For the Lago brand it is a place to organise meetings with customers in Milan, but it is also a space that lives a life of its own, available for companies that want to organise events, press conferences, product presentations. A place, in short, in which we focus on the proposal of atmospheres, that empathically embrace visitors and facilitate meetings and relationships.” says Simone Goffo. In Casa Lago, and in particular for the Events Room, Philips has therefore thought of a 3x3 videowall structure made with 49inch monitors of the X-Line series, characterised by IPS / FHD technology, ultra-thin frame, 24/7 operation. The availability of an OPS slot also makes the product suitable for all-in-one solutions.
Casa Lago - Allestimento per ambiente Sala da Pranzo con Android TV Philips Signature da 65 pollici, risoluzione 4K Ultra HD e tecnologia LED con sistema Ambilight Dining room set-up with 65-inch Philips Signature Android TV, 4K Ultra HD resolution and LED technology with Ambilight system
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If Lago’s ambition is to create spaces where design improves the experience and stimulates culture, relationships and business, the integration with Philips A / V technology was a decisive and almost natural move, as Simone explains. “Of course we already knew of the Philips brand, even from previous collaborations on various installations. What Philips can give to our way of understanding design is evident: a decisive contribution on the purely technological, audio-visual side, for that extra touch that better characterises the locations and launches them into the future.”
CONTRACT LAB: WHERE THE PARTNERSHIP IS ENHANCED The concept just expressed is realised in the second location we visit, Contract Lab, in via Brera 30, also in Milan: a space dedicated mainly, though not exclusively, to the world of hospitality. “Philips has a line of monitors dedicated to hospitality, attentive to design and aesthetics, perfectly in line with the positioning of the Lago brand. The synergy, as regards to hospitality, was therefore born almost automatically”, Simone Goffo points out. Contract Lab, in practice, is a Lago design hub for the hospitality world, which houses Lago furnishings and materials (ceramics, parquet, finishes, windows, etc.) signed by MAD051, partner of Contract Lab. The idea is that an architect or a hotelier who needs to furnish a new hotel, or renovate the furnishings of an existing location, can have an environment that covers all their needs for evaluation and choice of materials and products, with the possibility of comparing solutions. Philips, in this case, comes into play even more directly with its display solutions dedicated to hospitality, in particular the 55 and 43-inch MediaSuite displays on Android, with 4K UHD resolution, Chromecast Netflix and Google Play Store integrated. Luca Guariniello, Philips Marketing Manager Italy, underlines: “Philips is very happy to be of a location like Contract Lab because, just like Lago for furniture design, we always aim to provide new solutions and
SOLUZIONI truly distinctive products for the hospitality sector. What Lago does in terms of design, Philips does in terms of technology, and the two brands go hand in hand in terms of innovation.” In the Breakfast Room / Conference Space, for example, Philips offers 55-inch FHD Android installed behind a glass panel, with 450 cd/m2 brightness and integrated HTML browser. A perfect solution for digital signage, designed for 24/7 operation, as well as the high-impact 2x1 videowall, built with 42-inch P-Line models placed in the Design Area, as well as the 10-inch Philips T-Line model located in Materioteca, that is a Multi-Touch panel with five simultaneous touches with Android operating system, 300 cd / m2 of brightness and PoE (Power-over-Ethernet) power supply technology. The Contract Lab equipment is completed, in the Meeting Room, by the large 70” Philips B-Line Corporate Display. “In Contract Lab, Philips plays a leading role: it is the technological partner of Lago and fully integrates our design proposals with the best products for the video side. Contract Lab is the point where design and technology come together, a real physical space and an immersive showroom where entrepreneurs and architects can find the best solutions for their needs.” concludes Simone Goffo.
LAGO STORE: AN EYE ON THE CONSUMER WORLD TOO The limelight is undoubtedly taken by Casa Lago and Contract Lab, unique locations of their kind in terms of concept and functionality. But the idea of Lago Store, the chain of single-brand showrooms that allows customers and designers to discover the brand and its proposals, also deserves a mention. In the case of the Stores, the contribution of the video technology side is a little more “classic”, with the solution of the displays in the window. There are two Lago Stores in Milan, one in Porta Romana and one in Porta Nuova; these are showrooms dedicated to those who want to discover, in particular, Lago modular furniture suitable for every area of the house, with the possibility of designing bespoke environments thanks to the assistance of specialised interior designers.
Simone Goffo introduces the Lago Stores as follows: “We have about 20 throughout Italy, they are single-brand stores that only sell Lago, but they do not make up our entire distribution system. Lago products cannot be told only via the Web, there is a material aspect that requires contact, customers must be able to see and touch our design products live. A partner like Philips, however, allows us to show products even on monitors with great quality.” For Lago Store, the signage display model used in the window is a 75” H-Line, perfect for a situation of high exposure to sunlight. Obviously, the model guarantees 24/7 operation, the possibility of Portrait / Landscape orientation.
ARCHITECTURE, TECHNOLOGY AND DESIGN… ALL AT THE SAME TABLE! Lago (which will be clear by now) is a brand with an international vocation and one that is very inclined to experimentation and innovation, even if Simone Goffo puts his hands forward: “We are more tied to design than to technology”, he says, “but we are attracted by the technological side of design and home automation, by the fact that technology can be the ideal completion of design.” As proof of this statement, we cannot fail to mention the RFID (Radio Frequency IDentification) based system launched by Lago to offer information on its products to those interested. An NFC chip inserted in the label that accompanies each piece of furniture produced by Lago allows information to be obtained, even just by approaching the smartphone. For example, the customer of a hotel, with the simple help of his telephone, can discover the model of the bed on which he has slept, or any other piece of furniture signed by Lago. “For us,” Simone Goffo concludes, “this is an extension of the concept of a shop: it can also be sold in a hotel!” The partnership with Philips, both oriented towards Digital Signage and furnishing environments such as hotels, fits perfectly into the Lago philosophy: never close the door to new things, but rather explore their potential to the full, and even beyond that.
LAGO L’azienda Lago viene fondata nel 1976 da Giuseppe Lago, in realtà le sue radici risalgono alla fine dell’Ottocento, con la figura di Policarpo Lago, ebanista artigiano che svolge la propria attività nelle ville nobiliari venete e nelle chiese veneziane. Negli anni ‘80 l’azienda si presenta con una gamma di arredi, nel 2006, giunta alla quarta generazione, diventa S.p.A. e si apre al mercato internazionale, offrendo anche all’estero il proprio design modulare e innovativo ed una comunicazione non convenzionale e un forte orientamento al Web e al digitale che mantiene tuttora. Lago è presente in oltre 20 Paesi al mondo con oltre 900 negozi selezionati fra cui numerosi store monomarca e più di 150 progetti di hotel, B&B, spazi commerciali, ristoranti, bar e uffici in Italia e all’estero, in città come Roma, Londra, Parigi, Saigon. The Lago company was founded in 1976 by Giuseppe Lago, in reality its roots date back to the end of the nineteenth century, with the figure of Policarpo Lago, an artisan cabinetmaker who carried out his business in Venetian noble villas churches. In the 1980s the company presented itself with a range of furnishings, in 2006, in its fourth generation, it became Joint-stock company and opened up to the international market, offering its own modular and innovative design and unconventional communication and a strong orientation towards Web and digital technology that it still maintains, even abroad. Lago is present in over 20 countries in the world with over 900 selected stores including numerous single-brand stores and more than 150 projects for hotels, B & Bs, commercial spaces, restaurants, bars and offices in Italy and abroad, in cities such as Rome, London, Paris, Saigon. www.lago.it
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NUOVE GALLERIE LEONARDO DA VINCI La multimedialità al più importante museo scientifico d’Europa Chiara Benedettini e Damiano Simoncini
Lavorare in sinergia e trovare soluzioni dedicate, adattabili ma al tempo stesso performanti è la ricetta utilizzata da Euphon per l’allestimento della nuova esposizione permanente al primo piano del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano
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SOLUZIONI
www.museoscienza.org www.ggroupinternational.com/euphon-m54 www.euromet.com
Un lavoro complesso, per diversi motivi: un progetto preesistente da rivedere e modificare, un parco materiali già definito precedentemente, la necessità di intervenire in ambienti particolari, dove coniugare per richiesta del committente innovazione tecnologica, facilità gestionale e mimetizzazione visiva dei prodotti installati. Cui va aggiunta la necessità di realizzare il tutto in tempi brevi.
sizionamento in portrait allo stacking, dal warping fino all’appendimento.
GALLERIA LEONARDO DA VINCI
IL PROGETTO
La collaborazione tra i Musei Reali di Torino, la Soprintendenza Castello di Milano, l’Institut de France di Parigi, la Royal Collection di Windsor e di oltre 70 istituzioni culturali di tutto il mondo ha permesso la creazione di un percorso iconografico dedicato alla figura e all’opera di Leonardo da Vinci. Il progetto del percorso è stato affidato al noto museografo François Confino: insieme allo Studio di Architettura LLTT, e grazie anche al pertinente contributo dei professionisti del Museo, ha creato ambientazioni molto scenografiche ma ricche di tecnologia per coinvolgere il visitatore in un viaggio alla scoperta di Leonardo ingegnere e umanista, straordinario uomo del suo tempo. La Galleria mette in scena oltre 170 opere: (70 modelli e plastici storici, 33 naturalia, 18 volumi antichi, 17 calchi, 14 affreschi e dipinti, 6 manufatti antichi, 13 facsimili storici) e mettere in scena è la parola giusta per descrivere un allestimento dal sapore teatrale e dove di tecnologia ce n’è molta, poco visibile, ma sempre funzionale al progetto. L’installazione finale si compone infatti di 39 installazioni multimediali (23 audiovisivi, sei interfacce esplorabili, otto disegni animati, due installazioni sonore), per oltre 1.300 mq di esposizione: le molte videoproiezioni e videomapping, hanno portato la necessità di installazioni ad hoc per restituire l’effetto desiderato, dal po-
La Galleria, di forma a “T” con alcune salette separate, si trova al primo piano del museo, un lungo corridoio lungo più di 100 metri e largo 30, che il progetto della mostra ha poi suddiviso in un percorso tematico di sette aree dedicate, ripercorrendo le varie fasi della vita artistica e lavorativa di Leonardo. Il Museo aveva la necessità di apportare alcune variazioni a un precedente progetto tecnologico risalente ad alcuni anni prima, utilizzando il materiale già acquistato (circa 35 videoproiettori Sony della serie VPL da installazione, con tecnologia 3LCD), e aggiungendo alcuni ingredienti che si erano precisati in itinere, in primis la gestione automatizzata delle sale, in modo da poter accendere e spegnere i vari scenari previsti con un solo comando o escludere facilmente dalla visita sale con guasti, seguito dalle necessità di paging per escludere il suono di alcune sale, specialmente in previsione di interviste, eventi, servizi televisivi. L’incarico realizzativo è stato affidato al general contractor Bodino, il quale ha delegato progettazione e allestimento degli aseptti tecnologici a Euphon, oggi parte di G Group International; il responsabile del progetto è stato Luca Biselli, Project Manager di Euphon: “Abbiamo consegnato il lavoro a dicembre del 2019 dopo soli cinque mesi dal primo contatto; abbiamo curato l’allestimento tecnico, il cablaggio, la scelta di alcuni prodotti, e in generale curato tutto il lato Audio, Video e Automazione.”
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Installed Equipment Audio 10x Array Audio Speaker Yamaha VXL1B8 2x Yamaha VXL1B24 Array Audio Speaker 12x Yamaha VXS5 audio speaker 8x Yamaha VXS8 audio speaker 4x Recessed ceiling speaker VXC4 13x Subwoofer VXS10S 4x Audio signal Matrix MRX7-D 3x Yamaha XMV8140-D amplifier 9x Yamaha XMV8280-D amplifier 3x Yamaha Ri8D Input Module 4x Yamaha AIC128D 2x Yamaha Dust Cover QL5 4x Yamaha LA 1L lamp Lights 980 Erco Pascan spotlights with different beam widths
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Tutta l’installazione è gestita da tre regie, necessarie per l’ampiezza degli spazi: tramite interfacce grafiche, o anche con un iPad o da Computer, è possibile monitorare e gestire in maniera automatica tutta l’installazione
DALL’INSTALLAZIONE ALLA MESSA IN OPERA Il primo punto sul quale Biselli e la sua squadra si sono concentrati è stato il cablaggio, aggiornato per le nuove necessità, e l’introduzione nel progetto di soluzioni domotiche. Biselli ci ha raccontato il non facile lavoro di customizzazione: “Abbiamo dovuto adattare molte delle soluzioni previste, sia perché la tecnologia doveva risultare invisibile, sia per ragioni architettoniche, perché semplicemente il posizionamento delle dotazioni era obbligato, oppure non precisato nel progetto. Inoltre, molti prodotti era previsto fossero installati all’interno di box o cassonetti, e pochi centimetri di differenza possono causare anche differenze di resa importanti, specialmente nel puntamento delle videoproiezioni.” Due sale in particolare hanno comportato alcune criticità: la prima è la Sala della Guerra, dove era previsto un video mapping su elementi solidi; per valutare le modifiche i tecnici di Euphon sono ricorsi ad una simulazione 3D dell’intera sala, in modo da ridurre al minimo errori e imprecisioni che nel momento realizzativo avrebbero allungato tempi e creato ulteriori problematiche logistiche. Il lavoro di squadra tra lo staff tecnico, quello del museo e degli allestitori ha fatto il resto. La seconda contiene una videoproiezione su pareti ricurve di grande formato che appaiono come sospese nel vuoto; la calibrazione delle distanze e delle apparecchiature ha richiesto l’integrazione nel progetto di nuove ottiche grandangolari. Le variazioni legate al nuovo progetto sono state gestite con una spesa limitata e la disponibilità di Sony Italia, che ha semplificato la sostituzione delle ottiche. Il lavoro di riposizionamento dei vidoeproiettori è stato agevolato dalla scelta dei supporti, individuati da Biselli nel catalogo di Euromet: la serie Arakno, ormai conosciutissima per aver saputo risolvere in maniera semplice - con viti filettate - l’annoso problema dell’allineamento dei videoproiettori, è stata infatti arricchita nel tempo da molte varianti che dispongono di bracci telescopici, superfici di appoggio, soluzioni per ridurre al minimo lo spazio tra il proiettore e il soffitto ecc. Tutte soluzioni indispensabili per risolvere i problemi di posizionamento legati ai vincoli fisici e al nuovo progetto. Per il controllo e il processamento delle immagini delle videoproiezioni è stato scelto il sistema Watchout, anche questo un
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Le Nuove Gallerie Leonardo da Vinci costituiscono, e costituiranno per molti anni a venire, un punto di riferimento allestitivo e comunicativo imprescindibile nel loro coniugare felicemente l’esposizione di opere d’arte originali, modelli ricostruttivi e installazioni multimediali. The New Leonardo da Vinci Galleries are, and will be for many years to come, an essential point of reference in terms of exhibition design and communication in their successful combination of original works of art, reconstructive models and multimedia installations.
“grande classico” della videoproiezione artistica e negli eventi: “È un sistema conosciuto – ci ha detto Biselli – molti operatori professionali lo sanno usare, quindi una garanzia anche per il committente. Inoltre, Watchout è compatibile con i sistemi di automazione, altro aspetto importante per noi.” Per quanto riguarda le installazioni sonore, Euphon si è affidata a Yamaha; ancora Biselli: “La Galleria, composta da diverse aree tematiche, è un ambiente unico: le zone sono tutte sonorizzate, quindi c’è un alto rischio di disturbo specialmente tra sale confinanti. Inoltre avevamo richieste estetiche precise, e i diffusori dovevano risultare invisibili. Abbiamo quindi scelto dei line array della serie da installazione VXL di Yamaha, completati dai loro subwoofer per le frequenze gravi e da alcuni elementi a incasso, che ci hanno reso possibile entrambe le cose: sia la direttività per concentrare la diffusione delle tracce audio solo nell’area predefinita, che il rispetto delle richieste estetiche. Inoltre, ci hanno offerto un’ottima assistenza.” Per l’illuminazione, infine, Euphon è passata a un marchio diverso da quello presente in capitolato, i cui prodotti non sarebbero stati pronti in tempo: la tedesca Erco, già conosciuta nel settore museale, che ha fornito gli otre 900 faretti necessari. Tutta l’installazione è gestita da tre regie, necessarie per l’ampiezza degli spazi: tramite interfacce grafiche, o anche con un iPad o da Computer, è possibile monitorare e gestire in maniera automatica tutta l’installazione. Grande affiatamento quindi, capacità di sintesi, problem solving e ricerca del giusto componente e della migliore tecnologia. “Le Nuove Gallerie Leonardo da Vinci - ha commentato Pietro Marani, advisor scientifico del progetti - costituiscono, e costituiranno per molti anni a venire, un punto di riferimento allestitivo e comunicativo imprescindibile nel loro coniugare felicemente l’esposizione di opere d’arte originali, modelli ricostruttivi e installazioni multimediali, ispirata al più rigoroso e aggiornato design ma anche al vaglio storico e critico, consentendo un’immersione del visitatore nell’epoca e nel contesto storico in cui Leonardo visse ed operò, nel giusto equilibrio fra correttezza dell’informazione, senza inutili retoriche celebrative e spettacolarità della presentazione”. CONNESSIONI
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Installed Equipment Video and video processing 7x Sony VPL-FHZ58BL video projector 25x Sony VPL-FHZ66BL video projector 1x Sony VPL-FHZ120L / B video projector 22x BrightSign 244 4x BrightSign XD 1x Samsung 55QM monitor 4x Samsung DM32 monitor 10x Iyama 2738 Touch monitor 3x Iyama 4338 monitor 4x Samsung QM49 monitor 5x Nuc Computer 6x WatchOut servers 19x TX-RX HdBaseT 4x Network Switcher
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Ambientazioni molto scenografiche e ricche di tecnologia per coinvolgere il visitatore in un viaggio alla scoperta di Leonardo ingegnere e umanista, straordinario uomo del suo tempo. Scenic settings but rich in technology to involve the visitor in a journey for discovering Leonardo engineer and humanist: an extraordinary man of his time.
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La testimonianza del progettista
The designer’s testimony
Luca Biselli ha commentato il lavoro fatto dal suo staff al Museo Leonardo da Vinci: “Siamo molto orgogliosi di esser riusciti in breve tempo a riprogettare, eseguire e consegnare il lavoro. I metodi utilizzati per adeguare il progetto, le soluzioni tecniche scelte, si sono rivelate corrette perché quando siamo passati alla fase realizzativa non abbiamo incontrato difficoltà o imprevisti, e non abbiamo dovuto fare ulteriori cambiamenti. Ogni settimana ci incontravamo con la direzione lavori e insieme lavoravamo sulle modifiche di allestimento, dai vari punti di vista, tecnico, artistico, logistico. Sono stato anche piacevolmente sorpreso dalla competenza e cura dello staff del museo, le loro osservazioni sono sempre state utili e sono stati molto presenti. Fa piacere constatare che le risorse pubbliche siano ben amministrate, in questo caso sia per quanto riguarda la qualità dell’opera, ma anche dal punto di vista economico, senza sprechi e in modo razionale”.
Luca Biselli commented on the work done by his staff at the Leonardo da Vinci Museum: “We are very proud to have been able to redesign, execute and deliver the work in this short time. The methods used to adapt the project, the technical solutions chosen, proved to be correct because when we moved on to the construction phase we did not encounter difficulties or unexpected events, and we did not have to make further changes. Every week we met with the construction management and together we worked on changes to the set-up, from various technical, artistic and logistical points of view. I was also pleasantly surprised by the competence and care of the museum staff, their observations were always helpful and they were very present. It is nice to note that public resources are well administered, in this case both in terms of the quality of the work, but also from an economic point of view, without waste and in a rational way.”
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Arakno di Euromet
Arakno by Euromet
Il sistema di staffe e supporti Arakno di Euromet per videoproiettori permette di regolare il case senza sforzi sui tre assi dispositivi fino ad un peso certificato di 45 kg. Ogni prodotto è conforme a tutti gli standard di sicurezza CE, ed è composto da diverse estensioni che permettono totale adattabilità, funzionalità e resa. Della serie fanno parte Arakno Plate, supporto capace di dare stabilità e contenere le vibrazioni di carichi pesanti; Arakno ultrashort, un sistema di ancoraggio per ridurre al minimo lo spazio tra il punto di aggancio e quello di proiezione. Arakno Portrait è pensato per la videoproiezione verticale, mentre il modello Wall dispone di un supporto telescopico regolabile in lunghezza per le proiezioni frontali. Arakno Truss, infine, serve per l’ancoraggio a tutti i tipi di traliccio, disponibile anche in versione portrait con braccio angolato per l’installazione in verticale.
Euromet’s Arakno brackets and supports system for video projectors allows you to adjust the case effortlessly on the three device axes up to a certified weight of 45 kg. Each product complies with all standards of CE safety, and is composed of several extensions that allow total adaptability, functionality and performance. The series includes Arakno Plate, a support capable of providing stability and containing the vibrations of heavy loads; Arakno ultrashort, an anchoring system to minimise the space between the attachment point and the projection point. Arakno Portrait is designed for vertical video projection, while the Wall model has a telescopic support adjustable in length for frontal projections. Finally, Arakno Truss is used for anchoring to all types of truss, also available in the portrait version with angled arm for vertical installation. www.euromet.com
Il Museo Leonardo da Vinci Si trova a Milano, nell’antico monastero di San Vittore al Corpo; nelle vicinanze, la chiesa di Santa Maria delle Grazie, con il celebre Cenacolo, e la Basilica di Sant’Ambrogio. Fondato nel 1953, con i suoi 50.000 m² è il più ampio – e forse il più importante - museo tecnico-scientifico in Italia: custodisce manoscritti, progetti e disegni originali del maestro toscano dal valore inestimabile che, proprio in queste zone, possedeva terreni e vigneti.
It is located in Milan, in the ancient monastery of San Vittore al Corpo; nearby is the church of Santa Maria delle Grazie, with the famous Last Supper, and the Basilica of Sant’Ambrogio. Founded in 1953, with its 50,000 m², it is the largest - and perhaps the most important - technical-scientific museum in Italy: it houses manuscripts, projects and original drawings by the Tuscan master of inestimable value who, in these areas, owned land and vineyards. www.museoscienza.org
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Leonardo da Vinci Gallery Multimedia at the most important scientific museum in Europe Chiara Benedettini and Damiano Simoncini
Working in synergy and finding dedicated, adaptable but at the same time performing solutions is the recipe used by Euphon for setting up the new permanent Leonardo da Vinci exhibition on the first floor of the National Museum of Science and Technology in Milan
A complex job, for several reasons: a pre-existing project to be reviewed and modified, a range of materials already defined previously, the need to intervene in particular environments, where technological innovation, ease of management and visual camouflage of the installed products can be combined at the request of the client. To which must be added the need to achieve everything in a short space of time.
LEONARDO DA VINCI GALLERY The collaboration between the Royal Museums of Turin, the Superintendence of the Castle of Milan, the Institut de France of Paris, the Royal Collection of Windsor and over 70 cultural institutions from all over the world has allowed the creation of an iconographic itinerary dedicated to the figure and to the work of Leonardo da Vinci. The project of the itinerary was entrusted to the well-known museographer François Confino: together with the LLTT Architecture Studio, and thanks also to the relevant contribution of the Museum’s professionals, he created very scenographic settings, rich in technology to involve the visitor in a journey to discover Leonardo, the engineer and humanist, an extraordinary man of his time. The Gallery features over 170 works: (70 historical models and models, 33 naturalia, 18 ancient volumes, 17 casts, 14 frescoes CONNESSIONI 4 2
and paintings, 6 ancient artifacts, 13 historical facsimiles) and staging is definitely the right word to describe the staging with a theatrical flavour and where there is a lot of technology, not very visible, but always functional to the project. In fact, the final installation consists of 39 multimedia installations (23 audio-visuals, six explorable interfaces, eight animated drawings, two sound installations), for over 1,300 square meters of exhibition: the many video projections and video mapping, have led to the need for ad hoc installations to return the desired effect, from portrait positioning to stacking, from warping to hanging.
THE PROJECT The T-shaped Gallery with some separate rooms is located on the first floor of the museum, a long corridor more than 100 meters long and 30 meters wide, which the exhibition project then divided into a thematic itinerary of seven dedicated areas, retracing the various phases of Leonardo’s artistic and working life. The Museum needed to make some changes to a previous technological project dating back to a few years earlier, using the material already purchased (about 35 Sony VPL series installation video projectors, with 3LCD technology), and adding some ingredients that had been specified in there, first of all the
automated management of the rooms, so as to be able to switch on and off the various scenarios envisaged with a single command or to easily exclude rooms with faults from the visit, followed by the need for paging to exclude the sound of some rooms, especially in anticipation of interviews, events and television reports. The construction task was entrusted to the general contractor Bodino, who delegated the design and set-up of the technological areas at Euphon, now part of G Group International. The project manager of Euphon, Luca Biselli said “we delivered the work in December 2019 after only five months from the first contact; we took care of the technical set-up, the wiring, the choice of some products, and in general took care of the entire Audio, Video and Automation side.”
FROM INSTALLATION TO IMPLEMENTATION The first point on which Biselli and his team focused was the wiring, updated for new needs, and the introduction of home automation solutions into the project. Biselli told us about the difficult customisation work: “We had to adapt many of the solutions we’d envisaged, both because the technology had to be invisible, and for architectural reasons, because the positioning of the equipment was required, or not specified in the project.
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In addition, many products were expected to be installed inside boxes or bins, and a few centimetres of difference can also cause important differences in yield, especially in the aiming of video projections.” Two rooms in particular resulted in some critical issues: the first was the War Room, where video mapping on solid elements was envisaged; to evaluate the changes, the Euphon technicians resorted to a 3D simulation of the entire room, in order to minimise errors and inaccuracies that would have lengthened time and created further logistical problems at the time of construction. The work team between the technical staff, the one of of the museum and the fitters did the rest. The second contained a video projection on large-format curved walls that appear as if suspended in space; the calibration of distances and equipment required the integration of new wide-angle lenses into the project. The changes related to the new project were managed with a limited expense and the availability of Sony Italia, which simplified the replacement of the lenses. The repositioning of the video projectors was facilitated by the choice of supports, identified by Biselli in the Euromet catalogue: the Arakno series, now well known for having been able to solve in a simple way - with threaded screws - the age-old problem of aligning video projectors, in fact, it has been
enriched over time by many variants that have telescopic arms, support surfaces, solutions to minimise the space between the projector and the ceiling, etc. All indispensable solutions to solve the positioning problems linked to physical constraints and to the new project. For the control and processing of the video projection images, the Watchout system was chosen, also a “great classic” of artistic video projection and events: “It is a known system, many professional operators know how to use it, so an assurance also for the client. Furthermore, Watchout is compatible with automation systems, which is another important aspect for us.” Biselli told us. As for the sound installations, Euphon relied on Yamaha; Biselli again, told us: “The Gallery, made up of different thematic areas, is a unique environment: the areas are all soundproofed, so there is a high risk of disturbance, especially between neighbouring rooms. We also had specific aesthetic demands, and the speakers had to be invisible. We therefore chose line arrays from Yamaha’s VXL installation series, complemented by their subwoofers for low frequencies and some recessed elements, which made it possible for us to do: both directivity to concentrate the diffusion of the audio tracks only in the predefined area, which respect to aesthetic
requests. In addition, they offered us excellent assistance.” Finally, for lighting, Euphon switched to a brand other than the one in the specifications, whose products would not have been ready in time: the German Erco, already known in the museum sector, which supplied the necessary 900 spotlights. The entire installation is managed by three control areas, necessary for the width of the spaces: through graphic interfaces, or even with an iPad or computer, it is possible to monitor and manage the entire installation automatically. Therefore there is great harmony in the ability to synthesise, problem solve and search for the right component and the best technology. “The New Leonardo da Vinci Galleries constitute and will constitute for many years to come, an essential set-up and communicative point of reference, happily combining the exhibition of original works of art, reconstructive models and multimedia installations, inspired by the most rigorous and updated design but also by historical and critical scrutiny, allowing the visitor to immerse himself in the time and historical context in which Leonardo lived and worked, in the right balance between correctness of information, without unnecessary celebratory rhetoric and spectacular presentation.” commented Pietro Marani, scientific advisor of the projects. CONNESSIONI
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C’è una forte componente Aten nel progetto realizzato a L’Aquila dai system integrator di Ekklesia. L’Università degli Studi del centro abruzzese ha così rinnovato profondamente, senza intaccare gli aspetti architettonici, tre sale fulcro della sua struttura
TRENTA E LODE IN RINNOVAMENTO TECNOLOGICO Le nuove sale dell’Università degli Studi dell’Aquila Matteo Fontana
Dopo lo spaventoso terremoto del 2009, la ricostruzione è stata difficile e complessa, ma ha portato – alla fine – a grandi soluzioni architettoniche per gli edifici storici de L’Aquila, come la sede dell’università. Al di là delle esigenze costruttive, il mondo dell’istruzione da tempo è attraversato da una forte spinta al rinnovamento tecnologico per rendere l’insegnamento, ma anche le attività amministrative, più smart, facili da condividere e più efficaci. Termini come collaboration e e-learning sono ormai entrati nell’uso comune, e la recente crisi sanitaria non ha fatto che accelerare il processo di “ibridazione” delle attività didattiche, parte in presenza e parte da remoto. Il progetto di rinnovamento tecnologico di tre grandi sale dell’Università degli Studi de L’Aquila, realizzato alla fine del 2019, dunque poco prima della pandemia, si inscrive perfettamente in questa logica. www.aten.com - www.ekklesia.it - www.univaq.it
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vincoli architettonici della Sala del Consiglio ci hanno indotti a scegliere la strada dei monitor in luogo della videoproiezione. La particolarità di questo sistema è che offre la possibilità di operare autonomamente tanto dalla sala stessa quanto dal locale tecnico, situato al piano inferiore, che abbiamo allestito. I due accessi sono indipendenti uno dall’altro, il che ha reso necessario il trasferimento dei segnali video dalla sala al locale di controllo”.
Lista dei materiali Sala Consiglio 1 Matrice video True 4K 8x8 ATEN VM0808HB 1 Matrice video True 4K 4x4 ATEN VM0404HB 4 Extender HDMI HdbaseT ATEN VE1812T 3 Extender HDMI ATEN VE801-AT-G 2 Control Pad A12 ATEN VK0200 2 Monitor Philips BDL9870EU/00 1 Switch Gigabit 24 porte UTP NETGEAR JG524-200EUS 1 Matrice audio VoIP BOSE EX 1280
SALA DEL CONSIGLIO Niente di meglio, per raccontare questo progetto, che percorrerlo nelle diverse location aggiornate dal punto di vista tecnologico, a partire dalla Sala del Consiglio, situata nel palazzo che ospita il Rettorato e, dunque, le attività amministrative dell’Ateneo. Questa sala disponeva già di dotazioni tecnologiche, basate su alcuni proiettori collocati ad altezza d’uomo. Dopo la ricostruzione però la struttura, tutelata dalla Sovrintendenza ai Beni Culturali, risultava avere importanti vincoli architettonici, che impedivano, ad esempio, l’appendimento dei videoproiettori. Ecco perché Ekklesia, l’azienda che si è occupata, in collaborazione con l’Università, di progettare e installare i nuovi impianti, ha optato per una soluzione basata su monitor di grande formato da 98”. Come ci conferma il responsabile tecnico Roberto Rubini: “I
E qui entra in scena per la prima volta il marchio Aten, con le sue matrici e i suoi extender HDMI HDBaseT. Nella Sala del Consiglio vengono prese le decisioni amministrative più importanti dell’Ateneo, durante riunioni nelle quali la consultazione di cifre e grafici deve essere facile e condivisa. L’ambiente, dall’ampia finestratura, è particolarmente luminoso, dunque Ekklesia ha scelto due monitor Philips BDL9870EU/00 da 98”, Ultra HD con retroilluminazione LED diretta. Due anche le matrici video ATEN installate per la gestione dei segnali: il modello 4x4 VM0404HB e il modello 8x8 VM0808HB, entrambe controllabili anche dai Control Pad VK0200. La distribuzione dei segnali è garantita, invece, da quattro extender Aten HDMI HDBaseT VE1812T e da tre extender HDMI VE801-AT-G. La difficoltà del lavoro, sempre nel rispetto dei vincoli architettonici, si è estesa al passaggio dei cavi, che non era consentito in sede esterna, né vi era la possibilità di forare le pareti. “Il passaggio dei cavi – spiega Roberto Rubini – è stato dunque effettuato tra i due piani che ospitano le sale: la Sala del Consiglio è al primo piano, mentre il locale regia è al piano terra”. A completare la dotazione della sala, le connessioni video sull’ampio tavolo dei relatori (otto torrette con tutti i servizi) e la gestione dell’audio, con diffusori serie Omnya di Ekklesia e possibilità, in chiave conferencing, di diffondere via speaker telefonate in viva voce, con le matrici dotate di funzione echo cancelling. CONNESSIONI
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L’AULA MAGNA DI INGEGNERIA Ecco il secondo ambiente: l’Aula Magna dell’Istituto di Ingegneria, per la quale Ekklesia ha mantenuto i videoproiettori già installati ma ha aggiunto dei microfoni (modello Omnya MC22302.W.TIP) e una serie di torrette sul tavolo degli oratori, che offrono la possibilità di selezionare le sorgenti audio/ video (dal VGA all’HDMI), gestendo di fatto l’intero impianto in occasione di sessioni di laurea, conferenze o altri eventi. La richiesta del committente, inoltre, si estendeva alla possibilità di controllare le apparecchiature AV anche attraverso un touch panel: Ekklesia ha optato per il modello Extron TLP Pro 1220TG, con touch screen capacitivo da 12”, risoluzione 1280x800, alimentazione PoE+ e altoparlanti integrati. A proposito di altoparlanti, un’Aula Magna non può certo prescindere da una buona diffusione sonora. Per questo sono stati scelti i diffusori passivi in array con beam orientato Omnya LHX16,
LA “SALA DEGLI 80 POSTI” La location oggetto di intervento è la cosiddetta “Sala degli 80 posti”, un ambiente lungo e stretto caratterizzato, come la Sala del Consiglio, da svariati vincoli architettonici. “Anche qui – spiega infatti Rubini –, abbiamo installato un monitor da 98”, che ha sostituito quello precedente da 80”, e due satelliti più piccoli, per agevolare la visione a chi siede alle ultime file. Questa sala può essere utilizzata anche da personale non tecnico, ad esempio i docenti, con gestione dei segnali direttamente dal tavolo. Per il personale tecnico, invece, c’è un rack che ospita monitor e matrici per la gestione diretta delle sorgenti”. Vediamo allora com’è strutturato il sistema in questo ambiente, a partire dal monitor principale, di nuovo un
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e un mixer audio sempre serie Omnya, modello MP42705. Anche in questa sala, infine, non manca la firma di Aten, con una matrice video True 4K 8x8 VM0808HB e gli immancabili extender VE801T-R. “I diffusori Omnya – conclude Rubini – hanno il puntamento del fascio sonoro già angolato, il che ci ha consentito di montarli seguendo con naturalezza l’andamento architettonico della sala. Con un diffusore in array abbiamo direzionato il suono verso la platea con andamento a salire, laddove altre soluzioni si sarebbero rivelate penalizzanti. In quest’aula si possono realizzare videoproiezioni da computer o da altre sorgenti video provenienti dalla rete dell’università. La gestione è interamente locale, ed è aperta a sviluppi come l’integrazione di telecamere e la possibilità di realizzare trasmissioni in diretta streaming, in particolare grazie alle apparecchiature Aten”.
modello Philips BDL9870EU/00, affiancato, come monitor di rinforzo lungo la sala, da due modelli 49BDL5955P/00 da 49”. La gestione dei segnali passa attraverso lo switch KVMP Aten CM1284, che offre multi-visualizzazione USB 4K HDMI a quattro porte, e il Video Presentation Switcher Aten VP2730, modello 7 x 3 completo di scaler, commutazione seamless, streamer, mixer audio e connessione HDBaseT. L’impianto audio è stato realizzato con quattro diffusori array corti processati serie Omnya, modello LH4.1, mentre la microfonia prevede due apparecchi da tavolo Omnya MC22302.W.TIP. È forse superfluo aggiungere che la distribuzione dei segnali è interamente firmata Aten, con il trasmettitore HDMI, VGA e HDBaseT VE2812EUT,
Lista dei materiali Aula Magna di Ingegneria 2 Extender HDMI Tx ATEN VE801T 1 Extender HDMI Rx ATEN VE801R 1 Matrice video True 4K 8x8 ATEN VM0808HB 1 Video controller 7x3 presentation switch ATEN VP2730 1 Switch Gigabit 16 porte UTP NETGEAR JG516-200EUS 1 Controller Extron IPCPpro 255 2 Touch Panel Extron TLP Pro 1220TG 1 Mixer audio OMNYA MP42705+FBS+DSP MP42705+DSP+FSKIT 2 Microfono da tavolo OMNYA MC22302.W.TIP 2 Diffusore array OMNYA LHX16 2 Diffusore array OMNYA LHX8.2 1 Amplificatore 2x300 Yamaha PX3
in grado di portare il segnale 4K fino a 100 metri di distanza, e con gli extender VE801AT-G. “La sala è nata ex-novo, durante i lavori di ricostruzione – puntualizza Roberto Rubini –. Sia in quest’ambiente che negli altri, abbiamo lavorato sulla base della qualità 4K e stando attenti a mantenere i sistemi aperti a future implementazioni o a connessioni con altri reparti o altre facoltà dell’Ateneo. In ottica covid, questi lavori di aggiornamento tecnologico si sono rivelati molto utili, anche se, quando li abbiamo svolti, non potevamo immaginare l’arrivo di una pandemia. Diciamo che sono strutture rivelatesi successivamente provvidenziali, per garantire connessioni a distanza e dare continuità alla vita dell’università nonostante lockdown e limitazioni”.
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IL MINIMO COMUN DENOMINATORE: ATEN Come concludere, dunque, una disamina così articolata e fitta di spunti, per chi ama l’integrazione di sistemi e le soluzioni tecnologiche all’avanguardia? Anzitutto, rimarcando che tutti gli interventi sono avvenuti in ambienti sottoposti a stretti vincoli architettonici, e derivati dalla lunga e faticosa attività di ricostruzione seguita al devastante sisma del 2009. Per l’integratore, è sempre una sfida in più quando deve destreggiarsi, oltre che con le legittime richieste del committente, anche con le limitazioni dettate, giustamente, dall’architettura dei luoghi. Il sistema, vede la coabitazione di svariati marchi, da Philips per i monitor a Omnya per la diffusione sonora, da Extron per i controller touch a Netgear, Yamaha e Bose, con la matrice audio EX 1280, utilizzata per applicazioni VoIP nella Sala del Consiglio. Ma perché un sistema complesso funzioni, e per di più in location diverse – seppur comprese nella medesima struttura – occorre un elemento imprescindibile, una sorta di “collante” che leghi tutti questi prodotti e che garantisca il corrispettivo, in sede tecnologica, della “circolazione sanguigna” in un corpo, ovvero la distribuzione dei segnali AV. Ecco allora che, anche solo dando una veloce occhiata agli schemi e ai progetti, in ogni location spunta il marchio Aten con switch, matrici ed extender, veri gangli di un sistema stratificato che riesce a far dialogare prodotti molto diversi e a distribuire i segnali AV anche in ambienti “difficili”, caratterizzati da numerose limitazioni nel passaggio cavi o nella collocazione stessa dei prodotti. Concludiamo allora con un’ultima e significativa considerazione di Roberto Rubini. “Uno degli aspetti più interessanti di questo progetto curato dall’Università stessa, al quale noi di Ekklesia abbiamo contribuito con consulenze tecniche mirate, è che si è tenuto conto dei possibili sviluppi futuri. Primo risultato tangibile, l’Ateneo ha potuto affrontare meglio l’imprevedibile crisi sanitaria. In prospettiva, con ulteriori bandi si potranno integrare altri istituti o dipartimenti nel sistema, per un’università sempre più telematica e digitalizzata”.
Il segreto in uno switch Gli switch Aten KVMP multi-visualizzazione CM1284 USB HDMI a 4 porte sono pensati per migliorare il monitoraggio in tempo reale, in quanto consentono selezione, scambio e visualizzazione contemporanea di più sorgenti con il controllo tastiera e mouse indipendente, oltre a commutazione indipendente dell’audio e della porta USB per periferiche. La connessione HDMI permette risoluzioni fino a 4K (4096 x 2160 a 30Hz), mentre il monitoraggio in tempo reale è garantito dalle due uscite con modalità di visualizzazione Quad View, PiP, PbP, PoP e, ovviamente, modalità a schermo intero. Inoltre, questo prodotto permette il collegamento in Cascade ed in Daisy Chain di altri CM1284. In Cascade si potranno aggiungere altre 4 unità di CM1284 (collegandoli alle porte di inpunt dei pc) permettendo quindi di controllare fino a 16 computer contemporaneamente con un’unica tastiera e mouse, visualizzando tutti i 16 segnali video su un unico monitor. Collegando invece in Daisy Chain tre unità di CM1284 tramite l’apposita porta RJ-45 posta sul retro del prodotto, si potranno sempre gestire 16 computer con una singola tastiera e mouse, ma si avranno 4 monitor differenti ciascuno con il quad-view dei PC connessi ad ogni singolo CM1284.
The secret of a switch Aten CM1284 4-Port USB HDMI Multi-View KVMP Switches are designed to enhance real-time monitoring by enabling simultaneous selection, swapping and viewing of multiple sources with independent keyboard and mouse control, as well as independent audio switching and the USB port for peripherals. The HDMI connection allows resolutions up to 4K (4096 x 2160 at 30Hz), while real-time monitoring is guaranteed by the two outputs with display modes Quad View, PiP, PbP, PoP and, of course, full screen mode. The Daisy Chain Control (DCC) functionality also allows you to control up to three additional CM1284 units from a single console, as well as to cascade products up to two levels for up to 16 selectable, switchable and viewable video sources simultaneously. Furthermore, this product allows the connection in Cascade and Daisy Chain of other CM1284s. In Cascade you can add another 4 units of CM1284 (by connecting them to the input ports of PCs) thus allowing you to control up to 16 computers simultaneously with a single keyboard and mouse, displaying all 16 video signals on a single monitor. By connecting three units of CM1284 in Daisy Chain through the appropriate RJ-45 port on the back of the product, you can always manage 16 computers with a single keyboard and mouse, but you will have 4 different monitors each with the quad-view of the PCs connected to each single CM1284.
Sala Rojo
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Full marks in technological renewal The new multimedia rooms at L’Aquila University Matteo Fontana
There is a strong Aten component in the project carried out in L'Aquila by the Ekklesia system integrator. The University of Abruzzo centre has deeply renovated, without affecting the architectural aspects, three halls that are the fulcrum of its structure
Il system integrator Integratore che opera da più di 30 anni, specializzato in luoghi di culto e imprese, Ekklesia offre prodotti sviluppati internamente e un servizio tecnico specializzato. In grado di seguire un progetto dall’ideazione alla messa in opera, Ekklesia punta da sempre su prodotti interamente Made in Italy, e vanta una lunga serie di successi e di collaborazioni durature.
The system integrator An integrator that has been operating for more than 30 years, specialising in places of worship and businesses, Ekklesia offers internally developed products and a specialised technical service. Able to follow a project from conception to implementation, Ekklesia has always focused on products entirely Made in Italy, and boasts a long series of successes and lasting collaborations.
After the terrifying earthquake of 2009, the reconstruction was difficult and complex, but led - in the end - to great architectural solutions for the historic buildings of L’Aquila, such as the university headquarters. Beyond the constructive needs, the world of education has for some time been crossed by a strong push towards technological renewal to make teaching, but also administrative activities, smarter, easier to share, and more effective. Terms such as collaboration and e-learning have now come into common use, and the recent health crisis has only accelerated the process of ‘hybridisation’ of educational activities, partly in person and partly remotely. The technological renovation project of three large halls of the University of L’Aquila, carried out at the end of 2019, therefore just before the pandemic, fits perfectly into this logic.
COUNCIL ROOM To describe this project, there is nothing better than walking through it in the variCONNESSIONI 4 8
ous locations updated from a technological point of view, starting from the Council Room, located in the building that houses the Rectorate and, therefore, the administrative activities of the University. This room already had technological equipment, based on some projectors placed at eye level. After the reconstruction, however, the structure, protected by the Superintendency of Cultural Heritage, appeared to have important architectural constraints, which prevented, for example, the hanging of video projectors. This is why Ekklesia, the company that designed and installed the new systems in collaboration with the University, opted for a solution based on a 98” large format monitor. As the technical manager Roberto Rubini said: “The architectural constraints of the Sala del Consiglio led us to go for monitors instead of video projection. The uniqueness of this system is that it offers the possibility to operate independently both from the room itself and from the technical room, located on the lower floor, which we have set up. The two entrances
SOLUZIONI are independent of each other, which made it necessary to transfer the video signals from the room to the control room.” And now the Aten brand enters the scene for the first time, with its HDMI HDBaseT matrices and extenders. The most important administrative decisions of the University are taken in the Council Room, during meetings in which the consultation of figures and graphics must be easy and shared. The room, with its large windows, is particularly bright, so Ekklesia has chosen two Philips BDL9870EU / 00 98”, Ultra HD monitors with direct LED backlighting. There are also two ATEN video matrices installed for signal management: the 4x4 VM0404HB model and the 8x8 VM0808HB model, both can be controlled by the VK0200 control pad. The distribution of the signals is guaranteed by four Aten HDMI HDBaseT VE1812T extenders and by three HDMI VE801-AT-G extenders. The difficulty of the work, always in compliance with the aforementioned architectural constraints, extended to the passage of cables, which was not allowed externally, nor was there the possibility to drill the walls. “The passage of the cables was therefore carried out between the two floors that house the rooms: the Council Room is on the first floor, while the control room is on the ground floor.” explained Roberto Rubini. To complete the equipment for the room were video connections on the large speakers’ table (eight towers with all services) and audio management, with Omnya series speakers by Ekklesia and the possibility, in a conferencing key, to broadcast telephone
calls via speaker hands-free, with matrices equipped with an echo cancelling function.
THE “HALL OF 80 SEATS” The second location subject to intervention is the so-called “Hall of 80 seats”, a long and narrow space characterised, like the Council Room, by various architectural constraints. “We installed a 98” monitor here as well, which replaced the previous 80”one, and two smaller satellites, to facilitate viewing for those sitting in the back rows. This room can also be used by non-technical staff, for example teachers, with management of signals directly from the table. For the technical staff, on the other hand, we have a rack that includes monitors and matrices for the direct management of the sources.” said Rubini. So let’s see how the system is structured in this environment, starting from the main monitor, again a Philips BDL9870EU / 00 model, flanked, as a reinforcement monitor along the room, by two 49BDL59 models 55P / 00 of 49”. Signal management goes through the Aten CM1284 KVMP switch, which offers four-port 4K HDMI USB multi-display, the Aten VP2730 Video Presentation Switcher, 7 x 3 model complete with scaler, seamless switching, streamer, audio mixer and HDBaseT connection. The audio system was built with four Omnya series processed short array speakers, model LH4.1, while the microphone includes two Omnya MC22302.W.TIP table top devices. It is perhaps superfluous to add that the signal distribution is entirely signed by Aten, with the VE2812EUT HDMI, VGA and
HDBaseT transmitter, capable of carrying the 4K signal up to 100 meters away, and with the VE801-AT-G extenders. “The room was born from scratch, during the reconstruction works. Both in this environment and in the others, we have worked on the basis of 4K quality and being careful to keep the systems open for future implementations or connections with other departments or other faculties of the University. From a Covid point of view, these technological updates have proved to be very useful, even if, when we carried them out, we did not imagine the arrival of a pandemic. Let’s say that they are structures that subsequently proved to be providential, to ensure long-distance connections and give continuity to university life despite lockdowns and limitations.” Continued Roberto Rubini.
Hall of 80 seats 1 Video controller 7x3 presentation switch ATEN VP2730 1 Turret inputs with Tx HDBaseT ATEN VE2812EUT-AT-G 1 ATEN VE801-AT-G HDMI Extender 1 HDMI-HDBaseT receiver ATEN VE1812R-AT-G 1 ATEN CM1284-AT-G Multiview KVMP Switch 2 Philips HQ 27 ”273V5LHSB monitor 2 49 ”Philips display 49BDL5955P / 00 1 Philips BDL9870EU / 00 98 ”monitor 2 OMNYA MC22302.W.TIP desk microphone 4 OMNYA LH4.1 array speaker
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SOLUZIONI THE AULA MAGNA OF ENGINEERING Finally, the second faculty: the Aula Magna of the Institute of Engineering, for which Ekklesia kept the video projectors already installed but added microphones (Omnya model MC22302.W.TIP) and a series of turrets on the speakers’ table, which offer the possibility of selecting audio / video sources (from VGA to HDMI), effectively managing the entire system for graduation sessions, conferences or other events. The customer’s request also extended to the possibility of controlling AV equipment also through a touch panel: Ekklesia opted for the Extron TLP Pro 1220TG model, with 12” capacitive touch screen, 1280x800 resolution, PoE + power supply and integrated speakers. Speaking of loudspeakers, a Great Hall definitely needs a good sound system. For this reason, the Omnya LHX16 passive speakers in array with oriented beam were chosen, and an Omnya series audio mixer, model MP42705. Finally, also in this room, the signature of Aten is not lacking, with an 8x8 video matrix True 4k VM0808HB and the inevitable VE801T-R extenders. “The Omnya speakers which allowed us to following the architectural style of the room. With an array speaker, we directed the sound towards the audience with an upward trend, where other solutions would have proved difficult. In this classroom, video projections can be made from computers or other video sources from the university network. The management is entirely local, and is open to developments such as the integration of cameras and the possibili-
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ty of realising live streaming broadcasts, in particular thanks to Aten equipment.” Concluded Rubini.
THE LOWEST COMMON DENOMINATOR: ATEN How to conclude, therefore, such an articulated for those who love the system integration and cutting-edge technological solutions? First of all, we must note that all the interventions took place in environments subjected to strict architectural constraints, and derived from the long and tiring reconstruction activity following the devastating earthquake of 2009. For the integrator, it is always an extra challenge when he or she has to juggle, as well as with the legitimate requests of the client, even with the limitations dictated, rightly, by the architecture of the places. The articulated system sees the cohabitation of various brands, from Philips for monitors to Omnya for sound diffusion, from Extron for touch controllers to Netgear, Yamaha and Bose, with the EX 1280 audio matrix, used for VoIP applications in the Council Room. In short, it is integration at its best! But in order for such a complex system to work, and in different locations - albeit included in the same structure - an essential element is needed, a sort of ‘glue’ that binds all these products and guarantees. Even just by taking a quick look at the schemes and projects, the Aten brand appears in every location with switches, matrices and extenders, real nodes of a layered system that manages to make very different products communicate and distribute AV signals too. in ‘difficult’ environments, characterised by numerous limitations in the passage of cables or in the placement of the products. In short, Aten is confirmed as the least visible brand in the strict sense, a bit like veins and arteries are. Let’s conclude with a final and significant consideration by Roberto Rubini. “One of the most interesting aspects of this project curated by the University itself, to which we at Ekklesia have contributed with targeted technical advice, is that possible future developments have been taken into account. The first tangible result was that the University was able to better deal with the unpredictable health crisis. In perspective, with further calls it will be possible to integrate other institutes or departments into the system, for an increasingly telematic and digitised university.”
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FARE SHOPPING ESCLUSIVO, IN SICUREZZA Diffusione sonora EVAC nei contesti Retail Damiano Simoncini
Un sistema innovativo, funzionale e integrato: ecco la diffusione sonora di emergenza realizzata da Paso per l’outlet di grandi firme “The Mall” a Sanremo Integrare un sistema EVAC efficace e innovativo in un contesto commerciale di pregio: la sfida dell’outlet sanremese “The Mall” ha coinvolto i progettisti di Paso e i partner installatori di Elettromeccanica Galli in un progetto sinergico basato sul sistema PA8500-VES. Al centro, i vantaggi tecnici e installativi e, soprattutto, la realizzazione di un sistema di diffusione sonora a scopi di emergenza conforme all’attuale normativa EVAC EN54.
www.paso.it www.sanremo.themall.it www.elettromeccanicagalli.it
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COSA SIGNIFICA DIFFUSIONE SONORA EVAC Facciamo un passo indietro, sul cuore dell’installazione nell’esclusiva location di Sanremo. I sistemi EVAC (Emergency Voice and Communication) sono una componente impiantistica fondamentale, in quanto dotati di altoparlanti idonei ad avvisare le persone di eventuali condizioni di pericolo e in caso d’incendio. Possono essere azionati automaticamente o manualmente (diffondendo un messaggio precedentemente registrato oppure in tempo reale da parte di un addetto) e devono rispondere a tutti i requisiti di affidabilità e di robustezza richiesti a un normale impianto di sicurezza. Un impianto EVAC è dunque necessario in tutte le location che ospitano una grande quantità di persone non preparate, tramite prove di evacuazione, a un’eventuale emergenza. Oppure dove sussistano, per varie ragioni, difficoltà di orientamento e spostamento.
THE MALL: IL PROGETTO E IL LAVORO A questo punto, vediamo come Paso ed Elettromeccanica Galli hanno declinato queste esigenze tecnologiche nell’outlet di lusso “The Mall”. Qui, il sistema PA8500VES va integrato con l’impianto di diffusione sonora per musica, spot e annunci installato nelle aree esterne di “relax” vista mare. Il tutto, garantendo una distribuzione audio di alta qualità, con particolare riferimento alla norma ISO UNI 7240-19 relativa a intelligibilità del parlato e uniformità della pressione sonora. Dopo diversi sopralluoghi e valutazioni con i tecnici coinvolti, i progettisti hanno previsto un sistema composto da 2 rack interfacciati tra di loro, in grado di pilotare in termini di potenza tutte le zone in cui è stato suddiviso l’impianto. Il sistema personalizzato e centralizzato è composto dal controller CR8506-V, che può gestire fino a sei linee simultaneamente, e dagli amplificatori digitali di potenza PMD250-V. CONNESSIONI 5 4
La suddivisione in zone consente una gestione indipendente degli ambienti, sia per la musica di sottofondo sia per la messaggistica di servizio e allarme
Diffusori sonori: C86/20-EN
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TECNOLOGIE DI SICUREZZA PER OGNI ZONA Le zone sono state suddivise in base alla diversa destinazione d’uso degli spazi. Il centro commerciale è infatti strutturato in parti “condominiali”, come la galleria, e in singoli negozi con relativi magazzini; ci sono poi autorimesse, bar e ristorante. La suddivisione in zone consente una gestione indipendente degli ambienti, sia per la musica di sottofondo sia per la messaggistica di servizio e allarme. Per la galleria sono stati utilizzati dei diffusori sonori da incasso/controsoffitto C573/6-EN da 6 W (con un passo di distribuzione medio di 6 m), in modo da ottenere una copertura uniforme e ottimale.
Nei negozi di media/grossa superficie e relativi depositi si trovano invece proiettori sonori in metallo da parete C86/20-EN da 20 W. In queste aree, più critiche dal punto di vista del posizionamento dei diffusori sonori, i system integrator hanno effettuato anche una verifica con simulazione acustica tramite software dedicato. Questo ha permesso di valutare il corretto quantitativo e il giusto posizionamento dei prodotti, dando ulteriore garanzia di risultato alla committenza.
COME FUNZIONA IL SISTEMA Cosa accade quando c’è un’emergenza? Per scelta della committenza, l’attivazione del sistema non è automatica ma sempre lanciata in modalità manuale dalla base
microfonica EVAC di Paso. Una scelta dettata dalla volontà di non creare panico nella clientela in caso di falso allarme. Quindi, a fronte di un allarme rilevato e verificato in control room, il personale di vigilanza presente h24 in reception ha la facoltà di avviare la procedura per gli avvisi audio. I messaggi preregistrati sono quelli classici, previsti dalla normativa: uno di allerta e uno di evacuazione. Il sistema è inoltre interfacciato ai normali impianti di diffusione sonora dei vari negozi tramite contatti d’uscita dedicati della centrale Paso opportunamente programmati: quando necessario, dunque, tutti i diffusori sonori dell’outlet, interne ed esterne, trasmettono efficacemente i segnali EVAC.
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The Sign: EVAC anche a Milano Un altro esempio di installazione sonora di emergenza con tecnologie Paso si trova a Milano, nel complesso “The Sign”. A differenza dell’outlet di Sanremo, per questo complesso di uffici commerciali, il progetto ha dovuto tener conto di una logistica più articolata. Parliamo infatti di una struttura multiedificio (suddiviso per praticità in edificio A, B, C e supercondominio), in cui Paso ed Elettromeccanica Galli hanno scelto di intervenire con più sistemi/rack separati, realizzati ad hoc per ogni stabile. L’impianto è stato suddiviso in zone rappresentate dai vari piani degli edifici, optando sui diffusori sonori da incasso/controsoffitto C573/6-EN da 6 W (sempre con un passo di distribuzione medio di 6 m) e ottenendo così una copertura uniforme e ottimizzata. Per le autorimesse e gli sbarchi delle scale sono stati utilizzati dei proiettori di plastica C48/12-EN da 12 W. Anche qui, è stata fatta una simulazione acustica per verificare la resa e la funzionalità del progetto che si è andati a installare.
The Sign: EVAC also in Milan Another example of an emergency sound installation with Paso technologies is located in Milan, in “The Sign” complex. Unlike the Sanremo outlet, the project had to take into account more complex logistics for this business and commercial centre. In fact, we are talking about a multi-building structure (divided for practicality into building A, B, C), in which Paso and Elettromeccanica Galli have chosen to intervene with several separate systems / racks, created ad hoc for each building. The system was divided into zones represented by the various floors of the buildings, opting for C573/6-EN 6W recessed / false ceiling loudspeakers (always with an average distribution pitch of 6m) and thus obtaining uniform and optimised coverage. 12W C48 / 12EN plastic floodlights were used for the garages and stair landings. Here too, an acoustic simulation was carried out to verify the performance and functionality of the project that was installed.
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PROGETTARE, REALIZZARE, COLLABORARE Andrea Bigiarini di Paso, che ha coordinato i lavori del team di progettisti, si dice molto soddisfatto per il risultato ottenuto. “Non è la prima volta che lavoriamo con Elettromeccanica Galli – spiega -, siamo un gruppo di lavoro affiatato. Insieme abbiamo deciso come sviluppare il progetto, quali prodotti selezionare e cosa presentare al cliente finale. Siamo orgogliosi del lavoro svolto, e soprattutto delle tempistiche di realizzazione, veloci e mirate”. Anche il commento di Stefano Gnecchi, ingegnere di Elettromeccanica Galli e responsabile dell’installazione al “The Mall” di Sanremo, è positivo. “Non abbiamo incontrato difficoltà nel portare a termine il progetto – conclude il progettista -, anche se come normale ci siamo trovati ad adattare sul campo alcune soluzioni, soprattutto per venire incontro alle esigenze delle attività commerciali. Un lavoro di grande sinergia con i colleghi di Paso, con i quali portiamo avanti una solida collaborazione che sta dando ottimi risultati”.
Diffusori sonori da incasso/controsoffitto C573/6-EN
Scheda tecnica: PA8500-VES Il sistema PA8500-VES della Paso, integra nuove unità di gestione e amplificatori digitali di ultima generazione, garantendo flessibilità progettuale e installativa, nel completo rispetto degli standard di sicurezza. La soluzione scelta per l’applicazione sanremese si basa sul controller CR8506-V, unità di gestione e diagnostica adatta a ogni tipo di utilizzo, che garantisce sicurezza, flessibilità e praticità. La semplicità di collegamento (cavi schermati CAT-5e SFTP) tra controller, router, amplificatori e postazioni microfoniche di emergenza rende efficace la sonorizzazione di edifici complessi, consentendo l’utilizzo di apparecchi centralizzati e locali. Ogni CR8506-V è predisposto per la gestione di 6 linee di controllo alle quali possono essere collegati: amplificatori digitali di potenza (serie PMD), fino a un massimo di 16 per linea e dotati di scheda di diagnostica; router RT8506-V in grado di gestire 6 zone con doppia linea di uscita a 100 V (A e B); sistemi integrati di evacuazione a 6 zone (PA8506-V). È possibile collegare
a cascata fino a 6 controller CR8506-V e gestire un massimo di 36 linee, in modo da permettere la realizzazione di sistemi di evacuazione voce/musica fino a 216 zone simultaneamente.
Technical description: PA8500-VES The Paso PA8500-VES system integrates new management units and latest generation digital amplifiers, guaranteeing design and installation flexibility, in full compliance with safety standards. The solution chosen for the Sanremo application is based on the CR8506-V controller, a management and diagnostic unit suitable for any type of use, which guarantees safety, flexibility and practicality. The simplicity of connection (CAT-5e SFTP shielded cables) between controllers, routers, amplifiers and emergency microphone stations makes the sound reinforcement of complex buildings effective, allowing the use of centralised and local devices. Each CR8506-V is designed to manage 6 control lines to which the following can be
connected: digital power amplifiers (PMD series), up to a maximum of 16 per line and equipped with a diagnostic board; RT8506-V router capable of managing 6 zones with double output line at 100 V (A and B); 6-zone integrated evacuation systems (PA8506-V). It is possible to cascade up to 6 CR8506-V controllers and manage a maximum of 36 lines, so as to allow the creation of voice / music evacuation systems up to 216 zones simultaneously. www.paso.it
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Go shopping: exclusively and safely EVAC Sound Diffusion in Retail environments Damiano Simoncini
An innovative, functional and integrated system: here is the emergency sound system created by Paso for the designer outlet "The Mall" in Sanremo Integrating an effective and innovative EVAC system into the existing audio system, in a prestigious commercial context: the challenge of the Sanremo outlet “The Mall” involved the designers of Paso and the installation partners of Elettromeccanica Galli in a synergistic project based on the PA8500-VES system. The technical and installation advantages and, above all, the creation of a public address system for emergency purposes in compliance with the current EVAC EN54 standard are at the centre.
WHAT DOES EVAC SOUND DIFFUSION MEAN? Let’s take a step back, to the heart of the installation in the exclusive location of Sanremo. EVAC (Emergency Voice and Communication) systems are a fundamental plant component, as they are equipped with speakers suitable for alerting people of any dangerous conditions including in the event of a fire. They can be operated automatically or manually (by broadcasting a pre-recorded message or in real time by an employee) and must meet all the reliability and robustness requirements of a normal security system. An EVAC system is therefore necessary in all locations that host a large number of unprepared people, through evacuation tests, for a possible emergency. Or where, for various reasons, there are difficulties with orientation and movement.
THE MALL: THE PROJECT AND THE WORK At this point, let’s see how Paso and Elettromeccanica Galli have declined these technological needs in the luxury CONNESSIONI 5 8
outlet “The Mall.” Here, the PA8500-VES system was integrated with the sound diffusion system for music, commercials and announcements already installed in the outdoor “relaxation” areas overlooking the sea. All this, guaranteeing a high-quality audio distribution, with particular reference to the ISO UNI 7240-19 standard relating to speech intelligibility and sound pressure uniformity. After several inspections and evaluations with the technicians involved, the designers have provided a system consisting of 2 racks interfaced with each other, capable of driving all the areas into which the system has been divided in terms of power. The customised and centralised system consists of the CR8506-V controller, which can manage up to six lines simultaneously, and the PMD250-V digital power amplifiers.
SECURITY TECHNOLOGIES FOR EACH ZONE The areas have been divided according to the different intended use of the spaces. The shopping centre is in fact structured in “condominium” parts, such as the gallery, and in individual shops with relative warehouses; then there are garages, bars and restaurants. The zoning allows independent management of the rooms, both for the audio system dedicated to the background music and for the service and alarm messages. For the gallery, 6W C573/6-EN recessed/false ceiling loudspeakers were used (with an average distribution pitch of 6m), in order to obtain uniform and optimal coverage. In medium / large surface shops and related warehouses, there are 20W C86/20-EN metal wall-mounted sound projectors. In these areas, the position-
ing of the loudspeakers is most critical, the system integrators also carried out a verification with acoustic simulation using dedicated software. This made it possible to evaluate the correct quantity and the right positioning of the products, giving further guarantee of results to the client.
HOW THE SYSTEM WORKS What happens when there’s an emergency? By choice of the client, the activation of the system is not automatic but always launched in manual mode from the Paso EVAC microphone base. A choice dictated by the desire not to panic customers in the event of a false alarm. Therefore, in the moment an alarm is detected and verified in the control room, the security staff (who are situated 24 hours a day at the reception) have the right to start the procedure for audio alerts. The pre-recorded messages are the classic ones, required by the legislation: one for alert and one for evacuation. The system is also interfaced with the normal sound system via through dedicated output contacts of the Paso control unit, appropriately programmed: when necessary, therefore, all the outlet’s speakers, internal and external, effectively transmit the EVAC signals
DESIGN, IMPLEMENT, COLLABORATE Andrea Bigiarini from Paso, who coordinated the work of the design team, says he is very satisfied with the results. “This is not the first time that we have worked with the guys from Elettromeccanica Galli.” he explains, “we are a tightknit working group. Together we decided how to develop the project, which products to select and what to present to the end customer. We are proud of the work we have achieved, and above all of the fast and targeted implementation times.” Even the comment of Stefano Gnecchi, engineer of Elettromeccanica Galli and responsible for the installation at “The Mall” in Sanremo, was positive. “We did not encounter any difficulties in completing the project…” concludes the designer, “although as usual we found ourselves adapting some solution, especially to meet the needs of commercial activities. It was a work of great synergy with our colleagues in Paso, with whom we are pursuing a solid collaboration that is providing excellent results.”
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LES SECRETS DE L’OPÉRA Viaggio sonoro nei mestieri dello spettacolo Chiara Benedettini
I passeggeri che da qualche settimana si trovano a transitare per la stazione Opéra della metropolitana di Parigi troveranno i grandi spazi (oltre 5.000 mq) di questo trafficato crocevia ampiamente rinnovati nella loro identità visiva. RATP, l’azienda dei trasporti de l’Ile de France, ha infatti commissionato il progetto Le Secrets de l’Opéra all’agenzia ITOSK di Parigi che, insieme all’organizzazione culturale veneziana Pase Platform e con la collaborazione de L’Opéra National de Paris, ha contribuito a trasformarne le sale e le gallerie. L’Opéra è un universo che produce centinaia di spettacoli ogni anno dal 1875. Un “miracolo quotidiano” – come evidenzia la produzione del progetto – da valorizzare e condividere con gli utenti della RATP, in un percorso visivo e sonoro che salda i suoni della “macchina dei sogni teatrale” con quelli della vita quotidiana della Parigi di oggi. lessecretsdelopera.fr www.d&b audio.com pase-platform.com slateandash.com
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IL PROGETTO VISIVO E SONORO DI LES SECRETS DE L’OPÉRA Il progetto include due aspetti, partiamo da quello visivo: sui muri delle le banchine,
dei corridoi, e degli spazi di transito dei passeggeri sono comparse delle piccole figure, silhouette ideate dall’agenzia ITSOK e realizzate da Coll’o Doc, un’officina di artigiani della stampa con esperienza trentennale, nel momento di compiere vari atti propri dei diversi mestieri del teatro, sia artistici che di stampo tecnico o artigianale: dal direttore d’orchestra al macchinista, dai cantanti al falegname, passando per la sartoria. Ma è la parte sonora di questo intervento su cui vogliamo portare la vostra attenzione: creato da Victor Nebbiolo di Castri e Valeria Zane, anime creative di Pase
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Da Venezia a Parigi, in un’immersione nell’ ecosistema udibile dell’Opéra. Un viaggio a disposizione dei viaggiatori della Metropolitana della Capitale francese, ricreato grazie a sofisticati sistemi di ripresa audio multicanale e di restituzione di vere e proprie ambientazioni sonore
Platform, è un corpus di otto composizioni, o momenti sonori, della durata di circa 6 minuti ciascuno, risultato dal processo di composizione comunemente noto come “musica generativa”. Per ascoltarli è sufficiente inquadrare con il proprio smartphone uno dei tanti QR code che compaiono sulle pareti della stazione Opéra, che porterà direttamente il dispositivo sul sito dedicato. L’ascoltatore sarà così immerso in una materia musicale ibrida fatta di frammenti sonori originati da registrazioni di strumenti acustici e di ambienti, di elettronica, tonalità e strutture generate in digitale. La materia prima sonora con cui sono state realizzate proviene da molte fonti diverse: registrazioni dei rumori della vita e dei mestieri del teatro, (realizzate con microfono binaurale e coppie stereo di microfoni cardioidi), insieme alle composizioni originali di Nebbiolo di Castri e Zane eseguite da tre artisti: la voce del soprano Giulia Semenzato, le percussioni di Paolo Bertoldo, e il flauto traverso di Andrea Vecchiato. Queste registrazioni sono poi state utilizzate nella loro forma grezza, oppure
processate tramite diversi tools sviluppati dall’istituto IRCAM di Parigi, e dallo studio di sound design inglese Slate & Ash.
BEN PIÙ DI UNA SPAZIALIZZAZIONE Un passaggio fondamentale della creazione sonora di Les Secrets de l’Opéra è legato alla produzione e registrazione delle tracce: è avvenuto infatti in un ambiente fisico e tecnico adatto non solo per manipolare la spazializzazione dei suoni, ovvero una “disposizione” virtuale dei frammenti sonori nello spazio di ascolto, ma un vero e proprio ambiente sonoro, caratterizzato da una dimensiona acustica creata artificialmente. Gli ingredienti fondamentali della traccia sonora, quali le parti melodiche, i rumori caratterizzati dalle loro differenti texture, o la spazializzazione, sono immersi in molteplici ambienti virtuali, ricreati elettronicamente partendo dalle “fotografie” acustiche di spazi realmente esistenti. Per esempio, un particolare riverbero o comportamento sonoro “altro” rispetto all’ambiente, può essere aggiunto alla traccia, e quindi all’ascolto, indipendentemente
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Installed equipment: 1 d&b audio DS100 (matrix for d&b Soundscape) 24 d&b audio E8 speakers 2 d&b audio V-Gsub 1 Appsys Multiverter MVR-64 24 d&b audio 5S speakers 1 MacMini 1 ArrayCalc Software + R1 Software dalla conformazione dello spazio di ascolto o dalla situazione. Una tecnica che somma suono reale e processamento, per creare ambienti sonori realistici ma non necessariamente reali. Lo studio di Pase Platform nel cuore di Venezia è il luogo in cui si sono svolte tutte le fasi creative di Les Secrets de L’Opéra, uno spazio unico nel panorama europeo dove è residente un’installazione del sistema d&b Soundscape, sviluppato dal costruttore tedesco d&b audiotechnik, uno degli strumenti fondamentali per la realizzazione di questo progetto. La piattaforma d&b Soundscape si basa sulle potenzialità offerte dall’unità DS100, capace di ricreare uno spazio sonoro virtuale che può essere disposto di fronte agli ascoltatori (approccio a 180° gradi) o tutt’attorno a essi (approccio a 360°), in base alla configurazione di diffusori che si vuole realizzare. DS100 ospita due moduli software: En-Scene permette di posizionare liberamente fino a 64 “oggetti sonori”, ovvero qualsiasi tipo di segnale audio che venga mandato agli ingressi del DS100, nello spazio suono virtuale creato dal sistema; En-Space contiene le impronte acustiche di nove sale da concerto realmente esistenti, campionate tramite una raffinata tecnica che si basa sulla raccolta di 144 risposte all’impulso, e che possono essere ricreate nell’ambiente in cui è presente l’installazione Soundscape.
TECNICA, TECNOLOGIA E ARTE Il sistema Soundscape presente negli spazi
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di Pase Platform, utilizzato per la creazione delle otto composizioni del progetto, include quindi una unità DS100 al centro del sistema composto da 24 diffusori sonori d&b audiotechknik E8. 18 di essi sono distribuiti a 360° lungo il perimetro della sala di 50 mq, in cui è ospitato il sistema, mentre altri 6 diffusori sono installati sul soffitto. Due subwoofer cardioidi V-GSUB si occupano di riprodurre la gamma grave. Il segnale raggiunge ogni diffusore tramite un canale dedicato, proveniente da uno dei sette amplificatori 30D e 10D, dotati di ingressi digitali in standard AES3. La conversione dal protocollo DANTE verso il formato disponibile sugli amplificatori è svolta da due “bridge” DS10, ovvero interfacce che convertono i 16 flussi di suono digitale su protocollo Dante nel formato standard per audio digitale AES3, usato per interfacciare tra loro dispositivi diversi. A monte del DS100 è presente anche un’unità Appsys Multiverter MVR-64, che consente di convertire in un flusso DANTE praticamente qualsiasi formato audio multicanale, così da interfacciare il DS100 con qualsiasi sorgente. Per la gestione dei contenuti e il controllo dell’intero sistema viene utilizzato un MacMini; su di esso sono stati caricati e resi disponibili vari software: ArrayCalc, il software dedicato alla progettazione e la configurazione di ogni installazione di sistemi d&b, che si occupa della predizione della performance, allineamento e taratura degli impianti, indirizzamento dei canali
È sufficiente inquadrare con il proprio smartphone uno dei tanti QR code che compaiono sulle pareti della stazione Opéra, che porterà direttamente il dispositivo sul sito dedicato. Simply frame one of the many QR codes on the walls of the Opéra station with your smartphone, and it will take you directly to the dedicated website.
SOLUZIONI Lo studio di Pase Platform nel cuore di Venezia è il luogo in cui si sono svolte tutte le fasi creative di Les Secrets de L’Opéra The Pase Platform studio in the heart of Venice is where all creative phases of Les Secrets de L’Opéra took place
d&b audiotechnik DS100 L’unità DS100 è il cervello del sistema Soundscape. Si tratta di un modulo la cui funzione di base è quella di una delay-matrix dotata di 64 ingressi e 64 uscite disponibili esclusivamente in formato DANTE, con frequenza di campionamento a 48KHz. La particolarità di una delay-matrix, rispetto ad una semplice matrice, è la possibilità di regolare, per ogni incrocio ingresso/uscita, non solo il livello, ma anche il ritardo del segnale. Inoltre, ogni ingresso e ogni uscita di DS100 sono dotati di equalizzazione parametrica (8 bande per gli ingressi, 16 per le uscite), delay regolabile fino a 500ms, regolazione del guadagno, e mute. La latenza del sistema è inferiore ad 1,5 ms.
d&b audiotechnik DS100 The DS100 unit is the brain of the Soundscape system. It is a module whose basic function is that of a delay-matrix with 64 inputs and 64 outputs available exclusively in DANTE format, with 48KHz sampling frequency. The peculiarity of a delay-matrix, compared to a simple matrix, is the possibility to adjust, for each input / output crossing, not only the level, but also the signal delay. In addition, each DS100 input and output are equipped with parametric equalisation (8 bands for inputs, 16 for outputs), adjustable delay up to 500ms, gain adjustment, and mute the latency of the system. but it is less than 1.5ms. www.d&baudio.com
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DANTE, ecc., ed R1 (anch’esso prodotto dall’azienda tedesca per i propri sistemi) che consente di controllare da remoto il sistema in ogni sua parte, dai diffusori agli amplificatori alle elettroniche; sono presenti anche alcuni tra i più utilizzati software per la produzione musicale, la registrazione e riproduzione multitraccia. Infine, in occasione della realizzazione de Les Secrets de l’Opéra, per potenziare la percezione dello spazio che poi l’ascoltatore vive e fruisce in cuffia, alla configurazione di diffusori residente a Pase Platform, è stato aggiunto un ulteriore cerchio di diffusori più ravvicinati. É stato infatti creato un secondo anello composto delle più compatte 5S, sempre di casa d&b audiotechnik, al centro del quale è stata posta una testa artificiale per la registrazione binaurale dell’output di Soundscape. Un accorgimento essenziale per permettere di riprodurre nell’ascolto con qualsiasi tipo di cuffia l’esperienza immersiva creata nella fase di produzione. Questo processo ha permesso di creare le otto esperienze sonore messe a disposizione dei viaggiatori della metropolitana di Parigi; viaggiatori che nel tempo di un istante si trovano immersi in un fluire di materia musicale fatta di armonie miste a una commistione di rumori che evocano il complesso mondo sonoro del teatro dell’Opéra.
La Musica Generativa La musica generativa è un termine reso popolare da Brian Eno per descrivere la musica che è sempre diversa e mutevole, creata da un sistema; è basata su gruppi di suoni e frasi assemblati seguendo determinate regole probabilistiche, modificati e poi fissati solo quando l’autore ne è perfettamente soddisfatto. Nel 1995, mentre lavorava con il software Koan di SSEYO (costruito da Tim Cole e Pete Cole che in seguito lo hanno evoluto in Noatikl e poi Wotja), Brian Eno unì per la prima volta questo termine, e da allora è stato utilizzato per riferirsi a una vasta gamma di musica, da mix musicali completamente casuali creati da più riproduzioni simultanee di CD, fino alla composizione computerizzata basata su regole dal vivo.
Generative Music Generative music is a term popularised by Brian Eno to describe music that is always different and ever-changing, created by a system; it is based on groups of sounds and phrases assembled following certain probabilistic rules, modified and then fixed only when the author is perfectly satisfied. In 1995, while working with SSEYO’s Koan software (built by Tim Cole and Pete Cole who later evolved it into Noatikl and then Wotja), Brian Eno first merged this term, and it has been used ever since to refer to a wide range of music, from completely random music mixes created from multiple simultaneous CD plays, to live rules-based computer composition.
I viaggiatori nel tempo di un istante si trovano immersi in un fluire di materia musicale fatta di armonie miste a una commistione di rumori che evocano il complesso mondo sonoro del teatro dell’Opéra The travellers who in an instant find themselves immersed in a flow of musical matter made up of harmonies mixed with a mixture of noises that evoke the complex sound world of the Opéra theatre
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The Secrets of the Opéra
A sound journey into the entertainment professions Alessandro Bertoni
From Venice to Paris, an immersion into the audible ecosystem of the Opéra. A journey available to travellers on the Metro in the French capital, recreated thanks to sophisticated multi-channel audio recording systems and the return of real sound settings
THE VISUAL AND SOUND PROJECT OF LES SECRETS DE L’OPÉRA
Passengers who for a few weeks have been passing through the Opéra station of the Paris metro will find the large spaces (over 5,000 square meters) of this busy crossroads extensively renewed in their visual identity. RATP, the transport company of the Ile de France, has in fact commissioned the project Les Secrets de l’Opéra to the ITOSK agency in Paris which, together with the Venetian cultural organisation Pase Platform and with the collaboration of L’Opéra National de Paris, helped transform its halls and galleries. The Opéra is a universe that has produced hundreds of shows every year since 1875. A ‘daily miracle’ - as the project’s production highlights - to be enhanced and shared with RATP users, in a visual and sound path that welds the sounds of the “Theatrical dream machine” with those of everyday life in today’s Paris.
The project includes two aspects, we’ll start from the visual one: small figures have appeared on the walls of the quays, corridors and passenger transit spaces, silhouettes conceived by the ITSOK agency and created by Coll’o Doc, a workshop of printing artisans with thirty years of experience, in the moment of carrying out various acts typical of the different professions of the theatre, both artistic and technical or artisanal: from a conductor to a machinist, from singers to a carpenter, even tailoring. But it is the sound part of this intervention on which we want to bring your attention: created by Victor Nebbiolo of Castri and Valeria Zane, creative souls of Pase Platform, it is a corpus of eight compositions, or sound moments, lasting about 6 minutes each, resulting in the composition process commonly known as ‘generative music.’ To listen to them, simply scan one of the many QR codes that appear on the walls of the Opéra station with your smartphone, which will link your device directly to the dedicated website. The listener will thus be immersed in a hybrid musical material made of sound fragments originating from recordings of acoustic instruments and environments, of electronics, tones and structures generated digitally. The raw material sound with which they were made comes from many different sources: recordings of the noises of life and of the professions of the theatre, (made with binaural mi-chrophone and stereo pairs of cardioid microphones), together with the original compositions by Nebbiolo di Castri and Zane performed by three artists: the voice of the soprano Giulia Semenzato, the percussion of Paolo
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Bertoldo, and the transverse flute of Andrea Vecchiato. These recordings were then used in their raw form, or processed using various tools developed by the IRCAM institute in Paris, and by the in-glese sound design studio Slate & Ash.
MUCH MORE THAN SPATIALISATION A fundamental step in the sound creation of Les Secrets de l’Opéra is linked to the production and recording of the tracks: in fact, it took place in a physical and technical environment suitable not only for manipulating the spatialisation of sounds, or rather a virtual ‘arrangement’ of the sound fragments in the listening space, but a real sound environment, characterised by an artificially created acoustic dimension. The fundamental ingredients of the soundtrack, such as the melodic parts, the noises characterised by their different textures, or the spatialisation, are immersed in multiple virtual environments, recreated electronically starting from the acoustic ‘photographs’ of actually existing spaces. For example, a particular reverb or sound behaviour other than the environment, can be added to the track, and therefore to the listening experience, regardless of the conformation of the listening space or the situation. A technique that combines real sound and processing to create realistic but not necessarily real sound environments. The Pase Platform studio in the heart of Venice is the place where all the creative phases of Les Secrets de L’Opéra took place, a unique space on the European scene where an installation of the d&b Soundscape system, developed by the German manufacturer, d&b audio-technik (one of the fundamental tools for the re-
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alisation of this project) resides. The d&b Soundscape platform is based on the potential offered by the DS100 unit, capable of recreating a virtual sound space that can be arranged in front of the listeners (180 ° approach) or all around them (360 ° approach), depending on the configuration of diffusers that you want to make. DS100 houses two software modules: En-Scene allows you to freely position up to 64 ‘sound objects’, which is any type of audio signal that is sent to the inputs of the DS100, in the virtual space created by the system; En-Space contains the acoustic imprints a of nine real existing concert halls, sampled through a refined technique based on the collection of 144 impulse responses, and which can be recreated in the environment in which the Soundscape installation is present.
TECHNIQUE, TECHNOLOGY AND ART The Soundscape system present in the spaces of Pase Platform, used to create the eight compositions of the project, therefore includes a DS100 unit at the centre of the system made up of 24 d & b audiotechknik E8 loudspeakers. 18 of them are distributed at 360° along the perimeter of the 50m2 room, where the system is housed, while another 6 speakers are installed on the ceiling. Two V-GSUB cardioid subwoofers take care of reproducing the low range. The signal reaches each speaker via a dedicated channel, coming from one of the seven 30D and 10D amplifiers, equipped with digital inputs in AES3 standard. The conversion from the DANTE protocol to the format available on the amplifiers is carried out by two DS10 ‘bridges’, ie. interfaces that convert the 16 digital sound streams on Dante protocol into the standard format for AES3 digital audio, used to interface
different devices with each other. Upstream of the DS100 there is also an Appsys Multiverter MVR-64 unit, which allows you to convert virtually any multi-channel audio format into a DANTE stream, so as to interface the DS100 with any source. A MacMini is used for content management and internal system control; various software have been loaded and made available on it: ArrayCalc, the software dedicated to the design and configuration of each installation of d & b systems, which takes care of the performance prediction, alignment and calibration of the systems, addressing of the DANTE channels, etc. R1 (also produced by the German company for its systems) allows to remotely control the system in all its parts, from speakers to amplifiers to electronics; there are also some of the most used software for music production, recording and multitrack playback. Finally, on the occasion of the creation of Les Secrets de l’Opéra, to enhance the perception of the space that the listener then experiences and uses through headphones, a further circle of speakers was added to the configuration of speakers resident at Pase Platform. In fact, a second ring was created consisting of the more compact 5S, also by d&b audiotechnik, at the centre of which an artificial head was placed for the binaural recording of the Soundscape output. An essential feature to allow you to reproduce the immersive experience created in the production phase in listening with any type of headset. This process made it possible to create the eight sound experiences made available to travellers on the Paris metro; travellers who in an instant find themselves immersed in a flow of musical matter made up of harmonies mixed with a mixture of noises that evoke the complex sound world of the Opéra theatre.
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Assunta Fratocchi, Managing Director di Link e Marco Piromalli Presidente di Link
Nell’occasione dell’intervista con Link, storico costruttore di sistemi di networking e cablaggi, non abbiamo parlato solo della nuova avventura Link On Air.
GRUPPO LINK … NON VENDIAMO ARIA Chiara Benedettini
Abbiamo ripercorso anche la storia del Gruppo, e messo a fuoco quella costante voglia di reinventarsi che l’ha portato a dare una risposta coraggiosa e determinata al repentino arresto degli eventi dal vivo, offrendo una opportunità di rinascita a tutto il settore
www.linkitaly.com
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MEETING Su cosa si è basato il successo di Link? Credo alla capacità di leggere il mercato ed evolversi, per dare una risposta convincente. Per esempio per ogni cavo abbiamo creato anche i relativi connettori e, considerando la crescente complessità dei cablaggi, è sempre più difficile trovare quello giusto. In particolare, con i cavi ibridi che portano più segnai nella stessa guaina, si finisce spesso a dover supplire con 10 connettori diversi o rassegnarsi a uno sfrangio, invece abbiamo voluto offrire da subito un sistema completo, dapprima con fornitori esterni poi creando LK Connectors.
Energia positiva e progetti innovativi a servizio delle nuove necessità
“Non volevamo solo continuare a fare il nostro lavoro, possibilmente volevamo anche contribuire alla riapertura delle attività nel nostro settore, con un meccanismo virtuoso utile alla sua ripresa ma anche ovviamente a noi. Le aziende prosperano se il mercato è attivo”. È iniziata così l’intervista con Assunta Fratocchi, Managing Director di Link, che ci ha raccontato la reazione di Link alla pandemia, responsabile del blocco del settore di business storico dell’azienda, così non abbiamo potuto fare a meno di estendere le domande alla sua storia. Link è nata nel 1987 dall’idea di due ex fonici di tour, Marco Piromalli con il Socio di allora: desideravano rispondere alla necessità di sistemi di cablaggio per grandi apparecchiature, dato che all’epoca ci si affidava molto al fai da te. Partirono subito con la gamma di cavi a marchio Eurocable, ancora oggi un pilastro della produzione.
Questo è stato il nostro business principale per i primi 10 anni, poi abbiamo iniziato ad affrontare il problema dei “box”, ovvero delle scatole di distribuzione, partendo dal lato elettrico per arrivare nel tempo alla fibra ottica e ai cavi Ethernet. Anche questo è un mercato importante.
Avete iniziato con il mercato del Live, ma nel tempo avete approcciato anche altri settori Certamente un passaggio importante è stato verso l’installazione: abbiamo creato prodotti nuovi, per esigenze di stanzialità, mentre noi eravamo abituati a trattare soluzioni portatili, quindi flessibili e pronte all’uso. Un altro filone di rielievo è il broadcast: se in Italia abbiamo subito avviato rapporti con top customer, all’estero siamo riusciti a farci conoscere quando abbiamo capito che era necessario creare un range di prodotti e fornire soluzioni per quel tipo di segnali. … per giungere alla sanificazione dell’aria Quando il nostro mercato storico si è fermato improvvisamente per via del Covid, ci siamo rivolti ai dispositivi per la sicurezza, scegliendo il filone della sanificazione dell’aria. Lo abbiamo inteso in primis come
I punti che hanno ispirato le soluzioni Link On Air The elements that inspired Link On Air Solutions
I campi applicativi di Link On Air: Rock (Installazione), Roll (Live), House (Residenziale) Link On Air application areas: Rock (Installation), Roll (Live Events), House (Residential)
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strumento utile per la riapertura dei luoghi degli eventi, da applicare poi anche ad altri ambiti. È nato così Link On Air. Come funziona questa tecnologia? Ci siamo rivolti al leader di settore – l’americana Active Pure Technology. In poche parole, non ci limitiamo a forzare il ricambio d’aria o a filtrarla ma, grazie a un meccanismo di ionizzazione alcuni ossidanti benefici agiscono sulle molecole presenti nell’aria, decontaminandola in maniera attiva. Questa è la differenza tra cambiare e sanificare l’aria. A questo abbiamo affiancato il nostro approccio tradizionale “a sistema” e abbiamo sviluppato un software predittivo in grado di dimostrarne l’efficacia, momento per momento, e di monitorarlo. Si appoggia su un sistema di sensoristica molto sofisticato, basato su protocolli di de-
rivazione industriale: con Link On Air siamo in grado di offrire una soluzione completa di sanificazione dell’aria in ambienti chiusi, sicuro, senza agenti chimici, affidabile e controllabile. Una dashboard (disponibile anche via app) permette infatti di accendere e spegnere il sistema, acquisire dati, vincolarlo a determinati parametri, ecc. Nel tempo avete affinato il vostro approccio Alcuni mesi fa pensavamo questo prodotto come uno spin off, oggi abbiamo deciso di dargli una sua identità, con un marchio definito – Link On Air appunto – che richiama il nostro storico pur su canali autonomi. Abbiamo pensato di entrare in una categoria merceologica già presidiata ma con un approccio diverso, legato alla nostra esperienza, che ci avrebbe aiutato a coinvolgere il mercato in questo momento di staticità. Come avete organizzato il vostro catalogo? Abbiamo creato tre filoni: Rock, ovvero i sistemi da installazione per condotte d’aria, condizionatori monoblocco ecc. per installazioni fisse, dalle fiere agli uffici; Roll sono i sistemi per gli eventi inseriti in flight case di varie grandezze, oppure adattati alle misure per l’installazione nei rack, o ancora nei mezzi di trasporto per estendere la filiera dall’aria sanificata a tutto il percorso. Infine, il filone House è composto da apparecchi di piccole dimensioni per ambienti fino ai 90 mq, dotati di display per la gestione e programmazione.
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MEETING
Sanificare l’aria negli eventi live, una spinta per ripartire
Oggi la vostra proposta si estende anche a prodotti nuovi per voi, come avete riorganizzato l’approccio di vendita? Nel settore degli eventi dal vivo continueremo a collaborare con i nostri partner abituali, e c’è ancora spazio di sviluppo sia nell’installazione, che riteniamo molto interessante, sia per il residenziale, dove stiamo strutturando un canale con agenti e distributori specifici. L’estero è sempre stato importante? L’obiettivo primario sono sempre stati gli Stati Uniti, ma all’inizio faticavamo a trovare un distributore che ci aiutasse a fare stock, elemento critico nel nostro settore perché le spedizioni sono molto costose. Poi, nel periodo in cui sono entrato nella Società, subentrando al precedente Socio di Piromalli, ho incontrato Bob, che all’epoca aveva passato un periodo in Europa per aprire l’ufficio locale di ETC. A un tavolino del party di ETC durante il PL+S, tra sidro e birra, è nato il nostro sodalizio che dura tutt’ora.
Siete presenti anche in altri Paesi? In molti, in verità: l’Europa è stata l’espansione naturale, in parallelo abbiamo iniziato negli USA, e oggi siamo poi presenti in Medio Oriente, grazie anche al fatto che siamo entrati nei capitolati di alcuni grandi progetti locali, e in Oriente; siamo orgogliosi di avere un distributore perfino in Cina, che di solito è un Paese esportatore. Solitamente ci affidiamo a distributori e rivenditori. Almeno per il momento siamo invece meno presenti in Sud America. Link, come azienda e come gruppo, sta intraprendendo un grande cambiamento Ovviamente è un momento di grande progettualità ed energia… cambiare non è facile. Qui le motivazioni non riguardano solo il futuro dell’azienda, ma anche la ripresa dell’intero settore. Siamo consci dell’impegno che ci stiamo prendendo e, quando arrivano gli inevitabili momenti di fatica, ripensiamo sempre al motto che abbiamo scelto per Link diversi anni fa, oggi più che mai attuale: “Se puoi immaginarlo, possiamo costruirlo”.
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Gruppo Link Link è stata fondata nel 1987 da Marco Piromalli, attuale Presidente dell’azienda, e dal suo Socio dell’epoca, con l’obiettivo di produrre sistemi di connessioni adatti all’usura del live, ispirandosi all’industria militare e avionica. Link capì che l’ascesa dei dati digitali e della tecnologia in fibra ottica avrebbe trasformato l’industria dell’intrattenimento, così iniziò a costruire soluzioni innovative per risolvere i nuovi problemi di cablaggio e connettività per i settori audio, video e illuminazione. Sotto la guida di Marco Piromalli e dell’attuale Managing Director, Assunta Fratocchi, Link ha costruito la sua reputazione sulla base di due marchi di fama mondiale: Eurocable e LK Connectors. Oggi Link non solo si è allargata oltre il settore dell’intrattenimento, fornendo una gamma completa di soluzioni di connettività best-in-class per molte applicazioni civili, militari e dell’industria pesante, ma è anche l’azienda che ha inventato il rivoluzionario sistema di sanificazione Link On Air. Se puoi immaginarlo, possiamo costruirlo. Link è orgogliosa di garantire le migliori soluzioni di connettività nei tempi e budget stabiliti e di fornire il miglior servizio clienti per il suo settore.
Il nuovo marchio di Link delle soluzioni di sanificazione: Link On Air The new Link’s brand for air sanification solutions, Link On Air
Link Group … We do not sell air Chiara Benedettini
Throughout this interview with Link, a historic manufacturer of networking and cabling systems, we did not just talk about the new Link On Air adventure. We also retraced the history of the Group, and focused on that constant desire to reinvent itself that led it to give a courageous and determined response to the sudden stop of live events, offering an opportunity for the entire sector to be reborn
Link Group Link was founded in 1987 by Marco Piromalli, current President of the company, and his partner at the time, with the aim of producing connection systems suitable for live applications, inspired by the military and avionics industry. Link realised that the rise of digital data and fibre optic technology was transforming the entertainment industry, its innovative solutions could solve new cabling and connectivity problems for the audio, video and lighting industries. Under the guidance of Marco Piromalli and the current Managing Director, Assunta Fratocchi, Link has built its reputation on the basis of two world-famous brands: Eurocable and LK Connectors. Today Link has not only expanded beyond the entertainment industry, providing a full range of best-in-class connectivity solutions for many civil, military and heavy industry applications, but it is also the company that invented the revolutionary Link On Air sanitation system. If you can imagine it, we can build it. Link prides itself on delivering the best connectivity solutions on time and on budget and providing the best customer service for its industry. www.linkitaly.com
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“We didn’t just want to continue doing our jobs, we also wanted to contribute to the reopening of activities in our sector, with a virtuous mechanism useful for its recovery but also obviously for us. Companies thrive if the market is active.” Thus began the interview with Assunta Fratocchi, Managing Director of Link, who told us about Link’s reaction to the pandemic, responsible for blocking the company’s historical business sector, so we could not help but extend the questions to its history. Link was born in 1987 from the idea of two former tour engineers, Marco Piromalli and his then partner: who wanted to respond to the need for wiring systems for large equipment, given that at the time there was a lot of reliance on do-it-yourself. They immediately started with the range of Eurocable branded cables, still a pillar of production today. What is Link’s success based on? I believe in the ability to read the market and evolve, to give a convincing answer. For example, for each cable we have also created the relative connectors and, considering the increasing complexity of the wiring, it is increasingly difficult to find the
right one. In particular, with hybrid cables that carry multiple signals in the same sheath, we often end up having to make up for 10 different connectors or resign ourselves to a fray in the cable, instead we wanted to offer a complete system immediately, first with external suppliers and then creating LK Connectors. This was our main business for the first 10 years, then we started to tackle the problem of the “boxes”, ie. distribution boxes, starting from the electrical side to get over time to fibre optic and Ethernet cables. This is also an important market. You started with the Live market, but over time you have also approached other sectors Certainly an important step was towards installation: we created new products, due to the need for permanence, while we were used to dealing with portable solutions, therefore flexible and ready for use. Another important trend is broadcasting: if in Italy we immediately started relationships with top customers, abroad we were able to make ourselves known when we realised that it was necessary to create a
MEETING range of products and provide solutions for that type of signals. ... to provide air sanitation When our historic market suddenly stopped due to Covid, we turned to safety devices, choosing the line of air sanitation. We intended it primarily as a useful tool for the reopening of the places of events, and to be applied to other areas as well. This is how Link On Air was born. How does this technology work? We turned to the industry leader: American Active Pure Technology. In a nutshell, we don’t just force the air exchange or filter it but, thanks to an ionisation mechanism, some beneficial oxidants act on the molecules in the air, actively decontaminating it. This is the difference between changing and sanitising the air. To this we have combined our traditional “system” approach and have developed predictive software capable of demonstrating its effectiveness, moment by moment, and monitoring it. It relies on a very sophisticated sensor system, based on protocols of industrial derivation: with Link On Air we are able to offer a complete solution for sanitizing the air indoors, safe, without chemical agents, reliable and controllable. A dashboard (also available via app) allows you to turn the system on and off, acquire data, bind it to certain parameters, etc. Over time you have refined your approach… A few months ago we thought of this product as a spin off, today we decided to give it its own identity, with a defined
Brand - Link On Air in fact - which recalls our history even on autonomous channels. We decided to enter a product category that was already covered but with a different approach, linked to our history, which helped us to involve the market in this stagnant moment. How did you organise your catalogue? We have created three strands: Rock, i.e. installation systems for air ducts, monobloc air conditioners, etc. for fixed installations, from trade fairs to offices; Roll are the systems for events inserted in flight cases of various sizes, or adapted to the measures for installation in racks, or to be installed in means of transport to extend the supply chain from sanitised air to the entire route. The system is used as a sanitising air curtain, to be placed at the entrance of public areas, or even designed for hanging, to be placed on trusses. Finally, the House line, consisting of small appliances for rooms up to 90 square metres, equipped with a display for management and programming. Today your catalogue is also composed of new products for you, how have you reorganised the sales approach? In the live events sector we will continue to collaborate with our regular partners, and there is still a lot of space for development both in the Install, which we consider very interesting, and in the residential area, where we are structuring a channel with agents and specific distributors. Has abroad always been important? The primary target has always been the United States, but at first we struggled
to find a distributor to help us stock up, a critical element in our sector because shipments are very expensive. Then, in the period in which I took over the company taking over from the previous Piromalli shareholder, I met Bob, who at the time had spent a period in Europe to open the local office of ETC. At a table at the ETC party during the PL + S, between cider and beer, our partnership was born and continues to this day. Are you also present in other countries? Many, in truth: Europe was the natural expansion, we also started in the USA, and today we are also present in the Middle East, thanks to the fact that we have entered the specifications of some large local projects, and in the East; we are proud to have a distributor even in China, which is usually an exporting country. We usually rely on distributors and resellers. At least for the moment, we are less present in South America. Link, as a company and as a group, is undergoing a major change. Is there something you want to discuss? Obviously it is a time of great planning and energy… change is not easy, but the reasons do not only concern the future of the company, but also the recovery of the entire sector. We are aware of the commitment we are taking, and when the inevitable moments of fatigue arrive, we always think back to the motto we chose for Link several years ago, now more relevant than ever: “If you can imagine it, we can build it.”
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LOCALIZZAZIONE SONORA E “ZOOM FATIGUE”
Ipotesi di audio immersivo per mondi virtuali Alessandro Bertoni
Qualche riflessione e ipotesi sulla spazializzazione sonora nell’era della comunciazione a distanza
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TECNOLOGIA
Scommetto che state leggendo queste righe dopo una delle tante call della vostra giornata. Oppure ve ne aspetta una tra pochi minuti. O, come spesso accade, le state leggendo durante una di queste. Eh sì, perché se fino a poco più di un anno fa, tenere una “conference-call” era un evento che accadeva di tanto in tanto, oggi le videoconferenze sono diventate la nostra quotidianità. L’improvviso sconvolgimento delle nostre vite dovuto all’arrivo di questa pandemia, oltre ad impattare su cosa scegliamo la mattina dal nostro guardaroba ha cambiato radicalmente e improvvisamente, il modo in cui comunichiamo sia nella sfera professionale, e spesso anche in quella privata.
PERCEZIONE E ZOOM FATIGUE I nostri sistemi percettivi e cognitivi si sono evoluti a braccetto con il nostro essere individui sociali; da sempre privilegiamo, anzi, abbiamo bisogno di comunicare con altri persone in carne ed ossa. Comunicare a distanza è un’azione che diamo per scontata ma, di fatto, è una parentesi all’interno del flusso di comunicazioni che facciamo
“di persona”. E del bisogno di incontrarci ne è testimone il modo in cui il nostro mondo contemporaneo si è sviluppato: trasporti, edifici, spazi e servizi per l’ospitalità, per riunirsi, per condividere un evento. È un bisogno in parte culturale, ma anche profondamente umano. In questi mesi le comunicazioni a distanza hanno per lunghi momenti rimpiazzato gli incontri di persona; questa nuova realtà ha messo alla prova il nostro sistema percettivo, non proprio abituato a confrontarsi con il contesto rarefatto delle call. Subito dopo l’inizio dei vari lockdown, molti osservatori hanno cominciato a rilevare e analizzare quella che è stata battezzata la “zoom fatigue”: lo sfinimento che proviamo dopo una giornata passata a parlarci tramite uno dei tanti servizi per le comunicazioni in remoto. Tanto si è detto e scritto su ciò che appartiene alla sfera visiva (lo stress generato dal non poter decifrare il linguaggio non verbale del nostro interlocutore, o del “disallineamento” dello sguardo di chi vediamo sullo schermo rispetto ai nostri occhi). Ma ad indagare come gli aspetti sonori
contribuiscano alla “zoom fatigue”, ci si è arrivati solo negli ultimi tempi. Escludendo per un momento alcuni macro-problemi legati a dispositivi malfunzionanti, o a connessioni internet instabili, alcune interessanti riflessioni si concentrano su quale tipo di esperienza sonora offrono le piattaforme di comunicazione più utilizzate. Queste hanno sviluppato e implementato strumenti sempre più evoluti (ne parleremo in un prossimo appuntamento) per eliminare i rumori di fondo, il riverbero dell’ambiente e ogni altro elemento considerato superfluo. Inoltre, gli abituali strumenti di ripresa della voce (i microfoni dei notebook, gli headset, ecc.), limitano la possibilità di modulare il livello e il timbro percepito dagli interlocutori quando questi si spostano, girano la testa, si allontanano, ecc. Se questo è un approccio indiscutibilmente efficiente, l’esperienza complessiva tende ad essere molto artificiosa, nettamente affaticante, soprattutto quando è prolungata nel tempo. Ma c’è un ulteriore elemento, altrettanto influente, di cui siamo ancor meno consapevoli e che diventa CONNESSIONI
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Se ci è chiaro perchè ci distraiamo davanti allo schermo durante una videoconferenza, ci è generalmetne meno chiaro il ruolo dell’assenza di informazioni spaziali dal lato sonoro It may be clear to us why we are sometimes distracted after being in front of the screen for a videoconference all day, but it may be slightly less clear to us what role the absence of spatial information on the sound side plays
determinante quando nelle videoconferenze sono coinvolte più persone: l’assenza di informazioni spaziali sulla localizzazione delle voci (il flusso audio è, normalmente, monofonico).
L’IMPATTO DELLA LOCALIZZAZIONE SONORA Il mondo accademico, negli ultimi anni, si è interessato all’impatto che una corretta localizzazione della sorgente sonora (il soggetto parlante) ha su alcuni aspetti quali l’intelligibilità, la concentrazione e la ritenzione delle informazioni, trovando delle correlazioni indiscutibilmente molto incoraggianti. Le ricerche e le esperienze fatte all’interno del vasto ambito del cosiddetto “audio immersivo” hanno dimostrato come sia possibile creare uno spazio acustico virtuale che ci dia l’illusione di trovarci, invece, all’interno di un ambiente reale, inclusa la percezione della posizione dei diversi oggetti sonori. Non a caso, è negli ambiti del gaming e della realtà virtuale dove è da tempo che, in particolare per l’ascolto in cuffia, vengono applicate le tecniche dell’ascolto binaurale. Ma le iniziative per offrire al mondo della videoconferenza un’esperienza audio più ricca, integrando anche la dimensione della spazializzazione sonora, sono già in corso, e comincia ad interessarsene anche il grande pubblico. L’edizione statunitense del mensile Forbes ha da poco pubblicato un’intervista al CEO di Dirac, azienda danese che sviluppa tecnolo-
gie audio avanzate per diversi settori, dal mobile all’automotive, con un focus sull’uso delle soluzioni audio immersivo volte a migliorare l’esperienza globale nelle comunicazioni a distanza. Il motore audio 3D da loro sviluppato consente di ricreare un ambiente acustico realistico all’interno del quale posizionare “le voci” dei partecipanti alla conversazione: ciascuno di questi, una volta indossata la cuffia, avrà l’impressione di essere all’interno della stessa stanza, e riuscirà a localizzare distintamente la provenienza delle voci di ogni componente del gruppo. L’invito che vi facciamo è di cercare la clip dimostrativa sul canale YouTube di Dirac, dotandovi di una buona cuffia, per provare l’esperienza in diretta. A fianco di aziende come Dirac, anche il mondo della system integration sta iniziando a sperimentare nuove soluzioni per l’audio immersivo applicato alle comunicazioni, integrando tecnologie già esistenti come quelle alla base dell’ascolto binaurale (HRTF – Head Related Transfer Function), utili per la localizzazione delle sorgenti sonore, e altre utilizzate per la ricreazione di ambienti virtuali acusticamente realistici. Ad oggi, infatti, le grandi piattaforme per le comunicazioni a distanza non sembrano ancora aver preso in considerazione l’integrazione nativa della dimensione spaziale tra gli strumenti per la gestione dell’audio; evoluzione che potrebbe offrire un contributo importante per ridurre la “zoom fatigue”, migliorare l’efficacia delle comunicazioni, e regalare agli utenti un’esperienza più ricca e piacevole.
Dirac spatial audio for video chat and conferencing www.youtube.com/watch?v=6wsMywC9gg4
Could spatialized audio reduce zoom fatigue? teecom.com/could-spatialized-audio-reduce-zoom-fatigue-our-acoustics-team-tested-it/
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TECNOLOGIA
Sound localisation and ‘zoom fatigue’
Hypothesis of immersive audio for virtual worlds Alessandro Bertoni
Ideas and hypotheses on sound spatialisation in the era of remote communication I bet you are reading through this after a busy Zoom-filled day. Or maybe you have a call in a minute or so. Or, as is often the case, you are reading this during a call right now. Strangely, up until just over a year ago, holding a “conference call” was something that happened pretty rarely, but today videoconferences are part of our daily routine. The sudden upheaval of our lives due to the arrival of the Covid-19 pandemic, in addition to impacting what we choose to wear in the morning, has radically and suddenly changed the way we communicate both in the professional sphere, and often also in the private one.
PERCEPTION AND ZOOM FATIGUE
Our perceptual and cognitive systems have evolved hand in hand with our being social individuals; we have always favoured the social side of things, indeed, we have a need to communicate with other people in the flesh. Communicating remotely is an action that we take for granted but, in fact, it is a parenthesis within the flow of communications that we do “in person.” The need to meet is witnessed by the way in which our contemporary world has developed: transport, buildings, spaces and services for hospitality, to get together, to experience an event. It is partly a cultural need, but also a profoundly human one. In recent months, long-distance communications have replaced face-to-face meetings; this new reality has tested our perceptive system, which is not really used to dealing with the rarefied context of calls. Immediately after the various lockdowns began, many observers began to detect and analyse what has been called “zoom fatigue”: the exhaustion we feel after a day spent talking through one of the many remote communications services. So much has been said and written about what belongs to the visual sphere (the stress generated by not being able to decipher the non-verbal language of our interlocutor, or the “misalignment” of
the gaze of those we see on the screen with respect to our own eyes.) But we have only just started to investigate how the sound aspects contribute to “zoom fatigue.” Excluding for a moment some macro-problems related to malfunctioning devices, or unstable internet connections, there are some interesting reflections that focus on what kind of sound experience the most used communication platforms can offer. These have developed and implemented increasingly advanced tools (we will talk about them later on) to eliminate background noise, ambient reverberation and any other element considered redundant. Furthermore, the usual voice recording tools (notebook microphones, headsets, etc.) limit the possibility of modulating the level and timbre perceived by the interlocutors when they move, turn their heads, move away, etc. If this is an unquestionably efficient approach, the overall experience tends to be very artificial and clearly tiring, especially over time. But there is another equally influential element of which we are even less aware and which becomes decisive, when several people are involved in video conferences: the absence of spatial information on the localisation of voices (the audio stream is usually monophonic.)
THE IMPACT OF SOUND LOCALISATION
The academic world, in recent years, has been interested in the impact that a correct localisation of the sound source (the speaking subject) has on certain aspects such as intelligibility, concentration and retention of information, finding very encouraging correlations. The research and experiences made within the vast field of the so-called “immersive audio” have shown how it is possible to create a virtual acoustic space that gives us the illusion of finding ourselves, instead, within a real environment, including the perception of the position of the different sound objects.
Unsurprisingly, it is in the areas of gaming and virtual reality where binaural listening techniques have been applied for some time, especially for listening with headphones. But initiatives to offer the world of videoconferencing a richer audio experience, also integrating the dimension of sound spatialisation, are already underway, and the general public is beginning to take an interest in them too. The US edition of the Forbes monthly magazine recently published an interview with the CEO of Dirac, a Danish company that developed advanced audio technologies for various sectors, from mobile to automotive, with a focus on the use of immersive audio solutions aimed at improving the global experience in remote communications. The 3D audio engine developed by them allows to recreate a realistic acoustic environment within which to position the “voices” of the participants in the conversation: each of these, once the headset is worn, will have the impression of being inside the room, and will be able to clearly locate the origin of the voices of each member of the group. We invite you to look for the demonstration clip on Dirac’s YouTube channel, equipping yourself with a good headset, to try the experience live. Alongside companies like Dirac, the world of system integration is also starting to experiment with new solutions for immersive audio applied to communications, integrating existing technologies such as those at the base of binaural listening (HRTF - Head Related Transfer Function), useful for the localisation of sound sources, and others used for the recreation of acoustically realistic virtual environments. To date, in fact, the large remote communications platforms do not yet seem to have taken into consideration the native integration of the spatial dimension between the tools for audio management; evolution that could offer an important contribution to reduce “zoom fatigue”, improve the effectiveness of communications, and give users a richer and more enjoyable experience.
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Autore: Gian Carlo Lanzetti
milioni
DI CONNESSIONI: LA STRADA ITALIANA DELL’ Gian Carlo Lanzetti
www.osservatori.net
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IOT
TECNOLOGIA
Contatori intelligenti, auto connesse e smart building sono i settori più promettenti dell’ultimo Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano L’anno 2020, con tutte le sue catastrofi, ha “disturbato” ma non fermato lo sviluppo dell’Internet of Things (IoT) in Italia. In questi dodici mesi, infatti, il mercato ha subito un rallentamento, assestandosi sui 6 miliardi di euro. La spesa si divide equamente fra le applicazioni che sfruttano la “tradizionale” connettività cellulare (3 miliardi, -6%) e quelle che utilizzano altre tecnologie di comunicazione, stabili rispetto al 2019. Il tutto secondo una leggera flessione del 3% rispetto al 2019: siamo in linea con l’andamento dei principali Paesi occidentali. Quantitativamente parlando, abbiamo 93 milioni di connessioni attive, di cui 34 milioni di connessioni cellulari (+10%) e 59 milioni abilitate da altre tecnologie (+15%). Tra queste, emergono le reti Low Power Wide Area (LPWA), che raggiungono per la prima volta un milione di connessioni, crescendo del 100%. Altro driver interessante, i servizi collegati agli oggetti connessi, con un valore di 2,4 miliardi di euro e un +4% che “risale” la corrente rispetto all’andamento generale del mercato. Insomma, i risultati dell’ultimo Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano dimostrano che la digitalizzazione italiana è tutt’altro che un pensiero astratto. “Il 2020 è stato un anno importante – commenta Angela Tumino, Direttore dell’Osservatorio Internet of Things, in occasione del convegno online di presentazione dei dati -. La crescita della cultura digitale delle imprese ha favorito lo sviluppo di una maggiore consapevolezza dei costi e dei benefici abilitati dalle tecnologie IoT per cittadini, aziende e PA, in termini economici, ambientali e di riduzione del rischio”.
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I SETTORI DELLA CRESCITA SMART Quali sono le applicazioni di riferimento per tutto questo potenziale? Il primo riguarda lo Smart Metering & Smart Asset Management nelle utility, con un valore di 1,5 miliardi, ovvero il 25% del totale. A spingere, soprattutto gli obblighi normativi, che hanno portato nel 2020 all’installazione di altri 2,7 milioni di contatori gas connessi presso utenze domestiche -portando la diffusione al 69% del parco complessivo - e 4,8 milioni di smart meter elettrici di seconda generazione, raggiungendo il 50% del totale di questo tipo di contatori. Seguono la Smart Car, con un fatturato di 1,18 miliardi di euro, pari al 20% del mercato e 17,3 milioni di veicoli connessi (il 45% del
Il mercato IoT nel 2020: le connessioni attive
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parco circolante in Italia) e lo Smart Building, che vale 685 milioni di euro, cresce del 2% ed è legato prevalentemente alla videosorveglianza e alla gestione dei consumi energetici. Ampliando gli orizzonti dei nostri specifici interessi tecnologici, si nota il significativo sviluppo della Smart Agricolture (140 milioni di euro e +17%) e della Fabbrica 4.0, con 385 milioni di euro e un +10%. Cresce anche la Logistica smart, con 610 milioni di euro e +4%, trainata dalle soluzioni per la gestione delle flotte aziendali, dagli antifurti satellitari e da 1,9 milioni di mezzi per il trasporto merci connessi tramite SIM. Le applicazioni IoT nelle Smart City “fatturano” 560 milioni di euro (+8%) grazie ai progetti avviati dalle amministrazioni comunali e ai primi esempi di collaborazioni pubblico-privato. In calo, invece, la Smart Home (505 milioni di euro, -5%) e l’ambito dello Smart Asset Management in contesti diversi dalle utility, che scende addirittura del 20%. Le ragioni, in quest’ultimo caso, sono presto dette: si tratta di soluzioni legate al monitoraggio di macchine utilizzate per il gioco d’azzardo, ascensori e distributori automatici, decisamente colpiti dagli effetti della pandemia sul lavoro e sulla mobilità delle persone.
TECNOLOGIA
Monitoraggio in tempo reale per ottimizzare operatività e processi
PERCHÉ ADOTTARE SOLUZIONI CONNESSE? I motivi della diffusione dell’IoT rilevate dall’Osservatorio sono molteplici. Il consumatore può gestire le funzionalità dei prodotti da remoto e accedere a nuovi servizi, come il monitoraggio in tempo reale del proprio stato di salute, la riduzione dei consumi energetici della propria abitazione o la possibilità di sottoscrivere polizze assicurative per la casa che variano in base al suo livello di smartness. Dalla ricerca emerge infatti come la presenza di dispositivi smart per la sicurezza domestica riduca il livello di rischio di furto e, conseguentemente, porti a una riduzione del premio. Le imprese che impiegano dispositivi intelligenti riescono invece a ottimizzare i processi. Nella manifattura, ad esempio,
i dati provenienti da macchinari connessi consentono una migliore gestione delle attività di manutenzione, anticipando il malfunzionamento e riducendo tempi e costi operativi. Le città, infine, possono migliorare la gestione del patrimonio pubblico ed erogare nuovi servizi ai cittadini grazie all’impiego di soluzioni IoT sul proprio territorio. Un esempio è l’installazione di contatori idrici, che portano benefici per i gestori della rete idrica e per i cittadini sia dal punto vista economico sia nella tutela ambientale. Insomma, il titolo scelto per il convegno di presentazione della ricerca ci sembra particolarmente opportuno: “L’Internet of Things alla prova dei fatti: il valore c’è, e si vede!” E, con tutta probabilità, si vedrà sempre più. CONNESSIONI
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LPWA sta per Low-Power Wide-Area. Non si riferisce a nessuna tecnologia specifica, ma piuttosto serve come termine generico per qualsiasi rete progettata per comunicare senza fili con una potenza inferiore a quella di altre reti come quella cellulare, satellitare o WiFi
Le tecnologie abilitanti
The enabling technologies
A livello tecnologico, le soluzioni Low Power Wide Area (LPWA) guidano lo sviluppo delle applicazioni IoT. “Queste tecnologie in banda non-licenziata vengono sempre più adottate in virtù di una maturità tecnologica che si sta consolidando, oggi riconosciuta anche dagli enti regolatori a livello nazionale - spiega Antonio Capone, Responsabile scientifico dell’Osservatorio Internet of Things -. SigFox nel corso del 2020 ha aumentato il numero di operatori e dispositivi compatibili, portandoli rispettivamente a 52 (fra operatori regionali e nazionali) e 899, per un totale di 79 reti e 315 produttori di dispositivi coinvolti, mentre LoRaWAN raggiunge i 148 operatori di rete, per una copertura complessiva di 162 nazioni”.
On a technological level, Low Power Wide Area (LPWA) solutions drive the development of IoT applications. “These non-licensed bandwidth technologies are increasingly being adopted by virtue of a technological maturity that is consolidating, now also recognised by regulatory bodies at national level” explains Antonio Capone, Scientific Director of the Internet of Things Observatory. “SigFox in 2020 increased the number of operators and compatible devices, bringing them respectively to 52 (between regional and national operators) and 899, for a total of 79 networks and 315 device manufacturers involved, while LoRaWAN reaches 148 network operators, for a total coverage of 162 countries.”
Proseguono anche i lavori di definizione delle specifiche tecniche del 5G ad opera del 3rd Generation Partenership Project (3GPP), il consorzio che cura la standardizzazione delle tecnologie cellulari, in particolare per quanto riguarda l’introduzione del supporto alle applicazioni safety critical e industriali.
Work also continues to define the technical specifications of 5G by the 3rd Generation Partnership Project (3GPP), the consortium that takes care of the standardisation of cellular technologies, in particular with regard to the introduction of support for safety critical and industrial applications.
Il mercato IoT nel 2020 Osservatorio Internet of Things
Il mercato IoT nel 2020
09.04.21
#OIOT21
Fatturato a clienti finali in Italia, al netto dell’IVA
Mercato IoT* (mld €)
7
+24%
-3%
6 +35%
5 +32%
4 +40%
3
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+29%
1,55 mld 2014
2,0 mld 2015
2,8 mld
2016
3,7 mld
2017
5,0 mld
2018
6,2 mld
6 mld
2019
2020
* La stima non comprende: wearable consumer, sistemi cablati in campo industriale e domotico, Smart TV stand-alone, soluzioni RFId passive in ambito logistico COPYRIGHT © POLITECNICO DI MILANO / DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA GESTIONALE
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Le opinioni dei protagonisti “Quello dell’IoT - sottolinea Emanuela Pala, Solutions Development di Nettrotter – è un tema complesso ma presenta una direzione di crescita molto positiva. Il Decreto Semplificazioni ha infatti impresso nuovo slancio, creando anche le condizioni per un consolidamento del settore. Anche tramite una diversa logica di design della soluzione, che deve necessariamente andare in rete con l’obiettivo strategico di trasformare gli attori della offerta in abilitatori di valore nei diversi settori del mercato IoT”. Una applicazione largamente diffusa è quella delle Poste. “Grazie alla tecnologia IoT – precisa Fabio Tibollo, Innovazione Tecnologica di Poste Italiane – stiamo dando vita nuova alle cassette per la raccolta della posta. Nella versione smart, le cassette rosse rilevano la propria operatività, migliorando l’efficienza, con ricadute sui costi di gestione e manutenzione. Inol-
tre il dispositivo smart integrato permette anche di monitorare la qualità dell’aria, arricchendo il servizio reso alla comunità”. Lo sviluppo della tecnologia blockchain negli edifici intelligenti è invece allo studio nella collaborazione tra Storm Replay, Retelit e Amazon. “L’obiettivo, o uno degli obiettivi, è avere energia pulita e risparmio energetico, nonché raccogliere dati da usare per altri utilizzi” precisa Giulio Troncarelli, Founder e Chairman di Wattsdat.
The opinions of the protagonists “IoT is a complex issue but presents a very positive direction of growth. The Simplification Decree has in fact given new impetus, also creating the conditions for a consolidation of the sector. Also through a different solution design logic, which must go online with the strategic objective of transforming the players in the offer into value enablers in the various sectors of the IoT market.”
underlines Emanuela Pala, Solutions Development at Nettrotter. A widespread application is that of the post office. “Thanks to IoT technology..” explains Fabio Tibollo, Technological Innovation of Poste Italiane, “we are giving new life to the mailboxes for the collection of mail. In the smart version, the red boxes detect their operation, improving efficiency, with repercussions on management and maintenance costs. In addition, the integrated smart device also allows you to monitor air quality, enriching the service provided to the community.” The development of blockchain technology in smart buildings is instead being studied in the collaboration between Storm Replay, Retelit and Amazon. “The goal, or one of the objectives, is to have clean energy and energy savings, as well as collected data to be used for other things”, said Giulio Troncarelli, Founder and Chairman of Wattsdat.
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Smart meters, connected cars and smart buildings are the most promising sectors of the latest Internet of Things Observatory of the Politecnico di Milano
93 million connections: the Italian IoT road Gian Carlo Lanzetti
The year 2020, with all its disasters, has “dusted” but not stopped the development of the Internet of Things (IoT) in Italy. In fact, in these twelve months, the market has slowed down, settling at 6 billion euros. Spending is divided equally between applications that exploit “traditional” cellular connectivity (3 billion, -6%) and those that use other communication technologies, stable compared to 2019. All according to a slight decrease of 3% compared to 2019 : we are in line with the trend of the main Western countries. Quantitatively speaking, we have 93 million active connections, of which 34 million cellular connections (+ 10%) and 59 million enabled by other technologies (+ 15%). Among these, the Low Power Wide Area (LPWA) networks emerge, reaching one million connections for the first time, growing by 100%. Another interesting driver, the services connected to objects, with a value of 2.4 billion euros and a + 4% that “goes back” with respect to the general trend of the market. In short, the results of the latest Internet of Things Observatory of the School of Management of the Politecnico di Milano show that Italian digitisation is anything but abstract thinking. “2020 was an important year..” comments Angela Tumino, Director of the Internet of Things Observatory, on the occasion of the online data presentation conference “The growth of the digital culture of companies has favoured the development of greater awareness of the costs and benefits enabled by IoT technologies for citizens, companies CONNESSIONI 8 4
and PA, in economic, environmental and risk reduction terms.”
THE SECTORS OF SMART GROWTH What are the reference applications for all this potential? The first concerns Smart Metering & Smart Asset Management in Utilities, with a value of 1.5 billion, or 25% of the total. To push, above all the regulatory obligations, which led in 2020 to the installation of another 2.7 million connected gas meters at domestic users - bringing the diffusion to 69% of the total fleet - and 4.8 million electric smart meters of second generation, reaching 50% of the total of this type of meters. Followed by the Smart Car, with a turnover of 1.18 billion euros, equal to 20% of the market and 17.3 million connected vehicles (45% of the fleet in Italy) and the Smart Building, which is worth 685 million euro, grew by 2% and is mainly linked to video surveillance and the management of energy consumption. Broadening the horizons of our specific technological interests, we note the significant development of Smart Agriculture (140 million euros and + 17%) and of the 4.0 Factory, with 385 million euros and + 10%. Smart Logistics also grew, with 610 million euros and + 4%, driven by solutions for the management of company fleets, satellite alarms and 1.9 million vehicles for the transport of goods connected via SIM. IoT applications in Smart Cities “invoice” 560 million euros (+ 8%) thanks to the projects launched by the municipal administrations and the first
The IoT in smart buildings is worth € 685 million examples of public-private partnerships. On the other hand, the Smart Home decreased (505 million euros, -5%) and the scope of Smart Asset Management in contexts other than utilities, which dropped by as much as 20%. The reasons, in the latter case, are soon explained: these are solutions related to the monitoring of machines used for gambling, lifts and vending machines, definitely affected by the impact of the pandemic on work and on the mobility of people.
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WHY ADOPT CONNECTED SOLUTIONS? The reasons for the spread of the IoT detected by the Observatory are many. The consumer can manage the functions of the products remotely and access new services, such as real-time monitoring of their state of health, the reduction of energy consumption in their home or the possibility of subscribing to insurance policies for the home that vary according to its level of smartness. In fact, the research shows how the presence of smart devices for home security reduces the level of theft risk and, consequently, leads to a reduction in the premium. On the other hand, companies that use smart devices are able to optimise pro-
cesses. In manufacturing, for example, data from connected machinery allow better management of maintenance activities, anticipating malfunctions and reducing operating times and costs. Finally, they can improve the management of public assets and provide new services to citizens thanks to the use of IoT solutions on their territory. An example is the installation of water meters, which bring benefits for water network managers and citizens both from an economic point of view and in environmental protection. In short, the title chosen for the conference to present the research seems particularly appropriate: “The Internet of Things to test of facts: the value is there, and it shows!” And, in all likelihood, it will be seen more and more.
Real-time monitoring to optimise operations and processes
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NORMA UNI 11799:2020 Cosa cambia per il mondo AV? Chiara Benedettini e Maria Cecilia Chiappani
L’approvazione della norma UNI 11799:2020 apre nuovi scenari per le aziende del settore. Ne abbiamo parlato con il Presidente di SIEC Christian Pieretto, in occasione della giornata formativa dedicata alla tanto attesa certificazione Il 2020 si è concluso con una bella notizia per il mondo AV: l’approvazione della norma UNI 11799:2020 per la certificazione dei Servizi di Integrazione dei sistemi Audio, Video e Controllo. Un risultato importante per gli operatori del settore, raggiunto grazie al caparbio impegno di SIEC e della Presidente emerita Carla Conca. A fine aprile, l’associazione italiana della system integration ha organizzato una prima giornata di formazione dedicata proprio a questa opportunità. Il successo dell’iniziativa online, che ha richiamato numerosi iscritti nonostante il periodo ancora delicato, premia la visione lungimirante intrapresa da SIEC per valorizzare le competenze degli integratori di sistemi e la qualità dei progetti italiani. In occasione della giornata formativa abbiamo approfondito insieme al neo presidente di SIEC Christian Pieretto i contorni e le finalità della Norma. Nella seconda parte dell’articolo, invece, entreremo nel merito di cosa prevede, tecnicamente, la norma. Perché si tratta di un traguardo importante? La norma è un grande risultato non solo per SIEC, che si è adoperata sette anni per CONNESSIONI 8 6
questo obiettivo, ma per tutto il mercato. L’ottenimento ha creato molto interesse nel mondo AV, e devo dire con soddisfazione anche per SIEC stessa, che sta lavorando perché la norma sia più possibile accessibile e inclusiva. Il nostro ruolo è accompagnare l’azienda che desidera certificarsi con un percorso formativo.
di formazione e auditing. Oggi dobbiamo riabituare i professionisti, anche tramite percorsi come questo, alla formazione svincolata dal mercato e per sua natura a pagamento. In questo modo garantiamo la totale indipendenza nei temi scelti e nelle informazioni veicolate.
Come si ottiene la certificazione? Bisogna chiarire che la norma e la certificazione sono due cose separate: la certificazione è rilasciata dagli enti di certificazione abilitati ed è totalmente su base volontaria. SIEC, invece, promuove l’applicazione delle linee guida di corretta progettazione e installazione e il percorso verso la certificazione. La UNI 11799:2020 è una norma di servizio conseguibile da chiunque, scritta nell’interesse dei clienti e per avviare un percorso virtuoso all’interno del settore.
Perché un’azienda dovrebbe certificarsi? Il cliente finale ha il diritto di ottenere soluzioni che rispettino le norme e i requisiti di correttezza, e quindi di poter avere una ‘guida’ – la certificazione – nella scelta del proprio fornitore. Poi sarà il mercato a far la differenza tra le varie proposte, tramite una sana concorrenza a pari condizioni. Speriamo anche che in futuro si riesca a far recepire la certificazione nell’edizione di bandi e gare, come punto di partenza di un servizio di alta qualità. Le aziende certificate infatti sono obbligate a operare sempre e in ogni occasione conformemente alla norma.
Come avete strutturato la giornata di studio? La formazione a distanza è stata aperta ad associati e non. Ci siamo rivolti a formatori totalmente super partes, e in questa occasione abbiamo coinvolto Mariko Ceccato, consulente ed esperto di servizi
Chi ha partecipato alla giornata di formazione? Naturalmente i system integrator, ma anche alcune figure interne ai distributori con profili commerciali e tecnici. Il nostro obiettivo è interessare al percorso anche gli end-user professionali e, magari, i vendor.
REPORTS Le prossime occasioni formative? La norma è solo uno dei percorsi proposti: abbiamo lanciato un calendario di occasioni formative su UC&C, Networking e AV over IP, ma anche sul marketing, la comunicazione, la gestione aziendale. Tutti temi che gli associati ci hanno segnalato nei sondaggi interni fatti durante i mesi passati.
VANTAGGI E DETTAGLI DELLA UNI 11799:2020 La norma UNI 11799:2020, lo ha specificato il presidente Pieretto, è attualmente adottabile su base volontaria. Ciò non toglie che si possa trasformare in una condizione obbligatoria quando il committente lo richiede (es. gare d’appalto, capitolati, ecc.). Ecco perché conviene puntare su questa nuova certificazione: assicura al cliente finale elevati standard di qualità e sicurezza, migliora la competitività tra aziende nel pubblico e nel privato, garantisce continuità di servizio e sostiene la trasparenza nel rapporto tra committente e fornitore. Ma come funziona? La norma definisce i requisiti del servizio di progettazione (esecutiva), installazione, configurazione e regolazione, programmazione e verifica tecnica, erogati dalle imprese nell’ambito del mercato innovativo dell’integrazione dei
sistemi audio, video e controllo. Se il documento definisce i requisiti da rispettare, la certificazione - procedura attuata da una terza parte indipendente - attesta il loro effettivo rispetto da parte di determinate attività, impianti o prodotti. In questo specifico caso, entra in gioco la Linea Guida stilata da SIEC per chiarire ulteriormente requisiti e modalità (ndr, vedi box dedicato). Cosa viene effettivamente certificato? La tipologia di intervento è duplice: • Procedura Semplificata: servizi di integrazione dei sistemi AVC, requisiti di installazione, programmazione e verifica tecnica; • Procedura Standard: servizi di integrazione dei sistemi AVC, requisiti di progettazione esecutiva, installazione, configurazione, regolazione, programmazione e verifica tecnica. In sintesi, la UNI 11799:2020 è una norma di servizio che definisce i requisiti per la certificazione dei servizi svolti dal system integrator, non del contenuto del progetto o delle competenze del professionista. Si tratta dunque di un’utile forma di “assicurazione diretta” con cui si accerta la rispondenza di un prodotto o servizio ai requisiti applicabili, portando valore tecnico al sistema e valorizzando le aziende che svolgono attività continuativa nel settore AVC.
La Linea Guida Siec In qualità di promotore di questa norma, SIEC ha redatto un documento pratico che fornisce istruzioni per la valutazione di conformità agli organismi di parte terza chiamati a certificare opere sulla base della UNI 11799:2020. La Linea Guida è il manuale pratico per l’applicazione dei requisiti previsti dalla Norma UNI 11799:2020 e consente la corretta e omogenea implementazione della norma, rispondendo alla necessità di attuare un sistema coordinato di gestione e implementazione sul territorio nazionale. È inoltre un utile strumento per le aziende che si avvicinano alla certificazione, che vengono facilitate nell’interpretazione dei requisiti. Il documento riguarda soprattutto i requisiti di accesso, di mantenimento e delle relative procedure di verifica. L’approfondimento è destinato anche agli utenti finali pubblici e privati e agli integratori AVC che vogliono conoscere i dettagli ed eventualmente intraprendere la strada della certificazione.
The Siec Guideline As promoter of this standard, SIEC has drawn up a practical document that provides instructions for the conformity assessment to third party bodies called to certify works on the basis of UNI 11799:2020. The Guideline is a practical manual for the application of the requirements of UNI 11799:2020 and allows the correct and homogeneous implementation of the standard, responding to the need to implement a coordinated management and implementation system throughout the country. It is also a useful tool for companies approaching certification, which are facilitated in the interpretation of the requirements. The document mainly concerns the access and maintenance requirements and related verification procedures. The in-depth study is also intended for public and private end users and AVC integrators who want to know the details and possibly take the path of certification. Per ulteriori informazioni - for further information: segreteria@sieconline.it
I pre-requisiti di accesso L’azienda che desidera certificarsi secondo la norma UNI 11799:2020, e soprattutto secondo la Linea Guida Siec, deve essere in possesso di: • autorizzazione per lo svolgimento dell’attività DM 37/08 che figura nella visura camerale • risorse tecniche: strumentazione per i test e prove tecniche intermedie e finali in uno stato di taratura idoneo allo scopo; • risorse umane: tecnici adeguatamente formati; • processi atti a garantire la conformità a norme e leggi e il continuo aggiornamento; • Piano della Qualità in coerenza con la UNI 10005 o un insieme di procedure documentate che definiscano le modalità di erogazione del servizio; • almeno 2 commesse chiuse secondo la UNI 11799 e 1 cantiere attivo da visitare.
The entry prerequisites The company wishing to be certified according to the UNI 11799:2020, especially according to the Siec Guideline, must standard must be in possession of: • authorisation for carrying out the activity DM 37/08 which appears in the Chamber of Commerce registration • technical resources: instrumentation for tests and intermediate and final technical tests in a state of calibration suitable for the purpose; • human resources: adequately trained technicians; • processes aimed at ensuring compliance with regulations and laws and continuous updating; • Quality Plan in line with UNI 10005 or a set of documented procedures that define the methods for providing the service; • at least 2 orders closed according to UNI 11799 and 1 active construction site to visit.
www.sieconline.it CONNESSIONI
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REPORTS
UNI Standard 11799:2020 What will change for the AV world?
The approval of the UNI Standard 11799:2020 opens up new scenarios for companies in the industry. We talked about it with the SIEC President Christian Pieretto, on the training day dedicated to the long-awaited certification 2020 ended with good news for the AV world: the approval of the UNI Standard 11799:2020 for the certification of Audio, Video and Control Systems Integration Services. An important result for operators in the sector, thanks to the stubborn commitment of SIEC and the President emerita Carla Conca. At the end of April, the Italian system integration association organised a first training day dedicated to this opportunity.The success of the online initiative, which attracted numerous members despite the still delicate period, rewards the far-sighted vision undertaken by SIEC to enhance the skills of systems integrators and the quality of Italian projects. On the occasion of the training day, together with the new president of SIEC Christian Pieretto, we explored the outlines and purposes of Norma. In the second part of the article, however, we will go into the merits of what Norma provides on a technical level. Why is this an important milestone? The standard is a great result not only for SIEC, which has worked for seven years towards this goal, but for the entire market. The achievement has created a lot of interest in the AV world, and I must say with satisfaction also for SIEC itself, which is working to make the standard as accessible and inclusive as possible. Our role is to accompany the company that wishes to be certified with a training course. How is certification obtained? It is necessary to clarify that the standard and the certification are two separate things: the certification is issued by the authorised certification bodies and is totally on a voluntary basis. SIEC, on the other hand, promotes the application of guidelines for proper design and installation and the path to certification. UNI 11799:2020 is a service standard achievable by anyone, written CONNESSIONI 8 8
in the interest of customers and to start a virtuous path within the sector. How did you structure the study day? Distance learning has been open to associates and non-members. We turned to completely impartial trainers, and on this occasion we involved Mariko Ceccato, consultant and expert in training and auditing services. Today we have to re-accustom professionals, even through courses like this one, to training free from the market and naturally for a fee. In this way we guarantee total independence in the chosen topics and in the information conveyed. Why should a company be certified? The end customer has the right to obtain solutions that comply with the rules and requirements of correctness, and therefore to be able to have a ‘guide’ - certification - in the choice of their supplier. Then it will be the market that will make the difference between the various proposals, through healthy competition on equal terms. We also hope that in the future we will be able to implement the certification in the edition of calls and tenders, as a starting point for a high-quality service. In fact, certified companies are obliged to operate always and on every occasion in compliance with the standard. Who participated in the training day? Naturally the system integrators, but also some internal figures of distributors with commercial and technical profiles. Our goal is also to interest professional end-users and, perhaps, vendors in the path. The next training opportunities? The standard is only one of the proposed paths: we have launched a calendar of training opportunities on UC&C, Networking and AV over IP, but also on marketing, communication, business management.
All issues that the associates have pointed out to us in internal surveys carried out over the past months.
ADVANTAGES AND DETAILS OF UNI 11799:2020 The UNI standard 11799:2020, the president Pieretto specified, is currently adoptable on a voluntary basis. This does not mean that it cannot be transformed into a mandatory condition when the client requests it (e.g. tenders, specifications, etc.). This is why it is worthwhile to focus on this new certification: it ensures high standards of quality and safety for the final customer, improves competitiveness between companies in the public and private sectors, guarantees continuity of service and supports transparency in the relationship between customer and supplier. But how does it work? The standard defines the requirements of the design (executive), installation, configuration and regulation, programming and technical verification service nica, provided by companies within the innovative market for the integration of audio, video and control systems. If the document defines the requirements to be met, the certification - procedure implemented by an independent third party - certifies their actual compliance by certain activities, plants or products. In this specific case, the Guideline drawn up by SIEC comes into play to further clarify the requirements and methods (editor’s note, see dedicated box). What is actually certified? The type of intervention is twofold: • Simplified Procedure: AVC systems integration services, installation requirements, programming and technical verification; • Standard Procedure: AVC systems integration services, executive design requirements, installation, configuration, adjustment, programming and technical verification. In summary, UNI 11799:2020 is a service standard that defines the requirements for the certification of the services carried out by the system integrator, not the content of the project or the skills of the professional. It is therefore a useful form of “direct insurance” with which the compliance of a product or service with the applicable requirements is ascertained, bringing technical value to the system and enhancing the companies that carry out continuous activities in the AVC sector.
REPORTS
ONLINE&OFFLINE ISE Digital e in presenza A cura della Redazione
Il mercato AV si è riunito per la prima volta dopo febbraio 2020: le due manifestazioni di Barcellona – all’interno della quale si è svolta una edizione Digital specifica per chi ha seguito da remoto – e di Londra hanno avuto come idea portante la ripresa nell'era post-pandemica
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REPORTS ISE@BARCELONA: LIVE 1-2 GIUGNO / ON DEMAND PER TUTTO IL 2021 In concomitanza con l’evento di Barcellona, ISE Digital è stato un festival di due giorni con tanti contenuti – poi disponibili per tutto il 2021 - da riunire in una propria playlist. Basato su tecnologia Cisco, ISE Digital è stato organizzato da The Next Web (TNW), AVIXA, CEDIA e dai partner di ISE. Grazie al contributo di KNX, Bosch, LANG, Panasonic e Shure, partner di ISE anche per i contenuti, e agli sponsor Canon, Datapath, Genelec, Lenovo, MA Lighting, Savant, Sennheiser e WolfVision, è stato possibile fruire le ultime novità e innovazioni dal mondo dell’AV.
di posizionamento di marchi e servizi nel periodo post pandemico, e di infrastrutture e tecnologie ibride nei nuovi spazi di lavoro, in collaborazione con HDBaseT Alliance e AV Magazine.
START UP NATION SPONSORIZZATO DA ACCIÓ Le start-up in pillole. Il primo giorno è stato dedicato alle Smart City, mentre durante il secondo giorno si è parlato dei pionieri del gaming e della Mixed Reality.
AVIXA E CEDIA
A condurre ISE Digital dal Main Stage e da uno studio virtuale appositamente creato, Anouk Vleugels, editore di The Next Web, affiancata dai co-presentatori Már Másson Maack, redattore di Growth Quarters a TNW e Callum Booth, redattore di Plugged a TNW. Chi invece ha potuto partecipare in presenza, ha visitato anche la AV Experience Zone, e fruito di alcuni contenuti esclusivi, tra cui l’intervento di Marc Vidal, economista molto conosciuto in Spagna, dal titolo Digital Transformation for Tech-led Business, e quello di Maria Callis Baneros, sul concetto di “phygital”experience nel mondo retail, processo avviato con la pandemia.
Le due associazioni hanno condotto un programma sul Main Stage, improntato su mercato e tendenze. AVIXA ha proposto la sintesi delle sue utilissime analisi di mercato, sia a livello globale e su specifici mercati, che con particolare attenzione a Europa occidentale, America Latina e Spagna, con utili dati e spunti per orientarsi tra mercati e nuove tendenze. CEDIA ha scelto due temi specifici: uno speech sul problema dell’approvvigionamento di materie prime e componenti che la pandemia ha portato con sé, tema molto sentito nel settore, e il secondo dal titolo “L’integratore del 2025 - Cosa c’è dopo?”, basato su un nuovo white paper di CEDIA, e nel quale si è parlato dei quattro segmenti top per i committenti - Presenza, Comfort, Sicurezza, Sostenibilità.
ISE DIGITAL: SPEAKER PRINCIPALI
ISE DIGITAL, COME ORIENTARSI NEI FILONI DI INTERESSE
Il programma è stato pensato per fornire ai partecipanti gli strumenti per la ripresa. Giorno 1: Sul divano con Ventura Barba, CEO del Sónar Festival. Parlando delle tendenze utili per il futuro, Ventura ha trattato le tecnologie che hanno avuto uno sviluppo e cosa è stato messo in secondo piano negli ultimi 12 mesi. Giorno 2: Sostenibilità accelerata. Sul divano con Tom Raftery, vicepresidente globale, futurista ed evangelista dell’innovazione presso SAP. Un intervento sulla sostenibilità: tema in cima all’azienda globale, al quale la società moderna è sempre più interessata.
LE TAVOLE ROTONDE DEI REPORTER Una serie di tavole rotonde con giornalisti e reporter, non solo del settore tecnologico, per parlare di strategie digitali (giorno 1),
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Oltre al programma del Main Stage e dello studio virtuale, sono state proposte sessioni – live e on demand - organizzate per filoni, sempre con la possibilità di inserimento nella play list personale. • Canali tecnologici: Workspace Evolution - sponsorizzato da Lenovo; Eventi dal vivo - sponsorizzato da MA Lighting; Smart Building - sponsorizzato da KNX; Apprendimento digitale - sponsorizzato da Sennheiser; Digital Signage e XR (realtà mista). • Canale prodotti: i lanci di 30 marchi leader di settore. • Partner Hubs: news da AVIXA, CEDIA e altri. • Zona studenti: canale gestito da AVIXA, CEDIA e ISE, e dedicato a coloro che desiderano lavorare nell’AV. • Entertainment: il mondo immersivo della tecnologia e dell’arte performativa.
ISE @ LONDRA, IL NETWORKING La seconda edizione di ISE Live e Online si è svolta il 23-24 giugno a Evolution, Battersea, con un’impronta più locale e in presenza rispetto alla precedente della Spagna, e con grande attenzione alla sicurezza dei partecipanti secondo le regolamentazioni locali. Networking è stata infatti la parola chiave: l’Eve O’Lution’s Bar - il pub irlandese di ISE, era aperto ai visitatori per gli incontri informali, inoltre la sera del 23 tutti i visitatori sono stati invitati a un Networking Drink. Era inoltre disponibile il Meeting Maker, lo strumento di matchmaking di ISE, prenotabile online.
MAIN STAGE Molti gli interventi, spesso anche qui sul tema della ripresa. Per il 23 segnaliamo la tavola rotonda Prospettive dei gruppi di utenti AV, con Owen Ellis, AV User Group Chair e Greg Jeffreys, AVIXA Standards Steering Commitee Chair, e il seminario sul mercato Marine con Jack Robinson, direttore di Superyacht Technology, per una panoramica sul settore, dalle complesse dinamiche rispetto ai fornitori, alla formidabile tenuta di fronte alla recessione. Giovedì 24 giugno, tra i contenuti più interessanti quello dell’esperta di XR Amelia Kallman Il futuro della connessione, su tendenze e tecnologie sulle quali puntare in futuro e di James Kirby, di Futuresource Consulting, sul mercato Pro Audio nella recente indagine Pro AV Technology Outlook, prodotto con la rivista Installation. Alla conclusione di ogni sessione del Main Stage, i partecipanti hanno potuto continuare la discussione nell’area Coffee and Connect di fronte, sponsorizzata da Barco. Tra le proposte delle associazioni, Chris Lavelle di AVIXA, ha presentato: Guardando avanti: Tendenze nel settore AV, su mercato e analisi delle tendenze all’interno del settore AV. Nell’area espositiva sono stati una ventina i marchi presenti, tra cui DTEN/Zoom, Barco, Nexmosphere/Brightsign,LANG, Panasonic, Shure, Ring, Jabra, Biamp, Igloo Vision, Snap AV/Control4, Ampio, Wolfvision, Logical Solutions, Jetbuilt, Taylorleds e Ashton Bentley. digital.iseurope.org
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Online&Offline ISE Digital and in attendance The AV industry met for the first time after February 2020: the two events in Barcelona - including a specific Digital edition for those who have followed remotely - and London, have had as their main topic the success in the post pandemic era
ISE@Barcelona: LIVE 1ST-2ND JUNE, ON DEMAND THROUGHOUT 2021
Ventura Barba, CEO of the Sónar Festival
Tom Raftery, global vice president, futurist and innovation evangelist at SAP
In conjunction with the Barcelona event, ISE Digital was a two-day festival with lots of content - available throughout 2021 - to be put together in its own playlist. Based on Cisco technology, ISE Digital was organised by The Next Web (TNW), AVIXA, CEDIA and ISE partners. Thanks to the contribution of KNX, Bosch, LANG, Panasonic and Shure, ISE partners also for contents, and to the sponsors Canon, Datapath, Genelec, Lenovo, MA Lighting, Savant, Sennheiser and WolfVision, it was possible to enjoy the latest innovations from the world of AV. Leading ISE Digital from the Main Stage and a specially created virtual studio was Anouk Vleugels, editor of The Next Web, flanked by co-hosts Már Másson Maack, editor of Growth Quarters at TNW and Callum Booth, editor of Plugged at TNW. For those who were able to participate in person, it was possible to visit the AV Experience Zone, and some exclusive contents, including the sppech of Marc Vidal, a well-known economist in Spain, entitled Digital Transformation for Techled Business, and that of Maria Callis Baneros, on the concept of “phygital” experience in the retail world, a process started with the pandemic.
ISE DIGITAL: MAIN SPEAKERS The programme was designed to provide participants with the tools for recovering: Day 1: On the sofa with Ventura Barba, CEO of the Sónar Festival. Speaking of
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useful trends for the future, Ventura dealt with the technologies that have had a development and what has been overshadowed in the last 12 months. Day 2: Accelerated sustainability. On the couch with Tom Raftery, global vice president, futurist and innovation evangelist at SAP. An intervention on sustainability: at the top of the global agenda, a topic in which modern society is increasingly interested.
THE ROUND TABLES OF REPORTERS A series of round tables with journalists and reporters, not only from the technology sector, to talk about digital strategies (day 1), the positioning of brands and services in the post-pandemic period, and hybrid infrastructures and technologies in new workspaces, in collaboration with HDBaseT Alliance and AV Magazine.
START UP NATION - SPONSORED BY ACCIÓ Start-ups in a nutshell. The 1st day was dedicated to Smart Cities, while the 2nd day focused on the pioneers of gaming and Mixed Reality.
AVIXA AND CEDIA The two associations conducted a programme on the Main Stage, based on market and trends: AVIXA proposed the synthesis of its very useful market analysis, both globally and on specific markets, and with particular attention to Western Europe, Latin America and Spain, with useful data and ideas to navigate between markets and new trends.
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CEDIA has chosen two specific themes: a speech on the problem of procurement of raw materials and components that the pandemic has brought, a very important topic in the sector, and the second entitled: The Integrator in 2025 - What’s next? Based on a new white paper from CEDIA, and in which the four top segments for clients - Presence, Comfort, Safety, Sustainability - were discussed.
and with great attention to the safety of the participants according to local regulations. Networking was in fact the key word: Eve O’Lution’s Bar - ISE’s Irish pub, was open to visitors for informal meetings, and at 11 in the evening all visitors were invited to networking drinks. Also available was the Meeting Maker, ISE’s matchmaking tool, which was bookable online.
ISE DIGITAL, IN THE AREAS OF INTEREST
MAIN STAGE
In addition to the Main Stage programme and the virtual studio, sessions were available - live and on demand - organised by areas, always with the possibility of being included in the personal play list. • Technological channels: Workspace Evolution - sponsored by Lenovo; Live Events - sponsored by MA Lighting; Smart Building - sponsored by KNX; Digital learning - sponsored by Sennheiser; Digital Signage and XR (mixed reality). • Product channel: launches of from 30 leading brands in the sector. • Partner Hubs: news from AVIXA, CEDIA and others. • Student area: managed by AVIXA, CEDIA and ISE, the channel was dedicated to those who wish to work in the AV. • Intertainment: the immersive world of technology and performance art.
ISE @ LONDON, NETWORKING The second edition of ISE Live and Online took place on 23rd-24th June in Evolution, Battersea, with a more local and in-person set up than the previous one in Spain,
For the 23rd we highlight the round table Perspectives of AV User Groups, with Owen Ellis, AV User Group Chair and Greg Jeffreys, AVIXA Standards Steering Committee Chair, and the seminar on the Marine market with Jack Robinson, director of Superyacht Technology, for an overview on the sector, from the complex dynamics with respect to suppliers, to the formidable resistance in the face of the recession. Thursday 24th June, XR expert Amelia Kallman: The future of connection, on trends and technologies to focus on in the future. And then James Kirby, of Futuresource Consulting, on the Pro Audio market in the recent Pro AV Technology survey Outlook, produced with Installation magazine. At the end of each session on the Main Stage, the participants were able to continue the discussion in the Coffee and Connect area opposite, sponsored by Barco. Among the proposals of the associations, Chris Lavelle of AVIXA, presented: Looking ahead: Trends in the AV sector, on the market and analysis of trends within the AV sector.
Twenty brands were present in the exhibition area, including DTEN / Zoom, Barco, Nexmosphere / Brightsign, LANG, Panasonic, Shure, Ring, Jabra, Biamp, Igloo Vision, Snap AV / Control4, Ampio, Wolfvision, Logical Solutions , Jetbuilt, Taylorleds and Ashton Bentley.
ISE Live & Online L’imprevisto ha sfidato tutti noi, ma c’è speranza e ora è il momento di concentrarsi sul futuro. ISE Live e Online è un’opportunità per alzare il sipario sulla nostra industria e per sentirsi di nuovo parte di essa. Sia che partecipiate digitalmente o di persona, lasciatevi ispirare mentre guardiamo avanti insieme e torniamo a ciò che amiamo. The unexpected has challenged us all, but there is hope and now it is the time to focus on the future. ISE Live and Online is an opportunity to raise the curtain on our industry and feel part of it again. Whether you participate digitally or in person, become inspired as we look forward together and get back to what we love. Mike Blackman, CEO of Integrated Systems Events
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AV PLAYGROUND
Una palestra per il mercato dell’Integrazione di Sistemi A cura della Redazione
Stiamo guardando con grande entusiasmo all’avvicinarsi di SMART BUILDING EXPO: il passaggio di Connessioni nel Gruppo che organizza la manifestazione sta aprendo nuovi scenari di sviluppo per il mercato italiano di riferimento, e per i molti operatori coinvolti a vario titolo nel settore. Con questa operazione, infatti, anche il mondo dell’Audio Video Professionale e dell’Integrazione di sistemi potrà finalmente avere una sua casa in Italia: AV playground, il percorso fieristico organizzato da Connessioni all’interno di SMART BUILDING EXPO. SMART BUILDING EXPO, organizzata da Pentastudio e Fiera Milano, si svolgerà presso il quartiere fieristico di Milano – Rho dal 22 al 24 di novembre prossimi. Per la terza edizione la manifestazione fieristica sarà in compresenza con SICUREZZA, evento di caratura europea dedicato della Safety&Security, ovvero un settore che, in virtù della digitalizzazione, è sempre più integrato alla home and building automation. SMART BUILDING EXPO, grazie alla fortunata collocazione in calendario e alla CONNESSIONI 9 4
cadenza biennale, è una delle pochissime manifestazioni che non hanno avuto necessità di essere rimandate o sospese a causa delle restrizioni dovute dalla pandemia e di fatto si tratterà del primo grande evento fieristico italiano dedicato all’innovazione impiantistica degli ultimi due anni. La collocazione a fine novembre all’interno di in un calendario, quello di Fiera Milano, ricco di ben trenta eventi in autunno, inoltre, consente di guardare con grande serenità allo svolgimento di questa importante manifestazione, che potrà contare su un significativo rodaggio del new normal del sistema fieristico nazionale. Ma non tutti i mali vengono per nuocere e tra gli effetti del Covid, in questo caso positivi, c’è la grande novità dell’aver unito le forze con un’altra storica manifestazione come MADE expo, dedicata all’architettura e al mondo delle costruzioni. Le tre manifestazioni saranno visitabili con un unico titolo di accesso, nei medesimi giorni e orari, e offriranno ai professionisti moltiplicate possibilità di crescita e un ampio e variegato panorama che tocca tutta la filiera,
dall’architettura all’impiantistica, passando per l’Audio Video e approdando alla SICUREZZA. Tutto l’universo delle tecnologie legate agli edifici sarà in fiera, su ben sette padiglioni e con la prospettiva di attirare oltre 80.000 visitatori: un ottimo inizio per il periodo della ripartenza delle economie, a valle dei profondi cambiamenti che il Covid ha portato con sé.
UN UNICO MERCATO Unendo le competenze e i contatti, Smart Building Italia e Connessioni sono in grado di rivolgersi a tutto il settore dell’Integrazione di Sistemi, dalle Smart City e Building per arrivare alle installazioni multimediali per il lavoro, la formazione, il divertimento ecc. Un unico mercato nel quale confluiscono molti filoni e specializzazioni diverse, e SMART BUILDING EXPO di novembre potrà portare benefici, spunti, nuove opportunità di business a più livelli: una occasione per prendere le misure con la complessità e ampiezza di un grande mercato oggi riunito; una opportunità per professionisti anche con profili e specializzazioni diverse (dall’e-
AV playground, un nome scelto per rievocare il concetto di uno spazio aperto dove incontrarsi, misurarsi, imparare, confrontarsi e competere; una palestra per evolversi e far crescere il proprio business
www.smartbuildingexpo.it www.connessioni.biz
22-24 novembre 2021 Fiera Milano, Rho; attesi 80.000 visitatori grazie alla compresenza delle tre maggiori manifestazioni di settore: SMART BUILDING EXPO, SICUREZZA e MADE expo. Ecco il contesto nel quale si svilupperà AV Playground, l’area tematica di natura “esperienziale” e con tante opportunità formative, in grado di fornire ai professionisti informazioni, strumenti e tecniche utili ad approcciare un mercato in grande crescita
nergia all’AV all’automazione) di accedere a contenuti, formazione, contatti con aziende e colleghi di tutto il mercato dell’Integrazione di Sistemi; infine, la possibilità per gli operatori di crescere professionalmente anche nei filoni paralleli, sia a livello di competenza tecnologica che di prodotto, che in termini di contatti.
AV PLAYGROUND Un nome scelto per rievocare il concetto di uno spazio aperto dove incontrarsi, misurarsi, imparare, confrontarsi e, perché no, anche competere, una palestra per evolversi e far crescere il proprio business. E questo sarà AV playground, un’area aperta per le opportunità, un inedito percorso tematico dedicato alle aziende dell’Audio Video professionale e dell’Integrazione di Sistemi. AV playground sarà la “piazza” italiana di un settore in espansione: un evento nell’evento, con la partecipazione di aziende leader e una proposta formativa innovativa di natura “esperienziale”, in grado di fornire ai professionisti tutte le informazioni tecniche utili ad approcciare un mercato in gran-
de crescita. AV playground, all’interno di SMART BUILDING EXPO costituisce una novità assoluta per una filiera che in Italia manca di un “luogo” di rappresentazione, ma che soprattutto si integra perfettamente con l’offerta tipica di SMART BUILDING EXPO, SICUREZZA e MADE expo. In questo contesto ogni professionista potrà trovare un filone adatto alle proprie necessità: • un’area espositiva tematica per le aziende del settore, dove presentare prodotti e soluzioni e incontrare clienti e nuovi player; • una “piazza” aperta dove si svolgeranno attività formative, informative e di networking, tutto il giorno tutti i giorni, grazie anche alla collaborazione con aziende e istituzioni, e dove le aziende sponsor contribuiranno all’allestimento con prodotti e soluzioni, per una autentica esperienza dell’AV; • workshop permanenti per System Integrator e Consulenti condotti da importanti figure della committenza tecnologica, per invertire i ruoli e creare occasioni di incontro; architetti e progettisti a capo di importanti commesse guideranno brevi sessioni
formative pensate per allineare il dialogo e facilitare la conoscenza tra architetti e System Integrator; • un seminario dedicato agli End-user professionali sulla progettazione delle sale multimediali per lo studio e il lavoro, con crediti formativi dei principali Ordini e Collegi professionali; • un percorso di iniziazione – Workshop AV - alle tematiche e tecnologie dell’AV per professionisti che desiderano approcciare o approfondire, in collaborazione con AVIXA (www.avixa.org); • uno spazio dove incontrare e conoscere le principali associazioni di settore: AVIXA e SIEC; • un’area, animata dalla Redazione di Connessioni, dove sarà possibile rilasciare interviste, girare brevi video, portarci le vostre news e collaborare alla redazione del Daily in diretta dalla manifestazione… o anche, cosa più gradita ancora, semplicemente conoscere lo staff della storica rivista dedicata all’AV professionale, arricchita dalla presenza dei colleghi della Redazione di Pentastudio. CONNESSIONI
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REPORTS
AV PLAYGROUND A training ground for the Systems Integration market 22nd-24th November 2021 Milan Fair, Rho; 80,000 visitors are expected thanks to the coexistence of the three main sector events: SMART BUILDING EXPO, SICUREZZA and MADE expo. Here is the context in which the AV playground will develop, the thematic area of an ‘experiential’ nature and with many training opportunities, capable of providing professionals with information, tools and techniques useful for approaching a rapidly growing market
We are looking forward with great enthusiasm to the approaching SMART BUILDING EXPO: the passage of Connessioni into the Group that organises the event is opening up new development scenarios for the Italian reference market, and for many of the operators involved in various ways in the sector. With this operation, in fact, the Systems Integration sector will also have its own home in Italy: AV playground. SMART BUILDING EXPO, organised by Pentastudio, will take place in the halls of Fiera Milano - Rho, 22nd-24th of November and, as it has done for the last three editions, in coexistence (in alternate years) and in collaboration with the SICUREZZA event, organised directly by Fiera Milano and dedicated to the entire Safety&Security sector, which has a long history in Italy. As one of the few events that did not need to be postponed for Covid, due to its biennial nature, this will actually be the first Italian exhibition in this market area for a good two years, and its natural timing at the end of November has allowed companies and operators to fit it fully into their calendar. The opening of in-person events, planned by the Government from July 2021 to in-person events, and the gradual effect of vaccinations suggest the best. One of the effects of Covid, and in this case we can say it was not negative, was the desire to join forces with another historic event in the sector: MADE expo, dedicated to architecture and the world of construction. The three events will be open to visitors with a single admission ticket, on the same days and at the same
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times, and will offer professionals multiple opportunities for growth and a wide and varied panorama that touches on the entire supply chain, from architecture to plant engineering, passing through Audio Video and moving on to Security. The entire universe of building-related technologies will be at the fair, in no fewer than seven halls and with the prospect of attracting over 80,000 visitors: an excellent start for the period of economic recovery, following the profound changes brought about by Covid.
A SINGLE MARKET
By combining skills and contacts, Smart Building and Connessioni are able to address the whole field of Systems Integration, from Smart Cities and Buildings to multimedia installations for work, training, entertainment etc. A single market in which many different strands and specialisations converge, and SMART BUILDING EXPO in November will bring benefits, insights and new business opportunities at many levels: an opportunity to measure up to the complexity and breadth of today’s large market; an opportunity for professionals with different profiles and specialisations (from energy to AV to automation) to access content, training, contacts with companies and colleagues from across the Systems Integration market; finally, the possibility for operators to grow professionally in parallel strands as well, both in terms of technological and product expertise and in terms of contacts.
THE AV PLAYGROUND
A name chosen to evoke the concept of an open space where people can meet, meas-
ure themselves, learn, compare notes and, why not, even compete, a gym to evolve and grow their business. This will be AV playground, an open area for opportunities, an unprecedented thematic path dedicated to professional Audio Video and System Integration companies. AV playground will be the Italian “piazza” of an expanding sector: an event within the event, with the participation of leading companies and an innovative “experiential” training proposal, able to provide professionals with all the technical information they need to approach a rapidly growing market. AV playground, within SMART BUILDING EXPO, is an absolute novelty for a sector that in Italy lacks a “place” of representation, but above all it integrates perfectly with the typical offer of SMART BUILDING EXPO, SICUREZZA and MADE expo. In this context, each professional will be able to find a strand suited to their needs: • a thematic and interactive exhibition area for companies in the sector; • an open “ piazza “ where educational, informative and networking activities will take place all day every day, • permanent workshops for System Integrators and Consultants led by leading figures from the technology industry; • a seminar dedicated to professional end-users on the design of multimedia rooms for study and work; • a space where you can meet and get to know the main associations in the sector: AVIXA and SIEC; • an area, animated by the Connessioni and the Pentastudio editorial staff.
Fiera Milano Rho 22 -23 - 24 Novembre 2021
A SMART BUILDING EXPO AV playground è un'area dedicata al mondo dell’audio video professionale e dell’integrazione di sistemi