EDIFICI SMART
Smart Readiness Indicator (SRI): come misurare edifici “smart” di Andrea Ciaramella*
La possibilità di utilizzare sistemi condivisi per misurare le prestazioni dei nostri edifici è un presupposto imprescindibile per un mercato aperto, trasparente ed evoluto. Un importante passo in avanti è rappresentato dalla Direttiva (UE) 2018/844 del Parlamento Europeo, che introduce la necessità di un sistema volontario, comune a tutti gli Stati membri, per determinare la predisposizione degli edifici esistenti a erogare prestazioni “smart”; in altre parole quanto gli edifici siano in grado di migliorare le prestazioni complessive e in modo particolare l’efficienza energetica. Il sistema di valutazione è basato su un indicatore, Smart Readiness Indicator (SRI) e su una metodologia specifica, sviluppata da un consorzio di ricerca con competenze interdisciplinari nel campo dell’ICT, della fisica dell’edificio, della valutazione economica e ambientale, con conoscenza del mercato; la Commissione Europea ha commissionato l’incarico nel mese di febbraio 2017. L’attività del consorzio ha prodotto un elenco di 112 servizi che vengono definiti “smart ready”, suddivisi in 10 diversi ambiti o domìni: 1. riscaldamento 2. raffrescamento 3. ventilazione controllata 4. demand side management (DSM – gestione e profilazione dei consumi) 5. produzione di acqua calda sanitaria 6. Illuminazione 7. involucro dell’edificio 8. ricarica di veicoli elettrici 9. generazione di energia 10. monitoraggio e controllo
La procedura valutativa, che ha coinvolto nella fase di studio diversi portatori di interesse, segue un processo di checklist piuttosto semplice. Il soggetto chiamato a valutare il grado di smartness di un edificio, dovrà verificare quali servizi “smart ready” siano presenti e quale sia il loro livello di funzionalità. Ogni servizio è definito all’interno della checklist in modo tecnologicamente neutrale (es: controllo dell’umidità, gestione del setpoint di riscaldamento e raffrescamento, ecc.) e può presentare diversi gradi di “intelligenza” a cui sono associati differenti livelli di funzionalità (es: controllo manuale on/off dell’illuminazione, controllo demand based, sistema di ventilazione assente o assenza di sistema automatico di controllo, ecc.). Per quanto riguarda le prestazioni “intelligenti”, l’impatto dei servizi “smart” viene determinato con riferimento a 8 categorie: il risparmio energetico, la flessibilità nell’interazione con la rete, la generazione distribuita, il comfort degli utenti, la convenienza (dal punto di vista economico), la salute e il benessere per gli utilizzatori, la manutenzione preventiva e predittiva e l’informazione indirizzata agli occupanti. Il punteggio finale, che rappresenta una valutazione del grado di “smartness”, è basato sul calcolo della media dei valori associati alle 8 categorie di impatto. La novità introdotta con lo Smart Readiness Indicator è rappresentata dalla valutazione oggettiva di parametri che possono influenzare le prestazioni degli edifici e, auspicabilmente, quella di promuovere l’integrazione di soluzioni all’avanguardia basate sull’ICT, con l’obiettivo di realizzare immobili predisposti a “dialogare” con il mondo esterno, perseguendo un miglioramento continuo delle prestazioni complessive e una ottimizzazione delle risorse energetiche.
Per l'SRI è possibile pensare a ulteriori possibilità di sviluppo, quali: • Sviluppare l’indicatore a edifici nei quali la presenza di servizi smart sono presenti solo in parte; • Sviluppare SRI per edifici complessi in cui si svolgono attività distinte in parti diverse dell’edificio (edifici multifunzione); • Possibilità di implementare SRI differenziati per tipologia di edificio (uffici, hotel, centri commerciali, etc.); • Utilizzo del Building Information Modeling (BIM) come fonte di dati; • Interoperabilità dei sistemi smart e dei relativi sistemi tecnici; • Potenziali collegamenti con l’industria e con indicatori specifici di settore, che si applicano anche a tecnologie smart ready; • Collegamenti con altre iniziative di politica edilizia e in particolare con gli attestati di prestazione energetica e/o incentivi per la ristrutturazione degli edifici; • Sviluppare delle differenziazioni per l’attuazione dell’indicatore SRI nei diversi Stati membri.
*Andrea Ciaramella, è docente di Management of Built Environment presso il Politecnico di Milano
IMPACT CRITERIA - Il punteggio totale SRI si basa sulla media dei punteggi totali dei criteri di impatto
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