SNEAKERS magazine Issue 59 – Digital Edition

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contents

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Direttore responsabile Giuseppe Angelo Berto

Segreteria Daniela Furlan

Coordinamento Editoriale Marco Colombo

Amministrazione

Grafica ArtK Traduzioni Sergio V. Levi 6

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Fotografia Roberto Nangeroni

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shop footpatrol, london LACOSTE MARCEL CUP SSL ASICS GEL EPIRUS REEBOK KAMIKAZE best of tennis 80s PUMA TRINOMIC XT2 PLUS BROOKLYN WE GO HARD X PUMA R698 ‘BLUEFIELD’ jordan focus AIR JORDAN XII Drunknmunky Boston Monocolor GAS spring 2014 Preview LE COQ SPORTIF LCSR1000 NEW BALANCE NUMERIC STRATFORD 479 SUPRA SKYTOP IV Skate focus NIKE SB LUNAR ONE SHOT Vans core EUCLID

Redazione e testi Andrea Caviggia, Michele R. Serra, Lucia Milvia Maida, Gigi Maneo

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Informazioni info@ambadvertising.it www.sneakersmagazine.it

SIZE? x NIKE AIR MAX 93 & AIR HUARACHE PENDLETON x VANS ERA, SK8-HI & SLIP-ON FOOT PATROL x REEBOK CLASSIC LEATHER MID R12 THRASHER x HUF COLLECTION WHIZ X MITA x NEW BALANCE MRT580 THE GOOD WILL OUT x ONITSUKA TIGER X-CALIBER CROOKED TONGUES x LE COQ SPORTIF CT FLASH MITA SNEAKERS x ONITSUKA tiger X-CALIBER Palace x Reebok vulcanized workout MITA X SBTG x NEW BALANCE MRT580 Concepts x The North Face Back to Berkeley Boot UNION x CONVERSE CHUCK TAYLOR ALL-STAR RONNIE FIEG X NEW BALANCE 1600 ‘DAYTONA’ RONNIE FIEG X NEW BALANCE M577 ‘AMERICANA’ SAINT ALFRED x NEW BALANCE M1500 CONCEPTS x NIKE SB DUNK HIGH ‘UGLY SWEATER’ SNEAKER FREAKER x PUMA BLAZE OF GLORY ‘SHARKBAIT’ STUSSY x NIKE ACG AIR TRENEDOR

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è vietata qualsiasi riproduzione, anche parziale e con qualsiasi mezzo, di fotografie e disegni. I contributi fotografici e di testo sono ben accetti. Testi, illustrazioni, fotografie e disegni, se non espressamente richiesti, non verranno restituiti. L’editore è a disposizione degli interessati quando nonostante le ricerche non sia stato possibile raggiungere il detentore del diritto di riproduzione di eventuale materiale fotografico.


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editoriale

editorial

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A gennaio di ogni anno, la moda fa un giro di boa e riparte da Firenze: Pitti Immagine è senza dubbio una delle fiere più note e partecipate al mondo, e una bella occasione per dare un’occhiata alle novità prossime venture provenienti dal mondo sneakers. Non vediamo l’ora di farci un giro tra gli stand, con l’obbiettivo di offrirvi qualche anteprima concreta nei prossimi numeri. Per intanto, ospitiamo su questo numero diverse gemme che troveremo sugli scaffali tra la fine di questa stagione invernale e l’ormai imminente primavera 2014. E pur non volendo apparire eccessivamente sciovinisti, ci piace l’idea di iniziare con marchi che hanno solide radici in Italia: Gas Footwear, che presenta una collezione ibrida tra lo sportivo e il casual urbano (ne potete trovare un assaggio a pagina 66); oppure Drunknmunky, che ha origini californiane ma si trova saldamente nella mani del licenziatario italiano Wage Italia, forte di un successo sempre crescente e della presenza in catalogo di alcuni modelli ormai entrati nell’immaginario collettivo (vedi le Boston a pagina 62). Uscendo dai confini italiani, ecco invece i francesi di Le Coq Sportif (a pagina 22 e 68): la ritrovata forza del marchio, ottenuta grazie ai notevoli progetti collaborativi messi a segno nelle ultime stagioni, lancia sempre più in alto il marchio del galletto francese, che sta rispolverando modelli classici pescati dall’archivio, infondendo loro nuova vita. Poi ancora Asics, che dal Giappone continua a insegnare al mondo come si fanno le scarpe da running (c’è molto da imparare a pagina 44). Si torna in Europa con le incisive proposte Puma: da una parte collaborazioni con marchi emergenti (Brooklyn we go hard, a pagina 56), dall’altra remake perfetti di icone del passato (le Trinomic XT2 Plus, a pagina 54). Cosa chiedere di più? Ma oltre alla stretta attualità - che si sostanzia anche nelle decine di collaborazioni che potete godervi in parata in apertura, nelle pagine seguenti - ci piace anche guardare verso il passato. Non solo grazie alla nostra sezione vintage (dedicata ai veri nerd delle sneakers), ma anche con piccoli speciali che ripercorrono le storie di modelli divenuti veri e propri Graal per i collezionisti: le Air Jordan XII (a pagina 58) e le Reebok Kamikaze (a pagina 46). Di questi tempi, in cui tutto viene riproposto e remixato, il passato è più importante che mai. E allora, cosa c’è di meglio che collezionare vecchie (pardòn, vintage) sneakers? Noi per il 2014 intendiamo iniziare molte nuove collezioni: magari partendo dalle tennis shoes anni Ottanta che mettiamo in fila a pagina 50. A proposito, e voi? Non possiamo conoscerli tutti, ma qualsiasi siano i vostri buoni propositi per l’anno nuovo, buon 2014. 8

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Every year in January the fashion industry comes to a watershed in Florence: Pitti Immagine is by all means one of the most famous and appreciated fairs in the world, and a nice occasion to take a look at the upcoming novelties from the sneaker world. We look forward to making a tour among the stands in order to be able to give you some preview in the forthcoming issues of the magazine. Meanwhile, this number hosts several gems which we’ll find on the shelves between the end of winter and the ensuing spring 2014. And although we don’t want to look too much chauvinist, we quite like the idea of starting with brands possessing strong roots in Italy: Gas Footwear is a case in point; it presents a hybrid collection between sports and urban casual (you can have a taste at page 66); another is Drunknmunky, which has Californian origins but is in the hands of the Italian licensee Wage Italia, which boasts an increasing success and the presence in its catalogue of some models belonging in the collective imagery (check the Boston on page 62). As we cross the Italian borders we run into the French brand of Le Coq Sportif (on page 22 and 68); the revived power of the brand was obtained through some remarkable collaboration projects put in place over the latest seasons, which contributed to send the French cockerel higher and higher: the brand is taking some classic models from the archive, and giving them a whole new life. Then comes Asics offering lessons from Japan on how to best build running shoes (and there’s much to learn on page 44). We get back to Europe with some shocking proposals by Puma: for one thing, some collaborations with emerging brands (Brooklyn we go hard, on page 56); on the other hand, some perfect remakes of past icons (the Trinomic XT2 Plus, on page 54). What else are you looking for? And beside the strictly up-to-date news (which also include the dozens collaborations you can enjoy all together in the following pages) we’d like to give a look back through the past. Not only through our vintage section (designed for the true nerds of sneakers) but also by means of small special contents rehearsing the history of models which have become tantamount to a Holy Grail for some collectors. The Air Jordan XII (on page 58) and the Reebok Kamikaze (on page 46). In a moment in time when everything gets reinterpreted and remixed, the past has become more important than ever. With this in mind, what’s better than collecting as many old (sorry, vintage) sneakers as you can? We, for one, are having the intention to start some new collections in 2014: to begin with, there are those wonderful Eighties tennis shoes that we list on page 50. And what about you? We can’t know everything, but whatever your good plans for the new year, have a great 2014.

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SIZE? x NIKE AIR MAX 93 & AIR HUARACHE

In esclusiva sugli scaffali di uno dei più potenti retailer d’Inghilterra, gradito ritorno di due dei modelli running Nike più amati oltremanica: da una parte le Air Huarache, che hanno un look ancora incredibilmente futuribile nonostante siano passati più di vent’anni (era il 1991) dai tempi in cui Tinker Hatfield diede forma alle loro linee costruendole con neoprene e spandex; dall’altra le Air Max 93, che proprio nell’anno appena trascorso hanno festeggiato le due decadi di vita. Entrambe sono beatificate da una combinazione di colori che prevede una base azzurra con accenti viola, e molto nero. The shelves of one of the most powerful English retailers are being invaded (as an exclusive launch) by two of the most beloved running Nike’s across the Channel. For one thing the Air Huarache, with a look really futuristic in spite of the fact that it was more than twenty years ago (1991) when Tinker Hatfield gave shape to these lines by using neoprene and spandex for their construction. On the other hand, the Air Max 1993, which last year celebrated two decades of life. Both shoes are beatified by a combination of colors featuring a sky-blue basis with purple accents and black all over.

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PENDLETON x VANS ERA, SK8-HI & SLIP-ON

La divisione giapponese di Vans continua a produrre collaborazioni interessanti, e tra le ultime troviamo un bel pacchetto caratterizzato dai tessuti forniti dagli americani di Pendleton Woolen Mills, che a fine Ottocento hanno iniziato a produrre coperte e articoli in lana per i nativi americani, studiando le stampe e le fantasie della loro tradizione. La serie speciale comprende Slip-On, Sk8-hi ed Era, tra i piĂš amati classici del brand, tutte e tre riproposte con tomaia in tela Pendleton, adornata con la tradizionale stampa “Canyonlandsâ€? allover. The Japanese division of Vans goes on producing interesting collaborations and among the most recent we find a nice package characterized by tissues provided by the American factories of Pendleton Woolen Mills, who started to produce blankets and woollen items for the native Americans, studying the prints and the patterns from their tradition. The special series includes the Slip-On, the Sk8-hi and the Era (the latter among the most beloved classics by this brand) and all are rereleased with upper in Pendleton canvas, adorned by the traditional allover print Canyonlands.

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INTERNATIONAL LICENSEE: BR.EX SA Via Lavizzari 6 – 6830 Chiasso – Switzerland – Tel. +41 (0)91 6975090 - mail: info@brex-sa.com Sneakers SneakerSmagazine magazine 13 5 EXCLUSIVE DISTRIBUTOR FOR ITALY: TERRAFERMA SRL - mail: info@terraferma.biz


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FOOT PATROL x REEBOK CLASSIC LEATHER MID R12

La boutique londinese Foot Patrol quest’anno ha messo a segno un’impressionante serie di progetti collaborativi. L’ultimo in ordine di tempo vede protagoniste le Classic Leather di Reebok, modello icona che (come probabilmente già saprete) quest’anno festeggia i trenta sul mercato. Qui, per non cadere nella banalità, Foot Patrol ha lavorato sulla versione Mid R12, variante ourtdoor ibrida introdotta introdotta intorno alla metà dei Novanta. Con una combinazione di colori che richiama lo stile e le colorazioni delle calzature da hiking della fine del secolo scorso, la Classic Leather Mid ‘On the Rocks’ di Foot Patrol è caratterizzata da una tomaia in nubuck e nylon mesh, passalacci D-ring neri, outsole viola semilucida e tre set di lacci con filo 3M riflettente. Davvero notevoli. This year the London boutique Foot Patrol has realized an impressive amount of collaboration projects. The most recent is about the Classic Leather by Reebok, an icon model that (as you probably know) celebrates the first thirty years on the market. And in order to avoid any banality, Foot Patrol worked on the Mid R12 version, a hybrid outdoor version introduced by the mid Nineties. The Classic Leather Mid ‘On the Rocks’ by Foot Patrol exhibits a coloring that is reminiscent of the style and coloring of the hicking shoes from the late Nineties, and is characterized by a upper in nubuck and nylon mesh, black D-ring lace holes, purple semi-glossy outsole and three sets of laces with 3M reflecting yarn. Very interesting.

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THRASHER x HUF arena

Due nomi storici della skate culture americana collaborano per produrre una collezione-capsula di abbigliamento e accessori, tutti caratterizzati dalla presenza di entrambi i brand bene in evidenza. Da segnalare all’interno di questa collezione la presenza di una duffle bag dotata di comode cinghie per legare la tavola all’esterno, e soprattutto di un paio di Arena: le classiche skate shoes di Huf vengono riviste in una versione molto nera, con grafiche custom, pur mantenendo la loro linea ispirata alle scarpe da calcetto e le caratteristiche tecniche di leggerezza, resistenza e ammortizzazione che hanno fatto guadagnare loro un posto di tutto rispetto all’interno del difficile mercato skate d’oltreoceano. Two historical names of the American skate culture collaborate to produce a capsule-collection of clothing and accessories, all characterized by the presence of both brands. What’s interesting with this collection is the presence of a duffle bag equipped with practical belts to tie one’s board on it and more than that a pair of Arena – the classic skate shoe by Huf was revived into a mostly black version with custom graphics, while at the same time keeping the original shape inspired by soccer shoes – its technical features are lightness, resistance and dumping power which won these shoes a central place in the tough American skate market.

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WHIZ X MITA x NEW BALANCE MRT580

Lo stile è quintessenzialmente nipponico, e non c’è da stupirsene: protagonisti di questa collaborazione con New Balance sono due delle maggiori potenze della sneakers culture giapponese. Whiz Limited e Mita Sneakers - boutique storica del quartiere di Ueno a Tokyo - propongono una versione piuttosto lussuosa delle classiche 580, caratterizzata da una tomaia in pelle nera su cui sono incise piccole stelle attraverso le quali si intravede il bianco dell’interno della tomaia. Le cuciture sono a contrasto, il look piuttosto deciso. Vedremo se saranno approvate anche dagli appassionati del mondo occidentale... The style looks quintessentially Japanese, and it’s no surprise: the protagonists of this collaboration with New Balance are two of the main powers in the Japanese sneaker culture. Whiz Limited and Mita Sneakers (a historic boutique from Ueno neighborhood in Tokyo) are releasing a pretty sumptuous version of the classic 580 characterized by a black leather upper over which small stars are engraved through which you get a glimpse of the white lining of the upper. A contrasting seam confers the shoe a strong look. We’ll see whether the western fans of the stars will approve the idea…

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THE GOOD WILL OUT x ONITSUKA TIGER X-CALIBER

Handelstrasse, Colonia, Germania: è una vetrina speciale, quella di The Good Will Out, sneakers shop messo in piedi nel 2008 da due appassionati tedeschi che rispondono ai nomi di Alex e Olli e divenuto nel breve volgere di un lustro punto di riferimento per tutti gli sneakerhead europei. Quest’anno la boutique è già stata protagonista di diversi progetti collaborativi. L’ultimo con i giapponesi di Onitsuka Tiger fa dell’ironia la sua bandiera: si gioca infatti sul nome delle storiche running anni novanta X-Caliber, che diventano cavalieri d’argento come quelli della Tavola Rotonda al fianco del Re Artù. Le X-Caliber Silver Knight sono arrivate sugli scaffali ammantate di grigio/argento, e sono già diventate un pezzo da collezione. Handelstrasse is in Colonia, Germany: This time the special vitrine is The Good Will Out, a sneaker shop that was launched in 2008 by two German enthusiasts (whose names are Alex and Olli), and after a half decade it has become a reference point for the European sneakerheads. This year the boutique was protagonist of various collaboration projects. The latest one (realized with the Japanese guys from Onitsuka Tiger) uses irony as an identification mark: the goal was to play with the name of the historic XCaliber – which for the occasion has become a silver knight like those of the Round Table on the side of King Arthur. The X-Caliber Silver Knight reached the shelves with a grey/silver cover, and has already become a collector gem.

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Dalla California arrivano le Zipz: le prime scarpe al mondo con cover intercambiabile. Grazie alla comoda cerniera presente sulla suola, cambi cover e stile in un lampo. Un’idea personalizzabile, economica ed ecologica. Per rinnovare il tuo stile non cambiare scarpe... cambia cover!

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L’esclusiva collezione Offshore è disponibile, in anteprima europea, solo su www.zipzshoes.it e in tutti gli store Zipz. Sneakersmagazine

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CROOKED TONGUES x LE COQ SPORTIF CT FLASH

Dall’Inghilterra alla Francia - e ritorno - meglio prendere il treno: magari un Eurostar ad alta velocità che corre sotto la Manica tra Londra e Parigi. Così siccome i ragazzi di Crooked Tongues, potenza dell’e-commerce, sono inglesi, e Le Coq Sportif è un marchio quintessenzialmente francese (a partire dal galletto), ecco un paio di scarpe da running ispirate a quel treno che collega due popoli un tempo nemici, e ora parte dell’Europa unita: la colorazione, naturalmente, ma anche alcuni particolari come il rinforzo in fibra di carbonio sul tallone. Niente male. From England to France (and back) you’d better take the train: perhaps a high speed Eurostar running through the Channel from London to Paris. And since the guys from Crooked Tongues (an e-commerce fortress) are from England and Le Coq Sportif is a quintessentially French brand (beginning from the cockerel), here’s a pair of running shoes inspired by the train which connects two nations that in times past were enemies but now are part of the European union: the coloring, of course, as well as some details like the reinforcement in carbon fiber around the heel. Pas mal.

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MITA SNEAKERS x ONITSUKA tiger X-CALIBER

Certo, il nome non sembra molto adatto alle fredde giornate d’inverno: il Tequila Sunrise, magico composto del noto distillato messicano con succo d’arancia e granatina, è sempre meglio sorbirlo in una calda notte estiva. Eppure la tomaia costruita in suede (a parte l’eccezione del mesh di nylon sulla linguetta) smentisce questa impressione: queste X-Caliber sono running per tutto l’anno, messe insieme dal team di Mita Sneakers, che ritroviamo per la seconda volta sulle nostre pagine questo mese. Non sarà l’ultima... Admittedly, such a name wouldn’t seem much suited to your cold winter days: Tequila Sunrise, the magic mixture of the famous Mexican distillate with orange juice and grenadine, is something you’d better drink during a warm summer night. But this upper entirely made of suede (except for the nylon mesh on the tongue) disproves such a rule: this X-Caliber is an all-year-long usable running shoe prepared by the Mita Sneakers team, which our magazine this month features for the second time; and it’s not going to be the last one…

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PALACE SKATEBOARDS x REEBOK vulcanized WORKOUT

Palace è una skate company londinese che sta incontrando un enorme successo nel corso delle ultime stagioni: le sue t-shirt vanno esaurite - soprattutto, ovvio, nei negozi inglesi - pochi giorni dopo la distribuzione. Per l’inverno 2013 lancia una nuova collaborazione con Reebok, centrata non sulle Classic Leather già oggetto di molte revisioni nell’ultimo periodo, ma su un altro modello classico della casa che un tempo fu inglese: le Workout, riproposte con un look rigoroso beatificato dalla suola vulcanizzata. Per l’occasione, Palace ha aperto un nuovo negozio in quel di londra e lanciato l’online shop: siamo certi che entro breve il marchio farà il botto... Palace is a London skate company which is enjoying an increasing success in the latest seasons. Their t-shirts get easily sold-out (especially in England) a few days after being distributed. For the coming winter the company launches a new collaboration with Reebok, which is not about the Classic Leather (already targeted by many revivals recently) being rather about another classic model of the formerly English company: the Workout is rereleased with a rigorous look embellished by a vulcanized sole. For the occasion, Palace reopened a new shop in London and launched the online shop: we are confident that the brand is going to boom pretty soon.

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MITA X SBTG x NEW BALANCE MRT580

Terzo progetto collaborativo firmato dai giapponesi di Mita Sneakers questo mese: una delle più note silhouette running della casa americana viene rivista con una tomaia in nubuck grigio scurissimo (o sarebbe meglio dire nero?), accenti giallo limone e soprattutto inserti camouflage tigerstripe che ci ricordano la terza personalità che prende parte a questa collaborazione. Si tratta dell’artista - noto sneaker customizer - di Singapore SBTG. Sarà difficile trovarle alle nostre latitudini, ma al giorno d’oggi i confini nazionali non spaventano i veri appassionati... Third collaboration project signed this month by the Japanese guys from Mita Sneakers: one of the most famous running silhouettes of the American brand is covered up by a upper in dark grey (almost black) nubuck, yellow accents and more than that some tigerstripe camouflage inserts which remind us who’s the third figure participating in this collaboration. It’s the artist, and well known sneaker customizer, from Singapore SBTG. It’ll be difficult to find a pair in our country, but our fellow sneakerheads won’t be hindered by national borders…

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Concepts x The North Face Back to Berkeley Boot

Concepts si conferma re delle collaborazioni 2013: dopo New Balance, Clarks, Fila e Red Wing il noto store con base a Cambridge propone una nuova edizione limitata del classico Back To Berkeley Boot di The North Face. Lo scarponcino è rivisitato attraverso una tomaia in nylon caratterizzata da tecnologia a prova di acqua HydroSeal, profilo e linguetta in suede, in una raffinata colorazione d’ispirazione militare: tomaia nera con dettagli in tono, linguetta verde oliva, interno arancio e suola speckled. Concepts proved to be the king of collaborations during 2013: after New Balance, Clarks, Fila, and Red Wing, the well known store based in Cambridge proposes a new limited edition of the classic Back To Berkeley Boot by The North Face. The boot was rereleased with a nylon upper characterized by water repellent HydroSeal technology, a suede profile and tongue, and a refined coloring inspired to the army – a black upper with tonal details, olive green tongue, orange lining and speckled sole.

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UNION x CONVERSE CHUCK TAYLOR ALL-STAR

Union è riuscito a costruirsi una solida credibilità come retailer sempre un passo avanti agli altri: fondato negli anni Novanta da Chris Gibbs e dal proprietario di Supreme James Jebbia, oggi è una delle realtà più importanti nella street culture losangelina. Così, non stupisce che la prima collaborazione con un marchio storico come Converse sia incredibilmente azzeccata. Come rinnovare per l’ennesima volta una silhouette straconosciuta come quella delle Chuck Taylor All-Star (qui in versione 1970s)? L’idea è semplice: tomaie monocromatiche sulle quali risaltano cuciture a contrasto, che corrono perpendicolarmente al punto in cui la tela si unisce alla suola vulcanizzata. La versione in (quasi) total white è senza dubbio la nostra preferita. Union managed to build up a robust credibility as a retailer to the forefront. Founded in the Nineties by Chris Gibbs and by the owner of Supreme James Jebbia, Union is today one of the most important actors in Los Angeles street culture. No wonder then if the first collaboration with a historic brand like Converse is incredibly well done. How to revive for the umpteenth time a most renowned silhouette like the Chuck Taylor All-Star (here in a Seventies version)? The idea is quite simple – monochromatic uppers adorned by a contrasted seam which is orthogonal to the point where the canvas meets the vulcanized sole. Our favorite version is by all means the one in almost total white.

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RONNIE FIEG X NEW BALANCE 1600 ‘DAYTONA’

Ormai Ronnie Fieg è un marchio: si capisce da piccoli particolari, come la presenza di un lace jewel con le iniziali del noto fondatore della boutique newyorchese Kith sfoggiato su queste New Balance 1600 soprannominate “Daytona” perché ispirate ai ricordi di gioventù di Fieg: Daytona Beach, in Florida, era il luogo di villeggiatura preferito dal piccolo Ronnie. A noi la cosa interessa relativamente, ma i materiali usati per la costruzione di queste 1600 sono super premium, e l’hype generato da questa collaborazione avrà già fatto esaurire le poche paia prodotte quando leggerete queste righe. By now Ronnie Fieg has become a brand, as anyone infers from small details, like the lace jewel bearing the initials of the famous founder of the New York boutique Kith which adorns this New Balance 1600 nicknamed Daytona for it’s inspired by Fieg’s childhood memories – to little Ronnie Daytona Beach, Florida was the favorite holiday resort. We are mildly interested in that, but the materials used for the construction of this 1600 are super premium, and the hype created by this collaboration will surely cause a sold out by the very moment you read these lines.

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RONNIE FIEG X NEW BALANCE M577 ‘AMERICANA’

Puma, Del Toro, Sebago... a scorrere l’elenco di marchi che solo nell’ultimo anno hanno collaborato con l’attuale re Mida della sneakers culture newyorchese Ronnie Fieg, c’è da perdere la testa. Ma i rapporti più stretti rimangono quelli con Asics e New Balance: non c’è da stupirsi dunque se a pochi giorni di distanza dal lancio di un modello che ha generato hype spropositato come le 1600 “Daytona”, arrivano sugli scaffali - della boutique di Manhattan Kith e di pochi altri selezionati rivenditori New Balance in tutto il mondo - queste M577 “Americana”, caratterizzate dalla colorazione in blu, bianco e rosso. Ironico, però, che non siano Made in USA... Puma, Del Toro, Sebago… If you glance through the list of brands which last year collaborated with the modern King Midas of New York sneaker culture, Ronnie Fieg, you’ll risk losing your reason. But the most intimate relationship is with Asics and New Balance; no wonder then if only few days after the launch of a model which generated an incredible hype like the 1600 Daytona, the shelves (of the boutique Kith based in Manhattan and few other selected New Balance resellers over the world) are flooded by this M577 Americana, characterized by a blue, white and red coloring. It’s quite ironic, though, that they weren’t Made in the US.

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SAINT ALFRED x NEW BALANCE M1500

Nuova collaborazione firmata dal team della boutique di Chicago Saint Alfred per questa versione delle M1500 di New Balance, perfetta per il periodo delle feste: tomaia monocroma rossa in pigskin suede e nylon mesh, intersuola bianca e suola “gum�, con dettagli in tono e materiale riflettente a completare il quadro. Distribuzione limitata presso selezionati rivenditori New Balance in tutto il mondo, sono arrivate sugli scaffali appena prima di capodanno. A new collaboration signed by the team of the boutique Saint Alfred, from Chicago, for this version of the M1500 by New Balance, perfect for the holidays. Monochrome red upper in pigskin suede and nylon mesh, white midsole and gum sole, with tonal details and reflecting materials which crown it all. A limited distribution at some very selected New Balance resellers over the world; it reached the shelves shortly before Christmas.

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CONCEPTS x NIKE SB DUNK HIGH ‘UGLY SWEATER’

Difficile rendere convincente un progetto tanto folle: sneakers ispirate agli orrendi maglioni naif diffusi negli Stati Uniti nel periodo delle feste natalizie. Eppure l’ultima tappa della maratona di collaborazioni firmate Concepts nel corso delle ultime settimane è pressoché ineccepibile: due versioni delle Dunk High, con tomaia felpata con Swoosh in patent leather, e intersuola bianca con outsole “gum” semitrasparente dai dettagli “speckled”. Se non dovesse bastarvi, ci sono anche magliette e accessori a tema. Buone anche ora che le feste sono passate, soprattutto come oggetto da collezione. It’s hard to turn a crazy project into a convincing argument: but look at these sneakers inspired by the ugly pullovers used in the US during Christmas holidays. The last leg of collaborations signed by Concepts over the latest weeks is almost beyond criticism: two versions of the Dunk High with plushy upper and Swoosh in patent leather, white midsole and a semi-transparent gum outsole featuring speckled details. If you think it’s not enough, there are even t-shirts and coordinated accessories. The kicks are also ok (now that Christmas is behind us) as a rather unique collector’s piece.

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SNEAKER FREAKER x PUMA BLAZE OF GLORY ‘SHARKBAIT’

Il concept d’ispirazione “squalo” scelto dal team della nota rivista australiana Sneaker Freaker per la più riuscita collaborazione di sempre su un modello Puma torna per la terza volta, per una limited edition caratterizzata dalla tomaia in pelle di squalo (!) e dalla colorazione monocroma turchese, con suola bianca e dettaglio laterale oro. Sono andate esaurite in un batter d’occhi appena messe in vendita esclusiva sul sito sneakerfreaker.com il 12 dicembre, e pochi fortunati sono riusciti ad aggiudicarsi il packaging speciale che comprende - oltre alle scarpe - un secondo set di lacci e solette, una copia dell’ultimo numero della rivista e una cuffietta in lana. The concept of the shark chosen by the team of the famous Australian review Sneaker Freaker for the most successful collaboration ever on a Puma model is back for the third time, for a limited edition characterized by a shark leather upper (!) and a monochrome turquoise coloring, with white sole and lateral golden detail. They got sold-out in the twinkling of an eye just upon being put as an exclusive offer on the website sneakerfreaker.com on 12 December, and only few lucky readers got to obtain the special packaging including (beside the shoes) a second set of laces and insoles, a copy of the latest issue and a woolen cap.

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STUSSY x NIKE ACG AIR TRENEDOR

Stussy e Nike inaugurano un nuovo capitolo della loro partnership ormai pluriennale, questa volta sotto il segno della divisione ACG, visto probabilmente anche il buon feedback della “S&S Collection” lanciata nel corso del 2012: anche in quel caso l’idea era mixare stile urbano e outdoor, e qui torna attraverso uno dei nuovi modelli della rinata linea All Condition Gear, la Trainerendor. Si tratta di un ibrido tra Air Trainer 1, Air Magma e altri modelli ancora, riproposto con tomaia in nylon dagli effetti riflettenti e pelle, in due colorazioni minimali con accenti verde fluo o blu. Stussy and Nike inaugurate a new chapter of their long-term partnership, this time under the sign of ACG division, given perhaps the good feedback of the S&S Collection launched in 2012; even then the idea was to mixing urban and outdoor style together, and in this case the idea is now back through one of the new models of the revived line All Condition Gear, the Trainerendor. It’s a hybrid between an Air Trainer 1, Air Magma and other models, rereleased with upper in nylon (with reflecting effects) and leather, in two minimal colorings exhibiting green-fluo or blue accents.

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FOOTPATROL london

Footpatrol ha riaperto a Soho nel 2010 dopo un periodo di pausa, e il nuovo spazio progettato dallo studio di architettura Wilson Brothers & Brinkworth è degno della fama di quello che fu sin dai primi Duemila (2002, per la precisione) uno dei primi punti di riferimento per gli sneakerhead a Londra. In pratica, si tratta di uno store nello store: superato l’ingresso si entra in una casetta rivestita interamente di vecchie assi di legno, con eleganti espositori per le scarpe sono in ferro nero satinato. La selezione di sneakers ovviamente, è roba per palati fini: tutt’ora nelle mani di Michael Kopelman, il primo proprietario del negozio e ora direttore creativo, comprende linee ultra-esclusive come Tier Zero di Nike, Friends & Family di Asics, Consortium di adidas e First String di Converse. Più, naturalmente, limited edition provenienti da mezzo mondo. Il logo storico della maschera antigas troneggia in versione neon all’ingresso. Sneakersmagazine

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Footpatrol reopened in Soho in 2010 after a pause period, and the new space designed by the architect firm Wilson Brothers & Brinkworth is worthy of the renown gained by a place which since the early years of this century (2002, to be precise) hosted one of the first point of reference for many London’s sneakerheads. As a matter of fact, it’s like a store within the store: when you pass through the entrance you reach a small house covered with wooden planks, with elegant displays for the shoes in satinized black metal. The selection of sneakers is only for those with a delicate palate: it’s still in the hands of Michael Kopelman, the original owner of the store and now creative director, and includes ultra-exclusive lines like Tier Zero by Nike, Friends & Family by Asics, Consortium by adidas and First String by Converse. And of course, various limited editions coming from the four corners of the earth. The historical logo of the gas mask towers near the entrance in the form of a neon sign.

FOOTPATROL 80 BERWICK STREET, LONDON 40

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FOOTPATROL london

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La resistenza della costruzione cupsole beatifica un modello dalla linea ultra-classica, di eleganza sportiva minimale, come è lecito aspettarsi dal brand fondato nel 1927 dal “coccodrillo” René Lacoste, campione di tennis e di stile all’inizio del secolo. Le Marcel sono sneakers senza tempo, capaci di completare perfettamente il look di ogni epoca storica. Per l’imminente stagione estiva sono state reinventate con una tomaia in pelle monocroma su cui spicca il logo del coccodrillo, destinato ad accompagnare gli appassionati del marchio francese sui campi da tennis come nelle strade cittadine. Tre le colorazioni disponibili: bianca, nera e blu.

The resistance of the cupsole construction beatifies a model featuring a hyper-classic line, showing a minimal sports elegance, like anyone would expect from this brand founded in 1927 by the crocodile Renè Lacoste, a tennis and style champion of the early 20th century. The Marcel is a timeless sneaker, capable of completing any epoch’s look. For the upcoming warm season this model was reinvented with a upper in monochrome leather over which the crocodile logo stands out, with a view to accompanying the French brand’s fans on both the tennis fields and the urban streets. Among the available colorings: white, black, and blue.

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LACOSTE

MARCEL CUP SSL

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ASICS

GEL EPIRUS

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Bianco, blu e mostarda. Era una delle combinazioni classiche che si trovavano sulle Asics alla fine degli anni Ottanta: quel giallo scuro era quasi un marchio di fabbrica per la casa giapponese. Non stupisce che le Gel Epirus arrivino dritte dagli archivi, lanciate sul mercato per la prima volta nel 1989 e ora protagoniste di un gradito ritorno, preannunciato da alcune collaborazioni interessanti. Sono già negli store Asics queste due versioni delle Epirus: non solo la già citata colorazione “mustard”, ma anche una più morbida in azzurro, entrambe caratterizzate dall’effetto glossy del logo Asics presente sul lato della tomaia. Per il resto, rimaniamo sul classico: mesh e syntetic suede la fanno da padroni, mentre nell’intersuola è nascosta la tecnologia ammortizzante Gel su cui è stata costruita la fortuna del marchio fondato da Kihachiro Onitsuka nel lontano 1949.

White, blue, and mustard. This was one of the classic combinations used to adorn the late Eighties Asics – that dark yellow was almost a mark of character for the Japanese company. No wonder if the Gel Epirus is arriving directly from the archive, launched on the market for the first time in 1989 and now protagonist of a much appreciated comeback, anticipated by some interesting collaborations. Two versions of the Epirus are already in all Asics stores: not only the aforementioned mustard colorway, but also a more delicate sky-blue version, both characterized by a glossy effect created by the Asics logo located on the upper’s side. For the rest, we are in the realm of classics: mesh and synthetic suede prevail, while the midsole includes a Gel damping technology which over the years contributed to make the fortune of the brand founded by Kihachiro Onitsuka in 1949. Sneakersmagazine

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REEBOK

KAMIKAZE Vero, la storia personale di Shawn Kemp non è esattamente positiva. Tra i primi giocatori della storia NBA a passare direttamente dall’high school ai parquet dei professionisti senza passare per l’NCAA, Kemp con i Seattle Supersonics - anche grazie alle mani fatate del playmaker che lo assisteva, Gary “The Glove” Payton - asfaltava gli avversari negli anni Novanta, contando su uno strapotere fisico che lo rendeva il più esplosivo power forward di quegli anni. Una sola finale nella sua carriera, purtroppo persa contro i Chicago Bulls di Michael Jordan (del resto contro quella squadra c’era davvero poco da fare), eppure Kemp raggiunse uno status di stella di primissima grandezza nell’NBA di quel periodo. Poi però la sua vita sregolata ebbe il sopravvento sul suo talento: sette figli avuti da molte donne diverse, e poi l’arresto per possesso di sostanze stupefacenti, l’abuso di alcool, fino al triste ritiro a soli 33 anni, quando arrivò a pesare 46

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oltre 140 chili. Il tentativo non andato a buon fine di comeback nel campionato italiano - destinazione prevista Montegranaro - aggiunge solo amarezza a una storia che avrebbe potuto, dovuto, trovare un finale migliore. Però ci sono anche lati positivi. Ad esempio, a Kemp fu dedicato uno dei modelli basket più incredibili dei Novanta, epoca in cui i parquet erano dominati da Reebok: le Kamikaze, sneakers dal look esplosivo come il giocatore a cui erano ispirate. Due edizioni, a partire dalle Kamikaze I del 1994, già caratterizzate dal motivo a onde sul lato della tomaia che le rendeva impossibili da ignorare. Siamo in attesa del prossimo ritorno sugli scaffali del primo modello (arriveranno nella seconda metà di gennaio), mentre la riproposizione delle Kamikaze II ha già mietuto notevoli successi nel corso delle ultime due stagioni: un remake davvero perfetto, per silhouette, qualità costruttiva e materiali, che riesce perfino a migliorare leggermente il comfort di quel modello storico. Nel corso degli anni, infatti, Reebok ha perfezionato la tecnologia di ammortizzazione Hexalite nascosta all’interno dell’intersuola, e così questa versione del 2013 risulta perfino più comoda dell’originale: per una volta, meglio mettere da parte ogni nostalgia. Speriamo vivamente che Reebok sforni un remake altrettanto entusiasmante per le Kamikaze I.


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True, the human trajectory of Shawn Kemp wasn’t much edifying. Among the early players in the history of NBA that passed directly from high school to the professional parquets without ever being part of the NCAA, Kemp with his Seattle Supersonics (and also thanks to the fairy hands of his assisting playmaker, Gary Payton aka the Glove) would overwhelm the adversaries during the Nineties, relying on his physical supremacy – that made him into the most explosive power forward of the time. There is only one final in his career, that he unfortunately lost against Michael Jordan’s Chicago Bulls (after all there wasn’t nothing to do with such a team), but Kemp gained a status of a most prominent star in the NBA. But then his immoderate life got the upper hand of his talent: he made seven children with different women; he got arrested for drug possession, and overindulgence in alcohol; and lastly, he announced his sad retirement when he was only 33 and weighed 140 kg. His failed attempt to come back in the Italian championship (the expected destination was Montegranaro) could only add more grief to a story that could and should have found a better end. But there’s also a positive side to all this. For example, Kemp was dedicated one of the most astonishing models of the Nineties, a period in which all parquets were dominated by Reebok: the Kamikaze, a sneaker with an explosive look, much like the player to whom the shoes were dedicated. Two editions, starting with the Kamikaze I of 1994, already characterized by a wave motive on the upper side which made it impossible to ignore them. We are waiting for the imminent comeback on the shelves of the first model (it’ll arrive by late January) but the rerelease of the Kamikaze II has already had a run of successes over the last two seasons: a really perfect remake, in terms of silhouette, constructive quality and materials, which also improved the comfort of the historical model. Over the years, Reebok improved the Hexalite damping technology located in the midsole, so this 2013 version is even more comfortable than the original: let’s drop any nostalgic attitude for one. And hope that Reebok might soon release an equally exciting remake of the Kamikaze I. 48

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REEBOK

KAMIKAZE ii


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best of

tennis

80s

Terzo appuntamento con le nostre mini-guide: come sempre, vi ricordiamo che si tratta di opinioni personali, di modelli che riteniamo essere degni di attenzione per i motivi più disparati. Teniamo conto soprattutto dell’importanza storica e della qualità del design, nella selezione che questo mese ci porta sui campi da tennis in quel periodo d’oro per lo sport di racchetta rappresentato dagli anni Ottanta. Gli eroi di quel periodo, primo punto di una transizione verso il tennis moderno che si sarebbe completata solo alla fine dei Novanta, hanno i loro nomi scolpiti nella storia dello sport: Bjorn Borg e John McEnroe per primi, ma anche Ivan Lendl, Mats Wilander, Boris Becker, Stefan Edberg, Yannick Noah... In campo femminile dominavano Chris Evert, Steffi Graf e Martina Navratilova, quest’ultima forse degna del titolo di più grande tennista di tutti i tempi, indipendentemente da distinzioni di genere. Dal punto di vista dello stile - che poi è il discorso che qui ci interessa di più - senza dubbio gli Ottanta appaiono sottotono rispetto all’esplosione di fantasia post-Agassi del decennio successivo. Eppure i modelli che riescono a scaldare il cuore di qualsiasi collezionista non mancano: i cataloghi delle grandi multinazionali del mondo sneakers erano stracolmi di scarpe da ricordare. Molte più di quelle che vi ricordiamo in queste pagine. Ma vi consigliamo di iniziare da qui le vostre esplorazioni attraverso il tennis degli anni Ottanta. 50

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NIKE CHALLENGE COURT

Ottimo punto di partenza per comprendere lo stile degli anni Ottanta, con il loro mix di pelle e mesh e i primi colori che iniziavano a spuntare sulla tomaia bianca. A perfect starting point to understand the style of the Eighties, with their mixture of leather and mesh and the early colors adorning the white uppers of shoes.

NIKE MAC ATTACK

Costruite per il fumantino John McEnroe, oggi sembrano piuttosto understated. Ai tempi, invece, la combinazione di argento e nero rappresentava uno schiaffo al look serioso imposto sui campi. Designed for hot-tempered John McEnroe, this Nike seems now a bit understated. Back then, the combination of silver and black was a slap in the face to the serious look expected on the fields. Sneakersmagazine

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best of

tennis

80s

Third episode of our pocket guide series: as usual, we’d like to remind you that it’s just about personal opinions, or models that in our view deserve some attention for this or that reason. What this issue’s selection is mostly based on is the historical importance and design quality of the various sneakers; this month we’ll overview some major models used on tennis fields during the golden Eighties. That epoch marked the first moment of a transition towards modern tennis which was completed by the late Nineties. The ruling heroes of that period have their names engraved in the history of sport: first of all Bjorn Borg and John McEnroe, followed by champions like Ivan Lendl, Mats Wilander, Boris Becker, Stefan Edberg, Yannick Noah. The female side was dominated by Chris Evert, Steffi Graf and Martina Navratilova, the latter deserving the title of greatest tennis player ever seen on the fields, independent of gender issues. Admittedly, from the point of view of style, which is the aspect we mostly care about, the Eighties as a whole appear quite below par compared to the post-Agassi explosion of creativity marking the subsequent decade. Yet there are plenty of models which will warm up the hearts of many collectors: the catalogues of the great sneaker multinationals were replete with unforgettable shoes. Quite more than we can recall in these pages. But we suggest to start here your explorations through the tennis models that ruled during the Eighties.

NIKE AIR TRAINER 1

Furono molto utilizzate dai tennisti, anche se questa silhouette disegnata da Tinker Hatfield era stata progettata come soluzione polivalente per il maggior numero di sport possibili. Non stupisce che siano ancora in catalogo oggi. This was much used by tennis players, although this silhouette designed by Tinker Hatfield was designed as a multi-purpose solution for as many different sports as possible. No surprise they’re still in the catalogue. 52

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ADIDAS LENDL COMPETITION

Ben prima dell’arrivo di un certo signor Jordan, fu l’austriaco Ivan Lendl a vedersi dedicare non un solo modello, ma un’intera linea di scarpe. Tutte splendidamente in stile eighties: tanto bianco, e qualche accento di colore. Much before the arrival of a certain Mr. Jordan, the Austrian Ivan Lendl got dedicated not only a single model, but a whole line of shoes – all in the most wonderful Eighties’ style: plenty of white and some color accents.

PUMA BORIS BECKER

Per il ragazzo che vinse Wimbledon a soli diciassette anni, Puma sfornò un modello estremamente comodo, e caratterizzato dalla linea di colore che correva lungo il punto di contatto tra tomaia e intersuola. For the guy who won Wimbledon tournament when he was only seventeen, Puma churned out an extremely comfortable model, characterized by a colored line running along the contact between upper and midsole.


CONVERSE JIMMY CONNORS

Converse da tennis? Sembra impossibile. Invece in un momento storico nel quale il tennis era uno degli sport più seguiti al mondo, anche il marchio americano si dedicò alla racchetta. Con risultati notevoli, come questo. A tennis by Converse? Hardly believable. But at a time when tennis was among the most followed sports over the world, the American brand decided to deal with the racket, and the outcome was models like this.

ADIDAS EDBERG

Giallo e verde. Sembra una combinazione azzardata, e invece è ciò che ha reso famoso, celebrato e ancora oggi molto ricercato questo modello, dedicato al campione svedese. Yellow and green might seem a quite daring combination, but it’s what made this model dedicated to the Swedish champion so famous, celebrated, and much sought-after until now.

WILSON PRO STAFF

Prodotta da una delle più note multinazionali statunitensi del settore, rappresentava lo stato dell’arte tecnologico alla fine degli anni Ottanta. Un valore rimasto inalterato nel tempo: ancora oggi rimane nei cataloghi della casa americana. Produced by one of the most famous American multinationals in the sector, this shoe was well in the forefront (technologically speaking) during the Eighties. Its value didn’t change over time, and the model is still in the company’s catalogues.

DIADORA BORG ELITE

Semplicemente LE tennis sneakers dei primi Ottanta. In pelle di canguro, con la firma del campione sulla tomaia. Il simbolo di un’epoca. . That’s the early Eighties’s tennis sneaker par excellence. Featuring kangaroo leather, the upper bears the champion’s signature. The symbol of a golden era. Sneakersmagazine

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PUMA

TRINOMIC XT2 PLUS

Tra le nuove proposte della stagione Puma spicca il remake di un modello d’archivio capace di segnare negli anni Novanta una piccola rivoluzione nel mondo del running, e divenuta con il passare del tempo un must tra i collezionisti. La tecnologia Trinomic è nata nei laboratori ricerca e sviluppo di Puma ormai un quarto di secolo fa, durante il periodo dell’esplosione del running di massa, soprattutto nella forma del cosiddetto jogging (corsa lenta). Trinomic caratterizza già alla fine degli anni Ottanta una prima collezione della casa tedesca chiamata Natural Running e identificata dal simbolo dell’esagono: era infatti proprio un sistema di piccoli esagoni incorporati nella suola, simili alle celle dei nidi d’ape e realizzati in materiale plastico, a permettere un migliore ritorno dell’energia cinetica, che faceva letteralmente rimbalzare le scarpe durante la rullata sul terreno. Oggi Puma scommette di nuovo sulla tecnologia Trinomic, con una special release delle Trinomic XT2 Plus dedicate a tutti gli appassionati di running vintage. Disponibili in quattro nuove colorazioni, che riportiamo come da catalogo: Tigerlily pomegranate, Blue bird spectrum blue, French blue limestone gray e High risk red glacier gray. A renderle uniche, naturalmente, concorre non poco la suola trasparente che lascia intravedere la struttura ammortizzante ad esagoni. 54

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Among the new proposals in Puma’s season there is a remake of an archive model which was capable (during the Nineties) of starting a small revolution in the running world, and which became a collector’s must-have over time. Trinomic technology was born in Puma’s research and development laboratories a quarter century ago, during a period in which mass running was exploding, especially in the form of so-called jogging (slow running). Indeed, during the late Eighties Trinomic marks a first collection by the German company which was called Natural Running and identified by the hexagon symbol. This because it was a system of small hexagons embedded in the sole, inspired by the cells composing a honeycomb and realized in plastic materials, to enable a better kinetic response – which in turn allowed the shoes to bounce back during the roll on the ground. Today Puma pushes hard again on Trinomic technology, with a special release of the Trinomic XT2 Plus dedicated to all the fans of vintage running. Available in four new colorings, which we report following the catalogue: Tigerlily pomegranate, Blue bird spectrum blue, French blue limestone gray e High risk red glacier gray. What makes all these models unique is also the transparent sole that let you foresee the damping hexagonal structure. Sneakersmagazine

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BROOKLYN WE GO HARD X PUMA

R698 ‘BLUEFIELD’

Non newyorchesi, ma di Parigi: nonostante il fatto che il loro marchio prenda il nome da un singolo di Jay-Z, David Obadia e Nelson Hassan sono francesi. Sotto il loro marchio-ombrello creato neanche cinque anni fa, ospitano molti progetti, tutti di successo: comunicazione, eventi, una linea di abbigliamento. E proprio quest’ultima esperienza ha portato alla prima collaborazione di peso con un gigante del mondo sneakers: ecco qua le prime Puma firmate BWGH, naturalmente in limited edition. Al centro di questo progetto ci sono le R698, modello running di enorme popolarità durante i Novanta, che ha costruito la sua notorietà grazie all’uso della tecnologia Trinomic. David Obadia ha diretto il processo creativo della collaborazione e infatti il design della nuova R698 rispecchia la sua mania per i colori intensi e puri. Obadia si è ispirato al pittore americano Mark Rothko, spesso classificato come espressionista astratto, famoso per le sue opere in cui il colore gioca un ruolo fondamentale. Così, non è un caso se queste R698 sono state ribattezzate Bluefield: il riferimento alla tecnica del “color field” dell’artista statunitense non è affatto casuale. Per entrare più nello specifico, a caratterizzare questa versione delle R698 sono soprattutto i materiali: suede, mesh e maglia bouclé. I lacci melange sottolineano le sfumature di blu. Già disponibile da Sneakers76 a Taranto e Back Door a Bologna.

The guys are from Paris, not New York. Although their brand has its name after a single by JayZ, David Obadia and Nelson Hassan are French. Under the umbrella brand founded five years ago, they host many projects, all successful – communication, events, even a clothing line. And it’s the latter field of activity which led to the first important collaboration with a sneaker giant. So here’s the first Puma signed BWGH, released in a limited edition, of course. Central to this project is the R698, a running model of great popularity during the Nineties, which gained its renown mainly through the use of Trinomic technology. David Obadia guided the creative process behind this collaboration, and indeed the design of the new R698 reflects his obsession with intense and pure colors. Obadia took inspiration from the American painter Mark Rothko, often classified as an abstract expressionist, and famous for his works in which color plays a prominent role. It’s not a coincidence if this R698 was renamed Bluefield – the reference to the color-field technique invented by the American artist is entirely un-coincidental. More up to the point, the most prominent feature of this version of the R698 is in the materials used: suede, mesh, and bouclé wool. The laces are mélange, in order to emphasize the blue nuances.

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While a new chapter of such a terrific collaboration is forthcoming next year, this version is already available at Sneakers76 in Taranto and Back Door in Bologna. .


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focus jordan

AIR JORDAN XII Difficile ripetere uno dei più grandi successi della storia delle sneakers: nel 1997, poco prima dell’uscita delle Air Jordan XII, pochi avrebbero scommesso che quel modello avrebbe potuto eguagliare il fascino delle precedenti Air Jordan XI. Le Air Jordan XII rappresentano però un ottimo canto del cigno per una serie che inevitabilmente - con il secondo ritiro di Mr.Air che sarebbe arrivato l’anno successivo, appena completato il secondo, incredibile three-peat con i Chicago Bulls - dalle stagioni seguenti avrebbe dovuto battere nuove strade. Come sempre, la serie dedicata a Jordan cambiava faccia anno dopo anno, senza però abbandonare alcuni elementi di stile che la rendevano immediatamente riconoscibile.

It’s hard to replicate one of the greatest successes in the history of sneakers: in 1997 slightly before the launch of the Air Jordan XII, few people could imagine that the new model would equal the appeal of the antecedent Air Jordan XI. Now, the Air Jordan XII represents another swansong for a series that inevitably (due to the second retirement of Mr. Air who the following year would complete his second, incredible three-peat with the Chicago Bulls) was about to thread new paths. The series dedicated to Jordan was changing its face year after year, without renouncing some style elements that would make all the difference.

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focus jordan

AIR JORDAN xii Ci fa dunque particolarmente piacere veder tornare sugli scaffali la colorazione delle Air Jordan XII che più abbiamo amato, soprannominata “Taxi” dagli appassionati d’oltreoceano a causa dei dettagli gialli che facevano bella mostra di sé sulla suola. Un remake finalmente soddisfacente da parte del brand (che ha spesso, molto spesso deluso le aspettative degli appassionati nel corso delle ultime stagioni), soprattutto dal punto di vista della riproduzione della silhouette originale. Il particolare che più di ogni altro solletica il nostro occhio è senza dubbio il marchio del Jumpman che spunta dalla suola fino a raggiungere la punta del piede: si tratta di uno di quei casi in cui il branding, usato con intelligenza, diventa un notevole valore aggiunto.

We are therefore very pleased to see the coloring of the Air Jordan XII (that we loved more than anything else) getting back on the shelves – it was nicknamed ‘Taxi’ by the overseas fans because of the yellow details which would make a fine showing on the sole. That’s finally a satisfying remake released by the brand (which very, very often frustrated the fans’ expectations during the latest seasons), especially from the point of view of the original silhouette’s reproduction. The detail that excites our eyes more than anything else is by all means the Jumpman logo which extends beyond the sole and reaches the foot’s tip: it’s one of those occasions in which branding – if and when used cleverly – may confer added value.

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Drunknmunky

Boston Monocolor Il look vissuto della tomaia in tessuto lavato caratterizza il look del modello. Sono però le colorazioni monocrome a fare davvero la differenza e a rendere queste Boston davvero contemporanee: un’ulteriore tappa evolutiva per lo stile Drunknmunky, marchio che rappresenta un’esperienza controcorrente rispetto al mercato. La scimmietta ubriaca, arrivata in Italia direttamente dalla California e oggi molto amata dalle nostre parti, si vede sempre più spesso in giro nelle città, soprattutto ai piedi del pubblico giovane: un’espansione continua nonostante il periodo di crisi. Queste high-top hanno ispirazione vintage, ma senza dubbio sono perfette per questo inizio di 2014: il tempo passa, lo stile resta.

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Drunknmunky

Boston Monocolor The worn-out appearance of the upper in pre-washed tissue marks the model’s look. But it’s the monochrome coloring that makes all the difference, thus making this Boston so much modern: a further evolutionary step for the style expressed by Drunknmunky, a brand which epitomizes an experience that goes against the general-market trend. The drunk monkey arrived in Italy directly from California and today is much appreciated by our fellow citizens – you can often encounter the monkey around the city, especially on the young’s feet. A relentless expansion that didn’t suffer from the global crisis. This high-top exhibits a clear vintage inspiration, but is definitely suited for the early part of 2014 – time goes by, style is forever.

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GAS

spring 2014 Preview Il marchio italiano Gas Footwear sta conquistando sempre maggiori quote di mercato con una proposta ibrida capace di strizzare l’occhio al pubblico casual. E proprio “casual” si chiama la linea proposta per la primavera/estate 2014, i cui modelli vedete in mostra su queste pagine: dettagli sportivi si sposano con particolari cittadini, per un look sportivo “ingentilito” che vira verso l’elegante. L’obiettivo è quello di poter incontrare le esigenze del pubblico che preferisce uno stile rilassato e informale, senza rinunciare al fascino contemporaneo. The Italian brand Gas Footwear is winning greater and greater market shares by means of a hybrid proposal which winks at the casual public. And indeed ‘casual’ is the name of the line proposed for the spring/summer 2014. The models it has are shown in these pages – sport details go hand in hand with urban details, to get a ‘polished’ sports look that heads for elegance. The purpose is to meet the needs of those who prefer a relaxed and informal style, without renouncing modern appeal.

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LE COQ SPORTIF

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Nascono nel 1991, dunque non ci stupiamo certo che lo stile di queste running del marchio francese Le Coq Sportif sia quintessenzialmente nineties: la base bianca, nera e grigia con accenti pop giallo lime della colorazione originale è una combinazione perfetta, che chiunque abbia vissuto in quegli anni non mancherà di apprezzare. Il brand del galletto ultimamente sta sfornando splendidi remake uno dopo l’altro: dopo Eclat e Flash, ecco un altro classico imperdibile, forse il più interessante tra i modelli running del periodo d’oro Le Coq. Ma diamo un’occhiata ai dettagli: farà felici gli appassionati la presenza del logo originale “Sport-Practice”, e anche il particolare del badge tricolore (francese, of course) sulla linguetta. Ma oltre all’estetica, non bisogna sottovalutare il contenuto tecnologico rappresentato dal sistema di ammortizzazione Dynactif implementato nell’intersuola. Oltre alla già citata colorazione originale, disponibili altre due varianti per l’autunno-inverno 2014.

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This running was born in 1991 so we aren’t surprised if the style of this model by Le Coq Sportif is so quintessentially Nineties: the white, black and grey basis with yellow-lime pop accents of the original coloring is a perfect combination, which anyone will appreciate who lived through that epoch. The cockerel brand is being churning out marvelous remakes one after another: so after the Eclat and the Flash, here’s another unmissable classic, perhaps the most interesting running model dating from this golden moment for Le Coq. But let’s take a look at some details: something that will make your day is the original Sport-Practice logo as well as the particular of the tricolor (French, ça va sans dire) on the tongue. And beside the aesthetic, we shouldn’t undervalue the technical content represented by the damping system Dynactif implemented in the midsole. In addition to the aforementioned original coloring, another two versions are available for the coming winter 2014.


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NEW BALANCE numeric

STRATFORD 479

New Balance, da sempre, significa running. Ma la casa americana non vuole rinunciare al mercato skate, uno dei più importanti oltreoceano, e così ha recentemente lanciato la linea Numeric: modelli skate proposti sul mercato con l’aiuto della Black Box Distribution di Jamie Thomas. Il più rappresentativo dell’attuale collezione - slegata da ogni logica stagionale - sono sicuramente le Stratford 479, caratterizzate dalla costruzione seamless e dal look understated. Ma non bisogna farsi ingannare: da sempre New Balance è all’avanguardia nel settore ricerca e sviluppo, e anche in questo caso non rinuncia a implementare su questo modello una serie di soluzioni tecniche davvero efficaci: pannelli perforati al laser sulla tomaia e linguetta in mesh per massimizzare la traspirazione, intersuola ammortizzante e costruzione minimale per garantire leggerezza e comfort. 70

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New Balance means running since its inception. But the American company doesn’t want to renounce the skate market, one of the most important overseas, and therefore they recently launched the Numeric line: skate models released on the market with the help of Black Box Distribution by Jamie Thomas. The most representative model of the current collection (irrespective of any seasonal scheduling) is by all means the Stratford 479, characterized by a seamless construction and by an understated look. But don’t delude yourself too easily: New Balance has always been in the forefront when it comes to R&D, and in this case they didn’t renounce to implement a number of very efficient technical solution on this model: laser perforated panels on the upper, and tongue in mesh to maximize perspiration; damping midsole and a minimal construction to grant lightness and comfort.


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SUPRA

SKYTOP IV Sono arrivate nei negozi a dicembre dello scorso anno, ultima evoluzione del modello di maggior successo all’interno del catalogo Supra. Il marchio fondato da Angel Cabada solo pochi anni fa deve parte della sua popolarità proprio a queste sneakers, create in collaborazione con la leggenda dello skate Chad Muska. Nell’ultima incarnazione, le Skytop non rinunciano alla linguetta enorme, pesantemente imbottita, morbidissima, che le ha rese famose e che ne caratterizza in modo inconfondibile la silhouette davvero futuristica. Sembrano scarpe provenienti da un’altra epoca, di quelle immaginate dagli scrittori di fantascienza nell’ultimo mezzo secolo: il dettaglio esagonale sul primo occhiello passalacci, il controtallone in materiale termoplastico, la suola trasparente, sono tutti particolari che ci portano verso un domani da immaginare. Se all’estetica corrisponderà anche funzionalità, potremmo trovarci di fronte al prossimo best seller del settore skate. These sneakers reached the shops last December, and are the latest evolution of the most successful model within the catalogue Supra. The brand founded by Angel Cabada few years ago owes part of its popularity to these sneakers, created in collaboration with the skate legend Chad Muska. In this recent version, the Skytop doesn’t abandon the huge tongue (heavily padded, and super-soft) which contributed to nourish their renown, and which characterizes their futuristic silhouette in an unparalleled manner. These shoes seem as though they came from another epoch, like the ones described by many science fiction writers during the past century. The hexagonal detail on the first eyelet, the counter-heel in thermoplastic materials, the transparent sole, all these details bring us towards a future that we can only try to figure out. If the aesthetic dimension will conspire with the practical aspects, we might be facing the next best seller in the skate sector.

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focus skate

NIKE SB

LUNAR ONE SHOT La comunicazione di Nike parla di “lupo travestito da agnello”. Il messaggio è chiaro: le Lunar One Shot nascondono molto più di ciò che appare all’esterno. In effetti, a un primo sguardo non sembra di trovarsi di fronte a una delle skate shoes dotate del più avanzato contenuto tecnologico dell’anno che si è appena chiuso alle nostre spalle (e probabilmente, anche di quelli a venire). Il marchio di Beaverton sta spingendo forte sul pedale dell’innovazione anche nel settore skate, per stabilire il proprio primato di leader del mercato, al di là di ogni situazione contingente. Così, seguendo le indicazioni dei pro rider del team Nike SB Sean Malto e Shane O’Neill, le Lunar One sono state dotate di ritrovati come la schiuma ammortizzante Lunarlon e la protezione Hyperscreen sulla tomaia, composta di due soli elementi per diminuire il più possibile la necessità di cuciture. Ma più di ogni altra cosa, a caratterizzare queste scarpe è l’estrema leggerezza e la sensazione di comfort: già comodissime appena tirate fuori dalla scatola, riducendo a zero quel periodo di adattamento che ogni skater sa essere necessario prima di iniziare a godersi davvero le proprie sneakers. Una chimera? Non vediamo l’ora di provarle su strada.

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focus skate

NIKE SB

LUNAR ONE SHOT

Nike’s communication uses the image of a “wolf disguised as a sheep”. The message is clear: there is much more to this Lunar One Shot than meets the eye. Indeed, at first sight one wouldn’t suppose to be facing a skate shoe equipped with one of the most technological content relative to the past year (and perhaps relative to some years to come). The brand from Beaverton is pushing hard on the innovation gear in the skate sector, in order to establish their leadership on the market, beyond any circumstance or contingent situation. Thus the Lunar One, following the advice from the pro riders of the Nike SB team Sean Malto and Shane O’Neill, was equipped by such products as Lunarlon damping foam, and the Hyperscreen protection on the upper, which comes out composed of just two elements in order to reduce the presence of any seam. More than anything else, the shoe is characterized by the extreme lightness and the sensation of comfort it gives you: a very sensible shoe as soon as you pick it from the box, it reduces to none the adaptation period any skater knows to be needed before starting to enjoy their sneakers. A pipe dream? We are looking forward to making a road test.

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Vans core

EUCLID

Il matematico della Grecia antica non c’entra, eppure c’è della scienza in questo nuovo modello della linea Core di Vans. O meglio, più che scienza, tecnologia: c’è Duracap, un sottilissimo strato di gomma rinforza la parte interna della tomaia, per renderla resistente ai ripetuti ollie eseguiti dagli skater; Ultracush, una soletta realizzata in schiuma CMEVA che garantisce la massima ammortizzazione senza sacrificare la leggerezza; e infine, la classicissima suola Crepe, creata nel lontano 1966 da Paul Van Doren. Insomma: dietro il look classico delle Euclid si nasconde la modernità.

The ancient Greek mathematician is not our topic here. Yet there is much science in this new model of Vans’ Core line. Or rather, much technology more than science. There is Duracap, an ultra-thin rubber layer designed to reinforce the inner part of the upper, to make it resistant to the frequent ollies performed by the skater; Ultracush, an insole realized in CMEVA foam which secures damping power without reducing the shoe’s lightness. Lastly, there is the very classic sole Crepe, designed back in 1966 by Paul Van Doren. To sum up, behind the classical look of the Euclid there lurks modernity.

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Vintage&Deadstock Sneakers

2014-1974: andiamo a spasso nel tempo fino a quarant’anni fa, in questo primo appuntamento del nuovo anno con le vintage sneakers scovate ai quattro angoli del mondo (e della rete, of course) dalla nostra redazione di avidi collezionisti. Tanto indietro bisogna guardare per conoscere le adidas Dakota, modello-icona del basket seventies amatissimo dall’amico Robert “Bobbito” Garcia, alfiere della sneakers culture d’oltreoceano fin da tempi non sospetti. Adidas dunque, che si divide con Nike il ruolo di grande protagonista di questo numero: il marchio tedesco è infatti oggetto delle nostre esplorazioni con le già citate Dakota del 1974, ma anche con modelli storici provenienti dalle decadi successive come le Official del 1984 e le rarissime ZX 330 del 1986; quello americano invece squaderna davanti ai nostri occhi classici del running come le Denver del 1986 e le semisconosciute Air Max 120, oppure del basket come le Double Team, leggenda del basket dei tempi che furono. Ognuna di queste sneakers ha dietro una storia da raccontare: come sempre, le scarpe di cui trovate traccia nel nostro giornalino sono ben più che un mix industriale di tessuto, pelle, mesh e gomma. Prendete ad esempio le Converse dedicate al sindacato dei giocatori NBA dal brand americano intorno alla metà degli anni Ottanta: ci parlano di alcuni retroscena legati a uno dei campionati più amati e seguiti (e ricchi, of course) del mondo, magari non eccitanti come ciò che avviene sul parquet, ma senza dubbio di notevole interesse per gli appassionati. Chiude questo numero una breve incursione nel mondo delle sneakers da donna, una rarità per la nostra redazione prevalentemente composta da maschi (ebbene sì, lo ammettiamo): le Reebok Pump CXT Mid, classico Made in Korea che i collezionisti dovrebbero presto riscoprire. Dunque, non ci resta che augurarvi buon 2014. E 2004, 1994, 1984, 1974, 1964...

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2014-1974: for this new year’s first appointment with the vintage sneakers that our editorial staff (replete with compulsive collectors) excavated from the four corners of the world, we’ll travel in time to reach a epoch which existed forty years ago. So far you need to go to know the adidas Dakota, an icon model of the Seventies basket much beloved by our friend Robert ‘Bobbito’ Garcia, a standard bearer of the overseas sneaker culture from the very beginning. So Adidas will be sharing with Nike the leading role of the present issue. This because the German brand is the target of our explorations with their aforementioned 1974 Dakota, as well as with some historical models coming from the subsequent decades, like the 1984 Official and the very rare ZX330 released in 1986. The American brand, on the other hand, displays some running classics like the 1986 Denver and the almost unknown Air Max 120, or some basket classics like the Double Team, a basketball legend of the times. Each of these sneakers has a story to tell – as usual, the shoes signaled by our journal are much more than an bare industrial mix of tissues, leather, mesh and rubber. Take for example the model by Converse dedicated to the NBA players’ union by the American brand around the mid Eighties: this model recalls some behind-the-scenes concerning one of the most beloved and followed (and rich, of course) championships of the world, perhaps not so thrilling compared to what takes place on the parquets, but definitely interesting for all sneakerheads. This issue is closed by a short foray into the sneakers for women, a rarity for a staff like ours which is almost entirely (yes, we must be honest every now and then) composed of men: the Reebok Pump CXT Mid, a classic model Made in Korea that all collectors should be eager to rediscover. So, we can only wish you a happy new 2014. As well as a happy 2004, 1994, 1984, 1974, 1964.


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NIKE

DOUBLE TEAM

Altro che high top, queste sono le sneakers da basket più alte di tutti gli anni Ottanta! Che peraltro è un periodo glorioso, per quel settore del marchio di Beaverton: in quel decennio lo Swoosh mise le basi per conquistare i parquet e i playground dell’intera America, superando l’agguerrita concorrenza anche grazie a modelli come questo, capace di troneggiare sopra le rivali grazie al collare enorme e smisurato, chiuso dallo strap in velcro. Per il resto, colorazioni sobrie, segno dei tempi. 82

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Made in KOREA, 1984

Forget about our present-day high tops, this is the highest basket sneaker ever seen during the Eighties! Which by the way was quite a glorious time for this particular sector of the brand from Beaverton. Back then, the Swoosh was paving the way to winning the parquets and playgrounds around the US, defeating the tough competition also thanks to models like this one, capable of dominating the rivals through its huge and unbounded collar, secured by a Velcro strap. Besides that, sober colorings, as usual back then.


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ADIDAS

DAKOTA

Rare, anzi molto rare: il valore di un paio deadstock di questo modello-icona dei Settanta si aggira intorno ai 400 dollari. Perché sono tanto desiderate, queste adidas coeve delle Americana e progenitrici delle Jabbar? Sicuramente non è da sottovalutare il ruolo di Bobbitto Garcia, che nel suo classico libro Where’d you get those? - ormai divenuto un testo seminale per la sneakers culture globale - le definisce “le adidas più cool di quegli anni, le più desiderate dai ragazzi che frequentavano i playground cittadini”. Abbiamo esplorato nelle pagine precedenti alcune icone Nike, qui invece abbiamo davanti agli occhi una lampante dimostrazione del motivo per cui il marchio di Beaverton non poteva competere con adidas e Converse nel settore basket negli anni Settanta.

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Made in FRANCE, 1974

Rare, or rather, very rare. The quotation of a deadstock pair of this icon-model from the Seventies floats around 400 dollars. Why is this adidas (coheval to the Americana and ancestor to the Jabbar) so much sought after? We shouldn’t undervalue the role played by Bobbito Garcia, who in his classic book, Where’d you get those? (by now a groundbraking handbook on the global sneaker culture) calls it “the most cool adidas from that epoch, the most wanted by the young frequenting the urban playgrounds”. We reviewed some icons by Nike in the previous pages; here we are watching the umpteenth exposition of the reason why the brand from Beaverton couldn’t compete with adidas and Converse in the basket sector during the Seventies.


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CONVERSE

NBA PLAYERS

Rare, anzi molto rare: il valore di un paio deadstock di questo modello-icona dei Settanta si aggira intorno ai 400 dollari. Perché sono tanto desiderate, queste adidas coeve delle Americana e progenitrici delle Jabbar? Sicuramente non è da sottovalutare il ruolo di Bobbitto Garcia, che nel suo classico libro Where’d you get those? - ormai divenuto un testo seminale per la sneakers culture globale - le definisce “le adidas più cool di quegli anni, le più desiderate dai ragazzi che frequentavano i playground cittadini”. Abbiamo esplorato nelle pagine precedenti alcune icone Nike, qui invece abbiamo davanti agli occhi una lampante dimostrazione del motivo per cui il marchio di Beaverton non poteva competere con adidas e Converse nel settore basket negli anni Settanta.

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Made in KOREA, 1986 Rare, or rather, very rare. The quotation of a deadstock pair of this icon-model from the Seventies floats around 400 dollars. Why is this adidas (coheval to the Americana and ancestor to the Jabbar) so much sought after? We shouldn’t undervalue the role played by Bobbito Garcia, who in his classic book, Where’d you get those? (by now a groundbraking handbook on the global sneaker culture) calls it “the most cool adidas from that epoch, the most wanted by the young frequenting the urban playgrounds”. We reviewed some icons by Nike in the previous pages; here we are watching the umpteenth exposition of the reason why the brand from Beaverton couldn’t compete with adidas and Converse in the basket sector during the Seventies.


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ADIDAS

OFFICIAL

Anche in questo caso, l’ibridazione è la via seguita dai progettisti adidas per comporre queste straordinarie casual shoes di metà anni Ottanta. Le Official sono composte di elementi provenienti da Stan Smith, Campus e Supertstar, più la colorazione delle mitiche Samba. Venivano distribuite agli arbitri dell’NBA, ed erano molto amate nelle subculture hip hop e hardcore punk in quel periodo. Il fatto che non siano mai state oggetto di remake le ha rese particolarmente ricercate dai collezionisti: se ne trovate un paio probabilmente potete ancora camminarci dentro senza problemi.

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Made in FRANCE, 1984 In this case too hybridization was the strategy used by adidas designers to build up this marvelous mid Eighties casual shoe. The Official is composed by elements coming from the Stan Smith, Campus and Superstar, adding the coloring of the mythic Samba. It used to be given to the NBA referees, and was much appreciated by the hip hop and hardcore punk subcultures back then. Its never being targeted by a remake project made it tremendously sought-after by more and more collectors; if you find a pair, you can probably use it without risking to get barefooted.


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NIKE

DENVER

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Made in KOREA, 1986


Per noi sono una scoperta recente - avvenuta grazie a un noto sito di aste online - queste super running di metà anni Ottanta (1986, per la precisione): a prima vista, appaiono molto simili alle Nike Terra TC dell’inizio di quel decennio, ma rispetto a queste ultime sono senza dubbio molto più rare e di difficile reperibilità. Il valore di conseguenza si alza sopra ai 350 dollari per un paio in deadstock condition, a condizione naturalmente di riuscire a trovarne uno... Forse l’unico modo è comprare un biglietto aereo per Tokyo e battere palmo a palmo i vintage sneakers shop della capitale giapponese. To us this super running from the mid Eighties (1986, to be more precise) is a recent finding (their source is a famous online auction website). At first sight, it looks like the Nike Terra TC dating back to the early Eighties. But unlike that model, this one is much rarer and harder to find. Consequently, its price may even reach 350 dollars for a dead-stock pair, in case one has the fortune to find one. Perhaps the only way to do it is to buy a flight ticket to Tokyo and there scouring all the vintage sneaker shops of the Japanese capital.

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NEW BALANCE

679

Made in KOREA, 1992

Le 679 di New Balance sono caratterizzate dall’implementazione della tecnologia Abzorb nell’intersuola, che ha fatto la fortuna delle running della casa americana negli anni Novanta, ottima risposta al sistema Nike Air. Dopo il ritorno di 996 e 998 speriamo che New Balance riproponga presto anche le 679, tra le più belle sneakers da corsa di sempre: ci aspettiamo grandi collaborazioni, e ci sono già appassionati pronti a fare la fila per aggiudicarsene un paio. Per quanto riguarda quelle originali, intanto, le quotazioni si aggirano sui 300 dollari per un paio in condizioni deadstock. Con l’avvertenza, come spesso capita, di non provare a indossarle se doveste trovarle: probabile che la suola si separi dalla tomaia dopo pochi passi. The 679 by New Balance is characterized by the implementation of the Abzorb technology in the midsole, which made the success of the running models released by the American company during the Nineties, being a perfect answer to the Nike Air system. After the comeback of the 996 and 998 we hope that New Balance will also rerelease the 679, among the most wonderful running sneakers ever: we expect some great collaborations, and there are some fans eager to stay in the line to gain a pair. As for the original samples, by the way, their quotations float around 300 dollars for a deadstock pair. With the warning, as is often the case, that you’d better don’t wear it, if you get a pair, for the sole is likely to leave the upper within a few seconds.

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ADIDAS

ZX 330

Made in FRANCE, 1986 Dal 1984 in poi, la linea ZX di adidas rappresenta il tentativo di dare una risposta ai bisogni dei runner, che si trovano ad affrontare diversi tipi di terreno durante l’attività agonistica. Ogni modello è infatti progettato per rispondere alle necessità di ogni atleta nel modo più mirato possibile. Le sneakers della linea ZX uscite prima del 1988 sono identificate da numeri a due zeri (da 220 a 930), quelle successive alle Olimpiadi di Seul da numeri a tre zeri (da 4000 a 9000). Un quarto di secolo dopo sono modelli classici, dal design ancora perfettamente attuale: un’ulteriore prova di quanto fossero avanti sui tempi. Nonostante molti modelli della serie siano stati riproposti nel corso degli anni, alcuni rimangono rari e ricercati. Ad esempio queste ZX 330 dalla silhouette davvero slanciata, uscita (a quanto ci risulta) in un’unica colorazione, che vedete in queste pagine. Valore di un paio deadstock sui 350 dollari.

Since 1984 the ZX line of adidas represents the attempt to meet the runners’ needs, who confront different types of terrain during their competitive activities. Each model is designed to satisfy the necessity of any single athlete in the most personalized way. The sneakers of the ZX line released before 1988 are identified by three digit numbers (from 220 to 930), those released after the Olympics by four digit numbers (from 4000 to 9000). After a quarter century they look like classic models whose design is still perfectly modern: a further confirmation that they were in the forefront since the beginning. Although many models in the series were rereleased over the years, some of them are rare and sought-after. For example this ZX 300 featuring a slender silhouette, released (as far as we can tell) in a single coloring, that you see in these pages. A deadstock pair’s worth around 350 dollars.

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fotopedaci.com 96

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