Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/MI
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Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/MI
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contents 44 46 50 54 56 58 62 66 70 76 78 82 84 86
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PHARRELL x Adidas originals STAN SMITH ‘TENNIS’ HANON x DIADORA N9000 VILLA x REEBOK PUMP QUESTION ACAPULCO GOLD x NIKE SB DUNK HI WEST NYC x NEW BALANCE 530 MO’WAX x CONVERSE FIRST STRING JACK PURCELL ACTIVE RIDE SHOP x VANS SK8-HI OVERKILL x KANGAROOS COIL R1 PACKER SHOES x ADIDAS EQT RUNNING SUPPORT FRAGMENT DESIGN x NIKE SOCK DART OIPOLLOI x ADIDASARDWICK RONNIE FIEG x NEW BALANCE 530 RONNIE FIEG x NEW BALANCE 850 Ubiq x Saucony Shadow Master MISSONI x CONVERSE CHUCK TAYLOR ALL STAR 70S ZIP PREMIER x NIKE SB DUNK HIGH SOLEBOX x ADIDAS CONSORTIUM EQT GUIDANCE 93 PENFIELD x SAUCONY SHADOW UNDEFEATED x MAHARISHI x ADIDAS CONSORTIUM ZX 5000
Direttore responsabile Giuseppe Angelo Berto Coordinamento Editoriale Marco Colombo
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Segreteria Daniela Furlan
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Fotografi Roberto Nangeroni, Sebastiano Pedaci, Giuseppe Repetto, Sergio V. Levi, Stefano Carloni
Sede legale
Traduzioni Sergio V. Levi 4
Vintage&Deadstock Sneakers
Redazione e testi Andrea Caviggia, Michele R. Serra, Lucia Milvia Maida, Gigi Maneo, Marco Rizzi, (per l’articolo a pag. 50), Simone Tucci (per l’articolo a pag. 46)
Grafica ArtK
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Diadora N9000 og Ras Kass interview Swap Meet Italia Sneakers Expo milano NEW YORK YANKEES FOOTWEAR ALFA MID ASICS GEL-LYTE III & GEL SAGA ‘CHRISTMAS’ diadora N9000 S/S 2015 collection shop WELLGOSH ADIDAS SPEZIAL EXHIBITION, MANCHESTER shop bait seattle PUMA BECKER OG ada reina interview DC shoes SPARTAN HI WC NIKE SB BLAZER LOW GT DEFCON x VANS SK8-HI NOTCHBACK PRO S
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Sneakers magazine è una rivista AMb Advertising srl è iscritta al ROC con il n. 19928 Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, NO/ NOVARA MP-NO 0681 anno 2012
è vietata qualsiasi riproduzione, anche parziale e con qualsiasi mezzo, di fotografie e disegni. I contributi fotografici e di testo sono ben accetti. Testi, illustrazioni, fotografie e disegni, se non espressamente richiesti, non verranno restituiti. L’editore è a disposizione degli interessati quando nonostante le ricerche non sia stato possibile raggiungere il detentore del diritto di riproduzione di eventuale materiale fotografico.
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editoriale
editorial
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L’avrete intuito dalla copertina, probabilmente; protagonista di questo numero è un marchio italiano che si sta rilanciando sul mercato mondiale nel modo più giusto, cioé guardando alla tradizione, alla storia e alla gloria costruite in quasi settant’anni di attività, visto che l’azienda è stata fondata nello stesso anno in cui entrò in vigore la Costituzione della Repubblica Italiana, il 1948, nel cuore del distretto calzaturiero di Montebelluna, a Caerano di San Marco. Dall’archivio sterminato della casa veneta stanno uscendo modelli storici, destinati a tornare a nuova vita come le N9000 che vi presentiamo a pagina 44 e a pagina 58. Il fatto interessante è che l’attivismo di Diadora non si limita al lato industriale, ma si concretizza anche in una serie di progetti collaterali, come la produzione musicale: vi sembra strano? L’intervista con Ada Reina, sneakerhead e volto nuovo della musica urbana - aggettivo forse abusato, ma che a lei calza a pennello - nel nostro paese, vi toglierà ogni dubbio (a pagina 78). Intanto anche altri giganti globali delle sneakers si preparano alla stagione delle feste, da sempre uno dei momenti fondamentali per il mondo del retail. Asics - le prove sono a pagina 56 - addirittura si permette di sfornare uno speciale pack natalizio che sta diventando ormai un’appuntamento tradizionale per collezionisti e appassionati: quest’anno, protagoniste dell’iniziativa sono le classiche Gel-Saga e Gel-Lyte III. Non stanno a guardare neanche le tedesche adidas, con l’iniziativa Spezial che vi presentiamo a pagina 66, e Puma, con l’attesissimo remake a tiratura limitata delle Boris Becker OG (a pagina 76). E a proposito di feste, gli sneakerhead in tutto il mondo non hanno altro che l’imbarazzo della scelta per i regali di Natale, vista l’incredibile pioggia di uscite iper-hype che si concentrano negli ultimi due mesi dell’anno. Impossibile stare dietro a tutte le release, ma per fortuna c’è sempre la possibilità di recuperare qualche occasione persa nei mercatini messi in piedi dagli appassionati. Anche in Italia, come dimostra il reportage dallo Swap Meet Italia Sneakers Expo di Milano, che trovate a pagina 50. E se preferite eBay, bè, non siete veri collezionisti. C’è molto altro, dentro questo numero 64: i progetti collaborativi migliori degli ultimi mesi, selezionati dalla nostra redazione; nuove tappe del nostro tour tra gli sneakers shop più rappresentativi del vecchio continente; venti pagine di viaggio nel tempo, nella sezione vintage... E giusto il tempo di augurarvi buone feste, qui, prima di darvi appuntamento al 2015.
Perhaps you got it from the cover: the protagonist of this number is an Italian brand that is re-launching on the global market with the utmost care, that is, relying on the tradition, history and reputation accumulated in almost seventy years of activity – indeed the company was founded the same year the Italian Constitution was established, in 1948, in Caerano di San Marco, within the shoe manufacturing district of Montebelluna. From the vast archive of the Venetian company a number of historic models, such as the N9000 we present on page 44 and 58, are coming back to life. The interesting thing is that Diadora’s refound energy isn’t confined to their industrial core business, for it encompasses a series of lateral projects, such as musical production: do you find it puzzling? The interview with Ada Reina, a sneakerhead and new protagonist of urban music (a much abused term, but so fit to her) in our country, will dissolve any skepticism (on page 78). Meanwhile, other global sneaker giants are also preparing for the holiday season, one of the most critical moments for the retail world. So Asics went so far as to churn out a special Christmas pack (you can watch it on page 56) that by now is becoming a fixed yearly appointment for all collectors and fans. This year the initiative revolves around the classic Gel-Saga and Gel-Lyte III. Also the German adidas decided they won’t remain inert, and the initiative Spezial we present on page 66 testifies to this. The same is true of Puma and their much awaited remake in limited edition of the Boris Backer OG (on page 76). Speaking of Christmas, the sneakerheads over the world have only an embarrassment of riches when it comes to preparing their Christmas presents, given the incredible flood of super-hype releases that in the last two months of the year tend always to compete for attention. Impossible to take notice of all releases, but there is a chance to remedy some lost occasions at the small markets organized by the fans. And Italy is no exception – as testified by the reportage from the Swap Meet Italia Sneakers Expo in Milan that you can read on page 50. But if you prefer eBay, well, perhaps you’re not a genuine collector. There is much more than that in this issue number 64 – the best collaborative projects of the last six months, selected by our editorial staff; some new stops among the sneaker shops that aptly reflect the climate of the old continent; another twenty pages of our beloved vintage time-machine. The occasion is perfect to wish you a Merry Christmas and we’ll see you in 2015.
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PHARRELL x Adidas originals STAN SMITH ‘TENNIS’
Oltre ad essere il produttore più presente nella musica pop tutta - almeno durante l’ultimo lustro - Pharrell Williams ha conquistato di recente anche i cataloghi adidas, grazie a diverse serie di Stan Smith collaborative: dopo quelle ultra-limited dipinte a mano e vendute a cifre strabilianti (o improbabili, a seconda del punto di vista) solo presso la boutique parigina Colette, dopo quelle monocrome del “Solid pack” andato a ruba alla fine di settembre, ecco quelle con tomaia in feltro, a imitare il materiale con cui sono costruite le palline da tennis. Una versione allo stesso tempo estremamente fashionable e fedele alle origini court dell’immarcescibile modello del Trifoglio, riportato agli antichi fasti nel corso delle ultime due stagioni. Besides being the most ubiquitous producer on the pop music scene (at least during the last 5 years) Pharrell Williams has recently reached the adidas catalogues thanks to various series of collaborative Stan Smith’s. After the ultra-limited hand-painted shoes that were sold at an incredible (or unlikely, if you prefer) price only at the Parisian boutique Colette, and after the monochrome series of the Solid Pack which sold like hot cakes in late September, here’s a series featuring a felt upper that mimics the material covering a tennis ball. A version that is extremely fashionable and at the same time faithful to the court origins of the immortal Trefoil model, returned to glory during the latest seasons.
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HANON x DIADORA N9000 Diadora continua a sfornare collaborazioni di altissima qualità. Questa in particolare è la seconda in pochi mesi a coinvolgere la storica sneakers boutique scozzese Hanon, che come nel caso precedente ha optato per una colorazione ispirata ai trasporti pubblici del Regno Unito. La combinazione di verde acqua e rosso scuro, infatti, è la stessa che si poteva trovare sulle fiancate dei bus di Scozia negli anni Ottanta, decade in cui i proprietari di Hanon vivevano la loro infanzia e le N9000 di Diadora il loro periodo di massima popolarità. Tutte Made in Italy e costruite con materiali di pregio - come la pelle di canguro - queste N9000 sono già esaurite (prima ancora di arrivare sugli scafali di Hanon, tra l’altro) mentre scriviamo queste righe.
Diadora goes on churning out very high-quality collaborations. This one, indeed, is the second in a few months to involve the historic Scottish sneaker boutique Hanon, which (like in the prior case) opted for a coloring inspired by the UK public transportation service. The combination of aquamarine with dark red, indeed, is the same you could find on the busses in Scotland during the Eighties, a decade when the owners of Hanon were in their infancy and the Diadora N9000 was in its peak of popularity. An entirely made in Italy shoe, featuring precious materials (like the kangaroo leather), this N9000 is already sold-out as we write these lines (so quite before reaching the shelves of Hanon, by the way). 10
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VILLA x REEBOK PUMP QUESTION
Allen Iverson a Philadelphia se lo ricordano bene: impossibile dimenticare, per i tifosi della città della costa est, oltre seicento partite giocate con la maglia dei 76ers da uno dei playmaker più incisivi della storia del basket professionistico statunitense. Per uno strano scherzo del destino, quest’anno segna il primo quarto di secolo dal lancio delle signature shoes dedicate da Reebok al campione originario della Virginia e - contemporaneamente - dall’apertura di un dei più noti sneakers shop della capitale della Pennsylvania. Difficile farsi scappare un’occasione così ghiotta: ecco dunque un paio di Reebok Question dedicate all’uomo e (soprattutto) a Philadelphia, come testimoniato dall’etichetta “Pump” che riprende l’arcinota scultura “Love” realizzata da Robert Indiana e posta nel centro della città.
Allen Iverson is still a legend in Philadelphia: for how could the fans from the East coast metropolis forget those more than 600 matches that one of the most impacting playmakers in the history of American professional basketball played with the shirt of the 76ers. Through a strange combination of accidents, this year we will celebrate a quarter century from the release of the signature shoes that Reebok dedicated to the champion from Virginia and at the same time from the opening of one of the best-known sneaker shops in the capital of Pennsylvania. It’s hard to let go such a tasty occasion. Therefore here’s a pair of Reebok Question dedicated to the man and, more importantly, the city – as testified by the Pump label mimicking the famous Love sculpture in downtown Philly realized by Robert Indiana. 12
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ACAPULCO GOLD x NIKE SB DUNK HI
Da sempre, uno dei giochi che più eccitano le menti perverse (ok, lo ammettiamo) dei collezionisti di sneakers è la trasposizione di colorazioni storiche su modelli diversi da quelli per cui erano state originariamente pensate. Quella pensata dal brand newyorchese Acapulco Gold - il nome è lo stesso di una pregiata varietà di cannabis sativa, per chi se lo stesse chiedendo - sembra però particolarmente azzeccata: la combinazione di beige, grigio, nero e azzurro nata per le classicissime Nike Air Mowabb, simbolo della linea ACG dello Swoosh nella seconda metà degli Ottanta, sembra fatta apposta per essere applicata alla silhouette delle Dunk Hi di Nike SB. One of the games that have always captivated the perverted (we must confess) minds of the serial collectors of sneakers is the transfer of historic colorings from the original models to entirely different ones. The combination devised by the New York brand Acapulco Gold (so named, for those that might be wondering, after a renowned variety of cultivable cannabis) seems to be particularly spot-on – the combination of beige, grey, black and sky blue that was originally designed for the very classic Nike Air Mowabb (a symbol of the ACG line released by the Swoosh in the late Eighties) seems to be specially made to be applied to the silhouette of the Dunk Hi by Nike SB.
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CLUB DER VISIONNAIRES
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WEST NYC x NEW BALANCE 530
Seguire i trend del momento, o andare decisamente controcorrente? La scelta, quando si tratta di moda, è sempre la stessa, e il team creativo della sneakers boutique West NYC, ubicata a pochi passi da Central Park nell’Upper West Side della Grande Mela, ha scelto decisamente la seconda opzione. In un momento storico in cui insieme ai progetti collaborativi vengono costruite grandi narrazioni, per giustificare l’ennesimo paio di sneakers monocrome o al massimo caratterizzate da color-blocking, West ha deciso infatti di ricreare una colorazione piena di particolari fluo e contrasti accesi, che sembra uscita direttamente dagli anni Novanta. Senza alcun motivo particolare, e a noi va bene così. Following the moment’s trends or going resolutely against the stream? The question, when it comes to fashion, is always the same and the creative team from the sneaker boutique West NYC (located at walking distance from Central Park in the Upper West Side) chose decidedly the second possibility. At a moment when a torrent of narratives has started to accompany the sea of collaborative projects with a view of justifying the umpteenth pair of monochrome or at best color-blocking sneakers, West decided to reinvent a coloring that abounds with fluo details and bright contrasts, which seems to come directly from the Nineties. For no other special reason than look – and we really appreciate this.
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MO’WAX x CONVERSE FIRST STRING JACK PURCELL
DJ Shadow, Unkle, Dr. Octagon, Richie Hawtin: l’etichetta Mo’Wax fondata da James Lavelle ha fatto la storia della musica inglese tra la seconda metà degli anni Novanta e il 2014, anno in cui festeggia il ventunesimo genetliaco. Esatto, il ventunesimo: siccome James e soci sono tipi strani, le cifre tonde non gli interessano. Però amano le feste, e allora non stupisce che abbiano messo in piedi una serie di progetti collaborativi per ricordare questo curioso compleanno. Tra gli altri, spicca quello che prevede la produzione di due paia di Jack Purcell caratterizzate dalla tomaia a sbalzo e dalla stampa camouflage all’interno. Ma si tratta di un regalo destinato solo a “friends & family”, quindi non vi aspettate di trovarle facilmente sugli scaffali dei rivenditori Converse First String. DJ Shadow, Unkle, Dr. Octagon, Richie Hawtin: the label Mo’Wax founded by James Lavelle has made the history of English music from the mid Nineties to our days, and in 2014 they celebrated the twenty-first anniversary. Yes, the number is 21 – because James and friends are pretty odd guys, and they aren’t moved by even numbers. But they really love parties, so it’s no surprise they put in place a series of collaborative projects to aptly celebrate this strange anniversary. Among other things, a project includes the production of two pairs of Jack Purcell characterized by an embossed upper and a camouflage print on the lining. But it’s a gift confined to friends and family – do not imagine you’ll find it easily at some Converse First String resellers.
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Born in Los Angeles, CA
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ACTIVE RIDE SHOP x VANS SK8-HI
Active Ride Shop è senza dubbio uno dei nomi più conosciuti dagli amanti degli action sports in California: da ormai venticinque anni, infatti, la catena di negozi specializzati vende prodotti destinati a skater, surfer e compagnia. Un quarto di secolo non si compie certo tutti i giorni, e dunque non poteva mancare una collaborazione celebrativa con il brand che dal Golden State americano ha esportato la cultura skate in tutto il mondo: ecco un paio di Sk8-Hi costruite con suede premium, nylon “ballistic” e particolare felpati. Oltre, naturalmente, al logo Active sotto la suola. Active Ride Shop is by all means one of the most famous names among the fans of the action sports who live in California. For almost twenty-five years, the chain of specialized shops has been selling products that are intended for skaters, surfers, and so on. A quarter century is clearly not a commonplace anniversary, hence the idea of a celebrative collection with the brand that (from the American Golden State) exported the skate culture around the world. Here’s a pair of Sk8-Hi featuring premium suede, ballistic nylon and plushy details. And of course, the Active logo is under the sole.
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FREDPERRY.COM SOCREP.IT Sneakersmagazine
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OVERKILL x KANGAROOS COIL R1
Il tentativo di rilancio del marchio KangaRoos nel corso delle ultime stagioni è stato segnato da diverse collaborazioni davvero notevoli. In prima fila c’è senza ombra di dubbio la sneakers boutique berlinese Overkill, che festeggia un anno di progetti realizzati insieme al brand americano con un’ennesima limited edition Made in Germany: le classiche running Coil R1 da sempre caratterizzate dal materiale ultra-ammortizzante DynaCoil inserito nell’intersuola - trovano così una nuova colorazione quasi monocroma verde acqua, tirata in sole cinquanta paia.
The attempt to relaunch the brand KangaRoos over the last few years was punctuated by several impressive collaborations. A pre-eminent place is occupied by the Berlin sneaker boutique Overkill, who celebrates one year of projects realized with the American brand by releasing an umpteenth limited edition made in Germany – the classic running Coil R1 (characterized by the hyper-damping material DynaCoil inserted in the midsole) discovers a new coloring, an almost monochrome turquoise green, released in only fifty pairs.
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GLOW IN THE DARK BY
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PACKER SHOES x ADIDAS EQT RUNNING SUPPORT
Ancora una volta, ci troviamo davanti a un interessante remix: la colorazione più nota delle SL80, storiche running del Trifoglio che compiranno trentacinque anni nel 2015, sulla silhouette delle EQT Running Support del 1993, rilanciate alla grande nel corso delle ultime stagioni dal marchio tedesco. Il fatto più importante è che parte dei proventi della vendita di questa limited edition prodotta in collaborazione con lo sneakers store più noto del New Jersey andranno in beneficenza. Si sarebbero vendute comunque, ma è un motivo in più. Once again we are faced with a compelling remix – the best-known coloring of the SL80 (a famous running by the Trefoil that will be 35 years old in 2015) on the silhouette of the 1993 EQT Running Support, reissued in a big way during the latest seasons by the German brand. More importantly, a portion of the proceeds collected from the sale of this limited edition realized in collaboration with the best-known sneaker store in New Jersey will be handed over for charity. It’d be an easy sale in any case – but this is an additional reason to support.
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Sneakersmagazine 25 INTERNATIONAL LICENSEE: BR.EX SA Via Lavizzari 6 – 6830 Chiasso – Switzerland – Tel. +41 (0)91 6975090 - mail: info@brex-sa.com SneakerSmagazine EXCLUSIVE DISTRIBUTOR FOR ITALY: TERRAFERMA SRL - mail: info@terraferma.biz
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FRAGMENT DESIGN x NIKE SOCK DART
Ancora una volta, nuovi progetti collaborativi in fase di realizzazione per conto di Nike dallo studio giapponese Fragment Design, animato dal fondatore Hiroshi Fujiwara e da diverse personalità creative del mondo streetwear nipponico. Uno dei più interessanti prevede una riedizione delle Nike Sock Dart, primo modello con tomaia tessuta grazie a telai automatici comandati da computer nel 2004, in nuove versioni molto adatte anche alla stagione invernale. Aspettatevi di vederle presto sugli scaffali dei negozi più esclusivi, piuttosto che ai piedi di qualche atleta. Once again, new collaborative projects are being realized on Nike’s behalf by the Japanese studio Fragment Design, led by its founder Hiroshi Fujiwara and various creative figures from the Japanese street wear world. One of the most interesting projects includes a rerelease of the Nike Sock Dart (the first model to exhibit a upper woven by automated knitters in 2004) in fresh new versions very well-suited for the coming winter season. Be prepared to see this model very soon on the shelves of the most exclusive shops or at the foot of some athletes.
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OIPOLLOI x ADIDAS ARDWICK
Fa quasi strano pensare che una potenza del retail inglese non abbia mai collaborato con il marchio di sneakers più amato dai giovani d’oltremanica. Ma ecco la notizia: OiPolloi presenta la prima collaborazione con adidas, e il concept è davvero notevole. Si tratta infatti di un modello completamente nuovo, ma ispirato al passato più classico. Le scarpe concepite da Nigel Lawson e dal suo team sono un mix di icone della stranota “City Series” di adidas, come Berlin, Bali e (ovviamente) London. La colorazione è ispirata invece ai ricordi anni Settanta di Lawson, periodo in cui il fondatore di uno dei più noti webstore al mondo visitava spesso l’Ardwick Park di Manchester.
It’s quite amazing to realize that a giant of English retail has never collaborated with the sneaker brand most beloved by the oversee fans. But here’s the news: OiPolloi presents the first collaboration with adidas and the concept is really remarkable. Indeed, it’s an entirely new model, although inspired by the most classic style from the past. The shoes designed by Nigel Lawson and his team are a mix of icons from the very famous City Series of adidas – like Berlin, Bali and (of course) London. The coloring is reminiscent of Lawson’s memories dating from the Seventies, an epoch in which the founder of one of the best-known webstores over the world would often visit the Ardwick Park in Manchester. 28
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RONNIE FIEG x NEW BALANCE 530
Il vantaggio di vivere a New York è che puoi ispirarti a punti di riferimento della città che sono conosciuti ai quattro angoli del mondo globalizzato. Ad esempio queste New Balance 530 uscite per il “Black Friday” americano (il venerdì che segna con forti sconti l’inizio della stagione dello shopping natalizio) sono ispirate ai colori di Central Park durante l’autunno, ma immediatamente comprensibili anche agli appassionati di Barcellona, Tokyo o Milano. Per un newyorchese doc come Ronnie Fieg, la soddisfazione di portare i colori della sua città in giro per il mondo non ha prezzo... The comparative advantage of living in New York is that you can take inspiration from so many city venues that are known all over the globalized world. For example this New Balance 530 released for the American Black Friday (the day that every year inaugurates the Christmas shopping period) was inspired by the colors of Central Park during fall, but it can also be appreciated by the fans in Barcelona, Tokyo, and Milan. For a genuine New Yorker like Ronnie Fieg, the joy of wearing the colors of his hometown wherever he goes around the world couldn’t be greater.
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RONNIE FIEG x NEW BALANCE 850
La parte che ci piace di più di queste sneakers a edizione limitata, arrivate sugli scaffali di Kith insieme alle “sorelle” 530 (che avete ammirato due pagine più indietro), è quella che non si vede. Cioè la soletta interna, sulla quale sono stampati i disegni tecnici di costruzione del ponte di Brooklyn, fondamentale landmark newyorchese a cui questo progetto collaborativo è dedicato. Toni di blu e pannelli in pelle microtraforata ricoprono la tomaia di queste sneakers storiche, pescate direttamente dall’archivio New Balance da Ronnie Fieg per un’edizione che possiamo a pieno diritto chiamare di lusso. The side we like most in this limited edition sneaker that reached the selves of Kith with its sibling 530 (that you saw a couple of pages ago) is the one which is hidden from sight. It’s the insole, over which are printed some technical blueprints for the construction of the Brooklyn bridge, the fundamental New York landmark that this collaborative project was designed to celebrate. Hues of blue and micro-perforated leather panels cover the upper of these historical sneakers that were picked up from the New Balance archive by Ronnie Fieg for what we might call a luxury edition.
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HUMMEL SLIMMER STADIL OILED TEN STAR —
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Ubiq x Saucony Shadow Master Weeest Coast! Queste scarpe lo gridano, con i colori della tomaia che riprendono quelli di un tramonto sulla spiaggia, in riva all’Oceano Pacifico. Un classico del running anni Novanta di casa Saucony che diventa un arcobaleno di tinte calde, grazie a una collaborazione (tiratura limitata, ovvio) con la sneakers boutique di Philadelphia Ubiq. Non ci rimane che invidiare chi può godere del sole tutto l’anno, e aspettare che il caldo torni a farsi sentire anche dalle nostre parti...
The West Coast! It’s what these sneakers seem to shout, whit their colored upper simulating a sunset on the beach, over the Ocean. A classic of Nineties running by Saucony has morphed into a rainbow of warm hues, thanks to a collaboration (in limited edition, of course) with the sneaker boutique from Philadelphia, Ubiq. Being eaten up with envy for those who enjoy a perennial summer, we can only wait for the warm season to come back to this rainy place soon. 34
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MISSONI x CONVERSE CHUCK TAYLOR ALL STAR 70S ZIP
Joint venture italo-americana per una nuove versione quintessenzialmente invernale delle classicissime Converse Chuck Taylor All Star: è infatti opera dello storico marchio del lusso lombardo Missoni - fondato dal patriarca della famiglia, Ottavio, nell’ormai lontano 1953 - questa versione con tomaia in suede marrone e interno foderato di tessuto con una delle tipiche fantasie del brand italiano. Lacci in pelle, zip laterale, tiratura limitata e prezzo (c’è davvero bisogno di dirlo?) un po’ più alto della media completano il quadro. An Italian-American joint venture for a new version, quintessentially fit to winter, of the most classic Converse Chuck Taylor All Star. Designed, indeed, by the historic luxury brand from Lombardy, Missoni (founded in 1953 by the family patriarch), this version features a suede brown upper and a lining covered with a most typically patterned material by the Italian brand. Leather laces and a lateral zip crown it all; the edition is limited and the price (do we really need to simulate surprise) a bit higher than average.
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PREMIER x NIKE SB DUNK HIGH Premier non è semplicemente uno skate shop: è un punto di riferimento per l’intero stato del Michigan. Dopo anni di onorata carriera, i ragazzi di Premier lanciano una collezione-capsula realizzata in collaborazione con Nike SB, che comprende anche queste Dunk Hi prevedibilmente adatte ai climi rigidi che - quest’anno più che in altre stagioni - caratterizzano la regione americana dei grandi laghi. Non stupisce dunque vedere pannelli di lana sulla tomaia, così come un leggero pattern “stone” stampato sulle parti in pelle e la suola trasparente, a ricordare i ghiacci invernali. Nel complesso, una colorazione semplice ed elegante, disponibile in esclusiva presso il rivenditore statunitense e di conseguenza destinata a diventare molto ricercata dai collezionisti.
Premier is much more than a skate shop, being a point of reference for the whole state of Michigan. After years of honored career, the guys from Premier launched a capsule collection realized in collaboration with Nike SB, which includes this Dunk Hi definitely fit for the harsh temperatures that this year more than ever is hitting the American area of the great lakes. No wonder then if you see panels of wool on the upper, or a light ‘stone’ pattern printed on the leather parts and the transparent sole, as a memento of the winter frosts. In addition to this, a simple and swish coloring, available as an exclusive at the American reseller and therefore destined to become much sought-after by all collectors. 38
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SOLEBOX x ADIDAS CONSORTIUM EQT GUIDANCE 93
La linea Equipment di adidas è sempre stata amatissima dagli appassionati europei, e ovviamente in prima fila ci sono i tedeschi. Così il sub-brand Consortium ha affidato alle mani del più noto sneakershop di Germania le EQT Guidance rilanciate alla grande nel corso dell’ultima stagione. Hikmet Sugoer e compagni non si sono lasciati scappare l’occasione, e hanno sfornato un altro gioiello, variando appena lo schema fatto di blocchi di colore che abbiamo già visto in molte occasioni sui progetti collaborativi firmati Solebox. Naturalmente, la qualità della costruzione e dei materiali è garantita dall’appartenenza alla linea Consortium del Trifoglio. The Equipment line of adidas has always been adored by the European fans, and of course the front row is taken by the German fans. Thus the Consortium line of adidas entrusted the EQT Guidance (reissued the last season) to the expertise of the most famous German sneaker shop. Hikmet Sugoer and friends didn’t let this opportunity slip, and churned out a new gem, slightly modifying the color-blocks pattern we already saw, on many occasions, as the mark of so many collaborative projects by Solebox. Needless to say, the quality of the construction and materials is warranted by the model’s belonging in the Trefoil Consortium line.
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PENFIELD x SAUCONY SHADOW
Un gigante dell’outerwear e un classico del running insieme: in terra americana, una collaborazione tra Penfield e Saucony è certo destinata a fare rumore. Un progetto realizzato in compartecipazione alla pari: Saucony ci ha messo le Shadow, Penfield il tessuto teflonato resistente alle intemperie “60/40” (riferimento alle percentuali di cotone e nylon) con cui da sempre costruisce i suoi giacconi e piumini. Il risultato è una collezione-capsula composta di tre varianti colore quintessenzialmente invernali e outdoor, con etichette e lacci custom. A giant of outwear and a classic of running join forces – the collaboration between Penfield and Saucony is doomed to make quite a stir in the US. The project was realized by both parties on a par. Saucony provided the Shadow, Penfield the tefloned weatherproof tissue 60/40 (the numbers refer to the cotton and nylon ratios respectively): the material standardly used for the production of the heavy and padded jackets. The outcome is a capsule collection including three color versions, quintessentially wintry and outdoor, with customized laces and labels.
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UNDEFEATED x MAHARISHI x ADIDAS CONSORTIUM ZX 5000
Un classico senza tempo del running adidas viene ripensato grazie a una collaborazione “triple threat” tra la linea Consortium della casa del Trifoglio (garanzia di qualità) e due marchi che hanno fatto dell’ispirazione militare la loro caratteristica fondamentale. Da una parte i californiani di Undefeated, dall’altra gli inglesi di Maharishi: non c’è da stupirsi che ci sia di mezzo una stampa camouflage, per quanto originale e inaspettata. Infatti è bianca sul nero della tomaia, tutta in nylon e dall’aspetto davvero resistente.
A timeless classic from the adidas running catalogue underwent rethinking through a triple threat collaboration between the Consortium line of the Trefoil (a warranty of quality) and two brands that made the army theme into their main business motif. On the one hand we have the Californian guys from Undefeated, on the other the English guys from Maharishi. It’s no surprise that all was hinging on a camouflage print, however original and unexpected. Indeed the pattern is white on a black upper, all in nylon – which confers the shoes a quite resistant look. 42
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I grandi classici del running non sono solo americani, tedeschi o giapponesi. Negli anni Novanta, anche l’italianissima Diadora faceva la voce grossa in questo settore fondamentale per il mondo sneakers. Tanti i modelli di alta qualità costruttiva - e pieni di stile - presenti nei cataloghi ormai diventati storici dell’azienda di Caerano di San Marco: tra di essi spiccano le N9000, nate nel 1990 come modello top della gamma running che insieme V7000 e S8000 rappresentava il meglio della casa veneta. Dopo essere state indossate dai giocatori della nazionale di calcio - durante gli allenamenti - lungo tutto l’arco del torneo di Italia ‘90, sono tornate sugli scaffali di alcuni selezionati rivenditori Diadora in un remake 1:1 a tiratura ultra-limitata (sole 255 paia), che ha fatto letteralmente sbavare i collezionisti e dato il la a una serie di progetti collaborativi che l’hanno vista protagonista con clamorosi sold out ovunque (Hanon, Solebox, Patta, 24 Kilates sono i nomi coinvolti, almeno fino adesso). Un’edizione chiamata “espresso ridotto”, perché come il caffé anche queste sneakers sono un’eccellenza italiana, che punta sulla qualità e non sulla quantità. Vero, “eccellenza” è una parola da spendere con parsimonia, lo sappiamo. Ma questo è il momento giusto.
The great classics of running aren’t solely from the US, Germany and Japan. During the Nineties, the very Italian Diadora was also voicing the values of this fundamental sector of the sneaker world. A great many models featuring a high constructive quality (and so rich in style) were included in the historical catalogues of the company from Caerano di San Marco. The N9000 is a case in point: born in 1990 as a top-notch model of the running sector, represented, together with the V7000 and the S8000, the very best of this Venetian company. After being used by the players of the national soccer team, for their training sessions during the Italia 90 world cup, it came back on the shelves of some very selected Diadora resellers for a super-limited edition (only 255 pairs) of a full-scale remake, which made the collectors literally drool over it, and starting a series of collaborative projects (focused on it) which have made astonishing sold-outs everywhere (the names involved so far are Hanon, Solebox, Patta, 24 Kilates). The new edition is called “reduced espresso” because these sneakers, like all Italian excellences (among them, the coffee), stake their efforts on quality, not quantity. True, the word excellence should be used thriftily. But that’s the proper context. 44
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Ras Kass interview
Solo un ragazzo del Watts. Ras Kass preferisce presentarsi così, come un tipo qualsiasi nato in un quartiere qualsiasi della parte sud di Los Angeles. Che volendo essere precisi non è proprio un posto come un altro, visto che per anni è stato al centro delle cronache per i fatti di sangue legati alle gang: tra il 1990 e il 2005 le statistiche parlano di 500 omicidi in quel raggio di poco più di due miglia quadrate. Nello stesso periodo, Razzy passava alla storia per un altro motivo: la musica. Grazie all’esordio da MC Soul on ice, e ai due album successivi è considerato tra i migliori rapper della west coast americana tutta. Dopo qualche guaio con la giustizia, il suo ritorno sulle scene hip-hop è stato segnato da album a tiratura limitata con titoli ironicamente legati alla sua passione per le sneakers, come A.D.I.D.A.S. - All Day I Dream About Spitting e P.U.M.A. - Pushing Underground Music Always (titolo poi cambiato in Barmageddon). Un motivo in più per non perdere l’occasione di fare due chiacchiere con lui riguardo alla sua passione per le scarpe, in attesa dell’uscita del suo ultimo progetto Blasphemy, creato con la partecipazione di Apollo Brown e anticipato dal singolo-bomba How to kill God.
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A sinistra: un’immagine di Ras Kass dei primi 2000. Sotto: immagini tratte dai video “A.D.I.D.A.S.” e “Kings” con Planet Asia
Com’è iniziata? Quando avevo 10 anni mia madre non mi comprava mai belle scarpe, ma solo quelle di un marchio economico e squallido, credo si chiamassero tipo “Pro Wings”, o qualcosa di simile. Tutti gli altri avevano Puma e Nike, io invece dovevo portare scarpe che costavano poco. Un giorno stavo giocando a football in mezzo alla strada e improvvisamente l’intersuola si staccò completamente dalla scarpa. Divenni così triste che iniziai a piangere e a gridare cose tipo: “Mamma, voglio delle belle scarpe! Queste qua si rompono!” ... Credo che sia iniziata così. E qual è stato il primo paio di sneakers che hai comprato? Bè dopo quella storia mia madre mi comprò il primo paio di vere sneakers, erano Puma. Il primo paio che mi sono comprato da solo, invece, credo fossero delle Nike. 48
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Posso solo immaginare quante mode tu abbia visto sfilare sotto i tuoi occhi vivendo a Los Angeles, negli ultimi trent’anni... Già, tanti e diversi stili: c’erano periodi in cui i ragazzi portavano solo Reebok, altri in cui andavano le LA Gear, ma gli evergreen rimangono adidas e Nike. Specialmente le Cortez, che spesso vengono considerato appannaggio della cultura chicana, ma in realtà sono un simbolo di LA, come le Chuck Taylor All Star: non le portano solo i messicani, ma tutti quanti. Era il nostro stile, e così e rimasto. Cosa vi distingueva dalla gente della East Coast? Sulla costa est e nel sud degli Stati Uniti andavano di più le Air Force 1, era una specie di piccola guerra di stili. Ricordo che quando avevo 17 anni o poco più, nei primi Novanta, ho cercato di combatterla anche io, ma poi mi sono trasferito a New
Ras Kass con Apollo Brown
Ras Kass interview York per un periodo e ho iniziato a indossare le Air Force 1... Comunque, personalmente le sneakers che portavo di più in quel periodo erano le Air Max, mi tenevo abbastanza lontano dalle Jordan nonostante fossero immensamente popolari. Non mi fraintendere, mi piacevano le Jordan, e le ho portate molto negli anni successivi, ma oggi vedo che sto tornando alle origini: ho tante Air Max, ed è quasi ironico se ci penso. Indosso spesso anche le Air Force 1, ma hanno quel problema che il toebox si rovina subito: la prima volta che le metti sei The Man, il secondo giorno sono già piene di pieghe sulla punta e fanno schifo. In ogni caso, credo di essere stato e rimanere un figlio della Nike, e uno di questi giorni dovranno iniziare a pagarmi per tutte le volte che l’ho detto! Vorrei tanto un paio di Cortez come quelle dei vecchi tempi, per ricordarmi di quando ave-
vo 15 anni... Quali sono le sneakers più popolari a LA, oggi? Le Jordan, come ovunque negli States. Ma c’è molto hype anche intorno ai brand di lusso. Personalmente, io indossavo Prada già nel 2000, quando molti negli Stati Uniti non sapevano neanhe cosa fossero. Ho sempre avuto un debole per le scarpe lussuose, ma ci sono cose che non capisco, tipo gli uomini che indossano le Louboutin: quelle sono per le ragazze... In ogni caso, ti faccio un esempio: oggi andando in giro per Milano ho visto un paio di sneakers Mercedes Benz e ho pensato: sono incredibili, voglio essere il primo a indossare un paio di Benz-sneakers, spaccano. Avere stile non vuol dire avere le stesse cose che mettono gli altri, ma esprimere il tuo modo di essere con roba figa. A meno che tu non sia costretto a portare un completo... ma per fortuna non è il mio caso. Sneakersmagazine
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Recap
Swap Meet Italia Sneakers Expo milano Domenica 30 novembre Airness Basketball Store ha ospitato la “Sneakers Expo – Vol. 1”, l’ultimo evento targato Swap Meet Italia per questo 2014. Airness Basketball Store è un negozio in pieno centro a Milano ed è stato la perfetta cornice per questa “Sneakers Expo” organizzata dai ragazzi di Swap Meet Italia, un ideale viaggio per raccontare l’evoluzione della scarpa da basket attraverso quattro decenni. All’interno dello store si sviluppava un percorso dagli anni ’80 a oggi scandito da ventitré rombi luminosi, forma che riprende il logo di SMI, ognuno dei quali ospitava un modello di particolare rilevanza nella storia dei modelli dedicati alla pallacanestro. Ogni modello esposto è stato affiancato da una breve bio della scarpa e dalla pubblicità con cui fu lanciata sul mercato, il tutto in uno stupendo allestimento che, grazie soprattutto alla particolare illuminazione, regalava ai visitatori la sensazione che le scarpe siano sospese in una finestra temporale aperta sul passato. I molti appassionati presenti in negozio per ammirare i molti pezzi rari esposti hanno creato una fantastica atmosfera. La stupenda location, della buona musica e la birra offerta da Desperados hanno fatto il resto. 50
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On Sunday, November 30 Airness Basketball Store hosted the Sneakers Expo Vol. 1, the last event planned by Swap Meet Italia for the closing 2014 season. Airness Basketball Store is a shop in downtown Milan, and it provided a perfect venue for this Sneakers Expo organized by the guys from Swap Meet Italia, an imaginary journey through the evolution of the basketball shoes over the course of four decades. A path through the Eighties until our days was unfolding through the store, leaving behind twenty-three light rhombs (a form that refers to the SMI logo), anyone of which contained a model belonging in the history of basketball technical shoes. Every single model was accompanied by a short bio of the shoe and the advertisement used for its launch on the market – all in a wonderful dressing creating the illusion that the shoes were hanging from a temporal window overlooking the past. The numerous fans who gathered into the shop to take a look at the many rare pieces contributed to the create the ideal atmosphere. The wonderful location, good music and the beer provided by Desperados crowned it all.
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Team Swap ITW
Prima dell’apertura della mostra, abbiamo anche avuto la possibilità di fare qualche domanda due membri del team Swap Meet Italia: Luca MGZ Le Piane e Gianluca Pizzo.
Per chi ancora non conoscesse il vostro progetto, cos’è e come nasce Swap Meet Italia? Gianluca: Swap Meet Italia nasce dall’esigenza di un buon numero degli utenti di alcuni forum di vendita di sneakers online di avere un proprio spazio dove, oltre a vendere, comprare e scambiare, scambiarsi informazioni ed opinioni sulle uscite passate e future, confrontandosi sotto diversi punti di vista. SMI nasce ufficialmente il giorno del nostro primo evento, il 9 dicembre 2012. MGZ: Swap Meet Italia è il posto in cui uno sneakerhead può trovare pane per i suoi denti: informazioni, dettagli tecnici, storie, pettegolezzi e informazioni sulle release che il mercato ci propone. SMI è anche un marketplace di appassionati molto attivo, posso dire che è un progetto con tanto potenziale. Io ci ho creduto dall’inizio tant’è che, rimasto entusiasta dal primo evento, ho deciso di entrare a far parte del progetto e di contribuire alla sua meritata evoluzione. Quali sono state le principali difficoltà nell’organizzazione di questa “Sneakers Expo”? MGZ: Beh, le difficoltà sono sempre quelle legate alla realizzazione di questo tipo di eventi/mostre, dalla coordinazione del gruppo (ognuno di noi ha una vita lavorativa o universitaria), fino alla ricerca di sponsor. In questa occasione la cosa è stata un po’ più difficile poiché volevamo offrire agli utenti del forum un’esperienza diversa dal solito, un’esposizione di sneakers più sensibile all’espressione artistica a cui questa 52
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cultura è strettamente legata. Gianluca: Come già deto da Luca le principali difficoltà sono state quelle legate all’allestimento della mostra. La ricerca dei pezzi da esporre è stata fortunatamente resa più facile dalla disponibilità dei membri di Swap Meet Italia “Sneakers Forum”, che ci hanno dato la possibilità di esporre scarpe provenienti dalle loro collezioni private, vorrei ringraziarli tutti, il loro aiuto è stato fondamentale. Non smetteremo mai di ringraziare inoltre i nostri partner: MAD Agency, Desperados e naturalmente Airness Basketball Store ed il suo team, che ci hanno ospitato ed aiutato a realizzare questo progetto. Come pensate si sia evoluta la sneakerscene italiana in questi vostri due anni di attività? MGZ: Credo che la scena italiana si sia evoluta parecchio negli ultimi due anni, con tutti i danni collaterali annessi. Si iniziano a vedere più sneakers per strada e la gente dimostra un interesse più forte in merito, ma siamo ancora molto lontani Tim dai nostri “fratelli” europei. Credo che sotto un certo punto di vista il ruolo di Swap Meet Italia sia stato fondamentale, non tanto sotto l’aspetto dello scambio di info e opinioni, quanto sotto un aspetto di vera e propria educazione nei confronti di questa cultura. Creare legami tra chi fa parte della scena dal giorno zero e chi si è appassionato recentemente alle sneakers è ovviamente difficile, ma è uno degli scopi del nostro forum. Pizzo: L’evoluzione c’è stata e, tutto sommato, la direzione è quella giusta secondo me. Credo che qualche anno fa non si potesse nemmeno parlare di “sneakerscene” in Italia, sto notando che le persone che si avvicinano a questo mondo cercano informazioni e “studiano”, non vogliono essere impreparate. Uno dei nostri obiettivi è proprio quello di dare una mano fornendo agli appassionati uno spazio dove poter reperire le informazioni e soddisfare le loro curiosità. Avete qualche progetto in cantiere per il nuovo anno? MGZ: In cantiere c’è, come sempre, molta roba. Tutti nel gruppo abbiamo grandi idee, anche se a volte la loro realizzazione è difficile. Per il 2015 in programma c’è sicuramente un marketplace, vista la grande e continua richiesta da parte di chi ci segue. In ogni caso non mi piace svelare troppi segreti perciò, se ancora non lo avete fatto, date il vostro like alla nostra pagina Facebook e… stay tuned! Gianluca: il marketplace sarà quasi certamente il prossimo evento. Vorrei provare anche io a fare il misterioso come si fa in questi casi, dico solo che io e Marco abbiamo un’altra passione in comune oltre alle sneakers e vorremmo provare a mixare le due realtà. Ovviamente vi rimando anche io alla pagina Facebook ed al nostro profilo Instagram @swapmeetitalia per rimanere sempre aggiornati sulle nostre attività.
Recap
Swap Meet Italia Sneakers Expo milano Team Swap ITW
Before the opening of the exhibition we had the opportunity to chat a bit with two members of the team Swap Meet Italia, Luca MGZ Le Piane and Gianluca Pizzo. For those who don’t know your project, what is Swap Meet Italia and how it was born? Pizzo: Swap Meet Italia stems from the need – manifested by a number of customers of some online reselling forums – to have a space where in addition to selling, buying and exchanging sneakers they could share information or express their opinions about the past and future releases, discussing with one another on many grounds. SMI was born officially in the day of our first event, December 9, 2012. MGZ: Swap Meet Italia is a place where all sneakerheads can find those kind of things they most care about – information, technical details, gossip, and official facts on the releases. SMI is also a very active marketplace, I would say that it’s a project that can only grow up. I believed in it since the beginning – being seduced by the first event, I decided to join the project and contributing to its well deserved evolution. What are the main difficulties in the organization of such Sneakers Expo’s? MGZ: Well the difficulties are always associated with the realization of this type of events, exhibitions or expositions, from coordinating the various personal schedules (each of us has other business or university commitments) to searching for some sponsoring firms. In this particular occasion the thing proved to be a bit harder because we wanted to create a different experience, an exposition of sneakers that could emphasize the artistic element pervading this culture. Pizzo: As Luca said, the main difficulties are always tied to the setting of the exposition. The search for the models we wanted to show was helped by the kind support of the members of Swap Meet Italia “Sneakers Forum”, who gave us the chance to exhibiting shoes that came from their their private collections. I thank them all, their assistance was crucial. We are immensely grateful to our partners, Mad Agency and Desperados, and of course to Airness Basketball Store and its Team who helped us realizing this project. How’s the Italian sneaker scene developed during the last two years in your opinion? MGZ: I think the Italian scene matured a lot in the last two years, and this is good in spite of potential collateral damage. We started
to see more sneakers in the streets and the people show a stronger interest. Also the age of public has changed, although the Italian market is still different from the rest of Europe. I believe that the fundamental role that Swap Meet Italia can and does play in this context isn’t limited to sharing the information, but amounts to a genuine education program about the values involved in this cultural form. Enabling the encounters among the people involved (from whose who are following the trends from the beginning to those who bought their first sneakers yesterday) isn’t easy but it’s our mission. Pizzo: A very fast evolution process is going on, and I think it goes in the right direction, everything considered. A few years ago it was almost improper to talk of a sneaker scene in Italy – today the people who discover this world are eager to acquire a culture, they want to learn and even study for that, they don’t want to appear untrained, so to say. One goal we have is to help them by creating a space were anyone can gather the information they need to quench their thirst and curiosity. What are your projects for the coming season? MGZ: We are preparing to a number of things, we all have lots of ideas but it’s not easy to realize them all. Next year we plan to organize a marketplace, given the huge and constant demand from our public, but we don’t like to disclose our secrets, so please send your like to our fanpage if you haven’t yet, and stay tuned! Pizzo: The marketplace will be our next event. I will try to be equally mysterious, so let’s say that Marco and I have another passion in common besides the sneakers, and we would like to blend the two world together. This being said, I also send you to our Facebook page and our Instagram profile @swapmeetitalia to keep updated on our activities.
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NEW YORK YANKEES FOOTWEAR
ALFA MID
Proprio alla fine del novembre appena passato, i fan dei New York Yankees sparsi per i cinque continenti hanno celebrato una data importante: il centesimo compleanno del più grande mito ad aver vestito la maglia della squadra di baseball più famosa al mondo. Con tante scuse a Babe Ruth e Lou Gehrig (e forse, anche a Mickey Mantle), stiamo parlando di Joe Di Maggio, una figura la cui popolarità ha trasceso il piano puramente sportivo, trasformandosi in un’icona americana, dalle partecipazioni a molti film hollywoodiani al matrimonio con Marylin Monroe, fino alla citazione da parte di Simon & Garfunkel in Mrs. Robinson. Eppure Di Maggio è solo una delle tante storie che hanno contribuito a creare l’aura di mito intorno a una squadra diventata marchio globale, di notevole successo anche nel mondo sneakers. Non stupisce dunque l’ottima accoglienza ottenuta, al loro arrivo sugli scaffali, dalle Alfa Mid, caratterizzate dalla tomaia costruita con una miscela perfetta di suede, pelle e panelli in mesh per la traspirazione del piede. La suola è vulcanizzata, quindi adatta a offrire la giusta flessibilità (e board feel a chi interessa) senza sacrificare la resistenza all’usura. Ma è la silhouette a fare davvero la differenza: soprattutto nelle colorazioni che giocano su toni scuri, le Alfa Mid sembrano perfettamente adatte all’uso anche in contesti meno casual di quelli per i quali sono progettate.
A few weeks ago (it was late November) the fans of the New York Yankees across the five continents celebrated an important anniversary – the hundredth birthday of the greatest myth that ever wore the t-shirt of the most famous baseball team in the world. While sending our apologies to Babe Ruth and Lou Gehring (and maybe to Mickey Mantle as well), we are talking about Joe Di Maggio, a figure whose popularity transcended the level of sport, to become an American icon, from the participation in many Hollywood movies to his marrying Marilyn Monroe, and his appearance in the song by Simon & Garfunkel, Mrs. Robinson. But Di Maggio is simply one of the many stories that contributed to create the mythical aura surrounding a team that became a global brand, also successful in the sneaker world. It’s no surprise then to observe the enthusiastic reaction provoked by the release on the market of the Alfa Mid – characterized by a upper exhibiting a perfect mix of suede, leather and mesh panels, to enhance perspiration. The vulcanized sole is suited to secure a proper degree of flexibility (and board feel, for those who are interested) without jeopardizing the resistance to the wear and tire of time. But what really makes all the difference is the silhouette. The Alfa Mid (mainly thanks to its colorings based on the dark tones) seems to be perfectly suitable to be used in contexts that are less casual than those is was designed for.
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Asics negli ultimi anni sembra essersi specializzata nelle edizioni natalizie: anche per le feste 2014, infatti, sono arrivate sugli scaffali due paia di Gel Saga e un paio di Gel-Lyte III. I modelli running probabilmente più noti dell’intera storia della casa giapponese si vestono di colori che ricordano le icone della festa più sentita nel mondo occidentale tutto: un paio di Gel Saga è infatti dedicato a Babbo Natale e alla sua divisa, con la parte superiore rossa e vinaccia, la suola bianca e le strisce nere come la cintura del vecchio Santa Claus; un altro agli alberi di Natale, come testimoniato dalla tomaia verde intenso, con la suola bianca che rimanda al colore delle palle di vetro con all’interno la neve e le strisce rosse che l’abbracciano come un nastro di seta; le Gel-Lyte infine sono ispirate ai pupazzi di neve, tomaia in grigio chiarissimo e lacci arancione come le carote con cui da sempre si costruisce il naso di ogni uomo di neve che si rispetti. Tutte e tre realizzate in syntethic suede ed ecopelle, materiali capaci di garantire una certa resistenza agli agenti durante la stagione fredda.
Over the last few years Asics seems to be specializing in the Christmas editions – indeed for the coming holidays two pairs of Gel Saga (and one of Gel-Lyte III) reached the shelves. The most famous running models in the history of the Japanese company get adorned by colorings hinting at the icons of the most cherished festivities in the Western world. A pair of Gel Saga is dedicated to Santa Claus and his dressing-up, with the superior part in red and marc, a white sole and the black stripes mimicking the belt of Santa. Another pair is dedicated to the Christmas tree, as testified by the intense green upper, with a white sole mimicking the coloring of the glass balls including the snow and the red stripes that surround it like a silk ribbon. The Gel-Lyte is inspired by the snowman, with its very-clear grey upper and orange laces, like the carrots we use to give it a nose. All the three models are realized in synthetic suede and artificial leather – fabrics that are most capable of securing a high degree of protection from the atmospheric elements during the cold season.
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Con la primavera 2015, le N9000 ritorneranno a far parte anche del catalogo stagionale Diadora, grazie a una serie di nuove colorazioni che potete ammirare in queste pagine: da una parte quelle caratterizzate da tinte soft tono su tono, con appena qualche particolare a contrasto - senza dubbio uno degli sneakers-trend più popolari degli ultimi tempi - dall’altra quelle con chiare reminescenze Anni Novanta. A non cambiare sono gli accorgimenti tecnici che da sempre contraddistinguono il modello progettato per l’allenamento dei corridori di peso medio-leggero: la tomaia tubolare in Nylonfix, nylon traforato e pelle scamosciata sintetica; lo stabilizzatore asimmetrico in poliuretano, che migliora il supporto e l’assorbimento dell’impatto agendo anche da asse di sostegno per il piede durante la corsa; il battistrada adatto all’uso su strada e sterrato; l’intersuola in EVA speciale “D.D. Lite” e schiuma poliuretanica. Dulcis in fundo, il disco di materiale ammortizzante Vibrassorb proprio sotto il tallone.
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With the spring 2015 the N9000 will come back in Diadora’s seasonal catalogue, thanks to a series of new colorings that you can admire in in these pages. On the one hand, those characterized by soft tonal colors, with just a few details in contrast (by all means one of the sneaker trends more popular these days); on the other hand, colorings quite reminiscent of the Nineties. What isn’t going to change is the technical details that have always marked this model designed to meet the needs of medium-lightweight runners during their training sessions: from the tubular upper in Nylonfix, perforated nylon and synthetic chamois leather to the asymmetric stabilizer in polyurethane to enhance support and shock absorption while providing support to the foot during the race; from a tread equally fit to lanes and dirt roads to the midsole in a special EVA called ‘D.D. Lite’ and polyurethane foam. And, dulcis in fundo, a disc of damping material called Vibrassorb under the heel.
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WELLGOSH Leicester
Leicester (a proposito, si pronuncia Lèister, mi raccomando) è una città delle East Midlands inglesi. Centocinquanta chilometri a nord di Londra, la decima più popolosa dell’intero Regno Unito. Nota per la squadra di calcio del Leicester City, le Volpi arrivate più volte di ogni altra squadra in finale di FA Cup senza mai vincere il trofeo (quattro secondi posti), per essere una delle città statisticamente più giovani d’Inghilterra e per le scarpe. Nell’Ottocento erano le scarpe formali prodotte nel locale distretto calzaturiero, oggi - probabilmente - più quelle sportive in mostra dietro le vetrine di Wellgosh, il punto di riferimento fondamentale per tutti gli appassionati di sneakers nate e cresciuti in quello spicchio di terra inglese. Particolarmente legati alla fiorente scena hip-hop della regione, i ragazzi di Wellgosh sono riusciti a mettere insieme e-commerce e negozio fisico espandendo in pochi anni fino a vette insperate la loro attività. Strano che non abbiano ancora aggiunto al curriculum alcuni progetti collaborativi insieme ai giganti del mondo sneakers, ma siamo certi che sia solo questione di tempo.
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WELLGOSH Leicester (by the way, it reads almost like Leister, please) is a city in the English East Midlands. Located 150 km north to London, it’s the tenth more populated city in the whole UK. It’s famous for three reasons: for the soccer team called Leicester City (the Vixen reached the greatest number of finals in the FA Cup but never won – so four times second), for being one of the youngest cities of England (statistically speaking), and for the production of shoes. In the Nineteenth century it was the formal shoes produced in the local shoe district, today it will be more probably the sport shoes showing off behind the windows of Wellgosh, the fundamental point of reference for all fans of sneakers that were born and grew up in that stretch of English land. Intimately linked to the flourishing local hip-hop scene, the guys from Wellgosh managed to combine the online with the offline shop thus expanding their activities beyond whatever expectable achievements. Strangely enough, they didn’t add (at least so far) any collaborative projects with the giants of sneakers, but we bet it’s only a matter of time.
34 High St Leicester, Leicestershire LE1 5YN, UK www. wellgosh.com 64
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ADIDAS SPEZIAL EXHIBITION
MANCHESTER
Il rapporto tra adidas e l’Inghilterra è sempre stato idilliaco: il marchio di Herzogenaurach accompagna da mezzo secolo quasi tutte le subculture giovanili del Regno Unito, segnando lo stile di diverse generazioni. Tra gli inglesi nati e cresciuti con le tre strisce tatuate sulla pelle c’è Gary Aspden, oggi collezionista e consulente del Trifoglio che ha messo in piedi la mostra itinerante intitolata semplicemente Spezial, che ha fatto tappa a Manchester in occasione del festival del design che accende la città nel mese di novembre. Molti i volti noti presenti all’inaugurazione, tra gli altri l’icona della jungle inglese anni Novanta Goldie e l’ex centrocampista francese dell’Arsenal (e dell’Inter, e della Juventus, e del Milan) Patrick Vieira. Davvero notevoli i modelli esposti: non solo le immancabili Spezial, ma anche classici della serie ZX, Gazelle, Samba... e alcune versioni specialissime delle Superstar personalizzate da musicisti come Ian Brown e Nas. Dalla mostra è nata anche una collezione-capsula, curata da Gary Aspden stesso e destinata a diventare un appuntamento fisso anche nel corso delle prossime stagioni. The relationship between adidas and the UK has always been idyllic – the brand from Herzogenaurach has been around for half a century, involved with almost all English subcultures, marking the style of so many generations. Among the English guys born and grown up with the three stripes tattooed on their skin is Gary Aspden, today a collector and consultant for the Trefoil who put in place the travelling exhibition he baptized Spezial, which made a stop in Manchester during the design festival that brightens up the city in November. Many famous figures joined the inauguration, among them the icon of Nineties English jungle Goldie and the former French midfielder of the Arsenal (and also Inter, Juventus, and Milan) Patrick Vieira. Really remarkable the models exhibited – not only the inevitable Spezial, but also some classics from the ZX series, like the Gazelle, the Samba, and some very special versions of the Superstar, customized by musicians like Ian Brown and Nas. The exhibition resulted in a capsule-collection, curated by Gary Aspden in person, and destined to become a permanent release in the coming seasons. 66
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The relationship between adidas and the UK has always been idyllic – the brand from Herzogenaurach has been around for half a century, involved with almost all English subcultures, marking the style of so many generations. Among the English guys born and grown up with the three stripes tattooed on their skin is Gary Aspden, today a collector and consultant for the Trefoil who put in place the travelling exhibition he baptized Spezial, which made a stop in Manchester during the design festival that brightens up the city in November. Many famous figures joined the inauguration, among them the icon of Nineties English jungle Goldie and the former French midfielder of the Arsenal (and also Inter, Juventus, and Milan) Patrick Vieira. Really remarkable the models exhibited – not only the inevitable Spezial, but also some classics from the ZX series, like the Gazelle, the Samba, and some very special versions of the Superstar, customized by musicians like Ian Brown and Nas. The exhibition resulted in a capsule-collection, curated by Gary Aspden in person, and destined to become a permanent release in the coming seasons. 68
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Pochi anni di attività per diventare un punto di riferimento sulla mappa della West Coast americana, che pure è un territorio piuttosto competitivo per il mondo sneakers. Oggi sono quattro gli store aperti da Paul Baclawski e soci: tre sono quelli storici nel sud della California, tutti nella zona di Los Angeles (e precisamente nelle località di Melrose Avenue, Diamond Bar e Orange County), uno quello “fuori zona”, da pochissimo aperto molto più a nord. È infatti nel cuore pulsante dello shopping di Seattle, capitale dello stato di Washington, che a fine novembre Bait ha inaugurato le sue ultime vetrine con un party in grande stile: ospiti d’onore le Brooks Chariot a tiratura limitata realizzate per l’occasione grazie alla collaborazione con lo storico marchio running che festeggia nel 2014 cent’anni di attività, scelto non a caso proprio perché anch’esso originario della città tra il Pacifico e il Lake Washington. Lo stesso Paul Baclawski ha spiegato che in fondo è più utile tentare di espandersi verso nuovi territori, piuttosto che saturare la città di Los Angeles di proposte per i già sovrastimolati appassionati locali. Così, gli sneakerhead di Seattle saranno i prossimi a godere delle iniziative di Bait, che ha il non piccolo pregio di usare le scarpe come punto di partenza per guardare anche verso altri orizzonti: ricordiamo le molte serie limitate di toys prodotte nel corso degli anni, ad esempio quelle realizzate insieme alla Marvel che hanno portato Paul e compagni fino al San Diego Comicon, la più grande fiera del fumetto al mondo. 70
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After few years of activity they have become a point of reference on the American West Coast – a quite competitive area when it comes to sneakers. And today the number of stores owned by Paul Baclawski and partners is four – beside the historical three stores in Southern California, all within the Los Angeles area (more precisely in Melrose Avenue, Diamond Bar, and Orange County), a new decentralized one was just opened up to the North. Indeed, it’s in the vibrant heart of Seattle (the largest city of Washington state) that in late November Bait inaugurated the new store with a party on a grand scale. A keynote guest was the Brooks Chariot realized for the occasion in limited edition in collaboration with the historic running brand that in 2014 celebrated a century of activities – and it was chosen for its origin from the same city between Pacific Ocean and Lake Washington. Indeed, as explained by Paul Baclawski, it’s more profitable to try to explore new avenues and places than overfilling the Los Angeles area with new releases to sate an already saturated local audience. Thus the sneakerheads from Seattle will be the first to enjoy Bait’s upcoming initiatives – since Bait’s mark is to use the shoes as a springboard to open up new horizons. Suffice it to recall the various limited editions of toys released over the years, for example the series realized with Marvel, which brought Paul and friends to the San Diego Comicon, the greatest comic-strip gathering over the world.
915 E Pike St Seattle, WA, USA 2753 S Diamond Bar Blvd Ste B Diamond Bar, CA 91765, USA 2812 E Chapman Ave. Orange, CA. 92869, USA 7708 Melrose Ave. Los Angeles, CA. 90046, USA
www.baitme.com 74
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PUMA
BECKER OG Breve storia di una reissue esclusiva All’interno della collezione autunno/inverno 2014 di Puma abbiamo visto riapparire le splendide Becker OG, le scarpe indossate, nel 1985, dal tennista tedesco sull’erba del Centre Court di Wimbledon, quando divenne, a diciassette anni e 227 giorni, il più giovane vincitore di un torneo del Grande Slam nella storia. Boris Becker chiama ancora oggi il 7 luglio “il mio secondo compleanno”: come dire, quello è il giorno che ha cambiato una vita, una carriera, forse l’intero tennis professionistico della seconda metà degli Ottanta. Quel record era stato definito disumano: come poteva un ragazzetto della Germania Ovest con la faccia da bambino incorniciata dai capelli biondi - un cliché etnico, più che un tennista - aver compiuto quell’impresa? Andre Agassi, Pete Sampras e Roger Federer, negli anni successivi, ancora diciassettenni, parteciparono a Wimbledon: tutti eliminati al primo turno. Perché a quella età, in un torneo professionistico, non puoi certo pretendere di andare più avanti, neanche se sei un fenomeno. Ce la puoi fare solo se sei Boris Becker. Per celebrare degnamente quell’indimenticabile stagione di tennis, Puma ripropone le scarpe che nel 1985 erano ai piedi del campione di Leimen, mantenendo - per fortuna - inalterate le caratteristiche originali del modello un tempo totalmente prodotto in Europa, dal punto di vista dei materiali e della qualità costruttiva. Una vera chicca distribuita oggi, in anteprima e solo in poche paia, da Antonia Uomo - Excelsior Milano e a partire da febbraio 2015 in esclusiva anche in cinque selezionati store italiani: Slam Jam a Ferrara, Luisa Via Roma a Firenze, Suede Store a Roma, London a Napoli e Sneakers 76 a Taranto.
A concise reconstruction of a exclusive reissue In the context of the fall/winter 2014 collection by Puma we have we saw reappear the wonderful Becker OG, the shoes worn, in 1985, by the German tennis player on the Wimbledon Centre Court when he became (at the age of 17, and 227 days) the youngest player of all times to win a grand slam tournament. Boris Becker calls today July 7th “my second birthday”. Because this is the day that most profoundly changed his life and career, perhaps also the whole field of professional tennis as it used to be seen in the late Eighties. That exploit was dubbed inhumane – how could a boy so young, who came from West Germany, and whose face was framed by blond hair (a stereotyped figure, more than a tennis player) achieve such a result! Andre Agassi, Pete Sampras and Roger Federer, in later years, still seventeen, attended Wimbledon: all eliminated in the first round. Because at that age, in a professional tournament, you certainly can not expect to go ahead, even if you’re a phenomenon. You can only make it if you are Boris Becker. To aptly celebrate that unforgettable tennis season, Puma is rereleasing the shoes that the champion from Leimen was wearing in 1985, while keeping (thankfully) unchanged the original features (both in terms of materials and construction quality) of a model that back then was entirely produced in Europe. A real gem distributed today, preview, and only in a few pairs, by Antonia Men - Excelsior Milan and from February 2015 exclusively in five selected italian store: Slam Jam in Ferrara, Luisa Via Roma in Florence, Suede Store in Rome, London in Naples e Sneakers 76 in Taranto.
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Qui a sinistra, alcune immagini dell’ esclusivo cocktail party per celebrare la riedezione delle Becker OG da Antonia Uomo all’ Excelsior di Milano Sneakersmagazine
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ada reina interview Qualcuno la chiama elettropop, ma è difficile definire la musica di Ada Reina. Lei, quando glielo chiedi, ci pensa un attimo su: “Tutto sommato credo sia la parola giusta, anche io la chiamo così. È qualcosa di ispirato alla musica d’oltreoceano, che significa probabilmente che mi sto prendendo un rischio, visto che non sono americana: questo non è pop melodico, non è quello a cui il pubblico italiano è abituato... Ma bisognerà pure andare avanti, no? Io crescendo mi sono focalizzata su generi diversi, ho una mentalità abbastanza aperta, mi piace il mix, anche nella musica.”
io avevo già deciso di essere un po’ più friendly rispetto ai dischi precedenti, per cui diciamo che le due cose sono andate su binari paralleli... Tutto sta procedendo molto bene, anche perché francamente è bello poter abbinare un brand che mi piace ai miei video.” Una collaborazione che non è nata per caso. C’era un fertile terreno di passione in comune, almeno a sentire Ada: “Sono invasa dal-
sinergia tra mondo dello spettacolo e sneakers, visto che si tratta del primo disco prodotto grazie alla sponsorizzazione di un marchio sportivo italiano: Diadora. “Credo che sia la prima volta che viene portato a termine un progetto del genere- conferma lei - e devo dire che farmi produrre da un marchio di abbigliamento e footwear non mi ha imposto alcuna limitazione, anzi. Totale libertà, tutto fatto insieme al mio produttore Gigi Barocco, senza steccati. Poi
essere d’accordo con lei, che non si fa problemi ad allargare ulteriormente il discorso: “In generale sono una persona a cui piace affermare il proprio stile, ma anche il mio punto di vista, più in generale. Un’idea che non è solo estetica, ma si potebbe applicare anche all’affermazione dell’essere donna, alla ricerca di quella particolare energia interiore che ci rende differenti dagli uomini, e che a volte è necessario, appunto, affermare con forza.” E per quello che riguarda lo stile musicale? “Beh, cerco di essere equlibrata, di non cadere mai nel trash, nella zarria. Poi magari è vero che nei miei testi ci può essere una certa aggressività. Però non è arroganza, è sincerità. La verità ti deve un po’ prendere a pugni in faccia... E poi oggi come oggi, se non sei molto diretta il messaggio difficilmente arriva.” Ne ha fatta di strada Ada, da quando si chiamava solo Ornella, e il mondo la conosceva come concorrente di X Factor. Oggi è difficile riconoscerla. “Sono andata oltre il talent - chiosa lei - oltre quell’esperienza. Non voglio rinengarla, per carità, mi è servita: per capire come muovermi davanti a un obbiettivo, davanti a un pubblico enorme... Però è vero, quesi format hanno i loro pro e contro: ti spremono finché ci sei, poi improvvisamente finisce tutto. Ma credo lo sappiano tutti i ragazzi che partecipano a X Factor o altri talent show. Ma non è detto che sia un male, se stai cercando la tua identità: che in un format televisivo non riesci a imporre la tua vera natura. Finito quello, ho trovato la libertà di esprimere me stessa.”
le sneakers, in casa, anche se ultimamente cerco di limitare la loro presenza. Sotto le cinquanta paia, per essere precisi. La Ada Reina del Carmen, origini sudameri- mania è iniziata durante l’adolescenza, e cane, nata a Varese, oggi adottata da Mila- adesso che ho venticinque anni le sneakers no, ha appena pubblicato il suo nuovo EP, sono una delle poche cose che riescono a che si intitola solo Ada ed è disponibile in free download su riportarmi con la mente ad alcuni periodi www.diadora.com. La sua musica ha creato un’interessante felici della mia giovinezza.” Non possiamo che
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There are those who call it electro-pop, but it’s hard to define the music of Ada Reina. If you ask her, she gives a little nod: “I think that, all considered, this definition is correct, and I use the same term. It’s something inspired by the American music, and since I’m not American, this might mean I’m running a risk. In any case, it’s not melodic pop, or the kind of stuff so popular in Italy. But one should always evolve, right? My maturation so far led me to focus on various styles, and I always tried to keep an open mind, also in music I like mixing”.
Ada Reina del Carmen, of South American origins, was born in Varese and later adopted by Milan. She just issued her new EP whose title
is simply Ada and can be downloaded for free on www. diadora.com. Her music created an interesting synergy between the show business and the sneaker world, for it’s 80
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the first album realized with the sponsorship of an Italian sport brand, Diadora. “I think it’s the first time that such a project was carried out, she confirmed. And I have to say that being produced by a garment and footwear brand has entailed no limitations at all. Indeed, I have been totally free, and I worked out everything with my producer Gigi Barocco, with absolutely no limits. In fact, I had already decided that this time I wanted to be more friendly than in my previous works, so let’s say that the two processes unfolded together. Everything is fine with this project, especially because it was such a fortune, frankly speaking, to have the opportunity to associate a brand I like with my videos”. The collaboration didn’t take off by chance. There was a fertile common ground between Ada’s music and the Italian brand, as Ada explains: “I have a profusion
of sneakers at home, although I try to limit
their bulk under the level of fifty pairs, more or less. The obsession started in my teenage years, so now that I’m 25 my sneakers have the power to remind me of the happiest days of my youth”. Since on this topic we can only concur, she takes the opportunity to expand a bit: “Generally speaking, I’m a person who loves to affirm her style, but also my point of view. This is a trait that isn’t simply connected to the aesthetic dimension, for it also applies to the affirmation of my being a woman, in search of the special inner energy that makes us so different from men, a feature that we often need to restate with pride”. And what about your style in music? “Well, I always try to offer a balanced style, avoiding trash and boisterous noise. It may be true that my lyrics can reflect an aggressive temper, but it’s because I’m sincere, not arrogant. And these days, if you don’t make all
efforts to be straightforward, your message won’t arrive”. Ada matured a lot since the days her name was just Ornella, and the world knew her as a X Factor competitor. Today it’s even hard to identify the two figures. “I went beyond the talent, she says, and put that time behind me. Clearly I’m not repudiating that experience, which was so much instructive, for I learned how to behave in front of a camera and a huge and warm public. But I can’t deny that these TV formats have their pros and cons. They basically squeeze you dry when you’re in, then suddenly disappear. But I think that those who participate in X Factor or other talent shows know this very well. So it isn’t necessarily a bad thing when you’re trying to find your identity, except that in a TV program you can’t affirm you true nature. I only managed to find the freedom I needed when I left that experience behind”. Sneakersmagazine
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DC shoes
SPARTAN HI WC Queste sneakers alte sulla caviglia sono tra le più apprezzate del catalogo DC Shoes, e non c’è da stupirsene: le Spartan sono tutt’altro che spartane, verrebbe da dire notando la comodità del collare e della linguetta, entrambi imbottiti per assorbire gli impatti che possono capitare quando si fa skate. Ulteriori caratteristiche tecniche: gli occhielli in materiale termoplastico modellati sulla struttura, la Performance Wrap Cup Sole e il battistrada antrigrip, che assicura la resistenza delle scarpe nel tempo. In più, in questa versione che troveremo sugli scaffali nei mesi freddi del 2014, l’interno peloso garantisce il giusto comfort. Sneakers adatte alle battaglie quotidiane nelle metropoli moderne, che siate amanti degli action sports o meno. These sneakers reaching high over the ankles are among the most beloved in DC Shoes catalogue, and for a good reason: there is nothing Spartan to it, one might say noticing the comfort secured by the collar and tongue, both padded in order to absorb the energy caused by the skater’s jumps and collisions. Other technical features are: the lace-holes in thermoplastic material shaped on the structure, the Performance Wrap Cup Sole and the antigrip pacesetter which ensures extended resistance over time. More than that, this version we’ll find on the shelves in the cold months of 2014 features a hairy lining to offer the right comfort. A sneaker fit to your everyday urban intercourse, whether or not you love the action sports.
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NIKE SB
BLAZER LOW GT
Non bisogna parlare per forza male dei “figli di”: non è detto che un figlio che decide di seguire le orme dei genitori debba per forza essere un incapace sfaccendato. Prendete Grant Taylor: suo padre è stato uno degli skater più noti di tutta la Georgia nel corso degli anni Ottanta, poi fondatore del primo skate shop di Atlanta, Stratosphere; eppure è stato Grant a realizzare il sogno dei suoi genitori diventando, giovanissimo, uno skater professionista, e poi vincendo il titolo di Skater of the Year assegnato da Thrasher nel 2011, quando aveva appena vent’anni. Hanno parlato di lui come di “un drogato di velocità e adrenalina” (parole scritte da un altro dei suoi sponsor, Volcom, in occasione di quell’importante premio), e la descrizione calza a pennello a questo ragazzo che non sembra volersi fermare. Per la gioia di Nike SB, che ha da poco lanciato le Blazer Low GT che vedete in questa pagina: un modello che riesce a ibridare una delle più classiche silhouette basket della storia dello Swoosh con elementi skate, cambiandone efficacemente la destinazione d’uso.
It isn’t mandatory to always discredit the category of “Vip’s children” – for those who decide to follow in their parents’ footsteps need not be some idle bunglers. Take Grant Taylor: his father was one of the most famous skaters from Georgia during the Eighties, then the founder of the first skate shop in Atlanta, called Stratosphere. But it was Grant who realized the dream of his parents by becoming, at a very early age, a professional skater, and then winning the title of Skater of the Year that Thrasher awarded him in 2011, when he was only 20. He was described as “addicted to speed and adrenalin” (in the phrase of another brand sponsoring him, Volcom, on the occasion of that great award), and this description fits perfectly this guy, who doesn’t seem eager to pause. And this fact can only delight Nike SB, for they just launched the Blazer Low GT that you are seeing in this page – a model that manages to blend one of the most classic basket silhouettes in the history of the Swoosh with a few elements from skate, while changing the shoe’s main destination. Sneakersmagazine
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DEFCON x VANS
SK8-HI NOTCHBACK PRO S
Defcon Tactical Gear è un marchio specializzato nella produzione di abbigliamento militare “per la vita di tutti i giorni”, e anche se non è del tutto chiaro cosa significhi questo slogan, siamo certi almeno del fatto che da ormai tre stagioni il brand collabora con la linea Syndicate di Vans, sfornando interessanti revisioni in chiave militaresca dei modelli classici di casa Van Doren. Le ultime arrivate sono le Sk8-Hi Notchback Pro S vestite di grigio “MAS”, cioè lo stesso colore delle tute dei Seals americani. In pig suede e - prevedibilmente nylon ballistic di ispirazione army. Defcon Tactical Gear is a brand specializing in the production of army garments “for the everyday life”, and although it isn’t quite clear what this might mean, what we can say for sure is that the brand has been collaborating for the last three seasons with the Syndicate line by Vans, churning out some compelling military rereleases of classic models from van Doren’s archive. The latest model is the Sk8-Hi Notchback Pro S covered with MAS grey, that is, the same color of the American Seals fatigues. In pig suede and (as was to be expected) army-inspired ballistic nylon.
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ADIDAS
the HOGAN
Questo è davvero un pezzo di valore, un paio di sneakers che non si vede certo tutti i giorni. le adidas The Hogan del 1981 hanno infatti quotazioni che si aggirano intorno ai mille dollari, ed è pressoché impossibile trovarne un paio in condizioni decenti. Se cercavate un Santo Graal del Trifoglio, bè, lo state osservando. Queste scarpe costruite ibridando la tomaia delle Jabbar e la suola delle Superstar sono dedicate a Marty Hogan, il più grande campione americano del racquetball, sport poco noto dalle nostre parti, ma simile per molti versi allo squash. Negli anni Settanta, proprio grazie alle incredibili performance di Marty, il racquetball divenne piuttosto popolare negli Stati Uniti, mentre lui veniva dichiarato “giocatore dell’anno” del circuito professionistico per ben otto volte tra il 1977 e il 1989.
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Made in FRANCE , 1981
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ADIDAS the HOGAN
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This is really a piece of art, a pair of sneakers that one can’t see every day. This 1981 Marty Hogan’s quotations float around one thousand dollars, and it’s practically impossible to find a pair in good conditions. If you were looking for a Trefoil’s Holy Grail, well, you have it. These sneakers were built from a blend of the Jabbar’s upper with the Superstar’s sole and were dedicated to Marty Hogan, the greatest American champion of racquetball, a poorly known sport in Italy, not so different from squash. During the Seventies, thanks to the incredible performances of Marty, the racquetball became quite popular in the United States, and Marty was awarded “player of the year” by the professional circuit eight times from 1977 to 1989.
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NIKE
AIR FLIGHT LITE MID ‘DREAM TEAM’
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Made in TAIWAN, 1992
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NIKE AIR FLIGHT LITE MID ‘DREAM TEAM’
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Davvero incredibile che Nike non le abbia mai riproposte, neanche in questi anni di febbre del retro-model. Eppure le Air Flight Lite Mid indossate da Scottie Pippen nel primo, storico (e insuperato) Dream Team durante i giochi olimpici di Barcellona 1992, sono davvero un piccolo capolavoro, degno di stare allo stesso livello di icone assolute come le Air Jordan VII e le Air More Uptempo: leggerissime e stilose, hanno portato Scottie Pippen a diventare il primo giocatore - insieme al suo buon amico, un certo Michael Jordan - a vincere nello stesso anno l’anello di campione NBA e la medaglio d’oro olimpica, insieme a una squadra leggendaria che inflisse alle altre nazionali una media di 43 punti di distacco durante il torneo, e arrivò alla vittoria senza che al coach Chuck Daly fosse necessario chiamare un singolo time out. Un momento unico e irripetibile, riportato davanti agli occhi e alla mente da queste splendide sneakers. Sneakersmagazine
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It’s really baffling that Nike never tried to re-issue this model, in spite of the retro-model fever raging today. But the Air Flight Lite Mid used by Scottie Pippen in the first, historic (and unequalled) Dream Team during the 1992 Olympic games in Barcelona is really a small masterpiece, deserving to share the top position with such absolute icons as the Air Jordan VII and the Air More Uptempo. Very lightweight and stylish, it enabled Scottie Pippen to become the first player (together with his greatest friend, a certain Michael Jordan) to win, during the same season, the ring of NBA champion and the Olympics golden medal, together with a legendary team that imposed to the other national teams an average 43 points during the tournament, and got to win without any need (on the part of the coach Chuck Daily) to ask for a single time out. A unique and unrepeatable epoch, revived before our eyes and minds by these marvelous sneakers.
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HANDBALL La pallamano, che oggi percepiamo come uno strano ibrido tra basket e calcio, è in realtà un nobile sport dalla storia molto lunga, codificato nella sua forma attuale nella Germania di un secolo fa. Non è un caso dunque che il marchio tedesco più noto del mondo sneakers abbia prodotto (in terra teutonica, natürlich) più di un modello dedicato a questo sport. Nessuno però è bello come queste Handball di metà anni Ottanta, uscite dagli stabilimenti dell’allora Germania Ovest - ancora un lustro sarebbe dovuto trascorrere, prima di veder crollare il muro che divideva i tedeschi d’occidente da quelli d’oriente - e dotate del celeberrimo sistema d’ammortizzazione Vario Shock Absorption System, che ben conosciamo perché presente su modelli come le L.A. Trainer e le Kegler Super: in pratica, una serie di tasselli a sezione cilindrica applicati nell’intersuola, che funzionavano da ammortizzatori. Originariamente erano forniti in una bustina a parte, insieme a uno strumento di plastica azzurra che permetteva di inserirle nella suola. Super rare, le Handball valgono oggi intorno ai 300 dollari sul mercato del vintage, ma hanno un vantaggio non indifferente: si possono ancora indossare, niente poliuretano nell’intersuola. 102Sneakersmagazine
Made in WEST GERMANY, 1984 Handball, which we now view as a strange hybrid between basketball and soccer, is on closer inspection a noble sport with a long history behind, having received its current shape a century ago in Germany. So it is no surprise if the most famous German brand in the sneaker world decided to produce (in Teutonic territory, natürlich) more than a model dedicated to this discipline. No one, however, is as beautiful as this Handball dating back to the mid Eighties, released by factories located in the former West Germany – another five years separate its release from the fall of the wall that segregated the Western from the Eastern Berliners. The model is equipped with a very famous damping system called Vario Shock Absorption System – that we know so well because it was also applied to such models as the L.A. Trainer and the Kegler Super. By and large it’s a series of cylindrical plugs in the midsole, working as shock absorbers. Originally they were supplied separately into a small envelope, along with a plastic tool designed to help inserting the plugs in the sole. An extremely rare model, the Handball today is worth around 300 dollars on the vintage market – but the crucial thing is that they can still be used because the midsole contains no polyurethane.
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THE VOLLEY
Made in TAIWAN, 1979
Non solo basket e running: Nike già nei primi anni Settanta produceva scarpe espressamente pensate e costruite per la pallavolo. Un percorso iniziato nel 1973 con le Budapest 71 (curiosamente intitolate alle olimpiadi di due anni prima) e continuato con queste The Volley, modello nato nel 1976 e rimasto nei cataloghi di Beaverton per diverse stagioni: quello che vi presentiamo in queste pagine, ad esempio, risale al 1979, scovato grazie a quella manna per i collezionisti chiamata aste online. Si tratta di un ritrovamento insperato, visto che oggi sono molto rare: e pensare che negli anni Novanta, era pre-internet, era piuttosto comune incontrarle anche nei mercatini italiani. Gran pezzo da collezione, un paio di The Volley in buone condizioni vale circa 350 dollari se si tratta della versione made in Japan, circa 200 se - come in questo caso - la produzione è taiwanese.
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Not only basket and running – since the early Seventies Nike has been producing shoes that were designed for volleyball. The project started in 1973 with the Budapest 71 (so called, quite strangely, after the Olympics of two years before) and went on with a shoe called The Volley – a model born in 1976 that remained in Beaverton’s catalogues for several seasons. The pair we present here, for example, dates back to 1979, and reemerged from the past through that marvelous space we call online auctions. It’s an unexpected finding, given the model’s rarity – and just think how easy it was in the early Nineties (before the internet era started) to run into a pair of Volley in this or that Italian small market. A wonderful collector’s piece – a pair of Volley in good conditions may even cost 350 bucks if it’s a version made in Japan, or about 200 bucks if produced in Taiwan (as in our case). 106Sneakersmagazine
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AIR MAX LEATHER sc ‘1/90 Hybrid’ Made in KOREA, 1992
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NIKE AIR MAX LEATHER sc ‘1/90 Hybrid’ Nel 1992-93 Nike azzarda uno dei primi ibridi della sua storia: un’operazione che oggi appare quasi scontata, ma che ai tempi - stiamo parlando di più di vent’anni fa - era pura avanguardia. Ricordiamo che si trattava di un’esclusiva distribuita solo nei negozi della catena Footlocker, in molte colorazioni, alcune delle quali giunsero fino al nostro paese. Impossibile indossarle oggi a causa del deperimento di suola e intersuola, ma la qualità dei materiali e della costruzione (ci spiace quasi non potervi far toccare la pelle della tomaia) le rende ancora molto ricercate dai collezionisti delle serie Air dello Swoosh. Dal punto di vista puramente qualitativo, il livello della produzione è lo stesso - alto - delle New Balance Made in Usa di oggi.
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In 1992-93 Nike decided to attempt releasing one of the first hybrids in its history – a decision that nowadays might appear quite obvious, whereas back then (it’s more than 20 years ago) it was ahead of its time. We should add that it was an exclusive distribution for the shops of the chain Footlocker coming in many colorings, some of which were seen also in Italy. Impossible to wear this pair today due to the decay of both its sole and midsole, but the quality of materials and construction (it’s such a pity you can’t feel the upper’s leather) makes this kick so much sought-after among the fans of the Swoosh’s Air series. From a strictly quality standpoint, the level of production is basically the same (that is, high) as today’s New Balance’s made in Usa.
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MADE IN ITALY
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