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L’Empowerment e lo sport: vincere sempre
Francesca Tibaldi
A
FRANCESCA TIBALDI
molti sarà capitato durante questo periodo di epidemia da covid 19, post covid 19, olimpiadi e paralimpiadi di sentire almeno una volta la parola Empowerment. La traduzione
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della parola inglese nella nostra lingua risulta ardua impresa. Nel suo significato più letterale dal vocabolario Treccani, l’Empowerment è “accrescimento di potere, miglioramento”. L’Empowerment risulta essere quindi un elemento in divenire, un passaggio da un prima a un dopo di uno stato migliorato di
sé, sia un metodo che un risultato. In un’accezione individuale è la possibilità delle persone di sentirsi responsabili e protagoniste della propria vita; in un’accezione di gruppo è la possibilità di costruirsi più efficaci nel funzionamento e nelle sfide. Il cambiamento in positivo, il miglioramento di un individuo (self-empowerment) o di un gruppo si sviluppa attraverso un graduale processo di trasformazione tra un prima, in cui determinate competenze erano in abbozzo, ad un dopo in cui l’acquisizione completa delle competenze comprende anche il senso generale di autoefficacia, autodeterminazione e autostima. Il suo contrario è un soggetto disempowered, colui al quale va dato il potere di scoprirsi, o riscoprirsi come avviene spesso nei casi di disabilità, in grado di evolversi sfruttando il miglioramento di tutte le competenze psicologiche, fisiche e sociali che è in grado di acquisire. «L’Empowerment è un costrutto multilivello che spinge a pensare in termini di promozione della salute, di auto-aiuto e di definizioni multiple di competenza». (Francescato, 2002). In ambito di Psicologia di Comunità esiste almeno una di definizioni di cui principalmente il denominatore comune è la capacità di raggiungere la consapevolezza di poter accrescere le proprie capacità, ciò