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DOPO I NEGOZI, PARLANO LE AZIENDE
Completata l’inchiesta annuale “La Carica dei 101”, adesso è il turno dei brand: ecco le risposte dei primi intervistati _ a cura della redazione
Sui primi tre numeri di Outdoor Magazine del 2023, abbiamo pubblicato "La Carica dei 101”, la nostra inchiesta che coinvolge 101 negozi di outdoor in tutta Italia. L’indagine ha delineato un quadro sull’andamento del mercato del 2022 attraverso la voce di punti vendita selezionati.
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Abbiamo intervistato alcune aziende del settore con cui collaboriamo per approfondire i temi sollevati dai negozianti, tra cui alcune problematiche riscontrate e aspetti positivi. Si è parlato di consegne, mancanza di neve nella stagione invernale e attenzione alla sostenibilità. Analizzare i punti di vista dei negozi e delle aziende ci permette di avere una visione a 360° sull’andamento del mercato outdoor del nostro Paese. Di seguito, i primi insight emersi.
1.
In Italia, i volumi sono cresciuti del 10%, mentre il fatturato del 16%. Per SCARPA, il 2022 è stato un ottimo anno. I risultati sarebbero stati migliori se non avessimo avuto qualche ritardo produttivo che ha impattato i target di fine anno. Durante l’ultimo trimestre, abbiamo cominciato a intravedere alcuni segnali di rallentamento ma devo dire che, nonostante i ritardi, i negozianti italiani hanno creduto nei nostri prodotti e hanno sostenuto il marchio. All’estero, i volumi sono cresciuti del 20%, mentre il fatturato consolidato in è aumentato del 26%. Come per il mercato italiano, i risultati a livello globale sono stati brillanti anche se hanno risentito in parte dei ritardi produttivi.
2. Come già detto, per noi il 2022 è stato un ottimo anno. Se escludiamo il mondo neve, abbiamo avuto risultati positivi in modo trasversale e su tutte le nostre categorie prodotto, ma in particolare abbiamo avuto un’accelerazione importante nella domanda di trail running e climbing.
3. Il primo trimestre per noi è in equilibrio con lo scorso anno, ma il 2023 è e sarà un anno critico per molti. Dopo l’importante aumento del mercato degli ultimi anni, le crescenti problematiche di approvvigionamento della materia prima e di gestione della supply chain, molte aziende hanno corso per sostenere la domanda e cercare di consegnare in tempo. Allo stesso tempo, inflazione e timori di recessione economica hanno rallentato l’economia e questo ha causato grossi problemi di overstock. Il 2023 sarà un anno sfidante. ni da scialpinismo Maestrale e Gea utilizziamo da anni materiali biobased come il Pebax Rnew, che deriva dall’olio di ricino e che oggi utilizziamo anche nel 4-Quattro SL. Abbiamo appena dato vita a un’iniziativa che si chiama Life Re-Shoes che implica la raccolta e il riciclo delle nostre storiche scarpe Mojito. Queste verranno smembrate e, riutilizzando la maggior parte del materiale, daranno vita a una nuova calzatura.
4. La nostra campagna vendite FW si è conclusa a fine maggio.
5. Le consegne sono in parte inficiate da livelli di stock alti e da alcuni nostri ritardi di produzione. A oggi a livello globale siamo al 60%.
7. Consideriamo importante la presenza del marchio agli eventi, nazionali e locali. Continueremo a investire sul territorio con iniziative autonome e collaborazioni con i negozianti
6.
SCARPA prende la sostenibilità in modo molto serio e tutti lo dovrebbero fare. Per noi il primo argomento di sostenibilità è la durabilità del prodotto: più un prodotto dura, meno impatta l’ambiente. La maggior parte dei nostri prodotti nascono e vengono studiati per essere risuolati e quindi poterne allungare la vita. Anche se purtroppo oggigiorno non tutte le scarpe possono essere risuolate, ci stiamo impegnando per studiare e utilizzare materiali durevoli. Nei nostri scarpo-
8.
Continuare a investire nella formazione del personale e nel miglioramento dell’esperienza d’acquisto dei consumatori, questo può fare la differenza tra un cliente acquisito e un cliente perso.
1. Per noi il 2022 è stato un anno molto positivo, che ha risentito ancora della coda lunga degli effetti post pandemia, che lato mercato outdoor hanno portato incrementi di risultato. In Italia, volumi e fatturato sono cresciuti del 37%. Il mercato ha premiato la politica di fidelizzazione del marchio nei confronti dei consumatori, interpretando in modo rapido i cambiamenti di bisogni e necessità e seguendo quindi l’evoluzione dei consumi. All’estero, volumi e fatturato sono cresciuti del 38%.
2. Come sempre, si tratta di un insieme di fattori e non è possibile dare una risposta che sia valida per tutti. Ci sono stati sia aumenti di prezzo (che però rispondono ad aumenti di costo, quindi va bene guardare i fatturati, ma fino a un certo punto) e anche aumenti di volume a seguito di un maggiore interesse da parte del cliente finale verso le attività all’aria aperta, penso a trekking, hiking e running per l’estate, piuttosto che invece allo ski touring e alle ciaspolate per la stagione invernale.
3. Nella prima parte dell’anno abbiamo performato positivamente, in li- nea con quelle che erano le nostre aspettative.
4. Sì, la campagna è conclusa per tutte le linee.
5. Siamo riusciti a rispettare i tempi di consegna previsti e a oggi, abbiamo consegnato tutto.
6. Il cliente va educato anche alla sostenibilità: così come negli anni è diventato molto più competente in termini di tecnologie, qualità e materiali, è necessario che comprenda i diversi aspetti del grande mondo dell’attenzione all’ambiente. La sostenibilità è infatti sicuramente un tema di interesse trasversale, di cui si parla molto, ma senza poi approfondire cosa viene percepito. Lato nostro, abbiamo intrapreso un percorso di sostenibilità aziendale, che stiamo condividendo con tutti i nostri stakeholder e quindi anche con i clienti finali, spiegando le azioni intraprese e soprattutto gli obiettivi che ci siamo prefissati. La prima cosa da fare è misurare il proprio impatto e intervenire su questo. La realizzazione di prodotti con un minore impatto ambientale è importante, ma non è l’unica azione. Forse è la più immediata da trasferire al cliente finale, ma non basta.
7. Creiamo delle occasioni di incontri stagionali con tutti i responsabili dei nostri store monomarca e con i principali clienti; il confronto e lo scambio di opinioni costituiscono sempre un momento di crescita e conoscenza importante. Siamo inoltre presenti alle principali fiere di settore ad alcuni incontri dedicati al mondo b2b, come gli Outdoor & Running Business Days, un’occasione che permette di farsi conoscere attraverso una esperienza diretta e permette di costruire o rafforzare la relazione con i clienti con una modalità completa.
8. Competenza, fidelizzazione e flessibilità. Questi a nostro avviso sono i punti fondamentali su cui lavorare. Da un lato, la formazione e la specializzazione delle competenze di chi vende, dall’altro la ricerca della fedeltà del cliente al fine di costruire una relazione di valore e soprattutto la capacità di interpretare i cambiamenti del mercato.
Stefano Trentin, business unit manager
1.In media abbiamo chiuso il 2022 in modo molto positivo, siamo cresciuti sia in valore che in volumi, con delle differenze a seconda dei Paesi e dei segmenti di mercato. Il nostro settore sconta ancora l’effetto di alcune dinamiche innescate dal Covid: la riapertura al turismo post pandemia ha generato un elevato sell-in nei segmenti pista e noleggio, a scapito dello sci alpinismo, il quale, mentre nelle due precedenti stagioni aveva registrato delle crescite esponenziali, ora delinea una decrescita netta in tutte le nazioni. A queste dinamiche, nella stagione appena conclusa, si aggiungono quelle legate al meteo, per cui la carenza diffusa di neve su larga parte dell’Europa e in alcune zone del Nord America, ha ovviamente scoraggiato lo scialpinismo e lo sci fuori pista in generale.
2-3. Come dicevo precedentemente, nonostante le nevicate scarse dell’inverno appena concluso, il post Covid ha aumentato il desiderio di stare all’aria aperta da parte dei consumatori; lo sci ha quindi beneficiato di questa nuova consapevolezza, facendo registrare degli incrementi di presenze in molte aree sciistiche e generando una conseguente domanda incrementale di prodotti da pista e noleggio.
L’Italia, in particolare, è uno dei Paesi che ha segnato la maggiore crescita. Chiunque abbia frequentato le piste da sci in questi mesi
BLIZZARD-TECNICA
ha visto come i tanto temuti aumenti degli skipass non abbiano in realtà frenato gli sciatori, che hanno invece frequentato i comprensori con numeri di presenze decisamente superiori alle migliori aspettative.
4. Stiamo concludendo in questi giorni la campagna vendite per la prossima stagione, che si è rivelata finora molto positiva, sia in relazione alle dinamiche a cui ho fatto riferimento sopra, sia perché le novità che abbiamo presentato al mercato per la prossima stagione sono state particolarmente apprezzate, intercettando quelle che sono le esigenze e gli interessi degli sciatori.
6. Come Tecnica Group, abbiamo lanciato ormai da tre stagioni il progetto Recycle Your Boots: un’iniziativa che da un lato spinge gli sciatori a portarci - attraverso i negozianti che aderiscono al progetto - i loro vecchi scarponi per essere riciclati anziché finire nella raccolta indifferenziata, e dall’altro ci vede progettare i nuovi scarponi secondo i principi dell’eco-design, quindi dotati di componenti riciclati, a loro volta facilmente riciclabili e comunque dal minor impatto ambientale possibile. È appunto un progetto di economia circolare; significa quindi che ciascuno deve fare la propria parte. Vorremmo che tutti i retailer ci supportassero con entusiasmo e si facessero diffusori di
C.A.M.P.
Recycle Your Boots, perché solo insieme alla loro preziosa collaborazione potremo generare una maggiore consapevolezza rispetto al tema di sostenibilità ambientale, e simultaneamente potremmo riciclare un sempre maggiore numero di scarponi a fine vita. Noi crediamo di avere una responsabilità come azienda nei confronti dell’ambiente, e abbiamo il ruolo di spingere al miglioramento, ma ovviamente qualsiasi innovazione ha un costo e bisogna valutarne le ricadute sul prezzo finale dell’utente. Fare un’attenta valutazione costi/benefici non significa dover rinunciare al percorso verso la sostenibilità, garantendo sempre e in ogni caso i requisiti funzionali a un consumatore sempre più esigente in termini di sicurezza, comfort e prestazioni.
7. Proprio perché crediamo molto in Recycle Your Boots abbiamo previsto un’ulteriore promozione del progetto, per aumentare la consapevolezza degli sciatori e quindi generare traffico ulteriore nei negozi che hanno aderito e presso i nuovi che aderiranno. Lo scorso anno in alcuni punti vendita abbiamo creato dei corner dedicati all’iniziativa e i risultati sono stati estremamente positivi. Naturalmente, ci aspettiamo di poter incrementare il numero dei retailer che collaboreranno, anche perché l’iniziativa è totalmente gratuita e non comporta alcuna spesa per il negoziante.
Massimo Brini, sales manager outdoor Italia
1.
Sia in Italia che all’estero abbiamo riscontrato un aumento dei volumi e un aumento deciso del fatturato.
In Italia il 2022 è stato per quasi tutta la sua durata un anno molto positivo, direi per tutto il comparto outdoor. Nell’ultimo trimestre, l’effetto combinato di un inverno con poca neve e il generalizzato clima di preoccupazione (inflazione, guerra, costi energia, etc) ha inevitabilmente avuto un impatto anche nel nostro settore, ma prendendo il 2022 nel suo complesso il risultato resta decisamente positivo.
All’estero, l'anno ha visto proseguire la forte crescita che c’era stata già nel 2021. In generale anche sui mercati internazionali c’è stato un rallentamento verso la fine dell’anno per le stesse motivazioni che hanno colpito il mercato italiano.
2.Abbiamo visto un consolidarsi delle categorie tecniche, affiancate da una crescita di alcune delle categorie più mainstream. L’aumento dei prezzi di listino sicuramente ha avuto un impatto su questi risultati, ma altrettanto sicuramente non ne è l’unica ragione.
3.I primi mesi del 2023 sono stati in linea con gli ultimi del 2022, dove appunto i timori generalizzati per la situazione economica sono stati affiancati da un inverno meteorologico che non ha sicuramente favorito lo scialpinismo, tanto per citare una delle attività che più di altre ne ha risentito. Dall’altro lato, abbiamo assistito a un ulteriore consolidamento degli articoli legati all’arrampicata, attività che sempre più è praticata durante tutto l’anno.
4.La campagna vendite FW 23 è ormai conclusa, ma abbiamo comunque chiuso un po’ in ritardo rispetto alle scorse stagioni.
5.I ritardi di consegna legati ad aspetti produttivi sono stati per buona parte riassorbiti. Grazie sia ad azioni di pianificazione mirata che alla collaborazione dei clienti nell’aderire alla nostra proposta di anticipare gli ordini della campagna vendite SS 23 Quindi, per rispondere alla domanda, direi che praticamente tutto quanto avevamo in nota da consegnare entro aprile è stato consegnato regolarmente. Restano chiaramente da consegnare gli ordini stagionali che hanno consegne programmate nei mesi successivi.
6.Il tema della sostenibilità è molto ampio e complesso, riscontriamo diversi livelli di sensibilità e interesse. Per quanto riguarda i prodotti c’è spesso la tendenza di fare di “tutta l’erba un fascio”. In realtà, l’attrezzatura tecnica possiede due caratteristiche fondamentali: la prima riguarda la sicurezza, che rimane il principio che deve comandare qualsiasi scelta legata allo sviluppo. La seconda riguarda il ciclo di vita dei nostri prodotti, che è generalmente molto più lungo di quello di altre categorie quali l’abbigliamento o le cal- zature. Detto questo l’approccio della nostra azienda è quello di lavorare dentro un percorso ESG di più ampio respiro con obiettivi di breve, medio e lungo periodo.
7.Proseguiranno le iniziative di comunicazione legate al progetto del rebranding, che vogliamo usare anche come strumento per far scoprire meglio i valori e la storia di C.A.M.P. e quanta serietà, ricerca e innovazione ci sia dietro ai prodotti legati alla sicurezza degli appassionati.
8.Una riflessione molto salda dentro la nostra azienda è quella di guardare sempre oltre il brevissimo periodo che porta a fare valutazioni troppo parziali. Ne abbiamo avuto la riprova in questi ultimi 36 mesi, dove il nostro settore è passato da momenti di profonda incertezza, ad altri di quasi “euforia”, a loro volta “raffreddati” dall’ultimo inverno. Lo sforzo da fare è quello di guardare alle prospettive di più lungo periodo, e tanti fattori ci dicono che il mercato dell’outdoor sarà tra quelli premiati proprio perché sempre più si percepisce che una società che fa sport all’aria aperta è una società migliore, più sana e contenta rispetto a una sedentaria e che predilige anche nel tempo libero l’utilizzo di tablet o smartphone. Se fossi un retailer, farei mie queste considerazioni e privilegerei il lavoro con quelle aziende e marchi che operano dentro questa logica.
Alberto Toniolo, sales manager Italia
Stefano Finazzi, general manager
Giovanni Pagnoncelli, marketing professional manager
1.
In Italia, abbiamo avuto un aumento sia dei volumi che del fatturato del 20%. Il brand si sta sempre più consolidando, non solo per il prodotto iconico K nken, ma anche per tutta l’offerta abbigliamento trekking e everyday outdoor. All’estero, abbiamo avuto un aumento dei volumi del 10% e un aumento del fatturato del 12%. Questo aumento è stato incalzato anche all’apertura di nuovi mercati Worldwide (USA e Far East).
2. Sicuramente l’aumento dei listini ha contribuito, ma l’attenzione che il consumatore rivolge al prodotto ha fatto sì che brand con un alto valore qualitativo acquisissero quote di mercato.
4. La campagna vendite si è conclusa entro febbraio 2023 quella affettiva del prodotto. L’obiettivo di Fjällräven è sviluppare capi funzionali, resistenti e riparabili, dal design intramontabile. Un design immune alle mode passeggere, in grado di esprimere (e di restituire) valore nel tempo.
5. Le nostre consegne sono state effettuate al 90%.
7. Parteciperemo a Outoor by ISPO a Monaco di Baviera e all’edizione estiva degli ORBDAYS a Riva del Garda.
3.
Il sell-in è in linea con gli ordini stagionali presi in campagna vendite, il sell out è determinato dal fattore climatico (la partenza ritardata della primavera sta rallentando gli acquisti delle collezioni prettamente primaverili-estivi).
6. Agire responsabilmente nei confronti della natura è il mantra che da sempre guida Fjällräven. Oggi l’azienda (che è appena stata eletta dai consumatori svedesi, per il quarto anno di fila, “brand di abbigliamento e moda più sostenibile”, in occasione del Sustainable Brand Index 2023) punta ad essere il marchio outdoor più sostenibile e premium al mondo e lo fa portando avanti da anni azioni concrete che vanno dall'approvvigionamento responsabile dei materiali, ai report di sostenibilità trasparenti, fino alla scelta di abolire in maniera permanente l’utilizzo di sostanze chimiche nei processi di produzione. A questo si aggiunge un’attenta politica di progettazione dei capi, che tiene conto della durata materiale, così come di di, alle date confermate abbiamo consegnato una percentuale superiore al 90%, in merito alle consegne di tutta la summer siamo attorno all’80% perché ci sono ordini che hanno data di consegna richiesta più avanti, fine aprile primi di maggio.
1.
SF - In generale l’anno è andato molto bene, a dire il vero il nostro anno fiscale attraversa esattamente due anni solari, perché va da luglio e giugno, quindi stiamo entrando ora nell’ultimo trimestre di questo anno fiscale 22-23 e la situazione attuale più le proiezioni di chiusura sono molto positive. C’è da dire che ovviamente incide il fatto che questo fatturato è in gran parte figlio di campagne vendite estate e inverno giocatesi un anno fa, prima cioè che arrivasse la flessione che in generale stiamo vivendo un po’ tutti. In Italia, i volumi sono cresciuti del 35% mentre il fatturato del 28%.
8.
Qualità, qualità, qualità: nell’acquisto dei brand, nella conoscenza del mercato e dei prodotti, nel servizio al cliente.
2.
SF - Assolutamente, il consolidamento e l’aumento dei fatturati di molti partner è dovuto al consolidamento del brand, al trend outdoor che ancora ha vissuto un periodo buono, alla professionalità crescente dei retailer e alle scelte distributive di questi ultimi, sempre più attenti ad approfondire la gamma di alcuni brand con i quali si creano sinergie sempre più strette. Per noi i segmenti più profittevoli e sicuramente più in crescita sono quelli dell’abbigliamento (compresi intimo e calze) e quello degli zaini.
3.
SF - Il sell-out invernale per ovvi motivi non è stato brillante, ma a trainare il brand sono le consegne della collezione Summer, già iniziate a metà febbraio, che appunto stanno già dando ottime performance in termini di sell out.
4.SF - Conclusa in questi giorni, per la parte abbigliamento si era conclusa tempo fa, ma avendo una parte importante di collezione nel segmento attrezzo e zaini, alcuni ordini si sono protratti fino ai primi di aprile.
5.SF - Il range di consegna è ottimo, abbiamo fortunatamente pochissimi ritar- essere altrettanto virtuosa, ad agire, a cambiare visione del presente per un futuro diverso perché frutto di tante azioni individuali che si sommano per una grande azione collettiva nel presente. Ognuno nel proprio ruolo e nella propria misura. La nostra comunicazione, in tal senso, passa da ogni dettaglio e da ogni canale e ha due obiettivi. Da una parte, creare il desiderio del marchio nell’utente attraverso, appunto, la nostra comunicazione tradizionale e digitale oltre che a quella visiva di allestimento. Dall’altra, con un accurato visual merchandising, prodotti test, una formazione capillare, eventi e contributi, fornire ai negozianti le informazioni su azienda e prodotto come strumenti per vendere un marchio e un’azienda che si differenzia e che, di riflesso, deve giustificare il proprio costo. Senza questa base è difficile per Ortovox sia creare sell-in che garantire sell-out nell’impari lotta al commercio globale fatto di prezzo come biglietto da visita. Il nostro concetto di azioni è molto democratico anche se, ovviamente, in relazione all’importanza del punto vendita.
6.GP - Niente di più reale: la "poesia” si scontra con la realtà fatta di un’inflazione che schiaccia il potere d’acquisto dell’utente medio e, al contrario, prezzi al cartellino che aumentano come conseguenza dell’aumento dei costi di una lunga filiera. La strategia di Ortovox però è chiara e conseguente. La ‘poesia’, cioè essere sostenibili, virtuosi e agire, è una necessità che non possiamo permetterci di rimandare al futuro e non un’opzione. Come conciliare l’accesso a prodotti sostenibili e l’economia? Cambiando paradigma, spingendo su quella ‘transizione culturale’ di cui si parla da un paio di decenni che va al contrario del consumismo, del pronto moda, dell’acquisto di pancia. Gli acquisti consapevoli lo sono perché si sceglie il marchio per una serie di motivi e, in successione, il prodotto che piace, che veste, che funziona. Un acquisto ragionato, sognato e posato frutto di un’esigenza e non di un capriccio. Meno acquisti e più qualitativi, meno prodotti nell’armadio a cui si allunga la vita anche se sbiaditi. Un approccio simile a quello della carne, esosa in termini di consumo d’acqua e di emissioni di CO2, per la quale non è necessario privarsi ma si può ridurre, poca, ma di qualità e, se possibile, acquistata direttamente al produttore.
8.
GP - Essere protagonisti oggi forse, stona un po’ con i tempi. Siamo in tanti in una terra sempre più piccola. Ognuno deve difendere il proprio spazio guadagnato negli anni di ‘conquista’ infondendo fiducia e rispetto al proprio cliente, parlando con esso una lingua che condivida la visione, assistendolo post vendita con dedizione ma, anche, buon senso e lungimiranza che spesso non si traduce in buttare e sostituire. La sfida è impegnativa ma possibile.
7.
GP - Sì, tutta la nostra strategia marketing internazionale e nazionale ruota intorno al concetto di far conoscere all’utente cosa è Ortovox, quello che pensa, quello che sogna e le proprie azioni. E, parallelamente, ambisce a sensibilizzare e ispirare gente a
1. Sia in Italia che all’estero, volumi e fatturato sono aumentati. Fortunatamente, siamo riusciti a mantenere abbastanza costante la produzione, riuscendo a coprire gran parte delle richieste dei nostri clienti. Questo ci ha permesso di continuare a crescere in maniera importante in entrambi i mercati.
2. Per quanto ci riguarda, l’aumento del listino è stato il più possibile contenuto, di conseguenza l’aumento di fatturato è stato generato da un concreto aumento delle vendite. L’aspetto rassicurante è che si tratta di un aumento che riguarda tendenzialmente tutte le famiglie di prodotto che trattiamo, di conseguenza direi che in generale l’arrampicata e l’alpinismo sono andati tendenzialmente bene. Il marchio evidentemente continua a piacere. L’unico momento di contrazione che mi viene in mente è stato relativo ai prodotti da ghiacciaio (picche e ramponi), che hanno subito un rallentamento a seguito delle chiusure estive dei ghiacciai. In ogni caso, con la fine dell’estate, le vendite di questi articoli sono ripartite, compensando il rallentamento estivo.
3. Al momento i numeri sono ancora decisamente in crescita, anche se percepisco una crescente preoccupazione da parte dei negozianti nei confronti del mercato in generale.
4. Tendenzialmente facciamo un lavoro piuttosto continuativo durante tutto l’anno. Di conseguenza la campagna vendite FW 23 la porteremo avanti ancora fino a giugno/luglio.
5.Per noi, questo valore è difficile da stabilire visto che lavoriamo molto anche al pronto e spesso i clienti che lavorano su ordini stagionali frazionano le consegne su varie mensilità.
6. Tra le nostre attivazioni che ci impegneremo a mantenere e migliorare per i prossimi anni ci sarà senz’altro l’attenzione: sulle materie prime attraverso la ricerca, sperimentazione e qualificazione di materiali e processi a minor impatto ambientale nell'ambito del nostro approccio di eco-design; sul trasporto, con l’avvicinamento dei nostri magazzini ai clienti per ridurre i movimenti di merce, soprattutto quelli aerei, e con l’ottimizzazione della capacità di carico dei camion; sull’utilizzo dei nostri prodotti migliorando l’efficienza energetica delle nostre lampade frontali; sul migliorare del 10% la soddisfazione lavorativa dei nostri collaboratori e collaboratrici entro il 2025; sul ridurre, riutilizzare e riciclare i rifiuti.
7. Le visite ai rivenditori non riguardano solamente la presentazione del prodotto, ma anche un aspetto fondamentale ovvero quello formativo. Petzl partecipa attivamente alle iniziative organizzate direttamente dai rivenditori. Inoltre, offriamo dei moduli e-learning dedicati ad alcuni nuovi prodotti. Un altro momento importante è l’incontro presso le fiere e le attività collaterali di test prodotto svolte con i rivenditori partecipanti.
8. Per quanto mi riguarda, credo che gli elementi chiave per un negozio siano un personale costantemente aggiornato, tecnicamente preparato e in grado di fornire un buon servizio al cliente, insieme a una selezione di prodotti di qualità da offrire nel proprio negozio. Credo che queste siano le basi per poter continuare a gestire un’attività in grado di confrontarsi con i colossi del web e con le mode di passaggio.
1.
In Italia, i nostri volumi sono cresciuti del 45%, mentre il fatturato del 60%. Il 2022, rispetto al 2021, conferma il trend di crescita di Redelk già visto l’anno precedente, con percentuali molto simili. Cresce maggiormente il fatturato rispetto ai volumi principalmente per un aumento sostanziale delle vendite nella stagione invernale rispetto a quella estiva e quindi di prodotti con prezzi più elevati. Abbiamo comunque notato un lieve calo dei riassortimenti a dicembre dovuti a motivi di carattere generale, come meteo e consumi. All’estero, i volumi sono aumentati del 40%, mentre il fatturato del 110% Il 2022 è stato un buonissimo anno di semina per il mercato estero che sta già dando risultati concreti per il 2023. L’aumento di fatturato sul 2021 è quindi importante, ma sui volumi non ci riteniamo ancora soddisfatti. La differenza della percentuale tra volumi e fatturato è data, in questo caso, dal passaggio da prodotti entry level a prodotti con maggiori contenuti tecnici.
2. I risultati qui sopra riportati non sono altro che la media di tutte le regioni: positiva nel risultato, ma con una scarsa omogeneità delle singole zone e ancor di più dei singoli negozi. Certamente il meteo ha influito su alcune aree più di altre, ma la differenza la fa come sempre il negoziante. Quelli più attivi in comunicazione per creare contenuti, eventi e occasioni di contatto con i clienti, riescono certamente a fare la differenza in positi- vo. In parallelo, abbiamo assistito a una competizione all’ultimo sconto da parte del mercato per cercare di incentivare il sell-out che è risultato, soprattutto sul fine anno, distante dalle previsioni. Una pratica che disincentiviamo perché genera caos nell’approccio all’acquisto del consumatore.
3. Il calo dei riassortimenti percepito già in dicembre è riconfermato anche sui primi mesi dell’anno 2023. Per noi il risultato è una crescita, più contenuta rispetto agli anni precedenti, ma pur sempre positiva.
4. La campagna vendite FW 23/24 è stata già conclusa da tempo.
5. Consegne al 95% completate per le richieste del primo quadrimestre.
6. La sostenibilità non si basata solo sui contenuti del prodotto in sé, ma piuttosto sulla filosofia e sul modo di agire quotidiano delle aziende. Il mercato degli ultimi decenni ha spinto troppo per generare consumi veloci senza badare alla durata dei prodotti e spostando l’attenzione dei negozianti al prezzo. Tanti brand hanno puntato ad abbassare i prezzi per ottenere più volumi, generando però una perdita del valore percepito dai consumatori che si tramuta anche nella scarsa cura dei capi. Da parte nostra, cerchiamo soprattutto di dare continuità alla vita dei prodotti, rendendoci sempre disponibili per le riparazioni quando necessario. I nostri packaging, inoltre, sono studiati con materiali riciclati e riciclabili, ma soprattutto pensati per essere riutilizzati come parte integrante del prodotto. Purtroppo, però, ci rendiamo conto che il metodo di lavoro di tanti negozi non valorizza questo contenuto e genera, come per gli imballi economici, un importante volume di spazzatura evitabile. Crediamo quindi soprattutto nelle piccole cose basilari per creare sostenibilità, ma servono l’impegno e la sensibilità di tutti.
7. Da sempre portiamo avanti un programma di eventi in collaborazioni con negozianti e partner volti a supportare interessati iniziative locali che incentivano le nostre attività outdoor preferite.
8. Non è la vostra presenza stabile in negozio che può cambiare il risultato della stagione, non basta più. Il mondo dell’outdoor si muove per emozioni, pertanto, dobbiamo incentivare eventi e occasioni di incontro con i consumatori per promuovere ciò che abbiamo da offrire. Per i negozi, soprattutto fisici, è fondamentale l’accoglienza nel punto vendita: fare il possibile per renderla unica e memorabile.
COME LUI, NESSUNO MAI
Nello scialpinismo vi sono poche certezze e una di queste è il piemontese Matteo Eydallin. A dirlo sono i numeri: in una carriera costellata di vittorie spiccano dieci titoli iridati, sei Mezzalama, cinque Pierra Menta, quattro Tour du Rutor, tre Adamello Ski Raid e due Patrouille Des Glaciers testo e foto di Maurizio Torri
In uno sport sempre più proiettato verso i cinque cerchi, dove si fa un gran parlare di prove veloci, dirette streaming, repentini cambi d’assetto e discese regolamentate da porte direzionali, c’è un campione che da vent’anni spopola nello Scialpinismo con la “S” maiuscola: quello old style fatto di creste aeree, ripidi canalini, alta quota e funamboliche discese in fuoripista.
MAURIZIO TORRI
Giornalista freelance, fondatore del sito sportdimontagna.com, fotoreporter e consulente di comunicazione per alcuni degli eventi più iconici del settore trail, skyrunning e scialpinismo.
UN VERO PERSONAGGIO - Detesta le partenze all’alba quasi come i photoshooting, o le interviste post gara. Ma tranquilli, quando c’è da fare festa non si tira indietro. E nemmeno quando c’è da fare fatica; anzi, indossato il pettorale è un vero cecchino. Non fatevi ingannare dal suo atteggiamento scanzonato e irriverente. Matteo Eydallin è un calcolatore che sa farsi trovare pronto nelle gare che contano. Per i compagni di squadra un punto di riferimento, per gli avversari un incubo. Non si butta mai nelle partenze vorticose, ma recupera posizione su posizione sfruttando al meglio le sue doti da discesista. E alla fine, vince sempre lui. La cosa bella è che non parliamo solo di prove Long Distance dove con il passare degli anni una buona dose d’esperienza non guasta mai. Anche nelle individual di coppa (molto più veloci e nervose), in barba all’anagrafe, è e resta uno degli atleti da battere.
AL FIANCO DI ROBERT ANTONIOLI QUEST’ANNO IMBATTIBILESia ai Mondiali Team di Boi Taüll, sia in quelli Long Distance assegnati sul tracciato dell’Adamello Ski Raid hanno vinto per manifesta superiorità. Sempre in controllo, hanno tenuto a bada i diretti avversari per poi aprire il gas sull’ultima salita e fare il vuoto nella successiva discesa verso il traguardo. Se sullo Zingarelli dovessimo cercare “perfetta gestione gara” troveremmo una loro foto. Immensi. Come immensi sono stati al traguardo di Gressoney.
TROFEO MEZZALAMA, L’ULTIMA PERLA DI UNA GRANDE STAGIONEVisto il livello della concorrenza, imporsi nella mitica cavalcata alpina con partenza da Cervinia e arrivo a Gressoney la Trinité dopo avere superato 45 km, 3.272 m di dislivello positivo, ma soprattutto affrontando tre passaggi sopra quota 4.000 m (Castore, Naso del Lyskamm e Roccia della Scoperta) era tutt’altro che scontato. Ancora una volta, miscelando tenacia, classe ed esperienza Matteo Eydallin, schierato al fianco di Robert Antonioli e Davide Magnini, è riuscito nell’impresa. Un’impresa che lo ha portato a essere l’unico atleta di sempre a vincere per ben sei volte la super classica valdostana da molti definita la “Maratona di New York” dello scialpinismo. Per il Trofeo Mezzalama, che di fatto ha calato il sipario sulla lunghissima stagione dello skialp race, una menzione d’obbligo va fatta anche per il team del Cs Esercito che nella Valle dei Walser ha potuto fare festa doppia: per la prima volta è infatti riuscito a schierare e vedere vincere un terzetto al femminile composto da Giulia Murada, Giulia Compagnoni e Alba De Silvestro.
CIRCUITO LA GRANDE COURSE E LA CILIEGINA SULLA TORTADicono che non vi sia due senza tre, ma questa vale doppio. Matteo Eydallin il circuito La Grande Course, quello delle gare più belle, tecniche e alpinistiche di tutto l’arco alpino e della cordigliera pirenaica l’aveva già vinto due volte ex aequo con il suo storico partner Damiano Lenzi. Ora invece sul gradino più alto del podio c’è salito da solo primeggiando a suon di successi e piazzamenti. Una sorta di Oscar alla carriera o laurea ad honorem. Al femminile, vera e propria dominatrice dell’ultimo biennio di grandi classiche è stata la trentina Elena Nicoli; un’altra icona dello scialpinismo classico.
TALENTO DA PRESERVARE, SPOT DELLO SPORT CHE AMIAMOUna disciplina giustamente focalizzata sull’imminente debutto olimpico, che andrà alla ricerca di giovani sprinter su cui lavorare per provare ad ambire a una storica medaglia, non dovrà fare l’errore di perdere di vista il vero scialpinismo: quello che Matteo Eydallin ha contribuito a farci conoscere e amare. In un mondo dove i budget determinano gli obiettivi, non dobbiamo ignorare un concetto importantissimo: Milano Cortina 2026 potrebbe essere una gara “one shot”. Sarà un test e coinvolgerà due soli atleti per nazione - un uomo e una donna. Attenzione quindi a non sacrificare due generazioni e un intero movimento e che una grandissima opportunità non si trasformi in punto di non ritorno. Quello che tutti gli appassionati chiedono è una road map nella quale un ristretto gruppo di papabili lavori per l’importantissimo obiettivo olimpico, ma che al fianco si continui a coltivare giovani talenti con attitudini per lo skialp che emoziona le folle. E visto che trovare un nuovo Eydallin sarà difficile, o forse impossibile, godiamoci il più possibile questo immenso campione.
Oltre I Confini E Il Dolore
Quattro appassionati di outdoor attraversano su un pullmino una Siria martoriata dalla guerra. E scoprono il potenziale rigenerativo della pratica di un'attività insieme testo e foto di Dino Bonelli
Lo sport è vita, si dice. Praticarlo laddove la vita, per un motivo o per l’altro, è difficile o è stata lacerata, potrebbe sembrare quasi inopportuno. Invece, il messaggio che abbiamo voluto dare noi – nel nostro piccolo – è che in questi posti sfortunati la vita può e deve ritornare. E dove è già tornata, deve riprendere a scorrere in modo normale e soprattutto vissuta con il sorriso. In questo, lo sport può e sa essere d’aiuto.
Negli ultimi anni in Siria la vita è stata spazzata via, massacrata da una guerra civile lunga, cruda e violenta. Il numero dei morti e degli sfollati è drammatico, una fredda cifra stampata su tutti i giornali e presto dimenticata per lasciare spazio ad altre notizie simili provenienti dalla zona bellica di turno. Le cicatrici di questa tragedia sono ancora ben visibili e molto probabilmente rimarranno indelebili per sempre. Interi quartieri di città come Homs, Palmira, Hama e Aleppo, ognuna di queste eretta nella notte dei tempi, sono stati bombardati dall’alto, presi a cannonate dal basso, saccheggiati e scarnificati in ogni loro singola espressione di vita. I loro enormi scheletri grigi ora guardano spenti verso un non futuro
Avrei voluto visitare la Siria in un altro modo, con i suoi millenni di cultura e i suoi tanti magnifici siti archeologici prima del conflitto. Non ho fatto in tempo, come molti altri. Con l’arrivo dell’infausta guerra, questo viaggio è scivolato in fondo al cassetto dei desideri in attesa di tempi migliori e più adatti.
Tempi che sono arrivati poi grazie all’intraprendenza della BHS.travel. Un’agenzia specializzata in viaggi duri, difficili che, in fin dei conti, riesce anche a rendere abbastanza facili. Una volta ottenuti finalmente i visti richiesti e altri svariati documenti firmati – ognuno da presentare a tutti i tantissimi check-point militari disseminati sull’intero territorio –sono partito con Maurizio Icardi, Simone Bianchino e Marco Liprandi. Tutti cuneesi e tutti praticanti di diversi sport a livello amatoriale. In Siria siamo entrati passando dal Libano: non c’è più alcun collegamento aereo con i Paesi occidentali e solo un paio con Russia e Iran.
Appena entrati, sulla superstrada che porta a Damasco, abbiamo notato gruppi di ciclisti, ben vestiti e con belle bici, che pedalavano indisturbati anche nei pressi dei tanti check-point militari. La guida ci ha raccontato che quello è l’unico nastro d’asfalto sicuro in tutta la Siria dove poter fare ciclismo su strada. L’organizzazione del nostro viaggio è semplice: ci si muove su un pullmino con autista e guida siriani; si visitano i siti archeologici e le città con la loro vita attuale – solitamente povera e smunta; i loro pregiati monumenti storici e le loro recenti sconvolgenti rovine, figlie dell’ultimo conflitto; e, dove si può, si fa un po’ di sport. Lo sport più facile da praticare è, ovviamente, il running. Così corriamo sia tra le tante rovine pietrose e il lungo colonnato della bella Apamea, che tra quelle cementose e tristi del centro di Homs. Qui, tra case pericolanti e un silenzio assordante, un paio di tabelloni crivellati dai proiettili e spogliati dei loro canestri sono i totem muti di uno sport che fu. Tra queste brutali macerie, dopo la corsa, Marco sale in sella al suo monociclo e perlustra la zona in equilibrio sulla sua unica gomma. La stessa cosa la rifarà anche tra i resti della città romana di Palmira e sulla piazzetta sottostante la cittadella di Aleppo. Lì, farà provare anche il suo mezzo ai curiosi ragazzini della zona. Corriamo ancora anche nei pressi e dentro lo stretto canyon di Maalula. Qui Marco, al posto di correre, preferisce scalare: qualche passaggio di bouldering e qualche presa nelle fessure della roccia verticale poco più giù. Ma in viaggio il tempo stringe, sempre: quindi voliamo a Hama, città famosa per le sue storiche norie, ruote idrauliche in legno che servono a sollevare l'acqua sfruttando la corrente del fiume da cui pescano. Lì diamo qualche calcio a un pallone con i divertiti bambini del posto. La palla è logora e sgonfia, i nostri tiri sembrano parabole senza senso. I bambini, abituati a questa sfera e ai suoi strambi rimbalzi, sembrano dei professionisti e ridono nel vederci sbagliare anche i tiri più semplici.
Lo sport unisce. Questa è la sua forza: essere senza frontiere e portare un sorriso anche in un posto in cui non c’è più niente.