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CULTURA DELLA MONTAGNA PER TUTTE LE ETÀ
Terres Monviso Outdoor Festival: tre giorni di convegni, presentazioni, attività, esperienze, incontri con le scuole all’insegna del terr itorio di Eliana Codega
Un anno fa nasce l'evento in grado di proporre ai visitatori e ai turisti uno spazio dedicato alle offerte outdoor della zona ai piedi del Monviso. L’idea si è sviluppata dalla necessità di scoprire un territorio che ha tanto da offrire e di migliorare il settore turistico a livello organizzativo e strutturale. Il progetto coordina in totale 10 territori che comprendono il versante italiano e quello francese.
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Anche quest’anno, il Terres Monviso Outdoor Festival ha avuto luogo a Saluzzo (CN) il weekend del 17-19 marzo. Alla manifestazione hanno preso parte marchi, aziende ed enti provenienti non solo dalle vallate del Monviso, ma anche da Trentino, Veneto, Lombardia, Valle d'Aosta, Liguria e persino dalla Francia. La seconda edizione è stata molto partecipata: sono stati accolti, infatti, 7.000 visitatori in tre giorni, che hanno potuto sperimentare dialogo e partecipazione, oltre che esposizione e vendita di prodotti. L’edizione di quest’anno è stata caratterizzata da quattro temi principali: food, cammini, parchi ed esperienze, che si sono sviluppati tramite convegni, attività e corner dedicati. Terres Monviso è il posto giusto per tutti gli amanti dell’outdoor, che si tratti di appassionati della montagna autentica, o di chi la montagna sta imparando a scoprirla. Dedicato a famiglie, studenti, al pubblico del turismo slow, agli sport invernali ed estivi che caratterizzano la regione, è un momento di vetrina per i protagonisti economici della montagna e per le nuove sensibilità che la animano. Il motore di questo festival è l’entusiasmo che sta muovendo da anni un territorio, insieme all’orgoglio che sta crescendo di valle in valle, nello scoprire i risultati del lavorare insieme, del condividere, del conoscersi.
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UN PROGRAMMA RICCO E VARIO - Oltre 500 studenti dai 3 ai 18 anni, hanno partecipato alla manifestazione insieme ai loro insegnanti e sono stati protagonisti della prima giornata di eventi: DidattiLand. Questo format è stato una novità di quest’anno e comprendeva un grande parco per i piccoli esploratori, un insieme di laboratori e lezioni esperienziali all'insegna dell'edutainment e una serie di attività sportive tra cui zipline, rafting, tiro con l'arco, e-bike, orienteering, arrampicata, camping e un laboratorio di caseificazione di formaggio d’alpeggio. Nelle scuderie de Il Quartiere sono stati dedicati degli spazi alle aziende sportive del territorio, alle Associazioni e agli esercenti che hanno presentato le loro proposte per la stagione FW 23/24. Nei Cortili, invece, Vibram ha pre- sentato il progetto Vibram Maremontana Running Park, seguito dalla Vibram Mountain Sessions, Saluzzo 2023 con ospite l'atleta Natalia Mastrota. Lo spazio Expo è stato il luogo dove incontrare i Parchi e le aree Mab Unesco, Le Porte di Valle, l’ATL del Cuneese, il Confartigianato Cuneo, il Cai, il Collegio delle Guide Alpine, gli Ecomusei e i Musei. In più, era presente la Libreria del Festival, uno spazio per leggere e incontrare autori, e assistere alla presentazione di nuovi libri. Infine, nella zona esterna, i negozi e le ditte di settore hanno dato la possibilità ai visitatori di provare il materiale tecnico: si è potuto correre e camminare in gruppo, partecipare a escursioni, scalare, andare a cavallo, testare e-bike e scarpe. Il pranzo e la cena potevano essere consumati presso l'area Trek Food, alla scoperta di prodotti e piatti tipici della tradizione delle valli occitane.
PARTNERSHIP - Al fianco dell'edizione dello scorso marzo, brand del calibro di Ferrino, Vibram e AKU. Nel pomeriggio di sabato 18 durante una tavola rotonda con esperti del settore, si è parlato di lavoro in montagna e dell'importanza della scelta dell'equipaggiamento di sicurezza. La domenica mattina invece è stata dedicata, insieme agli amici della Compagnia del Buon Cammino, per andare in montagna in modo consapevole, testando i prodotti AKU e mettendo in palio il modello Rocket DFS GTX. I partecipanti, durante e dopo l’escursione, hanno avuto modo di approfondire il tema delle tecnologie funzionali per le calzature outdoor e delle buone pratiche per la loro cura e la manutenzione.
MISSION - Eventi come il Terres Monviso Outdoor Festival, sono molto importanti perché contribuiscono alla diffusione di una “cultura della montagna” in tutte le sue sfaccettature: il vestiario e le attrezzature, la meteorologia, il pronto soccorso, la conoscenza della flora e della fauna, del patrimonio storico-artistico, delle tradizioni e della lingua. Il Festival è stato un successo anche grazie ai numerosi attori del territorio che sono stati coinvolti: i parchi, le Porte di Valle, gli Ecomusei, le guide e gli accompagnatori, i brand partner, le scuole, le strutture ricettive, i rifugi e la Camera di Commercio. Un weekend in cui piccoli e grandi hanno potuto confrontarsi sulle conseguenze dei cambiamenti climatici, sulla sicurezza in montagna, sul futuro dei rifugi, sull'alimentazione e sulla comunicazione.
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VA’ SENTIERO SI MOSTRA
Dal 15 marzo al 10 aprile, la Triennale di Milano ha ospitato 100 opere che raccontano il viaggio dei ragazzi che hanno percorso il tracciato più lungo d’Italia. Parla Sara Furlanetto, fotografa e co-founder del progetto di Sara Canali
Non si ferma il viaggio dei ragazzi di Va’ Sentiero che, in tre anni (2019-’21), hanno completato la spedizione sul Sentiero Italia alla riscoperta delle Terre Alte d’Italia, le persone e le tradizioni delle nostre montagne. L’ultimo miglio della loro avventura ha coinciso infatti con un approdo in Triennale Milano dove, dal 15 marzo al 10 aprile, hanno esposto 100 opere che hanno dato vita a un racconto per immagini del trekking più lungo del mondo. Fotografie, ma anche video, ritratti e parole, sono stati i protagonisti della mostra “Va’ Sentiero. Uno sguardo lungo 8.000 km”, organizzata dall’Associazione Va’ Sentiero con il contributo di Fondazione Cariplo e si trasformano in una narrazione che tiene conto della diversità ambientale e della ricchezza culturale dei luoghi che ci circondano. Le fotografie di Sara Furlanetto, co-founder di Va’ Sentiero, hanno raccontato un paesaggio in trasformazione, mostrando i volti e le storie di chi in quei territori montani è nato, oppure di chi vi è tornato dopo anni di vita altrove. Parla Sara Furlanetto.
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Qual era l'idea espositiva con cui è stata allestita?
Con Rica abbiamo parlato tanto dell’esperienza fatta e una cosa che è emersa è che con la nostra spedizione abbiamo sviluppato una prospettiva “orizzontale”, quindi basata su uno sguardo ampio sulle Terre Alte in generale scoprendo che alcuni macro temi sono comuni a tutte le montagne. Abbiamo voluto creare questo percorso dinamico in cui lo sguardo è stimolato a guardare in diverse direzioni, simulando un po’ il cammino e inserendo elementi non lineari, mescolando luoghi e situazioni nel tempo per coerenza estetica e per i temi che si sviluppano. Ci si muove tra il macro tema della biodiversità che caratterizza l’ambiente montano, quello dell’antropizzazione e dell’ingegno dell’uomo nell’adattarsi al paesaggio per rispondere ai propri bisogni e infine l’impatto dell’uomo in senso negativo e della crisi climatica in atto. E ancora, il tema dell’abbandono che è centrale nelle terre alte e, infine, tutta la fluidità della cultura e dell’identità che ha a che fare con il presente, ma anche il passato. L’elemento umano è fondamentale, è la chiave di lettura dei territori, per questo le varie sezioni sono ritmate da ritratti stampati su legno e accompagnati da testi che li riguardano.
Qual è stato l'aspetto più difficile da raccontare con le immagini? Probabilmente quello della biodiversità perché le foto erano tante e si è scelto di mostrare qualcosa di diverso rispetto ai “bei paesaggi”. Anche la sezione sull’identità e sulla cultura è un tema molto vasto e peculiare di ogni territorio per questo è stato difficile fare una selezione, ma anche riuscire a documentarle nel modo corretto. Spesso ci è capitato di perdere una celebrazione di un giorno o mancare una ricorrenza per poche ore, ma il calendario non ci permetteva di essere così flessibili.
Quale invece quello che ti ha dato maggiori soddisfazioni?
Quando e come è nata l'idea della mostra?
L’idea di una mostra c’era da tanto tempo visto che ci siamo sempre occupati di raccontare l’esperienza che abbiamo vissuto e le scoperte che abbiamo fatto lungo il cammino. Personalmente, occupandomi di immagini e di fotografia documentaristica, avevo molta voglia di dare un taglio specifico alle foto del mio gigantesco archivio per dare un punto di vista che sentissi più mio. A volte lavorare con i social ti obbliga a dei compromessi perché questi canali richiedono dei linguaggi che possono stridere con una certa estetica che mi piace ricercare.
Come si scelgono 100 foto di un viaggio lungo tre anni?
Ovviamente quando si ha un archivio composto da 50mila foto è molto difficile sceglierne 100: i fotografi sono molto affezionati ai propri scatti perché rappresentano sempre un momento, un’emozione e una riflessione. Ho voluto collaborare con una curatrice, Rica Cerbarano in modo da avere uno sguardo esterno in grado di fare cernita cogliendo il senso della nostra esperienza e di quello che abbiamo trovato nei territori montani, ma con uno sguardo più distaccato che prediligesse anche il valore fotografico in sé.
La parte di ritrattistica che è una componente che mi piace molto e mi fa interagire con le persone. Attraverso uno scatto voglio riuscire a ridare il carattere, la storia della persona che ho di fronte, solo che in spedizione senza la possibilità di programmare e studiare il momento adatto per scattare è stato anche motivo di frustrazione. Sono tanti i ritratti non fatti perché legati a incontri fugaci o in condizioni di luce impossibile o per mancanza di tempo.
Una sezione racconta l’esterno, la natura, le terre alte; l’altra sezione racconta l’interno, ovvero di voi, del viaggio, del racconto. Come dialogano le due parti?
Dialogano perché da una parte c’è uno sguardo documentaristico con cui abbiamo voluto mettere al centro i territori, la narrazione dell’incontro. Dall’altra parte invece c’è il “dietro le quinte”, le immagini sulla spedizione di Va’ Santiero che vuole anche essere d’ispirazione per mettersi in cammino alla scoperta di sé e del paesaggio che ci ospita. Lo spazio espositivo si presentava con una saletta a parte ed è subito sembrata immediata questa divisione mostrando i due aspetti di questa esperienza.
UNA PRESTAZIONE FRUTTO DI MIGLIAIA
DI ANNI DI EVOLUZIONE.
BE MORE MERINO.
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Realizzate con una combinazione di morbida lana merino e TENCEL™ Lyocell di origine vegetale, le nostre magliette Sphere offrono leggerezza e traspirabilita per le avventure in climi caldi.
Una Cordata Nel Segno Della Cultura E Della Responsabilit Sociale
Da oltre 15 anni Montura è in sinergia con il Trento Film Festival. Anche quest’anno, il brand si onora del ruolo di main sponsor a cura della redazione
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Una collaborazione che al passaggio dei 70 anni di vita dell’istituzione trentina si concretizza recentemente anche con la stampa del volume Scalare il tempo per i tipi di Montura Editing.
Lo “spazio cloud” di Piazza Duomo a disposizione di Montura porta all’attenzione del pubblico la produzione editoriale di Montura Editing, interamente dedicata alla raccolta fondi per il sostegno a progetti di solidarietà, e la collaborazione del brand con POW Italia, la nuova associazione di appassionati dell’outdoor impegnati per la salvaguardia del clima. Con alle spalle oltre cento libri e più di 80 film sostenuti, anche quest’anno Montura presenta al Festival le proprie novità, in particolare ben sei film e quattro libri. In ordine di proiezione, domenica 29 aprile vede la première di L’ultima via di Riccardo Bee, appassionato racconto di Emanuele Confortin del grande alpinista bellunese scomparso sulle pareti dell’Agner. Nella doppia occasione delle Proiezioni speciali Montura trovano spazio, giovedì 4 maggio, l’incredibile esempio di resilienza di Omar Oprandi con Ripartire da zero e l’impegno sociale in montagna raccontato da Pietro Bagnara ne Il sentiero invisibile; mentre venerdì 5 maggio va in scena La foresta di perle di Enrica Bortolazzi, dedicato alla Via delle Foreste, serie di incontri per sperimentare il risveglio dei sensi attraverso il rapporto con la natura, e Day Dream, incantevole racconto di Alex d’Emilia e Katia Bernardi dedicato ai viaggi in Nepal di due grandi atleti, Fausto De Stefani e Simone Salvagnin.
Chiude il festival, sabato 6 maggio, la prima di Rispèt, lungometraggio di una giovane regista trentina, Cecilia Bozza Wolf, girato in Val di Cembra con attori non professionisti.
La parte editoriale vede la presentazione, domenica 30 aprile, di Và Sentiero, il libro di Yuri Basilicò e Sara Furlanetto edito da Rizzoli e dedicato al Sentiero Italia CAI. Lunedì primo maggio è la volta dei bambini, con Il dottor Paletto di Nadia Dalmaso e Gianfranco Tomio, edito da Montura Editing per avviare il gemellaggio tra la Rarahil memorial School di Kirtipur, in Nepal e la scuola primaria di Borgo Valsugana. Ancora i bambini protagonisti, sabato 6 maggio, stavolta con un’opera edita da Erickson, Esploro la natura di Manuela Ruaben. E nello stesso giorno la presentazione della collana L’adieu des glaciers, edita da Forte di Bard, giunta al quarto volume, dedicato quest’anno al Monte Bianco.
Tra le molteplici attività che si svolgono durante la manifestazione, anche l’incontro con Roberto Cavallo, ideatore di Keep Clean and Run for Peace, a Trento il primo maggio con gli altri runners impegnati nell’edizione 2023 del trail dedicato a diffondere i temi ambientali. E la sera dello stesso giorno la presentazione del nuovo libro dell’amico Mauro Corona, Arrampicare. Una storia di roc- ce, di sfide e d’amore (Solferino). Senza dimenticare che al MUSE di Trento, durante il periodo del Festival (e fino al 5 novembre), è aperta la mostra WILD CITY – Storie di natura urbana, sostenuta da Montura.
Insomma, Trento ancora una volta capitale della cultura della montagna, con Montura protagonista grazie alla sua responsabilità sociale e al ventennale impegno solidale. Impegno che si riflette sul versante editoriale e cinematografico, il tutto sulla via verso la certificazione B-Corp. "Searching for a new way"!
IN MOSTRA
Wild City, storie di natura urbana
Ci viviamo da un tempo lunghissimo ed è la nostra “tana collettiva”, ma noi Sapiens di rado ci rendiamo conto che la città è popolata da molti esseri viventi che, con strategie e soluzioni adattive spesso sorprendenti, sono riusciti a insediarsi in questo ambiente di origine antropica. La mostra “Wild City. Storie di natura urbana”, al Muse – Museo delle Scienze di Trento, affronta quattro temi fondamentali per comprendere il nuovo ecosistema urbano: le minacce e gli ostacoli che la città pone agli esseri viventi non umani; le opportunità che la città offre; l’ambiente cittadino come driver dell’evoluzione; le interazioni positive, conflittuali e di coesistenza tra l’essere umano e le altre specie in contesto urbano. Una mostra che porta con sé una grande domanda: come dovranno o potranno essere le città del futuro? Visitabile dal 1° aprile al 5 novembre 2023.
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PERFORMANCE DAYS “TIRA I FILI” DELLA SOSTENIBILITÀ
Dal 15 al 16 marzo, Messe München ha ospitato l’edizione primaverile dalla fiera dedicata ai tessuti tecnici. Tra i protagonisti, anche Polartec. Parla il marketing manager Matteo Tolio di Sara Canali
L’aria di primavera soffia anche su Monaco di Baviera dove, dal 15 al 16 marzo 2023, è andata in scena la nuova edizione dei Performance Days, il salone dedicato ai tessuti che ha fatto registrare un tutto esaurito nel padiglione A1. Con circa 2.685 visitatori, gli organizzatori dell'evento sono stati particolarmente soddisfatti dei numeri in crescita rispetto alla precedente e all'appuntamento invernale. Gli Expert Talks, che si sono tenuti entrambi i giorni, hanno fornito informazioni sulle ultime tendenze in termini di colori e tessuti per la SS 25, sulle novità in materia di sviluppo della sostenibilità e sulle nuove tecnologie adottate dai produttori di filati. Tutti gli Expert Talks sono disponibili in formato digitale sulla piattaforma “The Loop”. I 274 espositori hanno dunque dato vita a un evento capace di portare in città le tendenze del tessuto tecnico e, in linea con le parole chiave del settore che riguardano soprattutto la sostenibilità, a impatto climatico zero.
LE NOVITÀ IN CASA POLARTEC - Tra gli espositori protagonisti di Performance Days c’era anche Polartec. Per l’azienda americana, questo salone ha rappresentato un momento importante per mettere in vetrina le due novità che promettono di dare un boost importante alla spinta responsabile nel segmento del tessuto tecnico.
La prima novità si chiama Polartec Power Shield bio-based e si tratta di un’innovativa membrana monolitica realizzata con materiali di ori- gine vegetale e non-PFAS, capace di raggiungere una combinazione di impermeabilità, antivento, traspirabilità, durata ed elasticità tra le più importanti del settore. Costruito per un'ampia gamma di soluzioni, Power Shield è oggi la membrana impermeabile traspirante più performante e versatile proposta da Polartec, oltre che l'ultima novità nel processo di conversione ad alternative non-PFAS dell’intera gamma di tessuti a protezione dagli elementi atmosferici.
La seconda è invece la tecnologia Shed Less Fleece, che è il risultato di un processo che coinvolge diversi step del know-how Polartec applicato alla produzione di tessuti: dalla lavorazione a maglia, al processo produttivo e chimico applicato. Il risultato finale porta a una riduzione media dell’85% di dispersione di frammenti di fibre durante i lavaggi domestici. Il primo tessuto a beneficiare di questa novità sarà l'iconico pile Polartec 200 Series, la versione moderna dell'originale PolarFleece lanciato nel 1981, che nel 1993 è stato il primo ad alte prestazioni lavorato con filati ricavati da bottiglie di plastica riciclate. Shed Less è un processo applicato alla volumizzazione delle microfibre che offre al pile una mano morbida e la capacità di resistere alla rottura e agli strappi durante il lavaggio domestico, uno dei fattori che contribuiscono alla dispersione dei frammenti di fibre (comunemente chiamati microfibre).
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Quali sono state le impressioni raccolte durante i Performance Days di Monaco? Quali saranno le tendenze per le prossime stagioni?
Abbiamo avuto un ottimo riscontro in termini di feedback sui nostri nuovi prodotti e numero di visite al nostro stand. La sostenibilità è sicuramente il concetto intorno al quale oggi ruotano le tendenze nel mercato dell’abbigliamento, quindi molti brand sono alla ricerca di materiali con contenuto riciclato e/o con filati derivanti da componenti naturali, ma che allo stesso tempo garantiscono elevate performance e che siano durevoli nel tempo.
Quali sono stati i focus di Polartec?
Le novità in casa Polartec sono state diverse, ma con un unico denominatore: la sostenibilità. Abbiamo introdotto un nuova versione del nostro iconico “classic fleece” che riduce drasticamente il rilascio di microfibre durante i lavaggi, una tecnologia impermeabile e traspirante nel mondo dei 3L con una nuova membrana bio-based e DWR senza contenuti PFAS che garantisce, oltre a un aspetto sostenibile, una combinazione di impermeabilità, traspirabilità, stretch e durevolezza premium in questa categoria. Infine, ma non per ultimo, abbiamo introdotto una serie di nuovi tessuti realizzati con una componente di filati naturali quali tencel, lana e canapa.
Qual è la branca dell'outdoor che sperimenta di più?
Per noi il mondo dell’outdoor comprende qualsiasi attività svolta all’aperto. In questo contesto molti sport e brand specializzati nei vari segmenti (sci alpinismo, trail running, ciclismo, etc.) hanno fatto notevoli progressi in termini di innovazione negli ultimi anni. La maggior parte oggi ha una propria linea “pinnacle” all’interno della collezioni dedicata alle condizioni più estreme e con prodotti a elevato contenuto tecnologico dove spesso si tende a sperimentare di più e intraprendere progetti R&D con aziende come la nostra per risolvere problemi e/o continuare ad aumentare le performance dei prodotti.
È l'ingredient brand che propone le tecnologie ai marchi di settore, o sono le aziende a richiederne una specifica al produttore di tessuti?
Polartec è un’azienda che collabora a stretto contatto con i propri partner condividendo idee e progetti ai quali sta lavorando, ma allo stesso tempo sono i nostri clienti a chiedere soluzioni a problemi esistenti per i quali non si è ancora trovato rimedio. È un processo di collaborazione al quale partecipano i nostri esperti e ingegneri tessili e dal quale nascono nuovi prodotti e tecnologie. In altri casi, alcune sono state sviluppate per uso militare dei corpi speciali e introdotte poi da Polartec nel mercato dell’outdoor. Un esempio di grande successo in questo senso è la nostra tecnologia Polartec ALPHA.
DURABLE RELIABLE ADAPTABLE
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