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PAROLA DI GUIDA
Una panoramica sull’arco alpino e la stagione appena conclusa, grazie alle testimonianze di Gabriele Carrara, Giulia Venturelli e Marco Milanese
# di Sara Canali
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Tre guide alpine, tre diversi punti di vista sull’arco alpino e la sua stagione invernale: è attraverso una triplice intervista a Giulia, Marco e Gabriele che abbiamo cercato di fare un punto sullo stato di salute del reparto neve, dallo sci in pista, alle risalite con le pelli.
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GABRIELE CARRARA, guida alpina
DOMANDE
1. In che zona d’Italia lavori maggiormente?
2. Com’è andata la stagione in pista e fuori pista quest’anno nella tua zona?
3. Quali sono stati i tuoi principali clienti?
4. Quali sono state le maggiori richieste da parte loro (scialpinismo, alpinismo, ciaspole)?
5. Avevano attrezzature proprie o sono ricorsi al noleggio?
6. Quali sono state le maggiori difficoltà?
1. Lavoro maggiormente tra Lombardia e Valle d’Aosta quindi nella zona est e centro dell’arco alpino, spostandomi anche in Dolomiti alla ricerca delle condizioni di neve e ghiaccio migliori.
2. Non sono maestro di sci, ma sentendo i colleghi, so che la stagione in pista è andata benissimo e che hanno lavorato molto. Il fuoripista invece è andato un po' meno bene, soprattutto il mondo del freeride, a causa dello scarso innevamento.
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3. In Lombardia ho lavorato principalmente con clienti italiani mentre in Valle d’Aosta ho avuto a che fare soprattutto con inglesi.
4. Io lavoro molto con lo scialpinismo, o corsi di alpinismo invernale. Quest’anno ho ricevuto anche molte richieste per quanto riguarda il mondo delle ciaspole, soprattutto in località fortemente turistiche come Courmayeur e Gressoney.
5. Per quanto riguarda lo scialpinismo, i clienti avevano attrezzatura loro anche se spesso mancava il kit di autosoccorso che noleggiavano o prestavo io.
6. Difficoltà non ce ne sono state, al di là dei normali cambi di programma, dovuti al meteo o per lo scarso innevamento, ma in montagna si sa che il piano B va sempre preso in considerazione.
GIULIA VENTURELLI, guida alpina UIAGM
1. Prevalentemente nella zona delle Alpi Orobie, ma anche sull’Adamello e in Engadina. Quindi direi la zona centrale dell’arco alpino.
2. Non essendo maestra di sci, non mi occupo di sci alpino. Invece per quanto riguarda il “fuori pista”, quella di quest’anno è stata una stagione un po’ più scarsa rispetto al passato. Il momento dello scialpinismo non solo è ancora in corso, ma è quello perfetto per le escursioni in quota. Il problema della clientela italiana, quella con cui ho maggiormente a che fare, è che quando arriva la primavera cambia attività, appende gli sci al chiodo e comincia a uscire in bicicletta. Invece ora sarebbe bellissimo fare escursioni al di sopra dei 3000 metri, visto che anche i rifugi primaverili sui percorsi hanno aperto.
3. Clientela principalmente italiana, legata al territorio di Brescia, Bergamo e Milano. Non lavoro con una scuola, ma negli anni ho coltivato un mio giro di utenti che arrivano direttamente a me attraverso i miei canali social. È una clientela di prossimità che nel fine settimana decide di scoprire il territorio in un modo alternativo. Il livello è principalmente base o intermedio, sono adulti e la partecipazione è abbastanza omogenea tra uomini e donne.
4. Scialpinismo e alpinismo invernale, quindi attività con ramponi e piccozza classica, sempre livello base e intermedio. Lavoro con piccoli gruppi di quattro e sei persone.
5. Sci e scarponi sono prevalentemente a noleggio, ma siamo noi i primi a consigliare di prendere questa attrezzatura direttamente in loco: necessita di manutenzione e, se usata poco, ha più senso affittarla già preparata. Negli anni invece, tutti tendono ad acquistare il kit anti valanga con Arva, pala e sonda.
6. Il caldo e la poca neve.
MARCO MILANESE, maestro di sci e guida alpina
1. In Dolomiti, quindi Trentino, Alto Adige e Veneto. La mia base è a Cortina d’Ampezzo.
2. Io sono sia maestro di sci alpino sia guida alpina quindi ho potuto vedere entrambi gli aspetti di questo inverno. In pista la stagione è andata bene durante tutto l’anno: a Pasqua nella mia zona e verso le Alpi Giulie la neve era perfetta e gli hotel erano tutti pieni, per non parlare delle vette al confine con la Slovenia. Per quanto riguarda il fuoripista invece c’è stata maggiore difficoltà perché a quote basse c’è stato poco innevamento ed era difficile trovare neve naturale.
3. Per quanto riguarda lo sci alpino, ho lavorato principalmente con stranieri, soprattutto inglesi, americani e australiani. Erano utenti di livello medio alto e ho avuto principalmente a che fare con famiglie e una componente omogenea tra uomini e donne. In ambito scialpinismo, ho lavorato per lo più con italiani adulti, soprattutto veneti e quindi con un turismo locale di livello medio.
4. Principalmente ciaspole, ma anche scialpinismo e cascate di ghiaccio.
5. Per quanto riguarda le ciaspole e gli sci, la maggior parte dei clienti ricorre al noleggio. Nel mondo delle ciaspole, purtroppo, non è ancora abitudine portarsi il kit anti valanga, cosa che invece è diventata naturale nello scialpinismo.
6. La mancanza di neve, ma per il resto è stata una stagione top soprattutto nel mondo del ghiaccio e del climbing su cascate.
I Numeri Della Neve
A Prowinter Season Finale è stata presentata la sesta edizione dello Ski Rental Summit che ha permesso di fare un bilancio sull’inverno 22/23
# di Sara Canali
Primavera, tempo di tirare le somme sulla stagione invernale appena conclusa. A farlo è l’appuntamento con lo Ski Rental Summit dove il tema principale è quello del noleggio, cartina di tornasole dello stato di salute delle località sciistiche italiane. I numeri che sono stati presentati sono il frutto dell’indagine condotta da ProwinterLab, l’osservatorio guidato da Alfredo Tradati, e l’occasione è stata quella di Prowinter Season Finale, il secondo appuntamento dell’evento ospitato da Fiera Bolzano. La tavola rotonda ha messo a confronto i player del settore degli sport invernali, aziende, noleggiatori e negozianti, con l’obiettivo di mettere in luce gli aspetti positivi della stagione appena conclusa.
BILANCIO - L’indagine è stata condotta su un campione di 279 noleggiatori intervistati dalla squadra di ProwinterLab e ha evidenziato una situazione positiva, di generale soddisfazione, nonostante un inverno non proprio generoso in termini di nevicate. Quasi il 90% del campione analizzato ha registrato un fatturato sopra le aspettative o comunque nella media. Il 10% invece ha dichiarato un fatturato sotto le aspettative - che non significa inferiore agli anni precedenti, ma semplicemente meno di quanto potessero aspettarsi.
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Ad alimentare questa crescita è stato il pubblico straniero che è tornato sulle montagne italiane: il 33,7% degli intervistati ha dichiarato che gli sciatori provenienti da altri Paesi hanno influito per più del 50% del proprio fatturato. Per il 33% dei noleggiatori italiani, i turisti esteri hanno inciso sul 30-40% degli introiti mentre il 33,3% ha dichiarato che gli stessi non hanno apportato cambiamenti sostanziali registrando un impatto del 10-20% o restando del tutto indifferenti alla questione.
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Emerge anche un cambiamento di attività e abitudini da parte dei frequentatori delle piste italiane: la settimana bianca ha lasciato il posto a periodi di permanenza più brevi e intervallati da attività collaterali allo sci alpino. Il 29,7% dei noleggiatori ha infatti dichiarato che il periodo medio di permanenza è di quattro giorni, seguito dal 21,5% che ha dichiarato una media di cinque giorni con gli sci ai piedi. Un buon 20,4% ha segnalato due giorni, mentre il 17,2% ha registrato un periodo di frequentazione della durata di sei giorni, seguito dall’8,6% con tre giorni. Solo il 2,5% ha dichiarato un periodo di permanenza giornaliero.
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GLI UTENTI - Un dato interessante arriva dalla compagine femminile che, con sempre maggiore frequenza, richiede ai noleggiatori un prodotto adatto alle proprie esigenze. I noleggiatori hanno attrezzato il proprio parco prodotti e per il 57,2% di loro lo sci femminile è richiesto o molto richiesto. I dati permettono inoltre di tracciare un profilo utente di coloro che scelgono di noleggiare la propria attrezzatura. I noleggiatori hanno dichiarato che la maggioranza è costituita da un pubblico che ha un livello di sci intermedio, per la precisione il 79,9%. Gli utenti esperti sono invece una netta minoranza, solo il 3,9%. Anche gli sciatori principianti, secondo i noleggiatori coinvolti, sono un numero esiguo - solo il 16,2%.
LE DISCIPLINE - A causa delle condizioni meteo poco favorevoli, discipline come scialpinismo e ciaspole hanno registrato una battuta di arresto rispetto agli anni precedenti. Il 44.1% dei noleggiatori dispone di materiale per queste passioni e, di questi, il 61% ha dichiarato che la richiesta di ciaspole e attrezzatura da scialpinismo è in calo. Questo fenomeno potrebbe essere dovuto anche al fatto che i noleggiatori ora dispongono di più attrezzatura per questo genere di attività sportive: la diminuzione potrebbe essere legata a una richiesta che in realtà si è mantenuta costante a fronte di una maggiore disponibilità di prodotto.
LE DICHIARAZIONI - “Ciò di cui siamo più soddisfatti riguarda il rapporto tra aziende, noleggiatori e negozianti”, ha commentato Geraldine Coccagna, Brand Manager di Prowinter. “Il 90% dei noleggiatori intervistati ha infatti dichiarato che il rapporto con le aziende si mantiene stabile e produttivo nonostante le difficoltà imposte dai mutamenti della supply chain globale. Si tratta di un ottimo segnale di collaborazione che può rappresentare la base di un lavoro di squadra sempre più sentito per il futuro”.
QUESTIONE D'IMPIEGO
In live streaming, direttamente da Fiera Bolzano, all’interno dello Ski Rental Summit, è andata in scena una tavola rotonda moderata da Alfredo Tradati dove negozianti, aziende e operatori del settore hanno discusso della stagione appena trascorsa e dei problemi riscontrati. Gli argomenti trattati sono stati l’approvvigionamento dei materiali e la relativa situazione degli ordini da parte di negozianti e noleggiatori, uno speciale intervento di ITAS Mutua sull’obbligatorietà assicurativa in pista e le opzioni per il noleggio e la difficoltà nella ricerca della forza lavoro legata al comparto montagna e le relative problematiche derivanti. Una problematica riscontrata da una fetta importante di negozianti riguarda la ricerca della forza lavoro, tanto che a inizio stagione il 66% ha dichiarato di aver avuto problemi di reclutamento di personale. La soluzione potrebbe essere quella di ampliare il noleggio ad altre discipline tipo le mountainbike per garantire un impiego lavorativo durante tutto l’anno. “Il tema della manodopera è una questione complessa ed è banale relegarla a uno scontro generazionale e sociale. Dovremmo cambiare velocemente e il punto di partenza potrebbe essere cambiare modello contrattuale e di lavoro anche dal punto di vista della formazione, della qualifica, della capacità di crescita professionale, alternando tempo libero con attività promosse dal welfare aziendale”, ha commentato Claudio Corrarati, presidente del CNA Trentino Alto Adige.
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