Running Mag 09 2021

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La corsa di Felipe In Serbia, tra il grigiore dei palazzi “soviet style” e il verde vivo della piazza della cattedrale. In compagnia del secondogenito di Nico Valsesia _ testo e foto di Dino Bonelli

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empre “on the road”, sulla nostra fidata Subaru Outback 4x4, verso l’estremo est della Turchia. Una serie di case tristi e grigie, a testimonianza di un passato dagli stessi

umori e tonalità, accompagna la prima parte della corsa di Felipe Valsesia, secondogenito di quel Nico che degli sport di resistenza ne ha fatto una ragione di vita. Felipe, oggi corre solo lui, 18 anni, di Borgomanero (No), si è avvicinato alla cor-

sa da poco tempo, ma la leggerezza della sua falcata gli dà subito una credibilità che alcune gare di trail running hanno già certificato. Le case sono quelle di un quartiere discretamente centrale di Belgrado, la capitale di una Serbia che si sta scrollando di dosso vecchie etichette di guerra e violenza e ora si propone bella, pulita e affascinante. La corsa di Felipe si allunga in vie ancora anonime e grigie, ma poi sfocia nel verde vivo della piazza della cattedrale.

LA CATTEDRALE DI SAN SAVA San Sava, al secolo Rastko Nemanjić (1175-1236), è stato un arcivescovo ortodosso serbo, venerato come santo dalla Chiesa ortodossa serba, un personaggio a noi poco noto, che a Belgrado invece, dà addirittura il nome alla sua imponente cattedrale di stile bizantino. Pareti bianche e lisce, piccole finestre centinate sovrastate da vistose cupole verdi, croci dorate su ciascuna cupola e una decisamente più grande sulla sommità

convessa

principale.

LA STATUA DI KARAĐORĐE

Tutt’intorno un parco verde ben

Una statua di Karađorđe, il capo insurrezione che nel 1806 liberò

curato in cui si diramano cam-

la Serbia dal dominio Ottomano, dall’alto del suo imperioso po-

minamenti in cemento fiancheg-

sizionamento, lo osserva nel suo correre leggero. Poi

giati da panchine e lampioni.

sarà la volta di Felipe a fermarsi sotto l’ingrugnita

Ma Felipe, da buon trail runner,

statua dell’uomo con la sciabola al fianco, per osser-

ama il verde e appena può la-

varne le fattezze. Qualche altro agile passo nel verde

num ero

scia il calpestio duro e levigato

e poi di nuovo un misto di marciapiedi e asfalto per

per inoltrarsi nei morbidi sali-

rientrare nel grigiore dei palazzi “soviet style” di dove

scendi erbosi del parco. Non ha

era partito e finalmente assecondare la sete accumu-

una meta precisa, e di conse-

lata in una giornata particolarmente calda, con una

approderemo in Turchia e nello specifico in Cappadocia

guenza va dove l’istinto lo porta.

bevanda energetica naturale.

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S ul pros s imo


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