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La corsa di Felipe In Serbia, tra il grigiore dei palazzi “soviet style” e il verde vivo della piazza della cattedrale. In compagnia del secondogenito di Nico Valsesia _ testo e foto di Dino Bonelli
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empre “on the road”, sulla nostra fidata Subaru Outback 4x4, verso l’estremo est della Turchia. Una serie di case tristi e grigie, a testimonianza di un passato dagli stessi
umori e tonalità, accompagna la prima parte della corsa di Felipe Valsesia, secondogenito di quel Nico che degli sport di resistenza ne ha fatto una ragione di vita. Felipe, oggi corre solo lui, 18 anni, di Borgomanero (No), si è avvicinato alla cor-
sa da poco tempo, ma la leggerezza della sua falcata gli dà subito una credibilità che alcune gare di trail running hanno già certificato. Le case sono quelle di un quartiere discretamente centrale di Belgrado, la capitale di una Serbia che si sta scrollando di dosso vecchie etichette di guerra e violenza e ora si propone bella, pulita e affascinante. La corsa di Felipe si allunga in vie ancora anonime e grigie, ma poi sfocia nel verde vivo della piazza della cattedrale.
LA CATTEDRALE DI SAN SAVA San Sava, al secolo Rastko Nemanjić (1175-1236), è stato un arcivescovo ortodosso serbo, venerato come santo dalla Chiesa ortodossa serba, un personaggio a noi poco noto, che a Belgrado invece, dà addirittura il nome alla sua imponente cattedrale di stile bizantino. Pareti bianche e lisce, piccole finestre centinate sovrastate da vistose cupole verdi, croci dorate su ciascuna cupola e una decisamente più grande sulla sommità
convessa
principale.
LA STATUA DI KARAĐORĐE
Tutt’intorno un parco verde ben
Una statua di Karađorđe, il capo insurrezione che nel 1806 liberò
curato in cui si diramano cam-
la Serbia dal dominio Ottomano, dall’alto del suo imperioso po-
minamenti in cemento fiancheg-
sizionamento, lo osserva nel suo correre leggero. Poi
giati da panchine e lampioni.
sarà la volta di Felipe a fermarsi sotto l’ingrugnita
Ma Felipe, da buon trail runner,
statua dell’uomo con la sciabola al fianco, per osser-
ama il verde e appena può la-
varne le fattezze. Qualche altro agile passo nel verde
num ero
scia il calpestio duro e levigato
e poi di nuovo un misto di marciapiedi e asfalto per
per inoltrarsi nei morbidi sali-
rientrare nel grigiore dei palazzi “soviet style” di dove
scendi erbosi del parco. Non ha
era partito e finalmente assecondare la sete accumu-
una meta precisa, e di conse-
lata in una giornata particolarmente calda, con una
approderemo in Turchia e nello specifico in Cappadocia
guenza va dove l’istinto lo porta.
bevanda energetica naturale.
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S ul pros s imo