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L’invito del CSI per il futuro: che nessuno sia lasciato indietro
from Stadium n. 12/2024
by Stadium
Ogni volta mi chiedo come fare per dare un’idea, nell’editoriale, di quello che i lettori troveranno in “Stadium”. E ogni volta sono in difficoltà. Perché Stadium è tante cose, tutte importanti, tutte da rivendicare nella vita del CSI, tutte da raccontare.
Non me ne vorranno, quindi, i lettori, se troveranno poi nelle pagine del trimestrale anche articoli, approfondimenti, servizi, che avrebbero meritato a loro volta una sottolineatura. Cerco di fare del mio meglio e segnalo, in questo numero, ricco e interessante come sempre, la riflessione di don Luca Meacci, Assistente Ecclesiastico del CSI, che svela l’orizzonte del Giubileo ormai prossimo. “Silenzio”, “attesa”, “cammino”, “speranza”: sono le parole con le quali don Luca ci accompagna sul percorso del CSI di domani. C’è poi uno spazio particolare dedicato a quella parte della nostra comunità che spesso ignoriamo. O, forse, che vogliamo ignorare, perché è una parte silenziosa eppure sofferente, bisognosa del nostro affetto, del nostro contributo. Mi riferisco a due articoli dedicati ai carcerati e alla possibilità, attraverso lo sport, di riprendere possesso della vita, di dare un senso alla condizione di persone private della libertà, private del bene più grande. Grazie al contributo di Giorgia Magni, possiamo addentrarci in una documentata analisi – riprendo dal sottotitolo – della “centralità della pratica sportiva nel valore rieducativo della pena e del reinserimento sociale”. L’intervista a don Claudio Burgio, fondatore della Comunità Kayrós, sacerdote capace di incontro e dialogo aperto con i giovani, convinto che lo sport “possa essere un ponte per includere, educare e abbattere le barriere”, ci apre gli occhi su una realtà a noi poco più che sconosciuta.
Mentre continua il viaggio di “Stadium” sui direttori e giudici di gara del CSI, diamo voce e luce alla strepitosa esperienza sportiva di Laura Rogora che, tra le altre performance, è stata, nel 2015, la prima italiana ad arrampicare in falesia su difficoltà 9 A. E aveva solo 14 anni.
Tutto ciò senza dimenticare gli altri articoli e le diverse rubriche. Un numero, in definitiva, che mi auguro possa accompagnare, con letture avvincenti e istruttive, i giorni che concludono il 2024 e quelli con i quali inizieremo il 2025.
È proprio con il pensiero alle festività natalizie, a quelle del nuovo anno e alle molte speranze che affidiamo al 2025, anno del Giubileo degli sportivi, che mi permetto di dare il benvenuto a tutti coloro che hanno accettato, nel rinnovo delle cariche associative, di assumersi l’onere e l’onore di contribuire alla vita del CSI per il prossimo quadriennio. Al contempo ringrazio le persone che, dopo aver dato sé stesse per il bene dell’Associazione, si sono fatte da parte, consegnando agli “eredi” associativi il testimone di un impegno a favore della pratica sportiva offerta come dono, come testimonianza cristiana della solidarietà e della condivisione. Auguro a tutti, dentro e fuori dal CSI, di vivere serenamente le festività natalizie, fruendo della forza di un messaggio universale che non si logora con il tempo, ma che mostra sempre più la bellezza dell’amore e del sostegno fraterno. Nulla quanto i tempi difficili che stiamo affrontando dimostra che vivere la gioia della nascita del Salvatore dell’umanità, in assoluta povertà, è la forza vera, unica, per la speranza dell’Uomo. Con la certezza che donne e uomini del Centro Sportivo Italiano sapranno tener acceso e diffondere il fuoco della solidarietà e dell’amore verso il prossimo, auguro un Buon Natale e un sereno 2025 a tutti.
Vittorio Bosio
Presidente nazionale CSI