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Arbitro, ergo sum
from Stadium n. 12/2024
by Stadium
di Daniela Colella e Massimiliano Dilettuso
I direttori di gara e i giudici del CSI in un’analisi per comprendere i trend attuali e cogliere le opportunità per valorizzare il ruolo educativo di queste figure. Reclutamento, parità di genere e formazione continua: le sfide da affrontare.
ll Centro Sportivo Italiano può contare su una rete di arbitri, direttori e giudici di gara straordinariamente estesa, che garantisce il corretto svolgimento delle attività sportive in tutta Italia. I numeri raccontano un impegno capillare: complessivamente, tra arbitri di calcio, pallavolo, pallacanestro e giudici di gara di altre discipline, il CSI registra 6.218 arbitri attivi (anno di riferimento 2023/2024), di cui 3.146 nel settore del calcio – che rappresentano la fetta più ampia della sua struttura –, sottolineando la vastità dell’organizzazione e la sua capacità di supportare eventi locali, regionali e nazionali. I dati del tesseramento evidenziano una forte predominanza maschile: per circa l’83% si tratta di uomini, mentre le donne rappresentano solo il 17%, anche se in alcune discipline – come ginnastica e nuoto – si registra una lieve crescita. Il numero totale di arbitri è sostanzialmente stabile nel tempo, ma si rilevano fluttuazioni in base alle discipline e alle regioni. Il calcio continua ad essere il settore più rappresentato, ma mostra un lieve calo nelle fasce più giovani, segno di difficoltà nel reclutamento. Al contrario, sport come judo e karate vedono un aumento, soprattutto tra gli under 31. Nel basket e nelle ginnastiche, la distribuzione per età è più equilibrata rispetto al calcio, con una significativa rappresentanza di professionisti tra gli under 31. A livello regionale, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto guidano la classifica per numero di arbitri e giudici, grazie anche allo stimolo derivante da una maggiore presenza di eventi sul territorio, mentre regioni come Liguria e Calabria presentano numeri più modesti, evidenziando la necessità di investimenti in formazione e reclutamento. La partecipazione femminile, pur marginale, cresce soprattutto in sport come pallavolo e ginnastica artistica e ritmica, anche se c’è ancora molto da fare per promuovere la parità di genere in discipline dominate dagli uomini. La formazione continua rimane cruciale per garantire la qualità del lavoro arbitrale, e il CSI ha investito per rendere i corsi più accessibili, specialmente per sport meno diffusi come atletica e ciclismo, dove i numeri sono bassi ma in crescita. In conclusione, il calcio resta la disciplina più rappresentata, ma sport come pallavolo, judo e karate stanno mostrando segnali di vitalità. La sfida principale rimane quella di attrarre giovani e donne, per garantire un futuro sempre più inclusivo e professionale per il sistema arbitrale italiano, perché investire negli arbitri e nei giudici è investire nel futuro dello sport stesso.
Il cartellino azzuro: una scelta di educazione
Il Centro Sportivo Italiano ha da sempre scelto di porre l’accento sull’aspetto educativo delle competizioni. Tra le sue innovazioni più significative c’è l’introduzione, più di 25 anni fa, del cartellino azzurro, uno strumento che si distingue per il suo valore disciplinare e formativo, pensato per promuovere un clima di rispetto durante le gare di calcio a 11, a 7 e a 5. A differenza del cartellino giallo o rosso, associati a punizioni definitive o severe, il cartellino azzurro rappresenta una terza via: l’espulsione temporanea. Questo provvedimento nasce con un obiettivo chiaro: correggere comportamenti scorretti senza ricorrere a misure eccessivamente punitive. L’espulsione temporanea consente di allontanare un giocatore dal campo per alcuni minuti, permettendo di smorzare le tensioni e ripristinare un clima più sereno e rispettoso. In molte occasioni, infatti, un’ammonizione può apparire insufficiente, mentre un’espulsione definitiva troppo severa. Il cartellino azzurro si pone dunque a metà strada, offrendo una soluzione che mira a ristabilire l’equilibrio nel gioco senza penalizzare in modo definitivo la squadra. Il cartellino azzurro riflette la volontà di mantenere l’attenzione sui valori educativi e sulla formazione dei partecipanti. Non è un caso che il CSI abbia scelto di ispirarsi a sport come la pallanuoto, il rugby e l’hockey, dove l’espulsione temporanea è da tempo un elemento consolidato, utilizzato per disciplinare il gioco e garantire correttezza. Gli arbitri, figure centrali di questo processo, hanno trovato nel cartellino azzurro un prezioso alleato per gestire situazioni di tensione eccessiva, senza dover ricorrere a misure drastiche. La possibilità di punire temporaneamente un comportamento scorretto permette di dare un segnale chiaro, offrendo però al giocatore la possibilità di rientrare in campo con un atteggiamento corretto. Se già nel numero di settembre abbiamo sottolineato il ruolo dell’arbitro come “salvatore della partita”, capace di gestire le dinamiche del gioco con equilibrio, l’introduzione del cartellino azzurro ne amplifica ulteriormente la funzione educativa. L’arbitro diventa non solo colui che applica le regole, ma un vero educatore in campo, capace di trasformare un episodio critico in un momento di crescita per tutti i partecipanti. Nonostante le sfide legate a un contesto sportivo sempre più orientato alla competizione esasperata, il CSI continua a credere nel valore formativo dello sport. Il cartellino azzurro ne è una testimonianza concreta, dimostrando che è possibile educare senza mortificare, correggere senza distruggere. Un modello che potrebbe essere adottato con successo anche in altre discipline e a livelli più alti, come strumento per diffondere una cultura sportiva fondata sul rispetto e sulla crescita personale. Il cartellino azzurro non è solo un simbolo, ma un messaggio chiaro e potente: nello sport, come nella vita, gli errori possono essere corretti, le tensioni possono essere allentate, e il rispetto reciproco deve sempre essere la bussola che guida ogni azione. L’arbitro, con il suo cartellino azzurro, diventa il custode di un insegnamento prezioso: la vera vittoria è quella che si conquista insieme, nel rispetto delle regole e degli avversari.