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THE BEAUTIFUL GAME

Da Londra in una Roma da cartolina per la Coppa del Mondo dei senzatetto. Un calcio pulito, fatto di valori umani. Una storia di resistenza, umanità, complicità, positività, rinascita e quindi di una seconda opportunità.

THE BEAUTIFUL GAMERegia di Thea Sharrock , con Bill Nighy , Valeria Golino.Genere drammatico, sportivo Gran Bretagna/USA, 2024, durata 125 minuti

di Andrea Barbetti

Un pallone sgonfio e ammaccato è pur sempre un pallone. E un uomo stanco e disperato resta comunque un uomo. Ditelo chiaro a questa società che rottama merci e persone con la facilità di un click! È il gentile ma forte messaggio della regista Thea Sharrock, ben conosciuta al pubblico per “Io prima di te” e “Cattiverie a domicilio”.I giardini di Castel Sant’Angelo sono sfondo perfetto per la “Homeless World Cup” al centro del suo film: il Mondiale di calcio delle rappresentative nazionali di persone senza fissa dimora. La sceneggiatura si ispira alla realtà: su idea di Young e Schmied, dal 2003 per gli uomini e dal 2008 per le donne va in scena una World Cup in cui i protagonisti sono rigorosamente senzatetto provenienti da ogni parte del mondo. La selezione è purtroppo su vasta scala: si calcola infatti che circa un miliardo e 600 milioni di donne e uomini nel mondo non abbiano un alloggio adeguato. La regista si muove con equilibrio tra le storie drammatiche di chi partecipa e la bellezza dell’agonismo senza se e senza ma. Il punto di vista è la squadra del suo Paese, l’Inghilterra, guidata dal manager Mal (il grande attore britannico Bill Nighy) alle prese con un gruppo di ragazzi dalla vita difficile e dal talento tormentato come Vinny (Micheal Ward). Una città da cartolina si alterna a gare e drammi interiori. Si gioca e ci si tormenta a ritmo rapidissimo come le regole del gioco dettano: partite da 14 minuti sul campo che è la metà del calcetto, con arbitri santi e maledetti come da noi. Tacchetti e maglie danno il massimo in appena 14 minuti come se la vita non avesse ritorno, un’emozione intensa che a nessuno toglie fango, ma che a tutti per un attimo libera sorrisi. Sarà certo accaduto così anche quest’anno a Seoul, dove si è svolta l’ultima edizione col Messico trionfante sia tra gli uomini che tra le donne. Il film racconta la difficoltà di organizzare il torneo, di iscrivere una Nazionale raccogliendo fondi, di armonizzare tra loro animi che il buio del destino è pronto in un attimo ad inghiottire di nuovo e per sempre. Piace che Valeria Golino – nostra nota attrice – sia presente in un ruolo non secondario. Ma piace soprattutto il coraggio di una pellicola che sarà ricordata non come capolavoro, ma come limpida e santa testimonianza di un’umanità che non è parallela alle nostre vite, anzi.Dall’odore di quei cartoni che d’inverno coprono un corpo senza volto, da quei dormitori pubblici che ogni notte nel mondo raccolgono centinaia di migliaia di persone arriva il grido fortissimo dell’uomo di ogni tempo. Più vero, rabbioso e umano del nostro. Anche quando segna il gol decisivo nella “Homeless World Cup”.

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